- I FATTI DEL 1617 di Aldo Rocchetti – PREMESSA - Con l'avvento delle armi da fuoco, gli antichi castelli medioevali perdevano di efficacia, in quanto le loro mura alte e sottili venivano facilmente distrutte da una cannonata. Nacquero così le “fortificazioni alla moderna”, con mura molto resistenti, spesse e basse. Anche illustri personaggi come Leonardo e Michelangelo progettarono opere di difesa simili. Sono pochi però i luoghi in cui si decise di trasformare il castello in una fortezza moderna o di costruirne ex novo. Da noi si costruirono “fortificazioni alla moderna” in punti strategici importanti, come a Verrua Savoia, o a Bard, o lungo il confine con la Francia, o attorno ad importanti città come Novara, Ivrea, Casale, Torino e Alessandria. Verrua Savoia Bard E' molto raro trovare fortificazioni simili nei nostri paesini, ché hanno mantenuto quasi tutti il loro castello medioevale. Il castello di Crevacuore, sito in un punto strategico e circondato da potenti vicini, subì invece importanti trasformazioni tra il XVI e il XVII secolo, diventando una fortezza con notevoli bastioni e muri a scarpa. – I FATTI DEL 1617 – All'inizio del '600 il signore del luogo, Filiberto Ferrero Fieschi, si accordò con il Governatore di Milano (sotto la Spagna) per ospitare nel castello una guarnigione di spagnoli. Nel 1612 scoppiò la prima guerra di successione per il Monferrato, in quanto Francesco Gonzaga, che aveva sposato una Savoia, Margherita, era morto; il ducato passò al fratello Ferdinando, che rinunciò ad essere cardinale per governare. Il passaggio di potere non teneva conto però di Maria, la figlia di Francesco e di Margherita; allora, poiché Carlo Emanuele I di Savoia aveva rivendicato il diritto di successione per la sua nipotina, ebbe inizio la guerra. Nel 1613 i Savoia conquistarono Trino, Alba e Moncalvo, ma a sostegno dei Gonzaga intervenne la Spagna. Nello stesso anno vi fu l'assedio di Canelli, durante il quale le truppe dei Savoia ebbero la fortuna di essere comandate dal Colonnello Camillo Taffini Conte di Acceglio, che si distinse per il suo valore. Assedio di Canelli 2011 La guerra intanto si protraeva, coinvolgendo anche feudi come quelli di Masserano e Crevacuore, in quanto controllati dalle truppe spagnole, nemiche dei Savoia. Nel dicembre del 1616 Masserano capitolò. Il 27/01/1617 ebbe inizio la marcia verso Crevacuore delle truppe sabaude, guidate dal Colonnello Taffini e da Vittorio Amedeo, che occuparono i passi della Guardella e di Guardiabosone, il monte Orfano e la Sella. Gli spagnoli intanto si erano asserragliati nella fortezza. I Savoia posizionarono l'artiglieria e aprirono il fuoco contro la fortezza, dando inizio allo scontro in seguito al quale venne distrutta una torre e gli Spagnoli si arresero: si racconta che gli Spagnoli, prima di uscire dalla fortezza, avessero rovesciato giù dalle mura le scorte di polvere da sparo, per evitare che i Savoia se ne impadronissero, e che un'esplosione accidentale avesse causato molte vittime in entrambi gli schieramenti . Arrivarono poi aiuti spagnoli dalla Valsesia, comandati da Don Sancho de Lima y Rosa. Gli spagnoli tentarono di riconquistare il castello, ma vennero sconfitti; Don Sancho morì il 31/01/1617. La guerra non si protrasse ancora a lungo: nonostante le vittorie dei Savoia a Pavia, venne firmata la pace che riportò Ferdinando Gonzaga stabilmente sul trono. SINTESI DEI FATTI SUCCESSIVI Nel 1618 papa Paolo V dispone che il feudo sia retto dal Cardinale Maurizio di Savoia, ma il 9/4/1618 Filiberto Ferrero Fieschi riottiene il feudo dal papa. Nel 1623 gli abitanti di Crevacuore istituiscono una milizia armata di guardia nella Chiesa contro il Ferrero Nel 1624 la popolazione assalta il castello perché in rivolta contro il Ferrero. Nel 1632 Paolo Besso Ferrero Fieschi si riappacifica con la popolazione Nel 1636 Il Castello è occupato dagli Spagnoli, il Ferrero li caccia Nel 1639 Il Castello è rioccupato dagli Spagnoli. Nel 1657 Il papa nomina governatore apostolico l'abate Giuliano Laurenti con direttive segrete per l'abbattimento delle fortificazioni. Distruzione da parte della popolazione delle fortezza di Crevacuore e della rocca di Masserano. COME SI PRESENTAVA LA FORTEZZA Dai pochi scritti dell'epoca si deduce che era sia una fortificazione, sia una residenza signorile: ecco perché presentava ampie finestre ai piani più alti. Sembra che al suo interno avesse una ricca galleria con dipinti e statue preziose, tra cui anche la corona e l'anello di Arduino, primo re d'Italia. Vengono anche descritti una piazza d'armi ed un giardino interno. Confrontando i pochi resti esistenti con le immagini d'epoca si ottengono delle corrispondenze, quali le tre punte dei bastioni, la posizione della facciata superiore, l'ingresso laterale e la parte finale dell'edificio verso la Strona. Rimangono invece incertezze sulla zona centrale dell'edificio, in quanto i disegni dell'epoca, molto semplificati, non solo non permettono di capire l'inclinazione dei corpi laterali dell'edificio, addossati uno all'altro, ma sembrano incongruenti rispetto ai resti ed alla forma della collina attuale. Sicuramente una serie di scavi di studio delle fondazioni permetterebbe di comprendere meglio la struttura originale dell'edificio. L'apparenza dà l'idea di un complesso di edifici di varie epoche. Il lato che dà verso lo Strona ricorda uno di quei castelli medioevali a cui è stata posta una copertura all'altezza delle merlature, come ad esempio il castello di Massazza. Se così fosse saremmo di fronte ad un'ala di deposito e servizio, che poteva contenere cisterne e forni. L'edificio verso Crevacuore è più una residenza signorile, con un piano nobile caratterizzate da finestre ampie e ben curate, ed un piano soprastante di servizio con finestre più piccole. Tra questi due corpi forse vi era il giardino citato nei documenti: le mura che circondano questa zona rettangolare sembrano infatti troppo sottili per poter reggere un edificio a più piani. Può anche darsi che anticamente vi fosse stato un edificio, in quanto spianare la collina in quel punto solo per un giardino sembra poco sensato, o forse è una zona che ha subito più trasformazioni. Nella prima ricostruzione si è deciso di lasciare una zona libera da alti edifici, circondata da mura con tettoie di servizio. I bastioni, anticamente merlati, come si deduce dall'affresco presente nel palazzo Lamarmora al Piazzo, vennero rifatti e rinforzati creando inclinazioni che permettevano di deviare i colpi di cannone. Dovevano assomigliare molto a quelli di una struttura ancora esistente a Vado Ligure, il forte di San Giacomo. Tre immagini del Forte San Giacomo La strada di accesso era, come sempre in questi casi, la più esposta al tiro del forte: passava sotto a tutti i bastioni, poi vi erano un ponte levatoio e l'ingresso al piazzale basso. Per accedere ai piani superiori, bisognava attraversare tutto il piazzale e superare un secondo ingresso. Nella seconda ipotesi di ricostruzione possiamo invece vedere la zona centrale, completamente coperta.