MEMO/04/247 Bruxelles, 28 ottobre 2004 Domande e risposte sulle TSE dei caprini Cosa sono le encefalopatie spongiformi trasmissibili (TSE)? Le TSE sono una famiglia di malattie che colpiscono l’uomo e gli animali e sono caratterizzate da una degenerazione del tessuto cerebrale che assume un aspetto spongiforme. La famiglia comprende patologie quali la malattia di Creutzfeldt e Jakob che colpisce gli esseri umani, l’encefalopatia spongiforme bovina (BSE), diffusa tra i bovini, e la scrapie diffusa tra ovini e caprini. Mentre la BSE è stata individuata solo recentemente la scrapie è nota da secoli e sulla base dei dati disponibili non è ritenuta trasmissibile agli esseri umani e non sembra rappresentare un rischio per l’uomo. A titolo precauzionale la normativa comunitaria in vigore si applica tuttavia anche ad ovini e caprini al fine di evitare la diffusione e la trasmissione della BSE. Il monitoraggio estensivo renderà più sicura l’individuazione di un caso di BSE? Da quando la BSE è stata individuata nei bovini anche ovini e caprini sono stati sottoposti a un regime di monitoraggio estensivo e di sorveglianza della scrapie e della BSE. Il monitoraggio e la sorveglianza passiva della presenza della scrapie in ovini e caprini è una norma UE dal 1998 e la scrapie è una malattia soggetta a obbligo di notifica dal 1993. Nel gennaio 2002 è stata introdotta una sorveglianza attiva che consiste nell’effettuare test rapidi per le TSE su campioni prelevati da animali macellati, sani o a rischio, di età superiore a 18 mesi. I test sono identici a quelli impiegati per individuare la BSE nei bovini, poiché tali test sono in grado di rilevare le TSE. Dall’1 aprile 2002 il livello delle analisi è notevolmente aumentato. Ogni anno circa 350 000 pecore e 50 000 capre sono sottoposte a test, un tasso che corrisponde al monitoraggio di oltre un milione di animali dal 2002. I risultati dettagliati relativi alla sorveglianza della scrapie in ovini e caprini a livello di UE dal gennaio 2002 sono disponibili sul sito: http://europa.eu.int/comm/food/food/biosafety/bse/monitoring_en.htm Data l’ampia portata dei test effettuati, non è sorprendente che siano stati individuati casi isolati di BSE, ma questo non significa che il problema sia diffuso. I risultati del monitoraggio indicano un’incidenza di scrapie molto bassa negli ovini. Inoltre, metodi di analisi più avanzati, in grado di differenziare tra BSE e scrapie, non hanno sinora confermato la presenza di BSE nei caprini. L’UE sarebbe pronta a far fronte alla presenza della BSE nei caprini? Sì. Gli scienziati hanno studiato attentamente anche la possibilità della BSE in ovini e caprini, poiché è noto che negli anni “80 e nei primi anni “90 pecore e capre sono state nutrite in parte con mangimi contenenti lo stesso tipo di farina contaminata di carne e ossa che ha provocato la diffusione della BSE nei bovini. Da qualche tempo è inoltre noto che una malattia simile alla BSE può essere trasmessa sperimentalmente agli ovini somministrando loro materiali provenienti dal cervello di mucche affette da BSE. A livello di UE sono stati redatti pareri scientifici (si veda la domanda successiva) contenenti una serie di raccomandazioni nonché la descrizione della combinazione di possibili interventi da realizzare a tutela della sanità pubblica nell’eventualità che la presenza della BSE sia confermata negli ovini e nei caprini in condizioni reali. Quali sono i provvedimenti di sicurezza attualmente applicati? Per evitare la diffusione e la trasmissione della BSE nei bovini è stata adottata un’ampia e rigorosa normativa a livello di UE. Ad ulteriore garanzia di sicurezza molte di queste disposizioni sono applicate anche a caprini ed ovini. Le principali sono: - il divieto del 1994 di somministrare ai ruminanti farine di carne e di ossa di mammiferi, potenziato nel gennaio 2001 dal divieto totale di somministrare tali farine a tutti gli animali da allevamento. Le farine di carne o ossa di animali infetti è ritenuta la principale via di trasmissione della BSE; - obbligo di eliminare i rifiuti animali di ovini e caprini applicando le stesse norme (trattamento termico) previste per altri rifiuti di origine animale; - dall’ottobre 2000 l’eliminazione dei materiali specifici a rischio (MSR) quali milza, cranio, tonsille, midollo spinale e ileo; - divieto di produrre carne separata meccanicamente da ossa di ovini e caprini; - provvedimenti intesi a garantire che anche la carne e I prodotti a base di carne importati siano conformi alle pertinenti disposizioni comunitarie (per esempio, l’eliminazione dei MSR); - esclusione di pecore e capre affette da scrapie dalla catena alimentare umana e animale; - provvedimenti di eradicazione dei greggi nei quali è stato accertato un caso di TSE. Il latte, il formaggio e la carne di capra sono sicuri? A titolo precauzionale e a seguito di un parere scientifico il latte e la carne di greggi nei quali è accertato un caso di TSE non possono attualmente essere utilizzati in conformità della normativa comunitaria. Per questo motivo consigliamo di non apportare cambiamenti all’attuale consumo di latte, formaggio e carne. 2 E per quanto riguarda le pecore? Tutti i provvedimenti precauzionali relativi ai caprini, richiamati sopra, si applicano anche agli ovini. È stato inoltre dimostrato che le pecore con un determinato patrimonio genetico (genotipo) sono più resistenti o probabilmente anche immuni alla scrapie. In base alle ricerche tale immunità riguarda anche la BSE. Nell’UE I programmi di allevamento intesi ad incrementare la popolazione di ovini immuni alla scrapie costituiscono quindi un importante provvedimento precauzionale a lungo termine contro la scrapie e la BSE. Informazioni scientifiche sulle TSE in ovini e caprini Prima che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (AESA) fosse istituita il comitato scientifico direttivo (CSD) coordinava la consulenza scientifica sulla BSE a livello di UE. L’ultimo parere del CSD relativo alla BSE nei piccoli ruminanti è stato adottato nell’aprile 2002: http://europa.eu.int/comm/food/fs/sc/ssc/out257_en.pdf e http://europa.eu.int/comm/food/fs/sc/ssc/out256_en.pdf che aggiorna i precedenti pareri dell’ottobre 2001: http://europa.eu.int/comm/food/fs/sc/ssc/out234_en.pdf del febbraio 2001: http://europa.eu.int/comm/food/fs/sc/ssc/out170_en.pdf e del settembre 1998: http://europa.eu.int/comm/food/fs/sc/ssc/out24_en.html Il parere del CSD del 2 aprile 2002 costituisce il contributo scientifico più completo, contente una serie di raccomandazioni sulla necessità di estendere la gamma dei materiali specifici a rischio, l’uso dei test rapidi, l’identificazione individuale, l’allevamento a fini di resistenza, la certificazione delle mandrie nonché su provvedimenti di abbattimento. Il CSD descrive inoltre una combinazione di possibili interventi da realizzare a tutela della sanità pubblica nell’eventualità che la presenza della BSE sia confermata negli ovini e nei caprini in condizioni reali. Il 26 novembre 2003 il gruppo di esperti scientifici sui rischi biologici dell’AESA ha adottato un parere basato sulle informazioni disponibili in quel periodo nel quale dichiara che non occorre rivedere i precedenti pareri sull’allevamento ai fini della resistenza alle TSE, sulle strategie relative all’abbattimento o sul reperimento di fonti sicure in rapporto ai piccoli ruminanti. 3