Vie d’acqua
Il Lazio può essere considerata una regione speciale che “parla” attraverso le sue sorgenti; le
acque minerali, vero patrimonio regionale,
oltre alle specifiche identità hanno un plusvalore di
marketing. L’oro blu dal reatino alla Ciociaria è una realtà presente in termini industriali e culturali
in tutte le province del Lazio. Questo tematismo è un mosaico che si compone di numerosi tasselli
volti recuperare e valorizzare la tradizione, la cultura contadina e le potenzialità territoriali delle aree
del Lazio attraversate dai fiumi Tevere, Aniene, Liri e Garigliano. Nel complesso, i bacini lacustri e le
zone umide coprono 22.000 ettari del territorio del Lazio, a cui si aggiungono le acque fluviali. Gli estesi
complessi idrografici accolgono diverse tipologie di corsi d’acqua, dai ruscelli e torrenti montani e
pedemontani ai fiumi a corso lento che, insieme alle innumerevoli sorgenti e alle manifestazioni
idrotermali, contribuiscono in ampia misura ad arricchire il già variegato quadro dei paesaggi naturali di
questa regione.
Fiumi
L’affascinante e travagliata storia del fiume Tevere, condizionata nel corso del tempo dalle
eruzioni vulcaniche, dall’invasione dei ghiacci e dall’avanzare del mare ha dato vita ha un sistema
fluviale molto ricco d’acqua che attraversa il territorio laziale per circa metà del suo percorso.
L’altro importante sistema fluvio-vallivo della regione, Sacco–Liri-Garigliano è protagonista di progetti
di recupero ambientale e valorizzazione culturale, che individuano nel fiume una chiave di lettura
alternativa per l’interpretazione e la fruizione del paesaggio circostante.
Laghi, zone umide e termali
Gran parte del territorio della provincia di Viterbo e di quello di Roma è costituito dai materiali eruttati
in quantità imponenti da grandi complessi vulcanici: il lago di Bolsena, di Vico, di Bracciano, di Albano e
di Nemi, e i meno noti ma non meno affascinanti laghi di Martignano, di Monterosi, di Giulianello e di
Mezzano. Oltre a questi laghi di origine vulcanica, si aggiungono numerosi altri bacini lacustri, dai
piccoli laghi di alta quota, come l’incantevole lago della Duchessa, al lago di Posta Fibreno, che
raccoglie le acque di una delle più ricche sorgenti della regione, ai laghi salmastri costieri del Circeo.
Una delle manifestazioni più evidenti e peculiare dei fenomeni vulcanici è offerta dal termalismo:
sorgenti d’acqua, spesso ricche di zolfo, che fuoriescono a temperature elevate e sono la testimonianza
tangibile dell’attività vulcanica ancora non esaurita.
Il tema del termalismo assume particolare rilevanza in Ciociaria. La Conca di Fiuggi è un’ampia
depressione carsica, colmata dai sedimenti lacustri, a loro volta ricoperti dalle piroclastiti provenienti
dal Vulcano Albano. Le sorgenti che sgorgano all’interno dell’area (Fonte di Bonifacio VIII e Fonte
Anticolana) sono note e sfruttate già dal IV secolo a.C.
La portata totale delle sorgenti è di 2-3 l/s, ma è stata quasi raddoppiata con la realizzazione di
una serie di pozzi artificiali, per soddisfare le richieste commerciali dello stabilimento termale, che
oggi è uno fra i più frequentati del centro Italia. Inoltre, a circa 4 km. dalle Terme, percorrendo la
Via Anticolana, si giunge al Lago di Canterno, un’altra depressione carsica, non più rivestita da
vegetazione ma colmata dalle acque di un piccolo e affascinante specchio lacustre.
Agro romano e pontino – borghi e città di fondazione
Ulteriore articolazione del tematismo è rappresentata dalla storia e dalle problematiche
attuali che riguardano l’agro romano e pontino e le opere di bonifica che, a partire dagli anni
trenta hanno trasformato le Paludi Pontine in fertile terreno agricolo.