brevi appunti di autoliberazione informatica

BREVI APPUNTI DI AUTOLIBERAZIONE INFORMATICA
Per iniziare, qualche citazione:
“La libertà consiste nell'essere in grado di prendere decisioni che influiscono principalmente su se
stessi. Il potere consiste nel prendere decisioni che influiscono più sugli altri che su se stessi. Se
confondiamo il potere con la libertà falliremo nel difendere la vera libertà.” (Richard Stallman)
“La società ha bisogno di libertà: quando un programma ha un proprietario, l'utilizzatore perde la
libertà di controllare parte della sua vita.” (Richard Stallman)
“Pagare per dei byte è come pagare l'aria, il problema è che di questo passo prima o poi
pagheremo anche l'aria.” (Anonimo)
“Il software è come il sesso, è meglio quando è libero.” (Linus Torvalds)
Ognuno di noi passa, per lavoro, per studio o per diletto, una parte della sua giornata davanti ad un
computer. Si può dire senz'altro che il computer sia diventato uno strumento necessario, quasi
insostituibile, nella vita quotidiana dell'uomo occidentale moderno: in questo scenario assume
sempre più importanza la questione della libertà informatica, ormai comparabile a libertà quali
quella d'opinione o di stampa, e ad esse strettamente collegata. Questa rubrica nasce quindi con
l'obiettivo principale non di fornire sterili informazioni tecniche, ma di avvicinare ad un ideale
filosofico, quello della condivisione, proprio del software libero, oltre che, di conseguenza, di
contribuire al formarsi di maggiore coscienza e conoscenza riguardo alle potenzialità di strumenti
quali, per l'appunto, il software libero.
Nel trattare questo argomento, focalizzando in particolare l'attenzione sull'utilizzo di un sistema
operativo libero, GNU/Linux, tenterò di raggiungere un compromesso fra lessico tecnico (del quale
peraltro non sono per nulla esperto) e facilità di comprensione. L'obiettivo più importante è la
comprensibilità per utenti di ogni livello, quindi mi scuso fin da subito se qualcuno dovesse trovare
eccessivamente banali o, al contrario, eccessivamente complicate le spiegazioni che seguiranno. Per
prima cosa ritengo necessario cominciare con un po' di teoria che, per quanto noiosa, potrà sempre
risultare utile.
Nel parlare di software va fatta una prima grande distinzione: quella fra software proprietario e
software libero.
Il Software Libero è quel software che viene distribuito gratuitamente e liberamente, senza
restrizioni che possano limitare l'utente, che è libero di copiarlo, modificarlo, migliorarlo e
redistribuirlo. È un pò come se lo sviluppatore del software mettesse a disposizione la “ricetta” del
suo prodotto, mettendo anche in evidenza gli ingredienti e garantendo quindi sicurezza e
trasparenza al consumatore. Quest'ultimo potrebbe poi, se dotato di abilità culinarie, modificare,
personalizzare o migliorare la ricetta, condividendola poi con altri.
Il Software Proprietario è invece quel software, nella maggior parte dei casi commerciale, che non
permette la modifica o la redistribuzione, ma solo l'esecuzione, restringendo drasticamente le
possibilità d'utilizzo e le libertà dell'utente. In parole povere: nessuna ricetta e nessuna possibilità di
conoscere gli ingredienti della “torta” che si sta mangiando.
Ogni giorno tutti noi utilizziamo, magari inconsapevolmente, software libero. Molti conosceranno
programmi quali Mozilla Firefox (browser web, come Internet Explorer), VLC Media Player
(lettore multimediale), OpenOffice (suite per ufficio, come Microsoft Office) e Gimp (programma
per grafica e fotoritocco, come Photoshop). Questi sono sofware libero, e nel loro essere software
libero stanno le basi della loro diffusione (per fare un esempio, in Italia avviene un download di
OpenOffice ogni 3 secondi). Ma anche i server su cui girano i siti internet, così come i vostri
cellulari, sono spesso basati su Linux o comunque open-source. Ma ci stiamo perdendo in ciance...è
ora di iniziare!
Partiamo dalle basi: cos'è un sistema operativo? Il sistema operativo è ciò che permette al vostro
computer di funzionare, ciò che vi permette di utilizzarlo e lo distingue da un semplice fermaporta.
Molti di voi utilizzeranno un sistema operativo Windows (2000, XP, Vista o 7), prodotto dalla
multinazionale Microsoft, qualcuno Mac OS, prodotto dalla Apple e presente esclusivamente sui PC
da lei prodotti, qualcuno un sistema Linux. Meno probabilmente utilizzerete sistemi operativi quali
BSD o Solaris, poco diffusi al di fuori dell'ambito tecnico-industriale, anche e soprattutto per la
difficoltà d'utilizzo.
Ma che ragioni ci sono per provare un sistema operativo libero, nella fattispecie Linux? Cosa spinge
sempre più persone e amministrazioni pubbliche a migrare a sistemi operativi liberi? La filosofia
che ci sta sotto, certo, ma non solo. Vediamo, senza pretendere di esaurire l'argomento, quali sono le
principali ragioni tecniche:
1. Utilizzando Linux si è padroni del proprio computer. Questa potrà sembrare
un'affermazione stupida, ma non lo è: se vi è mai capitato di leggere la licenza d'uso del
vostro sistema operativo (Windows o Mac OS) vi sarete senz'altro accorti delle limitazioni
di cui si parlava a proposito del software proprietario. Utilizzando un sistema proprietario
non si ha la libertà di adattarlo alle proprie esigenze né di installarlo in più di un computer
per volta. Per di più si è controllati dall'azienda produttrice: potrà sembrare uno scenario da
Grande Fratello (quello di Orwell, non quello di Mediaset :P), ma il produttore del software
può, attraverso particolari sistemi nascosti nel codice del programma e quindi invisibili
all'utente, controllare in ogni momento quel che state facendo con il suo prodotto. Il
prodotto non è vostro, è in licenza. E questa licenza, pagata cara, può esservi revocata in
ogni momento.
2. Utilizzando Linux si è padroni dei propri dati. Utilizzando programmi liberi ci si svincola
dai formati proprietari, non correndo così il rischio che un domani il produttore non renda
più disponibile la chiave di lettura dei suoi file, rendendo così impossibile usufruire dei
propri vecchi dati. Un esempio: Microsoft Office non utilizza il formato standard europeo
(OpenDocument), ma un formato da essa posseduto e brevettato (.doc). Basti ora pensare
all'abile mossa effettuata da Microsoft per obbligare gli utenti a comprare una nuova copia
della sua suite per ufficio: Office 2007 salva in formato .docx, che risulta illeggibile per chi
utilizza versioni precedenti.
3. Linux è comunque compatibile con gli altri sistemi operativi. Utilizzando Linux potrete
comunque condividere in tutta tranquillità i dati con persone che utilizzano altri sistemi
operativi, vista la compatibilità dei formati.
4. Linux è stabile e pressochè invulnerabile ai virus. Questo è un punto cruciale: a quanti
sarà capitato di vedere il proprio computer bloccarsi? Uno dei problemi che affliggono i
sistemi Windows è la vulnerabilità e la conseguente instabilità. Linux, così come Mac OS,
deriva da Unix, dal quale eredita una straordinaria stabilità e una pressochè completa
invulnerabilità ai virus. Utilizzando un sistema Unix (come ben sanno utenti Linux e Apple)
non si necessita di antivirus e si incorre raramente in blocchi di sistema. In particolare Linux
utilizza un sistema di permessi intelligente, che impedisce a chiunque di eseguire operazioni
potenzialmente dannose, rendendo così inattaccabile da virus e malware il vostro PC.
5. Linux è gratuito. Questo sembrerà forse scontato: molti infatti non ne sono consapevoli, ma
il sistema operativo che trovate quasi sempre (non del tutto legalmente) installato su ogni
nuovo PC incide pesantemente sul prezzo del computer. Qualcuno penserà di risolvere
crakkando: libero di farlo, ma sappia che è legalmente punibile ed eticamente nel torto. Con
il software libero il problema non si pone, poiché, come detto sopra, la condivisione sta alla
base della sua filosofia ed è il fattore dal quale derivano tutti i vantaggi finora esposti.
6. Linux gode di un ampio e gratuito parco software. Questo è un'altra grande qualità:
l'utente Linux può usufruire di un vastissimo numero di programmi gratuiti e liberi, nella
maggior parte dei casi perfettamente equivalenti o superiori a quelli proprietari, già installati
o installabili con un click tramite l'apposito gestore integrato (e non tramite la ricerca e il
download di un .exe da Internet). Tutti i programmi installati vengono poi aggiornati
automaticamente dal gestore di aggiornamenti.
7. Linux è veloce e adatto anche ad hardware obsoleto. Scordatevi deframmentazioni e
formattazioni: Linux non ne ha bisogno. Per di più è molto più leggero dei sistemi
concorrenti e ne esistono versioni studiate per girare su computer preistorici. Cosa vuol dire?
Che non sarete costretti a cambiare PC dopo pochissimo tempo per usare l'ultima versione
del vostro sistema operativo, studiato spesso per rendere necessario un nuovo acquisto
hardware e per creare quindi bisogni indotti (senza i quali, si sa, il mercato occidentale non
gira). La sua leggerezza lo rende in grado di resuscitare hardware altrimenti inutilizzabile, e
questo ha dato vita al fenomeno del Trashware (donazione del proprio vecchio PC a scuole o
società benefiche, che lo rimettono a nuovo e lo “liberano” mediante un'installazione Linux,
per utilizzarlo poi nell'ambito delle loro attività).
8. Linux è graficamente eccellente. Questo aspetto naturalmente può risultare inutile a chi
guarda solo alla sostanza, ma è un fatto che Linux, altamente configurabile in ogni suo
aspetto, lo sia anche nel campo grafico. Gli effetti grafici e l'enorme quantità di diversi temi
disponibili su Linux hanno veramente poco da spartire in qualità e numero con quelli
presenti su altri sistemi operativi.
A questi motivi se ne potrebbero aggiungere altri, rischiando però di cadere esclusivamente nel
tecnico e trascurando la parte ideologica del tutto. Per di più, essendo questa una rubrica a
prevalente fruizione studentesca, ritengo opportuno prendere in esame anche gli aspetti che rendono
il software libero sempre più utilizzato su scala mondiale nell'ambito delle pubbliche
amministrazioni e, in particolare, nell'istruzione. Il computer ha ormai tutte le carte in regola per
diventare complemento del processo educativo, ma diversi ostacoli si frappongono ad una sua
completa affermazione in questo campo, prima fra tutti la concezione prevalentemente “ludica” che
questo strumento assume nel pensare comune. Grande ostacolo, forse il più grande, è poi per
l'appunto il costo delle licenze, difficilmente sostenibile dallo studente medio. E lo studente medio
trova quindi la soluzione nel software piratato, soluzione che è però da escludere a priori
nell'ambito educativo perchè completo capovolgimento dei valori di cui la scuola dovrebbe portare
la voce.
Altra “soluzione”, offerta dalle multinazionali del software stesse, è la vendita scontata agli studenti
dei propri prodotti (ad esempio le copie regalo di Microsoft Office, o lo sconto studentesco
sull'acquisto di portatili Apple). Beneficenza? Non esattamente: così facendo la multinazionale,
giocando sul lungo periodo, crea una fidelizzazione di migliaia di potenziali nuovi clienti che
impareranno ad utilizzare esclusivamente il software proprietario prodotto da questa azienda,
trovandosi poi, una volta inseriti nel mondo del lavoro, completamente dipendenti da esso.
Scrive Richard Stallman, informatico e filosofo: “La scuola ha una missione sociale: insegnare a
chi studia a diventare cittadino di una società forte, capace, indipendente, collaborativa e libera.
Dovrebbe promuovere l'uso del software libero così come promuove il riciclaggio. Se la scuola
insegna l'uso del software libero, gli studenti tenderanno ad usarlo anche dopo aver conseguito il
diploma. Ciò aiuterà la società nel suo insieme ad evitare di essere dominata (e imbrogliata) dalle
multinazionali. Quel che la scuola dovrebbe evitare di fare è insegnare la dipendenza. Le
multinazionali offrono alle scuole dei campioni gratuiti per lo stesso motivo per cui le aziende
produttrici di tabacco distribuiscono sigarette gratis: creare dipendenza nei giovani. Una volta
cresciuti e diplomati, queste aziende non offriranno più alcuno sconto agli studenti”.1
Il software libero è condivisione di idee, fondamento di un'economia del dono: chi riceve un'idea da
me, riceve una conoscenza che non mi toglie niente; chi attinge il fuoco per la sua candela dalla mia
1 http://www.gnu.org/philosophy/schools.it.html
si fa luce senza tuttavia lasciarmi al buio. È questa democraticità che rende quello del software
libero il modello più adatto al mondo dell'istruzione e della ricerca: collaborazione e arricchimento
reciproco portano a concretizzare l'idea stessa di libertà, intesa come possibilità di esprimere la
propria idea ma al tempo stesso di poter usufruire di quella altrui.
Ma probabilmente il lettore vorrà a questo punto lasciare da parte la filosofia e passare a qualcosa di
un po' più tecnico. :)
Chi si avvicina per la prima volta al mondo dei sistemi GNU/Linux potrebbe rimanere confuso
dall'enorme quantità di distro (o distribuzioni, cioè versioni, differenti “gusti” di Linux) esistenti.
Questa varietà di distro comprende sistemi operativi sviluppati da aziende miliardarie come
Canonical o Novell, così come sistemi creati dal semplice appassionato che li personalizza secondo
le sue esigenze. Per di più spesso ogni distro è disponibile con diversi “ambienti desktop”, più o
meno graficamente accattivanti, facili da usare o adatti ad un certo tipo d'hardware piuttosto che ad
un altro. Per comodità e chiarezza espositiva questa guida si riferirà sempre a Linux Mint, uno dei
sistemi operativi Linux più diffusi al mondo, con ambiente grafico Gnome, il più diffuso nell'ambito
delle distribuzioni Linux. Per di più, Linux Mint si basa sulla diffusissima Ubuntu, quindi tutte le
guide disponibile in rete per questa sono valide anche per essa.
Veniamo al punto: dove trovo Linux? Ci si può procurare CD di Linux in diversi modi: scaricandoli
dal sito delle comunità (eh sì, Linux – almeno per quanto riguarda l'uso domestico - non si basa su
multinazionali con il loro servizio clienti ma su comunità di persone), comprandoli in edicola in
allegato a riviste o facendoseli spedire dalla comunità stessa. Nel nostro caso, si procederà così:
1. Raggiungete il sito http://www.linuxmint-italia.org/ . Sulla destra, sotto il riquadro
Newsletter, troverete quello Download. Cliccate su Mint 9 Helena.
2. Siete stati reindirizzati alla pagina di download, dove vi si presentano varie opzioni. A meno
che non siate spiriti avventurosi, il link da cliccare è Main Edition.
3. Scorrendo la pagina vedrete diversi Mirrors per il download. Scegliete quello più vicino a
casa vostra (a meno che non abitiate in Taiwan, dovrebbe essere uno di quelli europei).
4. Bevetevi un caffè, andate a fare un giro in piazza con gli amici, suonate il vostro amato
didgeridoo (non ne avete uno?? beh, compratelo!) o portate avanti i vostri diabolici piani per
conquistare il mondo...in ogni caso, trovatevi qualcosa da fare finché attenderete pazienti il
completamento del download. (Per chi volesse, un'alternativa più veloce al download diretto
è il download tramite Torrent. Se lo sapete fare, fatelo!).
5. Terminato il download, se non vi sarete ancora fossilizzati, potrete procedere alla
masterizzazione del file su un CD. Procuratevi un CD vuoto e masterizzate il file (con
estensione .iso) mediante un apposito programma (in Windows potete usare Nero, nel caso
abbiate acquistato la licenza, o l'ottimo e gratuito Infrarecorder, che trovate qui:
http://infrarecorder.org/). Masterizzate a una velocità abbastanza bassa per evitare errori di
scrittura. Se in seguito il CD non funzionerà, sarà probabilmente da attribuirsi ad un errore
di scrittura.
6. Finita la masterizzazione avrete il vostro bel CD pronto alla prova. Una particolarità di
Linux è che non dovete per forza installarlo per utilizzarlo. Esiste infatti la possibilità di
farlo girare sul CD stesso anziché sul disco rigido, utilizzando la cosiddetta modalità Live.
Questa modalità è utile, fra le altre cose, per verificare la compatibilità di Linux con il
proprio computer, oltre che per esplorare questo nuovo sistema operativo senza intaccare
minimamente il disco rigido. Ricordate però che la modalità Live vi permetterà di utilizzare
Linux solo in inglese, e che il sistema, girando su CD, sarà più lento che quando installato
su hard-disk. Basterà quindi inserire il CD nel computer, riavvare il PC e aspettare che il
caricamento si completi. Se ci dovessero essere problemi, leggete la Nota sottostante.
Come si diceva, dopo aver riavviato assisterete al caricamento del sistema operativo e, una
volta caricatasi la modalità live, potrete iniziare ad esplorarlo.
Nota: continua a caricarsi Windows? Vuol dire che dovremo modificare l'ordine di boot dal
bios. Cheee? Il bios è il programma che, ogni volta che accendete il computer, esegue test
diagnostici sull'hardware, andando a “cercare” poi il sistema operativo. Se Linux non si
carica, è probabile che il bios sia andato a “cercare” il sistema operativo sul disco rigido.
Noi gli diremo invece di cercarlo prima sul CD che abbiamo precedentemente inserito.
Impareremo quindi a settare l'ordine di boot, capacità che potrà tornarvi utile anche con
Windows. Quando accendete il computer, la prima schermata (di solito nera) presenta in
basso indicazioni riguardanti i tasti da premere per accedere al bios, solitamente “Canc”,
“F2” o “Tab” (ma dipende dalla macchina). Premuto il tasto appropriato, vi troverete
davanti ad una schermata che vi farà sentire probabilmente tanto hacker. Qui giunti vi
muoverete con le frecce fino a trovare la sezione “Boot”, dove potrete vedere un elenco di
periferiche. Dopo aver posizionato in cima alla lista il CD-ROM, salverete la nuova
configurazione (solitamente con “F10”), che riavvierà il computer in automatico.
Indicazioni più precise sui tasti da utilizzare per compiere tutte queste operazioni si trovano
nella schermata del bios, solitamente in basso. Seguite le indicazioni che troverete in questa
schermata e ne uscirete vivi.
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Avete bisogno di chiarimenti? Avete voglia di offendermi o aggredirmi verbalmente?
Contattatemi via mail!
Vi serve supporto tecnico o morale? Volete sfogarvi perchè non avete capito un'acca del mio
tutorial? La comunità Linux Mint italiana è pronta a darvi una mano. Visitate
http://www.linuxmint-italia.org/ e chiedete una mano nel Forum! Magari incapperete in me
pure là (sono l'unico ad avere come nickname il nome di un simpatico suino africano) ...