Un cerchio che unisce
“Facciamo insieme un orto del benessere”
L’Associazione IncontRho
e gli esperti dell’Associazione “Il Giardino degli Aromi”
hanno organizzato la partecipazione ad un ciclo di
incontri su come costruire un orto del benessere e
come intervenire sul proprio balcone fiorito.
E’ stata anche un’occasione per conoscerci, fare nuove amicizie
e scambiarci nuove esperienze.
Gli incontri si sono tenuti ad Arese con il patrocinio del
Comune di Arese e della Provincia di Milano.
questa RELAZIONE FINALE
è la sintesi dell’impegno realizzato in diversi mesi
Arese Giugno 2010
IncontRho
Associazione familiari e volontari
per la salute mentale
Città di Arese
Azienda Ospedaliera
Guido Salvini Garbagnate M.se
UOP 42, Rho e Settimo M.se
Sugli incontri “Facciamo un orto del benessere”
Il ciclo di incontri “Il cerchio che unisce. Facciamo un orto del benessere” nasce dalla
collaborazione tra la nostra Associazione IncontRho e la Cooperativa “Il Giardino degli
Aromi” che opera presso la struttura del “Paolo Pini” e dalle condivisioni di alcune
riflessioni sulle varie esperienze e studi fatti sui benefici effetti indotti nell’animo umano
dalle attività all’aria aperta e, in special modo, dalla coltivazione di fiori e piante.
Abbiamo così deciso di offrire l’opportunità di questo percorso agli utenti dei servizi
offerti dal C.P.S. e dall’Unità Operativa Psichiatrica n. 42 di Rho – Settimo Milanese
Abbiamo iniziato nel Novembre dello scorso anno in tono minore non per la qualità,
sempre di ottimo livello, della conduzione da parte dei docenti ma per il ridotto numero
di sedute e di partecipanti e per la mancanza di prove pratiche “sul campo”.
Questi primi incontri ci hanno stimolato ad approfondire la conoscenza dell’argomento e
a cogliere l’opportunità di continuare questa esperienza fruendo di un finanziamento
da parte dell’Amministrazione Provinciale e del patrocinio del Comune di Arese.
Abbiamo ripreso gli incontri, quindi, sul finire dell’Inverno. La partecipazione è stata
più numerosa grazie all’entusiasmo e all’impegno del presidente Alberto Savoia e gli
incontri sono riusciti molto bene per la preparazione, la sensibilità e la simpatia delle
docenti che si sono succedute nella conduzione didattica e organizzativa: Sara Costello,
Raffaella Rulli, Geraldina Strino e Angela Portosi, alle quali va il nostro vivo
ringraziamento.
Specialmente negli utenti del C.P.S., ma non solo, abbiamo potuto notare una
partecipazione attenta, entusiasta, curiosa e disponibile a lasciarsi sensibilizzare sul
tema di un rapporto più armonioso con la Natura nelle sue varie manifestazioni.
Ne sono derivate occasioni di amicizia, di relazioni interpersonali, di collaborazione e
aiuto reciproco che ci lasciano assai soddisfatti.
Dobbiamo, pure, un sentito ringraziamento ai nostri amici Domenico Salandra per la
sua elaborazione sempre puntuale e aggiornata dello schema di conduzione del
nostro orto, a Gaetano Teodoro che con la sua arte muraria lo sta rendendo bello e
funzionale, a Marta Corradi che ha rappresentato col suo bel disegno i “nostri” al
lavoro e a Ivano De Ponti e ad Alberto che hanno curato l’impaginazione dei nostri
documenti. Infine ringraziamo (in ordine alfabetico) Achille, Aldo, Alessio, Ambrogio,
Davide, Fabrizio, Luca e Walter ed ancora, Pietro, Claudia, Daniela, Manuela, Chiara che
con la loro partecipazione attenta ci incoraggiano a continuare questa esperienza.
Certo, per restare nel tema, è stato gettato un seme nella terra e perché questo possa
germogliare e crescere occorre continuità di impegno, di attenzione e cura che durino
nel tempo da parte di tutti noi che abbiamo partecipato e abbiamo potuto constatare
che tutto questo ci fa star bene con noi stessi e tra di noi. Confidiamo nella possibile
collaborazione da parte di operatori della psichiatria per poter continuare questo
percorso in modo da migliorare la qualità della vita nostra e dei nostri pazienti, familiari
e amici.
Rho/Arese Giugno 2010
Per l’Associazione IncontRho
Francesco Tirrito
1
ISTRUZIONI PER L’USO
Questa dispensa nasce con lo scopo di accompagnare nella meravigliosa pratica
dell'orticoltura chiunque, dal primo approccio alla paziente perseveranza.
SOMMARIO
Sugli incontri
Pag.
1° incontro
coltivazione
1
3
dalla teoria alla pratica
Cambio e rotazione delle coltivazioni
Pag. 11
La rotazione biennale
11
5
Il sovescio
11
La tessitura
5
La rotazione triennale
13
La struttura
6
La rotazione quadriennale
13
L’humus
6
Calendario delle semine
14
Le lavorazioni
8
Consociazioni
17
Il compost
8
Come è fatto un buon cumulo
9
Il terreno
Alcune piante ricche di elementi
Pag.
10
malattie
Curare le piante in modo naturale
Pag. 18
Parassiti e piante repellenti
19
Piante utili per le malattie fungine
20
Tisane, estratti, decotti e macerate d’erbe
22
Le batteriosi e le malattie crittogamiche
24
schede erbe
Piante selvatiche
Pag. 25
Tecniche di moltiplicazione/riproduzione
La talea
28
Trifoglio
31
Ricette erbe aromatiche
31
Mappa dell’orto
32
Riferimenti fotografici
Fotografie del maestro Ernesto Fantozzi
In questa pagina foto di Angela Portosi
2
1° incontro del corso di ortoterapia tenuto da Sara
Costello dell’associazione “il giardino degli aromi”
- sintetica relazione di Giulia Sartorio COME IMPOSTARE UN ORTO
Occorrono tre elementi importanti:
TERRENO mantenere la fertilità.
ACQUA bagnature dell’orto nelle ore fresche d’estate, viceversa bagnare durante il giorno
nelle stagioni fredde.
SOLE mettere le piante alla giusta esposizione. Giusta distanza fra le piantine nella semina
o nel trapianto.
FORMA DELLE PARCELLE: larghezza 90 centimetri. Lunghezza variabile.
TENERE UN DIARIO DELL’ORTO che permette di coltivare i vari prodotti orticoli con corretta alternanza
Le piante, infatti, si possono dividere in tre grandi gruppi
a) Grandi consumatori: solanace, (pomodori, patate…), cucurbitacee (cetrioli...), che impoveriscono molto il terreno.
b) Medi consumatori: crocifere (cavolfiori, bietole, insalate…) che impoveriscono meno il terreno.
c) Azoto fissatori: leguminose (fagioli, piselli, fave, taccole…) che fertilizzano il terreno.
LA ROTAZIONE delle colture permette di preservare la fertilità del terreno.
ATTREZZI da usare:
1. TRIDENTE foraterra (o forcone). Permette di togliere in modo completo le radici delle infestanti, anche le più aggressive.
2. VANGA S’infilza nel terreno e si muove avanti e indietro. Rispetta i lombrichi che, se vengono
tagliati a metà, diventeranno due individui distinti.
Con ambedue gli attrezzi, smuovere solo la parte superficiale del terreno, favorendo, così, giusta aerazione, frantumazione della crosta e corretto assorbimento dell’acqua.
NON USARE il piccone e in ogni modo non rivoltare la terra che porta in superficie terra non fertile,
con conseguente necessità di concimare abbondantemente.
La dimensione del seme è proporzionale alla profondità: più il seme è piccolo più va seminato in superficie, più è grande maggiore è la profondità.
Nel periodo autunnale smuovere il terreno e coprirlo con fogliame o falciato di prato per mantenerlo
fertile e morbido. Ricoprire infine con tessuto non tessuto o cartone di recupero.
Piante che contrastano gli insetti: tagete, calendule, piante aromatiche, cenere.
Piante che allontanano le zanzare: basilico tulsi, limoncina, citronella, gerani.
COMPOSTAGGIO: serve per costituire terreno fertile.
Occorre un luogo ombreggiato, umidificare sempre.
Dimensioni della zona compost: altezza almeno 50/60 centimetri, larghezza cm. 80.
Sotto il compost va posato un letto di ramaglie che favoriscono una corretta aerazione.
Alternare strati di paglia, sfalci di prato, avanzi vegetali di cibo, coprire sempre con sfalci o con sottile
strato di terreno.
Si viene a creare una sorta di fornace con temperatura alta all’interno che demolisce materiale organico.
Occorre rimescolare almeno una volta ogni 2/3 mesi.
Quando maturo setacciare il “compost” per avere terreno fertile con cui coprire le parcelle e interrarlo
con tridente.
Per fertilizzare il terreno è possibile seminare fave, farle germogliare e interrarle.
Semina dei piselli fino al massimo a metà ottobre: danno fertilità al terreno e si raccolgono in primavera.
Letame ben maturo e pollina sono buoni fertilizzanti, possono essere troppo ricchi e bruciare le radici.
Occorre misura e osservazione.
3
ORTO COME LUOGO DI INCONTRO E DI SCAMBIO
Alcuni obiettivi:
Vivere il piacere di accudire le piantine,
Riscoprire e gioire dei cicli della natura,
Accettare gli insuccessi.
Cosa fare?
Guidare i ragazzi a “re-imparare” ad osservare.
“Snodare” nodi individuali: con attività fisiche che permettono di “sfogarsi” con
l’osservazione della natura.
Come fare?
ƒ Fare una visita al Pini, ove c’è un giardino dei profumi e degli aromi.
ƒ Prevedere nell’orto un luogo comodo ove poter sostare.
ƒ Scambi dei prodotti dell’orto possono aiutare nell’intrecciare relazioni.
ƒ Occorre apprendere il modo giusto per guidare ad osservare la crescita delle piante e la vita di piccoli animali.
ƒ Piantare intorno all’orto arbusti a fioritura differenziata (prugnolo, ciliegio selvatico, alloro, frangula, caprifoglio, forsizia …) che aiuteranno i ricci a porre la propria
dimora nei paraggi e potranno essere osservati.
ƒ Seminare e coltivare fiori colorati che attirano le farfalle.
ƒ Lombrichi in quantità (attestano che il terreno è povero di metalli pesanti) rendono il terreno soffice e fertile.
ƒ Riconoscere la temporalità, il susseguirsi degli eventi, le modifiche e le ripetizioni
che, in ragazzi spesso centrati su problematiche interne ripetitive, possono aiutare a riconoscere ritmi e alternanze.
ƒ Ciò che sembra secco ha possibilità di rinascere attraverso cure mirate: giusta potatura, ecc …..
ƒ Progettare l’orto con i ragazzi, la rotazione delle colture, il numero delle piante da
piantumare. Fare schema delle colture.
ƒ Auspicabile l’uso del PC per coinvolgere i ragazzi.
ƒ Raccogliere i fiori, preparare le relative sementi, conservarle in modo adeguato.
ƒ Proporsi ai ragazzi in modo concreto: poche parole, molti esperimenti ed esperienze concrete.
ƒ Rimescolare il materiale del compostaggio, una volta maturo, setacciarlo e far osservare i resti non decomposti.
ƒ Far notare il bisogno di misura e di successiva osservazione nell’uso di fertilizzanti.
Dalla relazione del 16/10/2009 sul primo incontro con gli esperti dell’associazione
“Il Giardino degli Aromi”
4
DALLA TEORIA ALLA PRATICA
Il terreno
Il terreno fertile è formato dalla sostanza organica, dalla componente minerale e dall’acqua;
infatti la fertilità della terra non è data da questo o da quell’elemento in particolare (calcio,
potassio, azoto) ma dalla loro combinazione e cioè dal composto di elementi con cui noi
nutriamo il terreno.
DI COSA HANNO BISOGNO LE PIANTE?
Gli elementi necessari alla nascita e alla sopravvivenza delle piante sono: carbonio,
idrogeno, ossigeno, azoto, zolfo, fosforo, potassio, calcio, magnesio, silicio, cloro e
oligoelementi (cosi chiamati perché presenti in piccolissime quantità): ferro, boro, zinco,
rame, magnese, mobildeno.
La pianta trae le sostanze di cui necessita in maggiore quantità dall’aria (ossigeno e
carbonio; quest’ultimo costituisce circa la metà della pianta) e dall’acqua (ossigeno e
idrogeno).
Essenziale per la vita delle piante e della vita in generale è il Sole, fonte di luce e calore.
Spesso, nei terreni coltivati, calcio, potassio e azoto vengono a mancare. Allora il contadino va
al vivaio e compra un sacchetto di potassio, uno di azoto e uno di calcio (sali minerali).
Ma il concime minerale solubile in acqua è nocivo per le acque di fiumi e laghi (dove arriva
drenando dal nostro orto), e quindi per le piante e gli animali che in essi vivono.
Nel bosco, invece, il fabbisogno nutritivo delle piante viene assicurato dalla decomposizione
delle foglie e dei rami caduti e dalle piante morte (materia organica) che contengono già tutto
ciò di cui le piante vive hanno bisogno.
Come si sviluppa il terreno
Agli inizi della storia della Terra il suolo non c'era. La superficie del nostro giovane pianeta era
bollente e costituita da roccia fusa. Con il successivo raffreddamento le enormi masse di
vapore che sfuggivano dalla superficie si raccolsero in grosse nubi che presto diedero origine
alle prime piogge. Proprio quegli immensi diluvi cominciarono a intaccare le rocce, sulle quali
nel corso dei millenni si stabilirono le prime piante. Pian piano la superficie terrestre si ricoprì
di uno strato di suolo.
La parte minerale del terreno deriva dalla roccia, dal suo sgretolamento e sminuzzamento
causato dagli agenti atmosferici (vento, pioggia, gelo, caldo): la progressiva alterazione della
roccia madre è dovuta alla colonizzazione da parte di muschi e licheni. La prima formazione di
humus superficiale (sostanza organica) deriva dalla decomposizione dei corpi di muschi, licheni
e microrganismi. Grazie a quell’humus formatosi si sviluppano le erbe pioniere e
successivamente una vegetazione sempre più varia ed aumenta sia l’humus superficiale che lo
strato minerale per il continuo sgretolamento dovuto all’azione (fisica e chimica) delle radici.
La tessitura
La tessitura è la composizione e la proporzione tra tre gruppi di particelle elementari (argilla,
limo, sabbia) che insieme allo scheletro (ciottoli) compongono la frazione minerale del terreno.
I suoli sabbiosi sono caratterizzati da particelle più grossolane, da un’elevata porosità, da una
scarsa disponibilità di elementi nutritivi, da un eccessivo drenaggio per incapacità di trattenere
l’acqua e da una rapida humificazione della sostanza organica. Tali terreni si migliorano
rapidamente con l’apporto di sostanza organica (composti, sovesci, ecc...).
I suoli argillosi sono caratterizzati da particelle microscopiche, scarsa porosità, ricchezza e
varietà di elementi minerali disponibili. Le particelle elementari sono normalmente (in natura)
aggregate in grumi di dimensioni visibili che danno una struttura più leggera e porosa al
terreno. Si può capire cosa si intende per struttura del terreno osservando le “montagnette” di
terra frutto del “lavorio” dei lombrichi. A causa del calpestio, dell’acidificazione e/o
dell’alcalinizzazione i grumi si possono disgregare e le argille si dispongono in forma compatta
quasi impermeabile all’aria e all’acqua. Per mantenere o far tornare alla forma ideale un
terreno argilloso è necessario: lavorare appropriatamente il terreno, riequilibrare il ph,
mantenere il più possibile la copertura del terreno quindi aggiungere sostanza organica che
regola il ph, alleggerisce le argille, migliora struttura e drenaggio.
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La struttura
Per struttura si intende l’aggregazione di
particelle minerali e della sostanza organica a
costituire aggregati grumosi. Più un terreno è
ricco di sostanza organica più ha una buona
struttura ed è garantita la fertilità del terreno.
Una buona struttura favorisce inoltre una buona
aerazione alle radici che hanno bisogno di
traspirare: infatti se è presente troppa acqua nel
terreno si costituiscono delle pozze e le piante
hanno una crescita difficile o non crescono
affatto. L’accumulo di acqua a costituire ristagno
idrico avviene in particolare nei terreni argillosi
con poca sostanza organica e quindi mal
strutturati.
Una buona struttura permette invece di
trattenere la giusta quantità d’acqua all’interno
del terreno. Inoltre la presenza di una buona
quantità di sostanza organica evita che terreni
sabbiosi perdano velocemente l’acqua.
Se dovessimo schematizzare un grumo di terreno
con una buona struttura lo rappresenteremmo come segue.
L’humus
L’humus e la sostanza organica humificata contengono tutti gli elementi della fertilità chimica
(azoto, fosforo, potassio, calcio, magnesio, oligoelementi [tutti quegli elementi importanti ma
di cui bastano piccole quantità], ecc...). Tali elementi sono cedibili gradualmente ed in modo
equilibrato alle radici delle piante. Sono le radici stesse che esercitano stimoli e richiami a
seconda delle stagioni e delle particolari esigenze nutritive delle piante e stimolano al rilascio
degli elementi nutritivi da parte dell’humus. Ciò significa che l’humus costituitosi nel terreno
rappresenta una riserva di fertilità stabile e duratura. Inoltre la presenza di molto humus
garantisce un’elevata porosità al terreno e, a differenza dei suoli sabbiosi, un’elevatissima
capacità di trattenere l’acqua; inoltre la presenza di elevate quantità di humus nel terreno ne
diminuisce i compattamenti e mantiene il ph.
Se prendiamo in considerazione il TERRENO come ORGANISMO VIVENTE
La differenza di comportamento tra il sottobosco e la pattumiera è che in realtà il primo è un
super organismo vivente: un ettaro di suolo fertile, fino ad una profondità di 30 centimetri può
contenere più di sette tonnellate d'esseri viventi (batteri, funghi, protozoi, alghe, nematodi,
anellidi, insetti). Sono proprio loro che fanno la differenza, che alla fine di una lunga e
complessa sequenza di trasformazioni chimiche e biochimiche, di complicate catene alimentari,
degradano le sostanze organiche in sostanze nutrienti e anidride carbonica e trasformano
l'azoto organico e atmosferico in sali d'azoto assimilabili a loro volta dalle piante. Nello stesso
tempo una miriade di insetti, lombrichi ed altre creature, rimescolano il terreno in cerca di cibo
e così facendo lo rendono soffice, permeabile all'aria e all'acqua e facilitano l'accumulo di
umidità e l'assorbimento di sostanze nutritive che sono rilasciate lentamente, assecondando le
necessità nutritive delle piante che crescono su questo terreno. L'esempio che abbiamo
illustrato è la dimostrazione che la natura non conosce il concetto di rifiuto e nei suoi grandiosi
cicli (dell'aria, dell'acqua, della materia vivente) riutilizza tutto.
In un terreno naturale – non lavorato – sono visibili diversi strati ben distinti, anche se con
sfumature graduali da uno all’altro. In superficie è visibile la sostanza organica fresca, o
parzialmente decomposta, la lettiera o strato organico, un secondo strato a prevalente attività
cellulare ed un terzo strato a prevalente attività plasmatica. Al di sotto di questo si può
osservare il suolo minerale con il contenuto anche di diversi ossidi metallici, ed infine lo strato
costituito dalla roccia sgretolata.
(viene riportata di seguito una suddivisione per strati ed una descrizione dei primi tre strati
sopra citati)
Vedi immagine alla pagina seguente
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lettiera o strato
organico
strato a prevalente attività
cellulare o humus nutritivo,
processi di maturazione,
popolazioni microbiotiche
“aerobiche”
A
B
C
scambio di ossigeno (O2)
anidride carbonica (CO2)
canali scavati
dai lombrichi
massa organica,
pacciame,
compostaggio di
materiale vegetale
strato a prevalente attività
plasmatica o humus
duraturo con rizosfera,
popolazioni macrobiotiche
“anaerobiche”
strato minerale
roccia madre
(litosfera)
1) LETTIERA O STRATO ORGANICO (strato superficiale dello spessore di 1-3 cm): è per sua
natura sempre coperto di verde o delle parti aeree delle piante. Protegge la popolazione
microbica che vive al suo interno dalla luce, dalla disidratazione e dalle brusche variazioni di
temperatura. Questo pacciame naturale diventa alimento garantendo una temperatura
costante alla popolazione microbica del suolo. I residui organici presenti nello strato organico,
ancora grossolani e riconoscibili, sono sede delle più svariate forme di vita. Isopodi, collemboli,
larve di coleotteri, lombrichi e altri invertebrati creano con le loro attività minuscole
fessurazioni e bolle d’aria per lo scambio di gas e, insieme a miceti, lieviti e muffe, producono
le condizioni senza le quali tutti gli altri microrganismi non troverebbero un habitat adatto e
morirebbero a causa delle loro stesse escrezioni.
Questi minuscoli esseri viventi decompongono tutta la sostanza organica e rimangono attivi se
ricevono continuamente materiale vegetale in strati di 1-2 cm.
2) STRATO A PREVALENTE ATTIVITA' CELLULARE O HUMUS NUTRITIVO: e nei 3-8 Cm di questo
strato, posto immediatamente sotto la lettiera o strato organico, lombrichi, i miceti elaborano il
materiale più fine che dalla lettiera filtra, insieme all’acqua, nello strato minerale superiore,
trasformandolo in terra dalla caratteristica struttura grumosa.
Si forma così uno strato caratterizzato da un’intensa attività cellulare dentro cui comunità
microbiche con funzioni opposte sottopongono la sostanza organica a ulteriori trasformazioni.
Quindi i resti dei microrganismi morti e i residui fanno da collante con le particelle minerali
derivanti dall’attività degli agenti atmosferici. Si formano così grumi separati l’uno dall’altro da
interstizi, cioè i pori del suolo.
3) STRATO di HUMUS DURATURO A PREVALENTE ATTIVITA' PLASMATICA: è lo strato più
spesso e può misurare in media circa 30 cm. Qui i batteri e i microrganismi dello strato
immediatamente superiore sono presenti in minor numero e le sostanze organiche entrano
nella fase macromolecolare. La terra è composta da grumi piccoli e le unità cellulari dei tessuti
di partenza sono state completamente decomposte. Lo strato a struttura macromolecolare può
immagazzinare grandi quantità d’acqua ed è in grado di conservare i nutrienti nella fase di
riposo vegetativo (inverno). Qui si forma l’humus – LO STOMACO DELLE PIANTE – (Aristotele).
7
Animali ed umani digeriscono ciò di cui si nutrono con strumenti propri (apparato masticatorio,
stomaco, intestino), per quanto riguarda invece le piante è questo strato a prevalente attività
plasmatica che trasforma le strutture cellulari in macromolecole digeribili per la pianta. In
questo ambiente gli apparati radicali prosperano e si sviluppano al massimo, hanno una tavola
imbandita con i migliori alimenti. Questo strato è popolato dalla sensibile ed esigente flora
della rizosfera (cioè quei viventi piccolissimi che vivono in stretta simbiosi[rapporto] con le
radici delle piante).
Quindi la RIZOSFERA è la zona dello strato a struttura plasmatica in cui si trovano le radici, gli
organi di assimilazione delle piante, paragonabili ai villi intestinali dell’apparato digerente di
animali ed essere umani. Oltre a svolgere questa funzione, le radici più sottili si avvolgono
attorno ai grumi di terreno compattandolo. Quando i primi cotiledoni di un seme spuntano dal
terreno e a contatto con la luce assumono una colorazione verde (sintetizzano clorofilla), o
quando le piantine poco dopo l’interramento cominciano a emettere radici, nello strato a
struttura plasmatica si sviluppa nell’arco di pochissimo tempo una flora batterica molto attiva
(batteri, miceti e funghi appartenenti alla famiglia dei lacto-bacilli, presenti anche nell’apparato
digerente di animali ed umani). Maggiore è
questa presenza nel terreno maggiore è la sua
fertilità. Le particelle di minerali, trasformate dai
batteri dell’acido lattico in modo da poter essere
assimilate, raggiungono l’interno della pianta
attraverso l’apparato radicale. In cambio di questi
servigi forniti alle piante, i lactobacilli ottengono
zuccheri (che sono prodotti dalla sintesi
clorofilliana che ha luogo nelle parti verdi dei
vegetali).
Le lavorazioni
Nel coltivare un terreno dobbiamo cercare di
mantenere e conservare il più possibile la
sostanza organica e la stratificazione che nel
terreno naturalmente tende a costituirsi. A tal fine
è fondamentale lavorare il terreno senza rivoltare
le zolle, pertanto si smuove lo strato superficiale
con il tridente fora terra (vedi immagine che
segue) realizzando fori successivi alla distanza di
cinque dieci centimetri gli uni dagli altri e facendo
pressione in avanti ed in dietro. In questo modo si
smuovono le radici delle piante infestanti che
possono essere rimosse e si area il terreno.
Il Compost
Il compostaggio è una tecnica attraverso la quale viene controllato, accelerato e migliorato il
processo naturale a cui va incontro qualsiasi sostanza organica per effetto della flora microbica
naturalmente presente nell'ambiente.
Quello che sappiamo su come si forma la terra fertile dal cumulo del compost lo dobbiamo
all’esempio del bosco, fonte di vita: di piante, di ossigeno, di acqua…
Il bosco ci offre un chiarissimo esempio di “coltivazione biologica”: le foglie cadenti coprono il
terreno, si decompongono, formano humus.
Piante e foglie morte, frutti caduti al suolo, in altre parole, tutte le sostanze organiche che si
accumulano nel sottobosco, diventano il nutrimento, la fonte di vita del super-organismo
formato dagli innumerevoli e microscopici esseri viventi che popolano il terreno.
Le grandi molecole organiche presenti nei vegetali (amidi, zuccheri, cellulosa, resine, oli)
diventano cibo per i batteri e per altri microrganismi che dalla degradazione di queste
molecole, a base di carbonio, traggono energia. Alla presenza di una giusta quantità di
sostanze contenenti azoto (nitrati, urea, proteine) i batteri possono utilizzare questa energia
per sintetizzare nuove proteine e moltiplicarsi. Pertanto in condizioni ottimali, a spese della
materia organica sempre più degradata, può crescere in modo vertiginoso la popolazione di
batteri.
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Dal punto di vista chimico quello che abbiamo sinteticamente descritto è una progressiva
ossidazione biologica delle complesse sostanze organiche per opera dei microrganismi che
vivono nel terreno. Grazie alla loro attività il carbonio organico si lega all'ossigeno atmosferico
formando anidride carbonica ed acqua. Da questa reazione si libera energia che, in parte, i
batteri stessi utilizzano per le loro funzioni vitali ed in parte è dispersa nell'ambiente, sotto
forma di calore. Quello che non è gradito come cibo ai batteri è invece appetibile a muffe e
funghi che lasciando come scarto del loro banchetto molecole ancora più semplici, si
moltiplicano anch'essi fino a quando c'è cibo a sufficienza.
Su quello che resta dell'originaria materia organica e sugli stessi batteri e funghi, si avventa
una miriade d'organismi di maggiori dimensioni quali insetti, artropodi, anellidi che, oltre a
finire di mangiare le briciole, scavano e rimescolano quello che ormai è diventato un soffice
terriccio bruno su cui l'ossigeno dell'aria e l'acqua apportano le ultime trasformazioni chimicofisiche. La fertilità della terra non è data da questo o da quell’elemento in particolare (calcio,
potassio, azoto) ma dalla loro combinazione e cioè dal composto di elementi con cui noi
nutriamo il terreno.
E’ per questo che il cumulo si chiama compost: perché è un composto, una combinazione di
elementi.
Il compost serve, quindi, a ricreare nel nostro cumulo, in piccolo, quello che accade in grande
nel bosco. Concimare allora vuol dire rendere il suolo vivo: favorire lo sviluppo dei
microrganismi viventi nel terreno, così questi parteciperanno alla decomposizione della materia
organica (foglie, rami, scarti vegetali della cucina, sfalci d’erba, fiori, lombrichi…).
Il compost è il prodotto finale della decomposizione del cumulo di sostanze organiche, cioè
terra nuova per coltivare.
Dopo qualche mese, terminato il grande banchetto, dell'originaria materia organica morta e
delle sue strutture macroscopiche non vi è più traccia. Tutto si è trasformato in una cosa
nuova: in un terriccio fine ricco d'organismi viventi e di sostanze nutritive, nelle condizioni
fisiche e chimiche ottimali per essere facilmente assorbite dalle radici delle piante.
Molto del carbonio organico presente nella biomassa morta è tornato in atmosfera sotto forma
d'anidride carbonica, pronta ad essere assorbita dalle piante verdi per ridiventare, grazie
all'energia solare e alla fotosintesi clorofilliana, nuovamente biomassa vegetale vivente (foglia,
fiore, frutto, corteccia). E il grande ciclo della vita può continuare.
Per combinare un buon compost è bene considerarlo al pari di un organismo vivente con le sue
funzioni digestive. Quindi nel nostro orto la sua posizione è quella che un essere umano
sceglierebbe per schiacciare un pisolino dopo pranzo in una bella giornata di sole: all’ombra di
un albero, in un luogo non troppo ventoso.
Il compost ha bisogno di penombra perché il cocente sole diretto così come il vento lo
asciugherebbero troppo, mentre un luogo troppo buio e troppo ventoso lo raffredderebbe. In
generale il cumulo ha bisogno di caldo e umido.
Se si costruisce un buon cumulo alto circa 80 cm - 1 metro al suo interno la temperatura può
arrivare fino a 60°. Per questo ogni tanto lo rivolteremo, così tutte le sue parti passeranno per
questo punto caldissimo.
Com’è fatto un buon cumulo?
Risulta importante decidere dove posizionare il cumulo rispetto all’orto e alla casa: in grandi
orti o giardini il compost va posizionato in un luogo facilmente raggiungibile con la carriola,
nelle vicinanze delle parcelle coltivate ad ortaggi.
Rispetto alla casa è conveniente posizionare mucchi di scarti (cucina e orto) e cumulo del
compost nell’angolo ombreggiato più lontano. Se si vuole evitare di fare lunghi spostamenti
per buttare gli scarti della cucina si può posizionare una botte aperta a metà strada tra cucina
e resto del cumulo.
Il cumulo può essere lungo dai 2 ai 4 metri e deve essere alto almeno 1 metro.
Non si può cominciare a buttare scarti nel cumulo e non terminare tutta la costruzione o
buttarli in quantità differenti (più umido, meno potature o viceversa): ciò infatti non favorisce
le giuste trasformazioni, gli scarti marciranno con formazioni di muffe e batteri o
impiegheranno anni prima di diventare terra fertile.
Per evitare ristagni d’acqua sulla superficie del compost questa non deve essere troppo piatta;
per evitare che la pioggia battente trascini al fondo sostanze e abitanti sconvolgendo
l’equilibrio la superficie non deve essere neanche troppo ripida.
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Diciamo allora che la forma del cumulo deve essere “panciuta”, in fondo non dimentichiamo
che sta digerendo.
Il processo di compostaggio si compone essenzialmente in due fasi:
• bio-ossidazione, nella quale si ha l'igienizzazione di massa: è questa la fase attiva (nota
anche come high rate, active composting time), caratterizzata da intensi processi di
degradazione delle componenti organiche più facilmente degradabili
• maturazione, durante la quale il prodotto si stabilizza arricchendosi di molecole umiche: si
tratta della fase di cura (nota come “curing-phase”), caratterizzata da processi di
trasformazione della sostanza organica la cui massima espressione è la formazione di sostanze
umiche
La buona riuscita del compostaggio dipende da diversi fattori; il più importante è che il
materiale da trattare sia caratterizzato da un corretto rapporto tra la quantità di carbonio e
d'azoto.
Affinché i batteri possano svilupparsi bene è necessario che abbiano a disposizione sia
sufficiente energia (dalla "combustione" del carbonio), sia materia prima per l'assemblaggio di
proteine (molecole ricche d'azoto).
Il rapporto ottimale di carbonio e azoto, nella dieta dei batteri, deve essere di 30 a 1.
PRINCIPALI MATERIALI UTILIZZABILI PER IL COMPOSTAGGIO
RAPPORTO CARBONIO : AZOTO
Scarti Freschi Dell'orto
Sfalcio D'erba
Paglia Di Legumi
Erba Medica
Scarti Di Cucina
Foglie Secche
Paglia
Segatura
7
12
15
15-25
23
50
50-150
250-500
Il materiale da compostare deve essere mantenuto costantemente umido. I batteri , come noi ,
non possono fare a meno dell'acqua. Attenzione però a non esagerare. Se il cumulo è fradicio
d'acqua, l'aria non si potrà diffondere nel cumulo e i batteri “buoni” moriranno per asfissia.
Saranno sostituiti da altri batteri (chiamati anaerobi) che non amano l'ossigeno, ma che
producono metano, idrogeno solforato, composti con odori fortemente sgradevoli.
Pertanto per formare il primo strato del cumulo, quello a contatto del suolo, per garantire un
buon drenaggio ed una sufficiente aerazione anche della parte più bassa del cumulo, quella a
contatto del terreno, si realizza un primo strato con rami secchi.
Alcune piante ricche di elementi:
Con infusi, decotti o macerati ottenuti con le piante descritte di seguito possiamo cominciare il
terreno o arricchire il compost. Il tarassaco è ricco di calcio, le foglie della robinia
arricchiscono di azoto e concimano nella carenza di calcio. L'acetosa è ricca di calcio, fosforo,
magnesio, silice. Il rafano fornisce il calcio, la camomilla lo zolfo, i cactus il calcio, l'equiseto
l’acido silicico. L'achillea rifornisce di potassio, calcio, acido silicico, l'ortica fornisce calcio e
ferro. La cipolla è ricca di acido silicico e calcio. Infine vi sono due piante, il sambuco ed il fico,
che poste nelle vicinanze dei cumuli di compost ne favoriscono la “digestione”.
10
COLTIVAZIONI
Cambio e rotazione delle coltivazioni
Ogni pianta, attraverso le sue radici, assorbe dal terreno determinate sostanze e, contemporaneamente, ne espelle altre. Se piantiamo sulla stessa aiuola per diverse volte di seguito gli
stessi ortaggi, succederà che col tempo verranno loro a mancare le necessarie sostanze
nutritive. Anche le migliori qualità di composto e di concime, non riusciranno a rifornirle in
misura sufficiente. D'altra parte, le sostanze espulse dalle radici delle piante e accumulatesi nel
terreno, ostacoleranno la loro crescita. Interviene la cosiddetta stanchezza del terreno, le
piante non prosperano più e vengono attaccate dalle malattie e dagli insetti.
E’ consigliata una certa rotazione delle coltivazioni. Non per niente le piante forti consumatrici
vengono chiamate anche «piante di prima razione», le medie consumatrici «piante di seconda
razione» e le deboli consumatrici, infine, «piante di terza razione». L'ordine della suddetta
elencazione sta ad indicare che su una determinata aiuola dovranno essere piantati: il primo
anno ortaggi forti consumatori, il secondo anno ortaggi medi consumatori e il terzo anno,
infine, ortaggi deboli consumatori. Nelle coltivazioni miste questo ordine viene un pò confuso
ma anche in questo caso si dovrà tener conto della necessaria rotazione degli ortaggi. I
pomodori e i fagioli rampicanti non devono essere inclusi nei programmi di rotazione. Essi
prosperano per anni sullo stesso terreno e se poi in autunno si provvede a compostare i loro
steli e le loro foglie direttamente sull'aiuola si favorirà la loro crescita nell'anno seguente.
La rotazione biennale
Con questo tipo di rotazione, l'orto viene diviso in settori. Nel primo settore si coltiveranno
ortaggi «forti consumatori» eventualmente in coltivazione mista con ortaggi medi consumatori.
Nel secondo settore, si pianteranno i medi e i deboli consumatori. Ogni anno, gli ortaggi e i
fiori di questi due settori verranno scambiati tra di loro. C'è, infine, un terzo settore con le erbe
aromatiche.
Primo anno
Settore 1
VERZE
CAVOLI BIANCHI
POMODORI
SPINACI
SEDANO RAPA
SCORZONERA
CAVOLI ROSSI
PORRI
ZUCCHE
CETRIOLI
Settore 2
CIPOLLE
INSALATA
BARBABIETOLE ROSSE
RAPANELLI
ERBE AROMATICHE
AGLIO
CAROTE
FINOCCHI
PISELLI
FAGIOLI
e… nel frattempo
Il Sovescio
Consigliabile, soprattutto, agli inizi di un nuovo orto, il sovescio è un’antica pratica chiamata
anche concimazione verde e consiste nel seminare delle essenze erbacee, in genere
leguminose, graminacee e crucifere, lasciarle crescere fino a un certo stadio, sfalciarle,
lasciarle appassire sul terreno (1-2 giorni) e poi interrarle (5-10 cm.) con una leggera
lavorazione superficiale.
Con questa pratica, soprattutto in relazione all’epoca di sfalcio, si possono conseguire i
seguenti risultati:
Apporto di materia organica al terreno, questo aspetto non è il più importante, in quanto
l’accumulo di sostanza organica stabile è lento nel tempo e si ottiene con sfalci molto tardivi.
11
Aumento dell’attività microbica, dovuto alla grande quantità di sostanza organica
aggredibile dai micro-organismi demolitori, che funge da alimento per il loro sviluppo e, con la
lavorazione superficiale del terreno, ne migliora le condizioni di vita.
Concimazione delle piante, è la funzione più importante del sovescio, poiché durante la
degradazione della massa verde si liberano notevoli quantità di elementi nutritivi (in particolare
azoto) subito disponibili per le piante.
Miglioramento della struttura del terreno, anche questa è una funzione fondamentale del
sovescio, particolarmente sfruttata assieme alla precedente. Il miglioramento è di breve durata
(alcuni mesi), ma sufficiente per creare un ambiente favorevole.
Migliore e precoce insediamento di insetti utili, che trovano, nelle erbe da sovescio, un
buon ambiente per svilupparsi, per esempio quello dei predatori di afidi (coccinellidi, silfidi
ecc.), che si sviluppano sulle precoci infestazioni che generalmente si verificano su certe piante
come il favino.
Epoche di semina dei sovesci
Le epoche di semina dei sovesci sono due e dipendono dalle essenze che si vogliono impiegare.
Sovesci primaverili: (senape, crescione, trifoglio) molto importante è preparare
precocemente il letto di semina e non ritardare troppo la semina stessa per far sì che il
sovescio abbia il tempo di crescere abbondantemente e precocemente. Ricordarsi di non far
seguire crucifere alle crucifere.
Sovesci autunnali: si eseguono con essenze che resistano bene al freddo invernale (fave,
miscela Landsberg).
Aggiungere alle aiuole compost maturo prima della nuova messa a dimora.
Secondo anno
Settore 1
CIPOLLE
INSALATA
BARBABIETOLE ROSSE
RAPANELLI
ERBE AROMATICHE
AGLIO
CAROTE
FINOCCHI
PISELLI
FAGIOLI
Settore 2
VERZE
CAVOLI BIANCHI
POMODORI
SPINACI
SEDANO RAPA
SCORZONERA
CAVOLI ROSSI
PORRI
ZUCCHE
CETRIOLI
LE PRINCIPALI SPECIE DA ORTO
SOLANACEE – pomodoro, patata, melanzana, peperone (forti consumatori)
COCURBITACEE – anguria, cetriolo, melone, zucca, zucchino (forti consumatori)
CRUCIFERE – cavoli (forti consumatori), ravanelli, cima di rapa, rape, rucola, crescione
(medi consumatori)
CHENOPODIACEE – bietole, barbabietole, coste, spinaci (medi consumatori)
OMBRELLIFERE – carota, finocchio, sedano, prezzemolo (medi consumatori)
COMPOSITE – cicoria, indivia, lattuga, valeriana (bassi consumatori)
LILIACEE – aglio, cipolla, scalogno (bassi consumatori), porro (medio consumatore)
LEGUMINOSE – fave, lenticchie, ceci, fagioli nani, piselli (azoto-fissatori), fagioli rampicanti
(azoto-fissatori ma medi consumatori)
12
La rotazione triennale
Questo tipo di rotazione è più diffusa perché è quella che meglio si adatta alla suddivisione di
ortaggi in forti, medi e deboli consumatori. Anche qui, però, i confini possono essere indefiniti.
Così, per esempio, certi ortaggi di “seconda razione” possono essere seminati insieme ad
ortaggi forti consumatori. Ma se si vogliono piantare ortaggi forti consumatori in un’aiuola nella
quale, l'anno precedente erano cresciuti ortaggi dello stesso tipo, sarà necessario un
rifornimento supplementare di sostanze nutritive sotto forma di composto maturo o di
macerato.
Primo anno
Settore 1
CAVOLI
CETRIOLI
PATATE
ZUCCHE
PORRI
SEDANO RAPA
POMODORI
Settore 2
Settore 3
FINOCCHI
CAROTE
AGLIO/CIPOLLE
RAPANELLI/RAFANO
BARBAB. ROSSE
INSALATA/SPINACI
SCORZONERA
FAGIOLI
PISELLI
CAROTE
ERBE AROM
RAPANELLI/RAFANO
SPINACI
CIPOLLE
Secondo anno
Settore 1
FINOCCHI
CAROTE
AGLIO/CIPOLLE
RAPANELLI/RAFANO
BARBAB. ROSSE
INSALATA/SPINACI
SCORZONERA
FAGIOLI
PISELLI
CAROTE
ERBE AROM.
RAPANELLI/RAFANO
SPINACI
CIPOLLE
Terzo anno
Settore 1
FAGIOLI
CAROTE
PISELLI
RAPANELLI/RAFANO
ERBE AROM.
SPINACI
CIPOLLE
Settore 2
CAVOLI
CETRIOLI
PATATE
ZUCCHE
PORRI
SEDANO RAPA
POMODORI
Settore 2
Settore 3
CAVOLI
CETRIOLI
PATATE
ZUCCHE
PORRI
SEDANO RAPA
POMODORI
Settore 3
FINOCCHI
CAROTE
AGLIO/CIPOLLE
RAPANELLI/RAFANO
BARBAB. ROSSE
INSALATA/SPINACI
SCORZONERA
O, più semplicemente, “Agricoltura dei tre campi”
La rotazione quadriennale
Con questo tipo di rotazione il terreno viene diviso in quattro parti. Nel primo vengono coltivati
ortaggi forti consumatori, nel secondo, ortaggi medi consumatori, nel terzo deboli consumatori
e nel quarto settore, infine, delle leguminose come piselli, fave, ecc.
Le leguminose vengono anche considerate deboli consumatori ma in realtà, non solo non
sfruttano il terreno, ma lo migliorano, perché con i noduli delle loro radici, lo arricchiscono di
azoto.
La rotazione quadriennale può anche presentarsi così: primo anno - forti consumatori, secondo
anno - medi consumatori, terzo anno - deboli consumatori e quarto anno, infine, concimazione
verde.
Le coltivazioni miste sono naturali. Le monocolture sono contrarie alla natura.
13
Calendario delle semine
MESI
ORTICOLE
SEMINE
TRAPIANTI
PIANTINE
DURATA
COLTIVAZIONE
Cavolfiore
Cavolo cappuccio
precoce
Cavolo rapa
Lattuga
Ravanelli
Sedano
Spinaci
Semenzai caldi
Semenzai caldi
16 settimane
10 settimane
Semenzai caldi
Semenzai caldi
Semenzai caldi
Semenzai caldi
Piena terra
12 settimane
Carote
Cavolfiore
Cavolo cappuccio
precoce
Cavolo rapa
Cipolla
Fave
Lattuga
Melanzane
Piselli
Pomodori
Porri
Sedano
Spinaci
Semenzai caldi
18 settimane
Piena terra
10 settimane
Aglio (spicchi)
Bietole da coste
Carote
Cavolfiore
Cavolo cappuccio
precoce
Cavolo cappuccio
lento
Cavolo rapa
Cipolla
Fave
Lattuga
Lattuga da taglio
Peperoni
Piselli
Ravanelli precoci
Ravanelli
Zucca
Zucchine
Piena terra
Piena terra
Piena terra
GENNAIO
FEBBRAIO
MARZO
APRILE
Piena terra
Piena terra
Piena terra
Semenzai caldi
Piena terra
Semenzai caldi
Semenzai caldi
Semenzai caldi
Piena terra
Piena terra
A intervalli
Ogni 14 giorni
10 settimane
16 settimane
15 settimane
10 settimane
12 settimane
Piena terra
Piena terra
20
15
18
16
10
settimane
settimane
settimane
settimane
settimane
Piena terra
Piena terra
Bulbi piena terra
Piena terra
Piena terra
Piena terra
Vasetti al caldo
Piena terra
Vasi riscaldati
Vasi riscaldati
14
Ogni 14 giorni
Ogni 14 giorni
Piena terra
Piena terra
A intervalli
10 settimane
16 settimane
15 settimane
10 settimane
5-8 settimane
MAGGIO
GIUGNO
LUGLIO
AGOSTO
Cavolfiore
Bietole da coste
bruxelles
Cetrioli
Cavolo cappuccio
lento
Cavolo rapa
Fagioli nani
Indivie estiva
Lattuga
Lattuga da taglio
Melanzane
Peperoni
Piselli
Pomodori
Porri
Barbabietole
Ravanelli
Sedano
Zucca
Zucchine
Piena terra
Piena terra
Piena terra
Piena terra
Piena terra
Piena
Piena
Piena
Piena
Piena
terra
terra
terra
terra
terra
Piena terra
Piena terra
Piena terra
Piena terra
Carote
Cavolfiore
Bietole da coste
Bruxelles
Cavolo cappuccio
lento
Finocchi
Fagioli nani e non
Indivie estive
Lattuga
Lattuga da taglio
Melanzane
Peperoni
Porri tardivi
Radicchio
Barbabietole
Ravanelli
Piena terra
Carote
Cavolfiore
Radicchio
Valeriana
Cavolo cinese
Finocchio
Fagioli nani e non
Indivie invernali
Lattuga
Lattuga da taglio
Piena terra
Cavolo cappuccio
Cavolo rapa
Indivie invernali
Lattughe
Porri tardivi
Piena terra
Piena terra
Piena terra
Piena
Piena
Piena
Piena
Piena
Piena
Piena
Piena
Piena
Piena
Piena
Piena
Piena
Piena
Piena
Piena
Piena
terra
terra
terra
terra
terra
terra
terra
terra
terra
terra
terra
terra
terra
terra
terra
terra
terra
Piena terra
15
A intervalli
Ogni 14 giorni
Ogni 14 giorni
Piena terra
Piena terra
Piena terra
Piena terra
Piena terra
A intervalli
Piena terra
Piena terra
Piena terra
Piena terra
A intervalli
15
18
12
22
settimane
settimane
settimane
settimane
10 settimane
10 settimane
10 settimane
20 settimane
8 settimane
10 settimane
16 settimane
20 settimane
18 settimane
5-8 settimane
21 settimane
22 settimane
16 settimane
18
16
12
18
22
settimane
settimane
settimane
settimane
settimane
14 settimane
10 settimane
10 settimane
Ogni 14 giorni
Ogni 14 giorni
Piena terra
Piena terra
20 settimane
8 settimane
A intervalli
16 settimane
18 settimane
5-8 settimane
Piena terra
A intervalli
18
16
16
12
10
14
10
10
settimane
settimane
settimane
settimane
settimane
settimane
settimana
settimane
Ogni 14 giorni
Ogni 14 giorni
Piena terra
22 settimane
invernale
10 settimane
Piena terra
invernali
SETTEMBRE
Spinaci
Valeriana
Aglio
Piena terra
Piena terra
Piena terra
12 settimane
12 settimane
Raccolto anno
successivo
OTTOBRE
Spinaci
Aglio
Cavolo cappuccio
lento
Piena terra
Piena terra
12 settimane
Raccolto anno
successivo
NOVEMBRE
DICEMBRE
16
Piena terra
CONSOCIAZIONI
PIANTA
FAVOREVOLE CON
Fagioli nani e Cetrioli, patate, tutti i cavoli, cavolo
Fagioli
rapa, lattuga, bietola da coste, cren,
rampicanti
insalata in cespo, rafano e ravanelli,
rape rosse, rabarbaro, rape, sedano,
pomodori
Indivie
Finocchio, tutti i cavoli, porro fagioli
Piselli
Finocchio, carota, tutti i cavoli,
cavolo rapa, lattuga, rafano e
ravanelli
Fragole
Aglio, tutti i cavoli, lattuga, porro,
rafano e ravanelli, cipolle
Finocchio
Indivie, piselli, cetrioli, lattuga,
insalata in cespo
Cetrioli
Finocchio, aglio, cavoli, lattuga,
sedano, fagioli rampicanti, cipolle
Carote
Piselli, aglio, porro, bietola da coste,
rafano e ravanelli, pomodori, cipolle
Patate
Cavolo rapa, mais, cren, spinaci
Aglio
Fragole, cetrioli, carote, pomodori
Tutti i cavoli Tutti i tipi di insalata, piselli,
finocchio, cetrioli, sedano, spinaci,
aglio, cipolle, patate, porro, rafano e
ravanelli, rape rosse, pomodori
Lattuga
Piselli, fragole, finocchio, cetrioli,
cavoli, porro, mais, rafano e
ravanelli, rabarbaro, fagioli
rampicanti, pomodori, cipolle
Porro
Indivie, fragole, carote, cavoli,
cavolo rapa, lattuga, sedano,
pomodori
Mais
Lattuga e pomodori
Bietola da
Carote, rafano e ravanelli
coste
Insalata da
Finocchio, cavoli, rafano e ravanelli,
cespo
rape rosse, rabarbaro, pomodori
Rafano e
Piselli, fragole, carote, cavoli, cavolo
ravanelli
rapa, lattuga e insalata da cespo,
bietola da costa, spinaci, fagioli
rampicanti, pomodori
Rape rosse
Cetrioli, insalata da cespo, cipolle
Rabarbaro
Cavoli, lattuga, insalata da cespo,
spinaci
Sedano
Cetrioli, cavoli, cavolo rapa, porro,
fagioli rampicanti, pomodori
Spinaci
Patate, aglio, cavolo rapa, rafano e
ravanelli, rabarbaro, pomodori
Pomodori
Carote, aglio, cavoli, cavolo rapa,
lattuga da cespo, porro, mais, rafano
e ravanelli, sedano, spinaci
Zucchine
Fagioli rampicanti, cipolle
Cipolle
Fragole, cetrioli, carote, lattuga, rape
rosse, zucchini
17
SFAVOREVOLE CON
Piselli, finocchio, aglio, porro, cipolle
Patate, aglio, porro, fagioli, pomodori
Fagioli rampicanti, pomodori
Rafano e ravanelli, pomodori
Piselli, sedano, pomodori
Piselli, cavoli, fagioli rampicanti
Cavolo rapa, sedano
Piselli, rape rosse, fagioli rampicanti
Sedano e rape rosse
Cipolle
Patate, porro, mais
Patate, lattuga, mais
Piselli, finocchio, cetrioli, patate
Cavoli, rafano e ravanelli, fagioli
rampicanti
MALATTIE
Curare le piante in modo naturale
Quando parliamo di malattie delle piante pensiamo subito a correre nel primo vivaio
specializzato per farci consigliare sul prodotto più potente ed immediato reperibile. Questo
comportamento è comprensibile se pensiamo a quanto tempo e passione dedichiamo alla cura
delle nostre piante, ma purtroppo non è l’atteggiamento giusto per chi voglia sperimentare un
approccio naturale al giardinaggio. Quindi che fare?
Per prima cosa bisogna rivedere la nostra impostazione, perché la malattia è spesso solo la
manifestazione finale di un disagio provocato da indebolimento della pianta, che in quanto
debole è più esposta ad attacchi parassitari e o fungini. Quindi mantenere le piante nelle
migliori condizioni possibili di esposizione, nutrimento, apporto idrico, consociazioni, riduce di
molto gli interventi riparatori.
Ma cosa può attaccare le nostre piante?
Le piante possono essere attaccate da parassiti: che sono per lo più insetti es, afidi, formiche,
larve, mosche, lumache ecc.
Oppure da micosi, cioè funghi; veri e propri microrganismi in grado di sviluppare malattie a
volte anche mortali per le nostre piante.
L’approccio naturale ci suggerisce di trattare i parassiti con piante repellenti sia
consociandole alla coltivazione sia con macerati da irrorare.
Nel caso delle malattie fungine il suggerimento è di usare piante benefiche, vale a dire
estratti, decotti, macerati da somministrare alla base e per irrorazione. In questo modo si cura
la pianta. Quando noi siamo malati cosa facciamo? Ci riposiamo, mangiamo il più leggero
possibile e assumiamo quelle sostanze che possono aiutarci a combattere la malattia. Lo stesso
dovrebbe essere per le nostre piante. Infatti sarebbe buona cosa sospendere le concimazioni
soprattutto nel caso delle malattie fungine perché il rischio di nutrire anche la malattie, è molto
elevato. Invece molto spesso facciamo l’esatto opposto, vediamo la pianta un po’ abbattuta e
… concimiamo esageratamente. Chiedendo ad una pianta già provata di effettuare un ulteriore
sforzo di crescita: certo il concime apporta nutrimento al terreno, stimola e sostiene le
fioriture, ma può essere paragonato agli zuccheri dell’alimentazione che aiutano a sostenere
performance brevi ed occasionali. Invece un uso abituale non è certo auspicabile. Ciò che è
necessario sono gli oligo-elementi e, nel caso specifico delle piante, i minerali, oltre a tutte
quelle sostanze che ogni pianta in modo assolutamente unico è in grado di rilasciare nel
terreno (es. aglio e cipolla rilasciano zolfo, e guarda caso lo zolfo è molto usato in agricoltura
per i trattamenti anticrittogamici, peccato che a dosi eccessive sia tossico e dannoso alla
salute). Quindi ricapitolando: usiamo le piante per ridare alle piante ciò che naturalmente
avrebbero avuto. Terreni equilibrati , dove la bio-diversità stessa riequilibra , luce e acqua per
crescere, animali che provvedono alla pulizia del terreno, piogge alcaline che proteggono.
18
Parassiti e piante repellenti
Afidi
a) Afide lanigero
b) Afide nero
Altiche o pulci di terra
Antonomo delle fragole
Cavolaia o pieride del cavolo
Cecidomia del cavolo
Dorifora della patata
Formiche
Larve di noctuidi
Lumache
Mosche
Piantare lavanda accanto a rose e margherite;
crescione accanto ai broccoli. Come pianta
esca l’ortica sotto gli alberi da frutto e il
sambuco nero
Piantare nasturzio sotto i meli
Piantare santoreggia accanto ai fagioli; come
pianta esca nasturzio, calendula e fave
Consociare insalata da taglio o cetrioli con
pomodori, il cui odore allontana gli insetti. I
fagioli nani e rampicanti consociati con
ravanelli e ramolacci ne tengono lontane le
pulci di terra. Lattuga, menta e assenzio tra i
ramolacci e tutte le specie di cavolo
Pacciamare con felce maschio all’inizio della
primavera e subito dopo la raccolta.
Aneto e canapa come pianta da bordura.
Pomodori, porri, sedano, rosmarino, timo,
menta e artemisia tra i cavoli
Consociazione con pomodori
Rafano ai bordi delle aiuole coltivate a patate.
Lavanda e maggiorana, oppure gerani,
valerianella e crescione sotto le rose, tagete
sotto i cespugli e sulle aiuole di fragole
Felce maschio fra le piante
Circondare le aiuole con senape, cerfoglio,
crescione,
ortiche,
felce
maschio
per
pacciamatura
Basilico e tanaceto, piantare un noce in
prossimità di panchine e terrazze
a) mosca del cavolo
Concimazione
verde
con
leguminose
(trifoglio), pacciamatura con felce maschio,
consociazione con i pomodori
b) mosca della carota
Consociazione con cipolle, aglio, porri, per
tenere lontano gli insetti. Distribuire tra i
solchetti della semina tanaceto, lavanda, felce
maschio, aneto
Consociazione con carote
c) mosca della cipolla
Nematodi
Punteruolo del cavolo
Tignola del porro
Tacete e calendula posti tra gli ortaggi
allontanano i nematodi. La camomilla tra le
piante dell’orto mantiene il terreno libero da
questi parassiti per un raggio di 90 cm tutto
intorno. Seminare senape in primavera come
coltura preparatrice e in autunno come pianta
da sovescio
Copertura del terreno con felce maschio e con
altre piante fortemente odorose
Consociazione
con
carote,
sedano,
prezzemolo, prezzemolo da radice, aneto e
camomilla
19
Tignola del susino
Biancospino come pianta esca
Topi e talpe
Fritillaria imperialis, euphorbia latyris, lingua
di cane, narciso, aglio e meliloto come pianta
esca, topinambur e sambuco nero, introdurre
nelle gallerie di topi e talpe aglio, foglie di
noce, rami di ginepro ornamentale e di tuia
Consociazione con carote, senape, calendula e
in particolare pomodori
Tortrice del pisello
Piante utili per la prevenzione delle malattie fungine
Bolla del pesco
Nasturzio e aglio sotto i peschi
Corneo (impallinatura delle drupacee)
Aglio e cipolla sotto i peschi e i ciliegi
Ernia del cavolo
Gommosi
Concimazioni verdi, non impiegando però
crocifere, ma trifoglio e altre leguminose.
Consociazione con cipolle e porri
Digitale sotto i ciliegi
Moniliosi
Rafano sotto i ciliegi
Oidio (mal bianco)
Aglio, cipolle, erba cipollina sotto gli alberi da
frutto e tra cespugli e arbusti
Pacciamare con felce maschio
Canapa sui bordi delle aiuole piantate a patate
Aglio tra le rose
Una pianta di assenzio ogni 4-5 arbusti di
ribes
Consociazione con pomodori e porri
Aglio tra le rose, seminare senape bianca sotto
le rose ma non lasciarle superare i 25 cm di
altezza , quindi estirparla
o tagliarla, e
lasciarla sul terreno come copertura.
Aglio tra le fragole
Oidio dell’uva spina
Peronospora della patata
Ruggine delle rose
Ruggine del ribes
Septoriosi del sedano
Ticchiolatura della rosa
Vaiolatura rossa e muffa grigia della fragola
Le tabelle riportate qui sopra vogliono farvi riflettere. Perché se cominciamo a pensare ci
accorgeremo che molte delle indicazioni riportate non hanno pertinenza solo per i frutteti e gli
orti, ma bensì per tutte le piante , anche quelle ornamentali da balcone e terrazzo. Pertanto
coltivare fiori in consociazione a ortaggi , aromatiche ecc. non è poi così bislacco, anzi è logico
e funzionale, oltre che curativo. Ognuno di noi dovrebbe coltivare sul proprio balcone oltre alle
piante da fiore preferite almeno due o tre piante da cui ricavare macerati, estratti,
consociazioni utili alla cura.
Così il coltivatore potrà ricorrere a preparati biologici a base di piante aromatiche e medicinali,
per rinforzare, rigenerare e vivificare il terreno e combattere parassiti e malattie.
Molto usati sono gli infusi di erbe, spesso già rinomati come mezzi terapeutici per le malattie
dell’uomo. Le erbe vengono per lo più messe in infusione in acqua bollente e lasciate riposare
per 1-3 minuti. L’infuso viene filtrato e lasciato raffreddare.
Le dosi e gli accorgimenti sono elencati nella tabella che segue.
20
Le estrazioni acquose: mettere le erbe a macero per 8-12 ore in acqua fredda, poi filtrare
attraverso un setaccio e irrorare
I decotti: immergere precedentemente le erbe in acqua fredda. Dopo 24 ore, bollire l’acqua
con le erbe a fuoco moderato per circa ½ ora, quindi filtrare e lasciare raffreddare.
I macerati di erbe, una volta pronti emanano un odore molto simile a quello del colaccio di
stalla. Non vengono impiegati soltanto nella lotta ai parassiti e per curare le malattie, ma
anche come ottimi fertilizzanti liquidi, che hanno un effetto regolatore sulla crescita soprattutto
se somministrati nel periodo di massima vegetazione della pianta. Questi macerati vanno usati
con cautela perché possono provocare ustioni delle radici: è quindi meglio diluirli troppo
piuttosto che troppo poco.
Durante la fase di macerazione i recipienti vanno posti in un luogo molto caldo, possibilmente
al sole, perché il calore attiva la fermentazione che inizia di solito dopo 3 giorni e dura circa 2
settimane. Quando il macerato avrà cessato di formare schiuma ed avrà assunto un colore
scuro, lo si può considerare pronto per l’uso. La quantità da utilizzare dovrà essere filtrata e
diluita prima dell’uso.
I macerati possono anche essere mescolati con altri fertilizzanti per arricchire il concime, es
farina di ossa, o di corna, o di sangue, o di tutte e tre le farine insieme, oppure farina di roccia,
concime a base di alghe (bentonite, sfagno ecc.) o concime animale (stallatico). Per migliorare
l’odore sgradevole dei macerati, si possono aggiungere alcune gocce di valeriana e un po’ di
farina di roccia. Volendo irrorare i macerati e aumentarne il potere adesivo è consigliabile
aggiungere un po’ di Alginure antievaporante , o di bentonite.
Per la preparazione dei macerati ricordate di usare solo recipienti di vetro, ceramica, legno, o
polietilene (plastica possibilmente bianca) purchè non di PVC. Assolutamente da evitare i
contenitori di metallo che possono reagire con i macerati formando sostanze nocive.
Irrorare le piante sempre in assenza di sole per evitare l’effetto lente prodotto dalle
goccioline acquose sulle foglie che possono restare ustionate.
21
TISANE, ESTRATTI, DECOTTI E MACERATI D’ERBE
Pianta
Principali Costituenti
Dose
(F= Fresca; S= Secca)
Modo
d’Uso
Diluizione
Dove
Applicare
Epoca
Indicazione
Aglio
Zolfo, vitamine
Bulbi tritati 75 gr
10 lt H2o
Infuso
Non diluito
Pianta
Preventivo e in
caso di attacco
Malattie fungine, acari,
ragno rosso
Assenzio
Acido silicico, salnitro,
vitamina C e B, olio
eterico, sostanze
tanniche amare
300 gr (F) 10 lt H2o
300 gr (S) 10 lt H2o
Decotto
Non diluito
Pianta
Con
infestazione 2
volte settimana
Altiche
,,
,,
,,
Infuso
Non diluito
Terreno
,,
,,
,,
Infuso
3 volte
Pianta
In caso di
infestazione
,,
,,
,,
Infuso
3 volte
Pianta
Poco prima e
durante l’epoca
di volo
Borsa da
pastore
Potassio, calcio, sodio
1 Kg (F) 10 lt H2o
Infuso
5 volte
Terreno o
pianta
Quando
occorre
Camomilla
Azulene, acido linoleico,
sostanze aromatiche
100 gr (S) 10 lt H2o
Infuso
5 volte
Semenze
Prevenzione ed
al Bisogno
,,
,,
,,
Decotto
5 volte
Pianta
Per 3 gg
consecutivi ad
Sulle piste delle
formiche
Afidi, tortrice del pisello,
mosca del cavolo,
tentredine delle meline
Carpocapsa, cedidomia
del pisello, mosca delle
ciliegie, delle carote,
della cipolla
Nei terreni fruttati.
Pianta, suolo
Disinfetta e aumenta la
germinabilità dei semi
(lasciare a bagno 15 min.
nell’infuso)
Il cancro del lampone
intervalli di 14 gg
Cipolla
Olio eterico di senape
solforato
Cipolla tritata 75 gr
(F) 10 lt H20
Le bucce 200-500 gr
10 lt H2o
Infuso
Non diluito
Pianta
Come aglio
Vedi aglio
Pianta
Preventivo in
caso di attacco
Acari, malattie fungine,
afidi
Quando
occorre
Stimola la crescita
,,
,,
Dente di
Leone o
Tarassaco
,,
1 Kg (F) 10 lt H2o
Macerato
Non diluito
Pianta
,,
,,
200 gr (S) 10 lt H2o
(Pianta con fiore)
Decotto
Non diluito
Terreno
Quando
occorre
Quando
occorre
Tutto l’anno
passate le
gelate
Tutto l’anno
passate le
gelate. Ogni 3
sett. per 3 gg
consecutivi al
pomeriggio
Ogni 3 sett. Per
3 gg
consecutivi al
pomeriggio
Concimazione
,,
,,
“
Infuso
Non diluito
Composto
Equiseto o
Coda
Cavallina
Silice, calcio, zolfo,
sodio, manganese,
potassio, magnesio
1 Kg (F) 10 lt H2o
150 gr (S) 10 lt H2o
Macerato
5 volte
Terreno e
Pianta
,,
,,
,,
Macerato
5 volte
Pianta
,,
,,
,,
Decotto
3 volte
Pianta
,,
,,
,,
Infuso
5 volte
Pianta
Più volte in
caso di
infestazione
Felce
maschio
Dryopteris
felixmas
Microelementi, potassio,
anche olio repellente per
insetti
1 Kg (F) 10 lt H2o
100 gr (S) 10 lt H2o
Macerato
Non diluito
Pianta
Irrorazione
invernale
Cocciniglie e afide
laniero
Estratto
Poco
diluito
Corteccia
degli
alberi da
frutto
Quando
occorre
Spennellare le croste,
spazzolare, contro le
cocciniglie
Infuso
3 volte
Pianta
Poco prima e
durante l’epoca
del volo
Nottue
Infuso
Non diluito
Terreno
In caso di
infestazione
Innaffiarlo sulle piste
delle formiche
Infuso
Non diluito
Terreno
Quando
occorre
Innaffiarlo sulle piste
delle formiche
,,
,,
5 gr (S) 1/2 lt H2o
Issopo
Olio eterico, sostanze
amare, tanniche
1 Kg (F) 10 lt H2o
100-150 gr (S)
10 lt H20ù
Maggiorana
Sostanza analoga alla
canfora
1 Kg (F) 10 lt H2o
100-150 gr (S)
10 lt H2o
Menta
Olio eterico contenente
mentolo
1 Kg (F) 5 lt H2o
100-150 gr (S)
10 lt H20
22
Additivo
Risana il terreno,
rinforza la pianta
Malattie fungine, contro
oidio, parassiti
carpocapsa, tignola e
acari
Ruggini, muffa grigia,
ernia del cavolo
Con macerato d’ortica in
fermentazione per afidi e
cocciniglie
Principali Costituenti
Dose
(F= Fresca; S= Secca)
Modo
d’Uso
Diluizione
Dove
Applicare
Epoca
Indicazione
Forte odore
Spremere la pianta
Estratto
Non diluito
Corteccia
In caso di
infestazione
Spennellare la colonia
dell’afide laniero
Forte odore
10 gr (F) tra foglie e
fiori, 5 foglie di
tanaceto (F) 1 lt H2o
Estratto
acquoso
Non diluito
Pianta
In caso di
infestazione
Afidi e moscerini
Origano
Olio eterico
1 Kg (F) 10 lt H2o
100-150 gr (S)
10 lt H2o
Infuso
3 volte
Pianta
Maggio e
giugno a
intervalli
regolari
Cocciniglia a virgola
Ortica
Clorofilla, ferro, calcio,
acido salicilico,
microelementi vitamine
1 Kg (F) 10 lt H2o
200 gr (S) 10 lt H2o
Macerato
Non diluito
Terreno
Quando
occorre
Sulle piste delle
formiche
,,
,,
,,
Macerato
10 volte
Terreno
Dalla
primavera
Come concime e
prevenzione attacchi
parassiti
,,
,,
,,
Macerato
20 volte
Pianta
,,
,,
,,
Macerato
20 volte
Pianta
Pianta
Nasturzio
Tropaeolum
majus
Nasturzio
Tropaeolum
majus
Dalla
primavera
Prima della
schiusa delle
gemme
Per 3 gg
consecutivi,
più volte, ad
intervalli
regolari di 14
gg
Prima della
formazione
delle foglie e
dei fiori 3 volte
in 10 gg
Quando
occorre
Stimola la crescita
Clorosi
Contro i marciumi, bolla
del pesco, peronospora,
ticchiolatura, contro
afidi, tignola,idrofora,
acari e mosca bianca
,,
,,
,,
Macerato
20 volte
Pianta
,,
,,
,,
Macerato
in
fermenta
zione
50 volte
Pianta
,,
,,
,,
Estratto
Non diluito
Pianta
,,
,,
,,
Decotto
5 volte
Pianta
Da primavera
Didimella e punteruolo
del cavolo
Contro le malattie
autoimmuni e tortrice del
pisello
Afidi, cocciniglia, ed
acari
Afidi
,,
,,
,,
Infuso
3 volte
Pianta
Per 3 volte
consecutive,
più volte, a
intervalli di 14
gg
Pomodoro
Vitamina C e altre,
minerali
30 gr di femminelle su
2 lt H2o
Macerato
10 volte
Pianta
Quando
occorre
Per concimare i
pomodori stessi e contro
gli afidi delle rose
Salvia
Olio eterico
Infuso
3 volte
Pianta,
terreno
Poco prima e
durante l’epoca
del volo
Nottue
Tanaceto
Olio eterico,
forte odore, insetticida
2 volte
Per 3 gg
più volte a
intervalli
di 14 gg
In caso di
attacco
Contro insetti, afidi e
oidio
Pianta
Prima della
fioritura
durante la
formazione dei
frutti
Favorisce la formazione
di fiori e frutti; protegge
dalle gelate
Valeriana
Olio essenziale
1 Kg (F) 10 lt H2o
100-150 gr (S)
10 lt H20
Estratto acquoso 300
gr (F) 10 lt H2o
30 gr (S) 10 lt H2o
Spremere il succo dei
fiori (F) 1 goccia/1 lt
H2o mescolare 5
minuti
Infuso
Estratto
Non diluito
Detto questo non resta che cominciare a sperimentare. Osservando e integrando i nostri
balconi con tutte quelle piante che possono esserci di aiuto.
23
Per aiutarvi allego le batteriosi e malattie crittogamiche più comuni
Muffa grigia: si sviluppa prevalentemente in ambienti umidi e poco areati, provocando delle
aree marcescenti su fusti e foglie. Asportare le parti infette e disinfettare, trattare con rame e
calcio.
Cancri: sono provocati da funghi e batteri che causano deformazione dei vegetali. Trattare
come batteri, disinfettare e trattare le parti malate, se necessario asportare e fortificare la
pianta.
Ruggini: colpiscono prevalentemente foglie e fusti che si ricoprono di pustole sulle quali si
forma una polvere nerastra o rossa. La lotta prevede la distruzione delle parti colpite, evitare
gli eccessi di umidità, e trattare con decotti di equiseto.
Verticillosi: sono originate da funghi che causano improvviso avvizzimento della pianta e in
breve la morte. La è lotta piuttosto difficile. Preventivamente distruggere le parti colpite e,
disinfettare il suolo con il fuoco. Usare ortica, origano, equiseto.
Mal bianco: facilmente riconoscibile per la muffa feltrosa bianca simile al borotalco, che
interessa le foglie verdi della pianta, combattere con zolfo, aglio, cipolla, ecc.
Peronospora: colpisce prevalentemente le foglie causando caratteristiche macchie
tondeggianti dette “macchie d’olio” in corrispondenza delle quali si sviluppa una tipica muffetta
biancastra. Si combatte con zolfo, rame.
Ticchiolatura: si evidenziano macchie rotondeggianti di colore brunastro sulla pagina
superiore della foglia. Infettiva: bisogna eliminare le parti malate e evitare la contaminazione ,
usare aglio, ortica, equiseto.
Per quanto riguarda gli insetti citeremo solo le cocciniglie poiché tutti gli altri non sono
particolarmente significativi. Ricordatevi che trattare gli attacchi degli insetti deve servire solo
a evitare un eccessivo indebolimento delle piante che in seguito potrebbero essere più
facilmente soggette a malattie ben più gravi.
Cocciniglie: emitteri assai comuni, sono tra i più difficili da combattere. Si concentrano soprattutto sui fusti e sulla pagina inferiore della foglia. In caso di attacchi limitati si possono
rimuovere con batuffoli di cotone imbevuti di alcol; nel caso di attacco significativo usare i
rimedi sopra indicati.
24
SCHEDE ERBE
Piante selvatiche
ACHILLEA multifolium
Famiglia: Composite
Habitat: Praterie fino ai 2.500 mt
Parti utilizzate: fiori, foglie, semi
Proprietà: antispasmodica, emmenagoga, emostatica, vulneraria, tonica
CHELIDONIUM majus
Famiglia: Papaveracee
Habitat: siepi e nei luoghi freschi e ombrosi fino a 1.500 mt
Parti utilizzate: foglie, radici, lattice fresco
Proprietà: coliche intestinali, disturbi respiratori, malattie fegato e
milza, depurativo, calmante
HUMULUS lupulus
Famiglia: Cannabinacee
Habitat: siepi, boschi, luoghi umidi
Parti utilizzate: coni, germogli
Proprietà: antalgico, antispasmodico, digestivo, sedativo
SAMBUCUS nigra
Famiglia: Caprifoliacee
Habitat: boschi luminosi, fossi, siepi
Parti utilizzate: fiori, foglie, frutti maturi
Proprietà: depurativo, diuretico, emolliente catarrale
25
SALVIA PRATENSIS
Famiglia: Labiate
Habitat: prati aridi
Parti utilizzate: fiori, foglie
Proprietà: ottimo cibo per animali domestici
BORRAGO officinalis
Famiglia: Borraginacee
Habitat: terreni incolti
Parti utilizzate: fiori, foglie, semi
Proprietà: depurativa, emolliente, sudorifera
PLANTAGO major/lanceolata
Famiglia: Plantaginacee
Habitat: ovunque (terreno asciutto)
Parti utilizzate: foglie
Proprietà: astringente, emolliente, depurativa, espettorante
LAMIUM album
Famiglia: Labiate
Habitat: Italia sett., luoghi umidi e freschi
Parti utilizzate: fiori
Proprietà: antinfiammatorio, emolliente, fluidificante catarro
ARTEMISIA vulgaris
Famiglia: Composite
Habitat: ovunque (luoghi incolti)
Parti utilizzate: foglie, fiori
Proprietà: antispasmodico, vermifugo, scaccia diavoli
SILENE inflata
Famiglia: Caryofillacee
Habitat: rupi, prati aridi, boschi luminosi
Parti utilizzate: foglie
Proprietà: molto usata in cucina, vermifugo
ARCTIUM lappa
Famiglia: Composite
Habitat: ovunque (terreni poveri)
Parti utilizzate: foglie, radice
Proprietà: depurativa
PAPAVER rhoeas
Famiglia: Papaveracee
Habitat: emisfero settentrionale temperato
Parti utilizzate: petali, semi
Proprietà: antispasmodico, emolliente, blandamente sedativo
TARAXACUM officinalis
Famiglia: Composite
Habitat: ovunque (luoghi freschi)
Parti utilizzate: tutta la pianta
Proprietà: depurativo, lassativo
26
RUMEX crispus
Famiglia: Poligonacee
Habitat: nei campi e lungo i fossi, terreni freschi e ombreggiati
Parti utilizzate: foglie, radici
Proprietà: depurativo, diuretico
URTICA dioica
Famiglia: urticacee
Habitat: viottoli, accanto alle case (segue l’uomo), nei boschi
Parti utilizzate: foglie, rizoma e radici (autunno)
Proprietà: antianemica, depurativa, diuretica, emostatica
CAPSELLA bursa pastoris
Famiglia: Crocifere
Habitat: ovunque
Parti utilizzate: pianta intera (senza radici)
Proprietà: emostatica
BRYONIA dioica
Famiglia: Cucurbitacee
Habitat: siepi, boscaglie umide, macerie
Parti utilizzate: radice
Proprietà: cura le malattie da raffreddamento
PARIETARIA officinalis
Famiglia: urticacee
Habitat: terreni asciutti
Parti utilizzate: parte aerea, foglie
Proprietà: depurativa, diuretica, emolliente, rinfrescante
FUMARIA officinalis
Famiglia: Papaveracee
Habitat: viottoli, siepi, campi
Parti utilizzate: pianta fiorita (no radice)
Proprietà: aperitiva, depurativa, diuretica, lassativa, tonica
27
Tecniche di moltiplicazione/riproduzione – la talea
La talea è una parte di pianta (foglia, ramo, radice) che, interrata, radica e genera un
individuo, identico alla pianta madre.
Si tratta di uno dei sistemi di propagazione vegetativa (insieme alle margotta, alla
propaggine ed alla piantagione), efficace e soddisfacente.
Illustriamo la Talea di ramo
Possiamo ricorrere alla propagazione per talea, in qualsiasi periodo dell’anno: ovviamente,
le talee, pur se di una medesima pianta, avranno caratteristiche ed esigenze diverse a seconda
della stagione in cui interveniamo .
Terremo, comunque, in considerazione le caratteristiche tipiche della pianta madre, che
vogliamo riprodurre, per scegliere il periodo migliore di esportazione e piantagione di talee.
Per le piante erbacee, sarebbe, quindi , meglio operare a fine inverno o in primavera;
mentre, delle legnose o delle semilegnose, quelle munite di corteccia (per intenderci: alberi
ed arbusti), ci occuperemo prevalentemente in estate ed in autunno .
L’unico periodo che dovremmo evitare, è, quindi, il pieno inverno, con le sue gelate (da
Dicembre, a Febbraio): problema a cui , comunque , potremmo ovviare, se muniti di apposita
serra.
Talea primaverile: Talea erbacea, APICALE.
Siamo nel periodo a cavallo tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Aspettiamo
che la temperatura dell’ambiente navighi intorno ai 13 -18 gradi centigradi.
In questo periodo dell’anno, la pianta si risveglia, dopo il lungo letargo invernale, presentando
apici giovani e poco consistenti: ne ricaveremo, quindi, talee erbacee, asportando la parte
apicale dei rametti di legno tenero, verde, di solito germogliati dopo la potatura invernale.
E’ preferibile operare la mattina presto.
Armatevi, quindi, di un coltellino affilato (le cesoie, infatti, potrebbero comprimere troppo la
sezione tagliata, rallentandone la radicazione).
Scegliamo un ramo robusto e sano, della pianta che vogliamo riprodurre, e ricaviamo la
nostra talea, dalle sue estremità:
Queste saranno le caratteristiche della talea:
• Ci accerteremo che, sull’ apice, ci sia minimo una coppia di gemme, pronte a
germogliare, oppure un paio di foglie (evitate, comunque, di servirvi di rametti già fioriti).
• Quindi, praticheremo un taglio, netto e pulito, senza sbavature, di modo che la nostra
talea sia lunga 8 – 10 cm (attenzione: talee troppo corte esauriscono in fretta le loro
sostanze nutritive).
• Alla base, ci assicureremo che, 5 mm sopra la nostra incisione, ci sia un’altra gemma, la
quale, una volta interrata, produrrà radici.
Se il ramo possiede già le foglie, il taglio verrà effettuato appena sotto una coppia di esse.
La talea deve essere interrata all’istante: altrimenti, avvolgeremo la base in un foglio di
giornale, inumidito, o immergeremo le talee in acqua.
I vasi di terracotta, sono, senza dubbio, i più freschi.
Possiamo, comunque, usare anche la plastica, meglio se di colore chiaro, per evitare il
surriscaldamento estivo.
Sul fondo del vaso, stendiamo uno strato di argilla espansa e di cocci, per aumentare la
permeabilità del terreno ed evitare ristagni.
Prepariamo il terriccio. Le talee adorano la terra umida, ma non inzuppata: dovremo quindi
alleggerire il comune terriccio universale, di solito torboso, con della sabbia, nel rapporto di 3 a 1.
Pressiamo bene la terra nel contenitore.
Ritorniamo alla talea: alla sua base, se si tratta di talea stagionata, con un minimo di scorza,
praticheremo una piccola incisione trasversale, e scorticheremo via un anello di corteccia;
oppure, batteremo leggermente questa estremità con un martelletto, sfibrandola appena un
po’.
28
Se la talea è verde e sottile, interriamo senza nessun intervento.
Se sulla nostra talea vegetano già delle foglie, ne lasceremo qualcuna all’apice, mentre
toglieremo via le altre: non dovranno essere sfogliate dal tronchetto, ma tagliate con le cesoie,
per evitare di danneggiare le gemme, che, di solito, si formano proprio nelle ascelle delle foglie
stesse.
Le foglie, rimaste sulla nostra talea, se di grandi dimensioni, andranno tagliate a metà:
permetteranno la fotosintesi clorofilliana, senza che ci sia dispendio d’energia, a scapito della
radicazione.
Attenzione, comunque, che queste non tocchino terra.
Attenzione a non impiantarla capovolta: è necessario rispettare il verso naturale del
percorso linfatico iniziale.
Possiamo posizionare più talee nello stesso vaso, a patto che siano dello stesso tipo, e
distino, dal bordo del contenitore, almeno 2 cm.
Comunque, non sovraccaricate il contenitore.
Interreremo la talea, per un terzo della sua lunghezza.
Pressate bene la terra intorno alla talea: i vuoti d’aria rallentano la radicazione.
Annaffiate, poco ma spesso, evitando ristagni
(potreste favorire la radicazione, con del fertilizzante apposito, contenente soprattutto fosforo - P -).
Le giovani talee adorano l’umidità: possiamo usare sacchetti, di plastica o di polietilene,
trasparenti, sistemati su di una impalcatura in ferro filato (il sacchetto non deve toccare la
nostra talea), e fissati alla base del contenitore, con un elastico.
Attenzione, però, alla possibile formazione di muffe (che gratteremo via, tempestivamente), ed
alla condensa sul sacchetto: per non farla ricadere sulle foglie, rivolteremo prontamente la
plastica.
Un buon livello di umidità, si raggiunge anche ponendo le talee in serra fredda.
Le posizioneremo, comunque , in un luogo ventilato e luminoso, ma non ai raggi diretti del
sole.
Ovviamente, etichetterete e daterete, le vostre talee.
Il periodo di radicazione, cambia a seconda del tipo di pianta: in genere basteranno 4 - 6
settimane.
Lo spuntare di nuovi germogli, testimonierà l’attecchimento.
Trapiantate, quindi le vostre giovani piantine in contenitori separati (per salvaguardare il
pane di radici che andrà a svilupparsi, e facilitare gli eventuali trapianti), non troppo grandi
(per evitare che l’eccessiva radicazione vada a discapito della formazione di fogliame e fiori).
Ovviamente, fate attenzione a non strappare le giovani radichette, alquanto delicate.
Ricordiamoci di cimare la talea: una volta attecchita, asportando la gemma apicale con le
unghie, eviteremo, infatti, che la pianta si sviluppi troppo in altezza, favorendo lo sviluppo
delle gemme laterali.
La lasceremo nel vaso per i successivi due anni, prima di porla definitivamente a dimora, nel
terreno.
Talee estive (semilegnose) ed autunnali (legnose):
In estate ed in autunno, le nostre talee avranno conformazione biologica diversa da quella
primaverile: la pianta, più che presentare germogli, sarà in pieno vigore vegetativo, con
foglie e rami rigogliosi e floridi.
Le nostre talee avranno, quindi, natura semilegnosa (estate) o legnosa (autunno): saranno
cioè, munite di corteccia, più o meno datata.
Il ramo che sceglieremo, ovviamente poderoso e piacente, avrà un diametro di almeno
mezzo centimetro.
Questa volta, a differenza delle talee primaverili, non useremo solo il suo apice, ma lo
sfrutteremo, in tutta la sua lunghezza.
Sempre con un coltellino affilato, incideremo il ramo, alla base: praticheremo il taglio proprio
sull’attaccatura del ramo, alla pianta madre, conservando il così detto tallone, ossia un parte
della corteccia di quest’ultima.
29
Partendo proprio dal tallone, sezioniamo il ramo, in più talee: dovranno avere la lunghezza di
10 - 15 cm, per i fusti più grossi; 30 – 35 cm, per quelli più esili.
Dopo una prima occhiata di riferimento, passeremo, quindi, al sezionamento: il taglio dovrà
essere pulito ed obliquo: la parte alta del taglio, si troverà 1 cm sopra quella che sarà la
gemma apicale della talea (in questo modo, si eviterà che linfa o acqua, scivolino su di essa,
danneggiandola) o appena sopra una coppia di foglie, se presenti .
Dato che le talee dovranno essere sotterrate rispettando il verso naturale del percorso linfatico
iniziale, sarebbe opportuno, per evitare di piantare le nostre talee nel verso sbagliato, una
volta tagliuzzato il ramo, e stabilito l’apice di ogni singola talea, appiattire, con un taglio
orizzontale, la base delle stesse: interreremo, quindi, la parte della talea con il taglio
orizzontale (munito di gemma o nodo, che, come detto, emetterà radici); e, nella parte
apicale della stessa, ci ritroveremo il nostro primo taglio obliquo, con tanto di germogli o
coppia di foglie, tagliate a metà (ricordiamo che, le eventuali foglie, presenti lungo il fusto della
nostra talea, dovranno essere recise).
Interreremo quindi, il tallone della nostra prima talea, e la base delle altre, senza l’anellino di
corteccia o leggermente sfibrate con un martelletto.
Seguite, quindi, tutte le indicazioni suggerite per le talee primaverili, ricordando che sarebbe
bene tenere le vostre talee lontano dalle gelate invernali riponendole in serra.
P. S.: Trattate i tagli sia quelli sugli apici delle talee, che quelli presenti sulla pianta madre,
prima con della cenere, per disinfettare la lesione, e poi, se necessario, colandoci sopra della
cera, per evitare la fuoriuscita di linfa .
30
Trifoglio proprietà
Il Trifoglio erbacea appartenente alla famiglia delle Fabacee per le sue notevoli proprietà
medicamentose viene largamente usato in fitoterapia per la preparazione di tisane e
creme restitutive.
Il trifoglio depura l’organismo sia a livello epatico che intestinale, stimola le difese
immunitarie, aiuta nei problemi cutanei.
Dal trifoglio si estraggono fitormoni,
ormoni vegetali in particolare estrogeni che
rallentano il processo d’invecchiamento
della pelle; attenuano i disturbi della
menopausa come le caldane; combattono
l’osteoporosi, le malattie cardiovascolari e la
depressione.
Proprietà dei fiori di trifoglio I fiori,
invece, hanno
un
effetto
espettorante,
ripuliscono le vie aeree, curano le affezioni
polmonari, la laringite, la bronchite, la tosse
secca e la pertosse.
Ricette erbe aromatiche
CREMA DI ORTICA
2 etti di foglie di ortica cotte a vapore
1 spicchio di aglio
10 nocciole o mandorle tostate
1 cucchiaio di mollica di pane tostata o di parmigiano reggiano
olio extra vergine qb
sale
Tritare in un frullatore o, se lo avete, pestare in un mortaio tutti gli ingredienti aggiungendo a filo l'olio
fino a ottenere una salsa abbastanza densa.
Si può usare come ripieno per delle verdure da gratinare, come base per canapé o tartine e per condire
la pasta aggiungendo un paio di cucchiai dell'acqua di cottura.
TARTINE CON SILENE, TARASSACO O PIANTAGGINE
Base di pasta da quiche
Cime di silene (silene Inflata) 6 Spicchi
Aglio abbondante
Olio d’oliva extra-vergine
Sale
Lessate per circa 3 minuti la silene (tarassaco o piantaggine) in acqua bollente salata. Scolatela. Fate
rosolare gli spicchi d'aglio in abbondante olio, fate saltare per pochi minuti la silene.
Eventualmente sostituire l’aglio con cipolla o scalogno.
CIAMBELLA DI MELISSA
400 gr di farina, 250 gr di zucchero, 3 uova, 100 gr di burro, 1 bustina di lievito per dolci,
due manciate abbondanti di foglie di melissa
Sbattere le uova con lo zucchero
Aggiungere il burro fuso, la farina, il lievito e le foglie di melissa tritate finemente.
Mescolare fino ad ottenere un impasto morbido.
Versare il composto in una tortiera precedentemente imburrata e infarinata. Cuocere in
forno a 180° per 30 minuti.
PASTA DA QUICHE
200 gr di farina, 1 uovo, 90 gr burro, 30 gr acqua ghiacciata, un pizzico sale
Impastare gli ingredienti e lasciare riposare almeno 2 ore.
Eventualmente:
200 gr di farina, 2 cucchiai di semi di lino scolati dall’acqua di ammollo, 50 gr olio, 70 gr acqua
ghiacciata, un pizzico di sale
31
ORTO
Mappa finale
32
IncontRho
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