Due premi Nobel per volta - Musil – Museo dell`industria e del lavoro

Due premi Nobel per volta
di Giorgio Nebbia
Linus Pauling (1901-1994), premio Nobel per la chimica e per la pace, è l’esempio di
una persona, un chimico, che ha unito l’impegno per la ricerca scientifica e per la diffusione
della conoscenza chimica con l’impegno civile e la testimonianza personale in favore della
pace e del disarmo. Nato a Portland, nello stato dell’Oregon, nel nord ovest degli Stati Uniti,
si laureò in chimica industriale a Corvallis, in quello che era l’Oregon Agricultural College,
ora Oregon State University. Nel 1923 ha sposato Ava Helen (1903-1981) che fu una
straordinaria moglie, anch’essa attiva nei movimenti per la difesa dei diritti civili e della pace,
che lo ha accompagnato in una lunga vita.
Fin dall’inizio Pauling è stato attratto dalla ricerca del modo in cui gli atomi si
uniscono nei cristalli e nelle molecole organiche. Dopo la laurea si trasferì per gli studi
postgraduate nel California Institute of Technology, dove, con un piccolo stipendio
guadagnato con l’insegnamento, ha ottenuto il PhD in chimica e in fisica matematica nel
1925. Nel 1926-27 ha ottenuto una borsa Guggenheim per l’Europa dove ha studiato con i
fisici che si stavano occupando del contributo della meccanica quantistica alla comprensione
della struttura atomica, un campo allora rivoluzionario che offrì a Pauling la base per le sue
successive ricerche.
Tornato al “Caltech” nell’autunno 1927, applicò, nel 1930, la tecnica di diffrazione dei
raggi X, che aveva conosciuto in Europa, alla misura delle distanze interatomiche e
dell’angolo dei legami atomici. La meccanica quantistica permise a Pauling di spiegare il
legame chimico in maniera molto più soddisfacente e ad elaborare le “regole” che consentono
di spiegare come gli atomi sono uniti nei cristalli mediante legami ionici e con le quali
interpretò la struttura dei silicati.
Pauling approfondì la natura dei legami ionici e covalenti, elaborò una scala di
elettronegatività degli atomi e introdusse i nuovi concetti, basati sulla meccanica quantistica,
di ibridizzazione degli orbitali e di risonanza. L’interpretazione del comportamento dei
quattro legami dell’atomo di carbonio mediante la formazione di legami covalenti attrasse
l’attenzione mondiale sul giovane studioso che interpretò, con fenomeni di risonanza, la
geometria e la stabilità di molecole come quelle del benzene e della grafite. Pauling applicò i
principi della risonanza ai legami fra metalli e nei composti intermetallici.
Nel 1939 Pauling riunì i risultati del suo lavoro in un libro diventato un classico: “The
nature of the chemical bond and the structure of molecules and crystals”. Il libro di Pauling
sulla “Natura del legame chimico” fu tradotto in italiano nel 1949 da Giovan Battista Bonino
(1899-1985).
Durante la seconda guerra mondiale a Pauling fu offerto di collaborare al progetto
Manhattan, ma egli rifiutò: nello stesso tempo collaborò col governo alla realizzazione di
strumenti che potessero salvare la vita umana. Inventò uno strumento che permetteva di
misurare il contenuto in ossigeno nell’aria dei sottomarini e degli aeroplani; l’apparecchiatura
servì poi per assicurare il flusso di ossigeno nelle incubatrici per neonati e durante le
anestesie. Mise a punto inoltre un sostituto sintetico del plasma sanguigno da usare in
trasfusioni di emergenza sui campi di battaglia.
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Alla fine della guerra Pauling tornò a dedicarsi, presso il Caltech, alla struttura delle
proteine.anche se altri problemi attrassero la sua attenzione. Si era all’alba dell’era atomica e
Pauling con altri scienziati, fra cui Einstein, era preoccupato di quello che avrebbe potuto
succedere alla società umana dopo Hiroshima. Pauling cominciò a tenere conferenze sugli
sviluppi del mondo dominato dalle armi atomiche, sulla cappa di segretezza che le nuove armi
imponevano sulla ricerca e sulle conseguenze sulla vita terrestre delle esplosioni sperimentali
di bombe atomiche nell’atmosfera. Queste iniziative rappresentano le prime manifestazioni
della protesta civile contro gli inquinamenti e i danni alla vita che sarebbe diventata, negli
anni sessanta e settanta del Novecento, la “contestazione ecologica”
Già nel 1948 Pauling con pochi altri, fra cui Einstein, aveva fondato un comitato che
chiedeva a tutti i paesi di collaborare per tenere sotto controllo internazionale gli strumenti di
guerra nucleare e per promuovere la pace. Per queste attività nel novembre del 1950 fu
sottoposto ad inchiesta da parte di una commissione del Senato dello stato della California.
Erano i primi giorni della caccia alle streghe lanciata dal senatore repubblicano Joe McCarthy
e gli effetti si fecero subito sentire: a Pauling fu negato il passaporto con la motivazione, data
dal Dipartimento di stato, che i suoi viaggi all’estero sarebbero stati contrari “all’interesse
degli Stati Uniti". Secondo l’isterismo dominante, in quegli anni essere un pacifista o
dichiarare i pericoli delle armi atomiche equivaleva ad essere un comunista.
Pauling dichiarò sotto giuramento di non essere un comunista, di non aveva avuto
legami col partito comunista e di essere un leale cittadino americano, ma neanche questo
bastò e non bastò neanche la lettera che Einstein scrisse al Dipartimento di stato degli Stati
Uniti rivendicando il diritto che questo scienziato aveva di viaggiare. Solo quando a Pauling
fu assegnato il premio Nobel per la chimica gli fu concesso un passaporto temporaneo per
Stoccolma.
Negli anni precedenti, durante una serie di lezioni a Oxford, nel 1948, Pauling aveva
elaborato una ipotesi di struttura delle proteine secondo la quale gli amminoacidi che
costituiscono un polipeptide, sono “arrotolati” in una struttura ad elica che egli chiamò “elica
alfa”: la verifica sperimentale di questa ipotesi si ebbe con le analisi di diffrazione coi raggi X
di alcune proteine, fra cui la cheratina, che mostrarono che una struttura ad elica spiegava la
disposizione degli amminoacidi, i legami idrogeno e alcuni comportamenti delle proteine.
Pauling si stava interessando alla struttura del DNA, di cui alcuni ricercatori inglesi,
Wilkins (1916-2004) e Rosalind Franklin (1920-1958), aveva ottenuto delle buone fotografie
di diffrazione che furono resi noti il 28 aprile 1952 durante un congresso sulle proteine in
Inghilterra; a tale congresso Pauling, privato del passaporto, non poté partecipare. Nel gennaio
1953 Pauling e Corey proposero una interpretazione della struttura del DNA; i loro risultati
furono corretti, sulla base delle nuove conoscenze, dagli inglesi Watson e Crick che poco
dopo proposero per il DNA una struttura in cui le basi sono disposte a doppia elica, scoperta
alla quale essi dovettero la loro celebrità e il premio Nobel.
Le scoperte della struttura a elica e a doppia elica delle proteine e del DNA aprirono le
porte agli studi di genetica molecolare che hanno rivoluzionato la biologia. A Pauling fu
assegnato il premio Nobel per la chimica nel 1954.
Il prestigio che gli venne da questo riconoscimento internazionale giovò ai suoi sforzi
per mobilitare l’opinione pubblica americana e internazionale nella protesta contro le
esplosioni sperimentali di bombe atomiche nell’atmosfera che, in quegli anni cinquanta del
Novecento, si stavano succedendo, da parte degli Stati Uniti, dell’Unione Sovietica, del
Regno Unito, della Francia, al ritmo di alcune centinaia all’anno: mille dal 1946 al 1963.
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Pauling dimostrò, con dati scientifici e statistici, che la ricaduta dei frammenti radioattivi dei
test atomici, divenuti ancora più potenti con l’invenzione della bomba a idrogeno, avrebbe
fatto aumentare la diffusione del cancro e di difetti genetici e negli adulti e nei neonati.
Il 15 luglio 1955 Pauling, con altri 52 premi Nobel, firmò la “dichiarazione di
Mainau” che chiedeva la sospensione delle esplosioni nucleari nell’atmosfera. La
dichiarazione concludeva che “tutti gli stati devono decidere di rinunciare alla forza per la
soluzione dei problemi politici: se non sono pronti a farlo cesseranno di esistere”. Sulla base
di questo appello Albert Schweitzer (1875-1965), premio Nobel per la pace nel 1952, il 23
aprile 1957, lanciò dalla radio di Oslo un celebre messaggio che fu riprodotto nella stampa
internazionale anche se fu deliberatamente ignorato in alcuni paesi..
Nel maggio del 1957 Pauling tenne una conferenza alla Washington University di
St.Louis, nel Missouri, dove insegnava anche il biologo Barry Commoner, anch'egli attivo
nella mobilitazione degli scienziati contro le armi nucleari. Proprio quel Barry Commoner che
sarebbe diventato celebre in Italia, anni dopo, come leader della contestazione ecologica. Con
Commoner e con Ed Condon (1902-1974), Pauling redasse un appello, che fu firmato da 2000
scienziati americani e da oltre 8000 scienziati stranieri, e che fu consegnato, il 15
gennaio1958, al Segretario generale delle Nazioni Unite, Dag Hammarskjold; l'appello
metteva in guardia contro i pericoli della ricaduta radioattiva delle esplosioni nucleari
nell'atmosfera e ne chiedeva l'immediata cessazione e un controllo internazionale dell’energia
atomica. Il governo americano orchestrò una campagna di diffamazione contro Pauling sulla
stampa, con la collaborazione di volonterosi scienziati, come quell’Edward Teller (19082003) che ispirò la figura del dottor Stranamore nel noto film di Stanley Kubrich del 1964.
Nello stesso 1957 Pauling pubblicò il libro ”No more war !” --- “Mai più guerre !” --per diffondere la consapevolezza che l’aumento della produzione e della sperimentazione
delle armi nucleari avrebbe potuto mettere in pericolo la sopravvivenza dell’umanità e dello
stessa vita sul pianeta. Con pazienza e diplomazia diffuse le sue idee sostenendo soprattutto
che gli scienziati avrebbero dovuto operare come portatori e strumenti per la pace.
Nel giugno 1960 Pauling fu convocato da una speciale commissione del Senato
americano e fu invitato sotto giuramento a riferire come erano state raccolte le firme
dell'appello; Pauling si rifiutò di fare tali nomi.
Pauling non si fermò neanche il 29 aprile 1962, giorno in cui il presidente Kennedy lo
invitò a cena, insieme ai premi Nobel occidentali, alla Casa Bianca; quello stesso giorno
partecipò con la moglie ad una manifestazione contro le bombe atomiche proprio davanti alla
residenza presidenziale --- e poi andò alla cena ufficiale. I suoi sforzi ebbero successo quando
nel 1963 le tre potenze nucleari Stati Uniti, Unione Sovietica e Regno Unito (ma non la
Francia) firmarono il trattato che vieta le esplosioni nucleari nell’atmosfera, il cosiddetto
“Limited Test Ban Treaty”. Il 10 ottobre 1963, il giorno in cui il trattato entrò in vigore, fu
annunciato che a Pauling era stato assegnato il premio Nobel per la pace. Egli è stato l’unica
persona ad avere, da solo, due premi Nobel. La Commissione norvegese riconobbe che
l’azione senza tregua di Pauling ha risparmiato a innumerevoli persone, sofferenze e morte
per tumori e per difetti genetici. Negli Stati Uniti questo secondo premio Nobel suscitò varie
proteste negli ambienti filonucleari e conservatori. Il settimanale “Life” il 25 ottobre 1963
scrisse che il premio Nobel a Pauling era un insulto per l’America.
Nel 1963 il California Institute of Technology mostrò di non gradire il suo impegno
politico e Pauling lasciò l’insegnamento per continuare, in un proprio “Linus Pauling
Institute”, le ricerche sulla chimica delle funzioni cerebrali e sulle malattie mentali, sulle
cause dell’anemia perniciosa e le modificazioni dell’emoglobina nel sangue delle persone
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colpite da questa malattia, e sull’effetto di forti dosi di vitamina C sia sul raffreddore sia su
alcuni tipi di tumori. Questi studi hanno portato Pauling a elaborare la teoria della medicina e
della psichiatria “ortomolecolare”, che è stata al centro di dibattiti e polemiche. Negli ultimi
anni della sua vita ha anche studiato la superconduttività ad alta temperatura.
Pauling ha disposto che la sua biblioteca e il suo archivio, di decine di migliaia di libri
e articoli e di centinaia di migliaia di lettere e appunti, fosse lasciato all’università statale
dell’Oregon, da cui aveva mosso i primi passi. Un catalogo di tale immenso patrimonio, una
bibliografia completa e molte notizie su Linus e Ava Helen Pauling si trovano in Internet nel
sito: http://osulibrary.oregonstate.edu/ andare a “Special Collections” (2500 pagine su Pauling
si trovano anche nell’archivio dell’FBI; anche in questo caso il coraggio civile ha avuto la
meglio sull’oscurantismo e sulle persecuzioni politiche).
Pauling ha sempre sostenuto che, dopo l’avvento della bomba atomica, solo la
distruzione delle armi atomiche avrebbe potuto portare nel mondo la fine delle guerre e
l’avvento del regno della legge: la sopravvivenza umana nell’era nucleare sarebbe stata
possibile soltanto con la pace, il disarmo e il dialogo razionale. Un invito del tutto valido
ancora oggi: negli arsenali nucleari di tutto il mondo si trovano ancora oltre ventimila bombe
nucleari, con una potenza distruttiva centinaia di volte superiore a quella di tutti gli esplosivi
usati durante la seconda guerra mondiale.
Continuando l’impegno pacifista che aveva manifestato protestando contro
l’intervento militare americano nel Vietnam, nel sud-est asiatico, nei paesi dell’America
latina, nel 1991 Pauling comprò a proprie spese una intera pagina del “New York Times” e
del “Washington Post” condannando l’intervento militare americano in Iraq. Pauling disse:
“Non mi illudo che serva a qualcosa ma so che dovevo farlo”. Nel 1991 ha scritto un
”Appello per la pace in Croazia” e ha firmato appelli contro le violazioni dei diritti umani.
Pauling non ha mai esitato nel sollecitare l’impegno degli scienziati nella politica e
nella società: “Si dice talvolta che la scienza non ha niente a che fare con la morale: è
sbagliato. La scienza è la ricerca della verità lo sforzo di comprendere il mondo, e comporta il
rifiuto di divieti, dogmi, rivelazioni, ma non il rifiuto della moralità. La scienza non è una
gara in cui uno cerca di sconfiggere il concorrente, di arrecare danno agli altri. Bisogna
trasferire lo spirito della scienza negli affari internazionali per indurli a cercare una
soluzione”. In tutto il camino della sua lunga vita Pauling fu ispirato da un profondo amore
per l’umanità, dal principio etico che tutti, e specialmente gli studiosi, hanno il dovere di
rendere minima la sofferenza umana: “the minimization of suffering”.
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