pagina 40 30 LUGLIO - 31 AGOSTO 2015 IL GIORNALE DEL LAZIO ORTOTERAPIA A VILLA CARLA… “IL MIO ANGOLO DI SENSAZIONI” La Residenza Villa Carla, Residenza Sanitaria Assistenziale geriatrica di Aprilia, ha avviato il progetto di ORTOTERAPIA. L’Horticultural Therapy si applica a determinate categorie di disabilità o di disagio psichico, fisico, sociale, (handicap fisici e psichici, malattie invalidanti, anzianità, tossicodipendenze), per le quali la pratica del giardinaggio o la semplice visione di un paesaggio hanno sortito effetti benefici, osservabili clinicamente e capaci di ridurre una forte situazione di difficoltà o di limitazione psicofisica . Un percorso alternativo che fa parte delle cosiddette terapie occupazionali, in grado di migliorare la salute sia fisica sia mentale: il soggetto, con l’assistenza di personale qualificato e all’interno di progetti con approccio multidisciplinare, dovrà svolgere mansioni come la semina, la raccolta dei frutti, il giardinaggio, la sistemazione dell’orto, ovvero tutte attività che stimolano l’olfatto, la vista, il tatto o l’udito e incrementano capacità e competenze. Obiettivi del progetto: sviluppare motricità: seminare, potare, raccogliere i frutti e le tante altre attività a contatto con la natura stimolano sicuramente il movimento favorendo inoltre anche il coordinamento occhimani-braccia, l’incremento della forza e della resistenza, il movimento bilaterale; migliorare capacità di apprendimento imparare il nome di alcune piante, apprendere nozioni spaziotemporale, ciclicità delle stagioni e tempi adatti per la semina e il raccolto, organizzare lo spazio dell’orto sono tutte attività che incrementano la capacità di apprendimento e la sfera cognitiva del soggetto coinvolto oltre a stimolare concentrazione, capacità logiche e memoria; rafforzare l’autostima il soggetto infatti è chiamato a svolgere un ruolo attivo e dal suo impegno ed operato poi si possono vedere realmente i frutti; favorire la socializzazione l’individuo infatti è inserito in un gruppo di lavoro dove si persegue un intento comune e si svolge una attività assieme agli altri condividendo spazi, strumenti, fini ed obiettivi, per questo l’ortoterapia è consigliata anche a soggetti autistici o con handicap fisici che hanno portato l’individuo all’isolamento; riconoscere e gestire le emozioni eventuali tensioni e atti più aggressivi o violenti manifestati dal soggetto nel corso delle sue attività di ortoterapia non generano naturalmente reazioni da parte del mondo vegetale pertanto in questo modo il soggetto ha tempo e occasione di sfogare le proprie tensioni sapendo poi man mano riconoscere la propria emotività, imparando a gestire le sensazioni, gli stati d’animo e a esprimere le proprie emozioni; aumentare la percezione di se stessi il contatto diretto con la natura e la terra fanno sì che l’individuo progressivamente acquisisca competenze e abilità che rafforzano la sua percezione positiva;. Hanno collaborato alla realizzazione del progetto: Medico Responsabile Dr. Gianluca Tedeschi, Coordinatore Infermieristico Solaris Casale Coordinatore Educatori Dott.ssa Maria Tontaro, Supervisore Progetto O.S.S. Emiliano Bussolotti. Si ringrazia la proprietà e la Direzione Amministrativa per la disponibilità e il consenso al progetto.Per ulteriori informazioni 3474752391 Coordinatrice Dott.ssa Maria Tontaro Note a fine pagina C’era una volta un albero… Il corbezzolo è conosciuto come la pianta dell’ospitalità, è una pianta da frutto, fa parte della famiglia delle Ericaceae. Produce fiori bianchi a forma di campanula e i suoi frutti sono piccoli e rossi. È una pianta sempreverde che può raggiungere anche i dieci metri di altezza. Premessa necessaria perché un esemplare di questa umile pianta si trovava, fino a poco tempo fa, davanti al piazzale della stazione di Aprilia, chi usciva dalla stazione vedeva subito lo sviluppo un po’ disordinato dei suoi rami, era lì da tantissimi anni e forse nessuno ci faceva più caso, era parte integrante del panorama. Ora non c’è più, si trovava proprio all’inizio del marciapiede che qualcuno ha voluto trasformare in pista ciclabile. Un marciapiede che, assieme alla strada angusta, risulta già insufficiente per i tanti pendolari che usufruiscono della linea Nettuno-Roma e che, ad ogni arrivo di treno vi si riversano, a piedi o con mezzi vari, intasandolo. E’ possibile inserire una pista ciclabile senza un adeguato ampliamento della strada e del marciapiede? Sicuramente un mistero da risolvere. È doveroso aggiungere che, il povero corbezzolo, non avrebbe dato comunque nessun fastidio alla nuova sistemazione, infatti la segnaletica della nuova pista ciclabile termina prima e la rastrelliera per le biciclette, quasi sempre vuota, è stata posizionata lontano dal punto in cui c’era l’albero. Il corbezzolo è considerato la pianta dell’ospitalità, poteva essere piacevole vederlo per chi arrivava ad Aprilia per la prima volta. Al suo posto ora c’è un po’ d’asfalto in rilievo, sicuramente antiestetico e pericoloso per i pedoni, Non si comprende quali siano state le motivazioni che hanno spinto a questo inutile taglio. Diceva Toro Seduto, famoso capo indiano dei Sioux: “Quando tutti i fiumi saranno asciutti, quando tutti gli alberi saranno bruciati, quando tutti i pesci del mare, gli uccelli del cielo e gli animali della terra saranno estinti, solo allora capirete che non si può mangiare il denaro”. Continuiamo nella nostra città a tagliare alberi per far posto a parcheggi, nuove costruzioni e non riflettiamo che gli alberi oltre che belli dal punto di vista estetico, sono fondamentali per la nostra esistenza. Ci fa piacere osservare un parco, un viale alberato; cerchiamo, se non è possibile piantare altri alberi, almeno di conservare quei pochi che abbiamo. Gli alberi fanno parte della natura e vanno rispettati, anche perché importanti per la nostra sopravvivenza. John Ronald Tolkien, padre della narrativa fantasy moderna, nella sua trilogia “Il Signore degli anelli” dedica alcune pagine agli Ent ossia “I pastori degli alberi”, figure imponenti dall’aspetto arboreo ma in grado di parlare e di muoversi, con il compito di proteggere le foreste. Tolkien amava e rispettava moltissimo gli alberi, la foresta è per lui un’entità dotata di una vita propria. Questa descrizione degli alberi è frutto della fantasia di Tolkien, ma la dottoressa Suzanne Simard, ecologa forestale all’Università della British Columbia, ha messo a punto una sua teoria: tra gli alberi di una foresta esiste una specie di rete comunicativa e che ciò avviene attraverso il fitto reticolo di ife dei funghi che vivono sulle loro radici e che possono estendersi anche a grandi distanze. Attraverso questa rete avviene uno scambio di nutrienti che vengono distribuiti in modo equo anche agli alberi più giovani che altrimenti non avrebbero la possibilità di crescere. La dottoressa ha parlato di “alberi madre”, un concetto che può sembrare fantastico, ma in realtà gli alberi fanno parte della natura e sono vivi, crescono, alcuni perdono le foglie durante l’inverno e mettono nuove gemme a primavera, altri sono sempreverdi e rendono le nostre giornate invernali meno tristi. Sarebbe opportuno, prima di tagliare in albero, riflettere sul danno che procuriamo non solo alla natura ma anche a noi. Carla Ginanneschi