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LE RADICI DEL PRESENTE
p. 81, vol. 3
Il “Parlamento Mondiale
delle Religioni” e un’etica
religiosa
Il “Parlamento Mondiale delle Religioni” nacque a Chicago alla fine del xix secolo, voluto da studiosi e leader rappresentanti delle grandi religioni d’Oriente e Occidente e divenuto movimento
popolare, con il fine di elaborare principi morali comuni, nati dalla dimensione spirituale, applicabili in ogni ambito sociale, utili alla tutela dell’intera umanità in un mondo “in agonia” a causa
del mancato riconoscimento, nei fatti, di una fraternità universale. Il Consiglio del Parlamento fu
eletto nel 1988; la Dichiarazione per un’etica mondiale fu redatta nel 1993 a Chicago, con il sostegno di ottomila persone; furono novemila, nel 2004, i partecipanti all’incontro di Barcellona e
altrettanto numerosi coloro che si recarono a Melbourne tra il 3 e il 9 dicembre 2009.
La Dichiarazione evidenzia l’importanza di atteggiamenti improntati a grande pazienza e accettazione della realtà dell’altro, nel dialogo.
Comandamenti condivisibili
Il “Parlamento mondiale delle religioni”, in suo documento, sottolinea come i comandamenti siano,
almeno in parte, universalmente condivisibili e come possano costituire l’ossatura di un’“etica mondiale” e quindi anche di una cultura comune, da costruire sull’unica base di una comune umanità.
NON RUBARE!
– Cultura della
sobrietà e
dell’anticonsu-mismo
– Cultura della
solidarietà
Fratellanza e
interdipendenza
– Equità nell’ordine economico
planetario
– Lotta allo sfruttamento
– Condivisione dei beni della terra
– Cultura della
lealtà
Dialogo interreligioso e ricerca
comune della
Verità
SCELTE ETICHE
CONDIVISE
– Cultura della
non violenza
NON DIRE FALSA
TESTIMONIANZA
Unità 2 Vivere davvero
T. Chiamberlando, Lo specchio dei cieli © SEI 2011
NON UCCIDERE!
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DOCUMENTI
Il primo testo aiuta a riflettere sull’importanza del dialogo e della collaborazione
interreligiosa; il secondo è un’intervista a Tara Gandhi, figlia di Devadas,
figlio del “Mahatma” Gandhi. Tara è laureata in letteratura inglese e cerca di
diffondere nel mondo gli ideali di pace, non violenza attiva, fratellanza universale
del grande nonno.
Essere speranza per il mondo
Progredire insieme nella verità
Il Vangelo ricorda che Gesù aveva ancora molte cose da dire, che i suoi discepoli tuttavia non potevano accogliere, e che sarebbe stato lo Spirito Santo a farli accedere gradatamente alla verità tutta intera (Gv 16,1213). Nessuno può escludere che questo accesso graduale alla verità possa avvenire anche sotto lo stimolo,
la purificazione, che può derivare dall’incontro con le altre religioni. E questo persino nella conoscenza del
mistero di Dio. L’esperienza di tanti uomini spirituali ci dice come questo incontro sia un potente stimolo ad
andare più in profondità, sino alle sorgenti ultime della propria fede e sino a tradurre questa fede in autentica esperienza vitale.
D’altra parte, tutto quello che si è detto a proposito dell’approfondimento e della purificazione che il cristianesimo può ricevere dall’incontro con le altre religioni, vale a sua volta anche per l’influsso che il cristianesimo può esercitare sulle altre religioni, contribuendo alla loro purificazione e al loro sviluppo. Tale
influsso può essere toccato con mano in moltissimi campi: basti pensare all’evoluzione di molte religioni,
e particolarmente di quelle orientali, verso forme di monoteismo sempre più accentuato, sotto l’influenza
delle religioni monoteiste; e basti pensare alla centralità che la tematica dell’amore acquista oggi in molte
religioni, nelle quali essa era in passato assente, e in questo caso sotto l’influenza del cristianesimo. Intorno
a certe tematiche, come quella della pace, della liberazione dell’uomo, dei diritti umani, dell’armonia con
la natura, si forma poco per volta, al di là di tutte le apparenze, un modo comune di pensare fra i credenti
di tutte le religioni, in larga misura come conseguenza dell’attuale dialogo e collaborazione interreligiosa.
 Papa Wojtyla
tra i rappresentanti
di diverse fedi, Assisi,
27 ottobre 1986.
T. Chiamberlando, Lo specchio dei cieli © SEI 2011
(AA.VV., Enciclopedia del Cristianesimo, Zanichelli, Bologna, p. 227).
Unità 2 Vivere davvero
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DOCUMENTI
Intervista a Tara Gandhi
Che cosa pensa delle guerre di religione, diventate purtroppo attualissime dopo gli eventi tragici dell’11
settembre 2001?
Non ci può essere guerra tra religioni. Anche in India si parla di lotte tra cristiani, musulmani e indù. Ma
quelle sono solo persone ignoranti. Il terrorismo islamico? La religione è un flusso d’amore e di fede. Se io
divento un terrorista mi stacco da quel flusso.
Qual è, secondo lei, la causa della violenza?
Alla base di tutto c’è la paura, da cui nasce l’inquinamento mentale. Paura del prossimo, della vecchiaia,
delle malattie. Paura come sentimento fondamentale dei singoli, delle comunità, delle nazioni. Dobbiamo
operare sulla nostra mente.
Il papa non si stanca di ripetere che non c’è pace senza giustizia. Forse anche l’ingiustizia sociale può
portare a quella che lei chiama paura?
Giusto. Tanto che verso l’ingiustizia non bisogna essere tolleranti, anzi ci vuole una rabbia positiva e non
violenta.
Che cos’è la Satyagraha?
Avere il coraggio di insistere sulla verità con amore. Vede? Ritorna il concetto di non avere paura. Non collaborare con le cose sbagliate è come collaborare con quelle giuste. Questo è il coraggio. La mia vera guerra è
con me stessa. Alla fine della giornata devo rendere conto alla mia coscienza.
Che cosa pensa della globalizzazione?
Io credo nella globalizzazione della spiritualità e della pace. Gandhi parlava di swadeshi, dell’economia locale dei villaggi, da sviluppare a lungo termine e con pazienza. Il problema è che il Mahatma voleva innalzare i
poveri, un movimento dal basso verso l’alto. La globalizzazione implica invece un movimento dall’alto verso
il basso, e ci vuole molto, forse troppo, perché gli effetti positivi raggiungano chi sta in basso…
T. Chiamberlando, Lo specchio dei cieli © SEI 2011
(D. Lepido in Avvenire, febbraio 2003).
Unità 2 Vivere davvero
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