VAL DI RESIA Il parco della Val di Resia si trova tra le Prealpi Giulie e le Alpi Giulie e occupa sei comuni: Chiusaforte, Lusevera, Moggio Udinese, Resia, Resiutta, Venzone. È un parco ad alta biodiversità; appena arrivati ci hanno accolto al centro visite del parco e ci hanno mostrato una mappa con i sentieri dove saremmo dovuti andare. Ci hanno dato le direttive di non urlare nel bosco e di non raccogliere fiori, quindi siamo andati sulla terrazza del centro visite e abbiamo visto uno spettacolo meraviglioso: la Baba grande e la Baba piccola, due montagne molto vicine al Canin che è una delle montagne più grandi del Friuli Venezia Giulia e l’unico ghiacciaio della regione. Dopo le spiegazioni delle due guide ci siamo subito incamminati verso i sentirei che ci avrebbero portato in una casa costruita dove avremmo mangiato il pranzo. Mentre percorrevamo i sentieri ci hanno spiegato varie cose sugli alberi e in particolare su faggi e pini, abbiamo imparato che se in una foresta si trovano molti faggi, la temperatura sarà abbastanza fresca e se invece si trovano tanti pini allora il clima sarà più caldo. Questo perché i faggi hanno delle foglie grandi che non fanno passare la luce e il calore invece i pini avendo gli aghi fanno passare la luce. Dopo ci siamo fermati a guardare un fiume e la guida ci ha spiegato i fenomeni dell’erosione e anche perché le rocce sono rotonde. L’erosione dell’acqua avviene soprattutto sulle rocce: l’erosione consiste nel continuo passaggio dell’acqua sulla roccia e nel tempo la roccia cambia forma che diventa più arrotondata. I sedimenti cioè le parti di roccia erosi insieme ad altre parti di rocce vengono portati dall’acqua a valle e quando si depositano formano delle pianure che vengono chiamate alluvionali. Continuando abbiamo visto i nidi delle processionarie che vengono costruiti sulle piante come pini e abeti. Le processionarie sono dei bruchi che fanno morire la pianta mangiando le sue foglie alterando così il suo ciclo vitale ; si chiamano così perché vanno sempre in processione. Una cosa molto importante da dire e che non bisogna mai toccare le processionarie perché per difendersi spruzzano delle sostanze urticanti per gli animali e gli uomini. Percorrendo il sentiero abbiamo visto altri animali molto piccoli come il porcellino di terra che è un crostaceo. Ci siamo chiesti perché un crostaceo adesso vive sulla montagna, il motivo è che un tempo il mare ricopriva questa zone; e quando il mare si è ritirato il crostaceo si è riuscito ad adattare alle montagne. Durante il tragitto abbiamo visto anche un serpente innocuo, la guida ci ha spiegato 1 che per proteggersi dai predatori che lo attaccano si stacca dalla coda, come le lucertole, e così riesce a scappare. Dopo la pausa per mangiare la nostra guida ci ha spiegato l’orientamento con la cartina. Orientamento con la cartina Per orientarsi sulla cartina è necessario individuare i punti cardinali: 1) sapere dove andare, sapere come ritornare e sapere i punti cardinali. 2) guardando il sole possiamo capire che a mezzogiorno indicherà il sud, la mattina indicherà approssimativamente l’est e il pomeriggio approssimativamente indicherà l’ovest. In base alla posizione del sole possiamo orientare la cartina in base al punto cardinale individuato. Se non c’è il sole e si possiede una bussola ci si può orientare con più precisione, la cartina si orienterà tenendo conto che la bussola indica sempre il nord. 3)vedere la scala di riduzione (esempio:1-25.000 cioè 1 centimetro corrisponde 25.000 cm=250 metri). 4)decidere il sentiero da fare, ma soprattutto vedere le isoipse cioè quelle lineette che si vedono nelle cartine delle montagne che uniscono i punti della montagna che hanno la stessa altitudine. Quando le isoipse sono molto vicine tra loro vuol dire che la montagna è molto pendente. Continuando abbiamo visto una cascata artificiale; ci hanno detto che queste cascate servono per diminuire la potenza dell’acqua che se no potrebbe inondare la valle. Successivamente siamo arrivati a una bellissima cascata che a differenza di quella precedente non era stata creata dall’uomo. Vicino alla cascata abbiamo visto delle rocce con delle spaccature in mezzo; ci è stato spiegato che essendoci stato un terremoto abbastanza forte, sono caduti dalla parete rocciosa dei pezzi di sassi che cadendo contro quelli a terra li hanno spaccati in due. L’acqua di quella cascata però dopo aver formato un laghetto ed essersi divisa in ruscelli si inabissa e ritorna in superficie soltanto con le risorgive. Questo accade perché il terreno è permeabile e quindi l’acqua riesce a filtrare tra le rocce passando in specie di fiordi che sono come delle gallerie scavate dall’acqua; dopo quando trova invece un terreno impermeabile l’acqua torna a risalire fino a quando trova uno sbocco in superficie e viene chiamata acqua di risorgiva. Camminando ancora siamo arrivati in un paesello abbastanza piccolo dove ci hanno raccontato che è uno dei pochi posti dove il carnevale è ancora tradizionale, cioè hanno ancora i loro modi di festeggiare il carnevale. Poi ci hanno raccontato che lì avevano inventato una bicicletta un po’ strana, cioè era una bicicletta, ma quando gli toglievi la catena e la spostavi in altri 2 ingranaggi essa faceva muovere una ruota che affilava la lama di coltelli o utensili. E queste persone giravano l’Europa girando con la bici e affilando utensili. Siamo ritornati a Resia dove abbiamo visitato il centro visite. CENTRO VISITE Ci hanno raccontato che un alto livello la biodiversità indica la sopravvivenza di tantissime specie di animali e piante. Degli animali che possiamo trovare sono: il gufo reale, l’allocco, la civetta capogrosso, l’aquila reale, l’astore, la poiana e il grifone. Vivono anche altre specie di uccelli come: gallo cedrone, gallo forcello, francolino di monte e diverse specie di corvidi, picidi e passeriformi, alcune specie sono a modesto rischio di estinzione: Pernice, Picchio Nero e Coturnice. Picchio Nero Per capire quali animali attraversano il territorio si osservano le tracce costituite da orme, escrementi e carcasse delle prede. Coturnice Le rocce possono derivare dal materiale spinto dal centro della terra verso la superficie, attraverso eruzioni vulcaniche o essere di Coturnice origine sedimentaria cioè formata dai depositi di roccia trasportata dai fiumi verso il mare. Nel parco delle Prealpi Giulie la maggior parte delle rocce è di colore chiaro, di origine sedimentaria che possono essere costituite da sabbie quarzose, coralline o formate da calcare come la dolomia. Le Dolomiti Friulane derivano da Gallo forcello rocce che appartengono alla placca africana, infatti è possibile trovare molti fossili di animali marini e conchiglie. In alcuni casi la spinta sulle rocce è stata così forte da cambiare la loro struttura fino a vetrificarle. 3 Si possono trovare molte postazioni militari scavate nella roccia che sono state realizzate durante la prima guerra mondiale. Ci sono molte grotte tra cui meritano di essere ricordate quelle di Villanova oltre a numerose cavità carsiche di cui alcune profonde oltre 1000 m. L’acqua quando cade sotto forma di pioggia essendoci un terreno permeabile, non rimane in superficie, ma raggiunge gli strati più profondi fino al raggiungimento degli strati impermeabili. L’acqua attraversa i solchi sotterranei formati dal suo passaggio di anni e anni. Il suo passaggio provoca lo scioglimento dei sali presenti nelle rocce che formano le stalagmiti che si formano dal basso e stalattiti che si formano dall’alto; successivamente si può dividere in un sifone e arrivare in superficie al punto in cui diventa sorgente. In certi casi dalla sorgente si può formare un fontanone cioè una cascata; tra questi va ricordato il fontanone di Goriuda che è una sorgente che sgorga alla quota di 861 m nella Val Raccolana, a Nord del Gruppo del Monte Canin. L'acqua fuoriesce da una cavità costituita da un'ampia galleria che si sviluppa per oltre 400 m. Inoltre è imponente anche la cascata del fontanone Barman, impressionante risorgiva carsica che prende il nome dal rio omonimo. Nella zona si conoscono numerose cavità, alcune sono probabilmente collegate fra loro ed il canalone del Barman rappresenta uno dei maggiori punti di fuoriuscita delle acque carsiche del Massiccio del Monte Musi. Sopra: fontanone Barman A destra: fontanone di goriuda d’estate e d’inverno 4