LuganoInScena Piazza Bernardino Luini 2 6901 Lugano T +41 (0)58 866 42 73 [email protected] www.luganoinscena.ch LuganoInScena 2016/2017 Focus Al presente Un percorso all’interno della drammaturgia contemporanea, firmata dai più interessanti autori del momento. Un modo per riflettere su come il teatro può parlare della società senza diventare teatro di cronaca, grazie alla sensibilità di questi artisti capaci di comunicare ad un pubblico vasto e senza barriere. È un focus sui Classici di Domani. POTEVO ESSERE IO di Renata Ciaravino LA BEATITUDINE di Licia Lanera e Riccardo Spagnulo, regia di Licia Lanera GEPPETTO E GEPPETTO di e regia Tindaro Granata ROBERTA CADE IN TRAPPOLA di Roberta Bosetti e Renato Cuocolo, regia di Renato Cuocolo ADIOS di e regia Simon Waldvogel SULLA MORTE SENZA ESAGERARE ideazione e regia di Riccardo Pippa HEDDA GABLER di Henrik Ibsen, regia di Paolo Taccardo NATURA MORTA CON ATTORI di Fabrizio Sinisi, regia di Alessandro Machìa IL CIELO NON È UN FONDALE di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini LA DONNA CHE LEGGE di Renato Gabrielli, regia di Lorenzo Loris 1/11 LuganoInScena Piazza Bernardino Luini 2 6901 Lugano T +41 (0)58 866 42 73 [email protected] www.luganoinscena.ch POTEVO ESSERE IO di Renata Ciaravino con Arianna Scommegna video e scelte musicali Elvio Longato luci Carlo Compare supervisione registica Serena Sinigaglia assistente alla regia e collaborazione alla riduzione del testo Elvio Longato set Maria Spazzi realizzazione scene Raffaella Colombo, Lidia De Rosa e Anna Masini produzione Dionisi Compagnia Teatrale e Kilowatt Festival Teatro dell’Orologio di Roma Ve 11.11.2016 ore 20:30 Teatro Foce I bambini cresciuti negli anni ‘80 nelle periferie del nord, che giocavano in cortile a lanciarsi palloncini con dentro le lamette, i genitori terroni, i piedi impigliati in scarpe da tennis con la punta tagliata che diventavano sandali da tennis, per risparmiare. Quei bambini e ragazzi poi sono cresciuti: ognuno a procedere alla cieca cercando di salvarsi. Ma cosa ci fa salvare? E se uno si salva, veramente si è salvato? “Potevo essere io” è il racconto di una bambina e un bambino che diventano grandi partendo dallo stesso cortile: periferia nord di Milano. Due partenze, stessi presupposti. Ma finali diversi. E in mezzo la vita: un allenatore di kick boxing, la stella emergente del pop croato, un regista di film porno, una cartomante, un animatore di matrimoni sulla paullese… La commedia irrompe nella commozione. “Potevo essere io” è uno spettacolo tragicomico sulle vite marginali, un omaggio alle periferie geografiche e dell’anima, uno spettacolo divertente e toccante dedicato ai bambini e agli adolescenti che siamo stati, agli adulti che vorremmo essere, senza riuscirvi. 2/11 LuganoInScena Piazza Bernardino Luini 2 6901 Lugano T +41 (0)58 866 42 73 [email protected] www.luganoinscena.ch LA BEATITUDINE di Licia Lanera e Riccardo Spagnulo drammaturgia Riccardo Spagnulo regia Licia Lanera con Mino Decataldo, Danilo Giuva, Licia Lanera, Riccardo Spagnulo e Lucia Zotti luci Vincent Longuemare spazio Licia Lanera assistente alla regia Ilaria Martinelli produzione Fibre Parallele in coproduzione con MiBACT, Festival delle Colline Torinesi, CO&MA Soc. Coop. Costing & Management Ve 25.11.2016 ore 20:30 Teatro Foce La beatitudine è qualcosa che non si può dire. Qualcosa che passa in fretta. Qualcosa che non sappiamo se esista davvero. Qualcosa che è così intensa da mettere in discussione la sua stessa esistenza. Qualcosa che, se lo racconti, non ti crede nessuno. Qualcosa per la quale mettiamo a repentaglio tutto il resto e, quando arriva, tutto il resto non ha più senso. Cerchiamo di scappare dalle nostre vite attraverso questa porta piccola piccola e alla fine… Il ritorno alla realtà ha lo stesso sapore di un déjà vu. “La beatitudine” è la storia di una coppia che non riesce a generare e di una madre e un figlio indissolubilmente legati da una malattia. Questa è la storia di un mago pastore che illude gli uomini che la fantasia possa risolvere i problemi della realtà. Questa è la storia di un unico essere umano in tutte le fasi della sua esistenza, dal primo passaggio nell’età adulta alla vecchiaia. Questa è una giostra della vita, spazio unico e nero in cui i personaggi si muovono, si incontrano, si amano, si odiano e si ammazzano. Questa è una storia in bilico tra reale e irreale, tra tangibile e immaginato, tra materia e pensiero. 3/11 LuganoInScena Piazza Bernardino Luini 2 6901 Lugano T +41 (0)58 866 42 73 [email protected] www.luganoinscena.ch GEPPETTO E GEPPETTO di e regia Tindaro Granata con Alessia Bellotto, Angelo Di Genio, Tindaro Granata, Carlo Guasconi, Paolo Li Volsi, Lucia Rea e Roberta Rosignoli scene Margherita Baldoni luci e suoni Cristiano Cramerotti movimenti di scena Micaela Sapienza regista assistente Francesca Porrini coproduzione Teatro Stabile di Genova, Festival delle Colline Torinesi e Proxima Res Sa 28.01.2017 ore 20:30 Do 29.01.2017 ore 17:00 Teatro Foce Tony e Luca stanno insieme da diversi anni: sono una famiglia. Per essere una famiglia felice basta che due persone si amino. Per essere una famiglia “davvero” felice c’è bisogno di portatori sani di gioia: i bambini. Tony vuole diventare padre. Luca vuole aspettare. La madre di Tony vuole evitare che accada. Franca (amica dei due) vuole capire come si può fare. I due vanno in Canada e, come il primo papà single della storia di tutte le storie, Geppetto, “fanno”, “fabbricano”, “costruiscono”, “creano” il loro piccolino. Geppetto e Geppetto tornano in Italia con il loro figlio Matteo. Matteo cresce con amore e amore e amore. Passano trent’anni. Il giorno del ventennale della morte di Tony, Matteo rivendica qualcosa al padre Luca, vomitandogli addosso tutto quello che gli ha causato crescere in una famiglia non “normale”. Lo accusa di qualcosa che è mancato. Luca si difende, ma qualsiasi cosa dica, agli occhi di Matteo, sbaglia. I due si scontrano e si odiano e si ammazzano di botte e urlano e spaccano mobili e lasciano l’uno alla solitudine dell’altro. E’ difficile essere figli di gay, ma è difficile anche essere padri di figli normali. Un giorno Matteo andrà, Geppetto ritornerà, l’altro Geppetto perdonerà, come in una famiglia “normale”. 4/11 LuganoInScena Piazza Bernardino Luini 2 6901 Lugano T +41 (0)58 866 42 73 [email protected] www.luganoinscena.ch ROBERTA CADE IN TRAPPOLA THE SPACE BETWEEN di Roberta Bosetti e Renato Cuocolo regia di Renato Cuocolo con Roberta Bosetti e Renato Cuocolo coproduzione Il Funaro Pistoia, IRAA Theatre e Teatro di Dioniso Ve 03.02.2017 ore 20:30 Sa 04.02.2017 ore 20:30 Teatro Foce “Roberta cade in trappola parla di relazioni. La nostra relazione con gli amici, con la loro assenza, con la memoria, col passato e con quello che del passato rimane. Partendo da elementi presi dalla nostra vita proviamo a toccare quella di molti. Roberta cade in trappola attraversa e mette in scena il passato, un vecchio registratore che dopo quarant'anni riappare con il suo carico di promesse, la labilità delle relazioni in un mondo in cui più le distanze si rimpiccioliscono, più le relazioni sembrano diventare distanti. Roberta cade in trappola mette in scena la Cosa Brutta di cui parla David Foster Wallace, un’opera sgangherata di magia e un libro di una mostra di Duane Hanson, vista molto tempo fa. Quel libro è diventato col tempo un’opera esso stesso, una specie di diario in cui si sono accumulate foto, ricami, disegni. Ci è piaciuto interagire con l’opera iperreale di Hanson in cui persone vere sembrano false, e su queste persone false noi inseriamo ricordi di persone vere chiudendo così il cerchio. Più in là la donna che rischia di affogare…si lascia cadere, cade, cade, cade. Tu sbagli la mossa, è un atto mancato, sbagliare un gradino, inciampare, cadere. Tu non ci pensi, passa attraverso te, sono sciocchezze. È l’appuntamento con l’inconscio. Scrivere significa portare alla luce l’esistente facendolo emergere dalle ombre di ciò che sappiamo. Mettere parole tra noi e il tempo che soffia portandosi via brandelli sempre più grandi di senso.” (Cuocolo/Bosetti) 5/11 LuganoInScena Piazza Bernardino Luini 2 6901 Lugano T +41 (0)58 866 42 73 [email protected] www.luganoinscena.ch ADIOS di e regia Simon Waldvogel con Federica Carra, Camilla Parini, Camilla Pistorello, Carla Valente produzione Collettivo Ingwer e ATRé Teatro in collaborazione con la rassegna Home Ve 10.02.2017 ore 20:30 Sa 11.02.2017 ore 20:30 Do 12.01.2017 ore 17:00 Teatro Foce Un limbo. Tre sorelle intrappolate. Come dentro un sogno ricorrente. Una scatola bianca, nella quale le donne si confronteranno sul senso della vita, della famiglia, della figura materna e della morte. Non più vive, ma non ancora nell’aldilà, si dovranno confrontare con le tracce che hanno lasciato dietro di loro. Molto diverse l’una dall’altra, le sorelle si faranno portatrici di un punto di vista specifico andando ad analizzare come ognuna di loro ha vissuto in maniera poco vitale, aspettando che accadesse qualcosa che non è mai accaduto, fino a rendersi conto di essere passate oltre, oltre quella vita che le ha intrappolate in convenzioni, speranze e desideri repressi. Anello di congiunzione tra il dentro e il fuori è una donna angelo, o meglio, un’arpia, che scandirà il tempo delle tre sorelle rinchiuse nel limbo. Confuse, senza ricordare come sono finite tra la vita terrena e quella ultraterrena, si renderanno conto ben presto di aver vissuto una vita sotto anestesia che però non è riuscita ad addormentare la loro voglia di amare e di essere amate. L’ironia con la quale le sorelle affronteranno loro stesse, le loro paure e le loro qualità, le unirà sempre di più; e anche nei luoghi più bui ridere di se stesse si rivelerà l’unica e vera arma rimasta. 6/11 LuganoInScena Piazza Bernardino Luini 2 6901 Lugano T +41 (0)58 866 42 73 [email protected] www.luganoinscena.ch SULLA MORTE SENZA ESAGERARE ideazione e regia di Riccardo Pippa di e con Claudia Caldarano, Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti e Matteo Vitanza scene, maschere e costumi Ilaria Ariemme luci Giuliano Bottacin suono Luca De Marinis coproduzione Teatro dei Gordi e TIEFFE Teatro Milano Ve 24.02.2017 ore 20:30 Sa 25.02.2017 ore 20:30 Teatro Foce Vincitore all’unanimità del Premio alla produzione Scintille 2015 Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro 2015, indetto dall’Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine: spettacolo vincitore del Premio Speciale, Premio Giuria Allievi Nico Pepe e Premio del Pubblico Ideato e diretto dal regista veronese Riccardo Pippa, “Sulla morte senza esagerare” è un omaggio originale alla poetessa polacca Wisława Szymborska e affronta il tema della morte in chiave ironica e divertente attraverso un linguaggio non convenzionale del corpo, ancorato al Teatro di figura e di maschera. La recitazione e le maschere si muovono con verità e leggerezza su un tessuto drammaturgico originale. Sulla soglia tra l’aldiquà e l’aldilà, dove le anime prendono definitivo congedo dai corpi, c’è la nostra Morte. I vivi la temono, la fuggono, la negano, la cercano, la sfidano, la invocano. L’unica certezza è la morte. Ma senza esagerare. In fondo quanti ritardi nel suo lavoro, quanti imprevisti, tentativi maldestri, colpi a vuoto e anime rispedite al mittente! E poi che ne sa la Morte, lei che è immortale, di cosa significhi morire? Maschere contemporanee di cartapesta, figure familiari raccontano, senza parole, i loro ultimi istanti, le occasioni mancate, gli addii; raccontano storie semplici con ironia, per parlare della morte, sempre senza esagerare. 7/11 LuganoInScena Piazza Bernardino Luini 2 6901 Lugano T +41 (0)58 866 42 73 [email protected] www.luganoinscena.ch HEDDA GABLER di Henrik Ibsen adattamento di Paolo Bellomo regia di Paolo Taccardo con Chiara Zerlini, Louis Sé, Laura Mélinand e Clément Marchand scene Paolo Taccardo luci André Diot collaborazione scena e costumi Daniele Coppolecchia assistente scena e costumi Annarita Gaudiomonte-Diouf assistente alla regia Raphaël Haberberg traduzione di Michel Vittoz produzione Compagnia Nostos Me 15.03.2017 ore 20:30 Teatro Foce Spettacolo in francese con sopratitoli in italiano I personaggi di “Hedda Gabler” vogliono sapere tutto. La loro unica ragione di vita è dominare la vita dell’altro, distruggendola o ricostruendola. Hedda, figlia del defunto generale Gabler, è la moglie di Tesman, giovane professore di storia medievale. Ejlert Lövborg, vecchio amante di Hedda e rivale accademico di Tesman, torna in città seguito dalla sua nuova amante, Théa Elvsted, che risulta essere una vecchia fiamma di Tesman. Il passato assale il presente, il gioco al massacro ha inizio, la rivalità tra Lövborg e Tesman esplode, Hedda, incinta, si ritrova prigioniera della tela che lei stessa ha tessuto. Con la complicità di un giudice molto ambiguo, la storia raccontata spinge i personaggi attorno alla scomparsa di un’importante opera inedita sul futuro della civiltà. Cosa si può dire di quest’opera e quali parole possono trasformarsi in azione? Un’affabulazione del quotidiano, un racconto noir d’inizio secolo che nasconde la potenza di una tragedia greca. 8/11 LuganoInScena Piazza Bernardino Luini 2 6901 Lugano T +41 (0)58 866 42 73 [email protected] www.luganoinscena.ch NATURA MORTA CON ATTORI di Fabrizio Sinisi regia di Alessandro Machìa con Alessandro Averone e un’attrice in via di definizione scene Elisabetta Salvatori video project mapping Stefano Fiori costumi Sara Bianchi luci Chiara Martinelli assistente alla regia Sonia Merchiorri produzione AC ZERKALO Ve 17.03.2017 ore 20:30 Sa 18.03.2017 ore 20:30 Teatro Foce Un uomo e una ragazza: Matteo e Marta. Marta sogna di fare l’attrice ma si prostituisce, e cerca in maniera febbrile la via per la santità: “come Santa Pelagia che coperta d’oro lottò col buio e vinse”. Matteo in passato forse scriveva poesie, ora fa il killer di poeti perché la loro presenza gli ricorda “la mia assenza da questo mondo, da ogni mondo”. Si conoscono in internet e decidono di incontrarsi, ma sembrano essersi già incontrati anni prima: a Venezia, durante una manifestazione studentesca. Dall’incontro nasce un dialogo disperato, feroce, destinale, alla ricerca della verità, la verità con se stessi e con gli altri, “l’assoluta e radicale sincerità”, la sola possibile per poter davvero essere qualcosa: per non limitarsi ad essere parlati, ma parlare – non essere vissuti ma vivere. 9/11 LuganoInScena Piazza Bernardino Luini 2 6901 Lugano T +41 (0)58 866 42 73 [email protected] www.luganoinscena.ch IL CIELO NON È UN FONDALE di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini con Francesco Alberici, Daria Deflorian, Monica Demuru e Antonio Tagliarini collaborazione al progetto Cristian Chironi assistente alla regia Davide Grillo disegno luci Gianni Staropoli produzione A.D., Sardegna Teatro, Teatro Metastasio di Prato, ERT – Emilia Romagna Teatro, Romaeuropa Festival in coproduzione con Odéon – Théatre de l’Europe, Festival d’Automne à Paris, Théatre de Vidy, Sao Luiz – Teatro Municipal de Lisboa Ve 24.03.2017 ore 20:30 Sa 25.03.2017 ore 20:30 Teatro Foce “Abbiamo indagato – spiegano gli autori dello spettacolo – il paesaggio urbano, la città come figura, l’abitare come gesto quotidiano impercettibile ma sostanziale per la nostra vita. Per la prima volta nella storia, più della metà della popolazione mondiale vive in città. Cinquant’anni fa era un terzo, entro il 2050 saranno due terzi. Alla fine di quello che gli esperti hanno ribattezzato “il secolo metropolitano”, otto persone su dieci vivranno in una zona urbana. Abbiamo interrogato la Storia su quel passaggio chiamato “modernizzazione” e su questa attrazione fatale per la vita metropolitana. Una questione ecologica, morale, collettiva, complessa. Da una parte c’è Cechov che fa dire ad una sua figura in quel capolavoro che è “Il giardino dei ciliegi”: “Perché io sono nata qui, qui sono vissuti mio padre e mia madre, mio nonno, io amo questa casa, senza il giardino dei ciliegi io non capisco più niente della mia vita, e se è proprio necessario venderlo, allora vendete anche me insieme al giardino”. Ma ecco che basta una piccola didascalia e l’ascia comincia, implacabile, ad abbattere il giardino. Dall’altra, in controcanto con la nostalgia impotente degli eroi cechoviani, ci sono progetti come quello della scrittrice francese Annie Ernaux che, all’interno del suo immenso Écrire la vie (Scrivere la vita), ha dedicato un anno a un diario sulle sue ‘scappatelle’ quotidiane in un centro commerciale nei sobborghi parigini, per lei imperdibile luogo di osservazioni e affezioni. Straordinario nella sua semplicità, il diario si intitola Regarde les lumières, mon amour (Guarda le luci, amore mio), frase che l’autrice ha sentito dire da una mamma alla sua bambina, indicandole le luci di Natale del centro commerciale. “Il cielo non è un fondale”, nonostante la negazione del titolo, vuole rafforzare il dialogo tra lo spazio della finzione (e quindi del fantastico, dell’utopia, dello scarto, ma anche della fuga, del rifugio, della gabbia) e lo spazio esterno, il reale. È un dialogo sempre più necessario.” 10/11 LuganoInScena Piazza Bernardino Luini 2 6901 Lugano T +41 (0)58 866 42 73 [email protected] www.luganoinscena.ch LA DONNA CHE LEGGE di Renato Gabrielli regia di Lorenzo Loris con Massimiliano Speziani, Cinzia Spanò e Alessia Giangiuliani musiche Simone Spreafico scene e costumi Lorenzo Loris luci Alessandro Tinelli produzione Teatro Out Off Me 12.04.2017 ore 20:30 Teatro Foce C’è un conflitto tra sessi, che non deflagra mai veramente. C’è un conflitto generazionale, più dichiarato che vissuto. C’è voglia di fuggire, ma anche l’ipnotico richiamo casalingo di un mare che assomiglia a una palude. Si parla di soldi e ci si pensa parecchio; e le persone sono infelici. Ma questo non perché il denaro generi infelicità: al contrario, è per disperazione che ci si affanna a far soldi. Non manca, confusamente, perversamente, l’amore; ma proiettato in un altrove impossibile, o perduto. I personaggi de “La donna che legge” si cercano con passione a vicenda, sempre nel posto e nel tempo sbagliato. La partitura testuale, affidata a tre voci narranti che a tratti si identificano coi personaggi, segue lo sviluppo di questo anomalo “triangolo” amoroso fino al suo inquietante scioglimento. “La donna che legge” prende spunto dal ricordo di ambienti e persone di una città italiana di provincia, sul mare, dall’analisi di un capitolo dell’“Ulisse” di Joyce, “Nausicaa”, e dalla lettura dello stimolante saggio di Francesca Serra “Le brave ragazze non leggono romanzi”. 11/11