8 CRONACA 18 settembre 2013 “Se non ora quando” interviene sulla questione avanzando proposte concrete Lunedì il funerale del giovane Matteo Garello “Il femminicidio si sconfigge con L’addio a Gianez iniziative culturali ed educative” morto a 23 anni Femminicidio DI LUIGINA AMBROGIO CUNEO. “Il femminicidio non può essere trattato come un problema emergenziale, ma deve essere affrontato come una questione culturale e va affrontato in un’ottica di educazione alla differenza di genere, alla prevenzione, alla autodeterminazione della donna”. I Comitati territoriali di “Se non ora quando”, tra cui l’attivissimo Comitato di Cuneo, intervengono sul preoccupante fenomeno che continua a mietere vittime, per condividere alcune interessanti considerazioni. “Di fondamentale importanza - scrivono - è il lavoro che i centri antiviolenza e gli operatori tutti stanno portando avanti perché le donne raggiungano una sempre maggiore consapevolezza e autonomia attraverso un piano di contrasto alla violenza declinato in ogni possibile forma di «accompagnamento» nel percorso di fuoriuscita dalla violenza stessa. Questo significa dunque che la presenza dello Stato all’interno della battaglia contro la violenza di genere deve prevedere un robusto intervento di sostegno alla rete dei centri, alle campagne di informazione ed educazione a partire dai giovani e giovanissimi, a un piano complessivo e generale che comprenda anche un potenziamento delle possibilità occupazionali che rendano le donne maggiormente indipendenti e quindi meno ricattabili”. La legislazione Secondo il movimento, il femminicidio e la violenza domestica potrebbero essere contrastate da un’applicazione puntuale della 154 del 2001, che prevede già moltissime possi- Il termine “femminicidio” si riferisce a tutti quei casi di omicidio in cui una donna viene uccisa da un uomo per motivi relativi alla sua identità di genere, cioè in relazione al fatto che la donna è o è stata in relazione sentimentale con l’autore del delitto, oppure egli presumeva che la vittima dovesse iniziare o continuare la relazione sentimentale o sessuale. Il movimento “Se non ora quando” ritiene importante che si utilizzi questo termine per significare “che le donne vengono uccise «in quanto donne» e non per inesistenti questioni «passionali». Il termine “femminicidio” è stato adottato per la prima volta nelle motivazioni di una sentenza nel caso dell’uccisione di Stefania Noce. Cgil: “Ora occorre investire risorse nella prevenzione” Anche la Cgil insiste sul fatto che occorre andare oltre il “Decreto contro la violenza”, pur considerato “un primo importante passo avanti nel campo della prevenzione contro la violenza sulle donne e lo stalking”. “Ora occorre investire in percorsi educativi e in formazione - scrive il Comitato direttivo della Cgil di Cuneo in un ordine del giorno -; finanziare i centri antiviolenza e le reti di supporto alle donne; e costruire centri di ascolto o percorsi formativi per gli uomini maltrattanti”. Per la Cgil è necessario adottare un’azione globale che lavori su tre direzioni: 1ª: la prevenzione che si concentri sull’istruzione, campagne pubbliche sul rispetto della persona, sulla sicurezza nelle città, norme a tutela delle donne vittime di violenza, centri di consulenza per le donne bisognose di aiuto. 2ª: contrasto alla violenza e garanzia della pena. 3ª: garanzia di assistenza a coloro che hanno subito violenza. “Si tratta di garantire che le donne possano godere pienamente dei diritti umani e delle libertà fondamentali perché la violenza sulle donne e sulle ragazze è una sconfitta per tutti”. Patrizia Manassero: “Questo provvedimento va ampliato” La senatrice cuneese Patrizia Manassero indica i prossimi passi da compiere: “Su questo tema non siamo ancora alla meta, vista la complessità del problema e i tanti piani di intervento. Ora dovremo impegnarci in Parlamento per migliorare e ampliare per quanto possibile questi provvedimenti” - dice. E intanto ha sottoscritto un disegno di legge incentrato su istruzione, cultura di genere, informazione, lavoro e indipendenza economica delle donne, centri antiviolenza da finanziare. Il tutto in linea con la convenzione di Istanbul la cui ratifica è stata recentemente approvata in Parlamento. bilità di intervento (integrata dalle successive norme specifiche contro lo stalking) ma che purtroppo non viene sufficientemente applicata. Il decreto legislativo “sicurezza”, varato ad agosto e contenente norme in materia di violenza contro le donne, pur avendo, secondo lo stesso movimento, il merito di richiamare all’attenzione della politica e del Paese il problema della violenza e di fornire reali strumenti per una applicazione più rigorosa della legge 154 del 2001, presenta forti criticità: non prevede un impegno concreto a investire in percorsi educativi e formazione; non prevede finanziamenti ai centri antiviolenza e alle reti di supporto alle donne; non si parla di centri di ascolto o percorsi formativi per gli uomini che maltrattano le donne. Entrando poi nel merito di alcuni punti del decreto, le donne del movimento osservano che la non revocabilità della querela da parte della parte offesa è un’arma a doppio taglio. “Potrebbe essere applicata in maniera responsabile solo se si garantisse concretamente alle donne che le violenze non continuino, ma questo può avvenire solo se viene finanziata e fatta crescere la rete di supporto alle donne in ogni momento del percorso di distacco”. Perplessità vengono espresse anche sull’inasprimento (di 1/3) della pena nei casi in cui le violenze vengano perpetrate da un coniuge/partner: “Si comprende questo inasprimento in rapporto alla frequenza dei femminicidi che avvengono in ambito domestico, ma rischia di discriminare tutte le altre situazioni di violenza”. In conclusione, le donne dei Comitati di “Se non ora quando” ribadiscono che “non c’è possibile sconfitta della violenza di genere senza un ampio lavoro culturale, preventivo, educativo”. DI WALTER LAMBERTI FOSSANO. Una folla di giovani, amici, parenti ha gremito la chiesa del Salice, lunedì pomeriggio, per dare l’ultimo saluto a Matteo Garello, Gianez come lo conoscevano tutti, morto nei giorni scorsi a soli 23 anni. Una cerimonia intensa e commossa concelebrata dai parroci di Salice e Spirito Santo (Matteo viveva infatti con la sua famiglia in frazione Santa Lucia, comunità che fa parte della parrocchia dello Spirito Santo). Matteo è morto giovedì mattina. Sul suo corpo è stato effettuato l’esame autoptico per scoprire le cause della morte e i risultati completi si avranno soltanto tra qualche settimana. Resta la tragica realtà di una morte, che ancor più quando è in così giovane età, sembra incomprensibile, impossibile, di una gratuita crudeltà. Specialmente per mamma e papà, e per i tanti amici che in questi giorni si sono stretti alla famiglia in questo momento di dolore. Tanti i messaggi di affetto, i ricordi, le dediche per ricordare un amico solare, con la risata sempre pronta ad esplodere, la battuta facile. Un giovane che, come tutti i suoi coetanei, amava far festa, amava stare in compagnia. Ma amava anche il suo lavoro. Per anni, infatti, aveva lavorato in un’officina meccanica che si occupa della costruzione di rimorchi e recentemente aveva cambiato lavoro, pur rimanendo nello stesso settore. Tanti i messaggi anche affidati alle pagine di Facebook dove gli amici hanno postato foto in compagnia di Gianez, rivolgendogli un ricordo commosso. “Gianez, una persona che non puoi giudicare se non la conosci”, forse in questa frase è racchiuso uno dei più bei messaggi ripreso nell’omelia di don Mario Dompé e nella lettera che gli amici hanno letto a fine cerimonia. Al termine del rito funebre il sacerdote ha chiesto agli amici di avvicinarsi alla bara, mentre nella navata si diffondevano le note di una canzone dei Modà, un inno alla vita. Che riprende idealmente la frase scritta nel manifesto funebre: “Vivi ogni giorno come fosse l’ultimo”, non per vivere nella paura della morte, come ha ripreso più volte il sacerdote nella sua orazione, ma per sapersi stupire ogni giorno del miracolo della vita vivendola fino in fondo in ogni suo istante. Matteo lascia il papà Guglielmo e la mamma Margherita, i fratelli Ivana con Giampiero e Gianmario con Sabrina, i nipoti Eleonora, Gianmatteo, Giacomo, Carlotta, Gabriele ed Edoardo, la cara Giada e tanti, tantissimi amici. A tutti loro giungano le sincere condoglianze de La Fedeltà. Delibera rinviata a dicembre. “Ridiscuteremo la ripartizione tra Servizio sanitario e famiglie” Era scomparso da Maddalene a fine agosto La Regione sospende gli aumenti delle rette per i malati di Alzheimer Ritrovato il corpo di Chiaffredo Brondino FOSSANO. La Regione Piemonte ha rinviato l’adeguamento delle tariffe dei Nuclei Alzheimer temporanei (Nat) e dei Centri diurni Alzheimer. La decisione presa dalla Commissione Sanità “neutralizza” la delibera dello scorso mese di agosto che aveva stabilito - a partire dal 1° ottobre - un aumento della compartecipazione sociale (pagata dalle famiglie o dai Comuni) dal 30 al 50 per cento, con una contestuale riduzione della quota sanitaria. In “soldoni”, un aumento medio mensile di 450 euro per chi utilizza i centri diurni e di ben oltre 600 euro per chi è nelle strutture residenziali, che aveva sollevato le proteste delle famiglie e degli addetti ai lavori. Il termine per gli adeguamenti è stato sospeso fino a dicembre 2013. “In questo modo - recita un comunicato della Regione - si potranno ridiscutere le quote di compartecipazione tra il Servizio sanitario e le famiglie”. Canta vittoria il gruppo consiliare del Pd. “Siamo stati i primi a denunciare ad agosto il blitz rappresentato dalla delibera della Giunta regionale. Per noi questo è un importante risultato, da intendersi non come semplice rinvio del problema, ma come la condizione per un nuovo piano tariffario che eviti una forte ingiustizia sociale”. Rincara la dose Davide Bono per il Movimento 5Stelle. “Oggi l’assessore ha dovuto arrendersi alle richieste delle opposizioni. L’Alzheimer è una patologia, seppur degenerativa, e non una condizione meramente socio assistenziale, e quindi andrebbe trattata al 100 per cento con la quota sanitaria. È inaccettabile, quindi, richiedere la copertura del 50 per cento come quota sociale, che finirebbe a carico dei cittadini, non avendo più i Comuni e gli enti gestori sufficienti risorse neanche per coprire le attuali richieste”. Mettono il cappello sul rinvio anche i consiglieri regionali leghisti Antonello Angeleri ed Elena Maccanti, che scaricano la responsabilità esclusivamente sulle spalle di “Roma ladrona” (ma la lettera a pag. 37 di Doriano Fruttero, direttore della casa di riposo Craveri-Oggero, ricorda che le cose non stanno propriamente così). Se le parole della politica hanno ancora un significato, tuttavia, dovrebbe valere qualcosa la loro promessa che “non smantelleremo i nostri servizi rivolti ai malati di Alzheimer e non autosufficienti, e se Roma non vorrà recedere dagli aumenti faremo in modo, tagliando gli sprechi, di trovare i fondi per non far alzare le rette”. f.b. FOSSANO. Si è purtroppo conclusa tragicamente la vicenda di Chiaffredo Brondino, il pensionato di 74 anni di Maddalene, che era scomparso a fine agosto. Domenica scorsa, intorno alle 13, nei pressi di Cherasco è stata ritrovata la Fiat Panda con la quale si era allontanato venti giorni prima. A bordo, con le cinture ancora allacciate, il suo corpo senza vita. L’auto si trovava in una scarpata lungo la discesa vecchia di Cherasco, una strada molto trafficata. Il punto in cui l’auto si è fermata non era però visibile dalla strada, nascosto da alberi e sterpaglie. Un passante, vista l’auto in una posizione anomala che faceva presupporre un incidente, ha avvertito i volontari della Protezione civile che si trovavano poco distante per un servizio d’ordine al mercatino dell’antiquariato. Ben presto sono state avvertite anche le Forze dell’ordine, Carabinieri e Polizia municipale, che sono accorsi sul posto. Chiaffredo Brondino da qualche tempo soffriva di depressione e di vuoti di memoria. Non vedendolo ritornare a casa, i parenti avevano immediatamente dato l’allarme. Ed erano iniziate le ricerche da parte di volontari, Forze dell’ordine e Protezione civile. Ricerche proseguite fino a domenica scorsa, purtroppo senza esito, mentre ormai le speranze di ritrovare l’uomo ancora in vita svanivano. Sulle cause della morte sono ancora in corso gli accertamenti da parte degli inquirenti. Sulla salma, che è stata composta nella camera mortuaria del cimitero di Bra, sarà effettuata l’autopsia e soltanto dopo si potrà avere il nulla osta per il funerale. Al momento in cui andiamo in stampa, non ci sono ancora novità in tal senso. I famigliari ringraziano tutti coloro che in queste settimane sono stati loro vicini e li hanno aiutati nelle ricerche. w.l. Giornata di festa Abio per far conoscere le attività per i bambini in ospedale ■ FOSSANO. Sabato 28 settembre i volontari Abio porteranno nelle città italiane il sorriso che ogni giorno regalano ai bambini e agli adolescenti in ospedale. A Fossano in via Roma sarà possibile incontrare i volontari di Abio Savigliano, scoprire le attività che Fondazione Abio Italia realizza a livello nazionale e conoscere la Carta dei diritti dei bambini e degli adolescenti in ospedale. Tutti potranno sostenere Abio e ricevere un cestino di pere, simbolo della Giornata: grazie al contributo di tutti, le Associazioni potranno realizzare corsi di formazione per portare nuovi volontari nei reparti di pediatria delle città italiane.