Preistoria Alpina- Museo Tridentino di Scienze Naturali VoI. 28 (1992) MARCO AVANZINI Primi risultati delle ricerche nella catena delle Maddalene (Trentina occidentale - Italia) ABSTRACT A VANZINI M., 1993 - Primi risultati delle ricerche nella catena delle Maddalene (Trentino occidentale - Italia). [First results of the investigations in the Maddalene chain (Western Trentino - ltaly)]. Preistoria Alpina, 28: 231-235. The Maddalene Chain is located in the eastern part of the Retian Alps, in the Ortles Cevedale Group . The chain extends far more than 30 Km in the direction from east to west from the crest which separates the Non Valley and the Adige Valley to the Cevedale Group. The lithic industry, atypic in generai , is present over the whole chain. The settlement typology is repetitive, small terraces or ridges in relief near the high altitude lakes are preferred. Sporadic but equally significant settlements are located near the mountain passes which furrow crosswise this chain . The scarce typological elements stemming from current research allow to date only few settlements to a non well identified phase of Castelnovian. The Mesolithic settlements in Maddalene Group are also found south in the numerous sites, which were pointed out during recent years , along the ridge which separates the Non Valley eastward and which is geographically linked to Monte Luco through the southern plateau. Marco Avanrini, Museo Tridentino di Scienze Naturali, Via Calepina 14 -38100 Trento. 231 Fig. 1 - La catena delle Maddalene, diramazione orientale del gruppo dell' Ortles Cevedale, si estende in senso est-ovest per più di 30 km. A nord la Val Venosta, a sud gli altopiani della Valle di Non cui è collegata attraverso l'area delle Palade. Fig. 1 - The Maddalene Chain, eastern branch of the Ortles Cevedale Group, extends from east to west for more than 30 km. Located between Venosta Valley to the north and the Non Valley plateaus to the south, it is connected by the Palade area. 232 La catena delle Maddalene, estesa in senso E-W per più di 30 km. si trova nell' area sud orientale delle Alpi Retiche ed appartiene geograficamente al gruppo dell'Ortles Cevedale del quale costituisce la diramazione orientale più prolungata. Fra tutti i sottogruppi dell'Ortles Cevedale, regione profondamente glacializzata, quello delle Maddalene è il meno elevato con le cime dello spartiacque principale che raramente superano i 2700 metri di quota e con cospicue diramazioni laterali. Le Maddalene presentano una indubbia omogeneità morfologica con creste rocciose nel settore occidentale e con crinali prevalentemente detritici nel settore orientale. Numerose valli trasversali penetrano all'interno della catena risalendone i versanti da meridionale (Valle di Non) e da settentrionale (Val Venosta). Le parti sommitali di queste valli, incise nei terreni metamorfici dell' Austroalpino e profondamente modellate dal glacialismo, hanno fianchi solitamente larghi e coperti da cordoni rnorenici; sovente si aprono alla sommità in comodi valichi. Le valli più profonde ed incise si trovano nel settore occidentale della catena, generalmente ampie, si raccordano con continuità alle vaste zone di pascoli sommitali. Verso est, i gradini di raccordo tra il fondovalle ed i terrazzi ed i circhi vallivi a quote superiori ai 2000 metri si fanno PIù marcati ed esiste una netta interruzione nella continuità di tali solchi. Al limite orientale infine, in prossimità del passo Palade, il territorio, caratterizzato dall'affiorare delle ignimbriti del piastrone porfirico atesino, si fa meno aspro con vallecole poco incise che solcano gli altopiani che dai 1800 metri si raccordano dolcemente al fondo delle valli principali. L'idrografia superficiale è ricchissima e l'eredità glaciale fa in modo che numerosissimi siano i laghetti d'alta quota. Per lo più raccolti nelle conche sommitali lasciate libere dal ritiro dei ghiacciai, appaiono spesso come conche intorbate o deboli depressioni detritiche asciutte nel periodo estivo. Concentrazioni di materiali litici sono diffuse in tutta l'area delle Maddalene. Numericamente consistenti, anche se piuttosto atipiche nella zona orientale, nei dintorni del Monte Luco e Malga Castrin dove l'energia del rilievo è relativamente bassa, si rarefanno verso est, penetrando all'interno della catena fino a scomparire nei pressi del passo di Rabbi, oramai a ridosso dei grandi ghiacciai dell' Ortles Cevedale. La tipologia insediativa è estremamente ripetitiva: vengono preferiti i piccoli terrazzi o le dorsali rilevate in prossimità dei laghetti d'alta quota. Fig. 2 - Il Lago Poinella. Il materiale litico è ampiamente distribuito su tutti i terrazzi e le dorsali attorno alla conca lacustre, situazione comune in tutta l'area delle Maddalene. Fig. 2 - Poinella Lake. The lithic material is widespread alI over the terraces and the ridges around the lake basino This is a common characteristic of the whole Maddalene Chain area. 233 Fig. 3 - L'Alpe di Brez con il Samerberg e l'Hochwart (2627 m s.l.m.) . All'estrema sinistra il Samerjoch (2195 m s.l.m.), uno dei valichi che attraversano trasversalmente la catena e presso i quali si rinvengono sporadici elementi litici. Fig. 3 - Alpe of Brez, with Samerberg and Hochwart (2627 m asl). At the very left the Samerjoch (2195 m asl.) one of the passes that cross the Chain, where isolated lithic elements can be found. Sporadiche, ma non meno significative presenze si collocano in prossimità dei valichi che solcano in senso trasversale la catena. Spesso esiste una notevole dispersione di materiali in aree anche piuttosto vaste, come ad esempio nel caso del lago Poinella (2180 m s.l.m.) in cui tutti i rilievi attorno alla conca lacustre sono interessati da esigue concentrazioni di materiale litico. Alcuni litotipi silicei, provenienti verosimilmente dagli affioramenti cretacei del fondovalle Atesino, si rinvengono con una certa frequenza e ripetitività nell' ambito dell'intera catena delle Maddalene, tra essi una caratteristica selce giallo ocracea che sembrerebbe attestare un qualche legame tra tutte le frequentazioni di quest' area. In taluni casi, come ad esempio nell'area di Cima Olmi (Ilmenspitze 2656 m S.l.ITI.), i materiali litici, distribuiti in un areale di parecchie migliaia di metri quadri con dislivelli notevoli tra i siti (fondovalle, terrazzi in quota, dorsali prospicienti il lago), mostrano una sostanziale affinità che potrebbe far pensare a frequentazioni relativamente vicine nel tempo di gruppi provenienti dagli stessi areali di approvvigionamento. Gli scarsi elementi tipologici emersi allo stato attuale delle ricerche permettono di collocare solo alcune delle frequentazioni in una fase non meglio identificabile del Castelnoviano. ~ ~03 @I6 234 4 Fig. 4 - Gli scarsi elementi tipologici finora rinvenuti sulla catena delle Maddalene. Frammenti di trapezi indeterminabili (1 e 2) da lago Cemiglio (2329 m s.l.m.) a sud di Cima Olmi, microbulini da Samerjoch (2195 m s.l.m.) (3) e da Malga Lucar (1906 m s.l.m.) (4). ) Fig. 4 - Scarce typological elements found on the Maddalene Chain up to now. Fragments of indeterminable trapezes (1 and 2) from Cemiglio Lake (2329 m asl) south of Cima Olmi, micro gravers from Samerjoch (2195 m asl) (3) and from Malga Lucar (1906 m asl) (4). Le frequentazioni mesolitiche del gruppo delle Maddalene trovano continuità a sud nei numerosi siti segnalati nel corso degli ultimi anni lungo il crinale che delimita ad est la valle di Non ed a strapiombo sulla valle dell ' Adige (NIEDERWANGER 1991, DALMERI & SEBESTA, 1993). Il collegamento geografico tra quest i territori appare logico attraverso i vasti pianori che caratterizzano l'alta Valle di Non a sud del Monte Luco e del Passo Palade . Alle ricerche hanno partecipato: Angela Berti , Roberto Avanzini , Giampaolo Dalmeri, Michele Lanzinger, Francesco Mulas, Gunther Niederwanger. BIBLIOGRAFIA DALMERI G. & SEBESTA c., 1993 - Nota sulla «Pietra di Romeno» . Studi Trentini di Scienze Storiche, LXXII sez. I n. 2, pp. 261-273, Trento . NIEDERWANGER G., 1991 - Steinzeitfunde auf der Mende1kamm . Der Schlern , n. 11-12, pp . 608628, Bozen . 235