numero di piante morte dopo it trapianto (Fig. 85). In tutti gli esperimenti, le piante trattate con valifenalate hanno raggiunto un'altezza superiore a quella del testimone non trattato (differenze tra le medie significative per P = 0,01). La percentuale di piante morte dopo it trapianto nelle tesi irrorate con valifenalate e variata dallo 0 al 10% mentre nel testimone ALTERAZIONI DI ORIGINE BATTERICA SU RANUNCOLO, SALVIA E ROSMARINO non trattato e variata dal 20 al 40%. Nelle piante di rosa inoculate con P citrophthora l'efficacia del valifenalate non si e discostata in misura significativa da quella dell'Aliette. Quattro mesi circa dopo l'inoculazione, la lunghezza media dei cancri alla base del fusto delle piantine di rosa testimoni e di quelle trattate preventivamente con valifenalate e risultata Patrizia Martini - Marco Odasso - Stefano Rapetti - Laura Repetto - Elisabetta De Rino - Catiuscia Gul lone rispettivamente di 12,8 e 3 mm (differenza tra le medie significativa per P = 0,01). Il valore corrispondente per le Istituto Regionale per la Floricoltura - Sanremo (IM) piante trattate con Aliette e stato di 3,9 mm. I risultati confermano che it valifenalate su piante erbacee e arbustive e un prodotto sistemico e dimostrano che questo p.a., proposto inizialmente come antiperonosporico, pu6 essere efficace anche contro i marciumi radicali di piante ornamentali causati da specie terricole di Phytophthora. Vengono brevemente descritte tre alterazioni di origine batterica recentemente osservate in aziende del ponente ligure su piante di ranuncolo, salvia e rosmarino. Ranunculus asiaticus L. per it ponente ligure rappresenta ormai la specie da fiore piu diffusa dopo la rosa e soprattutto quella maggiormente in espansione nel panorama floricolo locale. Nel febbraio 2008, in un'azienda del sanremese specializzata nella coltivazione di ranuncolo da fiore reciso, si sono rinvenute alcune piante che manifestavano vistose alterazioni fogliari. I sintomi iniziali erano la comparsa sui lembi di piccole macchie a contorno irregolare, diffuse, inizialmente clorotiche e poi necrotiche; col tempo le macchie tendevano a confluire e potevano causare l'ingiallimento e it disseccamento, oltre che dell' intero lembo, anche degli steli. L'alterazione nei casi pi6 gravi si estendeva alle foglie vicine, fino ad interessare l'intera pianta che rapidamente deperiva. I sintomi osservati, per alcuni aspetti, ricordavano una batteriosi del ranuncolo di recente rinvenimento (Rapetti et al., 2002) causata da Pseudomonas viridiflava (Zoina et al., 2005), per cui a partire dai tessuti sintomatici si sono effettuati isolamenti su substrato semiselettivo per batteri (NSA) su cui si sono costantemente sviluppate numerose piccole colonie batteriche. Una decina sono state purificate e trasferite su altri substrati per batteri: su YDC davano origine a colonie gialle e mucoidi, e su King B non risultavano fluorescenti. Successivamente altri test hanno permesso di evidenziare che gli isolati in studio erano Gram negativi, ossidasi negativi e catalasi positivi; infine le inoculazioni per infiltrazione su foglie di tabacco (HR test) in 24 ore fornivano esito positivo. Sospensioni batteriche (10' CPU/nil) degli isolati in studio sono state utilizzate per inoculare foglie sane di ranuncolo: le inoculazioni sono state fatte sia per infiltrazione, sia appoggiando gocce delle sospensioni sulla pagina superiore delle foglie. Le piante inoculate sono state quindi mantenute in camera climatica a 25°C: dopo 48 ore sono comparse le prime necrosi sulle foglie inoculate per infiltrazione, mentre sulle altre le necrosi sono comparse dopo circa 4 giorni. Dai tessuti sintomatici si sono sempre reisolate colonie batteriche con caratteristiche del tutto simili a quelle inoculate. Dalle ricerche bibliografiche abbiamo trovato la segnalazione di un'alterazione da Xanthomonas campestris su ranuncolo (Azad et al., 1996): i sintomi fogliari descritti erano simili a quelli da not osservati ed anche le caratteristiche degli isolati batterici coincidevano. Abbiamo quindi condotto indagini biomolecolari mediante tecnica RFLP, impiegando la coppia di primer RST21 e RST22 come descritto nel lavoro di Azad et al., e in base ai risultati ottenuti abbiamo potuto identificare i nostri isolati come Xanthomonas campestris: per l'Italia 109 sarebbe, quanto ci risulta, la prima volta che questo patogeno viene rinvenuto su ranuncolo (Fig. 86). SPECIE Salvia officinalis L. e Rosmarinum officinalis L. sono due labiate largamente commercializzate come piante in vaso e vengono utilizzate sia in culinaria, sia per abbellire giardini e bordure. Nella primavera e nell'autunno del 2008, in alcune aziende della piana di Albenga (SV), si sono manifestate, a SU DI PIANTE PHYTOPHTHORA AROMATICHE ED ORNAMENTALI DELLA LIGURIA pin riprese, su piante di salvia e di rosmarino allevate in vaso, alterazioni fogliari aventi caratteristiche simili: comparsa di piccole macchie, dapprima bruno scure e poi necrotiche, infossate, a contorno irregolare, di diametro generalmente Patrizia Martini* - Antonella Pane ** - Silvia Scibetta*** - Marco Odasso* - Stefano Rapetti*- Laura Repetto*- compreso tra 0,2 e 0,5 mm Su salvia le macchie tendevano ad allargarsi e lentamente confluivano, mentre su rosmarino una volta comparse non si estendevano molto; in entrambi i casi le foglie colpite col tempo ingiallivano e disseccavano (Fig. 87). Elisabetta De Rino*- Santa Olga Cacciola *** A partire da tessuti fogliari sintomatici, sono stati effettuati isolamenti su PDA, da cui non si 6 mai ottenuto lo sviluppo di funghi fitopatogeni, e su NSA, substrato semiselettivo per batteri su cui invece si sono ripetutamente sviluppate colonie **Dipartimento di Scienze e Tecnologie Fitosanitarie batteriche, traslucide, non levaniformi. Si sono quindi purificati cinque isolati per ciascun campione analizzato e tutti, in base *Istituto Regionale per la Floricoltura - Sanremo (IM) University degli Studi di Catania - Catania ***Dipartimento di Chimica biologica, Chimica medica e biologia molecolare - University degli Studi di Catania Catania ai saggi condotti, sono risultati costituiti da batteri Gram negativi, fluorescenti su King B, ossidasi negativi e argininodeidrolasi negativi; inoltre tutti mostravano attivita pectolitica su tasselli patata e, una volta inoculati su foglie di tabacco, determinavano reazione di ipersensibilita in 24 ore. Gli isolati in studio sono stati quindi reinoculati sui rispettivi ospiti, appoggiando su tessuti fogliari di piante sane gocce di sospensioni batteriche (107 CFU/ml). Le piante inoculate sono state trasferite in camera climatica a 25°C: dopo 48 ore sono comparsi i primi segni dell'infezione, e nell'arco di altre 48 ore i sintomi coincidevano con quelli originariamente osservati: da questi tessuti si sono sempre reisolati batteri del tutto simili a quelli inoculati. In base alle analisi condotte gli isolati in studio sono stati identificati come Pseudomonas spp.; e in corso l'identificazione delle specie. Per quanto a not noto, riteniamo che sia la prima volta che in Italia si osservano alterazioni fogliari di origine batterica su salvia e rosmarino. Lavori citati AZAD H. R., VILCHEZ M., PAULUS A. 0., COOKSEY D. A. (1996) - A new ranunculus disease caused by Xanthomonas campestris - Plant Disease, 80, 126-130. RAPETTI S., MARTINI P., GULLONE C., REPETTO L., TAMIETTI G. (2002) - Una nuova malattia del ranuncolo causata da Pseudomonas sp. Informatore Fitopatologico, 6, 53-55. ZOINA A., PUPOLO G., PASINI C., D'AQUILA F., CozzouNo L., Rmo A. (2005) - Pseudomonas viridiflava agente di una grave alterazione su ranuncolo da fibre reciso. Colture Protette 9, 107- 111. Nel corso degli ultimi anni nel ponente ligure sono state rinvenute numerose malattie causate da specie di Phytophthora su piante aromatiche, floricole ed ornamentali (Fig. 88). Queste malattie rappresentano una delle problematiche maggiormente in evoluzione nelle nostre zone; infatti si osserva un costante aumento del numero di specie ospiti, nonche una maggiore intensity dei danni da esse provocati, non solo nei vivai e nelle coltivazioni, ma anche in ambienti non strettamente legati al mondo produttivo, quali parchi e giardini. Deperimenti associati a marciumi della parte basale del fusto e delle radici sono stati rinvenuti su molte specie: alcune coltivate per la raccolta della fronda (verde, o con fiori o bacche), quali mimosa, banksia, chamelaucium, choisya, ginestra, formium, fotinia, palma, peperoncino ornamentale, pittosporo e viburno; altre coltivate in vaso, quali margherita, ciclamino, dipladenia, impatiens, lavanda, orchidea, origano, poligala, salvia e timo; altre ancora per la raccolta del fiore, tra cui agapanto, anemone, limonium e ranuncolo. In altri casi invece i sintomi erano piuttosto insoliti, ad esempio sono stati osservati seccumi rameali su piante allevate in vaso di forsizia, lavanda, mirto, rosmarino e salvia (Fig. 89). I campioni, prelevati durante numerosi sopralluoghi in aziende dell'imperiese e del savonese, sono stati sottoposti ad analisi di laboratorio: dalle piante sintomatiche sono stati effettuati isolamenti su substrato selettivo PARPNH e su PDA prelevando tassellini di 2-5 mm di diametro dai tessuti infetti. In tutti i casi elencati sono state costantemente ottenute colonie fungine caratterizzate prevalentemente da micelio rado, bianco/ialino, aderente al substrato, che all'osservazione microscopica risultava costituito da ife irregolari cenocitiche. Spesso le colonie isolate hanno differenziato sporangi, a volte papillati, di vane dimensioni, e talvolta si e osservata anche la presenza di clamidospore. Gli isolati di Phytophthora sono stati pertanto identificati in base alle caratteristiche morfologiche, colturali e al fenotipo elettroforetico delle proteine totali e degli isoenzimi. L' identificazione degli isolati e stata, inoltre, confermata dall'analisi molecolare dei profili di restrizione (RFLP) e dal sequenziamento delle regioni ITS del rDNA (Cacciola et al., 2001). In base ai risultati ottenuti, e stato possibile attribuire la maggior parte degli isolati in studio a Phytophthora nicotianae. Altre specie identificate, ma meno 110