PROF.SSA ENRICA MORLICCHIO
DISPENSA DI SOCIOLOGIA ECONOMICA (ad uso degli studenti che hanno seguito il corso)
A.A. 2014-2015
N.B. E’ vietata ogni citazione di parti del testo. La dispensa ha solo scopi didattici
MODULO 1
CHE COS’E’ LA SOCIOLOGIA ECONOMICA (SE)?
La SE studia i rapporti di interdipendenza fra fenomeni economici e fenomeni sociali:
come i fenomeni economici influenzano la società e come i fatti sociali entrano nel funzionamento
dell’economia, come le variabili sociali e politiche (relazioni di potere; istituzioni, network sociali)
influenzano le scelte economiche e concorrono a determinare differenti tipi di sistemi economici.
Esempio di interdipendenza: la società fordista-taylorista è una forma di organizzazione del lavoro e della
attività economica, che ha che fare con la produzione e distribuzione delle risorse ma anche una modalità
specifica di soddisfare la riproduzione sociale e dunque ha a che fare anche con l’organizzazione della
società
Società fordista-taylorista= mercato del lavoro dominato dalla grande impresa (al cui interno prevalgono i
metodi tayloristici di organizzazione del lavoro) + famiglie nucleari basate su un unico o prevalente reddito,
quello del maschio capofamiglia e strutturate in base ad una rigida divisione dei ruoli (modello male
breadwinner) + consumo di massa di beni standardizzati e aspirazione a livelli maggiori di istruzione e
mobilità sociale
QUANDO NASCE LA SOCIOLOGIA ECONOMICA?
La SE nasce all’inizio del Novecento in Germania grazie a Weber, Simmel e Sombart.
La divisione sociale del lavoro di E.Durkheim è del 1893. La filosofia del denaro di Simmel è del 1900. L’etica
protestante e lo spirito del capitalismo del 1905. Economia e società (1908-1920)
Poi ci sarà un lungo periodo di “quiescenza” dominato dal modello neoclassico dell’attore razionale che
agisce in modo isolato dal contesto culturale e sociale in cui è immerso. Gli ultimi contributi che si pongono
il problema di un’analisi istituzionale del capitalismo risalgono agli anni 40 del 900 con Schumpter e Polanyi.
I classici avevano una visione unitaria delle scienze sociali mentre le tre sfere di azione – economica, sociale
e politica – diventano oggetto di tre discipline separate. L’economia neoclassica acquisisce il monopolio
dell’analisi dei comportamenti economici,
Istituzioni
STATO
MERCATO
Criteri di azione
Autorità
(gerarchia)
Scambio
(massimizzazione
interessi)
Imprenditori
consumatori
Sistema economico
economia
Attori principali
Burocrazie
pubbliche
Sistemi di interazione Sistema politico
Scienze
sociali Scienza politica
specializzate
COMUNITA’
Solidarietà
degli Condivisione di valori)
e Famiglie e altri gruppi con
identità collettive
Sistema sociale
sociologia
Istituzioni= organizzazioni + sistemi di regole
Organizzazioni= imprese, sindacati, collettività concrete che coordinano le risorse umane e materiali in vista
del raggiungimento di uno scopo
Istituzionalizzazione= processo di stabilizzazione delle relazioni sociali come effetto dell’azione delle
organizzazioni
Domande decisive:
a) La tendenza alla istituzionalizzazione tipica della vita sociale agisce anche nella sfera cosidetta del
mercato “autoregolato”? Il “mercato autoregolato” è una utopia?
b) Esiste una costruzione sociale che riguarda specificamente la vita economica?
c) Quali sono le istituzioni e i processi di istituzionalizzazione che investono la vita economica?
DIFFERENZE DI APPROCCIO TRA ECONOMISTI E SOCIOLOGI ECONOMICI
differenze
Economia
Sociologia
economica
scopo
dell’analisi
Spiegazione
Fare
previsioni
metodo
attore
Gli economisti
partono
da
modelli
economici
formali basati su
astrazioni o dati
ufficiali
Costruzione di
modelli
interpretativi
universalmente
validi (es teoria
dell’equilibrio
generale
di
mercato)
Soggetto
tendenzialmente
isolato legato agli
altri
soggetti
soltanto
indirettamente ad
esempio tramite le
leggi
di
funzionamento del
mercato (domanda
e offerta)
Homo economicus
Descrizione e I
sociologi
comprensione partono
dai
fenomeni
Producono quasi
sempre i propri
dati
Tendono
a
mostrare
la
particolarità
e
l’unicità
dei
fenomeni
azione
Si concentrano su
un tipo specifico
di
azione,
l’azione
economica
razionale (ovvero
un’azione
che,
dato un insieme
di
preferenze,
cerca
quelle
alternative che
massimizzano
l’utilità
per
l’individuo e per
l’impresa
Nella prospettiva
economica
l’azione
è
interpretata
in
termini
di
individualismo e
utilitarismo
L’attore
è
in L’azione
relazione con altri economica
è
influenzata anche
da
valori,
tradizioni, norme
diverse. Esistono
poi diversi tipi di
razionalità
(rispetto
allo
scopo, al valore)
Importanza dei
processi
di
socializzazione
vincoli
all’azione
Gli economisti
vedono
le
azioni
economiche
vincolate
soprattutto
dalla
scarsità
di
risorse
Vincolati
sia
dalla
dalla
scarsità
di
risorse ia dalla
struttura
sociale e dal
significato che
gli
attori
economici
attribuiscono
alla
loro
azione
MODULO 2
IL CONTRIBUTO DI KARL POLANYI ALLA SOCIOLOGIA ECONOMICA
LE DUE DEFINIZIONI DI ECONOMIA:
in senso sostanziale: insieme delle attività orientate alla produzione, alla distribuzione e al consumo di beni
e servizi per la sussistenza dell’uomo
in senso formale: insieme di attività e organizzazioni che producono beni e servizi distribuiti attraverso
scambi di mercato
Gli economisti fanno riferimento alla definizione formale di economia
LE TRE FORME DI INTEGRAZIONE ECONOMIA/SOCIETA’
Le forme di integrazione sono movimenti istituzionalizzati del processo economico che connettono cose
con persone. Sono “strutture portanti” (che Mingione chiama “fattori socio-organizzativi”)
Forme
di RECIPROCITA’
integrazione
Principi guida
simmetria
Istituzioni
famiglia, parentela
comunità
Sequenza
AB/BA
oppure
AB/BA/CA
Sanzioni
Aspettative
di
istituzionali
comportamento
Embeddness
si
REDISTRIBUZIONE
SCAMBIO
Centralizzazione/decentralizzazionei autoregolazione
strutture burocratiche, autorità mercato
politica
BA/CA/DA/EA/ e A/BCDE
nessuna
Regole formali
si
Interesse
individuale
(sanzione non sociale)
no
IL DOPPIO MOVIMENTO: embeddedness/disembeddedness (incorporazione/disabilitazione dei legami
sociali)
Per Polanyi il mercato non può essere totalmente disembedded perché il tentativo di imporre il mercato
autoregolato produce forme così distruttive della socialità da richiedere una qualche forma di regolazione.
Gli attori sociali sono immersi in strutture sociali delle quali vengono disancorati per poi costruirne delle
nuove nelle quali vengono incorporati (riferimento al “doppio movimento” di Polanyi).
Radicamento sociale dell’azione economica. “Radicato” = plasmato da istituzioni preesistenti e da altri
fattori non economici
DESOCIALIZZAZIONE-RISOCIALIZZAZIONE
MODULO 3
LA NUOVA SOCIOLOGIA ECONOMICA (NSE)
Nel secondo dopoguerra la SE si frantuma in sociologia della modernizzazione, dell’organizzazione, del
lavoro, delle relazioni industriali. Essa conosce una rinascita a partire dagli ultimi due decenni del 900 con la
nuova sociologia economica (NSE) quando divenne chiaro che non si potevano spiegare il mercato del
lavoro, i distretti industriali senza chiamare in causa variabili di tipo non economico. La costruzione sociale
del mercato è problematica perché il mercato non contiene in sé stesso i principi regolatori, ma deve
cercarli all’esterno
Il “manifesto” di questo nuovo orientamento della sociologia economica è l’articolo pubblicato nel 1985 da
Mark Granovetter.
Del paradigma del mercato Granovetter critica soprattutto l’idea di attore atomizzato nelle due diverse
versioni: quella ipersocializzata (oversocialized) della sociologia funzionalista, secondo la quale l’attore
mosso solo da norme sociali interiorizzate, e quella sottosocializzata (undersocialized)degli economisti
neoclassici che vedono l’ individuo sganciato dai vincoli sociali. Per Granovetter “nonostante l’apparenete
contrasto, enttrambe hanno in comune la medesima concezione dell’azione e della decizione come svolte
da attori atomizzati”
Rispetto a Parsons Granovetter sottolinea come il contesto sociale in cui si muove l’individuo non può
essere ridotto alla scelta tra conformità alle norme e devianza perché gli attori non “aderiscono
passivamente ad un copione scritto per loro da una particolare intersezione di categorie sociali a cui capita
loro di appartenere”; rispetto agli economisti neoclassici sottolinea come l’azione anche quando è
orientata a massimizzare l’utilità personale non può essere compresa al di fuori delle rete di rapporti sociali
e istituzionali in cui essa è “radicata” dal momento che “gli attori non si comportano e non decidono come
atomi al di fuori di un contesto sociale”
L’azione economica dunque per Granovetter può essere analizzata come un’azione sociale.
Azione sociale= azione non occasionale, orientata, che tiene conto del modo in cui viene recepita dagli
attori circostanti
La NSE presenta due direzioni di studio principali:
a) L’importanza delle forme di regolazione politica ed istituzionale delle attività economiche (political
economy comparata)
b) L’importanza dei network informali, delle piccole imprese familiari, delle enclave economiche ti
tipo etnico
Inoltre la nuova sociologia economica riprende dai classici l’importanza della DIMENSIONE STORICA E
PROCESSUALE DEI FENOMENI
La differenza tra i classici (Marx, Weber, Durkheim ) e i contemporanei è che i primi hanno cercato di
studiare in che cosa il capitalismo si distingue dal feudalesimo, quindi si sono concentrati sul problema delle
origini del capitalismo
Marx------transizione dal feudalesimo al capitalismo, l’accumulazione originaria
Durkheim------solidarietà meccanica (tutti fanno le stesse cose) alla solidarietà organica (basata sulla
specializzazione dei compiti)
Weber ----il ruolo dell’etica protestante
I contemporanei invece hanno cercato di approfondire quali sono le differenti forme di capitalismo
(varieties of capitalism)
Il libro di Peter A. Hall e David Soskice (eds.), Varieties of Capitalism: The Institutional Foundations of
Comparative Advantage, Oxford: Oxford University Press, 1–70, pubblicato nel 2001, è considerata la Bibbia
della NSE .
MODULO 4
SOCIOLOGIA DELLA VITA ECONOMICA di Enzo Mingione
La tesi del libro è che l’egemonia esercitata in passato dal paradigma del mercato autoregolato ha impedito
di comprendere appieno la struttura dell’organizzazione delle società contemporanee, nell’ambito delle
quali i principi individualistici debbono convivere con quelli della reciprocità e della associatività.
Infatti per Mingione il paradigma del mercato autoregolato si basa su tre assunti erronei:
a) la sovrastima della “tendenzialità industriale”
b) la scarsa considerazione delle persistenze e delle discontinuità che caratterizzano il mutamento,
esemplificate da termini quali post-industriale, post-moderno, post-fodista
c) l’attribuzione del ruolo di variabili dipendenti ai fattori sociali.
Nella prima parte del libro Mingione sviluppa la critica al paradigma interpretativo basato sulla importanza
esclusiva o predominante del mercato. La tesi sostenuta è che le relazioni di mercato non costituiscono di
per sé un fattore socio-organizzativo, ma sono inserite entro sistemi di organizzazioni sociali.
Ci sono due tipi puri di fattori socio-organizzativi: reciprocità (basato su sistemi di valori comuni) e la
associazione (basata su interessi comuni derivanti da condizioni lavorative o economiche comuni).
L’associazione implica l’azione collettiva di un gruppo. Per Mingione l’associazione è un fattore chiave per
comprendere le società fordiste-welfariste; i contesti di reciprocità assumono più importanza nelle società
frammentate contemporanee. I network associativi, come le classi sociali e i sindacati, si stanno
indebolendo, mentre assumono maggiore importanza i legami comunitari.
Mingione, rifacendosi all’analisi di Polanyi, mostra come lo sviluppo delle società industriali moderne
producano un doppio movimento: embeddness- disembeddness; cui segue disembeddness riembeddness.
I movimento: Pressione di sradicamento messa in moto dal mercato
La forza di sradicamento sociale:
a) emancipa gli individui dai contesti sociali preesistenti (comunità, famiglie patriarcali, ruoli
tradizionali)
b) li priva delle protezioni sociali e li obbliga a costruire nuovi legami sociali
Qui Mingione riprende la critica di Nancy Fraser a Polanyi: anche se egli non idealizza la società tradizionale
non vede i processi di emancipazione legati all’affermazione del mercato così come i deficit di integrazione
della società, la burocratizzazione, il paternalismo . Il mercato sradicato dalla comunità contadina è anche
una forza di emancipazione che crea tuttavia deficit di protezione sociale: da qui la necessità di forme di reembeddness.
Per comprendere le dinamiche di sradicamento seguite all’affermazione del mercato si rimanda alla lettura
del 24° capitolo del Primo Libro de Il Capitale di Marx (vedi testi di esame)
II movimento: Ricostruzione di nuovi legami e forme di protezione sociale
Si creano nuove modalità di radicamento sociale attraverso:
a) costruzione di nuove identità individuali e nuove disponibilità alla partecipazione e all’azione che
danno vita a movimenti di emancipazione
b) creazione di nuovi legami sociali e sistemi di protezione sociale
Mingione sottolinea rispetto a Polanyi che il movimento di riembeddness può risultare insufficiente e fare
emergere spinte alla disgregazione sociale e alla disaffiliazione. Inoltre Mingione pone l’accento sul
processo discontinuo e diversificato di ricostruzione dei contesti di socialità che spiega la “varietà dei
capitalismi”
Incrociando la dimensione del ciclo storico con quella dei principi socio organizzativi Mingione individua 3
diversi modelli di sviluppo:
1. Modello inglese (caratterizzato da processi di proletarizzazione radicale)
2. Modello liberale(USA e altri) caratterizzato da processi di proletarizzazione legati soprattutto a
fenomeni di immigrazione
3. Modello di proletarizzazione parziale, caratterizzato dalla persistenza della questione contadina,
dalle microimprese e dal lavoro autonomo
Quest’ultimo modello presenta a sua volta tre varianti: la variante socialdemocratica, la variante
conservatrice continentale e la variante sud europea