UNITÀ 1 Modulo D formando anelli concentrici. Che cosa si muove verso l’esterno? La perturbazione trasporta energia o quantità di moto? Che cosa succede quando due onde si incontrano? Quali sono le differenze tra moto ondoso e moto delle particelle? ● Le risposte sono a pagina D/20. Le competenze specifiche che acquisirete studiando questa Unità sono riconoscere i fenomeni periodici e descriverli mediante le loro grandezze caratteristiche ● riconoscere le onde come perturbazioni in grado di trasferire energia in un mezzo ● capire la differenza tra onde longitudinali e onde trasversali ● descrivere la formazione di onde stazionarie ● comprendere l’origine dei fenomeni sonori ● comprendere l’effetto Doppler Se si allunga o si comprime una molla e la si lascia andare, essa comincia a vibrare; se si libera un pendolo lontano dalla sua posizione di equilibrio, esso comincia a oscillare avanti e indietro. Questi fenomeni oscillatori sono molto comuni nella nostra vita quotidiana. Se queste vibrazioni coinvolgono la materia circostante, spesso si generano onde. Le piccole onde in uno stagno, la musica, la luce laser mostrano alcuni aspetti del comportamento ondulatorio. Tutte le onde, anche quelle più difficili da visualizzare, hanno molte caratteristiche comuni. Pertanto, in questa Unità impareremo a valutare le proprietà fisiche delle onde e a conoscere i principali fenomeni a cui esse danno luogo. Un semplice esempio di sistema fisico in grado di oscillare è il pendolo a molla, costituito da una massa appesa a una molla verticale che ha una costante elastica k. All’inizio R Figura 1.1, quando il sistema è in quiete, la molla presenta un allungamento rispetto alla sua lunghezza di riposo tale da bilanciare la forza peso della massa (diretta verso il basso) mediante la forza elastica (rivolta verso l’alto). La posizione della massa è detta posizione di equilibrio. Introducendo un asse di riferimento verticale rivolto verso il basso, indichiamo con z lo spostamento della massa dalla posizione di equilibrio (elongazione). Se z è piccolo, la molla reagisce con una forza di richiamo elastica proporzionale a z; al contrario, se z è grande, la molla si deforma in modo permanente e non riprende la forma iniziale. D’ora in poi assumiamo che gli spostamenti siano sufficientemente piccoli da consentire alla molla di operare in regime elastico. Immaginiamo ora di effettuare un piccolo spostamento della massa lungo la verticale verso il basso (z > 0) e, successivamente, di rilasciarla. Da principio R Figura 1.2a si ha una forza risultante netta F = − kz che produce un’accelerazione della massa verso l’alto: F k a = =− z m m Quando la massa comincia a muoversi, la forza diminuisce, diventando nulla (a = 0, v < 0) nella posizione di equilibrio R Figura 1.2c. a posizione di equilibrio b c d e f Artist/Date: D4 g h R Figura 1.1 Un pendolo a molla nella posizione di equilibrio Nella posizione di equilibrio la forza verso l’alto dovuta all’allungamento della molla uguaglia la forza peso della massa, rivolta verso il basso. posizione di equilibrio a ampiezza ☛ Il pendolo a molla ampiezza S In generale possiamo osservare che qualsiasi oggetto (una molla, una lastra metallica, un tavolo ecc.) sottoposto a una piccola deformazione tende a riprendere la sua forma originaria per effetto delle forze elastiche interne. In questo movimento l’inerzia della materia spostata fa sì che l’oggetto proceda oltre la posizione iniziale, provocando una deformazione di verso opposto alla prima, ma, di nuovo, le forze interne all’oggetto agiscono per ripristinare la forma iniziale, e così via, producendo un movimento “in su e in giù” comunemente chiamato vibrazione o oscillazione. allungamento Le onde della fotografia sono prodotte da gocce che cadono ? sulla superficie dell’acqua. S Le onde si espandono verso l’esterno 1.1 Le oscillazioni e i sistemi oscillanti forza peso Unità 1 Oscillazioni, onde e suono Oscillazioni, onde e suono R Figura 1.2 Un’oscillazione completa del pendolo a molla La sequenza temporale mostra un ciclo del pendolo a molla. Come evidenziato dagli orologi posti sotto le varie posizioni, l’intervallo di tempo tra un’immagine e la successiva è costante. D5 MODULO D UNITÀ 1 Oscillazioni, onde e suono I fenomeni ondulatori z A R Figura 1.3 Il diagramma orario di un moto armonico Il grafico rappresenta l’andamento nel tempo della posizione della massa attaccata alla molla. La curva è detta sinusoide. A causa della sua inerzia, la massa procede oltre tale posizione: ora la forza netta cambia segno e tende a riportare la massa verso il basso; la massa viene pertanto rallentata sino a fermarsi. Se gli attriti sono trascurabili, per la conservazione dell’energia meccanica, la posizione raggiunta dista da quella di equilibrio quanto quella iniziale. La forza netta è ora rivolta verso il basso e pertanto la massa riprende il movimento, perfettamente simmetrico a quello di prima, sino a tornare nella posizione iniziale, completando un ciclo. Un ciclo può cominciare in qualsiasi posizione: esso dura fintanto che la massa non ritorna nella posizione iniziale con la stessa velocità. In assenza di attrito, questo movimento si riproduce all’infinito con le stesse caratteristiche: ecco perché è chiamato moto periodico o oscillatorio. Se rappresentiamo il movimento della R Figura 1.2 in un diagramma orario, otteniamo una curva, detta sinusoide, che rappresenta la distanza z della massa dalla posizione di equilibrio in funzione del tempo t R Figura 1.3. In particolare, ogni moto periodico il cui diagramma orario è una curva sinusoidale come quella della R Figura 1.3 è detto moto armonico. t Il moto oscillatorio è caratterizzato da due grandezze misurabili: la durata temporale T di un ciclo, detta periodo, e la massima distanza raggiunta rispetto alla posizione di equilibrio, detta ampiezza. Per descrivere un moto periodico viene spesso usata la frequenza f, ossia il numero di cicli effettuati dal sistema in un secondo. La frequenza è misurata in cicli al secondo, ossia in hertz (Hz). La frequenza f è l’inverso del periodo T: 1 f = T Ricavando T rispetto a f si ha che 1 T = f Per esempio, se un moto periodico ha una frequenza di 10 Hz, ossia 10 cicli al secondo, si ripete identicamente 10 volte al secondo e quindi ogni ciclo deve durare 1/10 di secondo. Esempio numerico 1.1 Sai rispondere? ✔ Consideriamo una massa attaccata a una molla che oscilla verticalmente. Se nella posizione di equilibrio la forza risultante è nulla, perché la massa non si ferma? Nella descrizione del moto periodico del pendolo a molla abbiamo presupposto condizioni ideali. In un esperimento reale, a causa degli attriti interni della molla e della resistenza che l’aria oppone al movimento della massa, parte dell’energia meccanica viene convertita in calore; di conseguenza l’ampiezza delle oscillazioni decresce nel tempo e la stanza e la molla tendono a riscaldarsi, anche se impercettibilmente. Il periodo del pendolo a molla. Si può dimostrare che il periodo T di un pendolo a molla, con massa m e costante elastica della molla k, è dato da m T = 2π k Il periodo del pendolo a molla non dipende dall’ampiezza delle oscillazioni, ma solo dalle caratteristiche meccaniche del sistema (m e k). Questa affascinante proprietà si estende in generale alla maggior parte dei sistemi oscillanti. La formula del periodo è in accordo con la nostra intuizione fisica. Infatti, poiché una molla più rigida esercita una forza di richiamo maggiore, ci aspettiamo che il periodo delle oscillazioni diminuisca all’aumentare della costante elastica. Inoltre, poiché una massa più grande rallenta il movimento a causa della sua maggiore inerzia, ci aspettiamo che il periodo aumenti all’aumentare della massa. Il pendolo a filo. Un altro semplice sistema in grado di oscillare è il pendolo a filo, detto semplicemente pendolo, costituito da una massa m legata a una corda inestensibile e di massa trascurabile. Gli studenti sono spesso sorpresi di scoprire che il periodo del pendolo non dipende dalla massa e che, se le oscillazioni sono piccole, con buona approssimazione il periodo non dipende neppure dall’ampiezza delle oscillazioni. Quest’ultima caratteristica, nota come isocronismo del pendolo (dal greco isos = stesso, uguale e chronos = tempo), fu scoperta da Galileo Galilei (1564-1642) all’inizio del Seicento. Sulla massa di un pendolo agiscono due forze: la forza peso P e la tensione T del filo. Spostiamo la massa dalla verticale verso destra e scomponiamo la forza peso che agisce su di essa lungo le due direzioni, parallela e perpendicolare al filo, come mostrato nella R Figura 1.4: la tensione del filo equilibra la sola componente P della forza peso lungo il filo. Sino a pochi anni fa erano molto diffusi i dischi musicali in vinile, detti LP, che effettuavano 33 giri al minuto. Sapreste dire la frequenza in hertz e il tempo che impiegavano a compiere un giro completo? R Figura 1.4 Il pendolo a filo La forza di richiamo ( P⊥) che agisce sulla massa del pendolo tende ad accelerarla, così da spingerla verso la posizione di equilibrio. I moderni CD invece girano in media 11 volte più veloci. Sapreste trovare anche in questo caso il periodo di rotazione? Per gli LP la frequenza è f = 33 giri = 33 giri T = 0, 55 giri/s = 0, 55 Hz 1 min 60 s Dunque il periodo corrispondente è T = 1 1 = ≅ 1, 82 s f 0, 55 Hz Per i CD, dal momento che il periodo è l’inverso della frequenza, se la frequenza di rotazione è 11 volte quella degli LP, il periodo di rotazione è 1/11 del periodo degli LP, ossia circa 160 ms. D6 P^ P½½ P posizione di equilibrio D7 MODULO D A UNITÀ 1 Forme, attributi, struttura MINILAB trasformazioni della materia Ie fenomeni ondulatori Costruisci due pendoli a filo uguali, avendo cura che il punto di sostegno sia molto stabile. Dapprima utilizza per entrambi una stessa massa, per esempio un piombo per lenze da pesca o un bullone. Portandoli alla stessa altezza, non troppo ampia, lasciali andare nello stesso istante e verifica che entrambi oscillino mantenendo lo stesso ritmo avanti e indietro. Abbi cura che durante le oscillazioni il filo rimanga ben teso e non si curvi. Ora prova ad aumentare la massa di uno solo dei due pendoli, cercando un oggetto che abbia più o meno le stesse dimensioni dell’altra massa, così da poter ritenere trascurabili le differenze legate al diverso attrito con l’aria dei due pendoli. Come in precedenza, lasciali andare simultaneamente e verifica se, anche in questo caso, il periodo di oscillazione rimane lo stesso. Prova infine a utilizzare le stesse masse, ma allunga il filo di uno dei due pendoli. Come al solito lasciali andare simultaneamente. Che cosa succede? Il pendolo con il filo più lungo ritarda o avanza rispetto all’altro? T = 2π l g Tutto questo si applica a un pendolo ideale. Nel caso di un pendolo reale valgono le stesse considerazioni viste in precedenza per il pendolo a molla: l’attrito dell’aria provoca un continuo smorzamento delle oscillazioni così che il pendolo finisce per fermarsi. È importante rilevare che la misura dello scorrere del tempo implica la capacità di contare il numero di intervalli temporali trascorsi, a partire da un determinato istante. Pertanto i moti periodici, fornendo un intervallo di tempo costante come riferimento (il periodo T, il “tic”), sono la base pratica per la progettazione di orologi. Esempio numerico 1.2 Supponiamo di voler costruire un orologio a pendolo con un periodo di 1,0 s. Quanto deve essere lungo il filo? Poiché T è noto, occorre risolvere l’equazione del pendolo rispetto a l: 2 2 1,0 s 9,8 T l = g ≅ 9,8 m/s 2 m ≅ 0,25 m ≅ 2π 39,4 6,28 La risonanza R Figura 1.5 Le oscillazioni di un’altalena L’altalena compie delle oscillazioni grazie a una forza di eccitazione (un impulso esterno o il corpo della bambina). Se la forza viene esercitata con una frequenza pari a quella di oscillazione si ha un aumento dell’ampiezza, che in tal modo può crescere enormemente. D8 Ogni pendolo ha una frequenza di oscillazione tipica, che dipende solo dalla massa e dalla lunghezza del filo. In generale, possiamo affermare che ogni sistema fisico dotato di forze di richiamo elastiche possiede una sua frequenza naturale distintiva che dipende dalle caratteristiche meccaniche del sistema e dalla sua geometria. Un esempio di pendolo preso dalla nostra vita quotidiana è l’altalena R Figura 1.5: se il bambino che gioca non spinge con le sue gambe o se qualcuno non spinge l’altalena (sistema forzato), l’ampiezza delle oscillazioni decresce rapidamente sino alla quiete. Inoltre, come ogni bambino sa bene, tale ampiezza può essere aumentata anche con un piccolo sforzo, purché dato sempre in modo opportuno in uno stesso punto della traiettoria, per esempio in quello più alto. Così facendo viene esercitata una forza periodica che ha la stessa frequenza naturale dell’altalena. Una spinta non ben sincronizzata o casuale tenderebbe a smorzare ulteriormente le oscillazioni. Il fenomeno per cui l’ampiezza delle vibrazioni aumenta quando viene applicata al sistema una forza di frequenza uguale a quella naturale è chiamato risonanza. ✔✔✔✔ Come sfruttare al meglio… il soffitto di casa Pertanto la forza risultante è costituita dalla componente P⊥ della forza peso lungo la direzione perpendicolare al filo. Questa forza accelera la massa del pendolo verso sinistra, e così il pendolo inizia a muoversi percorrendo un arco di circonferenza. Successivamente, anche se la forza risultante diviene nulla nella posizione di equilibrio, la massa oltrepassa per inerzia il punto più basso. La forza risultante adesso è rivolta verso destra e tende a decelerare la massa, che infine si ferma e inverte la direzione di moto. Se gli attriti sono trascurabili, per la conservazione dell’energia meccanica questo punto si trova alla stessa altezza di quello di partenza. La massa ripercorre quindi l’arco di circonferenza sino a ritornare nel punto iniziale e concludere il ciclo. Poiché la forza di gravità è proporzionale alla massa, in quanto P = m g, ci aspettiamo che il moto del pendolo non dipenda dalla massa impiegata: se raddoppia la massa m, raddoppia la forza peso P, ma l’accelerazione, determinata dal rapporto P/m, rimane invariata. Possiamo verificare questo fatto svolgendo l’attività proposta nel Minilab. Mediante l’analisi dimensionale, possiamo verificare che questa supposizione è corretta: il periodo del pendolo non dipende dalla massa ed è proporzionale alla radice quadrata del rapporto tra la lunghezza del filo e l’accelerazione di gravità. Più precisamente, si può dimostrare che il periodo del pendolo vale ✔✔✔✔ Periodo e massa Oscillazioni, onde e suono Anche forzando il sistema con frequenze diverse da quella naturale, si hanno fenomeni di risonanza e in tal caso l’effetto complessivo dipende dal rapporto tra la frequenza naturale e quella forzante. A ogni modo, il massimo effetto di amplificazione delle oscillazioni e il conseguente massimo trasferimento di energia al sistema sono raggiunti quando la forza esterna viene esercitata con una frequenza uguale alla frequenza naturale del sistema. Sai rispondere? ✔ Che cosa succede se spingiamo l’altalena a una frequenza doppia di quella naturale? E se la spingiamo a una frequenza che sia metà di quella naturale? 1.2 Le onde, vibrazioni che si spostano Molte onde hanno origine dalla perturbazione di un materiale. Alcune perturbazioni, come per esempio un battito di mani, sono eventi che hanno luogo una sola volta mentre altri, come la vibrazione di una corda di chitarra, sono eventi periodici. L’onda più semplice è un singolo impulso che si propaga come risultato di un singolo evento perturbativo. Viene però spontaneo domandarsi: che cosa si propaga? Per rispondere a questa domanda, immaginiamo una lunga catena di palline collegate da molle identiche R Figura 1.6. Spostando la pallina centrale dalla posizione di equilibrio, le molle laterali si oppongono allo spostamento nel tentativo di ripristinare le posizioni iniziali; pertanto, la pallina centrale comincia a muoversi di moto oscillatorio. Inoltre, le molle cominciano a oscillare trasferendo il movimento anche alle palline laterali, spostandole a loro volta dalla posizione di equilibrio. In tal modo, la perturbazione iniziale si sposta lungo la catena allontanandosi dal punto in cui è stata provocata. Analogamente, se gettiamo un sasso in uno stagno si genera una piccola depressione della superficie, ogni porzione vibrante della quale trasmette l’oscillazione all’acqua nelle vicinanze. Con l’estendersi del processo, la perturbazione iniziale si propaga producendo i tipici disegni circolari. Entrambi questi fenomeni hanno all’origine un impulso che, generato in un certo punto, si propaga allontanandosi tutt’intorno. Altri significativi esempi sono grida, terremoti, onde di marea, esplosioni, impulsi di luce emessi dalle stelle supernovae. Sebbene l’onda si muova dal punto iniziale, non c’è movimento complessivo di materia: quando un’onda viaggia in un materiale (che chiameremo mezzo), le particelle che lo costituiscono vibrano solo attorno alla posizione di equilibrio; per esempio, nella catena della R Figura 1.6 ciascuna pallina oscilla attorno alla posizione iniziale. Dunque, un’onda non trasporta materia ma energia. In generale, l’energia di una particella del mezzo investita dall’onda aumenta, per poi ritornare al valore a b R Figura 1.6 Propagazione di un’onda Una perturbazione si muove lungo la catena di molle e palline: a) onda trasversale; b) onda longitudinale. D9 MODULO D A UNITÀ 1 UNITÀ 2 Forme, attributi, struttura MINILAB trasformazioni della Materia materiaed energia Ie fenomeni ondulatori COLLEGAMENTI INTERDISCIPLINARI - FISICA E SCIENZE DELLA TERRA Oscillazioni, onde e suono iniziale quando la perturbazione si allontana. In un mezzo reale, comunque, parte dell’energia dell’onda viene trasferita al mezzo sotto forma di energia termica. Esistono due tipi fondamentali di onde. Quando la vibrazione del mezzo avviene parallelamente alla direzione di propagazione, l’onda viene detta longitudinale. Per esempio, nella catena di palline e molle entrambi i tipi di onde possono esistere (rivedi la R Figura 1.6), mentre le vibrazioni della corda di una chitarra sono onde trasversali. Le onde trasversali possono propagarsi soltanto in un mezzo che abbia una certa rigidità; per esempio, non possono esistere all’interno dei fluidi perché le molecole scivolano l’una sull’altra, non essendo rigidamente “connesse” tra loro. Le onde longitudinali, invece, possono presentarsi nella maggior parte dei materiali, perché il loro meccanismo di propagazione risiede in una caratteristica usuale dei materiali, cioè la possibilità di essere compressi e di reagire con una forza che tende a ripristinare la configurazione iniziale. Sai rispondere? ✔ È possibile ottenere onde trasversali sulla superficie dell’acqua? 1.3 Le onde in una dimensione cammini delle onde in grado di produrre quegli stessi segnali. Per fortuna ogni stazione riceve segnali multipli. In tal modo, tutte queste informazioni frammentarie possono essere integrate ed elaborate mediante l’uso di computer, per arrivare a costruire un modello della struttura interna del nostro pianeta (Figura 1). Anche le informazioni che non vengono ricevute sono importanti: per esempio l’assenza di onde S in un determinato sito significa che il terremoto è avvenuto in una zona d’ombra, nascosta dalla presenza di un nucleo liquido, come mostrato in figura. epicentro eP nde eo S nucleo nucleo liquido esterno solido interno zona d’ombra per le onde P zona d’ombra per le onde P mantello Onde P e onde S Le onde longitudinali sono dette onde primarie (onde P) e sono create da un’alternanza di espansioni e compressioni delle rocce in vicinanza della sorgente; queste vibrazioni si trasmettono attraverso materiali allo stato solido, liquido e gassoso. Le onde P si muovono alla velocità massima di circa 5 km/s in vicinanza della superficie e sino a 7 km/s alla ba- In maniera semplificata possiamo definire la velocità dell’onda come il rapporto tra la distanza percorsa dall’impulso e il tempo impiegato. Osserviamo inoltre che, se il filo è ben teso, l’impulso si propaga più velocemente; lo stesso succede se il filo è più leggero. Sorprendentemente, la velocità non dipende dall’ampiezza dell’impulso. Tali osservazioni possono essere spiegate concentrandosi sulla vibrazione di una piccola porzione di filo. Quest’ultima è inizialmente in quiete e si muove solo quando arriva l’impulso e ritorna poi nella posizione iniziale quando la perturbazione è passata. Pertanto, la rapidità con cui il nostro filo ritorna nella posizione iniziale deD 10 se della crosta terrestre. Esse sono dunque le prime ad arrivare alle stazioni di rilevamento. Le onde trasversali sono invece dette onde secondarie (onde S) perché, a causa della loro minore velocità, arrivano dopo le onde P. In questo caso l’onda è generata da vibrazioni perpendicolari alla direzione di propagazione e quindi le onde S viaggiano nei materiali allo stato solido ma non in quelli allo stato liquido e gassoso, a causa dell’assenza di rigidità nei fluidi. Se venisse registrato un solo segnale in ciascuna stazione, non potremmo dire molto sulla struttura della Terra, in quanto ci sarebbero troppi possibili ivo arr te un diret ss ne de P on di R Figura 1.7 La propagazione di un’onda a impulso Facendo vibrare l’estremità del filo in su e in giù si produce un’onda a impulso che si propaga sul filo. La Terra ha un raggio di circa 6400 km e, ad oggi, è stata trivellata sino a una profondità massima di circa 12 km, pari a meno dello 0,2% del raggio. Pertanto, se vogliamo cercare di ricostruire l’interno della Terra siamo costretti a utilizzare mezzi indiretti come, per esempio, l’osservazione delle onde generate da esplosioni o terremoti. In un terremoto vengono prodotti tre tipi di onde sismiche: il primo viaggia in superficie (onde superficiali), mentre gli altri due si propagano all’interno. Di questi due tipi di onde, uno è longitudinale e l’altro è trasversale. Tutte queste onde si muovono verso ogni direzione a partire dal punto in cui sono state generate e vengono rilevate dalle diverse stazioni di monitoraggio dei terremoti, collocate in molti punti del pianeta. E sono proprio queste misure, in particolare i tempi di arrivo, che forniscono numerosi indizi sulla struttura dell’interno del nostro pianeta. Le onde sismiche vanno principalmente incontro a due fenomeni: 1) nelle zone di confine tra mezzi diversi avviene una riflessione parziale; 2) la velocità di propagazione cambia a seconda dell’elasticità e della densità del mezzo. Come vedremo nell’Unità 3, i cambiamenti nella velocità dovuti al mezzo attraversato producono la rifrazione, ossia il cambiamento di direzione dell’onda. In generale, a mano a mano che scendiamo in profondità, aumenta la velocità dell’onda e dunque la sua deflessione. ond Poiché tutte le onde hanno proprietà simili, possiamo prendere in esame le onde più semplici, costituite da un impulso che si propaga su un filo, e quindi in una dimensione, per generalizzare successivamente i risultati ottenuti. Immaginiamo di tenere in mano un filo che, all’altra estremità, sia fissato a un supporto rigido come nella R Figura 1.7: con un movimento secco del polso può essere prodotto un impulso che si allontana da noi. Su un filo reale la forma dell’impulso si allarga lentamente sino a sparire, ma noi ignoreremo questo effetto nella nostra discussione, assumendo che l’impulso mantenga la forma originaria. Indagare l’interno della Terra: come sondare l’inaccessibile crosta nessun arrivo di onde S dirette 140° 105° n di essu on de n arr P d ivo ire tte Getta un sasso in uno stagno (con un po’ più di fatica e attenzione l’esperimento può essere riprodotto anche nella vasca da bagno) e considera l’azione delle onde su un tappo di sughero, inizialmente fermo, poco distante dal punto in cui è caduto il sasso. Che cosa succede quando arriva l’onda? Il galleggiante si sposta? Cambia la sua posizione? Dove si trova il galleggiante quando l’onda è completamente passata? Quando la vibrazione del mezzo è perpendicolare alla direzione di propagazione si parla di onde trasversali. ✔✔✔ ✔✔✔ Il galleggiante in sughero ✔✔✔ ✔✔✔ Onde concentriche in uno stagno onde P onde S Figura 1 Un modello per la struttura interna della Terra Sezione della Terra che mostra i percorsi seguiti da alcuni tipi di onde che si producono durante un terremoto. termina la velocità con cui l’impulso attraversa questa porzione di corda. Naturalmente, quanto più massiccia è la corda tanto più lentamente si muove (la massa è inerzia al moto) e, viceversa, quanto più tesa è la corda, tanto più rapidamente è forzata nella posizione iniziale. Quando un impulso colpisce l’estremo fisso, rimbalza e si capovolge R FiD 11 MODULO D UNITÀ 1 Oscillazioni, onde e suono I fenomeni ondulatori 1.4 Le onde periodiche gura 1.8a. L’impulso riflesso ha lo stesso profilo di quello incidente, ma invertito: un impulso “verso l’alto” (una cresta) diventa un impulso “verso il basso” (una gola) e viceversa. Osserviamo che, se l’estremità del filo fosse libera di muoversi (per esempio mediante un anellino), avremmo ancora riflessione ma senza inversione R Figura 1.8b. Contrariamente a quanto succede per l’urto di una pallina su una parete, nella riflessione di un impulso o di un’onda non si ha inversione tra il fronte anteriore e quello posteriore. Se muoviamo il filo delle figure precedenti con frequenza e ampiezza del polso costanti, possiamo generare un treno di impulsi equidistanti e aventi lo stesso profilo R Figura 1.10, così da formare un’onda periodica. Supponiamo che il filo sia sufficientemente lungo (idealmente infinito) da poter trascurare il fatto che prima o poi si avranno riflessioni ai suoi estremi. L’onda periodica è caratterizzata dalla frequenza delle vibrazioni “su e giù” di ciascuna singola particella sulla corda. Dal momento che tutte queste frequenze sono identiche possiamo parlare di frequenza f dell’onda. Una seconda caratteristica fondamentale delle onde periodiche è la distanza minima dopo la quale il profilo dell’onda si ripete, detta lunghezza d’onda λ. Essa può essere misurata come la distanza tra una gola e la successiva, o tra due creste, o tra due punti qualsiasi che racchiudano integralmente un profilo R Figura 1.11. Per chiarire meglio il concetto utilizziamo l’analogia del treno di onde circolari che si propaga nello stagno: se fotografiamo lo staλ gno in un certo istante di tempo, possiamo misurare la distanza tra due gole successive e valutare così la lunghezza λ R Figura 1.12a; se invece ci mettiamo su una barchetta in un determinato punto della superficie, possiamo osservare un moto ondulatorio verticale e misurarne la frequenza f R Figura 1.12b. R Figura 1.8 Riflessione di un impulso su una parete Se l’estremo è fisso (a) l’impulso si riflette e si inverte, mentre se l’estremo è libero di muoversi (b), per esempio mediante un anellino che scorre senza attrito, l’impulso si riflette ma non si inverte. In quest’ultimo caso si osservi come l’estremo libero “insegua” il profilo dell’impulso che arriva. Possiamo definire la velocità dell’onda, v, mediante la distanza percorsa da una cresta e il tempo impiegato. In generale questo esperimento è piuttosto difficile e non praticabile (onde troppo lente o troppo veloci, difficoltà di identificare il punto di cresta e seguirlo ecc.). Possiamo allora immaginare di scattare un certo numero di fotografie con la stessa frequenza dell’onda: esse appariranno tutte identiche perché le singole particelle saranno ogni volta ritornate tutte nella posizione iniziale. Ma nel frattempo l’onda è avanzata e una gola, per esempio, ha preso il posto di quella successiva; pertanto, tra una fotografia e la successiva, l’onda ha percorso una distanza pari a λ. Poiché ha percorso uno spazio pari a λ in un tempo T, la sua velocità v ha modulo λ v = T a a La sovrapposizione di onde bb c dd ee ff Artist/Date: R Figura 1.9 La sovrapposizione di onde Le due onde sul filo passano l’una attraverso l’altra come se ciascuna si stesse propagando da sola sul filo. D 12 Immaginiamo di inviare su un filo ben teso una cresta che viene riflessa a formare una gola e di inviare immediatamente una seconda cresta a incontrare la gola R Figura 1.9. Che cosa succede? Sorprendentemente le due onde passano l’una attraverso l’altra: dopo la collisione ciascuna prosegue indisturbata con il proprio profilo e la propria velocità. Una cosa simile avviene quando gettiamo due sassi in uno stagno: due onde circolari si dipartono dai due punti in cui sono caduti i sassi; anche se i disegni circolari parzialmente si compongono, possiamo sempre distinguerli come originati da due centri distinti, al contrario di quanto succede quando due palline si scontrano: a causa dell’urto entrambe cambiano direzione e velocità. Non c’è nulla di strano in questo comportamento delle onde: immaginiamo per esempio che mondo bizzarro sarebbe quello in cui le note dei diversi strumenti musicali di un complesso si ostacolassero le une con le altre, anziché comporsi mantenendo una propria identità. Durante l’intervallo di tempo in cui le onde passano l’una attraverso l’altra, l’oscillazione complessiva, detta sovrapposizione delle onde, è la composizione delle singole oscillazioni; più esattamente l’elongazione complessiva, cioè lo spostamento dalla posizione di equilibrio, a ogni istante di tempo è la somma algebrica delle elongazioni dovute alle singole onde. Questa proprietà delle onde viene chiamata principio di sovrapposizione. Per un’onda periodica, la lunghezza d’onda λ è la distanza tra due creste o due gole successive dell’onda; la frequenza f è la frequenza con cui oscillano tutte le particelle che compongono il mezzo in oscillazione. ✔✔✔✔ b ✔✔✔✔ a a b R Figura 1.10 Un’onda periodica Un’onda periodica su un filo, fisso a un’estremità, può essere generata muovendo l’estremità libera su e giù con frequenza costante. λ λ R Figura 1.11 La lunghezza d’onda La lunghezza d’onda di un’onda periodica è la distanza tra due punti qualunque equivalenti dell’onda. R Figura 1.12 Onde in uno stagno Per comprendere le due caratteristiche fondamentali di un’onda che si propaga nello spazio, ossia frequenza e lunghezza d’onda, possiamo: a) scattare una fotografia dall’alto e osservare l’andamento spaziale (per esempio lungo la freccia rossa); b) metterci in un punto specifico dello stagno e osservare che cosa succede durante lo scorrere del tempo. D 13 MODULO D UNITÀ 1 Oscillazioni, onde e suono I fenomeni ondulatori Ricordando che il periodo è inversamente proporzionale alla frequenza, si ottiene anche v = λf Questa relazione è generale e vale per tutte le onde periodiche, siano esse onde radio, onde acustiche, onde marine ecc. Esempio numerico 1.3 Se le onde che si propagano nell’acqua hanno una frequenza di 5 Hz e una lunghezza d’onda di 8 cm, qual è la loro velocità? Utilizzando l’equazione che abbiamo appena trovato, si ha che: v = λf = 8 cm ⋅ 5 s−1 Le onde stazionarie Se un’onda periodica viene confinata in una data porzione di spazio, si hanno nuovi fenomeni a causa della sovrapposizione tra le onde incidenti e quelle riflesse. In generale le configurazioni che si possono creare sono piuttosto varie e complesse, non necessariamente periodiche, e tendono a smorzarsi, dunque richiedono l’immissione di molta energia per essere prodotte. Tra tutte queste onde ce ne sono alcune particolari che sembrano generarsi sulla corda quasi spontaneamente, poiché hanno la caratteristica di sostenersi e anzi aumentare d’ampiezza con un minimo di energia, per esempio quelle delle R Figure 1.13 e 1.14. Queste configurazioni sono anche le uniche a essere ancora periodiche: poiché sono confinate, non si muovono orizzontalmente lungo il filo, e quindi vengono dette onde stazionarie. Ricordando quanto detto sulla risonanza, possiamo intuire da queste figure che una corda di determinata lunghezza, fissata agli estremi, possiede frequenze di risonanza ben definite. Così, se la frequenza forzante uguaglia una di queste frequenze, si stabiliscono sulla corda le relative onde stazionarie. Osservando nuovamente le R Figure 1.13 e 1.14 si può notare come lungo la corda vi siano alcuni punti, detti nodi, i quali non mostrano alcuna oscil- R Figura 1.13 L’onda stazionaria con la frequenza minore Profili di una corda che oscilla formando un’onda stazionaria con la minima frequenza possibile. La numerazione serve a distinguere i diversi istanti di tempo. R Figura 1.14 Onde stazionarie su una corda Profili di una corda che oscilla formando un’onda stazionaria con la seconda frequenza possibile. Si osservi come la composizione di due onde che viaggiano in direzioni opposte sulla corda (quella incidente e quella riflessa) può produrre un’onda stazionaria che non si sposta lungo il filo. D 14 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 6 5 4 3 2 1 lazione verticale (completamente immobili, come le due estremità) e altri punti, detti ventri, che hanno la massima escursione. Indicando con l la lunghezza della corda, troviamo che la prima onda stazionaria ha una lunghezza d’onda di λ1 = 2l R Figura 1.13, la seconda di λ 2 = l R Figura 1.14. 2 La terza ha una lunghezza d’onda di λ 3 = l e così via. 3 Poiché vale la relazione v = λf e tutte le onde hanno la stessa velocità, si ha v = λ 1 f1 = λ 2 f2 = λ 3 f3 ... Pertanto, poiché la lunghezza d’onda λ 2 della seconda onda stazionaria è la metà di quella della prima, la frequenza f2 è il doppio di f1. In generale, le frequenze sono multipli interi della frequenza più piccola. L’onda stazionaria di frequenza f1 viene detta armonica fondamentale o prima armonica e le successive seconda armonica f2, terza armonica f3 e così via. a 1.5 Interferenza e diffrazione delle onde Se estendiamo il principio di sovrapposizione, o interferenza, discusso nel caso di onde unidimensionali, a onde più complesse, per esempio quelle bidimensionali che si muovono sulla superficie di un lago, otteniamo effetti nuovi e interessanti. Immaginiamo di avere due generatori di onde periodiche sulla superficie dell’acqua, come mostrato nella R Figura 1.15a; supponiamo inoltre che i due generatori abbiano la stessa frequenza e siano in fase, ossia producano creste esattamente nello stesso istante. Il risultato della propagazione è la complessa e delicata trama mostrata nella R Figura 1.15b, dove le regioni luminose corrispondono a creste e quelle scure a gole. Come si vede, in alcuni punti le creste si incontrano a formare una “supercresta”; in questi stessi punti, trascorso un tempo pari a mezzo periodo, le gole si incontrano a formare una “supergola”. Questi punti d’incontro sono quelli in cui l’ampiezza della sovrapposizione è massima (interferenza costruttiva); sono i punti in cui la superficie dell’acqua è soggetta al massimo spostamento verticale, pertanto formano le regioni antinodali. In altre zone invece le gole incontrano le creste e, se i due generatori producono onde con la stessa ampiezza, la somma algebrica degli spostamenti è nulla e le onde si cancellano reciprocamente (interferenza distruttiva); questi sono i punti nei quali lo spostamento della superficie è sempre nullo e costituiscono le regioni nodali. In generale, anche se le ampiezze prodotte dai due generatori sono diverse, in questi punti la sovrapposizione ha sempre il più piccolo valore possibile. A causa della natura periodica delle onde, le regioni nodali e quelle antinodali hanno posizioni fisse rispetto alle sorgenti. Consideriamo un punto P, distante d1 dalla sorgente S1 e d2 dalla sorgente S2 R Figura 1.16; la differenza tra queste due distanze si chiama differenza di cammino d : b R Figura 1.15 Figure d’interferenza Una lampadina illumina il generatore di onde, che si chiama ondoscopio, che produce due sorgenti in fase (a). Sul pavimento si vedono luci e ombre corrispondenti alle figure d’interferenza, visibili in (b), che si formano nell’acqua. R Figura 1.16 Differenza di cammino Il fatto che P sia una regione di interferenza costruttiva o distruttiva dipende dalla differenza di cammino d tra le due sorgenti. La linea rossa indica la zona avente d = 0, dunque di interferenza costruttiva. P d = d1 − d2 e ci permette di capire che cosa avviene nel punto P. Infatti, se d = 0 significa che il punto P è equidistante dalle sorgenti e viene raggiunto simultaneamente da due gole o da due ventri. Lo stesso accade se la differenza di cammino è un multiplo intero della lunghezza d’onda: anche in tal caso il punto P viene raggiunto contemporaneamente, per esempio, dalla gola emessa da S1 e da una gola successiva emessa da S2. Possiamo quindi concludere che se la differenza differenza di cammino d D 15 MODULO D UNITÀ 1 Oscillazioni, onde e suono I fenomeni ondulatori di cammino è un multiplo intero della lunghezza d’onda, nel punto P si ha interferenza costruttiva: a b d = n λ n = ±1, ±2, ±3, ±4, ... λ Analogamente, se d = , il punto P viene raggiunto da una gola e da una cre2 sta nello stesso istante e si ha interferenza distruttiva. Lo stesso succede in generale se la differenza di cammino viene aumentata di un qualsiasi multiplo di lunghezza d’onda: λ d = + nλ n = ±1, ± 2, ± 3, ± 4, ... 2 In tal caso P è un nodo. Nella R Figura 1.17 onde periodiche si muovono verso una barriera con un’apertura centrale. Possiamo osservare che, oltre la fenditura, le onde non procedono diritte, ma si allargano, diffondendosi tutt’intorno. Lo stesso effetto si può osservare all’ingresso di un porto o all’imboccatura di una baia. Questo fenomeno, detto diffrazione, è completamente diverso dal comportamento di una particella, per esempio un proiettile, che venga sparata contro una barriera: oltre la fenditura infatti il proiettile prosegue senza piegare la sua traiettoria. L’entità della diffrazione dipende dal rapporto tra la lunghezza d’onda λ dell’onda incidente e le dimensioni D dell’apertura. Se la lunghezza d’onda è molto più piccola di D, l’onda prosegue oltre l’imboccatura quasi interamente diritta R Figura 1.17a; l’effetto di diffrazione diviene sempre più evidente a mano a mano che la lunghezza d’onda aumenta, diventando confrontabile con le dimensioni dell’apertura R Figura 1.178 b e c. 1.6 Il suono e la musica c R Figura 1.17 Il fenomeno della diffrazione Onde d’acqua di lunghezza d’onda λ si muovono verso l’alto e attraversano una fenditura di larghezza D (a). La diffrazione diviene sempre più evidente al crescere della lunghezza d’onda (b), fino a essere massima in (c) quando λ e D sono uguali. D 16 Quando pensiamo al suono, immaginiamo subito segnali che attraversano l’aria e arrivano al nostro orecchio. In realtà, il suono è molto di più e può viaggiare in mezzi diversi: per esempio, la percussione di due rocce sott’acqua può essere facilmente udita dai subacquei; un feto nell’utero della madre può essere esaminato mediante ultrasuoni. Le onde sonore Un oggetto che vibra produce una perturbazione dell’aria che lo circonda. Osserviamo la R Figura 1.18: quando il diapason, che è un dispositivo meccanico che vibra con una frequenza stabilita, in genere 440 Hz, si muove verso l’esterno produce una compressione dell’aria contigua, quando si muove nel verso opposto produce un vuoto parziale, una rarefazione. A questo punto, la differenza di pressione costringe le molecole a tornare indietro nella zona di rarefazione, solo per essere nuovamente compresse. In conclusione, le molecole d’aria vibrano avanti e indietro vicino alla superficie dell’oggetto vibrante. Mediante questo meccanismo la sequenza di rarefazioni e compressioni è dunque in grado di allontanarsi dalla sorgente, dando origine a un’onda sonora. Poiché la vibrazione delle molecole d’aria avviene nella stessa direzione di propagazione dell’onda, si tratta di un’onda longitudinale. L’effetto dell’eco dimostra che le onde sonore vengono riflesse dalle superfici e che hanno una velocità finita. Conoscendo la distanza di un ostacolo (per esempio, una parete rocciosa in lontananza) è possibile calcolare la velocità di propagazione dell’onda, valutando il tempo che intercorre tra l’emissione del suono e l’arrivo dell’eco. A temperatura ambiente si trova che la velocità del suono nell’aria è di 343 m/s. La velocità del suono non dipende dalla pressione, ma dalla temperatura e dal tipo di mezzo in cui le onde sonore si propagano. Più esattamente, la velocità si riduce con la temperatura: in un mezzo allo zero assoluto, infatti, le molecole sono immobili. Inoltre, ricordando che la massa è inerzia al moto, possiamo intuire che la velocità del suono è tanto maggiore quanto più le molecole del gas sono piccole: per esempio, a temperatura ambiente, nell’elio puro il suono si propaga circa tre volte più velocemente che nell’aria. La conoscenza della velocità del suono nell’aria permette di stimare la distanza a cui è caduto un fulmine. Poiché la luce è molto più veloce del suono (ne riparleremo nell’Unità 2), la sua propagazione può essere considerata pressoché istantanea e pertanto, la differenza di tempo tra l’arrivo del lampo e quello del suono permette di stimare la distanza del fulmine, circa 1 km ogni 3 s di ritardo. Sai rispondere? ✔ Se sentiamo il tuono 9 s dopo aver visto il lampo, a che distanza è caduto il fulmine? Esempio numerico 1.4 L’orecchio umano percepisce due suoni come distinti quando sono distanti almeno un decimo di secondo. Qual è la distanza minima di una parete che può produrre un effetto percepibile come eco? R Figura 1.18 Come si propaga il suono Il suono è un’onda longitudinale nella quale le molecole d’aria oscillano lungo la direzione in cui l’onda sta viaggiando, producendo alternativamente una sequenza di compressioni e di rarefazioni che si propaga nell’aria. Poiché il suono si propaga dal punto in cui viene prodotto verso la parete e viceversa, compie un doppio cammino, e la distanza l minima è quella che produce un ritardo di ∆t = 0,1 s: l = v∆t 343 m/s ⋅ 1/10 s = ≅ 17, 2 m 2 2 Ascoltare i suoni R Figura 1.19 L’orchestra Quando un’orchestra suona una sinfonia, oltre all’armonia comune possiamo ancora percepire la presenza dei singoli strumenti, di frequenza sia più bassa sia più alta. È questa la dimostrazione più interessante che il suono è un fenomeno ondulatorio. La percezione del suono è un fenomeno complesso il cui studio coinvolge una grande varietà di discipline, incluse la fisiologia, la psicologia e l’acustica. Mediante semplici esperimenti si può dimostrare che la nostra percezione è talvolta differente dalle misurazioni effettuate con una opportuna strumentazione. Per esempio, il nostro sistema uditivo (orecchio e cervello) è sensibile in particolare alla frequenza del suono R Figura 1.19: nel linguaggio musicale si parla di note riferendosi a un ben preciso insieme di frequenze basato sul la a 440 Hz. Una nota si dice grave o acuta a seconda che la sua frequenza sia bassa o alta. L’intervallo di frequenze che possiamo udire varia con l’età e da individuo a individuo: in media l’intervallo uditivo è compreso tra i 20 Hz e i 20 000 Hz; la sensibilità dell’orecchio è massima attorno ai 3000 Hz. Inoltre, il nostro sistema uditivo è sensibile all’intensità del suono che dipende dall’ampiezza dell’onda sonora. Quando noi percepiamo un suono che ha intensità doppia di un altro, la strumentazione ci rivela che esso è ben otto volte più intenso. D 17 MODULO D UNITÀ 1 Oscillazioni, onde e suono I fenomeni ondulatori Gli strumenti a corde sonore Quando una corda vibra, comprime l’aria attorno e quindi produce onde sonore, ma, essendo la corda piccola, essa sposta poca aria e produce un volume sonoro ridotto. I maestri liutai ben sanno come risolvere questo problema, cioè montano la corda vibrante su un corpo più grande a cui la vibrazione viene trasmessa: per esempio la cassa armonica del violino R Figura 1.20. Le moderne chitarre elettriche, invece, trasformano direttamente le vibrazioni delle corde in un segnale elettrico che viene successivamente amplificato, filtrato e riprodotto mediante le casse acustiche. Quando pizzichiamo la corda di una chitarra si producono vibrazioni che si riflettono alle due estremità e, dopo una prima fase di assestamento, generano un insieme unico di onde stazionarie (rivedi pagina D/14). R Figura 1.20 Le vibrazioni di un violino Le vibrazioni del corpo di un violino sono rese visibili per mezzo di una speciale tecnica detta olografia. piano superiore 1.7 L’effetto Doppler e l’onda d’urto Per quanto possa sembrare poco ovvio, a volte il suono che noi udiamo non è necessariamente identico a quello prodotto all’origine, anche nel caso in cui sia presente una sola sorgente: si pensi infatti alla variazione del rumore del motore di un’automobile che ci passa vicino. Tale variazione diventa particolarmente evidente nel caso di un veicolo da corsa. Più precisamente si osserva che, quando l’auto si allontana, il suono sembra più acuto di quando si stava avvicinando. Questo spostamento della frequenza si chiama effetto Doppler ed è dovuto al moto relativo della sorgente (l’automobile del nostro esempio) rispetto all’osservatore. La frequenza che udiamo è legata alla distanza tra le creste che giungono al nostro orecchio, direttamente sensibile alla frequenza di un’onda, ma non alla sua lunghezza d’onda. La R Figura 1.22a mostra uno spaccato bidimensionale delle onde prodotte da un diapason: se la sorgente e l’osservatrice sono in quiete rispetto all’aria, la frequenza udita è la stessa di quella emessa. Se il diapason si muove rispetto all’aria, verso la persona R Figura 1.22b, la distanza tra una cresta e la successiva, nella direzione del moto, si riduce e aumenta pertanto la frequenza udita. In maniera analoga, se la sorgente si allontana dall’osservatrice, la frequenza udita è inferiore a quella generata. a λ a corda pizzicata a 1/4 dall’estremità b b prima armonica c seconda armonica d terza armonica e quarta armonica f quinta armonica R Figura 1.21 Armoniche prodotte da una corda pizzicata La forma di una corda pizzicata (a) è la sovrapposizione delle prime cinque armoniche. Alla forma (a), non si ha alcun contributo della quarta armonica. D 18 Qualsiasi forma iniziale della corda pizzicata, per esempio quella della R Figura 1.21a, può essere vista come la sovrapposizione, cioè la somma algebrica, di un certo numero di onde stazionarie, ciascuna con la propria ampiezza relativa; la R Figura 1.21 mostra i contributi ad (a) da parte delle prime cinque armoniche: si osservi, per esempio, come l’ampiezza della prima armonica sia maggiore di quella della quinta e la quarta armonica sia assente. In definitiva, quando pizzichiamo la corda e la rilasciamo, queste onde armoniche si dispongono sulla corda a formare onde stazionarie. La corda di cui abbiamo discusso sinora produce una sola nota per volta, nel senso che tutte le vibrazioni sono determinate da un’unica frequenza fondamentale. La musica però consiste nella presenza simultanea di più note. Questo risultato può essere raggiunto in vari modi, per esempio aumentando il numero di corde a disposizione (come nel pianoforte, nell’arpa e nel clavicembalo); un’altra tecnica è quella di ridurre la lunghezza della porzione di corda che oscilla: una lunghezza vibrante minore corrisponde a una lunghezza d’onda fondamentale minore, dunque a una frequenza maggiore, così da produrre una nota più acuta. Infine, poiché la frequenza fondamentale è direttamente proporzionale alla velocità di propagazione: v 2l cambiando la tensione della corda, si modifica la velocità di propagazione e dunque la frequenza (tranne che per pochi strumenti, in genere cambiare la tensione della corda durante l’esecuzione è assai difficile, pertanto questa tecnica viene utilizzata soprattutto per accordare lo strumento). f1 = R Figura 1.22 L’effetto Doppler a) Se la sorgente e chi ascolta sono stazionari rispetto all’aria, l’ascoltatrice percepisce la stessa frequenza emessa dalla sorgente. b) Se la sorgente sonora si muove verso destra, cioè verso la persona, le onde si allargano sul lato sinistro e si avvicinano fra loro su quello destro: pertanto la persona percepisce un suono con lunghezza d’onda minore e quindi frequenza maggiore rispetto a quello emesso dalla sorgente. Se indichiamo con vS la velocità della sorgente, con v la velocità del suono nell’aria, con f la frequenza emessa dal diapason e con f quella udita dall’osservatrice, è possibile calcolare l’aumento della frequenza (nel caso della sorgente che procede verso l’osservatore) mediante la relazione f = f 1− vs v Nel caso in cui la sorgente si allontani dall’osservatore, il segno “meno” al denominatore va sostituito con il segno “più”, così da produrre uno spostamento delle frequenze verso il basso. D 19 MODULO D UNITÀ 1 L’effetto Doppler avviene anche nel caso in cui la sorgente sia ferma e sia invece l’osservatore a muoversi: se si avvicina alla sorgente l’osservatore percepisce un aumento della frequenza, se si allontana una diminuzione. ✔✔✔✔ ✔✔✔✔ In presenza di moto relativo tra sorgente e osservatore, la frequenza del suono udita è maggiore di quella emessa in caso di avvicinamento, minore in caso di allontanamento. L’effetto Doppler può essere molto utile per ricavare informazioni sul moto di oggetti lontani: per esempio, per seguire gli spostamenti dei delfini nel mare o per verificare il corretto flusso del sangue nelle vene, mediante una tecnica che è alla base dell’ecografia a effetto Doppler. Sai rispondere? ✔ Se stessimo giocando con il modellino di un aeroplano a filo, così da fargli compiere evoluzioni circolari attorno a noi, sentiremmo l’effetto Doppler? E una persona distante da noi? V a Quando una sorgente di onde si muove con velocità maggiore di quella delle onde nel mezzo, la cresta successiva è generata davanti al fronte di quella precedente. Ciò fa sì che vi sia una sovrapposizione tra le onde generate, che produce un fronte d’onda di forma conica, detto onda di prua o onda d’urto R Figura 1.23a. L’effetto è particolarmente evidente quando una barca si muove nell’acqua a una velocità superiore a quella con cui le onde si propagano sulla superficie dell’acqua, producendo dietro di sé una scia triangolare R Figura 1.23b. Lo stesso fenomeno avviene quando un aeroplano supera la barriera del suono, ossia la velocità del suono nell’aria: in tal caso, le persone raggiunte dal fronte dell’onda d’urto percepiscono un forte rumore R Figura 1.24. b H Figura 1.23 L’onda di prua a) Quando una sorgente si muove in un mezzo più velocemente della velocità del suono in quel mezzo, le onde emesse formano un cono che costituisce l’onda d’urto. b) La presenza di onda d’urto indica che le imbarcazioni avanzano a velocità maggiore della velocità delle onde sull’acqua. D 20 Sintesi ✔ Le oscillazioni sono descritte da due grandezze fisiche: l’intervallo di tempo richiesto per effettuare un ciclo, il periodo T (oppure il suo reciproco, cioè la frequenza f ), e l’ampiezza delle vibrazioni, ossia la massima distanza che l’oggetto raggiunge rispetto al punto di equilibrio. ✔ Per piccole oscillazioni, il periodo è indipendente dall’ampiezza. ✔ Ogni sistema possiede un insieme naturale di frequenze di risonanza. Quando viene eccitato a una di queste frequenze il sistema risponde con un’elevata ampiezza di oscillazione. ✔ Le onde sono perturbazioni che si spostano attraverso un mezzo; è l’energia associata all’onda che si muove e non il mezzo. Le onde trasversali vibrano perpendicolarmente alla direzione di moto, mentre quelle longitudinali vibrano parallelamente a essa. ✔ In un’onda confinata possono aversi effetti di risonanza che producono onde stazionarie. Le parti del mezzo che non vibrano sono dette nodi, mentre quelle che subiscono la massima vibrazione sono dette ventri. ✔ Due sorgenti periodiche identiche e con differenza di fase costante producono un disegno di interferenza che consiste di zone nodali e antinodali. ✔ Le onde non procedono “diritte” in presenza di fori, ma si allargano e diffondono. ✔ Il suono è un’onda longitudinale che viaggia attraverso una grande varietà di mezzi. La sua velocità è di 343 m/s nell’aria a temperatura ambiente, quattro volte maggiore nell’acqua e più di dieci volte maggiore nei solidi. Nei gas la velocità del suono dipende dalla temperatura (è minore a temperature basse) e dal gas (è maggiore per molecole di massa piccola). ✔ La velocità di un’onda periodica è uguale al prodotto tra la lunghezza d’onda e la sua frequenza. ✔ La frequenza emessa da un oggetto in movimento cambia secondo l’effetto Doppler: diventa maggiore se la sorgente si avvicina al ricevitore, minore se si allontana. ✔ Le onde si attraversano tra loro senza deformarsi: durante la sovrapposizione la forma dell’onda complessiva è la somma algebrica delle singole elongazioni. ✔ Quando una sorgente si muove a velocità maggiore di quella del suono nel mezzo, si forma un fronte conico che viene chiamato onda d’urto. ▼ Parole chiave a puoi rispondere alle domande di pagina S Ora D/4. Quando le onde si muovono in un mezzo, esso oscilla localmente, sul posto. Non vi è alcun trasporto di materia da un punto a un altro, è solo la perturbazione che si sposta. Diversamente dalle particelle, quando due onde si incontrano, le loro singole perturbazioni si sommano; quando poi si lasciano ciascuna ha mantenuto la propria identità. ▼ b R Figura 1.24 Un aereo supersonico Un aeroplano che viaggia più veloce del suono produce un’onda d’urto che si sente dopo che l’aeroplano è passato sopra le nostre teste. Le due persone a destra (a) non hanno ancora udito alcun suono proveniente dall’aereo. • ampiezza • antinodo • armonica • ciclo • cresta • diffrazione • effetto Doppler • elongazione • frequenza • gola • in fase • interferenza • lunghezza d’onda • nodo • onda • onda d’urto • onda longitudinale • onda periodica • onda stazionaria • onda trasversale • oscillazione • periodo • risonanza • sovrapposizione • ventre • vibrazione D 21 SINTESI E VERIFICHE Oscillazioni, onde e suono I fenomeni ondulatori MODULO D UNITÀ 1 Oscillazioni, onde e suono ▼ Domande concettuali 1 2 3 Se la forza totale che agisce su una massa all’estremità di una molla verticale è zero nel punto di equilibrio, perché la massa non si ferma in quella posizione? Se la forza di richiamo che agisce su un pendolo è nulla quando esso è in posizione verticale, perché il pendolo non interrompe le sue oscillazioni in quel punto? Se una massa appesa a una molla verticale si trova al di sopra del punto di equilibrio, in quale direzione punta la forza totale che agisce su di essa? 4 Se un pendolo si trova a destra della verticale, in quale direzione punta la forza di richiamo? 5 Come puoi aumentare il periodo delle oscillazioni di una massa appesa a una molla? 6 Come puoi aumentare il periodo delle oscillazioni di un pendolo? 7 8 9 Immagina di spostare la massa appesa a una molla a 1 cm dal punto di equilibrio, di lasciarla andare e di misurare il periodo delle oscillazioni. Se avessi spostato la massa di 2 cm, pensi che il periodo sarebbe aumentato, diminuito o sarebbe rimasto lo stesso? Qual è la frequenza del moto periodico di una lancetta d’orologio che misura i secondi? E quella di una lancetta che misura i minuti? 10 Secondo te, la frequenza naturale di un’altalena dipende o no dal fatto che tu stia seduto o in piedi sul seggiolino? 11 Che cosa viene trasportato su un filo stendibiancheria quando un’onda si sposta su di esso da un’estremità all’altra? 12 Che cosa si muove realmente sulla superficie di un lago quando lanci un sasso in acqua? 13 I dispositivi sonar utilizzano il suono per esplorare il fondale marino. Ritieni che il sonar produca un’onda longitudinale o trasversale? 14 È possibile che un urlo possa “sorpassare” un bisbiglio? 15 Quale delle seguenti proprietà è in grado di influenzare la velocità di un’onda lungo una corda: (a) ampiezza dell’impulso; (b) forma dell’impulso; (c) tensione della corda; (d) massa per unità di lunghezza della corda? 16 Come potresti aumentare la velocità di un’onda che si propaga lungo una corda? 17 Se le forme ( a) e ( b) nella figura seguente corrispondono a impulsi ideali su una corda tesa, disegna qual è l’impulso che otterresti dalla loro sovrapposizione. a b c D 22 27 Da che cosa potresti capire che le onde sonore sono onde longitudinali? 37 Prova a descrivere la sequenza di suoni che dovresti udire quando un treno ti passa a fianco fischiando. 28 Qual è l’evidenza che il suono sia un fenomeno ondulatorio? 38 Quando un diapason si muove allontanandosi da te, ti aspetti di sentire una frequenza maggiore, minore o identica rispetto al caso in cui il diapason è fermo? 29 Un’onda acustica con frequenza pari a 220 Hz si muove più velocemente, più lentamente o alla stessa velocità di un’onda con frequenza di 440 Hz? 30 Quale dei seguenti fattori ha la massima influenza sulla velocità del suono nell’aria: ampiezza, frequenza, lunghezza d’onda o temperatura? 31 Che cos’è l’eco? 32 Quale proprietà osservabile di un’onda sonora è determinata dalla sua ampiezza? 39 Un’automobile che sta suonando il clacson si sta movendo verso di te a velocità costante. Confronta la frequenza che ascolti con quella udita dal guidatore. 40 Spiega perché il “boom” ultrasonico di un aereo che supera la velocità del suono nell’aria assomiglia così tanto a un’esplosione. 33 Quale proprietà di un’onda sonora determina la sua intensità? 35 Come puoi ottenere l’aumento della velocità delle onde su una corda di chitarra? 18 E se si trattasse degli impulsi (a) e (c) della figura della domanda 19? 19 Quale, tra le seguenti proprietà delle onde periodiche, è indipendente da tutte le altre: frequenza, lunghezza d’onda, velocità o ampiezza? 20 Due onde con la stessa velocità hanno frequenze diverse. Sapresti dire qual è l’onda con la maggiore lunghezza d’onda? 21 Che cosa succede alla lunghezza d’onda di un’onda sulla superficie dell’acqua nel momento in cui riduci la frequenza con cui il tuo dito va su e giù sulla superficie dell’acqua? 22 Che cosa succede alla lunghezza d’onda di un’onda su una corda nel momento in cui la tua mano oscilla su e giù più rapidamente? 24 Quanto tempo impiega un’onda a percorrere una distanza pari a una lunghezza d’onda? 25 Due sorgenti puntiformi producono onde della stessa lunghezza d’onda e in fase tra loro. In un punto a metà strada tra le due sorgenti ti aspetti di avere un nodo o un antinodo? segnale riflesso dal fondale 36 Ritieni che l’aumento della tensione della corda di una chitarra possa modificare la frequenza dell’armonica fondamentale? 34 Che cosa determina l’altezza di un suono? 23 Qual è lo spazio percorso da un’onda quando è trascorso un tempo pari a un periodo? segnale inviato dalla nave verso il fondale sta, la seconda emette una gola). In un punto a metà strada tra le due sorgenti ti aspetti di avere un nodo o un antinodo? 26 Due sorgenti puntiformi producono onde della stessa lunghezza d’onda e in opposizione di fase tra loro (ossia quando la prima sorgente emette una cre- ▼ Domande di approfondimento 41 L’ampiezza delle oscillazioni di un pendolo reale diminuisce a causa dell’attrito. Come cambia il periodo del pendolo reale al diminuire dell’ampiezza? 42 Un piccolo pendolo ha una frequenza naturale di 4 Hz. Secondo te, quale delle seguenti frequenze forzanti non dovrebbe produrre risonanza: 8 Hz, 4 Hz, 2 Hz o 1 Hz? 43 Sia le onde trasversali sia quelle longitudinali possono propagarsi su una lunga barra di alluminio. Sapresti dire come produrre un’onda di ciascuno dei due tipi? 44 Come potresti dimostrare che le onde sonore passano l’una attraverso l’altra senza influenzarsi reciprocamente? 45 Anche se sei molto lontano da un’orchestra, il suono di ciascuno strumento ti giunge netto e definito. Che cosa ti suggerisce questa esperienza sul comportamento delle onde sonore? 46 Dall’osservazione della scia di una nave quali informazioni puoi ricavare sulla velocità della nave e delle onde sulla superficie dell’acqua? 47 Quali sono alcuni degli effetti di cui dovresti tenere conto nel progettare una sala per concerti? D 23 SINTESI E VERIFICHE SINTESI E VERIFICHE I fenomeni ondulatori MODULO D UNITÀ 1 Oscillazioni, onde e suono ▼ ▼ Vero o falso? Test a scelta multipla Scegli la lettera corrispondente alla soluzione che meglio completa la frase o che risponde alla domanda. 1 7 Un peso attaccato a una molla verticale oscilla su e giù. Se il periodo del suo moto è due secondi, la frequenza è: a due secondi. b due cicli per secondo. Seduto sulla banchina, osservi le onde del mare passare sotto di te. Se conti 20 creste d’onda in due minuti e misuri una distanza tra due creste di un metro, qual è il periodo delle onde? a 20 s. 8 c un ciclo per secondo. b 10 s. c 6 s. d 2 s. Se la frequenza di un’onda è 2 Hz e le creste adiacenti distano 3 m, quanto spazio percorre una cresta in 2 s? a 1,5 m. b 3 m. c 6 m. d 12 m. d mezzo ciclo per secondo. 9 2 3 Una molla oscilla con un periodo di 1 s con una massa di 0,25 kg. Qual è il suo periodo se la massa è di 1 kg? a 0,5 s. c 2 s. b 1 s. d 4 s. Un pendolo compie un ciclo e viene misurato il suo periodo. Se il pendolo viene fatto oscillare con un’ampiezza doppia della precedente il suo periodo è: a il doppio del periodo precedente. b la metà del periodo precedente. c lo stesso del periodo precedente. d Non ci sono elementi per rispondere. 4 5 Quale delle seguenti frequenze non produce risonanza in un’altalena con frequenza fondamentale f ? a 1/3 f. c 1 f. b 1/2 f. d 2 f. Se la frequenza fondamentale di una corda fissata a entrambe le estremità è 20 Hz, qual è la frequenza della seconda armonica? a 5 Hz. b 10 Hz. c 20 Hz. d 40 Hz. 10 Dove metteresti le tue dita su una corda di chitarra lunga L per ottenere la quarta armonica? D 24 18 Nel caso di un’onda periodica la distanza tra due creste o due gole corrisponde alla lunghezza d’onda. ❒❒ ❒❒ Abbina ogni grandezza della prima colonna con l’unità di misura corretta nella seconda colonna. b. dB 21 lunghezza d’onda c. s 22 costante elastica d. nm 23 intensità del suono e. Hz 24 velocità del suono f. N/m d Dipende dalla chitarra. 11 Se la velocità di un’onda lungo un filo di 50 cm è di 400 m/s, qual è la frequenza fondamentale? a 200 Hz. c 800 Hz. b 400 Hz. d 1600 Hz. 12 La sirena di un’ambulanza ha una frequenza di 1000 Hz. In quale delle seguenti situazioni un osservatore sentirebbe una frequenza maggiore? a L’ambulanza si muove verso l’osservatore. d L’osservatore si allontana correndo dall’ambulanza. d Non ci sono elementi per rispondere. 17 Se la sorgente di un suono si avvicina a te cambiando la propria velocità, cambia anche la velocità del suono che ti raggiunge. Collegamenti 20 frequenza di oscillazione b divisa per la sua frequenza. c Diminuisce. osservi una frequenza delle oscillazioni orizzontali maggiore per la prima molla. ▼ c A una distanza di 1/8 L dall’estremità. c L’ambulanza e l’osservatore sono entrambi fermi. b Aumenta. ❒❒ a. m/s b L’ambulanza si allontana dall’osservatore. a Non varia, rimane la stessa. 16 La costante elastica di una molla è maggiore della costante elastica di una seconda molla; se attacchi alle due molle una stessa massa ❒❒ 19 periodo del moto a moltiplicata per la sua frequenza. Supponi che un’onda periodica viaggi lungo una corda infinitamente lunga. Come varia la lunghezza d’onda se aumenti il periodo dell’onda? 15 Su un pianeta la cui accelerazione di gravità è maggiore di quella terrestre, il periodo delle oscillazioni di un pendolo a filo è maggiore che sulla Terra. ❒❒ b A una distanza di 1/4 L dall’estremità. c moltiplicata per il suo periodo. 6 14 Il periodo delle oscillazioni di un pendolo a filo dipende dalla massa appesa. a Nel mezzo. La velocità di un’onda periodica è uguale alla sua lunghezza d’onda: d divisa per la sua ampiezza. Per ciascuna affermazione indica nello spazio assegnato se è vera o falsa. 13 Stai ascoltando il clacson di un’automobile che si sta allontanando da te: com’è la frequenza del suono che tu ascolti? a Maggiore di quella che sente il conducente del- l’automobile. b Minore di quella che sente il conducente dell’au- tomobile. c La stessa di quella che sente il conducente del- l’automobile. d Dipende dalla frequenza del clacson. ▼ Completamenti Completa le seguenti frasi inserendo di volta in volta il termine corretto, che puoi scegliere tra i seguenti: ampiezza, frequenza, periodo, lunghezza, nodo, ventre. Il .............. 25 ................ delle oscillazioni di un pendolo aumenta con l’aumentare della .............. 26 ................ del filo. La .............. 27 ................ d’onda è data dal rapporto tra la velocità dell’onda e la sua .............. 28 ................ . Si ha risonanza quando la .............. 29 ................ delle vibrazioni aumenta a causa dell’applicazione di una forza di .............. 30 ................ uguale a quella naturale. Il punto dove un’onda stazionaria raggiunge la massima .............. 31 ................ di oscillazione si chiama .............. 32 ................ , il punto dove questa è nulla si chiama .............. 33 ................ . Nel caso di un’onda stazionaria la distanza tra un .............. 34 ................ e quello contiguo è mezza .............. 35 ................ d’onda. D 25 SINTESI E VERIFICHE SINTESI E VERIFICHE I fenomeni ondulatori MODULO D UNITÀ 1 Oscillazioni, onde e suono ▼ Collegamento concettuale ▼ Esercizi numerici Utilizzando le informazioni contenute nel testo, completa la mappa concettuale che segue. La velocità di una massa attaccata a una molla è legata alla 1 Se una massa oscillante su una molla impiega 3 s per completare un ciclo, qual è il suo periodo? 14 Risolvi l’esercizio 13 trasformando l’impulso rettangolare da cresta in gola. 2 Una massa attaccata a una molla oscilla su e giù coprendo una distanza di 20 cm dalla parte superiore a quella inferiore. La massa percorre questo cammino due volte al secondo. Calcola l’ampiezza e il periodo delle oscillazioni. 15 Un’onda periodica su una corda possiede una lunghezza d’onda di 50 cm e una frequenza di 2 Hz. Calcola la velocità dell’onda. 3 Una massa oscilla attaccata a una molla verticale. Calcola la sua frequenza sapendo che il periodo del suo moto è pari a 0,5 s. 4 Un pendolo a filo con una lunghezza di 9 m ha un periodo di 6 s. Calcolane la frequenza. 5 Se un pendolo a molla ha una frequenza di 5 Hz, qual è il suo periodo? 6 Se un pendolo a filo molto lungo ha una frequenza di 0,2 Hz, quanto tempo impiega per completare un ciclo? 36 se questa ha lo stesso verso della velocità, allora la velocità se questa ha verso opposto alla velocità, allora la velocità 37 39 e la massa e la massa 7 38 40 verso la posizione di equilibrio dalla posizione di equilibrio 8 9 ▼ Osserva l’immagine Osserva il disegno della Figura 1.14 a pagina D/14. Cerca di descrivere con parole tue il significato della figura; poi fai un disegno a mano libera per mostrare quale dovrebbe essere il profilo della corda per la terza e per la quarta frequenza risonante. ▼ Calcola il periodo di un pendolo a molla con una massa di 0,4 kg attaccata a una molla di costante elastica pari a 40 N/m. Calcola la frequenza di un pendolo a molla con una massa di 50 kg attaccata a una molla di costante elastica pari a 200 N/m. Se un pendolo a filo ha una lunghezza di 10 m, qual è il suo periodo? (Considera g = 9,81 m/s2.) 10 Una massa di 40 kg è appesa all’estremità di un pendolo a filo di lunghezza pari a 2,5 m. Calcola la frequenza delle sue oscillazioni. 11 Osserva la forma d’onda che viaggia su una corda, mostrata nella figura seguente. Disegna l’impulso che viaggerà sulla corda dopo la riflessione su un’estremità libera. Proposte di ricerca Ricerca informazioni sui principali tipi di orologio esistenti e sui principi fisici sui quali si basa il loro funzionamento. 12 Disegna l’onda riflessa dell’esercizio 11 nel caso di estremità vincolata. 13 Nella figura seguente puoi osservare all’istante iniziale (t = 0 s) due impulsi ideali, aventi la stessa ampiezza e che viaggiano lungo una corda. Sapendo che gli impulsi viaggiano entrambi alla velocità di 1 cm/s, sapresti disegnare il profilo della corda agli istanti 2 s, 4 s, 5 s e 8 s? 0 D 26 2 4 6 8 10 distanza (cm) 12 14 16 16 Se le creste delle onde arrivano sulla spiaggia separate da una distanza di 5 m e con una frequenza di 0,3 Hz, sapresti calcolare la velocità alla quale stanno viaggiando? 17 Calcola qual è la distanza tra due creste contigue di onde oceaniche che hanno una frequenza di 0,2 Hz e una velocità di 2 m/s. 18 Le onde sonore nel ferro hanno una velocità di circa 5100 m/s. Se le onde hanno una frequenza di 300 Hz, qual è la loro lunghezza d’onda? 19 Se la lunghezza d’onda di un’onda stazionaria sulla corda di una chitarra è pari a 1,6 m e la velocità vale 410 m/s, qual è la frequenza della nota che viene suonata in quell’istante? 20 Calcola il periodo di un’onda su una corda sapendo che la sua lunghezza d’onda è 0,4 m e la sua velocità è 2 m/s. 21 Una corda viene saldamente legata tra due pali separati dalla distanza di 2 m. Quali lunghezze d’onda possono essere prodotte su di essa? 22 Una corda di 2 m viene legata a un’estremità a un filo sottilissimo e molto lungo che la tiene in tensione e che rende questa estremità praticamente libera (un ventre). Quali lunghezze d’onda producono onde stazionarie su una tale corda? 23 Qual è la frequenza fondamentale di una corda di 4 m fissata agli estremi se la velocità dell’onda è di 20 m/s? 24 La velocità del suono nell’alluminio è di circa 5100 m/s. Calcola la frequenza fondamentale per un’onda stazionaria che si propaga in una barra di lunghezza pari a 2 m tenuta fissa al centro. 25 Se una nota musicale ha una frequenza pari a 262 Hz, calcola il periodo delle vibrazioni. 26 Calcola la frequenza di un diapason che ha un periodo di 8 ⋅ 10−4 s. 27 Calcola la lunghezza d’onda di una nota musicale di frequenza 524 Hz. (Assumi v = 343 m/s.) 28 Di quale frequenza avresti bisogno per produrre, in una stanza a temperatura ambiente, un suono con una lunghezza d’onda di 1 m? 29 Calcola qual è la frequenza di un suono avente una lunghezza d’onda pari a 5 m nell’aria. D 27 SINTESI E VERIFICHE SINTESI E VERIFICHE I fenomeni ondulatori MODULO D UNITÀ 3 SINTESI E VERIFICHE 30 L’intervallo tra il lampo e il tuono è di 8 s: a quale distanza è caduto il fulmine? 31 Se la frase «Rumori attorno al mondo» potesse realmente propagarsi in tutto il mondo senza smorzarsi né incontrare ostacoli, quanto tempo impiegherebbe a coprire tutta la circonferenza terrestre? (Assumi una circonferenza di 40 000 km.) 32 La frequenza fondamentale di una corda di chitarra è pari a 196 Hz. Calcola la frequenza della quarta armonica. 33 La frequenza fondamentale di una corda di chitarra lunga 80 cm è 500 Hz. Qual è la velocità delle onde che viaggiano sulla corda? 34 Calcola la frequenza fondamentale per la corda di un liuto lunga 60 cm, sapendo che la velocità delle onde sulla corda è di 470 m/s. 35 La sirena del fuoristrada dei vigili del fuoco ha una frequenza di 850 Hz. Quale frequenza sente un passante che vede avvicinarsi il fuoristrada dei vigili a una velocità pari al 10% della velocità del suono nell’aria. Test a scelta multipla Scegli la lettera corrispondente alla soluzione che meglio completa la frase o che risponde alla domanda. 1 Se il periodo delle oscillazioni di un pendolo a filo A è maggiore del periodo di un pendolo a filo B, a la massa di A è maggiore della massa di B. b la lunghezza di A è maggiore della lunghezza di B. 7 L’effetto Doppler dipende: a dal fatto che la velocità dell’onda sonora dipende dal mezzo in cui si sposta. b dalla presenza di due sorgenti che generano onde sonore con la stessa frequenza. c dal sovrapporsi di due eco. d dalla velocità relativa tra sorgente sonora e osserva- tore. c la massa di B è maggiore della massa di A. d la lunghezza di B è maggiore della lunghezza di A. ▼ 2 La lunghezza d’onda di un’onda periodica diminuisce se aumenta: Problemi a il periodo. 36 Qual è la costante elastica di una molla a cui è sospesa una massa di 0,4 kg se il periodo di oscillazione è di 3 s? 39 Qual è la frequenza fondamentale di un’onda stazionaria su una corda di 2 m tirata a entrambe le estremità se la velocità dell’onda è di 160 m/s? b la frequenza. 37 Considera un’onda che viaggia in una corda con la forma mostrata nella seguente figura. Disegna la forma dell’onda riflessa se l’estremità della corda è fissata. 40 Quanto tempo impiegherebbe una nave spaziale che viaggiasse alla velocità del suono nell’aria per raggiungere la Luna? (Assumi come distanza TerraLuna 385 000 km.) d l’ampiezza. 41 Le onde emesse da un sonar viaggiano a una velocità di 1500 m/s. Se un segnale del sonar impiega 3 s a ritornare, quanto è lontano l’oggetto che ha causato la riflessione? 38 Due onde si avvicinano come mostrato nella seguente figura. Se ognuna delle due onde ha una velocità di 2 cm/s, disegna la forma della corda dopo 2 s. 42 Se la frequenza d’onda percepibile da un orecchio umano è compresa tra i 20 Hz e i 20 000 Hz, qual è la maggiore delle lunghezze d’onda percepibili? 43 La sirena di un’ambulanza ha una frequenza di 900 Hz. Quale frequenza sente un passante che vede avvicinarsi l’ambulanza a una velocità di 100 km/h? (Assumi che la velocità del suono nell’aria sia 343 m/s.) c la velocità. 3 Su una corda con entrambi gli estremi fissi che oscilla con la frequenza dell’armonica fondamentale: a sono presenti un nodo e un ventre. b sono presenti un nodo e due ventri. c sono presenti un ventre e due nodi. d sono presenti due ventri e due nodi. Per ciascuna affermazione indica nello spazio assegnato se è vera o falsa. 8 La velocità del suono non dipende dal materiale in cui si propaga. ❒❒ 9 Allo spostamento di un’onda in un materiale non corrisponde uno spostamento complessivo di materia. ❒❒ 10 Un’onda si dice trasversale quando la direzione dello spostamento di energia è perpendicolare alla direzione in cui oscilla. ❒❒ 11 Il fenomeno della diffrazione è trascurabile quando la lunghezza d’onda è confrontabile con la dimensione dell’apertura attraversata dall’onda. ❒❒ 4 Quale delle seguenti caratteristiche di un’onda sonora dipende dalla frequenza? a L’altezza. c L’ampiezza. b La velocità. d L’intensità. 5 All’estremità di una corda di chitarra ti aspetteresti di trovare: a un nodulo. Domande a risposta breve 12 Se una massa appesa a una molla verticale si trova al di sotto del punto di equilibrio, in quale direzione punta la forza totale agente su di essa? 13 Perché i soldati rompono sempre il passo di marcia prima di attraversare un ponte? b un nodo. 14 Secondo te, quale delle seguenti proprietà di un’onda non si modifica per effetto Doppler: lunghezza d’onda, velocità o frequenza? c un ventricolo. d un ventre. 6 Se confronti la velocità di un’onda sonora avente una frequenza di 150 Hz con la velocità di un’onda sonora con una frequenza di 300 Hz, ti aspetti che la velocità della seconda onda rispetto alla prima sia: D 28 Vero o falso? a il doppio. c la stessa. b la metà. d un quarto. 15 La distanza tra le creste di un’onda periodica su una corda è 20 cm e la corda oscilla su e giù due volte al secondo. Qual è al velocità dell’onda? 16 La frequenza del clacson di una macchina è normalmente di 300 Hz. Se una macchina si avvicina a te con una velocità uguale al 4% di quella del suono, che frequenza pensi di sentire? D 29 SINTESI E VERIFICHE AUTOVERIFICA DELLE COMPETENZE SPECIFICHE DI UNITÀ L’elettromagnetismo I fenomeni ondulatori