Introduzione alla filosofia delle scienze

Introduzione alla filosofia delle scienze
DOCENTE
Gianni Mula
La proposta è rivolta a studenti del corso della laurea magistrale in fisica.
Semestre: Primo e secondo (vedi programma)
Programma del corso: La filosofia della scienza tradizionalmente intesa come disciplina specialistica centrata
sull'epistemologia è ormai di fatto superata. La netta distinzione fra "scienze dure", fondate sull'acquisizione
progressiva di certezze ogni volta verificate dall'esperimento, e "scienze umane" dal fondamento sempre
speculativo o fideistico, si rivela sempre più illusoria, com'è mostrato dalla nascita di nuove discipline come
l'econofisica, o, più in generale, dalla crescente evoluzione delle scienze sociali da discipline puramente
speculative a discipline in grado di dialogare alla pari con la scienza delle reti complesse. Tuttavia, come già
è avvenuto per la matematica dopo i teoremi di Gödel, la perdita della certezza assoluta come limite
escatologico della ricerca scientifica non giustifica in alcun modo un annuncio catastrofico del tipo "ma
allora ogni affermazione è vera quanto il suo contrario". Nel caso della fisica, ad esempio, nessun tipo di
descrizione dell'universo può più essere considerato un'acquisizione definitiva: non certo quello descritto
dalla meccanica classica ma neanche quelli descritti dalla meccanica quantistica o da ipotetiche future teorie
del tutto. Ma questa consapevolezza non implica affatto che ogni descrizione dell'universo sia empiricamente
equivalente a ogni altra: ciascuna conserva infatti la validità dei postulati che la definiscono e ne permettono
la formulazione. Naturalmente in questo modo i postulati di una teoria non sono più le pietre angolari sulle
quali riposa la "verità" della teoria ma soltanto dei mezzi convenienti che semplificano l'esposizione. Così se
da un lato si perde una sempre ipotetica certezza assoluta, dall'altro in compenso si apre la porta a nuove e
importanti frontiere interdisciplinari di ricerca quali lo studio dei sistemi complessi.
Sono i progressi della ricerca fisica degli ultimi decenni, dal successo nello spiegare le transizioni di fase in
poi, che dimostrano quanto sia di fatto superata l'affermazione, risalente a Heidegger e Gadamer, che "la
scienza non pensa": forse la scienza "non pensa", anche perché che cosa sia "la scienza" non è facilmente
definibile, ma certamente "le scienze pensano": per la fisica un esempio particolarmente significativo è il
metodo del campo autoconsistente, che ha tutta la complessità, e il valore euristico, di uno strumento
filosofico tradizionale quale il circolo ermeneutico.
Nel corso di quest'anno tali temi saranno illustrati principalmente tramite la presentazione del pensiero di
Michel Foucault (1926 -1984) e di Giorgio Agamben (1942 - ), due filosofi le cui problematiche sono le più
vicine all'esperienza della ricerca fisica contemporanea (come è condotta in pratica, non come dovrebbe
essere condotta secondo l'approccio falsificazionista di K.R. Popper).
Foucault è lo studioso francese che è diventato famoso per libri quali La storia della follia nell'età classica,
La nascita della clinica, L'archeologia del sapere, Sorvegliare e punire, La volontà di sapere, Storia della
sessualità, nei quali ha studiato prima i processi di costituzione e di evoluzione del sapere e poi i meccanismi
con i quali la conoscenza si trasforma in strumento di esercizio del potere. Paul Rabinow, curatore di due
antologie delle sue opere, ha visto nel metodo di lavoro di Foucault, con molte buone ragioni, sorprendenti
analogie col lavoro dello storico e filosofo della scienza T.S. Kuhn, l'autore de "La struttura delle rivoluzioni
scientifiche": entrambi hanno infatti studiato l'evoluzione che nel corso della storia hanno avuto
l'organizzazione e il funzionamento del sapere.
Agamben è invece un filosofo italiano molto più conosciuto all'estero che in Italia, nonostante le sue opere
siano scritte generalmente, anche se non sempre, in italiano. La pubblicazione che lo ha trasformato in una
star filosofica internazionale è Homo sacer. Il potere sovrano e la nuda vita (1995), libro che è stato
ribattezzato retroattivamente "primo volume" di una serie dedicata allo studio del concetto di biopolitica.
Concetto originariamente introdotto da Foucault (alla fine de La volontà di sapere) con l'osservazione che
"alle soglie dell'età moderna la vita naturale comincia ad essere inclusa nei meccanismi e nei calcoli del
potere statuale e la politica si trasforma in biopolitica". Anche per Agamben valgono le considerazioni fatte
in precedenza per Foucault circa le analogie con l'opera di Kuhn: il primo seminario proposto sarà infatti
dedicato all'uso che Agamben fa del concetto di paradigma, concetto che, come è noto, è stato introdotto da
Kuhn come strumento di analisi e di descrizione dello status della conoscenza scientifica in un dato periodo.
Per quest'anno accademico il corso prevede sei seminari su argomenti di interesse generale anche per laureati
e dottorandi, di fisica e di altre discipline, interessati al senso e al significato filosofico della ricerca fisica
contemporanea. I seminari si svolgeranno in due cicli di tre, uno nel primo semestre e un'altro nel secondo,
spaziati nel tempo (almeno 15 giorni tra un seminario e l'altro) in modo da poter tenere lezioni integrative per
quegli studenti che fossero interessati a un lavoro personale di approfondimento di una delle tematiche
proposte. Ogni seminario sarà annunciato con un abstract esteso dell'argomento trattato; dopo il seminario si
prevede di rendere disponibile agli interessati, dopo un tempo ragionevole, un'esposizione scritta.
Modalità di iscrizione al corso e di esame: gli studenti interessati potranno segnalare la loro intenzione di
formalizzare l'iscrizione al corso in qualunque momento dopo aver seguito almeno due seminari, del primo o
del secondo semestre. Al fine del riconoscimento dei tre crediti previsti per il superamento dovranno
presentare e discutere col docente una relazione scritta su un aspetto specifico degli argomenti trattati nei
seminari, scelto da loro e accettato dal docente. Ovviamente la relazione non dovrà essere scientificamente
originale ma dovrà dimostrare la personale comprensione del tema discusso. Si sconsiglia vivamente un
approccio "copia e incolla" da testi che non si capiscono e che per questa ragione non si è neanche in grado
di parafrasare. Il docente sarà disponibile, dopo ogni seminario, per rispondere a domande degli studenti
interessati che avessero bisogno di ulteriori chiarimenti sul tipo di lavoro da svolgere e sulle modalità
dell'esame.