Quaderni di RIVISTA ABRUZZESE 98 Tutti i diritti riservati © Copyright by Rivista Abruzzese Lanciano 2012 1ª edizione, ottobre 2012 1ª ristampa, giugno 2014 È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata, del volume. In copertina: La metamorfosi di Arachne nel disegno di un bambino italiano di quattro anni GIOVANNI PIZZA LA VERGINE E IL RAGNO Etnografia della possessione europea 98 M[erleau]-P[onty] parla di una trascendenza attiva della coscienza come movimento mediante il quale essa «si getta in una cosa e in un mondo mediante i propri organi e i propri strumenti». D’accordo. Ma gli organi e gli strumenti non sono scindibili dalla storia culturale che è incorporata in essi. Ernesto de Martino, La fine del mondo per Alfonso Maria di Nola Prefazione Questo libro attraversa tre ambiti tematici, in un itinerario di ricerca etnografico, antropologico e storicoculturale: le politiche della medicina popolare, le poetiche del corpo femminile, le pratiche della possessione europea. Quest’ultima nozione costituisce il nucleo del libro. Nel quadro di un dibattito di lunga durata sulla stregoneria e la possessione in Europa, e in base ai dati etnografici di una ricerca sulle figure della corporeità femminile in Campania, è affrontata la questione della “possessione europea”, già proposta da Cristiano Grottanelli in una discussione sull’uso del modello sciamanico in antropologia e storia delle pratiche simboliche in Europa. L’esperienza etnografica sulle forme della corporeità femminile costituisce un momento centrale di questo percorso, in grado di spingere l’antropologo a ripensare il proprio lessico teorico-concettuale, il vocabolario classico dell’antropologia. In un confronto comparativo fra etnografia endotica, praticata ai margini dell’Europa, e studi etnografici su medesimi argomenti condotti in contesti esotici, si giunge a mettere in questione la tenuta di nozioni quali possessione, stregoneria, sciamanismo, dopo avere riflettuto sulle feconde conseguenze di una circostanziata disarticolazione della classica categoria di “medicina popolare”. Tali aperture teoriche e critico-culturali, metodologicamente fondate sulla conoscenza locale emersa nell’etnografia, ancora non hanno esaurito la loro spinta propulsiva nello sviluppo di una antropologia contemporanea delle pratiche corporee. 9 I sette capitoli di questo testo indicano una via per esplorare la storia culturale e la pertinenza etnografica e antropologica della possessione europea, attraverso lo studio di alcune metafore animali che caratterizzano le rappresentazioni dell’anatomia simbolica femminile in area campana, nel sud Italia. In particolare la metafora dell’utero-ragno, che riesce a connettere sfere discorsive ed esperienze culturali classicamente separate dall’antropologia, quali: la stregoneria, la possessione, lo sciamanismo, la cosiddetta “scena del parto” e il “mal di matre”. Quadri culturali che costituiscono il terreno in cui questo lavoro cerca di individuare quel processo triangolare, storicamente profondo, che connette esperienza corporea, piccoli racconti locali, grandi narrazioni mitologiche di tradizione popolare. Una triangolazione che, da un’area del sud Italia, disvela la centralità teorica dello statuto corporeo femminile nella storia culturale europea. Giovanni Pizza 10 Ringraziamenti La ricerca su cui questo libro si fonda – di mia esclusiva responsabilità – non sarebbe stata possibile senza il sostegno e la disponibilità al dialogo da parte di Cristina Papa, guida scientifica fin dai tempi del mio dottorato all’Università di Roma La Sapienza, e di Tullio Seppilli, grande maestro di antropologia medica e punto di riferimento di ogni mio lavoro. Ad essi va la mia profonda riconoscenza. Nel corso dell’etnografia ho contratto molti debiti di gratitudine: voglio ricordare in particolare Antonietta detta zi’Ntunetta, Bianca, Concetta detta Bambola, Domenica, Giovannina, Giustina, Tobia e, attraverso di loro, ringraziare tutte le persone che hanno condiviso con me una quotidiana vicinanza. Grazie a Lucio A. Annunziata e ad Amalia Pizza, medici attenti al dialogo interculturale, che mi hanno messo a disposizione la loro conoscenza del territorio, a Pasquale Colucci, avvocato e studioso di Lauro, per la sua cortese disponibilità, a Mariella Pandolfi, per le sue critiche maieutiche, a Franca Romano, che ha incoraggiato il mio lavoro sul tema della corporeità, a Luigi Maria Lombardi Satriani, per le importanti suggestioni sulle figure della possessione nella cultura popolare del Mezzogiorno italiano, a Luigi Di Gianni, che ha curato una registrazione audiovisuale di alcuni momenti etnografici includendoli in un suo documentario, a Roberte Hamayon, per il suo invito a presentare i risultati delle mie ricerche in un convegno internazionale sullo sciamanismo tenutosi a Chantilly, a Carlo Severi, per il suo incoraggiamento ad approfondire la questione della possessione europea, a Paolo Scarpi, che mi ha spinto a rivisitare questi temi, invitandomi per una lezione inaugurale a un interessante seminario a Padova. Sono grato a Paolo Apolito, a Pietro Clemente, a Clara Gallini e ad Amalia Signorelli per la loro straordinaria disponibilità al confronto su temi di antropologia demartiniana, a Giordana Charuty e a Daniel Fabre per avere seguito con attenzione critica i primi passi di questa ricerca, nella lontana occasione del mio mémoire di Dea in Anthropologie sociale et Ethnologie, presso la sezione tolosana dell’École des hautes études en sciences sociales di Parigi. Un ringraziamento speciale va a Eva Pócs, per il dialogo che ha voluto intrattenere con il mio lavoro invitandomi a diversi convegni in Ungheria sul tema della possessione spiritica e offrendomi generosamente l’opportunità di un periodo di studio e insegnamento presso l’Università di Pécs. Per il reperimento delle fonti romene mi sono avvalso di un 11 soggiorno di studio e ricerca in Romania – nel quadro della “Missione etnologica italiana in Romania”, già diretta da Cristina Papa – presso l’Universitatea “Babeş-Bolyai”, l’Arhiva de Folclor a Academiei Române di Cluj Napoca e l’Universitatea din București. Desidero ringraziare i colleghi Nicolae Costantinescu, Ion Cuceu, Dumitru Loşonţi, Vintilă Mihăilescu, per la loro disponibilità, e vorrei ricordare con riconoscenza il compianto professore Nicolae Bot, per la sua grande cultura e la gentile ospitalità. Voglio ricordare, con affetto e riconoscenza, Cristiano Grottanelli, studioso di antropologia e storia delle religioni e amico generoso, precocemente scomparso, al quale devo molto del mio interesse per la possessione in Europa. E vorrei tornare con gratitudine al ricordo di Alberto Mario Cirese, di Aurora Milillo e di Italo Signorini, per il loro rigoroso insegnamento metodologico e l’elegante spirito critico. Per avermi fornito suggerimenti bibliografici e utili commenti su versioni provvisorie dei saggi da cui derivano i capitoli del libro, ringrazio Giulio Angioni, Giancarlo Baronti, Paolo Bartoli, Patrizia Caione, Fabio Dei, Francesco Faeta, Paola Falteri, Piergiorgio Giacchè, Ilaria Gueli, Giovanni Kezich, Massimiliano Minelli, Mariano Pavanello, Leonardo Piasere, Pier Giorgio Solinas, Filippo Massimo Zerilli. Grazie di cuore a Elisabetta Moro, a Marino Niola e a Berardino Palumbo, per la loro generosa e costante attenzione al mio percorso di studio e di ricerca. Desidero infine esprimere la mia affettuosa gratitudine a Ireneo Bellotta, per avere sostenuto questo lavoro, e a Lia ed Emiliano Giancristofaro, per averlo accolto in questa collana; non dimentico che la mia prima pubblicazione apparve sulla “Rivista Abruzzese”, autorevole palestra di studi e ricerche per chi maturava, nei primi anni Ottanta del Novecento, la passione per l’antropologia, sotto la guida indimenticabile del nostro comune maestro e amico: Alfonso Maria di Nola, alla cui memoria questo libro è dedicato. 12 Indice Prefazione.......................................................................................................................................... 9 Ringraziamenti........................................................................................................................ 11 Nota .................................................................................................................................................... 13 I Oltre la “medicina popolare”.................................................................................. 15 Una strategia endotica. ................................................................................................... 15 Intellettuali e organizzazione della “medicina popolare”.....................17 Pluralità corporee................................................................................................................. 22 Fra antropologia e storia.............................................................................................. 27 Genealogie del biopolitico........................................................................................... 31 Ritorno a Gramsci. .............................................................................................................. 36 II Medici, mammane e “basso popolo”.................................................................. 39 La malattia: significante sociale. .......................................................................... 40 «Miasmi micidiali»: i modelli olfattivi. ......................................................... 43 Gli «impiegati alla guarigione». ............................................................................ 47 Un medico condotto alla fine dell’Ottocento.......................................... 50 Alimentazione e malattia. ............................................................................................ 52 Erbe della salute..................................................................................................................... 54 Il medico e la levatrice. ................................................................................................... 58 La mammana ambigua: donne che aiutano............................................ 63 La mammana ambigua: streghe........................................................................... 69 III La vergine e il ragno.................................................................................................. 79 Il genere dell’etnografia.................................................................................................. 80 Una “selvatichezza domestica”.............................................................................. 83 Piccoli (e) grandi racconti........................................................................................... 90 «Corpo aperto» e «corpi legati». ........................................................................... 94 «Così siamo composte noi…»..............................................................................107 «La Madonna in cielo e la matre in terra».............................................119 321 «Torna al tuo posto...»..................................................................................................123 Perché il ragno?...................................................................................................................127 La mammana ragno........................................................................................................139 IV Incorporare l’essere: sogni, visioni, paure........................................141 I sogni di Dalia......................................................................................................................142 Zi Leonora: il corpo e il miracolo....................................................................154 Il divino incorporato. .....................................................................................................162 Rosa e la corporeità del dono...............................................................................167 Erasmo e l’«essere» incorporato. ......................................................................169 Un serpente in corpo: Bambola e la paura dei bambini.........174 V La possessione europea. ...........................................................................................181 Sciamani (e) europei......................................................................................................182 La possessione “europea”. ........................................................................................187 Oltre l’“evidenza terapeutica”...............................................................................190 Il ragno, il rospo e la saga del re Guntram............................................195 VI La via delle fate ..........................................................................................................203 La pista romena...................................................................................................................204 Il morso del ragno: passaggi comparativi...............................................211 Repertori folklorici romeni: un terreno da esplorare. ...............215 Il “folklore medico” di Ion Aurel Candrea..............................................219 Figure della stregoneria nell’Europa centro-sud-orientale......... 227 VII Rospi per uno sguardo..........................................................................................241 Il santo, la donna, il rospo. ......................................................................................243 Rospo e stregoneria.........................................................................................................245 Metafore animali e corporeità femminile...............................................247 Rospo e possessione........................................................................................................249 Per uno sviluppo della ricerca sul motivo del rospo-utero. ........ 251 Note. ..................................................................................................................................................253 Fonti..................................................................................................................................................294 Documenti audiovisivi..................................................................................................294 Bibliografia.................................................................................................................................295 322 Finito di stampare nel mese di giugno 2014 da Bibliografica - Tel. 0872.569719 Castel Frentano RIVISTA ABRUZZESE Rassegna Trimestrale di Cultura Lanciano, Via C. Fagiani, 37 - Tel. 0872/49445 Supplemento al n. 1-2014, Anno LXVII Direttore Resp. Lia Giancristofaro Redazione: Emiliano Giancristofaro Autorizzazione del Tribunale di Lanciano n. 55 del 6-5-1964 Iscriz. Reg. Naz. della Stampa (Legge 5-8-81 n. 416) n. 1450 del 6-2-85 Iscrizione CCIAA Chieti n. 187467 ccp n. 1002218319