JOSEPH RATZINGER E LE ALTRE RELIGIONI Intervista al

JOSEPH RATZINGER E LE ALTRE RELIGIONI
Intervista al professor Rodríguez Duplá
La casa editrice spagnola Ciudad Nueva ha pubblicato un nuovo libro dal titolo “La
Iglesia, Israel y las demás religiones” (“La Chiesa, Israele e le altre religioni”), che raccoglie quattro scritti di Papa Benedetto XVI, quando era ancora Cardinale, sul dialogo ebraico-cristiano.
Il professor Leonardo Rodríguez Duplá (nato a Madrid nel 1963) è ordinario di Etica e Filosofia Politica presso l’Università Pontificia di Salamanca, nonché decano
della Facoltà di Filosofia per sei anni, autore della prefazione del libro.
Il professor Rodríguez Duplá, che ha studiato Filosofia a Madrid, Salisburgo e Monaco, afferma che il dialogo, come inteso dall’allora Cardinale Ratzinger, “è caratterizzato dalla disponibilità a imparare dagli altri”.
Qual è la visione dell’allora Cardinale Ratzinger sul dialogo interreligioso?
Rodríguez Duplá: Sin dagli anni del Concilio Vaticano II, la Chiesa ha costantemente incoraggiato la pratica del dialogo con i credenti di altre religioni e in particolare
il dialogo con la fede di Israele.
Il teologo Joseph Ratzinger non ha disatteso questa sensibilità ecclesiale. Nei suoi
scritti pubblicati nell’arco di vari decenni di attività teologica e pastorale, egli ha dato prova di un costante interesse per il dialogo interreligioso.
Il suo modo di intendere questo dialogo è caratterizzato dalla disponibilità a imparare dagli altri.
Non è da escludere a priori che le grandi tradizioni religiose non cristiane possano
contenere elementi importanti della verità che salva; elementi che, incorporati al
patrimonio della religione cristiana, possono contribuire a purificare la nostra fede.
Per identificare questi elementi è necessario conoscere le altre religioni, cosa che
implica uno sforzo, certamente non facile, di comprenderle “dall’interno”, senza
imporre loro un’etichetta universale e astratta.
D’altra parte, questa disposizione a imparare dagli altri non comporta una rinuncia
alla pretesa di verità del Cristianesimo, né una rinuncia alla sua vocazione missionaria.
Questa sua prospettiva è cambiata da che è diventato Papa?
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Rodríguez Duplá: La posizione del Papa non si è modificata negli ultimi anni. Il suo
recente libro “Gesù di Nazaret” è, tra molte altre cose, una prosecuzione del suo costante dialogo con il mondo ebraico, in modo molto particolare nelle pagine in cui
parla dell’interpretazione del Discorso della montagna proposta dal rabbino Neusner.
Questo interesse al dialogo tra ebrei e cristiani trova una radice nell’unità profonda
fra l’Antico e il Nuovo Testamento, che è senza dubbio un’altra delle chiavi di lettura del libro.
D’altra parte, nel suo discorso di Ratisbona, il Papa è tornato a insistere
sull’illegittimità dell’indottrinamento violento, difendendo invece la persuasione
mediante il logos come l’unica via corretta per il proselitismo.
Nel libro, Ratzinger è convinto che il contatto con le altre tradizioni religiose, soprattutto quelle asiatiche, possa aiutare il cristianesimo a ravvivare la sua dimensione mistica. Per quale motivo?
Rodríguez Duplá: In questo libro, Ratzinger approfondisce la distinzione tra le religioni teiste, orientate alla trascendenza, e le religioni mistiche, volte all’interiorità
del soggetto. A questo secondo tipo appartengono le grandi religioni asiatiche.
Queste religioni non riconoscono un carattere personale al divino, né concepiscono
il mondo come una creazione. Piuttosto, la loro esperienza di fede fondamentale è
di natura mistica ed è raggiungibile attraverso il raccoglimento interiore che porta
la persona ad immergersi nella profondità muta dell’essere.
Questa via dell’interiorità porta ad una teologia strettamente apofatica [negativa,
ndr.], che rinuncia ad ogni definizione dogmatica e a ogni struttura istituzionale. Le
differenze con il cristianesimo sono sicuramente molto evidenti.
Tuttavia, Ratzinger sostiene che il contatto con queste tradizioni apparentemente
così distanti possa arricchire il Cristianesimo, nella misura in cui lo stimola alla conoscenza della propria dimensione mistica.
È di importanza fondamentale non dimenticare che ciò che possiamo affermare di
Dio non è che un pallido riflesso di una realtà che supera di molto il nostro pensiero.
La figura di Cristo non è un ostacolo insormontabile nel dialogo tra Israele e la
Chiesa. Come lo argomenta il Cardinale Ratzinger nei suoi scritti?
Rodríguez Duplá: È un fatto storico indiscutibile che Cristo sia stato per i cristiani
di ogni epoca e latitudine la via di accesso all’universo religioso ebraico.
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Grazie a Lui la Bibbia di Israele è arrivata ad ogni popolo e il Dio di Israele è giunto
ad essere venerato come unico e vero Dio in tutti gli angoli della Terra.
Già questo fatto suggerisce che i rapporti tra le due religioni non possono essere di
ostilità o di indifferenza.
D’altra parte, nelle pagine di questo libro Ratzinger esamina con grande finezza teologica il senso di espressioni come Nuova Alleanza o Legge nuova, mostrando
che, correttamente intese, esse non implicano la deroga del precedente, quanto
piuttosto il suo compimento e la sua consumazione.
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