elenco mostre - Lanthia Resort

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andrea bizzotto
2013
andreabizzotto.it
il corpo e il ritratto
2009 bassano del grappa
Incontri Galleria Scrimin, via Vendramini
introduzione alla mostra
di Mariella Scandola
La parola non è il mio mestiere, io dipingo.
Quindi cercherò di introdurvi alla conoscenza della pittura di Andrea Bizzotto
attraverso la citazione di un testo (L’arte parola per parola) di un grande letterato e
critico d’arte che è stato anche un mio insegnante:
“L’arte che appaga, che risolve dei problemi, scioglie i nodi di una qualche
vocazione, una chiamata all’impresa. L’artista è uno che si espone pubblicamente
al fallimento o alla riuscita, e si gioca il suo equilibrio: è senza appoggi, intanto che
si espone alla sfida, alla sua probabilità. Niente ne legittima la necessità, non c’è
ragione visibile. L’iniziativa è di quelle che generalmente non vanno, non
approdano a nulla, il rischio è totale, la motivazione è priva di una formulazione
plausibile, impossibile dire che cosa funzioni nella sua tentazione. Peggio della
vocazione religiosa, di cui qualcosa si sa: il sacro isolamento. Nell’arte, all’inizio,
nella sua stessa sacralità, è come se uno volesse fare il santo ma non in vista di
Dio né per il bene degli altri. La volontà è esposta alla sua stessa nudità: la
diversità esistenziale, la reticenza o l’handicap; i vicini non ci credono, sono a
disagio, è un dramma dover affrontare un problema del genere, che non ha né
capo né coda. Inevitabili, gli screzi, gli abbandoni e i tradimenti, le maliziose
curiosità dei conoscenti e le diffidenze.”
Salvatore Fazìa
en plein air in villa “dieci artisti”
2010 sandrigo (VI)
Villa Sesso Schiavo
variazioni su un tema
2010 romano d’ezzelino (VI)
Spazio d’arte polivalente Multiplo, piazza Cadorna
esposizione per il concerto di
chitarra classica di Alessandro Antico
2011 bassano del grappa (VI)
Libreria Palazzo Roberti, via Jacopo da Ponte
segni particolari
2011 ferrara (con Claudio Bizzotto)
Porta degli Angeli, Rampari di Belfiore
introduzione alla mostra
a cura di “Progetto Porta degli Angeli”
Ad un primo sguardo può sembrare che questi due artisti abbiano ben poco in
comune: Andrea dipinge i segni del corpo dal quale toglie addirittura il volto,
mentre Humu compone facce senza corpo.
Eppure entrambi tracciano mappe che suggeriscono un viaggio, o meglio una
migrazione.
Propongono di salpare dal porto dell’immobilità dei luoghi comuni, dai tabù
apparentemente cancellati dalla nostra cultura, eppure così profondamente
radicati.
Affrontare il corpo nudo è già lasciare un porto tranquillo e vagare in acque
tempestose: per quanto le immagini sulla nudità circondino ormai tutti i nostri
ambiti, non abbiamo ancora dato ai nostri istinti primari un’accezione positiva.
Ma nelle opere di Andrea la luce che svela i corpi ne fa trasparire anche lo spirito.
E la materia è l’elemento che Humu presenta in modo quasi caotico, estratta dal
contesto che ci è abituale e ricomposta interamente in un’altra forma, spesso
quella del volto, per dire che essa ha un’anima, ed un messaggio...
Materia e Spirito sono la stessa Cosa.
La mostra, così com'è concepita, porta alla luce la sinergia che le opere dei due
artisti realizzano, andando oltre la semplice somma dei rispettivi messaggi.
Sinergia che è creazione di valore, esplorazione di significati imprevisti e
autonomi.
Un evento rarissimo, nell'arte come nella vita.
corporaliter
2012 vicenza
Complesso monumentale di San Silvestro, contrà San Silvestro
introduzione alla mostra
di Gino Prandina
Per molti sembra ovvio dire “ho un corpo”, come per altri l’augurio “sii te stesso”.
Semplice pure affermare “io sono il mio corpo”, che suggerirebbe la piena trasparenza
del sé insieme alla piena consapevolezza che la “carrozzeria ben si addice al motore”,
come per assumere una qual metafisica dualistica. In realtà il novecento ben ci ha
edotti sulle potenzialità, sui limiti, sullo scarto, sulle strutture complesse e sui sistemi
interpretativi. Ci viene in aiuto una qual antropologia biblica a leggere l’umano come
un tutto-indivisibile, per la quale mal si addicono le nostre categorie forma-materia.
Anche l’antropologia paolina usa i termini di “corpo”, invitando proprio nel corpo e per
mezzo del corpo a spiritualizzare la terrestrità.
La ricerca artistica di Andrea Bizzotto, spesso in forma introspettiva, si legge come un
itinerario alla ricerca del corpo, anzi, è il corpo stesso che impone di leggervi un iter,
un percorso, un senso.
Da qui il titolo della mostra corporal-iter: un percorso di umanizzazione del corpo, il
corpo che giorno dopo giorno “diventa corpo”. Alla scuola della corporeità l’artista
legge un divenire, una qualità umana, una “vocazione”. In tal modo, per mezzo della
pittura, l’artista tenta di documentare visivamente questo “diventare corpo”: un
percorso talvolta pacificante, talvolta struggente. Le sue opere svelano sentimenti,
raccontano di elevazioni e di cadute, di luce e di oscurità, di relazione, di solitudine,
mani che incontrano, che stringono, che cercano, che invocano: una specie di
preghiera gestuale.
Alla perizia tecnica, affinata alla scuola di maestri vicentini, Andrea unisce una
particolare sensibilità, un’acuta interiorità, un lungo esercizio. I suoi dipinti, realizzati
sul rovescio della tela, cioè su quella superficie dal canapo più grezzo e naturale. I
colori ad olio usati per la pittura hanno raggiunto una rarefazione tonale e un denso
chiaroscuro, raccontando così di una luce esteriore e una luce interiore. La luce
esteriore, sull’antica Maniera, o forse a riprendere la grande pittura veneta del
cinquecento, è sapientemente dosata per irrompere da direzioni ben studiate in modo
da esaltare liricamente o drammaticamente i particolari dell’azione per via di natura. I
corpi, sospesi in atmosfere rarefatte, a volte sono massa e confine, a volte luce e
trasparenza. Talvolta è la possanza a prevalere, altrove un tessuto di sottilissime
velature. Il percorso di Andrea Bizzotto, qui a San Silvestro alla prima consistente
Personale, rivelano le direttrici di una personalità artistica promettente, anche per
quello che si potrà da lui attingere per una auspicabile produzione destinata ai luoghi di
culto.
imago
2013 sandrigo (VI)
Oratorio Trissino, piazza Garibaldi
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