Bimestrale Anno XIX - numero 2 primavera 2010 - � 0,52 - Poste Italiane SpA - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Firenze 2 L’UOMO LA TERRA I SUOI FRUTTI All’interno I NUOVI ORARI PRIMAVERILI DEI PUNTI VENDITA CENTRO AGRO-COMMERCIALE DI SOLLICCIANO APERTO DALLE 8.00 alle 21.00 LE OFFERTE per Soci e Amici di Legnaia � precedente32 ������ �� �� �� successiva2 sommario editoriale 4 Il sole dietro le nuvole Orticoltura Ortive da trapianto: alla ricerca della qualità di Guido Monaci 6 Tecnica e agricoltura Principali patologie del tappeto erboso Prossima apertura del nuovo punto vendita di Prato e altre novità della Cooperativa di Alberto Lanzi Per la difesa della patata e delle colture agricole di Mauro Nosi 10 Attualità “Gestire la crisi”. Fondamentale è dotarsi di una cultura manageriale di Franco Spinelli Un solo prodotto per tre impieghi di Alessandro Gruppo 14 Zootecnia La faraona che viene da lontano di C. Sargentini e R. Tocci 16 Ambiente Quando il Mondo trema e ci fa tremare di Gianni Somigli Una nuova arma contro la Tuta Absoluta di Cam Ohelshlager 23 Cultura La facoltà di Agraria di Firenze è sempre di moda a cura della segreteria della facoltà Pianeta artigianato 27 28 29 30 Rubriche Notizie dalle Coop. di Legnaia Alimentazione e salute Coltivare che passione Elenco dei prodotti in offerta dal 23 marzo all’8 aprile Direttore responsabile Simone Tofani Direttore David Bocciolini Condirettore Stefano Meli Comitato di redazione Alberto Lanzi, Guido Monaci, Fabrizio Feci Editore Edimedia S.r.l. via Volturno, 10-12a 50019 Sesto F.no - FI tel. 055340811 - fax 055340814 [email protected] Stampa Nuova Cesat coop. ar.l. - Firenze - tel. 055300150 Reg. Trib. Firenze nr. 3949 del 12/3/1990 © Copyright: tutti i diritti riservati Tiratura 35.000 copie Informativa Privacy Ai sensi e per gli effetti del D.Lgs. 196/03 si informano i soci, gli amici di Legnaia e tutta la clientela che i dati personali raccolti presso i nostri punti vendita ed uffici sono soggetti al vincolo di riservatezza e saranno trattati soltanto per gli scopi annessi e connessi ai servizi e ai prodotti erogati dalla nostra società e dalle società da essa controllate e non eccedenti rispetto a tali finalità. Titolare del trattamento è la Società Cooperativa Agricola di Legnaia, presso la quale far valere i diritti di cui all’art.7. 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La crisi sta colpendo duramente anche l’agricoltura, già oppressa dalla burocrazia e piena di problemi e che ora si trova a combattere anche con il calo dei consumi e con i prezzi dei prodotti agricoli che spesso non coprono neppure i costi di produzione. Come conseguenza di questa situazione, nell’indifferenza delle istituzioni, una percentuale considerevole di aziende agricole rischia la chiusura. Se questo evento si dovesse verificare, ci sarebbero gravi danni per l’ambiente, il paesaggio, l’economia del nostro Paese. Non dobbiamo anche dimenticare che dietro i prezzi troppo bassi, spesso, si nasconde una realtà di sfruttamento, di sofferenza, di illegalità. I drammatici fatti della rivolta dei raccoglitori di arance in Calabria, ne sono una testimonianza. Ma continuiamo ad avere voglia di ottimismo. La Cooperativa di Legnaia ha chiuso un difficile 2009 con un incremento di vendite e di clienti ed un risultato migliore di quello del 2008 e continua a lavorare per un 2010 più positivo. 3 È ormai imminente l’apertura del nuovo punto vendita della Cooperativa a Prato e, con l’inizio della primavera – per agevolare soci e clienti - tutti i nostri punti vendita amplieranno l’orario di apertura (le indicazioni precise sono all’interno della rivista). Sta per partire una nuova iniziativa della nostra Cooperativa a sostegno delle aziende agricole toscane, per favorire ulteriormente la commercializzazione dei loro prodotti, perché solo un’attività agricola economicamente valida e che produce reddito per chi investe e ci lavora, può garantire un futuro per la nostra bella campagna Toscana. Progetto Tanzania: in questi giorni è in corso la quinta missione del Progetto, guidata da Simone Tofani e alla quale partecipano Alberto Lanzi e due testimoni, in rappresentanza dei soci agricoltori e degli amici di Legnaia. Vi relazioneremo ampiamente nel numero che uscirà a maggio. Mercoledì 13 aprile, dalle ore 9,30, presso l’aula magna della Facoltà di Agraria, a Firenze, ci sarà un convegno sul Progetto, con la presentazione di quanto fatto in questi anni e la testimonianza dei docenti che seguono il progetto e degli studenti della Facoltà che hanno operato in Tanzania. Dietro le nuvole, dunque, c’è il sole. Anche se tanti fatti che avvengono intorno a noi potrebbero essere motivo di scoraggiamento, spingere alla resa o alla fuga, vogliamo guardare avanti con impegno e un ragionavole ottimismo. Vogliamo lavorare per un futuro migliore per tutti e per questo contiamo sulla simpatia e sulla collaborazione di tutti coloro che si ritrovano nel “Mondo Legnaia”. David Bocciolini presidente Cooperativa Agricola di Legnaia successiva4 orticoltura Ortive da trapianto: alla ricerca della qualità dr. Guido Monaci Responsabile Centro produzione piantine ortofloricole Legnaia Vivai-Società Agricola a r.l. Risultati che si possono ottenere anche nel vivaio Nella coltivazione degli ortaggi, si è sempre fatto largo uso della pratica del trapianto; non serve andare molto a ri- troso nel tempo per ritrovare letti caldi, cassoni o lettorini posti a ridosso delle pareti o sistemati nelle zone meglio esposte, riscaldati mediante la fermentazione del letame, sapientemente controllata. Il vantaggio più evidente è l’anticipo nella produzione del pri- mo trapianto, cui si accompagna la possibilità di aumentare il numero dei cicli colturali su un determinato appezzamento; si ha inoltre una quantità minore di fallanze e una maggiore uniformità di sviluppo delle piante, con un minor consumo di acqua. Anche le erbe infestanti creano meno problemi, in quanto la pianta più grande entra più velocemente in competizione con le malerbe. Il progresso A partire dagli anni ’70, il sempre maggiore utilizzo delle materie plastiche e di altri prodotti industriali hanno portato grossi cambiamenti in tutto il mondo agricolo e nel settore orticolo in particolare, determinando anche una più accentuata specializzazione delle aziende. L’introduzione di molte sementi orticole ibride, più produttive, ma più costose e la realizzazione di macchinari quali seminatrici, cubettatrici, celle di germinazione hanno fatto sì che l’attività vivaistica si sviluppasse progressivamente. Anche nella Cooperativa di Legnaia, a partire dagli anni ’90, si è sentita l’esigenza di fornire ai propri soci e alla clientela piante che dessero la certezza di ottenere risultati soddisfacenti sotto il profilo della rispondenza varietale e della qualità complessiva del prodotto. Andiamo quindi ad illustrare come si possono valutare qualità e rispondenza, e quali i mezzi per ottenerle, e, ove possibile, migliorarle. La qualità delle piante Valutare la qualità complessiva della pianta non presenta particolari difficoltà, in quanto l’aspetto complessivo è sufficientemente indicativo; foglie e fusto devono essere ben proporzionati e robusti, il colore vivo, senza ingiallimenti o macchie; si deve vedere l’apice vegetativo, o l’abbozzo (altrimenti la pianta si dice “cieca”). Le radici deprecedente3 4 vono essere chiare, e coprire lo spazio a loro disposizione senza formare un feltro troppo fitto, anche se non tutte le specie hanno le stesse caratteristiche; ad esempio, porro e cipolla hanno generalmente poche radici, che non riescono a trattenere il pane di terra, senza che questo pregiudichi in nessun modo la qualità della piantina. La rispondenza varietale Quanto alla rispondenza varietale, difficilmente si può verificare fino a quando non è troppo tardi per porre rimedio, e quindi possiamo prevenire questo inconveniente solo servendoci di un fornitore che goda della nostra fiducia e con il quale si abbia un rapporto costante. Ma come si ottengono questi risultati in vivaio? Per quanto riguarda la rispondenza, è facilmente intuibile che l’ordine e la precisione nell’etichettatura sono indispensabili per non riservare cattive sorprese alla clientela; occorre inoltre servirsi solo di semente certificata e proveniente da produttore autorizzato, come del resto è previsto dalla legislazione vigente. Oltre alla scelta di una buona semente, per il raggiungimento del miglior livello qualitativo della pianta occorre controllare con cura tutte le fasi del ciclo, dalla semina alla commercializzazione, con particolare riguardo ad alcuni “punti critici”, che possono essere così schematizzati: • Semina e germinazione • Controllo di temperatura e umidità dell’ambiente di crescita • Controllo e gestione dell’irrigazione e della fertilizzazione • Prevenzione e cura di malattie e parassiti. Semina Una buona semina, eseguita adottando la giusta densità e copertura del seme è il primo passo di una buna riuscita; la sosta in cella di germinazione migliora in quantità e qualità il risultato della semina, purché le piante vengano tolte al momento giusto, quando il processo di germinazione è ben avviato, ma non si evidenziano piante “filate”, ovvero fuoriuscite dal terreno e allungate in cerca di luce. Temperatura In serra, la temperatura deve essere scrupolosamente controllata; in inverno mediante generatori di aria calda o altri sistemi di climatizzazione, mante- nendo la temperatura adeguata alla specie coltivata; temperature troppo basse provocano arresti di crescita non sempre facilmente reversibili e talvolta difficoltà nell’assorbimento degli elementi nutritivi. Aumentare eccessivamente le temperature in periodi di scarsa luminosità, oltre a rappresentare un aumento dei costi energetici porta alla produzione di piante deboli e più soggette a malattie. In estate il problema è ovviamente opposto e vi si pone rimedio aprendo le serre, ombreggiando, nebulizzando acqua nelle ore più calde. Irrigazione e fertilizzazione L’irrigazione è un’operazione che può apparire banale, mentre in realtà richiede occhio ed esperienza da parte degli operatori; dato che il volume a disposizione delle radici non è elevato le somministrazioni sono abbastanza frequenti, ma occorre tener conto che la presenza di acqua sottrae spazio per l’ossigeno necessario alle radici, per cui, se somministriamo acqua nei momenti in cui per qualche ragione non viene consumata si può creare uno stress che porta talvolta a un arresto dello sviluppo; l’umidità elevata, inoltre, è una condizione che favorisce lo sviluppo di malattie fungine. Nelle stagioni meno luminose e più fredde è buona norma, quando c’è necessità di irrigare, di eseguire questa operazione entro la mattinata, in modo da dare alla pianta il tempo di assorbire l’acqua necessaria ed asciugare quella in eccesso prima delle ore più fredde; in questo senso può essere utile consultare un buon servizio meteo e astenersi, se possibile, qualora le condizioni previste per la giornata non permettano alla pianta di asciugarsi adeguatamente. Nei periodi caldi questo problema si attenua, ma le irrigazioni ripetute tendono a dilavare il poco fertilizzante che i terricci torbosi sono in grado di trattenere, e quindi occorre fornire spesso concime attraverso l’acqua di irrigazione, servendosi di appositi miscelatori. In linea di massima, è 5 meglio concimare un po’ più spesso e limitare la dose del concime, per non creare eccessi salini che potrebbero danneggiare le piantine. Prevenzione e cura Ultimo punto, ma non per importanza, la prevenzione di malattie e attacchi parassitari; seguire adeguate procedure per evitare la diffusione di patologie è requisito indispensabile per ottenere l’autorizzazione all’attività vivaistica. Il controllo deve essere eseguito quotidianamente dal tecnico, dato che l’elevata densità di coltivazione permette una rapida diffusione degli agenti patogeni. Per la prevenzione di malattie fungine e batteriche si eseguono trattamenti di routine, sin dai primi stadi di sviluppo, iniziando all’emissione della radichetta, utilizzando principi attivi diversi durante la crescita, variati per evitare fenomeni di resistenza. Per quanto riguarda gli attacchi animali (insetti, artropodi), la soglia di intervento è molto bassa; in pratica, quando si avvistano adulti si esegue un’ispezione approfondita in cerca di larve o ovature e si interviene rapidamente. Da quanto detto potrebbe sembrare che l’utilizzo di agrofarmaci sia massiccio, ma in realtà non è così in quanto gli interventi preventivi (nel caso dei fungicidi) sono attuati a stadi precoci della pianta, quando la superficie fogliare è ridotta e di conseguenza anche il prodotto che si utilizza è pochissimo. Inoltre, come si è detto precedentemente, l’oculata gestione di irrigazione, concimazione e climatizzazione aiuta lo sviluppo equilibrato delle piante, rendendole meno soggette agli attacchi parassitari. Allo stesso modo, se gli interventi con prodotti insetticidi sono tempestivi, l’azione risulta più efficace, e di conseguenza non sono necessarie ripetizioni del trattamento. Concludendo, produrre una pianta sana è il presupposto per un pronto attecchimento e una rapida crescita, il che permette al coltivatore di utilizzare meno sostanze chimiche, a tutto vantaggio della salute degli operatori e del consumatore. successiva6 tecnica e agricoltura Principali patologie del tappeto erboso dr.Agr. Alberto Lanzi Ufficio tecnico Coop. di Legnaia Cosa occorre per ridurre il pericolo di attacco delle malattie fungine In questo periodo, chi possiede un tappeto erboso, dovrà provvedere alla sua protezione da eventuali danni causati sia da malattie fungine che da insetti. Una buona pratica di manutenzione, permette di ridurre il pericolo di attacco degli agenti sopracitati, quindi occorre: • adottare un programma di concimazione adatto alle essenze e alle condizioni pedo-climatiche; • favorire lo sgrondo delle acque e l’aerazione del terreno; • irrigare preferibilmente di mattino nelle stagioni intermedie; • rispettare l’altezza di taglio; • rimuovere il feltro. Il ricorso alla lotta chimica deve avvenire ai primi sintomi e solo sulle aree interessate per non distribuire grandi quantità di fitofarmaci ed alterare l’equilibrio della microflora utile. I tappeti erbosi soggetti a frequenti irrigazioni e tagli, come quelli dei golf, sono più sensibili agli attacchi dei patogeni che ne compromettono l’effetto estetico e funzionale. Di seguito analizzeremo le fitopatie che, maggiormente si riscontrano sui tappeti erbosi. Marciume grigio (Typhula incarnata) Marciume rosa invernale (Microdochium nivale) Sintomi Si riscontrano chiazze irregolari da 10 a 50 cm di diametro, con un alone verde-bruno all’esterno e una colorazione grigio-rosata all’interno, successivamente si disseccano. La malattia è più frequente con temperature fra 0 e 15°C, con clima umido; è favorita da un eccesso di azoto, da un pH alcalino e dalla presenza del feltro ed è più frequente sulle graminacee microterme in febbraio-marzo. l’attacco alle foglie si innesca dopo un prolungato periodo freddo e umido. La zona centrale della macchia può rivegetare, determinando un effetto visivo ad “anello”. La macchia si ricopre di micelio bianco che assume colorazione rosa con l’esposizione alla luce. Mal del piede delle agrostidi (Gaeumannomyces sp.) Sintomi L’erba decolora a piccole chiazze, diventa giallastra o brunastra e muore; le macchie si ingrandiscono ad anello, fino ad 10-30 cm per anno, il centro viene colonizzato da altre erbe. La malattia si sviluppa nei periodi temperati e umidi, su terreni poveri di materia organica e di fosforo. Sintomi Sul tappeto erboso si formano chiazze di piante scure del diam. di 3- 30 cm, rotonde od allungate, in cui le foglie assumono un colore rosa vivace per la presenza di fiocchi di micelio colorato. Malattia tipica della primavera e dell’autunno con clima molto umido, con temperatura fra 0 e 15°C, su tappeti di graminacee microterme in carenza di azoto, tale malattia è diffusa in tutta Italia. Macchia estiva (Fusarium sp. e Magnaporthe sp.) Sintomi Il prato è danneggiato da chiazze larghe da pochi cm ad alcuni decimetri, circolari; le foglie assumono colore verde chiaro e successivamente rosso-brunastro; nel periodo più caldo il colletto, le radici e gli stoloni diventano bruni e seccano; l’infezione è più frequente nella stagione calda. Fra le specie più attaccate ritrovo Poa e graminacee microterme, anche in conseguenza di stress da siccità. Marciume fogliare e delle giovani piante (Pythium sp.) Sintomi Ruggine Sclerotinia (Dollar spot) (Sclerotinia homeocarpa) Sintomi Sul tappeto erboso si notano numerose chiazze, di 2-5 cm di diametro, clorotiche o biancastre e successivamente bruno-giallastre, che tendono a confluire in ampie zone, necrotiche; le foglie presentano delle chiazze biancastre con un margine porpora. L’infezione è frequente da maggio a ottobre, con 15-30°C e clima umido, su tappeti rasati di frequente e coltivati su terreni Sintomi È caratterizzato dalla presenza di chiazze circolari, ricoperte da un micelio spesso, da bianco a grigio chiaro, larghe pochi cm; il tappeto diventa poi color grigio argento. La malattia si sviluppa in condizioni di clima freddo e umido, con temperature di 0-8°C e anche sotto la neve su terreno compattato e concimato con azoto in autunno. Tale malattia è poco frequente. precedente5 secchi, sabbiosi, poveri di azoto. E’ la malattia più diffusa in tutta Italia. È una malattia che si sviluppa con temperature medio-alte ed attacca esclusivamente steli e foglie. In presenza di rugiada la foglia può ricoprirsi di una muffa biancastra. Filo rosso (Laetisaria fuciformis) Helmintosporiosi (Helmintosporium sp. ed Exserohilum sp.) Sintomi Sulle foglie si sviluppano delle piccole macchie bruno violacee allungate che poi si estendono lasciando i tessuti del centro di colore chiaro; il tappeto ingiallisce. L’infezione è favorita dall’ombreggiamento, da temperature fresche (12-21°C) e da eccesso di azoto. Tale malattia si sviluppa più frequente su Lolium e Poa; Si controlla soprattutto con l’impiego di fertilizzanti azotati a lento effetto e con l’uso di varietà resistenti al patogeno. Macchia bruna (Rhizoctonia solani) Sintomi Il prato presenta ampie chiazze circolari, necrotiche, con un alone scuro, dovuto alla infezione contemporanea delle lamine fogliari; la malattia è favorita da temperature elevate; con alta umidità l’evoluzione è molto rapida, in caso di forti attacchi le piante muoiono; l’eccesso di azoto e le frequenti irrigazioni predispongono all’attacco. Macchia gialla (Rhizoctonia cerealis) Sintomi La Macchia Gialla (Rhizoctonia Cerealis) é una malattia che compare principalmente nei mesi autunnali, invernali e all’inizio della primavera. Colpisce il tappeto erboso in maniera superficiale e non interessa stoloni o radici; in presenza di Poa spp. e di Agrostide spp. la malattia é da considerarsi più grave anche se sono molto rari i casi in cui causa la morte del tappeto erboso. La Macchia Gialla é favorita da elevata umidità in presenza di basse temperature. Per prevenire la malattia, é consigliabile evitare concimazioni ad alto titolo d’azoto (specie al termine della stagione vegetativa) stress (altezze di taglio troppo basse, scarsa circolazione dell’aria ecc.) e prolungate bagnature. Macchia bruna Ruggine (Puccinia sp.-Uromyces sp.) Sintomi Sulle foglie si sviluppano delle pustole bruno rossastre o aranciate ed il tappeto secca. Gli attacchi ripetuti, che accelerano l’invecchiamento del tappeto, sono favoriti dal clima caldo umido (16-32°C) e da carenza di azoto. Sono frequenti su Poa e Lolium. In tal modo il tappeto assume la tipica colorazione giallo-rossiccia. In seguito ad attacchi massicci e per l’eccessiva perdita di umidità, le piante possono velocemente deperire. 6 Filo rosso Le piante più giovani di 3 mesi marciscono e si allettano; quelle più adulte subiscono un collasso dei tessuti fogliari che diventano molli e vischiosi e di colore bruno; la malattia ha un decorso molto rapido in condizioni di clima temperato e umido, su tappeti con eccesso di azoto e formati in prevalenza da Festuca, Lolium e Poa. Il taglio dell’erba umida, contribuisce alla diffusione della infezione. Attacca foglie e radici in concomitanza di periodi caldo umidi. L’attacco alle radici determina il rallentamento della crescita e la perdita di colore del tappeto erboso. 7 successiva8 una profondità di 25-30 cm, sgretolandola finemente, se le ife sono più profonde, fare dei buchi nel terreno a una distanza di 10 cm per tutta la zona interessata. Tipule Sintomi In primavera si notano chiazze di erba appassita e con le giovani foglie mangiate; sotto il tappeto si trovano delle larve lunghe 3-4 cm. grigie, apode che si nutrono, durante il giorno, delle radici e, durante la notte, del fusto e delle foglie delle graminacee del prato. Cerchio della strega Mal bianco o Oidio (Erysiphe graminis) Il mal bianco attacca i tappeti erbosi scarsamente soleggiati e poco arieggiati con una temperatura ottimale all’incirca di 20° C. E. graminis agisce dalla primavera all’autunno; sulle foglioline si nota una polvere bianco-grigiastra; le foglie iniziano a ingiallire, necrotizzano, assumendo una colorazione bruno scuro. Le cause predisponenti alla malattia sono eccesso di azoto, zone d’ombra c0on umidità elevata e scarsa ventilazione, presenza di feltro. La prevenzione si attua con pratiche agronomiche appropriate. Cerchio della strega (Clitocybe Spp.) Agenti di questa micopatia sono precedente7 diversi (Clitocybe, Coprinus, Lepiota, Marasmius e Psalliota) ed alla primavera si notano anelli circolari, o ad arco, di colore verde scuro, separati da una striscia di erba morta dove è presente una fitta rete di ife fungine, che raggiungono anche i 40 cm di profondità; sono quest’ultime la causa dell’erba morta, in quanto impediscono l’approvvigionamento di sostanze nutritive e acqua Per combattere questo fungo, ma il risultato si ha solo se si è preso in tempo altrimenti è più difficoltoso, si interverrà annaffiando la zona morta (2l/m²) con una soluzione acquosa di solfato di ferro (400g/5l di acqua); se invece il cerchio è già consolidato si dovrà rimuovere la zona colpita estendendo l’asportazione per 30 cm all’interno è all’esterno; la zolla andrà bruciata cercando di non fare cadere la terra infetta. Smuovere la terra per 8 Nottue (Agrotis segetis) Sintomi In giugno-luglio o in settembre-ottobre, le vegetazioni vengono recise sopra il colletto da larve, di colore grigio scuro, lunghe circa 5 cm, con attività alimentare notturna. Elateridi (Agriotes) Sintomi Chiazze di tappeto si strappano facilmente e crescono stentate, le radici sono perforate da larve allungate, cilindriche, giallastre, lunghe 3 cm; i danni sono più evidenti in primavera e in autunno. Prima di procedere alla cura è necessario individuare con chiarezza l’agente patogeno e, in ogni caso, è bene rivolgersi a uno specialista agronomo fitopatologo in grado di consigliare per ogni situazione l’agrofarmaco più idoneo. tecnica e agricoltura Per la difesa della patata e delle colture agricole dr. Mauro Nosi BASF Italia - Div Agro Alverde è il nuovo insetticida ad ampio spettro Ecco quali sono i punti di forza di Alverde®, nuovo insetticida ad ampio spettro a base di metaflumizone (240 g/l): • la nuova famiglia chimica • il nuovo meccanismo d’azione, • l’alta attività sui parassiti (Lepidotteri e Coleotteri) delle colture registrate, • il favorevole profilo tossicologico e ambientale, • l’elevata selettività su organismi utili, artropodi e insetti impollinatori. Sui coleotteri manifesta una eccellente attività di contatto e ingestione, sui lepidotteri agisce soprattutto per ingestione con limitata attività di contatto. Lo specifico sito d’azione di metaflumizone non è ancora conosciuto. È nota però la sua azione sul sistema nervoso dell’insetto, dove blocca i canali del sodio voltaggio-dipendenti della membrana del neurone, provocando l’inattivazione dei neuroni stessi e la conseguente "paralisi rilassata" dell’insetto. Si ha quindi cessazione dell’attività trofica e assenza o riduzione dei movimenti dell’insetto. L’insetto prima non si alimenta più e poi muore. La paralisi rilassata provocata da metaflumizone è diversa dall’effetto abbattente tipico di molti insetticidi di vecchia concezione La morte dell’insetto sopravviene da un’ora a 72 ore dopo il trattamento: entro 12 ore per i Coleotteri, fino a 3 giorni per i Lepidotteri. La veloce interruzione dell’alimentazione dell’insetto protegge la resa. Metaflumizone manifesta una limitata penetrazione nella pianta ed è dotato di una scarsa mobilità al suo interno (limitato movimento translaminare), ma non ha azione sistemica. Alverde viene assorbito velocemente da parte dei tessuti e mostra un’elevata affinità per lo strato ceroso che riveste la superficie della pianta. Queste caratteristiche lo rendono resistente al dilavamento già dopo un’ora dall’applicazione. La temperatura non influenza l’attività insetticida della molecola. Nondimeno elevate temperature possono stimolare l’attività trofica delle larve e quindi indirettamente la velocità di azione del prodotto. Alverde possiede una buona attività residuale che in condizioni di campo si estende fino a 7-10 giorni. Su tutte le colture saggiate metaflumizone si è dimostrato completamente selettivo. Inoltre metaflumizone manifesta una bassa tossicità nei confronti di api e lombrichi e basso impatto verso 9 importanti insetti utili e sugli insetti impollinatori. Alverde non presenta resistenza incrociata positiva con altre famiglie chimiche e pertanto può essere efficacemente utilizzato nei programmi di gestione di popolazioni di insetti resistenti. Metaflumizone è dunque un valido strumento di gestione della resistenza quando utilizzato secondo corrette pratiche agronomiche. Formulato come sospensione concentrata (SC) e classificato come "Irritante". Alverde® è registrato su pomodoro, lattughe in pieno campo, cavolo cappuccio, cavolo di Bruxelles in pieno campo, Melanzana, Peperone in serra alla dose di 1 l/Ha contro Nottue, Piralide, Cavolaia, Registrato anche contro la dorifora della patata a 0,250 l/Ha. Sarà registrato molto presto anche alla tutela del pomodoro. successiva10 attualità “Gestire la crisi” fonda mentale è dotarsi di una cultura manage riale di Franco Spinelli Presidente e fondatore della società di consulenza manageriale Spinelli&Associati Che cosa può e deve fare una azienda agricola per rimanere sul mercato? Il mondo sta attraversando una forte crisi economica e anche le aziende agricole ne sono travolte. I fatturati hanno avuto una flessione, non catastrofica come quella che si è registrata in tanti altri settori, ma se la domanda ha tenuto, i costi produttivi si sono impennati ed è diventata sempre più difficile la gestione dei flussi di cassa. Le aziende agricole che per loro natura subiscono una forte stagionalità tra le uscite e le entrate, oggi sono penalizzate ancora di più da questa crisi: da una parte infatti le banche hanno ristretto “la borsa” e dall’altra i fornitori hanno iniziato a richiedere tempi più corti precedente9 per i pagamenti. Che cosa può e deve fare, quindi, una azienda agricola per rimanere sul mercato? Fondamentale è dotarsi di una cultura manageriale. Le aziende agricole sono certamente cresciute tecnicamente e tecnologicamente negli ultimi anni ma dal punto di vista manageriale sono rimaste indietro. Sono pochi gli imprenditori agricoli che definiscono i propri obiettivi di anno in anno e pochissimi quelli che poi, attraverso un Budget li traducono in numeri. Non scherzo affermando che molti degli imprenditori di questo settore che ho conosciuto durante la mia carriera non erano in grado di dirmi neanche il valore del fatturato della propria azienda …. Ma oggi non si può più essere 10 sprovveduti. È necessario imparare e diventare degli imprenditori, non basta programmare bene la produzione (anche se questo rimane importantissimo). Diventare imprenditori significa saper comprendere i numeri, conoscere i costi della propria organizzazione ed essere in grado di suddividerli tra fissi e variabili, sapere qual è il punto di pareggio della propria impresa ed essere in grado di valutare le variazioni nel tempo del proprio capitale circolante. Imprenditore è colui che conosce a fondo le dinamiche economiche della propria azienda ed è in grado di confrontarsi con i fornitori e con gli istituti di credito senza timore reverenziale. Essendo consulente da molti anni ormai di aziende agricole localizzate un po’ ovunque in Italia, la Cooperativa di Legnaia ha ritenuto che poteva essere utile che io offrissi la mia esperienza a tutti i soci e gli amici di Legnaia che vogliono diventare gli imprenditori agricoli del futuro. Questo spazio infatti è stato pensato come un appuntamento fisso che ogni numero offrirà alcune pillole di cultura e tecnica manageriale ai suoi lettori. Certamente qualche articolo non potrà essere sufficiente per cambiare radicalmente lo stato di fatto. Spero però che possa stimolare gli imprenditori agricoli ad approfondire, informarsi e studiare, argomenti che fino ad oggi hanno considerato di esclusiva competenza dei “ragionieri” o dei “commercialisti”… Lo spazio a mia disposizione è quasi finito ma qualche consiglio vorrei darvelo fin da oggi e vorrei partire dalla Strategia. Prendete un foglio bianco e rispondete alla seguente domanda: “Come voglio che sia la mia azienda tra 5 anni?” È una domanda seria e impegnativa che non deve essere presa con leggerezza; io consiglio sempre ai miei clienti di cercarsi un posto tranquillo, magari all’ombra di un albero secolare o in riva al mare, venendo via dal campo o dalla serra dove c’è sempre qualcosa di “più urgente” da fare. Siate certi infatti che niente è più urgente che definire dove si vuole andare quando si gestisce una azienda, perché ogni imprenditore ha delle importanti responsabilità nei confronti delle persone che collaborano con lui. Quando non c’è una strategia, quando l’imprenditore non trova il tempo per pensare alla propria situazione attuale, ai punti di forza e di debolezza della propria azienda e a cosa fare per crescere e per 11 migliorare (valorizzando i primi e minimizzando i secondi), l’azienda subisce passivamente gli eventi e rischia di esserne travolta. Definire la strategia invece è il primo passo per diventare protagonisti del proprio futuro. Buon lavoro! successiva12 ORARI PRIMAVERILI NEGOZI E PUNTI VENDITA attualità Un solo prodotto per tre impieghi di Alessandro Gruppo Isagro Italia Erbicida, Spollonante e Disseccante pre raccolta della patata Tra le novità più interessanti in arrivo per la prossima primavera sicuramente c’è il nuovo prodotto a base di carfentrazone-etile di FMC, che sarà commercializzato con i marchi SPOTLIGHT Plus e AFFINITY. Il prodotto, che sarà registrato a breve, si presenta come una interessante soluzione per tre impieghi differenziati: erbicida, spollonante, disseccante patata. Come spollonante il prodotto sarà registrato sulle seguenti colture: Kiwi, Olivo, Pesco, Susino, Melo, Pero, Agrumi, Nocciolo e Vite. I dosaggi sono di 0,3 litri/hl di acqua, con un dosaggio medio ad ettaro di circa 1 litro di prodotto, considerando un impiego medio di 300 litri di acqua per ettaro. Poiché si tratta di un prodotto con azione di contatto, senza attività sistemica o residuale, si raccomanda di bagnare in maniera adeguata i polloni da trattare, bagnando bene gli apici vegetativi dei polloni stessi ed evitando il più possibile tutti quei fenomeni di deriva che potrebbero Non trattato ������� n ����������������������� �������������� ��������������������������� � � � ���������� Spotlight 0,3 l/hl andare a danneggiare la coltura. Gli stessi polloni al momento del trattamento non si devono presentare lignificati in quanto l’effetto disseccante potrebbe non essere completo se effettuato in una fase troppo avanzata di sviluppo (10 – 15 cm è la lunghezza consigliata). Altra attività possibile grazie a SPOTLIGHT Plus/AFFINITY sarà quella di coadiuvante per gli erbicidi sistemici (glifosate e glufosinate ammonio) per quei trattamenti contro quelle infestanti che ormai hanno sviluppato fenomeni di resistenza o che comunque risultano di difficile controllo: Vilucchio (Convolvolus arvensis), Malva (Malva sylvestris), Porcellana (Portulaca oleracea), Acetosella (Oxalis spp.), Piantaggine (Plantago maior), Erba morella (Solanum nigrum), Ortica (Urtica dioica). In questo caso i dosaggi di impiego sono di 0,3 litri/ha in miscela con i diserbanti sistemici glifosate e glufosinate ammonio. ���������������� �������������������� � ������������������� Ultima ma non meno interessante è l’attività come disseccante per la patata. Il prodotto si impiega quando la coltura ha già iniziato la fase di senescenza impiegando un dosaggio di 1 litro/ha con 400-500 litri di acqua ad ettaro. L’attività disseccante non è influenzata dalla temperatura ma dalla luminosità, ed è ovviamente necessario bagnare bene la coltura che, ripetiamo, deve essere già in una fase di senescenza, evitando di trattare colture in pieno vigore vegetativo. Il prodotto verrà commercializzato da Isagro Italia e Siapa, oltre che da Belchim. ���������������������������� �������������� � ���������������������� � ���������������� �������������������������� ������������ � ���������������������� ����������������� n ��������������������� ����������� ����������������� � ���������������������� n ������������� n ����������������������� � ���������������� �������������������������� ������������������ � ���������������� �������������������������� ����������� n ������������������� ��������������������� � ���������������� �������������������������� ���������������� ������������������������� ����������������������������� ����������������� ����������� � ����������� ����������������������� n ����������� ���������������������� n ���������������� ������������������������ ������������������������������������������ ������� ��������������������������� ����������������������������� ����������������� ����������� n ���������������������������� n ��������������������� � ���������������� ������������������������� � ������������������� n ��������������� ������������������������ ��������������������� �������� ��������� n ������������������������� ������������������ � ����������� ������������� ����������������� ���������� ����������� � ����������������� 12 � ���������������� �������������������������� � ����������� ��������������� ���������������� � ������������������������� precedente11 n �������������������������� ����������������������� � ���������������� �������������������������� n �������������������� 13 ���������������� ���������������� successiva14 zootecnia La faraona che viene da lontano dr. Roberto Tocci, dr.ssa Clara Sargentini Dipartimento di Biotecnologie Agrarie, Sezione di Scienze Animali Dalle origini all’utilità passando per la produzione, l’allevamento, l’alimentazione e la distinzione tra i sessi Origini La faraona è originaria delle savane africane; era presente nel Nord del continente, in Marocco (dove è ora estinta), e vive attualmente ad Occidente, ad Oriente, fino ad arrivare al Meridione, in Sud Africa. La specie è conosciuta a livello internazionale come “Guineafowl”. Il nome deriva dal fatto che alcuni esploratori portoghesi durante il XV secolo cominciarono a reintrodurla in Europa dalla Guinea per la produzione di carne e uova. La faraona era già era stata importata dai Romani probabilmente dal Nord Africa, ma in seguito era scomparsa dal Vecchio continente. Produzione Nel corso dei secoli la faraona è stata selezionata per la produzione di carne e le varietà moderne hanno una produttività che va dal 30 al 50% in più rispetto alla forma selvatica. La carne di questa specie è molto richiesta dal mercato europeo e da quello nord americano. Le carni delle faraone più giovani sono tenere e presentano un sapore buono e particolare, che potrebbe rappresentare un’alternativa anche a quelle di alcune specie selvatiche come la pernice, la quaglia, il fagiano; dal punto di vista dietetico sono magre, ricche in acidi grassi insaturi e povere di colesterolo, mostrando ottime qualità nutrizionali. Sono seconde solo a quelle di tacchino per ciò che concerne le calorie per 100 grammi di prodotto (134 Kcal). Allevamento e alimentazione Rispetto ai polli o ad altri volatili da cortile le faraone sono molto più attive e meno facili da addomesticare. Buone pedinatrici, molto spesso preferiscono la corsa al v o l o per scappare dai predatori. La faraona tollera abbastanza bene i climi estremi e richiede per il proprio allevamento principalmente ambienti asciutti con spazi molto ampi: in allevamento biologico, che prevede tempi più lunghi rispetto ai 3-4 mesi di quello tradizionale, si devono prevedere spazi interni di almeno un metro quadrato a capo e superfici esterne più ampie Faraona precedente13 14 possibile. Maggiore è lo spazio a disposizione e minore è lo stress per questi volatili. La faraona comincia a volare in età molto giovane e deve essere tenuta all’interno di strutture coperte. Non è raro vedere soggetti adulti appollaiati ad altezze di 6-9 metri, da cui possono godere di un miglior punto di osservazione. Quando si sposta attorno al proprio allevamento, specie se impaurita, compie voli di 120-150 metri. L’allevamento è basato sulla somministrazione regolare di alimento macinato e di acqua pulita. Le faraone gradiscono alimenti eterogenei leggermente schiacciati e meglio se sparsi su tutto il perimetro della recinzione. Se vivono all’interno di strutture che permettono ampia libertà di movimento, durante i mesi più caldi tendono a mangiare molto poco. Se poi durante la stagione estiva l’alimento viene somministrato in spazi ristretti questi volatili tendono ad interessarsi maggiormente alla caccia degli insetti. I pulcini richiedono alimenti con contenuto in proteina variabile dal 24 al 26% sul totale. Il contenuto proteico può essere ridotto intorno al 18-20% nel periodo che va dalla quinta all’ottava settimana. Dopo questa fase si somministrano regolarmente alimenti macinati che abbiano circa il 16% in proteina. La dieta naturale della faraona si caratterizza per un alto contenuto proteico derivante da semi, larve ed insetti. La faraona, se tenuta in un ambiente ampio, riesce a reperire abbastanza cibo per il suo sostentamento, ma è bene abituare l’animale anche ad un’alimentazione artificiale in uno o più punti fissi all’interno dello spazio a disposizione. Benché la faraona mostri fabbisogni proteici più elevati, possono andare bene per il suo allevamento anche alimenti per polli, purché macinati o spezzati. Questi sono sempre preferiti rispetto agli alimenti pellettati. Tra gli alimenti somministrati la faraona gradisce grano, sorgo e miglio, interi o schiacciati, che devono costituir però un supplemento e non la parte preponderante della razione in quanto il tenore proteico è troppo basso ed il contenuto in grasso troppo alto. Per Classificazione tassonomica Regno: Animali Phylum: Cordati Subphylum: Vertebrati Classe: Uccelli Ordine: Galliformi Famiglia: Numididi Genere: Numida Specie: Meleagris meleagris ottenere prodotti salubri è importante utilizzare alimenti privi di medicinali e antibiotici al fine di evitare l’accumulo di residui di questi prodotti nelle carni dell’animale. È importante assicurare l’accesso a punti di acqua pulita agli animali, e dare ai pulcini solo acqua tiepida, perché non tollerano quella fredda. Distinzione dei sessi Una delle problematiche che si presentano maggiormente nell’allevamento della faraona è relativa all’individuazione nella covata dei maschi e delle femmine. Infatti i giovani esemplari di questa specie non sono facilmente distinguibili, fatta esclusione per alcune colorazioni delle piume, ottenute attra- verso la selezione, che si presentano più scure nelle femmine, sia nelle faraoncine che nelle adulte. Alcuni autori affermano che l’unico metodo certo per la distinzione fra i due sessi è quello di ascoltare i suoni emessi dalle femmine e che i maschi non sono capaci di riprodurre. In inglese questi suoni sono rappresentati da due sillabe: “buckwheat, buckwheat” (bac-uit, bac-uit), “put-rock, put-rock” (pat-roc, pat-roc) o “qua-track, qua-track” (ca-trec, ca-trec). I giovani soggetti cominciano ad emettere questi suoni verso le 6-8 settimane, ma molte femmine cominciano più tardi. Utilità Molto spesso la faraona viene allevata nelle case di campagna e talora anche nei giardini perché utile nella lotta agli insetti e anche perché meno dannosa, nei confronti del cotico erboso, rispetto a galline e polli. Conosciuta tra gli agricoltori perché molto attiva nella caccia alle larve di dorifora della patata (Doryphora o Leptinotarsa decemlineata), recentemente è stata utilizzata nella lotta alla zecca del cervo, che è uno dei vettori della malattia di Lyme, una patologia infettiva che colpisce anche l’uomo e che è endemica in alcune regioni del Nord Italia. Se si è intenzionati all’acquisto di faraone per il controllo degli insetti è 15 Faraona Vulturina opportuno scegliere soggetti adulti, in quanto richiedono una minore attenzione e svolgono al meglio la loro mansione. Un’altra utilizzazione della faraona è quella di dissuasore di malintenzionati all’interno di proprietà private i quali possono essere intimoriti dai rumori forti e stridenti emessi da questi volatili e dal loro carattere aggressivo. Talora l’allevamento della faraona ha esclusivamente una valenza ornamentale. Bibliografia Darre M.J., 2005. Guinea Fowl Management, University of Connecticut http:// web2.uconn.edu/poultry/poultrypages/ guineafowlmanagement.html Ratcliffe C., 1999. Lean&mean Guineas – or fat “Frenchies”. Wingmag 99-1, pagg. 16-17 successiva16 ambiente Quando il Mondo trema e ci fa tremare di Gianni Somigli Il geologo Mario Tozzi: «Niente di anormale, viviamo su un pianeta dinamico che dovremmo rispettare di più» Cosa sta succedendo alla nostra Grande Madre Terra? Negli ultimi mesi, ognuno di noi ha assistito, con crescente sgomento, alle immagini e ai racconti di terremoti devastanti. Alcuni ci hanno colpito direttamente, come quello che ha distrutto L’Aquila nell’aprile dell’anno scorso. Altri, enormemente più disastrosi, hanno squassato prima Haiti e adesso il Cile. Nel frattempo, le zone intorno a Lucca sono state sommerse dall’acqua e dal fango, mentre in alcune parti della penisola italiana, con una deprimente concentrazione nelle regioni Durante il terremoto di Haiti Etna - ottobre 2002 meridionali, intere montagne franano e implodono trascinando con sé paesi, industrie, vie di comunicazione. E, purtroppo, vite umane. Che il nostro pianeta stia mostrando particolari segni di insofferenza di fronte alla nostra condotta di vita non proprio esemplare? Ci sono state persone che non hanno perso l’occasione ed hanno associato il ripetersi di eventi catastrofici con un ipotetico avvento della “fine del mondo”, legata a profezie di popoli antichi. «Il mondo non finirà nel 2012» garantisce Mario Tozzi, importante geologo e volto televisivo nonché presidente del Parco dell’Arcipelago Toscano. «I due terremoti, quello di Haiti e del Cile, sono stati spaventosi, entrambi superiori alla soglia dei 7 gradi Richter. Ma gli eventi sismici sono assolutamente “normali” per il nostro pianeta; ogni anno si registrano milioni di scosse, di cui sono solo in media una decina quelli di particolare violenza». La zona in cui i terremoti più violenti precedente15 16 si concentrano è non a caso denominata “Cintura del fuoco”, che abbraccia gran parte del Pacifico, dal Giappone al Perù, fino al Cile: «Il margine andino centrale – sottolinea Tozzi – è la regione più a rischio del mondo intero. È qui che si è registrato il terremoto più forte che gli strumenti dell’uomo abbiano mai registrato: quello del 1960, proprio in Cile, che raggiunse i 9,5 gradi Richter. Neanche lo scoppio contemporaneo di tutti gli arsenali atomici del pianeta eguaglierebbe ciò che avvenne». Ciò che rende sempre più mortali e distruttivi gli eventi sismici, le alluvioni, le frane e gli tsunami, sempre più mortali, non è dunque un loro inasprimento. La responsabilità è, tanto per cambiare, tutta nostra. Si costruiscono case in zone pericolose. Quelle zone che anche gli antichi evitavano, proprio per i rischi che avrebbero corso. Oggi, il rischio fa parte del gioco, così come la scarsa attenzione alla cura del territorio, del suo assetto idrogeologico e forestale e all’abbandono in molte zone dell’agricoltura. Spuntano case sulle pendici di vulcani, sulle spiagge, in zone a forte rischio terremoto; case che raramente seguono i moderni criteri antisismici. Come dimostrato in una recente inchiesta dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), il suolo italiano è per l’80% di scarsa qualità, poiché povero di carbonio organico; un fattore che porta al vertiginoso calo di specie di microrganismi che determinano fertilità e stabilità del terreno. Ogni singolo elemento di responsabilità è attribuibile all’uomo. Negli ultimi anni, l’Italia si è guadagnata il poco invidiabile quarto posto al mondo per il rapporto tra cemento prodotto e superficie. Superficie che è sottoposta a livelli di consumo insopportabili per la natura. Le conseguenze sono note, ma se 17 Etna successiva18 Lucca alluvionata - dicembre 2009 Cile - 2010 L’Etna vista da un olivicoltore piogge, tempeste e terremoti sono sempre esistiti, frane, alluvioni, morti e distruzione, invece, sono solo un risultato del “fattore uomo” e della sua irresponsabilità. Come sostengono tutti i ricercatori, tra cui lo stesso Mario Tozzi, non esistono attualmente metodi scientifici per prevedere i terremoti; si possono però prevenire i danni e gli effetti disastrosi che essi producono, seguendo le norme antisismiche per le costruzioni e senza abusare più del pianeta di cui, e troppo spesso questo ce lo scordiamo, siamo piccoli, piccolissimi ospiti. Il parere dell’esperto di Gianni Somigli Tozzi: «Ma quale crisi geologica, la Terra fa sempre le stesse cose» Dottor Tozzi, volevamo iniziare questa intervista chiedendole se fossimo davanti a una “crisi geologica” dopo l’ultimo terremoto del Cile. Ma siamo arrivati tardi, perché quello del Cile è diventato il penultimo evento: stanotte, un sisma ha devastato delle cittadine in Turchia. Ma allora… Sono più frequenti questi terremoti oppure no? Assolutamente no, e soprattutto non siamo davanti a nessun tipo di “crisi geologica”. Non c’è nessun rapporto di causa ed effetto tra l’uno e l’altro, così come non esiste nessun motivo per pensare che attualmente ci sia più attività geologica di ieri. In realtà, nell’arco degli ultimi sessanta anni, secondo le osservazioni che svolgiamo con tutti gli strumenti del caso, gli ultimi trenta anni hanno avuto più o meno gli stessi grossi terremoti dei primi trenta. Insomma, non è cambiato niente. Forse è cambiata la copertura mediatica di questi eventi? Questo vale sicuramente per i piccoli terremoti. Una volta, i terremoti più piccoli non si conoscevano; quelli più disastrosi, però, anche prima erano conosciuti. Adesso forse è la memoria che dura più a lungo, perché vengono seguite tutte le fasi della ricerca dei sopravvissuti, che vengono viste per diverso tempo in televisione. Una volta si seguivano questi fatti solo sul giornale. Ma la Terra fa sempre le stesse cose, non esistono accelerazioni in questo periodo. In diversi suo editoriali, lei parla di “Terremoti di classe”: in futuro, ma anche già oggi, chi subirà le conseguenze più nefaste degli eventi sismici saranno i meno abbienti, che vivranno in condizioni di sicurezza precarie. Questo è evidente: sempre più gente, oggi, vive in zone che sono sempre state scartate come luoghi in cui costruire perché pericolose. Com’è la situazione in Toscana, e soprattutto nella zona Firenze, dal punto di vista del rischio sismico? Firenze no, non è una zona interessata da rischio sismico. In Toscana, la zona a maggior rischio è senz’altro la Garfagnana e una parte della Lunigiana. La Toscana, in effetti, si trova in mezzo a precedente17 18 19 zone molto più esposte come l’Appennino reggiano, l’Umbria e le Marche. Un certo rischio è rilevabile anche nel sud della regione, verso il confine con il Lazio. Perciò, la Toscana è senz’altro meno interessata di altre regioni, anche se lungo la dorsale appenninica, soprattutto quella settentrionale che ricordavo prima, qualche attività c’è. Per concludere, dottor Tozzi: lei quando parla sui giornali o in televisione dei problemi del pianeta tende sempre a rimarcare e sottolineare il concetto di “rispetto per la Terra”. In cosa si traduce in termini pratici? Sicuramente, si traduce in regole da seguire quando si costruisce. Però, bisogna anche ribadire che ci sono zone in cui semplicemente non si deve andare a vivere. Perché se è vero che in certi territori basta costruire meglio per attenuare i rischi legati ai terremoti, per contrastare le alluvioni o i vulcani, invece, non ci sono regole che tengano. Non si deve costruire e basta. Da questo punto di vista, come siamo messi in Italia? Da questo punto di vista siamo messi parecchio male. Da noi, un terremoto come quello de L’Aquila ha fatto tutti quei morti. Quello cileno ne ha fatti “solo” tre volte tanti, ma è stato un terremoto diecimila, ventimila volte più potente. La verità è che abbiamo costruito tanto e male, non c’è stata manutenzione e in più, qualche volta, è stato usato materiale da costruzione che non doveva essere usato. successiva20 ambiente Una nuova arma contro la “Tuta Absoluta” Tignole per trappole per settimana 0 3 dr. Cam Ohelshlager Chemtica International, Costa Rica Un feromone combatte la tignola del pomodoro dal Sud America La tignola del pomodoro sudamericana, Tuta Absoluta, è stata casualmente introdotta in Italia nel 2008 ed è presto diventata uno dei parassiti più importanti del pomodoro. La femmina depone le uova sotto la pagina inferiore della foglia, sui germogli e sui frutti. Le gallerie larvali causano un danno che può coinvolgere fino al 90% del frutto raccoglibile. La tignola ha un ciclo di vita breve, che permette molte generazioni all’anno, rendendo possibile che una piccola infestazione si sviluppi in un problema preponderante su una coltura normale. Usualmente, l’infestazione è gestita con trattamenti periodici di insetticida, ma la tignola è resistente a diversi classi di insetticidi come, ad esempio, i piretroidi. Un nuovo strumento, basato sull’attrazione dei maschi verso trappole emittenti ferormone sintetico della femmina, è adesso disponibile per aiutare a gestire il problema della Tuta Absoluta. Quando il ferormone viene messo in un contenitore a lento rilascio, evapora lentamente ed è adatto per essere utilizzato per un lungo periodo. Il rilevamento dell’insetto è molto effi- ciente, dato che il distributore emette il ferormone sessuale in misura di oltre diecimila volte quello delle femmine. Alcuni recenti studi hanno dimostrato che le trappole come quelle usate in Sud America sono efficaci nel catturare i maschi se il liquido nella trappola è acqua saponosa o acqua con olio motore. Un fattore importante, che influenza l’efficienza della cattura dei maschi, è il posizionamento delle trap- 3-30 >30 Trattamento consigliato Nessuna infestazione Cattura massiva con 20 trappole per ettaro con acqua saponosa. Trattamento con insetticidi indicati Cattura massiva con 20-40 trappole per ettaro con acqua saponosa. Trattamento con insetticidi indicati Cattura massiva con 40-50 trappole per ettaro con acqua saponosa. Trattamento settimanale con insetticidi indicati. Trattamento con indoxacarb (piante giovani) o Spinosad (piante adulte) La cattura massiva rende bene come i trattamenti convenzionali con insetticidi nel ridurre i danni da Tuta Absoluta. La tecnica della cattura massiva, molto semplicemente, toglie i maschi dalla popolazione e riduce il numero delle uova deposte nella coltura. Degli adeguati trattamenti fitosanitari sono molto importanti una volta che la Tuta Absoluta si è manifestata. Nella pratica agricola tipica, dopo la raccolta del pomodoro, le piante sono estirpate e lasciate seccare La diminuzione della popolazione maschile con le trappole è molto efficiente per via della alta sensibilità del maschio di Tuta Absoluta al ferormone sessuale femminile. Per la cattura massiva sono usate grandi trappole, e queste sono di solito riempite con acqua saponosa per bloccare i maschi in arrivo. Adulto di Tuta Absoluta pole. Anche se le femmine depositano le uova nella parte superiore delle piante, il numero dei maschi catturati è più alto attraverso tutto il ciclo colturale in trappole che sono posizionate a livello del terreno. Le trappole possono essere utilizzate per monitoraggio della Tuta Absoluta. Se c’è il sospetto che questa tignola sia presente in una coltura di pomodoro, le trappole di monitoraggio possono essere piazzate in densità di 30/40 per ettaro in serra e 40/50 per ettaro a pieno campo. Le trappole dovranno essere controllate settimanalmente. Se la Tuta Absoluta viene identificata nelle trappole, il trattamento consigliato dovrà essere determinato dal numero di tignole catturate alla settimana. In Spagna, per esempio, i trattamenti consigliati sono i seguenti. precedente19 20 21 successiva22 cultura La facoltà di Agraria di Firenze è sempre di moda a cura della segreteria della Facoltà di Agraria Un’offerta formativa ampia e articolata in sei corsi di laurea triennali e sei magistrali al suolo prima di essere rimosse: questa pratica permette alle larve nella pianta di impuparsi (passare allo stadio di pupa) e alle pupe di cadere al suolo. Abbiamo scoperto attraverso studi condotti in serra che il numero di adulti di Tuta Absoluta catturati grazie a trappole di monitoraggio aumenta vistosamente una volta che le piante sono estirpate dal suolo. Ha avuto un importante ruolo benefico una cattura massiva tramite trappole prima del trapianto, sia in serra che in campo aperto. Questo La Facoltà di Agraria di Firenze è collocata al centro del Parco delle Cascine, e la sede centrale è situata nello storico Palazzo Manetti, già fattoria e residenza estiva del Granduca di Toscana. Alla Facoltà di Agraria si studia tutto ciò che riguarda il settore primario, l’alimentazione e l’ambiente in laboratori moderni ed aule Larva di Tuta Absoluta Apparato genitale maschile di Tuta Absoluta attrezzate. È una fra le più prestigiose Facoltà di Agraria d’Italia e sicuramente la più importante della Toscana, dove si formano i professionisti che gestiranno le risorse naturali e l’ambiente per le generazioni del futuro. Si studia dalla pianta fino al prodotto di quarta gamma che si trova al supermercato, dalla foresta fino al legno e poi al mobile per la casa, dall’agricoltura Toscana fino a quella dei Paesi in via di sviluppo. È il luogo dove meglio di altri si concilia tradizione e innovazione. Dall’anno accademico 2008-2009 è stata adottata la riforma dei cor- si di laurea che sono attualmente suddivisi in corsi di primo livello (triennali) e magistrali (biennali). L’offerta formativa è ampia e articolata in sei corsi di laurea triennali e sei magistrali. I sei corsi di primo livello sono: 1) Scienze Agrarie (con un curriculum tradizionale ed uno con vocazione tropicalista); 2) Scienze Forestali e Ambientali; 3) Scienze Faunistiche; 4) Tecnologie Alimentari; 5) Viticoltura ed Enologia; 6) Scienze Vivaistiche, Ambiente e Gestione del Verde (con sede a Pistoia). Inoltre ci sono altri tre corsi Interfacoltà di cui uno è il corso di laurea in Biotecnologie.>> discorso è particolarmente vero per colture di pomodoro in successione. Se una prima coltura è infestata e poi rimossa dopo il raccolto, è probabile che nel periodo post raccolta un gran numero di pupe rimangano sul suolo per poi infestare la nuova coltura. Dato il grande numero di pupe che restano dalla coltura precedente, è fondamentale rimuovere le piante estirpate appena possibile (cioè al più presto) ed usare rotazione colturale. La cattura massiva fra le colture è efficace dal momento che la competizione fra le piante di pomodoro e le trappole non esiste in questo periodo. La figura 5 dimostra questo metodo. Riconoscimenti: l’autore ringrazia Lilly Gonzales e Carlo Rodriguez della ChemTica che hanno condotto la maggior parte del lavoro sul campo. precedente21 22 23 successiva24 cultura I sei corsi Magistrali sono molto articolati con differenziati curricula di specializzazione. Infatti nel corso di 1) Scienze e Tecnologie Agrarie, dopo il primo anno in comune il secondo può essere scelto fra: Agroingegneria, Economia e Estimo, Gestione Ambientale del Territorio Rurale, Medicina delle Piante, Produzioni Animali, Produzioni Vegetali di Pregio. 2) Il corso di Sviluppo Rurale Tropicale si occupa di preparare tecnici per affrontare tematiche legate alla cooperazione internazionale. 3) Il corso di Biotecnologie Agrarie ha due curricula: Biotecnologie Microbiche per l’Agro-Industria e l’Ambiente ed il secondo Caratterizzazione e Valorizzazione delle risorse Agrarie. 4) Anche il corso di Scienze Alimentari ed Enologia ha due curricula: il primo riguarda Innovazione e Qualità degli Alimenti ed La Facoltà di Agraria di Firenze aperta il 4 giugno Presso il polo didattico delle Cascine, piazzale delle Cascine 18 Ore 9,00–9,45 Aula Magna Saluto del Preside e presentazione dell’offerta formativa della Facoltà di Agraria Laboratori Aperti Ore 10,00 Aula A Foreste Ambiente Studio dell’ambiente, metodologie ed ecosostenibilità delle foreste. Per accedere ai corsi triennali bisogna sostenere, previa prenotazione on-line, un test di autovalutazione obbligatorio, ma che non impedisce l’iscrizione anche in caso di esito negativo. L’iscrizione alla Facoltà avviene on-line senza bisogno di fare code alle segreterie. La frequenza ai corsi non è obbligatoria, anche se è fortemente raccomandata; per qualsiasi problema in ogni corso ci sono i docenti tutor (uno ogni 30 studenti). L’accesso ai corsi magistrali è consentito a chi possiede una laurea triennale, previo accertamento dei requisiti curriculari e personali. I corsi di laurea triennali sono tutti in fase di certificazione da parte della CRUI, mentre i corsi magistrali stanno seguendo un percorso di qualità con certificazione interna. Alla Facoltà di Agraria di Firenze la qualità è di casa. Aula B Il Tropicalismo a Firenze La lunga esperienza della Facoltà di Agraria di Firenze nei tropici, fra tradizione e futuro. Aula C Vivaismo e verde per l’ambiente L’allestimento del verde per le attività paesaggistiche. Aula D Laboratorio agroambientale Riflessi delle attività antropiche sull’ambiente e le produzioni agricole. Aule via Donizetti Laboratori delle tecnologie alimentari ed enologia Analisi sensoriale e tecnologie innovative per alimenti ed enologia. via delle Cascine 5 e 23 Le produzioni animali: allevamento e qualificazione dei prodotti Qualificazione dei prodotti di origine animale: analisi dalle stalle ai laboratori. Aule di Biotecnologie Agrarie “Biotecnologie per lo sviluppo agrario, nuove frontiere” Contributo delle biotecnologie alla qualificazione dei prodotti agricoli. Come arrivare: dalla stazione FS di Firenze S.M. Novella Autobus ATAF n. 17C. il secondo Innovazione e Qualità in Enologia. 5) Il corso di Scienze e Tecnologie dei Sistemi Forestali, dopo il primo anno in comune ha tre indirizzi: Gestione dei Sistemi Forestali, Produzioni Legnose, Tecnologia del Legno. 6) Infine il corso di Scienze e Gestione delle Risorse Faunistico-Ambientali forma laureati magistrali preparati per tutelare l’ambiente con particolare riguardo alle risorse faunistiche, come ad esempio la gestione dei parchi e delle oasi naturaliste. precedente23 24 25 successiva26 notizie dalla coop di Legnaia cultura Pianeta artigianato Alla Fortezza da Basso di Firenze dal 24 aprile al 2 maggio La Fortezza delle meraviglie del ‘fatto a mano’ e dello shopping. Dal 24 aprile al 2 maggio oltre 800 espositori provenienti dalle varie regioni italiane e da una cinquantina di paesi stranieri sono attesi negli scenografici spazi della Fortezza da Basso di Firenze per svelare e far toccar con mano le meraviglie dei prodotti della creatività, della fantasia e dell’ingegno. L’appuntamento da non perdere è con ART–Mostra Mercato Internazionale dell’Artigianato, promossa e organizzata da Firenze Fiera in collaborazione con Artex. La mostra, giunta alla 74^ edizione, vetrina per eccellenza sull’affascinante universo delle realtà artigiane, punta a consolidare la leadership nel panorama fieristico di settore attraverso la completezza merceologica e la spettacolarità del percorso espositivo che si snoda attraverso sei grandi aree tematiche (Territori–Scene d’Interni–Il Gusto–Scenari dal mondo–Scenari di moda e preziosi–Visioni), sulle tracce dell’eleganza e prestigio dell’Italian way e della originalità e freschezza delle varie proposte di tanti artigiani provenienti dai paesi esteri. In mostra oggetti unici e irrepetibili per sognare, esplorare nuovi mondi, culture e ambientazioni lontane, luoghi ed atmosfere di casa nostra ma anche legate al mito e ad orizzonti lontani. E in omaggio ai mille sapori, fragranze e colori del Marocco, nazione ospite di ART2010, darà spettacolo una tenda berbera montata al piano inferiore del padiglione Spadolini, quasi un remake del celebre film “Il thè nel deserto” per tutti quei visitatori che vorranno partecipare al tradizionale rito del thé alla menta, servito con le classiche teiere a lunghi beccucci, insieme ai tipici dolci marocchini. Tante le proposte dei paesi esteri; dalla Tailandia riflettori puntati sulle magnifiche sete, prodotti artigianali ‘doc’ che inonderanno la Fortezza con i loro iridescenti colori e leggerezze. Fra le altre iniziative R-(H)EART è il padiglione portavoce di una bellezza nuova, ecosostenibile, a basso impatto ambientale: in mostra pezzi unici assemblati da giovani maestri d’arte con materiali di riciclaggio, mentre Verde d’ARTista sarà il laboratorio sull’imprenditoria del ‘verde’. In evidenza anche gli accurati manufatti prodotti negli ateliers d’arte allestiti in Botteghe d’Art (iniziativa organizzata dalla Fondazione di Firenze per l’Artigianato Artistico in collaborazione con CNA e Confartigianato), la presentazione di alcune delle eccellenze del ‘made in Tuscany’ della Galleria dell’Artigianato, fino alla cento e più meraviglie dei maestri ceramisti di Montelupo. Una grande attrazione per grandi e piccini, alla sala Ottagonale, l’evento G@ut Wonka e la fabbrica dei Bastoni, a cura dello studio d’architettura Calendario CENE A Sollicciano prenotazione presso il centralino 05573581 venerdì 9 aprile Patè di cernia, crostino di salmone, cocktail di gamberetti Risotto al nero di seppia, gnocchetti alla coda di rospo Calamaretti ripieni con piselli Il martedì alle 10,45 su Radio Toscana FM 104.75 �lo diretto con Simone Tofani, resp. area tecnica della Coop. venerdì 7 maggio La Coop. di Legnaia si vede alla TV Trilogia di cruditè, cozze alla marinara Lasagne al profumo di mare, Polpo con patate venerdì 21 maggio Antipasto di mare a buffet. Panzanella di tonno, Pennette alla polpa di granchio. Insalata di mare Notizie utili Orario: tutti i giorni dalle 10,00 alle 23,00 (ultimo giorno chiusura alle ore 20,00). Biglietto d’ingresso: Intero sabato e domenica: euro 5,00 Intero dal lunedì al venerdì: euro 3,00 Convenzionati: sabato e domenica: euro 4,00 Dal lunedì al venerdì: euro 2,00 INFO: www.mostrartigianato.it Tel. 055 49721 La Coop. di Legnaia si ascolta alla radio venerdì 23 aprile Gran antipasto a buffet di pesce. Tris di primi: pennette al pesce spada, risotto alla marinara, gnocchetti ai crostacei G@out di Luca Bolognese e Silvia Scuffi Abati, un percorso creativo a 360 gradi che fa riferimento al fim “Willy Wonka e la fabbrica del cioccolato” dove protagonisti saranno i bastoni contemporanei da passeggio, veri e propri oggetti di fantasia e di culto prodotti dalla mente creativa di Luca Bolognese. Legnaia alla radio Il 29 marzo e da maggio ogni 1° lunedì del mese alle 18,10 e il 30 marzo ed ogni primo martedì del mese alle 13.30 su Italia 7 ad “Aspettando il TG” parliamo di stagionalità e ristorazione Acqua, vino, dolce e caffé A persona: 23,00 euro Per bambini e chi non mangia pesce: pizza margherita, acqua, bibita, dolce e caffé A persona: 10,00 euro BU O N O ����� �� VALE APERIPIZZA 10 0 PUNTI Scopri i prodotti in of ferta dal 20 aprile al 6 mag gio direttamente nei pu Tutti i giorni dal lunedì al sabato presso il Bar-Ristorante del centro Agro-commerciale di Sollicciano dalle ore 18 alle ore 21 in via Baccio da Montelupo,180 Firenze Tante varietà di pizza appena sfornate e stuzzichini con degustazione dei vini dei soci a 6,00 euro Possibilità di giardino all’aperto nti vendita e sul sito ww w.legnaia.it Acquistando uno dei prodotti in offerta in omaggio 100 pun ti sulla carta Amici di Leg naia Presentando questo buono alla cassa* *Valido solo per un acquisto. LEGNAIA PISTOIESE MACCHINE, ATTREZZATURE E PRODOTTI PER L’AGRICOLTURA, IL GIARDINAGGIO ED IL VIVAISMO dal 27 marzo APRE ANCHE IL SABATO POMERIGGIO Tutti i sabati vendita piantine da orto prodotte dalla Legnaia Vivai e dai soci della Cooperativa di Legnaia via Redolone, Loc. Pontestella • Serravalle Pistoiese • Pistoia tel. 0573 528473 • www.legnaia.it • [email protected] Aperto dal lunedì al sabato 8.30-12.30/14.30-19 precedente25 26 27 successiva28 Coltivare che passione! alimentazione e salute Carciofi Verdura e frutta di stagione a cura Ufficio tecnico Cooperativa Agricola di Legnaia Orto e frutteto a cura Ufficio tecnico Cooperativa Agricola di Legnaia Il tempo delle primizie Faraona ripiena ai carciofi Ingredienti per 4 persone 1 faraona eviscerata 80 g di pancetta tagliata a dadini rosmarino aglio 6 carciofi 40 g di formaggio parmigiano grattugiato olio d’oliva sale Preparazione Fate rosolare la pancetta con sale e rosmarino tritato. Scottate in acqua bollente i carciofi puliti e privati delle foglie esterne. Tagliateli a fettine e aggiungeteli alla pancetta, amalgamate gli ingredienti e aggiungete anche il formaggio. Farcite la faraona col ripieno di carciofi, legatela con spago per alimenti e cuocetela in forno a 160 gradi per circa 40 minuti. In offerta per Soci e Amici di Legnaia ����� TUTTI I GIORNI �� Prodotti ortofrutticoli con sconto LO Pesce Tutti i giorni IN PROMOZIONE di stagione 30% S N G S Carne * non cumulabile allo sconto del 4% presente su tutti gli altri prodotti precedente27 con sconto 10% 28 S Finalmente primavera I giorni del trapianto ricetta Nelle aziende orticole della “piana fiorentina” e della Provincia di Firenze in generale, durante il mese di aprile, si raccolgono bietole, spinaci, insalate da cesto e da taglio, cipolline fresche, rucola, ravanelli, cavoli cappuccio e verza, i primi fagiolini, i primi asparagi ed i primi carciofi. Alla fine del mese di aprile si iniziano a raccogliere i “baccelli”, ottimi se abbinati a formaggi freschi e le prime zucchine lunghe fiorentine prodotte nelle serre riscaldate. Inizia cioè quello che in tempi più o meno recenti veniva definito il periodo “delle primizie”, dimenticato da molti, ma che necessita a nostro modo di vedere, di essere riscoperto. Dalla metà di aprile iniziano i trapianti in pieno campo dei pomodori da mensa e da salsa (tipico il pomodoro “costoluto fiorentino”), che si raccoglieranno da giugno in poi. Fra la fine marzo ed i primi di aprile arrivano sul mercato fiorentino, da altre parti di Italia le fragole italiane, che saranno raccolte, nelle nostre zone, da maggio in poi. S.T. Casa e terrazza Nell’orto le giornate soleggiate di marzo ed aprile sono quelle del trapianto, iniziano infatti in pieno campo, dalla metà di aprile in poi, anche i trapianti delle colture più sensibili alle basse temperature come peperoni, melanzane, meloni, pomodori, zucchine e cetrioli e continuano quelli di lattughe e cavoli già iniziati alla metà di marzo, oltre alle semine di basilico, barbe rosse, radicchi, ravanelli, rucola, bietole, spinaci, prezzemolo, sedano e delle varietà dei fagioli di tutti i tipi, da quelli da sgranare (ottima la varietà “Montalbano”) a quelli cosiddetti “in erba” (particolarmente degne di nota le varietà “Arno” e “Trofeo”). È anche il periodo degli attacchi di molti patogeni sia vegetali che, soprattutto, animali, dai tradizionali “pidocchi” (afidi) sulle fave e sulle zucchine, alla mosca bianca su pomodoro. Nel frutteto, siamo nella fase cosiddetta “di scamiciatura”, quando cioè i petali dei fiori cadono per lasciare spazio al frutticino appena formato, che è una delle fasi fenologiche più sensibili agli attacchi delle varie malattie, in modo particolare ticchiolatura su melo e pero. Raccomandiamo, prima di intervenire, di consultare i tecnici, presenti nei vari punti vendita della Cooperativa, per evitare di incorrere in spiacevoli errori. Forsythia Giardino Il giardino fiorito Nei prossimi mesi il giardino si mostrerà in tutto il suo splendore: iniziano infatti le fioriture delle rose e continuano quelle delle varie piante arbustive, dalla forsythia con i suoi fiori gialli, alla syringa (lillà) con i suoi fiori violacei, alla spiraea con i suoi fiori bianchi e delle bulbose trapiantate in autunno (tulipani, narcisi, iris) e fioriscono anche le bulbose trapiantate ad inizio primavera (dalie, lilium). È anche il periodo ottimale per i trapianti delle piante aromatiche, dalla salvia, al timo, al rosmarino, alla lavanda, all’origano, raccomandando di posizionarle in luoghi riparati per sopravvivere anche agli inverni più rigidi, come quello appena passato. Anche nei giardini fanno la loro comparsa, durante il mese di aprile, i vari patogeni, dagli afidi sulle rose ed oleandri, ai tripidi sulla lentiggine (viburno), al mal bianco sul lauroceraso e sulla mahonia. Per non incorrere in errori, prima di effettuare interventi, si raccomanda di consultare i tecnici della Cooperativa presenti in ogni punto vendita. 29 È arrivato finalmente il periodo primaverile e sui balconi è il momento dei trapianti delle piante da fiore, che ci accompagneranno per tutta l’estate, oltre infatti oltre ai tradizionali gerani (zonali, ad edera e francesino) si possono trapiantare tutte le altre fioriture, dalle surfinie, alle petunie, alle begonie, ai “fiori di vetro”, ai tagete. Nel mese di aprile si possono togliere le protezioni che hanno riparato le piante per tutta la stagione invernale e potare e concimare le piante che hanno superato il lungo e freddo inverno 2009/10, per stimolarne la nuova vegetazione e dargli nuovo vigore. Si raccomanda di prestare molta attenzione alla presenza dei parassiti, sia animali che vegetali, che proprio in questo periodo fanno la loro comparsa su moltissime piante “da balcone”, dagli afidi, alle cocciniglie, alle tentredini (larve defogliatrici), alle peronospore: prima di intervenire è buna norma consultare tecnici preparati per utilizzare gli agro-farmaci più idonei. S.T. Petunie successiva30 ������������� ��������������������������� ����� � � � �� � � � � � �� �� � � � �� �������� �� ����������� ���� �������������� ���������� ���������������� ���� �� ��� �� ���� �� �� � �� ������� �� �� �� ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� ���������������������������������������������������������������������������������������������� Filiera corta ��� ����� � � ������ ������������� �������������������� ��� ����������������� �������������������������� �������������������� ������������������������������������� ������� ������� ���� ���������� � ��� � � ��� � � � ���� ���������� ������������ � � � � ������ � ��� � � � ������ ������������������������ ������������������������������������� ������� ��� � � � � � � � � � � � � � � � � � ��� � ������������� ����������� � � � � � � � � 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Pontestella via del Redolone tel. 0573528473 precedente31 BORGO SAN LORENZO viale della Resistenza, 50 - tel. 0558494014 FIGLINE VALDARNO via Roma, 169 - tel. 055 9154157 AREA TECNICA via di Sollicciano 13 - tel. 0557358204 MECCANICA AGRARIA PROFESSIONALE via di Sollicciano, 13 - tel. 0557358241 SEDE CENTRALE Firenze via Baccio da Montelupo, 180 tel. 0557358261 SEDE CENTRALE Firenze via Baccio da Montelupo, 180 tel. 0557358415 CENTRO ORTOFLOROVIVAISTICO Scandicci via della Pieve tel. 0557358232 PUNTI VENDITA Pontassieve (FI) via F.lli Cervi, 43/45 tel. 0558368684 Figline Valdarno (FI) corso Matteotti, 28/32 - tel. 0559155774 Loc. Matassino via F.lli Rosselli, 35/37 - tel. 055958799 San Giovanni Valdarno (FI) piazza della Libertà, 22 - tel. 0559122706 Incisa Valdarno piazza Santa Lucia, 1 - tel. 0558336883 successiva1