Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico

annuncio pubblicitario
Terzo Pilastro di Basilea 2
Informativa al pubblico
31 dicembre 2009
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2008
Indice
Tavola 1 – Requisito informativo generale................................................................................... 5
Tavola 2 – Ambito di applicazione ............................................................................................. 25
Tavola 3 – Composizione del patrimonio di vigilanza ................................................................ 37
Tavola 4 – Adeguatezza patrimoniale........................................................................................ 41
Tavola 5 – Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche ........................ 49
Tavola 6 – Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo
standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate e
in strumenti di capitale nell’ambito dei metodi IRB .................................................. 61
Tavola 7 – Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB ......... 65
Tavola 8 – Tecniche di attenuazione del rischio (CRM)........................................................... 121
Tavola 9 – Rischio di controparte............................................................................................. 127
Tavola 10 – Operazioni di cartolarizzazione ............................................................................ 139
Tavola 11 – Rischi di mercato: informazioni per le banche che utilizzano il metodo
dei modelli interni per il rischio di posizione, per il rischio di cambio
e per il rischio di posizione in merci (IMA) ............................................................ 147
Tavola 12 – Rischio operativo.................................................................................................. 155
Tavola 13 – Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni
incluse nel portafoglio bancario ............................................................................ 157
Tavola 14 – Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario....... 159
Glossario / Abbreviazioni…………………………………………………………………..…………162
Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societarie…..…..165
Note:
1.
Tutti gli importi, se non diversamente indicato sono da intendere in migliaia di Euro;
2.
Le informazioni sono riferite all’area di consolidamento prudenziale.
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2008
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 1
Tavola 1 – Requisito informativo generale
Informativa qualitativa
Il Gruppo UniCredit controlla e gestisce i propri rischi attraverso metodologie e processi rigorosi, in grado
di dispiegare la loro efficacia in tutte le fasi del ciclo economico. Il presidio ed il controllo dei rischi di
Gruppo sono assicurati dalla funzione Risk Management della Capogruppo (Group CRO), cui sono
attribuiti i compiti di:









ottimizzare la qualità dell’attivo del Gruppo, minimizzando il costo dei rischi, coerentemente con
gli obiettivi di rischio / redditività assegnati alle Aree di business;
determinare, di concerto con la funzione CFO, la propensione al rischio del Gruppo e valutare
l’adeguatezza patrimoniale dello stesso, e la loro conseguente estensione a livello di Aree di
business / Entità, in conformità ai requisiti di “Basilea II”, Secondo Pilastro;
definire, in conformità agli standard di “Basilea II” ed ai requisiti di Banca d’Italia, norme,
metodologie, linee guida, politiche e strategie concernenti la gestione dei rischi di Gruppo, e, in
cooperazione con l’Organization department, i relativi processi e la loro implementazione;
porre in essere un sistema di controllo del rischio creditizio e di concentrazione sia a livello di
singole controparti / gruppi economici, sia per “cluster” rilevanti (quali settori economici / aree
geografiche), monitorando e fornendo reportistica sui limiti preventivamente definiti;
definire e fornire alle Aree di business ed alle Entità i criteri per la valutazione, la gestione, la
misurazione, il monitoraggio e la reportistica dei predetti rischi e garantire la coerenza dei sistemi
e delle procedure di controllo sia a livello di Gruppo che di singola Entità;
supportare le Aree di business nel conseguimento dei loro obiettivi, contribuendo allo sviluppo dei
prodotti e dei business;
verificare, mediante il processo di convalida in fase iniziale e nel continuo, l’adeguatezza dei
sistemi di misurazione del rischio adottati nell’ambito del Gruppo, orientando le scelte
metodologiche verso standard qualitativi sempre più elevati e convergenti, appurando la coerenza
delle rispettive modalità di utilizzo nell’ambito dei processi;
porre in essere un adeguato sistema di analisi preventiva del rischio, in grado di quantificare
l’impatto sulle strutture economico-finanziarie del Gruppo derivante dal rapido deterioramento del
ciclo economico o da altri fattori di shock (c.d. Stress Test). Tale analisi è svolta con riferimento
alle singole tipologie di rischio, così come alla loro integrazione e raffronto con il capitale
disponibile;
creare e diffondere una cultura del rischio estesa a tutto il Gruppo.
La turbolenza del mercato del credito ha interessato il sistema bancario internazionale a partire dalla
seconda metà del 2007, contribuendo ad un significativo rallentamento dell’economia su scala mondiale.
Il contesto macroeconomico ha determinato un incremento del costo del rischio di credito, una
diminuzione del valore degli attivi, nonché un incremento degli oneri derivanti da svalutazioni e
deprezzamenti di alcune attività, congiuntamente ad una diminuzione della profittabilità. Il Gruppo, pur
avendo un adeguato livello di diversificazione del portafoglio, è comunque esposto a rischi ove controparti
creditizie divengano insolventi o, comunque, non siano in condizioni di fare fronte alle proprie
obbligazioni. Potrebbero sopravvenire difficoltà nel processo di recupero di attività il cui valore si
dimostrasse non in linea con le attuali stime.
Alla luce dell’ancora sfidante contesto macroeconomico, una solida ed efficace gestione dei rischi riveste
la massima priorità nel Gruppo.
5
Pertanto, la funzione Risk Management della Capogruppo (Group CRO) ha implementato, nel corso del
2009, un nuovo modello di governance dei rischi, enfatizzando tale principio guida al fine di:
 rafforzare la capacità di indirizzo, il coordinamento e le attività di controllo di alcuni rischi aggregati
(cosiddetti “Portfolio Risks”), tramite centri di responsabilità dedicati (“Portfolio Risk Managers"),
integralmente focalizzati su tali rischi e specializzati nella loro gestione, in ottica di Gruppo e
interdivisionale;
 aumentare l’aderenza al modello di business di Gruppo, assicurando una chiara specializzazione
e concentrazione – in un’ottica meramente transazionale – di specifici centri di responsabilità sui
rischi originati dalle funzioni di Gruppo deputate allo loro assunzione, mantenendo allo stesso
tempo tali “centri di responsabilità” ("Transactional Risk Managers") totalmente indipendenti dalle
suddette funzioni (ossia Business Units, funzioni di Tesoreria, Asset Management, Paesi CEE).
In conformità al ridisegno dell’architettura del Risk Management, si è provveduto ad una revisione della
struttura, del ruolo e dei regolamenti dei Comitati di Gruppo responsabili in materia di rischi. Al fine di
rafforzare la capacità di indirizzo autonomo, il coordinamento ed il controllo dei rischi di Gruppo, di
migliorarne l’efficienza e la flessibilità nel processo decisionale e di agevolare l’interazione tra le differenti
funzioni coinvolte, sono stati costituiti Comitati responsabili in materia di rischi, articolati su tre distinti
livelli:



il “Group Risk Committee”, responsabile per le decisioni strategiche sui rischi a livello di Gruppo;
i “Group Portfolio Risk Committees”, cui è assegnato il compito di indirizzare, controllare e gestire
i rischi di portafoglio;
i “Group Transactional Committees”, dedicati alla valutazione delle singole controparti /
transazioni aventi impatto sul profilo di rischio complessivo.
Rischio di credito
Struttura e organizzazione
La nuova struttura della funzione Risk Management ha lo scopo di assicurare il giusto bilanciamento tra
“tipologia di rischio” e “specializzazione per transazione” tramite l’adozione di un approccio a matrice. I
portafogli di Gruppo saranno suddivisi in base alla tipologia di rischio (“rischi di credito e cross-border”,
“rischi di mercato” e “rischi operativi e reputazionali”) e si interfacceranno con le funzioni specializzate per
transazioni in ambito divisionale (CIB & PB, CEE, Retail, Treasury, Asset Management).
Questo approccio a matrice porterà alla creazione di due differenti centri di responsabilità sul rischio di
credito. Da un lato il "Credit and Cross Border Risks Portfolio Management” department, a cui è attribuita
la supervisione e la gestione del profilo complessivo di rischio creditizio e cross-border a livello di Gruppo
ed altresì incaricato di definire le relative strategie, metodologie e limiti di rischio. Dall’altro lato, i
"Transactional Risk Managers" saranno deputati a divenire centri di responsabilità per i rischi di credito
originati dalle pertinenti funzioni di Gruppo.
Accanto ai "Portfolio Risk Managers" ed ai "Transactional Risk Managers", la nuova struttura di “Risk
Management” comprende lo “Strategic Risk Management & Control” department, responsabile, tra l’altro,
della gestione delle attività in ambito "Basilea II" (inclusi la misurazione del capitale interno in conformità
al Secondo Pilastro, la definizione del risk appetite ed il coordinamento nel contesto dell’“Internal Capital
Adequacy Assessment Process” (“ICAAP”)), della validazione interna di Gruppo per quanto attiene ai
sistemi del Primo Pilastro e ai modelli del Secondo Pilastro, così come delle funzioni centralizzate
deputate alla reportistica ed alla redazione di policies sui rischi a livello di Gruppo, nonché una Struttura
specialistica, lo “Special Credit” department, responsabile di coordinare, indirizzare, supportare e – con
riferimento a pratiche di importo rilevante – gestire, attività di “restructuring” e di recupero dei crediti.
6
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 1
Al fine di rafforzare la capacità di indirizzo autonomo, il coordinamento ed il controllo dei rischi di Gruppo,
di migliorarne l’efficienza e la flessibilità nel processo decisionale e di agevolare l’interazione tra le
differenti funzioni coinvolte, sono stati costituiti appositi Comitati responsabili in materia di rischi:




il “Group Risk Committee”, responsabile per le decisioni strategiche sui rischi a livello di Gruppo;
il "Group Credit and Cross-Border Risk Committee”, responsabile del controllo e del monitoraggio
dei rischi di credito e di quelli cross-border, dell’approvazione di strategie, politiche, metodologie e
limiti relativi a detti rischi, nonché della reportistica periodica;
il "Group Transactional Credit Committee", a cui è assegnato il compito di valutazione di singole
controparti / transazioni aventi impatto sul profilo di rischio complessivo;
il “Group Special Credit Committee”, responsabile della valutazione di operazioni concernenti
pratiche classificate come restructuring o recupero dei crediti, nonché del monitoraggio
dell’andamento complessivo di tale portafoglio.
Nell’ottica di rafforzare la capacità di governo e controllo indipendente dei processi di gestione e controllo
della valutazione del merito creditizio per controparti e prodotti / transazioni, sono state create e
potenziate specifiche strutture di Capogruppo. In tale ambito, è stato introdotto il ruolo dei “Global
Transactions Team Leaders” (“GTTLs”), facendo leva sulla competenza di gestori di rischio specializzati
in prodotti / transazioni quali “Acquisition & Leverage Finance”, “Project Finance”, “Commodities Trade
Finance” e “Special Products”, in analogia al modello adottato per la valutazione del rischio di credito di
controparte, di competenza dei “Global Industry Team Leaders” (“GITLs”), specializzati nell’analisi
settoriale.
E’ stato avviato uno specifico progetto focalizzato sull’ulteriore ottimizzazione della gestione del rischio
attinente le Banche e le altre Istituzioni Finanziarie, così come del “rischio Paese”. Relativamente alla
gestione del rischio concernente tali controparti, è stato introdotto il concetto dei “Group Competence
Teams”, per la gestione dell’attività creditizia a beneficio di tutte le Entità a livello di Gruppo.
Al fine di fornire un miglior servizio alla clientela rappresentata da grandi imprese multinazionali, di
accrescere la creazione di valore, di definire un’efficace e coerente propensione al rischio a livello di
Gruppo nei confronti della clientela e/o gruppi economici, che sono in relazione con più Entità,
minimizzando il costo del rischio ed implementando un efficiente processo creditizio, il Gruppo UniCredit
ha ridisegnato in maniera globale l'approccio di servizio verso i sopra citati segmenti di clientela (dal
punto di vista sia commerciale sia creditizio). Tale nuovo modello (il “GAM”, “Global Account
Management”) prevede un coordinamento globale della strategia commerciale e la definizione di una
propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite,
mediante l’identificazione di un gestore e di un risk manager dedicati, come unici punti di riferimento,
rispettivamente per il coordinamento della strategia commerciale e creditizia globale relativa al gruppo
economico del cliente, nonché per la valutazione della posizione creditizia complessiva ed il monitoraggio
del profilo di rischio della stessa.
7
Governance e policies
I rapporti tra la Capogruppo e le Entità del Gruppo che esercitano attività creditizia, sono disciplinati da
specifiche disposizioni di governance che assicurano alla Capogruppo stessa il ruolo di direzione,
supporto e controllo, in particolare nelle seguenti aree di attività: politiche creditizie, strategie creditizie,
sviluppo dei modelli, validazione dei sistemi di rating, rischio di concentrazione creditizia, rilascio di
prodotti creditizi, monitoraggio e reportistica del rischio creditizio di portafoglio.
In particolare, le Entità del Gruppo sono tenute a richiedere alla funzione CRO della Capogruppo apposito
parere anteriormente alla concessione / riesame di linee di credito nei confronti di singole controparti /
gruppi economici, qualora le medesime linee eccedano predeterminate soglie d'importo, anche in
riferimento all’obbligo di osservanza dei limiti di concentrazione dei rischi creditizi, da porre in relazione al
patrimonio di Vigilanza.
In conformità al ruolo attribuito dalla governance aziendale alla Capogruppo, e specificamente alla
funzione CRO, sono state a suo tempo emanate le “General Group Credit Policies”, disposizioni generali
relative allo svolgimento dell'attività creditizia a livello di Gruppo, che dettano le regole ed i principi volti ad
indirizzare, disciplinare ed omogeneizzare la valutazione e la gestione del rischio di credito, in linea con i
principi e la best practice di Gruppo.
Tali disposizioni generali sono integrate da normative specifiche che regolano determinate controparti
(es. Banche e Paesi), fasi del processo (es. classificazione e gestione delle posizioni rischiose nonché
processo di recupero dei crediti, gestione degli accantonamenti generici con l’applicazione della
metodologia "IBNR" (Incurred But Not Reported Losses), determinazione dei termini di validità del rating
di controparte / transazione), segmenti di attività (ad esempio, la “Commercial Real Estate Financing”
Policy, che fornisce standard e metodi comuni, nonché specifici parametri, da adottare nei diversi contesti
geografici in cui opera il Gruppo) specifici prodotti / transazioni (ad esempio, la “Structured Trade and
Export Finance (STEF)” Policy, volta ad assicurare un approccio comune a livello di Gruppo per tale
tipologia di business, nonché indicazioni specifiche relativamente a “Commodity trade finance”,
“Receivables finance” ed “Export finance”).
Metodologie della gestione e misurazione
Generalmente il rischio di credito rappresenta il rischio di incorrere in una perdita di valore, riferita ad
un'esposizione creditizia, derivante da un’inattesa variazione del merito di credito della controparte.
Ai fini della misurazione, il rischio di credito è definito come il rischio di incorrere in perdite derivanti dalla
possibilità che una controparte, beneficiaria di un finanziamento (es. prestito rateale), ovvero l'emittente di
un'obbligazione finanziaria (obbligazione, titolo, ecc.), non sia in grado di adempiere i relativi impegni
(rimborso a tempo debito degli interessi e/o del capitale o di ogni altro ammontare dovuto (rischio di
default)). In senso più ampio, il rischio di credito può essere definito anche come la perdita potenziale
riveniente dal default del prenditore / emittente o da un decremento del valore di mercato di
un'obbligazione finanziaria, a causa del deterioramento della sua qualità creditizia (rischio di migrazione).
Quest’ultimo comprende non solo il rischio di default, ma anche il rischio di migrazioni del rating o il
rischio di variazione del differenziale di tasso legato al merito creditizio. Allo stato attuale, per la
misurazione del rischio di credito, il Gruppo si focalizza solo sul rischio di default; l’approccio riferito al
mercato verrà applicato alla misurazione del rischio di credito solamente in futuro.
La misurazione del rischio di credito viene effettuata sia a livello di singola controparte, sia a livello
dell’intero portafoglio. Gli strumenti ed i processi a supporto dell’attività creditizia nei confronti di singoli
prenditori, tanto nella fase di erogazione quanto in quella di monitoraggio, comprendono il processo di
assegnazione del rating, differenziato in base alle peculiari caratteristiche dei differenti segmenti di
clientela, al fine di assicurare il massimo livello di efficacia.
8
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 1
La valutazione del merito creditizio di una controparte, in sede di esame della proposta di affidamento,
scaturisce dal processo di analisi dei dati finanziari e di quelli qualitativi (posizionamento competitivo
dell'azienda, struttura societaria ed organizzativa, ecc.), caratteristiche geo-settoriali, comportamentali a
livello di Entità e di sistema bancario (ad es. Centrale dei rischi), al fine di pervenire all'assegnazione di
un rating, da intendersi quale definizione della “probabilità di default” (PD) della controparte medesima,
con un orizzonte temporale di un anno.
Il monitoraggio sistematico (su base mensile) è incentrato sulla cosiddetta “gestione andamentale” che,
sulla base di tutte le informazioni disponibili, di fonte interna ed esterna, esprime un punteggio (“scoring”)
che rappresenta una valutazione sintetica di rischiosità di ciascun cliente monitorato. Tale punteggio è
ottenuto tramite una funzione statistica che sintetizza le informazioni a disposizione tramite un insieme di
variabili rivelatesi significative nell’individuare, nel lasso temporale dei dodici mesi, l’evento del “default”.
Il tutto è statisticamente sintetizzato in un rating interno, che tiene conto di elementi di valutazione
quantitativi e qualitativi nonché, ove disponibili, delle informazioni comportamentali desunte dagli
“scoring” gestionali sopra descritti.
Laddove possibile, il rating interno, e quindi il grado di rischiosità assegnata alla controparte /
transazione, entra nel calcolo dei livelli deliberativi; vale a dire che, a parità di importi da erogare, le
deleghe di poteri conferite per l'esercizio dell'attività creditizia ai competenti Organi si riducono
progressivamente in funzione dell'accentuarsi della rischiosità del cliente.
Il modello organizzativo adottato prevede l’esistenza di una funzione dedicata, indipendente dalle funzioni
commerciali e di erogazione, cui è assegnata la responsabilità di gestire l’attuazione di un processo
cosiddetto di override, cioè dell’eventuale correzione del giudizio automatico espresso dal modello.
Il merito di credito di ciascuna controparte viene rivisto almeno su base annuale, tenendo in
considerazione le nuove informazioni. Ogni controparte è valutata nell’ambito anche dell'eventuale
gruppo di appartenenza, considerando di regola il teorico rischio massimo dell’intero gruppo economico.
Oltre alle metodologie riassunte nei sistemi di rating, la funzione Risk Management utilizza modelli di
portafoglio in grado di misurare il rischio di credito a livello aggregato e, nel contempo, di identificare il
contributo di singole porzioni di portafoglio o singole controparti alla posizione di rischio complessiva.
I parametri di misurazione del rischio di credito a livello di portafoglio sono fondamentalmente tre,
calcolati e valutati su un orizzonte temporale di dodici mesi e su basi non attualizzate:
 Expected Loss (EL)
 Credit Value at Risk (Credit VaR) ed
 Expected Shortfall (ES).
Al fine di individuare il Credit VaR a livello di portafoglio, viene specificata la distribuzione delle perdite a
livello dello stesso; questa è costituita dalle probabilità di ottenere differenti valori della perdita riferita al
portafoglio su un determinato orizzonte temporale (“discrete loss case”). La specifica di tale distribuzione
viene determinata combinando le probabilità di default (PD), le perdite al momento del default (LGD) e le
esposizioni al default (EAD) dei singoli obbligati, considerando le correlazioni tra i default.
La perdita attesa (EL) costituisce il valore della perdita attesa media a livello di portafoglio aggregato,
dovuto al potenziale manifestarsi dell’inadempienza degli obbligati. La perdita attesa a livello di
portafoglio è data dalla somma delle perdite attese dei singoli obbligati, che possono essere determinate
attraverso il prodotto di PD x LGD x EAD, ed è indipendente dalle correlazioni tra i default a livello di
portafoglio. La perdita attesa è di norma computata come componente di costo nella determinazione del
margine.
9
Il Value at Risk rappresenta l’ammontare massimo raggiunto il quale, data un certa probabilità, la perdita
attesa potrebbe essere superata (=VaR con un livello di confidenza α che UniCredit ha fissato al
99.97%). Tale valore, chiamato anche Capitale Economico, è un input per la determinazione del capitale
a copertura delle perdite potenziali.
Il VaR è ampiamente utilizzato quale misura del rischio di portafoglio, seppur abbia alcune limitazioni
intrinseche. In particolare, lo stesso non fornisce alcuna informazione concernente le perdite potenziali
nel caso in cui i limiti di VaR siano superati. Tale indicazione è invece fornita dall’ “Expected Shortfall”
(ES) che rappresenta il valore atteso delle perdite che eccedono la soglia di VaR. Il Credit VaR di
portafoglio e l’ES dipendono significativamente dalla correlazione tra i default e possono essere ridotti
attraverso un’adeguata diversificazione del portafoglio.
I modelli di portafoglio creditizio forniscono misure di capitale economico riallocato sulle singole
controparti componenti i portafogli esaminati e sono alla base delle misure di performance rettificate per il
rischio.
Le misure di capitale economico (Credit VaR) sono, inoltre, un input fondamentale per la predisposizione
ed applicazione delle strategie creditizie, per l’analisi dei limiti creditizi e di concentrazione dei rischi. Il
motore di calcolo del capitale economico viene altresì utilizzato per analisi di stress testing sul portafoglio
creditizio, partendo da variabili macroeconomiche che influenzano i diversi segmenti di clientela per
Paese, dimensione, ecc.
Tutti i sopra citati parametri di rischio sono soggetti ad un regolare processo di monitoraggio e
validazione, con riferimento a ciascun sistema di rating, in tutte le sue componenti: modelli, processi,
sistemi IT e data quality. Annualmente, viene sottoposta al Consiglio di Amministrazione della
Capogruppo una relazione che sintetizza gli esiti delle attività di validazione svolte dalla Funzione CRO,
con particolare focus sul raffronto tra i differenti sistemi di rating relativi al medesimo segmento. La
finalità è quella di attestare la conformità dei sistemi, unitamente a porre in evidenza aree di possibile
miglioramento, così come eventuali disallineamenti nelle metodologie che possano comportare rischi di
non perfetta comparabilità nelle misure prodotte.
Anche il modello interno di Credit VaR è oggetto di valutazione nell’ambito della validazione del Secondo
Pilastro.
Attività di reporting e di monitoraggio
L’obiettivo fondamentale delle attività di reportistica e monitoraggio del portafoglio creditizio, effettuate
dalla funzione CRO di Capogruppo, è quello di analizzare le principali componenti del rischio di credito
quali i valori di EAD (Esposizione al Default), EL (Expected Loss), migrazioni, costo del rischio, ecc., al
fine di adottare tempestivamente tutte le possibili contromisure a livello di portafoglio complessivo,
parziale o di singole controparti.
La funzione CRO di Capogruppo è responsabile della reportistica attinente al rischio di credito a livello di
portafoglio consolidato e di singola controparte, sia su base periodica sia sulla base di richieste ad hoc
(da parte dell’Alta Direzione di UniCredit o da parte di controparti esterne quali Autorità di Vigilanza o
agenzie di rating), con l’obiettivo di analizzare le principali componenti di tale rischio e la loro evoluzione
temporale, onde poter cogliere tempestivamente eventuali sintomi di deterioramento e, quindi,
intraprendere opportune iniziative correttive. L’andamento del portafoglio di rischio di credito viene
analizzato con riferimento ai principali driver – quali la crescita e gli indicatori dei parametri di rischio -, ai
diversi segmenti di clientela, alle realtà locali, ai settori industriali, nonché all’andamento del portafoglio in
default ed alla relativa copertura.
Le attività di Reporting a livello di Gruppo vengono svolte in stretta collaborazione con i “Transactional
Risk Manager” ed i “Credit & Cross-Border Risk Portfolio Manager” che, nell’ambito dei propri perimetri di
competenza, svolgono specifiche attività di reportistica.
Durante il primo semestre del 2009, le attività di reportistica si sono sviluppate considerevolmente grazia
al graduale sviluppo del data quality e dei processi relativi alla reportistica a livello consolidato (quali lo
sviluppo dell’”ERM Report”, report sull’Enterprise Risk Management).
10
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 1
A sostegno dell’attività concernente la produzione della predetta reportistica, la funzione “Group Risk
Reporting” di Capogruppo utilizza, a livello centralizzato, il “Credit Tableau de Bord”, strumento
trimestrale che contiene informazioni dettagliate e specifiche per ogni Strategic Business Area,
sull’andamento dei rischi del portafoglio di pertinenza.
Inoltre, il “Credit & Cross-Border Risk Portfolio Management” è responsabile dell’attività di monitoraggio e
valutazione indipendente relativamente a controparti e singole transazioni che presentano un elevato
livello di rischio sotto il profilo creditizio. L’attività di monitoraggio si focalizza sulla tempestiva
individuazione e gestione delle esposizioni che presentano un intrinseco accrescimento del rischio, al fine
di reagire prontamente ad un possibile deterioramento della qualità del credito della controparte (della
capacità di rimborso o del merito di credito). La tempestiva individuazione ed una gestione adeguata delle
esposizioni che presentano un peggioramento del profilo di rischio, consentono di intervenire nella fase
antecedente al potenziale default, quando cioè vi sono ancora margini per il conseguimento del rimborso
della posizione debitoria.
Strategie creditizie
In linea con le disposizioni Basilea II – Secondo Pilastro –, le strategie creditizie sull’intero portafoglio
crediti di Gruppo rappresentano uno degli strumenti di gestione avanzata del rischio di credito. In
conformità sia con il processo di budget sia con il framework del Risk Appetite (Secondo Pilastro), le
stesse hanno l’obiettivo di fornire una declinazione concreta degli obiettivi di propensione al rischio per
Strategic Business Area e per Entità, considerando la vulnerabilità attesa del portafoglio creditizio di
Gruppo in presenza di avverse congiunture economiche, così come il rischio di concentrazione settoriale.
L’obiettivo delle strategie creditizie è triplice:



definire la composizione di portafoglio che minimizza l’impatto complessivo del rischio di credito,
partendo dal framework del Risk Appetite, in linea con i criteri di Gruppo in tema di allocazione del
capitale e di creazione di valore;
assicurare supporto alle competenti funzioni / Aree di business della Capogruppo ed alle Entità
del Gruppo, qualora queste ultime adottino iniziative finalizzate al raggiungimento di una
composizione ottimale del portafoglio, attraverso pianificazioni strategiche ed iniziative di
business;
fornire un insieme delle linee guida e supporto necessari allo svolgimento del processo di budget
commerciale e creditizio, coerente con la visione strategica di Gruppo.
La predisposizione delle strategie creditizie avviene sintetizzando le analisi di rischio effettuate top-down,
con la visione di portafoglio delle funzioni di business, attraverso uno stretto coordinamento tra strutture
centralizzate e divisionali della funzione Risk Management e con gli specialisti nell’analisi settoriale e di
prodotto a livello di Capogruppo.
La definizione delle strategie creditizie avviene utilizzando tutte le misurazioni disponibili riferite al rischio
di credito. In particolare, le evidenze del modello “Credit VaR” garantiscono una corretta e prudenziale
gestione del rischio di portafoglio, attraverso l’applicazione di metodologie e strumenti avanzati.
Parallelamente, talune informazioni qualitative, che tengono in considerazione differenti caratteristiche a
livello territoriale e divisionale, vengono inglobate e trasformate in variabili di input nei modelli di
ottimizzazione del portafoglio creditizio.
Più in generale, nell’ambito delle strategie creditizie, le analisi di vulnerabilità e quelle a supporto della
Capital Adequacy sono svolte tramite degli stress test riferiti al rischio di credito (Primo e Secondo
Pilastro). Per quanto attiene specificamente la gestione dei rischi di portafoglio, particolare rilevanza è
posta al rischio di concentrazione creditizio, considerata l’importanza dello stesso sul totale delle attività
creditizie.
Tale rischio di concentrazione, coerentemente con la definizione fornita dalla normativa “Basilea II”, si
configura come una singola esposizione o un gruppo di esposizioni tra di loro correlate, potenzialmente in
grado di produrre perdite tali da minacciare la solidità del Gruppo o la sua capacità di proseguire nello
svolgimento della normale operatività.
11
Al fine di individuare, gestire, misurare e monitorare il rischio di concentrazione, le funzioni preposte in
Capogruppo presidiano la definizione ed il monitoraggio di specifici limiti creditizi, volti al controllo di due
differenti tipologie di rischio di concentrazione:
 esposizioni creditizie di importo rilevante in capo ad una singola controparte o ad un insieme di
controparti economicamente correlate (c.d. bulk risk);
 esposizioni creditizie verso controparti appartenenti al medesimo settore di attività economica
(sectorial risk).
Le simulazioni di stress test costituiscono parte integrante della definizione delle strategie creditizie. Con
l’utilizzo degli stress test è possibile effettuare una nuova stima di alcuni parametri di rischio tra cui
probabilità di default (PD), Perdita Attesa (EL), capitale economico e RWA, nell’ipotesi di scenari
macroeconomici e finanziari estremamente avversi ma plausibili. I parametri sottoposti a stress test sono
utilizzati non solo per fini regolamentari (relativamente al Primo e Secondo Pilastro), ma anche quali
indicatori gestionali di vulnerabilità del portafoglio di ogni singola Entità, linea di business, area / settore,
gruppo economico o altro raggruppamento rilevante, nella condizione di una fase negativa del ciclo
economico.
In conformità alle disposizioni regolamentari, gli stress test sono effettuati con cadenza regolare su
scenari di stress aggiornati e comunicati sia all’Alta Direzione sia all’Organo di Vigilanza. In aggiunta alle
attività ordinarie, simulazioni ad hoc sono effettuate a fronte di specifiche richieste da parte dell’Organo di
Vigilanza.
Tecniche di mitigazione del rischio di credito
In conformità alla “International Convergence of Capital Measurement and Capital Standards” (c.d
normativa di “Basilea II”), il Gruppo è fortemente impegnato a soddisfare tutti i requisiti necessari alla
corretta applicazione delle tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM) in relazione ai differenti approcci
adottati – Standardizzato o IRB Avanzato (A-IRB).
A tale scopo, sono stati portati a compimento specifici progetti e sono state intraprese specifiche azioni
volte sia all’implementazione della normativa interna di Gruppo, sia allo sviluppo dei processi e dei
Sistemi Informativi. Tenuto conto della dislocazione territoriale del Gruppo in diversi Paesi (europei e
non), le implementazioni sono state eseguite nel rispetto degli ordinamenti locali e dei requisiti di
Vigilanza dei Paesi di appartenenza delle singole Entità.
In particolare, i requisiti stabiliti dall’ “International Convergence of Capital Measurement and Capital
Standards”, dalla “Direttiva 2006/48/EC del Parlamento Europeo e del Consiglio”, dalla Circolare di Banca
d’Italia n. 263/2006 e dai suoi successivi aggiornamenti, sono stati trasposti in linee guida interne con
l’obiettivo di:
 assicurare che le pratiche di CRM siano coerenti nell'ambito del Gruppo;
 favorire la gestione ottimale delle garanzie nell'ambito del Gruppo;
 massimizzare l’effetto di mitigazione delle garanzie reali e personali sulle perdite su crediti;
 raggiungere un impatto positivo sui requisiti patrimoniali di Gruppo, assicurando che le prassi di
CRM locali rispettino i requisiti minimi richiesti da "Basilea II".
In particolare, sono state disciplinate le regole generali per l’ammissibilità, la valutazione, il monitoraggio
e la gestione delle garanzie reali e personali. Sono state altresì dettagliate norme specifiche per
determinate categorie di garanzie reali.
Le garanzie reali e personali possono essere acquisite solo come supporto sussidiario del fido e non
devono essere intese come elementi sostitutivi dell’autonoma capacità di rimborso del debitore principale.
Per tale ragione, oltre alla più ampia analisi del merito creditizio e dell’autonoma capacità di rimborso del
debitore principale, esse sono oggetto di specifica valutazione ed analisi per il ruolo di fonte sussidiaria di
rimborso dell’esposizione debitoria.
12
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 1
Nella valutazione delle tecniche di CRM, il Gruppo attribuisce particolare rilevanza sia al requisito della
“certezza giuridica” di tutte le garanzie reali e personali, sia alla loro congruità. Le Entità devono porre in
essere tutte le azioni necessarie al fine di:


assicurare il rispetto dei requisiti contrattuali e legali, in modo tale che i contratti di garanzia siano
giuridicamente opponibili secondo quanto previsto dal corpus giuridico ad essi applicabile;
condurre adeguati controlli di natura legale che avallino l’effettiva opponibilità delle garanzie in
tutte le giurisdizioni rilevanti e nei confronti di tutte le parti coinvolte.
Durante il primo semestre del 2009, per quanto concerne l’Italia, le principali Entità hanno esteso alle
garanzie consortili i rigorosi processi di certificazione legale e di verifica della sussistenza dei requisiti
regolamentari, già applicati ad altre tipologie di garanzie personali ed alle garanzie reali, tra cui quelle
finanziarie.
Le Entità hanno sviluppato un sistema di gestione volto ad assicurare un chiaro ed efficace processo di
valutazione, monitoraggio e gestione di tutte le tipologie di garanzie finalizzate a mitigare il rischio di
credito. Esse sono tenute a stabilire controlli al fine di assicurare che le garanzie reali e personali
acquisite mantengano la loro efficacia per l’intera durata dell’esposizione garantita. Dette garanzie
risultano idonee nel caso in cui siano congrue rispetto alle esposizioni correlate e, per le garanzie
personali, qualora non risultino rischi rilevanti in capo al fornitore di protezione.
Il Gruppo ha sviluppato un sistema di gestione delle garanzie reali volto ad assicurare che il processo di
valutazione, monitoraggio e gestione di tutte le tipologie di garanzie risulti chiaro ed efficace.
I requisiti di ammissibilità, sia generali sia specifici, dovranno essere soddisfatti nel momento in cui la
garanzia viene acquisita e ne dovrà essere assicurato il mantenimento fino alla scadenza.
Coerentemente, le garanzie reali devono essere valutate con accuratezza e regolarmente e devono
essere applicati opportuni scarti prudenziali in fase di acquisizione delle medesime, al fine di evitare che
in caso di escussione si verifichino perdite inattese. La valutazione è basata sul valore corrente di
mercato o sul prezzo al quale il bene sottostante può essere ragionevolmente venduto (c.d. “valore
equo”); il valore di mercato degli strumenti finanziari assunti in pegno viene opportunamente rettificato,
con applicazione di adeguati scarti, in funzione sia della volatilità del mercato stesso sia di quello delle
valute, in conformità a quanto disposto dai requisiti regolamentari di “Basilea II”. In caso di
disallineamento di valuta tra la garanzia e l’esposizione correlata, viene applicato un ulteriore scarto
prudenziale. Possibili disallineamenti tra la scadenza dell’esposizione e quella della garanzia a supporto
vengono altresì considerati nella determinazione del valore della garanzia, rettificata mediante
l’applicazione del relativo scarto.
I modelli attualmente in uso nel Gruppo sono prevalentemente basati su scarti prudenziali predeterminati.
Un sistema di scarti stimati internamente tramite la metodologia Value at Risk (VaR), già in uso in alcune
Entità, è in corso di adozione in tutto il Gruppo per la valutazione del rischio relativo alle garanzie reali
finanziarie. L’approccio metodologico prevede che il valore a copertura debba essere determinato per
ciascun strumento finanziario sulla base del relativo “market value” (il cosiddetto “mark- to-market”),
rettificato di uno scarto che deve considerare la rischiosità intrinseca da rapportare a fattori diversi (quali il
prezzo, il periodo di possesso ed il rischio di liquidità).
Le principali Entità sono inoltre state dotate di uno strumento informatico per l'adeguamento automatico al
valore di mercato degli strumenti finanziari acquisiti in pegno, garantendo in questo modo un
monitoraggio costante della garanzia.
Per quanto riguarda la valutazione delle garanzie immobiliari, specifici processi e procedure, assicurano
che la valutazione dell’immobile da parte di un perito indipendente venga effettuata ad un valore non
superiore a quello di mercato. Per le Entità operanti in Austria, Germania e Italia, sono in essere sistemi
di monitoraggio e rivalutazione degli immobili, gestiti tramite sistemi automatici basati su metodi statistici
che utilizzano database interni o forniti da infoprovider esterni.
Le diverse forme di garanzie reali possono essere considerate ammissibili qualora soddisfino i requisiti
generali stabiliti dalle disposizioni dell'Organo di Vigilanza ed i requisiti specifici, differenziati a seconda
dell’approccio adottato per il calcolo del capitale regolamentare per singola controparte / esposizione
(Standardizzato o A-IRB), in conformità al contesto giuridico locale. La fattispecie dei fornitori di
protezione personale ammissibili, dipende dallo specifico approccio adottato da ciascuna Entità.
13
In particolare le Entità che adottano l’approccio A-IRB possono riconoscere dette garanzie a patto che
vengano soddisfatti i relativi requisiti minimi e, in particolare, purché le stesse siano in grado di valutare il
profilo di rischio del fornitore di protezione nel momento in cui la garanzia viene acquisita e durante tutta
la sua vita residua.
Per maggiori dettagli concernenti le politiche di copertura e di attenuazione del rischio, si faccia
riferimento alla Tavola 8 “Tecniche di mitigazione del rischio del credito - Informativa qualitativa”.
Rischio di mercato
Il rischio di mercato deriva dall’effetto che variazioni nelle variabili di mercato (tassi di interesse, prezzi dei
titoli, tassi di cambio, ecc…) possono generare sul valore economico del portafoglio del Gruppo, dove
quest’ultimo comprende le attività detenute sia nel trading book, ossia nel portafoglio di negoziazione, sia
quelle iscritte nel banking book, ovvero l’operatività connessa con la gestione caratteristica della banca
commerciale e con le scelte di investimento strategiche. La gestione del rischio di mercato nel Gruppo
UniCredit ricomprende, perciò, tutte le attività connesse con le operazioni di tesoreria e di gestione della
struttura patrimoniale, sia nella Capogruppo , sia nelle singole società che compongono il gruppo stesso.
La Capogruppo monitora le posizioni di rischio a livello di Gruppo. Le singole società componenti il
Gruppo hanno la specifica responsabilità di gestire le proprie posizioni di rischio in coerenza con le
politiche di gestione del rischio del Gruppo e di comunicare alla Capogruppo i risultati delle attività di
monitoraggio da loro svolte. Le singole filiali producono resoconti giornalieri dettagliati sull’andamento
della loro attività e sulla rischiosità connessa, inviando la documentazione sui rischi di mercato alla
Capogruppo.
La responsabilità di aggregare tali informazioni e produrre la documentazione informativa sui rischi di
mercato complessivi è in carico al Dipartimento Market & Balance Sheet Risks Portfolio Management
della Capogruppo, il quale si preoccupa di garantire che i modelli di misurazione del rischio di mercato
delle filiali siano confrontabili e che i loro metodi di monitoraggio e gestione del rischio siano uniformi. Il
detto dipartimento della Capogruppo, inoltre, controlla le posizioni della Holding e le posizioni aggregate
delle filiali, al fine di garantire il monitoraggio dell’esposizione totale. Ogni società del Gruppo è comunque
direttamente responsabile del controllo dei rischi secondo le linee guida impartite dalla Capogruppo.
La Capogruppo, inoltre, propone i limiti e le investment policy per il Gruppo e per le sue entità in sintonia
con il processo di allocazione del capitale in sede di elaborazione del budget annuale.
La funzione di Market & Balance Sheet Risks è responsabile della gestione dei rischi di trading book e
banking book a livello di Gruppo e della garanzia dell’uniformità delle politiche in materia di rischio di
mercato, metodologie e prassi in tutti i settori e Legal Entity. Tale presidio è garantito attraverso una
struttura organizzativa che si articola in tre unità, con le seguenti responsabilità:
 Market Risk: rischio di mercato da trading, ovvero il rischio di mercato originato dalle business
lines che nel Gruppo sono autorizzate a gestire posizioni di trading (risk takers);
 Balance Sheet Risk: rischio di tesoreria, ovvero il rischio di mercato originato dai corrispondenti
portafogli bancari specifici in tutto il Gruppo;
 Liquidity Risk: rischio di liquidità, ovvero il rischio che la banca non sia nelle condizioni di far fronte
agli impegni di pagamento per cassa o per consegna previsti o imprevisti
 Risk Architecture & Methodologie: responsabile delle tecnologie, dei metodi (incluso Model
Testing) e del Processo Nuovi Prodotti;
14
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 1
Recentemente a seguito della riorganizzazione del Risk Management di Gruppo, nell’attività di
monitoraggio dei rischi di mercato si è affiancata:
 l’unità di CIB (Corporate & Investment Banking) Market Risk che fa parte del Dipartimento
CIB&PB Risks, la quale in coordinamento con la funzione di Market & Balance Sheet Risk
Portfolio Management assicura specificamente il presidio dei rischi della specie in capo alle
società del gruppo che rientrano nel settore Investment Bank
 il dipartimento Treasury Risks che in coordinamento con la funzione Market & Balance Sheet Risk
Portfolio Management assicura specificamente il presidio dei rischi della specie in capo alla
Holding ed alle società del gruppo che rientrano nel settore Retail.
L’unità di Asset and Liability Management della Capogruppo, in coordinamento con gli altri centri di
liquidità regionali, e con la svolge l’attività di gestione dell’ALM strategico e operativo, con l’obiettivo di
assicurare l’equilibrio degli assetti patrimoniali e la sostenibilità economica e finanziaria delle politiche di
crescita del Gruppo nel mercato dei prestiti, ottimizzando il profilo di rischio di cambio, tasso e liquidità del
Gruppo.
Restano assegnate alle singole Legal Entity e/o filiali le responsabilità relative allo svolgimento di New
Products Process (“NPP”) a livello locale, alla realizzazione delle infrastrutture, alla validazione del P&L e
al Desk Control;
Rischio operativo
Si definisce rischio operativo il rischio di perdite dovute ad errori, violazioni, interruzioni, danni causati da
processi interni, personale, sistemi o causati da eventi esterni. Tale definizione include il rischio legale e
di compliance, ma esclude quello strategico e reputazionale.
Ad esempio possono essere definite operative le perdite derivanti da frodi interne o esterne, rapporto di
impiego e sicurezza sul lavoro, reclami della clientela, distribuzione dei prodotti, multe e altre sanzioni
derivanti da violazioni normative, danni ai beni patrimoniali dell’azienda, interruzioni dell’operatività e
disfunzione dei sistemi, gestione dei processi.
Il Gruppo UniCredit ha definito sistema di gestione dei rischi operativi l’insieme di politiche e procedure
per il controllo, la misurazione e la mitigazione dei rischi operativi nel Gruppo e nelle Entità controllate.
Le politiche di rischio operativo, applicabili a tutte le Entità del Gruppo, sono principi comuni che
stabiliscono il ruolo degli organi aziendali, della funzione di controllo dei rischi, nonché le interazioni con
le altre funzioni coinvolte nel processo.
La Capogruppo coordina le Entità del Gruppo secondo quanto stabilito nella normativa interna e nel
manuale di controllo dei rischi operativi. Specifici comitati rischi (Comitato Rischi, ALCO, Comitato Rischi
Operativi) sono costituiti per monitorare l’esposizione, le azioni di mitigazione, le metodologie di
misurazione e di controllo.
Le metodologie di classificazione e controllo di completezza dei dati, analisi di scenario, indicatori di
rischio, reporting e misurazione del capitale di rischio sono responsabilità del Operational & Reputational
Risks Portfolio Management department di Capogruppo e sono applicate dalle Entità del Gruppo. Questo
nuovo department è successore della unità Operational Risk Management in Capogruppo, detentore
delle responsabilità appena menzionate fino all’anno scorso.
Elemento cardine del sistema di controllo è l’applicativo informatico a supporto per la raccolta dei dati, il
controllo dei rischi e la misurazione del capitale.
Il Gruppo UniCredit ha ottenuto nel mese di marzo 2008 l’autorizzazione all’utilizzo del modello AMA
(Advanced Measurement Approach) per il calcolo del capitale a fronte dei rischi operativi. L’utilizzo di tale
metodo verrà nel tempo esteso alle principali Entità del Gruppo in base ad un piano di roll out.
15
L’Alta Direzione è responsabile per l’approvazione di tutti gli aspetti rilevanti del framework di Gruppo dei
rischi operativi, per la verifica dell’adeguatezza del sistema di misurazione e controllo e viene informata
regolarmente circa le variazioni del profilo di rischio e l’esposizione ai rischi operativi, con l’eventuale
supporto di appositi comitati rischi.
Il Comitato Rischi Operativi di Gruppo, presieduto dal responsabile del Group Risk Management
department (Group CRO) è composto di membri permanenti e membri ospiti. La composizione del
Comitato è stata rivista nel 2009, anche alla luce dei cambiamenti nella struttura organizzativa del Group
CRO department.
La missione del Comitato Rischi Operativi di Gruppo è di formulare proposte e pareri per il Comitato
Rischi di Gruppo per, tra l’altro:
 il risk appetite di Gruppo, compresi gli obiettivi e criteri di allocazione del capitale per i rischi
operativi nel Gruppo;
 la struttura e definizione dei limiti per i rischi operativi e l’allocazione alle Business Units e le Entità
del Gruppo;
 il modello interno per la misurazione del rischio operativo a fini regolamentari;
 specifiche strategie sui rischi operativi.
Il Comitato Rischi Operativi di Gruppo ha invece funzioni deliberanti per:
 le linee guida e politiche speciali per il rischio operativo;
 le azioni correttive per il bilanciamento delle posizioni di rischio operativo a livello di gruppo,
comprese le azioni di mitigazione;
 le strategie a livello di Gruppo, comprese quelle assicurative a seguito di proposte congiunte dalle
funzioni Global Insurance Management e Operational & Reputational Risks Portfolio Management
department;
 i modelli interni per la valutazione del rischio operativo, sia ai fini del calcolo del capitale
economico, sia per le attività di stress testing.
L’Operational & Reputational Risks Portfolio Management department di Capogruppo, nell’ambito dello
Strategic Risk management & Control department, supervisiona e gestisce il profilo complessivo dei rischi
operativi e reputazionali del Gruppo attraverso la definizione delle relative strategie, metodologie e limiti.
Per quanto riguarda la funzione di rischi operativi, il dipartimento si articola in due unità organizzative.
L’unità di Operational Risk Methodologies and Control è responsabile per la definizione delle
metodologie, del calcolo del capitale a rischio operativo di Gruppo e le linee guida per il controllo dei
rischi operativi e ha inoltre un ruolo di supporto e controllo nei confronti delle funzioni di Operational Risk
Management delle Entità per verificare il rispetto degli standard di Gruppo nella realizzazione dei processi
e delle metodologie di controllo.
L’unità di Operational Risk Strategies and Mitigation è responsabile per la definizione e monitoraggio dei
limiti di rischio e la identificazione delle strategie e misure correttive e il monitoraggio delle relative
implementazioni.
Le funzioni di Operational Risk Management nelle Entità controllate forniscono formazione specifica sui
rischi operativi al personale, che può anche avvalersi di programmi di formazione disponibili via intranet e
sono responsabili per la corretta realizzazione degli elementi del framework di Gruppo. Un regolare
aggiornamento degli aspetti sia normativi che gestionali sui rischi operativi è predisposto dalla funzione
Operational & Reputational Risks Portfolio Management di Capogruppo e inviato alle funzioni responsabili
del controllo e gestione dei rischi operativi.
In ottemperanza ai requisiti regolamentari è stato istituito, sia presso la Capogruppo sia presso le Entità
del Gruppo, un processo di convalida interna del sistema di controllo e misurazione dei rischi operativi, al
fine di verificarne la rispondenza alle prescrizioni normative ed agli standard di Gruppo.
16
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 1
Le funzioni di Operational Risk Management nelle Entità controllate forniscono una sintesi dell’attività
svolta e ne valutano la rispondenza ai requisiti regolamentari e agli standard di Gruppo. Qualora vengano
individuate delle aree di miglioramento, dovranno essere indicate le azioni pianificate e, ove possibile, la
tempistica prevista per la loro realizzazione. Le Entità che rispettano i requisiti del modello interno (AMA)
e le Entità italiane che utilizzano il metodo standard (TSA) redigono il documento di convalida e lo
sottopongono alla Capogruppo. Il documento di convalida, congiuntamente all’opinion della Capogruppo
e alla relazione dell’Internal Audit, viene presentato per approvazione al Consiglio di Amministrazione
delle Entità.
A seguire, si procede alla stesura del documento di convalida per il Gruppo e alla presentazione del
medesimo al Consiglio di Amministrazione di UniCredit per approvazione, congiuntamente alla relazione
dell’Internal Audit.
Un sistema di reporting è stato sviluppato dalla Capogruppo per informare l’Alta Direzione e gli organi di
controllo interno in merito all’esposizione ai rischi operativi del Gruppo e alle azioni intraprese per
mitigarli.
In particolare, con periodicità trimestrale, vengono forniti aggiornamenti sull’andamento delle perdite
operative, la stima del capitale a rischio, eventi esterni rilevanti e le principali iniziative intraprese per la
mitigazione dei rischi operativi nelle varie aree di business. Una sintesi sull’andamento degli indicatori di
rischio più significativi viene elaborata con cadenza mensile.
Al Comitato Rischi Operativi di Gruppo vengono inoltre presentati i risultati delle principali analisi di
scenario svolte a livello di Gruppo e le relative azioni di mitigazione intraprese.
La gestione del rischio consiste nella revisione dei processi per la riduzione dei rischi rilevati e nella
gestione delle relative politiche assicurative, con l’identificazione di idonee franchigie e limiti.
Inoltre, la verifica regolare dei piani di continuità operativa assicura la gestione del rischio operativo nei
casi di interruzione dei principali servizi.
Il Comitato Rischi (o altri organi, secondo quanto previsto dalla regolamentazione locale) rivede i rischi
rilevati dalle funzioni di Operational Risk delle Entità controllate, con il supporto delle funzioni interessate,
e verifica le iniziative di mitigazione.
Altri rischi e loro integrazione
Le fattispecie di rischio precedentemente descritte, pur rappresentando le principali tipologie, non
esauriscono il novero di tutte quelle esistenti.
Il Gruppo ha provveduto ad individuare e ridelineare le fattispecie analizzate ampliandone il range, al fine
di pervenire ad una più accurata misurazione dei rischi assunti.
Parallelamente, sono state definite modalità di aggregazione per giungere alla misurazione della
rischiosità complessiva, integrando le singole tipologie tramite la determinazione del capitale interno.
Questi sforzi sono volti al conseguimento di due obiettivi: il principale è il miglioramento della
comprensione dei “value driver” all’interno di ciascuna linea di business, in modo che la funzione Risk
Management possa svolgere un efficace ruolo di supporto nei processi decisionali.
Il secondo obiettivo è rappresentato dall’affinamento dei sistemi di controllo interno, di cui la funzione Risk
Management è uno dei principali attori.
L’attività di ridefinizione ed ampliamento del perimetro delle tipologie di rischio individuate, che si intende
presidiare nell'ambito del Gruppo, viene svolta in due fasi.
Nella prima fase si provvede alla ricognizione dei rischi impliciti nelle proprie posizioni - attive o passive e nelle attività svolte, nella seconda alla definizione delle modalità di misurazione.
17
Relativamente alla prima fase, il Gruppo ha individuato le seguenti tipologie di rischio, oltre a quelle
indicate:
 rischio di business (“business risk”);
 rischio immobiliare (“real estate risk”);
 rischio degli investimenti azionari (“financial investment risk”);
 rischio strategico;
 rischio reputazionale.
Di seguito sono riportate le definizioni degli stessi.
Rischio di business
Deriva da una contrazione dei margini non determinata da rischi di mercato, di credito ed operativo, ma
da variazioni del contesto competitivo o del comportamento dei clienti, che possono indurre gravi perdite
in termini di utili, riducendo il valore di mercato di una società.
Il business risk viene misurato sia singolarmente per determinare la rischiosità insita negli utili sia come
input del capitale economico.
I dati di esposizione inclusi nel calcolo del Business Risk sono derivati dai conti economici delle Società
del Gruppo per le quali tale rischio risulta rilevante; la definizione di ricavi e costi è tale da non creare
sovrapposizioni con i rischi di credito, mercato e operativi. Le volatilità e le correlazioni sono stimate a
livello divisionale sulla base delle serie storiche mensili dei conti economici delle maggiori Società del
Gruppo. L’Earning at Risk è calcolato con un intervallo di confidenza pari al 99,97% e orizzonte temporale
di un anno (ipotesi di normalità della distribuzione) ed è trasformato in VaR attraverso un fattore di scala
ricavato in funzione dell’orizzonte temporale e del tasso di interesse. Il Business Risk è calcolato a livello
di Gruppo, settore, Sottogruppo e Società, in termini di capitale di rischio stand-alone e diversificato. Il
beneficio di intra-diversificazione viene allocato alle Società con approccio proporzionale.
A scopo di monitoraggio, il busines risk è calcolato trimestralmente o ogni qual volta sia ritenuto
necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttura del Gruppo o nel mercato di riferimento. In
fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica come input del capitale aggregato per
supportare il processo di allocazione del capitale.
Rischio immobiliare (“real estate risk”)
Consiste nelle potenziali perdite derivanti dalle fluttuazioni negative del valore del portafoglio immobiliare
di proprietà del Gruppo, in capo alle società, a trust immobiliari ed a “special-purpose vehicle”, mentre
sono ovviamente esclusi gli immobili di pertinenza della clientela, gravati da garanzie ipotecarie.
Il real estate risk viene misurato sia singolarmente per determinare la rischiosità insita nel portafoglio
immobiliare sia come input del capitale economico.
La raccolta dei dati viene effettuata con cadenza trimestrale, sulla base di un format pre-determinato dalla
Capogruppo, ove le Società sono tenute a fornire informazioni di carattere generale sugli immobili, il
relativo valore di mercato e di bilancio. Ai fini del calcolo del rischio immobiliare, qualora il valore di
mercato non possa essere fornito, esso viene sostituito con il valore di bilancio. A ciascuna Società è
inoltre richiesto di associare le proprietà ad indici di area o regionali necessari per il calcolo di volatità e
correlazioni nel modello.
Il calcolo del real estate risk è basato sul metodo varianza-covarianza (ipotesi di normalità della
distribuzione) con intervallo di confidenza al 99,97% ed orizzonte temporale di un anno. È misurato a
livello Gruppo, settore, sottogruppo e società, in termini di capitale di rischio stand-alone e diversificato; il
beneficio di diversificazione intra-rischio viene allocato alle singole Società sulla base del contributo
marginale al VaR intra-diversificato di Gruppo da queste apportato.
A scopo di monitoraggio, il real estate risk è calcolato trimestralmente o ogni qual volta ciò sia ritenuto
necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttua del Gruppo o nel mercato di riferimento.
18
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 1
In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica come input del capitale aggregato per
supportare il processo di allocazione del capitale.
Rischio di investimenti azionari (“financial investment risk”)
Deriva dal portafoglio di partecipazioni azionarie in società non appartenenti al Gruppo e non incluse nel
trading book.
Tale rischio viene misurato sia singolarmente per determinare la rischiosità insita nelle partecipazioni sia
come input del capitale economico aggregato.
Il portafoglio delle partecipazioni azionarie comprende principalmente azioni (quotate e non quotate),
derivati su equity, private equity, partecipazioni in fondi comuni, hedge e di private equity.
Per tutte le esposizioni in equity del Gruppo, l’assorbimento di capitale può essere calcolato in base a un
approccio PD/LGD o un approccio market-based. L’approccio PD/LGD è utilizzato per la valutazione delle
società non quotate, inclusi gli investimenti diretti in private equity; l’approccio market-based viene
applicato alle partecipazioni azionarie in società quotate e i relativi strumenti di copertura, tutti i fondi
comuni, di hedge e private equity, attraverso una mappatura degli indici di mercato.
Le esposizioni sono fornite principalmente dai dipartimenti di Capogruppo di Shareholding e Accounting e
integrate con i contributi da parte delle Società (controlli sulla qualità dei dati). Volatilità e correlazioni per
l’apporccio market-based sono calcolate sulla base delle serie storiche degli indici regionali e settoriali o
del prezzo dell’azione per gli investimenti in società quotate.
Il modello market-based si basa su un VaR a distribuzione log-normale con intervallo di confidenza al
99,97% e orizzonte temporale di un anno. Il VaR è calcolato a livello Gruppo, settore, sottogruppo e
società , in termini di capitale di rischio stand-alone e diversificato; il beneficio di diversificazione intrarischio viene allocato alle singole Società sulla base del contributo marginale al VaR intra-diversificato di
Gruppo da queste apportato.
A scopo di monitoraggio, il financial investment risk è calcolato trimestralmente o ogni qual volta ciò sia
ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttua del Gruppo o nel mercato di
riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica come input del capitale
aggregato per supportare il processo di allocazione del capitale.
Rischio strategico
Dipende da inattesi cambiamenti nel contesto di mercato, dal mancato riconoscimento delle tendenze in
atto nel settore bancario, ovvero da inappropriate valutazioni riguardo a tali tendenze. Ciò può portare a
decisioni devianti per il raggiungimento degli obiettivi di lungo periodo e che possono risultare
difficilmente reversibili.
Rischio reputazionale
Il rischio reputazionale è definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale,
derivante da una percezione negativa dell’immagine del Gruppo Bancario da parte di clienti, controparti,
azionisti, investitori o autorità di vigilanza.
Nel luglio 2009, in occasione della riorganizzazione del Group Risk Managment, è stata creata l’unità
Reputational Risk Measurement & Control all’interno del dipartimento Operational & Reputational Risks
Portfolio.
19
Gli obiettivi principali della funzione di Reputational Risk Measurement & Control sono:

sviluppare metodologie per l’identificazione, valutazione e misurazione del rischio reputazionale;

definire i limiti di rischio e proporre azioni di mitigazione, fungendo da supporto alla Unità di
Business e alle Entità Legali nel monitorare la loro implementazione.
Il Group Reputational Risk Committee, con riporto al Group Risk Committe, ha il compito di emettere
politiche in materia di rischio reputazionale; di assicurare la coerenza delle procedure di rischio
reputazionale nelle Unità di Business ed Entità Legali; di controllare e monitorare a livello di gruppo il
Reputational Risk portfolio. Inoltre i comitati rischi transazionali hanno il compito di valutare il profilo
reputazionale delle singole transazioni basandosi sulle politiche di rischio reputazionale.
Nel luglio 2009, il Group Risk Committee ha approvato la nuova versione delle Nuclear Energy e
Defence/Weapons Industry Reputational Risk Special Policies aventi lo scopo di regolamentare le attività
di business nel settore dell’energia nucleare e delle armi.
Modalità di misurazione rischi
I rischi di credito, mercato, operativo, di business, immobiliare e di investimenti azionari sono misurati in
maniera quantitativa tramite:
 stima del capitale economico;
 stress test.
Il Gruppo ha deciso di misurare i rischi di business, immobiliare e degli investimenti azionari tramite un
modello quantitativo, poiché l’ammontare di capitale così determinato serve a fronteggiare le potenziali
perdite. Al contrario, il rischio strategico viene analizzato tramite analisi di scenario che comunque
permettono una stima delle perdite potenziali in determinati contesti, senza però essere incluso nella
stima del profilo di rischio aggregato, perché in tale contesto il capitale detenuto risulta inefficace nei
confronti di errori strategici.
Le società di medie e grandi dimensioni sono tenute ad implementare il quadro di riferimento nella sua
interezza, mentre le restanti piccole ne sono esentate poiché il loro rischio complessivo viene stimato
tramite una procedura semplificata (approccio top down).
La natura multi dimensionale del rischio richiede di affiancare alla misurazione del capitale economico
un’analisi di stress test, non solo al fine di stimare le perdite in alcuni scenari, ma anche di cogliere
l’impatto delle determinanti delle stesse.Lo stress test è effettuato sia in relazione alle singole tipologie di
rischio, sia alla loro aggregazione, tramite la simulazione di cambiamenti congiunti dei fattori di rischio, in
modo da supportare coerentemente la stima del capitale economico aggregato. La stima dello Stress
Test aggregato considera contemporaneamente l’ammontare dei singoli rischi in scenari di stress oltre
che il minore beneficio di diversificazione in condizioni di crisi.
20
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 1
Capitale Economico Aggregato e Capitale Interno
Il Capitale Economico Aggregato rappresenta il capitale da detenere a fronte delle possibili perdite
relative a tutte le attività del Gruppo. Il Capitale economico aggregato di Gruppo prende in considerazione
tutti i rischi definiti dal gruppo come tangibili e quantificabili coerentemente con i requisiti di Secondo
Pilastro, che attualmente sono i rischi di mercato, credito, operativo, business, investimenti finanziari e
rischio immobiliare, includendo l’effetto di diversificazione tra i rischi stessi (inter-diversificazione) e
all’interno di ciascun portafoglio (intra-diversificazione).
Esso è attualmente calcolato tramite un approccio varianza-covarianza con un orizzonte temporale di un
anno e ad un livello di confidenza del 99,97% , derivante dal rating target di Gruppo. La matrice di
correlazione che include la dipendenza tra rischi si ottiene combinando stime di esperti (analisi di
benchmark) con stime empiriche di correlazione lineare tra serie storiche di specifici fatori di rischio. E’ in
corso un aggiornamento del modello di aggregazione tramite la funzione Copula e una stima Bayesiana
delle correlazioni che verrà finalizzato nei prossimi mesi.
Il Capitale Interno, in linea con la propensione al rischio del Gruppo, viene calcolato aggiungendo al
Capitale Economico Aggregato un cuscinetto prudenziale che tiene conto dell’impatto del ciclo economico
e dell’incertezza intrinseca alle misure di rischio.
Il Capitale Interno è un elemento fondamentale nel processo di valutazione dell’Adeguatezza del Capitale
di Gruppo tramite il confronto con le Available Financial Resources definendo la Risk Taking Capacity di
Gruppo.
Coerentemente con il “Basel 2 Project Rulebook”, la Capogruppo è responsabile dello sviluppo della
metodologia, della misurazione a livello di Gruppo e settori, della definizione e dell’implementazione dei
processi per la misurazione del Capitale Economico e del Capitale Interno al Gruppo. Ciascuna Entità,
inoltre, è responsabile dello sviluppo dei relativi processi al fine della misurazione del rischio in conformità
a quanto stabilito dalla Capogruppo.
A scopo di monitoraggio, il Capitale Economico a livello Gruppo, Capogruppo, settori e Società viene
calcolato trimestralmente o ogni qual volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nel
mercato di riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica per supportare il
processo di allocazione del capitale.
Il Capitale Economico Aggregato ed il Capitale Interno risultante, costituiscono una parte significativa del
flusso di informazioni sul profilo di rischio della Banca, da sottoporre agli organi interni della Entità (ad
esempio, Comitato rischi, Consiglio di Amministrazione, ecc.).
Inoltre, tramite l’esercizio dello stress test effettuato regolarmente il Gruppo considera gli effetti di scenari
macroeconomici particolarmente penalizzanti, sia in termini di perdita condizionata sia in termini di
capitale economico stressato.
Processo di Valutazione dell’Adeguatezza Patrimoniale (ICAAP-Internal
Capital Adequacy Assessment Process)
Coerentemente con le disposizioni Basilea II, la misurazione del profilo di rischio è un elemento
fondamentale del processo di adeguatezza patrimoniale.
Infatti, l’approccio di Gruppo all’adeguatezza patrimoniale prevede cinque fasi:
 identificazione dei rischi, come descritto nelle sezioni di cui sopra;
 misurazione del profilo di rischio;
 pianificazione del capitale e definizione della propensione al rischio;
 monitoraggio ed informativa;
 risk governance.
La misurazione del profilo di rischio è effettuata tramite il capitale interno, che è pari all’aggregazione del
capitale economico relativo ai rischi descritti al netto dei benefici di diversificazione più un cushion che
considera elementi rilevanti per la determinazione del profilo di rischio quali la variabilità del ciclo
economico e il rischio di modello, con riferimento alla qualità dei dati e l’accuratezza dei modelli.
21
Il profilo di rischio è definito tramite Internal Capital per le società grandi e medie mentre per quelle
piccole si utilizza un approccio sintetico per consentire un efficiente processo di misurazione a livello
consolidato.
Il processo di pianificazione del capitale riguarda l’allocazione dello stesso ai settori e Entità per il
raggiungimento degli obiettivi di creazione di valore in base alla propensione al rischio. Il Gruppo, infatti,
si pone l’obiettivo di generare sul lungo periodo un reddito superiore a quello necessario a remunerare i
rischi (costo del capitale di rischio) e quindi di creare valore in modo tale da massimizzare il rendimento
per i propri azionisti .
La propensione al rischio può essere definita come la variabilità in termini di risultati, sia a breve sia a
lungo termine, che l’Alta Direzione è disposta ad accettare a sostegno di una strategia definita.
Il quadro di riferimento adottato da UniCredit è costituito da tre aree:
 Adeguatezza patrimoniale;
 profittabilità e rischi;
 Liquidità e finanziamento (funding);
L’adeguatezza patrimoniale è da intendersi come equilibrio del patrimonio e dei rischi assunti, in ottica sia
di Primo che di secondo Pilastro, dove è misurata rispettivamente dal Core Tier 1 Ratio, Total Capital
Ratio e dalla Risk Taking Capacity. Quest’ultima è pari al rapporto tra la il capitale disponibile (AFR Available Financial resources) ed il Capitale Interno.
Le AFR sono le risorse che possono essere utilizzate per tutelare la banca dall’insolvenza. Occorre che
tali risorse siano impegnate e definite su base contrattuale, affinché si possa fare affidamento su di esse
in periodi di crisi. Poiché le perdite incidono sulle AFR, queste possono anche essere definite come
l’ammontare di perdite che può essere assorbito prima che la banca divenga insolvente.
Le misure di capitale economico interno e la conseguente Risk Taking Capacity sono illustrati nella
tabella seguente.
Il capitale interno è poi articolato a livello consolidato in base alla struttura divisionale, cardine della
strategia di business del Gruppo.
Adeguatezza patrimoniale
Capitale Interno
Risorse Finanziarie Disponibili (AFR)
Risk Taking Capacity
Dicembre 2009
(miliardi)
43,9
64,0
145.9%
Lo stress test sui rischi è integrato in ottica di adeguatezza patrimoniale considerando l’impatto dello
scenario sul capitale disponibile, fornendo quindi una rappresentazione della capacità del Gruppo di far
fronte ad ulteriori perdite in condizioni di stress.
La propensione al rischio e gli obiettivi fissati conseguentemente, sono poi oggetto di monitoraggio e
reportistica sia in termini di profilo di rischio sia di profittabilità.
Le metriche che definiscono la propensione al rischio sono calcolate a livello consolidato e dalle principali
Entità Legali.
22
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 1
Per migliorare l’efficienza del processo decisionale, il monitoraggio si traduce in una regolare informativa
all’Alta Direzione sia a livello di singola Entità sia di Gruppo.
Inoltre la Capogruppo è tenuta a presentare un resoconto su base consolidata in conformità alle linee
guida della Banca d’Italia fornendo al contempo un quadro sulle principali Entità.
La governance alla base del processo di adeguatezza patrimoniale si articola in due dimensioni:
 all’interno di ciascuna Entità, inclusa la Capogruppo;
 nelle relazioni tra la Capogruppo (con funzioni di guida, supporto e controllo), i settori, le subholding e le entità.
Il processo di adeguatezza patrimoniale riveste un’importanza fondamentale all’interno del Gruppo e
richiede pertanto un sistema adeguato di governance dei rischi che assicuri il coinvolgimento dell’Alta
Direzione ed un’appropriata allocazione delle attività di ICAAP alle funzioni organizzative.
Di fatto, la responsabilità finale è in capo al Consiglio di Amministrazione, poiché il processo di
adeguatezza patrimoniale richiede la determinazione della propensione al rischio e la definizione di un
indirizzo per la corretta allocazione delle risorse patrimoniali disponibili.
L’Alta Direzione identifica gli organi/le strutture rilevanti che partecipano al processo e adotta decisioni in
merito all’attività di segnalazione nei confronti dell’organo decisionale competente (ad esempio, il
Comitato Rischi).
Reporting
L’Unità di Group Risk Reporting nell’ambito della funzione CRO del Gruppo redige la reportistica e
gestisce il monitoraggio del portafoglio soggetto a rischio di credito attraverso vari report sia ricorrenti che
specifici con cadenze mensili e trimestrali. I suoi principali obiettivi sono analizzare i principali drivers e
parametri del rischio di credito (ad es. esposizione al default (EAD), perdita attesa (EL), migrazioni,
rettifiche di valore, rapporto di copertura, costo del rischio ecc.), principalmente in ottica di Gruppo e
divisionale, nonché di fornire una rappresentazione aggregata di tutti i rischi fronteggiati dal Gruppo
UniCredit. La reportistica prodotta ha la finalità di supportare le decisioni manageriali di gestione e
mitigazione del rischio.
L’Unità di Group Risk Reporting ha, altresì, il compito di assicurare la congruenza delle definizioni e delle
metriche di rischio utilizzate nonché l’efficienza e l’efficacia dell’intero corpus dei report prodotti all’interno
della Competence Line del CRO sia a livello di Holding sia a livello di Società del Gruppo.
Nel corso del 2009 l’Unità di Group Risk Reporting ha proseguito nell’attività di perfezionamento della
qualità dei dati e dei processi di reporting, rivedendo i report già esistenti ed approfondendo l’analisi dei
dati anche alla luce delle mutate condizioni di mercato.
Le unità dedicate al reporting nell’ambito dei settori (Retail, Corporate & Investment Banking and Private
Banking, CEE e Polonia) hanno inoltre contribuito a monitorare le posizioni esposte a rischio di credito
all’interno dei propri perimetri di competenza.
23
24
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 2
Tavola 2 – Ambito di applicazione
Informativa qualitativa
In questa sezione del terzo pilastro è esposta l’area di consolidamento prudenziale del gruppo UniCredit;
in questo ambito, denominato “Gruppo Bancario”, sono incluse società controllate che presentano le
seguenti caratteristiche:
 società bancarie, finanziarie e strumentali controllate direttamente o indirettamente dalla
capogruppo e a cui si applica il metodo di consolidamento integrale;
 società bancarie, finanziarie e strumentali partecipate direttamente o indirettamente dalla
capogruppo in misura pari o superiore al 20 per cento, quando siano controllate congiuntamente
con altri soggetti e in base ad accordi con essi; a queste si applica il metodo di consolidamento
proporzionale;
 alle seguenti entità viene applicato il metodo del patrimonio netto:
- alle altre società bancarie e finanziarie partecipate direttamente o indirettamente dalla
capogruppo in misura pari o superiore al 20 per cento o comunque sottoposte a
influenza notevole;
- alle imprese, diverse dalle società bancarie, finanziarie e strumentali, controllate
direttamente o indirettamente dalla capogruppo in modo esclusivo o congiunto oppure
sottoposte ad influenza notevole.
Ulteriori trattamenti prudenziali previsti sono la deduzione dal patrimonio di vigilanza del valore della
società controllata e la somma del valore della partecipazione alle attività di rischio ponderate.
Si precisa che l’area di consolidamento è costruita secondo la normativa prudenziale precedentemente
citata e che la stessa differisce dall’area di consolidamento del bilancio d’esercizio, che si riferisce allo
standard IAS/IFRS; questa situazione può generare disallineamenti tra insiemi di dati omogenei presenti
in questo documento e nel bilancio d’esercizio: i diversi trattamenti sono esposti nelle liste presenti in
questa sezione.
25
Trattamento nelle
segnalazioni
prudenziali
UNICREDIT SPA
AI BETEILIGUNG GMBH
ALINT 458 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H.
ALLEGRO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
ALLIB LEASING S.R.O.
ALLIB NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA
ALLIB ROM S.R.L.
ALMS LEASING GMBH.
ALPINE CAYMAN ISLANDS LTD.
ALV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
ANI LEASING IFN S.A.
ANTARES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
ARANY PENZUGYI LIZING ZRT.
ARNO GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS GESELLSCHAFT M.B.H.
AS UNICREDIT BANK
ASPRA FINANCE SPA
ATF BANK KYRGYZSTAN OJSC
ATF CAPITAL B.V.
AUSTRIA LEASING GMBH
AUTOGYOR INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU
TARSASAG
BA- ALPINE HOLDINGS, INC.
BA CA LEASING (DEUTSCHLAND) GMBH
BA CA SECUND LEASING GMBH
BA CREDITANSTALT BULUS EOOD
BA EUROLEASE BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H.
BA/CA-LEASING BETEILIGUNGEN GMBH
BA/CA-LEASING FINANZIERUNG GMBH
BAC FIDUCIARIA SPA
BA-CA ANDANTE LEASING GMBH
BACA BARBUS LEASING DOO
BACA CENA IMMOBILIEN LEASING GMBH
BACA CHEOPS LEASING GMBH
BA-CA CONSTRUCTION LEASING OOO
BA-CA FINANCE (CAYMAN) II LIMITED
BA-CA FINANCE (CAYMAN) LIMITED
BACA HYDRA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
BACA KOMMUNALLEASING GMBH
BACA LEASING ALFA S.R.O.
BACA LEASING CARMEN GMBH
BA-CA LEASING DREI GARAGEN GMBH
BACA LEASING GAMA S.R.O.
BA-CA LEASING MAR IMMOBILIEN LEASING GMBH
BA-CA LEASING MODERATO D.O.O.
BA-CA LEASING POLO, LEASING D.O.O.
BACA LEASING UND BETEILGUNGSMANAGEMENT GMBH
BA-CA MARKETS & INVESTMENT BETEILIGUNG GMBH
BACA MINOS LEASING GMBH
BACA NEKRETNINE DOO
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
ROMA
VIENNA
BAD HOMBURG
VIENNA
PRAGA
ZAGABRIA
BUCAREST
SALISBURGO
GEORGE TOWN
VIENNA
BUCAREST
VIENNA
BUDAPEST
VIENNA
RIGA
MILANO
BISHKEK
ROTTERDAM
VIENNA
BUDAPEST
ITALIA
AUSTRIA
GERMANIA
AUSTRIA
REPUBBLICA CECA
CROAZIA
ROMANIA
AUSTRIA
CAYMAN ISLANDS
AUSTRIA
ROMANIA
AUSTRIA
UNGHERIA
AUSTRIA
LETTONIA
ITALIA
KIRGHIZISTAN
OLANDA
AUSTRIA
UNGHERIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
WILMINGTON
BAD HOMBURG
VIENNA
SOFIA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
DOGANA
VIENNA
LUBIANA
VIENNA
VIENNA
SAN PIETROBURGO
GEORGE TOWN
GEORGE TOWN
VIENNA
VIENNA
PRAGA
VIENNA
VIENNA
PRAGA
VIENNA
LUBIANA
LUBIANA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
BANJA LUKA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
BA-CA PRESTO LEASING GMBH
BACA ROMUS IFN S.A.
BACAL ALPHA DOO ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA
BACAL BETA NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
BUCAREST
ZAGABRIA
ZAGABRIA
U.S.A.
GERMANIA
AUSTRIA
BULGARIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
SAN MARINO
AUSTRIA
SLOVENIA
AUSTRIA
AUSTRIA
RUSSIA
CAYMAN ISLANDS
CAYMAN ISLANDS
AUSTRIA
AUSTRIA
REPUBBLICA CECA
AUSTRIA
AUSTRIA
REPUBBLICA CECA
AUSTRIA
SLOVENIA
SLOVENIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
BOSNIA AND
HERZEGOVINA
AUSTRIA
ROMANIA
CROAZIA
CROAZIA
X
X
X
X
X
X
X
X
BACA-LEASING AQUILA INGATLANHASNOSITO KORLATOLT
FELELOSSEGU TARSASAG
BACA-LEASING GEMINI INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT
FELELOSSEGU TARSASAG
BACA-LEASING HERKULES INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT
FELELOSSEGU TARSASA
BACA-LEASING NERO INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT
FELELOSSEGU TARSASAG
BACA-LEASING OMIKRON INGATLANHASZNOSTO KORLATOLT
FELELOSSEGU TARSASAG
BACA-LEASING URSUS INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT
FELELOSSEGU TARSASAG
BA-CREDITANSTALT LEASING ANGLA SP. Z O.O.
BA-CREDITANSTALT LEASING DELTA SP. Z O.O.
BAL CARINA IMMOBILIEN LEASING GMBH
BAL DEMETER IMMOBILIEN LEASING GMBH
BAL HESTIA IMMOBILIEN LEASING GMBH
BAL HORUS IMMOBILIEN LEASING GMBH
BAL HYPNOS IMMOBILIEN LEASING GMBH
BAL LETO IMMOBILIEN LEASING GMBH
BAL OSIRIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VARSAVIA
VARSAVIA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
POLONIA
POLONIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
AL 31 DICEMBRE 2009
Costo
Proporzionale
26
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
Patrimonio netto
Consolidamento
Costo
Stato
Proporzionale
Città
Integrale
Tipologia
Patrimonio netto
Consolidamento
Ragione sociale
Trattamento
nel bilancio
Integrale
Sede
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 2
segue:
Trattamento nelle
segnalazioni
prudenziali
BAL PAN IMMOBILIEN LEASING GMBH
BAL SOBEK IMMOBILIEN LEASING GMBH
BALEA SOFT GMBH & CO. KG
BALEA SOFT VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH
BANCA AGRICOLA COMMERCIALE DELLA R.S.M. S.P.A.
BANCO DI SICILIA SPA
BANK AUSTRIA CREDITANSTALT LEASING IMMOBILIENANLAGEN GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA STRUMENTALI
BANCHE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
AMBURGO
AMBURGO
BORGO MAGGIORE
PALERMO
VIENNA
AUSTRIA
AUSTRIA
GERMANIA
GERMANIA
SAN MARINO
ITALIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
BANK AUSTRIA GLOBAL INFORMATION SERVICES GMBH
BANK AUSTRIA HUNGARIA BETA LEASING KORLATOLT FELELOSSEGU
TSRSASAG
BANK AUSTRIA LEASING ARGO IMMOBILIEN LEASING GMBH
BANK AUSTRIA LEASING HERA IMMOBILIEN LEASING GMBH
BANK AUSTRIA LEASING IKARUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT
M.B.H.
BANK AUSTRIA LEASING MEDEA IMMOBILIEN LEASING GMBH
BANK AUSTRIA REAL INVEST GMBH
BANK AUSTRIA WOHNBAUBANK AG
BANK PEKAO SA
BANKHAUS NEELMEYER AG
BARODA PIONEER ASSET MANAGEMENT COMPANY LTD
BAULANDENTWICKLUNG GDST 1682/8 GMBH & CO OEG
BDR ROMA PRIMA IRELAND LTD
BETEILIGUNGS-UND HANDELSGESELLSCHAFT IN HAMBURG MIT
BESCHRANKTER HAFTUNG
BETEILIGUNGSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT DER BANK AUSTRIA
CREDITANSTALT LEASING GMBH
BLUE CAPITAL EQUITY GMBH
BLUE CAPITAL FONDS GMBH
BORDER LEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFTM.B.H.
BREAKEVEN SRL
BREWO GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H.
BULBANK AUTO LEASING EOOD
BULBANK LEASING EAD
CA IB INVEST D.O.O
CA IB SECURITIES (UKRAINE) AT
CABET-HOLDING-AKTIENGESELLSCHAFT
CABO BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H.
CAC REAL ESTATE, S.R.O.
CAC-IMMO SRO
CA-LEASING ALPHA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU
TARSASAG
CA-LEASING BETA 2 INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU
TARSASAG
CA-LEASING DELTA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU
TARSASAG
CA-LEASING EPSILON INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT
FELELOSSEGU TARSASAG
CA-LEASING EURO, S.R.O.
CA-LEASING KAPPA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU
TARSASAG
CA-LEASING LAMBDA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT
FELELOSSEGU TARSASAG
CA-LEASING OMEGA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU
TARSASAG
CA-LEASING OVUS S.R.O.
CA-LEASING PRAHA S.R.O.
CA-LEASING SENIOREN PARK GMBH
CA-LEASING TERRA POSLOVANJE Z NEPREMICNINAMI D.O.O.
CA-LEASING YPSILON INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT
FELELOSSEGU TARSASAG
CA-LEASING ZETA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU
TARSASAG
CALG 307 MOBILIEN LEASING GMBH
CALG 443 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH
CALG 451 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH
CALG ALPHA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH
CALG ANLAGEN LEASING GMBH
CALG ANLAGEN LEASING GMBH & CO GRUNDSTUCKVERMIETUNG UND VERWALTUNG KG
CALG DELTA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH
CALG GAMMA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH
CALG GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH
CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH
CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO 1050 WIEN,
SIEBENBRUNNENGASSE 10-21 OG
CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO 1120 WIEN, SCHONBRUNNER
SCHLOSS-STRASSE 38-42 OG
CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT ACHT OG
CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT FUNF OG
CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT VIER OG
CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT ZEHN OG
CALG MINAL GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH
CAL-PAPIER INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU
TARSASAG
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
BUDAPEST
AUSTRIA
UNGHERIA
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
VIENNA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
BANCHE
BANCHE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VARSAVIA
BREMA
MUMBAI
VIENNA
DUBLINO
AMBURGO
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
POLONIA
GERMANIA
INDIA
AUSTRIA
IRLANDA
GERMANIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
AUSTRIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
AMBURGO
AMBURGO
VIENNA
GERMANIA
GERMANIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VERONA
VIENNA
SOFIA
SOFIA
ZAGABRIA
KIEV
VIENNA
VIENNA
PRAGA
CESKE BUDEJOVICE
BUDAPEST
ITALIA
AUSTRIA
BULGARIA
BULGARIA
CROAZIA
UCRAINA
AUSTRIA
AUSTRIA
REPUBBLICA CECA
REPUBBLICA CECA
UNGHERIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
PRAGA
BUDAPEST
REPUBBLICA CECA
UNGHERIA
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
PRAGA
PRAGA
VIENNA
LUBIANA
BUDAPEST
REPUBBLICA CECA
REPUBBLICA CECA
AUSTRIA
SLOVENIA
UNGHERIA
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
MONACO DI BAVIERA
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
27
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
GERMANIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
AUSTRIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
BUDAPEST
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
UNGHERIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Costo
Proporzionale
Patrimonio netto
Consolidamento
Costo
Stato
Proporzionale
Città
Integrale
Tipologia
Patrimonio netto
Consolidamento
Ragione sociale
Trattamento
nel bilancio
Integrale
Sede
segue:
Trattamento nelle
segnalazioni
prudenziali
CAMERON GRANVILLE 2 ASSET MANAGEMENT INC
CAMERON GRANVILLE 3 ASSET MANAGEMENT INC.
CAMERON GRANVILLE ASSET MANAGEMENT (SPV-AMC) , INC
CARD COMPLETE SERVICE BANK AG
CDM CENTRALNY DOM MAKLERSKI PEKAO SA
CEAKSCH VERWALTUNGS GMBH
CENTRUM KART SA
CHARADE LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
CHEFREN LEASING GMBH
CIVITAS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
CJSC BANK SIBIR
CLOSED JOINT-STOCK COMPANY UNICREDIT SECURITIES
COMMUNA - LEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT
M.B.H.
CONTRA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H.
CORDUSIO SOCIETA' FIDUCIARIA PER AZIONI
DAB BANK AG
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
TAGUIG
TAGUIG
TAGUIG
VIENNA
VARSAVIA
VIENNA
VARSAVIA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
OMSK CITY
MOSCA
VIENNA
PHILIPPINES
PHILIPPINES
PHILIPPINES
AUSTRIA
POLONIA
AUSTRIA
POLONIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
RUSSIA
RUSSIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
VIENNA
MILANO
MONACO DI BAVIERA
AUSTRIA
ITALIA
GERMANIA
X
X
X
X
X
X
DEBO LEASING IFN S.A.
DINERS CLUB CEE HOLDING AG
DINERS CLUB POLSKA SP.Z.O.O.
DIREKTANLAGE.AT AG
DLB LEASING, S.R.O.
DLV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
DOMUS BISTRO GMBH
DOMUS CLEAN REINIGUNGS GMBH
DOMUS FACILITY MANAGEMENT GMBH
DUODEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
EK MITTELSTANDSFINANZIERUNGS AG
ENTASI SRL
EPSSILON LIEGENSCHAFTSDEVELOPMENT GMBH
EUROFINANCE 2000 SRL
EUROLEASE AMUN IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
EUROLEASE ANUBIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
EUROLEASE ISIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
EUROLEASE MARDUK IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BUCAREST
VIENNA
VARSAVIA
SALISBURGO
PRAGA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
ROMA
VIENNA
ROMA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
ROMANIA
AUSTRIA
POLONIA
AUSTRIA
REPUBBLICA CECA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
ITALIA
AUSTRIA
ITALIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
EUROLEASE RA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
EUROLEASE RAMSES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
EUROLEASE RAMSES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. & CO SOCIETA FINANZIARIE
OEG
EUROPA FACILITY MANAGEMENT LTD.
SOCIETA STRUMENTALI
EUROPA FUND MANAGEMENT (EUROPA BEFEKTETESI ALAPKEZELO RT) SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
AUSTRIA
BUDAPEST
BUDAPEST
UNGHERIA
UNGHERIA
X
X
X
X
EUROVENTURES-AUSTRIA-CA-MANAGEMENT GESMBH
EXPANDA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
FACTORBANK AKTIENGESELLSCHAFT
FAMILY CREDIT NETWORK SPA
FIDES IMMOBILIEN TREUHAND GESELLSCHAFT M.B.H.
FINANSE PLC.
FINECO CREDIT S.P.A.
FINECO LEASING S.P.A.
FINECO VERWALTUNG AG
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
VIENNA
MILANO
VIENNA
LONDRA
MILANO
BRESCIA
MONACO DI BAVIERA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
ITALIA
AUSTRIA
GRAN BRETAGNA
ITALIA
ITALIA
GERMANIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
FINECOBANK SPA
FMC LEASING INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT
FELELOSSEGU
TARSASAG
FMZ SAVARIA SZOLGALTATO KFT
FMZ SIGMA PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH
FOLIA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
FONDO SIGMA
FUGATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
G.N.E. GLOBAL GRUNDSTUCKSVERWERTUNG GESELLSCHAFT M.B.H.
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
MILANO
BUDAPEST
ITALIA
UNGHERIA
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
VIENNA
VIENNA
ROMA
VIENNA
VIENNA
UNGHERIA
AUSTRIA
AUSTRIA
ITALIA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
VIENNA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
AUSTRIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
VIENNA
MONACO DI BAVIERA
AUSTRIA
GERMANIA
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
BREGENZ
BUDAPEST
AUSTRIA
AUSTRIA
UNGHERIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
GALA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H.
GBS GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H.
GEBAUDELEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT
M.B.H.
GEMEINDELEASING GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H.
GLAMAS BETEILIGUNGSVERWALTUNGS GMBH & CO ALPHA KEG
GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT SIMON BESCHRANKT HAFTENDE
KOMMANDITGESELLSCHAF
GRUNDSTUCKSVERWALTUNG LINZ-MITTE GMBH
GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. & CO. KG.
GYOR BEVASARLOKOZPONT INGATLANBERUHAZO ES UZEMELTETO
KORLATOLT FELELOSSEGU TAESASAG
H.F.S. HYPO-FONDSBETEILIGUNGEN FUR SACHWERTE GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
HERKU LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
AUSTRIA
AL 31 DICEMBRE 2009
Costo
Proporzionale
28
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
Patrimonio netto
Consolidamento
Costo
Stato
Proporzionale
Città
Integrale
Tipologia
Patrimonio netto
Consolidamento
Ragione sociale
Trattamento
nel bilancio
Integrale
Sede
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 2
segue:
Trattamento nelle
segnalazioni
prudenziali
HOKA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H.
HONEU LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
HVB - LEASING PLUTO KFT
HVB ALTERNATIVE ADVISORS LLC
HVB ASIA LIMITED
HVB ASSET MANAGEMENT HOLDING GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
BUDAPEST
NEW YORK
SINGAPORE
MONACO DI BAVIERA
AUSTRIA
AUSTRIA
UNGHERIA
U.S.A.
SINGAPORE
GERMANIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
HVB AUTO LEASING EOOD
HVB CAPITAL ASIA LIMITED
HVB CAPITAL LLC
HVB CAPITAL LLC II
HVB CAPITAL LLC III
HVB CAPITAL LLC VI
HVB CAPITAL LLC VIII
HVB CAPITAL PARTNERS AG
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOFIA
HONG KONG
WILMINGTON
WILMINGTON
WILMINGTON
WILMINGTON
WILMINGTON
MONACO DI BAVIERA
BULGARIA
CINA
U.S.A.
U.S.A.
U.S.A.
U.S.A.
U.S.A.
GERMANIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
HVB FIERO LEASING OOD
HVB FINANCE LONDON LIMITED
HVB FUNDING TRUST I
HVB FUNDING TRUST II
HVB FUNDING TRUST III
HVB FUNDING TRUST VIII
HVB GESELLSCHAFT FUR GEBAUDE MBH & CO KG
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
SOFIA
LONDRA
WILMINGTON
WILMINGTON
WILMINGTON
WILMINGTON
MONACO DI BAVIERA
BULGARIA
GRAN BRETAGNA
U.S.A.
U.S.A.
U.S.A.
U.S.A.
GERMANIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
HVB GLOBAL ASSETS COMPANY L.P.
HVB HONG KONG LIMITED
HVB IMMOBILIEN AG
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
NEW YORK
HONG KONG
MONACO DI BAVIERA
U.S.A.
CINA
GERMANIA
X
X
X
X
X
X
HVB INVESTMENTS (UK) LIMITED
HVB LEASING CZECH REPUBLIC S.R.O.
HVB LEASING MAX INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU
TARSASAG
HVB LEASING OOD
HVB LEASING SLOVAKIA S.R.O.
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
CAYMAN ISLANDS
PRAGA
BUDAPEST
CAYMAN ISLANDS
REPUBBLICA CECA
UNGHERIA
X
X
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOFIA
BRATISLAVA
X
X
X
X
HVB PROJEKT GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
MONACO DI BAVIERA
BULGARIA
REPUBBLICA
SLOVACCA
GERMANIA
X
X
HVB SUPER LEASING EOOD
HVB TECTA GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOFIA
MONACO DI BAVIERA
BULGARIA
GERMANIA
X
X
X
X
HVB U.S. FINANCE INC.
HVB VERWA 4 GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
NEW YORK
MONACO DI BAVIERA
U.S.A.
GERMANIA
X
X
X
X
HVB VERWA 4.4 GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
X
X
HVB-LEASING AIDA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU
TARSASAG
HVB-LEASING ATLANTIS INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT
FELELOSSEGU TARSASAG
HVB-LEASING DANTE INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT
FELELOSSEGU TARSASAG
HVB-LEASING FIDELIO INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU
TARSASAG
HVB-LEASING FORTE INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU
TARSASAG
HVB-LEASING GARO KFT
HVB-LEASING HAMLET INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT
FELELOSSEGU TARSASAG
HVB-LEASING JUPITER KFT
HVB-LEASING LAMOND INGATLANHASZNOSITO KFT.
HVB-LEASING MAESTOSO INGATLANHASZNOSITO KFT.
HVB-LEASING NANO KFT
HVB-LEASING OTHELLO INGATLANHASNOSITO KORLATOLT
FELELOSSEGU TARSASAG
HVB-LEASING ROCCA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT
FELELOSSEGU TARSASAG
HVB-LEASING RUBIN KFT.
HVB-LEASING SMARAGD KFT.
HVB-LEASING SPORT INGATLANHASZNOSITO KOLATPOT
FEOEOASSEGU TARSASAG
HVB-LEASING ZAFIR KFT.
HVZ GMBH & CO. OBJEKT KG
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
BUDAPEST
UNGHERIA
UNGHERIA
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
BUDAPEST
BUDAPEST
BUDAPEST
BUDAPEST
UNGHERIA
UNGHERIA
UNGHERIA
UNGHERIA
UNGHERIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
BUDAPEST
BUDAPEST
UNGHERIA
UNGHERIA
UNGHERIA
X
X
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
BUDAPEST
MONACO DI BAVIERA
UNGHERIA
GERMANIA
X
X
X
X
HYPOVEREINS IMMOBILIEN EOOD
HYPOVEREINSFINANCE N.V.
IMMOBILIENLEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT
M.B.H.
INPROX CHOMUTOV, S.R.O.
INPROX KARLOVY VARY, S.R.O.
INPROX KLADNO, S.R.O.
INPROX POPRAD, SPOL. S.R.O.
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA FINANZIARIE
SOFIA
AMSTERDAM
VIENNA
BULGARIA
OLANDA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
PRAGA
PRAGA
PRAGA
BRATISLAVA
X
X
X
X
X
X
X
X
INPROX SR I., SPOL. S R.O.
SOCIETA FINANZIARIE
BRATISLAVA
X
X
INTERKONZUM DOO SARAJEVO
SOCIETA FINANZIARIE
SARAJEVO
X
X
INTERNATIONALES IMMOBILIEN-INSTITUT GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
MONACO DI BAVIERA
REPUBBLICA CECA
REPUBBLICA CECA
REPUBBLICA CECA
REPUBBLICA
SLOVACCA
REPUBBLICA
SLOVACCA
BOSNIA AND
HERZEGOVINA
GERMANIA
X
X
INTRO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
IRFIS - MEDIOCREDITO DELLA SICILIA S.P.A.
JAUSERN-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
JOINT STOCK COMMERCIAL BANK FOR SOCIAL DEVELOPMENT
UKRSOTSBANK
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
VIENNA
PALERMO
VIENNA
KIEV
AUSTRIA
ITALIA
AUSTRIA
UCRAINA
X
X
X
X
X
X
X
X
29
Costo
Proporzionale
Patrimonio netto
Consolidamento
Costo
Stato
Proporzionale
Città
Integrale
Tipologia
Patrimonio netto
Consolidamento
Ragione sociale
Trattamento
nel bilancio
Integrale
Sede
segue:
Trattamento nelle
segnalazioni
prudenziali
JSC ATF BANK
KADMOS IMMOBILIEN LEASING GMBH
KINABALU FINANCIAL PRODUCTS LLP
KINABALU FINANCIAL SOLUTIONS LTD
KUNSTHAUS LEASING GMBH
KUTRA GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H.
LAGERMAX LEASING GMBH
LAGEV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
LARGO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
LASSALLESTRASSE BAU-, PLANUNGS-, ERRICHTUNGS- UND
VERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H.
LEASFINANZ BANK GMBH
LEASFINANZ GMBH
LEGATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
LELEV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
LF BETEILIGUNGEN GMBH
LIMITED LIABILITY COMPANY B.A. REAL ESTATE
LINO HOTEL-LEASING GMBH
LIPARK LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
LIVA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
LOCALMIND SPA
LOCAT CROATIA DOO
LOWES LIMITED
M. A. V. 7., BANK AUSTRIA LEASING BAUTRAGER GMBH & CO.OHG.
MARKETING ZAGREBACKE BANKE DOO
MBC IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
MENUETT GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H.
MERKURHOF GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MIT BESCHRANKTER
HAFTUNG
MEZZANIN FINANZIERUNGS AG
MIK BETA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU
TARSASAG
MIK INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
ALMATY CITY
VIENNA
LONDRA
LONDRA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
KAZAKHSTAN
AUSTRIA
GRAN BRETAGNA
GRAN BRETAGNA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
MOSCA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
MILANO
ZAGABRIA
NICOSIA
VIENNA
ZAGABRIA
VIENNA
VIENNA
AMBURGO
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
RUSSIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
ITALIA
CROAZIA
CIPRO
AUSTRIA
CROAZIA
AUSTRIA
AUSTRIA
GERMANIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
BUDAPEST
AUSTRIA
UNGHERIA
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
UNTERHACHING
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
AUSTRIA
GERMANIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
MM OMEGA PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH
MOBILITY CONCEPT GMBH
MOGRA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
NAGE LOKALVERMIETUNGSGESELLSCHAFT M.B.H.
NATA IMMOBILIEN-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
NO. HYPO LEASING ASTRICTA GRUNDSTUCKVERMIETUNGS
GESELLSCHAFT M.B.H.
OCT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H
OLG HANDELS- UND BETEILIGUNGSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT
M.B.H.
OLG INDUSTRIEGUTER LEASING GMBH & CO. KG.
OOO UNICREDIT LEASING
OPEN ACCUMULATIVE PENSIOON FUND OTAN JSC
OPEN JOINT STOCK COMPANY UNICREDIT BANK
ORESTOS IMMOBILIEN-VERWALTUNGS GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
MOSCA
ALMATY CITY
LUCK
MONACO DI BAVIERA
AUSTRIA
RUSSIA
KAZAKHSTAN
UCRAINA
GERMANIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
PALAIS ROTHSCHILD VERMIETUNGS GMBH & CO OG
PARZHOF-ERRICHTUNGS- UND VERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H.
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
PAZONYI'98 INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU
TARSASAG
PEKAO BANK HIPOTECZNY S.A.
PEKAO FAKTORING SP. ZOO
PEKAO FINANCIAL SERVICES SP. ZOO
PEKAO FUNDUSZ KAPITALOWY SP. ZOO
PEKAO LEASING HOLDING S.A.
PEKAO LEASING SP ZO.O.
PEKAO PIONEER P.T.E. SA
PELOPS LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
PESTSZENTIMREI SZAKORVOSI RENDELO KFT.
PIANA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT (BERMUDA) LIMITED
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
UNGHERIA
X
X
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VARSAVIA
LUBLIN
VARSAVIA
VARSAVIA
VARSAVIA
VARSAVIA
VARSAVIA
VIENNA
BUDAPEST
VIENNA
HAMILTON
POLONIA
POLONIA
POLONIA
POLONIA
POLONIA
POLONIA
POLONIA
AUSTRIA
UNGHERIA
AUSTRIA
BERMUDA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT LTD
PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT SGR PA
PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS (ISRAEL) LTD
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
DUBLINO
MILANO
HERTZELIA PITUACH
IRLANDA
ITALIA
ISRAELE
X
X
X
X
X
X
PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS (NEW YORK) LTD
PIONEER ASSET MANAGEMENT AS
PIONEER ASSET MANAGEMENT S.A.I. S.A.
PIONEER ASSET MANAGEMENT SA
PIONEER CZECH FINANCIAL COMPANY SRO IN LIQUIDATION
PIONEER FUNDS DISTRIBUTOR INC
PIONEER GLOBAL ASSET MANAGEMENT SPA
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
DOVER
PRAGA
BUCAREST
LUSSEMBURGO
PRAGA
BOSTON
MILANO
U.S.A.
REPUBBLICA CECA
ROMANIA
LUSSEMBURGO
REPUBBLICA CECA
U.S.A.
ITALIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
AL 31 DICEMBRE 2009
Costo
Proporzionale
30
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
Patrimonio netto
Consolidamento
Costo
Stato
Proporzionale
Città
Integrale
Tipologia
Patrimonio netto
Consolidamento
Ragione sociale
Trattamento
nel bilancio
Integrale
Sede
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 2
segue:
Trattamento nelle
segnalazioni
prudenziali
PIONEER GLOBAL FUNDS DISTRIBUTOR LTD
PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (AUSTRALIA) PTY LIMITED
PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (HK) LIMITED
PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (TAIWAN) LTD.
PIONEER GLOBAL INVESTMENTS LIMITED
PIONEER INSTITUTIONAL ASSET MANAGEMENT INC
PIONEER INVESTMENT COMPANY AS
PIONEER INVESTMENT FUND MANAGEMENT LIMITED
PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT INC
PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT LIMITED
PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT LLC
PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT SHAREHOLDER SERVICES INC.
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
HAMILTON
SYDNEY
HONG KONG
TAIPEI
DUBLINO
WILMINGTON
PRAGA
BUDAPEST
WILMINGTON
DUBLINO
MOSCA
BOSTON
BERMUDA
AUSTRALIA
CINA
TAIWAN
IRLANDA
U.S.A.
REPUBBLICA CECA
UNGHERIA
U.S.A.
IRLANDA
RUSSIA
U.S.A.
PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT SOC. DI GESTIONE DEL
RISPARMIO PER AZ
PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT USA INC.
PIONEER INVESTMENTS AG
PIONEER INVESTMENTS AUSTRIA GMBH
PIONEER INVESTMENTS KAPITALANLAGEGESELLSCHAFT MBH
SOCIETA FINANZIARIE
MILANO
ITALIA
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
WILMINGTON
BERNA
VIENNA
MONACO DI BAVIERA
U.S.A.
SVIZZERA
AUSTRIA
GERMANIA
SOCIETA FINANZIARIE
VARSAVIA
POLONIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
PIONEER PEKAO INVESTMENT FUND COMPANY SA (POLISH NAME:
PIONEER PEKAO TFI SA)
PIONEER PEKAO INVESTMENT MANAGEMENT SA
POMINVEST DD
PORTIA GRUNDSTUCKS-VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO.
OBJEKT KG
POSATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
PRELUDE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H.
PRIM Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
PRIVATE JOINT STOCK COMPANY FERROTRADE INTERNATIONAL
PROJEKT-LEASE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H.
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA STRUMENTALI
VARSAVIA
SPLIT
MONACO DI BAVIERA
POLONIA
CROAZIA
GERMANIA
X
X
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
VIENNA
KIEV
VIENNA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
UCRAINA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
PRVA STAMBENA STEDIONICA DD ZAGREB
QUADEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
QUART Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
QUERCIA FUNDING SRL
QUERCIA SOFTWARE SPA
QUINT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H
REAL ESTATE MANAGEMENT POLAND SP. Z O.O.
REAL-LEASE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H.
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
ZAGABRIA
VIENNA
VIENNA
VERONA
VERONA
VIENNA
VARSAVIA
VIENNA
CROAZIA
AUSTRIA
AUSTRIA
ITALIA
ITALIA
AUSTRIA
POLONIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
REAL-RENT LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
REGEV REALITATENVERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H.
RONDO LEASING GMBH
RSB ANLAGENVERMIETUNG GESELLSCHAFT M.B.H.
RWF REAL - WERT GRUNDSTUCKSVERMIETUNGSGESELLSCHAFTM.B.H.
& CO. OBJEKT
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
S+R INVESTIMENTI E GESTIONI (S.G.R.) SPA
SALVATORPLATZ-GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH & CO. OHG
VERWALTUNGSZENTRUM
SCHOELLERBANK AKTIENGESELLSCHAFT
SECA-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
SEDEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
SEXT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H
SHS LEASING GMBH
SIA UNICREDIT LEASING
SIGMA LEASING GMBH
SOFIGERE SOCIETE PAR ACTIONS SIMPLIFIEE
SOFIPA SOCIETA' DI GESTIONE DEL RISPARMIO (SGR) S.P.A.
SOLOS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. SIRIUS
BETEILIGUNGS KG
SONATA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H.
SPECTRUM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H.
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
MILANO
MONACO DI BAVIERA
ITALIA
GERMANIA
X
X
X
X
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
RIGA
VIENNA
PARIGI
ROMA
MONACO DI BAVIERA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
FRANCE
ITALIA
GERMANIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
BERLINO
VIENNA
AMBURGO
VIENNA
GERMANIA
AUSTRIA
GERMANIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
SRQ FINANZPARTNER AG
STEWE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H.
STRUCTURED LEASE GMBH
TELEDATA CONSULTING UND SYSTEMMANAGEMENT GESELLSCHAFT
M.B.H.
TERZ Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
TIME TRUCKS LASTWAGEN- UND AUFLIEGER VERMIETUNGS- UND
LEASINGGES.M.B.H.
TIVOLI GRUNDSTUCKS-AKTIENGESELLSCHAFT
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
AUSTRIA
AUSTRIA
SOCIETA STRUMENTALI
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
TREDEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
TREUCONSULT BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H.
TREVI FINANCE N. 2 S.P.A.
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
AUSTRIA
AUSTRIA
ITALIA
TREVI FINANCE N. 3 S.R.L.
SOCIETA FINANZIARIE
TREVI FINANCE S.P.A.
SOCIETA FINANZIARIE
UCL NEKRETNINE D.O.O.
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
CONEGLIANO
(TREVISO)
CONEGLIANO
(TREVISO)
CONEGLIANO
(TREVISO)
SARAJEVO
UFFICIUM IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
31
ITALIA
ITALIA
BOSNIA AND
HERZEGOVINA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Costo
Proporzionale
Patrimonio netto
Consolidamento
Costo
Stato
Proporzionale
Città
Integrale
Tipologia
Patrimonio netto
Consolidamento
Ragione sociale
Trattamento
nel bilancio
Integrale
Sede
segue:
Trattamento nelle
segnalazioni
prudenziali
UNI IT SRL
UNICOM IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
UNICREDIT LUXEMBOURG S.A.
UNICREDIT (SUISSE) BANK SA
UNICREDIT AUDIT SOCIETA' CONSORTILE PER AZIONI
UNICREDIT AUTO LEASING E.O.O.D.
UNICREDIT BANCA DI ROMA SPA
UNICREDIT BANCA SPA
UNICREDIT BANCASSURANCE MANAGEMENT & ADMINISTRATION
SOCIETA' CONSORTILE A RESPONSABILITA' LIMITATA
UNICREDIT BANK AD BANJA LUKA
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
BANCHE
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
BANCHE
SOCIETA STRUMENTALI
LAVIS
VIENNA
LUSSEMBURGO
LUGANO
MILANO
SOFIA
ROMA
BOLOGNA
MILANO
ITALIA
AUSTRIA
LUSSEMBURGO
SVIZZERA
ITALIA
BULGARIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
BANCHE
BANJA LUKA
UNICREDIT BANK AG
BANCHE
MONACO DI BAVIERA
BOSNIA AND
HERZEGOVINA
GERMANIA
UNICREDIT BANK AUSTRIA AG
UNICREDIT BANK CZECH REPUBLIC A.S.
UNICREDIT BANK DD
BANCHE
BANCHE
BANCHE
VIENNA
PRAGA
MOSTAR
UNICREDIT BANK HUNGARY ZRT.
UNICREDIT BANK IRELAND PLC
UNICREDIT BANK SERBIA JSC
UNICREDIT BANK SLOVAKIA AS
BANCHE
BANCHE
BANCHE
BANCHE
BUDAPEST
DUBLINO
BELGRADO
BRATISLAVA
UNICREDIT BANKA SLOVENIJA D.D.
UNICREDIT BPC MORTGAGE S.R.L.
UNICREDIT BULBANK AD
UNICREDIT BUSINESS PARTNER GMBH
UNICREDIT BUSINESS PARTNER S.R.O.
UNICREDIT BUSINESS PARTNER SOCIETA' CONSORTILE PER AZIONI
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA STRUMENTALI
LUBIANA
VERONA
SOFIA
VIENNA
PRAGA
COLOGNO MONZESE
UNICREDIT CA IB ROMANIA SRL
UNICREDIT CAIB AG
UNICREDIT CAIB CZECH REPUBLIC AS
UNICREDIT CAIB HUNGARY LTD
UNICREDIT CAIB POLAND S.A.
UNICREDIT CAIB SECURITIES UK LTD.
UNICREDIT CAIB SERBIA LTD BELGRADE
UNICREDIT CAIB SLOVAKIA, A.S.
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BUCAREST
VIENNA
PRAGA
BUDAPEST
VARSAVIA
LONDRA
BELGRADO
BRATISLAVA
UNICREDIT CAIB SLOVENIJA DOO
UNICREDIT CAIB UK LTD. IN LIQUIDATION
UNICREDIT CAPITAL MARKETS INC.
UNICREDIT CONSUMER FINANCING AD
UNICREDIT CONSUMER FINANCING IFN S.A.
UNICREDIT CORPORATE BANKING SPA
UNICREDIT CREDIT MANAGEMENT BANK SPA
UNICREDIT CREDIT MANAGEMENT IMMOBILIARE S.P.A.
UNICREDIT DELAWARE INC
UNICREDIT FACTORING PENZUGYI SZOLGALTATO ZRT
UNICREDIT FACTORING EAD
UNICREDIT FACTORING SPA
UNICREDIT FAMILY FINANCING BANK SPA
UNICREDIT FLEET MANAGEMENT S.R.O.
UNICREDIT FLEET MANAGEMENT S.R.O.
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
BANCHE
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
LUBIANA
LONDRA
NEW YORK
SOFIA
BUCAREST
VERONA
VERONA
ROMA
DOVER
BUDAPEST
SOFIA
MILANO
MILANO
PRAGA
BRATISLAVA
UNICREDIT GARAGEN ERRICHTUNG UND VERWERTUNG GMBH
UNICREDIT GLOBAL INFORMATION SERVICES SOCIETA CONSORTILE
PER AZIONI
UNICREDIT GLOBAL LEASING EXPORT GMBH
UNICREDIT GLOBAL LEASING PARTICIPATION MANAGEMENT GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
AUSTRIA
REPUBBLICA CECA
BOSNIA AND
HERZEGOVINA
UNGHERIA
IRLANDA
SERBIA
REPUBBLICA
SLOVACCA
SLOVENIA
ITALIA
BULGARIA
AUSTRIA
REPUBBLICA CECA
ITALIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
VIENNA
MILANO
ROMANIA
AUSTRIA
REPUBBLICA CECA
UNGHERIA
POLONIA
GRAN BRETAGNA
SERBIA
REPUBBLICA
SLOVACCA
SLOVENIA
GRAN BRETAGNA
U.S.A.
BULGARIA
ROMANIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
U.S.A.
UNGHERIA
BULGARIA
ITALIA
ITALIA
REPUBBLICA CECA
REPUBBLICA
SLOVACCA
AUSTRIA
ITALIA
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
UNICREDIT INGATLANLIZING ZRT
UNICREDIT INTERNATIONAL BANK (LUXEMBOURG) SA
UNICREDIT IRELAND FINANCIAL SERVICES LTD (IN LIQUIDATION)
UNICREDIT JELZALOGBANK ZRT.
UNICREDIT KFZ LEASING GMBH
UNICREDIT LEASING (AUSTRIA) GMBH
UNICREDIT LEASING AD
UNICREDIT LEASING AVIATION GMBH
UNICREDIT LEASING BAUTRAGER GMBH
UNICREDIT LEASING CORPORATION IFN S.A.
UNICREDIT LEASING CROATIA D.O.O. ZA LEASING
UNICREDIT LEASING CZ, A.S.
UNICREDIT LEASING D.O.O.
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
LUSSEMBURGO
DUBLINO
BUDAPEST
VIENNA
VIENNA
SOFIA
AMBURGO
VIENNA
BUCAREST
ZAGABRIA
PRAGA
SARAJEVO
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
UNICREDIT LEASING FINANCE GMBH
UNICREDIT LEASING FLEET MANAGEMENT S.R.L.
UNICREDIT LEASING FUHRPARKMANAGEMENT GMBH
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA' FINANZIARIA
AMBURGO
BUCAREST
VIENNA
UNGHERIA
LUSSEMBURGO
IRLANDA
UNGHERIA
AUSTRIA
AUSTRIA
BULGARIA
GERMANIA
AUSTRIA
ROMANIA
CROAZIA
REPUBBLICA CECA
BOSNIA AND
HERZEGOVINA
GERMANIA
ROMANIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
AL 31 DICEMBRE 2009
Costo
Proporzionale
32
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
Patrimonio netto
Consolidamento
Costo
Stato
Proporzionale
Città
Integrale
Tipologia
Patrimonio netto
Consolidamento
Ragione sociale
Trattamento
nel bilancio
Integrale
Sede
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 2
segue:
Trattamento nelle
segnalazioni
prudenziali
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
BELGRADO
KIEV
BUDAPEST
LUBIANA
LONDRA
VIENNA
LUSSEMBURGO
ROMA
ROMA
VIENNA
KIEV
VIENNA
VIENNA
TORINO
VERONA
GENOVA
BELGRADO
NICOSIA
VIENNA
BUCAREST
VIENNA
BUDAPEST
BUDAPEST
BUDAPEST
GERMANIA
UNGHERIA
UNGHERIA
UNGHERIA
UNGHERIA
UNGHERIA
REPUBBLICA
SLOVACCA
ROMANIA
ITALIA
REPUBBLICA
SLOVACCA
SERBIA
UCRAINA
UNGHERIA
SLOVENIA
GRAN BRETAGNA
AUSTRIA
LUSSEMBURGO
ITALIA
ITALIA
AUSTRIA
UCRAINA
AUSTRIA
AUSTRIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
SERBIA
CIPRO
AUSTRIA
ROMANIA
AUSTRIA
UNGHERIA
UNGHERIA
UNGHERIA
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BUDAPEST
BUDAPEST
UNGHERIA
UNGHERIA
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA STRUMENTALI
BUDAPEST
NEWARK
NEWARK
NEWARK
NEWARK
DOVER
DOVER
DELAWARE
DELAWARE
TORINO
SARAJEVO
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
VANDERBILT CAPITAL ADVISORS LLC
VAPE COMMUNA LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H.
WEALTH MANAGEMENT CAPITAL HOLDING GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
WILMINGTON
VIENNA
MONACO DI BAVIERA
UNGHERIA
U.S.A.
U.S.A.
U.S.A.
U.S.A.
U.S.A.
U.S.A.
U.S.A.
U.S.A.
ITALIA
BOSNIA AND
HERZEGOVINA
U.S.A.
AUSTRIA
GERMANIA
X
X
X
X
X
X
WEALTHCAP INITIATOREN GMBH
WEALTHCAP INVESTORENBETREUUNG GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
AMBURGO
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
GERMANIA
X
X
X
X
WEALTHCAP PEIA MANAGEMENT GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
X
X
WEALTHCAP REAL ESTATE MANAGEMENT GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
X
X
WOM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H.
XELION DORADCY FINANSOWI SP. ZOO
Z LEASING ALFA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING ARKTUR IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING AURIGA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING CORVUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING DORADO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING DRACO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING GAMA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING GEMINI IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING HEBE IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING HERCULES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VARSAVIA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
AUSTRIA
POLONIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Z LEASING IPSILON IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING ITA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
VIENNA
VIENNA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
UNICREDIT LEASING GMBH
UNICREDIT LEASING HUNGARY ZRT
UNICREDIT LEASING IMMOTRUCK ZRT.
UNICREDIT LEASING KFT
UNICREDIT LEASING LUNA KFT
UNICREDIT LEASING MARS KFT
UNICREDIT LEASING REAL ESTATE S.R.O.
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
AMBURGO
BUDAPEST
BUDAPEST
BUDAPEST
BUDAPEST
BUDAPEST
BRATISLAVA
UNICREDIT LEASING ROMANIA IFN S.A.
UNICREDIT LEASING S.P.A.
UNICREDIT LEASING SLOVAKIA A.S.
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BUCAREST
BOLOGNA
BRATISLAVA
UNICREDIT LEASING SRBIJA D.O.O. BEOGRAD
UNICREDIT LEASING TOB
UNICREDIT LEASING URANUS KFT
UNICREDIT LEASING, LEASING, D.O.O.
UNICREDIT LONDON INVESTMENTS LIMITED
UNICREDIT LUNA LEASING GMBH
UNICREDIT LUXEMBOURG FINANCE SA
UNICREDIT MEDIOCREDITO CENTRALE S.P.A.
UNICREDIT MERCHANT S.P.A.
UNICREDIT MOBILIEN LEASING GMBH
UNICREDIT PARTNER LLC
UNICREDIT PEGASUS LEASING GMBH
UNICREDIT POLARIS LEASING GMBH
UNICREDIT PRIVATE BANKING SPA
UNICREDIT REAL ESTATE ADVISORY SRL
UNICREDIT REAL ESTATE SOCIETA' CONSORTILE PER AZIONI
UNICREDIT RENT D.O.O. BEOGRAD
UNICREDIT SECURITIES INTERNATIONAL LIMITED
UNICREDIT TECHRENT LEASING GMBH
UNICREDIT TIRIAC BANK S.A.
UNICREDIT ZEGA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H.
UNICREDIT-LEASING HOMONNA INGATLNHASZNOSITO KFT
UNICREDIT-LEASING HOSPES KFT
UNICREDIT-LEASING MIDAS INGATLANHASZNOSITO KARLATOLT
FELELOSSEGU TARSASAG
UNICREDIT-LEASING NEPTUNUS KFT
UNICREDIT-LEASING ORION INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT
FELELOSSEGU TARSASAG
UNICREDIT-LEASING SATURNUS KFT
UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST I
UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST II
UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST III
UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST IV
UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC I
UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC II
UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC III
UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC IV
UNIMANAGEMENT SRL
UPI POSLOVNI SISTEM DOO
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
ALTRE SOCIETA
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA STRUMENTALI
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
33
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Costo
Proporzionale
Patrimonio netto
Consolidamento
Costo
Stato
Proporzionale
Città
Integrale
Tipologia
Patrimonio netto
Consolidamento
Ragione sociale
Trattamento
nel bilancio
Integrale
Sede
segue:
Trattamento nelle
segnalazioni
prudenziali
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Z LEASING JANUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING KALLISTO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING KAPA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING LYRA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING NEREIDE IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING OMEGA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING PERSEUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING POLLUX IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING RIGEL IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING SCORPIUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING SIRIUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING TAURUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING VENUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
Z LEASING VOLANS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H.
ZAGREB NEKRETNINE DOO
ZAGREBACKA BANKA DD
ZANE BH DOO
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
BANCHE
SOCIETA STRUMENTALI
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
ZAGABRIA
ZAGABRIA
SARAJEVO
ZAO IMB-LEASING
ZAO LOCAT LEASING RUSSIA
ZAO UNICREDIT BANK
ZB INVEST DOO
INFORMATIONS-TECHNOLOGIE AUSTRIA GMBH
KOC FINANSAL HIZMETLER AS
ORBIT ASSET MANAGEMENT LIMITED
STICHTING CUSTODY SERVICES KBN
UNICREDIT MENKUL DEGERLER AS
YAPI KREDI AZERBAIJAN
YAPI KREDI BANK NEDERLAND NV
YAPI KREDI FAKTORING AS
YAPI KREDI FINANSAL KIRALAMA AO
YAPI KREDI HOLDING BV
YAPI KREDI MOSCOW
YAPI KREDI PORTFOY YONETIMI AS
YAPI KREDI YATIRIM MENKUL DEGERLER AS
YAPI KREDI YATIRIM ORTAKLIGI AS
YAPI VE KREDI BANKASI AS
A&T-PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. POTSDAMER PLATZ BERLIN
KG
ACIS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.
OBERBAUM CITY KG
ACIS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.
PARKKOLONNADEN KG
ACIS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.
STUTTGART KRONPRINZSTRASSE KG
AGROB IMMOBILIEN AG
AIRPLUS AIR TRAVEL CARD VERTRIEBSGESELLSCHAFT M.B.H.
ALLIANZ ZB D.O.O. DRUSTVO ZA UPRAVLJANJE DOBROVOLJNIM
ALLIANZ ZB D.O.O. DRUSTVO ZA UPRAVLJANJIE OBVEZNIM
ARGENTAURUS IMMOBILIEN-VERMIETUNGS- UND VERWALTUNGS GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA' STRUMENTALE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
ALTRE SOCIETA
MOSCA
MOSCA
MOSCA
ZAGABRIA
VIENNA
ISTANBUL
HAMILTON
AMSTERDAM
ISTANBUL
BAKU
AMSTERDAM
ISTANBUL
ISTANBUL
AMSTERDAM
MOSCA
BARBAROS
ISTANBUL
ISTANBUL
ISTANBUL
MONACO DI BAVIERA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
CROAZIA
CROAZIA
BOSNIA AND
HERZEGOVINA
RUSSIA
RUSSIA
RUSSIA
CROAZIA
AUSTRIA
TURCHIA
BERMUDA
OLANDA
TURCHIA
AZERBAIJAN
OLANDA
TURCHIA
TURCHIA
OLANDA
RUSSIA
TURCHIA
TURCHIA
TURCHIA
TURCHIA
GERMANIA
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
ALTRE SOCIETA
BANCHE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
ALTRE SOCIETA
ISMANING
VIENNA
ZAGABRIA
ZAGABRIA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
AUSTRIA
CROAZIA
CROAZIA
GERMANIA
ARRONDA IMMOBILIENVERWALTUNGS GMBH
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
ARTIST MARKETING ENTERTAINMENT GMBH
ALTRE SOCIETA
VIENNA
AUSTRIA
ATLANTERRA IMMOBILIENVERWALTUNGS GMBH
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
AUFBAU DRESDEN GMBH
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
AVIVA SPA
SOCIETA' ASSICURATIVA
(dedotta dal patrimonio di
vigilanza)
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
MILANO
ITALIA
VIENNA
VIENNA
VIENNA
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
ALTRE SOCIETA
BANCHE
BANCHE
ALTRE SOCIETA
BANCHE
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
VIENNA
INNSBRUCK
GINEVRA
LUCK
KLAGENFURT
AMBURGO
AMBURGO
AUSTRIA
AUSTRIA
SVIZZERA
UCRAINA
AUSTRIA
GERMANIA
GERMANIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
SOCIETA' ASSICURATIVA
(dedotta dal patrimonio di
vigilanza)
ALTRE SOCIETA
SOCIETA FINANZIARIE
ALTRE SOCIETA
AMBURGO
ROMA
VIENNA
MILANO
GERMANIA
ITALIA
AUSTRIA
ITALIA
X
X
X
X
X
AWT HANDELS GESELLSCHAFT M.B.H.
AWT INTERNATIONAL TRADE AG
BA-CA INFRASTRUCTURE FINANCE ADVISORY GMBH
BA-CA WIEN MITTE HOLDING GMBH
BANK FUR TIROL UND VORARLBERG AKTIENGESELLSCHAFT
BANQUE DE COMMERCE ET DE PLACEMENTS SA
BDK CONSULTING
BKS BANK AG (EHEM.BANK FUR KARNTEN UND STEIERMARK AG)
BLUE CAPITAL EQUITY MANAGEMENT GMBH
BLUE CAPITAL EUROPA IMMOBILIEN GMBH & CO. ACHTE OBJEKTE
GROBRITANNIEN KG
BLUE CAPITAL USA IMMOBILIEN VERWALTUNGS GMBH
BOX 2004 S.P.A.
CA IMMOBILIEN ANLAGEN AKTIENGESELLSCHAFT
CAPITALIA ASSICURAZIONI S.P.A.
CENTAR KAPTOL DOO
CENTRAL POLAND FUND LLC
CHRISTOPH REISEGGER GESELLSCHAFT M.B.H.
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
GERMANIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
CROAZIA
U.S.A.
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
X
34
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
Costo
Proporzionale
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
ZAGABRIA
DELAWARE
VIENNA
Patrimonio netto
Consolidamento
Costo
Stato
Proporzionale
Città
Integrale
Tipologia
Patrimonio netto
Consolidamento
Ragione sociale
Trattamento
nel bilancio
Integrale
Sede
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 2
segue:
Trattamento nelle
segnalazioni
prudenziali
CNP UNICREDIT VITA S.P.A.
SOCIETA' ASSICURATIVA
(dedotta dal patrimonio di
vigilanza)
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
SOCIETA' ASSICURATIVA
(dedotta dal patrimonio di
vigilanza)
SOCIETA' ASSICURATIVA
(dedotta dal patrimonio di
vigilanza)
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ROMA
VARSAVIA
MONACO DI BAVIERA
ITALIA
POLONIA
GERMANIA
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
VIENNA
BERLINO
BIELEFELD
AUSTRIA
GERMANIA
GERMANIA
ERSTE UNIPRO IMMOBILIEN-PROJEKTIERUNGSGESELLSCHAFTM.B.H.
ALTRE SOCIETA
BERLINO
GERMANIA
EUROPROGETTI & FINANZA S.P.A. IN LIQUIDAZIONE
FIDIA SGR SPA
G.B.S. - GENERAL BROKER SERVICE S.P.A.
GIMMO IMMOBILIEN-VERMIETUNGS- UND VERWALTUNGS GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ROMA
MILANO
ROMA
MONACO DI BAVIERA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
GERMANIA
GOLF- UND COUNTRY CLUB SEDDINER SEE IMMOBILIEN GMBH
GROSSKUGEL IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
BERLINO
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
GERMANIA
GRUNDSTUCKSAKTIENGESELLSCHAFT AM POTSDAMER PLATZ (HAUS
VATERLAND)
GRUWA GRUNDBAU UND WASSERBAU GMBH
H.F.S. IMMOBILIENFONDS GMBH
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
BERLINO
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
GERMANIA
X
X
X
X
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
VARSAVIA
MONACO DI BAVIERA
POLONIA
GERMANIA
X
X
X
X
ALTRE SOCIETA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
COMPAGNIA ITALPETROLI S.P.A.
CONSORZIO SE.TEL. SERVIZI TELEMATICI IN LIQUIDAZIONE
CREDITRAS ASSICURAZIONI SPA
CREDITRAS VITA SPA
DA VINCI S.R.L.
DBC SP. ZOO
DELPHA IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.
GROSSKUGEL BAUABSCHNITT ALPHA MANAGEMENT KG
DELPHA IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.
GROSSKUGEL BAUABSCHNITT BETA MANAGEMENT KG
DELPHA IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.
GROSSKUGEL BAUABSCHNITT GAMMA MANAGEMENT KG
DIRANA LIEGENSCHAFTSVERWERTUNGSGESELLSCHAFT MBH
DRITTE UNIPRO IMMOBILIEN-PROJEKTIERUNGSGES.M.B.H.
ENDERLEIN & CO. GMBH
MILANO
ITALIA
ROMA
NAPOLI
MILANO
ITALIA
ITALIA
ITALIA
MILANO
ITALIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
HOLDING SP.Z.O.O.
HYPO-BANK VERWALTUNGSZENTRUM GMBH & CO. KG OBJEKT
ARABELLASTRASSE
HYPO-REAL HAUS- & GRUNDBESITZ GESELLSCHAFT MBH & CO. 1.
VERMIETUNGS KG
HYPO-REAL HAUS- & GRUNDBESITZGESELLSCHAFT DES
BURGERLICHEN RECHTS NR. 1
I-FABER SPA
IMMOBILIENFONDS UNIVERSALE 4 GBR
IMMOBILIENFONDS UNIVERSALE WITTENBERGE GBR
ISB UNIVERSALE BAU GMBH
ISTRA D.M.C. DOO
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
MILANO
BERLINO
BERLINO
BRANDENBURGO
UMAG
ITALIA
GERMANIA
GERMANIA
GERMANIA
CROAZIA
INTERRA GESELLSCHAFT FUR IMMOBILIENVERWALTUNG MBH
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
IPSE 2000 S.P.A.
ISTRATURIST UMAG, HOTELIJERSTVO TURIZAM I TURISTICKA AGENCIJA
DD
JOHA GEBAUDE-ERRICHTUNGS-UND VERMIETUNGSGESELLSCHAFT
MBH
KHR PROJEKTENTWICKLUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. OBJEKT
BORNITZSTRASSE I KG
KRAJOWA IZBA ROZLICZENIOWA SA
LLC UKROTSBUD
MALGARA FINANZIARIA SRL
MC MARKETING GMBH
MC RETAIL GMBH
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ROMA
UMAG
ITALIA
CROAZIA
ALTRE SOCIETA
LEONDING
AUSTRIA
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
SOCIETA FINANZIARIE
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
VARSAVIA
KIEV
TREVISO
VIENNA
VIENNA
POLONIA
UCRAINA
ITALIA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
MEDIOBANCA BANCA DI CREDITO FINANZIARIO SPA
MOC VERWALTUNGS GMBH & CO. IMMOBILIEN KG
BANCHE
ALTRE SOCIETA
MILANO
MONACO DI BAVIERA
ITALIA
GERMANIA
X
MOLL HOLDING GESELLSCHAFT MBH
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
MY BETEILIGUNGS GMBH
NOTARTREUHANDBANK AG
NUOVA TEATRO ELISEO S.P.A.
NXP CO-INVESTMENT PARTNERS VIII L.P.
OAK RIDGE INVESTMENT LLC
OBERBANK AG
OESTERREICHISCHE CLEARINGBANK AG
OESTERREICHISCHE KONTROLLBANK AKTIENGESELLSCHAFT
OMNIA GRUNDSTUCKS-GMBH & CO. OBJEKT OSTRAGEHEGE KG
ALTRE SOCIETA
BANCHE
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
SOCIETA FINANZIARIE
BANCHE
BANCHE
BANCHE
ALTRE SOCIETA
VIENNA
VIENNA
ROMA
LONDRA
WILMINGTON
LINZ
VIENNA
VIENNA
MONACO DI BAVIERA
AUSTRIA
AUSTRIA
ITALIA
GRAN BRETAGNA
U.S.A.
AUSTRIA
AUSTRIA
AUSTRIA
GERMANIA
OSTERREICHISCHE HOTEL- UND TOURISMUSBANK GESELLSCHAFT
M.B.H.
OTHMARSCHEN PARK HAMBURG GMBH & CO. CENTERPARK KG
BANCHE
VIENNA
AUSTRIA
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
OTHMARSCHEN PARK HAMBURG GMBH & CO. GEWERBEPARK KG
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
PAYLIFE BANK GMBH
PEKAO TELECENTRUM SP. ZOO
PIRELLI PEKAO REAL ESTATE SP. Z O.O.
PMG BAUPROJEKTMANAGEMENT GESELLSCHAFT M.B.H.
FINANZIERUNGS OEG
PLANETHOME AG
PLANETHOME GMBH
BANCHE
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
VIENNA
CRACOVIA
VARSAVIA
VIENNA
AUSTRIA
POLONIA
POLONIA
AUSTRIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
UNTERFOHRING
MANNHEIM
GERMANIA
GERMANIA
X
X
X
X
RAMIUS LLC
RANA-LIEGENSCHAFTSVERWERTUNG GMBH
RONCASA IMMOBILIEN-VERWALTUNGS GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
NEW YORK
VIENNA
MONACO DI BAVIERA
U.S.A.
AUSTRIA
GERMANIA
X
X
X
X
X
S.S.I.S. - SOCIETA SERVIZI INFORMATICI SAMMARINESE SPA
ALTRE SOCIETA
BORGO MAGGIORE
SAN MARINO
X
35
X
X
Costo
Proporzionale
X
X
& CO
Patrimonio netto
Consolidamento
Costo
Stato
Proporzionale
Città
Integrale
Tipologia
Patrimonio netto
Consolidamento
Ragione sociale
Trattamento
nel bilancio
Integrale
Sede
segue:
Trattamento nelle
segnalazioni
prudenziali
SE.TE.SI. SERVIZI TELEMATICI SICILIANI S.P.A.
SIRIUS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
PALERMO
MONACO DI BAVIERA
ITALIA
GERMANIA
X
SOCIETA' GESTIONE PER IL REALIZZO SPA IN LIQUIDAZIONE
SOLARIS VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. VERMIETUNGS KG
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ROMA
MONACO DI BAVIERA
ITALIA
GERMANIA
X
X
X
SVILUPPO GLOBALE GEIE
T & P FRANKFURT DEVELOPMENT B.V.
T & P VASTGOED STUTTGART B.V.
TERRENO GRUNDSTUCKSVERWALTUNG GMBH & CO. ENTWICKLUNGSUND FINANZIERUNGSVERMITTLUNGS-KG
TORRE SGR S.P.A.
UIB UNIVERSALE BAU HOLDING GESELLSCHAFT M.B.H.
UNICREDIT (SUISSE) TRUST SA
UNICREDIT (U.K.) TRUST SERVICES LTD
UNICREDIT AUDIT (IRELAND) LTD
UNICREDIT TURN-AROUND MANAGEMENT GMBH
UNIVERSALE BUCHHOLZ GBR
UNIVERSALE INTERNATIONAL REALITATEN GMBH
UNIVERSALE INTERNATIONAL GESELLSCHAFT M.B.H.
UNIVERSALE INTERNATIONAL POLAND SP.ZO.O.
UNIVERSALE INTERNATIONAL PROJEKTMANAGEMENT GMBH
UNIVERSALE INTERNATIONAL PROJEKTSZERVEZESI KFT.
UNIVERSALE INTERNATIONAL SPOL S.R.O., PRAG
V.M.G. VERMIETUNGSGESELLSCHAFT MBH
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ROMA
AMSTERDAM
AMSTERDAM
MONACO DI BAVIERA
ITALIA
OLANDA
OLANDA
GERMANIA
X
X
X
X
X
X
X
SOCIETA FINANZIARIE
ALTRE SOCIETA
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA STRUMENTALI
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ROMA
BRANDENBURGO
LUGANO
LONDRA
DUBLINO
VIENNA
BERLINO
VIENNA
VIENNA
VARSAVIA
BERLINO
BUDAPEST
PRAGA
MONACO DI BAVIERA
ITALIA
GERMANIA
SVIZZERA
GRAN BRETAGNA
IRLANDA
AUSTRIA
GERMANIA
AUSTRIA
AUSTRIA
POLONIA
GERMANIA
UNGHERIA
REPUBBLICA CECA
GERMANIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
WED DONAU- CITY GMBH
ALTRE SOCIETA
VIENNA
AUSTRIA
X
X
WED HOLDING GESELLSCHAFT M.B.H.
WED WIENER ENTWICKLUNGSGESELLSCHAFT FUR DEN DONAURAUM
AKTIENGESELLSCHAFT
YAPI KREDI EMEKLILIK AS
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
VIENNA
VIENNA
AUSTRIA
AUSTRIA
X
X
X
X
ISTANBUL
TURCHIA
ISTANBUL
ISTANBUL
TURCHIA
TURCHIA
ZABA TURIZAM DOO
ZETA FUNF HANDELS GMBH
ZWEITE UNIPRO IMMOBILIEN-PROJEKTIERUNGSGESELLSCHAFT M.B.H.
SOCIETA' ASSICURATIVA
(dedotta dal patrimonio di
vigilanza)
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA' ASSICURATIVA
(dedotta dal patrimonio di
vigilanza)
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ZAGABRIA
VIENNA
BERLINO
CROAZIA
AUSTRIA
GERMANIA
ALTUS ALPHA
ARABELLA FINANCE LTD.
BA-CA LEASING VERSICHERUNGSSERVICE GMBH
BAVARIA UNIVERSAL FUNDING CORP.(BUFCO)
BLACK FOREST FUNDING CORP.
EUROPEAN-OFFICE-FOND
ALTRE SOCIETA
SOCIETA FINANZIARIE
ALTRE SOCIETA
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
DUBLINO
DUBLINO
VIENNA
DELAWARE
DELAWARE
MONACO DI BAVIERA
IRLANDA
JERSEY
AUSTRIA
U.S.A.
U.S.A.
GERMANIA
GEMMA VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. VERMIETUNGS KG
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
GELDILUX-TS-2005 S.A.
SOCIETA FINANZIARIE
LUSSEMBURGO
GELDILUX-TS-2007 S.A.
SOCIETA FINANZIARIE
GELDILUX-TS-2008 S.A.
SOCIETA FINANZIARIE
GELDILUX-TS-2009 S.A.
SOCIETA FINANZIARIE
GRAND CENTRAL FUNDING
H.F.S. LEASINGFONDS DEUTSCHLAND 7 GMBH & CO. KG
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
CITTA' DEL
LUSSEMBURGO
CITTA' DEL
LUSSEMBURGO
CITTA' DEL
LUSSEMBURGO
CITTA' DEL
LUSSEMBURGO
NEW YORK
MONACO DI BAVIERA
H.F.S. LEASINGFONDS DEUTSCHLAND 1 GMBH & CO. KG
(IMMOBILIENLEASING)
MARTIANEZ COMERCIAL, SOCIEDAD ANONIMA
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
ALTRE SOCIETA
PUERTO DE LA CRUZ
SPAGNA
OCEAN BREEZE ENERGY GMBH & CO. KG
ALTRE SOCIETA
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
OCEAN BREEZE FINANCE S.A.
SOCIETA FINANZIARIE
LUSSEMBURGO
PENSIONSKASSE DER HYPO VEREINSBANK VVAG
ALTRE SOCIETA
CITTA' DEL
LUSSEMBURGO
MONACO DI BAVIERA
GERMANIA
REDSTONE
ROSENKAVALIER 2008 GMBH
SOCIETA FINANZIARIE
SOCIETA FINANZIARIE
LONDRA
MONACO DI BAVIERA
SALOME FUNDING LTD.
SIA UNICREDIT INSURANCE BROKER
SOFIMMOCENTRALE S.A.
SVIF UKRSOTSBUD
TENDER OPTION BONDS
UNICREDIT BROKER DOO SARAJEVO ZA BROKERSKE POSLOVE U
OSIGURANJU
UNICREDIT BROKER S.R.O.
SOCIETA FINANZIARIE
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
DUBLINO
RIGA
BRUSSEL
KIEV
NEW YORK
SARAJEVO
ALTRE SOCIETA
BRATISLAVA
UNICREDIT FUGGETLEN BIZTOSITASKOZVETITO KFT
UNICREDIT GLOBAL LEASING VERSICHERUNGSSERVICE GMBH
UNICREDIT INSURANCE BROKER EOOD
UNICREDIT INSURANCE BROKER SRL
UNICREDIT LEASING VERSICHERUNGSSERVICE GMBH & CO KG
UNICREDIT PARTNER D.O.O
UNICREDIT PARTNER D.O.O BEOGRAD
UNICREDIT POIJIST'OVACI MAKLERSKA SPOL. S R.O.
UNICREDIT ZAVAROVALNO ZASTOPINSKA DRUZBA DOO
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
ALTRE SOCIETA
BUDAPEST
VIENNA
SOFIA
BUCAREST
VIENNA
ZAGABRIA
BELGRADO
PRAGA
LUBIANA
YAPI KREDI KORAY GAYRIMENKUL YATIRIM ORTAKLIGI AS
YAPI KREDI SIGORTA AS
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
LUSSEMBURGO
LUSSEMBURGO
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
GRAN BRETAGNA
LUSSEMBURGO
X
X
X
X
IRLANDA
LITUANIA
BELGIO
UCRAINA
U:S:A:
BOSNIA AND
HERZEGOVINA
REPUBBLICA
SLOVACCA
UNGHERIA
AUSTRIA
BULGARIA
ROMANIA
AUSTRIA
CROAZIA
SERBIA
REPUBBLICA CECA
SLOVENIA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
U.S.A.
GERMANIA
36
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
Costo
Proporzionale
X
X
X
LUSSEMBURGO
Patrimonio netto
Consolidamento
Costo
Stato
Proporzionale
Città
Integrale
Tipologia
Patrimonio netto
Consolidamento
Ragione sociale
Trattamento
nel bilancio
Integrale
Sede
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 3
Tavola 3 – Composizione del patrimonio
di vigilanza
Informativa qualitativa
Strumenti di capitale inclusi nel patrimonio di primo livello
(Tier 1)
importo
computato nel
patrimonio di
vigilanza
(Eur/migliaia)
530.780
276.167
750.000
304.262
357.598
506.943
749.949
299.765
200.000
187.422
101.340
124.948
187.744
data
scadenza
perpetual
perpetual
perpetual
perpetual
31-dic-50
perpetual
31-dic-50
7-giu-11
7-giu-11
30-giu-31
13-ott-36
22-ott-31
31-dic-31
Decorrenza
della facoltà
di rimborso
anticipato
ott-10
ott-10
ott-15
ott-15
giu-18
mar-12
dic-19
(°)
(°)
giu-29
ott-34
ott-29
dic-29
10y CMS (°°) +0,10%,
cap 8,00 %
perpetual
ott-11
EUR
245
244.777
no
no
no
10y CMS (°°) +0,15%,
cap 8,00 %
perpetual
mar-12
EUR
147
145.179
no
no
no
tasso di interesse
8,05%
9,20%
4,03%
5,40%
8,59%
7,055%
8,125%
12m L + 1,25%
12m L + 1,25%
8,741%
7,76%
9,00%
3,50%
importo in
valuta
originaria
(milioni)
EUR
540
USD
450
EUR
750
GBP
300
GBP
350
EUR
600
EUR
750
EUR
300
EUR
200
USD
300
GBP
100
USD
200
JPY
25.000
TOTALE
(°) non è prevista la facoltà di rimborso anticipato del prestito
(°°) Constant Maturity Swap
step-up
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
no
no
no
no
no
no
possibilità di non
corrispondere gli
interessi
sì
sì
sì
sì
sì
no
no
no
no
sì
sì
sì
sì
emissione
tramite società
veicolo
controllata
sì
sì
sì
sì
sì
sì
no
no
no
sì
sì
sì
sì
4.966.874
Patrimonio di secondo livello (Tier 2) - emissioni di strumenti
ibridi di capitalizzazione di importo superiore al 10% del
totale degli stessi
importo
computato nel
Decorrenza della
patrimonio di
possibilità di non
tasso di
data
facoltà di rimborso
vigilanza
corrispondere gli
importo in valuta
interesse
scadenza
anticipato
(Eur/migliaia)
step-up
interessi
originaria (milioni)
3,95%
1-feb-16
non applicabile
EUR
non applicabile
Sì (°)
900
890.008
5,00%
1-feb-16
non applicabile
GBP
non applicabile
Sì (°)
450
506.092
6,70%
5-giu-18
non applicabile
EUR
non applicabile
Sì (°)
1.000
998.462
6,10%
28-feb-12
non applicabile
EUR
non applicabile
Sì (°)
500
498.669
(°) -- in caso di mancati dividendi il pagamento degli interessi è "sospeso" (deferral of interest)
-- in caso si registrano perdite tali da ridurre il capitale sociale e le riserve al di sotto della soglia minima prevista da Banca d'Italia
per l'esercizio dell'attività bancaria, l'ammontare nominale e gli interessi delle obbligazioni vengono ridotti proporzionalmente.
Patrimonio di terzo livello
Non sussistono elementi da segnalare nel presente punto.
37
Informativa quantitativa
Composizione del patrimonio di vigilanza
PATRIMONIO DI VIGILANZA
A.
31.12.2009
31.12.2008
Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali
A.1
Elementi positivi del patrimonio di base:
A.1.1
- Capitale
8.735.405
7.120.979
A.1.2
- Sovrapprezzi di emissione
38.338.920
35.911.729
A.1.3
- Riserve
15.052.546
11.069.255
A.1.4
- Strumenti non innovativi di capitale
1.491.175
1.564.127
A.1.5
- Strumenti innovativi di capitale
3.475.699
2.893.760
A.1.6
- Utile del periodo
1.326.502
4.555.336
A.2
Elementi negativi:
A.2.1
- Azioni o quote proprie
A.2.2
- Avviamento
A.2.3
- Altre immobilizzazioni immateriali
A.2.4
- Perdita del periodo
A.2.5
- Altri elementi negativi:
-6.019
-6.325
-22.029.201
-20.689.177
-4.150.675
-4.339.602
* Rettifiche di valore di vigilanza relative al portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza
* Altri
B.
Filtri prudenziali del patrimonio di base
B.1
Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+)
B.2
Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-)
C.
Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A+B)
D.
Elementi da dedurre dal patrimonio di base
E.
Totale del patrimonio di base (TIER 1) (C-D)
F.
-875.106
-1.453.169
41.359.246
36.626.913
2.325.299
1.784.288
39.033.947
34.842.625
Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali
F.1
Elementi positivi del patrimonio supplementare:
F.1.1
- Riserve da valutazione di attività materiali
F.1.2
- Riserve da valutazione di titoli disponibili per la vendita
F.1.3
- Strumenti non innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base
F.1.4
- Strumenti innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base
F.1.5
- Strumenti ibridi di patrimonializzazione
F.1.6
- Passività subordinate di 2° livello
F.1.7
- Eccedenza rettifiche di valore complessive rispetto alle perdite attese
F.1.8
- Plusvalenze nette su partecipazioni
F.1.9
F.2
G.1
G.2
3.915.367
4.143.189
15.507.852
18.313.456
277.863
277.545
-970.535
-771.640
Elementi negativi:
F.2.1
- Minusvalenze nette su partecipazioni
F.2.2
- Crediti
F.2.3
G.
- Altri elementi positivi
191.800
- Altri elementi negativi
Filtri prudenziali del patrimonio supplementare
Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+)
Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-)
-95.900
H.
Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G)
I.
Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare
2.325.299
1.784.288
L.
Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H-I)
16.501.148
20.178.262
M.
Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare
N.
Patrimonio di vigilanza (E+L-M)
O.
Patrimonio di terzo livello (TIER 3)
P
Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N+O)
18.826.447
21.962.550
1.163.273
1.067.940
54.371.822
53.952.947
54.371.822
591.494
54.544.441
Alcuni valori al 31 dicembre 2008 sono stati riclassificati per una migliore comparabilità.
Il patrimonio di vigilanza al 31 dicembre 2008 è stato modificato a seguito dell’attribuzione a patrimonio supplementare della quota di riserva di traslazione
cambi afferente gli investimenti netti esteri, il ricomputo delle deduzioni per variazioni di “fair value” dovute a cambiamenti del proprio merito creditizio e il
ricalcolo della componente infragruppo dei prestiti subordinati.
38
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 3
Dettaglio Elementi da dedurre (50% Patrimonio di base - 50% Patrimonio supplementare)
31.12.2009
Partecipazioni bancarie e finanziarie superiori al 10% del capitale della partecipata
Partecipazioni assicurative acquistate dopo il 20 luglio 2006
1.999.528
31.12.2008
2.188.519
14.010
43.909
810.488
838.938
Eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive (modelli IRB)
1.826.572
492.506
Deduzioni relative al rischio di regolamento su transazioni non DVP
4.650.598
4.704
3.568.576
Deduzioni derivanti da cartolarizzazioni
Totale Elementi dedotti (50% Patrimonio di base - 50% Patrimonio supplementare)
Dettaglio Elementi da dedurre dal Patrimonio di base e supplementare
31.12.2009
Partecipazioni assicurative acquistate prima del 20 luglio 2006
Totale Elementi dedotti dal Patrimonio di base e supplementare
39
1.163.273
1.163.273
31.12.2008
1.067.940
1.067.940
40
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 4
Tavola 4 – Adeguatezza patrimoniale
Informativa qualitativa
Il Gruppo UniCredit assegna un ruolo prioritario alle attività volte alla gestione e all’allocazione del
capitale (regolamentare ed interno) in funzione dei rischi assunti, ai fini dello sviluppo dell’operatività del
Gruppo in ottica di creazione di valore. Le attività si articolano nelle diverse fasi del processo di
pianificazione e controllo del Gruppo e, in particolare:
 nei processi di piano e budget:
- formulazione della proposta di propensione al rischio e degli obiettivi di
patrimonializzazione;
- analisi dei rischi associati ai driver del valore e allocazione del capitale alle linee di
attività e business unit;
- assegnazione degli obiettivi di performance aggiustate per il rischio;
- analisi dell’impatto sul valore del Gruppo e della creazione di valore per gli azionisti;
- elaborazione e proposta del piano finanziario e della dividend policy;
 nei processi di monitoraggio:
- analisi delle performance conseguite a livello di gruppo e di business unit e preparazione
dei dati gestionali per uso interno ed esterno;
- analisi e controllo dei limiti;
- analisi e controllo andamentale dei ratio patrimoniali di gruppo e individuali.
Il Gruppo, infatti, si pone l’obiettivo di generare un reddito superiore a quello necessario a remunerare i
rischi (cost of equity) e quindi di creare valore in modo tale da massimizzare il ritorno per i propri azionisti
in termini di dividendi e capital gain (total shareholder return) attraverso l’allocazione del capitale alle
differenti linee di attività e business unit.
Il capitale e la sua allocazione, quindi, assumono un’importanza rilevante nella definizione delle strategie
perché esso rappresenta l’oggetto della remunerazione attesa dagli azionisti nel loro investimento nel
Gruppo e perché è su di esso insistono limiti esogeni imposti dalla normativa di vigilanza.
Nel processo di allocazione, le definizioni di capitale utilizzate sono:
 capitale di rischio o impiegato: è la consistenza patrimoniale conferita dagli azionisti (capitale
impiegato), che deve essere remunerata almeno pari alle aspettative (costo dell’equity);
 capitale a rischio: è la quota parte dei mezzi propri che la fronteggia (a preventivo – capitale
allocato) o ha fronteggiato (a consuntivo – capitale assorbito) i rischi assunti per perseguire gli
obiettivi di creazione di valore.
Il capitale a rischio dipende dalla propensione al rischio e discende dal livello di capitalizzazione obiettivo
definito anche in funzione del merito creditizio del Gruppo.
41
Esso è misurato seguendo da una parte le tecniche di risk management, per cui il capitale a rischio è
definito come capitale interno, dall’altra la normativa di vigilanza, per cui il capitale a rischio è definito
come capitale regolamentare. In particolare:
 Il capitale interno è la quota parte di patrimonio effettivamente a rischio misurata con modelli
probabilistici secondo un determinato intervallo di confidenza.
 Il capitale regolamentare è la componente del patrimonio di vigilanza (total capital) rappresentata
dal patrimonio netto (core equity o core tier 1) posta a rischio misurata secondo la normativa di
vigilanza.
La coerenza tra le due differenti definizioni di capitale a rischio si ottiene rapportando le due grandezze in
relazione al merito creditizio obiettivo del Gruppo (AA- S&P), che corrisponde ad una probabilità di default
pari allo 0,03%. Pertanto il capitale interno è fissato ad un livello tale da coprire con il 99,97% di
probabilità (intervallo di confidenza) gli eventi avversi, mentre il capitale regolamentare è quantificato in
base ad un core tier 1 ratio target in linea con i principali gruppi bancari internazionali aventi almeno il
rating obiettivo.
Nel processo di allocazione viene quindi applicata la logica del “doppio binario”, ossia considerando come
allocato il massimo tra il capitale interno ed il capitale regolamentare (core tier 1) sia a livello consolidato
sia a livello di linea di attività/business unit.
Tale approccio consente nel caso di capitale interno superiore di allocare l’effettivo capitale a rischio che
la vigilanza non è in grado ancora di cogliere e nel caso di capitale regolamentare superiore, di allocare
un capitale in linea con la normativa.
Punto di partenza del processo di allocazione è il capitale consolidato di pertinenza del Gruppo.
La gestione del capitale, svolta dalla unità operativa Capital Management della Direzione Pianificazione
Finanza e Amministrazione, ha la finalità di definire il livello di patrimonializzazione obiettivo per il Gruppo
e le sue società nel rispetto dei vincoli normativi e della propensione al rischio.
Nella gestione dinamica del capitale, l’unità operativa Capital Management elabora il piano del capitale ed
effettua il monitoraggio dei ratios patrimoniali di Vigilanza anticipando gli opportuni interventi necessari
all’ottenimento degli obiettivi.
Il monitoraggio si riferisce da un lato sia al patrimonio netto sia alla composizione del patrimonio di
vigilanza (core tier 1, tier 1, lower e upper tier 2 e tier 3 capital) e dall’altro alla pianificazione e
all’andamento dei “risk weighted asset” (Rwa).
La dinamicità della gestione è finalizzata ad individuare gli strumenti di investimento e di
approvvigionamento del capitale di rischio e degli strumenti ibridi di patrimonializzazione più idonei al
conseguimento degli obiettivi. In caso di deficit di capitale, sono indicati i gap da colmare e le azioni di
“capital generation” misurandone il costo e l’efficacia attraverso la metodologia di Rapm. In tale contesto
l’analisi del valore è arricchita dal ruolo di sintesi della unità operativa Capital Management per gli aspetti
regolamentari, contabili, finanziari, fiscali, di risk management ecc. e delle loro evoluzioni normative, in
modo che siano fornite la valutazione e tutte le indicazioni necessarie alle altre funzioni della Capogruppo
o società chiamate a realizzare le azioni.
42
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 4
Rafforzamento patrimoniale
Nel corso dei primi mesi del 2009, sono state poste in essere le seguenti misure di rafforzamento
patrimoniale approvate dal Consiglio di Amministrazione nel mese di ottobre 2008:
 è stata innanzitutto data esecuzione all’aumento di capitale deliberato dall’Assemblea dei Soci di
UniCredit il 14 novembre 2008 in forza del quale nel periodo dal 5 al 23 gennaio, n. 972.225.376
nuove azioni ordinarie sono state offerte in opzione ai possessori di azioni ordinarie e di
risparmio UniCredit, nel rapporto di 4 azioni ordinarie ogni 55 azioni ordinarie e/o di risparmio
possedute, ad un prezzo unitario di emissione di 3,083 Euro per azione, con un sovrapprezzo di
2,583 Euro.
 In data 23 febbraio 2009 - al termine del periodo di offerta in Borsa dei diritti di opzione non
esercitati - si è conclusa l’operazione di aumento di capitale con la sottoscrizione da parte di
Mediobanca di n. 967.578.184 azioni ordinarie UniCredit, in esecuzione del contratto di garanzia
dalla stessa stipulato con impegno a sottoscrivere le azioni di nuova emissione in numero
corrispondente ai diritti d’opzione non esercitati. La quasi totalità delle azioni sottoscritte da
Mediobanca sono state poste al servizio dell’emissione di strumenti finanziari c.d. CASHES.
 E’ risultato quindi integralmente sottoscritto l’aumento di capitale di Euro 2.997.370.834,21, di cui
Euro 486.112.688,00 a titolo di capitale ed Euro 2.511.258.146,21 a titolo di sovrapprezzo azioni;
 successivamente, in data 17 marzo, il Consiglio di Amministrazione di UniCredit ha deliberato di
sottoporre all’Assemblea dei Soci l’assegnazione di utili ai soci mediante l’attribuzione di azioni
UniCredit di nuova emissione (c.d. scrip dividend) rivenienti da un aumento gratuito del capitale
sociale, ai sensi dell’art 2442 del Codice Civile, attingendo da apposita riserva costituita in sede
di approvazione della destinazione degli utili dell’esercizio 2008.
 Conseguentemente, il 29 aprile 2009 l’Assemblea, in sede straordinaria, ha deliberato un
aumento di capitale gratuito di nominali Euro 1.218.815.136,50 con l’emissione di n.
2.435.097.842 azioni ordinarie e di n. 2.532.431 azioni di risparmio, del valore nominale unitario
di Euro 0,50 cadauna. In particolare sono state attribuite 29 nuove azioni ordinarie ogni 159
azioni ordinarie possedute e 7 nuove azione di risparmio ogni 60 azioni di risparmio possedute;
tali azioni sono state messe a disposizione dei soci il 21 maggio 2009 (quotazione “ex” dal 18
maggio 2009).
Infine, con l’obiettivo di innalzare i coefficienti patrimoniali al livello di quelli dei migliori concorrenti nel
contesto internazionale ed europeo, garantendo al contempo al Gruppo la possibilità di posizionarsi in
modo favorevole sul mercato e cogliere le opportunità derivanti dalla futura crescita economica,
l’Assemblea Straordinaria dei Soci, in data 16 novembre, ha deliberato


di aumentare il capitale sociale per un valore massimo complessivo di Euro 4 miliardi,
comprensivo di eventuale sovrapprezzo, mediante emissione di azioni ordinarie con godimento
regolare del valore nominale unitario di Euro 0,50 cadauna, da offrirsi in opzione ai soci titolari di
azioni ordinarie ed a quelli portatori di azioni di risparmio della società, ai sensi dell’art. 2441 del
Codice Civile,
di conferire al Consiglio di Amministrazione le necessarie facoltà per definire le modalità ed i
termini del predetto aumento di capitale, determinando in particolare, in prossimità dell’inizio
dell’offerta al pubblico e sulla base delle condizioni di mercato allora prevalenti, il prezzo di
sottoscrizione delle azioni (incluso il sovrapprezzo) e, quindi, il numero di azioni da emettere e il
relativo rapporto di assegnazione in opzione.
Il 7 gennaio 2010 il Consiglio di Amministrazione di UniCredit ha approvato i termini e le condizioni
definitivi dell’operazione di aumento di capitale deliberata dall’Assemblea straordinaria dei soci del 16
novembre 2009. A seguito dell’offerta in opzione delle azioni ordinarie di nuova emissione (dall’11
gennaio 2010 al 29 gennaio 2010 in Italia e Germania e dal 14 gennaio 2010 al 29 gennaio 2010 in
Polonia) sono state sono state sottoscritte n. 2.472.338.679 nuove azioni ordinarie UniCredit, pari al
98,23% delle azioni oggetto dell'offerta [e non sono pervenute revoche delle sottoscrizioni con riferimento
all’offerta al pubblico in Polonia e Germania].
43
I diritti non esercitati nel periodo di opzione (n. 297.005.168 validi per la sottoscrizione di 44.550.771
azioni ordinarie UniCredit) sono stati tutti collocati sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito
da Borsa Italiana S.p.A., ai sensi dell'art. 2441, terzo comma, codice civile, per il tramite di UniCredit Bank
AG, Milan Branch, nelle sedute dall’8 al 12 febbraio 2010. In data 24 febbraio 2010 si è quindi
perfezionato l’aumento di capitale deliberato dalla ricordata Assemblea del 16 novembre 2009.
Informativa quantitativa
Adeguatezza patrimoniale
31.12.2009
Categorie/Valori
Importi non
ponderati
31.12.2008
Importi ponderati
/Requisiti
Importi non
ponderati
Importi ponderati
/Requisiti
A. Attività di rischio
A.1 Rischio di credito e di controparte
1. Metodologia standardizzata
487.048.600
221.614.924
632.100.917
269.519.162
2.2 Avanzata
546.498.019
174.989.926
518.250.458
170.499.950
3. Cartolarizzazioni
28.336.474
5.760.929
74.187.689
10.294.419
2. Metodologia basata sui rating interni
2.1 Base
B. Requisiti patrimoniali di vigilanza
B.1 Rischio di credito e di controparte
32.189.262
36.025.082
B.2 Rischi di mercato
1. Metodologia standard
256.024
283.017
2. Modelli interni
463.102
1.335.477
3. Rischio di concentrazione
B.3 Rischio operativo
1. Metodo base
253.423
269.280
2. Metodo standardizzato
1.154.357
1.375.178
3. Metodo avanzato
1.874.899
1.714.534
36.191.067
41.002.568
452.388.342
512.532.105
8,63
6,80
12,02
10,64
B.4 Altri requisiti prudenziali
B.6 Totale requisiti prudenziali
C. Attività di rischio e coefficenti di vigilanza
C.1 Attività di rischio ponderate
C.2 Patrimonio di base/Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio)
C.3 Patrimonio di vigilanza incluso Tier 3/Attività di rischio ponderate
(Total capital ratio)
I coefficienti patrimoniali al 31 dicembre 2008 sono stati ricomputati a seguito dell'attribuzione a patrimonio supplementare della quota di riserva di
traslazione cambi afferente gli investimenti netti esteri.
Requisito patrimoniale per rischio di mercato
31.12.2009
Rischio di posizione
Rischio di regolamento per transazioni DVP
Rischio di cambio
Requisito patrimoniale per rischio di mercato
689.354
31.12.2008
1.573.446
7.997
11.531
21.775
719.126
33.517
1.618.494
44
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 4
Riclassificazione di attività finanziarie
Con il Regolamento n. 1004 del 15 ottobre 2008 la Commissione Europea ha recepito le modifiche allo
IAS 39 ed all’IFRS 7 “Riclassificazione delle attività finanziarie” approvate dallo IASB. Tali modifiche, alla
data di recepimento applicabili retroattivamente a partire dal 1 luglio 2008, permettono, successivamente
all’iscrizione iniziale, la riclassificazione di determinate attività finanziarie fuori dai portafogli “detenute per
la negoziazione” e “disponibili per la vendita”.
In particolare, possono essere riclassificate:
 quelle attività finanziarie detenute per la negoziazione o disponibili per la vendita che avrebbero
soddisfatto la definizione prevista dai principi contabili internazionali per il portafoglio crediti (se
tali attività non fossero state classificate rispettivamente come detenute per la negoziazione o
disponibili per la vendita alla rilevazione iniziale) se l’entità ha l’intenzione e la capacità di
possederle nel prevedibile futuro o fino a scadenza;
 ”solo in rare circostanze” quelle attività finanziarie detenute per la negoziazione che al momento
della loro iscrizione non soddisfacevano la definizione di crediti.
Nelle tabelle seguenti sono riportati, suddivisi in base alle tipologie di strumenti finanziari ed ai portafogli
interessati, il valore di bilancio ed il fair value al 31 dicembre 2009 delle attività oggetto di riclassificazione
nel secondo semestre 2008 e nel primo semestre 2009. Sono inoltre riportate le componenti reddituali
relative a tali attività, sia quelle che si sarebbero registrate se il trasferimento non fosse stato effettuato
che quelle effettivamente registrate, nel conto economico o nel patrimonio netto.
Tali componenti reddituali, al lordo delle imposte, sono ulteriormente distinte tra quelle “valutative”,
comprensive di eventuali rettifiche di valore, e le “altre”, queste ultime comprensive degli interessi e degli
utili/perdite da cessione generati dalle attività trasferite.
L’effetto netto che si sarebbe quindi rilevato a conto economico nel 2009 se non si fosse proceduto alle
riclassificazioni sarebbe stato positivo per 1.574.604 migliaia di Euro, mentre quello effettivamente
rilevato è stato positivo per 580.550 migliaia di Euro.
45
(migliaia di €)
Attività finanziarie riclassificate: valore contabile, fair value ed effetti sulla redditività complessive
Tipologia
strumento
finanziario
(1)
Portafoglio
di
destinazione
(3)
18.554.347
17.235.622
1.053.649
520.449
(64.840)
651.195
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Attività finanziarie
disponibili per la
vendita
117.784
117.784
474
(3.009)
1.054
(3.774)
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Attività finanziarie
detenute sino alla
scadenza
195.811
190.440
(2.808)
6.253
-
7.000
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Crediti verso banche
7.377.433
7.406.792
534.940
97.528
-
129.093
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Crediti verso clientela
10.094.293
8.772.714
542.693
382.177
Attività finanziarie
disponibili per la vendita
Crediti verso banche
311.084
310.921
(465)
13.782
-
13.596
Attività finanziarie
disponibili per la
vendita
Crediti verso clientela
457.942
436.971
(21.185)
23.718
-
21.964
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Attività finanziarie
disponibili per la
vendita
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Attività finanziarie
disponibili per la
vendita
-
-
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Attività finanziarie
detenute sino alla
scadenza
-
-
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Crediti verso banche
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Crediti verso clientela
Attività finanziarie
disponibili per la vendita
Crediti verso banche
Attività finanziarie
disponibili per la
vendita
Crediti verso clientela
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Attività finanziarie
disponibili per la
vendita
B. Titoli di
capitale
C. Finanziamenti
Totale
Valutative
(6)
Altre
(7)
Valutative
(8)
Altre
(9)
(65.894)
483.316
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
(1)
-
-
-
-
-
-
-
-
-
95
1.590.465
D. Quote di
O.I.C.R.
Fair Value
al
31.12.2009
(5)
Componenti
reddituali registrate
nell'esercizio
(ante imposte)
Portafoglio
di
provenienza
(2)
A. Titoli di
debito
Valore
contabile
al 31.12.2009
(4)
Componenti reddituali
in assenza del
trasferimento
(ante imposte)
1.567.699
507
711.018
692.049
6.472
257
-
879.447
875.650
(5.965)
(258)
-
(5.805)
(5.900)
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
20.144.812
18.803.321
1.054.156
520.448
(64.840)
645.390
Si precisa che i titoli di debito riclassificati nel portafoglio crediti verso clientela comprendono prodotti
strutturati di credito (diversi dai contratti derivati e dagli strumenti finanziari contenenti derivati incorporati)
per un valore di bilancio a fine esercizio di 7.412.829 migliaia di Euro.
46
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 4
Inoltre, per le attività riclassificate nel primo semestre 2009, costituite prevalentemente da Obbligazioni
Bancarie Garantite (Covered Bonds e Pfandbriefe) ed in misura minore da obbligazioni garantite dal
settore pubblico, aventi complessivamente un valore di bilancio a fine esercizio di 7.743.979 migliaia di
Euro, la tabella seguente riporta le plus/minusvalenze, al lordo delle imposte, imputate rispettivamente nel
conto economico o nel patrimonio netto dell’esercizio 2009 e di quello precedente fino al momento del
trasferimento.
(migliaia di €)
Attività finanziarie riclassificate: effetti sulla redditività complessiva prima del trasferimento
Tipologia
strumento
finanziario
(1)
Portafoglio
di
provenienza
(2)
Portafoglio
di
destinazione
(3)
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Attività finanziarie
disponibili per la
vendita
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Attività finanziarie
detenute sino alla
scadenza
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Crediti verso banche
(18.106)
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Crediti verso clientela
40.553
Attività finanziarie
disponibili per la
vendita
Crediti verso banche
-
Attività finanziarie
disponibili per la
vendita
Crediti verso clientela
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Attività finanziarie
disponibili per la
vendita
A. Titoli di
debito
B. Titoli di
capitale
C. Finanziamenti
2009
(4)
Plus/Minusvalenze
nel patrimonio netto
(ante imposte)
2008
(5)
2009
(6)
22.639
44.504
192
(718)
2008
(7)
-
(27.398)
X
X
X
X
45.368
X
X
(146)
X
X
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
(27.398)
-
-
X
X
-
-
-
-
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Attività finanziarie
disponibili per la
vendita
-
-
X
X
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Attività finanziarie
detenute sino alla
scadenza
-
-
X
X
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Crediti verso banche
-
-
X
X
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Crediti verso clientela
-
-
X
X
Attività finanziarie
disponibili per la
vendita
Crediti verso banche
-
-
-
-
Attività finanziarie
disponibili per la
vendita
Crediti verso clientela
-
-
-
-
-
-
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Attività finanziarie
disponibili per la
vendita
D. Quote di
O.I.C.R
Totale
47
Plus/Minusvalenze
in conto economico
(ante imposte)
22.639
44.504
X
-
X
(27.398)
Trasferimento di attività finanziarie detenute per la negoziazione
Nel corso del secondo semestre 2008 e del primo semestre 2009 in applicazione della previsione dell’ art.
2 del citato Reg. CE 1004/2008 secondo il quale “l’attuale crisi finanziaria è considerata come una di tali
circostanze rare che possono giustificare l’ uso di questa possibilità [di riclassificazione] da parte delle
società”, il Gruppo ha proceduto a riclassificare attività finanziarie detenute per la negoziazione costituite
da prodotti strutturati di credito (non derivati) ed altri titoli di debito emessi da Stati, enti pubblici, imprese
ed istituzioni finanziarie ed Obbligazioni Bancarie Garantite (Covered Bonds e Pfandbriefe), diverse dai
contratti derivati e dagli strumenti finanziari contenenti derivati incorporati, per un valore di bilancio al 31
dicembre 2009 di 19.375.786 migliaia di Euro.
Tasso di interesse effettivo e flussi finanziari attesi dalle attività riclassificate
I flussi finanziari attesi fino alla scadenza alla data di riclassifica delle attività riclassificate nel corso del
2009 ammontavano complessivamente a 9.605.840 migliaia di Euro, con un tasso di interesse effettivo
medio implicito pari al 2,4%.
48
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 5
Tavola 5 – Rischio di credito: informazioni
generali riguardanti tutte le banche
Informativa qualitativa
Definizioni di esposizioni deteriorate
Le esposizioni deteriorate sono suddivise nelle seguenti categorie:




sofferenze - individuano l’area dei crediti formalmente deteriorati, costituiti dall’esposizione verso
clienti che versano in uno stato di insolvenza anche non accertato giudizialmente o in situazioni
equiparabili. La valutazione avviene generalmente su base analitica ovvero, in caso di importi non
significativi singolarmente, su base forfetaria per tipologie di esposizioni omogenee;
incagli - definiscono quell’area creditizia in cui ricadono i rapporti verso soggetti che si trovano in
temporanea difficoltà, che si prevede possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo. Tra
gli incagli sono incluse inoltre le esposizioni, non classificate in sofferenza e concesse a soggetti
diversi dalle amministrazioni pubbliche, per le quali risultino soddisfatte entrambe le seguenti
condizioni:
- siano scadute e non pagate in via continuativa da oltre 270 giorni (ovvero da oltre 150 o
180 giorni per le esposizioni di credito al consumo rispettivamente di durata originaria
inferiore o pari e superiore a 36 mesi);
- l’importo complessivo delle esposizioni di cui al punto precedente e delle altre quote
scadute da meno di 270 giorni verso il medesimo debitore, sia almeno pari al 10%
dell’intera esposizione verso tale debitore.
Gli incagli sono valutati analiticamente quando particolari elementi lo consiglino ovvero applicando
analiticamente percentuali determinate in modo forfetario su basi storico/statistiche nei restanti
casi;
esposizioni ristrutturate - rappresentano le esposizioni nei confronti di controparti con le quali
sono stati conclusi accordi che prevedono la concessione di una moratoria al pagamento del
debito e la contemporanea rinegoziazione delle condizioni a tassi inferiori a quelli di mercato, la
conversione di parte dei prestiti in azioni e/o eventuali sacrifici in linea capitale: sono valutati
analiticamente, ricomprendendo nelle svalutazioni l’onere attualizzato riveniente dall’eventuale
rinegoziazione del tasso a condizioni inferiori al tasso contrattuale originario;
esposizioni scadute - rappresentano l’intera esposizione nei confronti di controparti, diverse da
quelle classificate nelle precedenti categorie, che alla data di riferimento presentano crediti
scaduti o sconfinanti da oltre 90 giorni. Per i crediti al dettaglio, quelli verso enti del settore
pubblico e quelli verso imprese, in caso di soggetti residenti o aventi sede in Italia, si considerano
deteriorate le esposizioni scadute o sconfinanti da oltre 180 anziché 90 giorni. L’esposizione
complessiva viene rilevata qualora, alla data di riferimento:
- la quota scaduta e/o sconfinante,
oppure:
- la media delle quote scadute e/o sconfinanti, rilevate su base giornaliera nell’ultimo
trimestre precedente, sia pari o superiore al 5% dell’esposizione stessa.
Le esposizioni scadute sono valutate in modo forfetario su basi storico/statistiche, applicando
laddove disponibile la rischiosità rilevata dall’appropriato fattore di rischio utilizzato ai fini di
Basilea 2 (“perdita in caso di inadempienza” - Loss Given Default).
La valutazione collettiva riguarda portafogli di attività per i quali, seppur non siano stati riscontrati
singolarmente elementi oggettivi di perdita, è loro attribuibile una perdita latente misurabile anche
tenendo conto dei fattori di rischio utilizzati ai fini dei requisiti di Basilea 2.
49
Descrizione delle metodologie adottate per determinare le
rettifiche di valore
I crediti sono costituiti da attività finanziarie non derivate verso clientela e verso banche, con pagamenti
fissi o determinabili e che non sono quotate in un mercato attivo. I crediti sono iscritti alla data di
sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione alla controparte.
Tali voci comprendono anche titoli di debito aventi le medesime caratteristiche od oggetto di
riclassificazione di portafoglio secondo le regole previste dallo IAS 39 e i valori netti riferiti alle operazioni
di leasing finanziario di beni “in costruendo” e di beni in attesa di locazione finanziaria, i cui contratti
abbiano le caratteristiche di “contratti con trasferimento dei rischi”.
Dopo l’iniziale rilevazione al fair value, che di norma corrisponde al corrispettivo pagato comprensivo dei
costi e ricavi di transazione che sono direttamente attribuibili all’acquisizione o all’erogazione dell’attività
finanziaria (ancorché non ancora regolati), i crediti sono valutati al costo ammortizzato, utilizzando il
criterio dell’interesse effettivo, eventualmente rettificato al fine di tener conto di riduzioni/riprese di valore
risultanti dal processo di valutazione.
Gli utili (o le perdite) su crediti, ove non coperti, sono rilevati nel conto economico:
 quando l’attività finanziaria in questione è eliminata, alla voce 100.a) “Utili (perdite) da cessione di
crediti”;
ovvero:
 quando l’attività finanziaria ha subito una riduzione di valore, alla voce 130.a) “Rettifiche di valore
nette per deterioramento di crediti”.
Gli interessi sui crediti erogati sono classificati alla voce 10. “Interessi attivi e proventi assimilati” e sono
iscritti in base al principio della competenza temporale.
Gli interessi di mora sono contabilizzati a conto economico al momento dell’eventuale incasso.
Un credito è considerato deteriorato quando si ritiene che, probabilmente, non si sarà in grado di
recuperarne l’intero ammontare, sulla base delle condizioni contrattuali originarie, o un valore
equivalente.
I criteri per la determinazione delle svalutazioni da apportare ai crediti si basano sull’attualizzazione dei
flussi finanziari netti attesi per capitale ed interessi; ai fini della determinazione del valore attuale dei
flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati dall’individuazione degli incassi stimati, delle relative
scadenze e del tasso di attualizzazione da applicare.
L’importo della perdita, infatti, per le esposizioni deteriorate classificate come sofferenze, incagli e
ristrutturate, secondo le categorie più avanti specificate, è ottenuto come differenza tra il valore di
iscrizione e il valore attuale degli stimati flussi di cassa, scontati al tasso di interesse originario dell’attività
finanziaria.
Sia nel primo esercizio di passaggio all’applicazione degli IAS/IFRS (2005) sia successivamente, nei casi
in cui il tasso di interesse originario di un’attività finanziaria oggetto di attualizzazione non sia reperibile,
oppure il suo reperimento sarebbe eccessivamente oneroso, si è applicato il tasso medio rilevato sulle
posizioni aventi caratteristiche simili ma non deteriorate nell’anno in cui si è verificato il deterioramento
originario dell’attività considerata. Per tutte le posizioni a tasso fisso il tasso così determinato è mantenuto
costante anche negli esercizi seguenti.
I tempi di recupero, inoltre, sono stimati sulla base delle scadenze eventualmente concordate con i
debitori ovvero di business plan o di previsioni ragionevoli, basati sull’esperienza storica dei recuperi
osservati per classi omogenee di finanziamenti, tenuto conto della forma tecnica, della localizzazione
geografica, della tipologia di garanzia e di altri eventuali fattori ritenuti rilevanti.
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
50
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 5
I crediti sono sottoposti ad una ricognizione volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di
eventi occorsi dopo la loro iscrizione, mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore. Tali
crediti problematici sono rivisti ed analizzati periodicamente, almeno una volta all’anno. Ogni
cambiamento successivo nell’importo o nelle scadenze dei flussi di cassa attesi, che produca una
variazione negativa rispetto alle stime iniziali, determina la rilevazione di una rettifica di valore alla voce di
conto economico 130.a) “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti”.
Le rettifiche di valore su esposizioni deteriorate sono classificate come specifiche nella citata voce di
conto economico anche quando la metodologia di calcolo è di tipo forfetario/statistico, secondo quanto
più avanti precisato.
Qualora la qualità del credito deteriorato risulti migliorata ed esista una ragionevole certezza del recupero
tempestivo del capitale e degli interessi, concordemente ai termini contrattuali originari, viene appostata
alla medesima voce di conto economico una ripresa di valore, nel limite massimo del costo ammortizzato
che si sarebbe avuto in assenza di precedenti svalutazioni.
L’eliminazione integrale di un credito è effettuata quando lo stesso è considerato irrecuperabile o è
stralciato nella sua interezza. Le cancellazioni sono imputate direttamente alla voce 130.a)
“Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti” di conto economico e sono rilevate in
riduzione della quota capitale del credito. Recuperi di parte o di interi importi precedentemente svalutati
sono iscritti alla medesima voce.
Le rinegoziazioni di crediti finanziari che prevedano la loro cancellazione in cambio di azioni attraverso
operazioni di debt/equity swap comportano, nell'intervallo temporale precedente all’esecuzione dello
scambio, la valutazione dei crediti in oggetto in funzione degli accordi di conversione stipulati alla data di
redazione del bilancio.
Le eventuali differenze negative tra il valore dei crediti ed il fair value delle azioni è rilevato a conto
economico tra le rettifiche di valore.
51
Informativa quantitativa
Rischio di credito di controparte
Consistenze al 31.12.2009
RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE
Importi non
ponderati
Importi ponderati
Consistenze al 31.12.2008
Requisito
Importi non
ponderati
Importi ponderati
Requisito
A. RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE
A.1 METODOLOGIA STANDARDIZZATA - ATTIVITA' DI RISCHIO
A.1.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e
banche centrali
487.048.600
87.008.339
4.610.192
368.815
97.575.662
4.818.601
385.488
A.1.2. Esposizioni verso o garantite da enti territoriali
A.1.3. Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo di lucro
ed enti del settore pubblico
A.1.4. Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali
di sviluppo
38.983.968
1.673.962
133.917
36.036.969
1.313.288
105.063
12.939.544
2.769.677
221.574
12.224.322
2.608.825
208.706
335.869
1.300
104
534.326
12.976
1.038
-
170.160
-
A.1.5. Esposizioni verso o garantite da organizzazioni internazionali
A.1.6. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati
A.1.7. Esposizioni verso o garantite da imprese
-
221.614.924
-
17.729.194
632.100.917
269.519.162
21.561.533
-
30.735.766
5.949.062
475.925
82.646.152
10.643.128
851.450
174.920.562
125.560.559
10.044.845
228.385.740
156.814.603
12.545.168
A.1.8. Esposizioni al dettaglio
64.838.625
32.050.534
2.564.043
76.131.999
37.206.750
2.976.540
A.1.9. Esposizioni garantite da immobili
32.473.740
16.039.700
1.283.176
50.525.594
22.141.817
1.771.345
A.1.10. Esposizioni scadute
8.826.877
10.205.254
816.420
8.337.504
8.790.170
703.214
A.1.11. Esposizioni ad alto rischio
1.688.822
1.835.594
146.847
1.696.716
1.897.476
151.798
A.1.12. Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite
1.893.095
504.092
40.327
2.115.995
229.131
18.330
A.1.13. Esposizioni a breve termine verso imprese
A.1.14. Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del
risparmio (OICR)
829.946
534.070
42.726
2.099.346
1.387.935
111.035
A.1.15. Altre esposizioni
A.2 METODOLOGIA BASATA SUI RATING INTERNI - ATTIVITA' DI
RISCHIO
A.2.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e
banche centrali
A.2.2. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati, enti pubblici e
territoriali e altri soggetti
A.2.3. Esposizioni verso o garantite da imprese
A.2.4. Esposizioni al dettaglio garantite da immobili residenziali
A.2.5. Esposizioni rotative al dettaglio qualificate
A.2.6. Altre esposizioni al dettaglio
A.2.7. Crediti commerciali acquistati - rischio di diluizione
3.570.986
3.465.077
277.206
1.464.702
1.007.242
80.579
28.002.461
16.415.851
1.313.268
32.155.730
20.647.220
1.651.778
546.020.042
173.929.583
13.914.367
517.062.654
167.797.949
13.423.836
2.727.984
213.731
17.098
4.872.741
249.776
19.982
90.275.560
16.167.525
1.293.402
106.906.137
22.695.002
1.815.600
292.242.903
120.300.906
9.624.072
278.413.317
113.859.554
9.108.764
95.049.224
16.704.196
1.336.336
73.394.377
12.758.664
1.020.693
6.772.938
1.699.760
135.981
7.323.499
1.949.432
155.955
51.432.360
14.271.352
1.141.708
40.085.295
12.806.003
1.024.480
-
-
-
-
-
-
A.2.8. Altre attività
2.903.056
1.446.529
115.722
2.081.864
1.016.316
81.305
A.2.9. Finanziamenti specializzati - slotting criteria
4.543.952
3.053.519
244.282
3.985.424
2.463.202
197.056
A.2.10. Trattamento alternativo delle ipoteche immobiliari
A.2.11. Rischio di regolamento: esposizioni per transazioni non DVP con
fattori di ponderazione regolamentari
A.3 METODOLOGIA BASATA SUI RATING INTERNI - ESPOSIZIONI IN
STRUMENTI DI CAPITALE
-
-
72.065
72.065
5.765
-
-
-
-
-
-
477.977
1.060.342
84.827
1.187.804
2.702.001
216.160
A.3.1. Metodo PD/LGD: Attività di rischio
107.682
311.374
24.910
247.009
122.291
9.783
A.3.2. Metodo della ponderazione semplice: Attività di rischio
- Strumenti di private equity detenuti in forma sufficientemente
diversificata
344.826
655.167
52.413
- Strumenti di capitale quotati sui mercati regolamentati
- Altri strumenti di capitale
A.3.3. Metodo dei modelli interni: Attività di rischio
500.684
951.300
76.104
545
1.580
126
0
0
0
24.924
-
92.221
-
7.378
-
440.111
-
1.628.410
-
130.273
-
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
52
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 5
Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso banche
Consistenze al 31.12.2009
Esposizioni per cassa
Tipologia di esposizione/Portafoglio
contabile
Attività finanziarie di negoziazione
Esposizione
lorda
Esposizione
media
Attività finanziarie valutate al fair
value
Esposizione
lorda
Esposizione
media
Attività finanziarie disponibili
per la vendita
Esposizione
lorda
Esposizione
media
Attività finanziarie detenute fino
alla scadenza
Esposizione
lorda
Esposizione
media
Attività non correnti e gruppi
di attività in via di
dismissione
Crediti verso banche
Esposizione
lorda
Esposizione
media
Esposizione
lorda
Esposizione
media
Esposizioni fuori bilancio
Esposizione
lorda
Esposizione
media
A. Esposizioni per cassa
a) Sofferenze
-
b) Incagli
-
43
-
-
-
-
-
5.478
-
44.402
-
-
422.483
396.677
-
-
-
-
727
-
-
43.321
51.101
-
-
-
-
c) Esposizioni ristrutturate
-
-
-
-
-
-
-
-
274.954
217.451
-
-
-
-
d) Esposizioni scadute
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
e) Altre attività
Totale A
17.427.736
24.078.770
4.719.880
4.594.151
4.727.399
5.808.598
1.736.201
3.956.646
78.054.983
83.775.085
-
333.251
-
-
17.427.736
24.078.813
4.719.880
4.594.151
4.732.877
5.853.727
1.736.201
3.956.646
78.795.741
84.440.314
-
333.251
-
-
B. Esposizioni fuori bilancio
a) Deteriorate
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
12.794
25.180
b) Altre
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
104.783.155
156.380.504
Totale B
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
TOTALE A+B al 31.12.2009
17.427.736
24.078.813
4.719.880
4.594.151
4.732.877
5.853.727
1.736.201
3.956.646
78.795.741
84.440.314
TOTALE al 31.12.2008
35.983.680
48.469.837
4.580.118
6.824.396
6.410.287
7.350.538
5.069.955
3.066.758
81.139.335
100.751.575
53
-
-
8
104.795.949
156.405.684
333.251
104.795.949
156.405.684
397.565
225.295.046
171.368.182
Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso clientela
Consistenze al 31.12.2009
Esposizioni per cassa
Tipologia di esposizione/Portafoglio
contabile
Attività finanziarie di negoziazione
Esposizione
lorda
Esposizione
media
Attività finanziarie valutate al fair
value
Esposizione
lorda
Esposizione
media
Attività finanziarie disponibili per la
vendita
Esposizione
lorda
Esposizione media
Attività finanziarie detenute fino alla
scadenza
Esposizione
lorda
Attività non correnti e gruppi
di attività in via di
dismissione
Crediti verso clientela
Esposizione media Esposizione lorda
Esposizione
media
Esposizione
lorda
Esposizioni fuori bilancio
Esposizione
Esposizione lorda Esposizione media
media
A. Esposizioni per cassa
a) Sofferenze
-
882
b) Incagli
-
-
c) Esposizioni ristrutturate
-
-
-
-
872
d) Esposizioni scadute
353
144
-
-
2.219
35.623.539
40.894.177
9.301.410
10.207.770
33.957.290
25.951.266
35.623.892
40.895.203
9.338.912
10.220.271
34.056.910
26.414.124
e) Altre attività
Totale A
37.502
12.501
96.529
-
-
-
435.345
47.813
38.368
32.648.558
30.707.070
102.400
94.223
-
-
-
-
16.430.334
12.292.007
53.026
46.135
-
-
885
-
-
22.545
-
4.083
4.435.787
3.528.418
8
-
-
23
3.931.819
3.023.922
2.085
-
12.411
-
-
8.783.605
9.890.083
537.069.551
561.981.719
430.125
992.013
-
-
8.831.418
9.928.474
594.516.049
611.533.136
587.636
1.144.790
-
-
B. Esposizioni fuori bilancio
a) Deteriorate
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
2.082.886
1.971.515
b) Altre
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
193.056.486
206.566.419
-
195.139.372
208.537.934
Totale B
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
TOTALE A+B al 31.12.2009
35.623.892
40.895.203
9.338.912
10.220.271
34.056.910
26.414.124
8.831.418
9.928.474
594.516.049
611.533.136
587.636
1.144.790
195.139.372
208.537.934
TOTALE al 31.12.2008
47.696.535
68.947.296
10.867.305
8.541.672
21.904.877
23.956.129
11.659.474
10.260.326
631.849.285
617.783.428
966.744
2.641.547
221.930.640
224.762.027
54
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 5
Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche
Consistenze al 31.12.2009
Tipologia di esposizione/Aree
geografiche
Italia
Altri Paesi Europei
America
Asia
Resto del mondo
Esposizione lorda
Esposizione netta
Esposizione lorda
Esposizione netta
Esposizione lorda
Esposizione netta
Esposizione lorda
Esposizione netta
Esposizione lorda
Esposizione netta
a) Sofferenze
918
918
216.513
74.504
122.153
49.623
69.977
40.213
18.400
10.438
b) Incagli
395
384
9.187
2.267
7.238
3.238
5.447
4.109
21.054
21.054
A. Esposizioni per cassa
c) Esposizioni ristrutturate
-
-
24.938
5.238
-
-
250.016
235.917
-
-
d) Esposizioni scadute
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
e) Altre esposizioni
12.960.347
12.950.628
82.460.215
82.438.479
5.862.122
5.859.747
2.251.292
2.248.825
3.132.223
3.132.141
12.961.660
12.951.930
82.710.853
82.520.488
5.991.513
5.912.608
2.576.732
2.529.064
3.171.677
3.163.633
a) Sofferenze
1
1
201
11
-
-
-
-
-
-
b) Incagli
-
-
781
781
-
-
-
-
-
-
232
232
-
-
-
-
11.579
11.579
-
4.167.191
4.167.123
90.838.054
90.832.073
5.574.530
5.574.338
1.766.815
1.766.241
2.436.565
Totale A
B. Esposizioni fuori bilancio
c) Altre attività deteriorate
d) Altre esposizioni
Totale B
2.435.883
4.167.424
4.167.356
90.839.036
90.832.865
5.574.530
5.574.338
1.778.394
1.777.820
2.436.565
Totale A+B al 31.12.2009
17.129.084
17.119.286
173.549.889
173.353.353
11.566.043
11.486.946
4.355.126
4.306.884
5.608.242
5.599.516
Totale al 31.12.2008
26.756.195
26.751.038
226.504.946
226.410.385
16.485.454
16.356.858
8.059.220
8.054.722
8.350.680
8.296.933
55
2.435.883
Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela
Consistenze al 31.12.2009
Tipologia di esposizione/Aree geografiche
Italia
Esposizione lorda
Altri Paesi Europei
America
Asia
Resto del mondo
Esposizione netta
Esposizione lorda
Esposizione netta
Esposizione lorda
Esposizione netta
Esposizione lorda
Esposizione netta
Esposizione lorda
Esposizione netta
185.911
A. Esposizioni per cassa
a) Sofferenze
19.379.116
7.116.733
11.524.643
4.601.333
366.313
216.314
1.030.272
560.591
632.458
b) Incagli
11.517.405
8.191.725
3.998.631
2.821.896
20.656
15.522
848.887
524.987
97.781
38.494
2.110.837
2.029.320
1.923.405
1.081.662
189.991
119.541
8.976
-
203.450
75.827
c) Esposizioni ristrutturate
d) Esposizioni scadute
3.460.893
3.119.080
420.773
337.913
13.121
9.676
4.012
3.320
37.677
36.391
278.594.739
277.087.554
313.818.572
312.534.579
12.572.100
12.528.546
6.972.281
6.868.151
13.207.828
13.047.362
315.062.990
297.544.412
331.686.024
321.377.383
13.162.181
12.889.599
8.864.428
7.957.049
14.179.194
13.383.985
a) Sofferenze
282.529
253.305
515.842
376.290
5.081
4.977
94.835
88.456
-
-
b) Incagli
495.351
483.279
75.194
43.927
9.927
8.553
3.595
3.135
-
-
e) Altre esposizioni
Totale A
B. Esposizioni fuori bilancio
c) Altre attività deteriorate
d) Altre esposizioni
Totale B
352.658
351.382
186.181
64.396
8.658
3.687
155
92
52.880
7.701
57.469.743
56.920.397
121.957.584
121.906.333
8.844.444
8.842.426
3.329.765
3.327.598
1.454.950
1.454.169
58.600.281
58.008.363
122.734.801
122.390.946
8.868.110
8.859.643
3.428.350
3.419.281
1.507.830
1.461.870
Totale A+B al 31.12.2009
373.663.271
355.552.775
454.420.825
443.768.329
22.030.291
21.749.242
12.292.778
11.376.330
15.687.024
14.845.855
Totale al 31.12.2008
368.739.964
354.165.574
519.968.502
510.464.273
37.449.256
37.066.676
18.197.190
17.506.425
16.699.113
16.381.464
56
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 5
Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela (prima parte)
Consistenze al 31.12.2009
Governi
Tipologia di esposizione/Aree
controparti
Altri Enti Pubblici
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
lorda
Esposizione
netta
Esposizione
lorda
Rettifiche di
valore
complessive
Società finanziarie
Esposizione
netta
Esposizione
lorda
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
A. Esposizioni per cassa
a) Sofferenze
6.645
1.609
5.036
71.199
44.407
26.792
1.304.291
730.279
574.012
-
-
-
135.600
52.678
82.922
195.832
42.887
152.945
c) Esposizioni ristrutturate
872
467
405
67
1
66
216.767
122.744
94.023
d) Esposizioni scadute
704
138
566
3.932
1.488
2.444
105.015
14.088
90.927
57.091.503
66.934
57.024.569
25.872.131
17.029
25.855.102
65.172.496
301.650
64.870.846
57.099.724
69.148
57.030.576
26.082.929
115.603
25.967.326
66.994.401
1.211.648
65.782.753
a) Sofferenze
-
-
-
40
-
40
29.803
4.207
25.596
b) Incagli
-
-
-
22.848
1.675
21.173
28.118
16
28.102
c) Altre attività deteriorate
-
-
-
3.871
121
3.750
3.333
-
3.333
5.166.803
762
5.166.041
9.546.786
1.213
9.545.573
40.428.841
540.324
39.888.517
b) Incagli
e) Altre esposizioni
Totale A
B. Esposizioni fuori bilancio
d) Altre esposizioni
Totale B
5.166.803
762
5.166.041
9.573.545
3.009
9.570.536
40.490.095
544.547
39.945.548
TOTALE A+B 31.12.2009
62.266.527
69.910
62.196.617
35.656.474
118.612
35.537.862
107.484.496
1.756.195
105.728.301
TOTALE 31.12.2008
58.937.682
56.809
58.880.873
28.441.913
112.318
28.329.595
119.634.879
752.022
118.882.857
57
Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela (seconda parte)
Consistenze al 31.12.2009
Imprese di assicurazione
Tipologia di esposizione/Aree
controparti
Esposizione
lorda
Rettifiche di
valore
complessive
Altri soggetti
Imprese non finanziarie
Esposizione
netta
Esposizione
lorda
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
Esposizione
lorda
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
A. Esposizioni per cassa
a) Sofferenze
b) Incagli
c) Esposizioni ristrutturate
d) Esposizioni scadute
e) Altre esposizioni
Totale A
40.490
20.989
19.501
21.679.329
13.373.378
8.305.951
9.830.848
6.081.258
3.749.590
5.401
1.693
3.708
10.603.557
3.019.146
7.584.411
5.542.970
1.774.332
3.768.638
17.800
357
17.443
4.106.536
986.564
3.119.972
94.617
20.176
74.441
5.830
333
5.497
3.120.669
258.917
2.861.752
700.326
155.132
545.194
2.282.489
4.896
2.277.593
312.471.338
1.789.516
310.681.822
162.275.563
919.303
161.356.260
2.352.010
28.268
2.323.742
351.981.429
19.427.521
332.553.908
178.444.324
8.950.201
169.494.123
B. Esposizioni fuori bilancio
a) Sofferenze
265
73
192
829.262
164.192
665.070
48.925
11.131
37.794
b) Incagli
11
6
5
513.296
32.363
480.933
9.910
932
8.978
c) Altre attività deteriorate
16
4
12
591.065
178.143
412.922
2.123
843
1.280
2.155.272
263
2.155.009
121.394.058
55.339
121.338.719
14.364.726
7.662
14.357.064
d) Altre esposizioni
Totale B
2.155.564
346
2.155.218
123.327.681
430.037
122.897.644
14.425.684
20.568
14.405.116
TOTALE A+B 31.12.2009
4.507.574
28.614
4.478.960
475.309.110
19.857.558
455.451.552
192.870.008
8.970.769
183.899.239
TOTALE 31.12.2008
3.780.075
37.185
3.742.890
530.674.493
15.867.150
219.584.983
8.644.129
210.940.854
514.807.343
58
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 5
Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività finanziarie
Consistenze al 31.12.2009
Da oltre 1
giorno a 7
giorni
Categorie/Scaglioni temporali
A vista
Da oltre 7
giorni a 15
giorni
Da oltre 15 Da oltre 1 mese Da oltre 3 mesi Da oltre 6 mesi Da oltre 1 anno
giorni a 1 mese
a 3 mesi
a 6 mesi
fino a 1 anno
fino a 5 anni
Durata
Indeterminata
Oltre 5 anni
Attività per cassa
107.987.878
30.916.397
14.478.672
34.944.772
49.277.043
39.403.434
55.815.308
194.222.306
200.809.160
a) Titoli di stato
215.945
717.416
1.337.125
50.581
1.466.481
5.880.254
8.768.064
20.781.624
15.817.883
43.901.438
3.424
b) Titoli di debito altri
254.588
65.437
1.722.967
1.519.890
3.503.524
2.952.650
4.597.619
27.416.233
27.003.114
7.887.316
205.665
30.115
-
62
5
62
125
261.913
136.384
4.467.779
107.311.680
30.103.429
11.418.580
33.374.239
44.307.033
30.570.468
42.449.500
145.762.536
157.851.779
31.542.919
- Banche
30.492.231
11.206.901
4.008.029
6.740.011
11.344.247
2.499.192
4.173.577
1.558.467
1.526.310
3.334.576
- Clientela
76.819.449
18.896.528
7.410.551
26.634.228
32.962.786
28.071.276
38.275.923
144.204.069
156.325.469
28.208.343
- posizioni lunghe
210.081
29.759.489
14.233.147
14.580.110
32.073.057
12.437.258
5.478.208
23.791.950
5.519.155
2
- posizioni corte
209.983
32.319.392
12.206.275
14.541.348
34.338.471
8.967.166
5.662.425
24.830.775
6.369.364
1
- posizioni lunghe
84.333.638
1.962.633
3.062.563
5.261.826
7.037.954
4.746.851
9.881.770
18.198.721
12.275.169
566
- posizioni corte
94.737.548
1.994.724
2.953.891
5.212.538
6.626.697
4.090.383
8.884.407
15.098.418
9.742.550
566
767.624
1.202.896
-
198
1.149
51.064
1.337
212
-
-
896
1.433.678
22.538
144.203
290.133
109.892
22.929
212
-
-
- posizioni lunghe
11.969.420
12.207.243
749.792
5.276.974
5.005.604
3.751.404
15.838.203
29.024.430
9.804.348
4.868.226
- posizioni corte
40.063.299
2.761.306
449.467
3.771.281
2.113.385
2.879.501
14.178.694
19.259.582
3.992.266
4.583.831
2.636.825
23.902
79.420
96.180
206.635
335.655
509.259
1.425.560
448.069
3.163.232
c) Quote O.I.C.R.
d) Finanziamenti
Operazioni fuori bilancio
a) Derivati finanziari con scambio di capitale
b) Derivati finanziari senza scambio di
capitale
c) Depositi e finanziamenti da ricevere
- posizioni lunghe
- posizioni corte
d) Impegni irrevocabili ad erogare fondi
e) Garanzie finanziarie rilasciate
59
Esposizione per cassa: dinamica delle rettifiche di valore complessive
Consistenze al 31.12.2009
Esposizioni verso banche
Esposizioni verso clientela
Causali/Categorie
Sofferenze
Esposizioni
ristrutturate
Incagli
Esposizioni
scadute
Totale
Sofferenze
Incagli
Esposizioni
ristrutturate
Esposizioni
scadute
A. Rettifiche complessive iniziali
284.165
40.448
117.065
-
441.678
18.380.721
2.778.937
593.218
284.577
B. Variazioni in aumento
207.503
12.681
33.799
-
253.983
7.496.398
4.149.962
1.092.502
555.369
B.1 Rettifiche di valore
48.922
B.2 Trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate
B.3 Altre variazioni in aumento
C.1 Riprese di valore da valutazione
C.2 Riprese di valore da incasso
C.3 Cancellazioni
C.4 Trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate
C.5 Altre variazioni in diminuzione
D. Rettifiche complessive finali
33.799
-
92.744
6.272.303
3.211.261
413.759
332.602
22.037.453
13.294.231
10.229.925
155.415
920
-
-
156.335
1.087.865
596.183
135.555
22.034
1.841.637
3.166
1.738
-
-
4.904
136.230
342.518
543.188
200.733
1.222.669
397.328
5.625.199
2.038.163
555.411
409.850
726.076
348.287
69.388
47.068
1.190.819
1.062.533
239.403
C. Variazioni in diminuzione
10.023
Totale
40.860
117.065
-
142
-
-
-
142
8.628.623
42.476
753
-
-
43.229
791.055
151.029
107.093
13.356
127.307
15
-
-
127.322
2.469.580
239.049
85.573
2.408
2.796.610
921
38.349
117.065
-
156.335
266.703
1.089.477
211.010
274.447
1.841.637
-
-
68.557
1.743
252.265
12.269
33.799
-
70.300
1.371.785
210.321
82.347
72.571
1.737.024
298.333
20.251.920
4.890.736
1.130.309
430.096
26.703.061
Le rettifiche nette di valore, comprensive di quelle relative alle “Altre esposizioni”, imputate al conto Economico nel semestre ammontano a:
- Crediti verso banche
69.387
- Crediti verso clientela
7.988.815
60
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
Tavola 6 - Rischio di credito:
informazioni relative ai portafogli
assoggettati al metodo standardizzato
e alle esposizioni creditizie
specializzate e in strumenti di capitale
nell’ambito dei metodi IRB
Informativa qualitativa
Rischio di credito – metodologia standardizzata
Elenco delle ECAI (Agenzia esterna per la valutazione del merito di credito - External Credit
Assessment Institution) ed ECA (Agenzia per il credito all’esportazione - Export Credit Agency)
utilizzate nella metodologia standardizzata e dei portafogli in cui sono applicati i rating delle stesse.
Rischio di credito
(1)
Portafogli
ECA / ECAI
Caratteristiche
del rating
Esposizioni verso
amministrazioni centrali e
banche centrali
Esposizioni verso
organizzazioni
internazionali
Esposizioni verso banche
multilaterali di sviluppo
Esposizioni verso imprese
ed altri soggetti
Esposizioni verso organismi
di investimento collettivo
del risparmio (OICR)
- Fitch Ratings;
- Moody's Investor Services;
- Standard and Poor's Rating
Services
Solicited e unsolicited
(1)


61
solicited rating: il rating rilasciato sulla base di una richiesta del soggetto valutato e verso un corrispettivo. Sono equiparati
ai solicited rating i rating rilasciati in assenza di richiesta qualora precedentemente il soggetto abbia ottenuto un solicited
rating dalla medesima ECAI;
unsolicited rating: il rating rilasciato in assenza di richiesta del soggetto valutato e di corresponsione di un corrispettivo.
Cartolarizzazioni
Portafogli
ECA / ECAI
Posizioni verso le
cartolarizzazioni aventi un
rating a breve termine
Posizioni verso le
cartolarizzazioni diverse da
quelle aventi un rating a
breve termine
- Fitch Ratings;
- Moody's Investor Services;
- Standard and Poor's Rating
Services
Informativa quantitativa
Finanziamenti specializzati - slotting criteria
Valore dell'esposizione al 31.12.2009
Durata residua/Giudizio
Categorie regolamentari
1 - forte
2 - buono
3 - sufficiente
4 - debole
5 - default
Durata residua inferiore a 2,5 anni
64.834
730.331
30.185
354
Durata residua pari o superiore a 2,5 anni
456.716
2.189.061
218.724
82.343
146.000
625.404
Totale finanziamenti specializzati al 31.12.2009
521.550
2.919.392
248.909
82.697
771.404
Totale finanziamenti specializzati al 31.12.2008
520.468
2.443.646
258.577
14.607
748.126
Strumenti di capitale - metodo della ponderazione semplice
Categorie
Ponderazioni
Valore
dell'esposizione al
31.12.2009
Valore
dell'esposizione al
31.12.2008
Strumenti di private equity detenuti informa sufficientemente diversificata
190%
344.826
Strumenti di capitale quotati sui mercati regolamentati
290%
545
0
Altri strumenti di capitale
Totale strumenti di capitale
370%
24.924
370.295
440.111
940.795
500.684
62
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
Metodologia standardizzata delle attività di rischio
Consistenze al 31.12.2009
Consistenze al 31.12.2008
Esposizioni garantite
Portafogli
Valore
dell'esposizione
Esposizioni verso o garantite da
Amministrazioni Centrali e Banche Centrali
- classe di merito creditizio 1
Garanzia reale
769.332
Garanzia
personale
11.967.177
Esposizioni garantite
Derivati su
crediti
Valore
dell'esposizione
-
79.218.944
807.133
997.085
- classe di merito creditizio 3
3.195.113
3.175.226
- classi di merito creditizio 4 e 5
3.787.149
3.662.990
5.116.674
50.300
38.368.028
35.516.431
- classe di merito creditizio 2
387.081
452.889
- classe di merito creditizio 3
-
-
228.859
67.649
-
-
- classe di merito creditizio 6
Esposizioni verso o garantite da Enti senza
scopo di lucro ed Enti del settore pubblico
421.938
1.469.577
-
- classe di merito creditizio 1
10.508.935
9.017.321
- classe di merito creditizio 2
439.158
219.048
- classe di merito creditizio 3
-
- classi di merito creditizio 4 e 5
- classe di merito creditizio 6
Esposizioni verso o garantite da Banche
multilaterali di sviluppo
- classe di merito creditizio 1
- classe di merito creditizio 2
- classe di merito creditizio 3
- classi di merito creditizio 4 e 5
- classe di merito creditizio 6
Esposizioni verso o garantite da
Organizzazioni internazionali
Esposizioni verso o garantite da
Intermediari vigilati
-
-
333.461
-
-
-
-
-
19.092.707
-
-
760.515
962.506
170.160
-
603.162
1.182.560
-
-
-
-
88.353
451
-
33.229.766
7.098.725
474.186
15.163.442
3.949.956
-
0
1.082.289
3.188.696
851
Esposizioni verso o garantite da Imprese
- classi di merito creditizio 5 e 6
27.187
18.288
4.234.018
- classi di merito creditizio 3 e 4
4.962.503
-
2.408
2.944.289
- classe di merito creditizio 2
17.373
516.038
- classe di merito creditizio 2
- classe di merito creditizio 1
-
-
75.220.599
- classe di merito creditizio 6
10.197.175
2.987.953
26.708.337
- classi di merito creditizio 4 e 5
4.137
-
1.991.451
- classe di merito creditizio 1
- classe di merito creditizio 3
Derivati su crediti
35.496
- classe di merito creditizio 1
- classi di merito creditizio 4 e 5
Garanzia
personale
89.740.361
- classe di merito creditizio 2
- classe di merito creditizio 6
Esposizioni verso o garantite da Enti
territoriali
Garanzia reale
2.839
10.927.190
3.572.383
-
4.541.877
7.530.657
8.419.196
5.983.225
160.294.562
214.737.225
1.664.927
134.633
Esposizioni al dettaglio
64.838.625
12.033.314
232.400
-
76.131.999
17.145.151
9.179
-
Esposizioni garantite da immobili
32.473.740
2.651.508
485
-
50.525.594
3.461.419
469
-
Esposizioni scadute
8.826.877
466.074
12.570
-
8.337.504
35.322
299.279
-
Esposizioni ad alto rischio
Esposizioni sotto forma di obbligazioni
bancarie garantite
1.688.822
100
-
-
1.696.716
8.000
-
-
1.893.095
-
60.226
-
2.115.995
-
270.000
-
-
350
-
-
434
-
-
-
-
Esposizioni a breve termine verso imprese
- classe di merito creditizio 1
105.407
- classe di merito creditizio 2
418.361
406
- classe di merito creditizio 3
306.178
1.244.896
- classi di merito creditizio da 4 a 6
Esposizioni verso Organismi di
investimento collettivo del risparmio
(O.I.C.R.)
- classe di merito creditizio 1
- classe di merito creditizio 2
-
-
-
-
-
12
389.706
79.269
257.059
- classi di merito creditizio 3 e 4
3.491.381
817.502
- classi di merito creditizio 5 e 6
324
Altre esposizioni
Totale attività di rischio per cassa
Totale garanzie rilasciate e impegni a
erogare fondi
Totale contratti derivati
Totale operazioni SFT e operazioni con
regolamento a lungo termine
Compensazione tra prodotti diversi
Totale generale
63
854.044
435
28.002.461
331.342
26.960
354.927.682
7.947.023
21.146.785
114.480.260
1.781.912
2.072.532
13.832.912
310.675
-
3.696.135
36.689.391
-
111.611
487.048.600
46.729.001
23.219.317
-
32.155.730
840.637
25.014
513.973
413.878.664
12.082.763
20.772.407
472.321
498.833
155.791.643
2.361.925
7.311.240
29.503
-
20.930.693
676.248
-
-
-
41.499.917
55.387.473
-
-
632.100.917
70.508.409
1.012.806
28.083.647
-
501.824
64
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Tavola 7 – Rischio di credito: informativa
sui portafogli cui si applicano gli approcci
IRB
Informativa qualitativa
Con provvedimento N. 365138 del 28 marzo 2008 Banca d’Italia ha autorizzato il Gruppo Unicredit
all’utilizzo dei metodi avanzati per la determinazione del requisito patrimoniale sui rischi di credito e sui
rischi operativi.
In una prima fase, dette metodologie sono state adottate dalla Capogruppo, da alcune controllate italiane
nonché da HypoVereinsbank (HVB AG) e da UniCredit Bank Austria (BA AG), mentre, successivamente,
ne è stata prevista l’applicazione da parte delle altre società secondo un piano di estensione progressiva
approvato dal Gruppo e comunicato all’Autorità di Vigilanza.
Con specifico riferimento al rischio di credito, il Gruppo è stato autorizzato ad utilizzare le stime interne
dei parametri PD e LGD per il portafoglio crediti di Gruppo (Stati Sovrani, Banche, Multinationazionali e
transazioni di Global Project Finance) e per i portafogli creditizi locali delle banche italiane del Gruppo
(mid-corporate e retail). Relativamente ai suddetti portafogli, sono attualmente in uso i parametri di EAD
regolamentare. Per HVB e BA, invece, anche il parametro EAD deriva da modelli locali interni autorizzati
dall’Autorità, così come le PD e le LGD.
In generale, il seguente schema riassuntivo presenta i sistemi di rating in uso nel Gruppo con
l’indicazione delle Entità in cui sono utilizzati e della asset class di riferimento.
Sistema di rating
Soggetto Giuridico
Portafoglio di attività
Stati Sovrani (PD, LGD, EAD*)
UCI, HVB, BA, UCCB,
UCB,
BDR,
BDS,
UCFIN
Amministrazioni centrali
e banche centrali
Banche (PD, LGD, EAD*)
UCI, HVB, BA, UCCB,
UCB,
BDR,
BDS,
UCFIN
Intermediari Vigilati
Multinazionali (PD, LGD, EAD*)
UCI, UCCB, HVB, BA
Imprese
Global Project Finance (PD, LGD, EAD*)
HVB, UCCB, MCC
Imprese
*
In attesa di autorizzazione da parte dell’Organo di Vigilanza
65
Sistema di rating
Soggetto
Giuridico
Portafoglio di attività
Rating Integrato Corporate (RIC) PD
UCCB
Imprese
RIC LGD
UCCB, Aspra
Finance
Imprese
Mid Corporate (PD, LGD, EAD)
HVB
Imprese
Commercial Real Estate Finance (PD, LGD, EAD)
HVB
Asset Backed Commercial Paper (PD, LGD, EAD)
HVB
Income Producing Real Estate (IPRE) Slotting Criteria
HVB
Imprese
Acquisition and Leverage Finance (PD, LGD, EAD)
HVB
Imprese
Global Shipping (PD, LGD, EAD)
HVB
Imprese
Mid Corporate (PD, LGD, EAD)
BA
Imprese
IPRE (PD, LGD, EAD)
BA
Imprese
Non Profit (PD, LGD, EAD)
BA
Imprese
Rating Integrato Small Business (RISB) PD
UCB, BDR, BDS
Esposizioni al dettaglio
RISB LGD
Rating Integrato Privati (RIP) Mutui Ipotecari PD
Rating Integrato Privati (RIP) Mutui Ipotecari LGD
UCB, BDR, BDS,
Aspra Finance
UCB, BDR, BDS,
UCFIN
UCB BDR, BDS,
Aspra Finance,
UCFIN
Imprese / Esposizioni al
dettaglio
Posizioni verso la
cartolarizzazione
Esposizioni al dettaglio
Esposizioni al dettaglio
Esposizioni al dettaglio
Small Business (PD, LGD, EAD)
HVB
Esposizioni al dettaglio
Private Individuals (PD, LGD, EAD)
HVB
Esposizioni al dettaglio
Small Business (PD, LGD, EAD)
BA
Esposizioni al dettaglio
Private Individuals (PD, LGD, EAD)
BA
Esposizioni al dettaglio
66
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Nel corso del 2009 il progredire delle attività atte a estendere progressivamente i metodi IRB hanno
portato il Gruppo, nel rispetto del piano di roll-out condiviso con le autorità di vigilanza, a chiedere
l’autorizzazione per l’adozione dell’approccio “foundation”, in sette banche controllate (UniCredit Bank
Serbia, UniCredit Bank Slovakia, UniCredit Bank Slovenia, UniCredit Bank Hungary, UniCredit Bank
Czech Republic, Zagrebacka Banka, UniCredit Bank Ireland) e dell’approccio avanzato in due banche
estere (UniCredit Bank Luxembourg, Bank Pekao) e una società prodotto (UniCredit Leasing). Lo schema
seguente illustra brevemente i sistemi di rating oggetto di istanza di autorizzazione nel 2009 e la classe di
attività di riferimento.
Entità giuridica
UniCredit Bank
Serbia
UniCredit Bank
Slovakia
UniCredit Bank
Slovenia
UniCredit Bank
Hungary
UniCredit Bank
Czech Republic
Zagrebacka
Banka (Croatia)
UniCredit Bank
Pekao
UniCredit Bank
Luxembourg
Sistema di rating
Classe di Attività
Mid Corporate (PD)
Imprese
GW Banche (PD)
GW Multinational (PD)
Mid Corporate (PD)
Income Producing Real Estate (PD)
GW Banche (PD)
GW Multinational (PD)
Mid Corporate (PD)
GW Banche (PD)
GW Multinational (PD)
Intermediari Vigilati
Mid Corporate (PD)
GW Stati Sovrani (PD)
GW Banche (PD)
GW Multinational (PD)
GW Global Project Finance (PD)
Income Producing Real Estate (PD)
Mid Corporate (PD)
GW Stati Sovrani (PD)
GW Banche (PD)
Mid Corporate (PD)
Small Corporate (PD)
GW Multinational (PD,LGD, EAD)
Mid Corporate (PD,LGD, EAD)
Small Coprorate (PD,LGD, EAD)
Private Individuals (PD,LGD, EAD)
GW Banche (PD,LGD,EAD)
GW Multinational (PD,LGD, EAD)
Mid Corporate (PD,LGD, EAD)
Commercial real estate finance (PD, LGD, EAD)
Acquisition & leveraged finance (PD,LGD, EAD)
Private Individuals (PD,LGD, EAD)
Imprese
Intermediari Vigilati
Imprese
Intermediari Vigilati
Imprese
Amministrazioni Centrali e Banche Centrali
Intermediari Vigilati
Imprese
Amministrazioni Centrali e Banche Centrali
Intermediari Vigilati
Imprese
Imprese
Esposizioni al dettaglio
Intermediari Vigilati
Imprese
Esposizioni al dettaglio
UniCredit Bank
Ireland
GW Banche (PD,LGD,EAD)
Intermediari Vigilati
UniCredit Leasing
Operazioni di Leasing con clientela Corporate
(PD,LGD, EAD)
Operazioni di Leasing con clientela SME
(PD,LGD, EAD)
Imprese
67
Inoltre, sempre nel corso del 2009, sono proseguite le attività volte a completare l’estensione dei metodi
avanzati per la determinazione del rischio di credito. Tali attività hanno portato a richiedere all’autorità di
vigilanza l’autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari di cinque nuovi sistemi di rating: tre nell’ambito
del portafoglio di esposizioni al dettaglio delle controllate italiane (scoperti di conto e le carte di credito,
prestiti personali e cessione del quinto dello stipendio) e due per il portafoglio imprese di HVB, come
illustrato di seguito:
Sistema di rating
Soggetto Giuridico
Portafoglio di attività
Scoperti di conto e
Carte di Credito
Prestiti Personali
UCFin
Esposizioni rotative al
dettaglio qualificate
Altre esposizioni al dettaglio
Salary loans
UCFin
Altre esposizioni al dettaglio
Wind Project Finance
HVB
Imprese
Foreign SME
HVB
Imprese
UCB, BDR, BDS
I sistemi indicati nei due schemi precedenti non sono ancora utilizzati ai fini del calcolo del requisito
regolamentare derivante dagli obblighi di Primo Pilastro; le attività di verifica necessarie alle autorità di
vigilanza per la convalida di tali approcci sono previste nel corso del 2010.
Infine, alcuni dei sistemi di rating già AIRB sono stati oggetto di estensione su specifici segmenti: in
particolare, il perimetro di applicazione dei sistemi Group Wide per Banche e Multinational è stato
allargato rispettivamente ai segmenti Securities Industry e Corporate Treasury/Funding Vehicles e il
framework LGD GW è stato arricchito del modello per le esposizioni non garantite (Junior Debt). In Italia,
sono stati estesi alla clientela ex Capitalia i sistemi di rating RIC, RISB e RIP Mutui ipotecari; il perimetro
di quest’ultimo è stato ache ampliato ai dipendenti del Gruppo.
Tutti i sistemi di rating interno adottati dal Gruppo rappresentano una componente fondamentale dei
processi decisionali e di governance. In particolare le aree di maggiore utilizzo sono le seguenti:

i processi creditizi, nelle diverse fasi:
- concessione / riesame. L’assegnazione dei rating interni rappresenta un momento
fondamentale nel processo di valutazione del merito di credito della controparte /
transazione e costituisce la fase preliminare per la concessione / riesame delle linee di
credito. Il rating, assegnato prima della delibera, viene reso disponibile nell’ambito del
processo di erogazione, integrato, in maniera sostanziale, nella valutazione e
commentato nella proposta creditizia. Pertanto il rating rappresenta un fattore
fondamentale, con l’ammontare delle esposizioni creditizie, per definire l’Organo
competente per la delibera;
- monitoraggio. Il processo di monitoraggio creditizio è finalizzato ad individuare ed a
reagire tempestivamente ai primi sintomi di possibile deterioramento della qualità
creditizia del cliente, consentendo pertanto di intervenire nella fase antecedente
all’effettivo stato di default (quando cioè esiste ancora la possibilità di recupero della
creditoria). Le azioni si focalizzano principalmente sul controllo andamentale
dell’esposizione, fino a giungere, laddove necessario, al totale disimpegno nei confronti
del cliente. Oltre a determinare un positivo impatto in termini di EAD, la fase di
monitoraggio consente l’ottimizzazione delle condizioni per una eventuale successiva
fase di recupero, tramite richiesta di garanzie aggiuntive, con conseguente riduzione
della LGD;
68
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
-
-
-
-
-
recupero crediti. Il processo di valutazione della strategia da adottare per posizioni
classificate a default, condotta a livello di cliente / transazione e finalizzata al calcolo
simulato del Valore Netto Attualizzato degli importi netti recuperati e della LGD, si basa
sulla definizione della LGD stessa. In presenza di strategie di recupero alternative, viene
selezionata quella associata al più basso valore di LGD. La LGD rappresenta inoltre la
base per il pricing da attribuire al passaggio dei crediti non performing ad Aspra Finance;
le politiche di accantonamento. Per la clientela in bonis è stata adottata la
metodologia delle perdite “sostenute” ma non “riportate” (“Incurred but not reported
losses”, IBNR), che utilizza i valori della perdita Attesa mediante il parametro Loss
Confirmation Period (LCP) per il calcolo degli accantonamenti. Per le controparti
classificate a default, le previsioni di perdita si basano sulla valutazione del profilo di
rischio dell’esposizione e della LGD;
la gestione ed allocazione del capitale. Il rating è elemento essenziale anche per
quanto attiene al processo di quantificazione, gestione ed allocazione del capitale. In
particolare, gli output dei sistemi di rating vengono integrati, a livello di Capogruppo, con
riferimento al Gruppo nel suo complesso, nei processi volti alla misurazione del capitale
(sia regolamentare sia economico) ed alla gestione del medesimo, come pure in quelli
volti alla determinazione delle misure “risk adjusted performance” e del conto economico
rettificato a fini di pianificazione strategica;
la pianificazione strategica. La rischiosità della clientela rappresenta un driver
rilevante nel contesto della pianificazione strategica, del budgeting e delle previsioni, per
la quantificazione dell’RWA, delle rettifiche nette di conto economico e degli impieghi di
stato patrimoniale;
la reportistica. Vengono prodotti specifici report per l’Alta Direzione a livello consolidato
/ divisionale/ regionale e per singola Entità, che mostrano l’andamento del portafoglio di
rischio di credito, fornendo informazioni sulla Esposizione a Default, Perdita Attesa, PD e
LGD medie per i diversi segmenti di clientela, in accordo con i sistemi di rating interni
implementati. I rating sono inoltre utilizzati nella definizione del pricing e degli MBO da
assegnare ai Gestori, nonché nell’identificazione dei clienti con EVA negativo, su cui
vengono adottate azioni mirate.
Per il raggiungimento della compliance alla c.d. normativa di Basilea 2, il Gruppo UniCredit ha effettuato
specifiche attività finalizzate a definire e soddisfare tutti i requisiti necessari per l’applicazione delle
tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM). Si è infatti proceduto alla:


69
emissione di policies che rappresentano il recepimento, l’interpretazione e l’interiorizzazione dei
requisiti normativi della CRM all’interno del Gruppo. La produzione di questa documentazione per la quale si è fatto riferimento alla “Circolare della Banca d'Italia n. 263 del 27 dicembre 2006”
e successivi aggiornamenti, alle direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE ed al documento
"Convergenza internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali. Nuovo
schema di regolamentazione" del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria - ha perseguito
diversi obiettivi, volti ad incoraggiare l’ottimizzazione della gestione delle garanzie ed a definire le
regole di ammissibilità, valutazione, monitoraggio e gestione delle garanzie personali e reali in
linea con i requisiti generali e specifici;
definizione di nuovi processi che rappresentano l’applicazione delle policies nella gestione delle
garanzie all’interno del Gruppo. Sulla base di una gap analysis tra l’”as-is” ed il modello target si
è proceduto ad implementare nuovi processi di gestione delle garanzie, coerentemente con
quanto previsto dalla normativa Banca d’Italia e dalle linee guida di Gruppo. Poiché nella
valutazione delle tecniche di CRM Gruppo UniCredit enfatizza l’importanza del requisito della
certezza legale, particolare importanza è stata prestata nell’implementazione dei processi
necessari al suo soddisfacimento;

implementazione di strumenti IT che permettono di informatizzare il processo di gestione delle
garanzie. In particolare, Gruppo UniCredit ha sviluppato un solido ed efficace sistema per
l’applicazione delle tecniche di CRM a partire dalla fase di valutazione ed acquisizione delle
garanzie, sino a quella di monitoraggio ed escussione delle stesse. L’implementazione del
sistema informativo ha permesso di gestire, raccogliere ed archiviare i dati necessari alla verifica
del soddisfacimento dei requisiti richiesti per l’ammissibilità ed al calcolo degli indicatori di rischio.
Tali dati sono utilizzati per definire se le garanzie sono da considerarsi valide ai fini di CRM e per
applicare opportuni scarti prudenziali come richiesto dalla normativa di Basilea 2 (per la
valutazione della rischiosità delle garanzie reali finanziarie, il Gruppo si sta dotando di scarti
stimati internamente, basati sulla metodologia Value at Risk, già in uso presso alcune LE del
gruppo)1.
Inoltre lo sviluppo dei sistemi di rating avanzati e la loro introduzione nei processi aziendali ha
comportato, in base al nuovo impianto regolamentare, la necessità di istituire, sia presso la Capogruppo
che presso le Entità, un processo di convalida dei sistemi di rating ed un ampliamento delle attività
richieste alla funzione di Internal Audit con riferimento alla revisione dei sistemi stessi.
Obiettivo del processo di convalida è esprimere un giudizio in merito al regolare funzionamento, alla
capacità predittiva e performance complessiva dei sistemi IRB adottati ed alla loro coerenza con le
prescrizioni normative e gli standard interni, in particolare mediante:




valutazione del processo di sviluppo del modello, con specifico riferimento alla logica sottostante
e ai criteri metodologici a supporto della stima dei parametri di rischio;
valutazione dell’accuratezza delle stime di tutte le componenti rilevanti di rischio mediante analisi
di performance del sistema, calibrazione dei parametri e benchmarking;
accertamento che il sistema di rating sia effettivamente utilizzato nei diversi ambiti della gestione;
analisi dei processi operativi, dei presidi di controllo, della documentazione e delle infrastrutture
informatiche connesse con i sistemi di rating.
Il processo di convalida istituito nell’ambito del Gruppo prevede in primo luogo la distinzione tra
validazione iniziale e nel tempo (ongoing).
La validazione iniziale ha l’obiettivo di valutare il posizionamento dei sistemi di rating del Gruppo in
relazione ai requisiti minimi regolamentari e alle linee guida e agli standard di Gruppo inerenti
metodologia, processi, qualità dei dati, procedure di validazione quantitativa e qualitativa, governance
interna ed ambiente tecnologico, identificando eventuali gap o criticità rispetto a tali requisiti.
La validazione ongoing ha invece l’obiettivo di valutare in modo continuativo il corretto funzionamento del
sistema di rating in tutte le sue componenti e di monitorarne la coerenza rispetto ai requisiti interni e
regolamentari.
In secondo luogo il processo prevede distinte attribuzioni di responsabilità per la convalida dei cosiddetti
Sistemi Group-wide e per quelli Locali.
Per i Sistemi Group-wide, la cui metodologia è unica a livello di Gruppo, la responsabilità è assegnata alla
Capogruppo, mentre per i sistemi di rating locali la responsabilità compete alle singole Entità. Alla
Capogruppo è tuttavia assegnato il compito di monitorare sia in fase iniziale che nel tempo l’adeguato
svolgimento delle attività di sviluppo e validazione svolte localmente ed il corretto funzionamento del
sistema di rating fornendo al contempo suggerimenti derivanti dall’attività di benchmarking interno ed
esterno e finalizzati al perseguimento della best practice. Sulla base dell’attività di rivalidazione la
Capogruppo emana un parere non vincolante (Non Binding Opinion) sui sistemi di rating locali sia in fase
iniziale, preventivamente
all’approvazione da parte degli organi competenti, sia a seguito delle attività on-going.
1 Per maggiori dettagli sulla gestione del processo di riconoscimento delle tecniche di attenuazione del rischio di credito si faccia riferimento alla Tavola 8
“Tecniche di mitigazione del rischio del credito - Informativa qualitativa”.
70
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
L’Unità responsabile delle attività di convalida è indipendente, oltre che dalle unità responsabili dello
sviluppo dei modelli, anche dalla funzione di revisione interna che sottopone a verifica il processo e l’esito
della convalida.
Tale unità ha definito le linee guida di validazione dei sistemi di rating finalizzate ad una convergenza
verso modalità di validazione omogenee sia in termini di contenuti che di strumenti, garantendo in tal
modo una condivisione dei criteri di valutazione dei risultati, anche mediante l’introduzione di valori soglia
comuni (trigger) e favorendo il confronto tra i diversi sistemi. L’utilizzo dei trigger consente la riconduzione
dei risultati dei test ad un sistema semaforico i cui colori sono associati a diversi livelli di gravità dei
fenomeni rilevati.
Uno sforzo particolare è stato dedicato alla definizione di un approccio comune alla validazione dei
modelli, con l’identificazione dei test minimi richiesti e delle modalità di rappresentazione dei relativi
risultati. Le tipologie di test si dividono in analisi qualitative ed in analisi quantitative:


nella parte qualitativa si valutano la bontà della metodologia utilizzata per la creazione del
modello, l’inclusione di tutti i fattori rilevanti e la rappresentatività dei dati utilizzati in fase di
sviluppo;
nella parte quantitativa si valutano performance, stabilità e calibrazione con riferimento sia al
modello nel suo complesso che alle specifiche componenti e ai singoli fattori.
E’ stata definita una struttura gerarchica delle suddette analisi, prevedendo un livello di dettaglio in
funzione sia della specifica fase di validazione (iniziale, ongoing) o di monitoraggio continuativo sia dei
risultati ottenuti. Lo svolgimento di taluni test viene infatti richiesto solo qualora si rilevino criticità nelle
svolgimento delle analisi di ordine gerarchico superiore.
I dati e i documenti relativi alle attività di convalida sinora effettuate sono memorizzati in appositi spazi di
archiviazione che garantiscono una rapida consultazione, la sicurezza delle informazioni e la replicabilità
di tutte le analisi effettuate.
Inoltre il Gruppo si avvale di un tool di validazione che permette di calcolare, oltre agli indicatori previsti
dal Comitato di Basilea nel Working Paper 14 “Studies on the validation of Internal Rating Systems”, le
statistiche previste dalle linee guida di Gruppo per la validazione dei modelli di rischio di credito; lo stesso
è conforme ai requisiti IT di Banca d'Italia e si integra perfettamente con l’ambiente di laboratorio. Questo
tool si stà progressivamente implementando nelle Legal Entities del Gruppo.
I risultati dell’attività di convalida interna, che coinvolgono i sistemi di rating in ogni loro componente
(metodologie, processi e aspetti Data Quality e IT), sono annualmente sintetizzati nell’ambito di una
relazione, il cui obiettivo è portare all’attenzione del Top Management e delle Autorità di Vigilanza il grado
di adeguatezza dei sistemi oggetto di convalida nonché le principali aree di miglioramento relative agli
stessi.
Le aree di analisi riconducibili ai requisiti organizzativi previsti dalla Circolare sono infatti disegno del
modello (model design), utilizzo interno (internal use) e reporting, IT e qualità dei dati (IT/data quality) e
governo societario (governance).
Obiettivo invece dell’attività di Internal Audit sui sistemi di rating interni è la verifica della funzionalità del
complessivo assetto dei controlli sui medesimi che consiste nel verificare:



71
la conformità dei sistemi IRB rispetto ai requisiti normativi;
l’utilizzo gestionale dei sistemi di rating;
l’adeguatezza e completezza del processo di convalida dei sistemi di rating.
In tale contesto la Direzione Internal Audit di Capogruppo (da ora UC IAD), allo scopo di supportare le
Entità sulla qualità (funzionalità/adeguatezza) dei Sistemi dei Controlli Interni e curare l’evoluzione delle
metodologie di internal audit in coerenza con i mutamenti degli scenari di riferimento, ha coordinato lo
sviluppo di una metodologia comune per l’effettuazione delle attività di audit e ne gestisce nel continuo il
mantenimento ed il miglioramento.
Tale metodologia è stata sviluppata al fine di valutare la fondatezza delle conclusioni delle funzioni di
controllo del rischio ed il rispetto del requisiti normativi previsti con particolare riferimento al processo di
convalida interna dei sistemi interni di misurazione e controllo del rischio. Si precisa peraltro che la
funzione di Internal Audit non è direttamente coinvolta nella progettazione/selezione del modello.
In continuità con la propria mission UC IAD effettua attività di audit direttamente su UniCredit SpA e, ove
necessario, anche presso le entità del Gruppo, nonché coordinando le attività delle funzioni di Internal
Audit.
In particolare, le verifiche necessarie alla valutazione della funzionalità dei sistemi di rating trovano
adeguato spazio nella pianificazione dell’attività di audit nell’ambito del Gruppo (processo di audit
planning). Tali attività sono promosse da UC IAD che ne condivide l’inserimento nel piano dei controlli
delle funzioni di Internal Audit delle Entità del Gruppo. UC IAD provvede quindi al monitoraggio
sull’effettuazione di tali verifiche tramite una specifica funzione, eventualmente attivandosi localmente in
caso di scostamenti.
Inoltre UC IAD redige periodicamente una specifica relazione annuale di sintesi che presenta una
valutazione circa la complessiva funzionalità del sistema dei controlli interni in materia descrivendo, tra
l’altro, gli esiti delle verifiche svolte, evidenziando le principali criticità e disfunzioni rilevate e
raccomandando alcuni interventi migliorativi
Infine, UC IAD informa periodicamente il Collegio Sindacale, l’Internal Control & Risks Committee e il
Consiglio di Amministrazione della CapoGruppo sullo svolgimento delle proprie attività e sui relativi
risultati.
Sulla base degli esiti delle attività di convalida e di revisione interna, riassunti annualmente nelle citate
“relazioni annuali delle funzioni di convalida e revisione interna in materia di Basilea 2 – Rischio di
Credito”, nonché sul piano di attività connesso alle aree di miglioramento evidenziate dalle funzioni di
controllo interno, il Collegio Sindacale e il Consiglio di Amministrazione hanno confermato all’Autorità di
Vigilanza, nei primi mesi del 2009, la sussistenza dei requisiti previsti per l’utilizzo dei sistemi IRB del
Gruppo Unicredit.
Modelli Groupwide
Premessa
A seguito del provvedimento autorizzativo da parte dell’Autorità di Vigilanza ed al fine di completare
progressivamente il framework di LGD sviluppato per i portafogli creditizi di Gruppo, nel corso del 2009 è
stato introdotto un nuovo modulo per le esposizioni subordinate (Junior debt). L’approccio adottato è stato
improntato alla prudenzialità, definendo come criterio di determinazione della LGD delle esposizioni junior
il massimo tra 75% - valore che riflette il livello prescritto dal Comitato di Basilea e da Banca d’Italia per
l’ambito F-IRB (Foundation-Internal Rating Based) - e la stima di LGD per le esposizioni senior
performing non garantite riferite alla medesima controparte.
72
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Di seguito si fornisce una descrizione dei modelli attualmente utilizzati.
Il modello di Rating per gli Stati Sovrani
L’approccio utilizzato per lo sviluppo del modello di rating Paese è quello dello “shadow rating”, tramite il
quale si vuole replicare la capacità di ranking dei rating esterni (da ECAI) utilizzando fattori
macroeconomici e qualitativi.
Per giungere al modello finale sono stati percorsi i seguenti passi:






Sample Selection: identificazione dei Paesi da includere nel campione;
Analisi Univariata: calcolo del potere esplicativo di ciascun fattore qualitativo e quantitativo;
Analisi Multivariata: definizione del sottoinsieme ottimale di fattori usando tecniche stepwise
supportate dall’esperienza degli analisti;
Combinazione dei moduli quantitativi e qualitativi;
Calibrazione: lo score del modello finale è parametrizzato in modo da riprodurre le PD effettive;
Test del Modello: mapping dei risultati del modello con le PD di consenso.
Sono stati disegnati 2 modelli separati, per i paesi emergenti e per i paesi sviluppati.
Il modulo quantitativo per questi ultimi utilizza variabili relative alla bilancia commerciale, il livello dei tassi
di interesse, il peso del sistema bancario, il GDP pro capite ed il livello di indebitamento pubblico. Il
modulo qualitativo include variabili relative allo sviluppo del sistema finanziario, condizioni socio-politiche,
condizioni economiche.
Il modulo quantitativo per i paesi emergenti utilizza le seguenti variabili: il peso delle esportazioni sul
Gross Domestic Product (GDP), il livello dell’indebitamento sull’estero, la rilevanza delle riserve in valuta,
il livello degli investimenti diretti esteri sul GDP, il costo del servizio del debito rispetto all’export, il tasso di
inflazione e il GDP pro capite. Il modulo qualitativo include variabili relative alla stabilità del sistema
finanziario, alla flessibilità del sistema economico, alle condizioni socio-politiche, alle condizioni
economiche ed al servizio del debito.
L’unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello, la definizione implicita di default, le
caratteristiche quali-quantitative del modello, le modalità di override, la calibrazione, la segmentazione nei
due gruppi (paesi sviluppati ed emergenti), il campione di sviluppo ed ha condotto i consueti test di
performance e stabilità.
Il modello di LGD per gli Stati Sovrani
Sviluppato nel novembre 2006, il modello utilizza un approccio regressivo con coinvolgimento degli
esperti, partendo da un ampio set di variabili macroeconomiche di cui sei sono state incluse nella
versione finale. La variabile dipendente (LGD) è stata calcolata utilizzando dati interni ed esterni.
Disegnato con lo scopo di calcolare la LGD per le esposizioni dirette verso controparti sovrane, il modello
fornisce la LGD per le sole esposizioni unsecured.
Le variabili esplicative selezionate sono: peso del GDP sul totale mondiale, peso del debito estero sulle
esportazioni, indicatore della posizione debitoria rispetto al FMI, volatilità dell’export, tasso di inflazione
medio nel G7 e timing del default (periodo precedente il default).
L’unità di validazione, oltre ad effettuare gli usuali test di performance e stabilità, ha verificato la coerenza
nella definizione di default, segmentazione e override, l’utilizzo di fonti interne ed esterne per i recuperi, le
stime dei costi e la metodologia di sconto dei recuperi e la necessità di introdurre aggiustamenti
conservativi per le fasi negative del ciclo economico.
Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato – sia in fase di
sviluppo del modello sia ongoing – e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta
implementazione del sistema di rating per i Paesi e sull’utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio
stimati internamente.
73
Il modello di Rating per le Banche
L’approccio usato per la stima del rating Banche, definito come “shadow rating”, tenta di replicare la
capacità di ranking dei rating esterni attraverso una combinazione di fattori quantitativi e qualitativi.
Si è deciso di costruire due modelli differenti, uno per le banche residenti in paesi sviluppati (DC) ed uno
per quelle appartenenti a mercati emergenti (EM), in quanto si ritiene esistano driver di rischio diversi per
i due segmenti.
Specifici aggiustamenti da applicare alla PD risultante sia dal modello EM che DC sono stati introdotti per
considerare i seguenti aspetti:
 fattore ambientale: il rating viene migliorato per le banche con elevati standard ambientali;
 supporto governativo e Fondi di garanzia di categoria: sono stati introdotti diversi correttivi per
tenere in considerazione il supporto fornito alle banche da governi o da appositi Fondi di garanzia
di categoria;
 rischio di trasferimento: il modello considera il rischio che il debitore non sia in grado di ottenere valuta estera per
sostenere i propri impegni anche se in possesso di corrispondente valuta locale.
Il modello quantitativo finale per le banche residenti in paesi sviluppati copre diverse categorie di fattori:
redditività, profilo di rischio, dimensione e funding.
Similmente per le banche nei paesi emergenti, con diverso peso delle categorie di fattori: redditività,
profilo di rischio, dimensione, capitalizzazione e funding.
Nel corso del 2009, allo scopo di misurare adeguatamente il rischio di credito implicito nelle esposizioni
verso controparti Securities Industry2, si è proceduto allo sviluppo di un modello specifico per
l’assegnazione del rating a questa particolare tipologia di istituzioni finanziarie. L’approccio utilizzato è
abbastanza simile a quello già adottato per le Banche commerciali, tuttavia prevede che il supporto del
gruppo economico d’appartenenza, particolarmente importante nel segmento SI, sia stimato come
modulo indipendente attraverso l’elaborazione di risposte qualitative.
Sempre nel corso del 2009, si è proceduto ad una revisione del sistema Banche, adattando in particolare
il modello PD alle banche commerciali, alla luce dell’introduzione del suddetto modello specifico per le
controparti Securities Industry. La revisione è stata principalmente guidata dalla volontà di raffinare il
modello, incorporando l’esperienza derivante da quasi tre anni di utilizzo, e di rimuovere le carenze
individuate dalle funzioni di validazione e revisione interna. Tra le principali varianti introdotte rispetto alla
versione precedente del modello, vi è l’affinamento nella selezione dei tassi di default impliciti nei rating
esterni (ora specifici per il settore finanziario e non più genericamente riferiti al mondo Corporate) e la
stima statistica, all’interno del modulo di calibrazione, del fattore di rischio paese. In aggiunta, i vari tipi di
supporto – governativo, di gruppo economico, di un eventuale Institutional Protection Fund – sono ora
trattati distintamente, in maniera omogenea e non più additiva (solo quello con effetto di mitigazione
maggiore trova in effetti applicazione).
L’unità di validazione ha valutato il modello nella sua nuova versione, ivi inclusa l’estensione alle
controparti Securities Industry; nel condurre la propria attività sono state applicate (come anche per il
resto dei sistemi) le Linee Guida di validazione ufficiali per l’intero Gruppo, le quali coprono sia aspetti di
disegno del modello sia analisi di performance, calibrazione, stabilità, non solo sul risultato finale ma
anche a livello di singole componenti e fattori.
2
Il segmento SI è costituito da contropati impegnate in attività di broker/dealer, merchant/investment banking, corporate finance, M&A e Wealth
Management e comprende sia società SI “pure”, per cui tali attività sono assolutamente prevalenti, sia banche “ibride”, cioè dedite in ugual misura ad
attività commerciale e di investimento. Prima dello sviluppo di un sistema di rating interno dedicato, le controparti SI erano per lo più prive di rating, salvo
alcune eccezioni coperte dal sistema Banche.
74
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Il modello LGD per le banche
Il modello sviluppato è di tipo esperienziale e fa riferimento alle sole esposizioni in bonis del tipo senior
unsecured, che costituiscono la parte preponderante del portafoglio esposizioni verso banche.
Il valore individuale di LGD è stato calcolato partendo da un’analisi dei bilanci, simulando il ricavato in
ipotesi di default dalla vendita di varie categorie di asset della banca, dopo aver remunerato i creditori
eventualmente con più elevato grado di priorità.
Per ottenere una valutazione realistica e conservativa degli asset della banca sono stati definiti haircut
per ogni tipologia di attivo, per considerare il probabile deterioramento che avviene prima del default, le
differenze tra valore di mercato e di libro e tra valore di mercato e ricavi dalla vendita.
Inoltre, in considerazione del fatto che il successo della fase di recupero dipende in buona parte dal
contesto legale/istituzionale di riferimento, sono stati introdotti haircut specifici per ogni paese, che
considerino il rischio legale.
Infine sono stati introdotti haircut per incorporare i costi del processo di recupero, in base a una
valutazione degli esperti di workout. Poiché i recuperi derivanti dagli asset della banca prenditrice si
assumono in valuta locale, mentre il reale recupero finale deve essere stimato nella divisa del creditore,
agli attivi in valuta locale viene applicato un haircut legato alla volatilità del cambio per considerare il
rischio di deprezzamento.
Nella corso del 2009, nell’ambito del processo di manutenzione evolutiva dei sistemi di rating, è stata
rilasciata una nuova versione del modello di stima della LGD, che copre sia le banche commerciali sia
quelle d’affari (Securities Industry). La nuova versione mantiene inalterato il precedente impianto
metodologico, introducendo tuttavia un trattamento più raffinato dei depositi (considerando legislazioni
differenti) e scarti maggiori da applicare al valore dei mutui ipotecari iscritti nel bilancio della controparte.
L’unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno e l’ambito di applicazione del modello,
componenti, integrazioni esperienziali e override. Per quanto possibile anche benchmark esterni sono
stati esaminati; inoltre, particolare attenzione nell’analisi è stata rivolta alla valutazione (conservativa)
degli haircut definiti in corrispondenza delle diverse tipologie di attivo bancario.
Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato – sia in fase di
sviluppo del modello sia ongoing – e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta
implementazione del sistema di rating per le Banche e sull’utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio
stimati internamente.
Il modello di Rating per le imprese Multinational
Il modello di rating si applica alle imprese multinazionali definite come le società con turnover o ricavi
operativi, da bilancio consolidato, maggiori di €500 milioni per almeno 2 anni consecutivi.
Seguendo la metodologia dello “shadow rating”, il modello è composto da una componente quantitativa
ed una qualitativa; la sezione quantitativa è sviluppata attorno ad una analisi multivariata di elementi quali
rapporti finanziari di patrimonio, redditività, copertura degli interessi e dimensione. Risultato di questo
modulo è una probabilità di default.
Il modulo qualitativo consiste in un set di questionari che analizzano aspetti societari quali la qualità del
management, la struttura organizzativa, la quota di mercato ecc.
75
Risultato del modulo qualitativo è un valore espresso in termini di notches che va a modificare il rating
quantitativo, la variazione massima rispetto al rating qualitativo è stata definita dagli esperti; il risultato dei
due moduli subisce successivamente un aggiustamento di upgrading/downgrading che riflette
l’appartenenza della società ad un gruppo.
La selezione multivariata ha portato all’inclusione delle seguenti variabili, che appaiono opportunamente
trasformate; cash flow ordinario sul valore della produzione, utili prima delle imposte sul valore della
produzione, EBITDA sulle spese per interessi, adjusted net worth su capital employed e valore della
produzione. Queste variabili vengono regredite sul logaritmo della frequenza relativa di default, fornita da
Standard & Poors.
Nel corso del 2008 il sistema di rating Multinational è stato esteso al segmento Italian Large Corporates
(ILC). Tale segmento in generale comprende tutte le imprese con un fatturato/valore della produzione tra
EUR 250 milioni e EUR 500 milioni. Considerato il numero di default storicamente ridotto e l’elevato grado
di analogia con le imprese Multinational (MNC), si è deciso di adeguare la metodologia già stabilita per il
segmento MNC, sviluppando il modello sulla base di principi e fasi di processo coerenti. La necessità di
un modello per la stima interna dei parametri di rischio PD e LGD per il segmento Italian Large Corporate
(ILC) in UniCredit Corporate Banking (UCCB) è motivata da un lato dall’obiettivo di conformità con i
requisiti di Basilea 2 per l’approccio IRB avanzato e, dall’altro, dalla volontà di migliorare il pieno e
puntuale controllo dei parametri di misurazione del rischio di credito.
Nella seconda metà del 2009, nell’ambito del processo di manutenzione evolutiva, il sistema di rating
Multinational è stato rivisto al fine di rispondere adeguatamente ai rilievi delle funzioni di controllo interno
e degli Organi di Vigilanza, oltre che incorporare i suggerimenti provenienti dagli utenti dopo due anni di
applicazione del modello: un modulo specifico di calibrazione è stato introdotto nella stima (incorporando,
come per le Banche, il fattore di rischio paese) e la componente qualitativa è ora trattata mediante una
scorecard statistica (e non più secondo un approccio “notching up/down”). La definizione del segmento è
stata, inoltre, precisata per riflettere la decisione di rimuovere le aziende di Leasing e Factoring
dall’ambito di applicazione del modello, poiché tali segmenti saranno trattati da specifici modelli ancora da
sviluppare.
L’unità di validazione ha valutato il modello nella sua nuova versione, applicando le Linee Guida di
validazione ufficiali per l’intero Gruppo, le quali coprono sia aspetti di disegno del modello sia analisi di
performance, calibrazione, stabilità, non solo sul risultato finale ma anche a livello di singole componenti
e fattori.
Il modello di LGD per le imprese Multinational
Le agenzie di rating hanno recentemente valutato i livelli di recupero per le imprese speculative grade;
partendo da queste valutazioni, non disponendo di serie storiche di tassi di recupero interni per le aziende
multinational (essendo un portafoglio a basso rischio di default) è stato sviluppato un modello basato
sull’approccio shadow rating, integrato dall’apporto del giudizio degli esperti.
La costruzione del modello consiste di diverse fasi:
1. utilizzo di medie settoriali ove le differenze siano interpretabili dagli esperti (euristicamente
rappresentano le intercette di un modello regressivo);
2. definizione di una lista di fattori sottoposta dagli esperti;
3. eliminazione degli outliers;
4. proiezione dei fattori al livello di default, definendo la distanza dal default come Log(100%) –
Log(PD). Questo rende confrontabili società con rating diversi;
5. selezione dei fattori a livello univariato in base al potere discriminante;
6. regressione multivariata, verifica degli impatti;
7. calibrazione e aggiustamento downturn;
8. haircut per rischio legale e costi di recupero, in base al paese di residenza della controparte.
76
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Il modello così disegnato rappresenta la LGD derivata da un database relativo al debito obbligazionario e
come tale risulta penalizzante in quanto non considera la probabilità e gli effetti della ristrutturazione del
debito, tipici dei prestiti bancari e di prodotti similari che costituiscono la parte più rappresentativa del
portafoglio del Gruppo di UniCredit. Pertanto è stato utilizzato un cure rate definito dagli esperti sulla base
dei risultati ottenuti con i modelli locali sui corporate (Italia, Austria e Germania); questo parametro
permette di passare dalla cosiddetta bond LGD ad una loan LGD.
Come per il parametro PD, anche la Loss Given Default del sistema Multinationals è stata estesa al
segmento Italian Large Corporates nel corso del 2008.
Nella seconda metà del 2009, nell’ambito del normale processo di manutenzione evolutiva, è stata
rilasciata una nuova versione del modello di stima della LGD costruito su dati di perdita osservata riferiti a
posizioni in default ed integra sia fattori quantitativi che qualitativi; quest’ultimo aspetto – innovativo
rispetto alla precedente versione – è particolarmente apprezzabile, considerata la difficoltà di produrre
stime robuste e sufficientemente granulari in base a soli dati quantitativi.
L’unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello e la qualità, la performance e
conservatività delle stime. Ha inoltre analizzato in maniera estesa benchmark esterni (presenti in
letteratura e/o in forma di recovery rating pubblicati dalle agenzie di rating).
Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato – sia in fase di
sviluppo del modello sia ongoing – e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta
implementazione del sistema di rating per le imprese Multinational e sull’utilizzo a fini gestionali dei
parametri di rischio stimati internamente.
Il rating dei Corporate Treasury/ Funding Vehicles
Nel corso del 2009 si è proceduto ad estendere l’ambito di applicazione del sistema di rating Banche e
Multinational anche a quelle società controllate che esercitino un’attività di corporate treasury (ad es.
cash concentration, FX management e funding) o che costituiscano un veicolo specializzato (per
emissioni di titoli a medio termine - MTN- titoli di credito o obbligazioni) il cui merito di credito sia
influenzato dal supporto della controllante/ gruppo mediante fideiussioni esplicite o altri meccanismi (ad
es. un accordo di supporto dalla controllante).
Poiché, nella maggior parte dei casi, il default di un CTFV è provocato dal default del gruppo a cui
appartiene, sia per la PD che per la LGD non garantita (unsecured) si è stimata, sulla base dei contributi
e delle opinini degli esperti del settore, la distanza in termini di “nothces” rispetto ai valori di PD e LGD
della capogruppo (e non il valore assoluto), mentre per la EAD si è comunque deciso di estendere il
modello già in uso per gli altri segmenti di clientela Groupwide.
Le verifiche di performance e calibrazione condotte (utilizzando le distanze obiettivo fornite dagli esperti)
dall’unità di validazione hanno dato risultati positivi.
77
Il modello di rating per il Global Project Finance
Il modello di rating GPF è un modello esperto. Si fonda su un insieme di 29 fattori che guidano un
questionario in cui le risposte hanno 5 livelli possibili. I 29 fattori sono raggruppabili in 5 aree di riferimento
che coprono i rischi di progetto. Lo score finale è una media ponderata degli score ottenuti dai fattori. Le 5
aree di aggregazione sono: rischio degli sponsor del progetto, rischio di esecuzione o completamento,
rischio operativo, rischi esogeni (es. macroeconomici), rischio legato ai cash flows.
Lo sviluppo del sistema di rating è stato supportato dagli esperti dal lato dell’origination; la specificità del
project finance e la parziale indipendenza dalle controparti che sostengono il progetto si possono
affrontare solo con un grado elevato di flessibilità, reso possibile dall’utilizzo di fenomeni di mitigazione
del rischio o dal cambio dei pesi dei singoli fattori oppure con i weak link.
La segmentazione del portafoglio si basa sui seguenti criteri:









Il progetto è sviluppato da un’entità giuridica separata dallo sponsor;
Vi è separazione (non- recourseness) tra il veicolo e lo sponsor; talvolta per brevi intervalli di
tempo tale separazione può venir meno;
La decisione creditizia si basa principalmente sui cash flow futuri prodotti dal progetto;
La struttura finanziaria è basata sulla qualità e la quantità di flussi di cassa del progetto;
C’é una condivisione dei rischi tra i partecipanti al finanziamento;
Assets del progetto e ricavi sono a garanzia dei creditori;
Dipartimenti specializzati di UCI HVB e BA sono esclusivamente coinvolti;
Il volume del progetto è superiore a € 20 milioni;
Progetti per i quali il rischio economico è limitato al 15% (max €30 milioni) con garanzia di
assicurazioni sull’export esplicitamente escluse dal portafoglio.
La calibrazione del modello è stata realizzata determinando quali livelli di score vengono allocati tra i
livelli di rating. Pertanto i valori di PD associati non sono continui ma di tipo categorico; ad ogni rating
assegnato si assegna un unico valore di PD.
Nel corso del 2008, il sistema di rating GPF è stato esteso ad Unicredit Corporate Banking ed a
Mediocredito Centrale.
L’unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello, la performance a livello aggregato,
di risk group e di singolo fattore. Ha inoltre analizzato la stabilità, i meccanismi di aggiustamento e
override, la conservatività delle stime ed effettuato un’analisi di benchmarking, sebbene la disponibilità di
rating esterni sia limitata. Tutte queste analisi hanno riguardato il portafoglio GPF di Gruppo, depositato
presso le Entità: HVB, BA, UCCB, MCC.
Il modello di LGD per le attività di Project Finance (GPF)
In sintesi il modello GPF LGD si fonda su stime differenziate per settore industriale sottostante il progetto.
Il risultato finale, LGD in percentuale sulla EAD, è dato dal complemento a 1 del tasso di recupero
scontato, a cui si aggiungono i costi per il recupero e un aggiustamento per il timing dei recuperi.
78
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Per i settori in cui erano disponibili sufficienti informazioni interne, i dati esterni sono stati ignorati, per
quelli in cui non vi erano sufficienti dati interni sono state utilizzate le analisi sui tassi di recupero
nell’ambito del project finance da parte di Standard & Poors, talvolta direttamente, talvolta in
combinazione con dati interni laddove la numerosità del sottoinsieme interno lo permettesse.
Utilizzando i dati di Standard & Poors a dicembre 2005, è stato definito uno scenario di downturn,
prendendo come riferimento il periodo di crisi successivo al caso Enron a cavallo tra il 2001 e il 2002, da
quale è stato ricavato uno specifico fattore di downturn.
Nel corso del 2008 e del 2009, dando seguito ad alcuni rilievi e suggerimenti degli organi di controllo
interno, ripresi anche dall’autorità di vigilanza nell’ambito della relazione finale sulla verifica dello stato di
avanzamento delle attività di adeguamento dei sistemi A-IRB (13/03/2009), sono stati definiti alcuni
interventi finalizzati a riflettere maggiormente le pratiche di gestione del rischio in essere nel Gruppo.
La nuova versione del modello LGD, si basa sulla metodologia sviluppata da S&P che esamina la coda
della distribuzione del valore degli asset del progetto nella “regione” in cui il default è avvenuto e definisce
quindi la distribuzione di probabilità della LGD come distribuzione della differenza tra debito e valore degli
asset in tale regione. Questo framework generale è stato poi adeguato alla realtà e alle pratiche gestionali
del Gruppo Unicredit, attraverso l’adozione di alcuni adattamenti che riguadano il metodo di calcolo del
valore degli asset, la tecnica di determinazione della regione di default e l’introduzione di opportune
volatility scorecard basate su specifici questionari e calibrate per settore. La nuova versione del modello
LGD è stata rilasciata nel seconda metà del 2009.
Nell’ambito del processo di manutenzione evolutiva dei sistemi di rating, il modello LGD è stato rivisto
nella prima metà del 2009 al fine di superare gli elementi di debolezza emersi durante le attività di
convalida interna e di riflettere maggiormente le pratiche di gestione del rischio in essere nel Gruppo. La
nuova metodologia adottata esamina la coda della distribuzione del valore degli asset del progetto nella
“regione” in cui il default è avvenuto e definisce quindi la distribuzione di probabilità della LGD come
distribuzione del “debito meno valore degli asset” in tale regione.
L’unità di validazione si è in questo caso concentrata principalmente sulla valutazione del disegno del
modello poiché i dati disponibili erano insufficienti al fine di condurre analisi quantitative significative..
Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato – sia in fase di
sviluppo del modello sia ongoing – e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta
implementazione del sistema di rating per le attività di Project Finance e sull’utilizzo a fini gestionali dei
parametri di rischio stimati internamente.
Il modello di EAD per i segmenti Group Wide
La necessità di tale nuovo modello è motivata da un lato dall’obiettivo di conformità con i requisiti di
Basilea 2 riferiti all’approccio IRB avanzato e, dall’altro, dal bisogno di misurare il rischio connesso ad
ogni attività al fine di gestirlo e di definirne correttamente il prezzo.
Il principale driver della EAD è la tipologia di prodotto e il calcolo è legato a tre componenti. In primo
luogo, in linea con i requisiti regolamentari, si assume che l’esposizione corrente di bilancio continuerà ad
esistere fino al default. A questo valore si somma il valore atteso di un ulteriore tiraggio della linea di
credito accordata, e in terzo luogo, l’eventualità di uno scoperto oltre l’attuale linea di credito è
considerata come percentuale della linea di credito accordata. Viene inoltre considerata, per i prodotti
rilevanti, la probabilità di una richiesta di pagamento da parte di un terzo, cui è stata rilasciata una
garanzia in caso di default.
79
Al fine di rendere coerente il campione dei default d’impresa con l’ambito di applicazione del modello,
esso è stato ristretto alle controparti con almeno un fido con una linea di credito garantita non inferiore a
500.000€.
L’attività di validazione ha verificato il disegno del modello ed in particolare la ragionevolezza delle
assunzioni sottostanti, inclusa la scelta del campione di sviluppo. Le stime del modello sono state
confrontate con i corrispondenti valori osservati internamente. Anche gli aspetti IT e di qualità del dato
sono stati oggetto di convalida interna.
Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato, e gli aspetti di
processo, con particolare focus sulla corretta implementazione del sistema di rating Italian Large
Corporate e sull’utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio stimati internamente.
Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte
dell’Autorità di Vigilanza.
Modelli locali, perimetro Italia
In questa sezione si fornisce una descrizione dei modelli locali italiani già AIRB nonché di quelli in attesa
di autorizzazione.
Rating Integrato Corporate (RIC)
Il modello RIC fornisce il rating delle controparti imprese di Unicredit Corporate Banking sul segmento
mid-corporate, ovvero per quelle aziende con fido o utilizzo aventi un fatturato (o total assets laddove il
fatturato non è informativo) fino a 250 milioni di Euro. Sviluppato in più fasi anche col supporto della
società Centrale Bilanci, il modello nella sua prima versione prevedeva l’integrazione a più livelli di
diverse componenti. Ad un primo livello, il punteggio generato da variabili di bilancio (score CE.BI.) si
integrava con informazioni di carattere qualitativo provenienti da questionari compilati dal gestore; ad un
secondo livello, lo score precedente si integrava con informazioni di carattere geo-settorialedimensionale; successivamente informazioni di natura comportamentale-andamentale (sia interne che di
sistema) si fondevano con il risultato del secondo livello per dare origine ad un Rating Integrato Corporate
secondo due diversi pesi sulla base del punteggio andamentale. Infine, mediante analisi Kernel della
distribuzione dello score RIC sul portafoglio di Unicredit Corporate Banking si erano individuate 9 classi di
rating.
Le unità di convalida locale e della Capogruppo avevano verificato, in sede di Initial Validation del
modello, il disegno e la tenuta sia dei diversi moduli (score di bilancio, score qualitativo, componente geosettoriale, score andamentale) in termini di performance e stabilità, sia del modello complessivo anche
per sotto-portafogli rilevanti. Sono state inoltre analizzate la calibrazione del modello complessivo per
stato di monitoraggio delle controparti, anche a livello di segmento, le regole di override e la copertura del
modello per rapporti ed esposizioni del portafoglio della banca.
80
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Nel corso del 2008, a partire dai findings delle funzioni di convalida interna e dai rilievi di Banca d’Italia,
sono stati apportati e validati alcuni miglioramenti al modello, in produzione da marzo 2009, così
sintetizzabili:


ristima del modulo andamentale, a partire dalle variabili presenti nella precedente versione,
attraverso la revisione dei relativi pesi e l’eliminazione di tutti quei fattori ritenuti non più
significativi, rimuovendo così la ridondanza informativa ed incrementando la capacità predittiva
del modulo;
ridefinizione dei pesi dell’integrazione fra modulo andamentale (sia interno che esterno) e score
d’impresa di secondo livello, eliminando la doppia funzione d’integrazione, fonte di discontinuità
nella PD finale per quelle controparti con stesso score di secondo livello, ma con piccole
differenze nello score andamentale attorno al valore scelto come soglia.
Inoltre è stato utilizzato un campione di sviluppo, maggiormente rappresentativo del portafoglio di UCCB
rispetto al precedente costituito da clienti dell’ex-Credito Italiano, incorporando anche la definizione di
default Basilea2 al netto dei Past Due tecnici.
Le attività di convalida hanno consentito non solo di validare le revisioni del modello, ma anche di
attestare l’adeguatezza della nuova versione del sistema per la sua applicazione all’intero portafoglio di
UCCB, inclusi i clienti di provenienza ex-Capitalia.
Il modello di rating del segmento Small Business Italia
Il modello è stato strutturato in modo da ottimizzare l’aggregazione delle diverse fonti informative, sia
interne (qualitative, finanziarie, anagrafiche ed andamentali) sia esterne (il flusso di Centrale dei Rischi
Banca di Italia e le centrali rischi private), differenziando tra erogazione a nuovi clienti o a clienti già
esistenti e sulla base di una segmentazione del portafoglio Imprese che riflette la dimensione e l’anzianità
dell’azienda sul mercato.
I moduli sviluppati nell’ambito della revisione del sistema sono i seguenti:
 modulo anagrafico;
 modulo andamentale esterno (CE.RI/SIA);
 modulo finanziario;
 moduli Credit Bureau (Experian e Crif);
 modulo qualitativo;
 modulo andamentale interno.
Il processo di stima dei vari moduli si è articolato nelle fasi di seguito descritte: analisi univariate, analisi
multivariate, specificazione del modello e validazione.
Il metodo utilizzato è la regressione logistica stepwise. La stima viene effettuata utilizzando la tecnica del
Weigh of Evidence (WoE). Al termine della procedura di stima del modello logistico, lo stesso è scalato
(omogeneizzato) in modo tale che i punteggi di modelli diversi siano confrontabili.
Identificati i regressori significativi, si costruisce lo scorecard report che riassume in maniera sintetica le
variabili utilizzate nel modello, il peso di ciascun fattore e il livello di significatività statistica.
81
Lo score omogeneizzato di ciascun modello concorre alla produzione della PD e della classe di Rating
della controparte in base al peso relativo del modulo stesso, rapportato a quello degli altri e con modalità
legate all’anzianità del rapporto del cliente con la banca, distinguendo tra “già cliente” e “nuovo cliente”,
ed alla tipologia di cliente Small Business considerato.
Il modello è stato ricalibrato tenendo in considerazione la recente integrazione dei portafogli creditizi ex
Capitalia e considerando i tassi di default complessivi. Le ricalibrazioni sono state effettuate distintamente
per le tre nuove entità territoriali: UniCredit Banca, UniCredit Banca di Roma e Banco di Sicilia.
L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello nel suo complesso e la tenuta (performance e
stabilità, anche nei sotto-portafogli rilevanti) dei diversi moduli che lo compongono. Ha inoltre analizzato
la calibrazione sia a livello complessivo che di segmento. Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha
riguardato gli aspetti IT, di qualità del dato e di processo, con particolare focus sulla corretta
implementazione del sistema di rating e sull’utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio stimati
internamente. Infine, nel corso del 2009, la funzione di convalida ha valutato l’adeguatezza della nuova
versione del sistema RISB per la sua applicazione all’intero portafoglio della Retail Network Italy, inclusi i
clienti di provenienza ex-Capitalia.
Il modello di rating del segmento Privati Italia: Mutui Ipotecari
Il Portafoglio Obiettivo del modello di Rating R.I.P. (Rating Integrato Privati), che si basa su un approccio
per pool, è costituito dall’insieme di tutte le tipologie di mutui ipotecari trattati in Unicredit Banca e
Unicredit Consumer Financing, destinati all’acquisto, costruzione e ristrutturazione di immobili residenziali
da parte della clientela privati e all’acquisto di immobili per finalità legate all’attività economica svolta da
parte delle Persone Fisiche appartenenti al settore delle Famiglie Produttrici.
Per quanto concerne i prodotti rateali del Gruppo, la considerazione di caratteristiche specifiche del
singolo prodotto ai fini della determinazione del pool di appartenenza ha comportato l’assegnazione di
una probabilità di default potenzialmente differente ad ogni rapporto in capo alla medesima controparte,
benché anche le caratteristiche del Cliente siano tra i driver fondamentali per l’individuazione dei pool.
Analogamente a tutti gli altri sistemi di rating del portafoglio privati del Gruppo, anche lo sviluppo del
modello R.I.P. si è articolato in due fasi distinte: la prima consiste nell’individuazione dei Pool relativi al
portafoglio in fase di erogazione, la seconda nell’individuazione dei Pool relativi al portafoglio in essere.
Mediante tecniche statistiche sono stati individuati i pool sull’intero portafoglio. In seguito a tale processo
si è pervenuti alla definizione di strutture ad albero nelle quali le “foglie” finali corrispondono ai pool
individuati. I singoli pool sono stati successivamente aggregati in classi di rating.
Nel processo di assegnazione della probabilità di default, la valutazione effettuata in sede di prima
erogazione viene mantenuta nel primo semestre di vita del rapporto, salvo sia rilevato uno sconfino di
durata superiore al mese, mentre a partire dal settimo mese viene ricalcolata l’attribuzione
dell’operazione al pool corrispondente secondo l’albero definito per il portafoglio in essere. All’aumentare
dell’anzianità del mutuo, acquisiscono infatti maggiore rilevanza le variabili andamentali.
Per le specificità legate alla diversa provenienza delle esposizioni costituenti il portafoglio di rischio
proveniente dalla ex UBCasa, il modello di rating presenta alcune personalizzazioni, soprattutto con
riferimento al portafoglio acquisito mediante il canale Abbey National.
82
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Nell’analisi del portafoglio complessivo ex UB Casa sono stati definiti tre alberi di segmentazione la cui
variabile discriminante iniziale è la maturità del mutuo (numero di mesi dall’erogazione maggiore o minore
di 6) e, per i mutui con maggiore maturità, il perimetro di provenienza. In particolare:



albero stimato per il portafoglio in fase di erogazione o application, utilizzato nell’attribuzione
della probabilità di default a tutti i mutui con anzianità inferiore a 6 mesi;
albero per il portafoglio “in essere” ex-ANBI da adottare per i mutui del perimetro ex-ANBI con
anzianità superiore a 6 mesi;
albero per il portafoglio “in essere“ ex-Adalya -Kiron realizzato per la stima della PD dei mutui exAdalya con anzianità superiore a 6 mesi.
Elemento comune alle tre segmentazioni è l’assegnazione al pool di rischio maggiore delle pratiche che
manifestino un ritardo di pagamento o delinquency superiore al mese.
L’unità di validazione ha verificato nel 2007 il disegno del modello e del sottostante score di erogazione,
la loro capacità discriminante e la stabilità della popolazione nel tempo. Inoltre, particolare attenzione è
stata rivolta all’analisi dei sottomodelli identificati dall’anzianità del mutuo e dal canale di provenienza.
Infine sono state analizzate la copertura per rapporti ed esposizioni e la calibrazione sia a livello
complessivo che di sottoportafoglio.
Nel corso del 2008 sono state apportate alcune modifiche al sistema Rating Integrato Privati (RIP) per i
Mutui Ipotecari, derivate dalla variazione della definizione di default, dalla necessità di uniformare il
trattamento dei mutui in erogazione tra Unicredit Banca per la Casa e Unicredit Banca, a seguito
dell’unificazione dei portafogli delle due banche, e dall’ampliamento delle finestre temporali
La nuova definizione, adottata allo scopo di adeguarsi maggiormente alla normativa di vigilanza, prevede
il passaggio a default al verificarsi di uno sconfino di vigilanza e/o 7 rate arretrate o l’ingresso in uno stato
di incaglio o sofferenza.
In secondo luogo, la necessità di uniformità di trattamento dei mutui tra Unicredit Banca per la Casa e
Unicredit Banca ha condotto ad una nuova omogeneizzazione delle griglie di score di erogazione. Infine,
l’ampliamento delle finestre temporali considerate ha comportato la calibrazione dei pool di erogazione e
di portafoglio e la ridefinizione delle classi di rating.
Nello stesso periodo ha avuto luogo lo sviluppo di una griglia specifica per l’erogazione di mutui ipotecari
alla clientela “Immigrants”, giustificato sia da un aumento dei clienti facenti parte di questo segmento,
costituito da pratiche per le quali almeno un soggetto tra gli intestatari e i garanti sia nato all’estero e
abbia cittadinanza diversa da quella italiana, sia dalla diversa rischiosità associata rispetto ai due
segmenti di clientela (fallibili e non fallibili), per i quali era già presente una griglia. Il modello prescelto è
di tipo statistico ed è stata utilizzata la forma funzionale logistica.
Nel corso del 2008 si è inoltre proceduto alla estensione dei metodi IRB avanzati anche a i mutui ipotecari
residenziali di clientela privata provenienti dalle banche del Gruppo ex-Capitalia. A tale fine si è proceduto
allo sviluppo di un modello PD andamentale “ad hoc” ad integrazione del sistema di rating RIP Mutui
Ipotecari, creato a partire da dati rappresentativi dei medesimi portafogli. Lo sviluppo di tale modello è
stato necessario in quanto la componente PD andamentale del sistema di rating RIP Mutui Ipotecari non
è applicabile al portafoglio pre-migrazione di Capitalia, essendo quest’ultimo associato a politiche di
credito e di erogazione diverse da quelle di BC.
83
Nel corso del 2009, oltre alla consueta ricalibrazione delle componenti di rischio PD e LGD, si è
provveduto a sviluppare un modulo specifico per la stima della PD con riferimento ai mutui ipotecari dei
dipendenti del Gruppo UniCredit, precedentemente esclusi dal perimetro di applicazione del sistema di
rating RIP Mutui Ipotecari..
Per quanto riguarda la LGD, invece, non si è ritenuto necessario procedere allo sviluppo di un nuovo
modello, in considerazione del fatto che tale componente è fortemente influenzata dal processo di
recupero e dalle regole di classificazione dell’arretrato in uso nella banca in cui si manifesta il default (da
novembre 2008 omogenee a quelle del Gruppo). Inoltre, allo scopo di accertare la sostanziale conformità
delle garanzie ipotecarie alle politiche di acquisizione e valutazione del gruppo, si è proceduto ad una
verifica della normativa in essere nella banche ex-Capitalia ed è in corso un controllo a campione delle
suddette garanzie in termini di documentazione, corretta registrazione delle informazioni nei sistemi
informativi e valorizzazione degli immobili.
La funzione di validazione ha dunque valutato nel corso del 2008 l’introduzione della nuova griglia di
erogazione immigrati, e nel 2009 il modello andamentale ex capitalia, il modello per i mutui erogati ai
dipendenti UniCredit e la ricalibrazione effettuata al fine di vericare l’impatto del loro inserimento sulla
valutazione del portafoglio mutui nel suo complesso.
Il modello di rating del segmento Privati Italia: Scoperti di Conto Corrente e Carte di Credito a Saldo
Il Rating Integrato Privati (RIP) per finanziamenti in Conto Corrente esprime un giudizio complessivo sul
merito creditizio del privato affidato o richiedente un affidamento ricompreso nel pool CC (conti correnti,
crediti di firma, carte a saldo) e deriva dall’integrazione di un set di moduli elementari che sfruttano le
informazioni rinvenibili presso le fonti interne (informazioni anagrafiche e andamentali), il flusso di
Centrale Rischi di Banca d’Italia (CR e SIA) e il Bureau Crif. L’aggregazione dei moduli è stata effettuata
in modo diverso per i seguenti cinque sotto-segmenti principali di clientela Privata:





i nuovi clienti che richiedono un affidamento (c.d. Nuovi)
i clienti esistenti ma operanti su base attiva (c.d. Richiedenti ex-Base Attiva) che richiedono un
affidamento;
i clienti esistenti e affidati (c.d. Esistenti Affidati)
i clienti esposti ma non affidati (c.d. Esposti Non-Affidati)
i dipendenti del Gruppo UniCredit (c.d.Dipendenti)
L’aggregazione dei moduli determina la stima di uno Score di Erogazione, applicato per la valutazione del
merito creditizio del cliente sia nel processo di nuovo affidamento che di rinnovo, e di uno score di
Monitoraggio, utilizzato per la valutazione del cliente che presenta già una relazione con la Banca. Di
seguito viene fornita una rappresentazione schematica del modello:
84
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
Fase di erogazione
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Modulo Anagrafico
Modello Nuovi Clienti
Modulo CRIF
Modulo Anagrafico
Modello Richiedenti ex Base Attiva
Modulo CRIF
Modulo Andamentale
Base Attiva
Fase di monitoraggio
Modulo Anagrafico
Modello Clienti Esistenti e
Affidati
Modulo CRIF
Modulo Andamentale
Esposti/Affidati
Modello Clienti Esistenti
Esposti, ma non Affidati
Modulo Andamentale
Esposti/Affidati
Modello Dipendenti del
Gruppo
Modulo Andamentale
Esposti/Affidati
Modello Clienti operanti
su Base Attiva
Modulo Andamentale
Base Attiva
Moduli/modelli sviluppati su campioni di erogazione
Moduli/modelli sviluppati su campioni stock
Le variabili ai fini dell’inclusione nel modello sono state analizzate a livello univariato e sono state
selezionate in base all’incidenza dei missing, alla capacità predittiva (D di Somers) e all’analisi dei cluster.
A livello multivariato le tecniche di selezione utilizzate sono la regressione logistica di tipo stepwise e il
livello di correlazione, oltre a valutazioni di carattere economico. L’integrazione dei moduli applicabili ai
diversi sotto-segmenti di clientela è stata effettuata mediante regressione logistica sui Weight of Evidence
(WoE) degli score stimati dai moduli.
Le informazioni sottostanti il modulo Anagrafico-Finanziario – acquisite in fase di erogazione ed
aggiornate solo in minima parte nel corso del monitoraggio del finanziamento – perdono
progressivamente peso all’interno del modello, al passare del tempo. Diversamente, le variabili di
carattere andamentale potrebbero non essere presenti in fase di erogazione, ma sicuramente presenti e
discriminanti nel corso del monitoraggio.
Con particolare riguardo alla periodicità del loro aggiornamento, le informazioni andamentali di fonte CRIF
sono aggiornate con cadenza trimestrale, quelle di fonte Interna o CeRi con scadenza mensile.
La definizione di default adoperata in fase di sviluppo dei moduli statistici è una definizione gestionale
mentre quella adoperata per la calibrazione è conforme alla normativa di Basilea 2 che considera, quindi,
bad le controparti classificate in sofferenza, incaglio o past due a 180 giorni.
85
La PD del modello, pur essendo stata stimata esclusivamente su dati dei clienti ex Unicredit Banca, è
stata calibrata tenendo conto dei tassi di default dei clienti di entrambi gli ex Gruppi (ex Unicredit ed ex
Capitalia).
La distribuzione per classi di rating delle esposizioni, come atteso, è maggiormente concentrata sulle
classi di rating rappresentative di maggior qualità: il 70% delle esposizioni ha una classe di rating inferiore
o uguale a T08, che rappresenta una probabilità di default massima del 3%. In generale, tutte le classi di
rating sono sufficientemente popolate e non si osservano concentrazioni significative in singole classi.
L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello, l’utilizzo delle fonti informative, le sue
performance in termini di rank ordering e calibrazione e la stabilità della popolazione nel tempo. Inoltre,
particolare attenzione è stata rivolta all’analisi dei sottomodelli identificati.
Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte
dell’Autorità di Vigilanza.
Il modello di rating del segmento Privati Italia: Prestiti Personali
Il sistema di rating per i prestiti personali è costituito, ai fini della stima della PD, da modelli differenti in
ragione della finalità di utilizzo (erogazione o monitoraggio), del canale di erogazione e del portafoglio di
applicazione, al fine di cogliere le peculiarità dei diversi segmenti in termini di gestione del business,
rischiosità e proprietà statistiche. I modelli sviluppati sono i seguenti:
1.
2.
3.
4.
erogazione canale banca portafoglio strategico3 ;
erogazione canale banca portafoglio non strategico4 ;
erogazione canale non banca5 ;
andamentale.
Questa struttura è quella che meglio consente di ottimizzare l’utilizzo delle principali fonti informative
senza introdurre una eccessiva complessità nel modello.
Per quanto concerne i modelli di erogazione, aventi l’obiettivo di assegnare una probabilità di default ad
ogni esposizione al momento della richiesta di un prestito personale, la metodologia di sviluppo utilizzata
è la regressione logistica ed i campioni di sviluppo sono costituiti da tutte le pratiche erogate fino a luglio
2007.
La definizione di default adottata in fase di stima degli score è di tipo gestionale, caratterizzata da un
periodo di performance di 18 mesi e dall’identificazione del default in base alla presenza di uno stato di
sofferenza o ad un numero di rate pagate arretrate superiore o pari a 56. Successivamente si è
provveduto a calibrare i tre score alla definizione di default prevista dalla normativa di vigilanza tenendo
conto dell’erogato nel periodo compreso tra settembre 2005 e gennaio 2008.
Per quanto concerne invece il modulo andamentale, sviluppato tramite una tecnica di regressione
logistica, le variabili discriminanti utilizzate si riferiscono sostanzialmente alle informazioni andamentali
interne e alle informazioni relative alla anagrafica del cliente. Gli score di erogazione ed andamentali così
definiti sono stati normalizzati, e sono state create 14 classi di rating, definendo anche 4 classi aggiuntive
rispettivamente per la categoria dei dipendenti, per gli unrated, per le pratiche erogate a fronte
dell’evidenza di una policy di rifiuto, e per le pratiche in default.
L’unità di validazione ha infine verificato il disegno del modello, l’utilizzo delle fonti informative, le sue
performance in termini di rank ordering, calibrazione e stabilità.
3
Si tratta dei Prestiti Personali erogati tramite le agenzie UCB per cui il richiedente o il coobbligato (se presente) abbiano stato di nascita, ricavato dal
codice fiscale, incluso nel seguente elenco: Italia, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Irlanda del nord, Grecia,
Irlanda, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Principato di Monaco, San Marino, Spagna, Svizzera, Svezia, Città del Vaticano, Stati Uniti
d’America, Canada, Australia, Nuova Zelanda
4
Si tratta di Prestiti Personali erogati tramite le agenzie UCB ma non rientranti nel perimetro del Portafoglio Strategico.
5
Prestiti Personali non erogati tramite le agenzie UCB.
6
La controparte è considerata “good” in caso di rate arretrate inferiore o pari a 2 e indeterminata con 3 o 4 rate arretrate.
86
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte
dell’Autorità di Vigilanza.
Il modello di rating del segmento Privati Italia: cessione del quinto dello stipendio
Il sistema di rating adottato dalla controllata UniCredit Family Financing per la valutazione del portafoglio
“Cessione del Quinto dello Stipendio”, considerando sia le nuove erogazioni che le posizioni in essere, è
composto di due moduli, uno di accettazione e uno andamentale, al fine di cogliere in modo distinto i
driver di rischio rilevanti al momento dell’ingresso delle posizioni in portafoglio e nel corso della vita delle
posizioni stesse.
La metodologia adottata in fase di sviluppo appartiene alla famiglia dei modelli ad albero; tale approccio
permette la stratificazione del campione d’analisi in livelli successivi, attraverso la verifica del potere
discriminante di alcune variabili rispetto all’evento default. Il risultato di tale procedura è una struttura ad
albero le cui “foglie” finali corrispondono a specifici pool di posizioni caratterizzati internamente dallo
stesso profilo di rischio.
Per quanto concerne lo sviluppo della componente di erogazione, è stato definito un campione specifico
di pratiche erogate nel corso del biennio 2006-2007. Le variabili considerate per la determinazione
dell’albero di erogazione sono state selezionate, in base alla natura delle informazioni, dalle seguenti
macroaree: informazioni socio demografiche ed informazioni di prodotto. L’albero decisionale è stato
costruito tramite la procedura CHAID (con interventi di natura esperta), con l’obiettivo di segmentare la
popolazione sulla base delle variabili individuate a seguito delle preliminari analisi univariate e di
correlazione. L’analisi ha portato alla definizione di 7 pool successivamente aggregati in 6 classi di rating
(alle quali è stata aggiunta una classe per i contratti in default); ai fini della stima della PD d’erogazione, i
tassi di default empiricamente riscontrati sul campione di sviluppo sono stati oggetto di ricalibrazione
attraverso tecniche bayesiane di prior correction.
Per quanto concerne invece la stima della PD andamentale, le variabili discriminanti utilizzate per la
determinazione dell’albero sono state selezionate, in base alla natura delle informazioni, dalle seguenti
macroaree: informazioni andamentali interne, informazioni relative al prodotto erogato e al canale di
vendita. Il modello andamentale si basa su una struttura ad albero decisionale. L’albero decisionale è
stato costruito tramite la procedura CHAID (con interventi di natura esperta). Il risultato dell’analisi ha
portato alla definizione di 12 pool, successivamente aggregati in 6 classi di rating (alle quali è stata
aggiunta una classe per i contratti in default). Ai fini di stima della PD i tassi di default empiricamente
riscontrati sul campione di sviluppo sono stati oggetto di ricalibrazione attraverso tecniche bayesiane di
prior correction.
Le classi di rating di erogazione sono state successivamente omogeneizzate con le classi andamentali, al
fine di pervenire a una scala di rating unica per il prodotto Cessione del Quinto dello Stipendio.
L’unità di validazione ha, anche in questo caso, verificato il disegno del modello, in linea con le prassi di
mercato, il profilo della completezza informativa e le performance del modello in termini di rank ordering e
calibrazione.
Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte
dell’Autorità di Vigilanza.
87
I sistemi di rating “Leasing Corporate” e “Leasing Small Business”
I sistemi di rating per i segmenti Mid-Corporate e Small Business, in uso in UniCredit Leasing (UCL) e per
i quali è stata inoltrata richiesta di autorizzazione a fini regolamentari a Banca d’Italia nel dicembre 2009,
esprimono una valutazione della probabilità di insolvenza a livello di transazione, integrando la
componente di rischio di controparte con le informazioni specifiche di rischiosità legate all’operatività del
leasing. In particolare, i modelli di rating sottostanti adottano un approccio per pool di prodotto, secondo
la segmentazione gestionale delle operazioni di leasing adottata in UCL: Immobiliare, Strumentale e
Targato.
Il progetto per lo sviluppo dei modelli PD, avviato nei primi mesi del 2006 e concluso nel maggio del 2007,
è stato condotto da UCL in collaborazione con Centrale dei Bilanci (Ce.Bi.). Le prime versioni dei modelli
PD di operazione sono entrate in produzione nel settembre del 2007 e sono state integrate sia nei
processi di erogazione, nell’ambito della Pratica Elettronica di Fido, che nei processi di monitoraggio
mensile.
Il concetto di default adottato per la stima dei modelli è per transazione e prevede il trascinamento dello
stato di insolvenza soggettivo della controparte sul contratto, con un concetto di scaduto continuativo per
oltre 180 giorni coerente con le disposizioni della normativa Centrale dei Rischi. Nella seconda metà del
2008, inoltre, i modelli sono stati ricalibrati sulla base dei perimetri più recenti, adottando il concetto di
default secondo le disposizioni di Vigilanza, con la soglia di materialità del 5% e una franchigia assoluta
sul saldo scaduto ai fini dell’esclusione dei past-due tecnici.
I principi base che hanno guidato la scelta del disegno dei modelli sono stati l’univocità della valutazione
della controparte a livello di Gruppo e la necessità di declinare in modo adeguato la rischiosità a livello di
transazione, sfruttando tutte le fonti informative specifiche del business relativo al leasing, sia interne che
di sistema. I modelli sviluppati per i segmenti Mid-Corporate e Small Business sono pertanto strutturati in
due livelli:
 I livello: valutazione della rischiosità della controparte in coerenza con le valutazioni in essere nel
Gruppo;
 II livello: valutazione delle informazioni specifiche del leasing ed integrazione della suddetta
valutazione di controparte, al fine di ottenere una PD a livello di singolo contratto.
Di seguito si presenta graficamente la struttura logica dei modelli:
88
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Per quanto concerne il I livello (PD di controparte), si sottolinea che in caso di controparti condivise con
UniCredit Corporate Banking o con le Banche Retail del Gruppo, la PD di controparte di UCL è la
medesima calcolata dai modelli in uso in tali Entità. Per i clienti esclusivi di UCL, invece, la PD di
controparte è calcolata mediante metodologie sostanzialmente omogenee a quelle dei modelli RIC o
RISB nelle loro versioni originarie.
Il modello per i clienti esclusivi Mid-Corporate utilizza, quando disponibili, gli input considerati nel modello
RIC, quali il bilancio d’esercizio depositato dalla controparte, le informazioni del questionario qualitativo e
quelle geo-dimensionali e settoriali, nonchè lo score andamentale o di Centrale Rischi. Il modello per i
clienti esclusivi Small Business, invece, è distinto sulla base della disponibilità del dato di bilancio. In caso
si disponga di un bilancio aggiornato, la valutazione di controparte è effettuata attraverso il modello di
erogazione della precedente versione del RISB, mentre in assenza dello stesso, la valutazione di
controparte si basa solamente sullo score CR e/o sullo score Delphi.
Per quanto concerne il II livello (PD di transazione), le informazioni considerate sono costituite dallo score
andamentale interno, che monitora l’andamento della relazione con il cliente e delle operazioni in essere,
dallo score Assilea, che monitora l’andamento del cliente/rapporto a livello di sistema e da ulteriori
dettagli di prodotto, che possono influenzare il livello di rischiosità del rapporto.
Lo score andamentale interno è stato sviluppato per pool di prodotto (Immobiliare, Strumentale e Targato)
al fine di valutare la regolarità di pagamento della singola transazione e ha l’obiettivo di cogliere eventuali
segnali di anomalia che anticipino lo stato di default del contratto, basandosi sul numero di rate arretrate
e di giorni di sconfinamento. Tale score viene calcolato per tutti i contratti decorsi da almeno tre mesi,
mentre per i contratti decorsi da meno di tre mesi oppure stipulati ma non ancora in decorrenza, si è
deciso di attribuire allo score un valore medio.
Lo score Centrale Rischi Assilea è un indicatore di ‘comportamento’, ottenuto tramite un modello statistico
con regressione logistica, per valutare la relazione che la controparte intrattiene con tutte le società di
leasing facenti parte di Assilea. Le informazioni ricevute dalla CR sono a livello di cliente ma, in
considerazione della diversa rischiosità legata alla tipologia del contratto leasing, si è deciso di sviluppare
lo score per pool di prodotto (Immobiliare, Strumentale e Targato), considerando i default a livello di
contratto.
Le informazioni di prodotto si differenziano anch’esse secondo le stesse macrotipologie e sono state
selezionate, attraverso algoritmi statistici multivariati, in base alla relazione con l’evento default.
L’attività di validazione iniziale effettuata nel 2009 si è concentrata innanzitutto sulla verifica dell’impianto
metodologico. L’impostazione a livello di transazione, inusuale per un portafoglio di esposizioni verso
imprese, trova giustificazione nel riconoscimento della rilevanza del prodotto, che nella società di Leasing
si è dimostrato essere un fattore imprescindibile nella spiegazione del comportamento della Clientela;
inoltre, i tassi di default osservati su questo specifico portafoglio sono profondamente diversi da quelli
relativi ad altre tipologie di finanziamento. Le attività di convalida hanno poi esaminato il profilo della
completezza informativa e le performance del modello in termini di rank ordering, calibrazione e stabilità.
Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte
dell’Autorità di Vigilanza.
89
LGD per i portafogli locali Italia
I modelli di LGD di UCCB, RNI e UCFin sono stati sviluppati secondo un approccio di tipo workout. In
particolare, il tasso di perdita viene calcolato considerando i flussi di cassa relativi ai diversi rapporti
osservati dal loro ingresso a default fino al termine del processo di recupero. Per quanto attiene alla
stima, sono stati definiti specifici moduli per ciascuna fase del default (incaglio, sofferenza e past due),
adottando per i portafogli Cessione del Quinto e Prestiti di UCFin un approccio empirico, mentre negli altri
casi (UCCB, RNI e UCFin mutui) sono state definite stime regressive nel caso dei blocchi sofferenze ed
incagli e medie storiche per la variazione dell’esposione in fase di past due (distinta per rapporti rateali e
non rateali). Tale criterio a blocchi determina la necessità di definire una modalità di integrazione dei
risultati dei diversi modelli per il calcolo della LGD complessiva. In particolare, è necessario definire due
tipologie di parametri, i primi legati alla composizione del primo ingresso a default (probabilità che, dato il
default, esso si verifichi sotto forma di past due, incaglio o sofferenza), i secondi legati alle probabilità di
transizione tra i diversi stati di default (nella terminologia Unicredit questi ultimi vengono definiti Danger
Rates). Mentre in UCCB, RNI ed UCFin per il prodotto mutui tali parametri vengono definiti su base
empirica (frequenze relative osservate sui campioni di sviluppo), l’approccio di stima adottato per i
Danger Rate in UCFin per il prodotto Prestiti si basa sulla modellizzazione del WOE (Weight of Evidence)
associato ai diversi attributi delle variabili disponibili in fase di application e su una survival analysis per i
rapporti di tipo CQS.
I modelli sviluppati mediante approccio regressivo prevedono l’impiego sia di variabili di tipo anagrafico
che inerenti le caratteristiche dei rapporti; inoltre, assumono particolare rilevanza le garanzie a copertura
delle esposizioni. A tal proposito, le Banche italiane hanno deciso di incorporare l’effetto delle diverse
tipologie di garanzie nella LGD, anche qualora la normativa prevedesse un’alternativa, come nel caso
delle fideiussioni, per le quali è prevista la possibilità di sostituire PD e LGD del cliente con i
corrispondenti parametri del garante nella valutazione del rischio associata alla quota di esposizione
garantita; fanno eccezione, per la sola Unicredit Corporate Banking, le fideiussioni rilasciate da istituti
bancari, in presenza delle quali è adottato il principio di sostituzione. In generale non si considera dunque
la possibilità di trattare separatamente la quota di esposizione garantita e quella non garantita, ma viene
calcolata una Loss Given Default a livello di rapporto, in funzione delle garanzie presenti e, ove
significativo, del loro valore. In questo contesto è peraltro importante sottolineare che, in attesa dello
sviluppo di un modello di PD per i garanti persone fisiche che consenta di valutarne la rischiosità
associata come richiesto da normativa, le competenti funzioni di Unicredit hanno escluso le garanzie
personali dal calcolo della LGD qualora esse siano prestate da fideiussori unrated; in questi casi non
viene dunque valorizzata la corrispondente dummy premiante del modello regressivo, annullando così
l’effetto della garanzia.
Con particolare riferimento al segmento Privati, si è scelto di sviluppare congiuntamente (Unicredit Banca
e Unicredit Family Financing per la parte ex Banca per la Casa) il modello per i mutui ipotecari. Anche per
quanto riguarda Corporate e Small Business, con riferimento ad alcune tipologie di rapporto (Anticipi), si è
optato per un modello sviluppato congiuntamente. Per il calcolo del valore di LGD, limitatamente alla fase
di sofferenza, si è considerato il massimo livello di dettaglio possibile, ovvero il rapporto. Per quanto
riguarda la fase di incaglio, invece, la banca ha sviluppato due modelli per ciascun segmento,
differenziando esposizioni rateali e non rateali.
Nel corso del 2008 sono state apportate alcune modifiche al modello di LGD per i portafogli italiani. Il
primo intervento ha riguardato la modalità di inserimento della variabile tasso risk free all’interno dei
modelli: la variabile è stata introdotta in modalità continua anziché in modalità discreta. In secondo luogo,
si è sviluppato un nuovo approccio per la stima di una LGD che rifletta le condizioni recessive del ciclo
economico (LGD Downturn). Il nuovo approccio prevede il calcolo dell’effetto downturn come
aggiustamento della LGD stimata dai modelli mediante due coefficienti ottenuti tramite una regressione
che interpola la LGD stimata e una nuova variabile che identifica il passaggio o meno della sofferenza per
la fase recessiva. Il terzo intervento è costituito dalla revisione dell’effetto dell’azione revocatoria
fallimentare. Il quarto e ultimo intervento ha riguardato la correzione delle stime di LGD per le esposizioni
già a default per tener conto degli eventuali passaggi a perdita parziali.
90
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Tutti i modelli sono inoltre stati ricalibrati coerentemente con quanto avvenuto per i modelli di PD; con
riferimento specifico alla LGD del sistema Rating Integrato Privati (RIP) per i Mutui Ipotecari si è invece
provveduto a rivedere la modalità di aggregazione delle aree geografiche eliminando le classi “Lazio e
Umbria” e “Marche e Toscana” e creando la classe “Centro”, al fine di migliorare l’interpretabilità
economica e rendere tale modello uniforme con i modelli di LGD analoghi sviluppati nelle altre Entità.
Nel corso del 2009, i parametri dei modelli LGD locali già autorizzati per le Entità Italiane sono stati
aggiornati a seguito dell’ampliamento dei campioni di sviluppo atto a far fonte alla previsione normativa
per cui “ le stime della LGD si basano su dati derivanti da un periodo di osservazione minimo di cinque
anni, prolungato di un anno ogni anno, fino a raggiungere un periodo minimo di sette anni”.
L’aggiornamento dei campioni di sviluppo, ha visto inoltre, in UCCB, RNI e per i Mutui di UCFin
l’esclusione di tutti i rapporti che hanno fatto ingresso nello stato di default prima del 1997. Tale scelta è
stata guidata dalle necessità di garantire una maggiore aderenza tra i processi sottostanti i recuperi
osservati nei campioni di sviluppo e quelli attuali. Su raccomandazione delle funzione di controllo interno
è stata rivista anche la metodologia di determinazione dei tassi di attualizzazione usati per il calcolo della
LGD osservata. Secondo la nuova metodologia, il tasso di attualizzazione è determinato dal tasso Risk
Free più un premio al rischio basato, oltre che sulla volatilità storica dei recuperi, anche sull’asset
correlation prevista per il calcolo del requisito di capitale.
Inoltre, nel corso del 2009, sono state ridefinite le aree geografiche per il modello relativo al segmento
Small Business, con aggregazione delle classi Sud e Isole, per esigenze di maggiore aderenza del
modello ai portafogli ex-Capitalia nonchè di uniformità con i modelli per i segmenti Corporate e Mutui
Ipotecari.
Tali modifiche hanno comportato come conseguenza la variazione dei pesi delle variabili predittive dei
modelli, ma non hanno condotto a cambiamenti nel numero e nella tipologia delle variabili stesse.
Il 2009 si è anche caratterizzato per l’introduzione di nuovi modelli per il calcolo della LGD per i Conti
Correnti/Carte a Saldo, i Prestiti Personali, la Cessione del Quinto e le operazioni di locazione finanziaria
(leasing). Per quanto riguarda i tre nuovi modelli LGD per le esposizioni al dettaglio di RNI e UCFin, la
loro struttura è simile a quella degli altri modelli LGD: si basano su un approccio di tipo workout e sono
strutturati in moduli differenziati per le posizioni in sofferenza e precontenzioso (incagli e past-due a 180
giorni). Tali blocchi sono poi combinati tra loro mediante la stima di due tipologie di parametri, i primi
legati alla composizione del primo ingresso a default ( probabilità che, dato il default, esso si verifichi
sotto forma di past due, incaglio o sofferenza), i secondi legati alle probabilità di transizione tra i diversi
stati di default.
Differentemente da quanto accaduto per i modelli di LGD per le esposizioni al dettaglio, UniCredit
Leasing non ha avuto la necessità di modellizzare separatamente le fasi di incaglio e sofferenza grazie
alla disponibilità di una base dati con una buona profondità storica anche per il primo stato, che ha
consentito di costruire un campione sufficientemente ampio di esposizioni osservate e tracciate senza
alcuna soluzione di continuità dall’ingresso in incaglio fino alla chiusura della sofferenza; in particolare,
una volta identificati i principali fattori esplicativi della variabilità nei recuperi osservati e
conseguentemente definiti cluster omogenei di esposizioni con riferimento ai tassi di perdita rilevati, sono
state calcolate le corrispondenti medie campionarie. A causa della limitata numerosità di osservazioni,
queste ultime non sono state differenziate per Corporate, Small Business e Privati, come generalmente
previsto dalle prassi interne. Tale segmentazione è stata invece presa in considerazione nella definizione
della componente di danger rate, attraverso la quale viene gestita la calibrazione del modello al past due.
91
L’unità di validazione, che nel corso del 2007 aveva esaminato, con riferimento ai modelli LGD oggetto
della richiesta di autorizzazone iniziale, la struttura, la coerenza con la definizione di PD, l’effetto del ciclo
economico, la metodologia di sconto dei flussi di recupero, l’allocazione dei costi e il trattamento degli
attivi in default e aveva effettuato test volti alla verifica dell’accuratezza e della calibrazione dei modelli,
nel 2008 e nel 2009 si è concentrata sulla validazione iniziale dei nuovi modelli di LGD (Conti Correnti,
Prestiti Personali, Cessione del Quinto), sulla valutazione qualitativa di tutte le revisioni e sul
monitoraggio di performance e calibrazione dei modelli,già autorizzati.
Estensione del modello LGD ad Aspra Finance
Il focus di Aspra Finance è l’acquisizione e la gestione di crediti problematici originati da banche o società
finanziarie del Gruppo. Di conseguenza, nella società sono stati progressivamente accentrati i portafogli
storici Non Performing Loans (NPLs) delle Entità Giuridiche del Gruppo. A tale proposito si osserva che
per il portafoglio IRB il fondamentale criterio per la definizione del prezzo dei portafogli NPLs è
rappresentato, e sarà rappresentato nelle future cessioni, dalla LGD per le esposizioni in default.
L’adozione a fini regolamentari dei sistemi di rating interni presenti nelle banche cedenti e già autorizzate
dall’Organo di Vigilanza, così come la futura adozione dei modelli di valutazione del rischio di credito che
saranno sottoposti a tale autorizzazione, hanno l’obiettivo di garantire, nell’ambito della cessione delle
attività non performing, la neutralità rispetto al calcolo della perdita attesa e delle attività ponderate per il
rischio e di evitare oscillazioni degli assorbimenti patrimoniali in seguito a transazioni infragruppo.
I modelli di EAD per i portafogli locali italiani
Contestualmente all’introduzione dei nuovi sistemi di rating per i finanziamenti in conto corrente, per i
prestiti personali, per i finanziamenti a fronte della cessione del quinto e per le locazioni finanziarie
(leasing), il gruppo ha sviluppato modelli per la stima della esposizione al momento del default (EAD).
L’approccio utilizzato per la valutazione dell’EAD è costituito da una metodologia “entro 12 mesi”,
secondo cui si procede all’osservazione della clientela affidata o sconfinante in bonis a una determinata
data di riferimento (i.e. 31/12/t) che risulti classificata in default nell’arco dei 12 mesi successivi.
Con riferimento agli Scoperti di Conto Corrente e alle Carte di Credito a Saldo, la stima dell’EAD è
differenziata in funzione di determinate famiglie di forme tecniche, Conti correnti/Carte a Saldo,
Portafoglio Commerciale e Crediti di Firma. Il calcolo dell’EAD per i rapporti di conto corrente si
differenzia in base alla presenza o meno di margine residuo sulla linea di fido all’istante di osservazione;
in particolare, in presenza di margine si prevede il calcolo di un equivalente creditizio (CCF), mentre in
assenza di margine alla data di riferimento si prevede il calcolo di un indicatore in funzione del solo
utilizzo corrente (K). Inoltre, le famiglie conti correnti e carte di credito a saldo sono state gestite
congiuntamente data l’operatività gestionale che prevede l’addebito mensile dell’utilizzo della carta di
credito su un conto corrente di appoggio, senza possibilità di risalire alle movimentazioni a sé stanti
relative ai mesi precedenti.
Per quanto riguarda i Crediti di Firma, attraverso cui la banca assume o garantisce un’obbligazione del
cliente esponendosi al rischio di dover rispondere con il proprio patrimonio in caso di inadempimento
dell’affidato, si è valutata la probabilità che la garanzia stessa o l’impegno concesso possano trasformarsi
in un’esposizione per cassa. Il modello valuta pertanto la quota dei crediti di firma in essere al momento
del default che, in quanto tali, rappresentano un rischio potenziale per l’Istituto (il rischio effettivo, ovvero
che tali esposizioni ‘potenziali’ si trasformino in esposizioni per cassa, è valutato nel modello LGD). Per
quanto concerne la stima dell’esposizione al default sui rapporti di portafoglio commerciale, la funzione di
sviluppo ha deciso di calcolare esclusivamente un coefficiente K, data la scarsa numerosità delle
osservazioni con margine in questo contesto.
92
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Nel caso dei finanziamenti erogati a fronte della cessione del quinto dello stipendio, il modello finale ha
individuato due variabili di splitting (“Percentuale di Debito Residuo” e “Convenzione”), portando alla
generazione di quattro pool finali.
Per quanto riguarda i prestiti personali, invece, le analisi svolte hanno evidenziato che l’esposizione al
momento del default è inferiore al 100% dell’esposizione alla data di osservazione in corrispondenza di
tutti i segmenti ottenuti dalle variabili di segmentazione e per tutti i portafogli analizzati. Per tale ragione si
è deciso di non implementare il modello sviluppato e di assegnare prudenzialmente ad ogni esposizione,
a fini regolamentari, una EAD pari a 100%.
Il modello per la stima del parametro di EAD per le operazioni di leasing (clientela Mid-Corporate e Small
Business) è invece articolato su più livelli, in funzione delle caratteristiche dell’operazione e del bene
oggetto di finanziamento. Al primo livello sono individuati due macro-raggruppamenti definiti sulla base
del tipo di leasing, distinguendo tra i contratti decorsi, ossia locazioni finanziarie aventi ad oggetto beni di
proprietà della società di leasing con possibilità di riscatto alla scadenza da parte del locatario, e quelli a
Stato Avanzamento Lavori (SAL), che rappresento finanziamenti finalizzati alla costruzione o
ristrutturazione di un bene, che una volta completato sarà oggetto di locazione finanziaria. Al secondo
livello, la struttura del modello prevede, per quanto attiene il leasing decorso, un’articolazione basata sul
macro-prodotto (immobiliare, nautico, strumentale e targato), mentre nel caso dei contratti a SAL è stata
introdotta una suddivisione basata sulle caratteristiche finanziarie dell’operazione e sul margine
disponibile. Nessuna differenziazione è stata invece prevista con riguardo al segmento di clientela.
L’attività di validazione iniziale di questi modelli di stima si è particolarmente concentrata nella verifica
dell’impianto metodologico, soprattutto in relazione alla capacità del modelli di cogliere le caratterisitiche
proprie dei diversi prodotti specie laddove è comune osservare un incremento di esposizione
all’avvicinarsi del default. Le attività di convalida hanno poi esaminato il profilo della completezza
informativa e le performance e la calibrazione dei modelli.
Su tali modelli il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte dell’Autorità
di Vigilanza.
93
Modelli Locali, perimetro Germania
Modello di rating “Mid corporate”
Il modello “Mittelstandsrating” si occupa di fornire i rating delle esposizioni verso la classe imprese di HVB
con sede in Germania e con fatturato compreso tra i 3 e i 500 milioni di Euro.
Ia versione del modello attualmente in uso è stata rilasciata nel corso del 2009 ed è stata sviluppata con
l’obiettivo di semplificare il modello originario (il numero dei Maja Values è stato ridotto da 12 a 4),
introducendo contestualmente i miglioramenti suggeriti dalla precedente fase di convalida
Il modello è costituito da due componenti: un modulo quantitativo ed uno qualitativo. Il punteggio
risultante dall’analisi del bilancio determina il rating parziale relativo alle condizioni economiche. Il modulo
qualitativo fornisce invece il rating parziale relativo alla situazione dell’impresa. Il rating finale nasce dalla
combinazione dei due rating parziali.
Il modulo quantitativo è costituito da 4 sotto-moduli statistici chiamati “Maschinelle Analyse von
Jahresabschlüssen” (= Analisi automatica del bilancio), in breve MAJA. L’ambito di applicazione di
ciascuno di questi sotto-moduli dipende dal settore di attività economica dell’azienda: (Industria,
Commercio, Costruzioni e Servizi)
I fattori di rischio inclusi nel modulo quantitativo, selezionati con un processo che ha incluso sia analisi
statistiche che interazioni con gli esperti, coprono in generale le seguenti aree di analisi:



Struttura degli assets;
Situazione finanziaria;
Crescita produttiva / Margini.
94
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Il modulo qualitativo, rivisto anch’esso nel corso del 2009 con lo scopo di semplificrne la struttura ed
ottimizzarne le performance, copre invece le aree di analisi relative a:






situazione finanziaria;
assetto manageriale/imprenditoriale;
pianificazione e controllo;
settore / mercato / prodotto;
fattori di rischio;
posizionamento settoriale
In presenza di segnali di deterioramento creditizio (Warnig signals), già inclusi in una specifica sezione
del modulo qualitativo, il rating viene corretto automaticamente.
Il rating finale può infine essere corretto manualmente (override) nel caso in cui informazioni aggiuntive
indichino che il rating calcolato non è adeguato. Tale pratica è soggetta a restrizioni e vincoli specifici ed
è monitorata strettamente dalla funzione di convalida interna.
La revisione effettuata nel 2009, ha visto anche una ricalibrazione del modello sulla base di una più
aggiornata serie storica di tassi di default.
La funzione di convalida interna ha verificato il disegno del modello, la tenuta (performance e stabilità) dei
diversi moduli che lo compongono (quantitativo, con i relativi sotto-moduli, e qualitativo) e la sua
calibrazione. Ha inoltre analizzato il processo di assegnazione del rating, le regole di attribuzione delle
esposizioni al modello in questione e il processo di override.
Modello di rating “Small Business”
Il modello di rating “HVB smallcorp” ha come ambito di applicazione le piccole o medie aziende tedesche
(fino a 3 Milioni di fatturato per le controparti in contabilità semplificata e sino a 15 milioni per le società i
cui soci hanno responsabilità personale illimitata) e i privati, residenti in Germania, il cui reddito deriva
principalmente dall’esercizio di una libera professione, da lavoro indipendente o dai proventi di una SME
di cui sono maggiori azionisti o proprietari.
La struttura del modello è stata semplificata nel corso del 2009 definendo un trattamento univoco
indipendentemente dal numero di entità collegate al cliente oggetto di valutazione, ed applicando dunque
a tutte le controparti il modello “Scoring GK”;
Il modulo “Scoring GK” calcola uno score unico che è successivamente mappato ad una PD. Lo score è
ottenuto attraverso due diverse scorecard a seconda che la controparte sia o no pienamente
responsabile del passivo dell’azienda.
95
In entrambi i casi sono usate le stesse informazioni:



I cosiddetti “MAJA Values”, score di bilancio sviluppati statisticamente in analogia a quanto
utilizzato per il mid-corp;
Score settoriali interni;
Score andamentali.
Nel caso in cui il cliente sia un privato, il livello di indebitamento è utilizzato come fattore di rischio
aggiuntivo.
Inoltre, in fase di erogazione è stata introdotta una nuova scorecard ‘Small Credit Line’ utilizzata qualora
in fase di erogazione la controparte effettui una richiesta di fido non superiore a 50.000€. Tale
componente, inoltre, è applicata solo nel caso di clienti che non dispongono di informazioni andamentali.
Lo score SME è definito anche considerando i seguenti aspetti:
1.
2.
un down-notching è previsto nel caso di informazioni finanziarie più vecchie di 24 mesi o di un
rating non aggiornato da oltre 14 mesi;
il rating può essere corretto al verificarsi di uno evento predefinito (all’interno di un set di
eventi che richiedono un downgrade o un upgrade della controparte) o sulla base di una
valutazione esperta. In quest’ultimo caso la correzione è ammessa in downgrade, mentre in
upgrade è soggetta a specifica approvazione ed è monitorata strettamente dalla funzione di
convalida interna. Inoltre il processo di override è ammesso solo per i clienti con elevata
esposizione.
In aggiunta al modello sopra descritto, si usano degli “score andamentali”, diversi per tipologia di
prodotto, per valutare l’andamento interno dei rapporti con il cliente. Dopo 6 mesi dall’apertura del
rapporto, lo score andamentale (ad eccezione dello score andamentale relativo ai prodotti diversi dallo
conto corrente e dal mutuo) viene integrato nel rating finale, ma solo per i clienti con esposizione fino a
300.000 euro.
La funzione di convalida interna ha verificato il disegno del modello anche tramite verifica presso gli
utenti. Ha inoltre analizzato la performance e la calibrazione del modello complessivo e dei diversi moduli
(quantitativo, con i relativi sotto-moduli, e qualitativo) e la stabilità della popolazione sottostante. Ha infine
esaminato il processo di assegnazione del rating e il processo di override.
Modello di rating “Foreign SME”
Nel corso del 2009 è stato inoltre introdotto un sistema di rating per la valutazione delle imprese estere o
appartenenti a gruppi di consolidamento esteri, il cosiddetto Foreign SME. Il rating viene assegnato a tali
controparti sulla base di una componente quantitativa esterna specifica per Paese, che viene integrata
con un modulo qualitativo sviluppato internamente a partire da quello definito per il segmento Mid
Corporate tedesco. La componente quantitativa è ottenuta combinando un rating finanziario, basato su
uno score RiskCalc-PD calcolato automaticamente dalla procedura KRIBS Financial Statements, con
degli elementi addizionali, quali fattori di sviluppo e previsionali o di criticità. La componente qualitativa si
compone di quattordici criteri di valutazione che coprono le seguenti aree di indagine:
-
Situazione finanziaria;
Management;
Pianificazione e controllo;
Mercato / Prodotti;
Altri Rischi.
96
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Nella figura seguente si schematizza il sistemal di rating per le imprese estere appartenenti al segmento
SME.
Anche in questo caso, le attività di verifica interna condotte nel corso del 2009 hanno consentito di
certificarne la conformità ai requisiti normativi, anche tenendo in considerazione il fatto che le ridotte
dimensioni dei perimetri di applicazione di ciascun modello non consentono una stima interna del modulo
finanziario.
Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte
dell’Autorità di Vigilanza.
Modello di rating “Privati”
Il modello di rating “HVB private individuals” ha come ambito di applicazione tutti i privati, esclusi i liberi
professionisti e i lavoratori indipendenti. Sono inoltre esclusi i privati che possiedono un elevato reddito
riveniente dall’affitto di immobili, che sono considerati parte del portafoglio “Commercial Real Estate” e
valutati con il sistema di rating apposito.
Il modello di rating privati è costituito da 12 scorecard: 8 di erogazione, differenziate per tipo di prodotto, e
4 comportamentali. In funzione della fase del ciclo di vita in cui si trova la transazione vengono combinati
entrambi gli score o ne viene preso solo uno dei due.
Tutte le valutazioni disponibili su ciascun cliente (nel caso in cui abbia più di un rapporto con la banca)
sono inoltre combinate sulla base di un modello sviluppato su base esperta per ottenere una probabilità di
default complessiva sul singolo cliente.
97
Tale logica prevede dapprima la determinazione, per ciascuna transazione, di una “PD di Rapporto”.
Tutte le PD di rapporto relative alla medesima tipologia di prodotto vengono poi combinate (attraverso
una media pesata per esposizione) in una “PD di Prodotto”. Tutte le PD di prodotto contribuiscono infine a
determinare una “PD cliente”, sulla base dell’esposizione, del “peso informativo”, che sintetizza come e
con quale anticipo ciascun prodotto contribuisce a fornire informazioni sul futuro default del cliente, e del
“fattore di rischiosità nella combinazione dei prodotti”, che specifica il diverso contributo di ciascuna
combinazione dei prodotti sul tasso di default atteso.
In aggiunta al modello sopra descritto, vi sono degli scorecard specifici per i clienti “Private” e per quelli
con elevata esposizione. L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello e la sua tenuta in
termini di performance e calibrazione.
Inoltre, ha analizzato le performance dei diversi moduli sottostanti e la loro calibrazione anche
considerando separatamente le diverse possibili combinazioni di prodotti in capo ad uno stesso cliente.
Modello di rating per il “Commercial Real Estate Finance”
Il modello di rating per il Commercial Real Estate Finance (CRE) di HVB è utilizzato in Germania per
valutare le esposizioni verso:



Operatori Immobiliari: aziende che presentano bilancio i cui utili provengono principalmente dalla
costruzione (o acquisto) e dalla successiva vendita di stabili destinati ad abitazione o ad uso
commerciale (uffici, negozi);
Investitori Immobiliari con bilancio: aziende che presentano bilancio i cui utili provengono
principalmente dall’affitto di immobili di proprietà, siano essi immobili residenziali che
commerciali;
Investitori Immobiliari senza bilancio: aziende senza bilancio o clienti privati con utili / reddito
proveniente principalmente dall’affitto di immobili di proprietà.
Tali clienti sono valutati attraverso modelli costruiti sulla base di tre moduli elementari:
a)
b)
c)
Un modulo qualitativo che si propone di valutare la qualità e l’affidabilità del management,
le competenze del team di gestione, la qualità della gestione organizzativa e l’esperienza
della banca nella gestione dei rapporti con l’azienda.
Un modulo qualitativo che si propone di valutare l’oggetto / progetto da finanziare o
finanziato (non solo dalla banca), ivi compresa la qualità e il rischio implicito nel
portafoglio di immobili / progetti dell’azienda, la sua capacità di pianificazione (dalla
esperienza passata) e i flussi di cassa pianificati / previsti negli anni a venire.
Un modulo quantitativo finanziario, basato sul bilancio dell’azienda e completato da una
valutazione qualitativa sulla qualità, affidabilità e completezza del bilancio.
98
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
I moduli a) e b) sono sistemi esperti in cui i fattori e i loro pesi sono stati definiti da un team di esperti e
affinati nel tempo alla luce dell’esperienza fatta, mentre il modulo c) è stato sviluppato statisticamente.
I risultati dei tre sotto-moduli sono poi combinati su base statistica, innovazione introdotta nel corso del
2009 su suggerimento delle funzioni di convalida interna; in precedenza l’integrazione avveniva sulla
base di ponderazioni determinate con il supporto degli esperti.. Lo score così ottenuto è calibrato
statisticamente.
I tre moduli usano tutti gli stessi sotto-moduli; quello che cambia è la ponderazione con cui vengono
combinati gli score parziali nello score complessivo.
L’unità di validazione ha valutato il disegno del modello anche tramite l’analisi delle risposte a un
questionario sottoposto agli utenti. Ha inoltre testato la tenuta del modello e dei moduli che lo
compongono in termini di performance e calibrazione e la stabilità della popolazione anche tramite matrici
di transizione. Ha infine analizzato la copertura del portafoglio, verificando in quanti casi esistono rating
non validi a causa del mancato aggiornamento di alcune componenti del modello, e le regole di
overruling.
Modello di rating per le operazioni di “Acquisition and Leveraged Finance”
Il modello di rating “Acquisition and Leveraged Finance” (ALF) è destinato alla valutazione delle iniziative
di finanziamento / rifinanziamento delle operazioni di acquisizione societarie nelle quali passività bancarie
addizionali vengono aggiunte al normale indebitamento operativo dell’azienda acquistata allo scopo di
finanziare l’acquisizione stessa.
Il debito risultante dall’acquisizione viene rimborsato tramite i flussi di cassa futuri dell’azienda acquisita e,
in alcuni casi, (i.e. nel caso di acquisizioni che coinvolgono investitori strategici) anche dell’azienda
acquirente.
99
Le operazioni di acquisizione e le loro implicazioni in tema societario e fiscale (spesso in diverse
giurisdizioni) esigono una expertise specifica in fase sindacale, richiedendo:



appropriate relazioni rischio/rendimento, oltre ad una struttura di finanziamento basata su un
modello realistico di simulazione dei cash flow;
l’adattamento (structuring) della struttura finanziaria e di rimborso del debito dell’azienda
acquisita ai flussi di cassa futuri;
l’uso combinato di strumenti di finanziamento altamente differenziati (senior debt, junior debt,
mezzanine, ecc).
Per quanto riguarda gli aspetti metodologici, l’”ALF-Rating” è sostanzialmente un rating finanziario che
calcola la probabilità di default dell’azienda acquisita sulla base dei ratio patrimoniali, finanziari ricavati dal
bilancio e del conto economico previsionale. Un modulo qualitativo non è stato previsto in considerazione
del fatto che nella predisposizione di un bilancio previsionale vengono già implicitamente presi in
considerazione una grande quantità di informazioni qualitative e basate su un giudizio esperto. La
predisposizione del bilancio previsionale avviene anche con l’ausilio di modelli di simulazione dei flussi di
cassa futuri (INCAS, International financial model).
Anche in questo caso sono consentite delle correzioni manuali (override), sia dei singoli ratio finanziari sia
del rating finale, che devono essere approvate dalle funzioni preposte e che vengono strettamente
monitorate dalla funzione di convalida interna.
Il modello, già sottoposto nel 2008 a una prima revisione, è stato aggiornato nel corso dell’ultimo anno
includendo nei campioni di sviluppo i dati più recenti.
L’unità di validazione ha effettuato analisi sia qualitative che quantitative per la verifica della tenuta del
modello e per la valutazione delle modifiche intervenute nel corso del 2009. Da un punto di vista
quantitativo si sono confrontati i risultati del modello con benchmark interni e esterni.
100
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Modello di rating “Income Producine Real Estate” (IPRE)
Il modello IPRE –Slotting Criteria fornisce una valutazione ad una tipologia particolare di prestito
specializzato collegata a transazioni immobiliari “cash flow based” in cui la banca ha accesso diretto ai
flussi (cash flows) derivanti dalla transazione.
Il modello inizialmente adottato era il risultato di uno Slotting Criteria, ottenuto seguendo le modalità di
determinazione della valutazione del progetto contenute nella normativa prudenziale. Nel corso del 2009
è stato però implementato un modello più avanzato di tipo Cash Flow based, in linea con le prassi di
mercato per i portafogli Low Default in assenza di rating esterni,
Il nuovo modello è costituito da tre moduli, uno di generazione dei flussi di cassa simulati (Cash flow
simulation), uno di determinazione delle specificità dell’oggetto del finanziamento (Specific object
characteristics) ed un modulo qualitativo.
Ciascuna simulazione dei flussi di cassa è organizzata in 8 fasi distinte, il cui flusso è schematizzato nel
report seguente:
I risultati di ciascuna simulazione sono aggregati e costituiscono la base per la determinazione dei
parametri creditizi (PD, LGD) associati alla transazione, che poi viene aggiustato per tener conto di fattori
specifici dell’oggetto dell’operazione (dislocazione e qualità dell’immobile) e di altri fattori qualitativi .
La funzione di convalida ha verificato il disegno del nuovo modello, apprezzando l’indiscusso
miglioramento rappresentato dalla nuova metodologia, ed esprimendo la necessità di garantire la
coerenza della calibrazione con la definizione di default di Basilea II. Gli aspetti inerenti la calibrazione
non sono stati ancora verificati, mancando ancora una copertura sufficiente del portafoglio.
101
Modello di rating “Global Shipping (GLOS)
La principale caratteristica dello “ship financing” è l’erogazione di prestiti per l’acquisto di navi,
principalmente garantiti da un’ipoteca sul bene finanziato. Tale business dipende dalla capacità del bene
finanziato di produrre i flussi di cassa necessari per ripagare il credito.
Il focus di HVB è il finanziamento di navi per le quali esiste un mercato secondario efficiente, liquido e
trasparente. Ciò include ad esempio navi container, bulk carrier e navi cisterna.
Tale modello è principalmente collegato alla transazione ed è caratterizzato da un assente (o limitato)
ricorso allo sponsor e consente di calcolare la probabilità di default (PD) e la LGD del debitore.
Il calcolo della PD nel modulo quantitativo si basa su una simulazione Monte Carlo. Lo sviluppo dei fattori
quantitativi (ad esempio il valore della nave) si basa su un processo stocastico i cui parametri sono
validati e stimati ogni anno sulla base di dati esterni. Il cash flow è calcolato per ogni trimestre lungo il
periodo di finanziamento.
Il rating finanziario basato su fattori quantitativi viene aggiustato (attraverso updgrade o downgrade di
alcuni notches) utilizzando i seguenti fattori qualitativi:






Gestione d’impresa (ad esempio reputation);
Gestione tecnica;
Posizione di HVB (covenants);
Assicurazione;
Qualità della nave;
Fallback financing;
Nel corso del 2009, questo modello è stato dapprima sottoposto ad una validazione strutturata e
successivamente rivisto con l’obiettivo di superare alcune delle debolezze evidenziate dalle funzioni di
convalida locale e di Gruppo.In particolare, si è intervenuti sulla calibrazione, che è stata resa
maggiormente conservativa; inoltre, è stato definito un sistema di override, in linea con quanto suggerito
dalle funzioni di convalida
102
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Modello di rating per le operazioni di “Asset Backed Commercial Paper”
Il modello, sviluppato replicando l’approccio delle agenzie di rating, assegna un rating agli impegni che
HVB ha nei confronti dei veicoli che emettono gli “Asset Backed Commercial Paper” ed è utilizzato solo
nei casi in cui la transazione è idonea a ricevere una valutazione interna secondo quanto richiesto
dall’Autorità di Vigilanza. Si distinguono tre tipologie di esposizione:



Lettere di Credito;
Linee di liquidità;
“Swap agreements”.
Tale Sistema di Rating è costituito da differenti modelli che si applicano in funzione della tipologia di
esposizione sottostante l’operazione di cartolarizzazione. In particolare i modelli in oggetto sono 7:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
“Trade receivables”;
“Mortgage warehousing” (al fine di coprire il segmento “residential mortgages”);
“Single rated securities”;
“Commercial mortgages” (al fine di coprire il segmento “commercial mortgages”);
“Loans and leases”;
“Rated securities and corporate loans”;
“Credit cards”.
Tutti i sopra menzionati modelli sono costituiti da un modulo quantitativo che fornisce una classe di rating
ed un modulo qualitativo il cui risultato influenza il modulo quantitativo attraverso degli spostamenti di
notches in alto o in basso.
Per quanto riguarda il modulo quantitativo, sono state utilizzate due metodologie principali in funzione
della tipologia di esposizione sottostante e della vita residua degli asset all’interno dei veicoli:


103
Approccio “Reserve Based”: utilizzato per gli asset con breve vita residua (tipicamente inferiore
ai 6 mesi) all’interno del veicolo (e di conseguenza anche l’impegno ha una durata limitata). Per
tali tipologie di transazioni viene effettuata una valutazione “point in time” al fine di determinare,
in modo statico, le riserve richieste per coprire le perdite;
Approccio “Cash Flow Based”: utilizzato per gli asset con una vita residua superiore. In questo
caso, anziché effettuare una valutazione “point in time”, viene valutato l’evolversi degli assets
all’interno del veicolo utilizzando modelli che prendono in considerazione i flussi di cassa attesi al
fine di determinare le riserve necessarie a fronte delle perdite subite.
A parte la differenza sopra menzionata, in generale, la struttura del modello è molto simile come si può
notare dal grafico:
General model structure – Reserve Based Model
General model structure – Cash flow models
104
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Tutti i moduli qualitative sono stati sviluppati utilizzando i feedback provenienti dagli esperti del settore.
Nel corso del 2009 si sono susseguite una validazione locale ed una rivalidazione di Capogruppo.
Quest’ultima ha verificato la robustezza dell’impianto metodologico, con specifico riferimento alla
coerenza con l’approccio utilizzato dalle agenzie di rating esterne in ottemperanza a quanto previsto dai
regolamenti internazionali circa i modelli IAA, nonché la rispondenza delle attività di validazione locale
agli standard regolamentar i.
Modello di rating per le le transazioni “Wind Project Finance”
Per quanto riguarda i sistemi di rating in attesa di autorizzazione, in HVB è stato predisposto un modello
specifico per il portafoglio “Wind Project Finance” costituito dalle operazioni di finanziamento di progetti
nell’ambito della produzione di energia eolica con un taglio inferiore ai 20 milioni di euro7.
il modello per la stima della PD è composto da un modulo quantitativo, basato su una simulazione Monte
Carlo dei flussi di cassa futuri, il cui esito è aggiustato per il risultato di una componente qualitativa, che
ha previsto la definizione su base esperta dei fattori e delle relative ponderazioni.
Entrambi i moduli sono (quantitativo e qualitativo) sono obbligatori per la valutazione e la loro
combinazione è soggetta ad override in miglioramento fino a 2 noches ed in peggioramento fino a tre 3
notches. Non è possibile alcun override dei singoli moduli. La PD risultante viene infine convertita in un
rating del progetto per tramite della master scale.
Per quanto riguarda la LGD, è stata definita una specifica metodologia per ottenere la stima del valore
della garanzia per le transazioni “Wind Project Finance”, sulla base dello stesso approccio di simulazione
Monte Carlo utilizzato per la stima della PD quantitativa e per i parametri dei modelli Shipping Finance.
Questa è la base per l’applicazione del framework comune in HVB per il calcolo dei valori relativi alla
componente garantita e non garantita di ogni esposizione.
7
I finanziamenti di progetto con un taglio superiore sono processati utilizzando il sistema di rating di Gruppo GPF
105
L’unità di validazione ha valutato l’approccio adoperato ed il disegno complessivo del modello, in linea
con le caratteristiche del portafoglio e con gli standard interni, nonché il profilo di completezza
informativa. Anche gli aspetti di calibrazione e di determinazione statistica dei pesi della componente
qualitativa sono stati oggetto di specifica valutazione, evidenziando alcune aree di miglioramento.
Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte
dell’Autorità di Vigilanza.
Modello di LGD
La LGD rappresenta la perdita economica subita dalla banca sulla singola transazione ed è calcolata
come percentuale dell’esposizione a default. La LGD viene calcolata a livello di singola transazione e
segue la logica che differenti tipologie di default sono possibili:



Liquidation: liquidazione totale e recupero coatto delle garanzie. Il rapporto con il cliente viene
interrotto ed il cliente viene rimosso dal portafoglio;
Settlement: il cliente rientra nel portafoglio performing dopo aver fatto registrare alla banca una
perdita rilevante (>100€);
Cure: al termine del periodo di difficoltà il cliente rientra nel portafoglio performing senza aver
fatto registrare alla banca una perdita rilevante.
Nel caso CURE l’LGD è posta a 0, mentre negli altri due casi la stima della LGD segue un approccio
workout con la stima separata dei recuperi provenienti dalle garanzie e di quelli provenienti dalla parte
non garantita dell’esposizione. Le garanzie personali non sono prese in considerazione all’interno del
modelli in quanto per tali tipologie di garanzie si utilizza l’approccio di sostituzione.
Ai fini della determinazione del valore finale di LGD vengono dunque presi in considerazione i seguenti
fattori:






valore minimo che la LGD può assumere sulla base di quanto stabilito in normativa (ad esempio
10% per i mutui);
tasso stimato di casi non-cure;
valore atteso di recupero della garanzia al netto dei costi diretti;
tasso di perdita attesa della porzione non garantita della transazione;
la percentuale dei costi indiretti (al netto dei recuperi effettuati dopo la chiusura delle posizioni
che non si è riusciti a riattribuire alla singola posizione);
eventuale fattore di aggiustamento per tenere conto di un potenziale peggioramento del ciclo
economico.
Con riferimento alla modalità di stima del tasso di recupero della garanzia, questo è stato ottenuto sulla
base di un campione storico e calcolato differentemente per le seguenti tipologie di garanzia:



real estate;
altre garanzie (fisiche);
altre garanzie (non fisiche).
Tale valore è stato poi scontato tenendo conto della duration media osservata dei default.
Con riferimento invece alla modalità di stima della parte “unsecured”, questa è stata effettuata
separatamente per ventisei segmenti di clientela (le principali sono retail, small business, corporate, real
estate developers, real estate investors e real estate housing companies).
Nel corso del 2009 la controllata HVB ha svolto una riparametrizzazione dei modelli AIRB a partire da
dati più recenti che, però, non si è accompagnata ad alcuna revisione della struttura sottostante le stime.
106
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
La funzione di validazione ha esaminato la struttura del modello, la coerenza con la definizione di PD,
l’effetto del ciclo economico, la metodologia di sconto dei flussi di recupero, l’allocazione dei costi e il
trattamento degli attivi in default. Inoltre, è stata verificata la calibrazione del modello e delle sue
componenti.
Modello di EAD
Il modello di EAD determina l’esposizione attesa su una transazione al momento del default. È stimata a
livello di singola transazione come somma di due componenti:
EAD = EADOnBalance + EADOffBalance
dove il parametro che va stimato è ovviamente l’EAD Off Balance.
Questo parametro può essere genericamente definito come la somma dei seguenti elementi:
EADOffBalance = CEQ x endorsement + min(CEQ,LEQ) x max( 0, external line
– drawing) + max[0, LOF x external line + BO x
max(0,drawing – external line)]
Dove:






CEQ: Credit Equivalent Factor, è il fattore di conversione creditizia del credito e rappresenta la
quota dell’impegno/garanzia rilasciata dalla banca che verrà utilizzato;
LEQ: Limit Equivalent Factor, è la percentuale del margine 1, 2, … 12 mesi prima del default (in
media dunque sei mesi prima) che ci si attende sarà utilizzato al momento del default;
BO (Base Overdraft) e LOF (Limit Overdraft Factor): sono i parametri che stimano l’ammontare
atteso di utilizzo che al momento del default sarà superiore al limite massimo allocato
(ammontare di sconfino); in fase di applicazione il BO è sempre pari a zero;
Endorsement: ammontare di impegni rilasciati verso il cliente dalla banca;
Externl Line: linea di credito;
Drawing: attuale utilizzo.
I parametri sopra definiti sono poi differenziati in funzione di macro-tipologie di prodotto definite all’interno
del motore di calcolo regolamentare.
Ai fini della stima del modello i parametri sono stati stimati calcolando delle medie pesate per segmento.
Nel corso del 2009, la funzione locale di convalida interna ha effettuato una validazione che ha
evidenziato un’ottima tenuta del modello, pur in presenza di alcuni scostamenti tra valori osservati e
stimati tali da richiedere la revisione dei parametri corrispondenti.
107
Modelli Locali, perimetro Austria
Modello di rating “Mid corporate”
Il modello “Firmenkundenrating Inland” (=Midcorporate PD rating) determina i rating delle esposizioni
verso la classe imprese di Bank Austria (BA) con sede in Austria e con dimensione superiore a 1,5 mln di
euro ed inferiore a 500 mln. Il modello è costituito da due componenti: un modulo quantitativo ed uno
qualitativo.
La selezione dei fattori di rischio per il modulo quantitativo è avvenuta sulla base di criteri sia statistici che
esperti.
I principali fattori di rischio inclusi nel modulo quantitativo coprono in generale le seguenti aree di analisi:




Dimensione;
Struttura delle passività;
Fattori Dinamici (ad esempio ROI);
Equity Ratio.
Il modulo qualitativo copre invece le aree di analisi relative a:




Eventuale scoperti, livello/capacità di utilizzo, posizione di mercato;
Qualità del management;
Contabilità e reportistica;
Impianti, processi ed organizzazione.
Il “rating qualitativo” ed il “rating finanziario finale” (= rating quantitativo dopo una verifica sulla possibilità
di applicare un “age restriction” e di effettuare un primo “override” sulla base delle informazioni a
disposizione) sono integrati al fine di ottenere il cosiddetto “Combined Customer Rating”.
A tale rating si applicano i “warning signals” ottenendo il “Modified Customer Rating”. Inoltre è possibile
effettuare un override a tale rating che determina lo “Stand alone Customer Rating”. Se tale rating è più
vecchio di 15 mesi, viene applicato un “age restriction”, determinando un downgrade.
108
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
La figura in basso spiega nel dettaglio le diverse fasi che portano alla determinazione del rating finale.
Il modello è stato rivisto, durante il 2009, nell’ambito del processo di validazione e perfezionamento dei
sistemi di rating interno. L’attività ha riguardato prevalentemente la ristima dei moduli elementari, la
ricalibrazione degli stessi mediante l’approccio previsto da Basilea2 e la revisione relativi pesi di
integrazione.. Si è inoltre provveduto ad un aggiornamento dei pesi dei singoli moduli sulla base di dati
più recenti e ad eliminare i fattori caratterizzati da minore capacità discriminante.
L’unità di validazione ha valutato il disegno del modello anche tramite l’analisi delle risposte a un
questionario sottoposto agli utenti. Ha inoltre testato la tenuta del modello e dei moduli che lo
compongono in termini di performance e calibrazione. Ha infine effettuato analisi volte a individuare
eventuali comportamenti distorsivi nell’uso del questionario qualitativo, degli override e dei warning signal,
analizzando anche la matrice di transizione tra rating finanziario e rating finale.
Modello di rating “Small Business”
Il modello di rating ha come ambito di applicazione le piccole o medie aziende austriache (fino a 1,5
milioni di fatturato o in contabilità semplificata) e i piccoli professionisti e le organizzazioni no profit.
Il disegno generale del modello differenzia tra “scorecard di applicazione” e “scorecard andamentale”.
Il modulo di erogazione si applica principalmente nei seguenti casi:




109
nuovo cliente;
il cliente chiede un’ulteriore linea di fido tale per cui l’esposizione totale è maggiore di 50.000
euro o non vi è uno score andamentale (indipendentemente dall’ammontare dell’esposizione);
sono disponibili le informazioni di bilancio aggiornate;
sono stati modificati/sono sopraggiunti “warning signals”.
Il modulo di erogazione contiene un modulo qualitativo ed uno quantitativo sulla controparte. In funzione
del regime contabile della controparte, i fattori di rischio quantitativi coprono almeno 3 delle seguente
aree di analisi:




Profittabilità;
Copertura del debito;
Struttura del capitale;
Attività.
I fattori di rischio qualitativo coprono invece le aree di analisi relative a:





Settore industriale/linea di business;
Storia del default;
Esperienza del management;
Protezione rispetto al rischio;
Gestione di raccolta del cash.
Se la transazione del cliente ha un’anzianità superiore ai 6 mesi e l’esposizione della controparte è
inferiore ad 1 milione di euro, il modulo andamentale viene calcolato automaticamente su base mensile
.
La selezione dei fattori di rischio per lo score andamentale è avvenuta attraverso un’analisi approfondita
effettuata da un team misto di esperti in statistica e di analisti del credito.
I due moduli (erogazione ed andamentale) sono integrati utilizzando differenti pesi in funzione
dell’esposizione e dell’anzianità dello score di applicazione al fine di ottenere la cosiddetta combined PD,
che, una volta mappata alla master scale, determina il “calculated rating”. Il rating finale, “valid rating”, è
ottenuto modificando il calculated rating sulla base di eventuali informazioni negative a disposizione o in
generale di “warning signals”.
Per le controparti con esposizione superiore ad 1 milione di euro vieno utilizzato solo lo score di
erogazione, sul quale è tuttavia possibile effettuare un override da parte del gestore.
La figura in basso spiega nel dettaglio le diverse fasi che portano alla determinazione del rating finale.
110
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
La funzione di validazione ha verificato l’adeguatezza del disegno del modello e effettuato analisi
quantitative volte principalmente a valutare il potere discriminante del modello stesso e delle sue
componenti. Ha inoltre verificato la stabilità del rating small business e la calibrazione del modello.
Modello di rating “Privati”
Il modello di rating Privati ha come ambito di applicazione tutte le persone fisiche, esclusi i liberi
professionisti e i lavoratori indipendenti.
La versione del modello rating “Privati” attualmente in uso è costituito da 4 modelli statistici: uno di
erogazione e tre di andamento, combinati tramite una specifica logica di integrazione. L’intero sistema di
rating è stato stimato, attraverso regressioni logostiche e a livello di singola transazione, con l’ausilio di
una commissione di esperti i quali, alla fine, hanno deciso di non apportare alcuna correzione esperta al
modello statistico.
In particolare, viene assegnato uno score a ciascuna operazione mediante uno dei 4 modelli di scoring.
Nel caso di una nuova richiesta di credito, viene calcolato lo score di erogazione per il prodotto in
questione che continua ad essere considerato valido per i successivi 6 mesi. Dopo sei mesi viene
calcolato il relativo punteggio comportamentale che viene poi aggiornato mensilmente.
Per i clienti con più di una transazione è stata sviluppata una logica di integrazione che combina tutte gli
score di erogazione e/o andamentali disponibili in uno score di transazione finale.
In particolare, ogni score di transazione (lead score) viene aggiornato con il punteggio associato a
una o più operazioni appartenenti ad un tipo di prodotto unico (che potrebbe anche essere lo stesso
della transazione principale); nel caso in cui non vi sia più di una transazione appartenente al stesso
tipo di prodotto e diversa da quella principale, i punteggi corrispondenti sono combinati in un unico
valore tramite una media semplice.
Tale combinazione viene effettuata tramite un priority ranking statistico e della corrispondente
ponderazione stimata; in fase di stima sono state considerate solo le combinazioni che aggiungono valore
reale alle performance dello score.
111
Sulla base delle stesse combinazioni è stata effettuata una calibrazione dello score alla probabilità di
default a 12 mesi attraverso una funzione esponenziale. La tendenza centrale è stata determinata
facendo leva sul tasso di default cumulativo a 12 mesi ottenuto dalle analisi di vintage.
Tutti score di transazione vengono poi combinati attraverso una media geometrica per ottenere la PD
specifica del cliente; In particolare si considerano nella determinazione della PD del cliente solo i rating
comportamentali, mentre gli score di erogazione vengono considerati solo nel caso di un nuovo cliente.
La PD così ottenuta è mappata nella “Master Scale" di HVB, composta da 28 notches. La PD del cliente
può essere, infine, degradata in presenza di segnali negativi ottenuti dal Credit Bureau KSV o a fronte di
segnali di allarme automatici.
L'architettura del sistema di punteggio è rappresentato nel grafico sottostante
Sulla base degli esiti dell’ultima convalida interna, che aveva rilevato una calibrazione non pienamente
conforme ai requisiti Basilea 2, la controllata austriaca ha avviato nel corso del 2009 una revisione del
sistema di rating che ha portato alla stima di una nuova componente di erogazione, che sintetizza in sé le
precedenti griglie di score differenziate per prodotto, all’aggiornamento del modulo andamentale nonché
all’estensione della funzione di integrazione alle combinazioni di prodotti non coperte dalla precedente
versione del modello.
La funzione di convalida interna ha verificato il nuovo disegno del modello specie nell’ottica di verificare il
superamento delle criticità evidenziate. È stata inoltre analizzata la tenuta (performance e stabilità) del
modello e dei diversi moduli che lo compongono, oltre alla relativa calibrazione. Infine, è stata effettuata
un’analisi di copertura del portafoglio e un approfondimento relativo all’utilizzo dei warning signals.
112
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Modello di rating “Non Profit Building Association”
Il modello “Non Profit Building Association” (NPBA) si applica alle esposizioni verso associazioni no profit
create per la costruzione di immobili.
È un modello di rating che si compone di una parte quantitativa (rating finanziario) e di una qualitativa.
Il rating finanziario si basa su tre tipologie di informazioni principali:
1.
2.
3.
Adeguatezza del capitale a disposizione;
Profittabilità;
Liquidità disponibile.
Il rating qualitativo invece si basa su 6 componenti fondamentali:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Qualità del management;
Contabilità e reporting;
Organizzazione;
Posizione di mercato;
Comportamento andamentale;
Caratteristiche specifiche dell’NPBA.
Il rating quantitativo e quello qualitativo vengono combinati al fine di ottenere il “Combined Rating”; tale
rating può subire un overruling sulla base di informazioni a disposizione del gestore della transazione e
l’output finale di tale attività è il cosiddetto “Valid customer rating”.
Modello di rating “Income Producing Real Estate” (IPRE)
Il modello IPRE è un rating di transazione che si applica ad una tipologia particolare di prestito
specializzato collegata a transazioni immobiliari “cash flow based” in cui la banca ha accesso diretto ai
flussi (cash flows) derivanti dalla transazione. In queste tipologie di transazioni, la domanda fondamentale
cui si cerca di dare risposta attraverso un’attenta valutazione è proprio legata alla possibilità che i flussi di
cassa derivanti dalla transazione siano in grado di ripagare la banca. In aggiunta BA effettua anche una
valutazione sull’investitore/costruttore.
Di conseguenza il modello IPRE è costituito da due componenti:
1.
2.
rating di transazione;
rating di controparte.
Entrambi sono combinati al fine di determinare il rating finale.
Il rating di transazione distingue tre differenti fasi in cui può avvenire il finanziamento
:
a)
b)
c)
costruzione dell’immobile;
vendita dell’immobile;
leasing dell’immobile.
Il rating di controparte è un “rating corporate” che differenzia tra “investitori immobiliari” e “costruttori
immobiliari”; quest’ultimo è a sua volta suddiviso in “costruttori residenziali” e “altri costruttori”. Per
entrambi, sono utilizzati sia un modulo quantitativo (facendo riferimento ai dati di bilancio) che un modulo
qualitativo.
113
A valle dell’integrazione tra la componente di transazione e quella di controparte, il rating può subire degli
aggiustamenti a seguito di segnali di deterioramento del merito creditizio (warning signals), o a seguito di
correzioni (overrulings) da parte degli esperti (in presenza di informazioni aggiuntive, quali i Rating
Esterni disponibili) o per tener condo del periodo di validità del rating (age restrictions), secondo le regole
stabilite dal gruppo.
La figura in basso mostra la struttura del modello:
Nell’ambito del processo di validazione e affinamento dei sistemi di rating, nel 2009 è stata rilasciata una
nuova versione del modello di rating IPRE che, pur non modificando l’approccio in essere, ha aggiornato
gli scenari macroeconomici sottostanti le simulazioni e introdotto un elemento di conservatività nella
calibrazione alla luce dei risultati delle attività di validazione locale.
Per verificare l’adeguatezza del modello, la funzione di validazione ha effettuato un’analisi qualitativa sul
disegno generale del modello. Analisi quantitative hanno inoltre riguardato performance e calibrazione del
modello.
114
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Modello di LGD
La LGD rappresenta la perdita economica subita dalla banca sulla singola transazione ed è calcolata
come percentuale dell’esposizione a default. Il modello di LGD è un modello statistico basato su dati
interni dei clienti in default e rappresenta un approccio “work out” specifico per ogni transazione.
La metodologia tiene conto di tre potenziali situazioni di default che possono caratterizzare il processo di
work out sui clienti in default:



Cure/Reaging: ritorno del cliente ad uno stato di performing senza perdite da parte della banca;
Settlement/Restructuring: ritorno del cliente, attraverso una ristrutturazione, ad uno stato di
performing con una perdita sostanziale (maggiore di 100 euro) per la banca;
Liquidation: liquidazione totale e recupero coatto delle garanzie con interruzione del rapporto
creditizio.
Dopo la chiusura del processo di workout tutti i default possono essere associati ad una delle tre
situazioni sopra descritte e la LGD è calcolata ex post sulla base dei ricavi realizzati e dei costi. Nel fare
ciò, tutti i singoli flussi di cassa sono scontati al tempo del default.
Lo schema generale del modello di LGD in BA prevede la stima separata dei recuperi derivanti dalle
garanzie reali e quelli derivanti dalla porzione non garantita dell’esposizione. Le garanzie personali, i
derivati creditizi e le garanzie in denaro rilasciate da Banche, non sono prese in considerazione nei
modelli dal momento che in loro presenza viene applicato l’approccio di sostituzione.
Al fine di determinare il valore finale di LGD si considerano i seguenti elementi:









EAD;
Tasso atteso di recupero della garanzia reale al netto dei costi diretti (con specifico riferimento
alla stima degli haircuts specifici sulle garanzie sulla base dei recuperi realizzati ed in funzione
del tipo di garanzia);
Tasso atteso di recupero della porzione non garantita della transazione, al netto dei costi diretti;
Durata del recupero;
Costi di rifinanziamento;
Fattori di sconto;
Tasso di spese indirette (risultato dei processi interni della banca nelle unità di work out);
Fattori di prudenzialità generici e specifici;
Fattori di aggiustamento per tener conto del potenziale peggioramento del ciclo economico.
Con riferimento alla modalità di stima del tasso di recupero della garanzia, questo è stato ottenuto sulla
base di un campione storico e calcolato differentemente per le seguenti tipologie di garanzie:







residential real estate;
commercial real estate;
other real estate
garanzie finanziarie;
polizze assicurazione vita;
receivables;
altre garanzie.
Con riferimento ai titoli è stato implementato un modello interno per la stima della volatilità.
115
Con riferimento invece alla modalità di stima della parte “unsecured”, questa è stata effettuata
separatamente per sette categorie di clienti (le tre principali sono retail, small business e corporate).
Il parametro utilizzato per le esposizioni in default è la migliore stima di LGD ottenuta per ciascuna
categoria di controparti (attualmente sono previste 5 categorie che includono i principali segmenti
corporate, retail e small business)
La funzione di validazione ha esaminato la struttura del modello, la coerenza con la definizione di PD,
l’effetto del ciclo economico, la metodologia di sconto dei flussi di recupero e l’allocazione dei costi. Il
disegno del modello è stato valutato anche tramite discussioni mirate con gli esperti del settore. Dal punto
di vista quantitativo, sono state effettuate analisi di performance e calibrazione per tutti i sottoportafogli
rilevanti.
Modello di EAD
Il modello di EAD determina l’esposizione attesa su una transazione al momento del default. È stimato a
livello di singola transazione utilizzando le seguenti informazioni:



esposizione effettiva al momento della stima;
ammontare di garanzie/impegni rilasciato dalla banca alla controparte;
limite creditizio massimo allocato.
I parametri stimati sono i seguenti:




CEQ: è il fattore di conversione creditizia del credito e rappresenta la quota
dell’impegno/garanzia rilasciata dalla banca che verrà utilizzata;
LEQ: è la percentuale dell’ammontare inutilizzato 12 mesi prima del default che ci si attende
verrà utilizzato al momento del default;
BO e LOF: sono i parametri che stimano l’ammontare atteso di sconfino;
COF: è run parametro ilevante solo se l’esposizione del cliente è, in fase di applicazione del
modello, sopra il limite massimo allocato ed è stimato come il rapporto tra l’ammontare di
sconfino al momento del default e l’ammontare di sconfino 12 mesi prima.
I parametri sono stati stimati calcolando delle medie pesate per segmento. La segmentazione è stata
raffinata nel corso della recente ristima dei fattori e si basa sostanzialmente sulla distinzione tra linee
revolving e a scadenza.
La funzione di validazione locale ha verificato la calibrazione del modello e delle sue componenti a livello
di portafoglio complessivo e sui sottosegmenti rilevanti.
116
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Modelli Locali, perimetro Central and Eastern Europe
Con riferimento alle Entità Legali situate nell’Europa centrale ed orientale (CEE) per le quali è stata
effettuata a dicembre 2009 la richiesta di autorizzazione per l’adozione dell’approccio F-IRB, i modelli di
rating mid-coprorate da loro adottati presentano forti analogie con il modello mid-corporate di BA. Tali
modelli derivano, infatti, da un’attività di sviluppo effettuata, originariamente nel 2001 e con successiva
revisione nel 2004, proprio da Bank Austria sui dati di cinque paesi, attività che ha previsto la stima di una
componente finanziaria e di una qualitativa, oltre alla definizione di un set di warning signal e di un
sistema di override. Unicredit Bank Czech Republic ha successivamente ristimato parzialmente il modello
nel 2009 su dati interni, aggiornando i pesi dei fattori quantitativi; inoltre, sia in Repubblica Ceca sia in
Slovenia è stata rivista la calibrazione, con un incremento del tasso target che rispecchia ora il rischio
effettivo dello specifico portafoglio.
Per quanto riguarda Bank Pekao, l’unica controllata nell’ambito di questo perimetro per la quale il Gruppo
ha richiesto l’autorizzazione all’utilizzo dei metodi IRB avanzati, il modello Mid Corporate è costituito da
due moduli stimati localmente su basi dati interne, relativi rispettivamente agli aspetti di bilancio e alla
valutazione qualitativa. La componente quantitativa è stata distinta come in BA e UCCB per fascia
dimensionale. Il modello di rating adottato per la clientela Small Business utilizza, coerentemente con le
prassi di Gruppo, un modulo finanziario e uno qualitativo integrando poi queste due componenti con un
modulo andamentale, Analogamente a quanto posto in essere in Italia, sono state previste valutazioni
distinte per Piccoli Operatori Economici e Società in Contabilità Ordinaria. Il modello di rating per i privati
utilizza un approccio per transazione con componenti di erogazione e monitoraggio specifici per
segmento; le stime sono distinte per mutui ipotecari, credito al consumo e scoperti di conto corrente,
permettendo di cogliere al meglio le specificità di tali tipologie di prodotto. Per quanto riguarda il modello
di LGD, esso si differenzia da tutti quelli precedentemente trattati a causa delle peculiarità che
caratterizzano il portafoglio polacco, la cui storia è molto recente. In particolare, le stime si basano
sull’analisi delle curve dei recuperi osservati fino al massimo quattro anni dopo l’ingresso a default,
includendo nei campioni non solo i rapporti per i quali le attività di recupero si sono chiuse, ma anche i
casi ancora in gestione. Ciò appare del tutto coerente in considerazione della scarsa numerosità di clienti
sui quali si può ritenere concluso il processo di recupero. Per quanto riguarda infine il modello EAD di
Bank Pekao, l’impianto generale, prevede la stima della probabilità che vi sia un incremento
dell’esposizione nonché del suo valore.
Le analisi di convalida si sono concentrate anche in questo caso nella verifica del disegno dei modelli
(con particolare riferimento alla segmentazione, al profilo di ricchezza informativa, e alla aderenza degli
approcci sviluppati agli standard di Gruppo) e della loro performance in termini di capacità di stima e di
calibrazione. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, sono in corso delle attività di calibrazione volte a
superare i profili di debolezza identificati in fase di convalida iniziale..
117
Informativa quantitativa
Metodologia basata sui rating interni - attività di rischio
Consistenze al 31.12.2009
Portafogli
Metodo IRB Base
Valore
dell'esposizione
Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e
Banche Centrali
Esposizioni verso o garantite da Intermediari vigilati, Enti
pubblici e territoriali e altri soggetti:
Consistenze al 31.12.2008
Metodo IRB Avanzato
Valore ponderato
Valore
dell'esposizione
Metodo IRB Base
Valore ponderato
Valore
dell'esposizione
Metodo IRB Avanzato
Valore ponderato
Valore
dell'esposizione
Valore ponderato
-
-
2.727.984
213.731
-
-
4.872.741
249.776
- Intermediari vigilati
-
-
89.560.918
16.043.435
-
-
103.852.060
22.055.737
- Enti pubblici e territoriali
-
-
564.755
103.863
-
-
1.505.119
163.327
- Altri
-
-
149.887
20.227
-
-
1.548.958
475.938
Esposizioni verso o garantite da Imprese:
- Finanziamenti specializzati
-
-
11.973.290
3.891.280
-
-
9.072.672
3.528.830
- PMI
-
-
113.105.782
47.599.069
-
-
110.492.282
49.032.703
- Altre imprese
-
-
167.163.831
68.810.557
-
-
158.848.363
61.298.021
-
-
4.898.693
1.848.326
-
-
2.317.638
856.693
11.901.971
Esposizioni al dettaglio:
- Esposizioni garantite da immobili residenziali: PMI
- Esposizioni garantite da immobili residenziali: persone
fisiche
-
-
90.150.531
14.855.870
-
-
71.076.739
- Esposizioni rotative al dettaglio qualificate
-
-
6.772.938
1.699.760
-
-
7.323.499
1.949.432
- Altre esposizioni al dettaglio: PMI
-
-
40.831.104
8.855.175
-
-
28.690.430
6.604.132
10.601.256
5.416.177
11.394.865
6.201.871
- Altre esposizioni al dettaglio: persone fisiche
-
-
Crediti commerciali acquistati - rischio di diluizione
-
-
Altre attività
-
-
2.903.056
1.446.529
4.543.952
3.053.519
-
-
-
-
-
-
2.081.864
1.016.316
-
-
3.985.424
2.463.202
-
-
-
Finanziamenti specializzati - slotting criteria
-
-
Trattamento alternativo delle ipoteche immobiliari
Rischio di regolamento: esposizioni per transazioni non DVP
con fattori di ponderazione regolamentari
-
-
-
-
72.065
72.065
-
-
Totale attività di rischio per cassa
-
-
328.579.617
135.266.638
-
-
294.797.152
-
-
-
-
125.388.336
Totale garanzie rilasciate e impegni a erogare fondi
-
-
171.581.709
26.376.667
-
-
168.000.600
27.903.075
Totale contratti derivati
Totale operazioni SFT e operazioni con regolamento a
lungo termine
-
-
31.891.541
11.126.066
-
-
41.285.079
14.118.857
-
-
11.177.898
284.142
-
-
12.979.823
387.681
Compensazione tra prodotti diversi
Totale generale
-
-
2.789.277
546.020.042
876.070
173.929.583
-
-
517.062.654
167.797.949
118
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 7
Metodologia basata sui rating interni - Metodo Avanzato
Dicembre 2009
CLASSE DI ESPOSIZIONE
Esposizioni verso o garantite da
Amministrazioni Centrali e Banche
Centrali
Classe di merito creditizio
Valore
esposizione
1.678.743
Classe 01 - da 0,00% a 0,04%
1.641
34
27.876
40
161.152
125.247
144.524
20.051
Classe 04 - da 0,23% a 0,49%
757.646
870
623.712
23.387
Classe 05 - da 0,50% a 0,89%
19.777
597
42.448
994
Classe 06 - da 0,90% a 1,33%
2.513
23
196.065
161.088
Classe 07 - da 1,34% a 1,98%
63.060
402
31.818
16.143
Classe 08 - da 1,99% a 3,60%
11.269
127
35.741
23.496
Classe 09 - da 3,61% a 11,92%
11.863
156
2.733
129
Classe 10 - da 11,93% a 99,99%
Classe 11 - 100%
14.168
6.152
15
7
2.089
6.239
83
8
4.872.741
441.797
Classe 01 - da 0,00% a 0,04%
27.127.754
1.115.598
54.552.110
3.603.641
Classe 02 - da 0,05% a 0,09%
31.434.930
2.274.734
26.349.867
2.245.456
Classe 03 - da 0,10% a 0,22%
14.997.580
630.989
5.423.041
453.999
Classe 04 - da 0,23% a 0,49%
4.217.323
454.276
3.390.820
225.206
Classe 05 - da 0,50% a 0,89%
3.542.393
289.500
7.841.411
356.307
Classe 06 - da 0,90% a 1,33%
1.139.599
100.103
4.672.600
1.681.425
Classe 07 - da 1,34% a 1,98%
4.698.240
1.502.676
1.492.895
205.495
Classe 08 - da 1,99% a 3,60%
991.999
126.362
770.395
78.941
Classe 09 - da 3,61% a 11,92%
553.689
104.592
1.201.714
301.937
Classe 10 - da 11,93% a 99,99%
Classe 11 - 100%
920.823
96.510
651.230
27.340
815.478
395.806
64.155
28.274
106.906.137
9.244.836
4.461.633
6.722.680
7,83%
17,91%
10.356.576
2.262.018
Classe 02 - da 0,05% a 0,09%
15.912.914
1.756.574
25.559.895
6.073.564
Classe 03 - da 0,10% a 0,22%
41.333.988
6.434.096
46.171.747
9.237.052
Classe 04 - da 0,23% a 0,49%
51.530.944
7.560.656
53.814.105
9.066.325
Classe 05 - da 0,50% a 0,89%
41.933.821
5.506.377
11.797.450
2.502.498
Classe 06 - da 0,90% a 1,33%
10.825.808
1.521.103
29.541.043
4.534.093
Classe 07 - da 1,34% a 1,98%
31.045.303
4.246.259
27.655.521
4.191.742
Classe 08 - da 1,99% a 3,60%
25.814.320
3.517.507
24.049.571
3.721.854
Classe 09 - da 3,61% a 11,92%
28.970.893
3.828.617
22.157.987
3.959.440
Classe 10 - da 11,93% a 99,99%
Classe 11 - 100%
9.857.175
743.732
24.661.161
921.433
6.229.779
11.625.123
550.747
746.597
292.242.903
38.298.372
278.413.317
49.045.545
-
N.A.
44
N.A.
-
Classe 01 - da 0,00% a 0,04%
Classe 02 - da 0,05% a 0,09%
41,16%
N.A.
-
N.A.
Classe 03 - da 0,10% a 0,22%
1.325
N.A.
-
N.A.
Classe 04 - da 0,23% a 0,49%
2.782
N.A.
216.156
N.A.
Classe 05 - da 0,50% a 0,89%
12.191
N.A.
-
N.A.
Classe 06 - da 0,90% a 1,33%
19.206
N.A.
19.885
N.A.
Classe 07 - da 1,34% a 1,98%
79
N.A.
106
N.A.
64.572
N.A.
N.A.
10.818
-
N.A.
N.A.
7.527
Totali
N.A.
Totali
Nota: Ii dati al 31 dicembre 2008 sono stati ricostruiti per comparabilità.
119
90.275.560
432.129
19.811.096
Classe 09 - da 3,61% a 11,92%
Classe 11 - 100%
Esposizioni in strumenti di capitale:
metodo della ponderazione semplice
2.727.984
Classe 01 - da 0,00% a 0,04%
Totali
Esposizioni in strumenti di capitale:
metodo PD/LGD
Di cui: di
Ponderazione
firma
media
196.378
Classe 03 - da 0,10% a 0,22%
Totali
Esposizioni verso o garantite da
imprese
Valore
esposizione
3.759.496
Classe 02 - da 0,05% a 0,09%
Totali
Esposizioni verso o garantite da
Intermediari vigilati, Enti pubblici e
territoriali e altri soggetti
Dicembre 2008
Di cui:
Ponderazione
di firma
media
304.651
107.682
370.295
370.295
289,16%
N.A.
247.009
940.795
202,26%
940.795
5,13%
21,23%
40,90%
49,51%
N.A.
274,21%
Metodologia basata sui rating interni - Metodo Avanzato - Esposizioni al dettaglio
Dicembre 2009
CLASSE DI ESPOSIZIONE
Esposizioni garantite da immobili
residenziali: PMI
Classe di merito creditizio
Di cui: di
firma
Ponderazione
media
-
-
-
-
22.525
176.939
14.999
Classe 03 - da 0,10% a 0,22%
516.185
26.939
278.020
22.235
Classe 04 - da 0,23% a 0,49%
562.821
29.263
308.785
21.919
Classe 05 - da 0,50% a 0,89%
850.223
73.290
424.932
41.695
Classe 06 - da 0,90% a 1,33%
42
-
-
-
Classe 07 - da 1,34% a 1,98%
600.320
49.488
350.433
37.053
Classe 08 - da 1,99% a 3,60%
995.545
80.721
291.633
31.914
Classe 09 - da 3,61% a 11,92%
276.234
19.644
296.196
34.227
Classe 10 - da 11,93% a 99,99%
Classe 11 - 100%
419.816
197.416
23.084
3.990
145.141
45.559
11.727
1.586
4.898.693
328.944
2.317.638
217.355
148
0
4.859
608
Classe 01 - da 0,00% a 0,04%
37,73%
Classe 02 - da 0,05% a 0,09%
38.897
200
147.018
2.136
Classe 03 - da 0,10% a 0,22%
7.286.862
20.455
4.268.069
31.750
Classe 04 - da 0,23% a 0,49%
34.967.152
37.941
31.413.015
69.238
Classe 05 - da 0,50% a 0,89%
13.100.963
52.329
12.210.894
55.016
Classe 06 - da 0,90% a 1,33%
8.382.851
24.971
5.570.605
34.296
Classe 07 - da 1,34% a 1,98%
7.711.121
62.924
5.528.163
45.410
Classe 08 - da 1,99% a 3,60%
2.935.062
20.332
2.077.626
17.337
Classe 09 - da 3,61% a 11,92%
5.643.315
59.654
3.263.600
29.905
Classe 10 - da 11,93% a 99,99%
Classe 11 - 100%
4.758.878
5.325.282
10.551
7.440
2.848.710
3.744.180
7.574
7.590
90.150.531
296.797
71.076.739
300.860
95
34
144
28
Classe 01 - da 0,00% a 0,04%
16,48%
Classe 02 - da 0,05% a 0,09%
4.238
2.655
20.537
18.133
Classe 03 - da 0,10% a 0,22%
1.285.607
1.191.968
1.504.600
1.421.802
Classe 04 - da 0,23% a 0,49%
1.508.437
1.099.495
2.270.710
2.059.058
Classe 05 - da 0,50% a 0,89%
1.132.248
813.720
462.136
357.313
Classe 06 - da 0,90% a 1,33%
1.090.467
723.621
1.328.413
1.066.937
Classe 07 - da 1,34% a 1,98%
616.425
331.830
449.787
240.823
Classe 08 - da 1,99% a 3,60%
224.994
95.860
305.958
111.197
Classe 09 - da 3,61% a 11,92%
574.889
166.725
605.862
174.906
Classe 10 - da 11,93% a 99,99%
Classe 11 - 100%
82.503
253.035
17.868
22.417
111.174
264.178
21.529
26.196
6.772.938
4.466.193
7.323.499
5.497.922
Classe 01 - da 0,00% a 0,04%
950
-
8.796
-
Classe 02 - da 0,05% a 0,09%
5.855.255
133.617
3.961.039
55.144
Classe 03 - da 0,10% a 0,22%
4.331.044
119.644
4.018.740
67.196
Classe 04 - da 0,23% a 0,49%
4.143.040
147.362
3.575.774
100.083
Classe 05 - da 0,50% a 0,89%
5.245.249
208.316
4.189.885
98.575
Classe 06 - da 0,90% a 1,33%
168.434
50.783
165.902
71.307
Classe 07 - da 1,34% a 1,98%
3.743.657
240.949
3.110.615
145.665
25,10%
Classe 08 - da 1,99% a 3,60%
4.856.535
174.369
2.485.696
110.166
Classe 09 - da 3,61% a 11,92%
1.875.434
206.618
2.912.116
148.446
Classe 10 - da 11,93% a 99,99%
Classe 11 - 100%
2.114.926
8.496.580
34.868
75.781
1.416.351
2.845.516
19.108
13.024
40.831.104
1.392.307
28.690.430
828.714
512
12
19.410
9
Totali
Altre esposizioni al dettaglio: persone
fisiche
Valore
esposizione
480.091
Totali
Altre esposizioni al dettaglio: PMI
Dicembre 2008
Ponderazione
media
Classe 02 - da 0,05% a 0,09%
Totali
Esposizioni rotative al dettaglio
qualificate
Di cui:
di firma
Classe 01 - da 0,00% a 0,04%
Totali
Esposizioni garantite da immobili
residenziali: persone fisiche
Valore
esposizione
Classe 01 - da 0,00% a 0,04%
21,69%
Classe 02 - da 0,05% a 0,09%
25.897
1.067
87.653
10.663
Classe 03 - da 0,10% a 0,22%
838.231
44.699
1.288.163
146.553
Classe 04 - da 0,23% a 0,49%
2.117.400
76.603
2.378.008
220.874
Classe 05 - da 0,50% a 0,89%
1.479.128
97.491
698.982
74.093
Classe 06 - da 0,90% a 1,33%
1.400.435
51.367
1.864.393
135.904
Classe 07 - da 1,34% a 1,98%
1.503.907
78.938
1.257.722
90.766
Classe 08 - da 1,99% a 3,60%
675.029
27.659
1.003.650
54.366
Classe 09 - da 3,61% a 11,92%
1.322.520
63.333
1.310.144
78.536
Classe 10 - da 11,93% a 99,99%
Classe 11 - 100%
203.866
1.034.331
14.970
11.636
365.979
1.120.761
22.022
18.403
10.601.256
467.775
11.394.865
852.189
Totali
51,09%
36,96%
16,75%
26,62%
23,02%
54,43%
Nota: Ii dati al 31 dicembre 2008 sono stati ricostruiti per comparabilità.
120
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 8
Tavola 8 – Tecniche di attenuazione del
rischio (CRM)
Informativa qualitativa
Il Gruppo Unicredit, in coerenza con quanto stabilito dalle “Nuove Disposizioni di vigilanza prudenziale
per le Banche” (c.d. normativa di “Basilea II”) in tema di tecniche di mitigazione del rischio di credito
(CRM), persegue il pieno soddisfacimento dei requisiti necessari per il riconoscimento, ai fini prudenziali,
dei diversi strumenti in relazione agli approcci adottati (Standardizzato o IRB Avanzato - A-IRB).
A tal fine sono stati effettuati interventi e portati a compimento specifici progetti volti all’implementazione
della normativa interna di Gruppo e all’adeguamento dei processi e dei Sistemi Informativi. Tenuto conto
della dislocazione territoriale del Gruppo in diversi Paesi (europei e non), le implementazioni sono state
eseguite nel rispetto degli ordinamenti locali e dei requisiti di Vigilanza dei Paesi di appartenenza delle
singole Entità.
Il contesto normativo di riferimento per il Gruppo è rappresentato dalle Special Policies emanate in
materia (linee guida per il Gruppo e per le Entità Italiane) che contemplano il recepimento,
l’interpretazione e l’internalizzazione dei requisiti normativi di CRM da parte del Gruppo. La produzione di
questa documentazione (per la quale si è fatto riferimento alla “Circolare della Banca d'Italia n. 263 del 27
dicembre 2006” e successivi aggiornamenti, alle direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE ed al
documento "Convergenza internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali.
Nuovo schema di regolamentazione" del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria) ha perseguito
diversi obiettivi:
 favorire la gestione ottimale delle garanzie;
 massimizzare l’effetto di mitigazione delle garanzie reali e personali sui crediti in default;
 ottenere un impatto positivo sui requisiti patrimoniali di Gruppo, assicurando che le pratiche di
CRM locali rispettino i requisiti minimi richiesti da “Basilea II”;
 definire regole generali per l’ammissibilità, la valutazione, il monitoraggio e la gestione delle
garanzie reali e personali e dettagliare regole e requisiti specifici relativamente a determinate
tipologie di garanzie.
Le garanzie reali e personali possono essere acquisite solo come supporto sussidiario del fido e non
devono essere intese come elementi sostitutivi dell’autonoma capacità di rimborso del debitore principale.
Per tale ragione, oltre alla più ampia analisi del merito creditizio e dell’autonoma capacità di rimborso del
debitore principale, esse sono oggetto di specifica valutazione ed analisi per il ruolo di fonte sussidiaria
per il rimborso dell’esposizione debitoria.
Nella valutazione delle tecniche di CRM, il Gruppo attribuisce particolare rilevanza sia al requisito della
“certezza giuridica” di tutte le garanzie reali e personali, sia alla loro congruità. Le Entità devono porre in
essere tutte le azioni necessarie al fine di:
 assicurare il rispetto dei requisiti contrattuali e legali, in modo tale che i contratti di garanzia siano
giuridicamente opponibili secondo quanto previsto dal corpus giuridico ad essi applicabile;
 condurre sufficienti controlli di natura legale che avallino l’effettiva opponibilità delle garanzie in
tutte le giurisdizioni rilevanti e nei confronti di tutte le parti coinvolte.
Le Entità devono, se necessario, ripetere detti controlli al fine di assicurare in via continuativa
l’opponibilità della garanzia per l'intera durata dell’esposizione creditizia sottostante. D’altro canto,
l’adeguatezza deve essere costantemente assicurata. Qualsiasi garanzia, a prescindere dalla tipologia,
può essere definita congrua qualora risulti adeguata rispetto all’entità ed all’articolazione dell’affidamento
e, limitatamente alle garanzie personali, non sussistano rilevanti rischi in capo al garante.
121
In linea generale, le regole operative ed i relativi processi sono particolarmente rigorosi, al fine di
assicurare la perfezione formale e sostanziale della garanzia acquisita, e sono stati estesi alle nuove
Entità entrate a far parte del Gruppo, programmando specifici contingency plans per l’adeguamento dei
requisiti minimi regolamentari e gestionali previsti dalle politiche del Gruppo sulle garanzie reali e
personali.
Per quanto concerne l’Italia, nel corso del 2009, le principali società del Gruppo hanno esteso alle
garanzie consortili i rigorosi processi di certificazione legale e di verifica della sussistenza dei requisiti
regolamentari, già implementati da tempo per le garanzie fideiussorie e per le garanzie pignoratizie.
Inoltre, è stato definito un set minimo di controlli, che sarà oggetto di implementazione da parte delle
banche, al fine di verificare l’utilizzo delle garanzie all’interno del processo di calcolo dei requisiti
patrimoniali.
Politiche e processi in materia di compensazione in bilancio e “fuori bilancio”
con l’indicazione della misura in cui le Entità del Gruppo ricorrono alla
compensazione.
In generale le compensazioni in bilancio di crediti reciproci tra l'ente creditizio e la sua controparte
possono essere riconosciute come garanzie ammissibili, qualora siano giuridicamente valide ed opponibili
in tutte le giurisdizioni rilevanti, anche nel caso di insolvenza o di fallimento della controparte. Nello
specifico, gli accordi quadro di compensazione devono soddisfare almeno le seguenti condizioni
operative:
 consentano la compensazione tra profitti e perdite sulle transazioni specificate nell’accordo
quadro, così che vi sia un unico ammontare netto dovuto da una parte all’altra;
 soddisfino i requisiti minimi per il riconoscimento delle garanzie reali finanziarie (requisiti di
valutazione e di monitoraggio).
Le Entità del Gruppo possono utilizzare le compensazioni in bilancio solo se in grado di determinare in
ogni momento il valore netto della posizione (vale a dire quali attività e passività della controparte
rientrino nell’accordo di compensazione) monitorando e controllando debiti, crediti e valore netto.
Politiche e processi per la valutazione e la gestione delle garanzie reali.
Il Gruppo ha sviluppato un sistema di gestione delle garanzie reali al fine di assicurare un chiaro ed
efficace processo di valutazione, monitoraggio e gestione di tutte le tipologie di garanzie finalizzate a
mitigare il rischio di credito.
La valutazione della garanzia reale è basata sul valore corrente di mercato o sul prezzo al quale il bene
sottostante può essere ragionevolmente venduto (vale a dire il “valore equo” dello strumento finanziario
acquisito in pegno o dell’immobile posto a garanzia).
In particolare, per gli strumenti finanziari, i metodi di valutazione dipendono dalla loro tipologia:
 titoli quotati su mercati di borsa ufficiali, sono valutati ai prezzi di mercato (nello specifico, si
considera il prezzo della più recente seduta di borsa);
 titoli non quotati sui mercati di borsa ufficiali, sono valutati sulla base di stime coerenti del prezzo
che tengano conto dei dati del mercato;
 quote di OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio), sono valutate al prezzo
corrispondente al valore giornaliero pubblicato dalla società di gestione per singola quota.
Il prezzo di mercato dei valori oggetto di pegno, deve essere rettificato, con applicazione di adeguati
scarti, in funzione sia della volatilità del mercato stesso sia di quella valutaria, in conformità a quanto
disposto dai requisiti regolamentari di Basilea II.
122
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 8
In particolare, se la garanzia non è denominata nella valuta locale e/o se questa è diversa da quella del
credito garantito (disallineamento di valuta), deve essere applicato un ulteriore scarto.
Anche i disallineamenti di scadenza devono essere considerati nell’attività di valutazione della garanzia
per tenere conto del minor valore della copertura.
I modelli attualmente in uso nel Gruppo sono prevalentemente basati su scarti prudenziali predeterminati.
Per la valutazione della rischiosità delle garanzie reali finanziarie, il Gruppo si sta dotando di scarti stimati
internamente, basati sulla metodologia Value at Risk, già in uso presso alcune Entità del Gruppo.
L’approccio metodologico prevede che il valore della copertura sia stimato per singolo strumento
finanziario in base al suo valore di mercato (c.d. mark to market) con applicazione di uno scarto che
tenga conto della rischiosità intrinseca del medesimo in funzione dei differenti fattori (rischiosità dei corsi,
periodo di detenzione e rischio di liquidità).
Le principali Entità sono state dotate di uno strumento informatico per la rivalutazione automatica al
valore di mercato degli strumenti finanziari acquisiti in pegno, garantendo in questo modo un
monitoraggio costante della garanzia.
Per quanto riguarda la valutazione delle garanzie immobiliari, sono stati definiti ed implementati specifici
processi e procedure, al fine di assicurare la valutazione dell’immobile da parte di un perito indipendente
ad un valore non superiore a quello di mercato. Per le Entità operanti in Austria, Germania e Italia, le
attività di monitoraggio e rivalutazione degli immobili sono gestite tramite sistemi automatici basati su
metodi statistici che utilizzano database interni o forniti da infoprovider esterni.
Altre tipologie di garanzie reali (quali ad esempio il pegno su merci) sono soggetti, in fase di valutazione,
a specifici scarti prudenziali. L’attività di monitoraggio dipende dalle caratteristiche della garanzia stessa;
in generale, il pegno su merci viene gestito con la dovuta cautela.
Descrizione delle principali tipologie di garanzie reali accettate dalle Entità
del Gruppo.
Le garanzie reali assunte a supporto delle linee di credito erogate dalle Entità del Gruppo sono
rappresentate principalmente da garanzie ipotecarie residenziali e commerciali e dal pegno su strumenti
finanziari (che includono depositi di denaro, titoli di debito, azioni, quote di fondi comuni d’investimento).
Meno rilevante è il ricorso ad altre tipologie quali il pegno merci, il pegno su crediti e le polizze
assicurative vita.
Ai fini del relativo riconoscimento per la mitigazione del rischio, tuttavia, rilevano il rispetto dei requisiti
generali previsti dalla normativa di Vigilanza, e di quelli specifici per l’approccio adottato ai fini del calcolo
del requisito patrimoniale relativamente alla singola controparte/esposizione (Standardizzato, IRB-A), in
conformità a quanto stabilito dall’ordinamento giuridico del Paese di appartenenza.
La Capogruppo fornisce specifiche linee guida per l’ammissibilità di ciascuna tipologia di garanzia e di
conseguenza ogni Entità è tenuta a definire la lista delle garanzie ammissibili, in conformità sia ai metodi
ed alle procedure di Gruppo, sia alla normativa di Vigilanza locale ed alle peculiarità del sistema giuridico
in essere nel Paese in cui opera.
Principali tipologie di garanti e di controparti in operazioni su derivati creditizi
ed il loro merito di credito.
Le garanzie personali vengono acquisite quali elementi complementari ed accessori alla concessione del
fido, per il quale l’elemento di mitigazione del rischio è rappresentato dalla fonte di rientro sussidiaria.
Esse rappresentano uno strumento particolarmente diffuso nell’ambito del Gruppo, con caratteristiche
differenziate nei diversi mercati di riferimento.
123
In particolare, risultano particolarmente rilevanti nel mercato italiano le garanzie personali rilasciate da
persone fisiche o da cointestazioni di persone fisiche. Meno frequentemente il rischio di insolvenza è
coperto da garanzie personali fornite da altre persone giuridiche (generalmente la casa madre o società
appartenenti allo stesso gruppo economico del debitore), oppure prestate da istituzioni finanziarie e
compagnie assicurative.
Fornitori di protezione, ove la garanzia è rappresentata da derivati creditizi, sono principalmente banche e
controparti istituzionali.
La fattispecie dei garanti ammissibili dipende dallo specifico approccio adottato da ciascuna Entità. In
particolare, nell’approccio Standardizzato esiste una lista ristretta di garanti ammissibili, di cui fanno parte
Stati sovrani e banche centrali, enti del settore pubblico ed enti territoriali, banche multilaterali di sviluppo,
intermediari vigilati ed imprese non finanziarie con rating esterno attribuito da un’ECAI riconosciuta
associato ad una classe della scala di valutazione del merito di credito non inferiore a 2. Nell’approccio
IRB-A, ai fini del riconoscimento nel calcolo dei requisiti patrimoniali delle garanzie personali, oltre al
soddisfacimento dei requisiti minimi previsti, rileva anche la valutazione della qualità e del merito
creditizio del garante al momento dell’assunzione della protezione per tutta la sua durata.
Prima di acquisire una garanzia personale il garante/fornitore di protezione (o il venditore di protezione in
caso di “credit default swap”) deve essere valutato al fine di ponderarne la solvibilità ed il profilo di rischio.
L’effetto di copertura delle garanzie personali / derivati creditizi con finalità di garanzia dal rischio di
credito dipende sostanzialmente dal merito creditizio del garante e l’ammontare della concessione deve
essere ragionevolmente commisurato alla sua capacità di rimborso.
Informazioni sulle concentrazioni del rischio di mercato o di credito
nell’ambito degli strumenti di attenuazione del rischio di credito adottati.
Esiste rischio di concentrazione quando la maggior parte degli strumenti finanziari acquisiti a garanzia dal
Gruppo (a livello di portafoglio) è rappresentata da una ristretta tipologia di garanzie reali, di strumenti di
protezione, ovvero quando è prestata da una ristretta cerchia di specifici garanti (intesi sia come unico
fornitore di protezione sia come settore di appartenenza) o quando vi è sproporzione nei volumi di
garanzie assunte.
Tale concentrazione viene monitorata e controllata dai seguenti processi / meccanismi:
 in caso di garanzie personali / derivati creditizi è attribuito al garante / fornitore di protezione un
debito potenziale (in termini di rischio indiretto). Nella fase di istruttoria del credito, in capo al
garante viene posta una responsabilità aggiuntiva e sussidiaria il cui effetto si riflette
sull’esposizione complessiva ad esso riferita, calcolata e approvata in conformità alle sistema di
deleghe interno a ciascuna Entità;
 nel caso in cui il garante / fornitore di protezione, direttamente o indirettamente, sia una banca
centrale o uno Stato sovrano, deve essere attribuito uno specifico limite di credito. Se il garante è
un soggetto estero, è necessario valutare, al caso, la definizione di un limite per il Paese di
appartenenza;
 per tutte le tipologie di garanzie reali e personali, sia per il rischio di mercato sia per il rischio di
concentrazione, sono da implementare specifiche attività di monitoraggio e di reportistica a livello
consolidato.
124
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 8
Informativa quantitativa
CRM - Valore delle esposizioni garantite (cartolarizzazioni escluse)
Consistenze al 31.12.2009
Esposizioni verso
Amministrazioni centrali e banche centrali
Garanzie reali
finanziarie
Garanzie reali
finanziarie
Altre garanzie
Garanzie
personali e
derivati su crediti
-
11.967.177
4.137
108.471
1.614.550
33.229.766
35.496
-
5.166.974
17.373
-
4.989.690
421.938
-
1.469.577
603.162
-
1.182.560
Banche multilterali di sviluppo
-
-
-
-
-
451
Organismi internazionali
-
-
-
-
-
88.353
Intermediari vigilati
Enti territoriali
Enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico
769.332
Altre garanzie
Consistenze al 31.12.2008
Garanzie
personali e
derivati su crediti
19.092.707
-
10.197.175
127.111
7.445.800
Imprese
10.927.190
648.805
2.923.578
15.163.442
468.294
3.481.662
Esposizioni al dettaglio
12.033.314
4.351
228.049
17.145.151
5.482
3.697
Esposizioni a breve termine verso imprese
-
-
350
-
-
434
Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR)
-
-
-
-
-
-
Esposizioni garantite da immobili
Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite
Esposizioni scadute
Esposizioni ad alto rischio
Altre esposizioni
Totale
125
2.651.508
466.074
100
331.342
46.729.001
-
485
-
60.226
-
11.559
35.322
-
8.000
1.011
762.638
26.960
23.469.485
3.461.419
840.637
70.508.409
-
469
-
270.000
1.196
602.083
298.083
25.014
27.983.388
126
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 9
Tavola 9 – Rischio di controparte
Informativa qualitativa
Ruolo guida della Capogruppo
Nell’ambito del processo di misurazione e monitoraggio del rischio di controparte, alla Capogruppo
compete la responsabilità di definire le metodologie per la misurazione e la gestione dei rischi a livello di
gruppo, sviluppare il sistema di misurazione dei rischi per la Holding, definire la griglia di limiti operativi
per la Holding e le singole Entità ed assicurare il monitoraggio del profilo di rischio complessivo del
Gruppo.
Si riporta nel prosieguo una breve descrizione dei processi di misurazione e controllo dei rischi all’interno
delle principali legal entities del Gruppo.
HVB AG
L’attività di misurazione e di monitoraggio del profilo di rischio di controparte viene effettuata dall’unità
indipendente di Risk Management sulla base di un modello interno basato su un approccio simulativo di
tipo Montecarlo.
Sulla base di tale modello viene stimata, al 99% di intervallo di confidenza, l’esposizione potenziale futura
delle operazioni in derivati OTC. Il modello tiene conto del beneficio di mitigazione dell’esposizione al
rischio riveniente dagli accordi di netting e collateral posti in essere con le diverse controparti.
Il monitoraggio delle posizioni a rischio avviene attraverso un sistema di limiti interni che distingue tra le
seguenti tipologie di rischio:
 money market risk;
 pre-settlement risk per le posizioni marginate attraverso collateral agreements;
 pre-settlement risk per le posizioni non soggette a collateral agreements;
 settlement risk.
La griglia dei limiti è definita per singola controparte, per gruppi significativi di controparte e per paese.
Tale griglia di limiti è parte integrante del processo di erogazione creditizia.
L’esposizione al rischio di controparte è monitorata in tempo reale; l’integrazione tra i sistemi di front
office ed i sistemi interni di misurazione dell’esposizione a rischio consente infatti il monitoraggio continuo
delle variazioni di esposizione creditizia riveniente dall’operatività in derivati.
In caso di superamento dei limiti, in automatico viene inviata un’opportuna informativa a tutti i referenti
interessati.
L’intero processo di valutazione del rischio di credito di controparte è documentato dalle norme e dai
regolamenti interni e costituisce parte integrante del processo di approvazione del credito.
Il wrong-way risk è considerato dalla politica sulle garanzie collaterali, la quale stabilisce che i titoli emessi
dalle controparti o da loro strette collegate non possono essere accettati come garanzia collaterale.
L’ufficio di HVB responsabile della gestione delle operazioni collateralizzate ha introdotto per i contratti in
essere caratterizzati da Rating Trigger un nuovo report che quantifica il potenziale di rischio di
integrazione di liquidità/collaterale. Qualora ciò si renda necessario, l’ufficio di Liquidity Steering di
127
HBV`viene tempestivamente informato dei rischi di liquidità connessi al superamento del Rating Trigger.
Durante il corso dell’anno il rischio di Rating Trigger è stato considerevolmente ridotto. Al 30 giugno, in
caso di declassamento del rating di lungo termine da A ad A- (rating S&P) l’integrazione di
collaterale/liquidità aggiuntiva necessaria era di soli 102 milioni.
Bank Austria AG
L’attività di misurazione e di monitoraggio del profilo di rischio di controparte viene effettuata dall’unità
indipendente di Risk Management sulla base di un modello interno basato su un approccio Montecarlo
che stima l’esposizione potenziale futura fornendo indicatori di esposizione al rischio con cadenza
giornaliera a livello di singola controparte e singolo portafoglio.
Si riportano di seguito le principali misure di rischio pre-regolamento prodotte per controparte:
 Esposizione corrente: costo di sostituzione che la banca dovrebbe sostenere in caso di default
della controparte ed è pari al valore positivo del Mark-to-Market delle transazioni in derivati;
 Esposizione potenziale futura: costo di sostituzione futuro derivante da possibili incrementi
dell’esposizione corrente causati da variazioni inattese dei fattori di rischio a cui la banca è
esposta (tassi di interesse, cambi, corsi azionari); tale componente è stimata mediante
simulazioni basate sul modello Montecarlo.
L’approccio Montecarlo è utilizzato per la stima dell’esposizione potenziale pre-regolamento delle
principali categorie di prodotto in posizione: derivati OTC, come ad esempio derivati su cambi, tassi di
interesse, azioni, prodotti creditizi e materie prime, nonché operazioni SFT, come ad esempio operazioni
pronti contro termine attive e passive o di prestito di titoli.
La metodologia Montecarlo utilizzata comporta la totale rivalutazione di ogni singola transazione ad
intervalli temporali predefiniti.
Il modello interno sviluppato è in grado di cogliere i benefici di mitigazione derivanti da accordi di netting e
collateral e di fornire efficaci misure interne di EAD (exposure at default) e M (maturity), in coerenza con
quanto previsto nell’ambito di Basilea II.
Negli accordi collateral si evita di definire importi dipendenti da rating indipendenti o di soglia. Di
conseguenza, in caso di declassamento del merito di credito, non è necessario depositare garanzie
integrative.
L’intero processo di valutazione del rischio di credito di controparte è documentato dalle norme e dai
regolamenti interni. Sia le metodologie sopra descritte, utilizzate per misurare il rischio di controparte, che
il processo di sottoscrizione per definire i limiti dell’esposizione al rischio di credito di controparte sono
illustrati da specifiche politiche interne. La valutazione del rischio di credito di controparte costituisce parte
integrante del processo di approvazione del credito.
Il wrong-way risk delle operazioni collateralizzate viene calcolato direttamente dal modello utilizzato per
stimare l'esposizione potenziale. Se l'operazione comporta un wrong-way risk, il valore del titolo viene
automaticamente azzerato dal modello. Inoltre, non deve esistere alcuna correlazione tra eventuali
aumenti e decrementi del valore di mercato del derivato analizzato.
Il monitoraggio del rischio di controparte avviene attraverso un sistema di limiti definito per singola
controparte, paese e gruppo di prodotti (mercati monetari e titoli pre-regolamento (derivati, operazioni
SFT)). Inoltre, esistono linee di regolamento per coprire il rischio di regolamento delle posizioni aperte.
L’esposizione al rischio di controparti e le informazioni relative all’utilizzo delle linee di credito per
l’operatività in derivati vengono rese disponibili on line dal sistema di tesoreria centrale.
128
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 9
UniCredit Corporate Banking SpA
Il rischio di controparte sulle posizioni in derivati è definito ex ante attraverso un’apposita delibera
creditizia che fissa i limiti di esposizione verso specifiche controparti di Gruppo o esterne.
Il monitoraggio del profilo di rischio si articola come segue.
Controllo delle posizioni con mark-to-market superiore al fido deliberato
Il Gestore della relazione monitora gli eventuali scostamenti fra l’equivalente creditizio - calcolato
applicando al valore nozionale dell’operazione il coefficiente di ponderazione – e il mark-to-market,
provvedendo, ove lo scostamento sia significativo, al riesame della posizione.
Per agevolare tale attività, il Presidio Operativo Finanza rileva, con periodicità mensile, gli sconfinamenti
significativi (almeno il 10%) tra il valore del mark-to-market ed il valore del fido. Tali evidenze vengono
inviate al Responsabile della Filiale affinché gli affidamenti della controparte vengano tempestivamente
riesaminati. L'esame si conclude positivamente nel caso in cui il cliente riduca il mark-to-market nei limiti
del fido concesso ovvero provveda alla costituzione di una garanzia reale per la somma eccedente, o,
altrimenti, venga deliberato l'adeguamento del fido relativo.
Controllo delle posizioni con mark-to-market gravoso
Un processo particolare di monitoraggio viene svolto per la clientela avente mark-to-market negativo
superiore a euro 500.000 avente le seguenti caratteristiche:


mark-to-market negativo superiore al 125% dell’equivalente creditizio;
rating interno superiore ad una soglia stabilita dalla banca.
Il Comitato Derivati viene infatti informato dalla funzione di business circa le posizioni potenzialmente
critiche che presentano una situazione di incoerenza e/o gravosità.
Tali posizioni vengono comunicate dalla Direzione Derivati all’unità organizzativa Risk Management
Monitoring della Direzione Centrale; quest’ultima funzione dirama ai Poli Crediti locali l’elenco delle
posizioni critiche al fine di porre in essere un’attenta gestione del rapporto. Le strutture di Monitoraggio
gestione Rischi locali verificano l’effettiva applicazione delle disposizioni impartite centralmente.
Il Comitato Derivati, tra le varie attività, esegue regolarmente il monitoraggio quantitativo e qualitativo del
mark-to-market dei prodotti derivati, con riferimento alla sua distribuzione per categoria di prodotto (con
focus particolare sui prodotti ad alta complessità) e per fasce di nozionale. Riguardo ai derivati di tasso, i
quali rappresentano la tipologia maggiormente utilizzata nei rapporti con società non finanziarie, è inoltre
analizzata la sensitività del portafoglio rispetto a diverse ipotesi di shift paralleli della curva forward.
129
Capogruppo e altre entità controllate
Al fine di contenere e controllare il profilo di rischio controparte, la Holding ha definito una struttura di limiti
basata sul concetto di equivalente creditizio dell’esposizione, calcolato come somma pesata dei nominali
delle operazioni riferibili ad una singola controparte. I pesi vengono determinati per tenere conto della
rischiosità specifica degli strumenti.
L’operatività in derivati OTC svolta dalla Capogruppo si appoggia su una contrattualistica riconosciuta
internazionalmente (basata sul Master Agreement dell’ISDA) e prevede accordi di netting tra le
controparti coinvolte, limitando quindi l’uso della linea di fido in presenza di posizioni lunghe e corte con
una stessa controparte.
Nell’ambito di tale inquadramento normativo e procedurale, la Holding opera utilizzando le linee di credito
valutate ed autorizzate per competenza rispettivamente dal Global Financial Services Department e dal
Risk Management Department. L’ammontare degli affidamenti e l’eventuale loro utilizzo sono disponibili
all’interno del sistema di front office Murex. L’aggiornamento avviene automaticamente mediante lo
scarico dei dati tra la procedura Fidi e Garanzie ed il sistema di front office, senza alcun intervento da
parte degli operativi.
La struttura dei controlli prevede:
 un preventivo controllo della disponibilità della linea di credito da parte degli addetti di front office
(controllo di linea);
 un controllo in tempo reale ed ex-post da parte degli addetti delle funzioni autorizzanti
l’affidamento (controlli di linea);
 un controllo da parte del middle e back office (controlli di linea) circa l’aggiornamento di nuovi
affidamenti/rinnovi.
130
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 9
Informativa quantitativa
Rischio di controparte - garanzie reali detenute
Valore EAD al
Valore EAD al
31.12.2009
31.12.2008
RISCHIO DI CONTROPARTE - GARANZIE REALI DETENUTE
Approccio standardizzato
- contratti derivati
310.675
36.689.391
- operazioni SFT e operazioni con regolamento a lungo termine
676.248
55.387.473
Rischio di controparte
Valore EAD al
Valore EAD al
31.12.2009
31.12.2008
RISCHIO DI CONTROPARTE
Aproccio standardizzato
- contratti derivati
- operazioni sft e operazioni con regolamento a lungo termine
- compensazione tra prodotti diversi
13.832.912
20.930.693
3.696.135
41.499.917
111.611
-
Approcci IRB
- contratti derivati
31.891.541
41.285.079
- operazioni sft e operazioni con regolamento a lungo termine
11.177.898
2.789.277
12.979.823
-
- compensazione tra prodotti diversi
(migliaia di €)
Portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali di fine periodo e medi
Consistenze al 31.12.2009
Over the
Controparti
counter
Centrali
Attività sottostanti/Tipologie derivati
1. Titoli di debito e tassi d'interesse
a) Opzioni
b) Swap
c) Forward
d) Futures
e) Altri
2. Titoli di capitale e indici azionari
a) Opzioni
b) Swap
c) Forward
d) Futures
e) Altri
3. Valute e oro
a) Opzioni
b) Swap
c) Forward
d) Futures
e) Altri
4. Merci
5. Altri sottostanti
Totale
Valori medi
131
Consistenze al 31.12.2008
Over the
Controparti
counter
Centrali
2.688.421.792
454.444.930
1.971.617.429
192.453.257
1.971.806
67.934.370
120.792.575
8.732.575
255.851
111.804.149
-
2.452.393.371
451.423.571
1.995.425.786
5.436.603
107.411
89.462.785
17.532.000
424.888
71.505.897
-
112.948.216
94.299.238
18.492.254
45.881
17.797
93.046
73.706.177
73.339.047
367.130
-
144.240.965
128.362.000
27.602
4.232
15.847.131
66.581.152
65.285.441
55.451
43.742
1.196.518
-
551.231.182
81.043.733
189.203.405
280.549.723
434.321
4.100.264
3.021.701
3.359.723.155
3.301.172.563
383.779
18
383.761
866.000
195.748.531
178.619.804
634.956.715
128.264.667
170.829.997
335.399.041
463.010
11.030.919
3.242.621.970
3.866.120.301
4.979.381
4.302.433
3.143
673.805
467.759
161.491.077
217.191.298
Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi
(migliaia di €)
Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi - Di copertura
Attività sottostanti/Tipologie derivati
1. Titoli di debito e tassi d'interesse
a) Opzioni
b) Swap
c) Forward
d) Futures
e) Altri
2.Titoli di capitale e indici azionari
a) Opzioni
b) Swap
c) Forward
d) Futures
e) Altri
3. Valute e oro
a) Opzioni
b) Swap
c) Forward
d) Futures
e) Altri
4. Merci
5. Altri sottostanti
Totale
Valori medi
Consistenze al 31.12.2009
Consistenze al 31.12.2008
Over the
counter
Over the
counter
Controparti
Centrali
186.989.189
750.000
183.853.209
2.385.980
-
4.865.000
4.865.000
-
144.161.449
1.195.676
142.900.773
58.000
7.000
16.621.000
16.621.000
-
2.631.348
10.348
382.000
2.239.000
-
586.348
50.348
536.000
-
21.471.162
4.099.319
17.371.843
211.091.699
195.425.116
4.865.000
10.743.000
35.010.736
1.966.329
33.044.407
179.758.533
238.918.784
16.621.000
14.070.334
(migliaia di €)
Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi - Altri derivati
Consistenze al 31.12.2009
Over the
counter
Attività sottostanti/Tipologie derivati
1. Titoli di debito e tassi d'interesse
a) Opzioni
b) Swap
c) Forward
d) Futures
e) Altri
2. Titoli di capitale e indici azionari
a) Opzioni
b) Swap
c) Forward
d) Futures
e) Altri
3. Valute e oro
a) Opzioni
b) Swap
c) Forward
d) Futures
e) Altri
4. Merci
5. Altri sottostanti
Totale
Valori medi
Controparti
Centrali
9.665.665
418.437
9.247.228
8.076.936
8.076.936
2.578.749
188.639
28.150
2.360.989
971
78
20.321.428
31.057.491
Controparti
Centrali
10.406
Consistenze al 31.12.2008
Over the
counter
29.844.893
4.513.965
25.330.928
10.269.475
10.269.475
1.679.185
267.293
26.247
1.385.645
41.793.553
35.864.396
Controparti
Centrali
20.812
20.812
20.812
10.670
132
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 9
(migliaia di €)
Derivati finanziari: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti
Fair value positivo
Consistenze al 31.12.2009
Consistenze al 31.12.2008
Portafogli /Tipologie derivati
A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza
a) Opzioni
b) Interest rate swap
c) Cross currency swap
d) Equity swaps
e) Forward
f) Futures
g) Altri
B. Portafoglio bancario - di copertura
a) Opzioni
b) Interest rate swap
c) Cross currency swap
d) Equity swaps
e) Forward
f) Futures
g) Altri
C. Portafoglio bancario - altri derivati
a) Opzioni
b) Interest rate swap
c) Cross currency swap
d) Equity swaps
e) Forward
f) Futures
g) Altri
Totale
Over the
counter
Controparti
Centrali
72.504.836
11.273.486
49.022.077
5.946.674
813.427
4.468.306
1.527
979.339
5.645.785
28.494
3.367.650
251.194
113.266
731.280
1.153.901
78.937
6.719
5.885
631
55.808
9.894
78.229.558
4.034.262
4.026.361
18
230
7.653
4.034.262
Over the
counter
94.279.184
16.455.394
50.668.888
10.711.943
1.862.019
13.649.157
1.663
930.120
7.032.771
88.872
5.979.427
318.121
69.802
452.441
124.108
40.495
4.595
32.067
2.153
1.663
17
101.352.450
6.995.913
6.747.431
1
2.450
5
17.802
228.224
18.044
18.044
45.833
45.833
7.059.790
(migliaia di €)
Derivati finanziari: fair value lordo negativo - ripartizione per prodotti
Fair value negativo
Consistenze al 31.12.2009
Consistenze al 31.12.2008
Portafogli / Tipologie derivati
A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza
a) Opzioni
b) Interest rate swap
c) Cross currency swap
d) Equity swaps
e) Forward
f) Futures
g) Altri
B. Portafoglio bancario - di copertura
a) Opzioni
b) Interest rate swap
c) Cross currency swap
d) Equity swaps
e) Forward
f) Futures
g) Altri
C. Portafoglio bancario - altri derivati
a) Opzioni
b) Interest rate swap
c) Cross currency swap
d) Equity swaps
e) Forward
f) Futures
g) Altri
Totale
133
Controparti
Centrali
Over the
counter
Controparti
Centrali
72.172.893
13.625.238
46.794.865
6.717.234
492.205
3.776.635
766.716
3.859.859
216.588
3.275.484
203.427
37.330
127.030
674.955
406.278
252.721
8.530
6.217
1.209
76.707.707
5.683.084
5.678.636
4.448
5.683.084
Over the
counter
91.285.073
19.514.782
47.035.246
10.717.943
1.012.206
11.710.263
164
1.294.469
6.291.733
100.210
5.301.645
220.679
21.698
635.163
12.338
1.315.004
747.688
52.772
1.396
322
512.826
98.891.810
Controparti
Centrali
8.887.463
8.772.781
1
1.975
5
13.642
99.059
1.453.972
1.453.972
33.735
33.735
10.375.170
(migliaia di €)
Derivati finanziari OTC: portafoglio di negoziazione di vigilanza - valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per
controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione
Consistenze al 31.12.2009
Contratti non rientranti in
accordi di compensazione
1) Titoli di debito e tassi
d'interesse
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
2) Titoli di capitale e indici
azionari
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
3) Valute e oro
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
4) Altri valori
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
Governi e
Banche
Centrali
Altri enti
pubblici
Banche
Società
finanziarie
Società di
assicurazione
Imprese non
finanziarie
94.798
508
683
15.407.594
921.618
1.122.311
195.633
91.421.664
1.552.511
2.345.699
690.045
114.465.537
1.768.411
1.446.450
285.724
5.956.003
81.681
104.983
18.437
62.044.675
2.882.946
300.510
536.338
5.131.208
49.831
2.579
40.207
79.909
2.427
1.326
53.439
5.788.388
1.018.202
972.832
1.859.967
8.269.330
535.310
620.157
4.528.226
3.185.622
584
10.881
345.117
778.670
28.305
31.632
12.741
729.971
1.427
135.663
4.388
1.324.038
16.854
95.243
48.270
70.136.526
1.045.474
614.270
676.164
11.391.612
216.424
428.861
200.470
1.640.955
402
7.893
12.371
13.733.120
554.753
239.970
306.294
2.041.029
41.266
3.519
41.613
7.734
297
3.040
315.894
5.750
10.751
166.407
109.028
4.987
72.753
54.994
1.018.486
49.687
6.710
46.432
41.188
906
1.204
2.112
2.730.131
70.560
20.236
24.710
-
-
Altri
soggetti
(migliaia di €)
Derivati finanziari OTC: portafoglio di negoziazione di vigilanza - valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi
per controparti - contratti rientranti in accordi di compensazione
Consistenze al 31.12.2009
Contratti rientranti in
accordi di compensazione
1) Titoli di debito e tassi
d'interesse
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
2) Titoli di capitale e indici
azionari
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
3) Valute e oro
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
4) Altri valori
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
Governi e
Banche
Centrali
Altri enti
pubblici
Banche
Società
finanziarie
Società di
assicurazione
Imprese non
finanziarie
Altri
soggetti
234.700
16.917
1.266
568.145
32.433
3.017
2.207.439.948
41.175.480
43.569.799
157.371.017
4.678.549
4.325.605
2.298.154
27.476
77.501
25.720.004
891.782
240.862
355.521
20.514
2.044
70.512.241
2.546.378
3.480.890
22.549.612
1.917.374
1.446.420
67.755
1.103
998.080
50.494
8.227
28.400
916
3.671
385.435.534
7.723.368
8.326.517
30.272.168
561.880
642.015
71.427
369
3.032
31.120.612
1.381.858
758.683
729.525
79.959
5.632
2.362.335
182.234
298.456
705.402
55.946
95.683
394.693
30.711
11.381
-
82.873
6.476
267
-
-
2.561.899
272.898
274.092
-
134
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 9
(migliaia di €)
Derivati finanziari OTC: portafoglio bancario - valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti contratti non rientranti in accordi di compensazione
Consistenze al 31.12.2009
Contratti non rientranti in
accordi di compensazione
1) Titoli di debito e tassi
d'interesse
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
2) Titoli di capitale e indici
azionari
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
3) Valute e oro
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
4) Altri valori
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
Governi e
Banche
Centrali
-
Altri enti
pubblici
Banche
Società
finanziarie
Società di
assicurazione
53.426
2.961
10.768
1.497
9.833.736
256.489
248.924
125.404
33.175.399
940.886
971.943
24.355
-
-
-
1.184.865
65.631
1.000
145.063
207
-
-
-
-
15.613.744
399.287
99.378
28.165
179
-
-
-
-
-
-
-
Imprese non
finanziarie
Altri
soggetti
300.810
6.112
19.558
3.978
3.981.666
2.059
254.717
632
382.002
4.935
1.082
-
7.881.936
5.656
394.383
188.639
559
4.058
-
(migliaia di €)
Derivati finanziari OTC: portafoglio bancario: - valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti contratti rientranti in accordi di compensazione
Consistenze al 31.12.2009
Contratti rientranti in
accordi di compensazione
Governi e
Banche
Centrali
Altri enti
pubblici
1) Titoli di debito e tassi
d'interesse
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
-
-
2) Titoli di capitale e indici
azionari
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
-
-
3) Valute e oro
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
-
-
4) Altri valori
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
-
-
135
Banche
Società
finanziarie
148.090.622
1.389.310
1.694.587
363.644
27.325
-
925.560
64.991
73.867
-
1.627.486
102.139
14.000
-
11.691
13.230
-
-
316.382
5.757
5.282
-
112.946
1.377
31.774
-
7.368.187
2.468.278
678.315
-
-
Società di
assicurazione
-
Imprese non
finanziarie
-
Altri
soggetti
-
(migliaia di €)
Derivati creditizi: valori nozionali di fine periodo e medi
Portafoglio di negoziazione di
vigilanza
Portafoglio bancario
Categorie di operazioni
su un singolo
soggetto
su più soggetti
(basket)
su un singolo
soggetto
su più soggetti
(basket)
Consistenze al 31.12.2009
Valori medi
Consistenze al 31.12.2008
90.573.536
92.451
1.156.658
91.822.645
96.862.227
101.901.809
71.784.187
80.549
964.264
72.829.000
89.356.550
105.884.100
173.248
16.435
189.683
2.248.867
4.308.051
501.740
1.565
503.305
3.927.852
7.352.399
Consistenze al 31.12.2009
Valori medi
Consistenze al 31.12.2008
86.458.026
2.086.906
88.544.932
94.166.371
99.787.810
88.733.984
2.352.016
91.086.000
106.707.650
122.329.300
735.483
735.483
760.242
785.000
5.000
10.000
1. Acquisti di protezione
a) Credit default products
b) Credit spread products
c) Total rate of return swap
d) Altri
2. Vendite di protezione
a) Credit default products
b) Credit spread products
c) Total rate of return swap
d) Altri
(migliaia di €)
Derivati creditizi OTC: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti
Fair value positivo
Consistenze al
Consistenze al
31.12.2009
31.12.2008
Portafogli/Tipologie derivati
A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza
a) Credit default products
b) Credit spread products
c) Total rate of return swap
d) Altri
B. Portafoglio bancario
a) Credit default products
b) Credit spread products
c) Total rate of return swap
d) Altri
Totale
4.549.490
4.391.976
11.467
146.047
122
122
4.549.612
19.134.916
18.898.997
37.888
198.031
41.300
41.300
19.176.216
(migliaia di €)
Derivati creditizi OTC: fair value lordo negativo - ripartizione per prodotti
Fair value negativo
Consistenze al
Consistenze al
31.12.2009
31.12.2008
Portafogli/Tipologie derivati
A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza
a) Credit default products
b) Credit spread products
c) Total rate of return swap
d) Altri
4.932.972
4.856.788
5.786
70.398
18.890.426
18.810.820
79.606
B. Portafoglio bancario
a) Credit default products
b) Credit spread products
c) Total rate of return swap
d) Altri
77
77
4.933.049
38.663
1.029
4.487
33.147
18.929.089
Totale
136
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 9
(migliaia di €)
Derivati creditizi OTC: fair value lordi (positivi e negativi) per controparti - contratti non rientranti in accordi
di compensazione
Consistenze al 31.12.2009
Contratti non rientranti in accordi
di compensazione
Governi e
Banche
Centrali
Altri enti
pubblici
Società
finanziarie
Banche
Società di
assicurazione
Imprese non
finanziarie
Altri
soggetti
Negoziazione di vigilanza
1) Acquisto protezione
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
-
-
4.108.872
142.926
39.091
156.975
1.152.019
14.624
1.704
65.312
-
-
-
2) Vendita protezione
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
-
-
5.035.238
16.657
179.006
177.845
3.693.271
2.605
20.101
398.056
32.506
5.200
7
2.937
15.146
1.302
1.000
-
-
-
502.960
194
-
33.790
1.882
-
-
-
683
77
-
-
683
-
209.800
-
-
-
-
Portafoglio bancario
1) Acquisto di protezione
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
-
2) Vendita di protezione
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
(migliaia di €)
Derivati creditizi OTC: fair value lordi (positivi e negativi) per controparti - contratti rientranti in accordi
di compensazione
Consistenze al 31.12.2009
Contratti rientranti in accordi di
compensazione
Governi e
Banche
Centrali
Altri enti
pubblici
Società
finanziarie
Banche
Società di
assicurazione
Imprese non
finanziarie
Altri
soggetti
Negoziazione di vigilanza
1) Acquisto protezione
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
-
-
126.112.621
2.130.681
1.409.871
33.236.765
739.409
376.247
41.369
596
567
-
-
2) Vendita protezione
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
-
-
129.786.294
1.284.378
2.239.450
41.056.492
408.899
847.777
11.986
87
-
-
-
-
125.393
9.474
-
30.162
3.451
18.674
-
-
-
-
-
500.000
304
25.000
22
-
-
-
Portafoglio bancario
1) Acquisto di protezione
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
2) Vendita di protezione
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
-
(migliaia di €)
Derivati finanziari e creditizi OTC: fair value netti ed esposizione futura per controparti
Consistenze al 31.12.2009
1) Accordi bilaterali derivati finanziari
- fair value positivo
- f air value negativo
- esposizione futura
- rischio di controparte netto
2) Accordi bilaterali derivati creditizi
- fair value positivo
- f air value negativo
- esposizione futura
- rischio di controparte netto
3) Accordi “Cross product ”
- fair value positivo
- f air value negativo
- esposizione futura
- rischio di controparte netto
137
Governi e
Banche
Centrali
Altri enti
pubblici
36.247
1.266
14.948
51.195
11.976
7
4.401
16.377
1.372.152
782.545
79.979
682.963
20.385
95.000
25.060
21.055
369
10.160
2.421
2.791
499.597
135.969
202.935
705.668
2.019
4.759
2.544
4.563
-
-
519
-
1.661
-
-
-
-
-
3.593
656
4.249
6.369.197
9.951.915
17.891.614
19.827.404
2.001.115
1.085.276
3.927.928
5.403.221
13.219
106.448
6.974
6.392
1.820.773
789.662
755.376
2.555.815
169.824
2.595
39.968
209.792
Banche
Società
finanziarie
Società di
assicurazione
Imprese non
finanziarie
Altri soggetti
138
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 10
Tavola 10 – Operazioni di
cartolarizzazione
Informativa qualitativa
Nell’ambito delle attività di cartolarizzazione il Gruppo opera sia come “originator” (cedente), sia come
“sponsor” (promotore) ed investitore secondo le definizioni previste da Basilea II e recepite dalla circ. 263
della Banca d’Italia “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche” del 27 dicembre 2006.
L’attività del Gruppo come originator prevede la cessione di portafogli di crediti iscritti nello stato patrimoniale
a società veicolo costituite nella forma di “società per la cartolarizzazione di crediti” ex lege 130/1 999 oppure
secondo analoghe strutture di diritto estero.
La società cessionaria finanzia l’acquisto dei portafogli attraverso l’emissione di titoli differenziati in
termini di subordinazione (seniority) retrocedendo al Gruppo l’ammontare incassato.
Il rendimento, nonché il rimborso, dei titoli emessi dalla società cessionaria è quindi dipendente, in via
principale, dai flussi di cassa del portafoglio oggetto di cessione.
A ulteriore garanzia dei sottoscrittori le transazioni possono prevedere particolari forme di supporto
creditizio, quali finanziamenti a esigibilità limitata, garanzie finanziarie, lettere di credito,
overcollateralisation ecc.
Gli obiettivi per i quali il Gruppo effettua tali transazioni sono in generale i seguenti:
 liberazione del capitale economico/regolamentare attraverso la realizzazione di operazioni che,
riducendo il livello di rischio di credito sostenuto, consentono di ridurre i requisiti patrimoniali
calcolati in base alle regole vigenti;
 riduzione del costo del funding connesso alla possibilità di emettere titoli dotati di rating superiori
e, quindi, ad un tasso inferiore rispetto alle ordinarie emissioni senior;
 creazione di titoli consegnabili a garanzia di pronti contro termine presso la Banca d’Italia e la
Banca Centrale Europea (counterbalancing capacity).
In particolare, il Gruppo pone in essere sia operazioni di cartolarizzazione tradizionale, che prevedono
l’effettiva cessione del portafoglio crediti alla società veicolo, sia operazioni di cartolarizzazione sintetica
che prevedono, attraverso la stipula di contratti di credit default swap, l’acquisto di protezione su tutto o parte
del rischio di credito sottostante al portafoglio crediti.
Il ricorso a queste tipologie di operazioni è comunque limitato. In proposito si segnala che l’ammontare di
finanziamenti oggetto di cartolarizzazione1, al netto delle operazioni per le quali il Gruppo ha acquistato la
totalità delle passività emesse dai veicoli (c.d. auto-cartolarizzazioni), è pari a circa il 10,59% del
portafoglio crediti del Gruppo al 31 dicembre 2009. Le operazioni di auto-cartolarizzazione, a loro volta,
rappresentano il 6,46% del portafoglio crediti.
Nel corso del 2008, inoltre, è stato avviato un programma di emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite
(OBG) ai sensi della citata legge italiana 130/99, in base al quale sono stati ceduti ad una SPE, appositamente
costituita ed inclusa nel Gruppo bancario, mutui residenziali ipotecari a garanzia del programma citato. In
tale ambito sono state emesse otto tranche di OBG per un ammontare complessivo di 8,5 miliardi di euro, di cui
5 miliardi ritenuti all’interno del Gruppo.
1
Ci si riferisce all’ammontare di crediti oggetto di cessione, anche sintetica, ma non cancellati dall’attivo di bilancio.
139
Al 31 dicembre 2009 risultano altresì in essere analoghe Obbligazioni Bancarie Garantite ai sensi della
legislazione tedesca (Pfandbriefe) per un valore di bilancio di 36.929.700 migliaia, di cui 29.873.900 migliaia
garantite da mutui ipotecari e 7.055.800 migliaia garantite da crediti verso il settore pubblico.
Nel caso delle operazioni di cartolarizzazione tradizionale, il Gruppo mantiene sempre la “prima perdita”
sotto forma di titolo junior o di esposizione analoga, fornendo in alcuni casi ulteriori forme di supporto
creditizio, come sopra specificato. Tale operatività consente al Gruppo di beneficiare della parte del
rendimento del portafoglio crediti ceduto che eccede quanto corrisposto ai sottoscrittori dei titoli “senior” e
“mezzanine”.
Il mantenimento in capo al Gruppo del rischio di prima perdita e dell’associato rendimento, determina la
ritenzione della maggior parte dei rischi e dei rendimenti del portafoglio ceduto. Conseguentemente dette
operazioni sono rappresentate in bilancio come operazioni di finanziamento senza procedere né alla
rilevazione di utili da cessione né alla cancellazione del portafoglio crediti ceduto.
Eccezione a questa regola generale è costituita dalle operazioni per le quali il Gruppo, pur mantenendo la
maggior parte dei rischi e rendimenti del portafoglio sottostante, ha proceduto alla cancellazione dal
bilancio poiché antecedenti al 1 gennaio 2002. Infatti, in sede di prima applicazione dei principi contabili
internazionali (IAS/IFRS), si è, per le stesse, utilizzata la facoltà del principio contabile IFRS 1 che consente di
non reiscrivere le attività cedute antecedentemente al 1 Gennaio 2004, indipendentemente dalla misura di
rischi e rendimenti mantenuti.
Il Gruppo è inoltre attivo come sponsor di società veicolo che emettono commercial paper (cosiddetti Asset
Backed Commercial Paper Conduits) costituiti sia al fine di consentire alla clientela l’accesso al mercato
delle cartolarizzazioni (Mu!ti seller Customer conduits) sia per finalità di arbitraggio (Arbitrage conduits).
A partire dal dicembre 2007 tali società veicolo, pur non rientranti nel gruppo bancario, sono oggetto di
consolidamento.
L’operatività in Customer conduits prevede la costituzione e la gestione di società veicolo bankruptcy remote,
ossia indipendenti da eventuali difficoltà finanziarie dell’originator, che acquistano in via diretta o indiretta
portafogli crediti originati da società terze esterne al Gruppo.
I portafogli crediti sottostanti le transazioni non sono acquistati direttamente dai conduits costituiti dal
Gruppo bensì da Società veicolo di secondo livello (c.d. purchase companies) a loro volta integralmente
finanziate dai conduits attraverso l’emissione di commercia! papers e Medium Term Notes (MTN).
Le transazioni descritte sono poste in essere principalmente al fine di consentire alla clientela l’accesso al
mercato delle cartolarizzazioni e, quindi, di beneficiare di un costo del funding inferiore a quello da essi
conseguibile mediante raccolta diretta.
L’operatività in Arbitrage conduits prevede la costituzione e la gestione di società veicolo che acquistano
corporate bonds ad elevato rating, Asset backed securities e portafogli creditizi.
L’obiettivo è quello di acquisire un profitto derivante dalla differenza di rendimento fra le attività in
portafoglio, di norma aventi durata a medio/lungo termine, e i titoli a breve/medio termine emessi.
L’acquisto delle attività da parte dei conduits è finanziato attraverso l’emissione di commercia! paper di breve
periodo e di titoli a medio termine (MTN).
Il pagamento delle cedole nonché il rimborso dei titoli emessi dal conduit è quindi dipendente sia dai flussi
di cassa del portafoglio di attività acquisite (rischio credito), sia dalla capacità del conduits di rinnovare la
provvista sul mercato alla scadenza dei titoli emessi (rischio liquidità).
Al fine di garantire il tempestivo rimborso dei titoli emessi dal conduit, le transazioni in oggetto sono
assistite da lettere di credito concesse per coprire il rischio di default sia di specifici attivi sia del programma nel
suo complesso.
140
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 10
I sottoscrittori sono ulteriormente garantiti da specifiche linee di liquidità che il conduit può utilizzare qualora si
trovi nelle condizioni di non riuscire a collocare nuovi commercial paper per rimborsare quelli in scadenza, ad
esempio per effetto di periodi di crisi dei mercati.
Le linee di liquidità concesse, tuttavia, non possono essere utilizzate per garantire il rimborso dei titoli
emessi dal conduit in caso di default delle attività sottostanti.
Nell’ambito del suo ruolo di sponsor, il Gruppo svolge attività di selezione dei portafogli di attivi acquistati dai
conduits o dalle purchase companies, così come attività di amministrazione e fornisce sia lettere di credito sia
linee di liquidità.
A fronte dell’attività descritta, il Gruppo incassa un flusso commissionale, oltre a beneficiare delle
differenze di rendimento fra gli attivi acquistati dal veicolo ed i titoli emessi.
A partire dalla seconda metà del 2007 si è determinata una significativa contrazione della domanda dei
titoli emessi dai conduits in esame da parte degli investitori, in conseguenza della quale il Gruppo ha
proceduto ad acquistare direttamente le commercial paper outstanding.
Per effetto dell’attività svolta, il Gruppo sostiene la maggior parte dei rischi e beneficia dei rendimenti
associati all’attività di conduits avendo altresì potere di governo degli stessi.
Conseguentemente, in applicazione del principio contabile internazionale IAS 27 e dell’associata
interpretazione SIC 12, si è proceduto al consolidamento dei veicoli citati.
Rientrano nel perimetro di consolidamento gli ABCP conduits e alcuni dei veicoli di secondo livello che
soddisfano i requisiti per il consolidamento previsti dai principi contabili internazionali.
Ciò comporta l’iscrizione nel bilancio consolidato:
 dei finanziamenti degli ABCP conduits nei confronti delle sottostanti Purchase companies, nel
caso di veicoli di secondo livello non consolidati, oppure
 direttamente delle attività detenute dalla Purchase companies, per quelle oggetto di
consolidamento.
Si precisa altresì che, nel caso di Purchase companies non consolidate, il bilancio consolidato comprende
comunque nella sostanza anche le attività iscritte nei libri di queste ultime, poiché tali Purchase
companies sono integralmente finanziate dai conduits oggetto di consolidamento.
Accanto alle attività di originator e di sponsor, il Gruppo svolge anche quella di investitore in strumenti
strutturati di credito.
Tali esposizioni sono detenute principalmente dalla Divisione Corporate and Investment Banking (CIB) e da
UniCredit Bank Ireland.
141
Informativa quantitativa
Le seguenti tavole riportano la composizione del portafoglio crediti cartolarizzato non oggetto di
cancellazione da parte del Gruppo suddiviso per area geografica e qualità degli attivi, distinto tra
cartolarizzazioni tradizionali, al netto delle operazioni di auto-cartolarizzazione nelle quali il Gruppo ha
acquistato il complesso delle passività emesse dalle società veicolo, e sintetiche.
(migliaia di €)
Attività cartolarizzate: composizione per aree geografiche
Consistenze al 31.12.2009
Italia
Germania
Austria
Altri Paesi
Europa
(non UE)
Altri Paesi UE
America
Resto del
mondo
Asia
Totale
Attività cedute non cancellate
- Mutui ipotecari residenziali
9.623.047
-
-
-
-
-
-
-
9.623.047
- Operazioni di leasing
3.878.106
-
-
292.760
-
-
-
-
4.170.866
- Crediti a piccole medie imprese
-
-
-
-
-
-
-
-
-
- Crediti a imprese corporate
-
5.588.928
-
-
1.982
-
-
-
5.590.910
- Altro
-
-
-
-
-
-
-
-
Totale
13.501.153
5.588.928
-
292.760
1.982
-
-
-
19.384.823
(migliaia di €)
Attività cartolarizzate: composizione per aree geografiche
Consistenze al 31.12.2009
Italia
Germania
Austria
Altri Paesi
Europa
(non UE)
Altri Paesi UE
America
Resto del
mondo
Asia
Totale
Operazioni sintetiche
- Mutui ipotecari residenziali
877
12.379.347
2.871
99.444
-
233
112
180
12.483.064
-
2.999.794
7.645
134.275
-
-
-
2.755
3.144.469
2.329.010
4.104.956
1.792.719
88.870
-
21.566
8.794
39.828
8.385.743
736.125
3.541.939
3.864.136
9.039.993
697.660
2.304.783
1.794.390
2.723.898
24.702.924
- Mutui ipotecari commerciali
- Crediti a piccole medie imprese
- Crediti a imprese corporate
- Altro
-
11.831
7.082
-
-
4.148
-
-
23.061
Totale
3.066.012
23.037.867
5.674.453
9.362.582
697.660
2.330.730
1.803.296
2.766.661
48.739.261
(migliaia di €)
Attività cartolarizzate: composizione per qualità dell'attivo
Consistenze al 31.12.2009
Altre attività
(in bonis)
Attività deteriorate
Totale
Attività cedute non cancellate
- Mutui ipotecari residenziali
9.396.409
226.638
9.623.047
- Operazioni di leasing
3.816.500
354.366
4.170.866
-
-
-
5.588.789
2.121
5.590.910
- Crediti a piccole medie imprese
- Crediti a imprese corporate
- Altro
-
-
-
Totale
18.801.698
583.125
19.384.823
Attività cartolarizzate: composizione per qualità dell'attivo
(migliaia di €)
Consistenze al 31.12.2009
Altre attività
(in bonis)
Attività deteriorate
Totale
Operazioni sintetiche
- Mutui ipotecari residenziali
12.258.773
224.291
12.483.064
- Mutui ipotecari commerciali
3.119.466
25.003
3.144.469
- Crediti a piccole medie imprese
8.117.644
268.099
8.385.743
23.954.291
748.633
24.702.924
- Crediti a imprese corporate
- Altro
22.861
200
23.061
Totale
47.473.035
1.266.226
48.739.261
Come rilevato, le tavole inerenti alle operazioni di cartolarizzazione tradizionali riportano l’ammontare
delle attività cedute ma non oggetto di cancellazione dal bilancio per effetto del mantenimento in capo al
Gruppo della maggior parte dei rischi e rendimenti.
Accanto a queste esistono ulteriori esposizioni per 1.005.198 migliaia, costituite da attività deteriorate che
sono state cancellate dal bilancio perché antecedenti al 1 gennaio 2002, secondo quanto richiamato
nell’informativa qualitativa.
142
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 10
L’ammontare complessivo delle esposizioni cartolarizzate da parte del Gruppo nell’ambito di operazioni di
cartolarizzazione tradizionale è quindi pari a 20.390.021 migliaia.
Si segnala che, oltre alle esposizioni riportate, il Gruppo ha realizzato anche ulteriori operazioni
tradizionali su crediti performing nelle quali ha acquistato il complesso delle passività emesse dalle
società veicolo (auto-cartolarizzazioni) per un ammontare totale di attività sottostanti di 41.522.071
migliaia.
Due di queste operazioni, con sottostanti rispettivamente contratti di leasing originati in Italia, aventi per
oggetto il godimento di autoveicoli, di beni strumentali ed immobiliari per un ammontare nominale di
1.705.231 migliaia e mutui ipotecari residenziali, originati in Italia, per un ammontare nominale di
3.499.601 migliaia sono state realizzate nel corso del 2009.
Le operazioni di cartolarizzazione tradizionali poste in essere dal Gruppo hanno per oggetto
principalmente mutui ipotecari residenziali originati in Italia, crediti ad imprese corporate originati in
Germania ed operazioni di leasing originate in Italia.
Le operazioni di cartolarizzazione sintetica hanno per oggetto principalmente mutui ipotecari residenziali
aventi controparti tedesche e finanziamenti a imprese corporate e Small Medium Entities originati in
Germania, Austria, Italia ed altri Paesi UE.
La qualità del portafoglio sottostante è costituita da attività in bonis per il 96,99% nel caso di operazioni di
cartolarizzazione tradizionale e per il 97,4% nel caso di operazioni sintetiche.
Si rileva infine che il Gruppo non ha originato cartolarizzazioni aventi come sottostante mutui residenziali
statunitensi, né prime, né subprime o Alt-A.
143
La seguente tavola riporta l’ammontare delle posizioni inerenti a cartolarizzazioni proprie o di terzi ripartito
in base al ruolo svolto dal Gruppo nonché alla tipologia di esposizione.
(migliaia di €)
Esposizioni in Asset Backed Securities distinte per grado di subordinazione
consistenze al 31.12.2009
Tipologia di esposizione
Senior
Mezzanine
Junior
Totale
Esposizioni per cassa oggetto di integrale cancellazione dal bilancio
115.897
842.105
252.927
1.210.929
- CLO/CBO
115.897
-
51.065
166.962
115.897
-
51.065
166.962
- Altre tipologie
-
842.105
201.862
1.043.967
Garanzie rilasciate
-
77.956
-
77.956
Linee di credito
-
626.812
-
626.812
1.313.803
140.810
844.868
2.299.481
312.353
33.350
360.017
705.720
312.353
33.350
360.017
705.720
Investimenti in cartolarizzazioni di proprie attività (Originator)
- CLO / CBO altri
Esposizioni per cassa non cancellate dal bilancio
- RMBS
- Prime
- CLO/CBO
- CLO / CBO altri
- Leasing
712.411
42.400
59.098
813.909
712.411
42.400
59.098
813.909
779.852
289.039
65.060
425.753
Garanzie rilasciate
-
-
-
-
Linee di credito
-
-
30.220
30.220
Operazioni sintetiche
39.780.525
1.211.511
222.539
41.214.575
- RMBS
7.482.400
574.649
66.369
8.123.418
- Prime
7.482.400
574.649
66.369
8.123.418
- CLO/CBO
33.091.157
32.298.125
636.862
156.170
- CLO SME
6.492.115
544.882
156.170
7.193.167
- CLO / CBO altri
25.806.010
91.980
-
25.897.990
Garanzie rilasciate
-
-
-
-
Linee di credito
-
-
-
-
Esposizioni per cassa
2.347.103
-
-
2.347.103
- ABCP
2.347.103
-
-
2.347.103
-
-
-
-
1.614.149
-
-
1.614.149
6.382.614
1.691.822
55.619
8.130.055
3.009.378
483.681
9.063
3.502.122
2.771.743
352.029
-
3.123.772
5.463
9.905
4.805
20.173
232.172
121.747
4.258
358.177
1.107.282
355.236
-
1.462.518
218.232
176.628
-
394.860
1.793
56.976
-
58.769
130.747
1.837
-
132.584
Conduit consolidati (Sponsor)
Garanzie rilasciate
Linee di credito
Investimenti in cartolarizzazioni di terzi (Investitore)
Valore di bilancio
- RMBS
- Prime
- Subprime
- Nonconforming
- CMBS
- CDO
- CDO di ABS / CDO di CDO
- CDO Balance Sheet
- CDO Market Value
-
-
-
-
- CDO Preferred Stock
-
57.672
-
57.672
-
-
-
-
20.049
8.503
-
28.552
- CDO Synthetic Arbitrage
- CRE CDO
- CDO altri
65.643
51.640
-
117.283
750.814
293.202
5.530
1.049.546
- CLO SME
121.958
94.194
129
216.281
- CLO arbitrage/balance sheet
377.496
77.101
251
454.848
- CLO / CBO altri
251.360
121.907
5.150
378.417
- Crediti al consumo
422.021
40.882
-
462.903
- Carte di credito
108.231
9.301
-
117.532
- Crediti per studio
70.683
47.590
-
118.273
- Leasing
219.579
50.974
-
270.553
- Altre tipologie
277.243
20.565
30.480
328.288
- Finanziamenti
199.151
213.763
10.546
423.460
-
-
-
-
379.863
76.431
-
456.294
- CLO/CBO
Garanzie rilasciate
Linee di credito
Nel caso delle esposizioni relativamente alle quali il Gruppo svolge il ruolo di investitore la tabella espone le
sole posizioni detenute nel portafoglio bancario, pari a 7.706.595 migliaia. Il portafoglio di negoziazione
comprende ulteriori posizioni per 540.941 migliaia.
144
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 10
Le posizioni classificate nel banking book comprendono le esposizioni della specie riclassificate nel secondo
semestre 2008 e nel primo semestre 2009 a fini contabili e regolamentari, a seguito delle modifiche allo
IAS 39 recepite dalla Commissione Europea con il regolamento 1004/2008.
Sono stati infatti riclassificati la quasi totalità dei prodotti strutturati di credito dalle categorie “attività
finanziarie detenute per la negoziazione” ed “attività finanziarie disponibili per la vendita” alla voce “crediti
verso clientela” consentendo, in tal modo, di allineare la rappresentazione in bilancio di queste posizioni
alle modalità seguite per la loro gestione.
In particolare, gli Asset Backed Securities riclassificati hanno un valore di bilancio al 31 dicembre di 7.412.829
migliaia ed un corrispondente fair value di 6.070.087 migliaia.
Metodologia standardizzata posizioni verso la cartolarizzazione
Consistenze al 31.12.2009
Cartolarizzazioni
proprie
Cartolarizzazioni
di terzi
Cartolarizzazioni
proprie
Cartolarizzazioni
di terzi
Clausole di rimborso
anticipato
Cartolarizzazioni
proprie
Tipo cartolarizzazione
Tipo cartolarizzazione
Tipo cartolarizzazione
Tipo cartolarizzazione
Tipo cartolarizzazione
Attività di rischio per cassa
FASCE DI PONDERAZIONE DEL RISCHIO
Tradizionale
Sintetica
Tradizionale
Attività di rischio fuori bilancio
Sintetica
Tradizionale
Sintetica
Tradizionale
Sintetica
Tradizionale
Sintetica
Ponderazione 20%
114.505
-
3.697.157
1.458.603
-
-
-
-
-
Ponderazione 50%
14.467
-
25.720
127.740
-
-
-
-
-
-
Ponderazione 100%
36.773
-
5.807
81.757
10.500
-
-
-
-
-
Ponderazione 350%
8.500
-
10.462
15.190
-
-
-
-
-
-
Ponderazione 1250% - con rating
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Ponderazione 1250% - privo di rating
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Look-through - second loss in ABCP
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Look-through - altro
-
-
-
-
-
-
-
553.060
-
-
Totale al 31.12.2009
174.245
-
3.739.146
10.500
-
-
553.060
-
-
Totale al 31.12.2008
375.294
200
7.926.326
22.591
-
-
559.591
-
-
1.683.290
-
Metodologia basata sui rating interni: posizioni verso la cartolarizzazione
Consistenze al 31.12.2009
Cartolarizzazioni
proprie
Cartolarizzazioni
di terzi
Cartolarizzazioni
proprie
Cartolarizzazioni
di terzi
Clausole di rimborso
anticipato
Cartolarizzazioni
proprie
Tipo cartolarizzazione
Tipo cartolarizzazione
Tipo cartolarizzazione
Tipo cartolarizzazione
Tipo cartolarizzazione
Attività di rischio per cassa
FASCE DI PONDERAZIONE DEL
RISCHIO
Tradizionale
Sintetica
Tradizionale
Attività di rischio fuori bilancio
Sintetica
Tradizionale
Ponderazione 6-10%
-
10.532.212
3.519.005
217.277
-
Ponderazione 12-18%
-
271.600
1.041.581
32.504
-
Ponderazione 20-35%
-
202.539
1.258.530
99.322
Ponderazione 50-75%
-
96.786
332.128
37.809
Ponderazione 100%
-
-
112.001
10.061
Ponderazione 250%
-
-
46.633
2.003
Ponderazione 425%
-
42.657
18.199
14.909
Ponderazione 650%
-
-
19.129
-
Ponderazione 1250% - con rating
-
-
-
-
Ponderazione 1250% - privo di rating
-
-
-
Non classificabile
-
-
Totale al 31.12.2009
-
11.145.794
Totale al 31.12.2008
-
48.448.325
Sintetica
Tradizionale
Tradizionale
Sintetica
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
27.302
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
11.156
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
76.431
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
6.483.670
417.934
-
8.619.463
863.173
-
136.464
4.013.906
40
-
Dal patrimonio di vigilanza sono state dedotte attività cartolarizzate per un totale di 810.488 migliaia di €.
145
Sintetica
-
4.049
40
4.128.795
-
-
-
7.372.726
-
-
-
146
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 11
Tavola 11 – Rischi di mercato:
informazioni per le banche che utilizzano
il metodo dei modelli interni per il rischio
di posizione, per il rischio di cambio e per
il rischio di posizione in merci (IMA)
Informativa qualitativa
Modello interno per rischio di prezzo, tasso di interesse e
cambio del portafoglio di negoziazione di vigilanza
All’interno del contesto organizzativo descritto in precedenza, la politica seguita dal Gruppo UniCredit
nell’ambito del market risk management è finalizzata ad una progressiva adozione ed utilizzo di principi,
regole e processi comuni in termini di propensione al rischio, definizione dei limiti, sviluppo dei modelli,
pricing e disamina dei modelli di rischio.
Il Dipartimento Market & Balance Sheet Risks Portfolio Management è specificamente chiamato a
garantire che principi, regole e processi siano in linea con la miglior prassi di settore e coerenti con le
norme e gli usi dei diversi paesi in cui vengono applicati.
Il principale strumento utilizzato dal Gruppo UniCredit per la misurazione del rischio di mercato sulle
posizioni di trading è il Value at Risk (VaR), calcolato secondo l’approccio della simulazione storica. In
questa fase di convergenza, tuttavia, alcune società appartenenti al Gruppo usano ancora un approccio
simulativo di tipo Monte Carlo.
Il metodo della simulazione storica prevede la rivalutazione giornaliera delle posizioni sulla base
dell’andamento dei prezzi di mercato su di un opportuno intervallo temporale di osservazione. La
distribuzione empirica di utili/perdite che ne deriva viene analizzata per determinare l’effetto di movimenti
estremi del mercato sui portafogli. Il valore della distribuzione al percentile corrispondente all’intervallo di
confidenza fissato, rappresenta la misura di VaR. I parametri utilizzati per il calcolo del VaR sono i
seguenti: intervallo di confidenza del 99%; orizzonte temporale di 1 giorno; aggiornamento giornaliero
delle serie storiche, la cui estensione copra almeno un anno. L’utilizzo di un orizzonte temporale di 1
giorno consente un confronto immediato con gli utili/perdite realizzati.
Nelle funzioni di calcolo del capitale e monitoraggio dei rischi, UniCredit si avvale dei modelli interni
realizzati da UCB AG e BA AG e approvati dalle rispettive autorità di vigilanza nazionali. Ai fini del calcolo
dei requisiti patrimoniali, è stato autorizzato l’utilizzo completo del metodo dei modelli interni per UCB AG
e BA AG. Non si fa, invece, ricorso al modello interno per il calcolo dei requisiti patrimoniali relativi alle
posizioni di negoziazione riferibili alla Capogruppo, a UCI Ireland e a Bank Pekao. Il metodo di
misurazione standardizzato viene inoltre applicato al calcolo dei coefficienti patrimoniali di copertura del
rischio di detenzione dell’esposizione di banking book in valute estere per le controllate che non
conducono attività di trading.
147
Le caratteristiche dei modelli interni sono le seguenti:
 UCB AG: simulazione Monte Carlo con la valutazione piena delle singole posizioni assunte in
opzioni, dove il VaR viene calcolato come perdita atte sa a 1 giorno con un intervallo di
confidenza del 99%. La simulazione Monte Carlo si basa su una matrice varianza – covarianza
calcolata su un periodo di osservazione storico di un anno senza alcuna ponderazione.
 BA AG: simulazione storica declustered basata su un periodo di osservazione storico di due
anni, dove il VaR viene calcolato come perdita attesa a 1 giorno, con un intervallo di confidenza
del 99% e la valutazione piena delle singole posizioni assunte in opzioni.
I portafogli di negoziazione sono sottoposti a stress test in base a un’ampia serie di scenari a fini di
managerial reporting, descritti nel successivo paragrafo 2.8. A seconda delle normative nazionali, alcuni
scenari pertinenti sono inoltre oggetto di rendicontazione regolamentare trimestrale. Vengono inoltre
considerate misure di rischio sostitutive, vale a dire sensitivity, scenari di stress definiti o l’indicazione di
importi nominali, che vengono incluse nella rendicontazione regolamentare al fine di consentire la stima di
rischi non coperti dalla simulazione VaR del modello interno UCB AG.
A prescindere dall’utilizzo nel calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato, i modelli interni
vengono applicati a tutte le posizioni ricomprese nel portafoglio di negoziazione al fine di condurre una
verifica a posteriori (c.d. “back testing”), tramite la comparazione costante delle misure VaR giornaliere
della banca con i profitti o le perdite giornalieri successivi. Tale verifica consiste nel confrontare la perdita
attesa stimata con i dati di clean P&L, ovvero le variazioni simulate nel valore di portafoglio che si
riscontrerebbero nel caso in cui le posizioni in chiusura di giornata rimanessero invariate.
Per ciò che riguarda le politiche e le procedure interne di analisi di scenario (c.d. “stress testing”), si è
deciso di affidare alle singole legal entity le modalità con cui effettuare tali prove di stress. A livello
complessivo, tuttavia, è stato individuato un set di scenari, comuni a tutte le realtà appartenenti al
Gruppo, da applicare congiuntamente alla totalità delle posizioni, per verificare mensilmente l’impatto
potenziale che tali scenari potrebbero avere sul portafoglio di negoziazione globale.
Nell’aggregare i vari profili di rischio delle diverse unità di risk taking che compongono il Gruppo, nel
calcolo della rischiosità complessiva è stata trascurata - per ragioni di tipo prudenziale - la diversificazione
riveniente dalle posizioni di società appartenenti al Gruppo le quali adottano differenti modelli interni.
L’armonizzazione delle metodologie VaR e la definizione di un quadro uniforme appropriato da applicare
al calcolo di un VaR del Gruppo rappresentano uno degli obiettivi principali della riorganizzazione del
Market Risk all’interno del gruppo.
Rischio di tasso di interesse - Portafoglio di negoziazione
Aspetti generali
Il rischio di tasso di interesse relativo al portafoglio di negoziazione deriva da posizioni finanziarie assunte
dai centri specialistici di detenzione del rischio di mercato del Gruppo entro i limiti e le autonomie
assegnati. A prescindere dall’utilizzo dei modelli interni nel calcolo dei requisiti patrimoniali, le posizioni di
rischio nel Gruppo sono monitorate e soggette a limiti attribuiti ai portafogli sulla base delle responsabilità
manageriali e non puramente su criteri regolamentari.
Come spiegato Il Gruppo UniCredit utilizza un modello interno di tipo VaR a fini di controllo del rischio di
mercato derivante dal portafoglio di negoziazione. Il VaR è una metrica unica e consente pertanto una
quantificazione complessiva del rischio di mercato, rendendo superflua una scomposizione dello stesso
nelle componenti di rischio di tasso di interesse, rischio di prezzo e rischio di cambio.
148
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 11
Informazioni di natura quantitativa
Portafoglio di negoziazione
Vengono di seguito riportati i dati di VaR relativamente all’intero complesso dei rischi di mercato riferibili
al portafoglio di negoziazione definito sulla base delle responsabilità manageriali.
La tabella seguente illustra il VaR per il rischio complessivo del portafoglio di negoziazione.
Rischio di tasso di interesse del portafoglio di negoziazione
31 dicembre 2009
VaR giornaliero portafoglio di negoziazione
31.12.2009
3.7
0.2
14.7
21.4
39.9
(1)
UniCredit Spa
UCI - Irlanda
BA Group
UCB AG
Totale UniCredit Group
(milioni di euro)
(2)
MEDIA
3.9
0.2
21.7
57.8
83.6
2009
MASSIMO
5.4
0.2
41.1
113.4
160.2
MINIMO
2.1
0.2
11.9
19.7
33.9
2008
Media
5.6
0.2
22.2
56.1
84.1
(1) Il VaR del portafoglio di negoziazione di vigilanza al 31.12.2009 ammonta a 5 milioni di euro.
(2) Il VaR totale è la somma dei valori di VaR individuali, senza prendere in considerazione alcun effetto di diversificazione tra i membri del gruppo
Evoluzioni del rischio
Nel corso del 2009, si è riscontrata una contrazione generalizzata del rischio di mercato del Gruppo
UniCredit, principalmente imputabile alla marcata riduzione sia dei credit spread che rappresentano il
principale fattore di rischio caratterizzante l’esposizione complessiva, che della loro volatilità, elemento
questo che ha riguardato peraltro anche gli altri fattori di rischio (tassi d’interesse, corsi azionari e tassi di
cambio) nonchè a una strategia di graduale riduzione dell’esposizione sui portafogli di attività c.d. “Non
Core” enucleati rispetto a quelli c.d. “Core Markets”.
Si riportano, inoltre, i grafici con le analisi di backtesting relativi ai rischi di mercato del trading book, nei
quali i dati di VaR dell’ultimo anno sono confrontati ai risultati di “profit and loss” per ciascuna principale
unità “risk-taker”:
UCB AG Group
160.000.000
140.000.000
120.000.000
100.000.000
80.000.000
60.000.000
40.000.000
20.000.000
-20.000.000
-40.000.000
-60.000.000
-80.000.000
-100.000.000
-120.000.000
-140.000.000
P&L
149
UCB AG VaR
2009-12-04
2009-11-06
2009-10-09
2009-09-11
2009-08-14
2009-07-17
2009-06-19
2009-05-22
2009-04-24
2009-03-27
2009-02-27
2009-01-30
2009-01-02
-160.000.000
Nel corso del 2009, si è registrato 1 solo sconfinamento riferito ad UCB AG, determinato da un
aggiornamento significativo delle quotazioni su alcune tipologie di titoli obbligazionari in un contesto di
mercato fortemente illiquido. Nel complesso nel corso dell’ultimo anno è stato osservata una contrazione
generalizzata della volatilità di mercato.
BA AG
60.000.000
50.000.000
40.000.000
30.000.000
20.000.000
10.000.000
0
-10.000.000
-20.000.000
-30.000.000
-40.000.000
-50.000.000
P&L
2009-12-16
2009-11-24
2009-11-03
2009-10-12
2009-09-21
2009-08-31
2009-08-10
2009-07-20
2009-06-29
2009-06-05
2009-05-13
2009-04-21
2009-03-30
2009-03-09
2009-02-16
2009-01-26
2009-01-02
-60.000.000
BA Group's VaR
Dal grafico di BA si evince che, durante il 2009 non si sono verificati sconfinamenti.
Rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione
Aspetti generali
La rischiosità di prezzo riferita ad equity, commodity, OICR e relativi prodotti derivati presenti nel
portafoglio di negoziazione, origina da posizioni assunte dai centri specialistici di detenzione del rischio di
mercato del Gruppo, entro i limiti e le autonomie assegnati.
Il rischio di prezzo derivante dalla negoziazione in conto proprio di tali strumenti viene gestito con
strategie sia direzionali che di relative value attraverso la compravendita diretta di titoli, derivati
regolamentati e OTC e il ricorso al security lending; strategie di trading di volatilità sono perseguite
utilizzando prodotti opzionali e derivati complessi.
Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di prezzo
Per quanto riguarda sia la descrizione dei processi interni di controllo e gestione del rischio che
l’illustrazione delle metodologie utilizzate per l’analisi della rischiosità, si rimanda a quanto già esposto
nella sezione introduttiva.
150
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 11
Rischio di prezzo - Portafoglio bancario
Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di
prezzo
Il rischio di prezzo del portafoglio bancario origina principalmente dalle partecipazioni detenute dalla
Capogruppo e dalle sue controllate con finalità di stabile investimento, nonché dalle quote di OICR non
comprese nel portafoglio di negoziazione in quanto detenute anch’esse con finalità di stabile
investimento.
Limitatamente a questi ultimi strumenti, i processi interni di gestione e misurazione del rischio di prezzo
riproducono quanto descritto in precedenza relativamente al portafoglio di negoziazione di vigilanza.
Rischio di cambio
Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di
cambio
Il rischio di cambio in Unicredit origina sia dalla presenza nel Gruppo di banche che operano in aree
valutarie diverse dall’area Euro, sia da posizioni assunte dai centri specialistici di detenzione del rischio
di mercato del Gruppo, entro i limiti e le autonomie assegnati.
In questo secondo caso, il rischio di cambio origina da attività di trading in valuta svolta mediante la
negoziazione di vari strumenti di mercato e viene costantemente monitorato e misurato utilizzando i
modelli interni sviluppati dalle società che compongono il gruppo. Tali modelli vengono inoltre utilizzati nel
calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato a fronte dell’esposizione a tale tipologia di rischio.
Attività di copertura del rischio di cambio
La Capogruppo attua una politica di copertura economica degli utili in formazione delle controllate
polacche del Gruppo (le quali costituiscono le principali controllate non appartenenti all’area Euro),
nonché dei dividendi relativi all’anno precedente, attuata quest’ultima nel periodo intercorrente tra la
chiusura dell’esercizio e il pagamento degli stessi. Tale politica di copertura si attua mediante prodotti
derivati in cambi finalizzati all’immunizzazione delle fluttuazioni del tasso di cambio Euro/Zloty.
151
Stress test
Gli stress test integrano i risultati dell’analisi di sensitività e di VaR nell’ottica di valutare i rischi potenziali
in un modo diverso. Lo stress test esegue la valutazione di un portafoglio in riferimento sia a scenari
semplici (in cui si ipotizza una variazione in singoli fattori di rischio) sia a scenari complessi (nei quali si
prefigurano variazioni simultanee in più fattori di rischio).
I risultati relativi agli scenari semplici vengono comunicati al top management a cadenza settimanale,
unitamente alle sensitività più rilevanti e includono shock riferiti a:
 Tassi di interesse: movimenti paralleli (“parallel shift”) e irripidimento/appiattimento delle curve
dei tassi di interesse; aumento/diminuzione nelle volatilità dei tassi di interesse;
 Mercati di credito: movimenti paralleli delle curve degli spread del credito (variazioni sia assolute
sia relative); sensitivity alla correlazione di base, correlazione tra gli emittenti e tassi di recupero;
 Tassi di cambio: apprezzamento/deprezzamento di ogni valuta; aumento/diminuzione delle
volatilità dei cambi;
 Azioni: incremento/calo dei prezzi spot; aumento/diminuzione delle volatilità azionarie; sensitività
alla correlazione implicita;
 Commodity: incremento/calo dei prezzi spot.
Per quanto attiene agli scenari complessi, all’intero portafoglio MIB sono stati finora mensilmente applicati
due diversi scenari recessivi (medio e grave), che a loro volta vengono comunicati al top management.
Un terzo scenario è stato recentemente implementato: “Financial Crisis”.
Scenario “Recessionary Fears”
Questo scenario presume la verosimile diffusione dei timori di recessione (“Recessionary Fears”) dagli
Stati Uniti al resto del mondo a causa di un “effetto contagio”.
In termini di variabili macroeconomiche, questo scenario ipotizza:
 Un rallentamento (calo) dei mercati azionari associato a un incremento delle volatilità dei titoli
azionari;
 Un decremento globale dei tassi di interesse (fattori di stress differenti a seconda della
scadenza), con particolare accento sul breve termine e uno scenario di stress ancora maggiore
per gli Stati Uniti (anche in questo caso fattori di stress diversi a seconda della scadenza). In
questo scenario, viene ipotizzato anche un aumento della volatilità dei tassi di interesse;
 Un allargamento generalizzato e significativo dei credit spread, con fattori di stress differenti a
seconda della classe di rating e del settore operativo.
Scenario “Full US Recession”
Questo scenario presume una grave recessione negli Stati Uniti che interessa anche il resto del mondo a
causa di un “effetto contagio”. In termini di variabili macroeconomiche, questo scenario ipotizza:
 Una notevole flessione dei prezzi e degli indici azionari nei mercati statunitensi e non
statunitensi, associata a un incremento della volatilità azionaria;
 Un notevole calo dei tassi di interesse statunitensi (fattori di stress differenti a seconda della
scadenza) e non statunitensi (fattori di stress diversi a seconda della scadenza e dell’area
geografica), in ogni caso associato a un aumento della volatilità dei tassi di interesse;
 Un allargamento generalizzato e significativo dei credit spread, a seconda della classe di rating e
del settore operativo.
152
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 11
Scenario “Financial Crisis”
Questo scenario è stato introdotto nell’ultimo trimestre del 2008 e riflette l’andamento dei mercati
finanziari nel terzo trimestre 2008. In considerazione del basso livello di liquidità nel mercato, l’orizzonte
temporale di questo scenario è stato esteso in modo da coprire un periodo di un trimestre anziché le 2 - 6
settimane precedentemente applicate.
In termini di variabili macroeconomiche, questo scenario ipotizza:
 Un crollo (calo) dei mercati azionari associato a un incremento delle volatilità dei titoli azionari;
 Un decremento globale dei tassi di interesse (fattori di stress differenti a seconda della scadenza
e dell’area geografica), unitamente a un netto irripidimento delle curve dei tassi d’interesse. In
questo scenario, viene ipotizzato anche un aumento della volatilità dei tassi di interesse;
 Un allargamento generalizzato e più significativo dei credit spread, con fattori di stress differenti a
seconda della classe di rating e del settore operativo.
Processo di verifica indipendente del prezzo
A questo proposito, pure a seguito della riclassificazione di un ampio spettro di posizioni (per lo più titoli
obbligazionari) dal portafoglio di negoziazione a quello bancario (come Loans & Receivables) si è
mantenuto un forte presidio finalizzato all’accurata verifica delle valutazioni dei prodotti di credito
strutturati sotto il coordinamento del Market & Balance Sheet Risks Portfolio Management della
Capogruppo (Holding Company, HC) in collaborazione con le funzioni Market Risk Control a livello di
Legal Entity (LE).
Linee guida sono state inoltre emanate dalla unit Market Risk di Capogruppo in merito alla Valutazione
dei Derivati ed alla definizione di Riserve di Modello.
153
154
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 12
Tavola 12 – Rischio operativo
Informativa qualitativa
ll Gruppo UniCredit ha sviluppato un metodo interno per la misurazione del requisito di capitale. Questo
è calcolato tenendo conto dei dati di perdita interni, dei dati di perdita esterni (consortili e pubblici), dei
dati di perdita ipotizzati tramite analisi di scenario e degli indicatori di rischio.
Il calcolo viene effettuato utilizzando come classi di rischio le tipologie di evento operativo. Per ogni
classe di rischio, la severità e la frequenza delle perdite sono stimate separatamente per arrivare alla
distribuzione delle perdite annue tramite simulazione, tenendo conto della copertura assicurativa. La
distribuzione di severità viene stimata su dati interni, dati esterni e dati generati tramite analisi di
scenario, mentre la frequenza è stimata sui soli dati interni. Per ognuna delle classi, si applica una
correzione in funzione degli indicatori di rischio operativo. Le distribuzioni di perdita annua, ottenute per
ciascuna classe di rischio, sono aggregate tramite funzioni copula. Il capitale di rischio è quindi
calcolato sulla distribuzione aggregata delle perdite ad un livello di confidenza del 99,9% a fini
regolamentari e ad un livello del 99,97% a fini di capitale economico.
Tramite meccanismi di allocazione si identificano i requisiti di capitale delle Entità, riflettendo
l’esposizione ai rischi operativi.
L’approccio AMA ha ricevuto formale approvazione da parte dell’Autorità di Vigilanza ed il piano di roll
out prevede l’estensione di tale metodo a tutte le Entità rilevanti del Gruppo e si concluderà entro il
2012. Le Entità non ancora autorizzate all’utilizzo dei metodi avanzati contribuiscono al requisito
patrimoniale consolidato sulla base del metodo standard (TSA) o base (BIA).
Si riporta di seguito la composizione percentuale delle fonti di rischio operativo per tipologia di evento,
secondo quanto definito dal Nuovo Accordo di Basilea sul Capitale e recepito dalle Nuove disposizioni
di vigilanza prudenziale per le banche emanata da Banca d’Italia nel dicembre 2006 (circ. 263) e
successivi aggiornamenti.
Le classi di riferimento sono le seguenti:
 frode interna: perdite dovute ad attività non autorizzata, frode, appropriazione indebita o
violazione di leggi, regolamenti o direttive aziendali che coinvolgano almeno una risorsa interna
della banca;
 frode esterna: perdite dovute a frode, appropriazione indebita o violazione di leggi da parte di
soggetti esterni alla banca;
 rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro: perdite derivanti da atti non conformi alle leggi o agli
accordi in materia di impiego, salute e sicurezza sul lavoro, dal pagamento di risarcimenti a
titolo di lesioni personali o da episodi di discriminazione o di mancata applicazione di condizioni
paritarie;
 clientela, prodotti e prassi professionali: perdite derivanti da inadempienze relative a obblighi
professionali verso clienti ovvero dalla natura o dalle caratteristiche del prodotto o del servizio
prestato;
 danni da eventi esterni: perdite derivanti da eventi sterni, quali catastrofi naturali, terrorismo,
atti vandalici;
 interruzioni dell’operatività e disfunzioni dei sistemi: perdite dovute a interruzioni
dell’operatività, a disfunzioni o a indisponibilità dei sistemi;
 esecuzione, consegna e gestione dei processi: perdite dovute a carenze nel perfezionamento
delle operazioni o nella gestione dei processi, nonché perdite dovute alle relazioni con
controparti commerciali, venditori e fornitori.
155
Sistemi IT
Clientela
Danni materiali
Rapporto di lavoro
Frode interna
Frode esterna
Esecuzione
Nel corso del 2009, la principale fonte di manifestazione di rischi operativi è risultata essere la categoria
"Clientela, prodotti e prassi professionali" che include le perdite derivanti da inadempienze relative a
obblighi professionali verso clienti ovvero dalla natura o dalle caratteristiche del prodotto o del servizio
prestato ed eventuali sanzioni per violazioni di normativa fiscale. La seconda categoria, per ammontare
delle manifestazioni delle perdite, corrisponde ad errori nella esecuzione, consegna e gestione dei
processi, a causa di carenze nel perfezionamento delle operazioni o nella gestione dei processi. Si
sono altresì manifestate, in ordine decrescente di incidenza, perdite dovute a frodi esterne, frodi interne
e rapporti di lavoro. Rappresentano le categorie di rischio residuali quelle che riguardano danni da
eventi esterni ai beni materiali e guasti dei sistemi IT.
156
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 13
Tavola 13 – Esposizioni in strumenti di
capitale: informazioni sulle posizioni
incluse nel portafoglio bancario
Informativa qualitativa
Descrizione delle tecniche di contabilizzazione e delle
metodologie di valutazione
Attività finanziarie disponibili per la vendita
Le attività finanziarie disponibili per la vendita sono inizialmente rilevate al fair value, che normalmente
corrisponde al costo dell’operazione comprensivo dei costi e ricavi di transazione direttamente attribuibili
allo strumento stesso ed al netto delle commissioni.
Per gli strumenti fruttiferi gli interessi sono contabilizzati al costo ammortizzato, utilizzando il criterio
dell’interesse effettivo.
Tali attività sono successivamente valutate al fair value, registrando, come detto, a conto economico gli
interessi secondo il criterio del costo ammortizzato. Gli utili e le perdite derivanti dalle variazioni del fair
value sono rilevati nella voce 140. “Riserve da valutazione” del patrimonio netto - ad eccezione delle
perdite per riduzione di valore (impairment) e degli utili e delle perdite su cambi di attività monetarie (titoli
di debito) che sono esposti rispettivamente alla voce 130.b) “Rettifiche/Riprese di valore nette per
deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita” ed alla voce 80. “Risultato netto dell’attività
di negoziazione” - fino a quando l’attività finanziaria non è alienata, momento in cui gli utili e le perdite
cumulati sono iscritti nel conto economico alla voce 100.b) “Utili (perdite) da cessione o riacquisto di
attività finanziarie disponibili per la vendita”.
Le variazioni di fair value rilevate nella voce 140. “Riserve da valutazione” sono esposte anche nel
Prospetto della redditività complessiva.
Gli strumenti rappresentativi di capitale (titoli azionari) non quotati in un mercato attivo e il cui fair value
non può essere determinato in modo attendibile sono valutati al costo.
Qualora vi sia qualche obiettiva evidenza che l’attività abbia subito una riduzione di valore (impairment),
la perdita cumulata, che è stata rilevata direttamente nella voce 140. del patrimonio netto “Riserve da
valutazione”, viene trasferita a conto economico alla voce 130.b) “Rettifiche/Riprese di valore nette per
deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita”.
Per gli strumenti di capitale l’esistenza di perdite durevoli di valore è valutata considerando, oltre ad
eventuali difficoltà nel servizio del debito da parte dell’emittente, ulteriori indicatori quali il declino del fair
value al di sotto del costo e variazioni avverse nell’ambiente in cui l’impresa opera.
Nei casi in cui la riduzione del fair value al di sotto del costo sia superiore al 50% o perduri per oltre 18
mesi, la perdita di valore è ritenuta durevole.
Qualora, invece, il declino del fair value dello strumento al di sotto del costo sia inferiore o uguale al 50%
ma superiore al 20% oppure perduri da non più di 18 mesi ma da non meno di 9, il Gruppo procede ad
analizzare ulteriori indicatori reddituali e di mercato.
157
Qualora i risultati della detta analisi siano tali da mettere in dubbio la possibilità di recuperare l’ammontare
originariamente investito, si procede alla rilevazione di una perdita durevole di valore.
L’importo trasferito a conto economico è quindi pari alla differenza tra il valore di carico (costo di
acquisizione al netto delle eventuali perdite per riduzione di valore già precedentemente rilevate nel conto
economico) e il fair value corrente.
Le perdite per riduzione di valore di titoli azionari, rilevate a conto economico, non sono successivamente
ripristinate con effetto a conto economico ma a patrimonio netto, anche qualora non sussistano più le
motivazioni che hanno condotto ad appostare la svalutazione.
Attività finanziarie valutate al fair value
I titoli di capitale ricompresi nel portafoglio delle attività finanziarie valutate al fair value hanno un
trattamento contabile analogo a quello delle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”, con
registrazione dei profitti e delle perdite, realizzati e non, alla voce 110. “Risultato netto delle attività e
passività finanziarie valutate al fair value”.
In questo portafoglio non possono essere contabilizzati degli investimenti in strumenti rappresentativi di
capitale per i quali non siano rilevabili prezzi in mercati attivi ed il cui fair value non sia determinabile in
modo attendibile.
Informativa quantitativa
31.12.2009
Valore di Bilancio
Fair Value
Valore di
mercato
Tipologia esposizioni/valori
Livello 1
Livello 2/3
Livello 1
A. Partecipazioni
2.025.892
1.840.544
1.590.053
B. Attività finanziarie disponibili per la vendita
C. Attività finanziarie valutate al fair value
1.404.392
1.803.169
1.404.392
488.447
90.796
488.447
Livello 2/3
X
Livello 1
Utili/perdite realizzati e
impairment
Utili
Perdite
1.590.053
13.728
(68.083)
1.803.169
1.404.392
301.503
(104.234)
90.796
488.447
106.931
(22.012)
Plus/minusvalenze non realizzate
e iscritte a
stato patrimoniale
Plus (+)
X
273.577
X
Minus (-)
X
(198.067)
X
31.12.2008
Valore di Bilancio
Fair Value
Valore di
mercato
Tipologia esposizioni/valori
Livello 1
Livello 2/3
Livello 1
A. Partecipazioni
1.931.939
2.071.143
1.391.957
B. Attività finanziarie disponibili per la vendita
1.797.372
3.195.117
1.797.372
349.486
309.113
349.486
C. Attività finanziarie valutate al fair value
Livello 2/3
Utili/perdite realizzati e
impairment
Livello 1
Utili
Perdite
1.391.957
558.690
(142.778)
3.195.117
1.797.372
553.057
(320.720)
309.113
349.486
87.120
(128.171)
X
Plus/minusvalenze non realizzate
e iscritte a
stato patrimoniale
Plus (+)
X
123.582
X
Minus (-)
X
(1.178.283)
X
158
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 14
Tavola 14 – Rischio di tasso di interesse
sulle posizioni incluse nel portafoglio
bancario
Informativa qualitativa
Aspetti generali, processi di gestione e metodi di
misurazione del rischio di tasso di interesse
Il rischio di tasso di interesse consiste nelle variazioni dei tassi di interesse che si riflettono:
 sulla formazione del margine di interesse e, conseguentemente, sugli utili della banca (cash flow
risk);
 sul valore attuale netto degli assets e delle liabilities, impattando sul valore attuale dei cash flow
futuri (fair value risk).
Il Gruppo misura e monitora ogni giorno il rischio di tasso di interesse nel quadro della propria politica di
rischio di tasso d’interesse del banking book, che definisce metodologie e corrispondenti limiti o soglie di
attenzione riguardo la sensitivity del margine di interesse e il valore economico per il Gruppo.
Il rischio di tasso di interesse incide su tutte le posizioni di proprietà rivenienti dall’operatività commerciale
e dalle scelte di investimento strategiche (banking book).
Le fonti principali del rischio di tasso di interesse si possono classificare come segue:
 repricing risk – rischio derivante dai mismatch temporali di scadenza e di riprezzamento delle
attività e passività della banca; i principali aspetti che caratterizzano tale tipologia di rischio sono:
- yield curve risk – rischio derivante dall’esposizione delle posizioni della banca ai
cambiamenti nelle pendenze e nella forma della curva dei rendimenti;
basis risk – rischio derivante dall’imperfetta correlazione nei cambiamenti dei tassi attivi
e passivi su differenti strumenti che possono anche presentare caratteristiche di
riprezzamento simili;
 optionality risk – rischio derivante da opzioni implicitamente o esplicitamente presenti nelle
posizioni di banking book.
Nel corso del 2009, le funzioni di Market & Balance Sheet Risk Management e di ALM di Capogruppo
hanno introdotto dei modelli statistici volti a prevedere il comportamento della clientela retail italiana
relativamente a poste con scadenza contrattuale non certa:
 le poste a vista: il modello econometrico stima la persistenza in termini di tempo e volumi delle
poste con scadenza contrattuale non definita, per consentire alla banca di valutare la scadenza
opportuna per operazioni di protezione da un eventuale ribasso dei tassi di interesse;
 i mutui residenziali: il modello econometrico stima i possibili futuri volumi di estinzioni anticipate
nel corso del tempo, per limitare il rischio che la banca si trovi ad avere interest rate swap di
copertura in eccesso rispetto ad i mutui a tasso fisso rimanenti.
All’interno del contesto organizzativo già descritto in precedenza, sono stati stabiliti dei limiti che riflettono
la propensione al rischio coerente con le linee guida strategiche fissate dal Consiglio di Amministrazione.
Tali limiti sono definiti in termini di VaR (calcolato utilizzando la metodologia descritta in precedenza a
proposito del portafoglio di negoziazione, sulla base di sensitivities alle variazioni dei tassi di interesse
calcolate tenendo conto delle informazioni rivenienti dai modelli comportamentali descritti sopra),
Sensitivity o Gap Repricing per le diverse banche/società del Gruppo, in relazione allo specifico livello di
sofisticazione dell’operatività di ciascuna di esse.
159
Ciascuna banca/società del Gruppo si assume la responsabilità di gestire l’esposizione al rischio di
interesse entro i limiti assegnati. A tale fine vengono poste in essere operazioni sia di micro che di macrohedge.
A livello consolidato l’unità di Asset Liability Management (ALM) della Capogruppo provvede:
 ad effettuare, attraverso un’analisi di gap statico (assumendo cioè che le posizioni siano costanti
nel corso del periodo), una simulazione di impatto sul margine di interesse dell’esercizio in corso,
considerando differenti ipotesi sull’elasticità delle poste a vista;
 ad effettuare analisi sul margine di interesse in ipotesi di simulazione dinamica di shocks dei
livelli dei tassi di mercato;
L’unità di ALM e la funzione di Market & Balance Risk Management provvedono congiuntamente allo
sviluppo di metodologie e modelli per la migliore rappresentazione del rischio di tasso di interesse delle
poste con scadenza non determinata contrattualmente (i.e. poste a vista) o non certa (i.e. mutui).
La funzione di Market & Balance Risk Management provvede ad effettuare un’analisi di sensitività
finalizzata alla misurazione della variazione del valore del patrimonio sulla base di shock paralleli dei
livelli dei tassi su tutti i bucket temporali della curva e inoltre definisce e verifica giornalmente il rispetto
dei limiti di rischio di mercato attraverso la metodologia VaR.
Attività di copertura del fair value
Le strategie di copertura, con l’obiettivo del rispetto dei limiti di rischio di tasso di interesse per il
portafoglio bancario, vengono attuate ricorrendo a contratti derivati, sia quotati che non quotati - questi
ultimi, tipicamente interest rate swap, rappresentano la famiglia di strumenti utilizzata in prevalenza.
Le coperture adottate sono normalmente qualificate di tipo generico, ovvero connesse ad ammontari di
moneta contenuti in portafogli di attività o passività. In talune circostanze, si riconoscono gli effetti di
coperture contabili specifiche connesse a titoli emessi o a singole attività finanziarie, in particolare quando
classificate come disponibili per la vendita.
Attività di copertura dei flussi finanziari
In alcuni casi, si ricorre a strategie di copertura dei flussi finanziari in alternativa a quelle di copertura del
fair value ai fini della stabilizzazione dei risultati di conto economico in corso e in quelli successivi. In
prevalenza, le coperture utilizzate sono di natura generica e possono riferirsi anche al rischio tasso di
interesse della componente core delle poste a vista.
160
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>>
Terzo Pilastro di Basilea 2
Tavola 14
Informativa quantitativa
In ottemperanza ai requisiti della normativa italiana (Circolare 263_2006, Titolo IV, Tavola 14 - b), il
Gruppo UniCredit riporta gli effetti di uno shock di tasso di interesse imprevisto, negativo o positivo, con
una scomposizione nelle valute principali, in linea con le posizioni e ipotesi del management a livello di
portafoglio di banking book sopra descritte:
Al 31 dicembre 2009 la sensitivity del valore economico del patrimonio ad una variazione istantanea e
parallela dei tassi di +200 bps è pari a -109 milioni di euro (e pari a 99 milioni di euro per una variazione
di -150 bps)1.
Rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario
31 dicembre 2009
in EUR mn
-150 bps
+200 bps
Totale
99 109
AUD
CHF
CNY
CZK
EUR
GBP
HRK
HUF
JPY
KZT
PLN
RON
RUB
TRY
USD
altre
-
-
-
2
4
3
12
340
14
15
2
7
32
160
9
31
3
206
19
-
-
-
2
6
4
14
433
16
18
3
10
38
214
11
38
4
241
22
Nel corso del 2009 il Gruppo ha esteso l’applicazione di modelli statistici volti a stimare, nelle valutazioni
gestionali interne, i profili delle scadenze di poste di bilancio con scadenza contrattuale non definita o non
certa. Tale modellizzazione, accompagnata ad una più accurata definizione dei perimetri dei portafogli di
banking book regolamentare, ha contribuito a far registrare una riduzione della sensitivity a variazioni dei
tassi di interesse Euro rispetto a quanto rappresentato a fine 2008.
1
Escluse UC Leasing, UC Factoring, UC Lussemburgo e altre società minori.
161
Glossario / Abbreviazioni
ABCP Commercial paper garantita da attività (Asset-Backed Commercial Paper)
ABS
Titoli garantiti da attività (Asset-Backed Securities)
AMA
(Advanced Measurement Approach), applicando questa metodologia l’ammontare del
requisito di rischio operativo è determinato per mezzo di modelli di calcolo basati su dati
di perdita operativa ed altri elementi di valutazione raccolti ed elaborati dalla banca.
Soglie di accesso e specifici requisiti di idoneità sono previsti per l’utilizzo dei metodi
Standardizzato e Avanzati. Per i sistemi AMA i requisiti riguardano, oltre che il sistema di
gestione, anche quello di misurazione
BMS
Banca multilaterale di sviluppo
CE.BI. Centrale dei Bilanci
CEO
Chief Executive Officier
CFO
Chief Financial Officier
CRD
Capital Requirement Directive, direttive UE n. 2006/48 e 2006/49, recepite dalla Banca
d’Italia con la circolare n. 263/2006 del 27 dicembre 2006 e successivi aggiornamenti
CRM
Attenuazione del rischio di credito (Credit Risk Mitigation)
CSO
Chief Strategic Officier
DRO
Divisional Risk Officier
EAD
Esposizione al momento dell’inadempienza (Exposure Aat Default)
EBITDA Reddito di un'azienda basato solo sulla sua gestione caratteristica al lordo, quindi, di
interessi (gestione finanziaria), tasse (gestione fiscale), deprezzamento di beni e
ammortamenti (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization).
ECA
Agenzia per il credito all’esportazione (Export Credit Agency)
ECAI
Agenzia esterna per la valutazione del merito di credito (External Credit Assessment
Institution)
EL
Perdite attese (Expected Losses)
FCC
Fattore di conversione del credito
IAA
Metodo della valutazione interna (Internal Assessment Approach)
IBNR
Incurred But Not Reported (losses) – perdite sostenute, ma non contabilizzate
ICAAP La disciplina del “Secondo Pilastro” (Titolo III) richiede alle banche di dotarsi di processi e
strumenti (Internal Capital Adequacy Assessment Process, ICAAP) per determinare il
livello di capitale interno adeguato a fronteggiare ogni tipologia di rischio, anche diversi da
quelli presidiati dal requisito patrimoniale complessivo (“Primo Pilastro”), nell’ambito di
una valutazione dell’esposizione, attuale e prospettica, che tenga conto delle strategie e
dell’evoluzione del contesto di riferimento
IMA
Metodo dei modelli interni (Internal Models Approach), Rischi di mercato
IPRE
Income Producing Real Estate
IRB
Sistema basato sui rating interni (Internal Ratings-Based Approach)
LCP
Loss Confirmation Period
LGD
Perdita in caso di inadempienza (Loss Given Default)
162
TERZO PILASTRO DI BASILEA 2
AL 31 DICEMBRE 2009
>> Terzo Pilastro di Basilea 2
Glossario / Abbreviazioni
M
Scadenza effettiva (Effective Maturity)
Notch Punto base
OICR
Organismi di investimento collettivo del risparmio
OICVM Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari
OTC
Over-The-Counter
PD
Probabilità di inadempienza (Probability of Default)
PMI
Piccole e medie imprese
RBA
Metodo basato sui rating (Ratings-Based Approach)
RIC
Modello di calcolo IRB - Rating Integrato Privati
RISB
Modello di calcolo IRB - Rating Integrato Small Business
RUF
Revolving underwriting facility
SFA
Metoto della Formula Regolamentare (Supervisory formula Approach)
SL
Credito specializzato (Specialised Lending)
SPV
Società veicolo (Special Purpose Vehicle)
SREP
All’Autorità di vigilanza spetta, invece, il compito di riesaminare l’ICAAP, verificarne la
coerenza dei risultati, formulare un giudizio complessivo sulla banca e attivare, ove
necessario, le opportune misure correttive (Supervisory Review and Evaluation Process,
SREP). Tale processo si svolge attraverso il confronto con gli intermediari e l’utilizzo del
sistema di analisi e di valutazione dei soggetti vigilati adottato dall’Autorità di Vigilanza. Il
confronto tra Vigilanza e banche consente alla prima di acquisire una conoscenza più
approfondita del processo ICAAP e delle ipotesi metodologiche ad esso sottostanti, agli
intermediari di illustrare le motivazioni a sostegno delle proprie valutazioni in tema di
adeguatezza patrimoniale. L’Autorità di vigilanza, ove necessario, adotta le opportune
misure correttive, di carattere organizzativo e patrimoniale, individuando tra i vari
strumenti a disposizione quelli più appropriati in relazione al caso specifico
UL
Perdite inattese (Unexpected Losses)
VaR
Valore a rischio (Value at Risk)
163
164
Scarica