CHAD
Nel cuore del Sahara
Localizzato nella parte centrale del Sahara, il Chad è il Paese più
sconosciuto e isolato del grande deserto africano.
Punto di incontro tra due culture: quella africana nella parte sud
con i mercati vocianti e colorati, e quella sahariana con i nomadi
e i loro animali che affollano i pozzi.
Geologicamente interessantissimo è caratterizzato da gruppi
montagnosi come l’Ennedi, con le sue bizzarre e imponenti
formazioni tassiliane di arenaria color ocra che danno vita ad
un dedalo di canyon, gole e cattedrali di roccia dove, nascosti
in ripari naturali, si trovano siti con stupende pitture rupestri.
A Nord i laghi di Ounianga che appaiono all’improvviso
inaspettati tra le dune arancioni che cadono a picco nell’acqua,
circondati da rigogliosi palmeti e colline rocciose. Il viaggio
sorprende anche per gli attraversamenti di vaste distese di dune
che sembrano non finire mai dove si ha l’impressione di essere i
primi esseri umani a passare.
Maurizio Levi
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Focus di un viaggio in Chad è la regione
dell’Ennedi, un altopiano di arenarie esteso
per circa 60.000 kmq (quanto la Svizzera),
con un’ altitudine media di 1000 m, formatosi tra i 500 e i 300 milioni di anni fa. Si inizia
il viaggio con uno bel percorso di circa 500
km verso Est che dalla capitale N’Djamena,
attraversando una regione predesertica saheliana caratterizzata da isolati baobab, villaggi e mercati, porta alla cittadina di Abechè,
capoluogo della regione del Ouaddai nei
pressi del confine con il Sudan. Poi si procede
verso nord, inoltrandosi nel grande Sahara.
Il paesaggio diventa sempre più desertico e
appaiono i primi assembramenti di uomini e animali attorno agli isolati pozzi. Dalla
sabbia del grande deserto africano, tutto ad
un tratto appaiono formazioni rocciose irregolari di arenaria modellate nei millenni
dal vento, che ha scolpito forme di torrioni
singoli e multipli simili a castelli medioevali (tipiche dei plateau tassilini), intervallate
da canyons e gole. Sicuramente la più nota
per la sua bellezza è la gola di Archei, dove
spettacolari pareti di arenaria rossa delimitano delle “guelte”, bacini d’ acqua permanenti.
Qui, ogni giorno, nel silenzio assordante del
deserto, carovane di cammelli si addentrano
per l’abbeverata. Uno scenario “preistorico”
che si ripete immutato da centinaia d’anni.
Dopo altri 100 km verso nord si raggiunge
Fada, una piccola oasi con 5000 abitanti. Una
caratteristica oasi sahariana dove il piccolo
villaggio e il povero mercato, costituiti da
case d’argilla riunite attorno al vecchio forte coloniale, furono occupati per sette anni
dall’esercito libico (dal 1980 al 1987) durante
l’invasione del Chad settentrionale. L’intervento militare della Francia risultò determinante e l’esercito libico, nella ritirata, abbandonò il valore di circa un miliardo di dollari
in attrezzature militari, lasciando fra le dune
del deserto lamiere contorte e carbonizzate
di carri armati e veicoli lanciamissili, grana-
Le gole di Archei, nel massiccio dell’Ennedi, sono un importante punto
d’incontro dei nomadi Tebu che portano i cammelli all’abbeverata
te di artiglieria, elmetti dei soldati, tettucci di
auto e camion, mentre migliaia e migliaia di
bossoli di mitragliatori sbucano ancora adesso fra le sabbie. Di questa sanguinosa guerra
rimasero anche 70.000 mine antiuomo (soprattutto lungo le piste che collegano Fada
con le oasi di Ounianga), ora completamente
bonificate, rendendo così inaccessibile per
decenni agli stranieri questa remota zona del
Sahara. Da Fada si inizia la traversata della
Depressione del Murdi, un’ area totalmente disabitata caratterizzata da grandi cordoni
dunari. Il percorso in auto è impegnativo per
i frequenti insabbiamenti; si segue la traccia
dell’antica pista carovaniera che collegava le
saline delle regioni di Ounianga e Teguedei
ai villaggi ciadiani del Sud. Qui, in una delle
regioni più isolate del Sahara, nell’enorme va-
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stità dello spazio e nel silenzio più assoluto,
è facile incontrare giacimenti neolitici e paleolitici con resti di vasellame di ceramica e
altri manufatti preistorici. Questi luoghi così
inospitali furono abitati dall’uomo preistorico, come testimoniano i numerosi ripari incisi con pitture rupestri di raffinata qualità
risalenti ad oltre 5000 anni fa e raffiguranti
animali e scene di vita perdute. Nella parte
sahariana del Chad oggi vivono diverse etnie (tebou, in lingua kanouri “gli uomini che
vivono sulla montagna”, a nord; kanembou,
daza, kanouri, kereda, boulala, fulbe, hausa,
hadjerai, kotoko, baguirmi e arabi al centro; moundang, moussei a sud) che parlano
diverse lingue e professano tre confessioni
principali, sullo sfondo di una storia, ricca e
complessa, che affonda le radici nell’antichità.
Bisogna essere esperti come gli autisti tebou per guidare nel deserto del Chad. Non
ci si orienta con la cartina, ma con l’istinto
e l’esperienza, “leggendo la sabbia” per indi-
viduare i passaggi migliori, fra dune, rocce,
sassi e imprevisti. Bisogna riconoscere i colori e le ondulazioni della sabbia per scegliere,
di volta in volta, i passaggi più sicuri ed evitare faticosi insabbiamenti o pendenze laterali improvvise; se necessario anche con una
ricognizione a piedi. Naturalmente le vetture,
Toyota Land Cruiser, le migliori auto 4x4 per
queste spedizioni sahariane, devono essere
perfettamente equipaggiate con piastre da
sabbia, cavi di traino, taniche per carburante
extra, compressore per pneumatici, almeno 2
pneumatici di scorta, casse in alluminio per
immagazzinare cibo e attrezzature, un GPS,
un telefono satellitare tipo Thuraya per emergenza. Quasi tutto il percorso si svolge su
piste per la maggior parte sabbiose, ma anche lunghi tratti fuoripista attraversando un
deserto di dune e pianure di sabbia; è quindi
necessario ridurre la pressione delle gomme
per “galleggiare” sulla sabbia e procedere più
speditamente.
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Un viaggio nel nord del Chad è una vera e
propria spedizione sahariana dove bisogna
prevedere tutto il possibile con anticipo, ma
non si devono mai escludere gli imprevisti:
non esistono, ad esempio, stazioni di servizio, ma in alcune oasi i commercianti locali
possiedono un piccolo magazzino di barili di
carburante. Ovviamente non si può mi sapere se sono forniti o no e quindi può capitare
che non ci sia disponibilità. In caso di difficoltà di approvvigionamento si può contrattare con i camionisti locali che accettano di
vendere qualche decina di litri succhiandolo
I laghi Ounianga sono una vera “curiosità geologica” in pieno
Sahara, circondati da dune e falesie rocciose si trovano una
quindicina di bacini d’acqua dei quali alcuni veramente estesi
dai loro enormi serbatoi, ad un prezzo decisamente più alto, ma arrotondano così il loro
stipendio. Si dorme in tende ad igloo, augurandosi che non ci sia troppo vento, situazione alquanto frequente nella tarda primavera
e in estate quando è sconsigliabile il viaggio
per le altissime temperature che possono superare i 50°C. Ogni notte in un luogo diverso,
ma sempre sotto un soffitto di stelle, fari nitidi nel cielo, mai inquinato. Ma il vero viaggio
è l’attraversamento, solitario e intrepido, del
grande deserto africano, una sconfinata distesa di sabbia che ricopre il mare perduto.
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Ogni oasi è una scoperta, Kalait, Fada, Ounianga Kebir e Faya sono le più significative.
Circa 600 km separano l’una dall’altra come
isole in un mare di sabbia. Faya, una delle oasi
più grandi del mondo, è la capitale amministrativa del nord, localizzata a circa 1000 km
a nord di N’Djamena, con un’ economia sorprendentemente basata, nel cuore del Sahara,
sull’agricoltura con le coltivazioni di grano,
datteri e fichi grazie a un enorme bacino di
acqua sotterranea. Il Lago Chad, situato tra
Ciad e Camerun, è una fonte d’acqua dolce
perenne, anche se durante i più gravi periodi
di siccità (come quello del 1984) era attraversabile a piedi. L’attuale superficie è ora il 10%
Il pozzo di Toukou, tra le montagne dell’Ennedi, è frequentato tutto
i giorni da migliaia di animali che i nomadi portano all’abbeverata.
Tutta l’acqua è estratta a mano dal pozzo profondo oltre 10 metri
di quanto fosse in tempi antichi, oscilla fra
10.000, 17.000 km² con massima profondità
di 7 m.
Ma le sensazioni e i luoghi visitati ripagano
di qualche esigua scomodità. L’Ennedi, la regione più interessante, è abitata da nomadi.
Nella sabbia si seguono numerosissime impronte che provengono da tutte le direzioni
per dirigersi verso i pozzi, punti di incontro
dei gruppi nomadi che portano gli animali
tutti i giorni all’abbeverata. I nomadi Tebu o
Toubou, gli uomini (Bou) che vivono sulle
montagne (Tou), parlano solo dialetti locali
e sono sempre un po’ sospettosi nei confronti
degli stranieri.
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Il pozzo di Toukou
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Mercati
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Uomini magri dalle membra lunghe e sottili, dai capelli neri ma non crespi. Il naso è fine, dritto e aquilino, gli occhi vivi e sempre penetranti, in continuo
movimento. Hanno un fisico molto adattato all’ambiente sahariano e una resistenza alla fame, alla sete
e alla fatica fuori del comune. Solo uno di loro è in
grado di rintracciare, arrampicandosi tra le rocce, le
grotte naturali dove si trovano splendide pitture rupestri preistoriche non segnate su alcuna cartina. Un’
arte rupestre sviluppatasi tra le antiche popolazioni
del Sahara, con srtili unici e sorprendentemente raffinati che abbiamo la fortuna di poter ammirare, grazie al perfetto stato di conservazione dovuto al clima
secco e all’assenza di piogge.
Aneddoto
Tra le popolazioni dell’Africa del Nord i
Tebu sono famosi per la loro resistenza fisica alle privazioni. Vivere in un ambiente così
ostile come è il deserto del Sahara porta ad
un adattamento fisico e mentale e ad uno stile
di vita essenziale. Si dice che un Tebu può
viaggiare per tre giorni con un solo dattero:
il primo giorno mangia la buccia, il secondo
la polpa e il terzo giorno succhia il nocciolo.
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Come arrivare
Voli: Air France, Ethiopian Airlines o Turkish Airlines
Viaggio dall’Italia: con “I Viaggi di Maurizio Levi”
(Tel 02-34.93.45.28, [email protected],
http://www.viaggilevi.com) partenze di gruppo il 23
Dicembre 2014 e 26 Febbraio 2015, durata 17 giorni.
Si viaggia con Toyota Land Cruiser con 3 passeggeri
+ autista per auto e accompagnatore-guida italiano
di grande esperienza. Da Euro 3.570 (base 10 pax).
Vaccinazioni obbligatorie: febbre gialla, consigliata
la profilassi anti-malarica.
Documenti: passaporto e il visto, da richiedere
presso l’Ambasciata del Chad a Parigi (necessari
almeno 20 giorni).
Quando andare: da Novembre a Marzo.
Km percorsi in fuoristrada: circa 3.000
Si riprende il viaggio fra le dune solitarie,
nessun rumore, ciascuno rimane solo con la
parte più intima di se stesso. Il silenzio delle
dune nasconde storie di uomini, mai tornati,
alla ricerca di un passaggio o di un’ oasi. Il
viaggio prosegue verso nord. Inaspettati, tra
le dune arancioni, appaiono improvvisi i Laghi Ounianga, avvolti da rigogliosi palmeti
e colline rocciose, che si sviluppano a sud di
una falesia di roccia calcarea, dai colori che
vanno dal bianco al rosa al viola in contrasto
con la sabbia gialla, le palme e il blu dell’acqua. Un luogo unico, e tra i più belli del Sahara, entrato nel 2012 a far parte del patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Da questa
zona, non lontana dal confine con la Libia,
sono necessari 3-4 giorni per ritornare nella
capitale. Si attraversano le dolci dune ondulate dell’Erg Djourab, dove sono stati trovati
i resti di un ominide vecchio di 6-7 milioni
di anni, il primo rinvenuto in Africa centrale. E’ una zona quasi priva di insediamenti
se non le poche tende dei nomadi arabi che
vivono di pastorizia. Ogni clan, microcosmo
apparentemente autosufficiente, ha l’accesso
a pozzi e pascoli ben definiti. Si segue l’antico letto del fiume Bahr El Ghazal, in tempi
preistorici un affluente del lago Chad e si ritorna nella Capitale.
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