8 L’avverbio L’avverbio è una delle parti invariabili del discorso. Esso modifica, qualifica o precisa un altro elemento della frase. In particolare, può modificare: • un verbo (il caso più frequente): Abbiamo cenato velocemente • un nome: La quasi totalità del raccolto è stata salvata dalla grandine • un aggettivo: La vacanza è stata molto piacevole • un altro avverbio: Succede troppo frequentemente • un’intera frase: Non verranno questa sera 8.1. Formazione dell’avverbio Gli avverbi possono essere: • semplici: hanno una forma autonoma, non derivata da altre parole: forse, già, mai, più, quasi ecc. • composti: sono formati dall’unione di due o più parole: almeno, dappertutto, infatti, invero, soprattutto ecc. • derivati: sono formati da altre parole tramite l’aggiunta di un suffisso. La maggior parte degli avverbi si forma con il suffisso -mente che si aggiunge: – al femminile singolare degli aggettivi qualificativi che terminano in -o: rapidamente, freddamente, raramente – agli aggettivi che terminano in -e: felicemente, grandemente, velocemente attenzione: se gli aggettivi che terminano in -le e -re, la e finale si elimina prima del suffisso: abilmente, celermente, generalmente – sono forme particolari: altrimenti, benevolmente, leggermente, malevolmente, parimenti, violentemente Gli avverbi indicanti particolari posizioni del corpo si formano con il suffisso -oni che si aggiunge alle radici verbali o nominali: ciondoloni (da “ciondolare”), tastoni (da “tastare”), tentoni (da “tentare”), bocconi (da “bocca”), ginocchioni (da “ginocchio”). Aggettivi usati con funzione di avverbio. La forma maschile di alcuni aggettivi è usata in funzione di avverbio; in alcuni casi essi sono avvertiti quasi solo come avverbi: certo, forte, giusto, veloce, vero ecc.