Un cerchio che unisce “Facciamo insieme un orto del benessere” L’Associazione IncontRho e gli esperti dell’Associazione “Il Giardino degli Aromi” hanno organizzato la partecipazione ad un ciclo di incontri su come costruire un orto del benessere e come intervenire sul proprio balcone fiorito. E’ stata anche un’occasione per conoscerci, fare nuove amicizie e scambiarci nuove esperienze. Gli incontri si sono tenuti ad Arese con il patrocinio del Comune di Arese e della Provincia di Milano. questa RELAZIONE FINALE è la sintesi dell’impegno realizzato in diversi mesi Arese Giugno 2010 IncontRho Associazione familiari e volontari per la salute mentale Città di Arese Azienda Ospedaliera Guido Salvini Garbagnate M.se UOP 42, Rho e Settimo M.se Sugli incontri “Facciamo un orto del benessere” Il ciclo di incontri “Il cerchio che unisce. Facciamo un orto del benessere” nasce dalla collaborazione tra la nostra Associazione IncontRho e la Cooperativa “Il Giardino degli Aromi” che opera presso la struttura del “Paolo Pini” e dalle condivisioni di alcune riflessioni sulle varie esperienze e studi fatti sui benefici effetti indotti nell’animo umano dalle attività all’aria aperta e, in special modo, dalla coltivazione di fiori e piante. Abbiamo così deciso di offrire l’opportunità di questo percorso agli utenti dei servizi offerti dal C.P.S. e dall’Unità Operativa Psichiatrica n. 42 di Rho – Settimo Milanese Abbiamo iniziato nel Novembre dello scorso anno in tono minore non per la qualità, sempre di ottimo livello, della conduzione da parte dei docenti ma per il ridotto numero di sedute e di partecipanti e per la mancanza di prove pratiche “sul campo”. Questi primi incontri ci hanno stimolato ad approfondire la conoscenza dell’argomento e a cogliere l’opportunità di continuare questa esperienza fruendo di un finanziamento da parte dell’Amministrazione Provinciale e del patrocinio del Comune di Arese. Abbiamo ripreso gli incontri, quindi, sul finire dell’Inverno. La partecipazione è stata più numerosa grazie all’entusiasmo e all’impegno del presidente Alberto Savoia e gli incontri sono riusciti molto bene per la preparazione, la sensibilità e la simpatia delle docenti che si sono succedute nella conduzione didattica e organizzativa: Sara Costello, Raffaella Rulli, Geraldina Strino e Angela Portosi, alle quali va il nostro vivo ringraziamento. Specialmente negli utenti del C.P.S., ma non solo, abbiamo potuto notare una partecipazione attenta, entusiasta, curiosa e disponibile a lasciarsi sensibilizzare sul tema di un rapporto più armonioso con la Natura nelle sue varie manifestazioni. Ne sono derivate occasioni di amicizia, di relazioni interpersonali, di collaborazione e aiuto reciproco che ci lasciano assai soddisfatti. Dobbiamo, pure, un sentito ringraziamento ai nostri amici Domenico Salandra per la sua elaborazione sempre puntuale e aggiornata dello schema di conduzione del nostro orto, a Gaetano Teodoro che con la sua arte muraria lo sta rendendo bello e funzionale, a Marta Corradi che ha rappresentato col suo bel disegno i “nostri” al lavoro e a Ivano De Ponti e ad Alberto che hanno curato l’impaginazione dei nostri documenti. Infine ringraziamo (in ordine alfabetico) Achille, Aldo, Alessio, Ambrogio, Davide, Fabrizio, Luca e Walter ed ancora, Pietro, Claudia, Daniela, Manuela, Chiara che con la loro partecipazione attenta ci incoraggiano a continuare questa esperienza. Certo, per restare nel tema, è stato gettato un seme nella terra e perché questo possa germogliare e crescere occorre continuità di impegno, di attenzione e cura che durino nel tempo da parte di tutti noi che abbiamo partecipato e abbiamo potuto constatare che tutto questo ci fa star bene con noi stessi e tra di noi. Confidiamo nella possibile collaborazione da parte di operatori della psichiatria per poter continuare questo percorso in modo da migliorare la qualità della vita nostra e dei nostri pazienti, familiari e amici. Rho/Arese Giugno 2010 Per l’Associazione IncontRho Francesco Tirrito 1 ISTRUZIONI PER L’USO Questa dispensa nasce con lo scopo di accompagnare nella meravigliosa pratica dell'orticoltura chiunque, dal primo approccio alla paziente perseveranza. SOMMARIO Sugli incontri Pag. 1° incontro coltivazione 1 3 dalla teoria alla pratica Cambio e rotazione delle coltivazioni Pag. 11 La rotazione biennale 11 5 Il sovescio 11 La tessitura 5 La rotazione triennale 13 La struttura 6 La rotazione quadriennale 13 L’humus 6 Calendario delle semine 14 Le lavorazioni 8 Consociazioni 17 Il compost 8 Come è fatto un buon cumulo 9 Il terreno Alcune piante ricche di elementi Pag. 10 malattie Curare le piante in modo naturale Pag. 18 Parassiti e piante repellenti 19 Piante utili per le malattie fungine 20 Tisane, estratti, decotti e macerate d’erbe 22 Le batteriosi e le malattie crittogamiche 24 schede erbe Piante selvatiche Pag. 25 Tecniche di moltiplicazione/riproduzione La talea 28 Trifoglio 31 Ricette erbe aromatiche 31 Mappa dell’orto 32 Riferimenti fotografici Fotografie del maestro Ernesto Fantozzi In questa pagina foto di Angela Portosi 2 1° incontro del corso di ortoterapia tenuto da Sara Costello dell’associazione “il giardino degli aromi” - sintetica relazione di Giulia Sartorio COME IMPOSTARE UN ORTO Occorrono tre elementi importanti: TERRENO mantenere la fertilità. ACQUA bagnature dell’orto nelle ore fresche d’estate, viceversa bagnare durante il giorno nelle stagioni fredde. SOLE mettere le piante alla giusta esposizione. Giusta distanza fra le piantine nella semina o nel trapianto. FORMA DELLE PARCELLE: larghezza 90 centimetri. Lunghezza variabile. TENERE UN DIARIO DELL’ORTO che permette di coltivare i vari prodotti orticoli con corretta alternanza Le piante, infatti, si possono dividere in tre grandi gruppi a) Grandi consumatori: solanace, (pomodori, patate…), cucurbitacee (cetrioli...), che impoveriscono molto il terreno. b) Medi consumatori: crocifere (cavolfiori, bietole, insalate…) che impoveriscono meno il terreno. c) Azoto fissatori: leguminose (fagioli, piselli, fave, taccole…) che fertilizzano il terreno. LA ROTAZIONE delle colture permette di preservare la fertilità del terreno. ATTREZZI da usare: 1. TRIDENTE foraterra (o forcone). Permette di togliere in modo completo le radici delle infestanti, anche le più aggressive. 2. VANGA S’infilza nel terreno e si muove avanti e indietro. Rispetta i lombrichi che, se vengono tagliati a metà, diventeranno due individui distinti. Con ambedue gli attrezzi, smuovere solo la parte superficiale del terreno, favorendo, così, giusta aerazione, frantumazione della crosta e corretto assorbimento dell’acqua. NON USARE il piccone e in ogni modo non rivoltare la terra che porta in superficie terra non fertile, con conseguente necessità di concimare abbondantemente. La dimensione del seme è proporzionale alla profondità: più il seme è piccolo più va seminato in superficie, più è grande maggiore è la profondità. Nel periodo autunnale smuovere il terreno e coprirlo con fogliame o falciato di prato per mantenerlo fertile e morbido. Ricoprire infine con tessuto non tessuto o cartone di recupero. Piante che contrastano gli insetti: tagete, calendule, piante aromatiche, cenere. Piante che allontanano le zanzare: basilico tulsi, limoncina, citronella, gerani. COMPOSTAGGIO: serve per costituire terreno fertile. Occorre un luogo ombreggiato, umidificare sempre. Dimensioni della zona compost: altezza almeno 50/60 centimetri, larghezza cm. 80. Sotto il compost va posato un letto di ramaglie che favoriscono una corretta aerazione. Alternare strati di paglia, sfalci di prato, avanzi vegetali di cibo, coprire sempre con sfalci o con sottile strato di terreno. Si viene a creare una sorta di fornace con temperatura alta all’interno che demolisce materiale organico. Occorre rimescolare almeno una volta ogni 2/3 mesi. Quando maturo setacciare il “compost” per avere terreno fertile con cui coprire le parcelle e interrarlo con tridente. Per fertilizzare il terreno è possibile seminare fave, farle germogliare e interrarle. Semina dei piselli fino al massimo a metà ottobre: danno fertilità al terreno e si raccolgono in primavera. Letame ben maturo e pollina sono buoni fertilizzanti, possono essere troppo ricchi e bruciare le radici. Occorre misura e osservazione. 3 ORTO COME LUOGO DI INCONTRO E DI SCAMBIO Alcuni obiettivi: Vivere il piacere di accudire le piantine, Riscoprire e gioire dei cicli della natura, Accettare gli insuccessi. Cosa fare? Guidare i ragazzi a “re-imparare” ad osservare. “Snodare” nodi individuali: con attività fisiche che permettono di “sfogarsi” con l’osservazione della natura. Come fare? Fare una visita al Pini, ove c’è un giardino dei profumi e degli aromi. Prevedere nell’orto un luogo comodo ove poter sostare. Scambi dei prodotti dell’orto possono aiutare nell’intrecciare relazioni. Occorre apprendere il modo giusto per guidare ad osservare la crescita delle piante e la vita di piccoli animali. Piantare intorno all’orto arbusti a fioritura differenziata (prugnolo, ciliegio selvatico, alloro, frangula, caprifoglio, forsizia …) che aiuteranno i ricci a porre la propria dimora nei paraggi e potranno essere osservati. Seminare e coltivare fiori colorati che attirano le farfalle. Lombrichi in quantità (attestano che il terreno è povero di metalli pesanti) rendono il terreno soffice e fertile. Riconoscere la temporalità, il susseguirsi degli eventi, le modifiche e le ripetizioni che, in ragazzi spesso centrati su problematiche interne ripetitive, possono aiutare a riconoscere ritmi e alternanze. Ciò che sembra secco ha possibilità di rinascere attraverso cure mirate: giusta potatura, ecc ….. Progettare l’orto con i ragazzi, la rotazione delle colture, il numero delle piante da piantumare. Fare schema delle colture. Auspicabile l’uso del PC per coinvolgere i ragazzi. Raccogliere i fiori, preparare le relative sementi, conservarle in modo adeguato. Proporsi ai ragazzi in modo concreto: poche parole, molti esperimenti ed esperienze concrete. Rimescolare il materiale del compostaggio, una volta maturo, setacciarlo e far osservare i resti non decomposti. Far notare il bisogno di misura e di successiva osservazione nell’uso di fertilizzanti. Dalla relazione del 16/10/2009 sul primo incontro con gli esperti dell’associazione “Il Giardino degli Aromi” 4 DALLA TEORIA ALLA PRATICA Il terreno Il terreno fertile è formato dalla sostanza organica, dalla componente minerale e dall’acqua; infatti la fertilità della terra non è data da questo o da quell’elemento in particolare (calcio, potassio, azoto) ma dalla loro combinazione e cioè dal composto di elementi con cui noi nutriamo il terreno. DI COSA HANNO BISOGNO LE PIANTE? Gli elementi necessari alla nascita e alla sopravvivenza delle piante sono: carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto, zolfo, fosforo, potassio, calcio, magnesio, silicio, cloro e oligoelementi (cosi chiamati perché presenti in piccolissime quantità): ferro, boro, zinco, rame, magnese, mobildeno. La pianta trae le sostanze di cui necessita in maggiore quantità dall’aria (ossigeno e carbonio; quest’ultimo costituisce circa la metà della pianta) e dall’acqua (ossigeno e idrogeno). Essenziale per la vita delle piante e della vita in generale è il Sole, fonte di luce e calore. Spesso, nei terreni coltivati, calcio, potassio e azoto vengono a mancare. Allora il contadino va al vivaio e compra un sacchetto di potassio, uno di azoto e uno di calcio (sali minerali). Ma il concime minerale solubile in acqua è nocivo per le acque di fiumi e laghi (dove arriva drenando dal nostro orto), e quindi per le piante e gli animali che in essi vivono. Nel bosco, invece, il fabbisogno nutritivo delle piante viene assicurato dalla decomposizione delle foglie e dei rami caduti e dalle piante morte (materia organica) che contengono già tutto ciò di cui le piante vive hanno bisogno. Come si sviluppa il terreno Agli inizi della storia della Terra il suolo non c'era. La superficie del nostro giovane pianeta era bollente e costituita da roccia fusa. Con il successivo raffreddamento le enormi masse di vapore che sfuggivano dalla superficie si raccolsero in grosse nubi che presto diedero origine alle prime piogge. Proprio quegli immensi diluvi cominciarono a intaccare le rocce, sulle quali nel corso dei millenni si stabilirono le prime piante. Pian piano la superficie terrestre si ricoprì di uno strato di suolo. La parte minerale del terreno deriva dalla roccia, dal suo sgretolamento e sminuzzamento causato dagli agenti atmosferici (vento, pioggia, gelo, caldo): la progressiva alterazione della roccia madre è dovuta alla colonizzazione da parte di muschi e licheni. La prima formazione di humus superficiale (sostanza organica) deriva dalla decomposizione dei corpi di muschi, licheni e microrganismi. Grazie a quell’humus formatosi si sviluppano le erbe pioniere e successivamente una vegetazione sempre più varia ed aumenta sia l’humus superficiale che lo strato minerale per il continuo sgretolamento dovuto all’azione (fisica e chimica) delle radici. La tessitura La tessitura è la composizione e la proporzione tra tre gruppi di particelle elementari (argilla, limo, sabbia) che insieme allo scheletro (ciottoli) compongono la frazione minerale del terreno. I suoli sabbiosi sono caratterizzati da particelle più grossolane, da un’elevata porosità, da una scarsa disponibilità di elementi nutritivi, da un eccessivo drenaggio per incapacità di trattenere l’acqua e da una rapida humificazione della sostanza organica. Tali terreni si migliorano rapidamente con l’apporto di sostanza organica (composti, sovesci, ecc...). I suoli argillosi sono caratterizzati da particelle microscopiche, scarsa porosità, ricchezza e varietà di elementi minerali disponibili. Le particelle elementari sono normalmente (in natura) aggregate in grumi di dimensioni visibili che danno una struttura più leggera e porosa al terreno. Si può capire cosa si intende per struttura del terreno osservando le “montagnette” di terra frutto del “lavorio” dei lombrichi. A causa del calpestio, dell’acidificazione e/o dell’alcalinizzazione i grumi si possono disgregare e le argille si dispongono in forma compatta quasi impermeabile all’aria e all’acqua. Per mantenere o far tornare alla forma ideale un terreno argilloso è necessario: lavorare appropriatamente il terreno, riequilibrare il ph, mantenere il più possibile la copertura del terreno quindi aggiungere sostanza organica che regola il ph, alleggerisce le argille, migliora struttura e drenaggio. 5 La struttura Per struttura si intende l’aggregazione di particelle minerali e della sostanza organica a costituire aggregati grumosi. Più un terreno è ricco di sostanza organica più ha una buona struttura ed è garantita la fertilità del terreno. Una buona struttura favorisce inoltre una buona aerazione alle radici che hanno bisogno di traspirare: infatti se è presente troppa acqua nel terreno si costituiscono delle pozze e le piante hanno una crescita difficile o non crescono affatto. L’accumulo di acqua a costituire ristagno idrico avviene in particolare nei terreni argillosi con poca sostanza organica e quindi mal strutturati. Una buona struttura permette invece di trattenere la giusta quantità d’acqua all’interno del terreno. Inoltre la presenza di una buona quantità di sostanza organica evita che terreni sabbiosi perdano velocemente l’acqua. Se dovessimo schematizzare un grumo di terreno con una buona struttura lo rappresenteremmo come segue. L’humus L’humus e la sostanza organica humificata contengono tutti gli elementi della fertilità chimica (azoto, fosforo, potassio, calcio, magnesio, oligoelementi [tutti quegli elementi importanti ma di cui bastano piccole quantità], ecc...). Tali elementi sono cedibili gradualmente ed in modo equilibrato alle radici delle piante. Sono le radici stesse che esercitano stimoli e richiami a seconda delle stagioni e delle particolari esigenze nutritive delle piante e stimolano al rilascio degli elementi nutritivi da parte dell’humus. Ciò significa che l’humus costituitosi nel terreno rappresenta una riserva di fertilità stabile e duratura. Inoltre la presenza di molto humus garantisce un’elevata porosità al terreno e, a differenza dei suoli sabbiosi, un’elevatissima capacità di trattenere l’acqua; inoltre la presenza di elevate quantità di humus nel terreno ne diminuisce i compattamenti e mantiene il ph. Se prendiamo in considerazione il TERRENO come ORGANISMO VIVENTE La differenza di comportamento tra il sottobosco e la pattumiera è che in realtà il primo è un super organismo vivente: un ettaro di suolo fertile, fino ad una profondità di 30 centimetri può contenere più di sette tonnellate d'esseri viventi (batteri, funghi, protozoi, alghe, nematodi, anellidi, insetti). Sono proprio loro che fanno la differenza, che alla fine di una lunga e complessa sequenza di trasformazioni chimiche e biochimiche, di complicate catene alimentari, degradano le sostanze organiche in sostanze nutrienti e anidride carbonica e trasformano l'azoto organico e atmosferico in sali d'azoto assimilabili a loro volta dalle piante. Nello stesso tempo una miriade di insetti, lombrichi ed altre creature, rimescolano il terreno in cerca di cibo e così facendo lo rendono soffice, permeabile all'aria e all'acqua e facilitano l'accumulo di umidità e l'assorbimento di sostanze nutritive che sono rilasciate lentamente, assecondando le necessità nutritive delle piante che crescono su questo terreno. L'esempio che abbiamo illustrato è la dimostrazione che la natura non conosce il concetto di rifiuto e nei suoi grandiosi cicli (dell'aria, dell'acqua, della materia vivente) riutilizza tutto. In un terreno naturale – non lavorato – sono visibili diversi strati ben distinti, anche se con sfumature graduali da uno all’altro. In superficie è visibile la sostanza organica fresca, o parzialmente decomposta, la lettiera o strato organico, un secondo strato a prevalente attività cellulare ed un terzo strato a prevalente attività plasmatica. Al di sotto di questo si può osservare il suolo minerale con il contenuto anche di diversi ossidi metallici, ed infine lo strato costituito dalla roccia sgretolata. (viene riportata di seguito una suddivisione per strati ed una descrizione dei primi tre strati sopra citati) Vedi immagine alla pagina seguente 6 lettiera o strato organico strato a prevalente attività cellulare o humus nutritivo, processi di maturazione, popolazioni microbiotiche “aerobiche” A B C scambio di ossigeno (O2) anidride carbonica (CO2) canali scavati dai lombrichi massa organica, pacciame, compostaggio di materiale vegetale strato a prevalente attività plasmatica o humus duraturo con rizosfera, popolazioni macrobiotiche “anaerobiche” strato minerale roccia madre (litosfera) 1) LETTIERA O STRATO ORGANICO (strato superficiale dello spessore di 1-3 cm): è per sua natura sempre coperto di verde o delle parti aeree delle piante. Protegge la popolazione microbica che vive al suo interno dalla luce, dalla disidratazione e dalle brusche variazioni di temperatura. Questo pacciame naturale diventa alimento garantendo una temperatura costante alla popolazione microbica del suolo. I residui organici presenti nello strato organico, ancora grossolani e riconoscibili, sono sede delle più svariate forme di vita. Isopodi, collemboli, larve di coleotteri, lombrichi e altri invertebrati creano con le loro attività minuscole fessurazioni e bolle d’aria per lo scambio di gas e, insieme a miceti, lieviti e muffe, producono le condizioni senza le quali tutti gli altri microrganismi non troverebbero un habitat adatto e morirebbero a causa delle loro stesse escrezioni. Questi minuscoli esseri viventi decompongono tutta la sostanza organica e rimangono attivi se ricevono continuamente materiale vegetale in strati di 1-2 cm. 2) STRATO A PREVALENTE ATTIVITA' CELLULARE O HUMUS NUTRITIVO: e nei 3-8 Cm di questo strato, posto immediatamente sotto la lettiera o strato organico, lombrichi, i miceti elaborano il materiale più fine che dalla lettiera filtra, insieme all’acqua, nello strato minerale superiore, trasformandolo in terra dalla caratteristica struttura grumosa. Si forma così uno strato caratterizzato da un’intensa attività cellulare dentro cui comunità microbiche con funzioni opposte sottopongono la sostanza organica a ulteriori trasformazioni. Quindi i resti dei microrganismi morti e i residui fanno da collante con le particelle minerali derivanti dall’attività degli agenti atmosferici. Si formano così grumi separati l’uno dall’altro da interstizi, cioè i pori del suolo. 3) STRATO di HUMUS DURATURO A PREVALENTE ATTIVITA' PLASMATICA: è lo strato più spesso e può misurare in media circa 30 cm. Qui i batteri e i microrganismi dello strato immediatamente superiore sono presenti in minor numero e le sostanze organiche entrano nella fase macromolecolare. La terra è composta da grumi piccoli e le unità cellulari dei tessuti di partenza sono state completamente decomposte. Lo strato a struttura macromolecolare può immagazzinare grandi quantità d’acqua ed è in grado di conservare i nutrienti nella fase di riposo vegetativo (inverno). Qui si forma l’humus – LO STOMACO DELLE PIANTE – (Aristotele). 7 Animali ed umani digeriscono ciò di cui si nutrono con strumenti propri (apparato masticatorio, stomaco, intestino), per quanto riguarda invece le piante è questo strato a prevalente attività plasmatica che trasforma le strutture cellulari in macromolecole digeribili per la pianta. In questo ambiente gli apparati radicali prosperano e si sviluppano al massimo, hanno una tavola imbandita con i migliori alimenti. Questo strato è popolato dalla sensibile ed esigente flora della rizosfera (cioè quei viventi piccolissimi che vivono in stretta simbiosi[rapporto] con le radici delle piante). Quindi la RIZOSFERA è la zona dello strato a struttura plasmatica in cui si trovano le radici, gli organi di assimilazione delle piante, paragonabili ai villi intestinali dell’apparato digerente di animali ed essere umani. Oltre a svolgere questa funzione, le radici più sottili si avvolgono attorno ai grumi di terreno compattandolo. Quando i primi cotiledoni di un seme spuntano dal terreno e a contatto con la luce assumono una colorazione verde (sintetizzano clorofilla), o quando le piantine poco dopo l’interramento cominciano a emettere radici, nello strato a struttura plasmatica si sviluppa nell’arco di pochissimo tempo una flora batterica molto attiva (batteri, miceti e funghi appartenenti alla famiglia dei lacto-bacilli, presenti anche nell’apparato digerente di animali ed umani). Maggiore è questa presenza nel terreno maggiore è la sua fertilità. Le particelle di minerali, trasformate dai batteri dell’acido lattico in modo da poter essere assimilate, raggiungono l’interno della pianta attraverso l’apparato radicale. In cambio di questi servigi forniti alle piante, i lactobacilli ottengono zuccheri (che sono prodotti dalla sintesi clorofilliana che ha luogo nelle parti verdi dei vegetali). Le lavorazioni Nel coltivare un terreno dobbiamo cercare di mantenere e conservare il più possibile la sostanza organica e la stratificazione che nel terreno naturalmente tende a costituirsi. A tal fine è fondamentale lavorare il terreno senza rivoltare le zolle, pertanto si smuove lo strato superficiale con il tridente fora terra (vedi immagine che segue) realizzando fori successivi alla distanza di cinque dieci centimetri gli uni dagli altri e facendo pressione in avanti ed in dietro. In questo modo si smuovono le radici delle piante infestanti che possono essere rimosse e si area il terreno. Il Compost Il compostaggio è una tecnica attraverso la quale viene controllato, accelerato e migliorato il processo naturale a cui va incontro qualsiasi sostanza organica per effetto della flora microbica naturalmente presente nell'ambiente. Quello che sappiamo su come si forma la terra fertile dal cumulo del compost lo dobbiamo all’esempio del bosco, fonte di vita: di piante, di ossigeno, di acqua… Il bosco ci offre un chiarissimo esempio di “coltivazione biologica”: le foglie cadenti coprono il terreno, si decompongono, formano humus. Piante e foglie morte, frutti caduti al suolo, in altre parole, tutte le sostanze organiche che si accumulano nel sottobosco, diventano il nutrimento, la fonte di vita del super-organismo formato dagli innumerevoli e microscopici esseri viventi che popolano il terreno. Le grandi molecole organiche presenti nei vegetali (amidi, zuccheri, cellulosa, resine, oli) diventano cibo per i batteri e per altri microrganismi che dalla degradazione di queste molecole, a base di carbonio, traggono energia. Alla presenza di una giusta quantità di sostanze contenenti azoto (nitrati, urea, proteine) i batteri possono utilizzare questa energia per sintetizzare nuove proteine e moltiplicarsi. Pertanto in condizioni ottimali, a spese della materia organica sempre più degradata, può crescere in modo vertiginoso la popolazione di batteri. 8 Dal punto di vista chimico quello che abbiamo sinteticamente descritto è una progressiva ossidazione biologica delle complesse sostanze organiche per opera dei microrganismi che vivono nel terreno. Grazie alla loro attività il carbonio organico si lega all'ossigeno atmosferico formando anidride carbonica ed acqua. Da questa reazione si libera energia che, in parte, i batteri stessi utilizzano per le loro funzioni vitali ed in parte è dispersa nell'ambiente, sotto forma di calore. Quello che non è gradito come cibo ai batteri è invece appetibile a muffe e funghi che lasciando come scarto del loro banchetto molecole ancora più semplici, si moltiplicano anch'essi fino a quando c'è cibo a sufficienza. Su quello che resta dell'originaria materia organica e sugli stessi batteri e funghi, si avventa una miriade d'organismi di maggiori dimensioni quali insetti, artropodi, anellidi che, oltre a finire di mangiare le briciole, scavano e rimescolano quello che ormai è diventato un soffice terriccio bruno su cui l'ossigeno dell'aria e l'acqua apportano le ultime trasformazioni chimicofisiche. La fertilità della terra non è data da questo o da quell’elemento in particolare (calcio, potassio, azoto) ma dalla loro combinazione e cioè dal composto di elementi con cui noi nutriamo il terreno. E’ per questo che il cumulo si chiama compost: perché è un composto, una combinazione di elementi. Il compost serve, quindi, a ricreare nel nostro cumulo, in piccolo, quello che accade in grande nel bosco. Concimare allora vuol dire rendere il suolo vivo: favorire lo sviluppo dei microrganismi viventi nel terreno, così questi parteciperanno alla decomposizione della materia organica (foglie, rami, scarti vegetali della cucina, sfalci d’erba, fiori, lombrichi…). Il compost è il prodotto finale della decomposizione del cumulo di sostanze organiche, cioè terra nuova per coltivare. Dopo qualche mese, terminato il grande banchetto, dell'originaria materia organica morta e delle sue strutture macroscopiche non vi è più traccia. Tutto si è trasformato in una cosa nuova: in un terriccio fine ricco d'organismi viventi e di sostanze nutritive, nelle condizioni fisiche e chimiche ottimali per essere facilmente assorbite dalle radici delle piante. Molto del carbonio organico presente nella biomassa morta è tornato in atmosfera sotto forma d'anidride carbonica, pronta ad essere assorbita dalle piante verdi per ridiventare, grazie all'energia solare e alla fotosintesi clorofilliana, nuovamente biomassa vegetale vivente (foglia, fiore, frutto, corteccia). E il grande ciclo della vita può continuare. Per combinare un buon compost è bene considerarlo al pari di un organismo vivente con le sue funzioni digestive. Quindi nel nostro orto la sua posizione è quella che un essere umano sceglierebbe per schiacciare un pisolino dopo pranzo in una bella giornata di sole: all’ombra di un albero, in un luogo non troppo ventoso. Il compost ha bisogno di penombra perché il cocente sole diretto così come il vento lo asciugherebbero troppo, mentre un luogo troppo buio e troppo ventoso lo raffredderebbe. In generale il cumulo ha bisogno di caldo e umido. Se si costruisce un buon cumulo alto circa 80 cm - 1 metro al suo interno la temperatura può arrivare fino a 60°. Per questo ogni tanto lo rivolteremo, così tutte le sue parti passeranno per questo punto caldissimo. Com’è fatto un buon cumulo? Risulta importante decidere dove posizionare il cumulo rispetto all’orto e alla casa: in grandi orti o giardini il compost va posizionato in un luogo facilmente raggiungibile con la carriola, nelle vicinanze delle parcelle coltivate ad ortaggi. Rispetto alla casa è conveniente posizionare mucchi di scarti (cucina e orto) e cumulo del compost nell’angolo ombreggiato più lontano. Se si vuole evitare di fare lunghi spostamenti per buttare gli scarti della cucina si può posizionare una botte aperta a metà strada tra cucina e resto del cumulo. Il cumulo può essere lungo dai 2 ai 4 metri e deve essere alto almeno 1 metro. Non si può cominciare a buttare scarti nel cumulo e non terminare tutta la costruzione o buttarli in quantità differenti (più umido, meno potature o viceversa): ciò infatti non favorisce le giuste trasformazioni, gli scarti marciranno con formazioni di muffe e batteri o impiegheranno anni prima di diventare terra fertile. Per evitare ristagni d’acqua sulla superficie del compost questa non deve essere troppo piatta; per evitare che la pioggia battente trascini al fondo sostanze e abitanti sconvolgendo l’equilibrio la superficie non deve essere neanche troppo ripida. 9 Diciamo allora che la forma del cumulo deve essere “panciuta”, in fondo non dimentichiamo che sta digerendo. Il processo di compostaggio si compone essenzialmente in due fasi: • bio-ossidazione, nella quale si ha l'igienizzazione di massa: è questa la fase attiva (nota anche come high rate, active composting time), caratterizzata da intensi processi di degradazione delle componenti organiche più facilmente degradabili • maturazione, durante la quale il prodotto si stabilizza arricchendosi di molecole umiche: si tratta della fase di cura (nota come “curing-phase”), caratterizzata da processi di trasformazione della sostanza organica la cui massima espressione è la formazione di sostanze umiche La buona riuscita del compostaggio dipende da diversi fattori; il più importante è che il materiale da trattare sia caratterizzato da un corretto rapporto tra la quantità di carbonio e d'azoto. Affinché i batteri possano svilupparsi bene è necessario che abbiano a disposizione sia sufficiente energia (dalla "combustione" del carbonio), sia materia prima per l'assemblaggio di proteine (molecole ricche d'azoto). Il rapporto ottimale di carbonio e azoto, nella dieta dei batteri, deve essere di 30 a 1. PRINCIPALI MATERIALI UTILIZZABILI PER IL COMPOSTAGGIO RAPPORTO CARBONIO : AZOTO Scarti Freschi Dell'orto Sfalcio D'erba Paglia Di Legumi Erba Medica Scarti Di Cucina Foglie Secche Paglia Segatura 7 12 15 15-25 23 50 50-150 250-500 Il materiale da compostare deve essere mantenuto costantemente umido. I batteri , come noi , non possono fare a meno dell'acqua. Attenzione però a non esagerare. Se il cumulo è fradicio d'acqua, l'aria non si potrà diffondere nel cumulo e i batteri “buoni” moriranno per asfissia. Saranno sostituiti da altri batteri (chiamati anaerobi) che non amano l'ossigeno, ma che producono metano, idrogeno solforato, composti con odori fortemente sgradevoli. Pertanto per formare il primo strato del cumulo, quello a contatto del suolo, per garantire un buon drenaggio ed una sufficiente aerazione anche della parte più bassa del cumulo, quella a contatto del terreno, si realizza un primo strato con rami secchi. Alcune piante ricche di elementi: Con infusi, decotti o macerati ottenuti con le piante descritte di seguito possiamo cominciare il terreno o arricchire il compost. Il tarassaco è ricco di calcio, le foglie della robinia arricchiscono di azoto e concimano nella carenza di calcio. L'acetosa è ricca di calcio, fosforo, magnesio, silice. Il rafano fornisce il calcio, la camomilla lo zolfo, i cactus il calcio, l'equiseto l’acido silicico. L'achillea rifornisce di potassio, calcio, acido silicico, l'ortica fornisce calcio e ferro. La cipolla è ricca di acido silicico e calcio. Infine vi sono due piante, il sambuco ed il fico, che poste nelle vicinanze dei cumuli di compost ne favoriscono la “digestione”. 10 COLTIVAZIONI Cambio e rotazione delle coltivazioni Ogni pianta, attraverso le sue radici, assorbe dal terreno determinate sostanze e, contemporaneamente, ne espelle altre. Se piantiamo sulla stessa aiuola per diverse volte di seguito gli stessi ortaggi, succederà che col tempo verranno loro a mancare le necessarie sostanze nutritive. Anche le migliori qualità di composto e di concime, non riusciranno a rifornirle in misura sufficiente. D'altra parte, le sostanze espulse dalle radici delle piante e accumulatesi nel terreno, ostacoleranno la loro crescita. Interviene la cosiddetta stanchezza del terreno, le piante non prosperano più e vengono attaccate dalle malattie e dagli insetti. E’ consigliata una certa rotazione delle coltivazioni. Non per niente le piante forti consumatrici vengono chiamate anche «piante di prima razione», le medie consumatrici «piante di seconda razione» e le deboli consumatrici, infine, «piante di terza razione». L'ordine della suddetta elencazione sta ad indicare che su una determinata aiuola dovranno essere piantati: il primo anno ortaggi forti consumatori, il secondo anno ortaggi medi consumatori e il terzo anno, infine, ortaggi deboli consumatori. Nelle coltivazioni miste questo ordine viene un pò confuso ma anche in questo caso si dovrà tener conto della necessaria rotazione degli ortaggi. I pomodori e i fagioli rampicanti non devono essere inclusi nei programmi di rotazione. Essi prosperano per anni sullo stesso terreno e se poi in autunno si provvede a compostare i loro steli e le loro foglie direttamente sull'aiuola si favorirà la loro crescita nell'anno seguente. La rotazione biennale Con questo tipo di rotazione, l'orto viene diviso in settori. Nel primo settore si coltiveranno ortaggi «forti consumatori» eventualmente in coltivazione mista con ortaggi medi consumatori. Nel secondo settore, si pianteranno i medi e i deboli consumatori. Ogni anno, gli ortaggi e i fiori di questi due settori verranno scambiati tra di loro. C'è, infine, un terzo settore con le erbe aromatiche. Primo anno Settore 1 VERZE CAVOLI BIANCHI POMODORI SPINACI SEDANO RAPA SCORZONERA CAVOLI ROSSI PORRI ZUCCHE CETRIOLI Settore 2 CIPOLLE INSALATA BARBABIETOLE ROSSE RAPANELLI ERBE AROMATICHE AGLIO CAROTE FINOCCHI PISELLI FAGIOLI e… nel frattempo Il Sovescio Consigliabile, soprattutto, agli inizi di un nuovo orto, il sovescio è un’antica pratica chiamata anche concimazione verde e consiste nel seminare delle essenze erbacee, in genere leguminose, graminacee e crucifere, lasciarle crescere fino a un certo stadio, sfalciarle, lasciarle appassire sul terreno (1-2 giorni) e poi interrarle (5-10 cm.) con una leggera lavorazione superficiale. Con questa pratica, soprattutto in relazione all’epoca di sfalcio, si possono conseguire i seguenti risultati: Apporto di materia organica al terreno, questo aspetto non è il più importante, in quanto l’accumulo di sostanza organica stabile è lento nel tempo e si ottiene con sfalci molto tardivi. 11 Aumento dell’attività microbica, dovuto alla grande quantità di sostanza organica aggredibile dai micro-organismi demolitori, che funge da alimento per il loro sviluppo e, con la lavorazione superficiale del terreno, ne migliora le condizioni di vita. Concimazione delle piante, è la funzione più importante del sovescio, poiché durante la degradazione della massa verde si liberano notevoli quantità di elementi nutritivi (in particolare azoto) subito disponibili per le piante. Miglioramento della struttura del terreno, anche questa è una funzione fondamentale del sovescio, particolarmente sfruttata assieme alla precedente. Il miglioramento è di breve durata (alcuni mesi), ma sufficiente per creare un ambiente favorevole. Migliore e precoce insediamento di insetti utili, che trovano, nelle erbe da sovescio, un buon ambiente per svilupparsi, per esempio quello dei predatori di afidi (coccinellidi, silfidi ecc.), che si sviluppano sulle precoci infestazioni che generalmente si verificano su certe piante come il favino. Epoche di semina dei sovesci Le epoche di semina dei sovesci sono due e dipendono dalle essenze che si vogliono impiegare. Sovesci primaverili: (senape, crescione, trifoglio) molto importante è preparare precocemente il letto di semina e non ritardare troppo la semina stessa per far sì che il sovescio abbia il tempo di crescere abbondantemente e precocemente. Ricordarsi di non far seguire crucifere alle crucifere. Sovesci autunnali: si eseguono con essenze che resistano bene al freddo invernale (fave, miscela Landsberg). Aggiungere alle aiuole compost maturo prima della nuova messa a dimora. Secondo anno Settore 1 CIPOLLE INSALATA BARBABIETOLE ROSSE RAPANELLI ERBE AROMATICHE AGLIO CAROTE FINOCCHI PISELLI FAGIOLI Settore 2 VERZE CAVOLI BIANCHI POMODORI SPINACI SEDANO RAPA SCORZONERA CAVOLI ROSSI PORRI ZUCCHE CETRIOLI LE PRINCIPALI SPECIE DA ORTO SOLANACEE – pomodoro, patata, melanzana, peperone (forti consumatori) COCURBITACEE – anguria, cetriolo, melone, zucca, zucchino (forti consumatori) CRUCIFERE – cavoli (forti consumatori), ravanelli, cima di rapa, rape, rucola, crescione (medi consumatori) CHENOPODIACEE – bietole, barbabietole, coste, spinaci (medi consumatori) OMBRELLIFERE – carota, finocchio, sedano, prezzemolo (medi consumatori) COMPOSITE – cicoria, indivia, lattuga, valeriana (bassi consumatori) LILIACEE – aglio, cipolla, scalogno (bassi consumatori), porro (medio consumatore) LEGUMINOSE – fave, lenticchie, ceci, fagioli nani, piselli (azoto-fissatori), fagioli rampicanti (azoto-fissatori ma medi consumatori) 12 La rotazione triennale Questo tipo di rotazione è più diffusa perché è quella che meglio si adatta alla suddivisione di ortaggi in forti, medi e deboli consumatori. Anche qui, però, i confini possono essere indefiniti. Così, per esempio, certi ortaggi di “seconda razione” possono essere seminati insieme ad ortaggi forti consumatori. Ma se si vogliono piantare ortaggi forti consumatori in un’aiuola nella quale, l'anno precedente erano cresciuti ortaggi dello stesso tipo, sarà necessario un rifornimento supplementare di sostanze nutritive sotto forma di composto maturo o di macerato. Primo anno Settore 1 CAVOLI CETRIOLI PATATE ZUCCHE PORRI SEDANO RAPA POMODORI Settore 2 Settore 3 FINOCCHI CAROTE AGLIO/CIPOLLE RAPANELLI/RAFANO BARBAB. ROSSE INSALATA/SPINACI SCORZONERA FAGIOLI PISELLI CAROTE ERBE AROM RAPANELLI/RAFANO SPINACI CIPOLLE Secondo anno Settore 1 FINOCCHI CAROTE AGLIO/CIPOLLE RAPANELLI/RAFANO BARBAB. ROSSE INSALATA/SPINACI SCORZONERA FAGIOLI PISELLI CAROTE ERBE AROM. RAPANELLI/RAFANO SPINACI CIPOLLE Terzo anno Settore 1 FAGIOLI CAROTE PISELLI RAPANELLI/RAFANO ERBE AROM. SPINACI CIPOLLE Settore 2 CAVOLI CETRIOLI PATATE ZUCCHE PORRI SEDANO RAPA POMODORI Settore 2 Settore 3 CAVOLI CETRIOLI PATATE ZUCCHE PORRI SEDANO RAPA POMODORI Settore 3 FINOCCHI CAROTE AGLIO/CIPOLLE RAPANELLI/RAFANO BARBAB. ROSSE INSALATA/SPINACI SCORZONERA O, più semplicemente, “Agricoltura dei tre campi” La rotazione quadriennale Con questo tipo di rotazione il terreno viene diviso in quattro parti. Nel primo vengono coltivati ortaggi forti consumatori, nel secondo, ortaggi medi consumatori, nel terzo deboli consumatori e nel quarto settore, infine, delle leguminose come piselli, fave, ecc. Le leguminose vengono anche considerate deboli consumatori ma in realtà, non solo non sfruttano il terreno, ma lo migliorano, perché con i noduli delle loro radici, lo arricchiscono di azoto. La rotazione quadriennale può anche presentarsi così: primo anno - forti consumatori, secondo anno - medi consumatori, terzo anno - deboli consumatori e quarto anno, infine, concimazione verde. Le coltivazioni miste sono naturali. Le monocolture sono contrarie alla natura. 13 Calendario delle semine MESI ORTICOLE SEMINE TRAPIANTI PIANTINE DURATA COLTIVAZIONE Cavolfiore Cavolo cappuccio precoce Cavolo rapa Lattuga Ravanelli Sedano Spinaci Semenzai caldi Semenzai caldi 16 settimane 10 settimane Semenzai caldi Semenzai caldi Semenzai caldi Semenzai caldi Piena terra 12 settimane Carote Cavolfiore Cavolo cappuccio precoce Cavolo rapa Cipolla Fave Lattuga Melanzane Piselli Pomodori Porri Sedano Spinaci Semenzai caldi 18 settimane Piena terra 10 settimane Aglio (spicchi) Bietole da coste Carote Cavolfiore Cavolo cappuccio precoce Cavolo cappuccio lento Cavolo rapa Cipolla Fave Lattuga Lattuga da taglio Peperoni Piselli Ravanelli precoci Ravanelli Zucca Zucchine Piena terra Piena terra Piena terra GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE Piena terra Piena terra Piena terra Semenzai caldi Piena terra Semenzai caldi Semenzai caldi Semenzai caldi Piena terra Piena terra A intervalli Ogni 14 giorni 10 settimane 16 settimane 15 settimane 10 settimane 12 settimane Piena terra Piena terra 20 15 18 16 10 settimane settimane settimane settimane settimane Piena terra Piena terra Bulbi piena terra Piena terra Piena terra Piena terra Vasetti al caldo Piena terra Vasi riscaldati Vasi riscaldati 14 Ogni 14 giorni Ogni 14 giorni Piena terra Piena terra A intervalli 10 settimane 16 settimane 15 settimane 10 settimane 5-8 settimane MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO Cavolfiore Bietole da coste bruxelles Cetrioli Cavolo cappuccio lento Cavolo rapa Fagioli nani Indivie estiva Lattuga Lattuga da taglio Melanzane Peperoni Piselli Pomodori Porri Barbabietole Ravanelli Sedano Zucca Zucchine Piena terra Piena terra Piena terra Piena terra Piena terra Piena Piena Piena Piena Piena terra terra terra terra terra Piena terra Piena terra Piena terra Piena terra Carote Cavolfiore Bietole da coste Bruxelles Cavolo cappuccio lento Finocchi Fagioli nani e non Indivie estive Lattuga Lattuga da taglio Melanzane Peperoni Porri tardivi Radicchio Barbabietole Ravanelli Piena terra Carote Cavolfiore Radicchio Valeriana Cavolo cinese Finocchio Fagioli nani e non Indivie invernali Lattuga Lattuga da taglio Piena terra Cavolo cappuccio Cavolo rapa Indivie invernali Lattughe Porri tardivi Piena terra Piena terra Piena terra Piena Piena Piena Piena Piena Piena Piena Piena Piena Piena Piena Piena Piena Piena Piena Piena Piena terra terra terra terra terra terra terra terra terra terra terra terra terra terra terra terra terra Piena terra 15 A intervalli Ogni 14 giorni Ogni 14 giorni Piena terra Piena terra Piena terra Piena terra Piena terra A intervalli Piena terra Piena terra Piena terra Piena terra A intervalli 15 18 12 22 settimane settimane settimane settimane 10 settimane 10 settimane 10 settimane 20 settimane 8 settimane 10 settimane 16 settimane 20 settimane 18 settimane 5-8 settimane 21 settimane 22 settimane 16 settimane 18 16 12 18 22 settimane settimane settimane settimane settimane 14 settimane 10 settimane 10 settimane Ogni 14 giorni Ogni 14 giorni Piena terra Piena terra 20 settimane 8 settimane A intervalli 16 settimane 18 settimane 5-8 settimane Piena terra A intervalli 18 16 16 12 10 14 10 10 settimane settimane settimane settimane settimane settimane settimana settimane Ogni 14 giorni Ogni 14 giorni Piena terra 22 settimane invernale 10 settimane Piena terra invernali SETTEMBRE Spinaci Valeriana Aglio Piena terra Piena terra Piena terra 12 settimane 12 settimane Raccolto anno successivo OTTOBRE Spinaci Aglio Cavolo cappuccio lento Piena terra Piena terra 12 settimane Raccolto anno successivo NOVEMBRE DICEMBRE 16 Piena terra CONSOCIAZIONI PIANTA FAVOREVOLE CON Fagioli nani e Cetrioli, patate, tutti i cavoli, cavolo Fagioli rapa, lattuga, bietola da coste, cren, rampicanti insalata in cespo, rafano e ravanelli, rape rosse, rabarbaro, rape, sedano, pomodori Indivie Finocchio, tutti i cavoli, porro fagioli Piselli Finocchio, carota, tutti i cavoli, cavolo rapa, lattuga, rafano e ravanelli Fragole Aglio, tutti i cavoli, lattuga, porro, rafano e ravanelli, cipolle Finocchio Indivie, piselli, cetrioli, lattuga, insalata in cespo Cetrioli Finocchio, aglio, cavoli, lattuga, sedano, fagioli rampicanti, cipolle Carote Piselli, aglio, porro, bietola da coste, rafano e ravanelli, pomodori, cipolle Patate Cavolo rapa, mais, cren, spinaci Aglio Fragole, cetrioli, carote, pomodori Tutti i cavoli Tutti i tipi di insalata, piselli, finocchio, cetrioli, sedano, spinaci, aglio, cipolle, patate, porro, rafano e ravanelli, rape rosse, pomodori Lattuga Piselli, fragole, finocchio, cetrioli, cavoli, porro, mais, rafano e ravanelli, rabarbaro, fagioli rampicanti, pomodori, cipolle Porro Indivie, fragole, carote, cavoli, cavolo rapa, lattuga, sedano, pomodori Mais Lattuga e pomodori Bietola da Carote, rafano e ravanelli coste Insalata da Finocchio, cavoli, rafano e ravanelli, cespo rape rosse, rabarbaro, pomodori Rafano e Piselli, fragole, carote, cavoli, cavolo ravanelli rapa, lattuga e insalata da cespo, bietola da costa, spinaci, fagioli rampicanti, pomodori Rape rosse Cetrioli, insalata da cespo, cipolle Rabarbaro Cavoli, lattuga, insalata da cespo, spinaci Sedano Cetrioli, cavoli, cavolo rapa, porro, fagioli rampicanti, pomodori Spinaci Patate, aglio, cavolo rapa, rafano e ravanelli, rabarbaro, pomodori Pomodori Carote, aglio, cavoli, cavolo rapa, lattuga da cespo, porro, mais, rafano e ravanelli, sedano, spinaci Zucchine Fagioli rampicanti, cipolle Cipolle Fragole, cetrioli, carote, lattuga, rape rosse, zucchini 17 SFAVOREVOLE CON Piselli, finocchio, aglio, porro, cipolle Patate, aglio, porro, fagioli, pomodori Fagioli rampicanti, pomodori Rafano e ravanelli, pomodori Piselli, sedano, pomodori Piselli, cavoli, fagioli rampicanti Cavolo rapa, sedano Piselli, rape rosse, fagioli rampicanti Sedano e rape rosse Cipolle Patate, porro, mais Patate, lattuga, mais Piselli, finocchio, cetrioli, patate Cavoli, rafano e ravanelli, fagioli rampicanti MALATTIE Curare le piante in modo naturale Quando parliamo di malattie delle piante pensiamo subito a correre nel primo vivaio specializzato per farci consigliare sul prodotto più potente ed immediato reperibile. Questo comportamento è comprensibile se pensiamo a quanto tempo e passione dedichiamo alla cura delle nostre piante, ma purtroppo non è l’atteggiamento giusto per chi voglia sperimentare un approccio naturale al giardinaggio. Quindi che fare? Per prima cosa bisogna rivedere la nostra impostazione, perché la malattia è spesso solo la manifestazione finale di un disagio provocato da indebolimento della pianta, che in quanto debole è più esposta ad attacchi parassitari e o fungini. Quindi mantenere le piante nelle migliori condizioni possibili di esposizione, nutrimento, apporto idrico, consociazioni, riduce di molto gli interventi riparatori. Ma cosa può attaccare le nostre piante? Le piante possono essere attaccate da parassiti: che sono per lo più insetti es, afidi, formiche, larve, mosche, lumache ecc. Oppure da micosi, cioè funghi; veri e propri microrganismi in grado di sviluppare malattie a volte anche mortali per le nostre piante. L’approccio naturale ci suggerisce di trattare i parassiti con piante repellenti sia consociandole alla coltivazione sia con macerati da irrorare. Nel caso delle malattie fungine il suggerimento è di usare piante benefiche, vale a dire estratti, decotti, macerati da somministrare alla base e per irrorazione. In questo modo si cura la pianta. Quando noi siamo malati cosa facciamo? Ci riposiamo, mangiamo il più leggero possibile e assumiamo quelle sostanze che possono aiutarci a combattere la malattia. Lo stesso dovrebbe essere per le nostre piante. Infatti sarebbe buona cosa sospendere le concimazioni soprattutto nel caso delle malattie fungine perché il rischio di nutrire anche la malattie, è molto elevato. Invece molto spesso facciamo l’esatto opposto, vediamo la pianta un po’ abbattuta e … concimiamo esageratamente. Chiedendo ad una pianta già provata di effettuare un ulteriore sforzo di crescita: certo il concime apporta nutrimento al terreno, stimola e sostiene le fioriture, ma può essere paragonato agli zuccheri dell’alimentazione che aiutano a sostenere performance brevi ed occasionali. Invece un uso abituale non è certo auspicabile. Ciò che è necessario sono gli oligo-elementi e, nel caso specifico delle piante, i minerali, oltre a tutte quelle sostanze che ogni pianta in modo assolutamente unico è in grado di rilasciare nel terreno (es. aglio e cipolla rilasciano zolfo, e guarda caso lo zolfo è molto usato in agricoltura per i trattamenti anticrittogamici, peccato che a dosi eccessive sia tossico e dannoso alla salute). Quindi ricapitolando: usiamo le piante per ridare alle piante ciò che naturalmente avrebbero avuto. Terreni equilibrati , dove la bio-diversità stessa riequilibra , luce e acqua per crescere, animali che provvedono alla pulizia del terreno, piogge alcaline che proteggono. 18 Parassiti e piante repellenti Afidi a) Afide lanigero b) Afide nero Altiche o pulci di terra Antonomo delle fragole Cavolaia o pieride del cavolo Cecidomia del cavolo Dorifora della patata Formiche Larve di noctuidi Lumache Mosche Piantare lavanda accanto a rose e margherite; crescione accanto ai broccoli. Come pianta esca l’ortica sotto gli alberi da frutto e il sambuco nero Piantare nasturzio sotto i meli Piantare santoreggia accanto ai fagioli; come pianta esca nasturzio, calendula e fave Consociare insalata da taglio o cetrioli con pomodori, il cui odore allontana gli insetti. I fagioli nani e rampicanti consociati con ravanelli e ramolacci ne tengono lontane le pulci di terra. Lattuga, menta e assenzio tra i ramolacci e tutte le specie di cavolo Pacciamare con felce maschio all’inizio della primavera e subito dopo la raccolta. Aneto e canapa come pianta da bordura. Pomodori, porri, sedano, rosmarino, timo, menta e artemisia tra i cavoli Consociazione con pomodori Rafano ai bordi delle aiuole coltivate a patate. Lavanda e maggiorana, oppure gerani, valerianella e crescione sotto le rose, tagete sotto i cespugli e sulle aiuole di fragole Felce maschio fra le piante Circondare le aiuole con senape, cerfoglio, crescione, ortiche, felce maschio per pacciamatura Basilico e tanaceto, piantare un noce in prossimità di panchine e terrazze a) mosca del cavolo Concimazione verde con leguminose (trifoglio), pacciamatura con felce maschio, consociazione con i pomodori b) mosca della carota Consociazione con cipolle, aglio, porri, per tenere lontano gli insetti. Distribuire tra i solchetti della semina tanaceto, lavanda, felce maschio, aneto Consociazione con carote c) mosca della cipolla Nematodi Punteruolo del cavolo Tignola del porro Tacete e calendula posti tra gli ortaggi allontanano i nematodi. La camomilla tra le piante dell’orto mantiene il terreno libero da questi parassiti per un raggio di 90 cm tutto intorno. Seminare senape in primavera come coltura preparatrice e in autunno come pianta da sovescio Copertura del terreno con felce maschio e con altre piante fortemente odorose Consociazione con carote, sedano, prezzemolo, prezzemolo da radice, aneto e camomilla 19 Tignola del susino Biancospino come pianta esca Topi e talpe Fritillaria imperialis, euphorbia latyris, lingua di cane, narciso, aglio e meliloto come pianta esca, topinambur e sambuco nero, introdurre nelle gallerie di topi e talpe aglio, foglie di noce, rami di ginepro ornamentale e di tuia Consociazione con carote, senape, calendula e in particolare pomodori Tortrice del pisello Piante utili per la prevenzione delle malattie fungine Bolla del pesco Nasturzio e aglio sotto i peschi Corneo (impallinatura delle drupacee) Aglio e cipolla sotto i peschi e i ciliegi Ernia del cavolo Gommosi Concimazioni verdi, non impiegando però crocifere, ma trifoglio e altre leguminose. Consociazione con cipolle e porri Digitale sotto i ciliegi Moniliosi Rafano sotto i ciliegi Oidio (mal bianco) Aglio, cipolle, erba cipollina sotto gli alberi da frutto e tra cespugli e arbusti Pacciamare con felce maschio Canapa sui bordi delle aiuole piantate a patate Aglio tra le rose Una pianta di assenzio ogni 4-5 arbusti di ribes Consociazione con pomodori e porri Aglio tra le rose, seminare senape bianca sotto le rose ma non lasciarle superare i 25 cm di altezza , quindi estirparla o tagliarla, e lasciarla sul terreno come copertura. Aglio tra le fragole Oidio dell’uva spina Peronospora della patata Ruggine delle rose Ruggine del ribes Septoriosi del sedano Ticchiolatura della rosa Vaiolatura rossa e muffa grigia della fragola Le tabelle riportate qui sopra vogliono farvi riflettere. Perché se cominciamo a pensare ci accorgeremo che molte delle indicazioni riportate non hanno pertinenza solo per i frutteti e gli orti, ma bensì per tutte le piante , anche quelle ornamentali da balcone e terrazzo. Pertanto coltivare fiori in consociazione a ortaggi , aromatiche ecc. non è poi così bislacco, anzi è logico e funzionale, oltre che curativo. Ognuno di noi dovrebbe coltivare sul proprio balcone oltre alle piante da fiore preferite almeno due o tre piante da cui ricavare macerati, estratti, consociazioni utili alla cura. Così il coltivatore potrà ricorrere a preparati biologici a base di piante aromatiche e medicinali, per rinforzare, rigenerare e vivificare il terreno e combattere parassiti e malattie. Molto usati sono gli infusi di erbe, spesso già rinomati come mezzi terapeutici per le malattie dell’uomo. Le erbe vengono per lo più messe in infusione in acqua bollente e lasciate riposare per 1-3 minuti. L’infuso viene filtrato e lasciato raffreddare. Le dosi e gli accorgimenti sono elencati nella tabella che segue. 20 Le estrazioni acquose: mettere le erbe a macero per 8-12 ore in acqua fredda, poi filtrare attraverso un setaccio e irrorare I decotti: immergere precedentemente le erbe in acqua fredda. Dopo 24 ore, bollire l’acqua con le erbe a fuoco moderato per circa ½ ora, quindi filtrare e lasciare raffreddare. I macerati di erbe, una volta pronti emanano un odore molto simile a quello del colaccio di stalla. Non vengono impiegati soltanto nella lotta ai parassiti e per curare le malattie, ma anche come ottimi fertilizzanti liquidi, che hanno un effetto regolatore sulla crescita soprattutto se somministrati nel periodo di massima vegetazione della pianta. Questi macerati vanno usati con cautela perché possono provocare ustioni delle radici: è quindi meglio diluirli troppo piuttosto che troppo poco. Durante la fase di macerazione i recipienti vanno posti in un luogo molto caldo, possibilmente al sole, perché il calore attiva la fermentazione che inizia di solito dopo 3 giorni e dura circa 2 settimane. Quando il macerato avrà cessato di formare schiuma ed avrà assunto un colore scuro, lo si può considerare pronto per l’uso. La quantità da utilizzare dovrà essere filtrata e diluita prima dell’uso. I macerati possono anche essere mescolati con altri fertilizzanti per arricchire il concime, es farina di ossa, o di corna, o di sangue, o di tutte e tre le farine insieme, oppure farina di roccia, concime a base di alghe (bentonite, sfagno ecc.) o concime animale (stallatico). Per migliorare l’odore sgradevole dei macerati, si possono aggiungere alcune gocce di valeriana e un po’ di farina di roccia. Volendo irrorare i macerati e aumentarne il potere adesivo è consigliabile aggiungere un po’ di Alginure antievaporante , o di bentonite. Per la preparazione dei macerati ricordate di usare solo recipienti di vetro, ceramica, legno, o polietilene (plastica possibilmente bianca) purchè non di PVC. Assolutamente da evitare i contenitori di metallo che possono reagire con i macerati formando sostanze nocive. Irrorare le piante sempre in assenza di sole per evitare l’effetto lente prodotto dalle goccioline acquose sulle foglie che possono restare ustionate. 21 TISANE, ESTRATTI, DECOTTI E MACERATI D’ERBE Pianta Principali Costituenti Dose (F= Fresca; S= Secca) Modo d’Uso Diluizione Dove Applicare Epoca Indicazione Aglio Zolfo, vitamine Bulbi tritati 75 gr 10 lt H2o Infuso Non diluito Pianta Preventivo e in caso di attacco Malattie fungine, acari, ragno rosso Assenzio Acido silicico, salnitro, vitamina C e B, olio eterico, sostanze tanniche amare 300 gr (F) 10 lt H2o 300 gr (S) 10 lt H2o Decotto Non diluito Pianta Con infestazione 2 volte settimana Altiche ,, ,, ,, Infuso Non diluito Terreno ,, ,, ,, Infuso 3 volte Pianta In caso di infestazione ,, ,, ,, Infuso 3 volte Pianta Poco prima e durante l’epoca di volo Borsa da pastore Potassio, calcio, sodio 1 Kg (F) 10 lt H2o Infuso 5 volte Terreno o pianta Quando occorre Camomilla Azulene, acido linoleico, sostanze aromatiche 100 gr (S) 10 lt H2o Infuso 5 volte Semenze Prevenzione ed al Bisogno ,, ,, ,, Decotto 5 volte Pianta Per 3 gg consecutivi ad Sulle piste delle formiche Afidi, tortrice del pisello, mosca del cavolo, tentredine delle meline Carpocapsa, cedidomia del pisello, mosca delle ciliegie, delle carote, della cipolla Nei terreni fruttati. Pianta, suolo Disinfetta e aumenta la germinabilità dei semi (lasciare a bagno 15 min. nell’infuso) Il cancro del lampone intervalli di 14 gg Cipolla Olio eterico di senape solforato Cipolla tritata 75 gr (F) 10 lt H20 Le bucce 200-500 gr 10 lt H2o Infuso Non diluito Pianta Come aglio Vedi aglio Pianta Preventivo in caso di attacco Acari, malattie fungine, afidi Quando occorre Stimola la crescita ,, ,, Dente di Leone o Tarassaco ,, 1 Kg (F) 10 lt H2o Macerato Non diluito Pianta ,, ,, 200 gr (S) 10 lt H2o (Pianta con fiore) Decotto Non diluito Terreno Quando occorre Quando occorre Tutto l’anno passate le gelate Tutto l’anno passate le gelate. Ogni 3 sett. per 3 gg consecutivi al pomeriggio Ogni 3 sett. Per 3 gg consecutivi al pomeriggio Concimazione ,, ,, “ Infuso Non diluito Composto Equiseto o Coda Cavallina Silice, calcio, zolfo, sodio, manganese, potassio, magnesio 1 Kg (F) 10 lt H2o 150 gr (S) 10 lt H2o Macerato 5 volte Terreno e Pianta ,, ,, ,, Macerato 5 volte Pianta ,, ,, ,, Decotto 3 volte Pianta ,, ,, ,, Infuso 5 volte Pianta Più volte in caso di infestazione Felce maschio Dryopteris felixmas Microelementi, potassio, anche olio repellente per insetti 1 Kg (F) 10 lt H2o 100 gr (S) 10 lt H2o Macerato Non diluito Pianta Irrorazione invernale Cocciniglie e afide laniero Estratto Poco diluito Corteccia degli alberi da frutto Quando occorre Spennellare le croste, spazzolare, contro le cocciniglie Infuso 3 volte Pianta Poco prima e durante l’epoca del volo Nottue Infuso Non diluito Terreno In caso di infestazione Innaffiarlo sulle piste delle formiche Infuso Non diluito Terreno Quando occorre Innaffiarlo sulle piste delle formiche ,, ,, 5 gr (S) 1/2 lt H2o Issopo Olio eterico, sostanze amare, tanniche 1 Kg (F) 10 lt H2o 100-150 gr (S) 10 lt H20ù Maggiorana Sostanza analoga alla canfora 1 Kg (F) 10 lt H2o 100-150 gr (S) 10 lt H2o Menta Olio eterico contenente mentolo 1 Kg (F) 5 lt H2o 100-150 gr (S) 10 lt H20 22 Additivo Risana il terreno, rinforza la pianta Malattie fungine, contro oidio, parassiti carpocapsa, tignola e acari Ruggini, muffa grigia, ernia del cavolo Con macerato d’ortica in fermentazione per afidi e cocciniglie Principali Costituenti Dose (F= Fresca; S= Secca) Modo d’Uso Diluizione Dove Applicare Epoca Indicazione Forte odore Spremere la pianta Estratto Non diluito Corteccia In caso di infestazione Spennellare la colonia dell’afide laniero Forte odore 10 gr (F) tra foglie e fiori, 5 foglie di tanaceto (F) 1 lt H2o Estratto acquoso Non diluito Pianta In caso di infestazione Afidi e moscerini Origano Olio eterico 1 Kg (F) 10 lt H2o 100-150 gr (S) 10 lt H2o Infuso 3 volte Pianta Maggio e giugno a intervalli regolari Cocciniglia a virgola Ortica Clorofilla, ferro, calcio, acido salicilico, microelementi vitamine 1 Kg (F) 10 lt H2o 200 gr (S) 10 lt H2o Macerato Non diluito Terreno Quando occorre Sulle piste delle formiche ,, ,, ,, Macerato 10 volte Terreno Dalla primavera Come concime e prevenzione attacchi parassiti ,, ,, ,, Macerato 20 volte Pianta ,, ,, ,, Macerato 20 volte Pianta Pianta Nasturzio Tropaeolum majus Nasturzio Tropaeolum majus Dalla primavera Prima della schiusa delle gemme Per 3 gg consecutivi, più volte, ad intervalli regolari di 14 gg Prima della formazione delle foglie e dei fiori 3 volte in 10 gg Quando occorre Stimola la crescita Clorosi Contro i marciumi, bolla del pesco, peronospora, ticchiolatura, contro afidi, tignola,idrofora, acari e mosca bianca ,, ,, ,, Macerato 20 volte Pianta ,, ,, ,, Macerato in fermenta zione 50 volte Pianta ,, ,, ,, Estratto Non diluito Pianta ,, ,, ,, Decotto 5 volte Pianta Da primavera Didimella e punteruolo del cavolo Contro le malattie autoimmuni e tortrice del pisello Afidi, cocciniglia, ed acari Afidi ,, ,, ,, Infuso 3 volte Pianta Per 3 volte consecutive, più volte, a intervalli di 14 gg Pomodoro Vitamina C e altre, minerali 30 gr di femminelle su 2 lt H2o Macerato 10 volte Pianta Quando occorre Per concimare i pomodori stessi e contro gli afidi delle rose Salvia Olio eterico Infuso 3 volte Pianta, terreno Poco prima e durante l’epoca del volo Nottue Tanaceto Olio eterico, forte odore, insetticida 2 volte Per 3 gg più volte a intervalli di 14 gg In caso di attacco Contro insetti, afidi e oidio Pianta Prima della fioritura durante la formazione dei frutti Favorisce la formazione di fiori e frutti; protegge dalle gelate Valeriana Olio essenziale 1 Kg (F) 10 lt H2o 100-150 gr (S) 10 lt H20 Estratto acquoso 300 gr (F) 10 lt H2o 30 gr (S) 10 lt H2o Spremere il succo dei fiori (F) 1 goccia/1 lt H2o mescolare 5 minuti Infuso Estratto Non diluito Detto questo non resta che cominciare a sperimentare. Osservando e integrando i nostri balconi con tutte quelle piante che possono esserci di aiuto. 23 Per aiutarvi allego le batteriosi e malattie crittogamiche più comuni Muffa grigia: si sviluppa prevalentemente in ambienti umidi e poco areati, provocando delle aree marcescenti su fusti e foglie. Asportare le parti infette e disinfettare, trattare con rame e calcio. Cancri: sono provocati da funghi e batteri che causano deformazione dei vegetali. Trattare come batteri, disinfettare e trattare le parti malate, se necessario asportare e fortificare la pianta. Ruggini: colpiscono prevalentemente foglie e fusti che si ricoprono di pustole sulle quali si forma una polvere nerastra o rossa. La lotta prevede la distruzione delle parti colpite, evitare gli eccessi di umidità, e trattare con decotti di equiseto. Verticillosi: sono originate da funghi che causano improvviso avvizzimento della pianta e in breve la morte. La è lotta piuttosto difficile. Preventivamente distruggere le parti colpite e, disinfettare il suolo con il fuoco. Usare ortica, origano, equiseto. Mal bianco: facilmente riconoscibile per la muffa feltrosa bianca simile al borotalco, che interessa le foglie verdi della pianta, combattere con zolfo, aglio, cipolla, ecc. Peronospora: colpisce prevalentemente le foglie causando caratteristiche macchie tondeggianti dette “macchie d’olio” in corrispondenza delle quali si sviluppa una tipica muffetta biancastra. Si combatte con zolfo, rame. Ticchiolatura: si evidenziano macchie rotondeggianti di colore brunastro sulla pagina superiore della foglia. Infettiva: bisogna eliminare le parti malate e evitare la contaminazione , usare aglio, ortica, equiseto. Per quanto riguarda gli insetti citeremo solo le cocciniglie poiché tutti gli altri non sono particolarmente significativi. Ricordatevi che trattare gli attacchi degli insetti deve servire solo a evitare un eccessivo indebolimento delle piante che in seguito potrebbero essere più facilmente soggette a malattie ben più gravi. Cocciniglie: emitteri assai comuni, sono tra i più difficili da combattere. Si concentrano soprattutto sui fusti e sulla pagina inferiore della foglia. In caso di attacchi limitati si possono rimuovere con batuffoli di cotone imbevuti di alcol; nel caso di attacco significativo usare i rimedi sopra indicati. 24 SCHEDE ERBE Piante selvatiche ACHILLEA multifolium Famiglia: Composite Habitat: Praterie fino ai 2.500 mt Parti utilizzate: fiori, foglie, semi Proprietà: antispasmodica, emmenagoga, emostatica, vulneraria, tonica CHELIDONIUM majus Famiglia: Papaveracee Habitat: siepi e nei luoghi freschi e ombrosi fino a 1.500 mt Parti utilizzate: foglie, radici, lattice fresco Proprietà: coliche intestinali, disturbi respiratori, malattie fegato e milza, depurativo, calmante HUMULUS lupulus Famiglia: Cannabinacee Habitat: siepi, boschi, luoghi umidi Parti utilizzate: coni, germogli Proprietà: antalgico, antispasmodico, digestivo, sedativo SAMBUCUS nigra Famiglia: Caprifoliacee Habitat: boschi luminosi, fossi, siepi Parti utilizzate: fiori, foglie, frutti maturi Proprietà: depurativo, diuretico, emolliente catarrale 25 SALVIA PRATENSIS Famiglia: Labiate Habitat: prati aridi Parti utilizzate: fiori, foglie Proprietà: ottimo cibo per animali domestici BORRAGO officinalis Famiglia: Borraginacee Habitat: terreni incolti Parti utilizzate: fiori, foglie, semi Proprietà: depurativa, emolliente, sudorifera PLANTAGO major/lanceolata Famiglia: Plantaginacee Habitat: ovunque (terreno asciutto) Parti utilizzate: foglie Proprietà: astringente, emolliente, depurativa, espettorante LAMIUM album Famiglia: Labiate Habitat: Italia sett., luoghi umidi e freschi Parti utilizzate: fiori Proprietà: antinfiammatorio, emolliente, fluidificante catarro ARTEMISIA vulgaris Famiglia: Composite Habitat: ovunque (luoghi incolti) Parti utilizzate: foglie, fiori Proprietà: antispasmodico, vermifugo, scaccia diavoli SILENE inflata Famiglia: Caryofillacee Habitat: rupi, prati aridi, boschi luminosi Parti utilizzate: foglie Proprietà: molto usata in cucina, vermifugo ARCTIUM lappa Famiglia: Composite Habitat: ovunque (terreni poveri) Parti utilizzate: foglie, radice Proprietà: depurativa PAPAVER rhoeas Famiglia: Papaveracee Habitat: emisfero settentrionale temperato Parti utilizzate: petali, semi Proprietà: antispasmodico, emolliente, blandamente sedativo TARAXACUM officinalis Famiglia: Composite Habitat: ovunque (luoghi freschi) Parti utilizzate: tutta la pianta Proprietà: depurativo, lassativo 26 RUMEX crispus Famiglia: Poligonacee Habitat: nei campi e lungo i fossi, terreni freschi e ombreggiati Parti utilizzate: foglie, radici Proprietà: depurativo, diuretico URTICA dioica Famiglia: urticacee Habitat: viottoli, accanto alle case (segue l’uomo), nei boschi Parti utilizzate: foglie, rizoma e radici (autunno) Proprietà: antianemica, depurativa, diuretica, emostatica CAPSELLA bursa pastoris Famiglia: Crocifere Habitat: ovunque Parti utilizzate: pianta intera (senza radici) Proprietà: emostatica BRYONIA dioica Famiglia: Cucurbitacee Habitat: siepi, boscaglie umide, macerie Parti utilizzate: radice Proprietà: cura le malattie da raffreddamento PARIETARIA officinalis Famiglia: urticacee Habitat: terreni asciutti Parti utilizzate: parte aerea, foglie Proprietà: depurativa, diuretica, emolliente, rinfrescante FUMARIA officinalis Famiglia: Papaveracee Habitat: viottoli, siepi, campi Parti utilizzate: pianta fiorita (no radice) Proprietà: aperitiva, depurativa, diuretica, lassativa, tonica 27 Tecniche di moltiplicazione/riproduzione – la talea La talea è una parte di pianta (foglia, ramo, radice) che, interrata, radica e genera un individuo, identico alla pianta madre. Si tratta di uno dei sistemi di propagazione vegetativa (insieme alle margotta, alla propaggine ed alla piantagione), efficace e soddisfacente. Illustriamo la Talea di ramo Possiamo ricorrere alla propagazione per talea, in qualsiasi periodo dell’anno: ovviamente, le talee, pur se di una medesima pianta, avranno caratteristiche ed esigenze diverse a seconda della stagione in cui interveniamo . Terremo, comunque, in considerazione le caratteristiche tipiche della pianta madre, che vogliamo riprodurre, per scegliere il periodo migliore di esportazione e piantagione di talee. Per le piante erbacee, sarebbe, quindi , meglio operare a fine inverno o in primavera; mentre, delle legnose o delle semilegnose, quelle munite di corteccia (per intenderci: alberi ed arbusti), ci occuperemo prevalentemente in estate ed in autunno . L’unico periodo che dovremmo evitare, è, quindi, il pieno inverno, con le sue gelate (da Dicembre, a Febbraio): problema a cui , comunque , potremmo ovviare, se muniti di apposita serra. Talea primaverile: Talea erbacea, APICALE. Siamo nel periodo a cavallo tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Aspettiamo che la temperatura dell’ambiente navighi intorno ai 13 -18 gradi centigradi. In questo periodo dell’anno, la pianta si risveglia, dopo il lungo letargo invernale, presentando apici giovani e poco consistenti: ne ricaveremo, quindi, talee erbacee, asportando la parte apicale dei rametti di legno tenero, verde, di solito germogliati dopo la potatura invernale. E’ preferibile operare la mattina presto. Armatevi, quindi, di un coltellino affilato (le cesoie, infatti, potrebbero comprimere troppo la sezione tagliata, rallentandone la radicazione). Scegliamo un ramo robusto e sano, della pianta che vogliamo riprodurre, e ricaviamo la nostra talea, dalle sue estremità: Queste saranno le caratteristiche della talea: • Ci accerteremo che, sull’ apice, ci sia minimo una coppia di gemme, pronte a germogliare, oppure un paio di foglie (evitate, comunque, di servirvi di rametti già fioriti). • Quindi, praticheremo un taglio, netto e pulito, senza sbavature, di modo che la nostra talea sia lunga 8 – 10 cm (attenzione: talee troppo corte esauriscono in fretta le loro sostanze nutritive). • Alla base, ci assicureremo che, 5 mm sopra la nostra incisione, ci sia un’altra gemma, la quale, una volta interrata, produrrà radici. Se il ramo possiede già le foglie, il taglio verrà effettuato appena sotto una coppia di esse. La talea deve essere interrata all’istante: altrimenti, avvolgeremo la base in un foglio di giornale, inumidito, o immergeremo le talee in acqua. I vasi di terracotta, sono, senza dubbio, i più freschi. Possiamo, comunque, usare anche la plastica, meglio se di colore chiaro, per evitare il surriscaldamento estivo. Sul fondo del vaso, stendiamo uno strato di argilla espansa e di cocci, per aumentare la permeabilità del terreno ed evitare ristagni. Prepariamo il terriccio. Le talee adorano la terra umida, ma non inzuppata: dovremo quindi alleggerire il comune terriccio universale, di solito torboso, con della sabbia, nel rapporto di 3 a 1. Pressiamo bene la terra nel contenitore. Ritorniamo alla talea: alla sua base, se si tratta di talea stagionata, con un minimo di scorza, praticheremo una piccola incisione trasversale, e scorticheremo via un anello di corteccia; oppure, batteremo leggermente questa estremità con un martelletto, sfibrandola appena un po’. 28 Se la talea è verde e sottile, interriamo senza nessun intervento. Se sulla nostra talea vegetano già delle foglie, ne lasceremo qualcuna all’apice, mentre toglieremo via le altre: non dovranno essere sfogliate dal tronchetto, ma tagliate con le cesoie, per evitare di danneggiare le gemme, che, di solito, si formano proprio nelle ascelle delle foglie stesse. Le foglie, rimaste sulla nostra talea, se di grandi dimensioni, andranno tagliate a metà: permetteranno la fotosintesi clorofilliana, senza che ci sia dispendio d’energia, a scapito della radicazione. Attenzione, comunque, che queste non tocchino terra. Attenzione a non impiantarla capovolta: è necessario rispettare il verso naturale del percorso linfatico iniziale. Possiamo posizionare più talee nello stesso vaso, a patto che siano dello stesso tipo, e distino, dal bordo del contenitore, almeno 2 cm. Comunque, non sovraccaricate il contenitore. Interreremo la talea, per un terzo della sua lunghezza. Pressate bene la terra intorno alla talea: i vuoti d’aria rallentano la radicazione. Annaffiate, poco ma spesso, evitando ristagni (potreste favorire la radicazione, con del fertilizzante apposito, contenente soprattutto fosforo - P -). Le giovani talee adorano l’umidità: possiamo usare sacchetti, di plastica o di polietilene, trasparenti, sistemati su di una impalcatura in ferro filato (il sacchetto non deve toccare la nostra talea), e fissati alla base del contenitore, con un elastico. Attenzione, però, alla possibile formazione di muffe (che gratteremo via, tempestivamente), ed alla condensa sul sacchetto: per non farla ricadere sulle foglie, rivolteremo prontamente la plastica. Un buon livello di umidità, si raggiunge anche ponendo le talee in serra fredda. Le posizioneremo, comunque , in un luogo ventilato e luminoso, ma non ai raggi diretti del sole. Ovviamente, etichetterete e daterete, le vostre talee. Il periodo di radicazione, cambia a seconda del tipo di pianta: in genere basteranno 4 - 6 settimane. Lo spuntare di nuovi germogli, testimonierà l’attecchimento. Trapiantate, quindi le vostre giovani piantine in contenitori separati (per salvaguardare il pane di radici che andrà a svilupparsi, e facilitare gli eventuali trapianti), non troppo grandi (per evitare che l’eccessiva radicazione vada a discapito della formazione di fogliame e fiori). Ovviamente, fate attenzione a non strappare le giovani radichette, alquanto delicate. Ricordiamoci di cimare la talea: una volta attecchita, asportando la gemma apicale con le unghie, eviteremo, infatti, che la pianta si sviluppi troppo in altezza, favorendo lo sviluppo delle gemme laterali. La lasceremo nel vaso per i successivi due anni, prima di porla definitivamente a dimora, nel terreno. Talee estive (semilegnose) ed autunnali (legnose): In estate ed in autunno, le nostre talee avranno conformazione biologica diversa da quella primaverile: la pianta, più che presentare germogli, sarà in pieno vigore vegetativo, con foglie e rami rigogliosi e floridi. Le nostre talee avranno, quindi, natura semilegnosa (estate) o legnosa (autunno): saranno cioè, munite di corteccia, più o meno datata. Il ramo che sceglieremo, ovviamente poderoso e piacente, avrà un diametro di almeno mezzo centimetro. Questa volta, a differenza delle talee primaverili, non useremo solo il suo apice, ma lo sfrutteremo, in tutta la sua lunghezza. Sempre con un coltellino affilato, incideremo il ramo, alla base: praticheremo il taglio proprio sull’attaccatura del ramo, alla pianta madre, conservando il così detto tallone, ossia un parte della corteccia di quest’ultima. 29 Partendo proprio dal tallone, sezioniamo il ramo, in più talee: dovranno avere la lunghezza di 10 - 15 cm, per i fusti più grossi; 30 – 35 cm, per quelli più esili. Dopo una prima occhiata di riferimento, passeremo, quindi, al sezionamento: il taglio dovrà essere pulito ed obliquo: la parte alta del taglio, si troverà 1 cm sopra quella che sarà la gemma apicale della talea (in questo modo, si eviterà che linfa o acqua, scivolino su di essa, danneggiandola) o appena sopra una coppia di foglie, se presenti . Dato che le talee dovranno essere sotterrate rispettando il verso naturale del percorso linfatico iniziale, sarebbe opportuno, per evitare di piantare le nostre talee nel verso sbagliato, una volta tagliuzzato il ramo, e stabilito l’apice di ogni singola talea, appiattire, con un taglio orizzontale, la base delle stesse: interreremo, quindi, la parte della talea con il taglio orizzontale (munito di gemma o nodo, che, come detto, emetterà radici); e, nella parte apicale della stessa, ci ritroveremo il nostro primo taglio obliquo, con tanto di germogli o coppia di foglie, tagliate a metà (ricordiamo che, le eventuali foglie, presenti lungo il fusto della nostra talea, dovranno essere recise). Interreremo quindi, il tallone della nostra prima talea, e la base delle altre, senza l’anellino di corteccia o leggermente sfibrate con un martelletto. Seguite, quindi, tutte le indicazioni suggerite per le talee primaverili, ricordando che sarebbe bene tenere le vostre talee lontano dalle gelate invernali riponendole in serra. P. S.: Trattate i tagli sia quelli sugli apici delle talee, che quelli presenti sulla pianta madre, prima con della cenere, per disinfettare la lesione, e poi, se necessario, colandoci sopra della cera, per evitare la fuoriuscita di linfa . 30 Trifoglio proprietà Il Trifoglio erbacea appartenente alla famiglia delle Fabacee per le sue notevoli proprietà medicamentose viene largamente usato in fitoterapia per la preparazione di tisane e creme restitutive. Il trifoglio depura l’organismo sia a livello epatico che intestinale, stimola le difese immunitarie, aiuta nei problemi cutanei. Dal trifoglio si estraggono fitormoni, ormoni vegetali in particolare estrogeni che rallentano il processo d’invecchiamento della pelle; attenuano i disturbi della menopausa come le caldane; combattono l’osteoporosi, le malattie cardiovascolari e la depressione. Proprietà dei fiori di trifoglio I fiori, invece, hanno un effetto espettorante, ripuliscono le vie aeree, curano le affezioni polmonari, la laringite, la bronchite, la tosse secca e la pertosse. Ricette erbe aromatiche CREMA DI ORTICA 2 etti di foglie di ortica cotte a vapore 1 spicchio di aglio 10 nocciole o mandorle tostate 1 cucchiaio di mollica di pane tostata o di parmigiano reggiano olio extra vergine qb sale Tritare in un frullatore o, se lo avete, pestare in un mortaio tutti gli ingredienti aggiungendo a filo l'olio fino a ottenere una salsa abbastanza densa. Si può usare come ripieno per delle verdure da gratinare, come base per canapé o tartine e per condire la pasta aggiungendo un paio di cucchiai dell'acqua di cottura. TARTINE CON SILENE, TARASSACO O PIANTAGGINE Base di pasta da quiche Cime di silene (silene Inflata) 6 Spicchi Aglio abbondante Olio d’oliva extra-vergine Sale Lessate per circa 3 minuti la silene (tarassaco o piantaggine) in acqua bollente salata. Scolatela. Fate rosolare gli spicchi d'aglio in abbondante olio, fate saltare per pochi minuti la silene. Eventualmente sostituire l’aglio con cipolla o scalogno. CIAMBELLA DI MELISSA 400 gr di farina, 250 gr di zucchero, 3 uova, 100 gr di burro, 1 bustina di lievito per dolci, due manciate abbondanti di foglie di melissa Sbattere le uova con lo zucchero Aggiungere il burro fuso, la farina, il lievito e le foglie di melissa tritate finemente. Mescolare fino ad ottenere un impasto morbido. Versare il composto in una tortiera precedentemente imburrata e infarinata. Cuocere in forno a 180° per 30 minuti. PASTA DA QUICHE 200 gr di farina, 1 uovo, 90 gr burro, 30 gr acqua ghiacciata, un pizzico sale Impastare gli ingredienti e lasciare riposare almeno 2 ore. Eventualmente: 200 gr di farina, 2 cucchiai di semi di lino scolati dall’acqua di ammollo, 50 gr olio, 70 gr acqua ghiacciata, un pizzico di sale 31 ORTO Mappa finale 32 IncontRho ASSOCIAZIONE FAMILIARI E VOLONTARI A FAVORE DELLA SALUTE MENTALE QUANDO HAI BISOGNO E IN ASSOLUTA RISERVATEZZA PUOI RIVOLGERTI A NOI TELEFONANDO PER UN INCONTRO PRELIMINARE ALLA NOSTRA SEDE IN VIA CADORNA N ° 43 RHO TUTTI I LUNEDÍ DALLE ORE 17.00 ALLE 19.00 TEL. E FAX: 0293180023 OPPURE, QUANDO VUOI, AI SEGUENTI NUMERI ( Cell: 3396453771 - 3385331532 ) COMBATTERE L’ESCLUSIONE SOCIALE DELLE PERSONE CON PROBLEMI DI SALUTE MENTALE SI PUÓ! SE VUOI DONARE IL TUO CINQUE PER MILLE IL NOSTRO COD. FISC. E ’ 93529140159 SE VUOI SOSTENERE L ’ASSOCIAZIONE BANCO POSTA UFFICIO DI RHO VIA GIUSTI N ° 3 IBAN: IT30 K076 0101 6000 0007 2803 331 Associazione dei familiari e volontari per la salute mentale ATTIVITÀ - AUTO AIUTO CENTRO ASCOLTO - LAVORO DI RETE NEL TERRITORIO - COORDINAMENTO DEI VOLONTARI - ASSISTENZA ASSICURATIVA PER I VOLONTARI I SOCI E GLI UTENTI - CORSI DI FORMAZIONE PER VOLONTARI E FAMILIARI - PARTECIPAZIONE AI CONVEGNI ED ALLE INIZIATIVE VARIE - PARTECIPAZIONE AL TAVOLO TEMATICO PER LA “ SALUTE MENTALE “ DEL RHODENSE - CORSI DI INFORMATICA E TEATRO FINALIZZATI ALLA LOTTA CONTRO L ’EMARGINAZIONE ED I PREGIUDIZI - PROGETTI PER L ’INSERIMENTO SOCIALE DELLA PERSONA CON STAGES ED IMPIEGO LAVORATIVO - GRUPPI UDITORI DI VOCI LA NOSTRA ATTIVITÀ E’ RIVOLTA AI CITTADINI DI: RHO - ARESE - LAINATE - PERO - PREGNANA POGLIANO - CORNAREDO - SETTIMO MIL.SE - VANZAGO PUOI TROVARCI TUTTI I LUNEDí DALLE 17.00 ALLE 19.00 NELLA SEDE DI VIA CADORNA N ° 43, RHO