UN UOMO UNA PIANTA Vincenzo Petagna e la Sansevieria spp. “La sua statura piuttosto alta che no, il suo aspetto affabile, e sempre mai tranquillo, l’illibatezza dei costumi, l’osservanza e l’ fervore della Religione gli aveva conciliato l’amicizia e la benevolenza di tutti i cittadini”. È così, con queste belle parole, che negli “atti del Reale Istituto d’Incoraggiamento alle scienze naturali di Napoli,” una pubblicazione del 1818, viene ricordato Vincenzo Petagna, l’insigne botanico italiano, e sottolineiamo napoletano, che ha legato il suo nome a una pianta oggi diventata molto comune in Italia, facile da riconoscere per le sue foglie carnose lanceolate e variegate: la Sansevieria spp. Vincenzo Petagna nasce a Napoli il 17 gennaio 1730, dove, dopo aver frequentato il Collegio dei Gesuiti, nel quale approfondisce la filosofia e la medicina, si laurea in medicina nel 1754. Oltre agli studi in Medicina (continuerà a seguire il corso di Medicina pratica di Luigi Visone) inizia a sviluppare la sua conoscenza botanica che può approfondire “sul campo” grazie ai numerosi viaggi compiuti in qualità di medico: prima in Austria e in Germania con il Principe di Kaunitz nel 1770; poi in Sicilia quando viene chiamato a Palermo per un consulto medico del Marchese Airoldi. Nel 1799 sostituisce il botanico Domenico Cirillo (uno dei martiri della Rivoluzione Napoletana, giustiziato in Piazza Mercato il 29 ottobre del 1799) alla Cattedra di Botanica dell’Università di Napoli, un insegnamento che condurrà fino all’ anno della sua morte, avvenuta a Napoli il 6 Ottobre del 1810. Nel 1804 affiancato dal suo allievo preferito Michele Tenore riesce a creare nel chiostro della nuova sede universitaria di Monteoliveto un giardino destinato alla didattica (ricco di piante rare ed esotiche) che farà da spunto per la nascita del Real Orto Botanico di Napoli (avvenuta invece nel 1807 in un’altra area quella di via Forìa, sempre grazie al prodigo Michele Tenore primo direttore, per oltre cinquant’anni, e suo successore alla Cattedra di Botanica di Napoli). Autore di numerosi testi dedicati alle piante e alle botanica, Petagna rimane famoso per il suo testo: “Delle facultà delle piante. Trattato in cui s’espongono le virtù delle piante, tanto di quelle addette all’uso medico, quanto di quelle, che servono ad altri usi nella civile economia, ordinato secondo il sistema sessuale di Linneo” pubblicato a Napoli per l’editore Gaetano Raimondi nel 1796 (il libro scannerizzato dall’Orto Botanico di Napoli, Università degli Studi 52 - Il Forestale n. 75 UN UOMO UNA PIANTA Federico II, si può leggere gratuitamente in rete): ma è grazie all’amicizia di Petagna con Pietro Antonio Sanseverino, principe di Bisignano, autore di un splendido giardino botanico (che si trovava nel quartiere di Barra ai piedi del Vesuvio a circa tre chilometri dal centro della città, distrutto nel 1950 per costruire un nuovo quartiere) del quale diventa suo curatore, che dobbiamo il collegamento con la Sansevieria. È nel giardino di Barra del Principe di Bisignano, infatti, che Vincenzo Petagna studia per la prima volta una pianta nuova proveniente dall’India, pianta perenne con radice rizomatosa e portatrice di foglie erette, rigide e coriacee, con striature ondulate trasversali che dedica nel suo nome generico al suo amico patrono chiamandola Sanseverinia. Nel 1788, per avere conferma della sua scoperta, Petagna spedisce una lettera con un campione della pianta, da lui chiamata Sanseverina thyrsiflora, al botanico svedese Carl Peter Thunberg che si approprierà del suo nome cambiandolo in Sansevieria (nel suo “Prodromus Plantarum Capensium” del 1794) e questo probabilmente per un errore di memoria al momento della trascrizione che tale rimarrà nonostante le numerose lettere di protesta del botanico napoletano (nelle quali oltre al nome giusto richiederà la sua paternità per il nome della pianta). E se, mentre per ciò che riguarda la nomenclatura botanica internazionale, un errore nel nome generico di una pianta non si può cambiare, si può invece provare a cambiare la sigla dell’autore che l’ha scoperta. Ed è quello che stanno facendo i botanici italiani Paolo De Luca e Bruno Menale (è uscito a proposito un articolo su “Taxon” del 12 Marzo 2013) per riportare la paternità della pianta a Petagna in modo che nel futuro non si chiami più Sansevieria thyrsiflora Thunb. ma Sansevieria thyrsiflora Petagna. Ci riusciranno? Lo speriamo. Proveniente dall’India e dall’Africa occidentale, con quasi cinquanta specie diverse, la Sansevieria è una pianta da appartamento molto comune che ama il sole e vive bene in una temperatura di 18° 20°, rifugge i ristagni d’acqua ed è famosa per la sua facilità nella moltiplicazione che può avvenire per divisione dei cespi ma anche per talea fogliare. Concludendo non possiamo poi ricordare che a Vincenzo Petagna è stato dedicato dal botanico napoletano Giovanni Gussone, che l’ha scoperta, il nome di una pianta: la Petagnaea gussonei (Spreng.) Rauschert, chiamata comunemente falsa sanicola, un raro endemismo siciliano, una delle cinque specie botaniche più minacciate nell’area mediterranea, che vive in pochi esemplari in una zona esterna al parco dei Nebrodi nella zona di Tortorici. Antimo Palumbo Il Forestale n. 75 - 53