SOCIOLOGIA ECONOMICA CONTEMPORANEA Che cos’è la sociologia economica? La sociologia economica è una disciplina le cui prospettive vengono definite in rapporto ad altre prospettive disciplinari. Con Weber (1906), Simmel (1900), e Sombart (1902) nasce una prospettiva che si può definire di sociologia economica. La scienza economica si è rivelata incapace di dar conto del ruolo delle istituzioni, del potere e della cultura. Gli attori economici sono immersi in strutture di rapporti sociali. L’economia neoclassica si basa sul paradigma dell’homo aeconomicus razionale che agisce in un mercato per massimizzare i propri interessi. La sociologia economica intesa in senso ampio rifiuta questo paradigma e i relativi assunti. Laddove predomina il mercato il coordinamento dell’attività, l’allocazione delle risorse e la strutturazione dei conflitti è l’esito di scambi basati sui prezzi determinati dall’incontro tra domanda e offerta, in condizioni di concorrenza. Di fatto il libero mercato è reso possibile dai legami normativi preesistenti. La political economy Il filone della political economy si concentra sull’analisi del ruolo delle istituzioni sociali e politiche nel funzionamento (o nelle disfunzioni) del sistema politico. Negli anni ’60 e ’70 del 900 lo stato e le grandi organizzazioni di interessi svolgevano un ruolo fondamentale nell’allocazione delle risorse (modello di regolazione politica o concertazione delle economie di mercato). Il keynesismo mirava a politiche di gestione macroeconomica della domanda aggregata e alla piena occupazione e standardizzazione del ciclo economico. L’espansione del welfare perseguiva l’obiettivo di garantire i diritti sociali fondamentali a tutti i cittadini. La concertazione intesa come la partecipazione delle grandi associazioni degli interessi alla formazione della politica economica mirava ad assicurare la governabilità neutralizzando i poteri di veto. Si fa poi strada l’idea che l’azione economica e il funzionamento di un sistema economico sono plasmati da istituzioni preesistenti e da altri fattori non economici. La nuova sociologia economica 1 Si è sviluppata negli anni ’70 negli Stati Uniti un insieme di posti di lavoro tra loro interconnessi. individui, la qualità e i contenuti di queste relazioni con il modello del La nuova sociologia economica 2 L'approccio neoistituzionalista individua una specificità sociologica delle organizzazioni contestualizzandole in un contesto storico sociale costituito da vincoli materiali, norme giuridiche e culturali storicamente specifiche. Il concetto centrale è quello di campo organizzativo con cui si intende l'insieme delle organizzazioni che producono prodotti o servizi simili. Lo studio dei fenomeni sociali di ampio respiro spaziale e temporale è tipico della sociologia e in particolare della sociologia economica a partire dalle origini (Max Weber e Marx) o sociologia degli anni '60-'70 (Eisenstadt, Moore, Bendix). Il concetto fondamentale è che le istituzioni conservano le loro caratteristiche anche quando le circostanze che le hanno determinate, e in cui erano efficienti, sono mutate. Le istituzioni sono influenzate dalle congiunture storiche in cui sono inseriti gli attori che le hanno create. Un nuovo movimento: radicamento sociale dell'azione economica Il comportamento e le azioni sociali sono vincolate dai comportamenti sociali in atto (Granovetter 1985). L'idea del radicamento sociale è contrapposta alla teoria utilitaristica in generale. Si costruisce un nuovo paradigma (terza via a quella delle azioni individualiste e dell'azione normativa). Si assiste ad una grande espansione della nuova sociologia economica. La sociologia italiana è stata azzerata durante il fascismo e ha preso di nuovo vigore dagli anni '60-'70 con forti intrecci con il marxismo per i temi del mercato, del lavoro, sindacati, welfare, relazioni industriali, organizzazione del lavoro. Recentemente l'area del mercato del lavoro si è sviluppata in due direzioni: Le strategie personali sono determinate dal contesto sociale e culturale Anche la struttura familiare risulta determinante a spiegare il comportamento degli individui nel mercato del lavoro Si sono poi sviluppati dibattiti sulla flessibilità, sul post fordismo, sui nuovi concetti di produzione sullo sviluppo locale. Nuove tematiche Comportamenti di consumo, studi sulla povertà, rapporto tra mercato del lavoro e sistemi formativi. Il mercato del lavoro Analisi economica: 1) ogni individuo sceglie i propri comportamenti in base a calcoli razionali; 2) l'utilità da massimizzare è il guadagno personale; 3) le preferenze sono esogene e oggetto di studio della sociologia e della psicologia; 4) il mercato del lavoro è tendenzialmente concorrenziale e il salario eguaglia la domanda-offerta di lavoro; 5) nel rapporto di lavoro le relazioni di scambio avvengono su un piano di parità e sono volontarie. Sociologia economica: 1) l'analisi sociologica pone accento sulla struttura dei gruppi nella società e non sul singolo; 2) i sociologi vedono il mercato del lavoro come una parte della più vasta società con disuguaglianze e conflitti; 3) nel mercato del lavoro sono in gioco motivazioni economiche, secondo il modello dei vincoli sociali l'individuo non sceglie ma i suoi comportamenti sono determinati dai sistemi di posizione e di rapporti economici-sociali in cui è inserito. Il mercato NON è un mercato 1 Il lavoro è un mercato con caratteristiche molto particolari. I sociologi parlano di equità e coesione sociale e non di efficienza. I lavoratori non hanno ampi poteri di scelta. Soltanto fattori esterni al mercato come l'azione pubblica, organizzazione sindacale o famiglia garantiscono una certa simmetria tra domanda e offerta. Ora la forza lavoro non è più anonima, si scambia non solo la capacità lavorativa, ma l'intera identità personale del lavoratore con tutte le sue caratteristiche ascritte. La scelta del lavoro è fondamentale per la vita. Siamo in momenti di forte incertezza e tensione sociale. Sono importanti le reti sociali per ottenere informazioni. Spesse volte la ricerca di prestigio e/o denaro influenza nelle scelte lavorative. Il mercato NON è un mercato 2 In questo momento è importante la rete di relazioni sociali e familiari perchè vi è un'enorme e preoccupante disoccupazione giovanile. Spesso il lavoro si trova grazie a relazioni personali che sfociano in Italia nel triste fenomeno delle raccomandazioni e “parentopoli” varie. Oggi, per trovare lavoro non serve spedire il proprio curriculum Basta quello di chi ti raccomanda Chi ha “legami deboli” spesso è penalizzato e non prevalgono il merito e l'impegno. La flessibilità ha comportato incertezza e precarietà “a vita”. Le decisioni cruciali della vita sono spostate in avanti o non assunte. Oggi il ruolo della famiglia ha assunto proporzione determinante come “ombrello”, “paracadute” per i giovani disoccupati con attività di “cura e assistenza” che dura molto a lungo. In famiglia si assistono minori, anziani, adulti disoccupati o non autosufficienti. Il regime di welfare state E' diverso a seconda dei modelli: 1) liberale (USA, Gran Bretagna) Programmi sociali limitati a favore dei poveri e cittadini bisognosi 2) sistema conservatore-corporativo (Europa Centrale Meridionale) Programmi assicurativi pubblici a base occupazionale 3) socialdemocratico (paesi scandinavi) Il welfare sostituisce in parte rilevante il mercato privato e offre prestazioni a tutta la popolazione Si assiste ad una trasformazione del ruolo sociale delle donne e alcune delle famiglie a un solo reddito. Le donne incontrano ancora difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro e, una volta entrate, a fare carriera, specie nell'Europa Meridionale. La famiglia svolge anche funzioni che dovrebbe svolgere lo Stato sociale (cura delle fasce più deboli). Si ha una tendenza ad una rivalutazione delle funzioni welfariste delle famiglie e A un loro riconoscimento economico giuridico almeno nei fatti. Sviluppo economico e mutamento sociale La modernizzazione è un processo dinamico, sviluppo economico, mutamento socio-culturale e trasformazioni politiche. Il termine interessa processi di sviluppo economico, politico e socioculturale ed è quindi un concetto molto ampio. Lo sviluppo economico è sempre accompagnato da trasformazioni socioculturali e politiche. Molti studiosi si sono occupati di questi fenomeni: 1) Rostow: stadi dello sviluppo economico Privilegia variabili di natura economica della società attraverso una fase iniziale, un decollo e una maturazione. 2) l'approccio psicologico privilegia variabili endogene di tipo psicologico e considera fondamentale lo studio del tipo di personalità che contraddistingue gli attori sociali. 3) l'approccio diffusionistico privilegia variabili esogene di tipo culturale e studia il trasferimento dei processi culturali dai paesi più sviluppati a quelli meno sviluppati. 4) l'approccio strutturale funzionale analizza una pluralità di elementi sia endogeni che esogeni; cerca di analizzare le condizioni di funzionamento e i meccanismi di integrazione del sistema sociale. Capitale sociale e sviluppo nella globalizzazione Negli anni '90 si assiste alla riscoperta della società civile e ad un crescente fenomeno di liberalizzazione della società mondiale. Si accentua l'analisi delle variabili endogene ai processi di modernizzazione e del capitale sociale. Si analizzano le reti di solidarietà sviluppatesi tra gli attori sociali. La società è ormai complessa, caratterizzata da decentramento del potere, flessibilità e frammentazione. Gli imprenditori (economici o istituzionali) sono attenti allo sviluppo e cercano di diffondere fiducia in esso. Si produce un nuovo modello di regolazione dell'economia (governance globale): collaborazione tra istituzioni politiche locali, mondo imprenditoriale (locale ed esterno) e forze sociali che porta alla valorizzazione e al potenziamento del capitale di fiducia reciproca. La globalizzazione ha portato a Intensificazione commerci internazionali Trasferimento di attività all'estero Investimenti diretti e capitale all'estero e dei movimenti di capitali Si assiste ad una paura del progresso senza fini e delle conseguenze distruttive sull'ambiente e sui cittadini del pianeta. Le dimensioni economiche e socioculturali vengono intrecciate alla sfera politica e quindi vi sono necessari nuovi approcci multidisciplinari al problema della nuclerizzazione. Sistemi socioeconomici locali Dagli anni '70 si sviluppa un filone di ricerca che analizza gli attori dello sviluppo a livello subnazionale. La globalizzazione accentua il “locale” in quanto la crescita degli scambi finanziari e il progresso tecnologico delle informazioni rendono sempre meno rilevanti le procedure nazionali. I sistemi locali hanno vantaggi competitivi localizzati, cioè se hanno “qualcosa da vendere” possono farlo in un contesto più vasto che in passato. Cos'è il “locale”? 1) Livello sociografico: il sistema locale ha caratteristiche che lo separano da un ambiente territoriale più vasto; spesse volte vi sono confini amministrativi; 2) vi è poi una identità collettiva: le persone che vivono in un sistema locale sviluppano una consapevolezza della loro appartenenza e atteggiamenti positivi o negativi a tal proposito; 3) regolazione dei sistemi locali: la governance assume decisioni che dipendono da un numero crescente di attori. Tre tipi di sistema di produzione locale 1 DISTRETTO INDUSTRIALE: porta ad una integrazione tra piccole e medie imprese spazialmente concentrate e settorialmente specializzate. Ora tale sistema è in forte crisi. 2 IMPRESA RETE: piccole e medie imprese concentrate nello stesso sistema territoriale in rapporto di subfornitura con grandi imprese clienti. Cluster (Porter): concentrazione geografica di imprese interconnesse, di produttori specializzati, di fornitori di servizi, di imprese di settore adiacenti e di istituzioni connesse in un dato settore che competono ma anche cooperano. 3 CLUSTER: empirici di piccole e medie imprese, settorialmente specializzate con mercato frammentato e instabile, in rapporto diretto col mercato finale. Spesso la produzione è delocalizzata e le imprese organizzano la loro rete di forniture Le governance dei sistemi locali Regolazione: di attività economiche e rapporti tra attori per allocare risorse. Vi è un mix di tre principi nelle società complesse: STATO MERCATO COMUNITA' Vi è l'interazione di una pluralità di attori di diversa natura ed è necessaria un'abile fase di concertazione per far incontrare e convergere interessi diversi e potenzialmente divergenti. Una governance efficace deve saper gestire la formazione professionale, il trasferimento sociologico, il credito e le infrastrutture tecniche gestendo anche i servizi sociali (scuole, rifiuti, parchi, giardini, sport). La governance locale deve saper sfruttare la competitività di questi beni o attività pubbliche con attenzione allo sviluppo sostenibile, con un processo di cooperazione volontaria tra pubblico e privato. La governance dei consumi E' fondamentale per beni pubblici quali ambiente, salute dei cittadini, sicurezzaurbana, paesaggio. L'aumento dei consumi è il riflesso della divisione del lavoro, della mobilità sociale e dell'economia monetaria. La borghesia urbana consuma spinta dalla moda e spesso il valore di alcuni beni assurge a “status symbol”. Si assiste ad una crescente domanda spinta anche dall'obsolescenza tecnologica dei vecchi modelli e dall' “americanizzazione” dei comportamenti. Il capitale umano (dei singoli individui) e quello sociale possono orientare e influenzare le scelte dei consumi. Gli scambi commerciali sono radicati (embedded) nelle reti sociali e mai radicabili alla sola logica del prezzo (Karl Polanyi - 1944). Sistemi formativi e mercato del lavoro 1 La sociologia si occupa delle interrelazioni di questi due ambiti e delle reciproche influenze. La società si crea un bisogno (es.formazione di un certo tipo) ed essa produce le risorse istituzionali e normative per dare al bisogno risposte adeguate, cioè il sistema scolastico fornisce a quello economico le competenze richieste. Nelle società postindustriali c'è bisogno di informazioni e conoscenze (es. informativa), cioè il sistema formativo fornisce al sistema economico e produttivo le competenze richieste per il mutamento produttivo in relazione alle reti sociali. Si investe sul capitale umano nella speranza di garantire un reddito più elevato o aumentare la produttività degli individui. Sistemi formativi e mercato del lavoro 2 Si assiste ad una diseguaglianza sempre più accentuata nelle opportunità educative: i figli di genitori ricchi e istruiti sono immersi in un ambiente più stimolante e istruttivo e possono permettersi anche di raggiungere i vertici delle carriere accademiche e direzionali (non hanno necessità immediate di un reddito non adeguato agli studi intrapresi) e anche gli insegnanti sono più ben disposti. I datori di lavoro spesso scelgono in base al titolo di studio e alla famiglia di provenienza, garanzia di correttezza e serietà. Si verificano molti episodi che rasentano il limite della corruzione (concorsi pilotati o quasi, parentopoli). Il titolo di studio è poi garanzia di motivazione, impegno, disponibilità a maggior ragione per i ragazzi che hanno lavorato e studiato in modo serio e indefesso. Si dovrebbero intrecciare i sistemi educativi di mestiere, professionale e manageriale per evitare che tutti accedano agli alti gradi dell'istruzione senza poi ottenere un ritorno economico. Sarzanini Silvia Ufficio Supporto Normativo e Divulgazione – Servizio Agricoltura