ISTITUTO COMPRENSIVO
MATER DOMINI
CATANZARO
VIAGGIO D’ISTRUZIONE
A.S. 2013 -2O14
Roma
11-12– 13– 14 maggio 2014
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Viaggio d’istruzione a. s. 2013 -2014
11-12-13-14maggio 2014
Prima tappa
L’abbazia di Montecassino
Fondata nel 529 da san Benedetto da Norcia sul luogo di
un'antica torre e di un tempio dedicato ad Apollo, situato a
519 metri sul livello del mare, ha subito nel corso della sua
storia un'alterna vicenda di distruzioni, saccheggi, terremoti
e successive ricostruzioni. Nel 577, il monastero venne distrutto per la prima volta dai Longobardi e la comunità dei
monaci, con le spoglie del santo fondatore, dovette ripararsi
a Roma. Ricostruita intorno al 717 l'Abbazia venne distrutta
una seconda volta dai Saraceni nel 883, venendo riedificata
per volere di papa Agapito II solo nel 949. Per tutto il medioevo, l'Abbazia fu un centro di cultura attraverso i suoi abati, le
sue biblioteche, i suoi archivi. Testimonianze storiche del più
alto interesse e di sicura validità sono state raccolte e tramandate a Montecassino: dai primi preziosi documenti in
lingua volgare ai famosi codici miniati cassinesi, ai preziosi e
rarissimi incunaboli. Il più illustre dei suoi abati fu forse Desiderio - il futuro papa Vittore III (sepolto nell'abbazia stessa) che alla fine dell'XI secolo fece ricostruire completamente
l'abbazia ed ornò la chiesa di preziosissimi affreschi e mosaici. Distrutta da un terremoto nel 1349 fu nuovamente ricostruita nel 1366, l'abbazia assunse nel XVII secolo l'aspetto
tipico di un monumento barocco napoletano, grazie anche
alle decorazioni pittoriche di numerosi artisti. In queste forme era giunto fino a noi l'antico monastero prima che il 18
febbraio del 1944, durante la seconda fase della battaglia di
Montecassino, un bombardamento massiccio delle forze
alleate, che sospettavano la presenza di reparti tedeschi, lo
distruggesse nuovamente. Il bombardamento cominciò la
mattina del 15 febbraio e ben 142 bombardieri pesanti e 114
bombardieri medi rasero al suolo l'Abbazia. Per merito
dell'allora arciabate Gregorio Diamare, e del colonnello Julius
Schlegel della Divisione corazzata Hermann Goring, l'archivio
ed i più preziosi documenti bibliografici furono posti in salvo.
La ricostruzione, iniziata subito dopo la fine della guerra, ha
mirato ad una riproduzione esatta delle architetture distrutte. Il restauro fu realizzato dal 1948 al 1956, Papa Benedetto XVI si è recato in visita a Montecassino il 24 maggio
2009, nel 65º anniversario della distruzione dell'Abbazia. Il
Pontefice - che al momento della sua elezione sul trono di
Pietro aveva scelto il proprio nome anche ispirandosi alla
figura di san Benedetto da Norcia - ha pregato sulla tomba
del santo, ricordandone l'importanza nella formazione culturale europea.
I cimiteri di guerra
Le nazioni che presero parte ai combattimenti per Cassino
vollero che le migliaia di uomini caduti sulla linea Gustav
fossero sepolti nei luoghi dove ebbero a combattere e dove
si sacrificarono. Cassino e i comuni limitrofi accolgono alcuni
sacrari militari presso i quali si recano in pellegrinaggio i parenti, i commilitoni e i compatrioti di questi caduti e si tengono cerimonie di commemorazione.
Il cimitero Inglese, che ospita 4.265 salme, è sotto la rocca
sulla strada Casilina che porta a S. Angelo in Theodice. Fu
inaugurato il 31 agosto 1956 alla presenza del gen. Alexander
e di tutti gli ambasciatori del Commonwealth. Al centro
del cimitero un grande giardino dove campeggia un altare
con la scritta their names liveth for evermore (i loro nomi
vivranno per sempre)
Il cimitero di Mignano Montelungo. Ospita 975 salme della
guerra di liberazione 1943-45, provenienti dai vari cimiteri di
guerra sparsi lungo tutta la penisola; nell'ultimo emiciclo in
alto è situata la tomba del gen. Umberto Utili, morto nel
1952 e lì sepolto.
Cimitero tedesco -Caira (Colle Marino). Ospita 20.027 salme
ed è uno dei più importanti cimiteri di guerra tedeschi in Italia. Fu iniziato nel 1959 dall'arch. Tischler e condotto a termine dal prof. Offenberg; raccoglie le salme dei combattenti
sotto la bandiera tedesca caduti nel meridione d'Italia
(esclusa la Sicilia).
Cimitero del Commonwealth- Cassino. Situato sulla strada
che porta a S. Angelo in Theodice; fu inaugurato nel 1956 alla
presenza del gen. Alexander e di tutti gli ambasciatori del
Commonwealth. Nel Cimitero si trovano ora sepolti o commemorati 3.982 soldati del Commonwealth della Seconda
Guerra Mondiale. All'interno del cimitero si trova il Cassino
Memorial, che commemora oltre 4.044 soldati le cui tombe
non sono note.
Cimitero polacco -Cassino (Monte Cassino). Ospita 1.052
salme del 2° Corpo d'Armata polacco, comprese quelle del
gen. Anders insieme alla moglie e del cappellano arcivescovo
Gawlina, morti nel 1970 e lì trasferiti per loro volontà stessa.
Il sacrario è affidato alla custodia dei monaci del Monastero.
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Viaggio d’istruzione a. s. 2013 -2014
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Montecassino e la linea Gustav
Montecassino va presa perché blocca agli Alleati la strada per
Roma. Ci provano e falliscono gli Inglesi, i Gurkha e i Neozelandesi, tutti respinti dai paracadutisti tedeschi. Ci riusciranno, al
quarto tentativo, i Polacchi. Il generale Wladyslaw Anders, 51
anni, comanda il Corpo polacco e ha chiesto l'onore di attaccare ciò che resta dell'Abbazia, demolita dagli aerei americani.
L'offensiva scatta l'11 maggio 1944, portata dalle divisioni Karpatia e Kresova. I Polacchi vanno all'assalto del monte tre volte e tre volte sono respinti. Al mattino del 12 hanno già perso
il 20 per cento degli uomini. Hanno difronte la Prima divisione
paracadutisti del generale Heinrich. Montecassino domina la
valle e i tedeschi difendono da posizione favorevole la loro
fortezza diroccata. I cecchini colpiscono i polacchi come uccelli
appollaiati sui rami. Tedeschi e Polacchi uccidono per non essere uccisi.
L'attacco decisivo
Il 17 gli uomini di Anders ripartono all'attacco della montagna.
all'alba del 18 la montagna viene conquistata. L’intero fronte
tedesco sulla linea Gustav sta cedendo sotto i colpi degli Alleati e quella di Anders è stata l'ultima sanguinosa battaglia Sulle
rovine di Montecassino scende il silenzio. Nel cielo di mezzogiorno soldati issano al vento la bandiera rossa e bianca e
piangono come bambini. Dopo sei mesi la battaglia di Cassino
è finita e la strada per Roma è aperta agli americani del generale Clark.
Il Commonwealth
Il Commonwealth è un’associazione volontaria di 53 stati
indipendenti e sovrani, che collaborano nell’interesse comune dei loro popoli per promuovere la comprensione internazionale e la pace nel mondo.
Il Commonwealth è stato promosso dalla Gran Bretagna ed i
membri sono Stati che facevano parte dell’impero britannico: 30 sono repubbliche, 21 sono monarchie e 16 sono monarchie che riconoscono il sovrano inglese come capo dello
stato. Il Commonwealth crede nella libertà degli individui,
nella pace internazionale come requisito essenziale per la
prosperità e nella cooperazione internazionale e si oppone
a tutte le forme di dominio coloniale e di oppressione razziale.
Regno Unito (1931)
Canada (1931)
Sudafrica (1931; uscito nel 1961 ma tornato nel 1994)
Stato Libero d'Irlanda (1931; uscito nel 1949)
Terranova (1931; diventata provincia del Canada nel 1949)
Australia (1942; invitata nel 1931 ma ratificata nel 1942)
Nuova Zelanda (1947; invitata nel 1931 ma ratificata nel
1947)
India (1947)
Pakistan (1947; uscito nel 1972 ma rientrato nel 1989)
Sri Lanka (1948)
Ghana (1957)
Malaysia (1957)
Federazione delle Indie Occidentali (1958; scissa nel 1962)
Nigeria (1960; sospesa nel 1995 ma riammessa nel 1999)
Cipro (1961)
Tanganika (1961; unitasi a Zanzibar per formare la Tanzania
nel 1964)
Sierra Leone (1961)
Giamaica (1962)
Trinidad e Tobago (1962)
Uganda (1962)
Zanzibar (1963; unitasi a Tanganika per formare la Tanzania
nel 1964)
Kenya (1963)
Tanzania (1964)
Malawi (1964)
Malta (1964)
Zambia (1964)
Una lapide per ricordare
Il generale polacco Anders dopo la guerra si rifiuterà di tornare nella Polonia comunista. Morirà a
Londra, in esilio. I suoi uomini si disperderanno.
L'abbazia di Montecassino rinascerà. Nel cimitero
polacco di Cassino resta una scritta su una lapide.
Dice: «Noi soldati polacchi abbiamo dato le nostre
anime a Dio, i nostri corpi all'Italia e i nostri cuori
alla Polonia».
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PIAZZA NAVONA
E’ sicuramente la piazza più elegante e la più gioiosa piazza
romana. Sorta sulle ceneri dell’antico stadio Domiziano,
lungo 275 metri e largo 106, poteva contenere fino a 30.000
spettatori. Alcuni resti delle imponenti costruzioni sono ancora visibili in un palazzo in piazza di Tor Sanguigna o negli ambienti sotterranei della chiesa di Sant'Agnese in Agone. La
piazza era utilizzata in antichità per le competizioni di vario
tipo. Il nome della piazza deriverebbe dai giochi “agonali
“ (gare ginniche) che vi si tenevano ma, probabilmente, potrebbe riferirsi all'usanza, sopravvissuta fino all'Ottocento, di
allagare il fondo concavo per le sfilate degli equipaggi dei
prelati e dei principi , in ricordo delle antiche “naumachie”.
Oggi la piazza ospita artisti di strada, pittori e ritrattisti che in
pochi minuti riescono a catturare i tratti più caratteristici del
modello. Nel periodo natalizio la piazza si illumina di mille
colori e si riempie di bancarelle e dolciumi, oggetti d’artigianato e statuette per il presepe. Il tipico mercato invade la
piazza fino alla discesa della befana nella notte tra il 5 e il 6
gennaio. La chiesa di Sant'Agnese, a croce greca, venne realizzata su progetto iniziale di Carlo Rainaldi, al quale seguì
Francesco Borromini, autore del celebre prospetto sulla piazza. Al centro della piazza spicca la monumentale fontana dei
Quattro Fiumi del Bernini, mentre a nord è la fontana del
Moro, scolpita su disegno di Giacomo della Porta e ritoccata
dallo stesso Bernini e a sud la fontana del Nettuno, opera di
Gregorio Zappalà e Antonio della Bitta (XIX secolo).
La fontana dei Quattro Fiumi sorge al centro della piazza, nel
punto in cui fino ad allora si trovava un “beveratore”, una
semplice vasca quadrata per l’abbeveraggio dei cavalli. Si
compone di una base formata da una grande vasca ellittica a
livello della pavimentazione stradale, sormontata da un grande gruppo marmoreo, sulla cui sommità si eleva un obelisco.
Le statue in marmo bianco che compongono la fontana hanno una dimensione maggiore di quella reale. I nudi rappresentano le allegorie dei quattro principali fiumi della Terra,
uno per ciascuno dei continenti allora conosciuti, che nell'o-
pera sono rappresentati come dei giganti in marmo che siedono appoggiati sullo scoglio centrale in travertino il Nilo, il
Gange, il Danubio e il Rio della Plata.
Leggende sulla fontana
Una leggenda, molto popolare ancora ai giorni nostri, è legata alla rivalità tra il Bernini e l'altro grande maestro del barocco, il Borromini. Si racconta, infatti che la statua del Rio della
Plata tenga alzato il braccio per ripararsi dall’eventuale crollo
del campanile o della cupola della prospiciente chiesa di
Sant'Agnese in Agone e per sorreggere i suoi resti; ugualmente la statua del Nilo si copre il volto per non doverla vedere
in realtà, la copertura della testa è dovuta al fatto che quando fu realizzata non se ne conoscevano ancora le sorgenti. Si
tratta di un evidente anacronismo storico, poiché la fontana
fu realizzata tra il 1648 e il 1651, mentre la chiesa di Sant'Agnese in Agone fu iniziata dal Borromini non prima del 1652 .
Sono inoltre tramandate dai cronisti dell'epoca alcuni esempi
del carattere giocoso del Bernini: il 12 giugno 1651, giorno
dell'inaugurazione della fontana, alla presenza di papa Innocenzo X, dopo aver scoperto il suo lavoro tutti rimasero folgorati dalla bellezza delle statue e dalle decorazioni in vernice dorata, ma la fontana era priva di acqua. Bernini raccolse
le congratulazioni di tutti, compreso il papa, il quale non fece
cenno della mancanza per non umiliarlo e, solo quando il
pontefice stava facendo girare il corteo per andarsene ad un
cenno del Bernini venne finalmente aperta la leva che fece
sgorgare le acque, con grande ammirazione e soddisfazione
di tutti. Anche in un'altra occasione Bernini dimostrò senso
dell'umorismo: molti erano preoccupati della stabilità dell'obelisco sulla fontana e più di uno gli fece notare che il suo
innalzamento era una sfida all'equilibrio naturale, tanto che
un giorno alcuni suoi rivali sparsero la voce che l'obelisco
stesse per crollare. Bernini non mancò di arrivare presto, e,
davanti alla numerosa folla che si era radunata, fissò alla base dell'obelisco quattro cordicelle sottili che solennemente
attaccò con dei chiodini ai muri delle case circostanti della
piazza.
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MONTECITORIO
Palazzo Montecitorio è un edificio di Roma, che si affaccia
su piazza del Parlamento. Nel palazzo Montecitorio c’è la
Camera dei deputati della Repubblica italiana. La storia del
palazzo inizia nel 1653 quando Innocenzo X commissionò a
Gian Lorenzo Bernini di realizzare una residenza per la famiglia Ludovisi. II Bernini, straordinario interprete del barocco
romano, realizzò un edificio che, sia nella struttura che nelle
decorazioni, si adattava all’assetto urbanistico preesistente. I
lavori subirono un brusco rallentamento nel 1654 per una
lite avvenuta tra Innocenzo X e il principe Ludovisi che aveva
sposato la cognata del Papa, furono ripresi circa vent’anni
dopo dall’architetto Carlo Fontana. Carlo Fontana conservò la
caratteristica facciata aggiungendo due porte al lato dell’
ingresso principale. Il palazzo fu sede dei tribunali pontifici,
del Governatorato di Roma e della direzione di polizia, assumendo un ruolo di spicco nella vita giudiziaria e amministrativa del governo pontificio. Con l’unità d’ Italia, Palazzo Montecitorio fu espropriato dallo Stato italiano e destinato ad
ospitare la Camera dei Deputati. Le modifiche necessarie alle
nuove mansioni vennero compiute rapidamente, il compito
di edificare l’aula dell’ assemblea fu affidato all’ingegnere
Paolo Comotto, che costruì nel cortile una sala semicircolare
a gradinate su un’intelaiatura di ferro interamente ricoperta
di legno e inaugurata il 27 novembre 1871. La nuova aula si
dimostrò tuttavia inadeguata dotata di una pessima acustica , freddissima d’ inverno e troppo calda d’ estate. Inoltre ,
a causa di infiltrazioni d’acqua, fu dichiarata pericolante e
chiusa nel 1900. Nel frattempo, fallito un tentativo di costruire un nuovo palazzo del Parlamento in Via Nazionale, venne
costruita una nuova aula provvisoria in via della Missione e
solo nel 1918 fu inaugurata la sede definitiva di Palazzo Montecitorio. I lavori di ampliamento del palazzo erano stati
affidati all’ architetto palermitano Ernesto Basile, esponente
che eseguì importanti interventi costruendo un nuovo
edificio alle spalle dell’ originale. Basile mantenne solo la
parte frontale del palazzo berniniano riducendo invece il
cortile e demolendo le ali e la parte posteriore e innalzando sulla piazza del Parlamento il nuovo corpo di fabbrica. All’
interno di questo blocco Basile collocò l’aula delle sedute
illuminata da uno straordinario lucernario a ventaglio in
stile liberty, il famoso Velario di Giovanni Beltrami . A Basile
si deve anche il grande salone detto “Transatlantico” , lungo
ed imponente, posto sul diametro dell’ emiciclo, la curiosa
denominazione è dovuta all’ arredo tipico delle grandi navi
d’inizio Novecento. Le più importanti sale di rappresentanza
si trovano al secondo piano, insieme agli uffici del Presidente
e dei componenti dell’ Ufficio di Presidenza e del Segretario
generale. Attraverso uno scalone monumentale, si accede al
cosiddetto corridoio dei busti, lungo il quale sono esposti
una trentina di busti in bronzo e marmo di illustri deputati
e di presidenti della Camera. Un altro salone è chiamato
“della lupa” e deve il suo nome alla presenza di una scultura in bronzo della lupa capitolina . Qui fu proclamato il
risultato del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 e
qui ancora oggi si svolgono riunioni importanti. A Palazzo
Montecitorio si trovano più di mille dipinti e sculture datati
tra il XVI e XX secolo, alcune migliaia di incisioni e stampe di
varie epoche, un nucleo consistente di reperti archeologici e
una discreta quantità di beni artistici tra i quali: orologi,
mobili d’epoca, arazzi e busti.
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IL CAMPIDOGLIO
Secondo la leggenda il primo insediamento sul colle fu fondato dal dio Saturno nel quale furono accolti i greci guidati da
Ercole. Il Campidoglio dovette essere abitato fin all’ età del
bronzo, come provano alcune ceramiche scoperte ai piedi di
esso, nell’ area sacra di Sant’ Omobono. Secondo lo storico
Tacito il Campidoglio, come pure il sottostante Foro Romano,
furono aggiunti alla Roma quadrata di Romolo da Tito Tazio.
Altri lavori sul monte furono eseguiti da Tarquinio Prisco, il
quale vi costruì il trionfale. Il Campidoglio è legato alla presa
della rocca ad opera dei Sabini che attaccarono i romani per
vendicarsi del ratto delle sabine e che terminò solo grazie all’
intervento delle donne rapite ormai spose e madri dei romani. Il nome del colle deriva probabilmente dalla testa di un
guerriero di nome Tolo o Olo rinvenuta durante gli scavi per
le fondazioni del tempio di Giove Ottimo Massimo o Giove
Capitolino (Capitolium) e dedicato alle Triade Capitolina:
Giove, Giunone e Minerva che anticamente occupava la seconda sommità del colle ed era solo un altare. Fu proprio
durante le opere di scavo delle sue fondazioni che fu ritrovato un teschio umano da ciò si ipotizza che abbia preso nome
l’intero colle caput Auli da cui Capitolium. All’ epoca dell’
invasione gallica del 390 a.C. il Campidoglio fu sede di uno
degli episodi più famosi, quello delle oche capitoline tenute
nel recinto sacro del tempio di Giunone che con il loro starnazzare svelarono il tentativo di assalto notturno dei Galli. In
ricordo dell’ episodio venne eretto nel 345-344 a.C. il tempio
di Giunone. Il Campidoglio è anche la sede del comune di
Roma.
LA PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO
L’aspetto attuale di piazza del Campidoglio è il prodotto del
genio architettonico di Michelangelo. Nel Cinquecento papa
Paolo III affidò a Michelangelo la ristrutturazione della piazza:
l’artista morì prima della realizzazione completa dei lavori,
che vennero comunque proseguiti e finiti nel XVII secolo nel
pieno rispetto del progetto originario. Vi si accede da una
monumentale scalinata detta "Cordonata" ornata di statue.
A guardia della scalinata michelangiolesca che sale a piazza
del Campidoglio sono poste le statue dei Dioscuri, Castore e
Polluce, figli, secondo l'antica leggenda, di Zeus e di Leda. Sin
dal ritrovamento, nella metà del Cinquecento, le due statue
subirono numerosi restauri; al centro della piazza c’è la famosa statua equestre in bronzo dorato dell’imperatore Marco Aurelio in alto la Torre del Campidoglio. La piazza ha una
pianta trapezoidale e si presenta come una terrazza panoramica sulla città: molto suggestivo è lo spettacolo dei Fori romani che da qui si può godere; particolarmente bella è la
pavimentazione, con il famoso disegno “a stella” ideato da
Michelangelo, a sottolineare la centralità simbolica di questo
luogo. I dei due palazzi laterali oggi sono sedi della Pinacoteca e del Museo Capitolino. Consapevole dei due millenni di
storia che vivono su questo colle, Michelangelo volle fare
della piazza un palcoscenico per le grandi statue della Roma
antica, prima fra tutte quella di Marco Aurelio quella che
vediamo oggi è una copia, l’originale si trova nei Musei Capitolini.
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(1154-1159), unico papa inglese della storia; Papa Bonifacio
VIII (1294-1303), che riposa sotto la splendida scultura di
Arnolfo di Cambio; Papa Pio VI, morto prigioniero dei francesi
nel 1779, è racchiuso in un sarcofago paleocristiano ma rivive
nel marmo in cui Antonio Canova lo immortalò in preghiera.
Tra i re Giacomo III Stuart e i suoi figli, la regina Cristina di
Svezia (1626-1689). Se si eccettuano gli ultimi Papi sepolti
nelle Grotte Vaticane (Benedetto XV, Pio XI e Pio XII, Paolo VI,
Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II), molto Pontefici del passato preferirono invece essere sepolti altrove: Pio IX, per
esempio, riposa nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura,
Leone XIII in San Giovanni di Laterano.
TOMBE DEI PAPI
Le Grotte Vaticane si estendono sotto una parte della navata
centrale della Basilica di San Pietro, tre metri sotto l’attuale
pavimento, dall’altare maggiore. Formano una vera e propria
chiesa sotterranea che occupa lo spazio tra l’attuale pavimento della Basilica e quello dell’antica Basilica costantiniana
del IV secolo. Gli angusti spazi, furono scavati dagli architetti
rinascimentali per preparare le fondamenta dell’attuale Basilica. La pianta delle Grotte Vaticane, che si diramano in nicchie, corridoi e cappelle laterali, è quella di una chiesa a tre
navate, e così dette Grotte Vecchie, con cappelle che ospitano le sepolture dei papi; l’abside semicircolare della chiesa,
con cappelle e monumenti funebri, le così dette Grotte Nuove, ha come centro ideale la cappella di San Pietro, alla quale
corrisponde, sopra le grotte, la tomba dell’Apostolo Pietro, il
primo papa romano. Oltre a custodire le tombe di numerosi
pontefici, le grotte sono ricche di opere d’arte provenienti
dall’antica Basilica. Sotto le grotte si estende una necropoli
con antichi sepolcri cristiani e la zona sacra della tomba di
San Pietro. Farsi seppellire nelle Grotte Vaticane, vicino alla
tomba di Pietro, è stato il desiderio di molti Papi, re e regine;
Tra le più antiche personalità sepolte nelle Grotte ricordiamo
l’appena venticinquenne Papa tedesco Gregorio V (996-999),
l’imperatore Ottone II , morto a Roma nel 983, e Adriano IV
metri di circonferenza e 159 metri di altezza. I primi tre piani
sono dotati di colonne in stile dorico, ioniche e corinzie, e un
sistema elaborato di camere, corridoi e volte ubicate sotto il
pavimento dell'arena. Il Colosseo fu costruito in circa dieci
anni e rimase in servizio per circa quattro secoli e mezzo. La
funzione principale del Colosseo era quella di ospitare eventi
pubblici con lo scopo di distrarre e controllare socialmente il
pubblico. In sostanza, i gladiatori e gli animali combattevano
l'uno contro l'altro fino alla morte. L’arena era aperta a tutti i
cittadini romani a titolo gratuito però solo le classi gentilizie
potevano sedersi sui sedili di marmo verso il basso, mentre,
il popolo restava in piedi sulla parte alta della struttura. In
occasione dell'inaugurazione, furono indetti cento giorni di
giochi e cerimoniali che causarono la morte di più di cinquemila tra uomini e animali selvatici in feroci combattimenti.
Dopo la fine dell'Impero romano, il Colosseo cadde in un
periodo costante di abbandono fino a quando fu preso in
gestione dalla chiesa cattolica. Secoli di abbandono, due
grandi terremoti e un grande incendio lasciarono il Colosseo
in rovina prima di essere sottoposto a lavori di ristrutturazione durante il Medioevo per essere usato come castello, cimitero e fortezza. Il Colosseo oggi è diventato un luogo di culto
religioso per i cristiani, in memoria di tanti di loro che hanno
trovato la morte durante il periodo della persecuzione. I
turisti che visitano il Colosseo possono immaginare con gli
occhi e la mente la storia del più antico ed intatto monumento che la civiltà romana ha trasmesso ai posteri, come dono
di un'epoca che ha segnato la storia del mondo moderno.
Nel 2007 è stato inserito fra le nuove 7 meraviglie del mondo.
IL COLOSSEO
Il Colosseo è il più grande Anfiteatro del mondo. E’ situato
nel centro di Roma. Gli storici ritengono che sia stato originariamente utilizzato per tutto, dalle sfide tra i gladiatori a finte
battaglie navali e nei secoli successivi come ospedale, fortezza, cava, e santuario cristiano. La vastità della sua maestria
architettonica, accoppiata con la sua storia rappresenta un’icona dell'antico impero romano. Voluto dall’imperatore Vespasiano e terminato da suo figlio Tito nell’80 d.C., era destinato ai combattimenti e giochi tra i gladiatori e alle simulazioni di caccia ad animali feroci ed esotici. E’ probabilmente il
monumento più famoso al mondo, conosciuto con il nome di
Colosseo per la statua di bronzo di Nerone che nel II sec.d.C.
fu messa vicino al monumento, si chiama in realtà Anfiteatro
Flavio. Oggi è simbolo della città ed è una delle sue maggiori attrazioni turistiche. In grado di contenere circa cinquantamila persone, il Colosseo ha una forma ellittica con 1719
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Piazza di Spagna
Al centro della piazza vi è la famosa fontana della Barcaccia,
che risale al primo periodo barocco, scolpita da Pietro Bernini e da suo figlio, il più celebre Gian Lorenzo Bernini.
La monumentale scalinata di 135 gradini fu inaugurata
da papa Benedetto XIII in occasione del Giubileo del 1725;
essa venne realizzata (grazie a dei finanziamenti francesi
del 1721-1725) per collegare l'ambasciata borbonica spagnola (a cui la piazza deve il nome) alla chiesa di Trinità
dei Monti. Venne progettata sia da Alessandro Specchi che
da Francesco De Sanctis dopo generazioni di lunghe ed accese discussioni su come il ripido pendio sul lato del Pincio dovesse essere urbanizzato per collegarlo alla chiesa. La soluzione finale scelta fu quella di Francesco De Sanctis: una
grande scalinata decorata da numerose terrazze-giardino,
che in primavera ed estate viene addobbata splendidamente
con molti fiori. La sontuosa, aristocratica scalinata, posta
all'apice di un lungo asse viario che portava al Tevere, fu disegnata in modo che avvicinandosi, gli effetti scenici aumentassero man mano. Tipico della grande architettura barocca
era infatti la creazione di lunghe, profonde prospettive culminanti con quinte o sfondi a carattere monumentale. La scalinata è composta da tre parti e comprende anche parecchie
zone di sosta. Nelle intenzioni dell’architetto infatti, la scala
doveva servire non solo al passaggio delle persone ma anche
come luogo di ritrovo. A tale scopo furono realizzate delle
terrazze che ancora oggi sono affollate sia di turisti che di
abitanti di Roma. Il progetto originale prevedeva anche delle
lunghe file di alberi ai lati, alternati a sculture ed ornamenti
che però non sono mai stati realizzati. Nel periodo di primavera-estate la scala, come già detto in precedenza, viene addobbata con fiori e nello stesso periodo è anche sede di
un’importante sfilata di moda. La scalinata nel 2005 è stata
oggetto di un profondo restauro.
FORI IMPERIALI
I Fori Imperiali furono il centro della vita pubblica romana.
Rappresentano una passeggiata in una storia millenaria che
inizia nel VI secolo a.C. I Fori Imperiali di Roma raccolgono una
serie di piazze monumentali edificate tra il 46 a.C. e il 113 d.C.
Vengono considerati il centro dell'attività politica di Roma antica. I Fori Imperiali sono composti da: Foro di Cesare, Foro di
Augusto, Foro della Pace, Foro di Nerva ed il Foro di Traiano. La
nascita dei Fori Imperiali segna il passaggio dalla repubblica
all'impero, sull'esempio di Giulio Cesare che costruì il primo
foro del complesso nel 46 a. C., tutti i più importanti imperatori
romano hanno voluto lasciare il loro segno costruendo un foro
intitolato al loro nome. L'area archeologica è una delle più ricche al mondo, e per tutti gli amanti dell'arte e del mondo antico la visita dei Fori Imperiali rappresenta una delle tappe più
suggestive che Roma può offrire.
ll più importante tra i vari fori che compongono il complesso è
il Foro di Traiano, costruito da Traiano stesso per celebrare la
vittoria romana in Dacia nel 105 d. C., i lavori furono affidati ad
Apollodoro di Damasco. Per realizzare l'opera non si esitò ad
attuare lo sbancamento parziale del Colle Quirinale, e conseguentemente furono costruiti i Mercati Traianei, che si svolgono assecondando il terreno scosceso del colle. All'interno del
Foro di Traiano trova la sua sistemazione la Colonna Traiana
che raffigura nei suoi disegni le gesta romane durante la guerra
di Dacia.
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IL VITTORIANO
Il Vittoriano, meglio conosciuto come Altare della patria, è il monumento celebrativo costruito a Roma nel 1885 in piazza Venezia, all'incrocio tra Via del Corso e Via Fori Imperiali. Esso prende il nome da Vittorio Emanuele II, il primo re d'Italia a cui è
dedicato. Alla sua morte nel 1878, infatti, si decise di innalzare un monumento per celebrare il re, considerato il Padre della
Patria, artefice dell'unità e della libertà della Nazione e con lui celebrare l'intera stagione del Risorgimento. Il Vittoriano , costruito in stile neoclassico , è largo 135 metri, profondo 130 e alto 81. Il tema centrale di tutto il monumento è rappresentato
dalle due iscrizioni sui propilei: "PATRIAE UNITATI" (All’unità della patria) e "CIVITUM LIBERTATI"( Alla libertà dei cittadini). Il
Vittoriano è infatti la rappresentazione dell’Italia Unita e tutte le decorazioni di cui è costituito sottolineano l'importanza di
tutto ciò. Alla base del Vittoriano si trovano le Fontane dei due mari, poste ai lati dello stesso: la fontana di sinistra, di Emilio
Quadrelli, rappresenta il mare Adriatico, rivolto a Oriente, con il Leone di San Marco. A destra il Tirreno, di Pietro Canonica,
con la lupa di Roma e la sirena Partenope. Al Vittoriano si accede attraverso un'ampia scalinata e la salita è accompagnata da
sei gruppi scolpiti, due in bronzo dorato e quattro in botticino, il marmo bresciano che riveste tutto il monumento. Essi rappresentano allegoricamente i Valori civili del popolo italiano: azione, pensiero, concordia, diritto, forza, sacrificio. Al centro della
scalinata si trova il Monumento al Milite Ignoto, detto anche Altare della Patria, dove il 4 novembre 1921 fu sepolto un anonimo soldato della Prima Guerra Mondiale in ricordo dei tantissimi caduti durante la Grande Guerra e rimasti senza sepoltura o
non identificati. Veglia la tomba del Milite Ignoto la grande statua della dea Roma nelle sembianze di Minerva. Procedendo in
alto, gli altorilievi delle quattordici città italiane fungono da piedistallo della statua equestre di Vittorio Emanuele II. Le città
rappresentate (Genova, Milano, Bologna, Ferrara, Pisa, Mantova, Urbino, Palermo, Firenze, Torino, Ravenna, Amalfi, Napoli,
Venezia) furono o capitali o Repubbliche marinare. La figura a cavallo di Vittorio Emanuele II, primo re d'Italia, è il perno del
monumento. Fu realizzata fondendo 50 tonnellate di bronzo, ricavate da cannoni forniti dal Ministero della Guerra. La statua
equestre, affidata ad Enrico Chiaradia nel 1889, e completata da Emilio Gallori, fu inaugurata il 4 giugno del 1911. Le dimensioni sono gigantesche: è lunga 10 metri ed alta 12. A fare da quinta alla statua equestre c'è il portico, lungo 72 metri, contenente
sedici statue, una per ognuna delle sedici regioni italiane di fine Ottocento. La realizzazione di ciascuna delle statue, alte 3,5
metri, rappresentanti Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania,
Puglia, Basilicata, Sicilia, Calabria e Sardegna, venne affidata ad uno scultore di ogni regione. Le Quadrighe simboleggiano l'Unità e la Libertà.
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PALAZZO MADAMA
Palazzo madama è un edificio di Roma che si trova in Corso
Rinascimento, a pochi metri da piazza Navona. Oggi è la sede
del Senato della Repubblica Italiana. Il terreno sul quale venne edificato Palazzo Madama fu ceduto nel 1478 dai monaci
dell'Abbazia imperiale di Farfa alla Francia, che cercava un
luogo ove ospitare i pellegrini francesi a Roma. I primi importanti lavori di trasformazione del palazzo furono realizzati
quando esso entrò in possesso della famiglia Medici. Il palazzo, infatti, venne restaurato su progetto di Giuliano di Sangallo e vi fu trasferito quello che era rimasto della biblioteca di
Giovanni de' Medici - figlio di Lorenzo il Magnifico e futuro
Papa Leone X –. Alla morte di Leone X, palazzo Madama venne assegnato a suo cugino Giulio de' Medici, che vi aveva
lungamente abitato prima di salire al soglio pontificio come
Clemente VII, successivamente l'edificio fu ereditato da Alessandro de' Medici. Quando questi morì, venne assegnato in
usufrutto alla moglie Margherita d'Austria, detta la
"Madama" (da cui il palazzo prende il nome), figlia naturale
di Carlo V e duchessa di Parma e Piacenza,. Il Palazzo rimase
ai Medici ed ai Granduchi di Toscana fino al XVIII secolo. Nel
Seicento vennero effettuati notevoli lavori di ristrutturazione:
una facciata barocca e soffitti decorati di fregi. I Medici, però,
non si servirono più del palazzo finché, nel 1725, non andò
ad abitarvi Violante di Baviera, cognata di Gian Gastone de'
Medici, ultimo rappresentante della famiglia. Palazzo Madama visse allora un ultimo periodo di splendore, fu teatro di
balli e feste e sede dell'Arcadia e dell'Accademia dei Quirini.
Nel 1737, alla morte del Granduca Gian Gastone, il Granducato di Toscana passò dai Medici ai Lorena, e con esso anche
palazzo Madama. Quest'ultimo, nel 1755 fu acquistato da
Papa Benedetto XIV e divenne palazzo pubblico dello Stato
Pontificio. Il palazzo fu interessato da importanti interventi di
ristrutturazione: fu aperto un secondo cortile dove oggi c'è
l'Aula e fu sistemata la piazza antistante la facciata, affidata a
Luigi Hostini. Negli anni successivi vi furono installati, fra
l'altro, gli uffici del tribunale e la sede della polizia. Palazzo
Madama ospitò l'ufficio centrale della Repubblica francoromana nel 1798-99. Pio IX lo destinò a sede del ministero
delle finanze e del debito pubblico e sembra che sulla loggia
esterna del palazzo a piazza Madama venissero estratti - a
partire dal 1850 - i numeri del lotto. Nel febbraio del 1871
palazzo Madama venne scelto come sede del Senato del Regno. Questo evento rese necessari ampi lavori di adattamento: nello spazio del cortile delle poste pontificie fu realizzata
l'Aula dove il Senato del Regno si riunì per la prima volta il 28
novembre 1871. Attualmente a palazzo Madama hanno sede
l'Aula, alcuni Gruppi parlamentari, gli uffici della Presidenza e
del Segretariato generale, nonché alcuni servizi ed uffici più
direttamente connessi con l'attività parlamentare
PALAZZO VENEZIA
Fu costruito tra il 1455 e il 1467 su commissione del cardinale
veneziano Pietro Barbo, che in seguito divenne papa con il
nome di Paolo II. Venne utilizzato travertino proveniente dal
Colosseo e dal Teatro di Marcello. Rappresenta uno dei primi
e più importanti edifici civili della Roma rinascimentale e in
diversi periodi fu utilizzato, oltre che come residenza papale,
come ambasciata della Repubblica di Venezia, da cui il nome
del palazzo. Dal 1797 passò in proprietà agli austriaci, divenne
sede dell'ambasciata austriaca (dal 1867 ambasciata di Austria-Ungheria), e dal 1916 passò allo Stato italiano. Il 16
settembre 1929 Mussolini pose qui la sede del proprio quartier generale*2+, nella sala del mappamondo; nei restanti anni
del fascismo la luce di questa stanza non veniva mai spenta a
significare che il governo non riposava mai. Era dal balcone di
questo palazzo che Mussolini arringava la folla nelle occasioni
più importanti, come nel 1940 quando, dichiarando la guerra
alla Francia e al Regno Unito, decretò l'entrata in guerra dell'Italia. Palazzo Venezia ospita ora il Museo Nazionale di Palazzo
Venezia, dove tra le altre opere si possono osservare sculture
in terracotta di Gianlorenzo Bernini, e la biblioteca nazionale
d'arte, che però attualmente è chiusa.
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Il Pantheon
fosse apposta un'iscrizione latina che tradotta significa "Lo
costruì Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza
volta". Dopo alcuni restauri, eseguiti dagli imperatori Severi
all’inizio del terzo secolo d.C., il monumento cadde in stato
di abbandono, fino al 608, quando venne ceduto dall’imperatore bizantino Foca al papa Bonifacio IV, che lo trasformò
nella chiesa di S. Maria ad Martyres. Nel 1625 il papa Urbano VIII, appartenente alla famiglia Barberini, asportò le travi
di bronzo del portico per farvi le quattro colonne del celebre
baldacchino berniniano di S. Pietro e ottanta cannoni per
Castel S. Angelo. Il Pantheon è famoso per la struttura circolare e ancora di più per il grande foro che ha un diametro di
circa 9 metri e che si trova al centro della cupola, noto anche
come “oculos”. Quando piove l'acqua cade sul pavimento,
ma, grazie ad un sistema di fognature ben progettato, riesce
a defluire senza rischi di allagamento. Il portone in bronzo è
alto circa 7 metri e da questo si accede all’interno dell’area
circolare dove è possibile ammirare le sette divinità, racchiuse nelle nicchie, collegate al culto dei pianeti. Le nicchie sono a loro volta comprese tra due colonne corinzie realizzate
con prestigiosi marmi provenienti da tutto il mondo. Divenuto nel 1870 sacrario dei re d’Italia, il Pantheon accoglie le
spoglie di Vittorio Emanuele II, Umberto I e Margherita di
Savoia. Vi è anche sepolto il sommo artista rinascimentale
Raffaello Sanzio.
E’ il monumento romano che vanta il maggior numero di
primati: è il meglio conservato, ha la cupola in muratura più
grande di tutta la storia dell'architettura, è considerato l'antesignano di tutti moderni luoghi di culto, ed è stata l'opera
dell'antichità più copiata ed imitata. Michelangelo la considerava opera di angeli e non di uomini. Il punto in cui sorge non
è casuale ma è un luogo leggendario della storia della città.
Secondo una leggenda romana, infatti, questo era il posto
dove il fondatore di Roma, Romolo, alla sua morte fu afferrato da un'aquila e portato in cielo fra gli dei. Il nome deriva da
due parole greche: pan, "tutto" e theon "divino", in origine
infatti il Pantheon era un piccolo tempio dedicato a tutte le
divinità romane. Fatto erigere tra il 27 e il 25 a.C. dal console
Agrippa, prefetto dell'imperatore Augusto, l'edificio attuale è
opera di successive e imponenti ristrutturazioni. Domiziano
nell'80 d.c, lo ricostruì dopo un incendio, trent'anni dopo
colpito da un fulmine prese nuovamente fuoco. Fu allora
ricostruito nella sua forma attuale dall'imperatore Adriano,
sotto il cui regno l'impero di Roma raggiunse il culmine del
suo splendore, ed è probabile che la struttura attuale sia
frutto proprio del suo genio eclettico dai gusti esotici. Infatti,
il Pantheon unisce ad una struttura cilindrica, di chiaro stampo romano, lo splendido colonnato esterno d'ispirazione greca. Benché la nuova struttura risultasse molto diversa da
quella originale l'imperatore Adriano volle che sulla facciata
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Castel S. Angelo
Fontana di Trevi
La storia di Castel Sant'Angelo coincide sostanzialmente con
quella di Roma. Il castello si specchia nelle pigre acque del
Tevere. Nasce come sepolcro voluto dall'imperatore Adriano
in un'area periferica dell'antica Roma ed assolve questa sua
funzione originaria fino al 403 d.C. circa, quando viene incluso nelle mura aureliane per volere dell'imperatore occidentale Onorio. Da questo momento inizia una 'seconda vita nelle
vesti di castellum, baluardo avanzato oltre il Tevere a protezione della città. Numerose famiglie romane se ne contendono il possesso, che sembra garantire una posizione di preminenza nell'ambito del confuso ordinamento dell'Urbe: sarà
roccaforte del senatore Teofilatto, dei Crescenzi, dei Pierleoni
e degli Orsini. E' proprio un papa Orsini - Niccolò III - a far
realizzare il Passetto di Borgo, che collega il Vaticano al Castello, in una continuità fisica ed ideale. Nel 1367 le chiavi
dell'edificio vengono consegnate a papa Urbano V, per sollecitare il rientro della Curia a Roma dall'esilio. Da questo momento in poi Castel Sant'Angelo lega inscindibilmente le sue
sorti a quelle dei pontefici, che lo adattano a residenza in cui
rifugiarsi nei momenti di pericolo. Grazie alla sua struttura
solida e fortificata ed alla sua fama di imprendibilità il Castello ospita l'Archivio ed il Tesoro Vaticani, ma viene adattato
anche a tribunale e prigione. Con il cambiamento di funzione,
l'aspetto e l'impianto del Castello vengono rimodellati attraverso una lunghissima serie di interventi. La storia lunghissima e variegata dell'edificio, con le sue mille metamorfosi
sembra essersi sedimentata nel complicato intrico di sotterranei, ambienti, logge, scale e cortili che costituiscono l'attuale assetto del Castello.
Si tratta della più grande e sicuramente della più famosa fontana di Roma, compone uno degli scenari più famosi al mondo, e rappresenta una delle mete turistiche più visitate della
città. È , adagiata su un fianco di Palazzo Poli, venne progettata da Nicolò Salvi nel '700ed è stata inaugurata esattamente nel 1785 e appartiene al tardo barocco. . La fontana è
l'elemento terminale dell'acquedotto Vergine, uno dei più
antichi acquedotti romani, tuttora in uso fin dal tempo di
Augusto. Fu voluto nel 19 a.C. da Marco Vepsanio Agrippa,
per alimentare le terme che egli stesso aveva fatto costruire
al Pantheon. Nel 1453 il papa Nicolò V avviò un'opera di bonifica dell'acquedotto, della quale furono incaricati Leon
Battista Alberti e Bernardo Rossellino, architetti dell'Acqua
Vergine .La fontana che oggi ammiriamo fu iniziata per volere del papa Clemente XII, nel 1732, dopo che nell'area, a
partire dal 1640, si erano intrapresi lavori di restauro fermatisi, però, a un basamento a esedra, realizzato da Gian Lorenzo
Bernini. Nello stesso tempo la famiglia Poli, proprietaria degli
edifici retrostanti, aveva edificato i due prospetti simmetrici
che avrebbero poi fatto da sfondo alla splendida scenografia
della fontana La grande statua del Dio Oceano, di Pietro
Bracci, adagiata sull'enorme conchiglia che funge da cocchio,
è affiancata, in nicchie laterali, dalle immagini della Salubrità
e dell'Abbondanza, che sono opera di Francesco della Valle. Il
cocchio è trainato da cavallucci marini e da tritoni. Nel 1570
Pio V ordinò di edificare una vasca sul lato opposto di quello
dove si trova la Fontana ora. Solo Papa Clemente XII fece
iniziare nel 1732 i lavori per l'attuale Fontana, nonostante le
proteste dei Duchi Poli, alla cui residenza la Fontana è attaccata. Alla morte di Nicolò Salvi, la costruzione proseguì sotto
la direzione di Giuseppe Panini, che completò l'opera nel
1762, sotto Papa Clemente XIII. Il monumento destava già
allora la meraviglia di architetti, artisti e semplici visitatori e
diventò uno dei simboli di Roma nel mondo. Celebre è la
tradizione di gettare una moneta nelle sue acque, per aver
esaudito il desiderio di tornare ancora a Roma. Le monete
sono raccolte dal Comune di Roma, che le destina ad opere
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BASILICA DI SAN PIETRO
La basilica di San Pietro è uno dei più grandi edifici del mondo: lunga ben 218 metri e alta fino alla cupola 133,30 metri, la superficie totale è di circa 23.000 metri quadrati. L'edificio che si può attraversare lungo il suo perimetro, anche se è collegato ai
Palazzi Vaticani attraverso un corridoio sopraelevato disposto lungo la navata destra e dalla Scala Regia a margine della facciata su Piazza San Pietro; due corridoi invece lo uniscono alla vicina Sacrestia. Nonostante questo aspetto tradisca l'idea di una
costruzione isolata al centro di una vasta piazza, come probabilmente l'aveva pensata Michelangelo Buonarroti, la presenza di
passaggi sopraelevati, che non interferiscono con il perimetro della basilica, permette ugualmente di cogliere la complessa
articolazione del tempio. L'esterno è caratterizzato dall'uso di un ordine gigante oltre il quale è impostato l'attico. Invece, lungo
le navate, presso i 45 altari e nelle 11 cappelle che si aprono all'interno della basilica, sono ospitati diversi capolavori di inestimabile valore storico e artistico.
L’imponenza della facciata seicentesca di Carlo Maderno rende l’idea delle mastodontiche dimensioni della Basilica di San Pietro, ancora oggi una delle chiese più grandi al mondo. La primitiva Basilica di San Pietro, un edificio di dimensioni paragonabili
all’attuale, fu eretta intorno al 320 dall’imperatore Costantino nel luogo dove, secondo la tradizione, era stato sepolto l’apostolo Pietro. Nel corso dei secoli e sotto svariati pontificati ebbe inizio quel lungo processo che, in circa duecento anni e con il concorso di moltissimi artisti (Bramante, Michelangelo, Bernini), avrebbe portato al completo rifacimento della primitiva basilica
costantiniana. La cupola ideata da Michelangelo sorprende per dimensioni e armonia, caratteristiche che si
apprezzano nell’impegnativa ma gratificante salita che permette di ammirarne da vicino sia l’interno che l’esterno. Tra i tanti
capolavori, assolutamente da non perdere la Pietà di Michelangelo, l’opera che stupisce da secoli per tecnica ed emotività.
Uno splendido colonnato di 284 colonne di ordine dorico e ottantotto pilastri in travertino di Tivoli circonda la Basilica di San
Pietro, come volesse accogliere in un simbolico abbraccio i fedeli in visita. La splendida architettura del colonnato fu commissionata da Papa Alessandro VII Chigi a Bernini, il quale dispose radialmente le quattro file di 284 colonne, di cui aumentò gradualmente il diametro, riuscendo così a mantenere invariate le relazioni proporzionali tra gli spazi e le colonne anche nelle
file esterne. Grazie a questo accorgimento, lo spettatore raggiungendo i dischi di porfido ai lati dell’obelisco vede il colonnato
come composto da un’unica fila di colonne.
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CONSIGLI PER IL VIAGGIO
UBBIDIRE ALLE MAESTRE.
ESSERE PUNTUALI LA MATTINA DELLA PARTENZA E...SEMPRE!
CAMMINARE IN FILE SERRATE.
COMPORTARSI EDUCATAMENTE IN OGNI SITUAZIONE.
NON DISTRARSI MAI.
NON STACCARSI MAI DAL GRUPPO.
NON URLARE PER LE STRADE
ESSERE RESPONSABILI “SEMPRE”.
TUTTE LE MAESTRE SONO A VOSTRA DISPOSIZIONE PER QUALSIASI
EVENIENZA.
PRIMA DI LASCIARE IL PROPRIO COMPAGNO AVVISARE LE PROPRIE MAESTRE.
NON DARE RETTA AGLI ESTRANEI
CHE DOVESSERO AVVICINARSI.
RICORDARSI SEMPRE E OVUNQUE CHE LA GENTE CI GIUDICA PER IL NOSTRO MODO DI COMPORTARCI.
UNA VOLTA RIENTRATI NELLA PROPRIA CAMERA
IN ALBERGO, RICORDARSI DI N0N FARE CHIASSO
PERCHE ALTRI OSPITI DELL’ALBERGO VOGLIONO
RIPOSARE
COMPORTARSI SEMPRE EDUCATAMENTE CON TUTTI
PER CHIEDERE QUALCOSA USARE SEMPRE LE PAROLINE MAGICHE: GRAZIE, PREGO, PER FAVORE….
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COSA PORTARE
PER IL GIORNO DELLA PARTENZA
PRANZO AL SACCO
ZAINETTO LEGGERO PER METTERE LA
COLAZIONE
UNA VALIGIA POSSIBILMENTE
DEL TIPO TROLLEY.
SCARPE COMODE
RICAMBIO DI BIANCHERIA INTIMA PER
ALMENO QUATTRO GIORNI
SPAZZOLINO E DENTIFRICIO
GIUBBINO LEGGERO TIPO
K- WAY
FELPA
2 MAGLIONCINI
UNO PIU’ PESANTE E UNO PIU’
LEGGERO
MAGLIETTE A MANICHE LUNGE E
CORTECORTE
GONNELLINE O PANTALONI
CALZE
FAZZOLETTI DI CARTA
PANTOFOLE
PENNA E BLOCCO NOTES
BRACCIALETTI ANTI-VOMITO
COSA NON PORTARE
BIBITE GASSATE
VIDEO GIOCHI
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ED ORA…
BUON
VIAGGIO
LAVORO ESEGUITO DALLE CLASSI V A E V B DEL PLESSO T. CAMPANELLA
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