I corpora e l`insegnamento delle lingue straniere

I CORPORA E L’INSEGNAMENTO DELLE LINGUE STRANIERE
Manila Basolini
I corpora e l’insegnamento delle lingue straniere
La didattica delle lingue straniere è una disciplina in continua evoluzione: gli insegnanti
hanno a disposizione sempre nuove metodologie di insegnamento, e un’ampia scelta di
materiale didattico.
Se agli inizi del Novecento l’insegnamento delle lingue si basava essenzialmente sulla
memorizzazione di regole grammaticali, con la nascita dei metodi di insegnamento creati a
partire dall’approccio comunicativo e umanistico/affettivo, si è assistito ad un cambiamento
sostanziale.
La lingua non è più un’entità astratta, costituita da regole da applicare meccanicamente,
ma viene proposta come strumento di comunicazione, con il quale poter creare dei rapporti
con altre persone.
L’insegnante non è più il centro del processo di apprendimento, il dispensatore di conoscenze, ma diventa un aiuto per gli studenti. Si dà inoltre molta importanza all’aspetto
emotivo dell’apprendimento, alle condizioni psicologiche dello studente. Se questi si sente
giudicato, automaticamente proverà ansia e timore ad esprimersi nella lingua straniera che
sta cercando di imparare, e innalzerà verso l’input linguistico quello che Krashen definisce
il ‘filtro affettivo’, che in molti casi lo porterà all’abbandono dello studio.
Da questi presupposti nascono metodi d’insegnamento come il Community Language
Learning, modellato sulle tecniche della psico-terapia, il Total Physical Response, che prevede
l’apprendimento della lingua tramite le risposte fisiche degli studenti ai comandi vocali
dell’insegnante, con l’obiettivo di ricreare le stesse condizioni psicologiche che portano
i bambini ad imparare a parlare nella loro lingua madre, o la Suggestopedia, che sfrutta i
meccanismi di memorizzazione subcosciente per facilitare l’apprendimento.
L’introduzione delle tecnologie informatiche in ambito glottodidattico, ha portato ad
un’ulteriore rinnovamento del modo di apprendere ed insegnare le lingue.
In Krashen (1981).
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