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La prima strage della Repubblica
italiana
‡ Nella storiografia del dopoguerra si indica con O·HVSUHVVLRQH
´VWRULD HYHQHPHQ]LDOHµ (dal francese événementiel) la storia
dei fatti politici, ristretta ad avvenimenti particolari e
irripetibili.
‡ La storia evenemenziale è stata accusata dalla scuola delle
´$QQDOHVµ di cogliere solo la superficie del processo storico,
ignorando le trasformazioni assai più rilevanti che si
svolgono in profondità e perdendo così la possibilità di
trattare scientificamente la storia stessa.
‡ Solo la serialità, la ripetitività dei fenomeni e il trattamento
quantitativo ne permetterebbero, infatti, uno studio
realmente scientifico.
Per illustrare i diversi ritmi dei tempi della
storia e la loro coesistenza Fernand Braudel
utilizza una metafora marina, distinguendo tra
increspature della superficie, grandi correnti
sottomarine e profondità abissali.
‡ Il più appariscente di tali tempi è il tempo ´FRUWRµ
quello della storia ´WUDGL]LRQDOHµ événementielle. È
un'oscillazione breve, la schiuma della storia, onde
di superficie nel mare;; è quello effimero degli
avvenimenti, degli eventi politici e militari;; quello
vissuto dai singoli, un tempo individuale incapace
di esaurire la comprensione storica ma anche il più
ricco in umanità.
‡ Il secondo è quello dei cicli economici, della congiuntura, ´LO
recitativo della FRQJLXQWXUDµ modulato in oscillazioni
cicliche. È quello ´VRFLDOHµ proprio dei gruppi, in cui si
colloca la storia delle diverse organizzazioni umane, delle
loro economie, delle loro istituzioni nei loro molteplici
rapporti. È il tempo intermedio fra quello degli individui e
quello dell'uomo, quello delle correnti marine di fondo.
‡ Il terzo di questi tempi è quello ´TXDVL LPPRELOHµ ´TXDVL
fuori dal WHPSRµ della lunga durata;; quello delle ´SURIRQGLWjµ
marine, dei ´ULWRUQL LQVLVWHQWLµ delle stagioni, dei lavori, dei
fiori;; quello delle strutture che mutano molto lentamente e
di cui il capitalismo è un esempio compiuto. Questo tempo
´JHRJUDILFRµ che studia i rapporti dell'uomo e del suo
ambiente, è per Braudel la scala temporale con un ´YDORUH
HFFH]LRQDOHµ perché, mettendo in evidenza continuità e
persistenze, non solo è la più ´VFLHQWLILFDµ ma offre anche la
possibilità d'incontro con le altre scienze sociali.
‡ Il discredito gettato sulla storia evenemenziale si è
rovesciato QHOO·XOWLPR periodo in un rinnovato interesse per
lo studio di avvenimenti singoli, talora apparentemente
trascurabili, analizzati come momenti in cui si intersecano e
si offrono DOO·DQDOLVL storica complessi processi sociali,
economici, politici e culturali.
Una premessa: il prefetto Mori e la lotta alla mafia
come legittimazione del Fascismo
https://www.youtube.com/watch?v=i2An17oqrtE
‡ ´Gli italiani devono sapere che Portella della Ginestra è la
chiave per comprendere la vera storia della nostra Repubblica.
Le regole della politica italiana di questo mezzo secolo sono state
scritte con il sangue delle vittime di quella strage.µ
‡ D. Dolci
‡ Nel gennaio 1943 vengono pianificate dai governi di Londra e Washington (Incontro
di Casablanca) le operazioni di invasione del Sud Italia.
‡ $OO·LQL]LR di TXHOO·HVWDWH a seguito di contatti segreti tra le forze di intelligence
angloamericane e i gerarchi fascisti favorevoli a un ripristino della monarchia, viene
deciso di far coincidere la caduta del Duce con O·RFFXSD]LRQH e la liberazione
GHOO·,WDOLD meridionale.
‡ Il 10 luglio del 1943 un immenso contingente militare angloamericano (850 mila
uomini, 4000 aerei, 3000 navi) sbarca in Sicilia.
‡ Il 22 luglio gli alleati prendono Palermo, dopo averla duramente bombardata nelle
settimane precedenti.
‡ Il 24 luglio viene convocato il Gran Consiglio del fascismo: DOO·RUGLQH del giorno
O·HVDPH della situazione del conflitto, in realtà viene presentata la cosiddetta
Mozione Grandi che di fatto mette ai voti O·HVDXWRUD]LRQH del Duce dal comando delle
forze armate.
‡ La notte del 24 luglio, Mussolini toglie la seduta registrando passivamente
O·DSSURYD]LRQH a larga maggioranza della Mozione Grandi.
‡ Il 25 luglio Mussolini viene arrestato.
‡ Alla fine GHOO·DJRVWR 1943 la Sicilia è in mano agli alleati.
‡ Con O·LQJUHVVR degli alleati QHOO·LVROD si aprirà «una fase di transizione che si
concluderà molti anni dopo e influenzerà la storia della Sicilia fino ai nostri giorni».
‡ Diversi soggetti politici e sociali confidano fiduciosi in un nuovo corso impresso agli
eventi dalla presenza angloamericana:
¾ I democristiani e i liberali che auspicavano la caduta del regime e della monarchia,
confidano QHOO·DSSRJJLR alleato per guidare la transizione politica;;
¾ Il movimento per O·LQGLSHQGHQ]D della Sicilia, guidato da Finocchiaro Aprile, che
promuoveva la separazione GHOO·LVROD dal territorio nazionale prospettando una
fantomatica annessione agli Stati Uniti G·$PHULFD.
¾ I comunisti e i socialisti, sebbene mal visti dagli alleati, speravano che il ripristino
delle condizioni democratiche consentisse loro di attuare azioni radicali di riforma
sociale e politica;;
¾ La mafia locale, mortificata nella sua azione criminale durante il ventennio fascista,
tornava alla ribalta intessendo fin da subito, anche attraverso gli emigrati siciliani
negli Usa, una fitta rete di relazioni con gli alti comandi americani.
«Quando, nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943, le forze alleate
iniziano lo sbarco in Sicilia, a tirare un sospiro di sollievo sono
in tanti: i cittadini che vedono avvicinarsi O·RUD della fine degli
spaventosi bombardamenti, gli antifascisti che sentono il
profumo della libertà, i mafiosi i quali, avendo appoggiato lo
sbarco, sanno di poter disporre adesso di uno spazio di
manovra che il fascismo aveva loro negato».
Andrea Camilleri
https://www.youtube.com/watch?v=S4s4RDa9NI
‡ Una volta terminata O·RFFXSD]LRQH GHOO·LVROD si diede inizio a
una forma di amministrazione indiretta del governo locale,
affidata in parte agli alleati e in parte a noti esponenti della
politica e della società civile siciliana.
‡ Nelle grandi città della Sicilia O·DPPLQLVWUD]LRQH del potere
era maggiormente controllata dagli alleati, mentre nelle
campagne, dove diffuso era ancora il latifondo, a prendere
le redini della situazione furono i grandi proprietari terrieri,
nella stragrande maggioranza dei casi mafiosi o comunque
affiliati ai mafiosi attraverso la gestione delle gabelle.
‡ Tra il 1944 e il 1945 ebbe luogo il lento passaggio dei poteri
GDOO·DPPLQLVWUD]LRQH alleata al governo italiano, nel frattempo dilaniato
dalle controversie interne alla DC (scontro tra ala centrista e di sinistra),
vera guida del Paese una volta che Badoglio, troppo compromesso col
passato regime era stato estromesso dalla vita politica, e al tentativo di
ospitare una più alta rappresentanza dei partiti socialista e comunista, i
cui militanti avevano infoltito le file del CNL al Nord. 1HOO·LVROD la
transizione del potere ebbe caratteristiche del tutto peculiari: venne,
infatti, istituita una Commissione Regionale di Controllo con il compito di
mediare con il governo nazionale affinché le richieste di autonomia delle
istituzioni locali, ampliamente garantite e sostenute dagli
angloamericani, confluissero nel nuovo ordinamento dello Stato.
‡ Il governo italiano, per parte sua, cercò O·DSSRJJLR dei soggetti politici
chiave, invischiandosi in pericolose relazioni con la mafia locale pur di
scongiurare il pericolo maggiore: la secessione auspicata dalla forze
separatiste, confluite nel frattempo nel MIS e dotate addirittura di un
braccio armato, O·(9,6 finanziato e armato dagli alleati.
‡ Due elementi nuovi intervengono, tuttavia, nella politica
isolana, elementi che contribuiranno a creare quel clima di
tensione ¶VWUDJLVWD· che porterà DOO·DJJXDWR della Portella.
1. Maggio 1946, concessione dello Statuto speciale alla
Sicilia (poi ratificato attraverso le norme costituzionali nel
1948). Esso comporterà:
¾ /·DIILHYROLPHQWR della forza politica del MIS;;
¾ La trasformazione GHOO·(9,6 da braccio armato del
movimento a strumento nelle mani della mafia.
1. Aprile 1947, alle elezioni regionali, il Fronte Popolare (PCI e
PSI) supera la soglia del 30%, attestandosi come la prima
forza politica GHOO·LVROD. Questa vittoria avrà conseguenze
locali, nazionali e internazionali:
¾ la DC isolana, attestatasi di gran lunga al di sotto del Fronte
Popolare, è costretta a cercare alleanze a destra e qui
abbraccia pericolosamente la mafia;;
¾ Il pericoloso rosso adesso minaccia lo Stato dal nord e dal
sud;;
¾ Gli alleati angloamericani temono O·DYDQ]DWD del
bolscevismo e si adoperano per contenerla.
‡ In questo clima politico e sociale segnato, per un verso,
GDOO·DVFHVD e GDOO·DIIHUPD]LRQH della sinistra isolana e, per O·DOWUR
dalla necessità di contenerne O·DYDQ]DWD sia in termini locali che
nazionali nacque il proposito di mettere in atto una serie di azioni
dimostrative e punitive che:
1. Incrinassero lo spirito di rivendicazione di diritti civili, politici e
sindacali dei lavoratori e dei contadini;;
2. Frenassero O·DVFHVD nei posti chiave di governo ai comunisti e ai
socialisti, ovvero ai maggiori avversari della mafia;;
3. Creassero, eventualmente, le condizioni per una rivolta violenta
dei lavoratori e dei partiti che li guidavano per generare una
nuova guerra civile.
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Quando: 1 Maggio 1947
Dove: Piana degli Albanesi (Pa)
Protagonisti: braccianti e contadini afferenti al PCI
Cosa: agguato di mafia
Armi usate: fucili e mitragliatrici
Bilancio delle vittime: 11 morti e 27 feriti
‡ Gli esecutori materiali
‡ I presunti mandanti
‡ La classe politica regionale
Salvatore Giuliano, figlio di braccianti agricoli
emigrati negli Stati Uniti, ventenne fu
sorpreso
dai
carabinieri
mentre
contrabbandava al mercato nero. Ne nacque
una conflitto a fuoco e un carabiniere perse la
vita;; Giuliano si diede alla latitanza,
divenendo capo della banda di Montelepre.
Nel frattempo, fu assoldato come colonnello
GHOO·(9,6
(Esercito
volontario
per
O·LQGLSHQGHQ]D della Sicilia), il braccio armato
del MIS (Movimento per O·LQGLSHQGHQ]D della
Sicilia) e si costruì attorno alla sua figura
XQ·DXUD quasi mitologica: la spietatezza del
killer (con più di 100 omicidi attribuitigli) si
unì alla leggendaria azione di sostegno alle
popolazioni
contadine
per
cui
fu
soprannominato il Robin Hood di Sicilia.
Segretario di Don Luigi
Sturzo,
DOO·HSRFD
della
fondazione della DC, più
volte
Ministro
della
Repubblica
Italiana
e
Presidente del Parlamento
Europeo. $OO·HSRFD dei fatti di
Portella della Ginestra era
Ministro GHOO·,QWHUQR noto
per il suo antibolscevismo.
Giornalista e direttore GHOO·8QLWj fu
arrestato durante il regime fascista e
trascorse 15 anni in carcere. Dopo il
1943 tornò in Sicilia, divenendo
segretario regionale del PCI. Fu il
primo a denunciare pubblicamente i
mandanti della strage di Portella
della Ginestra.
Cugino e braccio destro di
Salvatore
Giuliano.
Si
autoaccusò GHOO·RPLFLGLR del
bandito in seguito DOO·DUUHVWR
per i fatti di Portella della
Ginestra. Nel 1954 morì
assassinato nel carcere di
Palermo, dopo aver indicato,
sebbene in versioni diverse e in
taluni casi discordanti, i
mandati occulti della strage.
Pseudonimo con cui si presentò a
Giuliano Maria Lamby Karintelka,
spia svedese che lavorava per conto
di servizi di intelligence sionisti. Nei
giorni seguenti alla strage di Portella
della Ginestra, trascorse alcune
settimane nel covo del bandito. I
resoconti giornalistici della Cyliacus
contribuirono
a
formare
TXHOO·LPPDJLQH
leggendaria
di
Giuliano. Fu espulsa GDOO·,WDOLD nel
1949.
Capitano GHOO·266 (Office of Strategic
Service) e giornalista statunitense,
giunto in Italia al seguito delle truppe
angloamericane. Pochi giorni prima
della Strage di Portella della Ginestra
intervistò Giuliano nel suo rifugio. Il
bandito
pare
fece
giungere
attraverso Stern delle missive dirette
al presidente Usa Truman, affinché
prendesse posizione a favore
GHOO·LQGLSHQGHQWLVPR siciliano.
Spietato
boss
italoamericano,
arrestato negli anni Trenta negli Usa
e divenuto poi collaboratore dei
Servizi Segreti Americani durante la
II Guerra mondiale. Agì da tramite
per
il
Governo
Americano
DOO·LQGRPDQL dello sbarco in Sicilia e
soggiornò a Palermo tra il 1946 e il
1947 incontrando diversi esponenti
del MIS. Nelle settimane che
precedettero O·DWWHQWDWR a Portella
della Ginestra, si trovava in stato di
arresto al carcere di Palermo, ma fu
inaspettatamente rilasciato 15 giorni
dopo O·DWWHQWDWR.
1. A Portella della Ginestra hanno agito banditi senza scrupoli
e senza colore politico.
2. A Portella della Ginestra hanno sparato banditi armati
dalla mafia locale e dal partito monarchico e liberale.
3. A Portella della Ginestra i banditi hanno sparato su
commissione dei servizi segreti americani e italiani.
‡ È questa la versione pronunciata GDOO·DOORUD Ministro
GHOO·,QWHUQR Onorevole Mario Scelba, DOO·LQGRPDQL dei fatti
avvenuti in Sicilia e sostenuta dal governo.
‡ Gli esponenti liberali e democristiani, allora maggioranza nel
governo di transizione, vedono nel banditismo isolano un
pericoloso ostacolo al processo di riunificazione e
democratizzazione del paese. Hanno, inoltre, un forte
interesse a ¶SURWHJJHUH· i capi mafia locali, con cui
intrattengono relazioni elettorali e clientelari.
‡ Mario Scelba,
Costituente:
Ministro
GHOO·,QWHUQR
DOO·$VVHPEOHD
«Questo delitto non è una manifestazione politica:
nessun partito politico oserebbe organizzare manifestazioni
del genere. Si spara sulla folla dei lavoratori non perché tali,
ma perché rei di reclamare un nuovo diritto («). Con analoga
mentalità in altre regioni G·,WDOLD si uccidono da altri criminali e
con forme analoghe di banditismo i proprietari. Lo dico a
difesa della mia Isola («) la cui realtà è non diversa da quella
GHOO·,WDOLD («) ogni uomo non può non deplorare questi residui
di banditismo feudale;; il Governo esprime profondo cordoglio
per le vittime («) nello stesso tempo esprime O·DXJXULR che il
delittuoso episodio («) non sia causa di nuove lotte».
Roma 2 maggio 1947
‡ È questa O·LSRWHVL avanzata dagli esponenti comunisti e
socialisti ² fronte comune in Sicilia e vincitori delle elezioni
del 20 aprile che li vedono partecipare insieme come Blocco
del Popolo ² ed espressa con veemenza GDOO·2QRUHYROH
Girolamo Li Causi.
‡ I banditi sarebbero stati armati dalla mafia locale che, in
accordo con i partiti monarchico e liberale avrebbe avuto
O·LQWHQ]LRQH di scatenare in Sicilia una guerra civile per
giustificare poi il ripristino di un governo reazionario.
‡ Girolamo Li Causi, Deputato al Parlamento e Segretario Regionale del
3&,DOO·$VVHPEOHD&RVWLWXHQWH
«non sono niente affatto soddisfatto delle dichiarazioni del
Ministro GHOO·,QWHUQR Onorevole Scelba. È ora che si finisca con questa
retorica di difesa della Sicilia, difendendone le manifestazioni più deteriori
e incivili: il popolo siciliano che va difeso è quello che nella sua
maggioranza, il 20 aprile ha espresso il suo sentimento profondamente
democratico e unitario. Onorevoli colleghi io ho visto con i miei occhi («):
una bambina di tre anni trucidata, cinque orfani impietriti GDOO·RUURUH
attorno alla madre morta. («) su questa folla innocente e gioiosa sono
partite raffiche di mitragliatrice («) Un particolare che si acclarerà, ma che
già è stato fatto presente alle autorità: il maresciallo dei carabinieri di
Piana dei Greci, in un feudo dietro la Pizzuta, schiticchiava (mangiava e
beveva) coi mafiosi della zona. I nomi («) noi li facciamo («) sono i
Terrana, i Zito, i Bosco, i Romano, i Troia, i Riolo-Matranga;; sono i capi
mafia, sono i gabellotti, sono gli esponenti del partito monarchico e del
blocco monarchico liberal-qualinquista. Siamo di fronte a un fatto che
mostra la decisa volontà di provocare in Sicilia la guerra civile »
Roma 2 maggio 1947
‡ È questa O·LSRWHVL avanzata da alcuni giornali GHOO·HSRFD nei quali
già allora si denunciava la peculiare modalità GHOO·HVHFX]LRQH
GHOO·DWWHQWDWR supponendo che a sparare non fossero stati solo i
banditi di Giuliano.
‡ I banditi furono armati dai servizi segreti americani e agirono in
combutta con la mafia locale per infliggere un colpo mortale ai
partiti comunista e socialista e alle associazioni sindacali rosse
(nel solo 1947 dieci sindacalisti rossi morirono in attentati di
stampo mafioso). /·DJJXDWR a Piana degli Albanesi proverebbe,
perciò, O·HVLVWHQ]D di un triangolo criminoso che legava i servizi di
intelligence americani e italiani, la mafia locale e il banditismo.
Una prima drammatica attestazione dello scontro tra blocco
occidentale liberale e blocco orientale comunista.
/·8QLWj, 3 maggio 1947
´VFDULFKH di mitragliatrice provenienti dai sovrastanti costoni
della Pizzuta e della Cometa si abbattevano sul luogo del
comizio [«] Un nutrito fuoco incrociato si protraeva per venti
minuti, mentre la folla si disperdeva in corsa in tutte le
GLUH]LRQLµ.
La Stampa, 3 maggio 1947
´GDO Monte Cometa altri criminali erano con le armi al piede,
pronti a dar manforte ai compagni del delitto se da parte della
folla si fosse tentata una reazioneµ.
‡ /·DOORUD segretario della Camera dei Lavoratori di Agrigento,
Francesco Renda, divenuto in seguito storico di fama
internazionale, avrebbe dovuto partecipare al comizio quella
mattina del 1° maggio a Portella della Ginestra. Un guasto
alla moto lo fece arrivare in ritardo e gli salvò la vita. Renda
ha sottolineato O·LQWULJR politico a livello locale e nazionale
tra banditi, dirigenti dei partiti democristiani GHOO·HSRFD e
cosche mafiose, mostrando come in questo quadro agissero
anche i servizi segreti americani. A suo avviso, tuttavia, la
strage deve essere intesa come un crimine anzitutto sociale
e non politico, ovvero ciò che V·LQWHQGHYD colpire alla
Portella era il movimento dei lavoratori e i mafiosi trovarono
nello Stato la copertura ideologica per attuare il piano.
‡ Francesco Renda, Portella della Ginestra e la guerra fredda:
‡ «Per chiamare in causa gli interessi o gli intrighi di una grande
potenza come gli Usa ci vuole ben altro. Gli sviluppi del post
Portella della Ginestra non declinano nel senso di una
compromissione americana nella vicenda Giuliano... Mentre nel
supporre la partecipazione della mafia e della agraria apportate
dal braccio armato di Giuliano, Portella della Ginestra trova la sua
precisa collocazione nell'ambito della vicenda politica siciliana e
italiana, nell'ipotizzare invece la partecipazione dei servizi segreti
americani Portella della Ginestra diventerebbe, senza che vi siano
le prove, un episodio, un momento della strategia internazionale
degli Usa, nella cui esecuzione sia Giuliano che la mafia e gli
stessi ipotizzabili mandatari della strage svolgerebbero il ruolo dei
legittimi esecutori di una grande causa, come la salvezza
dell'Occidente minacciato dalla sopraffazione comunista... ».
‡ Il corpo del bandito viene ritrovato a Castelvetrano il 5 luglio
del 1950. La versione ufficiale della polizia e del Ministero
GHOO·,QWHUQR affermò che Giuliano fosse morto a seguito di
un conflitto a fuoco con capitano Antonio Perenze, capo del
Comando Forze Repressione Banditismo.
‡ Per diverse ragioni le circostanze della morte risultano
immediatamente poco chiare.
‡ Il braccio destro di Giuliano, al processo per O·DJJXDWR a
Portella della Ginestra, si autoaccuserà GHOO·RPLFLGLR
indicando tuttavia i mandanti in alcuni noti esponenti della
DC isolana e delle forze GHOO·RUGLQH.
https://www.youtube.com/watch?v=Z6APUH
p15UA
‡ Nel settembre del 1947 il tribunale di Palermo apre XQ·LVWUXWWRULD contro
i responsabili della strage di Portella della Ginestra: Salvatore Giuliano e
gli affiliati alla sua banda.
‡ Il processo viene trasferito a Viterbo e si apre nel luglio del 1950. Nel
frattempo molti indagati vengono arrestati. Spicca, per le dichiarazioni
rese alla magistratura, il nome del braccio destro di Giuliano, Gaspare
Pisciotta, che si autoaccusa GHOO·RPLFLGLR del cugino, indicando, per
altro, i mandati occulti della strage (noti esponenti della DC isolana e
delle forze GHOO·RUGLQH.
‡ Tutti gli imputati afferenti alla banda vengono condannati DOO·HUJDVWROR
mentre i cosiddetti ¶SLFFLRWWL· ovvero coloro che agirono in stato di
soggezione della banda stessa, vengono assolti.
‡ Il processo di Viterbo non pervenne a nessuna verità giudiziaria sui
presunti mandanti, confermando di fatto O·LSRWHVL pronunciata dal
Ministro GHOO·,QWHUQR Scelba DOO·LQGRPDQL della strage: a Portella hanno
agito i banditi da soli.
‡ Se la mafia sia una mentalità, un fenomeno sociale e
culturale o piuttosto la declinazione locale di una forma di
criminalità organizzata è questione dibattuta da decenni
nella storiografia.
‡ Cercare di fissare una definizione della mafia non è
XQ·RSHUD]LRQH esclusivamente formale o linguistica, poiché
inquadrarla nel modo corretto significa poter agire
concretamente contro di essa.
‡ Se la mafia è solo una mentalità, un modo di pensare, di
vivere e di comprendere le relazioni sociali e civili ² come
O·KD tratteggiata tanta sociologia anglosassone nel secolo
scorso ², una mentalità a tal punto intrecciata al modo di
essere dei siciliani da costituirne quasi O·HVSUHVVLRQH più
autentica, allora nessuna forza di repressione può
eliminarla.
‡ Una mentalità non può essere estirpata.
Se la mafia, come troppo spesso le Commissioni Antimafia
istituite nel nostro paese hanno ratificato alla fine delle loro
indagini, è soltanto un costume sociale volto DOO·LQWLPLGD]LRQH
alla soggezione e DOO·HVWRUVLRQH allora nessuna azione di
polizia o giudiziaria potrà colpirla veramente.
‡ Un costume criminale è diffuso e anonimo, non ha
responsabili che si possano indicare con un nome e un
cognome, non ha una strategia da perseguire, è
diversificato a seconda delle occasioni, dei contesti e dei
momenti storici.
‡ Solo se la mafia viene intesa ² come acutamente hanno
sottolineato i giudici e gli inquirenti del Pool Antimafia istituito alla
fine dei terribili Ottanta in una Palermo dilaniata dal sangue dei
delitti e delle stragi ² come associazione a delinquere, allora la
mafia può essere sconfitta.
‡ La mafia è una forma particolare di criminalità organizzata, non
antistato, ma stato DOO·LQWHUQR dello stato, con una sua fisionomia
propria, caratterizzata dal verticismo e GDOO·REEHGLHQ]D assoluta
dei suoi membri. Tale organizzazione può mutare nel corso della
storia, ma persegue sempre determinati obiettivi: O·DUULFFKLPHQWR
e il potenziamento GHOO·RUJDQL]]D]LRQH stessa. Per perseguire
questo fine la mafia si allea di volta in volta con i soggetti politici
che più le convengono e con gli apparati dello Stato che le sono
utili.
‡ «Tante critiche sono piovute addosso ai magistrati che si occupano di
inchieste di mafia: pretese scorrettezze nella gestione dei cosiddetti pentiti;;
creazioni dei maxiprocessi, come se fossero XQ·LQYHQ]LRQH dei magistrati
piuttosto che la conseguenza di una realtà criminosa di dimensioni
inusitate;; quelle VXOO·XVR delle scorte («). E come non ricordare che alcuni
hanno avuto il coraggio di accostare XQ·DWWLYLWj repressiva svolta nel pieno
rispetto delle leggi con quella del prefetto Mori nel periodo fascista? La lotta
al crimine organizzato è un nodo di fondamentale importanza per la stessa
stabilità della democrazia e ciò, tuttora, non viene recepito nei suoi termini
reali. Ci si attarda su questioni non essenziali («) e non si comprende che
nella lotta alla mafia è importante ristabilire O·DXWRULWj dello Stato, in tutte le
sue articolazioni, in intere regioni in cui finora lo stesso non ha fatto sentire
la sua presenza. Garantire la legalità ² e cioè la punizione dei colpevoli dopo
un giusto processo ² sarà una conquista autenticamente rivoluzionaria in
terre in cui finora O·LOOHJDOLWj è stata la regola di vita».
Giovanni Falcone, Ruolo della magistratura nella lotta alla mafia, Conferenza tenuta il 12 maggio 1990 alla
)DFROWjGL(FRQRPLDH&RPPHUFLRGHOO·8QLYHUVLWjGL&DWDQLD
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