I complessi di ville con parco a valle del borgo storico di Nese nacquero a partire dal XV-XVI secolo per il controllo delle attività agricole. Si tratta di residenze adibite al soggiorno stagionale con annesse case coloniche e “da massaro”. Villa Pesenti fu edificata all’interno di una vasta e antica possessione denominata Montecchio (forse da “Monteculus”), collocata a cavallo dei borghi di Nese e di Alzano e appartenente alla nobile famiglia Noli-Albani. Nel 1897 Montecchio fu acquistato da Carlo Pesenti, appartenente alla fraterna Pesenti ormai da diversi anni nel cuore del successo industriale con la fabbricazione dei cementi. Carlo chiamò l’architetto Virginio Muzio per progettare la nuova villa padronale, giustapposta alla testata est della preesistente “casa di villeggiatura”. L’edificio, in sobrio stile neorinascimentale, è composto da due blocchi giustapposti: il primo, lungo la via Montecchio, contiene gli ambienti di disimpegno — l’atrio e lo scalone — e ha la stessa profondità della preesistente casa civile dei Noli; il secondo blocco ospita gli ambienti di abitazione e si innesta ortogonale, tale da risultare proteso verso il parco. Il piano terra è contraddistinto dal rivestimento a fasce ed è concluso da un’alta fascia marcapiano; le finestre sono semplici aperture contornate da una sottile cornice, con persiane a scomparsa nel muro. Nel piano superiore gli elementi decorativi sono dati dalle cornici delle diverse aperture; il piano attico è trattato come una trabeazione, composta da una bassa fascia a mo’ di architrave, un fregio nel quale si alternano piccole aperture quadrate e specchiature, in origine dipinte con motivi a festoni, e un cornicione modanato. L’edificio è coronato da un parapetto a balaustra del tetto, un tempo a terrazzo. Sopra: la villa Carlo Pesenti con l’Oratorio e il giardino in un’immagine di poco successiva alla costruzione. Sotto: dettaglio del fregio dipinto con motivi equestri e vista dello scalone in cemento decorativo. A seguire: l’Oratorio neogotico e dettaglio di una guglia. Il fronte principale dell’edificio è quello rivolto a sud, verso il parco, ed è caratterizzato della loggiaterrazzo al centro, coronata dalla balaustra del terrazzo superiore. L’altra facciata che dà verso il parco, affacciando sull’oratorio, ha un’articolazione analoga: presenta un balcone con una porta-finestra trabeata e coronata da un timpano. All’estremità destra di questo fronte, su via Paglia, s’innesta la torretta a base quadrata, con loggetta sommitale. Anche il portico di raccordo tra l’antica “casa di villeggiatura” e la villa è oggetto di cure particolari da parte dell’architetto: è in tre campate ad arco ribassato, ed è sostenuto da colonne in Ceppo dell’Adda. Sopra il portico il collegamento tra la villa e la preesistenza è ottenuto con un’elegante loggetta. Nella definizione dell’identità di questa villa un ruolo di assoluto rilievo spetta all’uso dei cementi decorativi, ottenuti con i cementi dei Pesenti e graniglia(marmi frantumati) di colore bianco, nero — come la loggia verso il parco, le cornici delle finestre e le fasce marcapiano — e rosa, come le balaustre e la fontana, ecc. Particolarmente virtuosistico è lo scalone, ad imitazione di marmi rossi, neri e gialli. Ogni sala presentava una connotazione differente nelle finiture di cui ora si conservano i camini, i parquet e i pavimenti a marmette e i plafoni a stucco o dipinti. I temi decorativi delle stanze, spesso molto raffinati, erano desunti dal repertorio tradizionale o presentavano espliciti riferimenti alla famiglia proprietaria. Infine, la villa, tipico esempio di colta residenza alto borghese, era dotata di moderni impianti idrico-sanitari e di riscaldamento. L’Oratorio privato di Carlo Pesenti, posto a lato della villa e rivolto verso il parco, è una colta architettura d’ispirazione gotica e di ridotte dimensioni, progettata anch’essa da Virginio Muzio prima del 1904. Si tratta di un edificio dalla struttura molto “L’età è la maggior gloria di un edificio” — John Ruskin, 1849 semplice, costituita da un’aula a pianta rettangolare voltata a botte. Ciò che connota l’oratorio, oltre al raffinato linguaggio gotico, è l’essere interamente realizzato in cemento decorativo bianco, ad imitazione del marmo, ottenuto con cemento bianco (da poco prodotto dalla ditta Pesenti, prima in Italia) e graniglia di marmo di Zandobbio. La facciata, rivolta verso il parco, è articolata da un grande portale gotico su colonne, che ne occupa tutta la larghezza, compreso tra due “contrafforti” che si ripetono, con leggere varianti, sugli altri spigoli dell’edificio, e che delimitano e separano la facciata e il fronte posteriore da quelli laterali. Questi elementi sono conclusi da pinnacoli arditi, considerata la particolare tecnica realizzativa. L’edificio è ricco di dettagli: i telamoni che reggono i padri della chiesa nelle nicchie, archetti moreschi e trilobati, “crochet” e fogliami tipici del gotico, il “pignon” centrale, specchiature con croci, ecc. La parte superiore della facciata è ornata da una balaustra a vento con motivi gigliati. L’ornamentazione si fa più sobria e leggera sulle pareti laterali (dove compaiono anche motivi liberty) e, soprattutto, sulla facciata posteriore, rivolta verso la via Paglia (un tempo via Montecchio), volutamente disadorna. assiali), il rifiuto della simmetria e la ricercatezza delle specie arboree e arbustive rendono quest'area quella che conferisce al parco il carattere paesaggistico. Il parco di Montecchio, con una superficie di poco meno di sei ettari, fu realizzato alcuni anni dopo rispetto alla villa. La passione dei Pesenti per l’equitazione influenzò la costruzione del parco, dove vennero edificati alcuni edifici per i cavalli (le scuderie) e il grande anello pensato come pista per il galoppo. Il parco, nel suo assetto attuale, è articolato in due parti chiaramente distinguibili per disegno d'impianto e caratteristiche botaniche. Il giardino circostante la villa è chiaramente ispirato al gusto per il “pittoresco”. Il terreno altimetricamente movimentato, che valorizza l’orografia naturale del sito, l’alternanza di percorsi sinuosi e rettilinei (ma mai Comune di Alzano Lombardo KILOMETRO della CULTURA organizza: 5—6 aprile 2014 IL LUNGO VIAGGIO DI ALZANO NEL TEMPO Discosta dalla villa l'area per la pratica equestre, che fu organizzata attorno alla pista circolare e che presenta un carattere più rustico, determinato dal semplice impianto e dalla dominanza di essenze arboree autoctone. La Villa ospita oggi la Biblioteca Comunale. AMBITO 3 LA MEMORIA NEI LUOGHI DELL’ABITARE E DELLA SOCIALITÀ Organizzato da: Villa Carlo Pesenti, Oratorio e parco in Montecchio Informazioni: Pagina web sul sito www. comune.alzano.bg.it Schede informative redatte da: F. Bonomi, S. Brugnetti, M. Carlessi, A. Kluzer, C. Mazzoleni ITINERARIO 22-3 Visite guidate Domenica 6 aprile ore 15,00—16,00—17,00