AGGIORNAMENTI ATTIVITÀ REGOLATORIE La nuova versione della Dichiarazione di Helsinki 152 sfruttare quelle più povere testando su queste ultime nuovi farmaci, i quali però potranno essere disponibili solo a chi ha i soldi per comprarli. La popolazione coinvolta nello studio di nuovi farmaci dovrà essere garantita nel suo diritto a beneficiare dei risultati della ricerca indipendentemente dalle disponibilità economiche o da impedimenti di altra natura. 3. Viene affermato con forza che qualsiasi studio volto a documentare l’efficacia di un trattamento deve comunque garantire ai partecipanti la miglior terapia disponibile. Solo in caso di mancanza di un efficace trattamento si potrà ricorrere al confronto col placebo. Si tratta di un grosso passo in avanti verso la protezione dell’individuo che partecipa alla ricerca, e che dovrebbe porre fine alle richieste di modifica, spesso non motivate, formulate da alcune istituzioni regolatorie e aziende farmaceutiche, di poter condurre comunque studi contro placebo anche laddove esistono trattamenti efficaci consolidati. Richieste chiaramente non etiche. 4. Viene infine richiesto che tutti gli sperimentatori partecipanti allo studio dichiarino l’esistenza di eventuali interessi economici, o altri potenziali conflitti di interesse, in modo che si possa oggettivamente valutare il potenziale rischio dell’interpretazione dei dati di una ricerca motivata da altri interessi che non siano solo quelli scientifici. È auspicabile che la nuova versione della Dichiarazione di Helsinki sia utilizzata dai Comitati Etici non come un documento da allegare burocraticamente al protocollo di ricerca e alla documentazione “necessaria” per poter iniziare uno studio clinico, ma come espressione di una nuova cultura dell’etica sempre più vicina ai veri interessi dei soggetti della sperimentazione e delle popolazioni più in generale. La Dichiarazione di Helsinki è divisa in tre parti, di seguito riportate: A. Introduzione (punti 1-9); B. Principi fondamentali per tutta la ricerca medica (punti 10-27); C. Principi aggiuntivi per la ricerca medica associata alle cure mediche (punti 28-32).▲ Bibliografia L’Associazione Medica Mondiale (AMM), in occasione della sua 52a Assemblea Generale tenutasi ad Edimburgo nell’ottobre 2000, ha approvato una nuova versione della Dichiarazione di Helsinki, il documento di indirizzo più importante ed ampiamente accettato nel campo della ricerca medica su esseri umani. La Dichiarazione di Helsinki, adottata nel giugno 1964 dalla 18a Assemblea Generale dall’AMM, era già stata emendata dalla 29a Assemblea Generale di Tokyo, nell’ottobre 1975; dalla 35a Assemblea Generale di Venezia, nell’ottobre 1983; dalla 41a Assemblea Generale di Hong Kong, nel settembre 1989; dalla 48a Assemblea Generale tenutasi in Sud Africa, a Somerset West, nell’ottobre 1996. Le nuove raccomandazioni riguardano alcuni aspetti cruciali della ricerca clinica, aspetti in parte già presenti nelle precedenti versioni, ma che qui vengono ulteriormente approfonditi e chiariti anche alla luce dei nuovi problemi posti dalla ricerca. Quattro sono i temi affrontati: 1. Viene sottolineato di nuovo con forza e in modo inequivocabile come sia necessario ottenere il consenso informato, preferibilmente scritto, da parte di tutti i soggetti partecipanti alla ricerca e come la partecipazione alla ricerca di individui non in grado di fornire detto consenso debba risultare una rara eccezione alla regola. Sembrerà strano che ancora oggi, a distanza di più di vent’anni dalla promulgazione della Dichiarazione, vi sia la necessità di ribadire con forza l’importanza di tale raccomandazione. Al di là dei grandi limiti che caratterizzano (o possono caratterizzare) il consenso informato, appare inconcepibile che esso possa non essere richiesto. Purtroppo esempi recenti dimostrano il contrario (1) e tali evenienze probabilmente rispecchiano solo la punta di un iceberg. È auspicabile che il messaggio della AMM serva da stimolo, specie per i Comitati Etici, per iniziative di verifica sulla correttezza dell’informazione in merito realmente fornita al paziente, e ciò non con finalità punitive o di controllo burocratico, ma al fine di creare una cultura sempre più fondata sul rispetto dell’autonomia decisionale dell’individuo e sulla correttezza e rilevanza clinica della ricerca. 2. È stabilito che ogni ricerca deve garantire la possibilità di un beneficio reale a chi vi partecipa. Viene esplicitamente affermato che una ricerca risulta giustificata solo se la popolazione oggetto di studio potrà usufruire dei benefici eventuali derivati dalla ricerca stessa. È questo un chiaro segnale, rivolto a tutte le istituzioni di ricerca, con il quale si vuole evitare quanto già successo in passato e cioè che le popolazioni più ricche possano 1. Horton R. Retraction: Interferon alfa - 2b ... in Behcet’s di- sease. Lancet 2000; 356:1292. BIF Lug-Ott 2001 - N. 4-5