Rivista Madonna dello Splendore n° 33 del 22 Aprile 2014

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Rivista Madonna dello Splendore n° 33 del 22 Aprile 2014
Gaetano Braga, una vita per il violoncello
Notazioni sulla sua prima formazione
di Giovanni Di Leonardo
Giulianova, casa natale di Gaetano Braga
A ricostruire di nuovo l’infanzia di Gaetano Braga dopo che due studiosi del calibro di Francesco
Contaldi(1) e Vincenzo Bindi(2), lo hanno fatto con
dovizia di particolari, avendo avuto a disposizione sia
la viva voce del Nostro, sia la sue memorie
manoscritte - si rischia di ripetere cose già dette, per
cui è impresa ardua. Tuttavia, alcune importanti
novità, emerse nel corso di questa nostra pluriennale
ricerca, ci inducono a mettere in atto il tentativo, nella
consapevolezza di aggiungere tessere intorno a tale
emblematico personaggio. Diciamo “emblematico”
perché siamo convinti che abbia grande valore
educativo l’esempio di un bambino che, partito in
posizione di svantaggio nella “corsa per la vita”, riuscì
ad affermarsi ai “piani alti” della musica nazionale ed
internazionale.
Gaetano Braga nacque a Giulianova il 9 giugno 1829
(fu registrato in Comune il 10 giugno) alle ore sette
italiane da Splendora De Angelis e Isidoro Braga, e fu
il quarto figlio di quei due giovani coniugi di ventinove
e ventisette anni, i quali vivevano modestamente del proprio lavoro in due stanze sul Corso,
quelle stesse che in seguito egli ricomprò e sopraelevò, come ancora oggi possiamo vedere,
salvo piccoli ritocchi apportativi nel corso del Novecento.
I suoi primi anni li immaginiamo come quelli d’ogni bambino, nato in un paese piccolo,
dominato dalla vita patriarcale: libero di giocare all’aria salmastra del nostro Adriatico, con
frotte di altri bambini, senza troppe regole da rispettare. “E fu certo quell’immediato contatto
della natura, quella solitudine ridente e vasta dei nostri colli, quel salutare influsso dei campi
verdi, liberi, silenziosi, quell’ambiente quasi villico, che formarono il carattere schietto e
indipendente del fanciullo e dell’uomo, che ne educarono il cuore ai sensi più dolci d’affetto e
ne aprirono la mente all’alta ispirazione dell’arte”(3).
È questo il clima in cui matura quell’autostima e quella determinazione, fondamentali per
affermarsi in un periodo tanto difficile. Importanti saranno anche i primi mesi di permanenza a
Napoli, quando ancora non era stato ammesso al Conservatorio, e dovette affrontare molte
difficoltà senza il conforto e il sostegno immediato della famiglia.
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La madre sognava per lui un futuro da ecclesiastico, sia per il prestigio che tale mestiere
portava con sé, sia per una sistemazione economica che intravedeva per la sua modesta
famiglia.
Doveva trattarsi certamente di un bambino dall’intelligenza pronta, veloce a cogliere e fissare
in testa quanto vedeva ed ascoltava. Allora, intorno ai sei anni, la famiglia cominciò a
preoccuparsi di fargli impartire le prime lezioni affinché imparasse a leggere e scrivere.
Quando Gaetano Braga era in età scolastica le scuole comunali erano rare e assolutamente non
obbligatorie, per cui nei comuni con disponibilità finanziarie e con la presenza di maestri
preparati, venivano attivate, altrimenti no. Così il futuro musicista fu seguito in maniera
episodica da tre canonici, che si susseguirono nell’impartirgli la prima istruzione: Giuseppe De
Angelis(4), Gaetano Tentarelli(5) e Francesco Saverio De Antoniis(6).
Il De Angelis, cugino di Splendora, la madre di Gaetano, era noto per avere una istruzione
superiore a quella riscontrata nei suoi colleghi, ma, annota Contaldi, “il fanciullo non ebbe
certo ad allietarsi delle lezioni di quell’abate, perché più che con la parola e con l’esempio esse
venivano impartite a suon di bastone”(7). Quindi fu affidato al Tentarelli, e poi al De Antoniis.
I metodi educativi per i figli del popolo, nei piccoli centri, spesso erano così, poiché la scuola
pubblica non era ancora stata istituita. Le scuole, così come le conosciamo noi, affondano le
radici nella cosiddetta Legge Casati del 1859(8), e in una successiva e più efficace legge del
1877, chiamata Legge Coppino(9).
Gaetano, però, non mostrava molto interesse alle lezioni dei canonici, anche a causa di tali
metodi e forse perché cominciava ad avvertire la potente passione per la musica. Narra
Contaldi ch’egli ripetesse a memoria ogni canzone sentita, mentre coi suoi compagni di giochi
scorrazzava per le strade e le piazze(10).
Nel 1838 arriva a Giulianova un giovane musicista, originario di Tolentino, il Maestro Vincenzo
Sassaroli(11).
Con la retribuzione di sei carlini al mese cominciò ad insegnare al fanciullo i primi rudimenti
della musica, ma, evidentemente, l’inesperienza e la giovane età del Sassaroli (aveva solo 22
anni) non lo aiutano a creare la necessaria empatia col piccolo Braga che, perciò, nella sue
Memorie mai lo nomina. Tuttavia “la sera del 30 settembre 1839, nella ricorrenza della festa
del Duca Giangirolamo, il suo insegnante lo menò in casa Acquaviva, dov’ebbe tale e tanto
successo, che tutti predissero grandi cose di lui”(12). La duchessa d’Atri, Maria Giulia Colonna
di Stigliano, in particolare, prese tanto amore per il bambino, che divenne per lui una seconda
madre.
I genitori, però, erano ostinati più che mai a farne un prete, e subito dopo lo mandarono a
Teramo, alle scuole esterne del Seminario, a studiarvi il latino. Egli, tuttavia, non lasciò del
tutto gli studi musicali, e “nelle ore libere prendeva lezioni di canto da un tal maestro
Bruschelli”(13). Ammalatosi, dopo dieci mesi che si trovava a Teramo, dovette tornarsene a
Giulianova. è in questo frangente che la duchessa d’Atri intervenne sui genitori di Gaetano, per
convincerli a fargli studiare musica, e alla fine il padre accettò di mandarlo a Napoli nel
Conservatorio di S. Pietro a Majella.
“Il 24 settembre 1840 [giovedì] con mio padre all’alba parto per Napoli, e quella cara mia
madre desolata di vedermi partire”(14).
Qui, volutamente, con le sue parole e col discorso sospeso, chiudiamo questo articolo, in
quanto le cose da dire sono ancora moltissime, ma non è questa la sede per trattare un così
vasto ed intrigante argomento. Perciò invitiamo gli amici che ci vorranno leggere, alla fine del
2015, quando uscirà una nuova biografia basata quasi tutta su documenti inediti, compresi i
Diari di Braga, interamente trascritti(15).
-------------------------------------------------------------------------------NOTE
1 Francesco Contaldi, Popoli, 28.10.1865 - Sulmona 28.4.1903. Notaio, promotore e
corrispondente di riviste letterarie, ma anche poeta e traduttore, autore, tra le sue molte
opere, del volume Arte giuliese. Raffaello Pagliaccetti - Gaetano Braga. Saggio biografici,
Giulianova, Prem. Stab. Tip. del Commercio, 1894.
2 Vincenzo Bindi, Giulianova, 31.1.1852 - Napoli, 2.5.1928. Consegue la licenza liceale al
seminario di Atri, quindi si trasferisce a Napoli dove frequenta giurisprudenza e fa esperienza
in uno studio notarile, ma segue anche gli studi letterari, di estetica e storia. Nel 1881
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consegue la “patente” per insegnare lettere nelle scuole del regno. Insegna al Liceo Ginnasio di
Capua, poi al Liceo di S. Maria Capua Vetere e, dal 1900, accetta l’incarico di dirigere la Scuola
Normale di Capua. Coltiva, in particolare la ricerca storica e numerose sono le sue
pubblicazioni di carattere storico riguardanti l’Abruzzo. Suo è il volume Gaetano Braga: da’
ricordi della sua vita, Napoli, Francesco Giannini & Figli Tipografi Editori, 1927.
3 Francesco Contaldi, Arte giuliese…, cit., p. 52. Abbiamo detto che era il “quarto” figlio della
coppia, poiché erano già nati Daniele (n. 1823 - m. 1824), Anna (n. 1825 - m. 1888) e
Almerinda (n. 1826 - m. 1842), mentre Contaldi scrive trattarsi del “terzo figlio”.
4 Can. Giuseppe De Angelis. Nato il 21 settembre 1802, (ASTe, Intendenza Borbonica, b.
281/b, Lista Elettorale per la nomina dei deputati al Parlamento Nazionale approvata dalla
Giunta il 23 gennaio 1861), da Giancrisostomo e Frassiatti Leonilde, proprietari; morì il 6 luglio
1876 nella sua casa in Via della Rocca, 13. Le sue pubblicazioni: Al merito raro ed alle inclite
virtù della Principessa D. Maria Giulia Colonna di Stigliano, Duchessa di Atri, Teramo, Tip.
Marsilii, 1837; Note storiche intorno alla Casa Acquaviva (esemplare forse unico).
5 Can. Gaetano Tentarelli. Nato il 3 novembre 1809, da Pasquale, barbiere di 23 anni, e Aurora
Castorani, abitanti nel quartiere della Misericordia; nel 1873 era Vicario foraneo. (AVTe,
Parrocchie, Giulia, b. 4). Morì il 14 giugno 1874, nella sua casa, in via dell’Orologio. Le sue
pubblicazioni: Regole e brevi istruzioni per un’anima, che, stando in mezzo al mondo, ama di
unirsi a G. C., Teramo, Tip. Scalpelli, 1865, in 8° picc.
6 Can. Francesco Saverio De Antoniis. Nato il 27 dicembre 1778 da Domenico e Flavia
Cappelletti (Archivio Parrocchiale San Flaviano Giulianova, Libro Battezzati 1762-1781), morì il
21 febbraio 1848, all’età di 69 anni (A.S.Te., Stato Civile Giulianova, b. 1023, registro
196/16321, doc. n. 16). Canonico e Maestro Elementare, fu eletto maestro dei ragazzi nel
Pubblico Parlamento del 26 settembre 1806 (A.S.Te., Regia Udienza, b. 91, fasc. 1659).
Canonico del Capitolo di S. Flaviano, cappellano della chiesa di S.ta Maria a Mare (Annunziata),
maestro della scuola primaria comunale. Per alcune notizie relative ai tre canonici, educatori di
G. Braga, ringraziamo sentitamente il dottor Ottavio Di Stanislao.
7 Francesco Contaldi, Arte giuliese…, cit., p. 52.
8 È noto come Legge Casati il Regio Decreto Legislativo 13 novembre 1859, n. 3725, del
Regno di Sardegna, entrato in vigore nel 1860 e successivamente esteso, con l’unificazione, a
tutta l’Italia. La legge, che prese il nome dal Ministro della Pubblica Istruzione Gabrio Casati,
prevedeva per l’istruzione elementare, a carico dei comuni, due cicli: un ciclo inferiore
biennale, obbligatorio e gratuito, istituito nei luoghi dove ci fossero almeno 50 alunni in età di
frequenza, e un ciclo superiore, anch’esso biennale, presente solo nei comuni sede di istituti
secondari o con popolazione superiore a 4.000 abitanti. Non affrontiamo qui l’intero contenuto
della Legge, poiché non è questa la sede per sviluppare un simile argomento, ma ci limitiamo
alla sola scuola elementare per le implicazioni relative all’argomento qui trattato.
9 La legge 15 luglio 1877, n. 3961, detta anche legge Coppino dal nome del ministro
proponente, Michele Coppino, fu una legge del Regno d’Italia emanata durante il periodo di
governo della Sinistra Storica, con a capo Agostino Depretis. Collaborò al testo della legge
anche Aristide Gabelli, pedagogista, seguace del Positivismo, che si occupò di redigere i
programmi scolastici. Essa portava a cinque le classi della scuola elementare, che rendeva
gratuita; soprattutto elevava l’obbligo scolastico a tre anni ed introduceva sanzioni per chi lo
disattendeva, che non erano previste nella precedente Legge Casati.
10 Francesco Contaldi, Arte giuliese…, cit., p. 53.
11 Nelle rispettive opere, Bindi (p. 4n) e Contaldi (p. 53), lo chiamano “Sassardi”, per un
evidente errore nella lettura di qualche manoscritto: hanno letto, infatti, le vocali “ol” come se
fossero la “d”. Vincenzo Sassaroli, Tolentino, 1816 - Genova, 1904. Cantore soprano,
organista, compositore, discendente da una famiglia di musicisti. Prende lezioni di canto e di
armonia da Giacomo Valentetti, negli anni 1828-1837. Quindi inizia, a sua volta, ad impartire
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lezioni per poi trasferirsi a Napoli, al San Pietro a Majella, quando ne diviene Direttore suo zio
(1840), Saverio Mercadante. A Napoli rimase fino al 1848 circa. Nel 1838-39 è a Giulianova ed
impartisce le prime lezioni al piccolo Gaetano Braga. (Paolo Paoloni, Musica e musicisti nella
Basilica di San Nicola a Tolentino. Contributo per una storia sociale della musica a Tolentino
attraverso i documenti d’archivio, II/1 Sintesi Storica - secoli XIX-XX, Tolentino, Biblioteca
Egidiana, 2009, pp. 237, 275 e 915). Per alcune notizie, relative al Sassaroli, ringraziamo
sentitamente il prof. Paoloni. Nel 1848 tenta l’attività di impresario teatrale a Teramo
presentando un programma di trentasei recite e quattro “beneficiate” per l’imminente stagione
di carnevale, ma l’impresa fallisce. (Luciana D’Annunzio, Il Teatro Corradi, in “Notizie dalla
Delfico”, XVII - 2003, 1-3, p. 29). Sempre nel 1848 risulta eletto M° della società filarmonica
di Ancarano (allora sotto la giurisdizione di Ascoli Piceno). Quindi lo ritroviamo direttore di
Banda a Ronciglione (1852-56) e, successivamente, ad Orvieto (1862-63) dove viene
rappresentata una sua Messa a piena orchestra. Ad inizio anni ’70 si trasferisce a Genova dove
rimarrà fino alla morte. Clamorosa è la sfida che egli lanciò a Verdi e a Tito Ricordi (1876) con
la promessa che avrebbe musicato ex novo l’Aida. Negli sviluppi di questa sua bizzarra
iniziativa figura una risposta irridente di Ricordi, sulla “Gazzetta Musicale di Milano”, e un
opuscolo di Sassaroli intitolato Considerazioni sullo stato attuale dell’arte musicale in Italia e
sull’importanza artistica dell’opera Aida e della Messa di Verdi, in cui muove critiche al grande
compositore. Lasciò numerose composizioni, ma mai gli arrise il successo.
12 Francesco Contaldi, Arte giuliese…, cit., p. 53.
13 Ibid., p. 54. Bruschelli Camillo, Assisi, 1794 - Teramo, 1868. Compositore, clavincembalista
e organista. Nel 1822 è già M° di Cappella della Collegiata di S. Elpidio a Mare; nel 1823 è M°
di musica a Lanciano, dove, dal 1826 al 1828 è M° della Cappella Musicale della Cattedrale. Nel
1830 ottiene la cattedra di “Musica Strumentale” presso il Real Collegio di Teramo. Nel 183940 impartisce lezioni anche al Nostro. Rimase a Teramo fino alla morte; lasciò numerose
composizioni. Si veda la bella scheda redatta da Anna Maria Ioannoni Fiore, Bruschelli Camillo,
in Gente d’Abruzzo. Dizionario biografico, Castelli (TE), Andromeda Editrice - Il Centro, 2006.
14 Gaetano Braga, Ultime impressioni di mia vita I Volume, manoscritto inedito, p. 154.
15 Chi scrive, con l’aiuto determinante della prof.ssa Maria Rita Bentivoglio, negli ultimi due
anni, ha provveduto alla trascrizione dei preziosi Diari manoscritti del musicista. Materiale che
sarà usato nel progettato volume.
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