Origini dell’uomo:tra scienza e fede Si è tenuta il 26 Novembre 2012,presso l’Hotel “Domus La Quercia”, una conferenza del prof.Fiorenzo Facchini su “ Origini dell’uomo:tra scienza e fede”. L’incontro è stato organizzato dallo Studiolo-Meic, in collaborazione con il Serra Club, l’Ass.Scienza e Vita e l’Ass.Convegni di Cultura Cristina di Savoia. E concludeva una serie di incontri svolti precedentemente e riguardanti l’origine e l’evoluzione della materia fino alla formazione degli organismi viventi, uomo incluso. Dopo aver delineato il processo di ominizzazione che raggiungeva una tappa significativa 6-7 milioni di anni fa con la separazione della linea evolutiva tra le Antropomorfe e gli Ominidi( da cui 2 milioni di anni fa si individuava la linea evolutiva umana), il prof.Facchini ha illustrato, con dovizia di particolari, il sito africano, il cosidetto Rift, in cui hanno avuto origine i vari generi Homo e che poi, attraverso le diverse migrazioni, hanno colonizzato tutta la Terra. E’ seguita una carrellata affascinante sui numerosi recentissimi e meno, ritrovamenti di fossili e di testimonianze della presenza di uomini primitivi nei vari continenti. Ha poi evidenziato i segni distintivi della presenza dell’uomo attraverso sia un criterio anatomico, come lo sviluppo dell’encefalo, sia un criterio culturale, come la progettualità, la fabbricazione degli strumenti, l’organizzazione del territorio, la preparazione del cibo; per il simbolismo, la comunicazione, cioè il linguaggio, e le espressioni artistiche e religiose. Ha poi distinto e precisato tra Ominizzazione, avvenuta attraverso una continuità biologica, e Umanizzazione, sviluppatasi attraverso una discontinuità ( o trascendimento ) che si rivela nel comportamento, nella cultura. E comunque le varie tappe evolutive sono ricostruite dalla paleontologia e dagli studi biomolecolari sul DNA per individuare analogie e differenze a livello genetico, da riportare a un’ascendenza comune. Il discorso evolutivo riguardante i fattori e le modalità è delineato ma ancora aperto. Darwin, e con lui Wallace,,interpreta il modello evolutivo attraverso la selezione naturale; altri lo riconoscono solo per la microevoluzione ma non lo ritengono adeguato per la macroevoluzione, per le grandi direzioni evolutive dei Vertebrati.Per quest’ultime vanno prese in considerazione, secondo Facchini, gli sviluppi della biologia evolutiva nello studio dei geni regolatori che operano nella formazione degli organismi. E domandarci se le cause di queste mutazioni siano casuali e se si, se subiscono un orientamento preferenziale. Da tener presente anche le variazioni che avvengono alla periferia del DNA, ma soprattutto trasmissibili, e l’azione dell’ambiente con i suoi cambiamenti come la formazione del Rift africano che, con valli e regioni aperte, ha contribuito lall’evoluzione del bipedismo e dell’uomo. Quindi lo sviluppo dei viventi ha richiesto una coincidenza di fattori genetici e di condizioni ambientali favorevoli in una serie di eventi naturali. A questo punto, c’è spazio per la creazione di un progetto divino? O la comparsa dell’uomo risulta uno sviluppo necessario per le potenzialità della natura? E qui il professore cita vari passi del catechismo della Chiesa cattolica nonchè Papa Giovanni Paolo II:” Una fede rettamente compresa nella creazione e un insegnamento rettamente inteso della creazione non creano ostacoli….L’evoluzione suppone la creazione, anzi la creazione si pone nella luce dell’evoluzione come un avvenimento che si estende nel tempo, come una creatio continua”.Anche se imperfetta. A questo punto, Facchini introduce l’Intelligent Design, che prevede interventi esterni per la formazione di strutture complesse e la realizzazione di un disegno generale; è una versione del”creazionismo scientifico”; ma non può ritenersi una teoria scientifica, crea solo confusione tra il piano scientifico e quello filosofico o religioso. E’ deleterio un po’ come fanno certi scienziati darwinisti che assumono l’evoluzione in senso totalizzante,ideologico che vorrebbe spiegare tutta la realtà vivente.Invece il progetto di Dio sulla creazione può realizzarsi attraverso le cause seconde con il corso naturale degli eventi, senza interventi miracolistici che orientano in una direzione o nell’altra. “ Dio non fa le cose, ma fa in modo che si facciano”diceva Teilhard de Chardin. E riguardo all’uomo,spiega con le slide il professore, non può considerarsi un prodotto necessario e naturale dell’evoluzione. Lo spirito che lo caratterizza non può emergere dalla materia. Ma dalla volontà positiva di Dio.E’ il salto ontologico, la discontinuità che il magistero ha sempre considerato per la comparsa dell’uomo. Non è dato sapere quando, dove e come Dio ha voluto accendere la scintilla dell’intelligenza in uno o più Ominidi.Se nell’Homo Habilis di 2 milioni di anni fa o 150 mila anni fa con l’Homo Sapiens,sarà la scienza meglio della filosofia e della teologia a definire la questione.E concludendo il prof. Facchini, asserisce che, in una visione oltre l’orizzonte empirico, non siamo uomini per caso e neppure per necessità e che la vicenda umana ha un senso e una direzione segnate da un disegno superiore voluto da Dio. E termina con una definizione sull’uomo:” L’unico essere che è in grado di pensare se stesso e di farsi coscienza e voce del creato”. Tommaso Ponziani