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FANOTEATRO
STAGIONE TEATRALE 2016.17
TEATRO DELLA FORTUNA
CONFERENZA STAMPA
VENERDÌ 27 MAGGIO 2016
TEATRO DELLA FORTUNA
PROGRAMMA
DA VENERDÌ 28 A DOMENICA 30 OTTOBRE
M&F Production / Sanny Produzioni
ANNA GALIENA, ENZO DECARO in
DIAMOCI DEL TU
di Norm Foster
regia di Emanuela Giordano
DA VENERDÌ 18 A DOMENICA 20 NOVEMBRE
Ginevra srl
PIETRO BONTEMPO, GIULIA MORGANI, MASSIMILIANO GIOVANNETTI
CARLO SIMONI, MATTIA SBRAGIA, IVANA MONTI
LEONARDO SBRAGIA, FRANCO GRAZIOSI
LUCIANO VIRGILIO, CATERINA MISASI in
DIECI PICCOLI INDIANI
di Agatha Christie
traduzione e adattamento di Edoardo Erba
regia di Ricard Reguant
DA MARTEDÌ 13 A GIOVEDÌ 15 DICEMBRE
Ares Film / L’isola Trovata
GABRIEL GARKO e UGO PAGLIAI in
IO ODIO AMLETO
di Paul Rudnick
traduzione di Ilaria Staino
adattamento di Alessandro Benvenuti
e con la partecipazione di Paola Gassman
regia di Alessandro Benvenuti
DA VENERDÌ 13 A DOMENICA 15 GENNAIO
Arca Azzurra Teatro
ALESSANDRO BENVENUTI in
L'AVARO
di Molière
libero adattamento, ideazione spazio, costumi, regia di Ugo Chiti
DA VENERDÌ 3 A DOMENICA 5 FEBBRAIO
RESIDENZA DI RIALLESTIMENTO
Khora.Teatro
LUCIA LAVIA e ANTONIO FOLLETTO in
ROMEO E GIULIETTA
di William Shakespeare
con ALESSANDRO PREZIOSI nel ruolo di Mercuzio
regia di Andrea Baracco
DA VENERDÌ 31 MARZO A DOMENICA 2 APRILE
Promo Music – Corvino Produzioni, Centro d’arte contemporanea Teatro Carcano
MONI OVADIA in
IL CASELLANTE
di Andrea Camilleri
regia di Giuseppe Dipasquale
DA MARTEDÌ 11 A GIOVEDÌ 13 APRILE
Compagnia Umberto Orsini
UMBERTO ORSINI, MASSIMO POPOLIZIO
ALVIA REALE, ELIA SCHILTON in
IL PREZZO
di Arthur Miller
traduzione di Masolino D’Amico
regia di Massimo Popolizio
COMUNICATO STAMPA
FANOTEATRO, stagione della Fondazione Teatro della Fortuna realizzata in collaborazione con AMAT e con
il contributo del Comune di Fano, della Regione Marche e del Ministero dei beni e delle attività culturali
e del turismo conferma per la stagione 2016/2017 la sua vocazione di luogo privilegiato per la proposta
teatrale con un ricco cartellone che da ottobre ad aprile con sette titoli per ventuno serate di spettacolo ospita
beniamini del pubblico, testi classici e contemporanei per un’esperienza teatrale a 360°.
L’inaugurazione dal 28 al 30 ottobre è affidata a Diamoci del tu, una commedia del 2012 divertente e
profonda del pluripremiato drammaturgo canadese Norm Foster portata in scena da Anna Galiena ed Enzo
Decaro, inedita coppia del teatro italiano diretta dalla sensibile regia di Emanuela Giordano. Si parla di
letteratura, di retaggi familiari e di solitudine in questo spettacolo che con un linguaggio mai scontato, colto e
ricco di un vivace umorismo, mette a nudo due personalità diverse - un uomo e una donna, una domestica e il
suo datore di lavoro - e allo stesso tempo più simili di ciò che inizialmente appaiono.
Capolavoro di Agatha Christie, Dieci piccoli indiani trova la via della scena al Teatro della Fortuna dal 18 al
20 novembre nell’allestimento diretto dal regista spagnolo Ricard Reguant con l’interpretazione della grande
Ivana Monti con Pietro Bontempo, Giulia Morgani, Massimiliano Giovannetti, Carlo Simoni, Mattia
Sbragia, Leonardo Sbragia, Franco Graziosi, Luciano Virgilio e Caterina Misasi. Dieci piccoli indiani resta
nella memoria universale una perfetta struttura letteraria capace di tenere il lettore con il fiato sospeso. Nel
1943 la Christie si accinge ad adattare il romanzo per il palcoscenico che rimase in cartellone a Broadway per
426 repliche. La versione qui proposta è stata un enorme successo sia a Madrid la scorsa stagione sia a
Barcellona e “si adatta ai tempi e all’estetica del momento facendo godere il pubblico nella ricerca dell’enigma
preparato dalla Signora Aghata” come afferma il regista Reguant.
Beniamino di tanto pubblico femminile, uomo di spettacolo e di cinema Gabriel Garko incontra il teatro in
Odio Amleto, divertente commedia di Paul Rudnick in programma a FANOTEATRO dal 13 al 15 dicembre che
lo vede insieme ad attori di grande maestria come Ugo Pagliai e Paola Gassman diretti dalla regia di
Alessandro Benvenuti. Lo spettacolo porta in scena la storia di una star del piccolo schermo che, per rifarsi
un look da attore impegnato, accetta di interpretare il personaggio shakespeariano in palcoscenico, ma spunta il
fantasma del leggendario John Barrymore. Quando il protagonista riceverà la proposta di un nuovo ruolo
importante in tv, con relativo compenso stellare e la prospettiva di una platea oceanica, si troverà a dover
scegliere tra il nobile Shakespeare e la popolarità della televisione.
Dal 13 al 15 gennaio Alessandro Benvenuti torna a Fano in veste questa volta di protagonista de L’Avaro
di Molière, un testo amaro e irresistibilmente comico, un’opera di bruciante modernità che riesce a essere un
classico immortale e nello stesso tempo a raccontare il presente senza bisogno di trasposizioni o forzate
interpretazioni. Con questo lavoro Ugo Chiti – che firma la regia - riprende il ricco filone di riscritture di classici
per Arca Azzurra, innestando le vicende dei grandi classici nel linguaggio, forte, crudo, e a volte comicissimo
che gli è proprio, scavando al fondo delle psicologie dei personaggi grazie anche alla grande cifra attoriale di
Alessandro Benvenuti.
Una delle tragedie d’amore più note a livello universale, Romeo e Giulietta di William Shakespeare giunge sul
palcoscenico del Teatro della Fortuna dal 3 al 5 febbraio al termine di una residenza di riallestimento.
Proposto con la regia di Andrea Baracco, esponente di una generazione di registi che si sta imponendo con
particolare interesse all’attenzione della critica e del pubblico, lo spettacolo vede tra i protagonisti Lucia Lavia
(Giulietta), Antonio Folletto (Romeo) e Alessandro Preziosi nella parte di Mercuzio.
Uno dei più prestigiosi e popolari uomini di cultura e artisti della scena italiana, Moni Ovadia dal 31 marzo al
2 aprile è in scena con Il Casellante, spettacolo diretto da Giuseppe Dipasquale e tratto da un racconto di
Camilleri ambientato in Sicilia. Con una lingua personale, originalissima, che calca e ricalca, in una divertita e
teatralissima sinfonia di parlate una meravigliosa sicilitudine linguistica, fatta di neologismi, di sintassi
travestita, di modi d’uso linguistico mutuati dal dialetto Camilleri narra qui la vicenda di una metamorfosi che
disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna, comica e tragica, ferocemente logica e paradossale ad un
tempo. Il Casellante è il racconto delle trasformazioni del dolore della maternità negata e della guerra, ma è
anche il racconto in musica – eseguita dal vivo - divertito e irridente del periodo fascista nella Sicilia degli anni
quaranta.
Un cast d’eccezione composto da Umberto Orsini, Massimo Popolizio, che firma anche la regia, Alvia Reale
e Elia Schilton sono in scena per la conclusione della stagione dall’11 al 13 apile con Il prezzo, testo di
Arthur Miller che fotografa con spietata lucidità e amara compassione le conseguenze della devastante crisi
economica avvenuta negli Stati Uniti nel ‘29. Figli di un padre che ha subito drammaticamente la crisi, due
fratelli si incontrano dopo alcuni anni dalla sua morte per sgomberare un appartamento, che sta per essere
demolito, in cui sono accumulati i mobili e gli oggetti raccolti dal padre nel corso della vita. Un vecchio broker è
chiamato per stabilirne il prezzo. Da questo semplice spunto emergono tutte le incomprensioni e le menzogne
che la paura della perdita improvvisa del benessere può esercitare su chi si dibatte nella crisi. Miller tratta il
tema con la consueta maestria, mostrando un capolavoro che, pur venendo da lontano, conduce lo spettatore ai
nostri giorni così pieni di incertezze.
Per informazioni: botteghino del Teatro (0721 800750 – 830742), AMAT 071 2072439.
DA VENERDÌ 28
A DOMENICA 30
OTTOBRE
DIAMOCI DEL TU
di Norm Foster
traduzione Danilo Rana
adattamento Pino Tierno
con Anna Galiena, Enzo Decaro
regia Emanuela Giordano
scene Andrea Bianchi
costumi Martina Piezzo
disegno luci Francesco Saverio De Iorio
produttore esecutivo Tiziana D’Anella
produzione M&F Production / Sanny Produzioni
Diamoci del tu è una commedia del 2012 del pluripremiato drammaturgo canadese Norm Foster. Un uomo e
una donna convivono da anni sotto lo stesso tetto senza dividere affetti e intimità. E per una volta non parliamo
di una coppia, ma di una domestica e del suo datore di lavoro. Lui fa quasi fatica a ricordare il nome della
donna preso com'è da se stesso. È un romanziere famoso, o per lo meno lo è stato. Ora ci sorprende che
all'improvviso si interessi alla vita di lei, come se volesse recuperare il tempo perduto o avesse semplicemente
tempo da perdere. Di lei invece ci sorprende il linguaggio ironico, colto e beffardo. Il rapporto tra i due è
inedito. Inizia quel giorno. Dopo decenni di "buongiorno" e "buonasera", di incombenze e comandi quotidiani, si
scatena un serratissimo dialogo che ci provoca risate e curiosità. Eppure capiamo che si va oltre. Parlano,
sfottono, domandano, rispondono ma intorno alle parole si consuma altro. E quello che non si dicono diventa
altrettanto interessante, perché di non detti ce ne sono tanti. Il luogo è la casa di lui. Lo raccontiamo per segni
netti e non descrittivi. Un mondo di ricchezza elegante, fredda, formale, da casa di prestigio ma senza anima.
L'anima, il calore ce lo regalano le sottili tessiture di sguardi e svelamenti, di bisogni non dichiarati. Nasce una
partitura preziosa per due attori che si mettono in gioco con sensibilità e intelligenza, dove la regia si concentra
nel costruire un rapporto in cui progressivamente l'uno vive nel respiro dell’altro. In cui l'ascolto dell'altro
diventa un punto di arrivo; un traguardo che in scena si sente… si tocca… si gode…
Emanuela Giordano
DA VENERDÌ 18
A DOMENICA 20
NOVEMBRE
DIECI PICCOLI INDIANI
due atti di Agatha Christie
traduzione Edoardo Erba
con [in ordine di entrata in scena]
Pietro Bontempo, Giulia Morgani, Massimiliano Giovannetti
Carlo Simoni, Mattia Sbragia, Ivana Monti, Leonardo Sbragia
Franco Graziosi, Luciano Virgilio, Caterina Misasi
progetto scenico Gianluca Ramazzotti e Ricard Reguant
regia Ricard Reguant
scene Alessandro Chiti
costumi Adele Bargilli
produzione Ginevra srl
Scritto nel 1936 e pubblicato nel 1939, Dieci piccoli indiani è considerato ancora oggi il capolavoro letterario di
Agatha Christie, tanto che anche la cinematografia è piena di rimandi all’opera della scrittrice, basti pensare al
film di René Clair con un cast d’epoca eccellente, oppure a tutti quei film successivi che adattavano il plot della
storia a versioni più moderne. Ma Dieci piccoli indiani resta nella memoria universale una perfetta struttura
letteraria capace di tenere il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. Recentemente un sondaggio
americano ha dichiarato che il romanzo è considerato universalmente il migliore in assoluto, posizionandosi al
primo posto di tutte le vendite nel mondo, con poco più di 110.000.000 di copie vendute. Si è pertanto piazzato
all'undicesimo posto nella classifica dei best-seller con più incassi della storia. Si conta che le opere di Aghata
Chirstie siano tra le più lette in termini di cifre subito dopo quelle di Shakespeare. In Italia uscì per la prima
volta nell'agosto 1946 con il titolo E poi non rimase nessuno, romanzo numero 10 della collana Il Giallo
Mondadori, edita da Arnoldo Mondadori Editore.
Il libro fu originariamente pubblicato nel 1939 in Inghilterra come Ten Little Niggers (Dieci piccoli negri, o Dieci
negretti), a richiamare il primo verso della filastrocca a cui si fa più volte riferimento nelle sue pagine: questa è
in realtà una canzone americana, scritta nel 1868 da Septimus Winner e anch'essa pubblicata inizialmente
come Ten Little Niggers e successivamente trasformata in Ten Little Indians. Per evitare di offendere la
sensibilità dei cittadini di colore, il titolo del libro subì una prima variazione l'anno seguente, in occasione
dell'uscita negli Stati Uniti: in questa circostanza, venne scelto come nuovo titolo l'ultimo verso della filastrocca,
And Then There Were None, dato che nigger è utilizzato in America come termine dispregiativo. Anche in Italia
la Arnoldo Mondadori Editore, prima casa editrice a pubblicare il romanzo (nel 1946), scelse la seconda
versione, titolandolo E poi non rimase nessuno. Questo rimase fino al 1977, ma non piacque e così venne
definitivamente cambiato con il più musicale Dieci piccoli indiani. Il nuovo titolo piacque ma non negli U.S.A.
dove rimane, ancora oggi, And Then There Were None.
La storia è nota: Siamo nel 1939, l’Europa è alle soglie della guerra. Dieci sconosciuti per vari motivi sono state
invitate su una bellissima isola deserta. Arrivati nelle camere, trovano affisse agli specchi una poesia, Dieci
piccoli indiani. La filastrocca parla di come muoiono, uno dopo l'altro, tutti i dieci indiani. Una serie di morti
misteriose infonde il terrore negli ospiti dell'isola, che iniziano ad accusarsi a vicenda fino ad arrivare ad una
scioccante conclusione. L’assassino si nasconde tra di loro.
Forse il romanzo più cupo della scrittrice probabilmente a causa proprio degli echi della guerra che di li a poco si
sarebbero fatti sentire. Ma è grazie a questa cupezza che la scrittrice da sfogo ad una vicenda piena di intrigo e
suspense che trova il suo apice in un finale tra i più elettrizzanti e spiazzanti mai scritti. L’uso della filastrocca
infantile, ribadisce il clima angosciante che pervade tutto il romanzo e che si manifesta tra i due poli
contraddittori della colpa e dell’innocenza. La stessa filastrocca come definisce il critico inglese Falzon “è
un’arma a doppio taglio:, aiuta a creare quell’atmosfera magica e surreale, quella regressione infantile verso
una vacanza nell’irrazionale e, allo stesso tempo, scandisce, con il suo ritmo inesorabile, la minaccia di morte
che incombe su ciascun personaggio. Tutti professionisti sicuri di se e della solida posizione sociale che viene
messa in discussione dal preciso momento in cui sbarcano sull’isola”.
Nel 1943 la Christie si accinge ad adattare il romanzo per il palcoscenico che rimase in cartellone a Broadway
per 426 repliche. L’opera teatrale differisce dal romanzo nel finale, in quanto, la Christie non voleva dare al
pubblico un finale cosi altamente drammatico specie in quegli anni, cosi decise di cambiarlo con un lieto fine ma
pensandolo oggi risulta un po’ deludente e frettolosamente pasticciato.
Per questo motivo per la prima volta nella storia della commedia e in accordo con la Aghata Christie limited,
siamo riusciti ad ottenere il finale come nel romanzo del 1939 con lo stesso svolgimento mozzafiato che siamo
certi incontrerà i favori del pubblico e renderà giustizia ad un adattamento operato dalla stessa Christie degno
dei migliori drammaturghi teatrali.
La versione che vi presentiamo diretta dal regista spagnolo Ricard Reguant, è stata un enorme successo sia a
Madrid la scorsa stagione sia a Barcellona, tutti i personaggi sono ben caratterizzati e delineati nelle loro
profondità interiori. La stessa epoca del romanzo viene rispettata cosi da ambientarla nei suggestivi anni 40’
con una scenografia in stile Art-Decò, utilizzando i colori bianchi e neri, che darà certamente impatto visivo ad
uno spettacolo che vede sul palcoscenico dieci protagonisti della scena italiana, per la prima volta tutti insieme,
di varie generazioni e background artistici differenti.
Questa nuova versione teatrale si adatta ai tempi e all’estetica del momento facendo godere il pubblico nella
ricerca dell’enigma preparato dalla Signora Aghata; questi dieci “piccoli indiani” bloccati nell’isola sono vittime o
assassini? Questa è la stessa domanda che la scrittrice pone a se stessa mostrando al pubblico il lato nascosto
di una classe borghese e aristocratica mischiati insieme in un’unica arena, rivelando le proprie carenze facendoli
confrontare e sbranarsi per la sopravvivenza fino a diventare esseri volgari e ordinari. Sembra quasi una
vendetta della stessa Christie verso una classe dirigente nella società inglese in cui la stessa scrittrice vive
agiatamente e dalla quale vuole evadere costringendosi a diventare lei stessa la carnefice verso i suoi
personaggi. Ricard Reguant
DA MARTEDÌ 13
A GIOVEDÌ 15
DICEMBRE
IO ODIO AMLETO
di Paul Rudnick
traduzione Ilaria Staino
adattamento Alessandro Benvenuti
con [in ordine alfabetico] Gabriel Garko e Ugo Pagliai
e con la partecipazione di Paola Gassman
e con Claudia Tosoni, Annalisa Favetti, Guglielmo Favilla
regia Alessandro Benvenuti
scene e costumi Carlo De Marino
produzione Ares Film e L’isola Trovata
Divertente commedia di Paul Rudnick, che porta in scena la storia di una star del piccolo schermo che, per
rifarsi un look da attore impegnato, accetta di interpretare il personaggio shakespeariano in palcoscenico, ma
spunta il fantasma del leggendario John Barrymore. Quando il protagonista riceverà la proposta di un nuovo
ruolo importante in tv, con relativo compenso stellare e la prospettiva di una platea oceanica, si troverà a dover
scegliere tra il nobile Shakespeare e la popolarità della televisione…
Andrew Rally, giovane stella di una serie televisiva recentemente cancellata, è appena arrivato con la sua
agente immobiliare in quello che sarà il suo nuovo appartamento a New York City. Rally, originario di Los
Angeles, è scoraggiato dagli orpelli gotici della vecchia casa. Il fatto che l'appartamento apparteneva al
leggendario attore John Barrymore, fa ben poco per dissolvere le riserve di Rally. Egli è doppiamente
disturbato, dal momento che sta anche per interpretare sul palcoscenico la difficile parte di Amleto, il ruolo reso
famoso da Barrymore, lontano dallo scintillio di Hollywood. Rally e Dantine sono presto raggiunti dall’ agente di
Rally, Lillian Troy, e la sua fidanzata, Deirdre McDavey. Troy, molti anni fa, ha avuto un breve flirt con
Barrymore in questo appartamento. Eccitata, Dantine sostiene che lei è in grado di comunicare con gli spiriti dei
defunti e suggerisce di convocare Barrymore per verificare l'affermazione di Lillian. Incoraggiato da Deirdre,
Dantine inizia la seduta. Andrew viene incoraggiato a formulare una domanda da fare Barrymore, forse qualche
consiglio per interpretare il ruolo di Amleto. Ma quando Andrew grida "Odio Amleto!" un fulmine illumina la
stanza, gettando brevemente l'ombra del profilo di un uomo sul muro. Soltanto Andrew vede l'ombra. Dopo la
seduta, Andrew e Deirdre sono soli nel vecchio appartamento. La loro conversazione si concentra, come spesso
accade, sulla volontà di Deirdre di non fare sesso prima del matrimonio, con grande delusione di Andrew.
Quando Deirdre si ritira per la notte nella camera da letto al piano superiore, Barrymore, splendente nel suo
costume di Amleto, appare allo stordito Andrew. Barrymore spiega che si fa vedere ad ogni giovane attore che
sta affrontando il ruolo di Amleto. Con l’aiuto di Barrymore, Andrew si cala completamente nella parte ma
purtroppo, non va tutto bene. La prestazione di Andrew è debole.
Alla fine, Andrew riceve una nuova offerta televisiva rispetto alla possibilità di una vita sul palcoscenico…Si
troverà quindi dinanzi ad un dilemma “amletico”!
DA VENERDÌ 13
A DOMENICA 15
GENNAIO
L'AVARO
di Molière
libero adattamento, ideazione spazio, costumi, regia Ugo Chiti
con Alessandro Benvenuti
e con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali
Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Ciotti, Gabriele Giaffeda, Desirée Noferini
musiche Vanni Cassori, Jonathan Chiti
ricerca e realizzazione costumi Giuliana Colzi
luci Marco Messeri
produzione Arca Azzurra Teatro
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Regione Toscana, Comune di San Casciano Val di Pesa
in collaborazione con Festival Teatrale di Borgio Verezzi
si ringrazia Arteatro Gruppo - Montepulciano
Amaro e irresistibilmente comico, un’opera di bruciante modernità... L’avaro molieriano riesce a essere un
classico immortale e nello stesso tempo a raccontarci il presente senza bisogno di trasposizioni o forzate
interpretazioni. Dopo il successo del nostro Malato immaginario – votato dal pubblico dei teatri toscani, come
miglior spettacolo della stagione 2014-15 - scegliamo ancora una volta Molière, ancora una volta
nell’adattamento sempre rispettoso e spesso illuminante di Ugo Chiti, e aggiungiamo, nella parte del
protagonista Arpagone, la grande cifra attoriale di Alessandro Benvenuti, al quale ci legano, oltre che una solida
amicizia di lunga data, esperienze comuni di grandissimo spessore e successo quali il Nero Cardinale e una
sempre più intensa attività di produzione dei suoi spettacoli. Con questo lavoro Ugo Chiti riprende il ricco filone
di riscritture di classici per Arca Azzurra che ha visto messe in scena di grande impatto e di straordinario
successo a partire dai due testi tratti dal Decameron di Boccaccio, fino alla Clizia Machiavelliana, e ai testi su
l’Amleto e la Genesi, lavori che costituiscono vere e proprie punte di diamante nella storia della compagnia.
Chiti innesta le vicende dei grandi classici nel linguaggio, forte, crudo, e a volte comicissimo che gli è proprio e
che diventa tutt’uno con le sue regie, scavando al fondo delle psicologie dei personaggi anche grazie alla
assoluta corrispondenza dell’uso che fa della parola teatrale con il procedere delle sue messe in scena, del suo
lavoro con gli attori, da quelli che hanno con lui una storia ormai più che trentennale ai giovani che di volta in
volta sceglie per i suoi personaggi e che sa inserire mirabilmente in questo contesto di forte conoscenza e
solidarietà tutta teatrale tipica dell’Arca Azzurra.
E anche nel caso di questo Avaro molieriano, anche grazie all’apporto del “primattore” Benvenuti, pur seguendo
con grandissimo rispetto la vicenda, i tempi e la lettera del grande classico, il testo della riscrittura si plasma e
si radica nel corpo degli attori della compagnia che del lavoro con il loro dramaturg fanno ancora la principale e
la più intensa delle loro esperienze.
DA VENERDÌ 3
A DOMENICA 5
FEBBRAIO
RESIDENZA
DI RIALLESTIMENTO
ROMEO E GIULIETTA
di William Shakespeare
con Lucia Lavia, Antonio Folletto
e con Alessandro Preziosi nel ruolo di Mercuzio
regia Andrea Baracco
produzione Khora.teatro
Romeo e Giulietta è una delle tragedie d’amore più note a livello universale. La regia è di Andrea Baracco,
esponente di una generazione di registi che si sta imponendo con particolare interesse all’attenzione della
critica e del pubblico. Lo spettacolo ha per protagonisti Lucia Lavia (Giulietta), Antonio Folletto (Romeo) e
Alessandro Preziosi nella parte di Mercuzio.
LUCIA LAVIA – Conseguita la maturità classica, nel 2010 debutta nel Malato immaginario di Molière. Nel 2011 al
Festival Shakespeariano di Verona è protagonista, nel ruolo di Desdemona accanto a Franco Branciaroli,
dell'Otello firmato da Nanni Garella. Nel 2012, sempre a fianco di Branciaroli, interpreta Ifigenia in Aulide di
Mircea Eliade. Nella stagione 2012-2013 è Palma in Tutto per bene di Luigi Pirandello e in quella successiva è
tra gli interpreti di Celestina, laggiù vicino alle concerie in riva al fiume, spettacolo diretto da Luca Ronconi.
Nella stagione 2014-2015 è la Figliastra nei Sei personaggi in cerca d'autore con la regia di Gabriele Lavia. Nella
stagione 2015-2016 è tra gli interpreti di Vita di Galileo di Bertolt Brecht ed è Luise Miller in Intrigo e amore di
Friedrich Schiller. Sempre nella stagione 2015/2016 è Madame Bovary diretta da Andrea Baracco.
ANTONIO FOLLETTO - Ha esordito otto anni fa in una pièce su Massimo Troisi ed è il camorrista nell'attesissima
nuova serie Gomorra 2 (targata Sky e ispirata al romanzo di Roberto Saviano). Diplomato all’Accademia d’Arte
Drammatica Silvio d’Amico, Folletto ha al suo attivo otto spettacoli teatrali, sei fiction televisive e diversi film.
Tra questi, L’attesa (2015) di Piero Messina accanto a Juliette Binoche, il film tv Sotto copertura di Giulio
Manfredonia e Limbo di Lucio Pellegrini. Dopo Gomorra 2 di Stefano Sollima, lo attende la nuova serie Rai I
bastardi di Pizzofalcone con la regia di Carlo Carlei.
ALESSANDRO PREZIOSI – Dopo la laurea in Giurisprudenza, frequenta l'Accademia dei Filodrammatici di Milano
dove viene notato dal regista Antonio Calenda che gli affida il ruolo di Laerte in Amleto. Divenuto popolarissimo
con la serie televisiva Elisa di Rivombrosa, interpreta Edmund nel Re Lear firmato da Calenda ed è protagonista
di tanti allestimenti teatrali di successo: tra questi, Amleto, Cyrano de Bergerac e Don Giovanni, di questi ultimi
due anche regista. Una decina i film interpretati e numerosi gli allestimenti teatrali che l’hanno visto nel ruolo di
produttore.
DA VENERDÌ 31 MARZO
A DOMENICA 2
APRILE
IL CASELLANTE
di Andrea Camilleri, Giuseppe Dipasquale
con Moni Ovadia, Valeria Contadino, Mario Incudine
e con Sergio Seminara, Giampaolo Romania
e i musicisti Antonio Vasta, Antonio Putzu
regia Giuseppe Dipasquale
scene Giuseppe Dipasquale
musiche originali Mario Incudine
con la collaborazione di Antonio Vasta
costumi Elisa Savi
produzione Promo Music-Corvino Produzioni
Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano
Comune di Caltanissetta
Il Casellante è, fra i racconti di Camilleri, uno dei più struggentemente divertenti del ciclo cosiddetto mitologico.
Secondo a Maruzza Musumeci e prima de Il Sonaglio, questo racconto ambientato nella Sicilia di Camilleri, terra
di contraddizioni e paradossi, narra la vicenda di una metamorfosi. Ma questa Sicilia è la Vigàta di Camilleri che
diventa ogni volta metafora di un modo di essere e ragionare le cose di Sicilia.
Dopo il successo ottenuto dalle trasposizioni per il teatro de Il birraio di Preston, La concessione del telefono,
che insieme a La Cattura, Troppu trafficu ppi nenti, La Signora Leuca, Cannibardo e la Sicilia costituiscono la
drammaturgia degli ultimi anni, l’autore del romanzo e il regista dell’opera tornano nuovamente insieme per
riproporre al pubblico teatrale nazionale una nuova avventura dai racconti camilleriani.
Una vicenda affogata nel mondo mitologico di Camilleri, che vive di personaggi reali, trasfigurati nella sua
grande fantasia di narratore. Una vicenda emblematica che disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna,
comica e tragica, ferocemente logica e paradossale ad un tempo. Il Casellante è il racconto delle trasformazioni
del dolore della maternità negata e della guerra, ma è anche il racconto in musica divertito e irridente del
periodo fascista nella Sicilia degli anni Quaranta.
Il carattere affascinante di questo progetto, posto essenzialmente sulla novità del testo e della sua possibile
realizzazione, si sposa tutt’uno con la possibilità di ricercare strade sempre nuove e diverse per la
drammaturgia contemporanea.
La parola, ed il giuoco che con essa e di essa è possibile intraprendere, fa di questo testo un oggetto naturale
da essere iniziato e elaborato all’interno di un’alchimia teatrale vitale e creativa.
Altro aspetto è quello della lingua di Camilleri. Una lingua personale, originalissima, che calca e ricalca, in una
divertita e teatralissima sinfonia di parlate una meravigliosa sicilitudine linguistica, fatta di neologismi, di
sintassi travestita, di modi d’uso linguistico mutuati dal dialetto che esaltano la recitazione di possibili attori
pensati a prestare i panni al mondo dei personaggi camilleriani.
Giuseppe Dipasquale
DA MARTEDÌ 11
A GIOVEDÌ 13
APRILE
IL PREZZO
di Arthur Miller
traduzione Masolino D’amico
con Umberto Orsini, Massimo Popolizio
Alvia Reale, Elia Schilton
regia Massimo Popolizio
scena Maurizio Balò
costumi Gianluca Sbicca
luci Pasquale Mari
produzione Compagnia Umberto Orsini
Qual è "Il Prezzo"? È quello che ognuno di noi paga per vivere.
Due fratelli, di famiglia agiata, dopo il crollo finanziario del 1929, hanno assunto due posizioni completamente
antitetiche. Uno, Victor, ha abbandonato gli studi nei quali brillava, si è arruolato in polizia per poter mantenere
il padre caduto in miseria. L'altro, Walter, sottraendosi alle responsabilità familiari, ha proseguito gli studi ed è
diventato un grande chirurgo. La nostra vita è ancorata alle scelte operate nel passato. In quelle scelte, sia pur
condizionate in diversa misura, noi avevamo bene o male creduto, tanto è vero che le abbiamo fatte o subite.
Ma col passare del tempo ciò che sembrava importante cambia, diventa a volte grottesco, a volte ridicolo, a
volte tragico. È impossibile quindi per l'uomo distinguere in modo definitivo il bene dal male, perché tutto muta
e, in questa fluidità dell'esistere, è illusorio porre le basi di un edificio morale che resista all'erosione del tempo.
Miller affronta ne "Il Prezzo" il tema della conoscenza, una conoscenza non metafisica ma tutta terrena e
umana. Come se la nostra vita, il nostro passato, analizzati nel presente, ci appaiono talvolta come un sogno o
una storia che qualcuno ci abbia raccontato e dove la distinzione fra realtà e irrealtà è quasi impossibile.
Commedia costruita per quattro caratteri che rappresentano uno spaccato di una società che non è solo
americana ma nella quale ognuno di noi, oggi più che mai, può riconoscersi e perciò interrogarsi. Personaggi
tondi, vivi, vulnerabili che, grazie alla sublime scrittura di Miller, ci trascinano in un mondo dove l'ironia livida, i
dubbi, la cattiveria e l'incertezza riempiono lo spazio scenico che, nella sua immobilità, si presenta come un ring
dove lo scontro avviene attraverso un intreccio di parole che rimbalzando da un lato all'altro e ti tolgono il
respiro.
Ho accolto con grande entusiasmo la responsabilità di dirigere questa commedia di Arthur Miller che è stata
scritta nel 1968 e che in Italia è praticamente inedita. È un'opera a mio avviso molto importante e che proprio
in questi giorni viene riproposta negli Stati Uniti e in Inghilterra in occasione del decimo anniversario della
morte dell'autore. Ma è importante perché riprende argomenti cari a Miller ed ad altri autori americani della
seconda metà del novecento che hanno focalizzato sul tema della famiglia e del disagio legato a mutamenti
storico-economici il loro interesse più appassionato. In questa commedia tutto ha un prezzo: le scelte, i ricordi,
gli errori, le vittorie e le sconfitte. Ma quello che mi ha colpito di più in questo lavoro così ben strutturato nella
sua alternanza di momenti divertenti e di momenti drammatici è stata la consistenza e lo spessore dei quattro
personaggi che animano la storia. Un poliziotto di New York che deve vendere tutti i mobili accumulati da un
padre che per anni si era isolato in un appartamento in cui questi oggetti erano accatastati e che a sedici anni
dalla sua morte devono essere venduti perché l'edificio sta per essere abbattuto, una moglie con dei problemi di
alcol e di depressione, un fratello che da anni ha fatto un suo percorso di successo perché ha saputo
allontanarsi dalle conseguenze della crisi e col quale il poliziotto non ha contatti da più di dieci anni e che
ricompare sulla scena proprio in occasione di questa vendita. E un quarto personaggio, un venditore di mobili
usati, che dovrà stabilirne il prezzo. Un dialogo a volte divertente e caustico e a volte drammatico come in un
dramma di O'Neil. Grazie anche ad uno sforzo produttivo raramente riscontrabile nel teatro privato ho potuto
collaborare con i migliori artisti e professionisti del settore. Soprattutto ho avuto occasione di stare in scena con
i colleghi che amo e di ripetere con Umberto quel sodalizio che ci ha legati per anni da L'uomo difficile fino a
Copenaghen. È stata un'esperienza felice dirigerli perché essi parlano un linguaggio che ben conosco: quello del
teatro di interpretazione. Massimo Popolizio
FANOTEATRO 2016/2017
CAMPAGNA ABBONAMENTI
Rinnovi
da mercoledì 21 a venerdì 30 settembre 2016
diritto di prelazione riservato agli abbonati della passata stagione teatrale con
conferma turno e posto
da sabato 1 a mercoledì 5 ottobre 2016
diritto di prelazione riservato agli abbonati della passata stagione teatrale con possibilità di
cambi turno e/o posto
Nuovi
da sabato 8 a sabato 15 ottobre 2016
Ogni persona può acquistare e rinnovare, in una sola volta, non più di quattro abbonamenti.
L’abbonamento è al portatore e può essere ceduto ad altra persona.
Per conservare il posto della passata stagione è necessario confermare l’abbonamento entro il 30 settembre.
Entro il 5 ottobre è invece possibile usufruire del diritto di prelazione per il cambio di turno e/o posto.
Il costo degli abbonamenti non ha subito aumenti
ORARIO BOTTEGHINO in campagna abbonamenti
tutti i giorni 17.30 -19.30
mercoledì, sabato e domenica anche 10.30 – 12.30
Gli abbonamenti sono acquistabili solo presso il botteghino del Teatro della Fortuna.
BIGLIETTI
I biglietti di tutti gli spettacoli sono in vendita da mercoledì 19 ottobre 2016.
Inizio spettacoli: ore 21.00, domenica ore 17.00.
Botteghino Teatro della Fortuna
Piazza XX Settembre, 1 – 61032 Fano (PU)
tel. 0721.800750, fax 0721.827443
[email protected]
AMAT
tel. 071 2075880
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