Dottr.Sociale della Chiesa con GAIA DE VECCHI relazione 02 – famiglia e matrimonio 2. IL MATRIMONIO e LA FAMIGLIA IL MATRIMONIO Distinguiamo nel matrimonio 10 settori che risultano importanti per la comprensione, senza dimenticare che sono “strati” di un’unica TOTALITÀ. 1. La sessualità La sessualità non è l’impulso sessuale. È la dinamica biologica dei due sessi che plasma tutto l’essere psico-fisico. Esercita il suo influsso sul pensiero, sul modo di agire, sul sentimento, sugli stati d’animo e persino nel rapporto con Dio. Nel riconoscere questa dialettica e differenza, non vanno però esagerate le differenze: l’essenza fondamentale umana è identica nell’uomo e nella donna. Due concezioni riduttive: – Alcune interpretazioni della sociologia relativizzano o negano la natura bisessuale, attribuendo solo a fattori storici e culturali le distinzioni – Alcune correnti di pensiero, derivanti del neoplatonismo, gnosi, manicheismo o culti misterici orientali, considerano la bisessualità come qualcosa di negativo, frutto del peccato Nella concezione cristiana la bisessualità è contenuta nel piano creativo originario, voluto dall’amore, dalla bontà e dalla sapienza di Dio e non è quindi frutto del peccato, di una caduta dal monismo sessuale al dualismo sessuale. CDSC 224 Di fronte alle teorie che considerano l’identità di genere soltanto come prodotto culturale e sociale derivante dall’interazione tra la comunità e l’individuo, prescindendo dall’identità sessuale personale e senza alcun riferimento al vero significato della sessualità, la Chiesa non si stancherà di ribadire il proprio insegnamento: «Spetta a ciascuno, uomo o donna, riconoscere ed accettare la propria identità sessuale. La differenza e la complementarità fisiche, morali e spirituali sono orientate al bene del matrimonio e allo sviluppo della vita familiare. L’armonia della coppia e della società dipende in parte dal modo in cui si vivono tra i sessi la complementarità, il bisogno vicendevole e il reciproco aiuto». È questa una prospettiva che fa considerare doverosa la conformazione del diritto positivo alla legge naturale, secondo la quale l’identità -1- Dottr.Sociale della Chiesa con GAIA DE VECCHI relazione 02 – famiglia e matrimonio sessuale è indisponibile, perché è la condizione oggettiva per formare una coppia nel matrimonio. 2. Il rapporto dialogico dei sessi Il rapporto dialogico (o la possibilità dialogica) è sperimentata come attrattiva, promessa, compito e responsabilità. Per il cristianesimo l’immagine antropologica si concilia solo con la parità tra uomo e donna e il rapporto personale che ne risulta. “La donna è compagna (socia) e non serva dell’uomo” (Francisco da Vitoria + 1546). Cambiamenti su questo piano: • La famiglia non è più patriarcale • La donna ha un ruolo e un impiego anche nella vita pubblica 3. L’istinto sessuale L’istinto sessuale persegue due finalità intrinseche: 1. 2. un fine super individuale, la propagazione del genere umano e in quanto tale è un “bene eccellente” (Summa Theol. II-II, 153, 2) un fine psico-fisico di unione e donazione reciproca. Cambiamenti su questo piano: • Diffusione dei contraccettivi • Tecniche di procreazione assistita 4. Istinto di perseverazione Pudore # vergogna. Pudore: • Psichico • Sociale • Sessuale Il pudore sessuale preserva: • Dall’istinto cieco • Quei valori da vivere pienamente nel matrimonio 5. L’amore concupiscente proprio dell’eros L’amore concupiscente può risolversi in: • Positivo quando nella persona amata cerca il completamento, l’arricchimento, la beatitudine e la pienezza; • Negativo quando rimane prigioniero del proprio io o nell’altro vede un immagine irreale. L’amore concupiscente è quindi caratteristica essenziale del matrimonio purché sappia integrarsi con le altre dinamiche. -2- Dottr.Sociale della Chiesa con GAIA DE VECCHI relazione 02 – famiglia e matrimonio 6. L’amore che dona disinteressatamente (agape) L’eros è importante ma deve sapersi unire all’agape. Eros e agape insieme devono saper trasformare (il rapporto e la realtà). Per il rapporto eros-agape cfr. Deus caritas est Casti connubi: Una tale vicendevole formazione interna dei coniugi, con l’assiduo impegno di perfezionarsi a vicenda, in un certo senso verissimo, come insegna il Catechismo romano, si può dire anche primaria causa e motivo del matrimonio, purché s’intenda per matrimonio, non già nel senso più stretto, l’istituzione ordinata alla retta procreazione ed educazione della prole, ma in senso più largo, la comunanza, l’uso e la società di tutta la vita. CDSC 223 L’essere umano è fatto per amare e senza amore non può vivere. Quando si manifesta nel dono totale di due persone nella loro complementarità, l’amore non può essere ridotto alle emozioni e ai sentimenti, né, tanto meno, alla sua sola espressione sessuale. Una società che tende sempre più a relativizzare e a banalizzare l’esperienza dell’amore e della sessualità esalta gli aspetti effimeri della vita e ne oscura i valori fondamentali: diventa quanto mai urgente annunciare e testimoniare che la verità dell’amore e della sessualità coniugale esiste là dove si realizza un dono pieno e totale delle persone con le caratteristiche dell’unità e della fedeltà. Tale verità, fonte di gioia, di speranza e di vita, rimane impenetrabile e irraggiungibile fintanto che si rimane chiusi nel relativismo e nello scetticismo. 7. La procreazione di nuove vite GS 50: “Il matrimonio e l’amore coniugale sono ordinati per loro natura alla procreazione ed educazione della prole. I figli infatti sono il dono più eccellente del matrimonio e contribuiscono grandemente al bene dei genitori stessi”. Pro-creare: il figlio vissuto come dono. DCSC 218: Il matrimonio, nella sua verità « oggettiva », è ordinato alla procreazione e all’educazione dei figli. L’unione matrimoniale, infatti, fa vivere in pienezza quel dono sincero di sé, il cui frutto sono i figli, a loro volta dono per i genitori, per l’intera famiglia e per tutta la società. Il matrimonio, tuttavia, non è stato istituito unicamente in vista della procreazione: il suo carattere indissolubile e il suo valore di comunione permangono anche quando i figli, pur vivamente desiderati, non giungono a completare la vita coniugale. Gli sposi, in questo caso, «possono mostrare la loro generosità adottando bambini abbandonati oppure compiendo servizi significativi a favore del prossimo». -3- Dottr.Sociale della Chiesa con GAIA DE VECCHI relazione 02 – famiglia e matrimonio 8. Il matrimonio come contratto Casti connubi: “Ogni particolare matrimonio, in quanto unione coniugale fra quest’uomo e questa donna, non può cominciare ad esistere se non dal libero consenso di ambedue gli sposi; e questo atto libero della volontà, col quale ambedue le parti danno e accettano il diritto proprio del connubio, è talmente necessario perché esista vero matrimonio, che non può venire supplito da nessuna autorità umana. Sennonché tale libertà a questo soltanto si riferisce: che i contraenti vogliano realmente contrarre matrimonio e contrarlo con questa determinata persona; ma la natura del matrimonio è assolutamente sottratta alla libertà umana, in modo che una volta che uno abbia contratto matrimonio, resta soggetto alle sue leggi e alle sue proprietà essenziali”. L’articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo afferma: • Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all’atto del suo scioglimento. • Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi. CDSC 215: La famiglia ha il suo fondamento nella libera volontà dei coniugi di unirsi in matrimonio, nel rispetto dei significati e dei valori propri di questo istituto, che non dipende dall’uomo, ma da Dio stesso: « questo vincolo sacro in vista del bene sia dei coniugi e della prole che della società non dipende dall’arbitrio umano. Infatti è Dio stesso l’autore del matrimonio, dotato di molteplici valori e fini ». L’istituto del matrimonio — « intima comunione coniugale di vita e d’amore, fondata dal Creatore e dotata di leggi proprie » — non è dunque una creazione dovuta a convenzioni umane e ad imposizioni legislative, ma deve la sua stabilità all’ordinamento divino. È un istituto che nasce, anche per la società, « dall’atto umano col quale i coniugi vicendevolmente si danno e si ricevono » e si fonda sulla stessa natura dell’amore coniugale che, in quanto dono totale ed esclusivo, da persona a persona, comporta un impegno definitivo espresso con il consenso reciproco, irrevocabile e pubblico. Tale impegno comporta che i rapporti tra i membri della famiglia siano improntati anche al senso della giustizia e, quindi, al rispetto dei reciproci diritti e doveri. Le proprietà essenziali sono: CDSC 217: • Fecondità • Indissolubilità e fedeltà • Unità Il matrimonio ha come suoi tratti caratteristici: la totalità, per cui i coniugi si donano reciprocamente in tutte le componenti della persona, fisiche e spirituali; l’unità che li rende « una sola carne » (Gen 2,24); l’indissolubilità e la fedeltà che la donazione reciproca e definitiva comporta; la fecondità a cui essa naturalmente si apre. Il -4- Dottr.Sociale della Chiesa con GAIA DE VECCHI relazione 02 – famiglia e matrimonio sapiente disegno di Dio sul matrimonio — disegno accessibile alla ragione umana, nonostante le difficoltà dovute alla durezza del cuore (cfr. Mt 19,8; Mc 10,5) — non può essere valutato esclusivamente alla luce dei comportamenti di fatto e delle situazioni concrete che se ne discostano. È una negazione radicale del disegno originale di Dio la poligamia, « perché è contraria alla pari dignità personale dell’uomo e della donna, che nel matrimonio si donano con un amore totale e perciò stesso unico ed esclusivo ». 9. Il matrimonio come istituzione Il matrimonio ha anche degli effetti sociali e in quanto tale può essere considerato una istituzione. DSCS 216: Nessun potere può abolire il diritto naturale al matrimonio né modificarne i caratteri e la finalità. Il matrimonio, infatti, è dotato di caratteristiche proprie, originarie e permanenti. Nonostante i numerosi mutamenti verificatisi nel corso dei secoli nelle varie culture, strutture sociali e attitudini spirituali, in tutte le culture esiste un certo senso della dignità dell’unione matrimoniale, sebbene non traspaia ovunque con la stessa chiarezza. Tale dignità va rispettata nelle sue caratteristiche specifiche, che esigono di essere salvaguardate di fronte ad ogni tentativo di stravolgimento. La società non può disporre del legame matrimoniale, con il quale i due sposi si promettono fedeltà, assistenza e accoglienza dei figli, ma è abilitata a disciplinarne gli effetti civili. 10. Il matrimonio come sacramento • Dio stesso per esprimere il suo amore ha proposto un’alleanza matrimoniale: Os 2, 19-21: Io ti fidanzerò a me per l’eternità; ti fidanzerò a me in giustizia e in equità, in benevolenza e in compassioni. Ti fidanzerò a me in fedeltà, e tu conoscerai il SIGNORE. Quel giorno avverrà che io ti risponderò. Ez 16, 8: Io ti passai accanto, ti guardai, ed ecco, il tuo tempo era giunto: il tempo degli amori; io stesi su di te il lembo della mia veste e coprii la tua nudità; ti feci un giuramento, entrai in un patto con te, dice DIO, il Signore, e tu fosti mia. Is 54, 5: Poiché il tuo creatore è il tuo sposo; il suo nome è: il SIGNORE degli eserciti; il tuo redentore è il Santo d’Israele, che sarà chiamato Dio di tutta la terra. • Il matrimonio cristiano rispetta il mistero pasquale dello sposalizio tra Cristo e la Chiesa. Ef 5,32: Questo mistero è grande; dico questo riguardo a Cristo e alla chiesa. • L’uomo è tenuto a imitare Cristo. Il matrimonio cristiano ha la sua base anche nel mistero trinitario: “Dio, nel suo mistero più intimo non è solitudine ma famiglia1”. La Trinità, nella sua qualità di unità e distinzione, è la fonte del matrimonio e della famiglia caratterizzati, appunto, da unità e distinzione. -5- Dottr.Sociale della Chiesa con GAIA DE VECCHI relazione 02 – famiglia e matrimonio GS 48: L’autentico amore coniugale è assunto nell’amore divino ed è sostenuto e arricchito dalla forza redentiva del Cristo e dalla azione salvifica della Chiesa, perché i coniugi in maniera efficace siano condotti a Dio e siano aiutati e rafforzati nello svolgimento della sublime missione di padre e madre CDSC 219: La realtà umana e originaria del matrimonio è vissuta dai battezzati, per istituzione di Cristo, nella forma soprannaturale del sacramento, segno e strumento di Grazia. La storia della salvezza è percorsa dal tema dell’alleanza sponsale, significativa espressione della comunione d’amore tra Dio e gli uomini e chiave simbolica per comprendere le tappe della grande alleanza tra Dio e il Suo popolo. Il centro della rivelazione del progetto d’amore divino è il dono che Dio fa all’umanità del Figlio Suo Gesù Cristo, «lo Sposo che ama e si dona come Salvatore all’umanità, unendola a Sé come suo corpo. Egli rivela la verità originaria del matrimonio, la verità del “principio” (cfr. Gen 2,24; Mt 19,5) e, liberando l’uomo dalla durezza del cuore, lo rende capace di realizzarla interamente». Dall’amore sponsale di Cristo per la Chiesa, che mostra la sua pienezza nell’offerta consumata sulla Croce, discende la sacramentalità del matrimonio, la cui Grazia conforma l’amore degli sposi all’Amore di Cristo per la Chiesa. Il matrimonio, in quanto sacramento, è un’alleanza di un uomo e una donna nell’amore. CDSC 220 Il sacramento del matrimonio assume la realtà umana dell’amore coniugale in tutte le implicazioni e « abilita e impegna i coniugi e i genitori cristiani a vivere la loro vocazione di laici, e pertanto a “cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio” ».Intimamente unita alla Chiesa in forza del vincolo sacramentale che la rende Chiesa domestica o piccola Chiesa, la famiglia cristiana è chiamata « ad essere segno di unità per il mondo e ad esercitare in tal modo il suo ruolo profetico testimoniando il Regno e la pace di Cristo, verso cui il mondo intero è in cammino ». La carità coniugale, che sgorga dalla carità stessa di Cristo, offerta attraverso il Sacramento, rende i coniugi cristiani testimoni di una socialità nuova, ispirata al Vangelo e al Mistero pasquale. La dimensione naturale del loro amore viene costantemente purificata, consolidata ed elevata dalla grazia sacramentale. In questo modo, i coniugi cristiani, oltre ad aiutarsi reciprocamente nel cammino di santificazione, diventano segno e strumento della carità di Cristo nel mondo. Con la loro stessa vita essi sono chiamati ad essere testimoni e annunciatori del significato religioso del matrimonio, che la società attuale fa sempre più fatica a riconoscere, specialmente quando accoglie visioni relativistiche anche dello stesso fondamento naturale dell’istituto matrimoniale. Per altre questioni riguardanti i “rapporti di coppia” si veda: • CDSC 226: i divorziati e risposati • CDSC 227: le unioni di fatto • CDSC 218: le unioni omosessuali -6- Dottr.Sociale della Chiesa con GAIA DE VECCHI relazione 02 – famiglia e matrimonio LA FAMIGLIA • La famiglia è la comunità naturale di vita dei genitori con i loro figli (societas naturalis parentalis), che si sviluppa nel matrimonio, sui cui Dio ha riversato la benedizione della fecondità ed è nel contempo la cellula della società umana. Costituzione italiana, art. 30: È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima. La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità. • La DSC sottolinea l’irrinunciabilità della famiglia per due compiti fondamentali: a. Il soddisfacimento dei bisogni materiali b. La cura dei valori morali, spirituali e religiosi. a. Il soddisfacimento dei bisogni materiali si articola in tre punti: – Abitazione, meglio: focolare – Comunità di mensa – Economia domestica CCC 2224: Il focolare domestico costituisce l’ambito naturale per l’iniziazione dell’essere umano alla solidarietà e alle responsabilità comunitarie. I genitori insegneranno ai figli a guardarsi dai compromessi e dagli sbandamenti che minacciano le società umane. b. Il servizio ai valori morali, spirituali, religiosi si articola così: – È un servizio che non può essere assolto solo da uno dei genitori – È un compito intra ed extra domestico – È un compito bilaterale: anche i bambini insegnano e il rapporto nella coppia non è più solo marito-moglie ma anche padre-madre – Vi è un ruolo dei fratelli-sorelle e dei nonni. • L’educazione dovrebbe essere: – capacità di rendere ragione al figlio di quel bene che è la vita, a lui data senza che potesse essere da lui scelta – anticipazione sulle scelte dei figli, senza sostituirsi ad essi – proposta di modelli e progetti convincenti CDSC 238 Con l’opera educativa, la famiglia forma l’uomo alla pienezza della sua dignità secondo tutte le sue dimensioni, compresa quella sociale. La famiglia, infatti, costituisce « una comunità di amore e di solidarietà che è in modo unico adatta ad insegnare e a trasmettere valori culturali, etici, sociali, spirituali e religiosi, essenziali per lo sviluppo e il benessere dei propri membri e della società ». Esercitando la sua missione educativa, la famiglia contribuisce al bene comune e costituisce la prima -7- Dottr.Sociale della Chiesa con GAIA DE VECCHI relazione 02 – famiglia e matrimonio scuola di virtù sociali, di cui tutte le società hanno bisogno. Le persone sono aiutate in famiglia a crescere nella libertà e nella responsabilità, premesse indispensabili per l’assunzione di qualsiasi compito nella società. Con l’educazione, inoltre, vengono comunicati, per essere assimilati e fatti propri da ciascuno, alcuni valori fondamentali, necessari per essere cittadini liberi, onesti e responsabili. CDSC 239 La famiglia ha un ruolo del tutto originale e insostituibile nell’educazione dei figli. L’amore dei genitori, mettendosi al servizio dei figli per aiutarli a trarre da loro (« e-ducere ») il meglio di sé, trova la sua piena realizzazione proprio nel compito educativo: « l’amore dei genitori da sorgente diventa anima e pertanto norma, che ispira e guida tutta l’azione educativa concreta, arricchendola di quei valori di dolcezza, costanza, bontà, servizio, disinteresse, spirito di sacrificio, che sono il più prezioso frutto dell’amore ». Il diritto-dovere dei genitori di educare la prole si qualifica «come essenziale, connesso com’è con la trasmissione della vita umana; come originale e primario, rispetto al compito educativo di altri, per l’unicità del rapporto d’amore che sussiste tra genitori e figli; come insostituibile ed inalienabile, e ... pertanto non può essere totalmente delegato ad altri, né da altri usurpato». I genitori hanno il diritto-dovere di impartire un’educazione religiosa e una formazione morale ai loro figli: diritto che non può essere cancellato dallo Stato, ma rispettato e promosso; dovere primario, che la famiglia non può trascurare o delegare. • La famiglia come “cellula” della vita sociale (cellula” in senso analogico rispetto ad un organismo - anche dal punto di vista morale). Per Agostino la famiglia è il “vivaio della società” (De Civitate Dei, l. 15, c. 16 – II, 95). • Il criterio è la “legge della missione”. L’indissolubilità riguarda il matrimonio, non la famiglia. I vostri figli non sono figli vostri. Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa. Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi, E benché vivano con voi non vi appartengono. Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri: Essi hanno i loro pensieri. Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime: Esse abitano la casa del domani, Che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno. Potete tentare di essere simili a loro, Ma non farvi simili a voi: La vita procede e non s’attarda sul passato. Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti. -8- Dottr.Sociale della Chiesa con GAIA DE VECCHI relazione 02 – famiglia e matrimonio L’arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, E vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane. Affidatevi con gioia alla mano dell’arciere; Poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell’arco. CDSC 211 K. Gibran Illuminata dalla luce del messaggio biblico, la Chiesa considera la famiglia come la prima società naturale, titolare di diritti propri e originari, e la pone al centro della vita sociale: relegare la famiglia «ad un ruolo subalterno e secondario, escludendola dalla posizione che le spetta nella società, significa recare un grave danno all’autentica crescita dell’intero corpo sociale». Infatti, la famiglia, che nasce dall’intima comunione di vita e d’amore coniugale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, possiede una sua specifica e originaria dimensione sociale, in quanto luogo primario di relazioni interpersonali, prima e vitale cellula della società: essa è un’istituzione divina che sta a fondamento della vita delle persone, come prototipo di ogni ordinamento sociale. • La famiglia oggi ha “cambiato identità” rispetto al passato. Ha perso alcune funzioni (di giustizia, di rito, di guerra… ma anche di mensa, di culto…) e ne ha cambiate altre (non più produzione in senso stretto, attività lucrativa extradomestica in particolare delle donne…). • La famiglia oggi è maggiormente caratterizzata da: – Privatezza – Fragilità della famiglia nucleare – Secolarizzazione Familiaris Consortio, 23: la vera promozione della donna esige pure che sia chiaramente riconosciuto il valore del suo compito materno e familiare nei confronti di tutti gli altri compiti pubblici e di tutte le altre professioni. Del resto, tali compiti e professioni devono tra loro integrarsi se si vuole che l’evoluzione sociale e culturale sia veramente e pienamente umana […] Se dev’essere riconosciuto anche alle donne, come agli uomini, il diritto di accedere ai diversi compiti pubblici, la società deve però strutturarsi in maniera tale che le spose e le madri non siano difatto costrette a lavorare fuori casa e che le loro famiglie possano dignitosamente vivere e prosperare, anche se esse si dedicano totalmente alla propria famiglia. Si deve inoltre superare la mentalità secondo la quale l’onore della donna deriva più dal lavoro esterno che dall’attività familiare. Ma ciò esige che gli uomini stimino ed amino veramente la donna con ogni rispetto della sua dignità personale, e che la società crei e sviluppi le condizioni adatte per il lavoro domestico. -9- Dottr.Sociale della Chiesa con GAIA DE VECCHI CDSC 251 relazione 02 – famiglia e matrimonio Nel rapporto tra famiglia e lavoro, una speciale attenzione va riservata al lavoro della donna in famiglia, il cosiddetto lavoro di cura, che chiama in causa anche le responsabilità dell’uomo come marito e come padre. Il lavoro di cura, a cominciare da quello della madre, proprio perché finalizzato e dedicato al servizio della qualità della vita, costituisce un tipo di attività lavorativa eminentemente personale e personalizzante, che deve essere socialmente riconosciuta e valorizzata, anche mediante un corrispettivo economico almeno pari a quello di altri lavori. Nello stesso tempo, occorre eliminare tutti gli ostacoli che impediscono agli sposi di esercitare liberamente la loro responsabilità procreativa e, in particolare, quelli che costringono la donna a non svolgere pienamente le sue funzioni materne. • La società dovrebbe quindi avere una particolare attenzione alla famiglia e promuovere politiche familiari. CDSC 253 Il servizio della società alla famiglia si concretizza nel riconoscimento, nel rispetto e nella promozione dei diritti della famiglia. Tutto ciò richiede la realizzazione di autentiche ed efficaci politiche familiari con interventi precisi in grado di affrontare i bisogni che derivano dai diritti della famiglia come tale. In tal senso, è necessario il prerequisito, essenziale e irrinunciabile, del riconoscimento — che comporta la tutela, la valorizzazione e la promozione — dell’identità della famiglia, società naturale fondata sul matrimonio. Tale riconoscimento traccia una linea di demarcazione netta tra la famiglia propriamente intesa e le altre convivenze, che della famiglia — per loro natura — non possono meritare né il nome né lo statuto. CDSC 254 Il riconoscimento, da parte delle istituzioni civili e dello Stato, della priorità della famiglia su ogni altra comunità e sulla stessa realtà statuale, comporta il superamento delle concezioni meramente individualistiche e l’assunzione della dimensione familiare come prospettiva, culturale e politica, irrinunciabile nella considerazione delle persone. Ciò non si pone in alternativa, ma piuttosto a sostegno e tutela degli stessi diritti che le persone hanno singolarmente. Tale prospettiva rende possibile elaborare criteri normativi per una soluzione corretta dei diversi problemi sociali, poiché le persone non devono essere considerate solo singolarmente, ma anche in relazione ai nuclei familiari in cui sono inserite, dei cui valori specifici ed esigenze si deve tenere debito conto. Leggere e confrontare — Matrimonio e famiglia nell’apostolato – udienza generale del 3 agosto 1994. — Discorso di sua santità Benedetto XVI all’apertura del convegno ecclesiale della diocesi di Roma su famiglia e comunità cristiana - Basilica di San Giovanni in Laterano, 6 giugno 2005. - 10 -