Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 31 dicembre 2009 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2008 Indice Tavola 1 – Requisito informativo generale................................................................................... 5 Tavola 2 – Ambito di applicazione ............................................................................................. 25 Tavola 3 – Composizione del patrimonio di vigilanza ................................................................ 37 Tavola 4 – Adeguatezza patrimoniale........................................................................................ 41 Tavola 5 – Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche ........................ 49 Tavola 6 – Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell’ambito dei metodi IRB .................................................. 61 Tavola 7 – Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB ......... 65 Tavola 8 – Tecniche di attenuazione del rischio (CRM)........................................................... 121 Tavola 9 – Rischio di controparte............................................................................................. 127 Tavola 10 – Operazioni di cartolarizzazione ............................................................................ 139 Tavola 11 – Rischi di mercato: informazioni per le banche che utilizzano il metodo dei modelli interni per il rischio di posizione, per il rischio di cambio e per il rischio di posizione in merci (IMA) ............................................................ 147 Tavola 12 – Rischio operativo.................................................................................................. 155 Tavola 13 – Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario ............................................................................ 157 Tavola 14 – Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario....... 159 Glossario / Abbreviazioni…………………………………………………………………..…………162 Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societarie…..…..165 Note: 1. Tutti gli importi, se non diversamente indicato sono da intendere in migliaia di Euro; 2. Le informazioni sono riferite all’area di consolidamento prudenziale. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2008 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Tavola 1 – Requisito informativo generale Informativa qualitativa Il Gruppo UniCredit controlla e gestisce i propri rischi attraverso metodologie e processi rigorosi, in grado di dispiegare la loro efficacia in tutte le fasi del ciclo economico. Il presidio ed il controllo dei rischi di Gruppo sono assicurati dalla funzione Risk Management della Capogruppo (Group CRO), cui sono attribuiti i compiti di: ottimizzare la qualità dell’attivo del Gruppo, minimizzando il costo dei rischi, coerentemente con gli obiettivi di rischio / redditività assegnati alle Aree di business; determinare, di concerto con la funzione CFO, la propensione al rischio del Gruppo e valutare l’adeguatezza patrimoniale dello stesso, e la loro conseguente estensione a livello di Aree di business / Entità, in conformità ai requisiti di “Basilea II”, Secondo Pilastro; definire, in conformità agli standard di “Basilea II” ed ai requisiti di Banca d’Italia, norme, metodologie, linee guida, politiche e strategie concernenti la gestione dei rischi di Gruppo, e, in cooperazione con l’Organization department, i relativi processi e la loro implementazione; porre in essere un sistema di controllo del rischio creditizio e di concentrazione sia a livello di singole controparti / gruppi economici, sia per “cluster” rilevanti (quali settori economici / aree geografiche), monitorando e fornendo reportistica sui limiti preventivamente definiti; definire e fornire alle Aree di business ed alle Entità i criteri per la valutazione, la gestione, la misurazione, il monitoraggio e la reportistica dei predetti rischi e garantire la coerenza dei sistemi e delle procedure di controllo sia a livello di Gruppo che di singola Entità; supportare le Aree di business nel conseguimento dei loro obiettivi, contribuendo allo sviluppo dei prodotti e dei business; verificare, mediante il processo di convalida in fase iniziale e nel continuo, l’adeguatezza dei sistemi di misurazione del rischio adottati nell’ambito del Gruppo, orientando le scelte metodologiche verso standard qualitativi sempre più elevati e convergenti, appurando la coerenza delle rispettive modalità di utilizzo nell’ambito dei processi; porre in essere un adeguato sistema di analisi preventiva del rischio, in grado di quantificare l’impatto sulle strutture economico-finanziarie del Gruppo derivante dal rapido deterioramento del ciclo economico o da altri fattori di shock (c.d. Stress Test). Tale analisi è svolta con riferimento alle singole tipologie di rischio, così come alla loro integrazione e raffronto con il capitale disponibile; creare e diffondere una cultura del rischio estesa a tutto il Gruppo. La turbolenza del mercato del credito ha interessato il sistema bancario internazionale a partire dalla seconda metà del 2007, contribuendo ad un significativo rallentamento dell’economia su scala mondiale. Il contesto macroeconomico ha determinato un incremento del costo del rischio di credito, una diminuzione del valore degli attivi, nonché un incremento degli oneri derivanti da svalutazioni e deprezzamenti di alcune attività, congiuntamente ad una diminuzione della profittabilità. Il Gruppo, pur avendo un adeguato livello di diversificazione del portafoglio, è comunque esposto a rischi ove controparti creditizie divengano insolventi o, comunque, non siano in condizioni di fare fronte alle proprie obbligazioni. Potrebbero sopravvenire difficoltà nel processo di recupero di attività il cui valore si dimostrasse non in linea con le attuali stime. Alla luce dell’ancora sfidante contesto macroeconomico, una solida ed efficace gestione dei rischi riveste la massima priorità nel Gruppo. 5 Pertanto, la funzione Risk Management della Capogruppo (Group CRO) ha implementato, nel corso del 2009, un nuovo modello di governance dei rischi, enfatizzando tale principio guida al fine di: rafforzare la capacità di indirizzo, il coordinamento e le attività di controllo di alcuni rischi aggregati (cosiddetti “Portfolio Risks”), tramite centri di responsabilità dedicati (“Portfolio Risk Managers"), integralmente focalizzati su tali rischi e specializzati nella loro gestione, in ottica di Gruppo e interdivisionale; aumentare l’aderenza al modello di business di Gruppo, assicurando una chiara specializzazione e concentrazione – in un’ottica meramente transazionale – di specifici centri di responsabilità sui rischi originati dalle funzioni di Gruppo deputate allo loro assunzione, mantenendo allo stesso tempo tali “centri di responsabilità” ("Transactional Risk Managers") totalmente indipendenti dalle suddette funzioni (ossia Business Units, funzioni di Tesoreria, Asset Management, Paesi CEE). In conformità al ridisegno dell’architettura del Risk Management, si è provveduto ad una revisione della struttura, del ruolo e dei regolamenti dei Comitati di Gruppo responsabili in materia di rischi. Al fine di rafforzare la capacità di indirizzo autonomo, il coordinamento ed il controllo dei rischi di Gruppo, di migliorarne l’efficienza e la flessibilità nel processo decisionale e di agevolare l’interazione tra le differenti funzioni coinvolte, sono stati costituiti Comitati responsabili in materia di rischi, articolati su tre distinti livelli: il “Group Risk Committee”, responsabile per le decisioni strategiche sui rischi a livello di Gruppo; i “Group Portfolio Risk Committees”, cui è assegnato il compito di indirizzare, controllare e gestire i rischi di portafoglio; i “Group Transactional Committees”, dedicati alla valutazione delle singole controparti / transazioni aventi impatto sul profilo di rischio complessivo. Rischio di credito Struttura e organizzazione La nuova struttura della funzione Risk Management ha lo scopo di assicurare il giusto bilanciamento tra “tipologia di rischio” e “specializzazione per transazione” tramite l’adozione di un approccio a matrice. I portafogli di Gruppo saranno suddivisi in base alla tipologia di rischio (“rischi di credito e cross-border”, “rischi di mercato” e “rischi operativi e reputazionali”) e si interfacceranno con le funzioni specializzate per transazioni in ambito divisionale (CIB & PB, CEE, Retail, Treasury, Asset Management). Questo approccio a matrice porterà alla creazione di due differenti centri di responsabilità sul rischio di credito. Da un lato il "Credit and Cross Border Risks Portfolio Management” department, a cui è attribuita la supervisione e la gestione del profilo complessivo di rischio creditizio e cross-border a livello di Gruppo ed altresì incaricato di definire le relative strategie, metodologie e limiti di rischio. Dall’altro lato, i "Transactional Risk Managers" saranno deputati a divenire centri di responsabilità per i rischi di credito originati dalle pertinenti funzioni di Gruppo. Accanto ai "Portfolio Risk Managers" ed ai "Transactional Risk Managers", la nuova struttura di “Risk Management” comprende lo “Strategic Risk Management & Control” department, responsabile, tra l’altro, della gestione delle attività in ambito "Basilea II" (inclusi la misurazione del capitale interno in conformità al Secondo Pilastro, la definizione del risk appetite ed il coordinamento nel contesto dell’“Internal Capital Adequacy Assessment Process” (“ICAAP”)), della validazione interna di Gruppo per quanto attiene ai sistemi del Primo Pilastro e ai modelli del Secondo Pilastro, così come delle funzioni centralizzate deputate alla reportistica ed alla redazione di policies sui rischi a livello di Gruppo, nonché una Struttura specialistica, lo “Special Credit” department, responsabile di coordinare, indirizzare, supportare e – con riferimento a pratiche di importo rilevante – gestire, attività di “restructuring” e di recupero dei crediti. 6 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Al fine di rafforzare la capacità di indirizzo autonomo, il coordinamento ed il controllo dei rischi di Gruppo, di migliorarne l’efficienza e la flessibilità nel processo decisionale e di agevolare l’interazione tra le differenti funzioni coinvolte, sono stati costituiti appositi Comitati responsabili in materia di rischi: il “Group Risk Committee”, responsabile per le decisioni strategiche sui rischi a livello di Gruppo; il "Group Credit and Cross-Border Risk Committee”, responsabile del controllo e del monitoraggio dei rischi di credito e di quelli cross-border, dell’approvazione di strategie, politiche, metodologie e limiti relativi a detti rischi, nonché della reportistica periodica; il "Group Transactional Credit Committee", a cui è assegnato il compito di valutazione di singole controparti / transazioni aventi impatto sul profilo di rischio complessivo; il “Group Special Credit Committee”, responsabile della valutazione di operazioni concernenti pratiche classificate come restructuring o recupero dei crediti, nonché del monitoraggio dell’andamento complessivo di tale portafoglio. Nell’ottica di rafforzare la capacità di governo e controllo indipendente dei processi di gestione e controllo della valutazione del merito creditizio per controparti e prodotti / transazioni, sono state create e potenziate specifiche strutture di Capogruppo. In tale ambito, è stato introdotto il ruolo dei “Global Transactions Team Leaders” (“GTTLs”), facendo leva sulla competenza di gestori di rischio specializzati in prodotti / transazioni quali “Acquisition & Leverage Finance”, “Project Finance”, “Commodities Trade Finance” e “Special Products”, in analogia al modello adottato per la valutazione del rischio di credito di controparte, di competenza dei “Global Industry Team Leaders” (“GITLs”), specializzati nell’analisi settoriale. E’ stato avviato uno specifico progetto focalizzato sull’ulteriore ottimizzazione della gestione del rischio attinente le Banche e le altre Istituzioni Finanziarie, così come del “rischio Paese”. Relativamente alla gestione del rischio concernente tali controparti, è stato introdotto il concetto dei “Group Competence Teams”, per la gestione dell’attività creditizia a beneficio di tutte le Entità a livello di Gruppo. Al fine di fornire un miglior servizio alla clientela rappresentata da grandi imprese multinazionali, di accrescere la creazione di valore, di definire un’efficace e coerente propensione al rischio a livello di Gruppo nei confronti della clientela e/o gruppi economici, che sono in relazione con più Entità, minimizzando il costo del rischio ed implementando un efficiente processo creditizio, il Gruppo UniCredit ha ridisegnato in maniera globale l'approccio di servizio verso i sopra citati segmenti di clientela (dal punto di vista sia commerciale sia creditizio). Tale nuovo modello (il “GAM”, “Global Account Management”) prevede un coordinamento globale della strategia commerciale e la definizione di una propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite, mediante l’identificazione di un gestore e di un risk manager dedicati, come unici punti di riferimento, rispettivamente per il coordinamento della strategia commerciale e creditizia globale relativa al gruppo economico del cliente, nonché per la valutazione della posizione creditizia complessiva ed il monitoraggio del profilo di rischio della stessa. 7 Governance e policies I rapporti tra la Capogruppo e le Entità del Gruppo che esercitano attività creditizia, sono disciplinati da specifiche disposizioni di governance che assicurano alla Capogruppo stessa il ruolo di direzione, supporto e controllo, in particolare nelle seguenti aree di attività: politiche creditizie, strategie creditizie, sviluppo dei modelli, validazione dei sistemi di rating, rischio di concentrazione creditizia, rilascio di prodotti creditizi, monitoraggio e reportistica del rischio creditizio di portafoglio. In particolare, le Entità del Gruppo sono tenute a richiedere alla funzione CRO della Capogruppo apposito parere anteriormente alla concessione / riesame di linee di credito nei confronti di singole controparti / gruppi economici, qualora le medesime linee eccedano predeterminate soglie d'importo, anche in riferimento all’obbligo di osservanza dei limiti di concentrazione dei rischi creditizi, da porre in relazione al patrimonio di Vigilanza. In conformità al ruolo attribuito dalla governance aziendale alla Capogruppo, e specificamente alla funzione CRO, sono state a suo tempo emanate le “General Group Credit Policies”, disposizioni generali relative allo svolgimento dell'attività creditizia a livello di Gruppo, che dettano le regole ed i principi volti ad indirizzare, disciplinare ed omogeneizzare la valutazione e la gestione del rischio di credito, in linea con i principi e la best practice di Gruppo. Tali disposizioni generali sono integrate da normative specifiche che regolano determinate controparti (es. Banche e Paesi), fasi del processo (es. classificazione e gestione delle posizioni rischiose nonché processo di recupero dei crediti, gestione degli accantonamenti generici con l’applicazione della metodologia "IBNR" (Incurred But Not Reported Losses), determinazione dei termini di validità del rating di controparte / transazione), segmenti di attività (ad esempio, la “Commercial Real Estate Financing” Policy, che fornisce standard e metodi comuni, nonché specifici parametri, da adottare nei diversi contesti geografici in cui opera il Gruppo) specifici prodotti / transazioni (ad esempio, la “Structured Trade and Export Finance (STEF)” Policy, volta ad assicurare un approccio comune a livello di Gruppo per tale tipologia di business, nonché indicazioni specifiche relativamente a “Commodity trade finance”, “Receivables finance” ed “Export finance”). Metodologie della gestione e misurazione Generalmente il rischio di credito rappresenta il rischio di incorrere in una perdita di valore, riferita ad un'esposizione creditizia, derivante da un’inattesa variazione del merito di credito della controparte. Ai fini della misurazione, il rischio di credito è definito come il rischio di incorrere in perdite derivanti dalla possibilità che una controparte, beneficiaria di un finanziamento (es. prestito rateale), ovvero l'emittente di un'obbligazione finanziaria (obbligazione, titolo, ecc.), non sia in grado di adempiere i relativi impegni (rimborso a tempo debito degli interessi e/o del capitale o di ogni altro ammontare dovuto (rischio di default)). In senso più ampio, il rischio di credito può essere definito anche come la perdita potenziale riveniente dal default del prenditore / emittente o da un decremento del valore di mercato di un'obbligazione finanziaria, a causa del deterioramento della sua qualità creditizia (rischio di migrazione). Quest’ultimo comprende non solo il rischio di default, ma anche il rischio di migrazioni del rating o il rischio di variazione del differenziale di tasso legato al merito creditizio. Allo stato attuale, per la misurazione del rischio di credito, il Gruppo si focalizza solo sul rischio di default; l’approccio riferito al mercato verrà applicato alla misurazione del rischio di credito solamente in futuro. La misurazione del rischio di credito viene effettuata sia a livello di singola controparte, sia a livello dell’intero portafoglio. Gli strumenti ed i processi a supporto dell’attività creditizia nei confronti di singoli prenditori, tanto nella fase di erogazione quanto in quella di monitoraggio, comprendono il processo di assegnazione del rating, differenziato in base alle peculiari caratteristiche dei differenti segmenti di clientela, al fine di assicurare il massimo livello di efficacia. 8 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 La valutazione del merito creditizio di una controparte, in sede di esame della proposta di affidamento, scaturisce dal processo di analisi dei dati finanziari e di quelli qualitativi (posizionamento competitivo dell'azienda, struttura societaria ed organizzativa, ecc.), caratteristiche geo-settoriali, comportamentali a livello di Entità e di sistema bancario (ad es. Centrale dei rischi), al fine di pervenire all'assegnazione di un rating, da intendersi quale definizione della “probabilità di default” (PD) della controparte medesima, con un orizzonte temporale di un anno. Il monitoraggio sistematico (su base mensile) è incentrato sulla cosiddetta “gestione andamentale” che, sulla base di tutte le informazioni disponibili, di fonte interna ed esterna, esprime un punteggio (“scoring”) che rappresenta una valutazione sintetica di rischiosità di ciascun cliente monitorato. Tale punteggio è ottenuto tramite una funzione statistica che sintetizza le informazioni a disposizione tramite un insieme di variabili rivelatesi significative nell’individuare, nel lasso temporale dei dodici mesi, l’evento del “default”. Il tutto è statisticamente sintetizzato in un rating interno, che tiene conto di elementi di valutazione quantitativi e qualitativi nonché, ove disponibili, delle informazioni comportamentali desunte dagli “scoring” gestionali sopra descritti. Laddove possibile, il rating interno, e quindi il grado di rischiosità assegnata alla controparte / transazione, entra nel calcolo dei livelli deliberativi; vale a dire che, a parità di importi da erogare, le deleghe di poteri conferite per l'esercizio dell'attività creditizia ai competenti Organi si riducono progressivamente in funzione dell'accentuarsi della rischiosità del cliente. Il modello organizzativo adottato prevede l’esistenza di una funzione dedicata, indipendente dalle funzioni commerciali e di erogazione, cui è assegnata la responsabilità di gestire l’attuazione di un processo cosiddetto di override, cioè dell’eventuale correzione del giudizio automatico espresso dal modello. Il merito di credito di ciascuna controparte viene rivisto almeno su base annuale, tenendo in considerazione le nuove informazioni. Ogni controparte è valutata nell’ambito anche dell'eventuale gruppo di appartenenza, considerando di regola il teorico rischio massimo dell’intero gruppo economico. Oltre alle metodologie riassunte nei sistemi di rating, la funzione Risk Management utilizza modelli di portafoglio in grado di misurare il rischio di credito a livello aggregato e, nel contempo, di identificare il contributo di singole porzioni di portafoglio o singole controparti alla posizione di rischio complessiva. I parametri di misurazione del rischio di credito a livello di portafoglio sono fondamentalmente tre, calcolati e valutati su un orizzonte temporale di dodici mesi e su basi non attualizzate: Expected Loss (EL) Credit Value at Risk (Credit VaR) ed Expected Shortfall (ES). Al fine di individuare il Credit VaR a livello di portafoglio, viene specificata la distribuzione delle perdite a livello dello stesso; questa è costituita dalle probabilità di ottenere differenti valori della perdita riferita al portafoglio su un determinato orizzonte temporale (“discrete loss case”). La specifica di tale distribuzione viene determinata combinando le probabilità di default (PD), le perdite al momento del default (LGD) e le esposizioni al default (EAD) dei singoli obbligati, considerando le correlazioni tra i default. La perdita attesa (EL) costituisce il valore della perdita attesa media a livello di portafoglio aggregato, dovuto al potenziale manifestarsi dell’inadempienza degli obbligati. La perdita attesa a livello di portafoglio è data dalla somma delle perdite attese dei singoli obbligati, che possono essere determinate attraverso il prodotto di PD x LGD x EAD, ed è indipendente dalle correlazioni tra i default a livello di portafoglio. La perdita attesa è di norma computata come componente di costo nella determinazione del margine. 9 Il Value at Risk rappresenta l’ammontare massimo raggiunto il quale, data un certa probabilità, la perdita attesa potrebbe essere superata (=VaR con un livello di confidenza α che UniCredit ha fissato al 99.97%). Tale valore, chiamato anche Capitale Economico, è un input per la determinazione del capitale a copertura delle perdite potenziali. Il VaR è ampiamente utilizzato quale misura del rischio di portafoglio, seppur abbia alcune limitazioni intrinseche. In particolare, lo stesso non fornisce alcuna informazione concernente le perdite potenziali nel caso in cui i limiti di VaR siano superati. Tale indicazione è invece fornita dall’ “Expected Shortfall” (ES) che rappresenta il valore atteso delle perdite che eccedono la soglia di VaR. Il Credit VaR di portafoglio e l’ES dipendono significativamente dalla correlazione tra i default e possono essere ridotti attraverso un’adeguata diversificazione del portafoglio. I modelli di portafoglio creditizio forniscono misure di capitale economico riallocato sulle singole controparti componenti i portafogli esaminati e sono alla base delle misure di performance rettificate per il rischio. Le misure di capitale economico (Credit VaR) sono, inoltre, un input fondamentale per la predisposizione ed applicazione delle strategie creditizie, per l’analisi dei limiti creditizi e di concentrazione dei rischi. Il motore di calcolo del capitale economico viene altresì utilizzato per analisi di stress testing sul portafoglio creditizio, partendo da variabili macroeconomiche che influenzano i diversi segmenti di clientela per Paese, dimensione, ecc. Tutti i sopra citati parametri di rischio sono soggetti ad un regolare processo di monitoraggio e validazione, con riferimento a ciascun sistema di rating, in tutte le sue componenti: modelli, processi, sistemi IT e data quality. Annualmente, viene sottoposta al Consiglio di Amministrazione della Capogruppo una relazione che sintetizza gli esiti delle attività di validazione svolte dalla Funzione CRO, con particolare focus sul raffronto tra i differenti sistemi di rating relativi al medesimo segmento. La finalità è quella di attestare la conformità dei sistemi, unitamente a porre in evidenza aree di possibile miglioramento, così come eventuali disallineamenti nelle metodologie che possano comportare rischi di non perfetta comparabilità nelle misure prodotte. Anche il modello interno di Credit VaR è oggetto di valutazione nell’ambito della validazione del Secondo Pilastro. Attività di reporting e di monitoraggio L’obiettivo fondamentale delle attività di reportistica e monitoraggio del portafoglio creditizio, effettuate dalla funzione CRO di Capogruppo, è quello di analizzare le principali componenti del rischio di credito quali i valori di EAD (Esposizione al Default), EL (Expected Loss), migrazioni, costo del rischio, ecc., al fine di adottare tempestivamente tutte le possibili contromisure a livello di portafoglio complessivo, parziale o di singole controparti. La funzione CRO di Capogruppo è responsabile della reportistica attinente al rischio di credito a livello di portafoglio consolidato e di singola controparte, sia su base periodica sia sulla base di richieste ad hoc (da parte dell’Alta Direzione di UniCredit o da parte di controparti esterne quali Autorità di Vigilanza o agenzie di rating), con l’obiettivo di analizzare le principali componenti di tale rischio e la loro evoluzione temporale, onde poter cogliere tempestivamente eventuali sintomi di deterioramento e, quindi, intraprendere opportune iniziative correttive. L’andamento del portafoglio di rischio di credito viene analizzato con riferimento ai principali driver – quali la crescita e gli indicatori dei parametri di rischio -, ai diversi segmenti di clientela, alle realtà locali, ai settori industriali, nonché all’andamento del portafoglio in default ed alla relativa copertura. Le attività di Reporting a livello di Gruppo vengono svolte in stretta collaborazione con i “Transactional Risk Manager” ed i “Credit & Cross-Border Risk Portfolio Manager” che, nell’ambito dei propri perimetri di competenza, svolgono specifiche attività di reportistica. Durante il primo semestre del 2009, le attività di reportistica si sono sviluppate considerevolmente grazia al graduale sviluppo del data quality e dei processi relativi alla reportistica a livello consolidato (quali lo sviluppo dell’”ERM Report”, report sull’Enterprise Risk Management). 10 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 A sostegno dell’attività concernente la produzione della predetta reportistica, la funzione “Group Risk Reporting” di Capogruppo utilizza, a livello centralizzato, il “Credit Tableau de Bord”, strumento trimestrale che contiene informazioni dettagliate e specifiche per ogni Strategic Business Area, sull’andamento dei rischi del portafoglio di pertinenza. Inoltre, il “Credit & Cross-Border Risk Portfolio Management” è responsabile dell’attività di monitoraggio e valutazione indipendente relativamente a controparti e singole transazioni che presentano un elevato livello di rischio sotto il profilo creditizio. L’attività di monitoraggio si focalizza sulla tempestiva individuazione e gestione delle esposizioni che presentano un intrinseco accrescimento del rischio, al fine di reagire prontamente ad un possibile deterioramento della qualità del credito della controparte (della capacità di rimborso o del merito di credito). La tempestiva individuazione ed una gestione adeguata delle esposizioni che presentano un peggioramento del profilo di rischio, consentono di intervenire nella fase antecedente al potenziale default, quando cioè vi sono ancora margini per il conseguimento del rimborso della posizione debitoria. Strategie creditizie In linea con le disposizioni Basilea II – Secondo Pilastro –, le strategie creditizie sull’intero portafoglio crediti di Gruppo rappresentano uno degli strumenti di gestione avanzata del rischio di credito. In conformità sia con il processo di budget sia con il framework del Risk Appetite (Secondo Pilastro), le stesse hanno l’obiettivo di fornire una declinazione concreta degli obiettivi di propensione al rischio per Strategic Business Area e per Entità, considerando la vulnerabilità attesa del portafoglio creditizio di Gruppo in presenza di avverse congiunture economiche, così come il rischio di concentrazione settoriale. L’obiettivo delle strategie creditizie è triplice: definire la composizione di portafoglio che minimizza l’impatto complessivo del rischio di credito, partendo dal framework del Risk Appetite, in linea con i criteri di Gruppo in tema di allocazione del capitale e di creazione di valore; assicurare supporto alle competenti funzioni / Aree di business della Capogruppo ed alle Entità del Gruppo, qualora queste ultime adottino iniziative finalizzate al raggiungimento di una composizione ottimale del portafoglio, attraverso pianificazioni strategiche ed iniziative di business; fornire un insieme delle linee guida e supporto necessari allo svolgimento del processo di budget commerciale e creditizio, coerente con la visione strategica di Gruppo. La predisposizione delle strategie creditizie avviene sintetizzando le analisi di rischio effettuate top-down, con la visione di portafoglio delle funzioni di business, attraverso uno stretto coordinamento tra strutture centralizzate e divisionali della funzione Risk Management e con gli specialisti nell’analisi settoriale e di prodotto a livello di Capogruppo. La definizione delle strategie creditizie avviene utilizzando tutte le misurazioni disponibili riferite al rischio di credito. In particolare, le evidenze del modello “Credit VaR” garantiscono una corretta e prudenziale gestione del rischio di portafoglio, attraverso l’applicazione di metodologie e strumenti avanzati. Parallelamente, talune informazioni qualitative, che tengono in considerazione differenti caratteristiche a livello territoriale e divisionale, vengono inglobate e trasformate in variabili di input nei modelli di ottimizzazione del portafoglio creditizio. Più in generale, nell’ambito delle strategie creditizie, le analisi di vulnerabilità e quelle a supporto della Capital Adequacy sono svolte tramite degli stress test riferiti al rischio di credito (Primo e Secondo Pilastro). Per quanto attiene specificamente la gestione dei rischi di portafoglio, particolare rilevanza è posta al rischio di concentrazione creditizio, considerata l’importanza dello stesso sul totale delle attività creditizie. Tale rischio di concentrazione, coerentemente con la definizione fornita dalla normativa “Basilea II”, si configura come una singola esposizione o un gruppo di esposizioni tra di loro correlate, potenzialmente in grado di produrre perdite tali da minacciare la solidità del Gruppo o la sua capacità di proseguire nello svolgimento della normale operatività. 11 Al fine di individuare, gestire, misurare e monitorare il rischio di concentrazione, le funzioni preposte in Capogruppo presidiano la definizione ed il monitoraggio di specifici limiti creditizi, volti al controllo di due differenti tipologie di rischio di concentrazione: esposizioni creditizie di importo rilevante in capo ad una singola controparte o ad un insieme di controparti economicamente correlate (c.d. bulk risk); esposizioni creditizie verso controparti appartenenti al medesimo settore di attività economica (sectorial risk). Le simulazioni di stress test costituiscono parte integrante della definizione delle strategie creditizie. Con l’utilizzo degli stress test è possibile effettuare una nuova stima di alcuni parametri di rischio tra cui probabilità di default (PD), Perdita Attesa (EL), capitale economico e RWA, nell’ipotesi di scenari macroeconomici e finanziari estremamente avversi ma plausibili. I parametri sottoposti a stress test sono utilizzati non solo per fini regolamentari (relativamente al Primo e Secondo Pilastro), ma anche quali indicatori gestionali di vulnerabilità del portafoglio di ogni singola Entità, linea di business, area / settore, gruppo economico o altro raggruppamento rilevante, nella condizione di una fase negativa del ciclo economico. In conformità alle disposizioni regolamentari, gli stress test sono effettuati con cadenza regolare su scenari di stress aggiornati e comunicati sia all’Alta Direzione sia all’Organo di Vigilanza. In aggiunta alle attività ordinarie, simulazioni ad hoc sono effettuate a fronte di specifiche richieste da parte dell’Organo di Vigilanza. Tecniche di mitigazione del rischio di credito In conformità alla “International Convergence of Capital Measurement and Capital Standards” (c.d normativa di “Basilea II”), il Gruppo è fortemente impegnato a soddisfare tutti i requisiti necessari alla corretta applicazione delle tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM) in relazione ai differenti approcci adottati – Standardizzato o IRB Avanzato (A-IRB). A tale scopo, sono stati portati a compimento specifici progetti e sono state intraprese specifiche azioni volte sia all’implementazione della normativa interna di Gruppo, sia allo sviluppo dei processi e dei Sistemi Informativi. Tenuto conto della dislocazione territoriale del Gruppo in diversi Paesi (europei e non), le implementazioni sono state eseguite nel rispetto degli ordinamenti locali e dei requisiti di Vigilanza dei Paesi di appartenenza delle singole Entità. In particolare, i requisiti stabiliti dall’ “International Convergence of Capital Measurement and Capital Standards”, dalla “Direttiva 2006/48/EC del Parlamento Europeo e del Consiglio”, dalla Circolare di Banca d’Italia n. 263/2006 e dai suoi successivi aggiornamenti, sono stati trasposti in linee guida interne con l’obiettivo di: assicurare che le pratiche di CRM siano coerenti nell'ambito del Gruppo; favorire la gestione ottimale delle garanzie nell'ambito del Gruppo; massimizzare l’effetto di mitigazione delle garanzie reali e personali sulle perdite su crediti; raggiungere un impatto positivo sui requisiti patrimoniali di Gruppo, assicurando che le prassi di CRM locali rispettino i requisiti minimi richiesti da "Basilea II". In particolare, sono state disciplinate le regole generali per l’ammissibilità, la valutazione, il monitoraggio e la gestione delle garanzie reali e personali. Sono state altresì dettagliate norme specifiche per determinate categorie di garanzie reali. Le garanzie reali e personali possono essere acquisite solo come supporto sussidiario del fido e non devono essere intese come elementi sostitutivi dell’autonoma capacità di rimborso del debitore principale. Per tale ragione, oltre alla più ampia analisi del merito creditizio e dell’autonoma capacità di rimborso del debitore principale, esse sono oggetto di specifica valutazione ed analisi per il ruolo di fonte sussidiaria di rimborso dell’esposizione debitoria. 12 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Nella valutazione delle tecniche di CRM, il Gruppo attribuisce particolare rilevanza sia al requisito della “certezza giuridica” di tutte le garanzie reali e personali, sia alla loro congruità. Le Entità devono porre in essere tutte le azioni necessarie al fine di: assicurare il rispetto dei requisiti contrattuali e legali, in modo tale che i contratti di garanzia siano giuridicamente opponibili secondo quanto previsto dal corpus giuridico ad essi applicabile; condurre adeguati controlli di natura legale che avallino l’effettiva opponibilità delle garanzie in tutte le giurisdizioni rilevanti e nei confronti di tutte le parti coinvolte. Durante il primo semestre del 2009, per quanto concerne l’Italia, le principali Entità hanno esteso alle garanzie consortili i rigorosi processi di certificazione legale e di verifica della sussistenza dei requisiti regolamentari, già applicati ad altre tipologie di garanzie personali ed alle garanzie reali, tra cui quelle finanziarie. Le Entità hanno sviluppato un sistema di gestione volto ad assicurare un chiaro ed efficace processo di valutazione, monitoraggio e gestione di tutte le tipologie di garanzie finalizzate a mitigare il rischio di credito. Esse sono tenute a stabilire controlli al fine di assicurare che le garanzie reali e personali acquisite mantengano la loro efficacia per l’intera durata dell’esposizione garantita. Dette garanzie risultano idonee nel caso in cui siano congrue rispetto alle esposizioni correlate e, per le garanzie personali, qualora non risultino rischi rilevanti in capo al fornitore di protezione. Il Gruppo ha sviluppato un sistema di gestione delle garanzie reali volto ad assicurare che il processo di valutazione, monitoraggio e gestione di tutte le tipologie di garanzie risulti chiaro ed efficace. I requisiti di ammissibilità, sia generali sia specifici, dovranno essere soddisfatti nel momento in cui la garanzia viene acquisita e ne dovrà essere assicurato il mantenimento fino alla scadenza. Coerentemente, le garanzie reali devono essere valutate con accuratezza e regolarmente e devono essere applicati opportuni scarti prudenziali in fase di acquisizione delle medesime, al fine di evitare che in caso di escussione si verifichino perdite inattese. La valutazione è basata sul valore corrente di mercato o sul prezzo al quale il bene sottostante può essere ragionevolmente venduto (c.d. “valore equo”); il valore di mercato degli strumenti finanziari assunti in pegno viene opportunamente rettificato, con applicazione di adeguati scarti, in funzione sia della volatilità del mercato stesso sia di quello delle valute, in conformità a quanto disposto dai requisiti regolamentari di “Basilea II”. In caso di disallineamento di valuta tra la garanzia e l’esposizione correlata, viene applicato un ulteriore scarto prudenziale. Possibili disallineamenti tra la scadenza dell’esposizione e quella della garanzia a supporto vengono altresì considerati nella determinazione del valore della garanzia, rettificata mediante l’applicazione del relativo scarto. I modelli attualmente in uso nel Gruppo sono prevalentemente basati su scarti prudenziali predeterminati. Un sistema di scarti stimati internamente tramite la metodologia Value at Risk (VaR), già in uso in alcune Entità, è in corso di adozione in tutto il Gruppo per la valutazione del rischio relativo alle garanzie reali finanziarie. L’approccio metodologico prevede che il valore a copertura debba essere determinato per ciascun strumento finanziario sulla base del relativo “market value” (il cosiddetto “mark- to-market”), rettificato di uno scarto che deve considerare la rischiosità intrinseca da rapportare a fattori diversi (quali il prezzo, il periodo di possesso ed il rischio di liquidità). Le principali Entità sono inoltre state dotate di uno strumento informatico per l'adeguamento automatico al valore di mercato degli strumenti finanziari acquisiti in pegno, garantendo in questo modo un monitoraggio costante della garanzia. Per quanto riguarda la valutazione delle garanzie immobiliari, specifici processi e procedure, assicurano che la valutazione dell’immobile da parte di un perito indipendente venga effettuata ad un valore non superiore a quello di mercato. Per le Entità operanti in Austria, Germania e Italia, sono in essere sistemi di monitoraggio e rivalutazione degli immobili, gestiti tramite sistemi automatici basati su metodi statistici che utilizzano database interni o forniti da infoprovider esterni. Le diverse forme di garanzie reali possono essere considerate ammissibili qualora soddisfino i requisiti generali stabiliti dalle disposizioni dell'Organo di Vigilanza ed i requisiti specifici, differenziati a seconda dell’approccio adottato per il calcolo del capitale regolamentare per singola controparte / esposizione (Standardizzato o A-IRB), in conformità al contesto giuridico locale. La fattispecie dei fornitori di protezione personale ammissibili, dipende dallo specifico approccio adottato da ciascuna Entità. 13 In particolare le Entità che adottano l’approccio A-IRB possono riconoscere dette garanzie a patto che vengano soddisfatti i relativi requisiti minimi e, in particolare, purché le stesse siano in grado di valutare il profilo di rischio del fornitore di protezione nel momento in cui la garanzia viene acquisita e durante tutta la sua vita residua. Per maggiori dettagli concernenti le politiche di copertura e di attenuazione del rischio, si faccia riferimento alla Tavola 8 “Tecniche di mitigazione del rischio del credito - Informativa qualitativa”. Rischio di mercato Il rischio di mercato deriva dall’effetto che variazioni nelle variabili di mercato (tassi di interesse, prezzi dei titoli, tassi di cambio, ecc…) possono generare sul valore economico del portafoglio del Gruppo, dove quest’ultimo comprende le attività detenute sia nel trading book, ossia nel portafoglio di negoziazione, sia quelle iscritte nel banking book, ovvero l’operatività connessa con la gestione caratteristica della banca commerciale e con le scelte di investimento strategiche. La gestione del rischio di mercato nel Gruppo UniCredit ricomprende, perciò, tutte le attività connesse con le operazioni di tesoreria e di gestione della struttura patrimoniale, sia nella Capogruppo , sia nelle singole società che compongono il gruppo stesso. La Capogruppo monitora le posizioni di rischio a livello di Gruppo. Le singole società componenti il Gruppo hanno la specifica responsabilità di gestire le proprie posizioni di rischio in coerenza con le politiche di gestione del rischio del Gruppo e di comunicare alla Capogruppo i risultati delle attività di monitoraggio da loro svolte. Le singole filiali producono resoconti giornalieri dettagliati sull’andamento della loro attività e sulla rischiosità connessa, inviando la documentazione sui rischi di mercato alla Capogruppo. La responsabilità di aggregare tali informazioni e produrre la documentazione informativa sui rischi di mercato complessivi è in carico al Dipartimento Market & Balance Sheet Risks Portfolio Management della Capogruppo, il quale si preoccupa di garantire che i modelli di misurazione del rischio di mercato delle filiali siano confrontabili e che i loro metodi di monitoraggio e gestione del rischio siano uniformi. Il detto dipartimento della Capogruppo, inoltre, controlla le posizioni della Holding e le posizioni aggregate delle filiali, al fine di garantire il monitoraggio dell’esposizione totale. Ogni società del Gruppo è comunque direttamente responsabile del controllo dei rischi secondo le linee guida impartite dalla Capogruppo. La Capogruppo, inoltre, propone i limiti e le investment policy per il Gruppo e per le sue entità in sintonia con il processo di allocazione del capitale in sede di elaborazione del budget annuale. La funzione di Market & Balance Sheet Risks è responsabile della gestione dei rischi di trading book e banking book a livello di Gruppo e della garanzia dell’uniformità delle politiche in materia di rischio di mercato, metodologie e prassi in tutti i settori e Legal Entity. Tale presidio è garantito attraverso una struttura organizzativa che si articola in tre unità, con le seguenti responsabilità: Market Risk: rischio di mercato da trading, ovvero il rischio di mercato originato dalle business lines che nel Gruppo sono autorizzate a gestire posizioni di trading (risk takers); Balance Sheet Risk: rischio di tesoreria, ovvero il rischio di mercato originato dai corrispondenti portafogli bancari specifici in tutto il Gruppo; Liquidity Risk: rischio di liquidità, ovvero il rischio che la banca non sia nelle condizioni di far fronte agli impegni di pagamento per cassa o per consegna previsti o imprevisti Risk Architecture & Methodologie: responsabile delle tecnologie, dei metodi (incluso Model Testing) e del Processo Nuovi Prodotti; 14 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Recentemente a seguito della riorganizzazione del Risk Management di Gruppo, nell’attività di monitoraggio dei rischi di mercato si è affiancata: l’unità di CIB (Corporate & Investment Banking) Market Risk che fa parte del Dipartimento CIB&PB Risks, la quale in coordinamento con la funzione di Market & Balance Sheet Risk Portfolio Management assicura specificamente il presidio dei rischi della specie in capo alle società del gruppo che rientrano nel settore Investment Bank il dipartimento Treasury Risks che in coordinamento con la funzione Market & Balance Sheet Risk Portfolio Management assicura specificamente il presidio dei rischi della specie in capo alla Holding ed alle società del gruppo che rientrano nel settore Retail. L’unità di Asset and Liability Management della Capogruppo, in coordinamento con gli altri centri di liquidità regionali, e con la svolge l’attività di gestione dell’ALM strategico e operativo, con l’obiettivo di assicurare l’equilibrio degli assetti patrimoniali e la sostenibilità economica e finanziaria delle politiche di crescita del Gruppo nel mercato dei prestiti, ottimizzando il profilo di rischio di cambio, tasso e liquidità del Gruppo. Restano assegnate alle singole Legal Entity e/o filiali le responsabilità relative allo svolgimento di New Products Process (“NPP”) a livello locale, alla realizzazione delle infrastrutture, alla validazione del P&L e al Desk Control; Rischio operativo Si definisce rischio operativo il rischio di perdite dovute ad errori, violazioni, interruzioni, danni causati da processi interni, personale, sistemi o causati da eventi esterni. Tale definizione include il rischio legale e di compliance, ma esclude quello strategico e reputazionale. Ad esempio possono essere definite operative le perdite derivanti da frodi interne o esterne, rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro, reclami della clientela, distribuzione dei prodotti, multe e altre sanzioni derivanti da violazioni normative, danni ai beni patrimoniali dell’azienda, interruzioni dell’operatività e disfunzione dei sistemi, gestione dei processi. Il Gruppo UniCredit ha definito sistema di gestione dei rischi operativi l’insieme di politiche e procedure per il controllo, la misurazione e la mitigazione dei rischi operativi nel Gruppo e nelle Entità controllate. Le politiche di rischio operativo, applicabili a tutte le Entità del Gruppo, sono principi comuni che stabiliscono il ruolo degli organi aziendali, della funzione di controllo dei rischi, nonché le interazioni con le altre funzioni coinvolte nel processo. La Capogruppo coordina le Entità del Gruppo secondo quanto stabilito nella normativa interna e nel manuale di controllo dei rischi operativi. Specifici comitati rischi (Comitato Rischi, ALCO, Comitato Rischi Operativi) sono costituiti per monitorare l’esposizione, le azioni di mitigazione, le metodologie di misurazione e di controllo. Le metodologie di classificazione e controllo di completezza dei dati, analisi di scenario, indicatori di rischio, reporting e misurazione del capitale di rischio sono responsabilità del Operational & Reputational Risks Portfolio Management department di Capogruppo e sono applicate dalle Entità del Gruppo. Questo nuovo department è successore della unità Operational Risk Management in Capogruppo, detentore delle responsabilità appena menzionate fino all’anno scorso. Elemento cardine del sistema di controllo è l’applicativo informatico a supporto per la raccolta dei dati, il controllo dei rischi e la misurazione del capitale. Il Gruppo UniCredit ha ottenuto nel mese di marzo 2008 l’autorizzazione all’utilizzo del modello AMA (Advanced Measurement Approach) per il calcolo del capitale a fronte dei rischi operativi. L’utilizzo di tale metodo verrà nel tempo esteso alle principali Entità del Gruppo in base ad un piano di roll out. 15 L’Alta Direzione è responsabile per l’approvazione di tutti gli aspetti rilevanti del framework di Gruppo dei rischi operativi, per la verifica dell’adeguatezza del sistema di misurazione e controllo e viene informata regolarmente circa le variazioni del profilo di rischio e l’esposizione ai rischi operativi, con l’eventuale supporto di appositi comitati rischi. Il Comitato Rischi Operativi di Gruppo, presieduto dal responsabile del Group Risk Management department (Group CRO) è composto di membri permanenti e membri ospiti. La composizione del Comitato è stata rivista nel 2009, anche alla luce dei cambiamenti nella struttura organizzativa del Group CRO department. La missione del Comitato Rischi Operativi di Gruppo è di formulare proposte e pareri per il Comitato Rischi di Gruppo per, tra l’altro: il risk appetite di Gruppo, compresi gli obiettivi e criteri di allocazione del capitale per i rischi operativi nel Gruppo; la struttura e definizione dei limiti per i rischi operativi e l’allocazione alle Business Units e le Entità del Gruppo; il modello interno per la misurazione del rischio operativo a fini regolamentari; specifiche strategie sui rischi operativi. Il Comitato Rischi Operativi di Gruppo ha invece funzioni deliberanti per: le linee guida e politiche speciali per il rischio operativo; le azioni correttive per il bilanciamento delle posizioni di rischio operativo a livello di gruppo, comprese le azioni di mitigazione; le strategie a livello di Gruppo, comprese quelle assicurative a seguito di proposte congiunte dalle funzioni Global Insurance Management e Operational & Reputational Risks Portfolio Management department; i modelli interni per la valutazione del rischio operativo, sia ai fini del calcolo del capitale economico, sia per le attività di stress testing. L’Operational & Reputational Risks Portfolio Management department di Capogruppo, nell’ambito dello Strategic Risk management & Control department, supervisiona e gestisce il profilo complessivo dei rischi operativi e reputazionali del Gruppo attraverso la definizione delle relative strategie, metodologie e limiti. Per quanto riguarda la funzione di rischi operativi, il dipartimento si articola in due unità organizzative. L’unità di Operational Risk Methodologies and Control è responsabile per la definizione delle metodologie, del calcolo del capitale a rischio operativo di Gruppo e le linee guida per il controllo dei rischi operativi e ha inoltre un ruolo di supporto e controllo nei confronti delle funzioni di Operational Risk Management delle Entità per verificare il rispetto degli standard di Gruppo nella realizzazione dei processi e delle metodologie di controllo. L’unità di Operational Risk Strategies and Mitigation è responsabile per la definizione e monitoraggio dei limiti di rischio e la identificazione delle strategie e misure correttive e il monitoraggio delle relative implementazioni. Le funzioni di Operational Risk Management nelle Entità controllate forniscono formazione specifica sui rischi operativi al personale, che può anche avvalersi di programmi di formazione disponibili via intranet e sono responsabili per la corretta realizzazione degli elementi del framework di Gruppo. Un regolare aggiornamento degli aspetti sia normativi che gestionali sui rischi operativi è predisposto dalla funzione Operational & Reputational Risks Portfolio Management di Capogruppo e inviato alle funzioni responsabili del controllo e gestione dei rischi operativi. In ottemperanza ai requisiti regolamentari è stato istituito, sia presso la Capogruppo sia presso le Entità del Gruppo, un processo di convalida interna del sistema di controllo e misurazione dei rischi operativi, al fine di verificarne la rispondenza alle prescrizioni normative ed agli standard di Gruppo. 16 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Le funzioni di Operational Risk Management nelle Entità controllate forniscono una sintesi dell’attività svolta e ne valutano la rispondenza ai requisiti regolamentari e agli standard di Gruppo. Qualora vengano individuate delle aree di miglioramento, dovranno essere indicate le azioni pianificate e, ove possibile, la tempistica prevista per la loro realizzazione. Le Entità che rispettano i requisiti del modello interno (AMA) e le Entità italiane che utilizzano il metodo standard (TSA) redigono il documento di convalida e lo sottopongono alla Capogruppo. Il documento di convalida, congiuntamente all’opinion della Capogruppo e alla relazione dell’Internal Audit, viene presentato per approvazione al Consiglio di Amministrazione delle Entità. A seguire, si procede alla stesura del documento di convalida per il Gruppo e alla presentazione del medesimo al Consiglio di Amministrazione di UniCredit per approvazione, congiuntamente alla relazione dell’Internal Audit. Un sistema di reporting è stato sviluppato dalla Capogruppo per informare l’Alta Direzione e gli organi di controllo interno in merito all’esposizione ai rischi operativi del Gruppo e alle azioni intraprese per mitigarli. In particolare, con periodicità trimestrale, vengono forniti aggiornamenti sull’andamento delle perdite operative, la stima del capitale a rischio, eventi esterni rilevanti e le principali iniziative intraprese per la mitigazione dei rischi operativi nelle varie aree di business. Una sintesi sull’andamento degli indicatori di rischio più significativi viene elaborata con cadenza mensile. Al Comitato Rischi Operativi di Gruppo vengono inoltre presentati i risultati delle principali analisi di scenario svolte a livello di Gruppo e le relative azioni di mitigazione intraprese. La gestione del rischio consiste nella revisione dei processi per la riduzione dei rischi rilevati e nella gestione delle relative politiche assicurative, con l’identificazione di idonee franchigie e limiti. Inoltre, la verifica regolare dei piani di continuità operativa assicura la gestione del rischio operativo nei casi di interruzione dei principali servizi. Il Comitato Rischi (o altri organi, secondo quanto previsto dalla regolamentazione locale) rivede i rischi rilevati dalle funzioni di Operational Risk delle Entità controllate, con il supporto delle funzioni interessate, e verifica le iniziative di mitigazione. Altri rischi e loro integrazione Le fattispecie di rischio precedentemente descritte, pur rappresentando le principali tipologie, non esauriscono il novero di tutte quelle esistenti. Il Gruppo ha provveduto ad individuare e ridelineare le fattispecie analizzate ampliandone il range, al fine di pervenire ad una più accurata misurazione dei rischi assunti. Parallelamente, sono state definite modalità di aggregazione per giungere alla misurazione della rischiosità complessiva, integrando le singole tipologie tramite la determinazione del capitale interno. Questi sforzi sono volti al conseguimento di due obiettivi: il principale è il miglioramento della comprensione dei “value driver” all’interno di ciascuna linea di business, in modo che la funzione Risk Management possa svolgere un efficace ruolo di supporto nei processi decisionali. Il secondo obiettivo è rappresentato dall’affinamento dei sistemi di controllo interno, di cui la funzione Risk Management è uno dei principali attori. L’attività di ridefinizione ed ampliamento del perimetro delle tipologie di rischio individuate, che si intende presidiare nell'ambito del Gruppo, viene svolta in due fasi. Nella prima fase si provvede alla ricognizione dei rischi impliciti nelle proprie posizioni - attive o passive e nelle attività svolte, nella seconda alla definizione delle modalità di misurazione. 17 Relativamente alla prima fase, il Gruppo ha individuato le seguenti tipologie di rischio, oltre a quelle indicate: rischio di business (“business risk”); rischio immobiliare (“real estate risk”); rischio degli investimenti azionari (“financial investment risk”); rischio strategico; rischio reputazionale. Di seguito sono riportate le definizioni degli stessi. Rischio di business Deriva da una contrazione dei margini non determinata da rischi di mercato, di credito ed operativo, ma da variazioni del contesto competitivo o del comportamento dei clienti, che possono indurre gravi perdite in termini di utili, riducendo il valore di mercato di una società. Il business risk viene misurato sia singolarmente per determinare la rischiosità insita negli utili sia come input del capitale economico. I dati di esposizione inclusi nel calcolo del Business Risk sono derivati dai conti economici delle Società del Gruppo per le quali tale rischio risulta rilevante; la definizione di ricavi e costi è tale da non creare sovrapposizioni con i rischi di credito, mercato e operativi. Le volatilità e le correlazioni sono stimate a livello divisionale sulla base delle serie storiche mensili dei conti economici delle maggiori Società del Gruppo. L’Earning at Risk è calcolato con un intervallo di confidenza pari al 99,97% e orizzonte temporale di un anno (ipotesi di normalità della distribuzione) ed è trasformato in VaR attraverso un fattore di scala ricavato in funzione dell’orizzonte temporale e del tasso di interesse. Il Business Risk è calcolato a livello di Gruppo, settore, Sottogruppo e Società, in termini di capitale di rischio stand-alone e diversificato. Il beneficio di intra-diversificazione viene allocato alle Società con approccio proporzionale. A scopo di monitoraggio, il busines risk è calcolato trimestralmente o ogni qual volta sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttura del Gruppo o nel mercato di riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica come input del capitale aggregato per supportare il processo di allocazione del capitale. Rischio immobiliare (“real estate risk”) Consiste nelle potenziali perdite derivanti dalle fluttuazioni negative del valore del portafoglio immobiliare di proprietà del Gruppo, in capo alle società, a trust immobiliari ed a “special-purpose vehicle”, mentre sono ovviamente esclusi gli immobili di pertinenza della clientela, gravati da garanzie ipotecarie. Il real estate risk viene misurato sia singolarmente per determinare la rischiosità insita nel portafoglio immobiliare sia come input del capitale economico. La raccolta dei dati viene effettuata con cadenza trimestrale, sulla base di un format pre-determinato dalla Capogruppo, ove le Società sono tenute a fornire informazioni di carattere generale sugli immobili, il relativo valore di mercato e di bilancio. Ai fini del calcolo del rischio immobiliare, qualora il valore di mercato non possa essere fornito, esso viene sostituito con il valore di bilancio. A ciascuna Società è inoltre richiesto di associare le proprietà ad indici di area o regionali necessari per il calcolo di volatità e correlazioni nel modello. Il calcolo del real estate risk è basato sul metodo varianza-covarianza (ipotesi di normalità della distribuzione) con intervallo di confidenza al 99,97% ed orizzonte temporale di un anno. È misurato a livello Gruppo, settore, sottogruppo e società, in termini di capitale di rischio stand-alone e diversificato; il beneficio di diversificazione intra-rischio viene allocato alle singole Società sulla base del contributo marginale al VaR intra-diversificato di Gruppo da queste apportato. A scopo di monitoraggio, il real estate risk è calcolato trimestralmente o ogni qual volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttua del Gruppo o nel mercato di riferimento. 18 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica come input del capitale aggregato per supportare il processo di allocazione del capitale. Rischio di investimenti azionari (“financial investment risk”) Deriva dal portafoglio di partecipazioni azionarie in società non appartenenti al Gruppo e non incluse nel trading book. Tale rischio viene misurato sia singolarmente per determinare la rischiosità insita nelle partecipazioni sia come input del capitale economico aggregato. Il portafoglio delle partecipazioni azionarie comprende principalmente azioni (quotate e non quotate), derivati su equity, private equity, partecipazioni in fondi comuni, hedge e di private equity. Per tutte le esposizioni in equity del Gruppo, l’assorbimento di capitale può essere calcolato in base a un approccio PD/LGD o un approccio market-based. L’approccio PD/LGD è utilizzato per la valutazione delle società non quotate, inclusi gli investimenti diretti in private equity; l’approccio market-based viene applicato alle partecipazioni azionarie in società quotate e i relativi strumenti di copertura, tutti i fondi comuni, di hedge e private equity, attraverso una mappatura degli indici di mercato. Le esposizioni sono fornite principalmente dai dipartimenti di Capogruppo di Shareholding e Accounting e integrate con i contributi da parte delle Società (controlli sulla qualità dei dati). Volatilità e correlazioni per l’apporccio market-based sono calcolate sulla base delle serie storiche degli indici regionali e settoriali o del prezzo dell’azione per gli investimenti in società quotate. Il modello market-based si basa su un VaR a distribuzione log-normale con intervallo di confidenza al 99,97% e orizzonte temporale di un anno. Il VaR è calcolato a livello Gruppo, settore, sottogruppo e società , in termini di capitale di rischio stand-alone e diversificato; il beneficio di diversificazione intrarischio viene allocato alle singole Società sulla base del contributo marginale al VaR intra-diversificato di Gruppo da queste apportato. A scopo di monitoraggio, il financial investment risk è calcolato trimestralmente o ogni qual volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttua del Gruppo o nel mercato di riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica come input del capitale aggregato per supportare il processo di allocazione del capitale. Rischio strategico Dipende da inattesi cambiamenti nel contesto di mercato, dal mancato riconoscimento delle tendenze in atto nel settore bancario, ovvero da inappropriate valutazioni riguardo a tali tendenze. Ciò può portare a decisioni devianti per il raggiungimento degli obiettivi di lungo periodo e che possono risultare difficilmente reversibili. Rischio reputazionale Il rischio reputazionale è definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale, derivante da una percezione negativa dell’immagine del Gruppo Bancario da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o autorità di vigilanza. Nel luglio 2009, in occasione della riorganizzazione del Group Risk Managment, è stata creata l’unità Reputational Risk Measurement & Control all’interno del dipartimento Operational & Reputational Risks Portfolio. 19 Gli obiettivi principali della funzione di Reputational Risk Measurement & Control sono: sviluppare metodologie per l’identificazione, valutazione e misurazione del rischio reputazionale; definire i limiti di rischio e proporre azioni di mitigazione, fungendo da supporto alla Unità di Business e alle Entità Legali nel monitorare la loro implementazione. Il Group Reputational Risk Committee, con riporto al Group Risk Committe, ha il compito di emettere politiche in materia di rischio reputazionale; di assicurare la coerenza delle procedure di rischio reputazionale nelle Unità di Business ed Entità Legali; di controllare e monitorare a livello di gruppo il Reputational Risk portfolio. Inoltre i comitati rischi transazionali hanno il compito di valutare il profilo reputazionale delle singole transazioni basandosi sulle politiche di rischio reputazionale. Nel luglio 2009, il Group Risk Committee ha approvato la nuova versione delle Nuclear Energy e Defence/Weapons Industry Reputational Risk Special Policies aventi lo scopo di regolamentare le attività di business nel settore dell’energia nucleare e delle armi. Modalità di misurazione rischi I rischi di credito, mercato, operativo, di business, immobiliare e di investimenti azionari sono misurati in maniera quantitativa tramite: stima del capitale economico; stress test. Il Gruppo ha deciso di misurare i rischi di business, immobiliare e degli investimenti azionari tramite un modello quantitativo, poiché l’ammontare di capitale così determinato serve a fronteggiare le potenziali perdite. Al contrario, il rischio strategico viene analizzato tramite analisi di scenario che comunque permettono una stima delle perdite potenziali in determinati contesti, senza però essere incluso nella stima del profilo di rischio aggregato, perché in tale contesto il capitale detenuto risulta inefficace nei confronti di errori strategici. Le società di medie e grandi dimensioni sono tenute ad implementare il quadro di riferimento nella sua interezza, mentre le restanti piccole ne sono esentate poiché il loro rischio complessivo viene stimato tramite una procedura semplificata (approccio top down). La natura multi dimensionale del rischio richiede di affiancare alla misurazione del capitale economico un’analisi di stress test, non solo al fine di stimare le perdite in alcuni scenari, ma anche di cogliere l’impatto delle determinanti delle stesse.Lo stress test è effettuato sia in relazione alle singole tipologie di rischio, sia alla loro aggregazione, tramite la simulazione di cambiamenti congiunti dei fattori di rischio, in modo da supportare coerentemente la stima del capitale economico aggregato. La stima dello Stress Test aggregato considera contemporaneamente l’ammontare dei singoli rischi in scenari di stress oltre che il minore beneficio di diversificazione in condizioni di crisi. 20 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Capitale Economico Aggregato e Capitale Interno Il Capitale Economico Aggregato rappresenta il capitale da detenere a fronte delle possibili perdite relative a tutte le attività del Gruppo. Il Capitale economico aggregato di Gruppo prende in considerazione tutti i rischi definiti dal gruppo come tangibili e quantificabili coerentemente con i requisiti di Secondo Pilastro, che attualmente sono i rischi di mercato, credito, operativo, business, investimenti finanziari e rischio immobiliare, includendo l’effetto di diversificazione tra i rischi stessi (inter-diversificazione) e all’interno di ciascun portafoglio (intra-diversificazione). Esso è attualmente calcolato tramite un approccio varianza-covarianza con un orizzonte temporale di un anno e ad un livello di confidenza del 99,97% , derivante dal rating target di Gruppo. La matrice di correlazione che include la dipendenza tra rischi si ottiene combinando stime di esperti (analisi di benchmark) con stime empiriche di correlazione lineare tra serie storiche di specifici fatori di rischio. E’ in corso un aggiornamento del modello di aggregazione tramite la funzione Copula e una stima Bayesiana delle correlazioni che verrà finalizzato nei prossimi mesi. Il Capitale Interno, in linea con la propensione al rischio del Gruppo, viene calcolato aggiungendo al Capitale Economico Aggregato un cuscinetto prudenziale che tiene conto dell’impatto del ciclo economico e dell’incertezza intrinseca alle misure di rischio. Il Capitale Interno è un elemento fondamentale nel processo di valutazione dell’Adeguatezza del Capitale di Gruppo tramite il confronto con le Available Financial Resources definendo la Risk Taking Capacity di Gruppo. Coerentemente con il “Basel 2 Project Rulebook”, la Capogruppo è responsabile dello sviluppo della metodologia, della misurazione a livello di Gruppo e settori, della definizione e dell’implementazione dei processi per la misurazione del Capitale Economico e del Capitale Interno al Gruppo. Ciascuna Entità, inoltre, è responsabile dello sviluppo dei relativi processi al fine della misurazione del rischio in conformità a quanto stabilito dalla Capogruppo. A scopo di monitoraggio, il Capitale Economico a livello Gruppo, Capogruppo, settori e Società viene calcolato trimestralmente o ogni qual volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nel mercato di riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica per supportare il processo di allocazione del capitale. Il Capitale Economico Aggregato ed il Capitale Interno risultante, costituiscono una parte significativa del flusso di informazioni sul profilo di rischio della Banca, da sottoporre agli organi interni della Entità (ad esempio, Comitato rischi, Consiglio di Amministrazione, ecc.). Inoltre, tramite l’esercizio dello stress test effettuato regolarmente il Gruppo considera gli effetti di scenari macroeconomici particolarmente penalizzanti, sia in termini di perdita condizionata sia in termini di capitale economico stressato. Processo di Valutazione dell’Adeguatezza Patrimoniale (ICAAP-Internal Capital Adequacy Assessment Process) Coerentemente con le disposizioni Basilea II, la misurazione del profilo di rischio è un elemento fondamentale del processo di adeguatezza patrimoniale. Infatti, l’approccio di Gruppo all’adeguatezza patrimoniale prevede cinque fasi: identificazione dei rischi, come descritto nelle sezioni di cui sopra; misurazione del profilo di rischio; pianificazione del capitale e definizione della propensione al rischio; monitoraggio ed informativa; risk governance. La misurazione del profilo di rischio è effettuata tramite il capitale interno, che è pari all’aggregazione del capitale economico relativo ai rischi descritti al netto dei benefici di diversificazione più un cushion che considera elementi rilevanti per la determinazione del profilo di rischio quali la variabilità del ciclo economico e il rischio di modello, con riferimento alla qualità dei dati e l’accuratezza dei modelli. 21 Il profilo di rischio è definito tramite Internal Capital per le società grandi e medie mentre per quelle piccole si utilizza un approccio sintetico per consentire un efficiente processo di misurazione a livello consolidato. Il processo di pianificazione del capitale riguarda l’allocazione dello stesso ai settori e Entità per il raggiungimento degli obiettivi di creazione di valore in base alla propensione al rischio. Il Gruppo, infatti, si pone l’obiettivo di generare sul lungo periodo un reddito superiore a quello necessario a remunerare i rischi (costo del capitale di rischio) e quindi di creare valore in modo tale da massimizzare il rendimento per i propri azionisti . La propensione al rischio può essere definita come la variabilità in termini di risultati, sia a breve sia a lungo termine, che l’Alta Direzione è disposta ad accettare a sostegno di una strategia definita. Il quadro di riferimento adottato da UniCredit è costituito da tre aree: Adeguatezza patrimoniale; profittabilità e rischi; Liquidità e finanziamento (funding); L’adeguatezza patrimoniale è da intendersi come equilibrio del patrimonio e dei rischi assunti, in ottica sia di Primo che di secondo Pilastro, dove è misurata rispettivamente dal Core Tier 1 Ratio, Total Capital Ratio e dalla Risk Taking Capacity. Quest’ultima è pari al rapporto tra la il capitale disponibile (AFR Available Financial resources) ed il Capitale Interno. Le AFR sono le risorse che possono essere utilizzate per tutelare la banca dall’insolvenza. Occorre che tali risorse siano impegnate e definite su base contrattuale, affinché si possa fare affidamento su di esse in periodi di crisi. Poiché le perdite incidono sulle AFR, queste possono anche essere definite come l’ammontare di perdite che può essere assorbito prima che la banca divenga insolvente. Le misure di capitale economico interno e la conseguente Risk Taking Capacity sono illustrati nella tabella seguente. Il capitale interno è poi articolato a livello consolidato in base alla struttura divisionale, cardine della strategia di business del Gruppo. Adeguatezza patrimoniale Capitale Interno Risorse Finanziarie Disponibili (AFR) Risk Taking Capacity Dicembre 2009 (miliardi) 43,9 64,0 145.9% Lo stress test sui rischi è integrato in ottica di adeguatezza patrimoniale considerando l’impatto dello scenario sul capitale disponibile, fornendo quindi una rappresentazione della capacità del Gruppo di far fronte ad ulteriori perdite in condizioni di stress. La propensione al rischio e gli obiettivi fissati conseguentemente, sono poi oggetto di monitoraggio e reportistica sia in termini di profilo di rischio sia di profittabilità. Le metriche che definiscono la propensione al rischio sono calcolate a livello consolidato e dalle principali Entità Legali. 22 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Per migliorare l’efficienza del processo decisionale, il monitoraggio si traduce in una regolare informativa all’Alta Direzione sia a livello di singola Entità sia di Gruppo. Inoltre la Capogruppo è tenuta a presentare un resoconto su base consolidata in conformità alle linee guida della Banca d’Italia fornendo al contempo un quadro sulle principali Entità. La governance alla base del processo di adeguatezza patrimoniale si articola in due dimensioni: all’interno di ciascuna Entità, inclusa la Capogruppo; nelle relazioni tra la Capogruppo (con funzioni di guida, supporto e controllo), i settori, le subholding e le entità. Il processo di adeguatezza patrimoniale riveste un’importanza fondamentale all’interno del Gruppo e richiede pertanto un sistema adeguato di governance dei rischi che assicuri il coinvolgimento dell’Alta Direzione ed un’appropriata allocazione delle attività di ICAAP alle funzioni organizzative. Di fatto, la responsabilità finale è in capo al Consiglio di Amministrazione, poiché il processo di adeguatezza patrimoniale richiede la determinazione della propensione al rischio e la definizione di un indirizzo per la corretta allocazione delle risorse patrimoniali disponibili. L’Alta Direzione identifica gli organi/le strutture rilevanti che partecipano al processo e adotta decisioni in merito all’attività di segnalazione nei confronti dell’organo decisionale competente (ad esempio, il Comitato Rischi). Reporting L’Unità di Group Risk Reporting nell’ambito della funzione CRO del Gruppo redige la reportistica e gestisce il monitoraggio del portafoglio soggetto a rischio di credito attraverso vari report sia ricorrenti che specifici con cadenze mensili e trimestrali. I suoi principali obiettivi sono analizzare i principali drivers e parametri del rischio di credito (ad es. esposizione al default (EAD), perdita attesa (EL), migrazioni, rettifiche di valore, rapporto di copertura, costo del rischio ecc.), principalmente in ottica di Gruppo e divisionale, nonché di fornire una rappresentazione aggregata di tutti i rischi fronteggiati dal Gruppo UniCredit. La reportistica prodotta ha la finalità di supportare le decisioni manageriali di gestione e mitigazione del rischio. L’Unità di Group Risk Reporting ha, altresì, il compito di assicurare la congruenza delle definizioni e delle metriche di rischio utilizzate nonché l’efficienza e l’efficacia dell’intero corpus dei report prodotti all’interno della Competence Line del CRO sia a livello di Holding sia a livello di Società del Gruppo. Nel corso del 2009 l’Unità di Group Risk Reporting ha proseguito nell’attività di perfezionamento della qualità dei dati e dei processi di reporting, rivedendo i report già esistenti ed approfondendo l’analisi dei dati anche alla luce delle mutate condizioni di mercato. Le unità dedicate al reporting nell’ambito dei settori (Retail, Corporate & Investment Banking and Private Banking, CEE e Polonia) hanno inoltre contribuito a monitorare le posizioni esposte a rischio di credito all’interno dei propri perimetri di competenza. 23 24 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Tavola 2 – Ambito di applicazione Informativa qualitativa In questa sezione del terzo pilastro è esposta l’area di consolidamento prudenziale del gruppo UniCredit; in questo ambito, denominato “Gruppo Bancario”, sono incluse società controllate che presentano le seguenti caratteristiche: società bancarie, finanziarie e strumentali controllate direttamente o indirettamente dalla capogruppo e a cui si applica il metodo di consolidamento integrale; società bancarie, finanziarie e strumentali partecipate direttamente o indirettamente dalla capogruppo in misura pari o superiore al 20 per cento, quando siano controllate congiuntamente con altri soggetti e in base ad accordi con essi; a queste si applica il metodo di consolidamento proporzionale; alle seguenti entità viene applicato il metodo del patrimonio netto: - alle altre società bancarie e finanziarie partecipate direttamente o indirettamente dalla capogruppo in misura pari o superiore al 20 per cento o comunque sottoposte a influenza notevole; - alle imprese, diverse dalle società bancarie, finanziarie e strumentali, controllate direttamente o indirettamente dalla capogruppo in modo esclusivo o congiunto oppure sottoposte ad influenza notevole. Ulteriori trattamenti prudenziali previsti sono la deduzione dal patrimonio di vigilanza del valore della società controllata e la somma del valore della partecipazione alle attività di rischio ponderate. Si precisa che l’area di consolidamento è costruita secondo la normativa prudenziale precedentemente citata e che la stessa differisce dall’area di consolidamento del bilancio d’esercizio, che si riferisce allo standard IAS/IFRS; questa situazione può generare disallineamenti tra insiemi di dati omogenei presenti in questo documento e nel bilancio d’esercizio: i diversi trattamenti sono esposti nelle liste presenti in questa sezione. 25 Trattamento nelle segnalazioni prudenziali UNICREDIT SPA AI BETEILIGUNG GMBH ALINT 458 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. ALLEGRO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. ALLIB LEASING S.R.O. ALLIB NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA ALLIB ROM S.R.L. ALMS LEASING GMBH. ALPINE CAYMAN ISLANDS LTD. ALV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. ANI LEASING IFN S.A. ANTARES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. ARANY PENZUGYI LIZING ZRT. ARNO GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS GESELLSCHAFT M.B.H. AS UNICREDIT BANK ASPRA FINANCE SPA ATF BANK KYRGYZSTAN OJSC ATF CAPITAL B.V. AUSTRIA LEASING GMBH AUTOGYOR INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BA- ALPINE HOLDINGS, INC. BA CA LEASING (DEUTSCHLAND) GMBH BA CA SECUND LEASING GMBH BA CREDITANSTALT BULUS EOOD BA EUROLEASE BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. BA/CA-LEASING BETEILIGUNGEN GMBH BA/CA-LEASING FINANZIERUNG GMBH BAC FIDUCIARIA SPA BA-CA ANDANTE LEASING GMBH BACA BARBUS LEASING DOO BACA CENA IMMOBILIEN LEASING GMBH BACA CHEOPS LEASING GMBH BA-CA CONSTRUCTION LEASING OOO BA-CA FINANCE (CAYMAN) II LIMITED BA-CA FINANCE (CAYMAN) LIMITED BACA HYDRA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. BACA KOMMUNALLEASING GMBH BACA LEASING ALFA S.R.O. BACA LEASING CARMEN GMBH BA-CA LEASING DREI GARAGEN GMBH BACA LEASING GAMA S.R.O. BA-CA LEASING MAR IMMOBILIEN LEASING GMBH BA-CA LEASING MODERATO D.O.O. BA-CA LEASING POLO, LEASING D.O.O. BACA LEASING UND BETEILGUNGSMANAGEMENT GMBH BA-CA MARKETS & INVESTMENT BETEILIGUNG GMBH BACA MINOS LEASING GMBH BACA NEKRETNINE DOO BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE ROMA VIENNA BAD HOMBURG VIENNA PRAGA ZAGABRIA BUCAREST SALISBURGO GEORGE TOWN VIENNA BUCAREST VIENNA BUDAPEST VIENNA RIGA MILANO BISHKEK ROTTERDAM VIENNA BUDAPEST ITALIA AUSTRIA GERMANIA AUSTRIA REPUBBLICA CECA CROAZIA ROMANIA AUSTRIA CAYMAN ISLANDS AUSTRIA ROMANIA AUSTRIA UNGHERIA AUSTRIA LETTONIA ITALIA KIRGHIZISTAN OLANDA AUSTRIA UNGHERIA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON BAD HOMBURG VIENNA SOFIA VIENNA VIENNA VIENNA DOGANA VIENNA LUBIANA VIENNA VIENNA SAN PIETROBURGO GEORGE TOWN GEORGE TOWN VIENNA VIENNA PRAGA VIENNA VIENNA PRAGA VIENNA LUBIANA LUBIANA VIENNA VIENNA VIENNA BANJA LUKA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X BA-CA PRESTO LEASING GMBH BACA ROMUS IFN S.A. BACAL ALPHA DOO ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA BACAL BETA NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA BUCAREST ZAGABRIA ZAGABRIA U.S.A. GERMANIA AUSTRIA BULGARIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA SAN MARINO AUSTRIA SLOVENIA AUSTRIA AUSTRIA RUSSIA CAYMAN ISLANDS CAYMAN ISLANDS AUSTRIA AUSTRIA REPUBBLICA CECA AUSTRIA AUSTRIA REPUBBLICA CECA AUSTRIA SLOVENIA SLOVENIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA BOSNIA AND HERZEGOVINA AUSTRIA ROMANIA CROAZIA CROAZIA X X X X X X X X BACA-LEASING AQUILA INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BACA-LEASING GEMINI INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BACA-LEASING HERKULES INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASA BACA-LEASING NERO INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BACA-LEASING OMIKRON INGATLANHASZNOSTO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BACA-LEASING URSUS INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BA-CREDITANSTALT LEASING ANGLA SP. Z O.O. BA-CREDITANSTALT LEASING DELTA SP. Z O.O. BAL CARINA IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL DEMETER IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL HESTIA IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL HORUS IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL HYPNOS IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL LETO IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL OSIRIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA VARSAVIA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA POLONIA POLONIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA X X X X X X X X X X X X X X X X X X AL 31 DICEMBRE 2009 Costo Proporzionale 26 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 Patrimonio netto Consolidamento Costo Stato Proporzionale Città Integrale Tipologia Patrimonio netto Consolidamento Ragione sociale Trattamento nel bilancio Integrale Sede >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 segue: Trattamento nelle segnalazioni prudenziali BAL PAN IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL SOBEK IMMOBILIEN LEASING GMBH BALEA SOFT GMBH & CO. KG BALEA SOFT VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH BANCA AGRICOLA COMMERCIALE DELLA R.S.M. S.P.A. BANCO DI SICILIA SPA BANK AUSTRIA CREDITANSTALT LEASING IMMOBILIENANLAGEN GMBH SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA STRUMENTALI BANCHE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA AMBURGO AMBURGO BORGO MAGGIORE PALERMO VIENNA AUSTRIA AUSTRIA GERMANIA GERMANIA SAN MARINO ITALIA AUSTRIA X X X X X X X X X X X X X X BANK AUSTRIA GLOBAL INFORMATION SERVICES GMBH BANK AUSTRIA HUNGARIA BETA LEASING KORLATOLT FELELOSSEGU TSRSASAG BANK AUSTRIA LEASING ARGO IMMOBILIEN LEASING GMBH BANK AUSTRIA LEASING HERA IMMOBILIEN LEASING GMBH BANK AUSTRIA LEASING IKARUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. BANK AUSTRIA LEASING MEDEA IMMOBILIEN LEASING GMBH BANK AUSTRIA REAL INVEST GMBH BANK AUSTRIA WOHNBAUBANK AG BANK PEKAO SA BANKHAUS NEELMEYER AG BARODA PIONEER ASSET MANAGEMENT COMPANY LTD BAULANDENTWICKLUNG GDST 1682/8 GMBH & CO OEG BDR ROMA PRIMA IRELAND LTD BETEILIGUNGS-UND HANDELSGESELLSCHAFT IN HAMBURG MIT BESCHRANKTER HAFTUNG BETEILIGUNGSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT DER BANK AUSTRIA CREDITANSTALT LEASING GMBH BLUE CAPITAL EQUITY GMBH BLUE CAPITAL FONDS GMBH BORDER LEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFTM.B.H. BREAKEVEN SRL BREWO GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. BULBANK AUTO LEASING EOOD BULBANK LEASING EAD CA IB INVEST D.O.O CA IB SECURITIES (UKRAINE) AT CABET-HOLDING-AKTIENGESELLSCHAFT CABO BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. CAC REAL ESTATE, S.R.O. CAC-IMMO SRO CA-LEASING ALPHA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING BETA 2 INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING DELTA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING EPSILON INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING EURO, S.R.O. CA-LEASING KAPPA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING LAMBDA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING OMEGA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING OVUS S.R.O. CA-LEASING PRAHA S.R.O. CA-LEASING SENIOREN PARK GMBH CA-LEASING TERRA POSLOVANJE Z NEPREMICNINAMI D.O.O. CA-LEASING YPSILON INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING ZETA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CALG 307 MOBILIEN LEASING GMBH CALG 443 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG 451 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG ALPHA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG ANLAGEN LEASING GMBH CALG ANLAGEN LEASING GMBH & CO GRUNDSTUCKVERMIETUNG UND VERWALTUNG KG CALG DELTA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG GAMMA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO 1050 WIEN, SIEBENBRUNNENGASSE 10-21 OG CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO 1120 WIEN, SCHONBRUNNER SCHLOSS-STRASSE 38-42 OG CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT ACHT OG CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT FUNF OG CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT VIER OG CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT ZEHN OG CALG MINAL GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CAL-PAPIER INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA FINANZIARIE VIENNA BUDAPEST AUSTRIA UNGHERIA X X X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA VIENNA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA X X X X X X SOCIETA FINANZIARIE BANCHE BANCHE BANCHE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA VIENNA VARSAVIA BREMA MUMBAI VIENNA DUBLINO AMBURGO AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA POLONIA GERMANIA INDIA AUSTRIA IRLANDA GERMANIA X X X X X X X X X X X X X X X X X X SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE AMBURGO AMBURGO VIENNA GERMANIA GERMANIA AUSTRIA X X X X X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VERONA VIENNA SOFIA SOFIA ZAGABRIA KIEV VIENNA VIENNA PRAGA CESKE BUDEJOVICE BUDAPEST ITALIA AUSTRIA BULGARIA BULGARIA CROAZIA UCRAINA AUSTRIA AUSTRIA REPUBBLICA CECA REPUBBLICA CECA UNGHERIA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE PRAGA BUDAPEST REPUBBLICA CECA UNGHERIA SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE PRAGA PRAGA VIENNA LUBIANA BUDAPEST REPUBBLICA CECA REPUBBLICA CECA AUSTRIA SLOVENIA UNGHERIA SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA MONACO DI BAVIERA SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE 27 X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA GERMANIA X X X X X X X X X X X X VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA X X X X X X X X X X SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA BUDAPEST AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA UNGHERIA X X X X X X X X X X X X Costo Proporzionale Patrimonio netto Consolidamento Costo Stato Proporzionale Città Integrale Tipologia Patrimonio netto Consolidamento Ragione sociale Trattamento nel bilancio Integrale Sede segue: Trattamento nelle segnalazioni prudenziali CAMERON GRANVILLE 2 ASSET MANAGEMENT INC CAMERON GRANVILLE 3 ASSET MANAGEMENT INC. CAMERON GRANVILLE ASSET MANAGEMENT (SPV-AMC) , INC CARD COMPLETE SERVICE BANK AG CDM CENTRALNY DOM MAKLERSKI PEKAO SA CEAKSCH VERWALTUNGS GMBH CENTRUM KART SA CHARADE LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. CHEFREN LEASING GMBH CIVITAS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. CJSC BANK SIBIR CLOSED JOINT-STOCK COMPANY UNICREDIT SECURITIES COMMUNA - LEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. CONTRA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. CORDUSIO SOCIETA' FIDUCIARIA PER AZIONI DAB BANK AG SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE TAGUIG TAGUIG TAGUIG VIENNA VARSAVIA VIENNA VARSAVIA VIENNA VIENNA VIENNA OMSK CITY MOSCA VIENNA PHILIPPINES PHILIPPINES PHILIPPINES AUSTRIA POLONIA AUSTRIA POLONIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA RUSSIA RUSSIA AUSTRIA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE VIENNA MILANO MONACO DI BAVIERA AUSTRIA ITALIA GERMANIA X X X X X X DEBO LEASING IFN S.A. DINERS CLUB CEE HOLDING AG DINERS CLUB POLSKA SP.Z.O.O. DIREKTANLAGE.AT AG DLB LEASING, S.R.O. DLV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. DOMUS BISTRO GMBH DOMUS CLEAN REINIGUNGS GMBH DOMUS FACILITY MANAGEMENT GMBH DUODEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EK MITTELSTANDSFINANZIERUNGS AG ENTASI SRL EPSSILON LIEGENSCHAFTSDEVELOPMENT GMBH EUROFINANCE 2000 SRL EUROLEASE AMUN IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EUROLEASE ANUBIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EUROLEASE ISIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EUROLEASE MARDUK IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BUCAREST VIENNA VARSAVIA SALISBURGO PRAGA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA ROMA VIENNA ROMA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA ROMANIA AUSTRIA POLONIA AUSTRIA REPUBBLICA CECA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA ITALIA AUSTRIA ITALIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X EUROLEASE RA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EUROLEASE RAMSES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA AUSTRIA AUSTRIA X X X X X X EUROLEASE RAMSES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. & CO SOCIETA FINANZIARIE OEG EUROPA FACILITY MANAGEMENT LTD. SOCIETA STRUMENTALI EUROPA FUND MANAGEMENT (EUROPA BEFEKTETESI ALAPKEZELO RT) SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA BUDAPEST BUDAPEST UNGHERIA UNGHERIA X X X X EUROVENTURES-AUSTRIA-CA-MANAGEMENT GESMBH EXPANDA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. FACTORBANK AKTIENGESELLSCHAFT FAMILY CREDIT NETWORK SPA FIDES IMMOBILIEN TREUHAND GESELLSCHAFT M.B.H. FINANSE PLC. FINECO CREDIT S.P.A. FINECO LEASING S.P.A. FINECO VERWALTUNG AG SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA VIENNA MILANO VIENNA LONDRA MILANO BRESCIA MONACO DI BAVIERA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA ITALIA AUSTRIA GRAN BRETAGNA ITALIA ITALIA GERMANIA X X X X X X X X X X X X X X X X X X FINECOBANK SPA FMC LEASING INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG FMZ SAVARIA SZOLGALTATO KFT FMZ SIGMA PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH FOLIA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. FONDO SIGMA FUGATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. G.N.E. GLOBAL GRUNDSTUCKSVERWERTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. BANCHE SOCIETA FINANZIARIE MILANO BUDAPEST ITALIA UNGHERIA X X X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST VIENNA VIENNA ROMA VIENNA VIENNA UNGHERIA AUSTRIA AUSTRIA ITALIA AUSTRIA AUSTRIA X X X X X X X X X X X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA VIENNA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA X X X X X X SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI VIENNA MONACO DI BAVIERA AUSTRIA GERMANIA X X X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA BREGENZ BUDAPEST AUSTRIA AUSTRIA UNGHERIA X X X X X X X X X X GALA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. GBS GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. GEBAUDELEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. GEMEINDELEASING GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. GLAMAS BETEILIGUNGSVERWALTUNGS GMBH & CO ALPHA KEG GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT SIMON BESCHRANKT HAFTENDE KOMMANDITGESELLSCHAF GRUNDSTUCKSVERWALTUNG LINZ-MITTE GMBH GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. & CO. KG. GYOR BEVASARLOKOZPONT INGATLANBERUHAZO ES UZEMELTETO KORLATOLT FELELOSSEGU TAESASAG H.F.S. HYPO-FONDSBETEILIGUNGEN FUR SACHWERTE GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIA HERKU LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA AL 31 DICEMBRE 2009 Costo Proporzionale 28 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 Patrimonio netto Consolidamento Costo Stato Proporzionale Città Integrale Tipologia Patrimonio netto Consolidamento Ragione sociale Trattamento nel bilancio Integrale Sede >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 segue: Trattamento nelle segnalazioni prudenziali HOKA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. HONEU LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. HVB - LEASING PLUTO KFT HVB ALTERNATIVE ADVISORS LLC HVB ASIA LIMITED HVB ASSET MANAGEMENT HOLDING GMBH SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA BUDAPEST NEW YORK SINGAPORE MONACO DI BAVIERA AUSTRIA AUSTRIA UNGHERIA U.S.A. SINGAPORE GERMANIA X X X X X X X X X X X X HVB AUTO LEASING EOOD HVB CAPITAL ASIA LIMITED HVB CAPITAL LLC HVB CAPITAL LLC II HVB CAPITAL LLC III HVB CAPITAL LLC VI HVB CAPITAL LLC VIII HVB CAPITAL PARTNERS AG SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOFIA HONG KONG WILMINGTON WILMINGTON WILMINGTON WILMINGTON WILMINGTON MONACO DI BAVIERA BULGARIA CINA U.S.A. U.S.A. U.S.A. U.S.A. U.S.A. GERMANIA X X X X X X X X X X X X X X X X HVB FIERO LEASING OOD HVB FINANCE LONDON LIMITED HVB FUNDING TRUST I HVB FUNDING TRUST II HVB FUNDING TRUST III HVB FUNDING TRUST VIII HVB GESELLSCHAFT FUR GEBAUDE MBH & CO KG SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI SOFIA LONDRA WILMINGTON WILMINGTON WILMINGTON WILMINGTON MONACO DI BAVIERA BULGARIA GRAN BRETAGNA U.S.A. U.S.A. U.S.A. U.S.A. GERMANIA X X X X X X X X X X X X X X HVB GLOBAL ASSETS COMPANY L.P. HVB HONG KONG LIMITED HVB IMMOBILIEN AG SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE NEW YORK HONG KONG MONACO DI BAVIERA U.S.A. CINA GERMANIA X X X X X X HVB INVESTMENTS (UK) LIMITED HVB LEASING CZECH REPUBLIC S.R.O. HVB LEASING MAX INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB LEASING OOD HVB LEASING SLOVAKIA S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE CAYMAN ISLANDS PRAGA BUDAPEST CAYMAN ISLANDS REPUBBLICA CECA UNGHERIA X X X X X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOFIA BRATISLAVA X X X X HVB PROJEKT GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA BULGARIA REPUBBLICA SLOVACCA GERMANIA X X HVB SUPER LEASING EOOD HVB TECTA GMBH SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOFIA MONACO DI BAVIERA BULGARIA GERMANIA X X X X HVB U.S. FINANCE INC. HVB VERWA 4 GMBH SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE NEW YORK MONACO DI BAVIERA U.S.A. GERMANIA X X X X HVB VERWA 4.4 GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X HVB-LEASING AIDA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING ATLANTIS INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING DANTE INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING FIDELIO INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING FORTE INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING GARO KFT HVB-LEASING HAMLET INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING JUPITER KFT HVB-LEASING LAMOND INGATLANHASZNOSITO KFT. HVB-LEASING MAESTOSO INGATLANHASZNOSITO KFT. HVB-LEASING NANO KFT HVB-LEASING OTHELLO INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING ROCCA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING RUBIN KFT. HVB-LEASING SMARAGD KFT. HVB-LEASING SPORT INGATLANHASZNOSITO KOLATPOT FEOEOASSEGU TARSASAG HVB-LEASING ZAFIR KFT. HVZ GMBH & CO. OBJEKT KG SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST BUDAPEST UNGHERIA UNGHERIA X X X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST BUDAPEST BUDAPEST BUDAPEST BUDAPEST UNGHERIA UNGHERIA UNGHERIA UNGHERIA UNGHERIA X X X X X X X X X X SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST BUDAPEST BUDAPEST UNGHERIA UNGHERIA UNGHERIA X X X X X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI BUDAPEST MONACO DI BAVIERA UNGHERIA GERMANIA X X X X HYPOVEREINS IMMOBILIEN EOOD HYPOVEREINSFINANCE N.V. IMMOBILIENLEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. INPROX CHOMUTOV, S.R.O. INPROX KARLOVY VARY, S.R.O. INPROX KLADNO, S.R.O. INPROX POPRAD, SPOL. S.R.O. SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA FINANZIARIE SOFIA AMSTERDAM VIENNA BULGARIA OLANDA AUSTRIA X X X X X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE PRAGA PRAGA PRAGA BRATISLAVA X X X X X X X X INPROX SR I., SPOL. S R.O. SOCIETA FINANZIARIE BRATISLAVA X X INTERKONZUM DOO SARAJEVO SOCIETA FINANZIARIE SARAJEVO X X INTERNATIONALES IMMOBILIEN-INSTITUT GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA REPUBBLICA CECA REPUBBLICA CECA REPUBBLICA CECA REPUBBLICA SLOVACCA REPUBBLICA SLOVACCA BOSNIA AND HERZEGOVINA GERMANIA X X INTRO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. IRFIS - MEDIOCREDITO DELLA SICILIA S.P.A. JAUSERN-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. JOINT STOCK COMMERCIAL BANK FOR SOCIAL DEVELOPMENT UKRSOTSBANK SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE VIENNA PALERMO VIENNA KIEV AUSTRIA ITALIA AUSTRIA UCRAINA X X X X X X X X 29 Costo Proporzionale Patrimonio netto Consolidamento Costo Stato Proporzionale Città Integrale Tipologia Patrimonio netto Consolidamento Ragione sociale Trattamento nel bilancio Integrale Sede segue: Trattamento nelle segnalazioni prudenziali JSC ATF BANK KADMOS IMMOBILIEN LEASING GMBH KINABALU FINANCIAL PRODUCTS LLP KINABALU FINANCIAL SOLUTIONS LTD KUNSTHAUS LEASING GMBH KUTRA GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. LAGERMAX LEASING GMBH LAGEV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LARGO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LASSALLESTRASSE BAU-, PLANUNGS-, ERRICHTUNGS- UND VERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. LEASFINANZ BANK GMBH LEASFINANZ GMBH LEGATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LELEV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LF BETEILIGUNGEN GMBH LIMITED LIABILITY COMPANY B.A. REAL ESTATE LINO HOTEL-LEASING GMBH LIPARK LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LIVA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LOCALMIND SPA LOCAT CROATIA DOO LOWES LIMITED M. A. V. 7., BANK AUSTRIA LEASING BAUTRAGER GMBH & CO.OHG. MARKETING ZAGREBACKE BANKE DOO MBC IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. MENUETT GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. MERKURHOF GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MIT BESCHRANKTER HAFTUNG MEZZANIN FINANZIERUNGS AG MIK BETA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG MIK INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI ALMATY CITY VIENNA LONDRA LONDRA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA KAZAKHSTAN AUSTRIA GRAN BRETAGNA GRAN BRETAGNA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA MOSCA VIENNA VIENNA VIENNA MILANO ZAGABRIA NICOSIA VIENNA ZAGABRIA VIENNA VIENNA AMBURGO AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA RUSSIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA ITALIA CROAZIA CIPRO AUSTRIA CROAZIA AUSTRIA AUSTRIA GERMANIA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X BANCHE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA BUDAPEST AUSTRIA UNGHERIA X X X X SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA UNTERHACHING VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA AUSTRIA GERMANIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA X X X X X X X X X X X X MM OMEGA PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH MOBILITY CONCEPT GMBH MOGRA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. NAGE LOKALVERMIETUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. NATA IMMOBILIEN-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. NO. HYPO LEASING ASTRICTA GRUNDSTUCKVERMIETUNGS GESELLSCHAFT M.B.H. OCT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H OLG HANDELS- UND BETEILIGUNGSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. OLG INDUSTRIEGUTER LEASING GMBH & CO. KG. OOO UNICREDIT LEASING OPEN ACCUMULATIVE PENSIOON FUND OTAN JSC OPEN JOINT STOCK COMPANY UNICREDIT BANK ORESTOS IMMOBILIEN-VERWALTUNGS GMBH SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA AUSTRIA AUSTRIA X X X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA MOSCA ALMATY CITY LUCK MONACO DI BAVIERA AUSTRIA RUSSIA KAZAKHSTAN UCRAINA GERMANIA X X X X X X X X X X PALAIS ROTHSCHILD VERMIETUNGS GMBH & CO OG PARZHOF-ERRICHTUNGS- UND VERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA AUSTRIA AUSTRIA X X X X PAZONYI'98 INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG PEKAO BANK HIPOTECZNY S.A. PEKAO FAKTORING SP. ZOO PEKAO FINANCIAL SERVICES SP. ZOO PEKAO FUNDUSZ KAPITALOWY SP. ZOO PEKAO LEASING HOLDING S.A. PEKAO LEASING SP ZO.O. PEKAO PIONEER P.T.E. SA PELOPS LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. PESTSZENTIMREI SZAKORVOSI RENDELO KFT. PIANA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT (BERMUDA) LIMITED SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA LUBLIN VARSAVIA VARSAVIA VARSAVIA VARSAVIA VARSAVIA VIENNA BUDAPEST VIENNA HAMILTON POLONIA POLONIA POLONIA POLONIA POLONIA POLONIA POLONIA AUSTRIA UNGHERIA AUSTRIA BERMUDA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT LTD PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT SGR PA PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS (ISRAEL) LTD SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE DUBLINO MILANO HERTZELIA PITUACH IRLANDA ITALIA ISRAELE X X X X X X PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS (NEW YORK) LTD PIONEER ASSET MANAGEMENT AS PIONEER ASSET MANAGEMENT S.A.I. S.A. PIONEER ASSET MANAGEMENT SA PIONEER CZECH FINANCIAL COMPANY SRO IN LIQUIDATION PIONEER FUNDS DISTRIBUTOR INC PIONEER GLOBAL ASSET MANAGEMENT SPA SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE DOVER PRAGA BUCAREST LUSSEMBURGO PRAGA BOSTON MILANO U.S.A. REPUBBLICA CECA ROMANIA LUSSEMBURGO REPUBBLICA CECA U.S.A. ITALIA X X X X X X X X X X X X X X AL 31 DICEMBRE 2009 Costo Proporzionale 30 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 Patrimonio netto Consolidamento Costo Stato Proporzionale Città Integrale Tipologia Patrimonio netto Consolidamento Ragione sociale Trattamento nel bilancio Integrale Sede >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 segue: Trattamento nelle segnalazioni prudenziali PIONEER GLOBAL FUNDS DISTRIBUTOR LTD PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (AUSTRALIA) PTY LIMITED PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (HK) LIMITED PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (TAIWAN) LTD. PIONEER GLOBAL INVESTMENTS LIMITED PIONEER INSTITUTIONAL ASSET MANAGEMENT INC PIONEER INVESTMENT COMPANY AS PIONEER INVESTMENT FUND MANAGEMENT LIMITED PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT INC PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT LIMITED PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT LLC PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT SHAREHOLDER SERVICES INC. SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE HAMILTON SYDNEY HONG KONG TAIPEI DUBLINO WILMINGTON PRAGA BUDAPEST WILMINGTON DUBLINO MOSCA BOSTON BERMUDA AUSTRALIA CINA TAIWAN IRLANDA U.S.A. REPUBBLICA CECA UNGHERIA U.S.A. IRLANDA RUSSIA U.S.A. PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT SOC. DI GESTIONE DEL RISPARMIO PER AZ PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT USA INC. PIONEER INVESTMENTS AG PIONEER INVESTMENTS AUSTRIA GMBH PIONEER INVESTMENTS KAPITALANLAGEGESELLSCHAFT MBH SOCIETA FINANZIARIE MILANO ITALIA SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON BERNA VIENNA MONACO DI BAVIERA U.S.A. SVIZZERA AUSTRIA GERMANIA SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X PIONEER PEKAO INVESTMENT FUND COMPANY SA (POLISH NAME: PIONEER PEKAO TFI SA) PIONEER PEKAO INVESTMENT MANAGEMENT SA POMINVEST DD PORTIA GRUNDSTUCKS-VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. OBJEKT KG POSATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. PRELUDE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. PRIM Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. PRIVATE JOINT STOCK COMPANY FERROTRADE INTERNATIONAL PROJEKT-LEASE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA STRUMENTALI VARSAVIA SPLIT MONACO DI BAVIERA POLONIA CROAZIA GERMANIA X X X X X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA VIENNA KIEV VIENNA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA UCRAINA AUSTRIA X X X X X X X X X X PRVA STAMBENA STEDIONICA DD ZAGREB QUADEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. QUART Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. QUERCIA FUNDING SRL QUERCIA SOFTWARE SPA QUINT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H REAL ESTATE MANAGEMENT POLAND SP. Z O.O. REAL-LEASE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE ZAGABRIA VIENNA VIENNA VERONA VERONA VIENNA VARSAVIA VIENNA CROAZIA AUSTRIA AUSTRIA ITALIA ITALIA AUSTRIA POLONIA AUSTRIA X X X X X X X X X X X X X X X X REAL-RENT LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. REGEV REALITATENVERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. RONDO LEASING GMBH RSB ANLAGENVERMIETUNG GESELLSCHAFT M.B.H. RWF REAL - WERT GRUNDSTUCKSVERMIETUNGSGESELLSCHAFTM.B.H. & CO. OBJEKT SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA X X X X X X X X X X S+R INVESTIMENTI E GESTIONI (S.G.R.) SPA SALVATORPLATZ-GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH & CO. OHG VERWALTUNGSZENTRUM SCHOELLERBANK AKTIENGESELLSCHAFT SECA-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SEDEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SEXT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H SHS LEASING GMBH SIA UNICREDIT LEASING SIGMA LEASING GMBH SOFIGERE SOCIETE PAR ACTIONS SIMPLIFIEE SOFIPA SOCIETA' DI GESTIONE DEL RISPARMIO (SGR) S.P.A. SOLOS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. SIRIUS BETEILIGUNGS KG SONATA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. SPECTRUM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI MILANO MONACO DI BAVIERA ITALIA GERMANIA X X X X BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA RIGA VIENNA PARIGI ROMA MONACO DI BAVIERA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA FRANCE ITALIA GERMANIA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA AUSTRIA AUSTRIA X X X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI BERLINO VIENNA AMBURGO VIENNA GERMANIA AUSTRIA GERMANIA AUSTRIA X X X X X X X X X X X X X X SRQ FINANZPARTNER AG STEWE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. STRUCTURED LEASE GMBH TELEDATA CONSULTING UND SYSTEMMANAGEMENT GESELLSCHAFT M.B.H. TERZ Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. TIME TRUCKS LASTWAGEN- UND AUFLIEGER VERMIETUNGS- UND LEASINGGES.M.B.H. TIVOLI GRUNDSTUCKS-AKTIENGESELLSCHAFT SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA AUSTRIA AUSTRIA SOCIETA STRUMENTALI MONACO DI BAVIERA GERMANIA TREDEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. TREUCONSULT BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. TREVI FINANCE N. 2 S.P.A. SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE AUSTRIA AUSTRIA ITALIA TREVI FINANCE N. 3 S.R.L. SOCIETA FINANZIARIE TREVI FINANCE S.P.A. SOCIETA FINANZIARIE UCL NEKRETNINE D.O.O. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA CONEGLIANO (TREVISO) CONEGLIANO (TREVISO) CONEGLIANO (TREVISO) SARAJEVO UFFICIUM IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA 31 ITALIA ITALIA BOSNIA AND HERZEGOVINA AUSTRIA X X X X X X X X X X X X X X Costo Proporzionale Patrimonio netto Consolidamento Costo Stato Proporzionale Città Integrale Tipologia Patrimonio netto Consolidamento Ragione sociale Trattamento nel bilancio Integrale Sede segue: Trattamento nelle segnalazioni prudenziali UNI IT SRL UNICOM IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. UNICREDIT LUXEMBOURG S.A. UNICREDIT (SUISSE) BANK SA UNICREDIT AUDIT SOCIETA' CONSORTILE PER AZIONI UNICREDIT AUTO LEASING E.O.O.D. UNICREDIT BANCA DI ROMA SPA UNICREDIT BANCA SPA UNICREDIT BANCASSURANCE MANAGEMENT & ADMINISTRATION SOCIETA' CONSORTILE A RESPONSABILITA' LIMITATA UNICREDIT BANK AD BANJA LUKA SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA FINANZIARIE BANCHE BANCHE SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA FINANZIARIE BANCHE BANCHE SOCIETA STRUMENTALI LAVIS VIENNA LUSSEMBURGO LUGANO MILANO SOFIA ROMA BOLOGNA MILANO ITALIA AUSTRIA LUSSEMBURGO SVIZZERA ITALIA BULGARIA ITALIA ITALIA ITALIA BANCHE BANJA LUKA UNICREDIT BANK AG BANCHE MONACO DI BAVIERA BOSNIA AND HERZEGOVINA GERMANIA UNICREDIT BANK AUSTRIA AG UNICREDIT BANK CZECH REPUBLIC A.S. UNICREDIT BANK DD BANCHE BANCHE BANCHE VIENNA PRAGA MOSTAR UNICREDIT BANK HUNGARY ZRT. UNICREDIT BANK IRELAND PLC UNICREDIT BANK SERBIA JSC UNICREDIT BANK SLOVAKIA AS BANCHE BANCHE BANCHE BANCHE BUDAPEST DUBLINO BELGRADO BRATISLAVA UNICREDIT BANKA SLOVENIJA D.D. UNICREDIT BPC MORTGAGE S.R.L. UNICREDIT BULBANK AD UNICREDIT BUSINESS PARTNER GMBH UNICREDIT BUSINESS PARTNER S.R.O. UNICREDIT BUSINESS PARTNER SOCIETA' CONSORTILE PER AZIONI BANCHE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA STRUMENTALI LUBIANA VERONA SOFIA VIENNA PRAGA COLOGNO MONZESE UNICREDIT CA IB ROMANIA SRL UNICREDIT CAIB AG UNICREDIT CAIB CZECH REPUBLIC AS UNICREDIT CAIB HUNGARY LTD UNICREDIT CAIB POLAND S.A. UNICREDIT CAIB SECURITIES UK LTD. UNICREDIT CAIB SERBIA LTD BELGRADE UNICREDIT CAIB SLOVAKIA, A.S. SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BUCAREST VIENNA PRAGA BUDAPEST VARSAVIA LONDRA BELGRADO BRATISLAVA UNICREDIT CAIB SLOVENIJA DOO UNICREDIT CAIB UK LTD. IN LIQUIDATION UNICREDIT CAPITAL MARKETS INC. UNICREDIT CONSUMER FINANCING AD UNICREDIT CONSUMER FINANCING IFN S.A. UNICREDIT CORPORATE BANKING SPA UNICREDIT CREDIT MANAGEMENT BANK SPA UNICREDIT CREDIT MANAGEMENT IMMOBILIARE S.P.A. UNICREDIT DELAWARE INC UNICREDIT FACTORING PENZUGYI SZOLGALTATO ZRT UNICREDIT FACTORING EAD UNICREDIT FACTORING SPA UNICREDIT FAMILY FINANCING BANK SPA UNICREDIT FLEET MANAGEMENT S.R.O. UNICREDIT FLEET MANAGEMENT S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE BANCHE SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE LUBIANA LONDRA NEW YORK SOFIA BUCAREST VERONA VERONA ROMA DOVER BUDAPEST SOFIA MILANO MILANO PRAGA BRATISLAVA UNICREDIT GARAGEN ERRICHTUNG UND VERWERTUNG GMBH UNICREDIT GLOBAL INFORMATION SERVICES SOCIETA CONSORTILE PER AZIONI UNICREDIT GLOBAL LEASING EXPORT GMBH UNICREDIT GLOBAL LEASING PARTICIPATION MANAGEMENT GMBH SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X AUSTRIA REPUBBLICA CECA BOSNIA AND HERZEGOVINA UNGHERIA IRLANDA SERBIA REPUBBLICA SLOVACCA SLOVENIA ITALIA BULGARIA AUSTRIA REPUBBLICA CECA ITALIA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X VIENNA MILANO ROMANIA AUSTRIA REPUBBLICA CECA UNGHERIA POLONIA GRAN BRETAGNA SERBIA REPUBBLICA SLOVACCA SLOVENIA GRAN BRETAGNA U.S.A. BULGARIA ROMANIA ITALIA ITALIA ITALIA U.S.A. UNGHERIA BULGARIA ITALIA ITALIA REPUBBLICA CECA REPUBBLICA SLOVACCA AUSTRIA ITALIA SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA AUSTRIA AUSTRIA X X X X UNICREDIT INGATLANLIZING ZRT UNICREDIT INTERNATIONAL BANK (LUXEMBOURG) SA UNICREDIT IRELAND FINANCIAL SERVICES LTD (IN LIQUIDATION) UNICREDIT JELZALOGBANK ZRT. UNICREDIT KFZ LEASING GMBH UNICREDIT LEASING (AUSTRIA) GMBH UNICREDIT LEASING AD UNICREDIT LEASING AVIATION GMBH UNICREDIT LEASING BAUTRAGER GMBH UNICREDIT LEASING CORPORATION IFN S.A. UNICREDIT LEASING CROATIA D.O.O. ZA LEASING UNICREDIT LEASING CZ, A.S. UNICREDIT LEASING D.O.O. SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST LUSSEMBURGO DUBLINO BUDAPEST VIENNA VIENNA SOFIA AMBURGO VIENNA BUCAREST ZAGABRIA PRAGA SARAJEVO X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X UNICREDIT LEASING FINANCE GMBH UNICREDIT LEASING FLEET MANAGEMENT S.R.L. UNICREDIT LEASING FUHRPARKMANAGEMENT GMBH BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA' FINANZIARIA AMBURGO BUCAREST VIENNA UNGHERIA LUSSEMBURGO IRLANDA UNGHERIA AUSTRIA AUSTRIA BULGARIA GERMANIA AUSTRIA ROMANIA CROAZIA REPUBBLICA CECA BOSNIA AND HERZEGOVINA GERMANIA ROMANIA AUSTRIA X X X X X X X X X X AL 31 DICEMBRE 2009 Costo Proporzionale 32 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 Patrimonio netto Consolidamento Costo Stato Proporzionale Città Integrale Tipologia Patrimonio netto Consolidamento Ragione sociale Trattamento nel bilancio Integrale Sede >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 segue: Trattamento nelle segnalazioni prudenziali X X X X X X X X X X X X X X BELGRADO KIEV BUDAPEST LUBIANA LONDRA VIENNA LUSSEMBURGO ROMA ROMA VIENNA KIEV VIENNA VIENNA TORINO VERONA GENOVA BELGRADO NICOSIA VIENNA BUCAREST VIENNA BUDAPEST BUDAPEST BUDAPEST GERMANIA UNGHERIA UNGHERIA UNGHERIA UNGHERIA UNGHERIA REPUBBLICA SLOVACCA ROMANIA ITALIA REPUBBLICA SLOVACCA SERBIA UCRAINA UNGHERIA SLOVENIA GRAN BRETAGNA AUSTRIA LUSSEMBURGO ITALIA ITALIA AUSTRIA UCRAINA AUSTRIA AUSTRIA ITALIA ITALIA ITALIA SERBIA CIPRO AUSTRIA ROMANIA AUSTRIA UNGHERIA UNGHERIA UNGHERIA SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST BUDAPEST UNGHERIA UNGHERIA X X X X SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA STRUMENTALI BUDAPEST NEWARK NEWARK NEWARK NEWARK DOVER DOVER DELAWARE DELAWARE TORINO SARAJEVO X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X VANDERBILT CAPITAL ADVISORS LLC VAPE COMMUNA LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H. WEALTH MANAGEMENT CAPITAL HOLDING GMBH SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON VIENNA MONACO DI BAVIERA UNGHERIA U.S.A. U.S.A. U.S.A. U.S.A. U.S.A. U.S.A. U.S.A. U.S.A. ITALIA BOSNIA AND HERZEGOVINA U.S.A. AUSTRIA GERMANIA X X X X X X WEALTHCAP INITIATOREN GMBH WEALTHCAP INVESTORENBETREUUNG GMBH SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE AMBURGO MONACO DI BAVIERA GERMANIA GERMANIA X X X X WEALTHCAP PEIA MANAGEMENT GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X WEALTHCAP REAL ESTATE MANAGEMENT GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X WOM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. XELION DORADCY FINANSOWI SP. ZOO Z LEASING ALFA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING ARKTUR IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING AURIGA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING CORVUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING DORADO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING DRACO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING GAMA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING GEMINI IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING HEBE IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING HERCULES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VARSAVIA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA AUSTRIA POLONIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X Z LEASING IPSILON IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING ITA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE VIENNA VIENNA AUSTRIA AUSTRIA X X X X UNICREDIT LEASING GMBH UNICREDIT LEASING HUNGARY ZRT UNICREDIT LEASING IMMOTRUCK ZRT. UNICREDIT LEASING KFT UNICREDIT LEASING LUNA KFT UNICREDIT LEASING MARS KFT UNICREDIT LEASING REAL ESTATE S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE AMBURGO BUDAPEST BUDAPEST BUDAPEST BUDAPEST BUDAPEST BRATISLAVA UNICREDIT LEASING ROMANIA IFN S.A. UNICREDIT LEASING S.P.A. UNICREDIT LEASING SLOVAKIA A.S. SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BUCAREST BOLOGNA BRATISLAVA UNICREDIT LEASING SRBIJA D.O.O. BEOGRAD UNICREDIT LEASING TOB UNICREDIT LEASING URANUS KFT UNICREDIT LEASING, LEASING, D.O.O. UNICREDIT LONDON INVESTMENTS LIMITED UNICREDIT LUNA LEASING GMBH UNICREDIT LUXEMBOURG FINANCE SA UNICREDIT MEDIOCREDITO CENTRALE S.P.A. UNICREDIT MERCHANT S.P.A. UNICREDIT MOBILIEN LEASING GMBH UNICREDIT PARTNER LLC UNICREDIT PEGASUS LEASING GMBH UNICREDIT POLARIS LEASING GMBH UNICREDIT PRIVATE BANKING SPA UNICREDIT REAL ESTATE ADVISORY SRL UNICREDIT REAL ESTATE SOCIETA' CONSORTILE PER AZIONI UNICREDIT RENT D.O.O. BEOGRAD UNICREDIT SECURITIES INTERNATIONAL LIMITED UNICREDIT TECHRENT LEASING GMBH UNICREDIT TIRIAC BANK S.A. UNICREDIT ZEGA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. UNICREDIT-LEASING HOMONNA INGATLNHASZNOSITO KFT UNICREDIT-LEASING HOSPES KFT UNICREDIT-LEASING MIDAS INGATLANHASZNOSITO KARLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG UNICREDIT-LEASING NEPTUNUS KFT UNICREDIT-LEASING ORION INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG UNICREDIT-LEASING SATURNUS KFT UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST I UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST II UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST III UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST IV UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC I UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC II UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC III UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC IV UNIMANAGEMENT SRL UPI POSLOVNI SISTEM DOO SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE ALTRE SOCIETA SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA STRUMENTALI SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE 33 X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X Costo Proporzionale Patrimonio netto Consolidamento Costo Stato Proporzionale Città Integrale Tipologia Patrimonio netto Consolidamento Ragione sociale Trattamento nel bilancio Integrale Sede segue: Trattamento nelle segnalazioni prudenziali X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X Z LEASING JANUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING KALLISTO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING KAPA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING LYRA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING NEREIDE IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING OMEGA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING PERSEUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING POLLUX IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING RIGEL IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING SCORPIUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING SIRIUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING TAURUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING VENUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING VOLANS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. ZAGREB NEKRETNINE DOO ZAGREBACKA BANKA DD ZANE BH DOO SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI BANCHE SOCIETA STRUMENTALI VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA VIENNA ZAGABRIA ZAGABRIA SARAJEVO ZAO IMB-LEASING ZAO LOCAT LEASING RUSSIA ZAO UNICREDIT BANK ZB INVEST DOO INFORMATIONS-TECHNOLOGIE AUSTRIA GMBH KOC FINANSAL HIZMETLER AS ORBIT ASSET MANAGEMENT LIMITED STICHTING CUSTODY SERVICES KBN UNICREDIT MENKUL DEGERLER AS YAPI KREDI AZERBAIJAN YAPI KREDI BANK NEDERLAND NV YAPI KREDI FAKTORING AS YAPI KREDI FINANSAL KIRALAMA AO YAPI KREDI HOLDING BV YAPI KREDI MOSCOW YAPI KREDI PORTFOY YONETIMI AS YAPI KREDI YATIRIM MENKUL DEGERLER AS YAPI KREDI YATIRIM ORTAKLIGI AS YAPI VE KREDI BANKASI AS A&T-PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. POTSDAMER PLATZ BERLIN KG ACIS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. OBERBAUM CITY KG ACIS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. PARKKOLONNADEN KG ACIS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. STUTTGART KRONPRINZSTRASSE KG AGROB IMMOBILIEN AG AIRPLUS AIR TRAVEL CARD VERTRIEBSGESELLSCHAFT M.B.H. ALLIANZ ZB D.O.O. DRUSTVO ZA UPRAVLJANJE DOBROVOLJNIM ALLIANZ ZB D.O.O. DRUSTVO ZA UPRAVLJANJIE OBVEZNIM ARGENTAURUS IMMOBILIEN-VERMIETUNGS- UND VERWALTUNGS GMBH SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA' STRUMENTALE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE BANCHE ALTRE SOCIETA MOSCA MOSCA MOSCA ZAGABRIA VIENNA ISTANBUL HAMILTON AMSTERDAM ISTANBUL BAKU AMSTERDAM ISTANBUL ISTANBUL AMSTERDAM MOSCA BARBAROS ISTANBUL ISTANBUL ISTANBUL MONACO DI BAVIERA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA CROAZIA CROAZIA BOSNIA AND HERZEGOVINA RUSSIA RUSSIA RUSSIA CROAZIA AUSTRIA TURCHIA BERMUDA OLANDA TURCHIA AZERBAIJAN OLANDA TURCHIA TURCHIA OLANDA RUSSIA TURCHIA TURCHIA TURCHIA TURCHIA GERMANIA ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA ALTRE SOCIETA BANCHE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE ALTRE SOCIETA ISMANING VIENNA ZAGABRIA ZAGABRIA MONACO DI BAVIERA GERMANIA AUSTRIA CROAZIA CROAZIA GERMANIA ARRONDA IMMOBILIENVERWALTUNGS GMBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA ARTIST MARKETING ENTERTAINMENT GMBH ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA ATLANTERRA IMMOBILIENVERWALTUNGS GMBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA AUFBAU DRESDEN GMBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA AVIVA SPA SOCIETA' ASSICURATIVA (dedotta dal patrimonio di vigilanza) ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA MILANO ITALIA VIENNA VIENNA VIENNA AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA X X X X X X ALTRE SOCIETA BANCHE BANCHE ALTRE SOCIETA BANCHE ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA VIENNA INNSBRUCK GINEVRA LUCK KLAGENFURT AMBURGO AMBURGO AUSTRIA AUSTRIA SVIZZERA UCRAINA AUSTRIA GERMANIA GERMANIA X X X X X X X X X ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA SOCIETA' ASSICURATIVA (dedotta dal patrimonio di vigilanza) ALTRE SOCIETA SOCIETA FINANZIARIE ALTRE SOCIETA AMBURGO ROMA VIENNA MILANO GERMANIA ITALIA AUSTRIA ITALIA X X X X X AWT HANDELS GESELLSCHAFT M.B.H. AWT INTERNATIONAL TRADE AG BA-CA INFRASTRUCTURE FINANCE ADVISORY GMBH BA-CA WIEN MITTE HOLDING GMBH BANK FUR TIROL UND VORARLBERG AKTIENGESELLSCHAFT BANQUE DE COMMERCE ET DE PLACEMENTS SA BDK CONSULTING BKS BANK AG (EHEM.BANK FUR KARNTEN UND STEIERMARK AG) BLUE CAPITAL EQUITY MANAGEMENT GMBH BLUE CAPITAL EUROPA IMMOBILIEN GMBH & CO. ACHTE OBJEKTE GROBRITANNIEN KG BLUE CAPITAL USA IMMOBILIEN VERWALTUNGS GMBH BOX 2004 S.P.A. CA IMMOBILIEN ANLAGEN AKTIENGESELLSCHAFT CAPITALIA ASSICURAZIONI S.P.A. CENTAR KAPTOL DOO CENTRAL POLAND FUND LLC CHRISTOPH REISEGGER GESELLSCHAFT M.B.H. ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X GERMANIA X X X X X X X X X X X CROAZIA U.S.A. AUSTRIA X X X X X X X 34 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 Costo Proporzionale X X X X X X X X X X X X X X X X ZAGABRIA DELAWARE VIENNA Patrimonio netto Consolidamento Costo Stato Proporzionale Città Integrale Tipologia Patrimonio netto Consolidamento Ragione sociale Trattamento nel bilancio Integrale Sede >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 segue: Trattamento nelle segnalazioni prudenziali CNP UNICREDIT VITA S.P.A. SOCIETA' ASSICURATIVA (dedotta dal patrimonio di vigilanza) ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA SOCIETA' ASSICURATIVA (dedotta dal patrimonio di vigilanza) SOCIETA' ASSICURATIVA (dedotta dal patrimonio di vigilanza) ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ROMA VARSAVIA MONACO DI BAVIERA ITALIA POLONIA GERMANIA ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA VIENNA BERLINO BIELEFELD AUSTRIA GERMANIA GERMANIA ERSTE UNIPRO IMMOBILIEN-PROJEKTIERUNGSGESELLSCHAFTM.B.H. ALTRE SOCIETA BERLINO GERMANIA EUROPROGETTI & FINANZA S.P.A. IN LIQUIDAZIONE FIDIA SGR SPA G.B.S. - GENERAL BROKER SERVICE S.P.A. GIMMO IMMOBILIEN-VERMIETUNGS- UND VERWALTUNGS GMBH SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ROMA MILANO ROMA MONACO DI BAVIERA ITALIA ITALIA ITALIA GERMANIA GOLF- UND COUNTRY CLUB SEDDINER SEE IMMOBILIEN GMBH GROSSKUGEL IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA BERLINO MONACO DI BAVIERA GERMANIA GERMANIA GRUNDSTUCKSAKTIENGESELLSCHAFT AM POTSDAMER PLATZ (HAUS VATERLAND) GRUWA GRUNDBAU UND WASSERBAU GMBH H.F.S. IMMOBILIENFONDS GMBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA BERLINO MONACO DI BAVIERA GERMANIA GERMANIA X X X X ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA VARSAVIA MONACO DI BAVIERA POLONIA GERMANIA X X X X ALTRE SOCIETA X X X X X X X X X X X X X X X X X X COMPAGNIA ITALPETROLI S.P.A. CONSORZIO SE.TEL. SERVIZI TELEMATICI IN LIQUIDAZIONE CREDITRAS ASSICURAZIONI SPA CREDITRAS VITA SPA DA VINCI S.R.L. DBC SP. ZOO DELPHA IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. GROSSKUGEL BAUABSCHNITT ALPHA MANAGEMENT KG DELPHA IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. GROSSKUGEL BAUABSCHNITT BETA MANAGEMENT KG DELPHA IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. GROSSKUGEL BAUABSCHNITT GAMMA MANAGEMENT KG DIRANA LIEGENSCHAFTSVERWERTUNGSGESELLSCHAFT MBH DRITTE UNIPRO IMMOBILIEN-PROJEKTIERUNGSGES.M.B.H. ENDERLEIN & CO. GMBH MILANO ITALIA ROMA NAPOLI MILANO ITALIA ITALIA ITALIA MILANO ITALIA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X HOLDING SP.Z.O.O. HYPO-BANK VERWALTUNGSZENTRUM GMBH & CO. KG OBJEKT ARABELLASTRASSE HYPO-REAL HAUS- & GRUNDBESITZ GESELLSCHAFT MBH & CO. 1. VERMIETUNGS KG HYPO-REAL HAUS- & GRUNDBESITZGESELLSCHAFT DES BURGERLICHEN RECHTS NR. 1 I-FABER SPA IMMOBILIENFONDS UNIVERSALE 4 GBR IMMOBILIENFONDS UNIVERSALE WITTENBERGE GBR ISB UNIVERSALE BAU GMBH ISTRA D.M.C. DOO MONACO DI BAVIERA GERMANIA ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA MILANO BERLINO BERLINO BRANDENBURGO UMAG ITALIA GERMANIA GERMANIA GERMANIA CROAZIA INTERRA GESELLSCHAFT FUR IMMOBILIENVERWALTUNG MBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA IPSE 2000 S.P.A. ISTRATURIST UMAG, HOTELIJERSTVO TURIZAM I TURISTICKA AGENCIJA DD JOHA GEBAUDE-ERRICHTUNGS-UND VERMIETUNGSGESELLSCHAFT MBH KHR PROJEKTENTWICKLUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. OBJEKT BORNITZSTRASSE I KG KRAJOWA IZBA ROZLICZENIOWA SA LLC UKROTSBUD MALGARA FINANZIARIA SRL MC MARKETING GMBH MC RETAIL GMBH ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ROMA UMAG ITALIA CROAZIA ALTRE SOCIETA LEONDING AUSTRIA ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA SOCIETA FINANZIARIE ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA VARSAVIA KIEV TREVISO VIENNA VIENNA POLONIA UCRAINA ITALIA AUSTRIA AUSTRIA X X X X X MEDIOBANCA BANCA DI CREDITO FINANZIARIO SPA MOC VERWALTUNGS GMBH & CO. IMMOBILIEN KG BANCHE ALTRE SOCIETA MILANO MONACO DI BAVIERA ITALIA GERMANIA X MOLL HOLDING GESELLSCHAFT MBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA MY BETEILIGUNGS GMBH NOTARTREUHANDBANK AG NUOVA TEATRO ELISEO S.P.A. NXP CO-INVESTMENT PARTNERS VIII L.P. OAK RIDGE INVESTMENT LLC OBERBANK AG OESTERREICHISCHE CLEARINGBANK AG OESTERREICHISCHE KONTROLLBANK AKTIENGESELLSCHAFT OMNIA GRUNDSTUCKS-GMBH & CO. OBJEKT OSTRAGEHEGE KG ALTRE SOCIETA BANCHE ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA SOCIETA FINANZIARIE BANCHE BANCHE BANCHE ALTRE SOCIETA VIENNA VIENNA ROMA LONDRA WILMINGTON LINZ VIENNA VIENNA MONACO DI BAVIERA AUSTRIA AUSTRIA ITALIA GRAN BRETAGNA U.S.A. AUSTRIA AUSTRIA AUSTRIA GERMANIA OSTERREICHISCHE HOTEL- UND TOURISMUSBANK GESELLSCHAFT M.B.H. OTHMARSCHEN PARK HAMBURG GMBH & CO. CENTERPARK KG BANCHE VIENNA AUSTRIA ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA OTHMARSCHEN PARK HAMBURG GMBH & CO. GEWERBEPARK KG ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA PAYLIFE BANK GMBH PEKAO TELECENTRUM SP. ZOO PIRELLI PEKAO REAL ESTATE SP. Z O.O. PMG BAUPROJEKTMANAGEMENT GESELLSCHAFT M.B.H. FINANZIERUNGS OEG PLANETHOME AG PLANETHOME GMBH BANCHE ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA VIENNA CRACOVIA VARSAVIA VIENNA AUSTRIA POLONIA POLONIA AUSTRIA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA UNTERFOHRING MANNHEIM GERMANIA GERMANIA X X X X RAMIUS LLC RANA-LIEGENSCHAFTSVERWERTUNG GMBH RONCASA IMMOBILIEN-VERWALTUNGS GMBH SOCIETA FINANZIARIE ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA NEW YORK VIENNA MONACO DI BAVIERA U.S.A. AUSTRIA GERMANIA X X X X X S.S.I.S. - SOCIETA SERVIZI INFORMATICI SAMMARINESE SPA ALTRE SOCIETA BORGO MAGGIORE SAN MARINO X 35 X X Costo Proporzionale X X & CO Patrimonio netto Consolidamento Costo Stato Proporzionale Città Integrale Tipologia Patrimonio netto Consolidamento Ragione sociale Trattamento nel bilancio Integrale Sede segue: Trattamento nelle segnalazioni prudenziali SE.TE.SI. SERVIZI TELEMATICI SICILIANI S.P.A. SIRIUS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA PALERMO MONACO DI BAVIERA ITALIA GERMANIA X SOCIETA' GESTIONE PER IL REALIZZO SPA IN LIQUIDAZIONE SOLARIS VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. VERMIETUNGS KG ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ROMA MONACO DI BAVIERA ITALIA GERMANIA X X X SVILUPPO GLOBALE GEIE T & P FRANKFURT DEVELOPMENT B.V. T & P VASTGOED STUTTGART B.V. TERRENO GRUNDSTUCKSVERWALTUNG GMBH & CO. ENTWICKLUNGSUND FINANZIERUNGSVERMITTLUNGS-KG TORRE SGR S.P.A. UIB UNIVERSALE BAU HOLDING GESELLSCHAFT M.B.H. UNICREDIT (SUISSE) TRUST SA UNICREDIT (U.K.) TRUST SERVICES LTD UNICREDIT AUDIT (IRELAND) LTD UNICREDIT TURN-AROUND MANAGEMENT GMBH UNIVERSALE BUCHHOLZ GBR UNIVERSALE INTERNATIONAL REALITATEN GMBH UNIVERSALE INTERNATIONAL GESELLSCHAFT M.B.H. UNIVERSALE INTERNATIONAL POLAND SP.ZO.O. UNIVERSALE INTERNATIONAL PROJEKTMANAGEMENT GMBH UNIVERSALE INTERNATIONAL PROJEKTSZERVEZESI KFT. UNIVERSALE INTERNATIONAL SPOL S.R.O., PRAG V.M.G. VERMIETUNGSGESELLSCHAFT MBH ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ROMA AMSTERDAM AMSTERDAM MONACO DI BAVIERA ITALIA OLANDA OLANDA GERMANIA X X X X X X X SOCIETA FINANZIARIE ALTRE SOCIETA SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA STRUMENTALI ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ROMA BRANDENBURGO LUGANO LONDRA DUBLINO VIENNA BERLINO VIENNA VIENNA VARSAVIA BERLINO BUDAPEST PRAGA MONACO DI BAVIERA ITALIA GERMANIA SVIZZERA GRAN BRETAGNA IRLANDA AUSTRIA GERMANIA AUSTRIA AUSTRIA POLONIA GERMANIA UNGHERIA REPUBBLICA CECA GERMANIA X X X X X X X X X X X X X X X WED DONAU- CITY GMBH ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X WED HOLDING GESELLSCHAFT M.B.H. WED WIENER ENTWICKLUNGSGESELLSCHAFT FUR DEN DONAURAUM AKTIENGESELLSCHAFT YAPI KREDI EMEKLILIK AS ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA VIENNA VIENNA AUSTRIA AUSTRIA X X X X ISTANBUL TURCHIA ISTANBUL ISTANBUL TURCHIA TURCHIA ZABA TURIZAM DOO ZETA FUNF HANDELS GMBH ZWEITE UNIPRO IMMOBILIEN-PROJEKTIERUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA' ASSICURATIVA (dedotta dal patrimonio di vigilanza) SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA' ASSICURATIVA (dedotta dal patrimonio di vigilanza) ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ZAGABRIA VIENNA BERLINO CROAZIA AUSTRIA GERMANIA ALTUS ALPHA ARABELLA FINANCE LTD. BA-CA LEASING VERSICHERUNGSSERVICE GMBH BAVARIA UNIVERSAL FUNDING CORP.(BUFCO) BLACK FOREST FUNDING CORP. EUROPEAN-OFFICE-FOND ALTRE SOCIETA SOCIETA FINANZIARIE ALTRE SOCIETA SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE DUBLINO DUBLINO VIENNA DELAWARE DELAWARE MONACO DI BAVIERA IRLANDA JERSEY AUSTRIA U.S.A. U.S.A. GERMANIA GEMMA VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. VERMIETUNGS KG ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA GELDILUX-TS-2005 S.A. SOCIETA FINANZIARIE LUSSEMBURGO GELDILUX-TS-2007 S.A. SOCIETA FINANZIARIE GELDILUX-TS-2008 S.A. SOCIETA FINANZIARIE GELDILUX-TS-2009 S.A. SOCIETA FINANZIARIE GRAND CENTRAL FUNDING H.F.S. LEASINGFONDS DEUTSCHLAND 7 GMBH & CO. KG ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA CITTA' DEL LUSSEMBURGO CITTA' DEL LUSSEMBURGO CITTA' DEL LUSSEMBURGO CITTA' DEL LUSSEMBURGO NEW YORK MONACO DI BAVIERA H.F.S. LEASINGFONDS DEUTSCHLAND 1 GMBH & CO. KG (IMMOBILIENLEASING) MARTIANEZ COMERCIAL, SOCIEDAD ANONIMA ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA ALTRE SOCIETA PUERTO DE LA CRUZ SPAGNA OCEAN BREEZE ENERGY GMBH & CO. KG ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA OCEAN BREEZE FINANCE S.A. SOCIETA FINANZIARIE LUSSEMBURGO PENSIONSKASSE DER HYPO VEREINSBANK VVAG ALTRE SOCIETA CITTA' DEL LUSSEMBURGO MONACO DI BAVIERA GERMANIA REDSTONE ROSENKAVALIER 2008 GMBH SOCIETA FINANZIARIE SOCIETA FINANZIARIE LONDRA MONACO DI BAVIERA SALOME FUNDING LTD. SIA UNICREDIT INSURANCE BROKER SOFIMMOCENTRALE S.A. SVIF UKRSOTSBUD TENDER OPTION BONDS UNICREDIT BROKER DOO SARAJEVO ZA BROKERSKE POSLOVE U OSIGURANJU UNICREDIT BROKER S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA DUBLINO RIGA BRUSSEL KIEV NEW YORK SARAJEVO ALTRE SOCIETA BRATISLAVA UNICREDIT FUGGETLEN BIZTOSITASKOZVETITO KFT UNICREDIT GLOBAL LEASING VERSICHERUNGSSERVICE GMBH UNICREDIT INSURANCE BROKER EOOD UNICREDIT INSURANCE BROKER SRL UNICREDIT LEASING VERSICHERUNGSSERVICE GMBH & CO KG UNICREDIT PARTNER D.O.O UNICREDIT PARTNER D.O.O BEOGRAD UNICREDIT POIJIST'OVACI MAKLERSKA SPOL. S R.O. UNICREDIT ZAVAROVALNO ZASTOPINSKA DRUZBA DOO ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA ALTRE SOCIETA BUDAPEST VIENNA SOFIA BUCAREST VIENNA ZAGABRIA BELGRADO PRAGA LUBIANA YAPI KREDI KORAY GAYRIMENKUL YATIRIM ORTAKLIGI AS YAPI KREDI SIGORTA AS X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X GRAN BRETAGNA LUSSEMBURGO X X X X IRLANDA LITUANIA BELGIO UCRAINA U:S:A: BOSNIA AND HERZEGOVINA REPUBBLICA SLOVACCA UNGHERIA AUSTRIA BULGARIA ROMANIA AUSTRIA CROAZIA SERBIA REPUBBLICA CECA SLOVENIA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X U.S.A. GERMANIA 36 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 Costo Proporzionale X X X LUSSEMBURGO Patrimonio netto Consolidamento Costo Stato Proporzionale Città Integrale Tipologia Patrimonio netto Consolidamento Ragione sociale Trattamento nel bilancio Integrale Sede >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 3 Tavola 3 – Composizione del patrimonio di vigilanza Informativa qualitativa Strumenti di capitale inclusi nel patrimonio di primo livello (Tier 1) importo computato nel patrimonio di vigilanza (Eur/migliaia) 530.780 276.167 750.000 304.262 357.598 506.943 749.949 299.765 200.000 187.422 101.340 124.948 187.744 data scadenza perpetual perpetual perpetual perpetual 31-dic-50 perpetual 31-dic-50 7-giu-11 7-giu-11 30-giu-31 13-ott-36 22-ott-31 31-dic-31 Decorrenza della facoltà di rimborso anticipato ott-10 ott-10 ott-15 ott-15 giu-18 mar-12 dic-19 (°) (°) giu-29 ott-34 ott-29 dic-29 10y CMS (°°) +0,10%, cap 8,00 % perpetual ott-11 EUR 245 244.777 no no no 10y CMS (°°) +0,15%, cap 8,00 % perpetual mar-12 EUR 147 145.179 no no no tasso di interesse 8,05% 9,20% 4,03% 5,40% 8,59% 7,055% 8,125% 12m L + 1,25% 12m L + 1,25% 8,741% 7,76% 9,00% 3,50% importo in valuta originaria (milioni) EUR 540 USD 450 EUR 750 GBP 300 GBP 350 EUR 600 EUR 750 EUR 300 EUR 200 USD 300 GBP 100 USD 200 JPY 25.000 TOTALE (°) non è prevista la facoltà di rimborso anticipato del prestito (°°) Constant Maturity Swap step-up sì sì sì sì sì sì sì no no no no no no possibilità di non corrispondere gli interessi sì sì sì sì sì no no no no sì sì sì sì emissione tramite società veicolo controllata sì sì sì sì sì sì no no no sì sì sì sì 4.966.874 Patrimonio di secondo livello (Tier 2) - emissioni di strumenti ibridi di capitalizzazione di importo superiore al 10% del totale degli stessi importo computato nel Decorrenza della patrimonio di possibilità di non tasso di data facoltà di rimborso vigilanza corrispondere gli importo in valuta interesse scadenza anticipato (Eur/migliaia) step-up interessi originaria (milioni) 3,95% 1-feb-16 non applicabile EUR non applicabile Sì (°) 900 890.008 5,00% 1-feb-16 non applicabile GBP non applicabile Sì (°) 450 506.092 6,70% 5-giu-18 non applicabile EUR non applicabile Sì (°) 1.000 998.462 6,10% 28-feb-12 non applicabile EUR non applicabile Sì (°) 500 498.669 (°) -- in caso di mancati dividendi il pagamento degli interessi è "sospeso" (deferral of interest) -- in caso si registrano perdite tali da ridurre il capitale sociale e le riserve al di sotto della soglia minima prevista da Banca d'Italia per l'esercizio dell'attività bancaria, l'ammontare nominale e gli interessi delle obbligazioni vengono ridotti proporzionalmente. Patrimonio di terzo livello Non sussistono elementi da segnalare nel presente punto. 37 Informativa quantitativa Composizione del patrimonio di vigilanza PATRIMONIO DI VIGILANZA A. 31.12.2009 31.12.2008 Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali A.1 Elementi positivi del patrimonio di base: A.1.1 - Capitale 8.735.405 7.120.979 A.1.2 - Sovrapprezzi di emissione 38.338.920 35.911.729 A.1.3 - Riserve 15.052.546 11.069.255 A.1.4 - Strumenti non innovativi di capitale 1.491.175 1.564.127 A.1.5 - Strumenti innovativi di capitale 3.475.699 2.893.760 A.1.6 - Utile del periodo 1.326.502 4.555.336 A.2 Elementi negativi: A.2.1 - Azioni o quote proprie A.2.2 - Avviamento A.2.3 - Altre immobilizzazioni immateriali A.2.4 - Perdita del periodo A.2.5 - Altri elementi negativi: -6.019 -6.325 -22.029.201 -20.689.177 -4.150.675 -4.339.602 * Rettifiche di valore di vigilanza relative al portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza * Altri B. Filtri prudenziali del patrimonio di base B.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) B.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A+B) D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base E. Totale del patrimonio di base (TIER 1) (C-D) F. -875.106 -1.453.169 41.359.246 36.626.913 2.325.299 1.784.288 39.033.947 34.842.625 Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali F.1 Elementi positivi del patrimonio supplementare: F.1.1 - Riserve da valutazione di attività materiali F.1.2 - Riserve da valutazione di titoli disponibili per la vendita F.1.3 - Strumenti non innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base F.1.4 - Strumenti innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base F.1.5 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione F.1.6 - Passività subordinate di 2° livello F.1.7 - Eccedenza rettifiche di valore complessive rispetto alle perdite attese F.1.8 - Plusvalenze nette su partecipazioni F.1.9 F.2 G.1 G.2 3.915.367 4.143.189 15.507.852 18.313.456 277.863 277.545 -970.535 -771.640 Elementi negativi: F.2.1 - Minusvalenze nette su partecipazioni F.2.2 - Crediti F.2.3 G. - Altri elementi positivi 191.800 - Altri elementi negativi Filtri prudenziali del patrimonio supplementare Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) -95.900 H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G) I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare 2.325.299 1.784.288 L. Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H-I) 16.501.148 20.178.262 M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare N. Patrimonio di vigilanza (E+L-M) O. Patrimonio di terzo livello (TIER 3) P Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N+O) 18.826.447 21.962.550 1.163.273 1.067.940 54.371.822 53.952.947 54.371.822 591.494 54.544.441 Alcuni valori al 31 dicembre 2008 sono stati riclassificati per una migliore comparabilità. Il patrimonio di vigilanza al 31 dicembre 2008 è stato modificato a seguito dell’attribuzione a patrimonio supplementare della quota di riserva di traslazione cambi afferente gli investimenti netti esteri, il ricomputo delle deduzioni per variazioni di “fair value” dovute a cambiamenti del proprio merito creditizio e il ricalcolo della componente infragruppo dei prestiti subordinati. 38 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 3 Dettaglio Elementi da dedurre (50% Patrimonio di base - 50% Patrimonio supplementare) 31.12.2009 Partecipazioni bancarie e finanziarie superiori al 10% del capitale della partecipata Partecipazioni assicurative acquistate dopo il 20 luglio 2006 1.999.528 31.12.2008 2.188.519 14.010 43.909 810.488 838.938 Eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive (modelli IRB) 1.826.572 492.506 Deduzioni relative al rischio di regolamento su transazioni non DVP 4.650.598 4.704 3.568.576 Deduzioni derivanti da cartolarizzazioni Totale Elementi dedotti (50% Patrimonio di base - 50% Patrimonio supplementare) Dettaglio Elementi da dedurre dal Patrimonio di base e supplementare 31.12.2009 Partecipazioni assicurative acquistate prima del 20 luglio 2006 Totale Elementi dedotti dal Patrimonio di base e supplementare 39 1.163.273 1.163.273 31.12.2008 1.067.940 1.067.940 40 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 4 Tavola 4 – Adeguatezza patrimoniale Informativa qualitativa Il Gruppo UniCredit assegna un ruolo prioritario alle attività volte alla gestione e all’allocazione del capitale (regolamentare ed interno) in funzione dei rischi assunti, ai fini dello sviluppo dell’operatività del Gruppo in ottica di creazione di valore. Le attività si articolano nelle diverse fasi del processo di pianificazione e controllo del Gruppo e, in particolare: nei processi di piano e budget: - formulazione della proposta di propensione al rischio e degli obiettivi di patrimonializzazione; - analisi dei rischi associati ai driver del valore e allocazione del capitale alle linee di attività e business unit; - assegnazione degli obiettivi di performance aggiustate per il rischio; - analisi dell’impatto sul valore del Gruppo e della creazione di valore per gli azionisti; - elaborazione e proposta del piano finanziario e della dividend policy; nei processi di monitoraggio: - analisi delle performance conseguite a livello di gruppo e di business unit e preparazione dei dati gestionali per uso interno ed esterno; - analisi e controllo dei limiti; - analisi e controllo andamentale dei ratio patrimoniali di gruppo e individuali. Il Gruppo, infatti, si pone l’obiettivo di generare un reddito superiore a quello necessario a remunerare i rischi (cost of equity) e quindi di creare valore in modo tale da massimizzare il ritorno per i propri azionisti in termini di dividendi e capital gain (total shareholder return) attraverso l’allocazione del capitale alle differenti linee di attività e business unit. Il capitale e la sua allocazione, quindi, assumono un’importanza rilevante nella definizione delle strategie perché esso rappresenta l’oggetto della remunerazione attesa dagli azionisti nel loro investimento nel Gruppo e perché è su di esso insistono limiti esogeni imposti dalla normativa di vigilanza. Nel processo di allocazione, le definizioni di capitale utilizzate sono: capitale di rischio o impiegato: è la consistenza patrimoniale conferita dagli azionisti (capitale impiegato), che deve essere remunerata almeno pari alle aspettative (costo dell’equity); capitale a rischio: è la quota parte dei mezzi propri che la fronteggia (a preventivo – capitale allocato) o ha fronteggiato (a consuntivo – capitale assorbito) i rischi assunti per perseguire gli obiettivi di creazione di valore. Il capitale a rischio dipende dalla propensione al rischio e discende dal livello di capitalizzazione obiettivo definito anche in funzione del merito creditizio del Gruppo. 41 Esso è misurato seguendo da una parte le tecniche di risk management, per cui il capitale a rischio è definito come capitale interno, dall’altra la normativa di vigilanza, per cui il capitale a rischio è definito come capitale regolamentare. In particolare: Il capitale interno è la quota parte di patrimonio effettivamente a rischio misurata con modelli probabilistici secondo un determinato intervallo di confidenza. Il capitale regolamentare è la componente del patrimonio di vigilanza (total capital) rappresentata dal patrimonio netto (core equity o core tier 1) posta a rischio misurata secondo la normativa di vigilanza. La coerenza tra le due differenti definizioni di capitale a rischio si ottiene rapportando le due grandezze in relazione al merito creditizio obiettivo del Gruppo (AA- S&P), che corrisponde ad una probabilità di default pari allo 0,03%. Pertanto il capitale interno è fissato ad un livello tale da coprire con il 99,97% di probabilità (intervallo di confidenza) gli eventi avversi, mentre il capitale regolamentare è quantificato in base ad un core tier 1 ratio target in linea con i principali gruppi bancari internazionali aventi almeno il rating obiettivo. Nel processo di allocazione viene quindi applicata la logica del “doppio binario”, ossia considerando come allocato il massimo tra il capitale interno ed il capitale regolamentare (core tier 1) sia a livello consolidato sia a livello di linea di attività/business unit. Tale approccio consente nel caso di capitale interno superiore di allocare l’effettivo capitale a rischio che la vigilanza non è in grado ancora di cogliere e nel caso di capitale regolamentare superiore, di allocare un capitale in linea con la normativa. Punto di partenza del processo di allocazione è il capitale consolidato di pertinenza del Gruppo. La gestione del capitale, svolta dalla unità operativa Capital Management della Direzione Pianificazione Finanza e Amministrazione, ha la finalità di definire il livello di patrimonializzazione obiettivo per il Gruppo e le sue società nel rispetto dei vincoli normativi e della propensione al rischio. Nella gestione dinamica del capitale, l’unità operativa Capital Management elabora il piano del capitale ed effettua il monitoraggio dei ratios patrimoniali di Vigilanza anticipando gli opportuni interventi necessari all’ottenimento degli obiettivi. Il monitoraggio si riferisce da un lato sia al patrimonio netto sia alla composizione del patrimonio di vigilanza (core tier 1, tier 1, lower e upper tier 2 e tier 3 capital) e dall’altro alla pianificazione e all’andamento dei “risk weighted asset” (Rwa). La dinamicità della gestione è finalizzata ad individuare gli strumenti di investimento e di approvvigionamento del capitale di rischio e degli strumenti ibridi di patrimonializzazione più idonei al conseguimento degli obiettivi. In caso di deficit di capitale, sono indicati i gap da colmare e le azioni di “capital generation” misurandone il costo e l’efficacia attraverso la metodologia di Rapm. In tale contesto l’analisi del valore è arricchita dal ruolo di sintesi della unità operativa Capital Management per gli aspetti regolamentari, contabili, finanziari, fiscali, di risk management ecc. e delle loro evoluzioni normative, in modo che siano fornite la valutazione e tutte le indicazioni necessarie alle altre funzioni della Capogruppo o società chiamate a realizzare le azioni. 42 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 4 Rafforzamento patrimoniale Nel corso dei primi mesi del 2009, sono state poste in essere le seguenti misure di rafforzamento patrimoniale approvate dal Consiglio di Amministrazione nel mese di ottobre 2008: è stata innanzitutto data esecuzione all’aumento di capitale deliberato dall’Assemblea dei Soci di UniCredit il 14 novembre 2008 in forza del quale nel periodo dal 5 al 23 gennaio, n. 972.225.376 nuove azioni ordinarie sono state offerte in opzione ai possessori di azioni ordinarie e di risparmio UniCredit, nel rapporto di 4 azioni ordinarie ogni 55 azioni ordinarie e/o di risparmio possedute, ad un prezzo unitario di emissione di 3,083 Euro per azione, con un sovrapprezzo di 2,583 Euro. In data 23 febbraio 2009 - al termine del periodo di offerta in Borsa dei diritti di opzione non esercitati - si è conclusa l’operazione di aumento di capitale con la sottoscrizione da parte di Mediobanca di n. 967.578.184 azioni ordinarie UniCredit, in esecuzione del contratto di garanzia dalla stessa stipulato con impegno a sottoscrivere le azioni di nuova emissione in numero corrispondente ai diritti d’opzione non esercitati. La quasi totalità delle azioni sottoscritte da Mediobanca sono state poste al servizio dell’emissione di strumenti finanziari c.d. CASHES. E’ risultato quindi integralmente sottoscritto l’aumento di capitale di Euro 2.997.370.834,21, di cui Euro 486.112.688,00 a titolo di capitale ed Euro 2.511.258.146,21 a titolo di sovrapprezzo azioni; successivamente, in data 17 marzo, il Consiglio di Amministrazione di UniCredit ha deliberato di sottoporre all’Assemblea dei Soci l’assegnazione di utili ai soci mediante l’attribuzione di azioni UniCredit di nuova emissione (c.d. scrip dividend) rivenienti da un aumento gratuito del capitale sociale, ai sensi dell’art 2442 del Codice Civile, attingendo da apposita riserva costituita in sede di approvazione della destinazione degli utili dell’esercizio 2008. Conseguentemente, il 29 aprile 2009 l’Assemblea, in sede straordinaria, ha deliberato un aumento di capitale gratuito di nominali Euro 1.218.815.136,50 con l’emissione di n. 2.435.097.842 azioni ordinarie e di n. 2.532.431 azioni di risparmio, del valore nominale unitario di Euro 0,50 cadauna. In particolare sono state attribuite 29 nuove azioni ordinarie ogni 159 azioni ordinarie possedute e 7 nuove azione di risparmio ogni 60 azioni di risparmio possedute; tali azioni sono state messe a disposizione dei soci il 21 maggio 2009 (quotazione “ex” dal 18 maggio 2009). Infine, con l’obiettivo di innalzare i coefficienti patrimoniali al livello di quelli dei migliori concorrenti nel contesto internazionale ed europeo, garantendo al contempo al Gruppo la possibilità di posizionarsi in modo favorevole sul mercato e cogliere le opportunità derivanti dalla futura crescita economica, l’Assemblea Straordinaria dei Soci, in data 16 novembre, ha deliberato di aumentare il capitale sociale per un valore massimo complessivo di Euro 4 miliardi, comprensivo di eventuale sovrapprezzo, mediante emissione di azioni ordinarie con godimento regolare del valore nominale unitario di Euro 0,50 cadauna, da offrirsi in opzione ai soci titolari di azioni ordinarie ed a quelli portatori di azioni di risparmio della società, ai sensi dell’art. 2441 del Codice Civile, di conferire al Consiglio di Amministrazione le necessarie facoltà per definire le modalità ed i termini del predetto aumento di capitale, determinando in particolare, in prossimità dell’inizio dell’offerta al pubblico e sulla base delle condizioni di mercato allora prevalenti, il prezzo di sottoscrizione delle azioni (incluso il sovrapprezzo) e, quindi, il numero di azioni da emettere e il relativo rapporto di assegnazione in opzione. Il 7 gennaio 2010 il Consiglio di Amministrazione di UniCredit ha approvato i termini e le condizioni definitivi dell’operazione di aumento di capitale deliberata dall’Assemblea straordinaria dei soci del 16 novembre 2009. A seguito dell’offerta in opzione delle azioni ordinarie di nuova emissione (dall’11 gennaio 2010 al 29 gennaio 2010 in Italia e Germania e dal 14 gennaio 2010 al 29 gennaio 2010 in Polonia) sono state sono state sottoscritte n. 2.472.338.679 nuove azioni ordinarie UniCredit, pari al 98,23% delle azioni oggetto dell'offerta [e non sono pervenute revoche delle sottoscrizioni con riferimento all’offerta al pubblico in Polonia e Germania]. 43 I diritti non esercitati nel periodo di opzione (n. 297.005.168 validi per la sottoscrizione di 44.550.771 azioni ordinarie UniCredit) sono stati tutti collocati sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A., ai sensi dell'art. 2441, terzo comma, codice civile, per il tramite di UniCredit Bank AG, Milan Branch, nelle sedute dall’8 al 12 febbraio 2010. In data 24 febbraio 2010 si è quindi perfezionato l’aumento di capitale deliberato dalla ricordata Assemblea del 16 novembre 2009. Informativa quantitativa Adeguatezza patrimoniale 31.12.2009 Categorie/Valori Importi non ponderati 31.12.2008 Importi ponderati /Requisiti Importi non ponderati Importi ponderati /Requisiti A. Attività di rischio A.1 Rischio di credito e di controparte 1. Metodologia standardizzata 487.048.600 221.614.924 632.100.917 269.519.162 2.2 Avanzata 546.498.019 174.989.926 518.250.458 170.499.950 3. Cartolarizzazioni 28.336.474 5.760.929 74.187.689 10.294.419 2. Metodologia basata sui rating interni 2.1 Base B. Requisiti patrimoniali di vigilanza B.1 Rischio di credito e di controparte 32.189.262 36.025.082 B.2 Rischi di mercato 1. Metodologia standard 256.024 283.017 2. Modelli interni 463.102 1.335.477 3. Rischio di concentrazione B.3 Rischio operativo 1. Metodo base 253.423 269.280 2. Metodo standardizzato 1.154.357 1.375.178 3. Metodo avanzato 1.874.899 1.714.534 36.191.067 41.002.568 452.388.342 512.532.105 8,63 6,80 12,02 10,64 B.4 Altri requisiti prudenziali B.6 Totale requisiti prudenziali C. Attività di rischio e coefficenti di vigilanza C.1 Attività di rischio ponderate C.2 Patrimonio di base/Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) C.3 Patrimonio di vigilanza incluso Tier 3/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) I coefficienti patrimoniali al 31 dicembre 2008 sono stati ricomputati a seguito dell'attribuzione a patrimonio supplementare della quota di riserva di traslazione cambi afferente gli investimenti netti esteri. Requisito patrimoniale per rischio di mercato 31.12.2009 Rischio di posizione Rischio di regolamento per transazioni DVP Rischio di cambio Requisito patrimoniale per rischio di mercato 689.354 31.12.2008 1.573.446 7.997 11.531 21.775 719.126 33.517 1.618.494 44 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 4 Riclassificazione di attività finanziarie Con il Regolamento n. 1004 del 15 ottobre 2008 la Commissione Europea ha recepito le modifiche allo IAS 39 ed all’IFRS 7 “Riclassificazione delle attività finanziarie” approvate dallo IASB. Tali modifiche, alla data di recepimento applicabili retroattivamente a partire dal 1 luglio 2008, permettono, successivamente all’iscrizione iniziale, la riclassificazione di determinate attività finanziarie fuori dai portafogli “detenute per la negoziazione” e “disponibili per la vendita”. In particolare, possono essere riclassificate: quelle attività finanziarie detenute per la negoziazione o disponibili per la vendita che avrebbero soddisfatto la definizione prevista dai principi contabili internazionali per il portafoglio crediti (se tali attività non fossero state classificate rispettivamente come detenute per la negoziazione o disponibili per la vendita alla rilevazione iniziale) se l’entità ha l’intenzione e la capacità di possederle nel prevedibile futuro o fino a scadenza; ”solo in rare circostanze” quelle attività finanziarie detenute per la negoziazione che al momento della loro iscrizione non soddisfacevano la definizione di crediti. Nelle tabelle seguenti sono riportati, suddivisi in base alle tipologie di strumenti finanziari ed ai portafogli interessati, il valore di bilancio ed il fair value al 31 dicembre 2009 delle attività oggetto di riclassificazione nel secondo semestre 2008 e nel primo semestre 2009. Sono inoltre riportate le componenti reddituali relative a tali attività, sia quelle che si sarebbero registrate se il trasferimento non fosse stato effettuato che quelle effettivamente registrate, nel conto economico o nel patrimonio netto. Tali componenti reddituali, al lordo delle imposte, sono ulteriormente distinte tra quelle “valutative”, comprensive di eventuali rettifiche di valore, e le “altre”, queste ultime comprensive degli interessi e degli utili/perdite da cessione generati dalle attività trasferite. L’effetto netto che si sarebbe quindi rilevato a conto economico nel 2009 se non si fosse proceduto alle riclassificazioni sarebbe stato positivo per 1.574.604 migliaia di Euro, mentre quello effettivamente rilevato è stato positivo per 580.550 migliaia di Euro. 45 (migliaia di €) Attività finanziarie riclassificate: valore contabile, fair value ed effetti sulla redditività complessive Tipologia strumento finanziario (1) Portafoglio di destinazione (3) 18.554.347 17.235.622 1.053.649 520.449 (64.840) 651.195 Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita 117.784 117.784 474 (3.009) 1.054 (3.774) Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 195.811 190.440 (2.808) 6.253 - 7.000 Attività finanziarie detenute per la negoziazione Crediti verso banche 7.377.433 7.406.792 534.940 97.528 - 129.093 Attività finanziarie detenute per la negoziazione Crediti verso clientela 10.094.293 8.772.714 542.693 382.177 Attività finanziarie disponibili per la vendita Crediti verso banche 311.084 310.921 (465) 13.782 - 13.596 Attività finanziarie disponibili per la vendita Crediti verso clientela 457.942 436.971 (21.185) 23.718 - 21.964 Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita - - Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - Attività finanziarie detenute per la negoziazione Crediti verso banche Attività finanziarie detenute per la negoziazione Crediti verso clientela Attività finanziarie disponibili per la vendita Crediti verso banche Attività finanziarie disponibili per la vendita Crediti verso clientela Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita B. Titoli di capitale C. Finanziamenti Totale Valutative (6) Altre (7) Valutative (8) Altre (9) (65.894) 483.316 - - - - - - - - - - - - (1) - - - - - - - - - 95 1.590.465 D. Quote di O.I.C.R. Fair Value al 31.12.2009 (5) Componenti reddituali registrate nell'esercizio (ante imposte) Portafoglio di provenienza (2) A. Titoli di debito Valore contabile al 31.12.2009 (4) Componenti reddituali in assenza del trasferimento (ante imposte) 1.567.699 507 711.018 692.049 6.472 257 - 879.447 875.650 (5.965) (258) - (5.805) (5.900) - - - - - - - - - - - - - - - - - - 20.144.812 18.803.321 1.054.156 520.448 (64.840) 645.390 Si precisa che i titoli di debito riclassificati nel portafoglio crediti verso clientela comprendono prodotti strutturati di credito (diversi dai contratti derivati e dagli strumenti finanziari contenenti derivati incorporati) per un valore di bilancio a fine esercizio di 7.412.829 migliaia di Euro. 46 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 4 Inoltre, per le attività riclassificate nel primo semestre 2009, costituite prevalentemente da Obbligazioni Bancarie Garantite (Covered Bonds e Pfandbriefe) ed in misura minore da obbligazioni garantite dal settore pubblico, aventi complessivamente un valore di bilancio a fine esercizio di 7.743.979 migliaia di Euro, la tabella seguente riporta le plus/minusvalenze, al lordo delle imposte, imputate rispettivamente nel conto economico o nel patrimonio netto dell’esercizio 2009 e di quello precedente fino al momento del trasferimento. (migliaia di €) Attività finanziarie riclassificate: effetti sulla redditività complessiva prima del trasferimento Tipologia strumento finanziario (1) Portafoglio di provenienza (2) Portafoglio di destinazione (3) Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Attività finanziarie detenute per la negoziazione Crediti verso banche (18.106) Attività finanziarie detenute per la negoziazione Crediti verso clientela 40.553 Attività finanziarie disponibili per la vendita Crediti verso banche - Attività finanziarie disponibili per la vendita Crediti verso clientela Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita A. Titoli di debito B. Titoli di capitale C. Finanziamenti 2009 (4) Plus/Minusvalenze nel patrimonio netto (ante imposte) 2008 (5) 2009 (6) 22.639 44.504 192 (718) 2008 (7) - (27.398) X X X X 45.368 X X (146) X X - - - - - - - - - - (27.398) - - X X - - - - Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita - - X X Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - X X Attività finanziarie detenute per la negoziazione Crediti verso banche - - X X Attività finanziarie detenute per la negoziazione Crediti verso clientela - - X X Attività finanziarie disponibili per la vendita Crediti verso banche - - - - Attività finanziarie disponibili per la vendita Crediti verso clientela - - - - - - Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita D. Quote di O.I.C.R Totale 47 Plus/Minusvalenze in conto economico (ante imposte) 22.639 44.504 X - X (27.398) Trasferimento di attività finanziarie detenute per la negoziazione Nel corso del secondo semestre 2008 e del primo semestre 2009 in applicazione della previsione dell’ art. 2 del citato Reg. CE 1004/2008 secondo il quale “l’attuale crisi finanziaria è considerata come una di tali circostanze rare che possono giustificare l’ uso di questa possibilità [di riclassificazione] da parte delle società”, il Gruppo ha proceduto a riclassificare attività finanziarie detenute per la negoziazione costituite da prodotti strutturati di credito (non derivati) ed altri titoli di debito emessi da Stati, enti pubblici, imprese ed istituzioni finanziarie ed Obbligazioni Bancarie Garantite (Covered Bonds e Pfandbriefe), diverse dai contratti derivati e dagli strumenti finanziari contenenti derivati incorporati, per un valore di bilancio al 31 dicembre 2009 di 19.375.786 migliaia di Euro. Tasso di interesse effettivo e flussi finanziari attesi dalle attività riclassificate I flussi finanziari attesi fino alla scadenza alla data di riclassifica delle attività riclassificate nel corso del 2009 ammontavano complessivamente a 9.605.840 migliaia di Euro, con un tasso di interesse effettivo medio implicito pari al 2,4%. 48 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 Tavola 5 – Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche Informativa qualitativa Definizioni di esposizioni deteriorate Le esposizioni deteriorate sono suddivise nelle seguenti categorie: sofferenze - individuano l’area dei crediti formalmente deteriorati, costituiti dall’esposizione verso clienti che versano in uno stato di insolvenza anche non accertato giudizialmente o in situazioni equiparabili. La valutazione avviene generalmente su base analitica ovvero, in caso di importi non significativi singolarmente, su base forfetaria per tipologie di esposizioni omogenee; incagli - definiscono quell’area creditizia in cui ricadono i rapporti verso soggetti che si trovano in temporanea difficoltà, che si prevede possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo. Tra gli incagli sono incluse inoltre le esposizioni, non classificate in sofferenza e concesse a soggetti diversi dalle amministrazioni pubbliche, per le quali risultino soddisfatte entrambe le seguenti condizioni: - siano scadute e non pagate in via continuativa da oltre 270 giorni (ovvero da oltre 150 o 180 giorni per le esposizioni di credito al consumo rispettivamente di durata originaria inferiore o pari e superiore a 36 mesi); - l’importo complessivo delle esposizioni di cui al punto precedente e delle altre quote scadute da meno di 270 giorni verso il medesimo debitore, sia almeno pari al 10% dell’intera esposizione verso tale debitore. Gli incagli sono valutati analiticamente quando particolari elementi lo consiglino ovvero applicando analiticamente percentuali determinate in modo forfetario su basi storico/statistiche nei restanti casi; esposizioni ristrutturate - rappresentano le esposizioni nei confronti di controparti con le quali sono stati conclusi accordi che prevedono la concessione di una moratoria al pagamento del debito e la contemporanea rinegoziazione delle condizioni a tassi inferiori a quelli di mercato, la conversione di parte dei prestiti in azioni e/o eventuali sacrifici in linea capitale: sono valutati analiticamente, ricomprendendo nelle svalutazioni l’onere attualizzato riveniente dall’eventuale rinegoziazione del tasso a condizioni inferiori al tasso contrattuale originario; esposizioni scadute - rappresentano l’intera esposizione nei confronti di controparti, diverse da quelle classificate nelle precedenti categorie, che alla data di riferimento presentano crediti scaduti o sconfinanti da oltre 90 giorni. Per i crediti al dettaglio, quelli verso enti del settore pubblico e quelli verso imprese, in caso di soggetti residenti o aventi sede in Italia, si considerano deteriorate le esposizioni scadute o sconfinanti da oltre 180 anziché 90 giorni. L’esposizione complessiva viene rilevata qualora, alla data di riferimento: - la quota scaduta e/o sconfinante, oppure: - la media delle quote scadute e/o sconfinanti, rilevate su base giornaliera nell’ultimo trimestre precedente, sia pari o superiore al 5% dell’esposizione stessa. Le esposizioni scadute sono valutate in modo forfetario su basi storico/statistiche, applicando laddove disponibile la rischiosità rilevata dall’appropriato fattore di rischio utilizzato ai fini di Basilea 2 (“perdita in caso di inadempienza” - Loss Given Default). La valutazione collettiva riguarda portafogli di attività per i quali, seppur non siano stati riscontrati singolarmente elementi oggettivi di perdita, è loro attribuibile una perdita latente misurabile anche tenendo conto dei fattori di rischio utilizzati ai fini dei requisiti di Basilea 2. 49 Descrizione delle metodologie adottate per determinare le rettifiche di valore I crediti sono costituiti da attività finanziarie non derivate verso clientela e verso banche, con pagamenti fissi o determinabili e che non sono quotate in un mercato attivo. I crediti sono iscritti alla data di sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione alla controparte. Tali voci comprendono anche titoli di debito aventi le medesime caratteristiche od oggetto di riclassificazione di portafoglio secondo le regole previste dallo IAS 39 e i valori netti riferiti alle operazioni di leasing finanziario di beni “in costruendo” e di beni in attesa di locazione finanziaria, i cui contratti abbiano le caratteristiche di “contratti con trasferimento dei rischi”. Dopo l’iniziale rilevazione al fair value, che di norma corrisponde al corrispettivo pagato comprensivo dei costi e ricavi di transazione che sono direttamente attribuibili all’acquisizione o all’erogazione dell’attività finanziaria (ancorché non ancora regolati), i crediti sono valutati al costo ammortizzato, utilizzando il criterio dell’interesse effettivo, eventualmente rettificato al fine di tener conto di riduzioni/riprese di valore risultanti dal processo di valutazione. Gli utili (o le perdite) su crediti, ove non coperti, sono rilevati nel conto economico: quando l’attività finanziaria in questione è eliminata, alla voce 100.a) “Utili (perdite) da cessione di crediti”; ovvero: quando l’attività finanziaria ha subito una riduzione di valore, alla voce 130.a) “Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti”. Gli interessi sui crediti erogati sono classificati alla voce 10. “Interessi attivi e proventi assimilati” e sono iscritti in base al principio della competenza temporale. Gli interessi di mora sono contabilizzati a conto economico al momento dell’eventuale incasso. Un credito è considerato deteriorato quando si ritiene che, probabilmente, non si sarà in grado di recuperarne l’intero ammontare, sulla base delle condizioni contrattuali originarie, o un valore equivalente. I criteri per la determinazione delle svalutazioni da apportare ai crediti si basano sull’attualizzazione dei flussi finanziari netti attesi per capitale ed interessi; ai fini della determinazione del valore attuale dei flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati dall’individuazione degli incassi stimati, delle relative scadenze e del tasso di attualizzazione da applicare. L’importo della perdita, infatti, per le esposizioni deteriorate classificate come sofferenze, incagli e ristrutturate, secondo le categorie più avanti specificate, è ottenuto come differenza tra il valore di iscrizione e il valore attuale degli stimati flussi di cassa, scontati al tasso di interesse originario dell’attività finanziaria. Sia nel primo esercizio di passaggio all’applicazione degli IAS/IFRS (2005) sia successivamente, nei casi in cui il tasso di interesse originario di un’attività finanziaria oggetto di attualizzazione non sia reperibile, oppure il suo reperimento sarebbe eccessivamente oneroso, si è applicato il tasso medio rilevato sulle posizioni aventi caratteristiche simili ma non deteriorate nell’anno in cui si è verificato il deterioramento originario dell’attività considerata. Per tutte le posizioni a tasso fisso il tasso così determinato è mantenuto costante anche negli esercizi seguenti. I tempi di recupero, inoltre, sono stimati sulla base delle scadenze eventualmente concordate con i debitori ovvero di business plan o di previsioni ragionevoli, basati sull’esperienza storica dei recuperi osservati per classi omogenee di finanziamenti, tenuto conto della forma tecnica, della localizzazione geografica, della tipologia di garanzia e di altri eventuali fattori ritenuti rilevanti. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 50 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 I crediti sono sottoposti ad una ricognizione volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di eventi occorsi dopo la loro iscrizione, mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore. Tali crediti problematici sono rivisti ed analizzati periodicamente, almeno una volta all’anno. Ogni cambiamento successivo nell’importo o nelle scadenze dei flussi di cassa attesi, che produca una variazione negativa rispetto alle stime iniziali, determina la rilevazione di una rettifica di valore alla voce di conto economico 130.a) “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti”. Le rettifiche di valore su esposizioni deteriorate sono classificate come specifiche nella citata voce di conto economico anche quando la metodologia di calcolo è di tipo forfetario/statistico, secondo quanto più avanti precisato. Qualora la qualità del credito deteriorato risulti migliorata ed esista una ragionevole certezza del recupero tempestivo del capitale e degli interessi, concordemente ai termini contrattuali originari, viene appostata alla medesima voce di conto economico una ripresa di valore, nel limite massimo del costo ammortizzato che si sarebbe avuto in assenza di precedenti svalutazioni. L’eliminazione integrale di un credito è effettuata quando lo stesso è considerato irrecuperabile o è stralciato nella sua interezza. Le cancellazioni sono imputate direttamente alla voce 130.a) “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti” di conto economico e sono rilevate in riduzione della quota capitale del credito. Recuperi di parte o di interi importi precedentemente svalutati sono iscritti alla medesima voce. Le rinegoziazioni di crediti finanziari che prevedano la loro cancellazione in cambio di azioni attraverso operazioni di debt/equity swap comportano, nell'intervallo temporale precedente all’esecuzione dello scambio, la valutazione dei crediti in oggetto in funzione degli accordi di conversione stipulati alla data di redazione del bilancio. Le eventuali differenze negative tra il valore dei crediti ed il fair value delle azioni è rilevato a conto economico tra le rettifiche di valore. 51 Informativa quantitativa Rischio di credito di controparte Consistenze al 31.12.2009 RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE Importi non ponderati Importi ponderati Consistenze al 31.12.2008 Requisito Importi non ponderati Importi ponderati Requisito A. RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE A.1 METODOLOGIA STANDARDIZZATA - ATTIVITA' DI RISCHIO A.1.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche centrali 487.048.600 87.008.339 4.610.192 368.815 97.575.662 4.818.601 385.488 A.1.2. Esposizioni verso o garantite da enti territoriali A.1.3. Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico A.1.4. Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali di sviluppo 38.983.968 1.673.962 133.917 36.036.969 1.313.288 105.063 12.939.544 2.769.677 221.574 12.224.322 2.608.825 208.706 335.869 1.300 104 534.326 12.976 1.038 - 170.160 - A.1.5. Esposizioni verso o garantite da organizzazioni internazionali A.1.6. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati A.1.7. Esposizioni verso o garantite da imprese - 221.614.924 - 17.729.194 632.100.917 269.519.162 21.561.533 - 30.735.766 5.949.062 475.925 82.646.152 10.643.128 851.450 174.920.562 125.560.559 10.044.845 228.385.740 156.814.603 12.545.168 A.1.8. Esposizioni al dettaglio 64.838.625 32.050.534 2.564.043 76.131.999 37.206.750 2.976.540 A.1.9. Esposizioni garantite da immobili 32.473.740 16.039.700 1.283.176 50.525.594 22.141.817 1.771.345 A.1.10. Esposizioni scadute 8.826.877 10.205.254 816.420 8.337.504 8.790.170 703.214 A.1.11. Esposizioni ad alto rischio 1.688.822 1.835.594 146.847 1.696.716 1.897.476 151.798 A.1.12. Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite 1.893.095 504.092 40.327 2.115.995 229.131 18.330 A.1.13. Esposizioni a breve termine verso imprese A.1.14. Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) 829.946 534.070 42.726 2.099.346 1.387.935 111.035 A.1.15. Altre esposizioni A.2 METODOLOGIA BASATA SUI RATING INTERNI - ATTIVITA' DI RISCHIO A.2.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche centrali A.2.2. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati, enti pubblici e territoriali e altri soggetti A.2.3. Esposizioni verso o garantite da imprese A.2.4. Esposizioni al dettaglio garantite da immobili residenziali A.2.5. Esposizioni rotative al dettaglio qualificate A.2.6. Altre esposizioni al dettaglio A.2.7. Crediti commerciali acquistati - rischio di diluizione 3.570.986 3.465.077 277.206 1.464.702 1.007.242 80.579 28.002.461 16.415.851 1.313.268 32.155.730 20.647.220 1.651.778 546.020.042 173.929.583 13.914.367 517.062.654 167.797.949 13.423.836 2.727.984 213.731 17.098 4.872.741 249.776 19.982 90.275.560 16.167.525 1.293.402 106.906.137 22.695.002 1.815.600 292.242.903 120.300.906 9.624.072 278.413.317 113.859.554 9.108.764 95.049.224 16.704.196 1.336.336 73.394.377 12.758.664 1.020.693 6.772.938 1.699.760 135.981 7.323.499 1.949.432 155.955 51.432.360 14.271.352 1.141.708 40.085.295 12.806.003 1.024.480 - - - - - - A.2.8. Altre attività 2.903.056 1.446.529 115.722 2.081.864 1.016.316 81.305 A.2.9. Finanziamenti specializzati - slotting criteria 4.543.952 3.053.519 244.282 3.985.424 2.463.202 197.056 A.2.10. Trattamento alternativo delle ipoteche immobiliari A.2.11. Rischio di regolamento: esposizioni per transazioni non DVP con fattori di ponderazione regolamentari A.3 METODOLOGIA BASATA SUI RATING INTERNI - ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE - - 72.065 72.065 5.765 - - - - - - 477.977 1.060.342 84.827 1.187.804 2.702.001 216.160 A.3.1. Metodo PD/LGD: Attività di rischio 107.682 311.374 24.910 247.009 122.291 9.783 A.3.2. Metodo della ponderazione semplice: Attività di rischio - Strumenti di private equity detenuti in forma sufficientemente diversificata 344.826 655.167 52.413 - Strumenti di capitale quotati sui mercati regolamentati - Altri strumenti di capitale A.3.3. Metodo dei modelli interni: Attività di rischio 500.684 951.300 76.104 545 1.580 126 0 0 0 24.924 - 92.221 - 7.378 - 440.111 - 1.628.410 - 130.273 - TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 52 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso banche Consistenze al 31.12.2009 Esposizioni per cassa Tipologia di esposizione/Portafoglio contabile Attività finanziarie di negoziazione Esposizione lorda Esposizione media Attività finanziarie valutate al fair value Esposizione lorda Esposizione media Attività finanziarie disponibili per la vendita Esposizione lorda Esposizione media Attività finanziarie detenute fino alla scadenza Esposizione lorda Esposizione media Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione Crediti verso banche Esposizione lorda Esposizione media Esposizione lorda Esposizione media Esposizioni fuori bilancio Esposizione lorda Esposizione media A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze - b) Incagli - 43 - - - - - 5.478 - 44.402 - - 422.483 396.677 - - - - 727 - - 43.321 51.101 - - - - c) Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - 274.954 217.451 - - - - d) Esposizioni scadute - - - - - - - - - - - - - - e) Altre attività Totale A 17.427.736 24.078.770 4.719.880 4.594.151 4.727.399 5.808.598 1.736.201 3.956.646 78.054.983 83.775.085 - 333.251 - - 17.427.736 24.078.813 4.719.880 4.594.151 4.732.877 5.853.727 1.736.201 3.956.646 78.795.741 84.440.314 - 333.251 - - B. Esposizioni fuori bilancio a) Deteriorate - - - - - - - - - - - - 12.794 25.180 b) Altre - - - - - - - - - - - - 104.783.155 156.380.504 Totale B - - - - - - - - - - TOTALE A+B al 31.12.2009 17.427.736 24.078.813 4.719.880 4.594.151 4.732.877 5.853.727 1.736.201 3.956.646 78.795.741 84.440.314 TOTALE al 31.12.2008 35.983.680 48.469.837 4.580.118 6.824.396 6.410.287 7.350.538 5.069.955 3.066.758 81.139.335 100.751.575 53 - - 8 104.795.949 156.405.684 333.251 104.795.949 156.405.684 397.565 225.295.046 171.368.182 Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso clientela Consistenze al 31.12.2009 Esposizioni per cassa Tipologia di esposizione/Portafoglio contabile Attività finanziarie di negoziazione Esposizione lorda Esposizione media Attività finanziarie valutate al fair value Esposizione lorda Esposizione media Attività finanziarie disponibili per la vendita Esposizione lorda Esposizione media Attività finanziarie detenute fino alla scadenza Esposizione lorda Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione Crediti verso clientela Esposizione media Esposizione lorda Esposizione media Esposizione lorda Esposizioni fuori bilancio Esposizione Esposizione lorda Esposizione media media A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze - 882 b) Incagli - - c) Esposizioni ristrutturate - - - - 872 d) Esposizioni scadute 353 144 - - 2.219 35.623.539 40.894.177 9.301.410 10.207.770 33.957.290 25.951.266 35.623.892 40.895.203 9.338.912 10.220.271 34.056.910 26.414.124 e) Altre attività Totale A 37.502 12.501 96.529 - - - 435.345 47.813 38.368 32.648.558 30.707.070 102.400 94.223 - - - - 16.430.334 12.292.007 53.026 46.135 - - 885 - - 22.545 - 4.083 4.435.787 3.528.418 8 - - 23 3.931.819 3.023.922 2.085 - 12.411 - - 8.783.605 9.890.083 537.069.551 561.981.719 430.125 992.013 - - 8.831.418 9.928.474 594.516.049 611.533.136 587.636 1.144.790 - - B. Esposizioni fuori bilancio a) Deteriorate - - - - - - - - - - - - 2.082.886 1.971.515 b) Altre - - - - - - - - - - - - 193.056.486 206.566.419 - 195.139.372 208.537.934 Totale B - - - - - - - - - - - TOTALE A+B al 31.12.2009 35.623.892 40.895.203 9.338.912 10.220.271 34.056.910 26.414.124 8.831.418 9.928.474 594.516.049 611.533.136 587.636 1.144.790 195.139.372 208.537.934 TOTALE al 31.12.2008 47.696.535 68.947.296 10.867.305 8.541.672 21.904.877 23.956.129 11.659.474 10.260.326 631.849.285 617.783.428 966.744 2.641.547 221.930.640 224.762.027 54 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche Consistenze al 31.12.2009 Tipologia di esposizione/Aree geografiche Italia Altri Paesi Europei America Asia Resto del mondo Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta a) Sofferenze 918 918 216.513 74.504 122.153 49.623 69.977 40.213 18.400 10.438 b) Incagli 395 384 9.187 2.267 7.238 3.238 5.447 4.109 21.054 21.054 A. Esposizioni per cassa c) Esposizioni ristrutturate - - 24.938 5.238 - - 250.016 235.917 - - d) Esposizioni scadute - - - - - - - - - - e) Altre esposizioni 12.960.347 12.950.628 82.460.215 82.438.479 5.862.122 5.859.747 2.251.292 2.248.825 3.132.223 3.132.141 12.961.660 12.951.930 82.710.853 82.520.488 5.991.513 5.912.608 2.576.732 2.529.064 3.171.677 3.163.633 a) Sofferenze 1 1 201 11 - - - - - - b) Incagli - - 781 781 - - - - - - 232 232 - - - - 11.579 11.579 - 4.167.191 4.167.123 90.838.054 90.832.073 5.574.530 5.574.338 1.766.815 1.766.241 2.436.565 Totale A B. Esposizioni fuori bilancio c) Altre attività deteriorate d) Altre esposizioni Totale B 2.435.883 4.167.424 4.167.356 90.839.036 90.832.865 5.574.530 5.574.338 1.778.394 1.777.820 2.436.565 Totale A+B al 31.12.2009 17.129.084 17.119.286 173.549.889 173.353.353 11.566.043 11.486.946 4.355.126 4.306.884 5.608.242 5.599.516 Totale al 31.12.2008 26.756.195 26.751.038 226.504.946 226.410.385 16.485.454 16.356.858 8.059.220 8.054.722 8.350.680 8.296.933 55 2.435.883 Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela Consistenze al 31.12.2009 Tipologia di esposizione/Aree geografiche Italia Esposizione lorda Altri Paesi Europei America Asia Resto del mondo Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta 185.911 A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze 19.379.116 7.116.733 11.524.643 4.601.333 366.313 216.314 1.030.272 560.591 632.458 b) Incagli 11.517.405 8.191.725 3.998.631 2.821.896 20.656 15.522 848.887 524.987 97.781 38.494 2.110.837 2.029.320 1.923.405 1.081.662 189.991 119.541 8.976 - 203.450 75.827 c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute 3.460.893 3.119.080 420.773 337.913 13.121 9.676 4.012 3.320 37.677 36.391 278.594.739 277.087.554 313.818.572 312.534.579 12.572.100 12.528.546 6.972.281 6.868.151 13.207.828 13.047.362 315.062.990 297.544.412 331.686.024 321.377.383 13.162.181 12.889.599 8.864.428 7.957.049 14.179.194 13.383.985 a) Sofferenze 282.529 253.305 515.842 376.290 5.081 4.977 94.835 88.456 - - b) Incagli 495.351 483.279 75.194 43.927 9.927 8.553 3.595 3.135 - - e) Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni fuori bilancio c) Altre attività deteriorate d) Altre esposizioni Totale B 352.658 351.382 186.181 64.396 8.658 3.687 155 92 52.880 7.701 57.469.743 56.920.397 121.957.584 121.906.333 8.844.444 8.842.426 3.329.765 3.327.598 1.454.950 1.454.169 58.600.281 58.008.363 122.734.801 122.390.946 8.868.110 8.859.643 3.428.350 3.419.281 1.507.830 1.461.870 Totale A+B al 31.12.2009 373.663.271 355.552.775 454.420.825 443.768.329 22.030.291 21.749.242 12.292.778 11.376.330 15.687.024 14.845.855 Totale al 31.12.2008 368.739.964 354.165.574 519.968.502 510.464.273 37.449.256 37.066.676 18.197.190 17.506.425 16.699.113 16.381.464 56 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela (prima parte) Consistenze al 31.12.2009 Governi Tipologia di esposizione/Aree controparti Altri Enti Pubblici Rettifiche di valore complessive Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Società finanziarie Esposizione netta Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze 6.645 1.609 5.036 71.199 44.407 26.792 1.304.291 730.279 574.012 - - - 135.600 52.678 82.922 195.832 42.887 152.945 c) Esposizioni ristrutturate 872 467 405 67 1 66 216.767 122.744 94.023 d) Esposizioni scadute 704 138 566 3.932 1.488 2.444 105.015 14.088 90.927 57.091.503 66.934 57.024.569 25.872.131 17.029 25.855.102 65.172.496 301.650 64.870.846 57.099.724 69.148 57.030.576 26.082.929 115.603 25.967.326 66.994.401 1.211.648 65.782.753 a) Sofferenze - - - 40 - 40 29.803 4.207 25.596 b) Incagli - - - 22.848 1.675 21.173 28.118 16 28.102 c) Altre attività deteriorate - - - 3.871 121 3.750 3.333 - 3.333 5.166.803 762 5.166.041 9.546.786 1.213 9.545.573 40.428.841 540.324 39.888.517 b) Incagli e) Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni fuori bilancio d) Altre esposizioni Totale B 5.166.803 762 5.166.041 9.573.545 3.009 9.570.536 40.490.095 544.547 39.945.548 TOTALE A+B 31.12.2009 62.266.527 69.910 62.196.617 35.656.474 118.612 35.537.862 107.484.496 1.756.195 105.728.301 TOTALE 31.12.2008 58.937.682 56.809 58.880.873 28.441.913 112.318 28.329.595 119.634.879 752.022 118.882.857 57 Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela (seconda parte) Consistenze al 31.12.2009 Imprese di assicurazione Tipologia di esposizione/Aree controparti Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Altri soggetti Imprese non finanziarie Esposizione netta Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Altre esposizioni Totale A 40.490 20.989 19.501 21.679.329 13.373.378 8.305.951 9.830.848 6.081.258 3.749.590 5.401 1.693 3.708 10.603.557 3.019.146 7.584.411 5.542.970 1.774.332 3.768.638 17.800 357 17.443 4.106.536 986.564 3.119.972 94.617 20.176 74.441 5.830 333 5.497 3.120.669 258.917 2.861.752 700.326 155.132 545.194 2.282.489 4.896 2.277.593 312.471.338 1.789.516 310.681.822 162.275.563 919.303 161.356.260 2.352.010 28.268 2.323.742 351.981.429 19.427.521 332.553.908 178.444.324 8.950.201 169.494.123 B. Esposizioni fuori bilancio a) Sofferenze 265 73 192 829.262 164.192 665.070 48.925 11.131 37.794 b) Incagli 11 6 5 513.296 32.363 480.933 9.910 932 8.978 c) Altre attività deteriorate 16 4 12 591.065 178.143 412.922 2.123 843 1.280 2.155.272 263 2.155.009 121.394.058 55.339 121.338.719 14.364.726 7.662 14.357.064 d) Altre esposizioni Totale B 2.155.564 346 2.155.218 123.327.681 430.037 122.897.644 14.425.684 20.568 14.405.116 TOTALE A+B 31.12.2009 4.507.574 28.614 4.478.960 475.309.110 19.857.558 455.451.552 192.870.008 8.970.769 183.899.239 TOTALE 31.12.2008 3.780.075 37.185 3.742.890 530.674.493 15.867.150 219.584.983 8.644.129 210.940.854 514.807.343 58 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività finanziarie Consistenze al 31.12.2009 Da oltre 1 giorno a 7 giorni Categorie/Scaglioni temporali A vista Da oltre 7 giorni a 15 giorni Da oltre 15 Da oltre 1 mese Da oltre 3 mesi Da oltre 6 mesi Da oltre 1 anno giorni a 1 mese a 3 mesi a 6 mesi fino a 1 anno fino a 5 anni Durata Indeterminata Oltre 5 anni Attività per cassa 107.987.878 30.916.397 14.478.672 34.944.772 49.277.043 39.403.434 55.815.308 194.222.306 200.809.160 a) Titoli di stato 215.945 717.416 1.337.125 50.581 1.466.481 5.880.254 8.768.064 20.781.624 15.817.883 43.901.438 3.424 b) Titoli di debito altri 254.588 65.437 1.722.967 1.519.890 3.503.524 2.952.650 4.597.619 27.416.233 27.003.114 7.887.316 205.665 30.115 - 62 5 62 125 261.913 136.384 4.467.779 107.311.680 30.103.429 11.418.580 33.374.239 44.307.033 30.570.468 42.449.500 145.762.536 157.851.779 31.542.919 - Banche 30.492.231 11.206.901 4.008.029 6.740.011 11.344.247 2.499.192 4.173.577 1.558.467 1.526.310 3.334.576 - Clientela 76.819.449 18.896.528 7.410.551 26.634.228 32.962.786 28.071.276 38.275.923 144.204.069 156.325.469 28.208.343 - posizioni lunghe 210.081 29.759.489 14.233.147 14.580.110 32.073.057 12.437.258 5.478.208 23.791.950 5.519.155 2 - posizioni corte 209.983 32.319.392 12.206.275 14.541.348 34.338.471 8.967.166 5.662.425 24.830.775 6.369.364 1 - posizioni lunghe 84.333.638 1.962.633 3.062.563 5.261.826 7.037.954 4.746.851 9.881.770 18.198.721 12.275.169 566 - posizioni corte 94.737.548 1.994.724 2.953.891 5.212.538 6.626.697 4.090.383 8.884.407 15.098.418 9.742.550 566 767.624 1.202.896 - 198 1.149 51.064 1.337 212 - - 896 1.433.678 22.538 144.203 290.133 109.892 22.929 212 - - - posizioni lunghe 11.969.420 12.207.243 749.792 5.276.974 5.005.604 3.751.404 15.838.203 29.024.430 9.804.348 4.868.226 - posizioni corte 40.063.299 2.761.306 449.467 3.771.281 2.113.385 2.879.501 14.178.694 19.259.582 3.992.266 4.583.831 2.636.825 23.902 79.420 96.180 206.635 335.655 509.259 1.425.560 448.069 3.163.232 c) Quote O.I.C.R. d) Finanziamenti Operazioni fuori bilancio a) Derivati finanziari con scambio di capitale b) Derivati finanziari senza scambio di capitale c) Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte d) Impegni irrevocabili ad erogare fondi e) Garanzie finanziarie rilasciate 59 Esposizione per cassa: dinamica delle rettifiche di valore complessive Consistenze al 31.12.2009 Esposizioni verso banche Esposizioni verso clientela Causali/Categorie Sofferenze Esposizioni ristrutturate Incagli Esposizioni scadute Totale Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate Esposizioni scadute A. Rettifiche complessive iniziali 284.165 40.448 117.065 - 441.678 18.380.721 2.778.937 593.218 284.577 B. Variazioni in aumento 207.503 12.681 33.799 - 253.983 7.496.398 4.149.962 1.092.502 555.369 B.1 Rettifiche di valore 48.922 B.2 Trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate B.3 Altre variazioni in aumento C.1 Riprese di valore da valutazione C.2 Riprese di valore da incasso C.3 Cancellazioni C.4 Trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate C.5 Altre variazioni in diminuzione D. Rettifiche complessive finali 33.799 - 92.744 6.272.303 3.211.261 413.759 332.602 22.037.453 13.294.231 10.229.925 155.415 920 - - 156.335 1.087.865 596.183 135.555 22.034 1.841.637 3.166 1.738 - - 4.904 136.230 342.518 543.188 200.733 1.222.669 397.328 5.625.199 2.038.163 555.411 409.850 726.076 348.287 69.388 47.068 1.190.819 1.062.533 239.403 C. Variazioni in diminuzione 10.023 Totale 40.860 117.065 - 142 - - - 142 8.628.623 42.476 753 - - 43.229 791.055 151.029 107.093 13.356 127.307 15 - - 127.322 2.469.580 239.049 85.573 2.408 2.796.610 921 38.349 117.065 - 156.335 266.703 1.089.477 211.010 274.447 1.841.637 - - 68.557 1.743 252.265 12.269 33.799 - 70.300 1.371.785 210.321 82.347 72.571 1.737.024 298.333 20.251.920 4.890.736 1.130.309 430.096 26.703.061 Le rettifiche nette di valore, comprensive di quelle relative alle “Altre esposizioni”, imputate al conto Economico nel semestre ammontano a: - Crediti verso banche 69.387 - Crediti verso clientela 7.988.815 60 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 Tavola 6 - Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell’ambito dei metodi IRB Informativa qualitativa Rischio di credito – metodologia standardizzata Elenco delle ECAI (Agenzia esterna per la valutazione del merito di credito - External Credit Assessment Institution) ed ECA (Agenzia per il credito all’esportazione - Export Credit Agency) utilizzate nella metodologia standardizzata e dei portafogli in cui sono applicati i rating delle stesse. Rischio di credito (1) Portafogli ECA / ECAI Caratteristiche del rating Esposizioni verso amministrazioni centrali e banche centrali Esposizioni verso organizzazioni internazionali Esposizioni verso banche multilaterali di sviluppo Esposizioni verso imprese ed altri soggetti Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) - Fitch Ratings; - Moody's Investor Services; - Standard and Poor's Rating Services Solicited e unsolicited (1) 61 solicited rating: il rating rilasciato sulla base di una richiesta del soggetto valutato e verso un corrispettivo. Sono equiparati ai solicited rating i rating rilasciati in assenza di richiesta qualora precedentemente il soggetto abbia ottenuto un solicited rating dalla medesima ECAI; unsolicited rating: il rating rilasciato in assenza di richiesta del soggetto valutato e di corresponsione di un corrispettivo. Cartolarizzazioni Portafogli ECA / ECAI Posizioni verso le cartolarizzazioni aventi un rating a breve termine Posizioni verso le cartolarizzazioni diverse da quelle aventi un rating a breve termine - Fitch Ratings; - Moody's Investor Services; - Standard and Poor's Rating Services Informativa quantitativa Finanziamenti specializzati - slotting criteria Valore dell'esposizione al 31.12.2009 Durata residua/Giudizio Categorie regolamentari 1 - forte 2 - buono 3 - sufficiente 4 - debole 5 - default Durata residua inferiore a 2,5 anni 64.834 730.331 30.185 354 Durata residua pari o superiore a 2,5 anni 456.716 2.189.061 218.724 82.343 146.000 625.404 Totale finanziamenti specializzati al 31.12.2009 521.550 2.919.392 248.909 82.697 771.404 Totale finanziamenti specializzati al 31.12.2008 520.468 2.443.646 258.577 14.607 748.126 Strumenti di capitale - metodo della ponderazione semplice Categorie Ponderazioni Valore dell'esposizione al 31.12.2009 Valore dell'esposizione al 31.12.2008 Strumenti di private equity detenuti informa sufficientemente diversificata 190% 344.826 Strumenti di capitale quotati sui mercati regolamentati 290% 545 0 Altri strumenti di capitale Totale strumenti di capitale 370% 24.924 370.295 440.111 940.795 500.684 62 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 Metodologia standardizzata delle attività di rischio Consistenze al 31.12.2009 Consistenze al 31.12.2008 Esposizioni garantite Portafogli Valore dell'esposizione Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e Banche Centrali - classe di merito creditizio 1 Garanzia reale 769.332 Garanzia personale 11.967.177 Esposizioni garantite Derivati su crediti Valore dell'esposizione - 79.218.944 807.133 997.085 - classe di merito creditizio 3 3.195.113 3.175.226 - classi di merito creditizio 4 e 5 3.787.149 3.662.990 5.116.674 50.300 38.368.028 35.516.431 - classe di merito creditizio 2 387.081 452.889 - classe di merito creditizio 3 - - 228.859 67.649 - - - classe di merito creditizio 6 Esposizioni verso o garantite da Enti senza scopo di lucro ed Enti del settore pubblico 421.938 1.469.577 - - classe di merito creditizio 1 10.508.935 9.017.321 - classe di merito creditizio 2 439.158 219.048 - classe di merito creditizio 3 - - classi di merito creditizio 4 e 5 - classe di merito creditizio 6 Esposizioni verso o garantite da Banche multilaterali di sviluppo - classe di merito creditizio 1 - classe di merito creditizio 2 - classe di merito creditizio 3 - classi di merito creditizio 4 e 5 - classe di merito creditizio 6 Esposizioni verso o garantite da Organizzazioni internazionali Esposizioni verso o garantite da Intermediari vigilati - - 333.461 - - - - - 19.092.707 - - 760.515 962.506 170.160 - 603.162 1.182.560 - - - - 88.353 451 - 33.229.766 7.098.725 474.186 15.163.442 3.949.956 - 0 1.082.289 3.188.696 851 Esposizioni verso o garantite da Imprese - classi di merito creditizio 5 e 6 27.187 18.288 4.234.018 - classi di merito creditizio 3 e 4 4.962.503 - 2.408 2.944.289 - classe di merito creditizio 2 17.373 516.038 - classe di merito creditizio 2 - classe di merito creditizio 1 - - 75.220.599 - classe di merito creditizio 6 10.197.175 2.987.953 26.708.337 - classi di merito creditizio 4 e 5 4.137 - 1.991.451 - classe di merito creditizio 1 - classe di merito creditizio 3 Derivati su crediti 35.496 - classe di merito creditizio 1 - classi di merito creditizio 4 e 5 Garanzia personale 89.740.361 - classe di merito creditizio 2 - classe di merito creditizio 6 Esposizioni verso o garantite da Enti territoriali Garanzia reale 2.839 10.927.190 3.572.383 - 4.541.877 7.530.657 8.419.196 5.983.225 160.294.562 214.737.225 1.664.927 134.633 Esposizioni al dettaglio 64.838.625 12.033.314 232.400 - 76.131.999 17.145.151 9.179 - Esposizioni garantite da immobili 32.473.740 2.651.508 485 - 50.525.594 3.461.419 469 - Esposizioni scadute 8.826.877 466.074 12.570 - 8.337.504 35.322 299.279 - Esposizioni ad alto rischio Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite 1.688.822 100 - - 1.696.716 8.000 - - 1.893.095 - 60.226 - 2.115.995 - 270.000 - - 350 - - 434 - - - - Esposizioni a breve termine verso imprese - classe di merito creditizio 1 105.407 - classe di merito creditizio 2 418.361 406 - classe di merito creditizio 3 306.178 1.244.896 - classi di merito creditizio da 4 a 6 Esposizioni verso Organismi di investimento collettivo del risparmio (O.I.C.R.) - classe di merito creditizio 1 - classe di merito creditizio 2 - - - - - 12 389.706 79.269 257.059 - classi di merito creditizio 3 e 4 3.491.381 817.502 - classi di merito creditizio 5 e 6 324 Altre esposizioni Totale attività di rischio per cassa Totale garanzie rilasciate e impegni a erogare fondi Totale contratti derivati Totale operazioni SFT e operazioni con regolamento a lungo termine Compensazione tra prodotti diversi Totale generale 63 854.044 435 28.002.461 331.342 26.960 354.927.682 7.947.023 21.146.785 114.480.260 1.781.912 2.072.532 13.832.912 310.675 - 3.696.135 36.689.391 - 111.611 487.048.600 46.729.001 23.219.317 - 32.155.730 840.637 25.014 513.973 413.878.664 12.082.763 20.772.407 472.321 498.833 155.791.643 2.361.925 7.311.240 29.503 - 20.930.693 676.248 - - - 41.499.917 55.387.473 - - 632.100.917 70.508.409 1.012.806 28.083.647 - 501.824 64 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Tavola 7 – Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB Informativa qualitativa Con provvedimento N. 365138 del 28 marzo 2008 Banca d’Italia ha autorizzato il Gruppo Unicredit all’utilizzo dei metodi avanzati per la determinazione del requisito patrimoniale sui rischi di credito e sui rischi operativi. In una prima fase, dette metodologie sono state adottate dalla Capogruppo, da alcune controllate italiane nonché da HypoVereinsbank (HVB AG) e da UniCredit Bank Austria (BA AG), mentre, successivamente, ne è stata prevista l’applicazione da parte delle altre società secondo un piano di estensione progressiva approvato dal Gruppo e comunicato all’Autorità di Vigilanza. Con specifico riferimento al rischio di credito, il Gruppo è stato autorizzato ad utilizzare le stime interne dei parametri PD e LGD per il portafoglio crediti di Gruppo (Stati Sovrani, Banche, Multinationazionali e transazioni di Global Project Finance) e per i portafogli creditizi locali delle banche italiane del Gruppo (mid-corporate e retail). Relativamente ai suddetti portafogli, sono attualmente in uso i parametri di EAD regolamentare. Per HVB e BA, invece, anche il parametro EAD deriva da modelli locali interni autorizzati dall’Autorità, così come le PD e le LGD. In generale, il seguente schema riassuntivo presenta i sistemi di rating in uso nel Gruppo con l’indicazione delle Entità in cui sono utilizzati e della asset class di riferimento. Sistema di rating Soggetto Giuridico Portafoglio di attività Stati Sovrani (PD, LGD, EAD*) UCI, HVB, BA, UCCB, UCB, BDR, BDS, UCFIN Amministrazioni centrali e banche centrali Banche (PD, LGD, EAD*) UCI, HVB, BA, UCCB, UCB, BDR, BDS, UCFIN Intermediari Vigilati Multinazionali (PD, LGD, EAD*) UCI, UCCB, HVB, BA Imprese Global Project Finance (PD, LGD, EAD*) HVB, UCCB, MCC Imprese * In attesa di autorizzazione da parte dell’Organo di Vigilanza 65 Sistema di rating Soggetto Giuridico Portafoglio di attività Rating Integrato Corporate (RIC) PD UCCB Imprese RIC LGD UCCB, Aspra Finance Imprese Mid Corporate (PD, LGD, EAD) HVB Imprese Commercial Real Estate Finance (PD, LGD, EAD) HVB Asset Backed Commercial Paper (PD, LGD, EAD) HVB Income Producing Real Estate (IPRE) Slotting Criteria HVB Imprese Acquisition and Leverage Finance (PD, LGD, EAD) HVB Imprese Global Shipping (PD, LGD, EAD) HVB Imprese Mid Corporate (PD, LGD, EAD) BA Imprese IPRE (PD, LGD, EAD) BA Imprese Non Profit (PD, LGD, EAD) BA Imprese Rating Integrato Small Business (RISB) PD UCB, BDR, BDS Esposizioni al dettaglio RISB LGD Rating Integrato Privati (RIP) Mutui Ipotecari PD Rating Integrato Privati (RIP) Mutui Ipotecari LGD UCB, BDR, BDS, Aspra Finance UCB, BDR, BDS, UCFIN UCB BDR, BDS, Aspra Finance, UCFIN Imprese / Esposizioni al dettaglio Posizioni verso la cartolarizzazione Esposizioni al dettaglio Esposizioni al dettaglio Esposizioni al dettaglio Small Business (PD, LGD, EAD) HVB Esposizioni al dettaglio Private Individuals (PD, LGD, EAD) HVB Esposizioni al dettaglio Small Business (PD, LGD, EAD) BA Esposizioni al dettaglio Private Individuals (PD, LGD, EAD) BA Esposizioni al dettaglio 66 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Nel corso del 2009 il progredire delle attività atte a estendere progressivamente i metodi IRB hanno portato il Gruppo, nel rispetto del piano di roll-out condiviso con le autorità di vigilanza, a chiedere l’autorizzazione per l’adozione dell’approccio “foundation”, in sette banche controllate (UniCredit Bank Serbia, UniCredit Bank Slovakia, UniCredit Bank Slovenia, UniCredit Bank Hungary, UniCredit Bank Czech Republic, Zagrebacka Banka, UniCredit Bank Ireland) e dell’approccio avanzato in due banche estere (UniCredit Bank Luxembourg, Bank Pekao) e una società prodotto (UniCredit Leasing). Lo schema seguente illustra brevemente i sistemi di rating oggetto di istanza di autorizzazione nel 2009 e la classe di attività di riferimento. Entità giuridica UniCredit Bank Serbia UniCredit Bank Slovakia UniCredit Bank Slovenia UniCredit Bank Hungary UniCredit Bank Czech Republic Zagrebacka Banka (Croatia) UniCredit Bank Pekao UniCredit Bank Luxembourg Sistema di rating Classe di Attività Mid Corporate (PD) Imprese GW Banche (PD) GW Multinational (PD) Mid Corporate (PD) Income Producing Real Estate (PD) GW Banche (PD) GW Multinational (PD) Mid Corporate (PD) GW Banche (PD) GW Multinational (PD) Intermediari Vigilati Mid Corporate (PD) GW Stati Sovrani (PD) GW Banche (PD) GW Multinational (PD) GW Global Project Finance (PD) Income Producing Real Estate (PD) Mid Corporate (PD) GW Stati Sovrani (PD) GW Banche (PD) Mid Corporate (PD) Small Corporate (PD) GW Multinational (PD,LGD, EAD) Mid Corporate (PD,LGD, EAD) Small Coprorate (PD,LGD, EAD) Private Individuals (PD,LGD, EAD) GW Banche (PD,LGD,EAD) GW Multinational (PD,LGD, EAD) Mid Corporate (PD,LGD, EAD) Commercial real estate finance (PD, LGD, EAD) Acquisition & leveraged finance (PD,LGD, EAD) Private Individuals (PD,LGD, EAD) Imprese Intermediari Vigilati Imprese Intermediari Vigilati Imprese Amministrazioni Centrali e Banche Centrali Intermediari Vigilati Imprese Amministrazioni Centrali e Banche Centrali Intermediari Vigilati Imprese Imprese Esposizioni al dettaglio Intermediari Vigilati Imprese Esposizioni al dettaglio UniCredit Bank Ireland GW Banche (PD,LGD,EAD) Intermediari Vigilati UniCredit Leasing Operazioni di Leasing con clientela Corporate (PD,LGD, EAD) Operazioni di Leasing con clientela SME (PD,LGD, EAD) Imprese 67 Inoltre, sempre nel corso del 2009, sono proseguite le attività volte a completare l’estensione dei metodi avanzati per la determinazione del rischio di credito. Tali attività hanno portato a richiedere all’autorità di vigilanza l’autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari di cinque nuovi sistemi di rating: tre nell’ambito del portafoglio di esposizioni al dettaglio delle controllate italiane (scoperti di conto e le carte di credito, prestiti personali e cessione del quinto dello stipendio) e due per il portafoglio imprese di HVB, come illustrato di seguito: Sistema di rating Soggetto Giuridico Portafoglio di attività Scoperti di conto e Carte di Credito Prestiti Personali UCFin Esposizioni rotative al dettaglio qualificate Altre esposizioni al dettaglio Salary loans UCFin Altre esposizioni al dettaglio Wind Project Finance HVB Imprese Foreign SME HVB Imprese UCB, BDR, BDS I sistemi indicati nei due schemi precedenti non sono ancora utilizzati ai fini del calcolo del requisito regolamentare derivante dagli obblighi di Primo Pilastro; le attività di verifica necessarie alle autorità di vigilanza per la convalida di tali approcci sono previste nel corso del 2010. Infine, alcuni dei sistemi di rating già AIRB sono stati oggetto di estensione su specifici segmenti: in particolare, il perimetro di applicazione dei sistemi Group Wide per Banche e Multinational è stato allargato rispettivamente ai segmenti Securities Industry e Corporate Treasury/Funding Vehicles e il framework LGD GW è stato arricchito del modello per le esposizioni non garantite (Junior Debt). In Italia, sono stati estesi alla clientela ex Capitalia i sistemi di rating RIC, RISB e RIP Mutui ipotecari; il perimetro di quest’ultimo è stato ache ampliato ai dipendenti del Gruppo. Tutti i sistemi di rating interno adottati dal Gruppo rappresentano una componente fondamentale dei processi decisionali e di governance. In particolare le aree di maggiore utilizzo sono le seguenti: i processi creditizi, nelle diverse fasi: - concessione / riesame. L’assegnazione dei rating interni rappresenta un momento fondamentale nel processo di valutazione del merito di credito della controparte / transazione e costituisce la fase preliminare per la concessione / riesame delle linee di credito. Il rating, assegnato prima della delibera, viene reso disponibile nell’ambito del processo di erogazione, integrato, in maniera sostanziale, nella valutazione e commentato nella proposta creditizia. Pertanto il rating rappresenta un fattore fondamentale, con l’ammontare delle esposizioni creditizie, per definire l’Organo competente per la delibera; - monitoraggio. Il processo di monitoraggio creditizio è finalizzato ad individuare ed a reagire tempestivamente ai primi sintomi di possibile deterioramento della qualità creditizia del cliente, consentendo pertanto di intervenire nella fase antecedente all’effettivo stato di default (quando cioè esiste ancora la possibilità di recupero della creditoria). Le azioni si focalizzano principalmente sul controllo andamentale dell’esposizione, fino a giungere, laddove necessario, al totale disimpegno nei confronti del cliente. Oltre a determinare un positivo impatto in termini di EAD, la fase di monitoraggio consente l’ottimizzazione delle condizioni per una eventuale successiva fase di recupero, tramite richiesta di garanzie aggiuntive, con conseguente riduzione della LGD; 68 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 - - - - - recupero crediti. Il processo di valutazione della strategia da adottare per posizioni classificate a default, condotta a livello di cliente / transazione e finalizzata al calcolo simulato del Valore Netto Attualizzato degli importi netti recuperati e della LGD, si basa sulla definizione della LGD stessa. In presenza di strategie di recupero alternative, viene selezionata quella associata al più basso valore di LGD. La LGD rappresenta inoltre la base per il pricing da attribuire al passaggio dei crediti non performing ad Aspra Finance; le politiche di accantonamento. Per la clientela in bonis è stata adottata la metodologia delle perdite “sostenute” ma non “riportate” (“Incurred but not reported losses”, IBNR), che utilizza i valori della perdita Attesa mediante il parametro Loss Confirmation Period (LCP) per il calcolo degli accantonamenti. Per le controparti classificate a default, le previsioni di perdita si basano sulla valutazione del profilo di rischio dell’esposizione e della LGD; la gestione ed allocazione del capitale. Il rating è elemento essenziale anche per quanto attiene al processo di quantificazione, gestione ed allocazione del capitale. In particolare, gli output dei sistemi di rating vengono integrati, a livello di Capogruppo, con riferimento al Gruppo nel suo complesso, nei processi volti alla misurazione del capitale (sia regolamentare sia economico) ed alla gestione del medesimo, come pure in quelli volti alla determinazione delle misure “risk adjusted performance” e del conto economico rettificato a fini di pianificazione strategica; la pianificazione strategica. La rischiosità della clientela rappresenta un driver rilevante nel contesto della pianificazione strategica, del budgeting e delle previsioni, per la quantificazione dell’RWA, delle rettifiche nette di conto economico e degli impieghi di stato patrimoniale; la reportistica. Vengono prodotti specifici report per l’Alta Direzione a livello consolidato / divisionale/ regionale e per singola Entità, che mostrano l’andamento del portafoglio di rischio di credito, fornendo informazioni sulla Esposizione a Default, Perdita Attesa, PD e LGD medie per i diversi segmenti di clientela, in accordo con i sistemi di rating interni implementati. I rating sono inoltre utilizzati nella definizione del pricing e degli MBO da assegnare ai Gestori, nonché nell’identificazione dei clienti con EVA negativo, su cui vengono adottate azioni mirate. Per il raggiungimento della compliance alla c.d. normativa di Basilea 2, il Gruppo UniCredit ha effettuato specifiche attività finalizzate a definire e soddisfare tutti i requisiti necessari per l’applicazione delle tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM). Si è infatti proceduto alla: 69 emissione di policies che rappresentano il recepimento, l’interpretazione e l’interiorizzazione dei requisiti normativi della CRM all’interno del Gruppo. La produzione di questa documentazione per la quale si è fatto riferimento alla “Circolare della Banca d'Italia n. 263 del 27 dicembre 2006” e successivi aggiornamenti, alle direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE ed al documento "Convergenza internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali. Nuovo schema di regolamentazione" del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria - ha perseguito diversi obiettivi, volti ad incoraggiare l’ottimizzazione della gestione delle garanzie ed a definire le regole di ammissibilità, valutazione, monitoraggio e gestione delle garanzie personali e reali in linea con i requisiti generali e specifici; definizione di nuovi processi che rappresentano l’applicazione delle policies nella gestione delle garanzie all’interno del Gruppo. Sulla base di una gap analysis tra l’”as-is” ed il modello target si è proceduto ad implementare nuovi processi di gestione delle garanzie, coerentemente con quanto previsto dalla normativa Banca d’Italia e dalle linee guida di Gruppo. Poiché nella valutazione delle tecniche di CRM Gruppo UniCredit enfatizza l’importanza del requisito della certezza legale, particolare importanza è stata prestata nell’implementazione dei processi necessari al suo soddisfacimento; implementazione di strumenti IT che permettono di informatizzare il processo di gestione delle garanzie. In particolare, Gruppo UniCredit ha sviluppato un solido ed efficace sistema per l’applicazione delle tecniche di CRM a partire dalla fase di valutazione ed acquisizione delle garanzie, sino a quella di monitoraggio ed escussione delle stesse. L’implementazione del sistema informativo ha permesso di gestire, raccogliere ed archiviare i dati necessari alla verifica del soddisfacimento dei requisiti richiesti per l’ammissibilità ed al calcolo degli indicatori di rischio. Tali dati sono utilizzati per definire se le garanzie sono da considerarsi valide ai fini di CRM e per applicare opportuni scarti prudenziali come richiesto dalla normativa di Basilea 2 (per la valutazione della rischiosità delle garanzie reali finanziarie, il Gruppo si sta dotando di scarti stimati internamente, basati sulla metodologia Value at Risk, già in uso presso alcune LE del gruppo)1. Inoltre lo sviluppo dei sistemi di rating avanzati e la loro introduzione nei processi aziendali ha comportato, in base al nuovo impianto regolamentare, la necessità di istituire, sia presso la Capogruppo che presso le Entità, un processo di convalida dei sistemi di rating ed un ampliamento delle attività richieste alla funzione di Internal Audit con riferimento alla revisione dei sistemi stessi. Obiettivo del processo di convalida è esprimere un giudizio in merito al regolare funzionamento, alla capacità predittiva e performance complessiva dei sistemi IRB adottati ed alla loro coerenza con le prescrizioni normative e gli standard interni, in particolare mediante: valutazione del processo di sviluppo del modello, con specifico riferimento alla logica sottostante e ai criteri metodologici a supporto della stima dei parametri di rischio; valutazione dell’accuratezza delle stime di tutte le componenti rilevanti di rischio mediante analisi di performance del sistema, calibrazione dei parametri e benchmarking; accertamento che il sistema di rating sia effettivamente utilizzato nei diversi ambiti della gestione; analisi dei processi operativi, dei presidi di controllo, della documentazione e delle infrastrutture informatiche connesse con i sistemi di rating. Il processo di convalida istituito nell’ambito del Gruppo prevede in primo luogo la distinzione tra validazione iniziale e nel tempo (ongoing). La validazione iniziale ha l’obiettivo di valutare il posizionamento dei sistemi di rating del Gruppo in relazione ai requisiti minimi regolamentari e alle linee guida e agli standard di Gruppo inerenti metodologia, processi, qualità dei dati, procedure di validazione quantitativa e qualitativa, governance interna ed ambiente tecnologico, identificando eventuali gap o criticità rispetto a tali requisiti. La validazione ongoing ha invece l’obiettivo di valutare in modo continuativo il corretto funzionamento del sistema di rating in tutte le sue componenti e di monitorarne la coerenza rispetto ai requisiti interni e regolamentari. In secondo luogo il processo prevede distinte attribuzioni di responsabilità per la convalida dei cosiddetti Sistemi Group-wide e per quelli Locali. Per i Sistemi Group-wide, la cui metodologia è unica a livello di Gruppo, la responsabilità è assegnata alla Capogruppo, mentre per i sistemi di rating locali la responsabilità compete alle singole Entità. Alla Capogruppo è tuttavia assegnato il compito di monitorare sia in fase iniziale che nel tempo l’adeguato svolgimento delle attività di sviluppo e validazione svolte localmente ed il corretto funzionamento del sistema di rating fornendo al contempo suggerimenti derivanti dall’attività di benchmarking interno ed esterno e finalizzati al perseguimento della best practice. Sulla base dell’attività di rivalidazione la Capogruppo emana un parere non vincolante (Non Binding Opinion) sui sistemi di rating locali sia in fase iniziale, preventivamente all’approvazione da parte degli organi competenti, sia a seguito delle attività on-going. 1 Per maggiori dettagli sulla gestione del processo di riconoscimento delle tecniche di attenuazione del rischio di credito si faccia riferimento alla Tavola 8 “Tecniche di mitigazione del rischio del credito - Informativa qualitativa”. 70 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 L’Unità responsabile delle attività di convalida è indipendente, oltre che dalle unità responsabili dello sviluppo dei modelli, anche dalla funzione di revisione interna che sottopone a verifica il processo e l’esito della convalida. Tale unità ha definito le linee guida di validazione dei sistemi di rating finalizzate ad una convergenza verso modalità di validazione omogenee sia in termini di contenuti che di strumenti, garantendo in tal modo una condivisione dei criteri di valutazione dei risultati, anche mediante l’introduzione di valori soglia comuni (trigger) e favorendo il confronto tra i diversi sistemi. L’utilizzo dei trigger consente la riconduzione dei risultati dei test ad un sistema semaforico i cui colori sono associati a diversi livelli di gravità dei fenomeni rilevati. Uno sforzo particolare è stato dedicato alla definizione di un approccio comune alla validazione dei modelli, con l’identificazione dei test minimi richiesti e delle modalità di rappresentazione dei relativi risultati. Le tipologie di test si dividono in analisi qualitative ed in analisi quantitative: nella parte qualitativa si valutano la bontà della metodologia utilizzata per la creazione del modello, l’inclusione di tutti i fattori rilevanti e la rappresentatività dei dati utilizzati in fase di sviluppo; nella parte quantitativa si valutano performance, stabilità e calibrazione con riferimento sia al modello nel suo complesso che alle specifiche componenti e ai singoli fattori. E’ stata definita una struttura gerarchica delle suddette analisi, prevedendo un livello di dettaglio in funzione sia della specifica fase di validazione (iniziale, ongoing) o di monitoraggio continuativo sia dei risultati ottenuti. Lo svolgimento di taluni test viene infatti richiesto solo qualora si rilevino criticità nelle svolgimento delle analisi di ordine gerarchico superiore. I dati e i documenti relativi alle attività di convalida sinora effettuate sono memorizzati in appositi spazi di archiviazione che garantiscono una rapida consultazione, la sicurezza delle informazioni e la replicabilità di tutte le analisi effettuate. Inoltre il Gruppo si avvale di un tool di validazione che permette di calcolare, oltre agli indicatori previsti dal Comitato di Basilea nel Working Paper 14 “Studies on the validation of Internal Rating Systems”, le statistiche previste dalle linee guida di Gruppo per la validazione dei modelli di rischio di credito; lo stesso è conforme ai requisiti IT di Banca d'Italia e si integra perfettamente con l’ambiente di laboratorio. Questo tool si stà progressivamente implementando nelle Legal Entities del Gruppo. I risultati dell’attività di convalida interna, che coinvolgono i sistemi di rating in ogni loro componente (metodologie, processi e aspetti Data Quality e IT), sono annualmente sintetizzati nell’ambito di una relazione, il cui obiettivo è portare all’attenzione del Top Management e delle Autorità di Vigilanza il grado di adeguatezza dei sistemi oggetto di convalida nonché le principali aree di miglioramento relative agli stessi. Le aree di analisi riconducibili ai requisiti organizzativi previsti dalla Circolare sono infatti disegno del modello (model design), utilizzo interno (internal use) e reporting, IT e qualità dei dati (IT/data quality) e governo societario (governance). Obiettivo invece dell’attività di Internal Audit sui sistemi di rating interni è la verifica della funzionalità del complessivo assetto dei controlli sui medesimi che consiste nel verificare: 71 la conformità dei sistemi IRB rispetto ai requisiti normativi; l’utilizzo gestionale dei sistemi di rating; l’adeguatezza e completezza del processo di convalida dei sistemi di rating. In tale contesto la Direzione Internal Audit di Capogruppo (da ora UC IAD), allo scopo di supportare le Entità sulla qualità (funzionalità/adeguatezza) dei Sistemi dei Controlli Interni e curare l’evoluzione delle metodologie di internal audit in coerenza con i mutamenti degli scenari di riferimento, ha coordinato lo sviluppo di una metodologia comune per l’effettuazione delle attività di audit e ne gestisce nel continuo il mantenimento ed il miglioramento. Tale metodologia è stata sviluppata al fine di valutare la fondatezza delle conclusioni delle funzioni di controllo del rischio ed il rispetto del requisiti normativi previsti con particolare riferimento al processo di convalida interna dei sistemi interni di misurazione e controllo del rischio. Si precisa peraltro che la funzione di Internal Audit non è direttamente coinvolta nella progettazione/selezione del modello. In continuità con la propria mission UC IAD effettua attività di audit direttamente su UniCredit SpA e, ove necessario, anche presso le entità del Gruppo, nonché coordinando le attività delle funzioni di Internal Audit. In particolare, le verifiche necessarie alla valutazione della funzionalità dei sistemi di rating trovano adeguato spazio nella pianificazione dell’attività di audit nell’ambito del Gruppo (processo di audit planning). Tali attività sono promosse da UC IAD che ne condivide l’inserimento nel piano dei controlli delle funzioni di Internal Audit delle Entità del Gruppo. UC IAD provvede quindi al monitoraggio sull’effettuazione di tali verifiche tramite una specifica funzione, eventualmente attivandosi localmente in caso di scostamenti. Inoltre UC IAD redige periodicamente una specifica relazione annuale di sintesi che presenta una valutazione circa la complessiva funzionalità del sistema dei controlli interni in materia descrivendo, tra l’altro, gli esiti delle verifiche svolte, evidenziando le principali criticità e disfunzioni rilevate e raccomandando alcuni interventi migliorativi Infine, UC IAD informa periodicamente il Collegio Sindacale, l’Internal Control & Risks Committee e il Consiglio di Amministrazione della CapoGruppo sullo svolgimento delle proprie attività e sui relativi risultati. Sulla base degli esiti delle attività di convalida e di revisione interna, riassunti annualmente nelle citate “relazioni annuali delle funzioni di convalida e revisione interna in materia di Basilea 2 – Rischio di Credito”, nonché sul piano di attività connesso alle aree di miglioramento evidenziate dalle funzioni di controllo interno, il Collegio Sindacale e il Consiglio di Amministrazione hanno confermato all’Autorità di Vigilanza, nei primi mesi del 2009, la sussistenza dei requisiti previsti per l’utilizzo dei sistemi IRB del Gruppo Unicredit. Modelli Groupwide Premessa A seguito del provvedimento autorizzativo da parte dell’Autorità di Vigilanza ed al fine di completare progressivamente il framework di LGD sviluppato per i portafogli creditizi di Gruppo, nel corso del 2009 è stato introdotto un nuovo modulo per le esposizioni subordinate (Junior debt). L’approccio adottato è stato improntato alla prudenzialità, definendo come criterio di determinazione della LGD delle esposizioni junior il massimo tra 75% - valore che riflette il livello prescritto dal Comitato di Basilea e da Banca d’Italia per l’ambito F-IRB (Foundation-Internal Rating Based) - e la stima di LGD per le esposizioni senior performing non garantite riferite alla medesima controparte. 72 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Di seguito si fornisce una descrizione dei modelli attualmente utilizzati. Il modello di Rating per gli Stati Sovrani L’approccio utilizzato per lo sviluppo del modello di rating Paese è quello dello “shadow rating”, tramite il quale si vuole replicare la capacità di ranking dei rating esterni (da ECAI) utilizzando fattori macroeconomici e qualitativi. Per giungere al modello finale sono stati percorsi i seguenti passi: Sample Selection: identificazione dei Paesi da includere nel campione; Analisi Univariata: calcolo del potere esplicativo di ciascun fattore qualitativo e quantitativo; Analisi Multivariata: definizione del sottoinsieme ottimale di fattori usando tecniche stepwise supportate dall’esperienza degli analisti; Combinazione dei moduli quantitativi e qualitativi; Calibrazione: lo score del modello finale è parametrizzato in modo da riprodurre le PD effettive; Test del Modello: mapping dei risultati del modello con le PD di consenso. Sono stati disegnati 2 modelli separati, per i paesi emergenti e per i paesi sviluppati. Il modulo quantitativo per questi ultimi utilizza variabili relative alla bilancia commerciale, il livello dei tassi di interesse, il peso del sistema bancario, il GDP pro capite ed il livello di indebitamento pubblico. Il modulo qualitativo include variabili relative allo sviluppo del sistema finanziario, condizioni socio-politiche, condizioni economiche. Il modulo quantitativo per i paesi emergenti utilizza le seguenti variabili: il peso delle esportazioni sul Gross Domestic Product (GDP), il livello dell’indebitamento sull’estero, la rilevanza delle riserve in valuta, il livello degli investimenti diretti esteri sul GDP, il costo del servizio del debito rispetto all’export, il tasso di inflazione e il GDP pro capite. Il modulo qualitativo include variabili relative alla stabilità del sistema finanziario, alla flessibilità del sistema economico, alle condizioni socio-politiche, alle condizioni economiche ed al servizio del debito. L’unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello, la definizione implicita di default, le caratteristiche quali-quantitative del modello, le modalità di override, la calibrazione, la segmentazione nei due gruppi (paesi sviluppati ed emergenti), il campione di sviluppo ed ha condotto i consueti test di performance e stabilità. Il modello di LGD per gli Stati Sovrani Sviluppato nel novembre 2006, il modello utilizza un approccio regressivo con coinvolgimento degli esperti, partendo da un ampio set di variabili macroeconomiche di cui sei sono state incluse nella versione finale. La variabile dipendente (LGD) è stata calcolata utilizzando dati interni ed esterni. Disegnato con lo scopo di calcolare la LGD per le esposizioni dirette verso controparti sovrane, il modello fornisce la LGD per le sole esposizioni unsecured. Le variabili esplicative selezionate sono: peso del GDP sul totale mondiale, peso del debito estero sulle esportazioni, indicatore della posizione debitoria rispetto al FMI, volatilità dell’export, tasso di inflazione medio nel G7 e timing del default (periodo precedente il default). L’unità di validazione, oltre ad effettuare gli usuali test di performance e stabilità, ha verificato la coerenza nella definizione di default, segmentazione e override, l’utilizzo di fonti interne ed esterne per i recuperi, le stime dei costi e la metodologia di sconto dei recuperi e la necessità di introdurre aggiustamenti conservativi per le fasi negative del ciclo economico. Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato – sia in fase di sviluppo del modello sia ongoing – e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta implementazione del sistema di rating per i Paesi e sull’utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio stimati internamente. 73 Il modello di Rating per le Banche L’approccio usato per la stima del rating Banche, definito come “shadow rating”, tenta di replicare la capacità di ranking dei rating esterni attraverso una combinazione di fattori quantitativi e qualitativi. Si è deciso di costruire due modelli differenti, uno per le banche residenti in paesi sviluppati (DC) ed uno per quelle appartenenti a mercati emergenti (EM), in quanto si ritiene esistano driver di rischio diversi per i due segmenti. Specifici aggiustamenti da applicare alla PD risultante sia dal modello EM che DC sono stati introdotti per considerare i seguenti aspetti: fattore ambientale: il rating viene migliorato per le banche con elevati standard ambientali; supporto governativo e Fondi di garanzia di categoria: sono stati introdotti diversi correttivi per tenere in considerazione il supporto fornito alle banche da governi o da appositi Fondi di garanzia di categoria; rischio di trasferimento: il modello considera il rischio che il debitore non sia in grado di ottenere valuta estera per sostenere i propri impegni anche se in possesso di corrispondente valuta locale. Il modello quantitativo finale per le banche residenti in paesi sviluppati copre diverse categorie di fattori: redditività, profilo di rischio, dimensione e funding. Similmente per le banche nei paesi emergenti, con diverso peso delle categorie di fattori: redditività, profilo di rischio, dimensione, capitalizzazione e funding. Nel corso del 2009, allo scopo di misurare adeguatamente il rischio di credito implicito nelle esposizioni verso controparti Securities Industry2, si è proceduto allo sviluppo di un modello specifico per l’assegnazione del rating a questa particolare tipologia di istituzioni finanziarie. L’approccio utilizzato è abbastanza simile a quello già adottato per le Banche commerciali, tuttavia prevede che il supporto del gruppo economico d’appartenenza, particolarmente importante nel segmento SI, sia stimato come modulo indipendente attraverso l’elaborazione di risposte qualitative. Sempre nel corso del 2009, si è proceduto ad una revisione del sistema Banche, adattando in particolare il modello PD alle banche commerciali, alla luce dell’introduzione del suddetto modello specifico per le controparti Securities Industry. La revisione è stata principalmente guidata dalla volontà di raffinare il modello, incorporando l’esperienza derivante da quasi tre anni di utilizzo, e di rimuovere le carenze individuate dalle funzioni di validazione e revisione interna. Tra le principali varianti introdotte rispetto alla versione precedente del modello, vi è l’affinamento nella selezione dei tassi di default impliciti nei rating esterni (ora specifici per il settore finanziario e non più genericamente riferiti al mondo Corporate) e la stima statistica, all’interno del modulo di calibrazione, del fattore di rischio paese. In aggiunta, i vari tipi di supporto – governativo, di gruppo economico, di un eventuale Institutional Protection Fund – sono ora trattati distintamente, in maniera omogenea e non più additiva (solo quello con effetto di mitigazione maggiore trova in effetti applicazione). L’unità di validazione ha valutato il modello nella sua nuova versione, ivi inclusa l’estensione alle controparti Securities Industry; nel condurre la propria attività sono state applicate (come anche per il resto dei sistemi) le Linee Guida di validazione ufficiali per l’intero Gruppo, le quali coprono sia aspetti di disegno del modello sia analisi di performance, calibrazione, stabilità, non solo sul risultato finale ma anche a livello di singole componenti e fattori. 2 Il segmento SI è costituito da contropati impegnate in attività di broker/dealer, merchant/investment banking, corporate finance, M&A e Wealth Management e comprende sia società SI “pure”, per cui tali attività sono assolutamente prevalenti, sia banche “ibride”, cioè dedite in ugual misura ad attività commerciale e di investimento. Prima dello sviluppo di un sistema di rating interno dedicato, le controparti SI erano per lo più prive di rating, salvo alcune eccezioni coperte dal sistema Banche. 74 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Il modello LGD per le banche Il modello sviluppato è di tipo esperienziale e fa riferimento alle sole esposizioni in bonis del tipo senior unsecured, che costituiscono la parte preponderante del portafoglio esposizioni verso banche. Il valore individuale di LGD è stato calcolato partendo da un’analisi dei bilanci, simulando il ricavato in ipotesi di default dalla vendita di varie categorie di asset della banca, dopo aver remunerato i creditori eventualmente con più elevato grado di priorità. Per ottenere una valutazione realistica e conservativa degli asset della banca sono stati definiti haircut per ogni tipologia di attivo, per considerare il probabile deterioramento che avviene prima del default, le differenze tra valore di mercato e di libro e tra valore di mercato e ricavi dalla vendita. Inoltre, in considerazione del fatto che il successo della fase di recupero dipende in buona parte dal contesto legale/istituzionale di riferimento, sono stati introdotti haircut specifici per ogni paese, che considerino il rischio legale. Infine sono stati introdotti haircut per incorporare i costi del processo di recupero, in base a una valutazione degli esperti di workout. Poiché i recuperi derivanti dagli asset della banca prenditrice si assumono in valuta locale, mentre il reale recupero finale deve essere stimato nella divisa del creditore, agli attivi in valuta locale viene applicato un haircut legato alla volatilità del cambio per considerare il rischio di deprezzamento. Nella corso del 2009, nell’ambito del processo di manutenzione evolutiva dei sistemi di rating, è stata rilasciata una nuova versione del modello di stima della LGD, che copre sia le banche commerciali sia quelle d’affari (Securities Industry). La nuova versione mantiene inalterato il precedente impianto metodologico, introducendo tuttavia un trattamento più raffinato dei depositi (considerando legislazioni differenti) e scarti maggiori da applicare al valore dei mutui ipotecari iscritti nel bilancio della controparte. L’unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno e l’ambito di applicazione del modello, componenti, integrazioni esperienziali e override. Per quanto possibile anche benchmark esterni sono stati esaminati; inoltre, particolare attenzione nell’analisi è stata rivolta alla valutazione (conservativa) degli haircut definiti in corrispondenza delle diverse tipologie di attivo bancario. Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato – sia in fase di sviluppo del modello sia ongoing – e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta implementazione del sistema di rating per le Banche e sull’utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio stimati internamente. Il modello di Rating per le imprese Multinational Il modello di rating si applica alle imprese multinazionali definite come le società con turnover o ricavi operativi, da bilancio consolidato, maggiori di €500 milioni per almeno 2 anni consecutivi. Seguendo la metodologia dello “shadow rating”, il modello è composto da una componente quantitativa ed una qualitativa; la sezione quantitativa è sviluppata attorno ad una analisi multivariata di elementi quali rapporti finanziari di patrimonio, redditività, copertura degli interessi e dimensione. Risultato di questo modulo è una probabilità di default. Il modulo qualitativo consiste in un set di questionari che analizzano aspetti societari quali la qualità del management, la struttura organizzativa, la quota di mercato ecc. 75 Risultato del modulo qualitativo è un valore espresso in termini di notches che va a modificare il rating quantitativo, la variazione massima rispetto al rating qualitativo è stata definita dagli esperti; il risultato dei due moduli subisce successivamente un aggiustamento di upgrading/downgrading che riflette l’appartenenza della società ad un gruppo. La selezione multivariata ha portato all’inclusione delle seguenti variabili, che appaiono opportunamente trasformate; cash flow ordinario sul valore della produzione, utili prima delle imposte sul valore della produzione, EBITDA sulle spese per interessi, adjusted net worth su capital employed e valore della produzione. Queste variabili vengono regredite sul logaritmo della frequenza relativa di default, fornita da Standard & Poors. Nel corso del 2008 il sistema di rating Multinational è stato esteso al segmento Italian Large Corporates (ILC). Tale segmento in generale comprende tutte le imprese con un fatturato/valore della produzione tra EUR 250 milioni e EUR 500 milioni. Considerato il numero di default storicamente ridotto e l’elevato grado di analogia con le imprese Multinational (MNC), si è deciso di adeguare la metodologia già stabilita per il segmento MNC, sviluppando il modello sulla base di principi e fasi di processo coerenti. La necessità di un modello per la stima interna dei parametri di rischio PD e LGD per il segmento Italian Large Corporate (ILC) in UniCredit Corporate Banking (UCCB) è motivata da un lato dall’obiettivo di conformità con i requisiti di Basilea 2 per l’approccio IRB avanzato e, dall’altro, dalla volontà di migliorare il pieno e puntuale controllo dei parametri di misurazione del rischio di credito. Nella seconda metà del 2009, nell’ambito del processo di manutenzione evolutiva, il sistema di rating Multinational è stato rivisto al fine di rispondere adeguatamente ai rilievi delle funzioni di controllo interno e degli Organi di Vigilanza, oltre che incorporare i suggerimenti provenienti dagli utenti dopo due anni di applicazione del modello: un modulo specifico di calibrazione è stato introdotto nella stima (incorporando, come per le Banche, il fattore di rischio paese) e la componente qualitativa è ora trattata mediante una scorecard statistica (e non più secondo un approccio “notching up/down”). La definizione del segmento è stata, inoltre, precisata per riflettere la decisione di rimuovere le aziende di Leasing e Factoring dall’ambito di applicazione del modello, poiché tali segmenti saranno trattati da specifici modelli ancora da sviluppare. L’unità di validazione ha valutato il modello nella sua nuova versione, applicando le Linee Guida di validazione ufficiali per l’intero Gruppo, le quali coprono sia aspetti di disegno del modello sia analisi di performance, calibrazione, stabilità, non solo sul risultato finale ma anche a livello di singole componenti e fattori. Il modello di LGD per le imprese Multinational Le agenzie di rating hanno recentemente valutato i livelli di recupero per le imprese speculative grade; partendo da queste valutazioni, non disponendo di serie storiche di tassi di recupero interni per le aziende multinational (essendo un portafoglio a basso rischio di default) è stato sviluppato un modello basato sull’approccio shadow rating, integrato dall’apporto del giudizio degli esperti. La costruzione del modello consiste di diverse fasi: 1. utilizzo di medie settoriali ove le differenze siano interpretabili dagli esperti (euristicamente rappresentano le intercette di un modello regressivo); 2. definizione di una lista di fattori sottoposta dagli esperti; 3. eliminazione degli outliers; 4. proiezione dei fattori al livello di default, definendo la distanza dal default come Log(100%) – Log(PD). Questo rende confrontabili società con rating diversi; 5. selezione dei fattori a livello univariato in base al potere discriminante; 6. regressione multivariata, verifica degli impatti; 7. calibrazione e aggiustamento downturn; 8. haircut per rischio legale e costi di recupero, in base al paese di residenza della controparte. 76 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Il modello così disegnato rappresenta la LGD derivata da un database relativo al debito obbligazionario e come tale risulta penalizzante in quanto non considera la probabilità e gli effetti della ristrutturazione del debito, tipici dei prestiti bancari e di prodotti similari che costituiscono la parte più rappresentativa del portafoglio del Gruppo di UniCredit. Pertanto è stato utilizzato un cure rate definito dagli esperti sulla base dei risultati ottenuti con i modelli locali sui corporate (Italia, Austria e Germania); questo parametro permette di passare dalla cosiddetta bond LGD ad una loan LGD. Come per il parametro PD, anche la Loss Given Default del sistema Multinationals è stata estesa al segmento Italian Large Corporates nel corso del 2008. Nella seconda metà del 2009, nell’ambito del normale processo di manutenzione evolutiva, è stata rilasciata una nuova versione del modello di stima della LGD costruito su dati di perdita osservata riferiti a posizioni in default ed integra sia fattori quantitativi che qualitativi; quest’ultimo aspetto – innovativo rispetto alla precedente versione – è particolarmente apprezzabile, considerata la difficoltà di produrre stime robuste e sufficientemente granulari in base a soli dati quantitativi. L’unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello e la qualità, la performance e conservatività delle stime. Ha inoltre analizzato in maniera estesa benchmark esterni (presenti in letteratura e/o in forma di recovery rating pubblicati dalle agenzie di rating). Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato – sia in fase di sviluppo del modello sia ongoing – e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta implementazione del sistema di rating per le imprese Multinational e sull’utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio stimati internamente. Il rating dei Corporate Treasury/ Funding Vehicles Nel corso del 2009 si è proceduto ad estendere l’ambito di applicazione del sistema di rating Banche e Multinational anche a quelle società controllate che esercitino un’attività di corporate treasury (ad es. cash concentration, FX management e funding) o che costituiscano un veicolo specializzato (per emissioni di titoli a medio termine - MTN- titoli di credito o obbligazioni) il cui merito di credito sia influenzato dal supporto della controllante/ gruppo mediante fideiussioni esplicite o altri meccanismi (ad es. un accordo di supporto dalla controllante). Poiché, nella maggior parte dei casi, il default di un CTFV è provocato dal default del gruppo a cui appartiene, sia per la PD che per la LGD non garantita (unsecured) si è stimata, sulla base dei contributi e delle opinini degli esperti del settore, la distanza in termini di “nothces” rispetto ai valori di PD e LGD della capogruppo (e non il valore assoluto), mentre per la EAD si è comunque deciso di estendere il modello già in uso per gli altri segmenti di clientela Groupwide. Le verifiche di performance e calibrazione condotte (utilizzando le distanze obiettivo fornite dagli esperti) dall’unità di validazione hanno dato risultati positivi. 77 Il modello di rating per il Global Project Finance Il modello di rating GPF è un modello esperto. Si fonda su un insieme di 29 fattori che guidano un questionario in cui le risposte hanno 5 livelli possibili. I 29 fattori sono raggruppabili in 5 aree di riferimento che coprono i rischi di progetto. Lo score finale è una media ponderata degli score ottenuti dai fattori. Le 5 aree di aggregazione sono: rischio degli sponsor del progetto, rischio di esecuzione o completamento, rischio operativo, rischi esogeni (es. macroeconomici), rischio legato ai cash flows. Lo sviluppo del sistema di rating è stato supportato dagli esperti dal lato dell’origination; la specificità del project finance e la parziale indipendenza dalle controparti che sostengono il progetto si possono affrontare solo con un grado elevato di flessibilità, reso possibile dall’utilizzo di fenomeni di mitigazione del rischio o dal cambio dei pesi dei singoli fattori oppure con i weak link. La segmentazione del portafoglio si basa sui seguenti criteri: Il progetto è sviluppato da un’entità giuridica separata dallo sponsor; Vi è separazione (non- recourseness) tra il veicolo e lo sponsor; talvolta per brevi intervalli di tempo tale separazione può venir meno; La decisione creditizia si basa principalmente sui cash flow futuri prodotti dal progetto; La struttura finanziaria è basata sulla qualità e la quantità di flussi di cassa del progetto; C’é una condivisione dei rischi tra i partecipanti al finanziamento; Assets del progetto e ricavi sono a garanzia dei creditori; Dipartimenti specializzati di UCI HVB e BA sono esclusivamente coinvolti; Il volume del progetto è superiore a € 20 milioni; Progetti per i quali il rischio economico è limitato al 15% (max €30 milioni) con garanzia di assicurazioni sull’export esplicitamente escluse dal portafoglio. La calibrazione del modello è stata realizzata determinando quali livelli di score vengono allocati tra i livelli di rating. Pertanto i valori di PD associati non sono continui ma di tipo categorico; ad ogni rating assegnato si assegna un unico valore di PD. Nel corso del 2008, il sistema di rating GPF è stato esteso ad Unicredit Corporate Banking ed a Mediocredito Centrale. L’unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello, la performance a livello aggregato, di risk group e di singolo fattore. Ha inoltre analizzato la stabilità, i meccanismi di aggiustamento e override, la conservatività delle stime ed effettuato un’analisi di benchmarking, sebbene la disponibilità di rating esterni sia limitata. Tutte queste analisi hanno riguardato il portafoglio GPF di Gruppo, depositato presso le Entità: HVB, BA, UCCB, MCC. Il modello di LGD per le attività di Project Finance (GPF) In sintesi il modello GPF LGD si fonda su stime differenziate per settore industriale sottostante il progetto. Il risultato finale, LGD in percentuale sulla EAD, è dato dal complemento a 1 del tasso di recupero scontato, a cui si aggiungono i costi per il recupero e un aggiustamento per il timing dei recuperi. 78 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Per i settori in cui erano disponibili sufficienti informazioni interne, i dati esterni sono stati ignorati, per quelli in cui non vi erano sufficienti dati interni sono state utilizzate le analisi sui tassi di recupero nell’ambito del project finance da parte di Standard & Poors, talvolta direttamente, talvolta in combinazione con dati interni laddove la numerosità del sottoinsieme interno lo permettesse. Utilizzando i dati di Standard & Poors a dicembre 2005, è stato definito uno scenario di downturn, prendendo come riferimento il periodo di crisi successivo al caso Enron a cavallo tra il 2001 e il 2002, da quale è stato ricavato uno specifico fattore di downturn. Nel corso del 2008 e del 2009, dando seguito ad alcuni rilievi e suggerimenti degli organi di controllo interno, ripresi anche dall’autorità di vigilanza nell’ambito della relazione finale sulla verifica dello stato di avanzamento delle attività di adeguamento dei sistemi A-IRB (13/03/2009), sono stati definiti alcuni interventi finalizzati a riflettere maggiormente le pratiche di gestione del rischio in essere nel Gruppo. La nuova versione del modello LGD, si basa sulla metodologia sviluppata da S&P che esamina la coda della distribuzione del valore degli asset del progetto nella “regione” in cui il default è avvenuto e definisce quindi la distribuzione di probabilità della LGD come distribuzione della differenza tra debito e valore degli asset in tale regione. Questo framework generale è stato poi adeguato alla realtà e alle pratiche gestionali del Gruppo Unicredit, attraverso l’adozione di alcuni adattamenti che riguadano il metodo di calcolo del valore degli asset, la tecnica di determinazione della regione di default e l’introduzione di opportune volatility scorecard basate su specifici questionari e calibrate per settore. La nuova versione del modello LGD è stata rilasciata nel seconda metà del 2009. Nell’ambito del processo di manutenzione evolutiva dei sistemi di rating, il modello LGD è stato rivisto nella prima metà del 2009 al fine di superare gli elementi di debolezza emersi durante le attività di convalida interna e di riflettere maggiormente le pratiche di gestione del rischio in essere nel Gruppo. La nuova metodologia adottata esamina la coda della distribuzione del valore degli asset del progetto nella “regione” in cui il default è avvenuto e definisce quindi la distribuzione di probabilità della LGD come distribuzione del “debito meno valore degli asset” in tale regione. L’unità di validazione si è in questo caso concentrata principalmente sulla valutazione del disegno del modello poiché i dati disponibili erano insufficienti al fine di condurre analisi quantitative significative.. Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato – sia in fase di sviluppo del modello sia ongoing – e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta implementazione del sistema di rating per le attività di Project Finance e sull’utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio stimati internamente. Il modello di EAD per i segmenti Group Wide La necessità di tale nuovo modello è motivata da un lato dall’obiettivo di conformità con i requisiti di Basilea 2 riferiti all’approccio IRB avanzato e, dall’altro, dal bisogno di misurare il rischio connesso ad ogni attività al fine di gestirlo e di definirne correttamente il prezzo. Il principale driver della EAD è la tipologia di prodotto e il calcolo è legato a tre componenti. In primo luogo, in linea con i requisiti regolamentari, si assume che l’esposizione corrente di bilancio continuerà ad esistere fino al default. A questo valore si somma il valore atteso di un ulteriore tiraggio della linea di credito accordata, e in terzo luogo, l’eventualità di uno scoperto oltre l’attuale linea di credito è considerata come percentuale della linea di credito accordata. Viene inoltre considerata, per i prodotti rilevanti, la probabilità di una richiesta di pagamento da parte di un terzo, cui è stata rilasciata una garanzia in caso di default. 79 Al fine di rendere coerente il campione dei default d’impresa con l’ambito di applicazione del modello, esso è stato ristretto alle controparti con almeno un fido con una linea di credito garantita non inferiore a 500.000€. L’attività di validazione ha verificato il disegno del modello ed in particolare la ragionevolezza delle assunzioni sottostanti, inclusa la scelta del campione di sviluppo. Le stime del modello sono state confrontate con i corrispondenti valori osservati internamente. Anche gli aspetti IT e di qualità del dato sono stati oggetto di convalida interna. Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato, e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta implementazione del sistema di rating Italian Large Corporate e sull’utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio stimati internamente. Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte dell’Autorità di Vigilanza. Modelli locali, perimetro Italia In questa sezione si fornisce una descrizione dei modelli locali italiani già AIRB nonché di quelli in attesa di autorizzazione. Rating Integrato Corporate (RIC) Il modello RIC fornisce il rating delle controparti imprese di Unicredit Corporate Banking sul segmento mid-corporate, ovvero per quelle aziende con fido o utilizzo aventi un fatturato (o total assets laddove il fatturato non è informativo) fino a 250 milioni di Euro. Sviluppato in più fasi anche col supporto della società Centrale Bilanci, il modello nella sua prima versione prevedeva l’integrazione a più livelli di diverse componenti. Ad un primo livello, il punteggio generato da variabili di bilancio (score CE.BI.) si integrava con informazioni di carattere qualitativo provenienti da questionari compilati dal gestore; ad un secondo livello, lo score precedente si integrava con informazioni di carattere geo-settorialedimensionale; successivamente informazioni di natura comportamentale-andamentale (sia interne che di sistema) si fondevano con il risultato del secondo livello per dare origine ad un Rating Integrato Corporate secondo due diversi pesi sulla base del punteggio andamentale. Infine, mediante analisi Kernel della distribuzione dello score RIC sul portafoglio di Unicredit Corporate Banking si erano individuate 9 classi di rating. Le unità di convalida locale e della Capogruppo avevano verificato, in sede di Initial Validation del modello, il disegno e la tenuta sia dei diversi moduli (score di bilancio, score qualitativo, componente geosettoriale, score andamentale) in termini di performance e stabilità, sia del modello complessivo anche per sotto-portafogli rilevanti. Sono state inoltre analizzate la calibrazione del modello complessivo per stato di monitoraggio delle controparti, anche a livello di segmento, le regole di override e la copertura del modello per rapporti ed esposizioni del portafoglio della banca. 80 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Nel corso del 2008, a partire dai findings delle funzioni di convalida interna e dai rilievi di Banca d’Italia, sono stati apportati e validati alcuni miglioramenti al modello, in produzione da marzo 2009, così sintetizzabili: ristima del modulo andamentale, a partire dalle variabili presenti nella precedente versione, attraverso la revisione dei relativi pesi e l’eliminazione di tutti quei fattori ritenuti non più significativi, rimuovendo così la ridondanza informativa ed incrementando la capacità predittiva del modulo; ridefinizione dei pesi dell’integrazione fra modulo andamentale (sia interno che esterno) e score d’impresa di secondo livello, eliminando la doppia funzione d’integrazione, fonte di discontinuità nella PD finale per quelle controparti con stesso score di secondo livello, ma con piccole differenze nello score andamentale attorno al valore scelto come soglia. Inoltre è stato utilizzato un campione di sviluppo, maggiormente rappresentativo del portafoglio di UCCB rispetto al precedente costituito da clienti dell’ex-Credito Italiano, incorporando anche la definizione di default Basilea2 al netto dei Past Due tecnici. Le attività di convalida hanno consentito non solo di validare le revisioni del modello, ma anche di attestare l’adeguatezza della nuova versione del sistema per la sua applicazione all’intero portafoglio di UCCB, inclusi i clienti di provenienza ex-Capitalia. Il modello di rating del segmento Small Business Italia Il modello è stato strutturato in modo da ottimizzare l’aggregazione delle diverse fonti informative, sia interne (qualitative, finanziarie, anagrafiche ed andamentali) sia esterne (il flusso di Centrale dei Rischi Banca di Italia e le centrali rischi private), differenziando tra erogazione a nuovi clienti o a clienti già esistenti e sulla base di una segmentazione del portafoglio Imprese che riflette la dimensione e l’anzianità dell’azienda sul mercato. I moduli sviluppati nell’ambito della revisione del sistema sono i seguenti: modulo anagrafico; modulo andamentale esterno (CE.RI/SIA); modulo finanziario; moduli Credit Bureau (Experian e Crif); modulo qualitativo; modulo andamentale interno. Il processo di stima dei vari moduli si è articolato nelle fasi di seguito descritte: analisi univariate, analisi multivariate, specificazione del modello e validazione. Il metodo utilizzato è la regressione logistica stepwise. La stima viene effettuata utilizzando la tecnica del Weigh of Evidence (WoE). Al termine della procedura di stima del modello logistico, lo stesso è scalato (omogeneizzato) in modo tale che i punteggi di modelli diversi siano confrontabili. Identificati i regressori significativi, si costruisce lo scorecard report che riassume in maniera sintetica le variabili utilizzate nel modello, il peso di ciascun fattore e il livello di significatività statistica. 81 Lo score omogeneizzato di ciascun modello concorre alla produzione della PD e della classe di Rating della controparte in base al peso relativo del modulo stesso, rapportato a quello degli altri e con modalità legate all’anzianità del rapporto del cliente con la banca, distinguendo tra “già cliente” e “nuovo cliente”, ed alla tipologia di cliente Small Business considerato. Il modello è stato ricalibrato tenendo in considerazione la recente integrazione dei portafogli creditizi ex Capitalia e considerando i tassi di default complessivi. Le ricalibrazioni sono state effettuate distintamente per le tre nuove entità territoriali: UniCredit Banca, UniCredit Banca di Roma e Banco di Sicilia. L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello nel suo complesso e la tenuta (performance e stabilità, anche nei sotto-portafogli rilevanti) dei diversi moduli che lo compongono. Ha inoltre analizzato la calibrazione sia a livello complessivo che di segmento. Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT, di qualità del dato e di processo, con particolare focus sulla corretta implementazione del sistema di rating e sull’utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio stimati internamente. Infine, nel corso del 2009, la funzione di convalida ha valutato l’adeguatezza della nuova versione del sistema RISB per la sua applicazione all’intero portafoglio della Retail Network Italy, inclusi i clienti di provenienza ex-Capitalia. Il modello di rating del segmento Privati Italia: Mutui Ipotecari Il Portafoglio Obiettivo del modello di Rating R.I.P. (Rating Integrato Privati), che si basa su un approccio per pool, è costituito dall’insieme di tutte le tipologie di mutui ipotecari trattati in Unicredit Banca e Unicredit Consumer Financing, destinati all’acquisto, costruzione e ristrutturazione di immobili residenziali da parte della clientela privati e all’acquisto di immobili per finalità legate all’attività economica svolta da parte delle Persone Fisiche appartenenti al settore delle Famiglie Produttrici. Per quanto concerne i prodotti rateali del Gruppo, la considerazione di caratteristiche specifiche del singolo prodotto ai fini della determinazione del pool di appartenenza ha comportato l’assegnazione di una probabilità di default potenzialmente differente ad ogni rapporto in capo alla medesima controparte, benché anche le caratteristiche del Cliente siano tra i driver fondamentali per l’individuazione dei pool. Analogamente a tutti gli altri sistemi di rating del portafoglio privati del Gruppo, anche lo sviluppo del modello R.I.P. si è articolato in due fasi distinte: la prima consiste nell’individuazione dei Pool relativi al portafoglio in fase di erogazione, la seconda nell’individuazione dei Pool relativi al portafoglio in essere. Mediante tecniche statistiche sono stati individuati i pool sull’intero portafoglio. In seguito a tale processo si è pervenuti alla definizione di strutture ad albero nelle quali le “foglie” finali corrispondono ai pool individuati. I singoli pool sono stati successivamente aggregati in classi di rating. Nel processo di assegnazione della probabilità di default, la valutazione effettuata in sede di prima erogazione viene mantenuta nel primo semestre di vita del rapporto, salvo sia rilevato uno sconfino di durata superiore al mese, mentre a partire dal settimo mese viene ricalcolata l’attribuzione dell’operazione al pool corrispondente secondo l’albero definito per il portafoglio in essere. All’aumentare dell’anzianità del mutuo, acquisiscono infatti maggiore rilevanza le variabili andamentali. Per le specificità legate alla diversa provenienza delle esposizioni costituenti il portafoglio di rischio proveniente dalla ex UBCasa, il modello di rating presenta alcune personalizzazioni, soprattutto con riferimento al portafoglio acquisito mediante il canale Abbey National. 82 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Nell’analisi del portafoglio complessivo ex UB Casa sono stati definiti tre alberi di segmentazione la cui variabile discriminante iniziale è la maturità del mutuo (numero di mesi dall’erogazione maggiore o minore di 6) e, per i mutui con maggiore maturità, il perimetro di provenienza. In particolare: albero stimato per il portafoglio in fase di erogazione o application, utilizzato nell’attribuzione della probabilità di default a tutti i mutui con anzianità inferiore a 6 mesi; albero per il portafoglio “in essere” ex-ANBI da adottare per i mutui del perimetro ex-ANBI con anzianità superiore a 6 mesi; albero per il portafoglio “in essere“ ex-Adalya -Kiron realizzato per la stima della PD dei mutui exAdalya con anzianità superiore a 6 mesi. Elemento comune alle tre segmentazioni è l’assegnazione al pool di rischio maggiore delle pratiche che manifestino un ritardo di pagamento o delinquency superiore al mese. L’unità di validazione ha verificato nel 2007 il disegno del modello e del sottostante score di erogazione, la loro capacità discriminante e la stabilità della popolazione nel tempo. Inoltre, particolare attenzione è stata rivolta all’analisi dei sottomodelli identificati dall’anzianità del mutuo e dal canale di provenienza. Infine sono state analizzate la copertura per rapporti ed esposizioni e la calibrazione sia a livello complessivo che di sottoportafoglio. Nel corso del 2008 sono state apportate alcune modifiche al sistema Rating Integrato Privati (RIP) per i Mutui Ipotecari, derivate dalla variazione della definizione di default, dalla necessità di uniformare il trattamento dei mutui in erogazione tra Unicredit Banca per la Casa e Unicredit Banca, a seguito dell’unificazione dei portafogli delle due banche, e dall’ampliamento delle finestre temporali La nuova definizione, adottata allo scopo di adeguarsi maggiormente alla normativa di vigilanza, prevede il passaggio a default al verificarsi di uno sconfino di vigilanza e/o 7 rate arretrate o l’ingresso in uno stato di incaglio o sofferenza. In secondo luogo, la necessità di uniformità di trattamento dei mutui tra Unicredit Banca per la Casa e Unicredit Banca ha condotto ad una nuova omogeneizzazione delle griglie di score di erogazione. Infine, l’ampliamento delle finestre temporali considerate ha comportato la calibrazione dei pool di erogazione e di portafoglio e la ridefinizione delle classi di rating. Nello stesso periodo ha avuto luogo lo sviluppo di una griglia specifica per l’erogazione di mutui ipotecari alla clientela “Immigrants”, giustificato sia da un aumento dei clienti facenti parte di questo segmento, costituito da pratiche per le quali almeno un soggetto tra gli intestatari e i garanti sia nato all’estero e abbia cittadinanza diversa da quella italiana, sia dalla diversa rischiosità associata rispetto ai due segmenti di clientela (fallibili e non fallibili), per i quali era già presente una griglia. Il modello prescelto è di tipo statistico ed è stata utilizzata la forma funzionale logistica. Nel corso del 2008 si è inoltre proceduto alla estensione dei metodi IRB avanzati anche a i mutui ipotecari residenziali di clientela privata provenienti dalle banche del Gruppo ex-Capitalia. A tale fine si è proceduto allo sviluppo di un modello PD andamentale “ad hoc” ad integrazione del sistema di rating RIP Mutui Ipotecari, creato a partire da dati rappresentativi dei medesimi portafogli. Lo sviluppo di tale modello è stato necessario in quanto la componente PD andamentale del sistema di rating RIP Mutui Ipotecari non è applicabile al portafoglio pre-migrazione di Capitalia, essendo quest’ultimo associato a politiche di credito e di erogazione diverse da quelle di BC. 83 Nel corso del 2009, oltre alla consueta ricalibrazione delle componenti di rischio PD e LGD, si è provveduto a sviluppare un modulo specifico per la stima della PD con riferimento ai mutui ipotecari dei dipendenti del Gruppo UniCredit, precedentemente esclusi dal perimetro di applicazione del sistema di rating RIP Mutui Ipotecari.. Per quanto riguarda la LGD, invece, non si è ritenuto necessario procedere allo sviluppo di un nuovo modello, in considerazione del fatto che tale componente è fortemente influenzata dal processo di recupero e dalle regole di classificazione dell’arretrato in uso nella banca in cui si manifesta il default (da novembre 2008 omogenee a quelle del Gruppo). Inoltre, allo scopo di accertare la sostanziale conformità delle garanzie ipotecarie alle politiche di acquisizione e valutazione del gruppo, si è proceduto ad una verifica della normativa in essere nella banche ex-Capitalia ed è in corso un controllo a campione delle suddette garanzie in termini di documentazione, corretta registrazione delle informazioni nei sistemi informativi e valorizzazione degli immobili. La funzione di validazione ha dunque valutato nel corso del 2008 l’introduzione della nuova griglia di erogazione immigrati, e nel 2009 il modello andamentale ex capitalia, il modello per i mutui erogati ai dipendenti UniCredit e la ricalibrazione effettuata al fine di vericare l’impatto del loro inserimento sulla valutazione del portafoglio mutui nel suo complesso. Il modello di rating del segmento Privati Italia: Scoperti di Conto Corrente e Carte di Credito a Saldo Il Rating Integrato Privati (RIP) per finanziamenti in Conto Corrente esprime un giudizio complessivo sul merito creditizio del privato affidato o richiedente un affidamento ricompreso nel pool CC (conti correnti, crediti di firma, carte a saldo) e deriva dall’integrazione di un set di moduli elementari che sfruttano le informazioni rinvenibili presso le fonti interne (informazioni anagrafiche e andamentali), il flusso di Centrale Rischi di Banca d’Italia (CR e SIA) e il Bureau Crif. L’aggregazione dei moduli è stata effettuata in modo diverso per i seguenti cinque sotto-segmenti principali di clientela Privata: i nuovi clienti che richiedono un affidamento (c.d. Nuovi) i clienti esistenti ma operanti su base attiva (c.d. Richiedenti ex-Base Attiva) che richiedono un affidamento; i clienti esistenti e affidati (c.d. Esistenti Affidati) i clienti esposti ma non affidati (c.d. Esposti Non-Affidati) i dipendenti del Gruppo UniCredit (c.d.Dipendenti) L’aggregazione dei moduli determina la stima di uno Score di Erogazione, applicato per la valutazione del merito creditizio del cliente sia nel processo di nuovo affidamento che di rinnovo, e di uno score di Monitoraggio, utilizzato per la valutazione del cliente che presenta già una relazione con la Banca. Di seguito viene fornita una rappresentazione schematica del modello: 84 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 Fase di erogazione >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Modulo Anagrafico Modello Nuovi Clienti Modulo CRIF Modulo Anagrafico Modello Richiedenti ex Base Attiva Modulo CRIF Modulo Andamentale Base Attiva Fase di monitoraggio Modulo Anagrafico Modello Clienti Esistenti e Affidati Modulo CRIF Modulo Andamentale Esposti/Affidati Modello Clienti Esistenti Esposti, ma non Affidati Modulo Andamentale Esposti/Affidati Modello Dipendenti del Gruppo Modulo Andamentale Esposti/Affidati Modello Clienti operanti su Base Attiva Modulo Andamentale Base Attiva Moduli/modelli sviluppati su campioni di erogazione Moduli/modelli sviluppati su campioni stock Le variabili ai fini dell’inclusione nel modello sono state analizzate a livello univariato e sono state selezionate in base all’incidenza dei missing, alla capacità predittiva (D di Somers) e all’analisi dei cluster. A livello multivariato le tecniche di selezione utilizzate sono la regressione logistica di tipo stepwise e il livello di correlazione, oltre a valutazioni di carattere economico. L’integrazione dei moduli applicabili ai diversi sotto-segmenti di clientela è stata effettuata mediante regressione logistica sui Weight of Evidence (WoE) degli score stimati dai moduli. Le informazioni sottostanti il modulo Anagrafico-Finanziario – acquisite in fase di erogazione ed aggiornate solo in minima parte nel corso del monitoraggio del finanziamento – perdono progressivamente peso all’interno del modello, al passare del tempo. Diversamente, le variabili di carattere andamentale potrebbero non essere presenti in fase di erogazione, ma sicuramente presenti e discriminanti nel corso del monitoraggio. Con particolare riguardo alla periodicità del loro aggiornamento, le informazioni andamentali di fonte CRIF sono aggiornate con cadenza trimestrale, quelle di fonte Interna o CeRi con scadenza mensile. La definizione di default adoperata in fase di sviluppo dei moduli statistici è una definizione gestionale mentre quella adoperata per la calibrazione è conforme alla normativa di Basilea 2 che considera, quindi, bad le controparti classificate in sofferenza, incaglio o past due a 180 giorni. 85 La PD del modello, pur essendo stata stimata esclusivamente su dati dei clienti ex Unicredit Banca, è stata calibrata tenendo conto dei tassi di default dei clienti di entrambi gli ex Gruppi (ex Unicredit ed ex Capitalia). La distribuzione per classi di rating delle esposizioni, come atteso, è maggiormente concentrata sulle classi di rating rappresentative di maggior qualità: il 70% delle esposizioni ha una classe di rating inferiore o uguale a T08, che rappresenta una probabilità di default massima del 3%. In generale, tutte le classi di rating sono sufficientemente popolate e non si osservano concentrazioni significative in singole classi. L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello, l’utilizzo delle fonti informative, le sue performance in termini di rank ordering e calibrazione e la stabilità della popolazione nel tempo. Inoltre, particolare attenzione è stata rivolta all’analisi dei sottomodelli identificati. Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte dell’Autorità di Vigilanza. Il modello di rating del segmento Privati Italia: Prestiti Personali Il sistema di rating per i prestiti personali è costituito, ai fini della stima della PD, da modelli differenti in ragione della finalità di utilizzo (erogazione o monitoraggio), del canale di erogazione e del portafoglio di applicazione, al fine di cogliere le peculiarità dei diversi segmenti in termini di gestione del business, rischiosità e proprietà statistiche. I modelli sviluppati sono i seguenti: 1. 2. 3. 4. erogazione canale banca portafoglio strategico3 ; erogazione canale banca portafoglio non strategico4 ; erogazione canale non banca5 ; andamentale. Questa struttura è quella che meglio consente di ottimizzare l’utilizzo delle principali fonti informative senza introdurre una eccessiva complessità nel modello. Per quanto concerne i modelli di erogazione, aventi l’obiettivo di assegnare una probabilità di default ad ogni esposizione al momento della richiesta di un prestito personale, la metodologia di sviluppo utilizzata è la regressione logistica ed i campioni di sviluppo sono costituiti da tutte le pratiche erogate fino a luglio 2007. La definizione di default adottata in fase di stima degli score è di tipo gestionale, caratterizzata da un periodo di performance di 18 mesi e dall’identificazione del default in base alla presenza di uno stato di sofferenza o ad un numero di rate pagate arretrate superiore o pari a 56. Successivamente si è provveduto a calibrare i tre score alla definizione di default prevista dalla normativa di vigilanza tenendo conto dell’erogato nel periodo compreso tra settembre 2005 e gennaio 2008. Per quanto concerne invece il modulo andamentale, sviluppato tramite una tecnica di regressione logistica, le variabili discriminanti utilizzate si riferiscono sostanzialmente alle informazioni andamentali interne e alle informazioni relative alla anagrafica del cliente. Gli score di erogazione ed andamentali così definiti sono stati normalizzati, e sono state create 14 classi di rating, definendo anche 4 classi aggiuntive rispettivamente per la categoria dei dipendenti, per gli unrated, per le pratiche erogate a fronte dell’evidenza di una policy di rifiuto, e per le pratiche in default. L’unità di validazione ha infine verificato il disegno del modello, l’utilizzo delle fonti informative, le sue performance in termini di rank ordering, calibrazione e stabilità. 3 Si tratta dei Prestiti Personali erogati tramite le agenzie UCB per cui il richiedente o il coobbligato (se presente) abbiano stato di nascita, ricavato dal codice fiscale, incluso nel seguente elenco: Italia, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Irlanda del nord, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Principato di Monaco, San Marino, Spagna, Svizzera, Svezia, Città del Vaticano, Stati Uniti d’America, Canada, Australia, Nuova Zelanda 4 Si tratta di Prestiti Personali erogati tramite le agenzie UCB ma non rientranti nel perimetro del Portafoglio Strategico. 5 Prestiti Personali non erogati tramite le agenzie UCB. 6 La controparte è considerata “good” in caso di rate arretrate inferiore o pari a 2 e indeterminata con 3 o 4 rate arretrate. 86 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte dell’Autorità di Vigilanza. Il modello di rating del segmento Privati Italia: cessione del quinto dello stipendio Il sistema di rating adottato dalla controllata UniCredit Family Financing per la valutazione del portafoglio “Cessione del Quinto dello Stipendio”, considerando sia le nuove erogazioni che le posizioni in essere, è composto di due moduli, uno di accettazione e uno andamentale, al fine di cogliere in modo distinto i driver di rischio rilevanti al momento dell’ingresso delle posizioni in portafoglio e nel corso della vita delle posizioni stesse. La metodologia adottata in fase di sviluppo appartiene alla famiglia dei modelli ad albero; tale approccio permette la stratificazione del campione d’analisi in livelli successivi, attraverso la verifica del potere discriminante di alcune variabili rispetto all’evento default. Il risultato di tale procedura è una struttura ad albero le cui “foglie” finali corrispondono a specifici pool di posizioni caratterizzati internamente dallo stesso profilo di rischio. Per quanto concerne lo sviluppo della componente di erogazione, è stato definito un campione specifico di pratiche erogate nel corso del biennio 2006-2007. Le variabili considerate per la determinazione dell’albero di erogazione sono state selezionate, in base alla natura delle informazioni, dalle seguenti macroaree: informazioni socio demografiche ed informazioni di prodotto. L’albero decisionale è stato costruito tramite la procedura CHAID (con interventi di natura esperta), con l’obiettivo di segmentare la popolazione sulla base delle variabili individuate a seguito delle preliminari analisi univariate e di correlazione. L’analisi ha portato alla definizione di 7 pool successivamente aggregati in 6 classi di rating (alle quali è stata aggiunta una classe per i contratti in default); ai fini della stima della PD d’erogazione, i tassi di default empiricamente riscontrati sul campione di sviluppo sono stati oggetto di ricalibrazione attraverso tecniche bayesiane di prior correction. Per quanto concerne invece la stima della PD andamentale, le variabili discriminanti utilizzate per la determinazione dell’albero sono state selezionate, in base alla natura delle informazioni, dalle seguenti macroaree: informazioni andamentali interne, informazioni relative al prodotto erogato e al canale di vendita. Il modello andamentale si basa su una struttura ad albero decisionale. L’albero decisionale è stato costruito tramite la procedura CHAID (con interventi di natura esperta). Il risultato dell’analisi ha portato alla definizione di 12 pool, successivamente aggregati in 6 classi di rating (alle quali è stata aggiunta una classe per i contratti in default). Ai fini di stima della PD i tassi di default empiricamente riscontrati sul campione di sviluppo sono stati oggetto di ricalibrazione attraverso tecniche bayesiane di prior correction. Le classi di rating di erogazione sono state successivamente omogeneizzate con le classi andamentali, al fine di pervenire a una scala di rating unica per il prodotto Cessione del Quinto dello Stipendio. L’unità di validazione ha, anche in questo caso, verificato il disegno del modello, in linea con le prassi di mercato, il profilo della completezza informativa e le performance del modello in termini di rank ordering e calibrazione. Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte dell’Autorità di Vigilanza. 87 I sistemi di rating “Leasing Corporate” e “Leasing Small Business” I sistemi di rating per i segmenti Mid-Corporate e Small Business, in uso in UniCredit Leasing (UCL) e per i quali è stata inoltrata richiesta di autorizzazione a fini regolamentari a Banca d’Italia nel dicembre 2009, esprimono una valutazione della probabilità di insolvenza a livello di transazione, integrando la componente di rischio di controparte con le informazioni specifiche di rischiosità legate all’operatività del leasing. In particolare, i modelli di rating sottostanti adottano un approccio per pool di prodotto, secondo la segmentazione gestionale delle operazioni di leasing adottata in UCL: Immobiliare, Strumentale e Targato. Il progetto per lo sviluppo dei modelli PD, avviato nei primi mesi del 2006 e concluso nel maggio del 2007, è stato condotto da UCL in collaborazione con Centrale dei Bilanci (Ce.Bi.). Le prime versioni dei modelli PD di operazione sono entrate in produzione nel settembre del 2007 e sono state integrate sia nei processi di erogazione, nell’ambito della Pratica Elettronica di Fido, che nei processi di monitoraggio mensile. Il concetto di default adottato per la stima dei modelli è per transazione e prevede il trascinamento dello stato di insolvenza soggettivo della controparte sul contratto, con un concetto di scaduto continuativo per oltre 180 giorni coerente con le disposizioni della normativa Centrale dei Rischi. Nella seconda metà del 2008, inoltre, i modelli sono stati ricalibrati sulla base dei perimetri più recenti, adottando il concetto di default secondo le disposizioni di Vigilanza, con la soglia di materialità del 5% e una franchigia assoluta sul saldo scaduto ai fini dell’esclusione dei past-due tecnici. I principi base che hanno guidato la scelta del disegno dei modelli sono stati l’univocità della valutazione della controparte a livello di Gruppo e la necessità di declinare in modo adeguato la rischiosità a livello di transazione, sfruttando tutte le fonti informative specifiche del business relativo al leasing, sia interne che di sistema. I modelli sviluppati per i segmenti Mid-Corporate e Small Business sono pertanto strutturati in due livelli: I livello: valutazione della rischiosità della controparte in coerenza con le valutazioni in essere nel Gruppo; II livello: valutazione delle informazioni specifiche del leasing ed integrazione della suddetta valutazione di controparte, al fine di ottenere una PD a livello di singolo contratto. Di seguito si presenta graficamente la struttura logica dei modelli: 88 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Per quanto concerne il I livello (PD di controparte), si sottolinea che in caso di controparti condivise con UniCredit Corporate Banking o con le Banche Retail del Gruppo, la PD di controparte di UCL è la medesima calcolata dai modelli in uso in tali Entità. Per i clienti esclusivi di UCL, invece, la PD di controparte è calcolata mediante metodologie sostanzialmente omogenee a quelle dei modelli RIC o RISB nelle loro versioni originarie. Il modello per i clienti esclusivi Mid-Corporate utilizza, quando disponibili, gli input considerati nel modello RIC, quali il bilancio d’esercizio depositato dalla controparte, le informazioni del questionario qualitativo e quelle geo-dimensionali e settoriali, nonchè lo score andamentale o di Centrale Rischi. Il modello per i clienti esclusivi Small Business, invece, è distinto sulla base della disponibilità del dato di bilancio. In caso si disponga di un bilancio aggiornato, la valutazione di controparte è effettuata attraverso il modello di erogazione della precedente versione del RISB, mentre in assenza dello stesso, la valutazione di controparte si basa solamente sullo score CR e/o sullo score Delphi. Per quanto concerne il II livello (PD di transazione), le informazioni considerate sono costituite dallo score andamentale interno, che monitora l’andamento della relazione con il cliente e delle operazioni in essere, dallo score Assilea, che monitora l’andamento del cliente/rapporto a livello di sistema e da ulteriori dettagli di prodotto, che possono influenzare il livello di rischiosità del rapporto. Lo score andamentale interno è stato sviluppato per pool di prodotto (Immobiliare, Strumentale e Targato) al fine di valutare la regolarità di pagamento della singola transazione e ha l’obiettivo di cogliere eventuali segnali di anomalia che anticipino lo stato di default del contratto, basandosi sul numero di rate arretrate e di giorni di sconfinamento. Tale score viene calcolato per tutti i contratti decorsi da almeno tre mesi, mentre per i contratti decorsi da meno di tre mesi oppure stipulati ma non ancora in decorrenza, si è deciso di attribuire allo score un valore medio. Lo score Centrale Rischi Assilea è un indicatore di ‘comportamento’, ottenuto tramite un modello statistico con regressione logistica, per valutare la relazione che la controparte intrattiene con tutte le società di leasing facenti parte di Assilea. Le informazioni ricevute dalla CR sono a livello di cliente ma, in considerazione della diversa rischiosità legata alla tipologia del contratto leasing, si è deciso di sviluppare lo score per pool di prodotto (Immobiliare, Strumentale e Targato), considerando i default a livello di contratto. Le informazioni di prodotto si differenziano anch’esse secondo le stesse macrotipologie e sono state selezionate, attraverso algoritmi statistici multivariati, in base alla relazione con l’evento default. L’attività di validazione iniziale effettuata nel 2009 si è concentrata innanzitutto sulla verifica dell’impianto metodologico. L’impostazione a livello di transazione, inusuale per un portafoglio di esposizioni verso imprese, trova giustificazione nel riconoscimento della rilevanza del prodotto, che nella società di Leasing si è dimostrato essere un fattore imprescindibile nella spiegazione del comportamento della Clientela; inoltre, i tassi di default osservati su questo specifico portafoglio sono profondamente diversi da quelli relativi ad altre tipologie di finanziamento. Le attività di convalida hanno poi esaminato il profilo della completezza informativa e le performance del modello in termini di rank ordering, calibrazione e stabilità. Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte dell’Autorità di Vigilanza. 89 LGD per i portafogli locali Italia I modelli di LGD di UCCB, RNI e UCFin sono stati sviluppati secondo un approccio di tipo workout. In particolare, il tasso di perdita viene calcolato considerando i flussi di cassa relativi ai diversi rapporti osservati dal loro ingresso a default fino al termine del processo di recupero. Per quanto attiene alla stima, sono stati definiti specifici moduli per ciascuna fase del default (incaglio, sofferenza e past due), adottando per i portafogli Cessione del Quinto e Prestiti di UCFin un approccio empirico, mentre negli altri casi (UCCB, RNI e UCFin mutui) sono state definite stime regressive nel caso dei blocchi sofferenze ed incagli e medie storiche per la variazione dell’esposione in fase di past due (distinta per rapporti rateali e non rateali). Tale criterio a blocchi determina la necessità di definire una modalità di integrazione dei risultati dei diversi modelli per il calcolo della LGD complessiva. In particolare, è necessario definire due tipologie di parametri, i primi legati alla composizione del primo ingresso a default (probabilità che, dato il default, esso si verifichi sotto forma di past due, incaglio o sofferenza), i secondi legati alle probabilità di transizione tra i diversi stati di default (nella terminologia Unicredit questi ultimi vengono definiti Danger Rates). Mentre in UCCB, RNI ed UCFin per il prodotto mutui tali parametri vengono definiti su base empirica (frequenze relative osservate sui campioni di sviluppo), l’approccio di stima adottato per i Danger Rate in UCFin per il prodotto Prestiti si basa sulla modellizzazione del WOE (Weight of Evidence) associato ai diversi attributi delle variabili disponibili in fase di application e su una survival analysis per i rapporti di tipo CQS. I modelli sviluppati mediante approccio regressivo prevedono l’impiego sia di variabili di tipo anagrafico che inerenti le caratteristiche dei rapporti; inoltre, assumono particolare rilevanza le garanzie a copertura delle esposizioni. A tal proposito, le Banche italiane hanno deciso di incorporare l’effetto delle diverse tipologie di garanzie nella LGD, anche qualora la normativa prevedesse un’alternativa, come nel caso delle fideiussioni, per le quali è prevista la possibilità di sostituire PD e LGD del cliente con i corrispondenti parametri del garante nella valutazione del rischio associata alla quota di esposizione garantita; fanno eccezione, per la sola Unicredit Corporate Banking, le fideiussioni rilasciate da istituti bancari, in presenza delle quali è adottato il principio di sostituzione. In generale non si considera dunque la possibilità di trattare separatamente la quota di esposizione garantita e quella non garantita, ma viene calcolata una Loss Given Default a livello di rapporto, in funzione delle garanzie presenti e, ove significativo, del loro valore. In questo contesto è peraltro importante sottolineare che, in attesa dello sviluppo di un modello di PD per i garanti persone fisiche che consenta di valutarne la rischiosità associata come richiesto da normativa, le competenti funzioni di Unicredit hanno escluso le garanzie personali dal calcolo della LGD qualora esse siano prestate da fideiussori unrated; in questi casi non viene dunque valorizzata la corrispondente dummy premiante del modello regressivo, annullando così l’effetto della garanzia. Con particolare riferimento al segmento Privati, si è scelto di sviluppare congiuntamente (Unicredit Banca e Unicredit Family Financing per la parte ex Banca per la Casa) il modello per i mutui ipotecari. Anche per quanto riguarda Corporate e Small Business, con riferimento ad alcune tipologie di rapporto (Anticipi), si è optato per un modello sviluppato congiuntamente. Per il calcolo del valore di LGD, limitatamente alla fase di sofferenza, si è considerato il massimo livello di dettaglio possibile, ovvero il rapporto. Per quanto riguarda la fase di incaglio, invece, la banca ha sviluppato due modelli per ciascun segmento, differenziando esposizioni rateali e non rateali. Nel corso del 2008 sono state apportate alcune modifiche al modello di LGD per i portafogli italiani. Il primo intervento ha riguardato la modalità di inserimento della variabile tasso risk free all’interno dei modelli: la variabile è stata introdotta in modalità continua anziché in modalità discreta. In secondo luogo, si è sviluppato un nuovo approccio per la stima di una LGD che rifletta le condizioni recessive del ciclo economico (LGD Downturn). Il nuovo approccio prevede il calcolo dell’effetto downturn come aggiustamento della LGD stimata dai modelli mediante due coefficienti ottenuti tramite una regressione che interpola la LGD stimata e una nuova variabile che identifica il passaggio o meno della sofferenza per la fase recessiva. Il terzo intervento è costituito dalla revisione dell’effetto dell’azione revocatoria fallimentare. Il quarto e ultimo intervento ha riguardato la correzione delle stime di LGD per le esposizioni già a default per tener conto degli eventuali passaggi a perdita parziali. 90 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Tutti i modelli sono inoltre stati ricalibrati coerentemente con quanto avvenuto per i modelli di PD; con riferimento specifico alla LGD del sistema Rating Integrato Privati (RIP) per i Mutui Ipotecari si è invece provveduto a rivedere la modalità di aggregazione delle aree geografiche eliminando le classi “Lazio e Umbria” e “Marche e Toscana” e creando la classe “Centro”, al fine di migliorare l’interpretabilità economica e rendere tale modello uniforme con i modelli di LGD analoghi sviluppati nelle altre Entità. Nel corso del 2009, i parametri dei modelli LGD locali già autorizzati per le Entità Italiane sono stati aggiornati a seguito dell’ampliamento dei campioni di sviluppo atto a far fonte alla previsione normativa per cui “ le stime della LGD si basano su dati derivanti da un periodo di osservazione minimo di cinque anni, prolungato di un anno ogni anno, fino a raggiungere un periodo minimo di sette anni”. L’aggiornamento dei campioni di sviluppo, ha visto inoltre, in UCCB, RNI e per i Mutui di UCFin l’esclusione di tutti i rapporti che hanno fatto ingresso nello stato di default prima del 1997. Tale scelta è stata guidata dalle necessità di garantire una maggiore aderenza tra i processi sottostanti i recuperi osservati nei campioni di sviluppo e quelli attuali. Su raccomandazione delle funzione di controllo interno è stata rivista anche la metodologia di determinazione dei tassi di attualizzazione usati per il calcolo della LGD osservata. Secondo la nuova metodologia, il tasso di attualizzazione è determinato dal tasso Risk Free più un premio al rischio basato, oltre che sulla volatilità storica dei recuperi, anche sull’asset correlation prevista per il calcolo del requisito di capitale. Inoltre, nel corso del 2009, sono state ridefinite le aree geografiche per il modello relativo al segmento Small Business, con aggregazione delle classi Sud e Isole, per esigenze di maggiore aderenza del modello ai portafogli ex-Capitalia nonchè di uniformità con i modelli per i segmenti Corporate e Mutui Ipotecari. Tali modifiche hanno comportato come conseguenza la variazione dei pesi delle variabili predittive dei modelli, ma non hanno condotto a cambiamenti nel numero e nella tipologia delle variabili stesse. Il 2009 si è anche caratterizzato per l’introduzione di nuovi modelli per il calcolo della LGD per i Conti Correnti/Carte a Saldo, i Prestiti Personali, la Cessione del Quinto e le operazioni di locazione finanziaria (leasing). Per quanto riguarda i tre nuovi modelli LGD per le esposizioni al dettaglio di RNI e UCFin, la loro struttura è simile a quella degli altri modelli LGD: si basano su un approccio di tipo workout e sono strutturati in moduli differenziati per le posizioni in sofferenza e precontenzioso (incagli e past-due a 180 giorni). Tali blocchi sono poi combinati tra loro mediante la stima di due tipologie di parametri, i primi legati alla composizione del primo ingresso a default ( probabilità che, dato il default, esso si verifichi sotto forma di past due, incaglio o sofferenza), i secondi legati alle probabilità di transizione tra i diversi stati di default. Differentemente da quanto accaduto per i modelli di LGD per le esposizioni al dettaglio, UniCredit Leasing non ha avuto la necessità di modellizzare separatamente le fasi di incaglio e sofferenza grazie alla disponibilità di una base dati con una buona profondità storica anche per il primo stato, che ha consentito di costruire un campione sufficientemente ampio di esposizioni osservate e tracciate senza alcuna soluzione di continuità dall’ingresso in incaglio fino alla chiusura della sofferenza; in particolare, una volta identificati i principali fattori esplicativi della variabilità nei recuperi osservati e conseguentemente definiti cluster omogenei di esposizioni con riferimento ai tassi di perdita rilevati, sono state calcolate le corrispondenti medie campionarie. A causa della limitata numerosità di osservazioni, queste ultime non sono state differenziate per Corporate, Small Business e Privati, come generalmente previsto dalle prassi interne. Tale segmentazione è stata invece presa in considerazione nella definizione della componente di danger rate, attraverso la quale viene gestita la calibrazione del modello al past due. 91 L’unità di validazione, che nel corso del 2007 aveva esaminato, con riferimento ai modelli LGD oggetto della richiesta di autorizzazone iniziale, la struttura, la coerenza con la definizione di PD, l’effetto del ciclo economico, la metodologia di sconto dei flussi di recupero, l’allocazione dei costi e il trattamento degli attivi in default e aveva effettuato test volti alla verifica dell’accuratezza e della calibrazione dei modelli, nel 2008 e nel 2009 si è concentrata sulla validazione iniziale dei nuovi modelli di LGD (Conti Correnti, Prestiti Personali, Cessione del Quinto), sulla valutazione qualitativa di tutte le revisioni e sul monitoraggio di performance e calibrazione dei modelli,già autorizzati. Estensione del modello LGD ad Aspra Finance Il focus di Aspra Finance è l’acquisizione e la gestione di crediti problematici originati da banche o società finanziarie del Gruppo. Di conseguenza, nella società sono stati progressivamente accentrati i portafogli storici Non Performing Loans (NPLs) delle Entità Giuridiche del Gruppo. A tale proposito si osserva che per il portafoglio IRB il fondamentale criterio per la definizione del prezzo dei portafogli NPLs è rappresentato, e sarà rappresentato nelle future cessioni, dalla LGD per le esposizioni in default. L’adozione a fini regolamentari dei sistemi di rating interni presenti nelle banche cedenti e già autorizzate dall’Organo di Vigilanza, così come la futura adozione dei modelli di valutazione del rischio di credito che saranno sottoposti a tale autorizzazione, hanno l’obiettivo di garantire, nell’ambito della cessione delle attività non performing, la neutralità rispetto al calcolo della perdita attesa e delle attività ponderate per il rischio e di evitare oscillazioni degli assorbimenti patrimoniali in seguito a transazioni infragruppo. I modelli di EAD per i portafogli locali italiani Contestualmente all’introduzione dei nuovi sistemi di rating per i finanziamenti in conto corrente, per i prestiti personali, per i finanziamenti a fronte della cessione del quinto e per le locazioni finanziarie (leasing), il gruppo ha sviluppato modelli per la stima della esposizione al momento del default (EAD). L’approccio utilizzato per la valutazione dell’EAD è costituito da una metodologia “entro 12 mesi”, secondo cui si procede all’osservazione della clientela affidata o sconfinante in bonis a una determinata data di riferimento (i.e. 31/12/t) che risulti classificata in default nell’arco dei 12 mesi successivi. Con riferimento agli Scoperti di Conto Corrente e alle Carte di Credito a Saldo, la stima dell’EAD è differenziata in funzione di determinate famiglie di forme tecniche, Conti correnti/Carte a Saldo, Portafoglio Commerciale e Crediti di Firma. Il calcolo dell’EAD per i rapporti di conto corrente si differenzia in base alla presenza o meno di margine residuo sulla linea di fido all’istante di osservazione; in particolare, in presenza di margine si prevede il calcolo di un equivalente creditizio (CCF), mentre in assenza di margine alla data di riferimento si prevede il calcolo di un indicatore in funzione del solo utilizzo corrente (K). Inoltre, le famiglie conti correnti e carte di credito a saldo sono state gestite congiuntamente data l’operatività gestionale che prevede l’addebito mensile dell’utilizzo della carta di credito su un conto corrente di appoggio, senza possibilità di risalire alle movimentazioni a sé stanti relative ai mesi precedenti. Per quanto riguarda i Crediti di Firma, attraverso cui la banca assume o garantisce un’obbligazione del cliente esponendosi al rischio di dover rispondere con il proprio patrimonio in caso di inadempimento dell’affidato, si è valutata la probabilità che la garanzia stessa o l’impegno concesso possano trasformarsi in un’esposizione per cassa. Il modello valuta pertanto la quota dei crediti di firma in essere al momento del default che, in quanto tali, rappresentano un rischio potenziale per l’Istituto (il rischio effettivo, ovvero che tali esposizioni ‘potenziali’ si trasformino in esposizioni per cassa, è valutato nel modello LGD). Per quanto concerne la stima dell’esposizione al default sui rapporti di portafoglio commerciale, la funzione di sviluppo ha deciso di calcolare esclusivamente un coefficiente K, data la scarsa numerosità delle osservazioni con margine in questo contesto. 92 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Nel caso dei finanziamenti erogati a fronte della cessione del quinto dello stipendio, il modello finale ha individuato due variabili di splitting (“Percentuale di Debito Residuo” e “Convenzione”), portando alla generazione di quattro pool finali. Per quanto riguarda i prestiti personali, invece, le analisi svolte hanno evidenziato che l’esposizione al momento del default è inferiore al 100% dell’esposizione alla data di osservazione in corrispondenza di tutti i segmenti ottenuti dalle variabili di segmentazione e per tutti i portafogli analizzati. Per tale ragione si è deciso di non implementare il modello sviluppato e di assegnare prudenzialmente ad ogni esposizione, a fini regolamentari, una EAD pari a 100%. Il modello per la stima del parametro di EAD per le operazioni di leasing (clientela Mid-Corporate e Small Business) è invece articolato su più livelli, in funzione delle caratteristiche dell’operazione e del bene oggetto di finanziamento. Al primo livello sono individuati due macro-raggruppamenti definiti sulla base del tipo di leasing, distinguendo tra i contratti decorsi, ossia locazioni finanziarie aventi ad oggetto beni di proprietà della società di leasing con possibilità di riscatto alla scadenza da parte del locatario, e quelli a Stato Avanzamento Lavori (SAL), che rappresento finanziamenti finalizzati alla costruzione o ristrutturazione di un bene, che una volta completato sarà oggetto di locazione finanziaria. Al secondo livello, la struttura del modello prevede, per quanto attiene il leasing decorso, un’articolazione basata sul macro-prodotto (immobiliare, nautico, strumentale e targato), mentre nel caso dei contratti a SAL è stata introdotta una suddivisione basata sulle caratteristiche finanziarie dell’operazione e sul margine disponibile. Nessuna differenziazione è stata invece prevista con riguardo al segmento di clientela. L’attività di validazione iniziale di questi modelli di stima si è particolarmente concentrata nella verifica dell’impianto metodologico, soprattutto in relazione alla capacità del modelli di cogliere le caratterisitiche proprie dei diversi prodotti specie laddove è comune osservare un incremento di esposizione all’avvicinarsi del default. Le attività di convalida hanno poi esaminato il profilo della completezza informativa e le performance e la calibrazione dei modelli. Su tali modelli il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte dell’Autorità di Vigilanza. 93 Modelli Locali, perimetro Germania Modello di rating “Mid corporate” Il modello “Mittelstandsrating” si occupa di fornire i rating delle esposizioni verso la classe imprese di HVB con sede in Germania e con fatturato compreso tra i 3 e i 500 milioni di Euro. Ia versione del modello attualmente in uso è stata rilasciata nel corso del 2009 ed è stata sviluppata con l’obiettivo di semplificare il modello originario (il numero dei Maja Values è stato ridotto da 12 a 4), introducendo contestualmente i miglioramenti suggeriti dalla precedente fase di convalida Il modello è costituito da due componenti: un modulo quantitativo ed uno qualitativo. Il punteggio risultante dall’analisi del bilancio determina il rating parziale relativo alle condizioni economiche. Il modulo qualitativo fornisce invece il rating parziale relativo alla situazione dell’impresa. Il rating finale nasce dalla combinazione dei due rating parziali. Il modulo quantitativo è costituito da 4 sotto-moduli statistici chiamati “Maschinelle Analyse von Jahresabschlüssen” (= Analisi automatica del bilancio), in breve MAJA. L’ambito di applicazione di ciascuno di questi sotto-moduli dipende dal settore di attività economica dell’azienda: (Industria, Commercio, Costruzioni e Servizi) I fattori di rischio inclusi nel modulo quantitativo, selezionati con un processo che ha incluso sia analisi statistiche che interazioni con gli esperti, coprono in generale le seguenti aree di analisi: Struttura degli assets; Situazione finanziaria; Crescita produttiva / Margini. 94 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Il modulo qualitativo, rivisto anch’esso nel corso del 2009 con lo scopo di semplificrne la struttura ed ottimizzarne le performance, copre invece le aree di analisi relative a: situazione finanziaria; assetto manageriale/imprenditoriale; pianificazione e controllo; settore / mercato / prodotto; fattori di rischio; posizionamento settoriale In presenza di segnali di deterioramento creditizio (Warnig signals), già inclusi in una specifica sezione del modulo qualitativo, il rating viene corretto automaticamente. Il rating finale può infine essere corretto manualmente (override) nel caso in cui informazioni aggiuntive indichino che il rating calcolato non è adeguato. Tale pratica è soggetta a restrizioni e vincoli specifici ed è monitorata strettamente dalla funzione di convalida interna. La revisione effettuata nel 2009, ha visto anche una ricalibrazione del modello sulla base di una più aggiornata serie storica di tassi di default. La funzione di convalida interna ha verificato il disegno del modello, la tenuta (performance e stabilità) dei diversi moduli che lo compongono (quantitativo, con i relativi sotto-moduli, e qualitativo) e la sua calibrazione. Ha inoltre analizzato il processo di assegnazione del rating, le regole di attribuzione delle esposizioni al modello in questione e il processo di override. Modello di rating “Small Business” Il modello di rating “HVB smallcorp” ha come ambito di applicazione le piccole o medie aziende tedesche (fino a 3 Milioni di fatturato per le controparti in contabilità semplificata e sino a 15 milioni per le società i cui soci hanno responsabilità personale illimitata) e i privati, residenti in Germania, il cui reddito deriva principalmente dall’esercizio di una libera professione, da lavoro indipendente o dai proventi di una SME di cui sono maggiori azionisti o proprietari. La struttura del modello è stata semplificata nel corso del 2009 definendo un trattamento univoco indipendentemente dal numero di entità collegate al cliente oggetto di valutazione, ed applicando dunque a tutte le controparti il modello “Scoring GK”; Il modulo “Scoring GK” calcola uno score unico che è successivamente mappato ad una PD. Lo score è ottenuto attraverso due diverse scorecard a seconda che la controparte sia o no pienamente responsabile del passivo dell’azienda. 95 In entrambi i casi sono usate le stesse informazioni: I cosiddetti “MAJA Values”, score di bilancio sviluppati statisticamente in analogia a quanto utilizzato per il mid-corp; Score settoriali interni; Score andamentali. Nel caso in cui il cliente sia un privato, il livello di indebitamento è utilizzato come fattore di rischio aggiuntivo. Inoltre, in fase di erogazione è stata introdotta una nuova scorecard ‘Small Credit Line’ utilizzata qualora in fase di erogazione la controparte effettui una richiesta di fido non superiore a 50.000€. Tale componente, inoltre, è applicata solo nel caso di clienti che non dispongono di informazioni andamentali. Lo score SME è definito anche considerando i seguenti aspetti: 1. 2. un down-notching è previsto nel caso di informazioni finanziarie più vecchie di 24 mesi o di un rating non aggiornato da oltre 14 mesi; il rating può essere corretto al verificarsi di uno evento predefinito (all’interno di un set di eventi che richiedono un downgrade o un upgrade della controparte) o sulla base di una valutazione esperta. In quest’ultimo caso la correzione è ammessa in downgrade, mentre in upgrade è soggetta a specifica approvazione ed è monitorata strettamente dalla funzione di convalida interna. Inoltre il processo di override è ammesso solo per i clienti con elevata esposizione. In aggiunta al modello sopra descritto, si usano degli “score andamentali”, diversi per tipologia di prodotto, per valutare l’andamento interno dei rapporti con il cliente. Dopo 6 mesi dall’apertura del rapporto, lo score andamentale (ad eccezione dello score andamentale relativo ai prodotti diversi dallo conto corrente e dal mutuo) viene integrato nel rating finale, ma solo per i clienti con esposizione fino a 300.000 euro. La funzione di convalida interna ha verificato il disegno del modello anche tramite verifica presso gli utenti. Ha inoltre analizzato la performance e la calibrazione del modello complessivo e dei diversi moduli (quantitativo, con i relativi sotto-moduli, e qualitativo) e la stabilità della popolazione sottostante. Ha infine esaminato il processo di assegnazione del rating e il processo di override. Modello di rating “Foreign SME” Nel corso del 2009 è stato inoltre introdotto un sistema di rating per la valutazione delle imprese estere o appartenenti a gruppi di consolidamento esteri, il cosiddetto Foreign SME. Il rating viene assegnato a tali controparti sulla base di una componente quantitativa esterna specifica per Paese, che viene integrata con un modulo qualitativo sviluppato internamente a partire da quello definito per il segmento Mid Corporate tedesco. La componente quantitativa è ottenuta combinando un rating finanziario, basato su uno score RiskCalc-PD calcolato automaticamente dalla procedura KRIBS Financial Statements, con degli elementi addizionali, quali fattori di sviluppo e previsionali o di criticità. La componente qualitativa si compone di quattordici criteri di valutazione che coprono le seguenti aree di indagine: - Situazione finanziaria; Management; Pianificazione e controllo; Mercato / Prodotti; Altri Rischi. 96 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Nella figura seguente si schematizza il sistemal di rating per le imprese estere appartenenti al segmento SME. Anche in questo caso, le attività di verifica interna condotte nel corso del 2009 hanno consentito di certificarne la conformità ai requisiti normativi, anche tenendo in considerazione il fatto che le ridotte dimensioni dei perimetri di applicazione di ciascun modello non consentono una stima interna del modulo finanziario. Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte dell’Autorità di Vigilanza. Modello di rating “Privati” Il modello di rating “HVB private individuals” ha come ambito di applicazione tutti i privati, esclusi i liberi professionisti e i lavoratori indipendenti. Sono inoltre esclusi i privati che possiedono un elevato reddito riveniente dall’affitto di immobili, che sono considerati parte del portafoglio “Commercial Real Estate” e valutati con il sistema di rating apposito. Il modello di rating privati è costituito da 12 scorecard: 8 di erogazione, differenziate per tipo di prodotto, e 4 comportamentali. In funzione della fase del ciclo di vita in cui si trova la transazione vengono combinati entrambi gli score o ne viene preso solo uno dei due. Tutte le valutazioni disponibili su ciascun cliente (nel caso in cui abbia più di un rapporto con la banca) sono inoltre combinate sulla base di un modello sviluppato su base esperta per ottenere una probabilità di default complessiva sul singolo cliente. 97 Tale logica prevede dapprima la determinazione, per ciascuna transazione, di una “PD di Rapporto”. Tutte le PD di rapporto relative alla medesima tipologia di prodotto vengono poi combinate (attraverso una media pesata per esposizione) in una “PD di Prodotto”. Tutte le PD di prodotto contribuiscono infine a determinare una “PD cliente”, sulla base dell’esposizione, del “peso informativo”, che sintetizza come e con quale anticipo ciascun prodotto contribuisce a fornire informazioni sul futuro default del cliente, e del “fattore di rischiosità nella combinazione dei prodotti”, che specifica il diverso contributo di ciascuna combinazione dei prodotti sul tasso di default atteso. In aggiunta al modello sopra descritto, vi sono degli scorecard specifici per i clienti “Private” e per quelli con elevata esposizione. L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello e la sua tenuta in termini di performance e calibrazione. Inoltre, ha analizzato le performance dei diversi moduli sottostanti e la loro calibrazione anche considerando separatamente le diverse possibili combinazioni di prodotti in capo ad uno stesso cliente. Modello di rating per il “Commercial Real Estate Finance” Il modello di rating per il Commercial Real Estate Finance (CRE) di HVB è utilizzato in Germania per valutare le esposizioni verso: Operatori Immobiliari: aziende che presentano bilancio i cui utili provengono principalmente dalla costruzione (o acquisto) e dalla successiva vendita di stabili destinati ad abitazione o ad uso commerciale (uffici, negozi); Investitori Immobiliari con bilancio: aziende che presentano bilancio i cui utili provengono principalmente dall’affitto di immobili di proprietà, siano essi immobili residenziali che commerciali; Investitori Immobiliari senza bilancio: aziende senza bilancio o clienti privati con utili / reddito proveniente principalmente dall’affitto di immobili di proprietà. Tali clienti sono valutati attraverso modelli costruiti sulla base di tre moduli elementari: a) b) c) Un modulo qualitativo che si propone di valutare la qualità e l’affidabilità del management, le competenze del team di gestione, la qualità della gestione organizzativa e l’esperienza della banca nella gestione dei rapporti con l’azienda. Un modulo qualitativo che si propone di valutare l’oggetto / progetto da finanziare o finanziato (non solo dalla banca), ivi compresa la qualità e il rischio implicito nel portafoglio di immobili / progetti dell’azienda, la sua capacità di pianificazione (dalla esperienza passata) e i flussi di cassa pianificati / previsti negli anni a venire. Un modulo quantitativo finanziario, basato sul bilancio dell’azienda e completato da una valutazione qualitativa sulla qualità, affidabilità e completezza del bilancio. 98 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 I moduli a) e b) sono sistemi esperti in cui i fattori e i loro pesi sono stati definiti da un team di esperti e affinati nel tempo alla luce dell’esperienza fatta, mentre il modulo c) è stato sviluppato statisticamente. I risultati dei tre sotto-moduli sono poi combinati su base statistica, innovazione introdotta nel corso del 2009 su suggerimento delle funzioni di convalida interna; in precedenza l’integrazione avveniva sulla base di ponderazioni determinate con il supporto degli esperti.. Lo score così ottenuto è calibrato statisticamente. I tre moduli usano tutti gli stessi sotto-moduli; quello che cambia è la ponderazione con cui vengono combinati gli score parziali nello score complessivo. L’unità di validazione ha valutato il disegno del modello anche tramite l’analisi delle risposte a un questionario sottoposto agli utenti. Ha inoltre testato la tenuta del modello e dei moduli che lo compongono in termini di performance e calibrazione e la stabilità della popolazione anche tramite matrici di transizione. Ha infine analizzato la copertura del portafoglio, verificando in quanti casi esistono rating non validi a causa del mancato aggiornamento di alcune componenti del modello, e le regole di overruling. Modello di rating per le operazioni di “Acquisition and Leveraged Finance” Il modello di rating “Acquisition and Leveraged Finance” (ALF) è destinato alla valutazione delle iniziative di finanziamento / rifinanziamento delle operazioni di acquisizione societarie nelle quali passività bancarie addizionali vengono aggiunte al normale indebitamento operativo dell’azienda acquistata allo scopo di finanziare l’acquisizione stessa. Il debito risultante dall’acquisizione viene rimborsato tramite i flussi di cassa futuri dell’azienda acquisita e, in alcuni casi, (i.e. nel caso di acquisizioni che coinvolgono investitori strategici) anche dell’azienda acquirente. 99 Le operazioni di acquisizione e le loro implicazioni in tema societario e fiscale (spesso in diverse giurisdizioni) esigono una expertise specifica in fase sindacale, richiedendo: appropriate relazioni rischio/rendimento, oltre ad una struttura di finanziamento basata su un modello realistico di simulazione dei cash flow; l’adattamento (structuring) della struttura finanziaria e di rimborso del debito dell’azienda acquisita ai flussi di cassa futuri; l’uso combinato di strumenti di finanziamento altamente differenziati (senior debt, junior debt, mezzanine, ecc). Per quanto riguarda gli aspetti metodologici, l’”ALF-Rating” è sostanzialmente un rating finanziario che calcola la probabilità di default dell’azienda acquisita sulla base dei ratio patrimoniali, finanziari ricavati dal bilancio e del conto economico previsionale. Un modulo qualitativo non è stato previsto in considerazione del fatto che nella predisposizione di un bilancio previsionale vengono già implicitamente presi in considerazione una grande quantità di informazioni qualitative e basate su un giudizio esperto. La predisposizione del bilancio previsionale avviene anche con l’ausilio di modelli di simulazione dei flussi di cassa futuri (INCAS, International financial model). Anche in questo caso sono consentite delle correzioni manuali (override), sia dei singoli ratio finanziari sia del rating finale, che devono essere approvate dalle funzioni preposte e che vengono strettamente monitorate dalla funzione di convalida interna. Il modello, già sottoposto nel 2008 a una prima revisione, è stato aggiornato nel corso dell’ultimo anno includendo nei campioni di sviluppo i dati più recenti. L’unità di validazione ha effettuato analisi sia qualitative che quantitative per la verifica della tenuta del modello e per la valutazione delle modifiche intervenute nel corso del 2009. Da un punto di vista quantitativo si sono confrontati i risultati del modello con benchmark interni e esterni. 100 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Modello di rating “Income Producine Real Estate” (IPRE) Il modello IPRE –Slotting Criteria fornisce una valutazione ad una tipologia particolare di prestito specializzato collegata a transazioni immobiliari “cash flow based” in cui la banca ha accesso diretto ai flussi (cash flows) derivanti dalla transazione. Il modello inizialmente adottato era il risultato di uno Slotting Criteria, ottenuto seguendo le modalità di determinazione della valutazione del progetto contenute nella normativa prudenziale. Nel corso del 2009 è stato però implementato un modello più avanzato di tipo Cash Flow based, in linea con le prassi di mercato per i portafogli Low Default in assenza di rating esterni, Il nuovo modello è costituito da tre moduli, uno di generazione dei flussi di cassa simulati (Cash flow simulation), uno di determinazione delle specificità dell’oggetto del finanziamento (Specific object characteristics) ed un modulo qualitativo. Ciascuna simulazione dei flussi di cassa è organizzata in 8 fasi distinte, il cui flusso è schematizzato nel report seguente: I risultati di ciascuna simulazione sono aggregati e costituiscono la base per la determinazione dei parametri creditizi (PD, LGD) associati alla transazione, che poi viene aggiustato per tener conto di fattori specifici dell’oggetto dell’operazione (dislocazione e qualità dell’immobile) e di altri fattori qualitativi . La funzione di convalida ha verificato il disegno del nuovo modello, apprezzando l’indiscusso miglioramento rappresentato dalla nuova metodologia, ed esprimendo la necessità di garantire la coerenza della calibrazione con la definizione di default di Basilea II. Gli aspetti inerenti la calibrazione non sono stati ancora verificati, mancando ancora una copertura sufficiente del portafoglio. 101 Modello di rating “Global Shipping (GLOS) La principale caratteristica dello “ship financing” è l’erogazione di prestiti per l’acquisto di navi, principalmente garantiti da un’ipoteca sul bene finanziato. Tale business dipende dalla capacità del bene finanziato di produrre i flussi di cassa necessari per ripagare il credito. Il focus di HVB è il finanziamento di navi per le quali esiste un mercato secondario efficiente, liquido e trasparente. Ciò include ad esempio navi container, bulk carrier e navi cisterna. Tale modello è principalmente collegato alla transazione ed è caratterizzato da un assente (o limitato) ricorso allo sponsor e consente di calcolare la probabilità di default (PD) e la LGD del debitore. Il calcolo della PD nel modulo quantitativo si basa su una simulazione Monte Carlo. Lo sviluppo dei fattori quantitativi (ad esempio il valore della nave) si basa su un processo stocastico i cui parametri sono validati e stimati ogni anno sulla base di dati esterni. Il cash flow è calcolato per ogni trimestre lungo il periodo di finanziamento. Il rating finanziario basato su fattori quantitativi viene aggiustato (attraverso updgrade o downgrade di alcuni notches) utilizzando i seguenti fattori qualitativi: Gestione d’impresa (ad esempio reputation); Gestione tecnica; Posizione di HVB (covenants); Assicurazione; Qualità della nave; Fallback financing; Nel corso del 2009, questo modello è stato dapprima sottoposto ad una validazione strutturata e successivamente rivisto con l’obiettivo di superare alcune delle debolezze evidenziate dalle funzioni di convalida locale e di Gruppo.In particolare, si è intervenuti sulla calibrazione, che è stata resa maggiormente conservativa; inoltre, è stato definito un sistema di override, in linea con quanto suggerito dalle funzioni di convalida 102 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Modello di rating per le operazioni di “Asset Backed Commercial Paper” Il modello, sviluppato replicando l’approccio delle agenzie di rating, assegna un rating agli impegni che HVB ha nei confronti dei veicoli che emettono gli “Asset Backed Commercial Paper” ed è utilizzato solo nei casi in cui la transazione è idonea a ricevere una valutazione interna secondo quanto richiesto dall’Autorità di Vigilanza. Si distinguono tre tipologie di esposizione: Lettere di Credito; Linee di liquidità; “Swap agreements”. Tale Sistema di Rating è costituito da differenti modelli che si applicano in funzione della tipologia di esposizione sottostante l’operazione di cartolarizzazione. In particolare i modelli in oggetto sono 7: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. “Trade receivables”; “Mortgage warehousing” (al fine di coprire il segmento “residential mortgages”); “Single rated securities”; “Commercial mortgages” (al fine di coprire il segmento “commercial mortgages”); “Loans and leases”; “Rated securities and corporate loans”; “Credit cards”. Tutti i sopra menzionati modelli sono costituiti da un modulo quantitativo che fornisce una classe di rating ed un modulo qualitativo il cui risultato influenza il modulo quantitativo attraverso degli spostamenti di notches in alto o in basso. Per quanto riguarda il modulo quantitativo, sono state utilizzate due metodologie principali in funzione della tipologia di esposizione sottostante e della vita residua degli asset all’interno dei veicoli: 103 Approccio “Reserve Based”: utilizzato per gli asset con breve vita residua (tipicamente inferiore ai 6 mesi) all’interno del veicolo (e di conseguenza anche l’impegno ha una durata limitata). Per tali tipologie di transazioni viene effettuata una valutazione “point in time” al fine di determinare, in modo statico, le riserve richieste per coprire le perdite; Approccio “Cash Flow Based”: utilizzato per gli asset con una vita residua superiore. In questo caso, anziché effettuare una valutazione “point in time”, viene valutato l’evolversi degli assets all’interno del veicolo utilizzando modelli che prendono in considerazione i flussi di cassa attesi al fine di determinare le riserve necessarie a fronte delle perdite subite. A parte la differenza sopra menzionata, in generale, la struttura del modello è molto simile come si può notare dal grafico: General model structure – Reserve Based Model General model structure – Cash flow models 104 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Tutti i moduli qualitative sono stati sviluppati utilizzando i feedback provenienti dagli esperti del settore. Nel corso del 2009 si sono susseguite una validazione locale ed una rivalidazione di Capogruppo. Quest’ultima ha verificato la robustezza dell’impianto metodologico, con specifico riferimento alla coerenza con l’approccio utilizzato dalle agenzie di rating esterne in ottemperanza a quanto previsto dai regolamenti internazionali circa i modelli IAA, nonché la rispondenza delle attività di validazione locale agli standard regolamentar i. Modello di rating per le le transazioni “Wind Project Finance” Per quanto riguarda i sistemi di rating in attesa di autorizzazione, in HVB è stato predisposto un modello specifico per il portafoglio “Wind Project Finance” costituito dalle operazioni di finanziamento di progetti nell’ambito della produzione di energia eolica con un taglio inferiore ai 20 milioni di euro7. il modello per la stima della PD è composto da un modulo quantitativo, basato su una simulazione Monte Carlo dei flussi di cassa futuri, il cui esito è aggiustato per il risultato di una componente qualitativa, che ha previsto la definizione su base esperta dei fattori e delle relative ponderazioni. Entrambi i moduli sono (quantitativo e qualitativo) sono obbligatori per la valutazione e la loro combinazione è soggetta ad override in miglioramento fino a 2 noches ed in peggioramento fino a tre 3 notches. Non è possibile alcun override dei singoli moduli. La PD risultante viene infine convertita in un rating del progetto per tramite della master scale. Per quanto riguarda la LGD, è stata definita una specifica metodologia per ottenere la stima del valore della garanzia per le transazioni “Wind Project Finance”, sulla base dello stesso approccio di simulazione Monte Carlo utilizzato per la stima della PD quantitativa e per i parametri dei modelli Shipping Finance. Questa è la base per l’applicazione del framework comune in HVB per il calcolo dei valori relativi alla componente garantita e non garantita di ogni esposizione. 7 I finanziamenti di progetto con un taglio superiore sono processati utilizzando il sistema di rating di Gruppo GPF 105 L’unità di validazione ha valutato l’approccio adoperato ed il disegno complessivo del modello, in linea con le caratteristiche del portafoglio e con gli standard interni, nonché il profilo di completezza informativa. Anche gli aspetti di calibrazione e di determinazione statistica dei pesi della componente qualitativa sono stati oggetto di specifica valutazione, evidenziando alcune aree di miglioramento. Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte dell’Autorità di Vigilanza. Modello di LGD La LGD rappresenta la perdita economica subita dalla banca sulla singola transazione ed è calcolata come percentuale dell’esposizione a default. La LGD viene calcolata a livello di singola transazione e segue la logica che differenti tipologie di default sono possibili: Liquidation: liquidazione totale e recupero coatto delle garanzie. Il rapporto con il cliente viene interrotto ed il cliente viene rimosso dal portafoglio; Settlement: il cliente rientra nel portafoglio performing dopo aver fatto registrare alla banca una perdita rilevante (>100€); Cure: al termine del periodo di difficoltà il cliente rientra nel portafoglio performing senza aver fatto registrare alla banca una perdita rilevante. Nel caso CURE l’LGD è posta a 0, mentre negli altri due casi la stima della LGD segue un approccio workout con la stima separata dei recuperi provenienti dalle garanzie e di quelli provenienti dalla parte non garantita dell’esposizione. Le garanzie personali non sono prese in considerazione all’interno del modelli in quanto per tali tipologie di garanzie si utilizza l’approccio di sostituzione. Ai fini della determinazione del valore finale di LGD vengono dunque presi in considerazione i seguenti fattori: valore minimo che la LGD può assumere sulla base di quanto stabilito in normativa (ad esempio 10% per i mutui); tasso stimato di casi non-cure; valore atteso di recupero della garanzia al netto dei costi diretti; tasso di perdita attesa della porzione non garantita della transazione; la percentuale dei costi indiretti (al netto dei recuperi effettuati dopo la chiusura delle posizioni che non si è riusciti a riattribuire alla singola posizione); eventuale fattore di aggiustamento per tenere conto di un potenziale peggioramento del ciclo economico. Con riferimento alla modalità di stima del tasso di recupero della garanzia, questo è stato ottenuto sulla base di un campione storico e calcolato differentemente per le seguenti tipologie di garanzia: real estate; altre garanzie (fisiche); altre garanzie (non fisiche). Tale valore è stato poi scontato tenendo conto della duration media osservata dei default. Con riferimento invece alla modalità di stima della parte “unsecured”, questa è stata effettuata separatamente per ventisei segmenti di clientela (le principali sono retail, small business, corporate, real estate developers, real estate investors e real estate housing companies). Nel corso del 2009 la controllata HVB ha svolto una riparametrizzazione dei modelli AIRB a partire da dati più recenti che, però, non si è accompagnata ad alcuna revisione della struttura sottostante le stime. 106 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 La funzione di validazione ha esaminato la struttura del modello, la coerenza con la definizione di PD, l’effetto del ciclo economico, la metodologia di sconto dei flussi di recupero, l’allocazione dei costi e il trattamento degli attivi in default. Inoltre, è stata verificata la calibrazione del modello e delle sue componenti. Modello di EAD Il modello di EAD determina l’esposizione attesa su una transazione al momento del default. È stimata a livello di singola transazione come somma di due componenti: EAD = EADOnBalance + EADOffBalance dove il parametro che va stimato è ovviamente l’EAD Off Balance. Questo parametro può essere genericamente definito come la somma dei seguenti elementi: EADOffBalance = CEQ x endorsement + min(CEQ,LEQ) x max( 0, external line – drawing) + max[0, LOF x external line + BO x max(0,drawing – external line)] Dove: CEQ: Credit Equivalent Factor, è il fattore di conversione creditizia del credito e rappresenta la quota dell’impegno/garanzia rilasciata dalla banca che verrà utilizzato; LEQ: Limit Equivalent Factor, è la percentuale del margine 1, 2, … 12 mesi prima del default (in media dunque sei mesi prima) che ci si attende sarà utilizzato al momento del default; BO (Base Overdraft) e LOF (Limit Overdraft Factor): sono i parametri che stimano l’ammontare atteso di utilizzo che al momento del default sarà superiore al limite massimo allocato (ammontare di sconfino); in fase di applicazione il BO è sempre pari a zero; Endorsement: ammontare di impegni rilasciati verso il cliente dalla banca; Externl Line: linea di credito; Drawing: attuale utilizzo. I parametri sopra definiti sono poi differenziati in funzione di macro-tipologie di prodotto definite all’interno del motore di calcolo regolamentare. Ai fini della stima del modello i parametri sono stati stimati calcolando delle medie pesate per segmento. Nel corso del 2009, la funzione locale di convalida interna ha effettuato una validazione che ha evidenziato un’ottima tenuta del modello, pur in presenza di alcuni scostamenti tra valori osservati e stimati tali da richiedere la revisione dei parametri corrispondenti. 107 Modelli Locali, perimetro Austria Modello di rating “Mid corporate” Il modello “Firmenkundenrating Inland” (=Midcorporate PD rating) determina i rating delle esposizioni verso la classe imprese di Bank Austria (BA) con sede in Austria e con dimensione superiore a 1,5 mln di euro ed inferiore a 500 mln. Il modello è costituito da due componenti: un modulo quantitativo ed uno qualitativo. La selezione dei fattori di rischio per il modulo quantitativo è avvenuta sulla base di criteri sia statistici che esperti. I principali fattori di rischio inclusi nel modulo quantitativo coprono in generale le seguenti aree di analisi: Dimensione; Struttura delle passività; Fattori Dinamici (ad esempio ROI); Equity Ratio. Il modulo qualitativo copre invece le aree di analisi relative a: Eventuale scoperti, livello/capacità di utilizzo, posizione di mercato; Qualità del management; Contabilità e reportistica; Impianti, processi ed organizzazione. Il “rating qualitativo” ed il “rating finanziario finale” (= rating quantitativo dopo una verifica sulla possibilità di applicare un “age restriction” e di effettuare un primo “override” sulla base delle informazioni a disposizione) sono integrati al fine di ottenere il cosiddetto “Combined Customer Rating”. A tale rating si applicano i “warning signals” ottenendo il “Modified Customer Rating”. Inoltre è possibile effettuare un override a tale rating che determina lo “Stand alone Customer Rating”. Se tale rating è più vecchio di 15 mesi, viene applicato un “age restriction”, determinando un downgrade. 108 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 La figura in basso spiega nel dettaglio le diverse fasi che portano alla determinazione del rating finale. Il modello è stato rivisto, durante il 2009, nell’ambito del processo di validazione e perfezionamento dei sistemi di rating interno. L’attività ha riguardato prevalentemente la ristima dei moduli elementari, la ricalibrazione degli stessi mediante l’approccio previsto da Basilea2 e la revisione relativi pesi di integrazione.. Si è inoltre provveduto ad un aggiornamento dei pesi dei singoli moduli sulla base di dati più recenti e ad eliminare i fattori caratterizzati da minore capacità discriminante. L’unità di validazione ha valutato il disegno del modello anche tramite l’analisi delle risposte a un questionario sottoposto agli utenti. Ha inoltre testato la tenuta del modello e dei moduli che lo compongono in termini di performance e calibrazione. Ha infine effettuato analisi volte a individuare eventuali comportamenti distorsivi nell’uso del questionario qualitativo, degli override e dei warning signal, analizzando anche la matrice di transizione tra rating finanziario e rating finale. Modello di rating “Small Business” Il modello di rating ha come ambito di applicazione le piccole o medie aziende austriache (fino a 1,5 milioni di fatturato o in contabilità semplificata) e i piccoli professionisti e le organizzazioni no profit. Il disegno generale del modello differenzia tra “scorecard di applicazione” e “scorecard andamentale”. Il modulo di erogazione si applica principalmente nei seguenti casi: 109 nuovo cliente; il cliente chiede un’ulteriore linea di fido tale per cui l’esposizione totale è maggiore di 50.000 euro o non vi è uno score andamentale (indipendentemente dall’ammontare dell’esposizione); sono disponibili le informazioni di bilancio aggiornate; sono stati modificati/sono sopraggiunti “warning signals”. Il modulo di erogazione contiene un modulo qualitativo ed uno quantitativo sulla controparte. In funzione del regime contabile della controparte, i fattori di rischio quantitativi coprono almeno 3 delle seguente aree di analisi: Profittabilità; Copertura del debito; Struttura del capitale; Attività. I fattori di rischio qualitativo coprono invece le aree di analisi relative a: Settore industriale/linea di business; Storia del default; Esperienza del management; Protezione rispetto al rischio; Gestione di raccolta del cash. Se la transazione del cliente ha un’anzianità superiore ai 6 mesi e l’esposizione della controparte è inferiore ad 1 milione di euro, il modulo andamentale viene calcolato automaticamente su base mensile . La selezione dei fattori di rischio per lo score andamentale è avvenuta attraverso un’analisi approfondita effettuata da un team misto di esperti in statistica e di analisti del credito. I due moduli (erogazione ed andamentale) sono integrati utilizzando differenti pesi in funzione dell’esposizione e dell’anzianità dello score di applicazione al fine di ottenere la cosiddetta combined PD, che, una volta mappata alla master scale, determina il “calculated rating”. Il rating finale, “valid rating”, è ottenuto modificando il calculated rating sulla base di eventuali informazioni negative a disposizione o in generale di “warning signals”. Per le controparti con esposizione superiore ad 1 milione di euro vieno utilizzato solo lo score di erogazione, sul quale è tuttavia possibile effettuare un override da parte del gestore. La figura in basso spiega nel dettaglio le diverse fasi che portano alla determinazione del rating finale. 110 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 La funzione di validazione ha verificato l’adeguatezza del disegno del modello e effettuato analisi quantitative volte principalmente a valutare il potere discriminante del modello stesso e delle sue componenti. Ha inoltre verificato la stabilità del rating small business e la calibrazione del modello. Modello di rating “Privati” Il modello di rating Privati ha come ambito di applicazione tutte le persone fisiche, esclusi i liberi professionisti e i lavoratori indipendenti. La versione del modello rating “Privati” attualmente in uso è costituito da 4 modelli statistici: uno di erogazione e tre di andamento, combinati tramite una specifica logica di integrazione. L’intero sistema di rating è stato stimato, attraverso regressioni logostiche e a livello di singola transazione, con l’ausilio di una commissione di esperti i quali, alla fine, hanno deciso di non apportare alcuna correzione esperta al modello statistico. In particolare, viene assegnato uno score a ciascuna operazione mediante uno dei 4 modelli di scoring. Nel caso di una nuova richiesta di credito, viene calcolato lo score di erogazione per il prodotto in questione che continua ad essere considerato valido per i successivi 6 mesi. Dopo sei mesi viene calcolato il relativo punteggio comportamentale che viene poi aggiornato mensilmente. Per i clienti con più di una transazione è stata sviluppata una logica di integrazione che combina tutte gli score di erogazione e/o andamentali disponibili in uno score di transazione finale. In particolare, ogni score di transazione (lead score) viene aggiornato con il punteggio associato a una o più operazioni appartenenti ad un tipo di prodotto unico (che potrebbe anche essere lo stesso della transazione principale); nel caso in cui non vi sia più di una transazione appartenente al stesso tipo di prodotto e diversa da quella principale, i punteggi corrispondenti sono combinati in un unico valore tramite una media semplice. Tale combinazione viene effettuata tramite un priority ranking statistico e della corrispondente ponderazione stimata; in fase di stima sono state considerate solo le combinazioni che aggiungono valore reale alle performance dello score. 111 Sulla base delle stesse combinazioni è stata effettuata una calibrazione dello score alla probabilità di default a 12 mesi attraverso una funzione esponenziale. La tendenza centrale è stata determinata facendo leva sul tasso di default cumulativo a 12 mesi ottenuto dalle analisi di vintage. Tutti score di transazione vengono poi combinati attraverso una media geometrica per ottenere la PD specifica del cliente; In particolare si considerano nella determinazione della PD del cliente solo i rating comportamentali, mentre gli score di erogazione vengono considerati solo nel caso di un nuovo cliente. La PD così ottenuta è mappata nella “Master Scale" di HVB, composta da 28 notches. La PD del cliente può essere, infine, degradata in presenza di segnali negativi ottenuti dal Credit Bureau KSV o a fronte di segnali di allarme automatici. L'architettura del sistema di punteggio è rappresentato nel grafico sottostante Sulla base degli esiti dell’ultima convalida interna, che aveva rilevato una calibrazione non pienamente conforme ai requisiti Basilea 2, la controllata austriaca ha avviato nel corso del 2009 una revisione del sistema di rating che ha portato alla stima di una nuova componente di erogazione, che sintetizza in sé le precedenti griglie di score differenziate per prodotto, all’aggiornamento del modulo andamentale nonché all’estensione della funzione di integrazione alle combinazioni di prodotti non coperte dalla precedente versione del modello. La funzione di convalida interna ha verificato il nuovo disegno del modello specie nell’ottica di verificare il superamento delle criticità evidenziate. È stata inoltre analizzata la tenuta (performance e stabilità) del modello e dei diversi moduli che lo compongono, oltre alla relativa calibrazione. Infine, è stata effettuata un’analisi di copertura del portafoglio e un approfondimento relativo all’utilizzo dei warning signals. 112 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Modello di rating “Non Profit Building Association” Il modello “Non Profit Building Association” (NPBA) si applica alle esposizioni verso associazioni no profit create per la costruzione di immobili. È un modello di rating che si compone di una parte quantitativa (rating finanziario) e di una qualitativa. Il rating finanziario si basa su tre tipologie di informazioni principali: 1. 2. 3. Adeguatezza del capitale a disposizione; Profittabilità; Liquidità disponibile. Il rating qualitativo invece si basa su 6 componenti fondamentali: 1. 2. 3. 4. 5. 6. Qualità del management; Contabilità e reporting; Organizzazione; Posizione di mercato; Comportamento andamentale; Caratteristiche specifiche dell’NPBA. Il rating quantitativo e quello qualitativo vengono combinati al fine di ottenere il “Combined Rating”; tale rating può subire un overruling sulla base di informazioni a disposizione del gestore della transazione e l’output finale di tale attività è il cosiddetto “Valid customer rating”. Modello di rating “Income Producing Real Estate” (IPRE) Il modello IPRE è un rating di transazione che si applica ad una tipologia particolare di prestito specializzato collegata a transazioni immobiliari “cash flow based” in cui la banca ha accesso diretto ai flussi (cash flows) derivanti dalla transazione. In queste tipologie di transazioni, la domanda fondamentale cui si cerca di dare risposta attraverso un’attenta valutazione è proprio legata alla possibilità che i flussi di cassa derivanti dalla transazione siano in grado di ripagare la banca. In aggiunta BA effettua anche una valutazione sull’investitore/costruttore. Di conseguenza il modello IPRE è costituito da due componenti: 1. 2. rating di transazione; rating di controparte. Entrambi sono combinati al fine di determinare il rating finale. Il rating di transazione distingue tre differenti fasi in cui può avvenire il finanziamento : a) b) c) costruzione dell’immobile; vendita dell’immobile; leasing dell’immobile. Il rating di controparte è un “rating corporate” che differenzia tra “investitori immobiliari” e “costruttori immobiliari”; quest’ultimo è a sua volta suddiviso in “costruttori residenziali” e “altri costruttori”. Per entrambi, sono utilizzati sia un modulo quantitativo (facendo riferimento ai dati di bilancio) che un modulo qualitativo. 113 A valle dell’integrazione tra la componente di transazione e quella di controparte, il rating può subire degli aggiustamenti a seguito di segnali di deterioramento del merito creditizio (warning signals), o a seguito di correzioni (overrulings) da parte degli esperti (in presenza di informazioni aggiuntive, quali i Rating Esterni disponibili) o per tener condo del periodo di validità del rating (age restrictions), secondo le regole stabilite dal gruppo. La figura in basso mostra la struttura del modello: Nell’ambito del processo di validazione e affinamento dei sistemi di rating, nel 2009 è stata rilasciata una nuova versione del modello di rating IPRE che, pur non modificando l’approccio in essere, ha aggiornato gli scenari macroeconomici sottostanti le simulazioni e introdotto un elemento di conservatività nella calibrazione alla luce dei risultati delle attività di validazione locale. Per verificare l’adeguatezza del modello, la funzione di validazione ha effettuato un’analisi qualitativa sul disegno generale del modello. Analisi quantitative hanno inoltre riguardato performance e calibrazione del modello. 114 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Modello di LGD La LGD rappresenta la perdita economica subita dalla banca sulla singola transazione ed è calcolata come percentuale dell’esposizione a default. Il modello di LGD è un modello statistico basato su dati interni dei clienti in default e rappresenta un approccio “work out” specifico per ogni transazione. La metodologia tiene conto di tre potenziali situazioni di default che possono caratterizzare il processo di work out sui clienti in default: Cure/Reaging: ritorno del cliente ad uno stato di performing senza perdite da parte della banca; Settlement/Restructuring: ritorno del cliente, attraverso una ristrutturazione, ad uno stato di performing con una perdita sostanziale (maggiore di 100 euro) per la banca; Liquidation: liquidazione totale e recupero coatto delle garanzie con interruzione del rapporto creditizio. Dopo la chiusura del processo di workout tutti i default possono essere associati ad una delle tre situazioni sopra descritte e la LGD è calcolata ex post sulla base dei ricavi realizzati e dei costi. Nel fare ciò, tutti i singoli flussi di cassa sono scontati al tempo del default. Lo schema generale del modello di LGD in BA prevede la stima separata dei recuperi derivanti dalle garanzie reali e quelli derivanti dalla porzione non garantita dell’esposizione. Le garanzie personali, i derivati creditizi e le garanzie in denaro rilasciate da Banche, non sono prese in considerazione nei modelli dal momento che in loro presenza viene applicato l’approccio di sostituzione. Al fine di determinare il valore finale di LGD si considerano i seguenti elementi: EAD; Tasso atteso di recupero della garanzia reale al netto dei costi diretti (con specifico riferimento alla stima degli haircuts specifici sulle garanzie sulla base dei recuperi realizzati ed in funzione del tipo di garanzia); Tasso atteso di recupero della porzione non garantita della transazione, al netto dei costi diretti; Durata del recupero; Costi di rifinanziamento; Fattori di sconto; Tasso di spese indirette (risultato dei processi interni della banca nelle unità di work out); Fattori di prudenzialità generici e specifici; Fattori di aggiustamento per tener conto del potenziale peggioramento del ciclo economico. Con riferimento alla modalità di stima del tasso di recupero della garanzia, questo è stato ottenuto sulla base di un campione storico e calcolato differentemente per le seguenti tipologie di garanzie: residential real estate; commercial real estate; other real estate garanzie finanziarie; polizze assicurazione vita; receivables; altre garanzie. Con riferimento ai titoli è stato implementato un modello interno per la stima della volatilità. 115 Con riferimento invece alla modalità di stima della parte “unsecured”, questa è stata effettuata separatamente per sette categorie di clienti (le tre principali sono retail, small business e corporate). Il parametro utilizzato per le esposizioni in default è la migliore stima di LGD ottenuta per ciascuna categoria di controparti (attualmente sono previste 5 categorie che includono i principali segmenti corporate, retail e small business) La funzione di validazione ha esaminato la struttura del modello, la coerenza con la definizione di PD, l’effetto del ciclo economico, la metodologia di sconto dei flussi di recupero e l’allocazione dei costi. Il disegno del modello è stato valutato anche tramite discussioni mirate con gli esperti del settore. Dal punto di vista quantitativo, sono state effettuate analisi di performance e calibrazione per tutti i sottoportafogli rilevanti. Modello di EAD Il modello di EAD determina l’esposizione attesa su una transazione al momento del default. È stimato a livello di singola transazione utilizzando le seguenti informazioni: esposizione effettiva al momento della stima; ammontare di garanzie/impegni rilasciato dalla banca alla controparte; limite creditizio massimo allocato. I parametri stimati sono i seguenti: CEQ: è il fattore di conversione creditizia del credito e rappresenta la quota dell’impegno/garanzia rilasciata dalla banca che verrà utilizzata; LEQ: è la percentuale dell’ammontare inutilizzato 12 mesi prima del default che ci si attende verrà utilizzato al momento del default; BO e LOF: sono i parametri che stimano l’ammontare atteso di sconfino; COF: è run parametro ilevante solo se l’esposizione del cliente è, in fase di applicazione del modello, sopra il limite massimo allocato ed è stimato come il rapporto tra l’ammontare di sconfino al momento del default e l’ammontare di sconfino 12 mesi prima. I parametri sono stati stimati calcolando delle medie pesate per segmento. La segmentazione è stata raffinata nel corso della recente ristima dei fattori e si basa sostanzialmente sulla distinzione tra linee revolving e a scadenza. La funzione di validazione locale ha verificato la calibrazione del modello e delle sue componenti a livello di portafoglio complessivo e sui sottosegmenti rilevanti. 116 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Modelli Locali, perimetro Central and Eastern Europe Con riferimento alle Entità Legali situate nell’Europa centrale ed orientale (CEE) per le quali è stata effettuata a dicembre 2009 la richiesta di autorizzazione per l’adozione dell’approccio F-IRB, i modelli di rating mid-coprorate da loro adottati presentano forti analogie con il modello mid-corporate di BA. Tali modelli derivano, infatti, da un’attività di sviluppo effettuata, originariamente nel 2001 e con successiva revisione nel 2004, proprio da Bank Austria sui dati di cinque paesi, attività che ha previsto la stima di una componente finanziaria e di una qualitativa, oltre alla definizione di un set di warning signal e di un sistema di override. Unicredit Bank Czech Republic ha successivamente ristimato parzialmente il modello nel 2009 su dati interni, aggiornando i pesi dei fattori quantitativi; inoltre, sia in Repubblica Ceca sia in Slovenia è stata rivista la calibrazione, con un incremento del tasso target che rispecchia ora il rischio effettivo dello specifico portafoglio. Per quanto riguarda Bank Pekao, l’unica controllata nell’ambito di questo perimetro per la quale il Gruppo ha richiesto l’autorizzazione all’utilizzo dei metodi IRB avanzati, il modello Mid Corporate è costituito da due moduli stimati localmente su basi dati interne, relativi rispettivamente agli aspetti di bilancio e alla valutazione qualitativa. La componente quantitativa è stata distinta come in BA e UCCB per fascia dimensionale. Il modello di rating adottato per la clientela Small Business utilizza, coerentemente con le prassi di Gruppo, un modulo finanziario e uno qualitativo integrando poi queste due componenti con un modulo andamentale, Analogamente a quanto posto in essere in Italia, sono state previste valutazioni distinte per Piccoli Operatori Economici e Società in Contabilità Ordinaria. Il modello di rating per i privati utilizza un approccio per transazione con componenti di erogazione e monitoraggio specifici per segmento; le stime sono distinte per mutui ipotecari, credito al consumo e scoperti di conto corrente, permettendo di cogliere al meglio le specificità di tali tipologie di prodotto. Per quanto riguarda il modello di LGD, esso si differenzia da tutti quelli precedentemente trattati a causa delle peculiarità che caratterizzano il portafoglio polacco, la cui storia è molto recente. In particolare, le stime si basano sull’analisi delle curve dei recuperi osservati fino al massimo quattro anni dopo l’ingresso a default, includendo nei campioni non solo i rapporti per i quali le attività di recupero si sono chiuse, ma anche i casi ancora in gestione. Ciò appare del tutto coerente in considerazione della scarsa numerosità di clienti sui quali si può ritenere concluso il processo di recupero. Per quanto riguarda infine il modello EAD di Bank Pekao, l’impianto generale, prevede la stima della probabilità che vi sia un incremento dell’esposizione nonché del suo valore. Le analisi di convalida si sono concentrate anche in questo caso nella verifica del disegno dei modelli (con particolare riferimento alla segmentazione, al profilo di ricchezza informativa, e alla aderenza degli approcci sviluppati agli standard di Gruppo) e della loro performance in termini di capacità di stima e di calibrazione. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, sono in corso delle attività di calibrazione volte a superare i profili di debolezza identificati in fase di convalida iniziale.. 117 Informativa quantitativa Metodologia basata sui rating interni - attività di rischio Consistenze al 31.12.2009 Portafogli Metodo IRB Base Valore dell'esposizione Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e Banche Centrali Esposizioni verso o garantite da Intermediari vigilati, Enti pubblici e territoriali e altri soggetti: Consistenze al 31.12.2008 Metodo IRB Avanzato Valore ponderato Valore dell'esposizione Metodo IRB Base Valore ponderato Valore dell'esposizione Metodo IRB Avanzato Valore ponderato Valore dell'esposizione Valore ponderato - - 2.727.984 213.731 - - 4.872.741 249.776 - Intermediari vigilati - - 89.560.918 16.043.435 - - 103.852.060 22.055.737 - Enti pubblici e territoriali - - 564.755 103.863 - - 1.505.119 163.327 - Altri - - 149.887 20.227 - - 1.548.958 475.938 Esposizioni verso o garantite da Imprese: - Finanziamenti specializzati - - 11.973.290 3.891.280 - - 9.072.672 3.528.830 - PMI - - 113.105.782 47.599.069 - - 110.492.282 49.032.703 - Altre imprese - - 167.163.831 68.810.557 - - 158.848.363 61.298.021 - - 4.898.693 1.848.326 - - 2.317.638 856.693 11.901.971 Esposizioni al dettaglio: - Esposizioni garantite da immobili residenziali: PMI - Esposizioni garantite da immobili residenziali: persone fisiche - - 90.150.531 14.855.870 - - 71.076.739 - Esposizioni rotative al dettaglio qualificate - - 6.772.938 1.699.760 - - 7.323.499 1.949.432 - Altre esposizioni al dettaglio: PMI - - 40.831.104 8.855.175 - - 28.690.430 6.604.132 10.601.256 5.416.177 11.394.865 6.201.871 - Altre esposizioni al dettaglio: persone fisiche - - Crediti commerciali acquistati - rischio di diluizione - - Altre attività - - 2.903.056 1.446.529 4.543.952 3.053.519 - - - - - - 2.081.864 1.016.316 - - 3.985.424 2.463.202 - - - Finanziamenti specializzati - slotting criteria - - Trattamento alternativo delle ipoteche immobiliari Rischio di regolamento: esposizioni per transazioni non DVP con fattori di ponderazione regolamentari - - - - 72.065 72.065 - - Totale attività di rischio per cassa - - 328.579.617 135.266.638 - - 294.797.152 - - - - 125.388.336 Totale garanzie rilasciate e impegni a erogare fondi - - 171.581.709 26.376.667 - - 168.000.600 27.903.075 Totale contratti derivati Totale operazioni SFT e operazioni con regolamento a lungo termine - - 31.891.541 11.126.066 - - 41.285.079 14.118.857 - - 11.177.898 284.142 - - 12.979.823 387.681 Compensazione tra prodotti diversi Totale generale - - 2.789.277 546.020.042 876.070 173.929.583 - - 517.062.654 167.797.949 118 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Metodologia basata sui rating interni - Metodo Avanzato Dicembre 2009 CLASSE DI ESPOSIZIONE Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e Banche Centrali Classe di merito creditizio Valore esposizione 1.678.743 Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 1.641 34 27.876 40 161.152 125.247 144.524 20.051 Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 757.646 870 623.712 23.387 Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 19.777 597 42.448 994 Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 2.513 23 196.065 161.088 Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 63.060 402 31.818 16.143 Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 11.269 127 35.741 23.496 Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 11.863 156 2.733 129 Classe 10 - da 11,93% a 99,99% Classe 11 - 100% 14.168 6.152 15 7 2.089 6.239 83 8 4.872.741 441.797 Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 27.127.754 1.115.598 54.552.110 3.603.641 Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 31.434.930 2.274.734 26.349.867 2.245.456 Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 14.997.580 630.989 5.423.041 453.999 Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 4.217.323 454.276 3.390.820 225.206 Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 3.542.393 289.500 7.841.411 356.307 Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 1.139.599 100.103 4.672.600 1.681.425 Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 4.698.240 1.502.676 1.492.895 205.495 Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 991.999 126.362 770.395 78.941 Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 553.689 104.592 1.201.714 301.937 Classe 10 - da 11,93% a 99,99% Classe 11 - 100% 920.823 96.510 651.230 27.340 815.478 395.806 64.155 28.274 106.906.137 9.244.836 4.461.633 6.722.680 7,83% 17,91% 10.356.576 2.262.018 Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 15.912.914 1.756.574 25.559.895 6.073.564 Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 41.333.988 6.434.096 46.171.747 9.237.052 Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 51.530.944 7.560.656 53.814.105 9.066.325 Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 41.933.821 5.506.377 11.797.450 2.502.498 Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 10.825.808 1.521.103 29.541.043 4.534.093 Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 31.045.303 4.246.259 27.655.521 4.191.742 Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 25.814.320 3.517.507 24.049.571 3.721.854 Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 28.970.893 3.828.617 22.157.987 3.959.440 Classe 10 - da 11,93% a 99,99% Classe 11 - 100% 9.857.175 743.732 24.661.161 921.433 6.229.779 11.625.123 550.747 746.597 292.242.903 38.298.372 278.413.317 49.045.545 - N.A. 44 N.A. - Classe 01 - da 0,00% a 0,04% Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 41,16% N.A. - N.A. Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 1.325 N.A. - N.A. Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 2.782 N.A. 216.156 N.A. Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 12.191 N.A. - N.A. Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 19.206 N.A. 19.885 N.A. Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 79 N.A. 106 N.A. 64.572 N.A. N.A. 10.818 - N.A. N.A. 7.527 Totali N.A. Totali Nota: Ii dati al 31 dicembre 2008 sono stati ricostruiti per comparabilità. 119 90.275.560 432.129 19.811.096 Classe 09 - da 3,61% a 11,92% Classe 11 - 100% Esposizioni in strumenti di capitale: metodo della ponderazione semplice 2.727.984 Classe 01 - da 0,00% a 0,04% Totali Esposizioni in strumenti di capitale: metodo PD/LGD Di cui: di Ponderazione firma media 196.378 Classe 03 - da 0,10% a 0,22% Totali Esposizioni verso o garantite da imprese Valore esposizione 3.759.496 Classe 02 - da 0,05% a 0,09% Totali Esposizioni verso o garantite da Intermediari vigilati, Enti pubblici e territoriali e altri soggetti Dicembre 2008 Di cui: Ponderazione di firma media 304.651 107.682 370.295 370.295 289,16% N.A. 247.009 940.795 202,26% 940.795 5,13% 21,23% 40,90% 49,51% N.A. 274,21% Metodologia basata sui rating interni - Metodo Avanzato - Esposizioni al dettaglio Dicembre 2009 CLASSE DI ESPOSIZIONE Esposizioni garantite da immobili residenziali: PMI Classe di merito creditizio Di cui: di firma Ponderazione media - - - - 22.525 176.939 14.999 Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 516.185 26.939 278.020 22.235 Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 562.821 29.263 308.785 21.919 Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 850.223 73.290 424.932 41.695 Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 42 - - - Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 600.320 49.488 350.433 37.053 Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 995.545 80.721 291.633 31.914 Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 276.234 19.644 296.196 34.227 Classe 10 - da 11,93% a 99,99% Classe 11 - 100% 419.816 197.416 23.084 3.990 145.141 45.559 11.727 1.586 4.898.693 328.944 2.317.638 217.355 148 0 4.859 608 Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 37,73% Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 38.897 200 147.018 2.136 Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 7.286.862 20.455 4.268.069 31.750 Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 34.967.152 37.941 31.413.015 69.238 Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 13.100.963 52.329 12.210.894 55.016 Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 8.382.851 24.971 5.570.605 34.296 Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 7.711.121 62.924 5.528.163 45.410 Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 2.935.062 20.332 2.077.626 17.337 Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 5.643.315 59.654 3.263.600 29.905 Classe 10 - da 11,93% a 99,99% Classe 11 - 100% 4.758.878 5.325.282 10.551 7.440 2.848.710 3.744.180 7.574 7.590 90.150.531 296.797 71.076.739 300.860 95 34 144 28 Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 16,48% Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 4.238 2.655 20.537 18.133 Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 1.285.607 1.191.968 1.504.600 1.421.802 Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 1.508.437 1.099.495 2.270.710 2.059.058 Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 1.132.248 813.720 462.136 357.313 Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 1.090.467 723.621 1.328.413 1.066.937 Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 616.425 331.830 449.787 240.823 Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 224.994 95.860 305.958 111.197 Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 574.889 166.725 605.862 174.906 Classe 10 - da 11,93% a 99,99% Classe 11 - 100% 82.503 253.035 17.868 22.417 111.174 264.178 21.529 26.196 6.772.938 4.466.193 7.323.499 5.497.922 Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 950 - 8.796 - Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 5.855.255 133.617 3.961.039 55.144 Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 4.331.044 119.644 4.018.740 67.196 Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 4.143.040 147.362 3.575.774 100.083 Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 5.245.249 208.316 4.189.885 98.575 Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 168.434 50.783 165.902 71.307 Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 3.743.657 240.949 3.110.615 145.665 25,10% Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 4.856.535 174.369 2.485.696 110.166 Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 1.875.434 206.618 2.912.116 148.446 Classe 10 - da 11,93% a 99,99% Classe 11 - 100% 2.114.926 8.496.580 34.868 75.781 1.416.351 2.845.516 19.108 13.024 40.831.104 1.392.307 28.690.430 828.714 512 12 19.410 9 Totali Altre esposizioni al dettaglio: persone fisiche Valore esposizione 480.091 Totali Altre esposizioni al dettaglio: PMI Dicembre 2008 Ponderazione media Classe 02 - da 0,05% a 0,09% Totali Esposizioni rotative al dettaglio qualificate Di cui: di firma Classe 01 - da 0,00% a 0,04% Totali Esposizioni garantite da immobili residenziali: persone fisiche Valore esposizione Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 21,69% Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 25.897 1.067 87.653 10.663 Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 838.231 44.699 1.288.163 146.553 Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 2.117.400 76.603 2.378.008 220.874 Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 1.479.128 97.491 698.982 74.093 Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 1.400.435 51.367 1.864.393 135.904 Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 1.503.907 78.938 1.257.722 90.766 Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 675.029 27.659 1.003.650 54.366 Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 1.322.520 63.333 1.310.144 78.536 Classe 10 - da 11,93% a 99,99% Classe 11 - 100% 203.866 1.034.331 14.970 11.636 365.979 1.120.761 22.022 18.403 10.601.256 467.775 11.394.865 852.189 Totali 51,09% 36,96% 16,75% 26,62% 23,02% 54,43% Nota: Ii dati al 31 dicembre 2008 sono stati ricostruiti per comparabilità. 120 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 8 Tavola 8 – Tecniche di attenuazione del rischio (CRM) Informativa qualitativa Il Gruppo Unicredit, in coerenza con quanto stabilito dalle “Nuove Disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche” (c.d. normativa di “Basilea II”) in tema di tecniche di mitigazione del rischio di credito (CRM), persegue il pieno soddisfacimento dei requisiti necessari per il riconoscimento, ai fini prudenziali, dei diversi strumenti in relazione agli approcci adottati (Standardizzato o IRB Avanzato - A-IRB). A tal fine sono stati effettuati interventi e portati a compimento specifici progetti volti all’implementazione della normativa interna di Gruppo e all’adeguamento dei processi e dei Sistemi Informativi. Tenuto conto della dislocazione territoriale del Gruppo in diversi Paesi (europei e non), le implementazioni sono state eseguite nel rispetto degli ordinamenti locali e dei requisiti di Vigilanza dei Paesi di appartenenza delle singole Entità. Il contesto normativo di riferimento per il Gruppo è rappresentato dalle Special Policies emanate in materia (linee guida per il Gruppo e per le Entità Italiane) che contemplano il recepimento, l’interpretazione e l’internalizzazione dei requisiti normativi di CRM da parte del Gruppo. La produzione di questa documentazione (per la quale si è fatto riferimento alla “Circolare della Banca d'Italia n. 263 del 27 dicembre 2006” e successivi aggiornamenti, alle direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE ed al documento "Convergenza internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali. Nuovo schema di regolamentazione" del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria) ha perseguito diversi obiettivi: favorire la gestione ottimale delle garanzie; massimizzare l’effetto di mitigazione delle garanzie reali e personali sui crediti in default; ottenere un impatto positivo sui requisiti patrimoniali di Gruppo, assicurando che le pratiche di CRM locali rispettino i requisiti minimi richiesti da “Basilea II”; definire regole generali per l’ammissibilità, la valutazione, il monitoraggio e la gestione delle garanzie reali e personali e dettagliare regole e requisiti specifici relativamente a determinate tipologie di garanzie. Le garanzie reali e personali possono essere acquisite solo come supporto sussidiario del fido e non devono essere intese come elementi sostitutivi dell’autonoma capacità di rimborso del debitore principale. Per tale ragione, oltre alla più ampia analisi del merito creditizio e dell’autonoma capacità di rimborso del debitore principale, esse sono oggetto di specifica valutazione ed analisi per il ruolo di fonte sussidiaria per il rimborso dell’esposizione debitoria. Nella valutazione delle tecniche di CRM, il Gruppo attribuisce particolare rilevanza sia al requisito della “certezza giuridica” di tutte le garanzie reali e personali, sia alla loro congruità. Le Entità devono porre in essere tutte le azioni necessarie al fine di: assicurare il rispetto dei requisiti contrattuali e legali, in modo tale che i contratti di garanzia siano giuridicamente opponibili secondo quanto previsto dal corpus giuridico ad essi applicabile; condurre sufficienti controlli di natura legale che avallino l’effettiva opponibilità delle garanzie in tutte le giurisdizioni rilevanti e nei confronti di tutte le parti coinvolte. Le Entità devono, se necessario, ripetere detti controlli al fine di assicurare in via continuativa l’opponibilità della garanzia per l'intera durata dell’esposizione creditizia sottostante. D’altro canto, l’adeguatezza deve essere costantemente assicurata. Qualsiasi garanzia, a prescindere dalla tipologia, può essere definita congrua qualora risulti adeguata rispetto all’entità ed all’articolazione dell’affidamento e, limitatamente alle garanzie personali, non sussistano rilevanti rischi in capo al garante. 121 In linea generale, le regole operative ed i relativi processi sono particolarmente rigorosi, al fine di assicurare la perfezione formale e sostanziale della garanzia acquisita, e sono stati estesi alle nuove Entità entrate a far parte del Gruppo, programmando specifici contingency plans per l’adeguamento dei requisiti minimi regolamentari e gestionali previsti dalle politiche del Gruppo sulle garanzie reali e personali. Per quanto concerne l’Italia, nel corso del 2009, le principali società del Gruppo hanno esteso alle garanzie consortili i rigorosi processi di certificazione legale e di verifica della sussistenza dei requisiti regolamentari, già implementati da tempo per le garanzie fideiussorie e per le garanzie pignoratizie. Inoltre, è stato definito un set minimo di controlli, che sarà oggetto di implementazione da parte delle banche, al fine di verificare l’utilizzo delle garanzie all’interno del processo di calcolo dei requisiti patrimoniali. Politiche e processi in materia di compensazione in bilancio e “fuori bilancio” con l’indicazione della misura in cui le Entità del Gruppo ricorrono alla compensazione. In generale le compensazioni in bilancio di crediti reciproci tra l'ente creditizio e la sua controparte possono essere riconosciute come garanzie ammissibili, qualora siano giuridicamente valide ed opponibili in tutte le giurisdizioni rilevanti, anche nel caso di insolvenza o di fallimento della controparte. Nello specifico, gli accordi quadro di compensazione devono soddisfare almeno le seguenti condizioni operative: consentano la compensazione tra profitti e perdite sulle transazioni specificate nell’accordo quadro, così che vi sia un unico ammontare netto dovuto da una parte all’altra; soddisfino i requisiti minimi per il riconoscimento delle garanzie reali finanziarie (requisiti di valutazione e di monitoraggio). Le Entità del Gruppo possono utilizzare le compensazioni in bilancio solo se in grado di determinare in ogni momento il valore netto della posizione (vale a dire quali attività e passività della controparte rientrino nell’accordo di compensazione) monitorando e controllando debiti, crediti e valore netto. Politiche e processi per la valutazione e la gestione delle garanzie reali. Il Gruppo ha sviluppato un sistema di gestione delle garanzie reali al fine di assicurare un chiaro ed efficace processo di valutazione, monitoraggio e gestione di tutte le tipologie di garanzie finalizzate a mitigare il rischio di credito. La valutazione della garanzia reale è basata sul valore corrente di mercato o sul prezzo al quale il bene sottostante può essere ragionevolmente venduto (vale a dire il “valore equo” dello strumento finanziario acquisito in pegno o dell’immobile posto a garanzia). In particolare, per gli strumenti finanziari, i metodi di valutazione dipendono dalla loro tipologia: titoli quotati su mercati di borsa ufficiali, sono valutati ai prezzi di mercato (nello specifico, si considera il prezzo della più recente seduta di borsa); titoli non quotati sui mercati di borsa ufficiali, sono valutati sulla base di stime coerenti del prezzo che tengano conto dei dati del mercato; quote di OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio), sono valutate al prezzo corrispondente al valore giornaliero pubblicato dalla società di gestione per singola quota. Il prezzo di mercato dei valori oggetto di pegno, deve essere rettificato, con applicazione di adeguati scarti, in funzione sia della volatilità del mercato stesso sia di quella valutaria, in conformità a quanto disposto dai requisiti regolamentari di Basilea II. 122 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 8 In particolare, se la garanzia non è denominata nella valuta locale e/o se questa è diversa da quella del credito garantito (disallineamento di valuta), deve essere applicato un ulteriore scarto. Anche i disallineamenti di scadenza devono essere considerati nell’attività di valutazione della garanzia per tenere conto del minor valore della copertura. I modelli attualmente in uso nel Gruppo sono prevalentemente basati su scarti prudenziali predeterminati. Per la valutazione della rischiosità delle garanzie reali finanziarie, il Gruppo si sta dotando di scarti stimati internamente, basati sulla metodologia Value at Risk, già in uso presso alcune Entità del Gruppo. L’approccio metodologico prevede che il valore della copertura sia stimato per singolo strumento finanziario in base al suo valore di mercato (c.d. mark to market) con applicazione di uno scarto che tenga conto della rischiosità intrinseca del medesimo in funzione dei differenti fattori (rischiosità dei corsi, periodo di detenzione e rischio di liquidità). Le principali Entità sono state dotate di uno strumento informatico per la rivalutazione automatica al valore di mercato degli strumenti finanziari acquisiti in pegno, garantendo in questo modo un monitoraggio costante della garanzia. Per quanto riguarda la valutazione delle garanzie immobiliari, sono stati definiti ed implementati specifici processi e procedure, al fine di assicurare la valutazione dell’immobile da parte di un perito indipendente ad un valore non superiore a quello di mercato. Per le Entità operanti in Austria, Germania e Italia, le attività di monitoraggio e rivalutazione degli immobili sono gestite tramite sistemi automatici basati su metodi statistici che utilizzano database interni o forniti da infoprovider esterni. Altre tipologie di garanzie reali (quali ad esempio il pegno su merci) sono soggetti, in fase di valutazione, a specifici scarti prudenziali. L’attività di monitoraggio dipende dalle caratteristiche della garanzia stessa; in generale, il pegno su merci viene gestito con la dovuta cautela. Descrizione delle principali tipologie di garanzie reali accettate dalle Entità del Gruppo. Le garanzie reali assunte a supporto delle linee di credito erogate dalle Entità del Gruppo sono rappresentate principalmente da garanzie ipotecarie residenziali e commerciali e dal pegno su strumenti finanziari (che includono depositi di denaro, titoli di debito, azioni, quote di fondi comuni d’investimento). Meno rilevante è il ricorso ad altre tipologie quali il pegno merci, il pegno su crediti e le polizze assicurative vita. Ai fini del relativo riconoscimento per la mitigazione del rischio, tuttavia, rilevano il rispetto dei requisiti generali previsti dalla normativa di Vigilanza, e di quelli specifici per l’approccio adottato ai fini del calcolo del requisito patrimoniale relativamente alla singola controparte/esposizione (Standardizzato, IRB-A), in conformità a quanto stabilito dall’ordinamento giuridico del Paese di appartenenza. La Capogruppo fornisce specifiche linee guida per l’ammissibilità di ciascuna tipologia di garanzia e di conseguenza ogni Entità è tenuta a definire la lista delle garanzie ammissibili, in conformità sia ai metodi ed alle procedure di Gruppo, sia alla normativa di Vigilanza locale ed alle peculiarità del sistema giuridico in essere nel Paese in cui opera. Principali tipologie di garanti e di controparti in operazioni su derivati creditizi ed il loro merito di credito. Le garanzie personali vengono acquisite quali elementi complementari ed accessori alla concessione del fido, per il quale l’elemento di mitigazione del rischio è rappresentato dalla fonte di rientro sussidiaria. Esse rappresentano uno strumento particolarmente diffuso nell’ambito del Gruppo, con caratteristiche differenziate nei diversi mercati di riferimento. 123 In particolare, risultano particolarmente rilevanti nel mercato italiano le garanzie personali rilasciate da persone fisiche o da cointestazioni di persone fisiche. Meno frequentemente il rischio di insolvenza è coperto da garanzie personali fornite da altre persone giuridiche (generalmente la casa madre o società appartenenti allo stesso gruppo economico del debitore), oppure prestate da istituzioni finanziarie e compagnie assicurative. Fornitori di protezione, ove la garanzia è rappresentata da derivati creditizi, sono principalmente banche e controparti istituzionali. La fattispecie dei garanti ammissibili dipende dallo specifico approccio adottato da ciascuna Entità. In particolare, nell’approccio Standardizzato esiste una lista ristretta di garanti ammissibili, di cui fanno parte Stati sovrani e banche centrali, enti del settore pubblico ed enti territoriali, banche multilaterali di sviluppo, intermediari vigilati ed imprese non finanziarie con rating esterno attribuito da un’ECAI riconosciuta associato ad una classe della scala di valutazione del merito di credito non inferiore a 2. Nell’approccio IRB-A, ai fini del riconoscimento nel calcolo dei requisiti patrimoniali delle garanzie personali, oltre al soddisfacimento dei requisiti minimi previsti, rileva anche la valutazione della qualità e del merito creditizio del garante al momento dell’assunzione della protezione per tutta la sua durata. Prima di acquisire una garanzia personale il garante/fornitore di protezione (o il venditore di protezione in caso di “credit default swap”) deve essere valutato al fine di ponderarne la solvibilità ed il profilo di rischio. L’effetto di copertura delle garanzie personali / derivati creditizi con finalità di garanzia dal rischio di credito dipende sostanzialmente dal merito creditizio del garante e l’ammontare della concessione deve essere ragionevolmente commisurato alla sua capacità di rimborso. Informazioni sulle concentrazioni del rischio di mercato o di credito nell’ambito degli strumenti di attenuazione del rischio di credito adottati. Esiste rischio di concentrazione quando la maggior parte degli strumenti finanziari acquisiti a garanzia dal Gruppo (a livello di portafoglio) è rappresentata da una ristretta tipologia di garanzie reali, di strumenti di protezione, ovvero quando è prestata da una ristretta cerchia di specifici garanti (intesi sia come unico fornitore di protezione sia come settore di appartenenza) o quando vi è sproporzione nei volumi di garanzie assunte. Tale concentrazione viene monitorata e controllata dai seguenti processi / meccanismi: in caso di garanzie personali / derivati creditizi è attribuito al garante / fornitore di protezione un debito potenziale (in termini di rischio indiretto). Nella fase di istruttoria del credito, in capo al garante viene posta una responsabilità aggiuntiva e sussidiaria il cui effetto si riflette sull’esposizione complessiva ad esso riferita, calcolata e approvata in conformità alle sistema di deleghe interno a ciascuna Entità; nel caso in cui il garante / fornitore di protezione, direttamente o indirettamente, sia una banca centrale o uno Stato sovrano, deve essere attribuito uno specifico limite di credito. Se il garante è un soggetto estero, è necessario valutare, al caso, la definizione di un limite per il Paese di appartenenza; per tutte le tipologie di garanzie reali e personali, sia per il rischio di mercato sia per il rischio di concentrazione, sono da implementare specifiche attività di monitoraggio e di reportistica a livello consolidato. 124 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 8 Informativa quantitativa CRM - Valore delle esposizioni garantite (cartolarizzazioni escluse) Consistenze al 31.12.2009 Esposizioni verso Amministrazioni centrali e banche centrali Garanzie reali finanziarie Garanzie reali finanziarie Altre garanzie Garanzie personali e derivati su crediti - 11.967.177 4.137 108.471 1.614.550 33.229.766 35.496 - 5.166.974 17.373 - 4.989.690 421.938 - 1.469.577 603.162 - 1.182.560 Banche multilterali di sviluppo - - - - - 451 Organismi internazionali - - - - - 88.353 Intermediari vigilati Enti territoriali Enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico 769.332 Altre garanzie Consistenze al 31.12.2008 Garanzie personali e derivati su crediti 19.092.707 - 10.197.175 127.111 7.445.800 Imprese 10.927.190 648.805 2.923.578 15.163.442 468.294 3.481.662 Esposizioni al dettaglio 12.033.314 4.351 228.049 17.145.151 5.482 3.697 Esposizioni a breve termine verso imprese - - 350 - - 434 Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) - - - - - - Esposizioni garantite da immobili Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite Esposizioni scadute Esposizioni ad alto rischio Altre esposizioni Totale 125 2.651.508 466.074 100 331.342 46.729.001 - 485 - 60.226 - 11.559 35.322 - 8.000 1.011 762.638 26.960 23.469.485 3.461.419 840.637 70.508.409 - 469 - 270.000 1.196 602.083 298.083 25.014 27.983.388 126 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 9 Tavola 9 – Rischio di controparte Informativa qualitativa Ruolo guida della Capogruppo Nell’ambito del processo di misurazione e monitoraggio del rischio di controparte, alla Capogruppo compete la responsabilità di definire le metodologie per la misurazione e la gestione dei rischi a livello di gruppo, sviluppare il sistema di misurazione dei rischi per la Holding, definire la griglia di limiti operativi per la Holding e le singole Entità ed assicurare il monitoraggio del profilo di rischio complessivo del Gruppo. Si riporta nel prosieguo una breve descrizione dei processi di misurazione e controllo dei rischi all’interno delle principali legal entities del Gruppo. HVB AG L’attività di misurazione e di monitoraggio del profilo di rischio di controparte viene effettuata dall’unità indipendente di Risk Management sulla base di un modello interno basato su un approccio simulativo di tipo Montecarlo. Sulla base di tale modello viene stimata, al 99% di intervallo di confidenza, l’esposizione potenziale futura delle operazioni in derivati OTC. Il modello tiene conto del beneficio di mitigazione dell’esposizione al rischio riveniente dagli accordi di netting e collateral posti in essere con le diverse controparti. Il monitoraggio delle posizioni a rischio avviene attraverso un sistema di limiti interni che distingue tra le seguenti tipologie di rischio: money market risk; pre-settlement risk per le posizioni marginate attraverso collateral agreements; pre-settlement risk per le posizioni non soggette a collateral agreements; settlement risk. La griglia dei limiti è definita per singola controparte, per gruppi significativi di controparte e per paese. Tale griglia di limiti è parte integrante del processo di erogazione creditizia. L’esposizione al rischio di controparte è monitorata in tempo reale; l’integrazione tra i sistemi di front office ed i sistemi interni di misurazione dell’esposizione a rischio consente infatti il monitoraggio continuo delle variazioni di esposizione creditizia riveniente dall’operatività in derivati. In caso di superamento dei limiti, in automatico viene inviata un’opportuna informativa a tutti i referenti interessati. L’intero processo di valutazione del rischio di credito di controparte è documentato dalle norme e dai regolamenti interni e costituisce parte integrante del processo di approvazione del credito. Il wrong-way risk è considerato dalla politica sulle garanzie collaterali, la quale stabilisce che i titoli emessi dalle controparti o da loro strette collegate non possono essere accettati come garanzia collaterale. L’ufficio di HVB responsabile della gestione delle operazioni collateralizzate ha introdotto per i contratti in essere caratterizzati da Rating Trigger un nuovo report che quantifica il potenziale di rischio di integrazione di liquidità/collaterale. Qualora ciò si renda necessario, l’ufficio di Liquidity Steering di 127 HBV`viene tempestivamente informato dei rischi di liquidità connessi al superamento del Rating Trigger. Durante il corso dell’anno il rischio di Rating Trigger è stato considerevolmente ridotto. Al 30 giugno, in caso di declassamento del rating di lungo termine da A ad A- (rating S&P) l’integrazione di collaterale/liquidità aggiuntiva necessaria era di soli 102 milioni. Bank Austria AG L’attività di misurazione e di monitoraggio del profilo di rischio di controparte viene effettuata dall’unità indipendente di Risk Management sulla base di un modello interno basato su un approccio Montecarlo che stima l’esposizione potenziale futura fornendo indicatori di esposizione al rischio con cadenza giornaliera a livello di singola controparte e singolo portafoglio. Si riportano di seguito le principali misure di rischio pre-regolamento prodotte per controparte: Esposizione corrente: costo di sostituzione che la banca dovrebbe sostenere in caso di default della controparte ed è pari al valore positivo del Mark-to-Market delle transazioni in derivati; Esposizione potenziale futura: costo di sostituzione futuro derivante da possibili incrementi dell’esposizione corrente causati da variazioni inattese dei fattori di rischio a cui la banca è esposta (tassi di interesse, cambi, corsi azionari); tale componente è stimata mediante simulazioni basate sul modello Montecarlo. L’approccio Montecarlo è utilizzato per la stima dell’esposizione potenziale pre-regolamento delle principali categorie di prodotto in posizione: derivati OTC, come ad esempio derivati su cambi, tassi di interesse, azioni, prodotti creditizi e materie prime, nonché operazioni SFT, come ad esempio operazioni pronti contro termine attive e passive o di prestito di titoli. La metodologia Montecarlo utilizzata comporta la totale rivalutazione di ogni singola transazione ad intervalli temporali predefiniti. Il modello interno sviluppato è in grado di cogliere i benefici di mitigazione derivanti da accordi di netting e collateral e di fornire efficaci misure interne di EAD (exposure at default) e M (maturity), in coerenza con quanto previsto nell’ambito di Basilea II. Negli accordi collateral si evita di definire importi dipendenti da rating indipendenti o di soglia. Di conseguenza, in caso di declassamento del merito di credito, non è necessario depositare garanzie integrative. L’intero processo di valutazione del rischio di credito di controparte è documentato dalle norme e dai regolamenti interni. Sia le metodologie sopra descritte, utilizzate per misurare il rischio di controparte, che il processo di sottoscrizione per definire i limiti dell’esposizione al rischio di credito di controparte sono illustrati da specifiche politiche interne. La valutazione del rischio di credito di controparte costituisce parte integrante del processo di approvazione del credito. Il wrong-way risk delle operazioni collateralizzate viene calcolato direttamente dal modello utilizzato per stimare l'esposizione potenziale. Se l'operazione comporta un wrong-way risk, il valore del titolo viene automaticamente azzerato dal modello. Inoltre, non deve esistere alcuna correlazione tra eventuali aumenti e decrementi del valore di mercato del derivato analizzato. Il monitoraggio del rischio di controparte avviene attraverso un sistema di limiti definito per singola controparte, paese e gruppo di prodotti (mercati monetari e titoli pre-regolamento (derivati, operazioni SFT)). Inoltre, esistono linee di regolamento per coprire il rischio di regolamento delle posizioni aperte. L’esposizione al rischio di controparti e le informazioni relative all’utilizzo delle linee di credito per l’operatività in derivati vengono rese disponibili on line dal sistema di tesoreria centrale. 128 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 9 UniCredit Corporate Banking SpA Il rischio di controparte sulle posizioni in derivati è definito ex ante attraverso un’apposita delibera creditizia che fissa i limiti di esposizione verso specifiche controparti di Gruppo o esterne. Il monitoraggio del profilo di rischio si articola come segue. Controllo delle posizioni con mark-to-market superiore al fido deliberato Il Gestore della relazione monitora gli eventuali scostamenti fra l’equivalente creditizio - calcolato applicando al valore nozionale dell’operazione il coefficiente di ponderazione – e il mark-to-market, provvedendo, ove lo scostamento sia significativo, al riesame della posizione. Per agevolare tale attività, il Presidio Operativo Finanza rileva, con periodicità mensile, gli sconfinamenti significativi (almeno il 10%) tra il valore del mark-to-market ed il valore del fido. Tali evidenze vengono inviate al Responsabile della Filiale affinché gli affidamenti della controparte vengano tempestivamente riesaminati. L'esame si conclude positivamente nel caso in cui il cliente riduca il mark-to-market nei limiti del fido concesso ovvero provveda alla costituzione di una garanzia reale per la somma eccedente, o, altrimenti, venga deliberato l'adeguamento del fido relativo. Controllo delle posizioni con mark-to-market gravoso Un processo particolare di monitoraggio viene svolto per la clientela avente mark-to-market negativo superiore a euro 500.000 avente le seguenti caratteristiche: mark-to-market negativo superiore al 125% dell’equivalente creditizio; rating interno superiore ad una soglia stabilita dalla banca. Il Comitato Derivati viene infatti informato dalla funzione di business circa le posizioni potenzialmente critiche che presentano una situazione di incoerenza e/o gravosità. Tali posizioni vengono comunicate dalla Direzione Derivati all’unità organizzativa Risk Management Monitoring della Direzione Centrale; quest’ultima funzione dirama ai Poli Crediti locali l’elenco delle posizioni critiche al fine di porre in essere un’attenta gestione del rapporto. Le strutture di Monitoraggio gestione Rischi locali verificano l’effettiva applicazione delle disposizioni impartite centralmente. Il Comitato Derivati, tra le varie attività, esegue regolarmente il monitoraggio quantitativo e qualitativo del mark-to-market dei prodotti derivati, con riferimento alla sua distribuzione per categoria di prodotto (con focus particolare sui prodotti ad alta complessità) e per fasce di nozionale. Riguardo ai derivati di tasso, i quali rappresentano la tipologia maggiormente utilizzata nei rapporti con società non finanziarie, è inoltre analizzata la sensitività del portafoglio rispetto a diverse ipotesi di shift paralleli della curva forward. 129 Capogruppo e altre entità controllate Al fine di contenere e controllare il profilo di rischio controparte, la Holding ha definito una struttura di limiti basata sul concetto di equivalente creditizio dell’esposizione, calcolato come somma pesata dei nominali delle operazioni riferibili ad una singola controparte. I pesi vengono determinati per tenere conto della rischiosità specifica degli strumenti. L’operatività in derivati OTC svolta dalla Capogruppo si appoggia su una contrattualistica riconosciuta internazionalmente (basata sul Master Agreement dell’ISDA) e prevede accordi di netting tra le controparti coinvolte, limitando quindi l’uso della linea di fido in presenza di posizioni lunghe e corte con una stessa controparte. Nell’ambito di tale inquadramento normativo e procedurale, la Holding opera utilizzando le linee di credito valutate ed autorizzate per competenza rispettivamente dal Global Financial Services Department e dal Risk Management Department. L’ammontare degli affidamenti e l’eventuale loro utilizzo sono disponibili all’interno del sistema di front office Murex. L’aggiornamento avviene automaticamente mediante lo scarico dei dati tra la procedura Fidi e Garanzie ed il sistema di front office, senza alcun intervento da parte degli operativi. La struttura dei controlli prevede: un preventivo controllo della disponibilità della linea di credito da parte degli addetti di front office (controllo di linea); un controllo in tempo reale ed ex-post da parte degli addetti delle funzioni autorizzanti l’affidamento (controlli di linea); un controllo da parte del middle e back office (controlli di linea) circa l’aggiornamento di nuovi affidamenti/rinnovi. 130 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 9 Informativa quantitativa Rischio di controparte - garanzie reali detenute Valore EAD al Valore EAD al 31.12.2009 31.12.2008 RISCHIO DI CONTROPARTE - GARANZIE REALI DETENUTE Approccio standardizzato - contratti derivati 310.675 36.689.391 - operazioni SFT e operazioni con regolamento a lungo termine 676.248 55.387.473 Rischio di controparte Valore EAD al Valore EAD al 31.12.2009 31.12.2008 RISCHIO DI CONTROPARTE Aproccio standardizzato - contratti derivati - operazioni sft e operazioni con regolamento a lungo termine - compensazione tra prodotti diversi 13.832.912 20.930.693 3.696.135 41.499.917 111.611 - Approcci IRB - contratti derivati 31.891.541 41.285.079 - operazioni sft e operazioni con regolamento a lungo termine 11.177.898 2.789.277 12.979.823 - - compensazione tra prodotti diversi (migliaia di €) Portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali di fine periodo e medi Consistenze al 31.12.2009 Over the Controparti counter Centrali Attività sottostanti/Tipologie derivati 1. Titoli di debito e tassi d'interesse a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 2. Titoli di capitale e indici azionari a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 3. Valute e oro a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 4. Merci 5. Altri sottostanti Totale Valori medi 131 Consistenze al 31.12.2008 Over the Controparti counter Centrali 2.688.421.792 454.444.930 1.971.617.429 192.453.257 1.971.806 67.934.370 120.792.575 8.732.575 255.851 111.804.149 - 2.452.393.371 451.423.571 1.995.425.786 5.436.603 107.411 89.462.785 17.532.000 424.888 71.505.897 - 112.948.216 94.299.238 18.492.254 45.881 17.797 93.046 73.706.177 73.339.047 367.130 - 144.240.965 128.362.000 27.602 4.232 15.847.131 66.581.152 65.285.441 55.451 43.742 1.196.518 - 551.231.182 81.043.733 189.203.405 280.549.723 434.321 4.100.264 3.021.701 3.359.723.155 3.301.172.563 383.779 18 383.761 866.000 195.748.531 178.619.804 634.956.715 128.264.667 170.829.997 335.399.041 463.010 11.030.919 3.242.621.970 3.866.120.301 4.979.381 4.302.433 3.143 673.805 467.759 161.491.077 217.191.298 Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi (migliaia di €) Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi - Di copertura Attività sottostanti/Tipologie derivati 1. Titoli di debito e tassi d'interesse a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 2.Titoli di capitale e indici azionari a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 3. Valute e oro a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 4. Merci 5. Altri sottostanti Totale Valori medi Consistenze al 31.12.2009 Consistenze al 31.12.2008 Over the counter Over the counter Controparti Centrali 186.989.189 750.000 183.853.209 2.385.980 - 4.865.000 4.865.000 - 144.161.449 1.195.676 142.900.773 58.000 7.000 16.621.000 16.621.000 - 2.631.348 10.348 382.000 2.239.000 - 586.348 50.348 536.000 - 21.471.162 4.099.319 17.371.843 211.091.699 195.425.116 4.865.000 10.743.000 35.010.736 1.966.329 33.044.407 179.758.533 238.918.784 16.621.000 14.070.334 (migliaia di €) Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi - Altri derivati Consistenze al 31.12.2009 Over the counter Attività sottostanti/Tipologie derivati 1. Titoli di debito e tassi d'interesse a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 2. Titoli di capitale e indici azionari a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 3. Valute e oro a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 4. Merci 5. Altri sottostanti Totale Valori medi Controparti Centrali 9.665.665 418.437 9.247.228 8.076.936 8.076.936 2.578.749 188.639 28.150 2.360.989 971 78 20.321.428 31.057.491 Controparti Centrali 10.406 Consistenze al 31.12.2008 Over the counter 29.844.893 4.513.965 25.330.928 10.269.475 10.269.475 1.679.185 267.293 26.247 1.385.645 41.793.553 35.864.396 Controparti Centrali 20.812 20.812 20.812 10.670 132 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 9 (migliaia di €) Derivati finanziari: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti Fair value positivo Consistenze al 31.12.2009 Consistenze al 31.12.2008 Portafogli /Tipologie derivati A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swaps e) Forward f) Futures g) Altri B. Portafoglio bancario - di copertura a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swaps e) Forward f) Futures g) Altri C. Portafoglio bancario - altri derivati a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swaps e) Forward f) Futures g) Altri Totale Over the counter Controparti Centrali 72.504.836 11.273.486 49.022.077 5.946.674 813.427 4.468.306 1.527 979.339 5.645.785 28.494 3.367.650 251.194 113.266 731.280 1.153.901 78.937 6.719 5.885 631 55.808 9.894 78.229.558 4.034.262 4.026.361 18 230 7.653 4.034.262 Over the counter 94.279.184 16.455.394 50.668.888 10.711.943 1.862.019 13.649.157 1.663 930.120 7.032.771 88.872 5.979.427 318.121 69.802 452.441 124.108 40.495 4.595 32.067 2.153 1.663 17 101.352.450 6.995.913 6.747.431 1 2.450 5 17.802 228.224 18.044 18.044 45.833 45.833 7.059.790 (migliaia di €) Derivati finanziari: fair value lordo negativo - ripartizione per prodotti Fair value negativo Consistenze al 31.12.2009 Consistenze al 31.12.2008 Portafogli / Tipologie derivati A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swaps e) Forward f) Futures g) Altri B. Portafoglio bancario - di copertura a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swaps e) Forward f) Futures g) Altri C. Portafoglio bancario - altri derivati a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swaps e) Forward f) Futures g) Altri Totale 133 Controparti Centrali Over the counter Controparti Centrali 72.172.893 13.625.238 46.794.865 6.717.234 492.205 3.776.635 766.716 3.859.859 216.588 3.275.484 203.427 37.330 127.030 674.955 406.278 252.721 8.530 6.217 1.209 76.707.707 5.683.084 5.678.636 4.448 5.683.084 Over the counter 91.285.073 19.514.782 47.035.246 10.717.943 1.012.206 11.710.263 164 1.294.469 6.291.733 100.210 5.301.645 220.679 21.698 635.163 12.338 1.315.004 747.688 52.772 1.396 322 512.826 98.891.810 Controparti Centrali 8.887.463 8.772.781 1 1.975 5 13.642 99.059 1.453.972 1.453.972 33.735 33.735 10.375.170 (migliaia di €) Derivati finanziari OTC: portafoglio di negoziazione di vigilanza - valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione Consistenze al 31.12.2009 Contratti non rientranti in accordi di compensazione 1) Titoli di debito e tassi d'interesse - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 2) Titoli di capitale e indici azionari - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 3) Valute e oro - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 4) Altri valori - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura Governi e Banche Centrali Altri enti pubblici Banche Società finanziarie Società di assicurazione Imprese non finanziarie 94.798 508 683 15.407.594 921.618 1.122.311 195.633 91.421.664 1.552.511 2.345.699 690.045 114.465.537 1.768.411 1.446.450 285.724 5.956.003 81.681 104.983 18.437 62.044.675 2.882.946 300.510 536.338 5.131.208 49.831 2.579 40.207 79.909 2.427 1.326 53.439 5.788.388 1.018.202 972.832 1.859.967 8.269.330 535.310 620.157 4.528.226 3.185.622 584 10.881 345.117 778.670 28.305 31.632 12.741 729.971 1.427 135.663 4.388 1.324.038 16.854 95.243 48.270 70.136.526 1.045.474 614.270 676.164 11.391.612 216.424 428.861 200.470 1.640.955 402 7.893 12.371 13.733.120 554.753 239.970 306.294 2.041.029 41.266 3.519 41.613 7.734 297 3.040 315.894 5.750 10.751 166.407 109.028 4.987 72.753 54.994 1.018.486 49.687 6.710 46.432 41.188 906 1.204 2.112 2.730.131 70.560 20.236 24.710 - - Altri soggetti (migliaia di €) Derivati finanziari OTC: portafoglio di negoziazione di vigilanza - valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti rientranti in accordi di compensazione Consistenze al 31.12.2009 Contratti rientranti in accordi di compensazione 1) Titoli di debito e tassi d'interesse - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo 2) Titoli di capitale e indici azionari - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo 3) Valute e oro - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo 4) Altri valori - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo Governi e Banche Centrali Altri enti pubblici Banche Società finanziarie Società di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti 234.700 16.917 1.266 568.145 32.433 3.017 2.207.439.948 41.175.480 43.569.799 157.371.017 4.678.549 4.325.605 2.298.154 27.476 77.501 25.720.004 891.782 240.862 355.521 20.514 2.044 70.512.241 2.546.378 3.480.890 22.549.612 1.917.374 1.446.420 67.755 1.103 998.080 50.494 8.227 28.400 916 3.671 385.435.534 7.723.368 8.326.517 30.272.168 561.880 642.015 71.427 369 3.032 31.120.612 1.381.858 758.683 729.525 79.959 5.632 2.362.335 182.234 298.456 705.402 55.946 95.683 394.693 30.711 11.381 - 82.873 6.476 267 - - 2.561.899 272.898 274.092 - 134 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 9 (migliaia di €) Derivati finanziari OTC: portafoglio bancario - valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti contratti non rientranti in accordi di compensazione Consistenze al 31.12.2009 Contratti non rientranti in accordi di compensazione 1) Titoli di debito e tassi d'interesse - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 2) Titoli di capitale e indici azionari - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 3) Valute e oro - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 4) Altri valori - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura Governi e Banche Centrali - Altri enti pubblici Banche Società finanziarie Società di assicurazione 53.426 2.961 10.768 1.497 9.833.736 256.489 248.924 125.404 33.175.399 940.886 971.943 24.355 - - - 1.184.865 65.631 1.000 145.063 207 - - - - 15.613.744 399.287 99.378 28.165 179 - - - - - - - Imprese non finanziarie Altri soggetti 300.810 6.112 19.558 3.978 3.981.666 2.059 254.717 632 382.002 4.935 1.082 - 7.881.936 5.656 394.383 188.639 559 4.058 - (migliaia di €) Derivati finanziari OTC: portafoglio bancario: - valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti contratti rientranti in accordi di compensazione Consistenze al 31.12.2009 Contratti rientranti in accordi di compensazione Governi e Banche Centrali Altri enti pubblici 1) Titoli di debito e tassi d'interesse - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - - 2) Titoli di capitale e indici azionari - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - - 3) Valute e oro - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - - 4) Altri valori - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - - 135 Banche Società finanziarie 148.090.622 1.389.310 1.694.587 363.644 27.325 - 925.560 64.991 73.867 - 1.627.486 102.139 14.000 - 11.691 13.230 - - 316.382 5.757 5.282 - 112.946 1.377 31.774 - 7.368.187 2.468.278 678.315 - - Società di assicurazione - Imprese non finanziarie - Altri soggetti - (migliaia di €) Derivati creditizi: valori nozionali di fine periodo e medi Portafoglio di negoziazione di vigilanza Portafoglio bancario Categorie di operazioni su un singolo soggetto su più soggetti (basket) su un singolo soggetto su più soggetti (basket) Consistenze al 31.12.2009 Valori medi Consistenze al 31.12.2008 90.573.536 92.451 1.156.658 91.822.645 96.862.227 101.901.809 71.784.187 80.549 964.264 72.829.000 89.356.550 105.884.100 173.248 16.435 189.683 2.248.867 4.308.051 501.740 1.565 503.305 3.927.852 7.352.399 Consistenze al 31.12.2009 Valori medi Consistenze al 31.12.2008 86.458.026 2.086.906 88.544.932 94.166.371 99.787.810 88.733.984 2.352.016 91.086.000 106.707.650 122.329.300 735.483 735.483 760.242 785.000 5.000 10.000 1. Acquisti di protezione a) Credit default products b) Credit spread products c) Total rate of return swap d) Altri 2. Vendite di protezione a) Credit default products b) Credit spread products c) Total rate of return swap d) Altri (migliaia di €) Derivati creditizi OTC: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti Fair value positivo Consistenze al Consistenze al 31.12.2009 31.12.2008 Portafogli/Tipologie derivati A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza a) Credit default products b) Credit spread products c) Total rate of return swap d) Altri B. Portafoglio bancario a) Credit default products b) Credit spread products c) Total rate of return swap d) Altri Totale 4.549.490 4.391.976 11.467 146.047 122 122 4.549.612 19.134.916 18.898.997 37.888 198.031 41.300 41.300 19.176.216 (migliaia di €) Derivati creditizi OTC: fair value lordo negativo - ripartizione per prodotti Fair value negativo Consistenze al Consistenze al 31.12.2009 31.12.2008 Portafogli/Tipologie derivati A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza a) Credit default products b) Credit spread products c) Total rate of return swap d) Altri 4.932.972 4.856.788 5.786 70.398 18.890.426 18.810.820 79.606 B. Portafoglio bancario a) Credit default products b) Credit spread products c) Total rate of return swap d) Altri 77 77 4.933.049 38.663 1.029 4.487 33.147 18.929.089 Totale 136 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 9 (migliaia di €) Derivati creditizi OTC: fair value lordi (positivi e negativi) per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione Consistenze al 31.12.2009 Contratti non rientranti in accordi di compensazione Governi e Banche Centrali Altri enti pubblici Società finanziarie Banche Società di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti Negoziazione di vigilanza 1) Acquisto protezione - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura - - 4.108.872 142.926 39.091 156.975 1.152.019 14.624 1.704 65.312 - - - 2) Vendita protezione - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura - - 5.035.238 16.657 179.006 177.845 3.693.271 2.605 20.101 398.056 32.506 5.200 7 2.937 15.146 1.302 1.000 - - - 502.960 194 - 33.790 1.882 - - - 683 77 - - 683 - 209.800 - - - - Portafoglio bancario 1) Acquisto di protezione - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - 2) Vendita di protezione - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo (migliaia di €) Derivati creditizi OTC: fair value lordi (positivi e negativi) per controparti - contratti rientranti in accordi di compensazione Consistenze al 31.12.2009 Contratti rientranti in accordi di compensazione Governi e Banche Centrali Altri enti pubblici Società finanziarie Banche Società di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti Negoziazione di vigilanza 1) Acquisto protezione - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - - 126.112.621 2.130.681 1.409.871 33.236.765 739.409 376.247 41.369 596 567 - - 2) Vendita protezione - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - - 129.786.294 1.284.378 2.239.450 41.056.492 408.899 847.777 11.986 87 - - - - 125.393 9.474 - 30.162 3.451 18.674 - - - - - 500.000 304 25.000 22 - - - Portafoglio bancario 1) Acquisto di protezione - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo 2) Vendita di protezione - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - (migliaia di €) Derivati finanziari e creditizi OTC: fair value netti ed esposizione futura per controparti Consistenze al 31.12.2009 1) Accordi bilaterali derivati finanziari - fair value positivo - f air value negativo - esposizione futura - rischio di controparte netto 2) Accordi bilaterali derivati creditizi - fair value positivo - f air value negativo - esposizione futura - rischio di controparte netto 3) Accordi “Cross product ” - fair value positivo - f air value negativo - esposizione futura - rischio di controparte netto 137 Governi e Banche Centrali Altri enti pubblici 36.247 1.266 14.948 51.195 11.976 7 4.401 16.377 1.372.152 782.545 79.979 682.963 20.385 95.000 25.060 21.055 369 10.160 2.421 2.791 499.597 135.969 202.935 705.668 2.019 4.759 2.544 4.563 - - 519 - 1.661 - - - - - 3.593 656 4.249 6.369.197 9.951.915 17.891.614 19.827.404 2.001.115 1.085.276 3.927.928 5.403.221 13.219 106.448 6.974 6.392 1.820.773 789.662 755.376 2.555.815 169.824 2.595 39.968 209.792 Banche Società finanziarie Società di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti 138 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 10 Tavola 10 – Operazioni di cartolarizzazione Informativa qualitativa Nell’ambito delle attività di cartolarizzazione il Gruppo opera sia come “originator” (cedente), sia come “sponsor” (promotore) ed investitore secondo le definizioni previste da Basilea II e recepite dalla circ. 263 della Banca d’Italia “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche” del 27 dicembre 2006. L’attività del Gruppo come originator prevede la cessione di portafogli di crediti iscritti nello stato patrimoniale a società veicolo costituite nella forma di “società per la cartolarizzazione di crediti” ex lege 130/1 999 oppure secondo analoghe strutture di diritto estero. La società cessionaria finanzia l’acquisto dei portafogli attraverso l’emissione di titoli differenziati in termini di subordinazione (seniority) retrocedendo al Gruppo l’ammontare incassato. Il rendimento, nonché il rimborso, dei titoli emessi dalla società cessionaria è quindi dipendente, in via principale, dai flussi di cassa del portafoglio oggetto di cessione. A ulteriore garanzia dei sottoscrittori le transazioni possono prevedere particolari forme di supporto creditizio, quali finanziamenti a esigibilità limitata, garanzie finanziarie, lettere di credito, overcollateralisation ecc. Gli obiettivi per i quali il Gruppo effettua tali transazioni sono in generale i seguenti: liberazione del capitale economico/regolamentare attraverso la realizzazione di operazioni che, riducendo il livello di rischio di credito sostenuto, consentono di ridurre i requisiti patrimoniali calcolati in base alle regole vigenti; riduzione del costo del funding connesso alla possibilità di emettere titoli dotati di rating superiori e, quindi, ad un tasso inferiore rispetto alle ordinarie emissioni senior; creazione di titoli consegnabili a garanzia di pronti contro termine presso la Banca d’Italia e la Banca Centrale Europea (counterbalancing capacity). In particolare, il Gruppo pone in essere sia operazioni di cartolarizzazione tradizionale, che prevedono l’effettiva cessione del portafoglio crediti alla società veicolo, sia operazioni di cartolarizzazione sintetica che prevedono, attraverso la stipula di contratti di credit default swap, l’acquisto di protezione su tutto o parte del rischio di credito sottostante al portafoglio crediti. Il ricorso a queste tipologie di operazioni è comunque limitato. In proposito si segnala che l’ammontare di finanziamenti oggetto di cartolarizzazione1, al netto delle operazioni per le quali il Gruppo ha acquistato la totalità delle passività emesse dai veicoli (c.d. auto-cartolarizzazioni), è pari a circa il 10,59% del portafoglio crediti del Gruppo al 31 dicembre 2009. Le operazioni di auto-cartolarizzazione, a loro volta, rappresentano il 6,46% del portafoglio crediti. Nel corso del 2008, inoltre, è stato avviato un programma di emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite (OBG) ai sensi della citata legge italiana 130/99, in base al quale sono stati ceduti ad una SPE, appositamente costituita ed inclusa nel Gruppo bancario, mutui residenziali ipotecari a garanzia del programma citato. In tale ambito sono state emesse otto tranche di OBG per un ammontare complessivo di 8,5 miliardi di euro, di cui 5 miliardi ritenuti all’interno del Gruppo. 1 Ci si riferisce all’ammontare di crediti oggetto di cessione, anche sintetica, ma non cancellati dall’attivo di bilancio. 139 Al 31 dicembre 2009 risultano altresì in essere analoghe Obbligazioni Bancarie Garantite ai sensi della legislazione tedesca (Pfandbriefe) per un valore di bilancio di 36.929.700 migliaia, di cui 29.873.900 migliaia garantite da mutui ipotecari e 7.055.800 migliaia garantite da crediti verso il settore pubblico. Nel caso delle operazioni di cartolarizzazione tradizionale, il Gruppo mantiene sempre la “prima perdita” sotto forma di titolo junior o di esposizione analoga, fornendo in alcuni casi ulteriori forme di supporto creditizio, come sopra specificato. Tale operatività consente al Gruppo di beneficiare della parte del rendimento del portafoglio crediti ceduto che eccede quanto corrisposto ai sottoscrittori dei titoli “senior” e “mezzanine”. Il mantenimento in capo al Gruppo del rischio di prima perdita e dell’associato rendimento, determina la ritenzione della maggior parte dei rischi e dei rendimenti del portafoglio ceduto. Conseguentemente dette operazioni sono rappresentate in bilancio come operazioni di finanziamento senza procedere né alla rilevazione di utili da cessione né alla cancellazione del portafoglio crediti ceduto. Eccezione a questa regola generale è costituita dalle operazioni per le quali il Gruppo, pur mantenendo la maggior parte dei rischi e rendimenti del portafoglio sottostante, ha proceduto alla cancellazione dal bilancio poiché antecedenti al 1 gennaio 2002. Infatti, in sede di prima applicazione dei principi contabili internazionali (IAS/IFRS), si è, per le stesse, utilizzata la facoltà del principio contabile IFRS 1 che consente di non reiscrivere le attività cedute antecedentemente al 1 Gennaio 2004, indipendentemente dalla misura di rischi e rendimenti mantenuti. Il Gruppo è inoltre attivo come sponsor di società veicolo che emettono commercial paper (cosiddetti Asset Backed Commercial Paper Conduits) costituiti sia al fine di consentire alla clientela l’accesso al mercato delle cartolarizzazioni (Mu!ti seller Customer conduits) sia per finalità di arbitraggio (Arbitrage conduits). A partire dal dicembre 2007 tali società veicolo, pur non rientranti nel gruppo bancario, sono oggetto di consolidamento. L’operatività in Customer conduits prevede la costituzione e la gestione di società veicolo bankruptcy remote, ossia indipendenti da eventuali difficoltà finanziarie dell’originator, che acquistano in via diretta o indiretta portafogli crediti originati da società terze esterne al Gruppo. I portafogli crediti sottostanti le transazioni non sono acquistati direttamente dai conduits costituiti dal Gruppo bensì da Società veicolo di secondo livello (c.d. purchase companies) a loro volta integralmente finanziate dai conduits attraverso l’emissione di commercia! papers e Medium Term Notes (MTN). Le transazioni descritte sono poste in essere principalmente al fine di consentire alla clientela l’accesso al mercato delle cartolarizzazioni e, quindi, di beneficiare di un costo del funding inferiore a quello da essi conseguibile mediante raccolta diretta. L’operatività in Arbitrage conduits prevede la costituzione e la gestione di società veicolo che acquistano corporate bonds ad elevato rating, Asset backed securities e portafogli creditizi. L’obiettivo è quello di acquisire un profitto derivante dalla differenza di rendimento fra le attività in portafoglio, di norma aventi durata a medio/lungo termine, e i titoli a breve/medio termine emessi. L’acquisto delle attività da parte dei conduits è finanziato attraverso l’emissione di commercia! paper di breve periodo e di titoli a medio termine (MTN). Il pagamento delle cedole nonché il rimborso dei titoli emessi dal conduit è quindi dipendente sia dai flussi di cassa del portafoglio di attività acquisite (rischio credito), sia dalla capacità del conduits di rinnovare la provvista sul mercato alla scadenza dei titoli emessi (rischio liquidità). Al fine di garantire il tempestivo rimborso dei titoli emessi dal conduit, le transazioni in oggetto sono assistite da lettere di credito concesse per coprire il rischio di default sia di specifici attivi sia del programma nel suo complesso. 140 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 10 I sottoscrittori sono ulteriormente garantiti da specifiche linee di liquidità che il conduit può utilizzare qualora si trovi nelle condizioni di non riuscire a collocare nuovi commercial paper per rimborsare quelli in scadenza, ad esempio per effetto di periodi di crisi dei mercati. Le linee di liquidità concesse, tuttavia, non possono essere utilizzate per garantire il rimborso dei titoli emessi dal conduit in caso di default delle attività sottostanti. Nell’ambito del suo ruolo di sponsor, il Gruppo svolge attività di selezione dei portafogli di attivi acquistati dai conduits o dalle purchase companies, così come attività di amministrazione e fornisce sia lettere di credito sia linee di liquidità. A fronte dell’attività descritta, il Gruppo incassa un flusso commissionale, oltre a beneficiare delle differenze di rendimento fra gli attivi acquistati dal veicolo ed i titoli emessi. A partire dalla seconda metà del 2007 si è determinata una significativa contrazione della domanda dei titoli emessi dai conduits in esame da parte degli investitori, in conseguenza della quale il Gruppo ha proceduto ad acquistare direttamente le commercial paper outstanding. Per effetto dell’attività svolta, il Gruppo sostiene la maggior parte dei rischi e beneficia dei rendimenti associati all’attività di conduits avendo altresì potere di governo degli stessi. Conseguentemente, in applicazione del principio contabile internazionale IAS 27 e dell’associata interpretazione SIC 12, si è proceduto al consolidamento dei veicoli citati. Rientrano nel perimetro di consolidamento gli ABCP conduits e alcuni dei veicoli di secondo livello che soddisfano i requisiti per il consolidamento previsti dai principi contabili internazionali. Ciò comporta l’iscrizione nel bilancio consolidato: dei finanziamenti degli ABCP conduits nei confronti delle sottostanti Purchase companies, nel caso di veicoli di secondo livello non consolidati, oppure direttamente delle attività detenute dalla Purchase companies, per quelle oggetto di consolidamento. Si precisa altresì che, nel caso di Purchase companies non consolidate, il bilancio consolidato comprende comunque nella sostanza anche le attività iscritte nei libri di queste ultime, poiché tali Purchase companies sono integralmente finanziate dai conduits oggetto di consolidamento. Accanto alle attività di originator e di sponsor, il Gruppo svolge anche quella di investitore in strumenti strutturati di credito. Tali esposizioni sono detenute principalmente dalla Divisione Corporate and Investment Banking (CIB) e da UniCredit Bank Ireland. 141 Informativa quantitativa Le seguenti tavole riportano la composizione del portafoglio crediti cartolarizzato non oggetto di cancellazione da parte del Gruppo suddiviso per area geografica e qualità degli attivi, distinto tra cartolarizzazioni tradizionali, al netto delle operazioni di auto-cartolarizzazione nelle quali il Gruppo ha acquistato il complesso delle passività emesse dalle società veicolo, e sintetiche. (migliaia di €) Attività cartolarizzate: composizione per aree geografiche Consistenze al 31.12.2009 Italia Germania Austria Altri Paesi Europa (non UE) Altri Paesi UE America Resto del mondo Asia Totale Attività cedute non cancellate - Mutui ipotecari residenziali 9.623.047 - - - - - - - 9.623.047 - Operazioni di leasing 3.878.106 - - 292.760 - - - - 4.170.866 - Crediti a piccole medie imprese - - - - - - - - - - Crediti a imprese corporate - 5.588.928 - - 1.982 - - - 5.590.910 - Altro - - - - - - - - Totale 13.501.153 5.588.928 - 292.760 1.982 - - - 19.384.823 (migliaia di €) Attività cartolarizzate: composizione per aree geografiche Consistenze al 31.12.2009 Italia Germania Austria Altri Paesi Europa (non UE) Altri Paesi UE America Resto del mondo Asia Totale Operazioni sintetiche - Mutui ipotecari residenziali 877 12.379.347 2.871 99.444 - 233 112 180 12.483.064 - 2.999.794 7.645 134.275 - - - 2.755 3.144.469 2.329.010 4.104.956 1.792.719 88.870 - 21.566 8.794 39.828 8.385.743 736.125 3.541.939 3.864.136 9.039.993 697.660 2.304.783 1.794.390 2.723.898 24.702.924 - Mutui ipotecari commerciali - Crediti a piccole medie imprese - Crediti a imprese corporate - Altro - 11.831 7.082 - - 4.148 - - 23.061 Totale 3.066.012 23.037.867 5.674.453 9.362.582 697.660 2.330.730 1.803.296 2.766.661 48.739.261 (migliaia di €) Attività cartolarizzate: composizione per qualità dell'attivo Consistenze al 31.12.2009 Altre attività (in bonis) Attività deteriorate Totale Attività cedute non cancellate - Mutui ipotecari residenziali 9.396.409 226.638 9.623.047 - Operazioni di leasing 3.816.500 354.366 4.170.866 - - - 5.588.789 2.121 5.590.910 - Crediti a piccole medie imprese - Crediti a imprese corporate - Altro - - - Totale 18.801.698 583.125 19.384.823 Attività cartolarizzate: composizione per qualità dell'attivo (migliaia di €) Consistenze al 31.12.2009 Altre attività (in bonis) Attività deteriorate Totale Operazioni sintetiche - Mutui ipotecari residenziali 12.258.773 224.291 12.483.064 - Mutui ipotecari commerciali 3.119.466 25.003 3.144.469 - Crediti a piccole medie imprese 8.117.644 268.099 8.385.743 23.954.291 748.633 24.702.924 - Crediti a imprese corporate - Altro 22.861 200 23.061 Totale 47.473.035 1.266.226 48.739.261 Come rilevato, le tavole inerenti alle operazioni di cartolarizzazione tradizionali riportano l’ammontare delle attività cedute ma non oggetto di cancellazione dal bilancio per effetto del mantenimento in capo al Gruppo della maggior parte dei rischi e rendimenti. Accanto a queste esistono ulteriori esposizioni per 1.005.198 migliaia, costituite da attività deteriorate che sono state cancellate dal bilancio perché antecedenti al 1 gennaio 2002, secondo quanto richiamato nell’informativa qualitativa. 142 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 10 L’ammontare complessivo delle esposizioni cartolarizzate da parte del Gruppo nell’ambito di operazioni di cartolarizzazione tradizionale è quindi pari a 20.390.021 migliaia. Si segnala che, oltre alle esposizioni riportate, il Gruppo ha realizzato anche ulteriori operazioni tradizionali su crediti performing nelle quali ha acquistato il complesso delle passività emesse dalle società veicolo (auto-cartolarizzazioni) per un ammontare totale di attività sottostanti di 41.522.071 migliaia. Due di queste operazioni, con sottostanti rispettivamente contratti di leasing originati in Italia, aventi per oggetto il godimento di autoveicoli, di beni strumentali ed immobiliari per un ammontare nominale di 1.705.231 migliaia e mutui ipotecari residenziali, originati in Italia, per un ammontare nominale di 3.499.601 migliaia sono state realizzate nel corso del 2009. Le operazioni di cartolarizzazione tradizionali poste in essere dal Gruppo hanno per oggetto principalmente mutui ipotecari residenziali originati in Italia, crediti ad imprese corporate originati in Germania ed operazioni di leasing originate in Italia. Le operazioni di cartolarizzazione sintetica hanno per oggetto principalmente mutui ipotecari residenziali aventi controparti tedesche e finanziamenti a imprese corporate e Small Medium Entities originati in Germania, Austria, Italia ed altri Paesi UE. La qualità del portafoglio sottostante è costituita da attività in bonis per il 96,99% nel caso di operazioni di cartolarizzazione tradizionale e per il 97,4% nel caso di operazioni sintetiche. Si rileva infine che il Gruppo non ha originato cartolarizzazioni aventi come sottostante mutui residenziali statunitensi, né prime, né subprime o Alt-A. 143 La seguente tavola riporta l’ammontare delle posizioni inerenti a cartolarizzazioni proprie o di terzi ripartito in base al ruolo svolto dal Gruppo nonché alla tipologia di esposizione. (migliaia di €) Esposizioni in Asset Backed Securities distinte per grado di subordinazione consistenze al 31.12.2009 Tipologia di esposizione Senior Mezzanine Junior Totale Esposizioni per cassa oggetto di integrale cancellazione dal bilancio 115.897 842.105 252.927 1.210.929 - CLO/CBO 115.897 - 51.065 166.962 115.897 - 51.065 166.962 - Altre tipologie - 842.105 201.862 1.043.967 Garanzie rilasciate - 77.956 - 77.956 Linee di credito - 626.812 - 626.812 1.313.803 140.810 844.868 2.299.481 312.353 33.350 360.017 705.720 312.353 33.350 360.017 705.720 Investimenti in cartolarizzazioni di proprie attività (Originator) - CLO / CBO altri Esposizioni per cassa non cancellate dal bilancio - RMBS - Prime - CLO/CBO - CLO / CBO altri - Leasing 712.411 42.400 59.098 813.909 712.411 42.400 59.098 813.909 779.852 289.039 65.060 425.753 Garanzie rilasciate - - - - Linee di credito - - 30.220 30.220 Operazioni sintetiche 39.780.525 1.211.511 222.539 41.214.575 - RMBS 7.482.400 574.649 66.369 8.123.418 - Prime 7.482.400 574.649 66.369 8.123.418 - CLO/CBO 33.091.157 32.298.125 636.862 156.170 - CLO SME 6.492.115 544.882 156.170 7.193.167 - CLO / CBO altri 25.806.010 91.980 - 25.897.990 Garanzie rilasciate - - - - Linee di credito - - - - Esposizioni per cassa 2.347.103 - - 2.347.103 - ABCP 2.347.103 - - 2.347.103 - - - - 1.614.149 - - 1.614.149 6.382.614 1.691.822 55.619 8.130.055 3.009.378 483.681 9.063 3.502.122 2.771.743 352.029 - 3.123.772 5.463 9.905 4.805 20.173 232.172 121.747 4.258 358.177 1.107.282 355.236 - 1.462.518 218.232 176.628 - 394.860 1.793 56.976 - 58.769 130.747 1.837 - 132.584 Conduit consolidati (Sponsor) Garanzie rilasciate Linee di credito Investimenti in cartolarizzazioni di terzi (Investitore) Valore di bilancio - RMBS - Prime - Subprime - Nonconforming - CMBS - CDO - CDO di ABS / CDO di CDO - CDO Balance Sheet - CDO Market Value - - - - - CDO Preferred Stock - 57.672 - 57.672 - - - - 20.049 8.503 - 28.552 - CDO Synthetic Arbitrage - CRE CDO - CDO altri 65.643 51.640 - 117.283 750.814 293.202 5.530 1.049.546 - CLO SME 121.958 94.194 129 216.281 - CLO arbitrage/balance sheet 377.496 77.101 251 454.848 - CLO / CBO altri 251.360 121.907 5.150 378.417 - Crediti al consumo 422.021 40.882 - 462.903 - Carte di credito 108.231 9.301 - 117.532 - Crediti per studio 70.683 47.590 - 118.273 - Leasing 219.579 50.974 - 270.553 - Altre tipologie 277.243 20.565 30.480 328.288 - Finanziamenti 199.151 213.763 10.546 423.460 - - - - 379.863 76.431 - 456.294 - CLO/CBO Garanzie rilasciate Linee di credito Nel caso delle esposizioni relativamente alle quali il Gruppo svolge il ruolo di investitore la tabella espone le sole posizioni detenute nel portafoglio bancario, pari a 7.706.595 migliaia. Il portafoglio di negoziazione comprende ulteriori posizioni per 540.941 migliaia. 144 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 10 Le posizioni classificate nel banking book comprendono le esposizioni della specie riclassificate nel secondo semestre 2008 e nel primo semestre 2009 a fini contabili e regolamentari, a seguito delle modifiche allo IAS 39 recepite dalla Commissione Europea con il regolamento 1004/2008. Sono stati infatti riclassificati la quasi totalità dei prodotti strutturati di credito dalle categorie “attività finanziarie detenute per la negoziazione” ed “attività finanziarie disponibili per la vendita” alla voce “crediti verso clientela” consentendo, in tal modo, di allineare la rappresentazione in bilancio di queste posizioni alle modalità seguite per la loro gestione. In particolare, gli Asset Backed Securities riclassificati hanno un valore di bilancio al 31 dicembre di 7.412.829 migliaia ed un corrispondente fair value di 6.070.087 migliaia. Metodologia standardizzata posizioni verso la cartolarizzazione Consistenze al 31.12.2009 Cartolarizzazioni proprie Cartolarizzazioni di terzi Cartolarizzazioni proprie Cartolarizzazioni di terzi Clausole di rimborso anticipato Cartolarizzazioni proprie Tipo cartolarizzazione Tipo cartolarizzazione Tipo cartolarizzazione Tipo cartolarizzazione Tipo cartolarizzazione Attività di rischio per cassa FASCE DI PONDERAZIONE DEL RISCHIO Tradizionale Sintetica Tradizionale Attività di rischio fuori bilancio Sintetica Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica Ponderazione 20% 114.505 - 3.697.157 1.458.603 - - - - - Ponderazione 50% 14.467 - 25.720 127.740 - - - - - - Ponderazione 100% 36.773 - 5.807 81.757 10.500 - - - - - Ponderazione 350% 8.500 - 10.462 15.190 - - - - - - Ponderazione 1250% - con rating - - - - - - - - - - Ponderazione 1250% - privo di rating - - - - - - - - - - Look-through - second loss in ABCP - - - - - - - - - - Look-through - altro - - - - - - - 553.060 - - Totale al 31.12.2009 174.245 - 3.739.146 10.500 - - 553.060 - - Totale al 31.12.2008 375.294 200 7.926.326 22.591 - - 559.591 - - 1.683.290 - Metodologia basata sui rating interni: posizioni verso la cartolarizzazione Consistenze al 31.12.2009 Cartolarizzazioni proprie Cartolarizzazioni di terzi Cartolarizzazioni proprie Cartolarizzazioni di terzi Clausole di rimborso anticipato Cartolarizzazioni proprie Tipo cartolarizzazione Tipo cartolarizzazione Tipo cartolarizzazione Tipo cartolarizzazione Tipo cartolarizzazione Attività di rischio per cassa FASCE DI PONDERAZIONE DEL RISCHIO Tradizionale Sintetica Tradizionale Attività di rischio fuori bilancio Sintetica Tradizionale Ponderazione 6-10% - 10.532.212 3.519.005 217.277 - Ponderazione 12-18% - 271.600 1.041.581 32.504 - Ponderazione 20-35% - 202.539 1.258.530 99.322 Ponderazione 50-75% - 96.786 332.128 37.809 Ponderazione 100% - - 112.001 10.061 Ponderazione 250% - - 46.633 2.003 Ponderazione 425% - 42.657 18.199 14.909 Ponderazione 650% - - 19.129 - Ponderazione 1250% - con rating - - - - Ponderazione 1250% - privo di rating - - - Non classificabile - - Totale al 31.12.2009 - 11.145.794 Totale al 31.12.2008 - 48.448.325 Sintetica Tradizionale Tradizionale Sintetica - - - - - - - - - - 27.302 - - - - - - - - - - - 11.156 - - - - - - - - - - - 76.431 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 6.483.670 417.934 - 8.619.463 863.173 - 136.464 4.013.906 40 - Dal patrimonio di vigilanza sono state dedotte attività cartolarizzate per un totale di 810.488 migliaia di €. 145 Sintetica - 4.049 40 4.128.795 - - - 7.372.726 - - - 146 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 11 Tavola 11 – Rischi di mercato: informazioni per le banche che utilizzano il metodo dei modelli interni per il rischio di posizione, per il rischio di cambio e per il rischio di posizione in merci (IMA) Informativa qualitativa Modello interno per rischio di prezzo, tasso di interesse e cambio del portafoglio di negoziazione di vigilanza All’interno del contesto organizzativo descritto in precedenza, la politica seguita dal Gruppo UniCredit nell’ambito del market risk management è finalizzata ad una progressiva adozione ed utilizzo di principi, regole e processi comuni in termini di propensione al rischio, definizione dei limiti, sviluppo dei modelli, pricing e disamina dei modelli di rischio. Il Dipartimento Market & Balance Sheet Risks Portfolio Management è specificamente chiamato a garantire che principi, regole e processi siano in linea con la miglior prassi di settore e coerenti con le norme e gli usi dei diversi paesi in cui vengono applicati. Il principale strumento utilizzato dal Gruppo UniCredit per la misurazione del rischio di mercato sulle posizioni di trading è il Value at Risk (VaR), calcolato secondo l’approccio della simulazione storica. In questa fase di convergenza, tuttavia, alcune società appartenenti al Gruppo usano ancora un approccio simulativo di tipo Monte Carlo. Il metodo della simulazione storica prevede la rivalutazione giornaliera delle posizioni sulla base dell’andamento dei prezzi di mercato su di un opportuno intervallo temporale di osservazione. La distribuzione empirica di utili/perdite che ne deriva viene analizzata per determinare l’effetto di movimenti estremi del mercato sui portafogli. Il valore della distribuzione al percentile corrispondente all’intervallo di confidenza fissato, rappresenta la misura di VaR. I parametri utilizzati per il calcolo del VaR sono i seguenti: intervallo di confidenza del 99%; orizzonte temporale di 1 giorno; aggiornamento giornaliero delle serie storiche, la cui estensione copra almeno un anno. L’utilizzo di un orizzonte temporale di 1 giorno consente un confronto immediato con gli utili/perdite realizzati. Nelle funzioni di calcolo del capitale e monitoraggio dei rischi, UniCredit si avvale dei modelli interni realizzati da UCB AG e BA AG e approvati dalle rispettive autorità di vigilanza nazionali. Ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali, è stato autorizzato l’utilizzo completo del metodo dei modelli interni per UCB AG e BA AG. Non si fa, invece, ricorso al modello interno per il calcolo dei requisiti patrimoniali relativi alle posizioni di negoziazione riferibili alla Capogruppo, a UCI Ireland e a Bank Pekao. Il metodo di misurazione standardizzato viene inoltre applicato al calcolo dei coefficienti patrimoniali di copertura del rischio di detenzione dell’esposizione di banking book in valute estere per le controllate che non conducono attività di trading. 147 Le caratteristiche dei modelli interni sono le seguenti: UCB AG: simulazione Monte Carlo con la valutazione piena delle singole posizioni assunte in opzioni, dove il VaR viene calcolato come perdita atte sa a 1 giorno con un intervallo di confidenza del 99%. La simulazione Monte Carlo si basa su una matrice varianza – covarianza calcolata su un periodo di osservazione storico di un anno senza alcuna ponderazione. BA AG: simulazione storica declustered basata su un periodo di osservazione storico di due anni, dove il VaR viene calcolato come perdita attesa a 1 giorno, con un intervallo di confidenza del 99% e la valutazione piena delle singole posizioni assunte in opzioni. I portafogli di negoziazione sono sottoposti a stress test in base a un’ampia serie di scenari a fini di managerial reporting, descritti nel successivo paragrafo 2.8. A seconda delle normative nazionali, alcuni scenari pertinenti sono inoltre oggetto di rendicontazione regolamentare trimestrale. Vengono inoltre considerate misure di rischio sostitutive, vale a dire sensitivity, scenari di stress definiti o l’indicazione di importi nominali, che vengono incluse nella rendicontazione regolamentare al fine di consentire la stima di rischi non coperti dalla simulazione VaR del modello interno UCB AG. A prescindere dall’utilizzo nel calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato, i modelli interni vengono applicati a tutte le posizioni ricomprese nel portafoglio di negoziazione al fine di condurre una verifica a posteriori (c.d. “back testing”), tramite la comparazione costante delle misure VaR giornaliere della banca con i profitti o le perdite giornalieri successivi. Tale verifica consiste nel confrontare la perdita attesa stimata con i dati di clean P&L, ovvero le variazioni simulate nel valore di portafoglio che si riscontrerebbero nel caso in cui le posizioni in chiusura di giornata rimanessero invariate. Per ciò che riguarda le politiche e le procedure interne di analisi di scenario (c.d. “stress testing”), si è deciso di affidare alle singole legal entity le modalità con cui effettuare tali prove di stress. A livello complessivo, tuttavia, è stato individuato un set di scenari, comuni a tutte le realtà appartenenti al Gruppo, da applicare congiuntamente alla totalità delle posizioni, per verificare mensilmente l’impatto potenziale che tali scenari potrebbero avere sul portafoglio di negoziazione globale. Nell’aggregare i vari profili di rischio delle diverse unità di risk taking che compongono il Gruppo, nel calcolo della rischiosità complessiva è stata trascurata - per ragioni di tipo prudenziale - la diversificazione riveniente dalle posizioni di società appartenenti al Gruppo le quali adottano differenti modelli interni. L’armonizzazione delle metodologie VaR e la definizione di un quadro uniforme appropriato da applicare al calcolo di un VaR del Gruppo rappresentano uno degli obiettivi principali della riorganizzazione del Market Risk all’interno del gruppo. Rischio di tasso di interesse - Portafoglio di negoziazione Aspetti generali Il rischio di tasso di interesse relativo al portafoglio di negoziazione deriva da posizioni finanziarie assunte dai centri specialistici di detenzione del rischio di mercato del Gruppo entro i limiti e le autonomie assegnati. A prescindere dall’utilizzo dei modelli interni nel calcolo dei requisiti patrimoniali, le posizioni di rischio nel Gruppo sono monitorate e soggette a limiti attribuiti ai portafogli sulla base delle responsabilità manageriali e non puramente su criteri regolamentari. Come spiegato Il Gruppo UniCredit utilizza un modello interno di tipo VaR a fini di controllo del rischio di mercato derivante dal portafoglio di negoziazione. Il VaR è una metrica unica e consente pertanto una quantificazione complessiva del rischio di mercato, rendendo superflua una scomposizione dello stesso nelle componenti di rischio di tasso di interesse, rischio di prezzo e rischio di cambio. 148 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 11 Informazioni di natura quantitativa Portafoglio di negoziazione Vengono di seguito riportati i dati di VaR relativamente all’intero complesso dei rischi di mercato riferibili al portafoglio di negoziazione definito sulla base delle responsabilità manageriali. La tabella seguente illustra il VaR per il rischio complessivo del portafoglio di negoziazione. Rischio di tasso di interesse del portafoglio di negoziazione 31 dicembre 2009 VaR giornaliero portafoglio di negoziazione 31.12.2009 3.7 0.2 14.7 21.4 39.9 (1) UniCredit Spa UCI - Irlanda BA Group UCB AG Totale UniCredit Group (milioni di euro) (2) MEDIA 3.9 0.2 21.7 57.8 83.6 2009 MASSIMO 5.4 0.2 41.1 113.4 160.2 MINIMO 2.1 0.2 11.9 19.7 33.9 2008 Media 5.6 0.2 22.2 56.1 84.1 (1) Il VaR del portafoglio di negoziazione di vigilanza al 31.12.2009 ammonta a 5 milioni di euro. (2) Il VaR totale è la somma dei valori di VaR individuali, senza prendere in considerazione alcun effetto di diversificazione tra i membri del gruppo Evoluzioni del rischio Nel corso del 2009, si è riscontrata una contrazione generalizzata del rischio di mercato del Gruppo UniCredit, principalmente imputabile alla marcata riduzione sia dei credit spread che rappresentano il principale fattore di rischio caratterizzante l’esposizione complessiva, che della loro volatilità, elemento questo che ha riguardato peraltro anche gli altri fattori di rischio (tassi d’interesse, corsi azionari e tassi di cambio) nonchè a una strategia di graduale riduzione dell’esposizione sui portafogli di attività c.d. “Non Core” enucleati rispetto a quelli c.d. “Core Markets”. Si riportano, inoltre, i grafici con le analisi di backtesting relativi ai rischi di mercato del trading book, nei quali i dati di VaR dell’ultimo anno sono confrontati ai risultati di “profit and loss” per ciascuna principale unità “risk-taker”: UCB AG Group 160.000.000 140.000.000 120.000.000 100.000.000 80.000.000 60.000.000 40.000.000 20.000.000 -20.000.000 -40.000.000 -60.000.000 -80.000.000 -100.000.000 -120.000.000 -140.000.000 P&L 149 UCB AG VaR 2009-12-04 2009-11-06 2009-10-09 2009-09-11 2009-08-14 2009-07-17 2009-06-19 2009-05-22 2009-04-24 2009-03-27 2009-02-27 2009-01-30 2009-01-02 -160.000.000 Nel corso del 2009, si è registrato 1 solo sconfinamento riferito ad UCB AG, determinato da un aggiornamento significativo delle quotazioni su alcune tipologie di titoli obbligazionari in un contesto di mercato fortemente illiquido. Nel complesso nel corso dell’ultimo anno è stato osservata una contrazione generalizzata della volatilità di mercato. BA AG 60.000.000 50.000.000 40.000.000 30.000.000 20.000.000 10.000.000 0 -10.000.000 -20.000.000 -30.000.000 -40.000.000 -50.000.000 P&L 2009-12-16 2009-11-24 2009-11-03 2009-10-12 2009-09-21 2009-08-31 2009-08-10 2009-07-20 2009-06-29 2009-06-05 2009-05-13 2009-04-21 2009-03-30 2009-03-09 2009-02-16 2009-01-26 2009-01-02 -60.000.000 BA Group's VaR Dal grafico di BA si evince che, durante il 2009 non si sono verificati sconfinamenti. Rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione Aspetti generali La rischiosità di prezzo riferita ad equity, commodity, OICR e relativi prodotti derivati presenti nel portafoglio di negoziazione, origina da posizioni assunte dai centri specialistici di detenzione del rischio di mercato del Gruppo, entro i limiti e le autonomie assegnati. Il rischio di prezzo derivante dalla negoziazione in conto proprio di tali strumenti viene gestito con strategie sia direzionali che di relative value attraverso la compravendita diretta di titoli, derivati regolamentati e OTC e il ricorso al security lending; strategie di trading di volatilità sono perseguite utilizzando prodotti opzionali e derivati complessi. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di prezzo Per quanto riguarda sia la descrizione dei processi interni di controllo e gestione del rischio che l’illustrazione delle metodologie utilizzate per l’analisi della rischiosità, si rimanda a quanto già esposto nella sezione introduttiva. 150 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 11 Rischio di prezzo - Portafoglio bancario Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di prezzo Il rischio di prezzo del portafoglio bancario origina principalmente dalle partecipazioni detenute dalla Capogruppo e dalle sue controllate con finalità di stabile investimento, nonché dalle quote di OICR non comprese nel portafoglio di negoziazione in quanto detenute anch’esse con finalità di stabile investimento. Limitatamente a questi ultimi strumenti, i processi interni di gestione e misurazione del rischio di prezzo riproducono quanto descritto in precedenza relativamente al portafoglio di negoziazione di vigilanza. Rischio di cambio Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio Il rischio di cambio in Unicredit origina sia dalla presenza nel Gruppo di banche che operano in aree valutarie diverse dall’area Euro, sia da posizioni assunte dai centri specialistici di detenzione del rischio di mercato del Gruppo, entro i limiti e le autonomie assegnati. In questo secondo caso, il rischio di cambio origina da attività di trading in valuta svolta mediante la negoziazione di vari strumenti di mercato e viene costantemente monitorato e misurato utilizzando i modelli interni sviluppati dalle società che compongono il gruppo. Tali modelli vengono inoltre utilizzati nel calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato a fronte dell’esposizione a tale tipologia di rischio. Attività di copertura del rischio di cambio La Capogruppo attua una politica di copertura economica degli utili in formazione delle controllate polacche del Gruppo (le quali costituiscono le principali controllate non appartenenti all’area Euro), nonché dei dividendi relativi all’anno precedente, attuata quest’ultima nel periodo intercorrente tra la chiusura dell’esercizio e il pagamento degli stessi. Tale politica di copertura si attua mediante prodotti derivati in cambi finalizzati all’immunizzazione delle fluttuazioni del tasso di cambio Euro/Zloty. 151 Stress test Gli stress test integrano i risultati dell’analisi di sensitività e di VaR nell’ottica di valutare i rischi potenziali in un modo diverso. Lo stress test esegue la valutazione di un portafoglio in riferimento sia a scenari semplici (in cui si ipotizza una variazione in singoli fattori di rischio) sia a scenari complessi (nei quali si prefigurano variazioni simultanee in più fattori di rischio). I risultati relativi agli scenari semplici vengono comunicati al top management a cadenza settimanale, unitamente alle sensitività più rilevanti e includono shock riferiti a: Tassi di interesse: movimenti paralleli (“parallel shift”) e irripidimento/appiattimento delle curve dei tassi di interesse; aumento/diminuzione nelle volatilità dei tassi di interesse; Mercati di credito: movimenti paralleli delle curve degli spread del credito (variazioni sia assolute sia relative); sensitivity alla correlazione di base, correlazione tra gli emittenti e tassi di recupero; Tassi di cambio: apprezzamento/deprezzamento di ogni valuta; aumento/diminuzione delle volatilità dei cambi; Azioni: incremento/calo dei prezzi spot; aumento/diminuzione delle volatilità azionarie; sensitività alla correlazione implicita; Commodity: incremento/calo dei prezzi spot. Per quanto attiene agli scenari complessi, all’intero portafoglio MIB sono stati finora mensilmente applicati due diversi scenari recessivi (medio e grave), che a loro volta vengono comunicati al top management. Un terzo scenario è stato recentemente implementato: “Financial Crisis”. Scenario “Recessionary Fears” Questo scenario presume la verosimile diffusione dei timori di recessione (“Recessionary Fears”) dagli Stati Uniti al resto del mondo a causa di un “effetto contagio”. In termini di variabili macroeconomiche, questo scenario ipotizza: Un rallentamento (calo) dei mercati azionari associato a un incremento delle volatilità dei titoli azionari; Un decremento globale dei tassi di interesse (fattori di stress differenti a seconda della scadenza), con particolare accento sul breve termine e uno scenario di stress ancora maggiore per gli Stati Uniti (anche in questo caso fattori di stress diversi a seconda della scadenza). In questo scenario, viene ipotizzato anche un aumento della volatilità dei tassi di interesse; Un allargamento generalizzato e significativo dei credit spread, con fattori di stress differenti a seconda della classe di rating e del settore operativo. Scenario “Full US Recession” Questo scenario presume una grave recessione negli Stati Uniti che interessa anche il resto del mondo a causa di un “effetto contagio”. In termini di variabili macroeconomiche, questo scenario ipotizza: Una notevole flessione dei prezzi e degli indici azionari nei mercati statunitensi e non statunitensi, associata a un incremento della volatilità azionaria; Un notevole calo dei tassi di interesse statunitensi (fattori di stress differenti a seconda della scadenza) e non statunitensi (fattori di stress diversi a seconda della scadenza e dell’area geografica), in ogni caso associato a un aumento della volatilità dei tassi di interesse; Un allargamento generalizzato e significativo dei credit spread, a seconda della classe di rating e del settore operativo. 152 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 11 Scenario “Financial Crisis” Questo scenario è stato introdotto nell’ultimo trimestre del 2008 e riflette l’andamento dei mercati finanziari nel terzo trimestre 2008. In considerazione del basso livello di liquidità nel mercato, l’orizzonte temporale di questo scenario è stato esteso in modo da coprire un periodo di un trimestre anziché le 2 - 6 settimane precedentemente applicate. In termini di variabili macroeconomiche, questo scenario ipotizza: Un crollo (calo) dei mercati azionari associato a un incremento delle volatilità dei titoli azionari; Un decremento globale dei tassi di interesse (fattori di stress differenti a seconda della scadenza e dell’area geografica), unitamente a un netto irripidimento delle curve dei tassi d’interesse. In questo scenario, viene ipotizzato anche un aumento della volatilità dei tassi di interesse; Un allargamento generalizzato e più significativo dei credit spread, con fattori di stress differenti a seconda della classe di rating e del settore operativo. Processo di verifica indipendente del prezzo A questo proposito, pure a seguito della riclassificazione di un ampio spettro di posizioni (per lo più titoli obbligazionari) dal portafoglio di negoziazione a quello bancario (come Loans & Receivables) si è mantenuto un forte presidio finalizzato all’accurata verifica delle valutazioni dei prodotti di credito strutturati sotto il coordinamento del Market & Balance Sheet Risks Portfolio Management della Capogruppo (Holding Company, HC) in collaborazione con le funzioni Market Risk Control a livello di Legal Entity (LE). Linee guida sono state inoltre emanate dalla unit Market Risk di Capogruppo in merito alla Valutazione dei Derivati ed alla definizione di Riserve di Modello. 153 154 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 12 Tavola 12 – Rischio operativo Informativa qualitativa ll Gruppo UniCredit ha sviluppato un metodo interno per la misurazione del requisito di capitale. Questo è calcolato tenendo conto dei dati di perdita interni, dei dati di perdita esterni (consortili e pubblici), dei dati di perdita ipotizzati tramite analisi di scenario e degli indicatori di rischio. Il calcolo viene effettuato utilizzando come classi di rischio le tipologie di evento operativo. Per ogni classe di rischio, la severità e la frequenza delle perdite sono stimate separatamente per arrivare alla distribuzione delle perdite annue tramite simulazione, tenendo conto della copertura assicurativa. La distribuzione di severità viene stimata su dati interni, dati esterni e dati generati tramite analisi di scenario, mentre la frequenza è stimata sui soli dati interni. Per ognuna delle classi, si applica una correzione in funzione degli indicatori di rischio operativo. Le distribuzioni di perdita annua, ottenute per ciascuna classe di rischio, sono aggregate tramite funzioni copula. Il capitale di rischio è quindi calcolato sulla distribuzione aggregata delle perdite ad un livello di confidenza del 99,9% a fini regolamentari e ad un livello del 99,97% a fini di capitale economico. Tramite meccanismi di allocazione si identificano i requisiti di capitale delle Entità, riflettendo l’esposizione ai rischi operativi. L’approccio AMA ha ricevuto formale approvazione da parte dell’Autorità di Vigilanza ed il piano di roll out prevede l’estensione di tale metodo a tutte le Entità rilevanti del Gruppo e si concluderà entro il 2012. Le Entità non ancora autorizzate all’utilizzo dei metodi avanzati contribuiscono al requisito patrimoniale consolidato sulla base del metodo standard (TSA) o base (BIA). Si riporta di seguito la composizione percentuale delle fonti di rischio operativo per tipologia di evento, secondo quanto definito dal Nuovo Accordo di Basilea sul Capitale e recepito dalle Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche emanata da Banca d’Italia nel dicembre 2006 (circ. 263) e successivi aggiornamenti. Le classi di riferimento sono le seguenti: frode interna: perdite dovute ad attività non autorizzata, frode, appropriazione indebita o violazione di leggi, regolamenti o direttive aziendali che coinvolgano almeno una risorsa interna della banca; frode esterna: perdite dovute a frode, appropriazione indebita o violazione di leggi da parte di soggetti esterni alla banca; rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro: perdite derivanti da atti non conformi alle leggi o agli accordi in materia di impiego, salute e sicurezza sul lavoro, dal pagamento di risarcimenti a titolo di lesioni personali o da episodi di discriminazione o di mancata applicazione di condizioni paritarie; clientela, prodotti e prassi professionali: perdite derivanti da inadempienze relative a obblighi professionali verso clienti ovvero dalla natura o dalle caratteristiche del prodotto o del servizio prestato; danni da eventi esterni: perdite derivanti da eventi sterni, quali catastrofi naturali, terrorismo, atti vandalici; interruzioni dell’operatività e disfunzioni dei sistemi: perdite dovute a interruzioni dell’operatività, a disfunzioni o a indisponibilità dei sistemi; esecuzione, consegna e gestione dei processi: perdite dovute a carenze nel perfezionamento delle operazioni o nella gestione dei processi, nonché perdite dovute alle relazioni con controparti commerciali, venditori e fornitori. 155 Sistemi IT Clientela Danni materiali Rapporto di lavoro Frode interna Frode esterna Esecuzione Nel corso del 2009, la principale fonte di manifestazione di rischi operativi è risultata essere la categoria "Clientela, prodotti e prassi professionali" che include le perdite derivanti da inadempienze relative a obblighi professionali verso clienti ovvero dalla natura o dalle caratteristiche del prodotto o del servizio prestato ed eventuali sanzioni per violazioni di normativa fiscale. La seconda categoria, per ammontare delle manifestazioni delle perdite, corrisponde ad errori nella esecuzione, consegna e gestione dei processi, a causa di carenze nel perfezionamento delle operazioni o nella gestione dei processi. Si sono altresì manifestate, in ordine decrescente di incidenza, perdite dovute a frodi esterne, frodi interne e rapporti di lavoro. Rappresentano le categorie di rischio residuali quelle che riguardano danni da eventi esterni ai beni materiali e guasti dei sistemi IT. 156 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 13 Tavola 13 – Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario Informativa qualitativa Descrizione delle tecniche di contabilizzazione e delle metodologie di valutazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Le attività finanziarie disponibili per la vendita sono inizialmente rilevate al fair value, che normalmente corrisponde al costo dell’operazione comprensivo dei costi e ricavi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso ed al netto delle commissioni. Per gli strumenti fruttiferi gli interessi sono contabilizzati al costo ammortizzato, utilizzando il criterio dell’interesse effettivo. Tali attività sono successivamente valutate al fair value, registrando, come detto, a conto economico gli interessi secondo il criterio del costo ammortizzato. Gli utili e le perdite derivanti dalle variazioni del fair value sono rilevati nella voce 140. “Riserve da valutazione” del patrimonio netto - ad eccezione delle perdite per riduzione di valore (impairment) e degli utili e delle perdite su cambi di attività monetarie (titoli di debito) che sono esposti rispettivamente alla voce 130.b) “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita” ed alla voce 80. “Risultato netto dell’attività di negoziazione” - fino a quando l’attività finanziaria non è alienata, momento in cui gli utili e le perdite cumulati sono iscritti nel conto economico alla voce 100.b) “Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie disponibili per la vendita”. Le variazioni di fair value rilevate nella voce 140. “Riserve da valutazione” sono esposte anche nel Prospetto della redditività complessiva. Gli strumenti rappresentativi di capitale (titoli azionari) non quotati in un mercato attivo e il cui fair value non può essere determinato in modo attendibile sono valutati al costo. Qualora vi sia qualche obiettiva evidenza che l’attività abbia subito una riduzione di valore (impairment), la perdita cumulata, che è stata rilevata direttamente nella voce 140. del patrimonio netto “Riserve da valutazione”, viene trasferita a conto economico alla voce 130.b) “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita”. Per gli strumenti di capitale l’esistenza di perdite durevoli di valore è valutata considerando, oltre ad eventuali difficoltà nel servizio del debito da parte dell’emittente, ulteriori indicatori quali il declino del fair value al di sotto del costo e variazioni avverse nell’ambiente in cui l’impresa opera. Nei casi in cui la riduzione del fair value al di sotto del costo sia superiore al 50% o perduri per oltre 18 mesi, la perdita di valore è ritenuta durevole. Qualora, invece, il declino del fair value dello strumento al di sotto del costo sia inferiore o uguale al 50% ma superiore al 20% oppure perduri da non più di 18 mesi ma da non meno di 9, il Gruppo procede ad analizzare ulteriori indicatori reddituali e di mercato. 157 Qualora i risultati della detta analisi siano tali da mettere in dubbio la possibilità di recuperare l’ammontare originariamente investito, si procede alla rilevazione di una perdita durevole di valore. L’importo trasferito a conto economico è quindi pari alla differenza tra il valore di carico (costo di acquisizione al netto delle eventuali perdite per riduzione di valore già precedentemente rilevate nel conto economico) e il fair value corrente. Le perdite per riduzione di valore di titoli azionari, rilevate a conto economico, non sono successivamente ripristinate con effetto a conto economico ma a patrimonio netto, anche qualora non sussistano più le motivazioni che hanno condotto ad appostare la svalutazione. Attività finanziarie valutate al fair value I titoli di capitale ricompresi nel portafoglio delle attività finanziarie valutate al fair value hanno un trattamento contabile analogo a quello delle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”, con registrazione dei profitti e delle perdite, realizzati e non, alla voce 110. “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value”. In questo portafoglio non possono essere contabilizzati degli investimenti in strumenti rappresentativi di capitale per i quali non siano rilevabili prezzi in mercati attivi ed il cui fair value non sia determinabile in modo attendibile. Informativa quantitativa 31.12.2009 Valore di Bilancio Fair Value Valore di mercato Tipologia esposizioni/valori Livello 1 Livello 2/3 Livello 1 A. Partecipazioni 2.025.892 1.840.544 1.590.053 B. Attività finanziarie disponibili per la vendita C. Attività finanziarie valutate al fair value 1.404.392 1.803.169 1.404.392 488.447 90.796 488.447 Livello 2/3 X Livello 1 Utili/perdite realizzati e impairment Utili Perdite 1.590.053 13.728 (68.083) 1.803.169 1.404.392 301.503 (104.234) 90.796 488.447 106.931 (22.012) Plus/minusvalenze non realizzate e iscritte a stato patrimoniale Plus (+) X 273.577 X Minus (-) X (198.067) X 31.12.2008 Valore di Bilancio Fair Value Valore di mercato Tipologia esposizioni/valori Livello 1 Livello 2/3 Livello 1 A. Partecipazioni 1.931.939 2.071.143 1.391.957 B. Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.797.372 3.195.117 1.797.372 349.486 309.113 349.486 C. Attività finanziarie valutate al fair value Livello 2/3 Utili/perdite realizzati e impairment Livello 1 Utili Perdite 1.391.957 558.690 (142.778) 3.195.117 1.797.372 553.057 (320.720) 309.113 349.486 87.120 (128.171) X Plus/minusvalenze non realizzate e iscritte a stato patrimoniale Plus (+) X 123.582 X Minus (-) X (1.178.283) X 158 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 14 Tavola 14 – Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario Informativa qualitativa Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse Il rischio di tasso di interesse consiste nelle variazioni dei tassi di interesse che si riflettono: sulla formazione del margine di interesse e, conseguentemente, sugli utili della banca (cash flow risk); sul valore attuale netto degli assets e delle liabilities, impattando sul valore attuale dei cash flow futuri (fair value risk). Il Gruppo misura e monitora ogni giorno il rischio di tasso di interesse nel quadro della propria politica di rischio di tasso d’interesse del banking book, che definisce metodologie e corrispondenti limiti o soglie di attenzione riguardo la sensitivity del margine di interesse e il valore economico per il Gruppo. Il rischio di tasso di interesse incide su tutte le posizioni di proprietà rivenienti dall’operatività commerciale e dalle scelte di investimento strategiche (banking book). Le fonti principali del rischio di tasso di interesse si possono classificare come segue: repricing risk – rischio derivante dai mismatch temporali di scadenza e di riprezzamento delle attività e passività della banca; i principali aspetti che caratterizzano tale tipologia di rischio sono: - yield curve risk – rischio derivante dall’esposizione delle posizioni della banca ai cambiamenti nelle pendenze e nella forma della curva dei rendimenti; basis risk – rischio derivante dall’imperfetta correlazione nei cambiamenti dei tassi attivi e passivi su differenti strumenti che possono anche presentare caratteristiche di riprezzamento simili; optionality risk – rischio derivante da opzioni implicitamente o esplicitamente presenti nelle posizioni di banking book. Nel corso del 2009, le funzioni di Market & Balance Sheet Risk Management e di ALM di Capogruppo hanno introdotto dei modelli statistici volti a prevedere il comportamento della clientela retail italiana relativamente a poste con scadenza contrattuale non certa: le poste a vista: il modello econometrico stima la persistenza in termini di tempo e volumi delle poste con scadenza contrattuale non definita, per consentire alla banca di valutare la scadenza opportuna per operazioni di protezione da un eventuale ribasso dei tassi di interesse; i mutui residenziali: il modello econometrico stima i possibili futuri volumi di estinzioni anticipate nel corso del tempo, per limitare il rischio che la banca si trovi ad avere interest rate swap di copertura in eccesso rispetto ad i mutui a tasso fisso rimanenti. All’interno del contesto organizzativo già descritto in precedenza, sono stati stabiliti dei limiti che riflettono la propensione al rischio coerente con le linee guida strategiche fissate dal Consiglio di Amministrazione. Tali limiti sono definiti in termini di VaR (calcolato utilizzando la metodologia descritta in precedenza a proposito del portafoglio di negoziazione, sulla base di sensitivities alle variazioni dei tassi di interesse calcolate tenendo conto delle informazioni rivenienti dai modelli comportamentali descritti sopra), Sensitivity o Gap Repricing per le diverse banche/società del Gruppo, in relazione allo specifico livello di sofisticazione dell’operatività di ciascuna di esse. 159 Ciascuna banca/società del Gruppo si assume la responsabilità di gestire l’esposizione al rischio di interesse entro i limiti assegnati. A tale fine vengono poste in essere operazioni sia di micro che di macrohedge. A livello consolidato l’unità di Asset Liability Management (ALM) della Capogruppo provvede: ad effettuare, attraverso un’analisi di gap statico (assumendo cioè che le posizioni siano costanti nel corso del periodo), una simulazione di impatto sul margine di interesse dell’esercizio in corso, considerando differenti ipotesi sull’elasticità delle poste a vista; ad effettuare analisi sul margine di interesse in ipotesi di simulazione dinamica di shocks dei livelli dei tassi di mercato; L’unità di ALM e la funzione di Market & Balance Risk Management provvedono congiuntamente allo sviluppo di metodologie e modelli per la migliore rappresentazione del rischio di tasso di interesse delle poste con scadenza non determinata contrattualmente (i.e. poste a vista) o non certa (i.e. mutui). La funzione di Market & Balance Risk Management provvede ad effettuare un’analisi di sensitività finalizzata alla misurazione della variazione del valore del patrimonio sulla base di shock paralleli dei livelli dei tassi su tutti i bucket temporali della curva e inoltre definisce e verifica giornalmente il rispetto dei limiti di rischio di mercato attraverso la metodologia VaR. Attività di copertura del fair value Le strategie di copertura, con l’obiettivo del rispetto dei limiti di rischio di tasso di interesse per il portafoglio bancario, vengono attuate ricorrendo a contratti derivati, sia quotati che non quotati - questi ultimi, tipicamente interest rate swap, rappresentano la famiglia di strumenti utilizzata in prevalenza. Le coperture adottate sono normalmente qualificate di tipo generico, ovvero connesse ad ammontari di moneta contenuti in portafogli di attività o passività. In talune circostanze, si riconoscono gli effetti di coperture contabili specifiche connesse a titoli emessi o a singole attività finanziarie, in particolare quando classificate come disponibili per la vendita. Attività di copertura dei flussi finanziari In alcuni casi, si ricorre a strategie di copertura dei flussi finanziari in alternativa a quelle di copertura del fair value ai fini della stabilizzazione dei risultati di conto economico in corso e in quelli successivi. In prevalenza, le coperture utilizzate sono di natura generica e possono riferirsi anche al rischio tasso di interesse della componente core delle poste a vista. 160 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 14 Informativa quantitativa In ottemperanza ai requisiti della normativa italiana (Circolare 263_2006, Titolo IV, Tavola 14 - b), il Gruppo UniCredit riporta gli effetti di uno shock di tasso di interesse imprevisto, negativo o positivo, con una scomposizione nelle valute principali, in linea con le posizioni e ipotesi del management a livello di portafoglio di banking book sopra descritte: Al 31 dicembre 2009 la sensitivity del valore economico del patrimonio ad una variazione istantanea e parallela dei tassi di +200 bps è pari a -109 milioni di euro (e pari a 99 milioni di euro per una variazione di -150 bps)1. Rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario 31 dicembre 2009 in EUR mn -150 bps +200 bps Totale 99 109 AUD CHF CNY CZK EUR GBP HRK HUF JPY KZT PLN RON RUB TRY USD altre - - - 2 4 3 12 340 14 15 2 7 32 160 9 31 3 206 19 - - - 2 6 4 14 433 16 18 3 10 38 214 11 38 4 241 22 Nel corso del 2009 il Gruppo ha esteso l’applicazione di modelli statistici volti a stimare, nelle valutazioni gestionali interne, i profili delle scadenze di poste di bilancio con scadenza contrattuale non definita o non certa. Tale modellizzazione, accompagnata ad una più accurata definizione dei perimetri dei portafogli di banking book regolamentare, ha contribuito a far registrare una riduzione della sensitivity a variazioni dei tassi di interesse Euro rispetto a quanto rappresentato a fine 2008. 1 Escluse UC Leasing, UC Factoring, UC Lussemburgo e altre società minori. 161 Glossario / Abbreviazioni ABCP Commercial paper garantita da attività (Asset-Backed Commercial Paper) ABS Titoli garantiti da attività (Asset-Backed Securities) AMA (Advanced Measurement Approach), applicando questa metodologia l’ammontare del requisito di rischio operativo è determinato per mezzo di modelli di calcolo basati su dati di perdita operativa ed altri elementi di valutazione raccolti ed elaborati dalla banca. Soglie di accesso e specifici requisiti di idoneità sono previsti per l’utilizzo dei metodi Standardizzato e Avanzati. Per i sistemi AMA i requisiti riguardano, oltre che il sistema di gestione, anche quello di misurazione BMS Banca multilaterale di sviluppo CE.BI. Centrale dei Bilanci CEO Chief Executive Officier CFO Chief Financial Officier CRD Capital Requirement Directive, direttive UE n. 2006/48 e 2006/49, recepite dalla Banca d’Italia con la circolare n. 263/2006 del 27 dicembre 2006 e successivi aggiornamenti CRM Attenuazione del rischio di credito (Credit Risk Mitigation) CSO Chief Strategic Officier DRO Divisional Risk Officier EAD Esposizione al momento dell’inadempienza (Exposure Aat Default) EBITDA Reddito di un'azienda basato solo sulla sua gestione caratteristica al lordo, quindi, di interessi (gestione finanziaria), tasse (gestione fiscale), deprezzamento di beni e ammortamenti (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization). ECA Agenzia per il credito all’esportazione (Export Credit Agency) ECAI Agenzia esterna per la valutazione del merito di credito (External Credit Assessment Institution) EL Perdite attese (Expected Losses) FCC Fattore di conversione del credito IAA Metodo della valutazione interna (Internal Assessment Approach) IBNR Incurred But Not Reported (losses) – perdite sostenute, ma non contabilizzate ICAAP La disciplina del “Secondo Pilastro” (Titolo III) richiede alle banche di dotarsi di processi e strumenti (Internal Capital Adequacy Assessment Process, ICAAP) per determinare il livello di capitale interno adeguato a fronteggiare ogni tipologia di rischio, anche diversi da quelli presidiati dal requisito patrimoniale complessivo (“Primo Pilastro”), nell’ambito di una valutazione dell’esposizione, attuale e prospettica, che tenga conto delle strategie e dell’evoluzione del contesto di riferimento IMA Metodo dei modelli interni (Internal Models Approach), Rischi di mercato IPRE Income Producing Real Estate IRB Sistema basato sui rating interni (Internal Ratings-Based Approach) LCP Loss Confirmation Period LGD Perdita in caso di inadempienza (Loss Given Default) 162 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2009 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Glossario / Abbreviazioni M Scadenza effettiva (Effective Maturity) Notch Punto base OICR Organismi di investimento collettivo del risparmio OICVM Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari OTC Over-The-Counter PD Probabilità di inadempienza (Probability of Default) PMI Piccole e medie imprese RBA Metodo basato sui rating (Ratings-Based Approach) RIC Modello di calcolo IRB - Rating Integrato Privati RISB Modello di calcolo IRB - Rating Integrato Small Business RUF Revolving underwriting facility SFA Metoto della Formula Regolamentare (Supervisory formula Approach) SL Credito specializzato (Specialised Lending) SPV Società veicolo (Special Purpose Vehicle) SREP All’Autorità di vigilanza spetta, invece, il compito di riesaminare l’ICAAP, verificarne la coerenza dei risultati, formulare un giudizio complessivo sulla banca e attivare, ove necessario, le opportune misure correttive (Supervisory Review and Evaluation Process, SREP). Tale processo si svolge attraverso il confronto con gli intermediari e l’utilizzo del sistema di analisi e di valutazione dei soggetti vigilati adottato dall’Autorità di Vigilanza. Il confronto tra Vigilanza e banche consente alla prima di acquisire una conoscenza più approfondita del processo ICAAP e delle ipotesi metodologiche ad esso sottostanti, agli intermediari di illustrare le motivazioni a sostegno delle proprie valutazioni in tema di adeguatezza patrimoniale. L’Autorità di vigilanza, ove necessario, adotta le opportune misure correttive, di carattere organizzativo e patrimoniale, individuando tra i vari strumenti a disposizione quelli più appropriati in relazione al caso specifico UL Perdite inattese (Unexpected Losses) VaR Valore a rischio (Value at Risk) 163 164