L`uomo della croce. L`immagine scolpita prima e dopo Donatello

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 L’uomo della croce. L’immagine scolpita prima e dopo Donatello Museo Diocesano di Padova, 14 settembre – 24 novembre 2013 I CROCIFISSI IN MOSTRA Crocifisso della Cattedrale di Padova Il crocifisso, restaurato nel 2003, è databile alla fine del Trecento, ma attualmente non sono stati rintracciati documenti che consentano una datazione sicura. Lo si può mettere in relazione – ma si tratta di un’ipotesi – con la struttura denominata «podiolo» nei documenti, che sorgeva in mezzo alla cattedrale romanica: addossato a questa struttura, edificata attorno alla metà del Trecento, nel 1352 venne eretto un altare dedicato alla Santa Croce, per legato testamentario del vescovo Ildebrandino Conti (1319-­‐1352). RESTAURO Crocifisso della chiesa di Santa Maria Assunta a Chiesanuova Il crocifisso è oggi esposto alla devozione sul primo altare a sinistra della chiesa attuale, riedificata a partire dal 1894. È databile alla seconda metà del Trecento e nonostante il cattivo stato di conservazione è un’opera di notevole qualità. I problemi più gravi riguardano il supporto in legno, che è indebolito dall’attacco dei tarli e presenta numerose fessurazioni, oltre alla perdita di alcuni elementi (dita e parte delle mani). Molto diffusi e gravi i sollevamenti degli strati pittorici, con perdita di colore non originale ma anche di quello originale sottostante. RESTAURO Crocifisso della chiesa di San Fidenzio a Polverara (PD) Proviene probabilmente da uno dei tre monasteri che anticamente si trovavano nel territorio di Polverara: Sant’Agnese delle Benedettine, Santa Margherita degli Agostiniani, Santa Maria della Riviera degli Albi e poi degli Olivetani. È stato attribuito alla bottega dei Moranzone, famiglia veneziana di intagliatori del legno molto attiva nella prima metà del Quattrocento. Si tratta di un’opera di altissima qualità ma gravemente deturpata dalle spesse ridipinture, che oggi presentano ampi e diffusi sollevamenti, con evidenti cadute di colore anche recenti. Il supporto in legno è indebolito dall’attacco dei tarli e dall’ossidazione delle chiodature. Crocifisso della chiesa di Santa Maria in Vanzo a Padova La scultura, che è stata ricollocata nella chiesa dopo il restauro del 2006,appartiene ad un gruppo di crocifissi veneti che sono stati attribuiti alla bottega del fiorentino Nicolò Baroncelli, allievo di Donatello a Firenze e documentato a Padova tra il 1434 e il 1442. Allo stesso gruppo appartiene il crocifisso della chiesa di Santa Margherita di Vigonza, già esposto al Museo Diocesano con la mostra Dall’Adige alle Alpi. Tesori ritrovati della Chiesa di Padova nel 2003. Crocifisso della chiesa di Santa Tecla a Este (oratorio di San Valentino) Databile alla fine del Cinquecento o ai primi decenni del Seicento, e avvicinabile alla produzione dello scultore Francesco Terilli (1555 circa – post 1633), di origine feltrina ma a lungo attivo a Venezia. Nella chiesa di Santa Tecla è presente anche un altro crocifisso ligneo, di proporzioni monumentali, che appartiene alla fase tarda della produzione di Terilli. RESTAURO Crocifisso della chiesa di San Gaetano a Padova Scolpito nei primi anni del Seicento per la chiesa edificata dai Chierici Regolari Teatini alla fine del Cinquecento su progetto di Vincenzo Scamozzi. L’autore è Agostino Vannini, scultore originario di Bassano del Grappa, di cui al momento non si sa molto. Tra il 1601 e il 1606 insieme al fratello Marcantonio intagliò il nuovo Bucintoro su incarico della Repubblica Serenissima, e in questo periodo i due fratelli risultano residenti a Padova nella contrada di San Francesco Grande. Il crocifisso presenta numerose stuccature e ridipinture dovute a predenti interventi, che ne alterano la leggibilità e probabilmente mascherano l’attacco dei tarli, molto evidente invece sulla croce. Diffusi, anche di grave entità, i sollevamenti del colore soprattutto in corrispondenza delle stuccature. Crocifisso della chiesa del Corpus Domini (Santa Lucia) a Padova Opera di Giovanni Bonazza (1654-­‐1736), è firmato e datato 1733: si tratta di una delle ultime opere del grande artista, e una delle pochissime realizzate in legno giunte fino a noi. Capostipite di una famiglia di scultori molto attiva in Padova e provincia per tutta la prima metà del Settecento, Giovanni Bonazza, con i figli Antonio, Francesco e Tommaso, fu tra i protagonisti della scultura in Veneto nel passaggio dal Barocco al Rococò. 
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