MADAGASCAR Il grande Sud e la sconosciuta costa Est La grande esplorazione del Sud da costa a costa 21 giorni (in hotel e lodge) Un circuito originale tra alcune delle ambientazioni più caratterizzanti e meno note dell’isola di Madagascar. Dagli scenografici altopiani centrali si scende verso Ovest, dove spiagge bianche si tuffano sul reef corallino del Canale di Mozambico. La vivace Antsirabè, caratteristica cittadina in stile coloniale francese affollata da nugoli di “posy”, i colorati risciò locali.Poi la savana del selvaggio Sud e le sue curiose piante endemiche, fino a Cap Sainte Marie, estrema punta del Madagascar. Si prosegue lungo la sconosciuta e lussureggiante costa Est, attraversando paesaggi tropicali prima di risalire sull’altopiano. L’itinerario tocca molti punti “forti” del paese e alcuni parchi interessanti: il Parco Ranomafana, protetto dall’UNESCO per la flora endemica e la presenza di rare specie di lemuri; lo straordinario Parco dell’Isalo, un susseguirsi di profondi canyon circondati da ampie savane e da scenografiche formazioni rocciose; la Riserva di Berenty, dove si può “giocare” con i lemuri catta, e la Riserva di Perinet, dove vive l’Indri Indri, la più grande specie di lemure. Numerosi gli incontri con diverse etnie e i loro stili di vita: i pescatori Vezo dell’Ovest, le tombe-sculture Mahafaly, i Betsileo e gli Zafimaniry dell’altopiano, gli Antandroy del Sud. Non mancherà infine la vita di mare, sulla magnifica spiaggia di Anakao e l’escursione alla penisola di Lokaro, e un po’ di “avventura” in piroga sul Canal des Pangalanes… Un viaggio straordinario immersi in un ecosistema unico al mondo, su un’isola continente che preserva un enorme patrimonio endemico. Data di partenza unica, con nostro accompagnatore italiano a partire da 8 partecipanti. PROGRAMMA DI VIAGGIO – Partenza unica 1 Agosto 2016 1° giorno (1 Agosto) / Italia – Antananarivo Partenza da Milano Malpensa alla sera con voli di linea per Antananarivo, con cambio aeromobile e scalo tecnico. Cena e pernottamento a bordo. 2° giorno / Antananarivo – Antsirabé (180 km, strada asfaltata) Arrivo nel primo pomeriggio ad Antananarivo, accoglienza in aeroporto da parte dello staff e della guida locale e partenza in fuoristrada verso sud, lungo la Route National 7 (RN7), la principale arteria stradale che collega il nord con il sud del paese. L’ambiente verdeggiante dell’altopiano ci accompagna lungo il percorso e attraversiamo piccoli villaggi dell’etnia Merina, dalle case costruite in mattoni rossi. I Merina sono il gruppo etnico più numeroso di tutto il Paese e il loro fu l’ultimo regno in Madagascar fino all’arrivo dei francesi. La loro lingua è stata adottata come lingua ufficiale dell’isola, comunemente detta “malgascio”. Arrivo ad Antisrabè in serata. Fondata solamente nella seconda metà del sec. XIX, la variopinta e vivace Antsirabè è oggi la terza città del Paese in ordine di importanza, grazie al suo recente sviluppo industriale dovuto alla estrazione e lavorazione di pietre semi-preziose e altri minerali. Sistemazione in hotel, cena e pernottamento. 3° giorno / Antsirabé – Ambositra – Ranomafana (260 km, strada asfaltata) Continua il percorso verso sud. Il paesaggio è incantevole, lungo la strada si ammirano delle splendide risaie che con le loro terrazze applicano la geometria alla sinuosa natura dell’altopiano. Arriviamo ad Ambositra, la cui economia è imperniata essenzialmente sull’artigianato. La prossimità della regione Zafimaniry e della verde foresta dell’est ne ha fatto la capitale indiscussa della lavorazione del legno. Esistono numerosi laboratori artigianali specializzati nell’incisione e nell’intarsio di legni policromi, realizzando sculture e simpatiche miniature di pousse pousse. In generale gli artigiani lavorano in piccoli locali nelle loro case o sotto gli alberi dei loro giardini. Ne visiteremo uno per vedere all’opera un maestro zafimaniry. Proseguimento per Ambohimahasoa e sosta presso un ristorante locale per assaggiare la cucina tradizionale malgascia, accompagnata da uno spettacolo di canti e balli di musica hira gasy, propria dei popoli Merina e Betsileo. Continuazione per Ranomafana e arrivo previsto in serata. Sistemazione in un confortevole lodge, posizionato lungo il declivio di una collina e interamente circondato da una natura esplosiva. Cena e pernottamento nel lodge. 4° giorno / Parco Nazionale di Ranomafana – Fianarantsoa (65 km, asfalto) Dopo la prima colazione visita del Parco Nazionale di Ranomafana. Il nome prende origine dalle numerose sorgenti termali della regione, infatti “Ranomafana” significa “acqua calda” in malgascio. Il Parco si sviluppa tra i 600 e 1.400 metri di altitudine con una superficie di circa 40.000 ettari. Istituito nel 1991 per proteggere la foresta pluviale con le sue numerose specie di piante endemiche, come ad esempio l’orchidea Bulbophyllum, il parco ospita anche una ricca fauna (ben 12 specie di Lemuri) ancora poco conosciuta, come il rarissimo e recentemente scoperto lemure “Hapalemur Aureus”, il sifaka coronato, il lemure dal ventre rosso, l’apelemure grigio e il notturno lemure “Aye Aye”, il microcebo rosso e moltitudini di uccelli, farfalle, ragni, rane, insetti e invertebrati. L’endemicità della fauna e della flora è un richiamo per molti ricercatori provenienti da tutto il mondo e da qualche anno l’area è sotto la tutela dell’UNESCO. Il Parco è attraversato dal fiume Namorona e, oltre alla foresta pluviale, l’esistenza di cascate, ruscelli e rilievi accidentati accentua le sue peculiarità morfologiche. I nativi di quest’area sono i Tanala, ossia ‘gli abitanti della foresta’, conosciuti anche per la loro abilità nel produrre il miele. L’escursione a piedi, della durata di 2-3 ore, nella foresta semidecidua umida è obbligatoriamente accompagnata da guide locali e ranger. Il percorso è facile ma a tratti scivoloso, in un alternarsi di sali e scendi che conducono a un belvedere. Dopo pranzo si prosegue verso Fianarantsoa, abitata in prevalenza dall’etnia Betsileo, seconda città per importanza nel Paese e rinomata anche per la viticoltura e i suoi vini. Se all’arrivo avremo del tempo a disposizione faremo un breve giro orientativo della città (la visita è comunque prevista il 16° giorno). Sistemazione in un buon hotel 3*, in camere confortevoli e con servizi privati. Cena e pernottamento in hotel. 5° giorno / Fianarantsoa – Ambalavao – Parco dell’Isalo (290 km, asfalto) Campi coltivati, animali al pascolo e vigneti ci accompagnano nella graduale discesa dal plateau malgascio. Si raggiunge il villaggio di Ambalavao, le sue case dipinte con colori vivaci, luogo di incontro e meta di scambi tra i pastori nomadi e i coltivatori stanziali. Ambalavao è meglio conosciuta come centro di fabbricazione del “papier Antaimoro”, una specie di papiro in fibra di avoha, decorato con fiori freschi pressati direttamente nell’impasto della fibra e seccato al sole. Pranzo in ristorante. Pochi chilometri dopo Ambalavao si trova una piccola riserva, la foresta di Anja, 30 ettari di territorio con un’elevata concentrazione di biodiversità. Riconosciuta dal governo nel 1999 e gestita direttamente dalla comunità locale, la riserva ospita una importante colonia di lemure makis, oltre a un elevato numero di camaleonti e altri rettili. Il viaggio prosegue con la discesa graduale dallo straordinario altopiano malgascio, pian piano i campi coltivati lasciano il posto alla savana. Poi, in prossimità di Ranohira, quando iniziano ad apparire delle spettacolari formazioni rocciose, si intuisce di essere nelle vicinanze del Parco dell’Isalo. Lungo la strada tra Ambalavao e Ihosy i due picchi gemelli della “Porta del sud” fanno da sentinella al territorio dei Bara, popolo nomade e allevatore di zebù, il cui status sociale si misura in base al numero di capi posseduti. Sistemazione nel più confortevole e bel lodge dell’intera zona, l’Isalo Rock Lodge, che domina dall’alto il Parco Nazionale e da cui si gode una veduta mozzafiato. Cena e pernottamento in camere con servizi privati. 6° giorno / Parco Nazionale dell’Isalo Mattinata dedicata alle escursioni a piedi nel Parco dell’Isalo, spettacolare massiccio di friabile roccia calcarea, modellato dall’erosione in forme bizzarre immerse in una vegetazione molto simile a quella della savana africana, uno dei più bei paesaggi malgasci, differente da qualsiasi altro e testimonianza geologica della deriva dei continenti. Forse è questo il luogo che la natura ha scelto per meglio celebrare la maestosità e la ricchezza del paesaggio in Madagascar. Dichiarato Parco Nazionale nel 1962 grazie all’interessamento dell’UNESCO, si estende su una superficie di circa 80.000 ettari, con un dislivello che va da 500 a oltre 1.000 metri. Tra canyons, guglie e pinnacoli sono nascoste autentiche rarità botaniche come il Pachypodium Rosolatum , detto anche o baobab nano. Anche se il Parco dell’Isalo è conosciuto più per i paesaggi che per la fauna, con un po’ di fortuna si possono osservare alcune specie di lemuri, tra cui il lemure fulvus o testa nera, il lemure catta e il sifaka di Verreaux, oltre a camaleonti giganti, gechi e almeno 50 specie di uccelli. Il parco custodisce anche numerosi luoghi sacri agli abitanti locali, i Bara, spesso ricavati nelle grotte in fondo ai canyons. Intraprendiamo il sentiero Namazaha che segue il corso di un torrente attraverso delle profonde gole, fino alla Cascade de Nymphes. La camminata non è tanto difficile ed è molto appagante per i panorami stupendi che propone. Pranzo a picnic e sosta alla piscine naturelle color smeraldo (balneabile, ndr), alimentata da un piccolo corso d’acqua che scorga dalle rocce, circondata da piante acquatiche, pandanus e palme lussureggianti. Al tramonto appuntamento alla ‘finestra dell’Isalo’, per assistere a uno spettacolo infuocato e dal tocco magico. Rientro in serata, cena e pernottamento all’Isalo Rock Lodge. 7° giorno / Isalo – Ranohira – Tulear – Anakao (250 km di asfalto e 1h di barca) Partenza di buon mattino in direzione della costa, immersi nel paesaggio tipico del sud: la vegetazione lussureggiante dell’altopiano cede il terreno alla savana caratterizzata dalla foresta spinosa, disseminata di imperiosi baobab e grandi termitai. Si attraversano alcuni scarni villaggi abitati dai cercatori di zaffiri e di altri minerali di valore, che incessantemente scavano e setacciano la zona. Il villaggio di Ilakaka, per esempio, è una vera e propria località di frontiera sorta dal nulla. Poi la piccola foresta tropicale di Zombitse che, con i suoi 36.000 ettari, protegge una grande varietà di flora e di fauna. Procedendo verso Tulear sembra che ci sia una frattura, un punto preciso dove il clima fa un salto e il caldo secco di colpo ci avvolge, ricordandoci che l’altopiano centrale è ormai alle nostre spalle. Lungo la strada ammireremo svariate forme di Alo Alo, le steli funerarie in legno, artisticamente scolpite e sovente dipinte in modo appariscente, che abbelliscono le sepolture degli Antandroy, dei Sakalava e dei Mahafaly. Spesso la scultura raffigura il defunto intento nella sua attività preferita durante l‘esistenza vissuta…a volte anche in atteggiamenti disinibiti. Poiché molte tombe in passato sono state violate ora è possibile osservarle solo dal ciglio della strada. Arrivo a Tuléar, sonnolenta cittadina di mare, detta anche “la Città del Sole”, situata all’altezza del Tropico del Capricorno. Lasciati i fuoristrada al porto, si prosegue via mare con una barca veloce che, in poco meno di un’ora, ci porterà ad Anakao, piccolo villaggio abitato dai pescatori Vezo e Tanala e raggiungibile solo via mare. Il solo fatto di essere isolata dai collegamenti terrestri conferisce ad Anakao e ai suoi dintorni l’archetipo di piccolo eden. Accoglienza all’imbarcadero e sistemazione in un confortevole lodge, a pochi passi dal mare, completamente sulla spiaggia e che rasenta nell’immaginario l’idea di un piccolo e autentico paradiso terrestre. Pranzo libero e pomeriggio a disposizione per camminate, piacevoli bagni o del relax. Cena e pernottamento in bungalow con vista mare all’Anakao Ocean Lodge. 8° giorno / Anakao (spiagge, isole, balene e barriera corallina) Il villaggio di Anakao si trova al centro di un tratto di costa tra i più spettacolari del Madagascar, lungo decine di chilometri, dove il mare dalle intense sfumature estasia i viaggiatori e qua e là piccoli villaggi si affacciano sulle spiagge dorate prospicienti la Grande Barriera Corallina del Madagascar (seconda per lunghezza solo a quella australiana). Chilometri di spiagge di sabbia bianca, desertiche e battute solo dai pescatori, separano un mare color turchese da una sorprendente e multiforme varietà di piante. Intera giornata per godere appieno la bellezza di questo angolo incontaminato, dimenticato dalle rotte turistiche. Possibilità di organizzare in loco, direttamente dal lodge, delle escursioni facoltative in piroga (a motore o a vela) sulle prospicienti isole coralline di Nosy Ve e Nosy Satrana, per ammirare lo spettacolo dei pesci del reef o per osservare la vegetazione e le numerose specie di uccelli che da sempre vivono e nidificano indisturbati in questo paradiso naturalistico. E’ anche possibile effettuare in barca l’escursione per cercare, con un po’ di fortuna, le megattere che durante l’inverno australe, da Luglio a Settembre, risalgono da sud a nord il Canale di Mozambico, lasciando le fredde acque dell’Antartico per le più calde acque equatoriali. In alternativa bagni e a piedi nudi sulla sabbia bianca. Pranzo libero, cena e pernottamento al lodge. 9° giorno / Anakao – Beheloka – Parco Tsimanampetsotsa– Ambola (100 km, pista di sabbia) Al mattino partenza verso sud, seguendo la costa in direzione di Beheloka. Dopo aver superato questa località raggiungiamo un ecosistema dissimile dai precedenti, l’area protetta e semi-desertica del Parco Naturale di Tsimanampetsotsa. Le scarse precipitazioni annue hanno caratterizzato questo territorio che ospita al suo interno paesaggi e vegetazione differenti fra loro: si passa dalle dune di sabbia della pianura costiera, con arbusti più o meno grandi e spinosi e piante grasse, alle rocce di marna, tipiche delle sedimentazioni in ambienti marini, che ospitano piccole ma fitte macchie di vegetazione. Una peculiarità del parco è il suo lago, poco profondo e molto salato. Ed è proprio l’elevata concentrazione di carbonato di calcio che, essendo poco solubile e rimanendo in sospensione, conferisce al lago un aspetto opaco e biancastro e non consente il proliferare di alcuna specie di pesce. Qua e là, tra le rocce calcaree, si sono formate delle grotte. Non meno interessante è l’avifauna che vive e nidifica nella riserva. Si potranno ammirare fenicotteri rosa, pappagalli, falchi e con un po’ di fortuna anche folaghe crestate e l’ancor più raro corriere fasciato o corriere del Madagascar. Pranzo a pic-nic e proseguimento verso sud, percorrendo una pista disseminata di didierea madagascariensis, più comunemente conosciuta come ‘albero piovra’, endemico del sud, che può superare anche gli 8 metri di altezza. Non mancheranno gli incontri con l’agave sisalana, i cactus e la caratteristica foresta spinosa, tipica di questa regione. Si giunge al villaggio di pescatori di Ambola nel pomeriggio. Spiagge bianche a perdita d’occhio, punteggiate di piroghe in attesa di intraprendere il largo, fronteggiano il mare dalle acque invitanti. Un ennesimo angolo di paradiso che il Madagascar condivide con i locali e con i viaggiatori che si avventurano a sud. Cena e pernottamento in una semplice e pulita struttura, ubicata direttamente sulla spiaggia. 10° giorno / Ambola – Lavanono (200 km, pista di sabbia) Prima colazione e partenza di buon ora ancora verso sud. Giornata di trasferimento attraverso il tipico paesaggio brullo e desertico del sud, affascinante e unico nel suo genere. Ci troviamo nella savana abitata dal popolo Antandroy, che ha prestato il suo nome a questa regione dell’estremo sud dell’isola e il cui significato in malgascio è ‘coloro che abitano nella foresta spinosa’. Lungo la strada incontreremo altri variopinti esempi di arte funeraria che decorano le tombe dei Mahafaly. Pranzo a pic-nic. Decine e decine di chilometri con immense spiagge bordate di piccoli arbusti e piante grasse, dune di fine sabbia bianca a perdita d’occhio e alcune bianche falesie che si tuffano direttamente nelle acque del Canale di Mozambico. Un clima di estate perenne e l’accoglienza della popolazione, fino a poco tempo fa isolata anche dall’approccio dei viaggiatori, rende questo luogo come sospeso nel tempo. Un incendiario tramonto si spegnerà tra le onde, suggellando il ricordo di questo perpetuo rito magico. Arrivo nel tardo pomeriggio a Lavanono. Sistemazione nei bungalow in stile Antandroy del Lavanono Lodge, l’unica, semplice ma pulita struttura della zona, in camere senza servizi privati. Docce e toilette in comune. Cena e pernottamento al lodge, ubicato sulla spiaggia. 11° giorno / Lavanono – Cap Sainte Marie – Riserva di Berenty (195 km, pista di sabbia) Prima colazione e intera giornata di trasferimento lungo una pista sabbiosa che solca il bush come una linea. Dopo circa 30 km una deviazione ci consente di effettuare una bella escursione a Cap Sainte Marie, il punto più a sud del Madagascar e che, come tale, dà proprio l’impressione di essere ai confini estremi di questa terra. Acqua e cielo si fondono in un unico orizzonte, visto da una spiaggia selvaggia disseminata di frammenti di uova di aepyornis – il più grande volatile mai esistito sul pianeta ed estintosi secoli fa – e abitata da alcune specie di uccelli e testuggini. Sosta per il pranzo a pic-nic. Si ritorna poi sulla pista principale per raggiungere, in serata, la piccola Riserva Privata di Berenty. Sebbene non sia molto estesa (sono solo pochi chilometri quadrati), rappresenta un concentrato del patrimonio naturalistico del sud dell’isola. Sistemazione nei bungalow del semplice lodge all’interno della riserva. Possibilità di effettuare un’escursione serale a piedi nella riserva, alla ricerca del microcebo murino e del lemure donnola, due esemplari notturni. Cena e pernottamento al lodge. 12° giorno / Riserva di Berenty – Fort Dauphin (95 km, pista di sabbia) Dedicheremo la mattina alla ricerca e alla scoperta delle meraviglie di Berenty. I due principali tipi di vegetazione sono la foresta spinosa e la foresta a galleria, quest’ultima quasi estintasi sull’isola. Massiccia la presenza di tamarindi e agave sisalana, un’agave dalle punte aguzze, dalla quale vengono estratte delle fibre (il sisal per l’appunto) utilizzate per fabbricare cordame e carta di basso costo. L’attrazione principale della riserva rimangono comunque i lemuri: è facile avvicinare i lemuri catta, dalla grande coda ad anelli bianchi e neri o avvistare i lemuri fulvus e i buffi sifaka di Verreaux, che divertono sempre con la loro andatura a balzi laterali. Altri mammiferi che popolano la riserva sono il tenrec, una specie di riccio la cui femmina detiene il primato in natura per poter mettere al mondo anche più di 20 cuccioli con un solo parto, la volpe volante, che è un pipistrello endemico e colorate varietà di uccelli, tra i quali spiccano i vanga e i cua. Visiteremo anche un piccolo giardino botanico e l’interessante museo dedicato alla cultura del popolo Antandroy. Infine assisteremo ad una breve dimostrazione sulla lavorazione del sisal. Dopo pranzo continueremo il tragitto che ci separa da Fort Dauphin (o Taolagnaro), attraversando enormi distese di foresta spinosa e piantagioni di agave. Lungo la strada ammireremo ancora l’eleganza della ravenala, chiamata più comunemente ‘albero del viaggiatore’, una palma endemica dell’isola dalla peculiare forma triangolare e con il fogliame disposto a forma di ventaglio. Sistemazione in un accogliente hotel 3*, in camere con servizi privati. Cena e pernottamento in hotel. 13° giorno / i dintorni di Fort Dauphin (lago di Lanirano e penisola di Lokaro) Dopo la colazione visiteremo i dintorni di Fort Dauphin. A pochi chilometri di distanza il lago di Lanirano, habitat ideale per le ravinala e numerose altre piante acquatiche, tra le quali i grandi pandanus, meglio conosciuti come “les oreilles d’éléphant” per le loro enormi e larghe foglie, che da lontano sembrano dei banani. Questa pianta, come la stessa ravenala, è una di quelle piante multiuso sulla costa orientale. Tutte le sue parti vengono utilizzate, dai frutti al tronco alle foglie. Questo tipo di habitat vegetativo ha consentito lo sviluppo di un ecosistema di fauna e avifauna acquatica, oltre a un vero micro-cosmo di piccoli rettili, anfibi e insetti. Proseguiamo verso la penisola di Lokaro, superando il lago di Ambavarano, formato da due bacini uniti tra loro da un canale, e raggiungiamo Evatra, un piccolo villaggio di pescatori lungo la costa e riparato da una boscaglia di palme. Prendiamo un sentiero a piedi, tracciato in mezzo alla vegetazione, e, costeggiando il fianco di un promontorio, dopo circa mezzora di cammino….appare davanti a noi la baia di Lokaro, in tutta la sua fulgida bellezza. Impossibile resistere al desiderio di un bagno o di una piacevole passeggiata. Pranzo a pic-nic. Nel pomeriggio rientro a Fort Dauphin. Cena e pernottamento in hotel. 14° giorno / Fort Dauphin – Vangaindrano (270 km, pista di terra) Partenza coi fuoristrada di primissimo mattino in direzione nord, per una intera giornata di trasferimento risalendo lungo il versante orientale dell’isola. Nel primo tratto il paesaggio è dominato sempre dalla vegetazione del sud, la pista di sabbia taglia ancora attraverso la savana e la foresta spinosa ma pian piano che ci riavviciniamo verso il Tropico del Capricorno anche lo scenario muta. Una vegetazione più lussureggiante si affaccia timidamente, si palesa l’influsso delle abbondanti precipitazioni che nell’estate australe interessano l’altopiano e la costa est (l’inverno australe è la stagione più asciutta). Fiumi e fiumiciattoli iniziano a dettare i tempi di questa giornata impegnativa, resa tale non tanto per la distanza da percorrere ma proprio per la complessità intrinseca del percorso. Saranno in tutto dodici i corsi d’acqua da attraversare, una metà con barche a motore e l’altra metà con barche, o meglio grandi zattere, mosse a mano. Gli “orari di partenza” da una sponda verso l’altra si chiamano ‘fortuna’ o ‘pazienza’, a seconda dei casi e sarà questo sincronismo a determinare l’arrivo a Vangaindrano. Nessuna attesa è però vana. Pittoreschi punti d’attracco sono resi vivi dai locali, che attendono il passaggio sull’altra sponda, trasportando ogni genere di mercanzia e non di rado anche del bestiame. Non mancheranno donne con bambini, che si rincorrono giocando in attesa che arrivi la barca. Una bibita fresca o un buon te, dai venditori ambulanti assiepati sugli improvvisati imbarcaderi, ci daranno ristoro. Sarà un’esperienza poco comune, per un giorno condivideremo il ritmo della gente locale, per la quale le attese non sono tempi morti ma momenti di aggregazione, di scambi e piccoli commerci, di nuovi incontri. Pranzo a pic-nic. Arrivo in serata a Vangaindrano, cena e pernottamento in un hotel molto basico. 15° giorno / Vangaindrano – Manakara (185 km, strada asfaltata) Abbandonata la pista ci attende ora una strada asfaltata che ci condurrà sino a Manakara. Oltrepasseremo la città di Farafangana che, posta alla confluenza di due fiumi, è la città più a sud raggiunta dal Canal des Pangalanes, una fitta rete di canali lunga più di 660 km e realizzata durante l’epoca coloniale per il trasporto di merci e persone, al riparo da un tratto di costa dove l’oceano è sovente mosso da forti correnti e quindi difficilmente navigabile. Questa ragnatela idrografica sfrutta una serie di bacini e corsi d’acqua dolce naturali fino a Toamasina, quasi sempre a ridosso dell’oceano, dal quale è protetta in alcuni punti solo da una esigua lingua di sabbia. Una vegetazione rigogliosa, tra cui copiosi cespugli di una pianta carnivora endemica (Nepenthes madagascariensis), ne marca invece i confini verso l’entroterra. Raggiungiamo la cittadina di Manakara, capitale degli Antaimoro, l’etnia che le tradizioni vorrebbero far discendere da un gruppo di arabi partiti da La Mecca in cerca di nuove terre. Sempre la leggenda vuole che siano stati gli Antaimoro a introdurre l’uso della scrittura sull’isola. Tutt’oggi, forse a testimonianza che esiste un fondo di verità nella leggenda, sono degli esperti maestri cartai, famosi per il “papier Antaimoro”, che producono seguendo un procedimento rimasto immutato nei secoli. Pranzo in un ristorante. Nel pomeriggio effettueremo un’escursione di circa due ore in piroga tradizionale, navigando alcuni canali intorno a Manakara. Sistemazione in un semplice alberghetto locale, l’unico della zona con canoni di pulizia. Cena e pernottamento in hotel. 16° giorno / Manakara – Fianarantsoa (255 km, strada asfaltata) Manakara, oltre a porto fluviale dei Pangalanes, è anche porto marittimo e terminale della linea ferroviaria che collega la costa orientale con Fianarantsoa. E’ stato questo progetto di investimento a dare un piccolo impulso all’economia cittadina, anche se i risultati sono stati blandi. Prima colazione e partenza al mattino verso le alte terre, per risalire su una dorsale rocciosa e spettacolare, dalle pendici ricoperte di vegetazione. Lungo il tragitto cambieranno repentinamente sia il clima che il territorio. Di colpo si avvertirà una frattura in cui il diaframma climatico si rompe, uscendo dal caldo delle pianure costiere ed entrando in un clima più fresco. La strada si farà largo tra verdi felci che contrastano con la tipica terra rossa, un po’ ovunque spuntano slanciati bamboo, generosi banani e ravenala. E’ la foresta tropicale umida, , una delle tante sorprendenti facce della Grande Isola. Questo versante sud orientale è una zona di ricche colture, rese possibili dal terreno fertile, dalle abbondanti precipitazioni stagionali e da un elevato tasso di umidità che impregna il terreno. Colture ricche perché la produzione è orientata verso forme redditizie, in prevalenza piantagioni di caffè, pepe e cannella destinati al mercato estero e in misura minore risaie e prodotti ortofrutticoli per soddisfare il fabbisogno locale. La zona di foresta che fa da scalino tra l’altopiano e le distese costiere è abitata dai Tanala, un popolo di coltivatori che durante la stagione secca dà fuoco gli alberi per dare spazio alla terra da seminare. Le loro capanne sono costruite in legno e si vedono spesso sollevate da terra per evitare l’umidità del suolo. Nella vita dei Tanala ha un ruolo importante la ravenala, pianta ad alto fusto che qui abbonda: dalle foglie si ricavano le fibre con cui si tessono i vestiti tradizionali, dalla coppa naturale che sta alla base delle foglie si accumula l’umidità o l’acqua con cui potersi dissetare (da qui il soprannome di palma del viaggiatore) e infine con il tronco si costruiscono le abitazioni. Un detto locale dice che della ravenala non si butta niente. Arrivo a Fianarantsoa e pranzo in un ristorante locale. Pomeriggio dedicato alla visita della parte storica di Fianarantsoa. Fondata nella prima metà del sec. XIX dalla regina Ranavalona, come avamposto a guardia del sud, la più comunemente detta Fianar ambiva ad essere la seconda capitale del Madagascar. Difatti è notevole la somiglianza con Antananarivo, sia per la struttura che per la posizione collinare. La città è suddivisa urbanisticamente in tre livelli e la parte alta, Tanana Ambony, oggi inserita nella lista mondiale dei 100 siti storici da salvaguardare, è quella più antica. Ricca di edifici secolari, in mattoni ‘faccia a vista’ di terra cruda, e all’epoca impreziositi da balconi finemente decorati con fregi in legno (oramai sono scomparse le testimonianze di questo ornamentale stile architettonico), la haute ville si sviluppa in un intreccio di vicoli scoscesi e scalinate lastricate in roccia di granito. Alzando lo sguardo al cielo spiccano numerose, tra i tetti spioventi, le guglie e i campanili delle chiese cattoliche, erette da missionari e da devoti per arginare la diffusione del protestantesimo. L’edificio religioso più imponente è la Cattedrale di Ambozontany, risalente al tardo ’800, che sorge in una posizione dominante e dalla quale si gode una buona vista panoramica sulla città, sul lago Anosy e sulle vallate e le colline circostanti, di cui molte coltivate a vigneto. Sistemazione in hotel, cena e pernottamento. 17° giorno / Fianarantsoa – Ambositra – Antsirabé (250 km, strada asfaltata) Prima colazione e partenza in fuoristrada riprendendo il percorso verso nord. Le cime e le foreste del plateau dominano lo scenario, l’aria di montagna diviene più penetrante. In tarda mattinata arriviamo ad Ambositra e breve giro in città fino all’ora di pranzo. Sebbene fondata dai Merina, Ambositra è oggi abitata in prevalenza dai Betsileo e Zafimaniry. Infatti si potrà notare dappertutto l’abbondanza di motivi ornamentali geometrici, impronta culturale di queste due etnie, specialmente nei lavori di incisione e intarsio. Pranzo al ristorante. Poi, sempre proseguendo lungo la RN7, si arriva ad Antsirabé. Rinomato centro termale durante il periodo francese, soprannominata la “ville d’eau”, la città si presenta ancora con delle costruzioni ben conservate che ne evocano il suo passato coloniale. Girando per la città è impossibile non imbattersi in uno dei migliaia di pousse pousse, la versione malgascia dei rickshaw importati dai cinesi nei primi del ‘900. Si effettuerà un giro della città, con anche la visita dei laboratori artigianali che lavorano il corno di zebù e un curioso laboratorio dove si fabbricano dei giocattoli in miniatura. Sistemazione in hotel, cena e pernottamento. 18° giorno / Antsirabé – Antananarivo – Riserva di Vakona – Andasibé (320 km, strada asfaltata) Dopo colazione partenza per l’ultimo lungo trasferimento: Il primo tratto è sempre verso nord, attraverso l’altopiano centrale dell’Ankaratra, a oltre 1800 m. di altezza, la zona più abitata del paese con le sue tipiche coltivazioni a terrazze. In prossimità di Antananarivo si aggira il centro abitato, senza entrare in città per evitare caos e traffico, e si devia a est imboccando la RN2 verso la regione dell’Antsiraka. Sosta per il pranzo in un ristorante ad Ambohimanambola. La strada che stiamo percorrendo è stata una delle prime a essere costruite in Madagascar e oggi è comunque di importanza strategica poiché collega via terra la capitale col grande porto commerciale di Toamasina. Una deviazione dalla strada di qualche chilometro ed ecco raggiunta finalmente la Riserva Privata di Vakona. A seconda dell’ora di arrivo si effettuerà una visita diurna piuttosto che notturna della riserva alla ricerca del fosa (Cryptocropta ferox), il più grande mammifero carnivoro endemico dell’isola, simile a un piccolo puma ma più snello e con la testa somigliante più a una mangusta. Abile predatore, anche notturno, vive in un habitat di foresta ed è molto agile nel salire sugli alberi grazie ai suoi artigli semiretrattili. Si prosegue per Andasibé e sistemazione in una bella e confortevole struttura, immersa nel verde. Cena e pernottamento. 19° giorno / Andasibé – Riserva di Analamazaotra – Antananarivo (170 km) Partenza al mattino presto per raggiungere la Riserva Speciale di Analamazaotra e sfruttare le ore migliori per l’avvistamento degli animali. Nota anche col nome di Périnet, è una piccola riserva nella provincia di Tamatave, collocata a circa mille metri di altitudine e immersa quasi interamente nella foresta primaria, in un habitat ricco di orchidee, felci giganti, licheni, ravenala e tante altre specie, gioia per i botanici. La più grande attrazione della riserva è però di origine animale: oltre a un’infinità di rettili, anfibi, insetti, uccelli e alcune specie di lemuri, l’ospite più importante è il babakoto, più noto come indri indri, il più grande dei lemuri. Dall’inconfondibile manto bianco e nero, con zampe lunghe e muscolose che permettono di spiccare salti anche di 10 metri, è di natura sedentaria, ama mangiare, dormire sugli alberi e prendere il sole. La sua peculiarità è l’incredibile e potente acuto lamentoso che è in grado di intonare come segnale d’allarme o come richiamo amoroso durante il periodo dell’accoppiamento… praticamente v’è sempre almeno un motivo al giorno. Il momento migliore per l’osservazione e l’ascolto del babakoto è proprio al mattino, quando le varie famiglie si levano in mezzo alla bruma della foresta. Al termine della visita si pranza in un ristorante locale. Dopo pranzo si rientra in capitale. Lungo la strada un’ultima piccola deviazione per una sosta a Marozevo e visitare la riserva-zoo di Peyrieras, dove vivono in cattività alcune specie endemiche e non del Madagascar che, grazie a questo progetto, vengono cautelate anche dal pericolo di estinzione. Arrivo nel tardo pomeriggio ad Antananarivo che, caotica e trafficata, è la città più popolosa di tutto il Madagascar. Sistemazione in un ottimo hotel di categoria 5*. Cena e pernottamento in hotel. 20° giorno / Antananarivo – partenza Prima colazione e rilascio delle camere. Mattinata dedicata alla visita della capitale con partenza presto per evitare il disordinato traffico. Antico villaggio dal nome Anamalanga (che significava ‘laddove la foresta è blu’), in seguito alla conquista dei Merina intorno agli inizi del sec. XVII il suo nome mutò in quello attuale che significa ‘la città dei mille guerrieri’ poiché tale fu il numero di soldati che , agli ordini del re Andrianjaka, la presidiarono all’indomani della vittoria. Da allora in poi il villaggio assunse sempre più le caratteristiche di centro urbano fino a divenire la culla e, non ultimo, la capitale del regno Merina, grazie alla sua posizione strategica che dominava l’altopiano centrale. Più comunemente chiamata Tanà, la città oggi si estende su dodici colline, sviluppandosi a un’altitudine variabile tra i 1.200 e i 1.500 metri. Caotica e trafficata, la capitale è la città più popolosa di tutto il Madagascar. Il centro si divide tra la zona alta (haute ville) e la zona bassa (basse ville). Nella basse ville l’arteria principale è l’Avenue de l’Indépendance, che collega la vecchia stazione dei primi del ‘900 all’area di Analakely. Incroci ordinati ed edifici d’epoca sparsi qua e là ci rammentano lo stile urbanistico coloniale. Poi il piccolo lago Anosy, col suo coloratissimo mercato dei fiori. Un intrico di vicoli, viuzze e ripide scalinate collegano la parte alta e la parte bassa. Nella haute ville, sulla collina più alta della città, visiteremo dall’esterno il Rova, la cittadella reale che ospitò per secoli la residenza e le tombe dei sovrani Merina, con l’aquila posta al suo ingresso come segno di potere assoluto voluta dal re Radama I, che nel 1824 unificò tutta l’isola fondando il Regno del Madagascar. Le stradine dei vecchi quartieri brulicano di gente, un interessante spaccato di vita locale dove ciascuno è indaffarato nelle attività quotidiane. Numerosi i mercati e le botteghe che espongono le merci più svariate, tra cui è impossibile non riconoscere, precedute dal loro intenso profumo che delizia l’olfatto, le spezie di cui il paese, con orgoglio, è un considerevole esportatore: grani di pepe verde, baccelli di vaniglia, noci di cola, chiodi di garofano, bastoncini di cannella e mille altre a noi poco conosciute. Imperdibile per gli ultimi acquisti il “Marché Artisanal de la Digue”, che si trova lungo la via per l’aeroporto. Questo mercato è uno dei più caratteristici della città, dove poter trovare un po’ di tutto: stoffe ricamate, cestini in rafia, sculture di palissandro, sedie zafinamiry, pietre preziose, fanorona (un gioco locale tipo la dama), tanti manufatti di buon gusto e, tra le spezie, gli immancabili baccelli di vaniglia. La contrattazione è d’obbligo!! Pranzo libero e trasferimento in aeroporto in tempo utile per il check-in. Partenza nel pomeriggio con voli di linea per l’Europa, con scalo tecnico prima e successivo cambio aeromobile. Cena e pernottamento a bordo. 21° giorno / arrivo in Italia Arrivo a Milano Malpensa in mattinata. SISTEMAZIONI SOLITAMENTE PREVISTE (in caso di indisponibilità potrebbero essere sostituite con strutture similari) Antsirabé Parco Ranomafana Fianarantsoa Parco dell’Isalo Anakao Ambola Lavanono Riserva di Berenty Fort Dauphin Vangaindrano Manakara Andasibé Antananarivo : Flower Palace Hotel : Hotel Centrest : Hotel Zomatel : Isalo Rock Lodge : Anakao Ocean Lodge : Hotel Vahombe : Lavanono Lodge (servizi in comune) : Berenty Lodge : Hotel Croix du Sud : Fanilo Hotel : Hotel Parthenay : Eulophiella Lodge : Carlton Hotel Altre informazioni: Trasporti – Si utilizzano automezzi fuoristrada tipo Toyota Land Cruiser o similari con massimo 4 passeggeri + autista per auto. Staff malgascio di lingua francese e nostro accompagnatore italiano a partire da 8 partecipanti. Pasti – Per il mezzogiorno pranzi a pic-nic o in ristoranti locali. Cene in hotel. Pernottamenti – Ovunque buoni hotel e lodge. Eccezione per Ambola, Lavanono (servizi in comune), Berenty, Vaingandrano e Manakara dove le sistemazioni, seppur pulite e accoglienti, sono molto semplici e spartane ma tra le migliori, se non le uniche, della zona. Ottime sistemazioni al Parco dell’Isalo e Tanà. Incantevole la location ad Anakao. Clima – Temperato e secco sulla costa occidentale, sub-equatoriale e più umido sul versante orientale. Nei mesi dell’inverno australe (da Giugno a Settembre) temperature diurne medie di 20°-25° sull’altopiano e 30° sulla costa. Notti fresche (ma non meno di 12°-15° C), a volte umide, sull’altopiano. Disposizioni sanitarie – Non è richiesta alcuna vaccinazione; consigliabile la profilasi antimalarica anche se il rischio malaria durante i mesi dell’inverno australe è basso. Consigliamo comunque di rivolgersi all’Ufficio d’Igiene. Formalità burocratiche – E’ richiesto il visto d’ingresso ottenibile direttamente in aeroporto all’arrivo. Per una permanenza massima di 30 gg. il costo del visto è di 80.000 MGA (circa € 25). Necessario il passaporto con validità residua di almeno 6 mesi dalla data di rientro dal viaggio e due pagine libere. Grado di difficoltà – Viaggio non particolarmente impegnativo ma che richiede un certo spirito di adattamento per alcuni pernottamenti molto semplici e spartani e per le condizioni delle piste, a volte piuttosto malandate, che costringono ad alcune lunghe tappe di trasferimento (da Fort Dauphin a Vangaindrano per esempio). Da tenere in conto, infatti, le condizioni sia delle piste sia delle strade che, seppur asfaltate, in alcuni tratti malandati impongono dei rallentamenti di marcia. Il percorso a piedi nei parchi richiede una discreta forma fisica; consigliati gli scarponcini da trekking e un k-way per l’escursione nel Parco di Ranomafana. QUOTAZIONE PER PERSONA da Milano Malpensa: € 4.700 base 11-12 partecipanti con nostro accompagnatore italiano € 4.880 base 8-10 partecipanti con nostro accompagnatore italiano Da aggiungere: - supplemento singola - (a) supplemento alta stagione aerea - tasse aeree, security e fuel surcharge - copertura assicurativa di viaggio € 680 incluso € 400 (assistenza sanitaria, rimborso spese mediche, bagaglio, infortuni, “rischio zero”) € 103 € 80 - costo individuale gestione pratica Facoltative: - partenze da altri aeroporti - assicurazione annullamento viaggio facoltativa su richiesta comprensiva dell’assicurazione integrativa medico/bagaglio 4,5% - assicurazione integrativa facoltativa medico/bagaglio (per aumentare da € 15.000 a € 55.000 il rimborso delle spese mediche in loco e da € 750 a € 1.500 il rimborso bagaglio) € 45 UNA RIDUZIONE DI € 130 SULLA QUOTA DI PARTECIPAZIONE VERRA’ APPLICATA ALLE PRENOTAZIONI CONFERMATE ENTRO FINE APRILE Per le prenotazioni effettuate almeno 90 giorni prima della partenza, confermate dietro versamento dell’acconto di viaggio, verrà accordata, senza costi aggiuntivi, la polizza contro le penalità di annullamento viaggio e la polizza integrativa per aumentare i massimali di rimborso per spese mediche e bagaglio. Data di partenza unica: - (a) da lunedì 1 a domenica 21 Agosto 2016 (alta stagione aerea) La quota comprende: voli di linea internazionali in classe economica, staff malgascio e accompagnatore italiano a partire da 8 partecipanti, i trasferimenti privati dall’aeroporto all’hotel e viceversa, trasporti in fuoristrada con 4 passeggeri (più autista) per vettura, tutti i pernottamenti in hotel e lodge (alcuni molto semplici), pensione completa per tutto il viaggio eccetto due pranzi ad Anakao e il pranzo dell’ultimo giorno ad Antananarivo, una bottiglia di acqua minerale al giorno durante i trasferimenti (eccetto il giorno libero ad Anakao e l’ultimo giorno ad Antananarivo), il trasferimento in barca da Tulear ad Anakao, l’escursione in piroga sul Canal des Pangalanes a Manakara, gli ingressi nei Parchi e nelle Riserve come specificato sul programma, guida di viaggio. La quota non comprende: due pranzi ad Anakao e il pranzo dell’ultimo giorno ad Antananarivo, tutte le bevande ai pasti e fuori dai pasti (eccetto l’acqua minerale durante i trasferimenti), il visto d’ingresso ottenibile in aeroporto all’arrivo (attualmente € 25 circa), le eventuali tasse governative locali in uscita dal paese, le escursioni facoltative ad Anakao o altre località, mance, extra e spese personali, le polizze contro le penalità di annullamento viaggio e per l’aumento dei massimali di rimborso spese mediche / bagaglio (facoltative), tutto quanto non espressamente specificato. NOTE IMPORTANTI • La quotazione è basata su tariffe e tasse aeree in vigore nel mese di Dicembre 2015. I servizi locali sono quotati in Euro e perciò non saranno soggetti ad adeguamento valutario. • Per ragioni tecnico-organizzative – in fase di prenotazione o in corso di viaggio – l’itinerario potrebbe essere effettuato in senso inverso o subire delle modifiche. In tal caso si cercherà di mantenere invariate quanto più possibile le visite e le escursioni programmate. • Le tariffe aeree prevedono classi di prenotazione dedicate, soggette a disponibilità limitata di posti. Al momento della prenotazione e solo in caso di indisponibilità della tariffa utilizzata per la costruzione del prezzo del viaggio, verrà comunicato l’eventuale supplemento. • Molte compagnie aeree prevedono oramai l’emissione immediata del biglietto. In tal caso verrà riferita questa informazione contestualmente alla conferma del viaggio, per poi procedere all’emissione. L'acconto dovrà includere anche l'intero importo del biglietto, che non sarà rimborsabile, e le penali del viaggio in questione derogheranno dalle nostre pubblicate. • L’importo delle tasse aeree dipende dal rapporto di cambio del USD e del costo del petrolio, stabilito dalle compagnie aeree. Il valore esatto viene definito all’atto dell’emissione dei biglietti aerei. Milano, 14.04.2016 n. 1 Organizzazione tecnica: I Viaggi di Maurizio Levi Via Londonio, 4 – 20154 Milano (Italia) Tel 0039 02 34934528 // Fax 0039 02 34934595 E-Mail: [email protected] - Web site: www.viaggilevi.com