Lavoro, cure parentali e tempo per sé Intervento di Rita Brembilla, responsabile del Coordinamento donne Cisl Lombardia, al convegno “Part time: opportunità o ripiego?" – Milano, 17 novembre 2007 Da anni le donne della Cisl pongono come questione fondamentale per poter tenere insieme le due sfere della vita senza essere costrette a scegliere l’una a discapito dell’altra la conciliazione fra tempi di lavoro e di vita. Tema assai trascurato in Italia, che però in questo ultimo anno è tornato con forza nel dibattito politico e sindacale. Da quando le donne sono entrate numerose nel mercato del lavoro il sistema lavorativo e sociale non è stato capace di evolversi per rispondere a tale cambiamento e siamo ancora lontani da una reale condivisione del lavoro di cura tra uomini e donne che ricade quasi totalmente sulle donne. Si tratta di questioni che non possono trovare soluzioni temporanee, hanno bisogno di strategie strutturali capaci di dare risposte ad una situazione che rischia di diventare insostenibile. A rischiare, per come è strutturata la situazione italiana non sono solo le donne ma l’intera società e le famiglie. La Lombardia è una realtà economicamente avanzata spesso ben organizzata con una cultura della famiglia, della solidarietà e della cura molto radicata ma anche in questo contesto le donne non possono più essere considerate l’unica soluzione per dare risposte ai molteplici problemi che definiamo “fenomeno demografico”. Bassa natalità, invecchiamento della popolazione, disabilità, aumento degli anziani non autosufficienti. Continuare a pensare alle donne come “risorse a basso costo” che sostituiscono le responsabilità pubbliche e le carenze di servizi ci porterà nel tempo ad avere riflessi negativi sulla famiglia e sull’intera società. Per creare condizioni a favore delle donne di poter lavorare e avere una vita personale e famigliare serena occorrono politiche concrete che diventino leve per lo sviluppo occupazionale e sociale dell’intero paese. Come indicato dalle strategie dell’unione europea, le politiche di genere, sono necessarie per la crescita, la coesione e la stabilità del sistema di protezione sociale, favoriscono l’occupazione e consentono di affrontare lo scenario di fondo delle nostre società. Il livello di sviluppo di un paese si misura anche dalla condizione delle donne, il loro avanzamento sociale ed economico migliora la condizione della loro famiglia, il benessere delle comunità. CISL USR Lombardia - Sito internet: www.lombardia.cisl.it - Chi siamo > I dipartimenti > Coordinamento femminile > Documentazione Lavoro, cure parentali e tempo per sé 2 Le peculiarità presenti nel nostro paese pur inserendosi nelle strategie europee ci chiedono uno sforzo maggiore di proposte per recuperare i differenziali esistenti fra l’Italia e gli altri Paesi europei, purtroppo ci collochiamo quasi all’ultimo posto in Europa per percentuale di donne presenti nel lavoro, per scarsità di servizi all’infanzia, per utilizzo di part time. Questa situazione si inserisce in un deficit di rappresentanza delle donne nei posti decisionali, parlamento, nei governi, nei partiti, nelle organizzazioni di rappresentanza, nella nostra Cisl. Un deficit di democrazia che va colmato: una società è dichiarata giusta quando tutti coloro che ne fanno parte godono di eguali diritti ma anche di eguali opportunità. Tante sono le analisi svolte, le ricerche, le statistiche sulla situazione femminile in Italia. E’ giunto il momento di mettere in campo interventi concreti per affrontare una situazione che rischia di farci arretrare. I coordinamenti femminili da anni stanno sostenendo la necessità di un approccio integrato nelle politiche sindacali in senso lato e nelle politiche contrattuali in particolare. Le tematiche di genere vanno realizzate nella fase di elaborazione delle politiche attraverso un coinvolgimento costante delle persone che se ne occupano per creare una sensibilità generalizzata a tutti i livelli dell’organizzazione. Nell’assemblea del luglio 2006 il coordinamento nazionale delle donne della Cisl ha lanciato “un patto sociale di genere per lo sviluppo” ponendo al centro i temi del lavoro delle donne, della loro crescita professionale in relazione alle loro aspettative, i bisogni delle famiglie le difficoltà delle donne anziane, la carenza e l’insufficienza dei servizi. Presentando una piattaforma rivendicativa con proposte concrete per dare risposte ai molteplici problemi aperti nel nostro paese che non riguardano solo le donne ma l’intera società: basso tasso di occupazione femminile; scarso utilizzo del part time; discriminazioni per quanto riguarda le carriere, le retribuzioni e le pensioni; abbandono del lavoro e difficoltà a rientrare dopo la maternità; carenza di servizi per l’infanzia e l’assistenza agli anziani (in Lombardia nel 2006 sono state 4.684 le dimissioni durante il primo anno di vita del bambino pari al 10% delle maternità); aumento della popolazione immigrata; bassa natalità. Lo sforzo che abbiamo fatto come Cisl è stato di formulare proposte concrete comprese delle ipotesi di fattibilità per ridurre la genericità che spesso è presente quando affrontiamo e parliamo di temi che interessano le donne. Per questo riteniamo fondamentale agire su più fronti: vi sono questioni vanno affrontate con interventi normativi - legislativi, e temi che vanno affrontati ai vari livelli sui quali la condivisione delle parti sociali è fondamentale. La nostra piattaforma cerca di affrontare le tematiche in tutti i suoi aspetti con richieste e proposte a tutti i livelli che per spazio di tempo sintetizzo, chi volesse approfondire i contenuti del patto può trovare tutte le informazione nel sito del coordinamento donne Cisl. CISL USR Lombardia - Sito internet: www.lombardia.cisl.it - Chi siamo > I dipartimenti > Coordinamento femminile > Documentazione Lavoro, cure parentali e tempo per sé 3 A livello nazionale Al fine di verificare la realizzazione degli obiettivi contenuti nella strategia di Lisbona che dovrebbero realizzarsi entro il 2010 abbiamo chiesto alla commissione per le pari opportunità istituita presso il ministero di predisporre un rapporto annuale sulle politiche di conciliazione lavoro-famiglia. Il secondo rapporto annuale approvato dal governo evidenzia una situazione senza miglioramenti. Anzi in Lombardia che è la regione più vicina agli obiettivi di Lisbona si evidenzia peggioramento per quanto riguarda le donne occupate che sono diminuite di 12.000 unità in un anno. Allargare la possibilità di finanziamenti alle amministrazioni e alle aziende pubbliche previsti dall’art. 9 legge 53/00 per progetti di flessibilità al rientro al lavoro dopo la maternità. Incentivare le assunzioni a tempo indeterminato, la ricollocazione delle ultra cinquantenni espulse dai luoghi di lavoro a causa di crisi aziendali. Incentivazione al lavoro a tempo parziale per i lavoratori e lavoratrici e per le imprese con l’obiettivo di superare gli ostacoli che non permettono l’utilizzo del part-time. Prevedere sgravi contributivi per le imprese che attivano part-time lunghi (esempio tra le 25 e 30 ore). Sostegno alle lavoratrici madri/congedi parentali Sul tema delle tutele della maternità/paternità vi è la necessità di ampliare i diritti sugli orari flessibili e di rendere esigibili diritti scarsamente utilizzati. Chiediamo l’aumento della percentuale di reddito per l’utilizzo del congedo parentale e la parità di trattamento e di tutela per tutti i tipi di rapporto di lavoro. Sostegno alla famiglia Va rilanciata e rafforzata la politica sociale nei confronti della famiglia. Inoltre occorre: rivalutare degli assegni famigliari e detrazioni fiscali per carichi di famiglia; istituire un fondo di solidarietà per le persone non autosufficienti a sostegno delle donne lavoratrici e pensionate anche per conciliare tempi di vita e cure familiari; integrare la legge 53/00 prevedendo congedi specifici per la cura degli anziani; consolidare e ampliare i consultori. Sostegno alle donne immigrate e alle loro famiglie Il ruolo delle donne immigrate si rivela sempre più importante. Per una effettiva integrazione proponiamo: - il superamento dell’attuale decreto dei flussi; - Bonus bebè per i bambini figli di immigrati; - formazione e riconoscimento professionale per le assistenti familiari. CISL USR Lombardia - Sito internet: www.lombardia.cisl.it - Chi siamo > I dipartimenti > Coordinamento femminile > Documentazione Lavoro, cure parentali e tempo per sé 4 Società civile e riequilibrio della rappresentanza La poca presenza di donne nei luoghi decisionali non favorisce il diffondersi di politiche di pari opportunità. Per realizzare una democrazia compiuta la Cisl propone: - - la piena attuazione della modifica dell’art. 51 della nostra Costituzione; regole, norme, percorsi e tempi affinché si incrementino le candidature femminili (la scelta del costituito Pd di candidare il 50% di donne è una dimostrazione che le donne vogliono stare nella politica); ampliare e rafforzare la rete degli organismi di parità. A livello territoriale occorre: - - attivare di tavoli di concertazione in stretta correlazione con le politiche nazionali esistono in alcune regione e province accordi di concertazione sulle politiche di genere; servizi all’infanzia e alla famiglia; un piano di finanziamento partecipato dai vari livelli per rafforzare il sistema pubblico dell’offerta dei nidi: piani regionali e territoriali con orari di apertura dei servizi per l’infanzia adeguati agli orari di lavoro di lavoratrici e lavoratori favorendo le iniziative delle imprese e delle istituzioni scolastiche finalizzate a istituire servizi integrati; politiche locali a sostegno delle donne e delle famiglie nelle comunità anche attraverso la definizione di “bilanci di genere”. E di politiche di genere nella definizione dei piani di zona; attivazione di tavoli di concertazione per governare i tempi delle città secondo esigenze locali; stabilire politiche attive per il lavoro con percorsi personalizzati per le donne e con azioni mirate. Un esempio può essere quello che la Regione Lombardia in accordo con le parti sociali sta attuando attraverso il programma Labor-lab che prevede un intervento mirato per le donne che hanno perso il lavoro o non sono mai entrate nel mercato del lavoro e che non percepiscono nessuna indennità o la disoccupazione ordinaria. Politiche contrattuali Ai vari livelli di contrattazione istituzionale, interconfederale, contrattazione di primo e secondo livello, dimensione europea - internazionale, vanno sviluppate politiche per promuovere parità di genere. La contrattazione nazionale e aziendale e territoriale sono fondamentali per favorire la conciliazione fra lavoro e famiglia. CISL USR Lombardia - Sito internet: www.lombardia.cisl.it - Chi siamo > I dipartimenti > Coordinamento femminile > Documentazione Lavoro, cure parentali e tempo per sé 5 Nei contratti nazionali esistono normative molto diversificate fra pubblico e privato, in particolare nel settore pubblico esistono norme di orari flessibili, permessi e aspettative retribuite che favoriscono la conciliazione ma che da sole non bastano a dare risposte ai numerosi problemi. Occorre sviluppare una contrattazione che da una parte incoraggi le imprese ad assumere donne dall’altra offra strumenti di conciliazione. Il lavoro di cura deve entrare a pieno titolo nelle nuove politiche contrattuali a tutti i livelli. In particolare la contrattazione di secondo livello deve intervenire su tali temi. E’ a livello aziendale o territoriale dove si possono dare risposte adeguate alla situazione del mercato del lavoro locale e alle esigenze delle lavoratrici in alcune fasi della vita. Dobbiamo inoltre affrontare il tema della disparita salariale fra uomini e donne (- 23,3 % quella delle donne) della formazione professionale della salute nei luoghi di lavoro. Per questo è necessaria la presenza delle donne dove si sviluppa la contrattazione a tutti i livelli per meglio rappresentare i bisogni delle donne. Un ruolo più forte della contrattazione decentrata come sostiene la Cisl potrà favorire la presenza delle donne. Conclusioni L’accordo del 23 luglio 2007 ha accolto alcune delle nostre richieste quali: potenziare gli attuali strumenti legislativi in tema di conciliazione; finanziare progetti che consentono alla lavoratrice madre o al lavoratore padre di usufruire di forme di flessibilità legate ad orari e organizzazione del lavoro e richiama la necessità di formazione in caso di reinserimento dopo un periodo di congedo. Se la ripresa della concertazione ha aperto spazi significativi sulle tematiche di genere nell’anno europeo delle pari opportunità che ormai volge al termine occorre continuare a lavorare per coinvolgere tutti i soggetti interessati, istituzioni e parti sociali per affrontare il grande nodo delle società moderne che è rappresentato da come le persone, in particolare le donne riescono a conciliare il lavoro con la cura. Sono necessari interventi culturali, legislativi, contrattuali, risorse, incentivi se vogliamo migliorare e superare le attuali difficoltà della condizione femminile. Serve una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti, una politica alta, una condivisione sugli obiettivi. Solo il superamento delle difficoltà della condizione femminile ci permetterà di superare le difficoltà del nostro paese come lo sviluppo occupazionale, sociale economico e la qualità della vita. Occorre favorire una maggiore partecipazione delle donne alle decisioni, valorizzare tutte le risorse umane, affinché uomini e donne insieme possano costruire un futuro migliore per i propri figli e per il Paese. CISL USR Lombardia - Sito internet: www.lombardia.cisl.it - Chi siamo > I dipartimenti > Coordinamento femminile > Documentazione