Nome file k:\scuola\didattica\corsi\corso fisica\ottica\interferenza.doc Creato il 23/05/2003 17.33.00 Elaborato il 20/09/2004 alle ore 22.58.25, salvato il 15/09/04 22.44 Dimensione file: 48640 byte stampato il 20/09/2004 22.58.00 Andrea Zucchini Web: http://digilander.iol.it/profzucchini Interferenza e diffrazione Principio di Huygens Tutti i punti su un fronte d’onda fungono da sorgenti puntiformi di onde elementari sferiche, chiamate onde sferiche secondarie. Dopo un tempo t la posizione del fronte d’onda sarà determinato dall’inviluppo delle onde sferiche secondarie. L'inviluppo può essere pensato come un modo di derivare una nuova curva basata su una famiglia di curve. L'inviluppo di una famiglia di curve è una curva tale da risultare tangente a ciascun elemento della famiglia di curve. Sono presentate parabola ed ellisse come inviluppo delle tangenti. Con il principio di Huygens si possono ricavare le leggi dell’ottica geometrica, per esempio la legge di Snell. Osserviamo una serie di fronti d’onda a distanza λ che attraversano la superficie di separazione di due mezzi; l’inclinazione dei raggi è interpretata come una variazione di velocità di propagazione delle onde. Nelle figure si capisce che nel vetro l’onda deve propagarsi a velocità inferiore, infatti quando un fronte d’onda oltrepassa la superficie di separazione dei due mezzi il tempo impiegato in aria a percorrere una lunghezza d’onda dovrà essere uguale al tempo impiegato nel vetro e quindi avremo t= λ1 v1 = λ2 v2 1/7 Nome file k:\scuola\didattica\corsi\corso fisica\ottica\interferenza.doc Creato il 23/05/2003 17.33.00 Elaborato il 20/09/2004 alle ore 22.58.25, salvato il 15/09/04 22.44 Dimensione file: 48640 byte stampato il 20/09/2004 22.58.00 Osservando poi i triangoli hce e hcg avremo Andrea Zucchini Web: http://digilander.iol.it/profzucchini λ1 λ = 2 sin θ1 sin θ 2 essendo hc l’ipotenusa dei due triangoli e quindi avremo sin θ1 λ1 v1 = = . Definendo poi indice di rifrazione il sin θ 2 λ2 v2 rapporto fra velocità della luce nel vuoto e velocità nel mezzo sin θ1 c c v1 n2 e infine o n1 sin θ1 = n2 sin θ 2 = = v sin θ 2 v2 c n1 avremo n = Dalla relazione t = λ1 v1 λ2 = possiamo ricavare la variazione v2 della lunghezza d’onda in un mezzo confrontandola con quela nel vuoto λn v = λ da cui λn = λ c avremo infine λn = λ n v c e dalla relazione n = v c che ci dice che la luce in un mezzo diverso dal vuoto si propaga a velocità inferiore a c. Conseguenza di quest’ultima relazione è che se diferenti raggi compiono differenti attraverso mezzi di diversi indici di rifrazione o di differenti lunghezze i fronti d’onda possono venir modificati e apparire con fasi differenti. Se la stessa lunghezza L viene percorsa da due onde attraversando materiali differenti si avrà N1 = L λn = 1 N 2 − N1 = L λ L λ n1 e N 2 = L = λn 2 n2 − L λ n1 = L λ L λ n2 e lo sfasamento conseguente sarà quantificabile come (n2 − n1 ) Si potrebbe analizzare lo sfasamento provocato anche da lunghezze differenti di percorsi in materiali differenti: N1 = L1 λn = 1 N 2 − N1 = L1 λ L2 λ n1 e N 2 = L2 λn 2 n2 − L1 λ n1 = 1 λ = L2 λ n2 e lo sfasamento conseguente sarà quantificabile come (L2 n2 − L1n1 ) La quantità Li ni è chiamata cammino ottico. 2/7 Nome file k:\scuola\didattica\corsi\corso fisica\ottica\interferenza.doc Creato il 23/05/2003 17.33.00 Elaborato il 20/09/2004 alle ore 22.58.25, salvato il 15/09/04 22.44 Dimensione file: 48640 byte stampato il 20/09/2004 22.58.00 Andrea Zucchini Web: http://digilander.iol.it/profzucchini Diffrazione Il fenomeno della diffrazione, tipicamente ondulatorio, si presenta quando un’onda incide su una fenditura di dimensioni d confrontabili con la lunghezza d’onda λ , d λ ≈ 1 , mentre all’aumentare della dimensione della fenditura gli effetti della diffrazione risultano sempre meno evidenti. Per il principio di Huygens ogni punto della fenditura diventa sorgente di onde sferiche secondarie il cui inviluppo risulta più prossimo alla forma circolare (o sferica nelle 3D) quando la fenditura risulta più piccola. Esperimento di Young 1801 Thomas Young Due fenditure vengono investite da luce diffratta da una fenditura precedente; le onde sferiche secondarie prodotte alle fenditure S1 e S 2 interferiscono formando sullo schermo successivo C un sistema di righe alternativamente chiare e scure, detto figura di interferenza, che indicano l’intersezione delle linee nodali con il pinao e soprattutto la natura ondulatoria della luce. Senza quest’ultima ipotesi non sarebbe spiegabile questa ridistribuzione della radiazione. 3/7 Nome file k:\scuola\didattica\corsi\corso fisica\ottica\interferenza.doc Creato il 23/05/2003 17.33.00 Elaborato il 20/09/2004 alle ore 22.58.25, salvato il 15/09/04 22.44 Dimensione file: 48640 byte stampato il 20/09/2004 22.58.00 Andrea Zucchini Web: http://digilander.iol.it/profzucchini Le frange d’interferenza sono determinate dalla differenza di fase tra le onde provenienti dalle due fenditure. Dalla figura 36-8 risulta chiaro che ∆L = d ⋅ sin θ = mλ frangie luminose 1⎞ ⎛ ∆L = d ⋅ sin θ = ⎜ m + ⎟λ frangie scure 2⎠ ⎝ con m = 0,1,2,...... Coerenza Fondamentale per la formazione della figura d’interferenza è che la differenza di fase si mantenga costante, altrimenti se le due sorgenti S1 e S 2 emettessero onde con fasi casuali e scorrelate si avrebbe un’illuminamento dello schermo C omogeneo, ad esempio si potrebbe pensare di sostituire le due sorgenti S1 e S 2 illuminate dalla stessa fonte di luce con sorgenti indipendenti ma non si potrebbero osservare le figure d’interfenreza. Intensità nell’interferenza a doppia fenditura Ricordando che l’intensità di un’onda è proporzionale al quadrato della sua ampiezza, si avrà 2πd ⎛1 ⎞ I = 4 I 0 cos 2 ⎜ φ ⎟ con φ = sin θ λ ⎝2 ⎠ infatti consideriamo due onde, o meglio i campi elettrici di due onde coerenti E1 = E0 sin (ωt ) e E2 = E0 sin (ωt + φ ) e scriviamone la somma E1 + E2 = E0 [sin (ωt ) + sin (ωt + φ )] che per la prostaferesi darà ⎡ ⎛ φ ⎞ ⎛ φ ⎞⎤ φ⎞ ⎛ φ⎞ ⎛ 2 E0 ⎢sin⎜ ωt + ⎟ cos⎜ − ⎟⎥ = 2 E0 cos⎜ − ⎟ sin⎜ ωt + ⎟ 2 ⎠ ⎝ 2 ⎠⎦ 14 23⎠ ⎝ 2⎠ ⎣ ⎝ 42⎝44 ampiezza ⎛ φ⎞ ⎛φ ⎞ Per calcolare l’intensità, ricordando che cos⎜ ⎟ = cos⎜ − ⎟ avremo ⎝ 2⎠ ⎝2⎠ 4/7 Nome file k:\scuola\didattica\corsi\corso fisica\ottica\interferenza.doc Creato il 23/05/2003 17.33.00 Elaborato il 20/09/2004 alle ore 22.58.25, salvato il 15/09/04 22.44 Dimensione file: 48640 byte stampato il 20/09/2004 22.58.00 2 ⎡ ⎛ φ ⎞⎤ ⎛φ ⎞ 2 2 E0 cos⎜ ⎟⎥ 4 E0 cos 2 ⎜ ⎟ ⎢ 2 I E ⎝ 2 ⎠⎦ ⎝ 2 ⎠ = 4 cos 2 ⎛ φ ⎞ = 2 =⎣ = ⎜ ⎟ 2 2 I 0 E0 E0 E0 ⎝2⎠ da cui infine ⎛1 ⎞ I = 4 I 0 cos 2 ⎜ φ ⎟ ⎝2 ⎠ con φ d ⋅ sin θ = 2π λ da cui φ= 2πd λ sin θ Metodo dei vettori di fase Date due onde descritte come in precedenza da E1 = E0 sin (ωt ) e E2 = E0 sin (ωt + φ ) e fissato un istante t la differenza di fase sarà φ e tale resterà al trascorrere del tempo. Essendo 2 β = φ avremo che ⎛φ ⎞ E = 2 E0 cos(β ) = 2 E0 cos⎜ ⎟ ⎝2⎠ ⎛φ ⎞ 2 E 2 = 4 E0 cos 2 ⎜ ⎟ ⎝2⎠ 2 da cui I E = 2 I 0 E0 Andrea Zucchini Web: http://digilander.iol.it/profzucchini ⎛φ ⎞ 2 4 E0 cos 2 ⎜ ⎟ I ⎝ 2 ⎠ = 4 cos 2 ⎛ φ ⎞ e quindi I = 4 I cos 2 ⎛ 1 φ ⎞ e quindi infine = ⎜ ⎟ ⎜ ⎟ 0 2 I0 E0 ⎝2 ⎠ ⎝2⎠ 5/7 Nome file k:\scuola\didattica\corsi\corso fisica\ottica\interferenza.doc Creato il 23/05/2003 17.33.00 Elaborato il 20/09/2004 alle ore 22.58.25, salvato il 15/09/04 22.44 Dimensione file: 48640 byte stampato il 20/09/2004 22.58.00 Andrea Zucchini Web: http://digilander.iol.it/profzucchini Interferenza su pellicole sottili Quando un raggio incide su una pellicola sottile di materiale trasparente la riflessione e la rifrazione “sdoppiano” il raggio originale in due raggi , r1 e r2 , che potrebbero trovarsi non più in fase. Assumiamo di considerare l’angolo θ = 0 essendo comunque molto piccolo. La differenza di cammino del raggio sarà ≈ 2 L . L‘origine dello sfasamento tra i raggi potrà quindi essere dovuto: 1. alla differente lunghezza dei percorsi e/o all’attraversamento di materiali di differente indice di rifrazione (diverso camino ottico) 2. alla riflessione nel passaggio n2 > n1 U n2 > n3 (sfasamento λ 2 : equivale al ribaltamento dell’impulso di un’onda che incontra ad un suo estremo un nodo che fa azione e reazione) Va sottolineato che la rifrazione in sé non genera mai sfasamento Se cerchiamo quindi la condizione di massimo d’interferenza dovremo avere che l’attraversamento della pellicola genera uno sfasamento equivalente a λ 2 avuto per riflessione dal raggio r1 ma dovremo anche tenere conto che la lunghezza d’onda nel materiale della lamina è λn = λ n e quindi arriviamo alle seguenti formule: 2L = λ 2n2 (2m + 1) con m = 0,1,2,...... costruttiva mentre avremo interferenza distruttiva (minimo) quando l’attraversamento della pellicola genera uno sfasamento nullo 2L = m λ n2 con m = 0,1,2,...... distruttiva Chiaramente solo alcune lunghezze d’onda soddisferanno le relazioni indicate; la relazione d’interferenza costruttiva ci fornisce la possibilità di individuare le lunghezze d’onda che si vedono “brillare” su una lamina sottile quando illuminata con luce bianca. 6/7 Nome file k:\scuola\didattica\corsi\corso fisica\ottica\interferenza.doc Creato il 23/05/2003 17.33.00 Elaborato il 20/09/2004 alle ore 22.58.25, salvato il 15/09/04 22.44 Dimensione file: 48640 byte stampato il 20/09/2004 22.58.00 Andrea Zucchini Web: http://digilander.iol.it/profzucchini Se la pellicola è molto sottile (L < 0.1λ ) gli effetti dell’attraversamento della lamina sono trascurabili rispetto allo sfasamento di λ 2 generato dalla riflessione e dato che le onde sono tutte in opposizione di fase la lamina appare scura. Nell’immagine la pellicola è più spessa in basso che in alto e quindi lì appare scura. . 7/7