Recensione - accademia degli intronati

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BULLETTINO SENESE DI STORIA PATRIA, 117, 2010
Montalcino 1555-1559. Il Trattato di Cateau Cambrésis, una pace tra due ere.
Numismatica, Cartografia, Editoria, Siena Betti, 2009, pp. 71.
Per ricordare il 450° anniversario del Trattato di Cateau Cambrésis il Comune di
Montalcino, la Fondazione Musei Senesi, la Soprintendenza per il Parimonio Storico,
Artistico ed Etnoantropologico per le Province di Siena e Grosseto e la Comunità Montana
Amiata – Val d’Orcia hanno realizzato la mostra Montalcino 1555-1559. Il Trattato di
Cateau Cambrésis, una pace tra due ere. Numismatica, Cartografia, Editoria, che è stata
curata da Katia Cestelli, Ettore Pellegrini, Renato Villoresi e Angelo Voltolini.
Il perché si sia sentito la necessità di celebrare questa ricorrenza risiede nel fatto che il
Trattato, siglato il 3 aprile 1559 da Filippo II di Spagna ed Enrico II di Francia, fu un
avvenimento di rilievo straordinario per la storia d’Italia e d’Europa, in quanto pose fine ad
una lunga serie di guerre, distruzioni e carestie, durata ben 65 anni, che era iniziata nel
1494 con la discesa di Carlo VIII in Italia. A Cateau Cambrésis venne delineato
quell’assetto geo-politico dell’Europa, che sarebbe rimasto sostanzialmente invariato fino
alle tre Guerre di Successione, che insanguinarono nuovamente il Continente per quasi
tutta la prima metà del sec. XVIII (spagnola – 1701/13, polacca – 1733/35, austriaca 1740/48). Con gli accordi contenuti nel Trattato del 1559, la Spagna si affermò come la
principale potenza europea, mentre la Francia, se pur sconfitta, aveva, comunque,
raggiunto lo scopo di rompere quell’accerchiamento, che era venuto a determinarsi
quando Carlo V, già sovrano di Spagna, era stato incoronato anche Imperatore del Sacro
Romano Impero; quest’ultimo, infatti, nella fase finale della guerra (1556) aveva abdicato,
affidando la corona imperiale al fratello Ferdinando e quella spagnola al figlio Filippo. In
Italia il ritorno alla pace corrispose, però, ad una completa perdita di indipendenza, con il
passaggio quasi completo sotto la sfera di influenza spagnola: alcuni Stati italiani erano
direttamente sotto la sua dominazione (Ducato di Milano, Stato dei Presidi, Regno di
Napoli) e gli altri lo erano indirettamente, con la sola eccezione della Repubblica di
Venezia e del Ducato di Savoia. Per la Repubblica di Siena, conquistata dalla Spagna e
ceduta in feudo all’alleato Cosimo de’ Medici (già il 3 luglio 1557, a due anni dalla caduta
della città), il Trattato pose fine alla plurisecolare indipendenza, dopo la strenua e
disperata resistenza dei senesi che si erano ritirati in Montalcino e erano riusciti per
quattro anni (1555-1559) a mantenere la propria sovranità ed il controllo di gran parte del
territorio centro-meridionale della Repubblica. Questo spiega anche perché proprio
Montalcino abbia sentito l’esigenza di ricordare tali avvenimenti.
La mostra organizzata a questo scopo si pone come un’iniziativa di alto profilo per il valore
documentario e culturale e la rarità dei pezzi esposti nelle sue tre sezioni, che sono
rispettivamente dedicate alla numismatica, alla cartografia ed alla bibliografia: nella prima
si raccolgono le monete coniate dalla Repubblica di Siena ritirata in Montalcino insieme
alle altre coniate dalla zecca senese del periodo precedente, a partire dalla seconda metà
del sec. XII; si tratta della prima volta che vengono esposte tutte le monete della
Repubblica di Siena e in doppia copia, in modo da rendere visibili entrambe le facce.
La seconda sezione, anch’essa molto ricca e di grande rilievo, presenta una serie di carte,
alcune delle quali inedite, di Montalcino ed altre località della Val d’Orcia con le loro
fortificazioni, in parte stampe ed in parte illustrazioni contenute in pubblicazioni; nella terza
sezione, infine, viene sottoposta al visitatore una significativa scelta del nutrito corpus di
cinquecentine (poco più di 500 volumi) possedute dalla Biblioteca Comunale di
Montalcino. Occorre sottolineare, come ulteriore legame fra Montalcino e Siena, la
presenza di una sottosezione che si collega alla mostra Siena bibliofila. Collezionismo
librario a Siena su Siena, la cui sede principale è stata la Pinacoteca Nazionale di Siena,
ma che ha interessato anche i Musei Civici di Montepulciano e San Gimignano, oltre,
naturalmente, a questo di Montalcino.
La mostra, come è logico, ha avuto una durata limitata nel tempo, dal 12 dicembre 2009 al
28 febbraio 2010, ma il suo ricordo viene perpetuato dall’agile cataloghetto approntato
all’uopo, nel quale la prima sezione è introdotta dal saggio Siena e Montalcino. Quattro
secoli di monete, di Renato Villoresi e Angelo Voltolini, cui fa seguito una descrizione
completa di tutte le 94 monete esposte, che, come si è detto, sono anche rappresentate in
entrambe le facce; purtroppo in molti casi lo stato non ottimale di conservazione e la loro
ridotta dimensione non le rende completamente leggibili.
Ad illustrarci la seconda sezione è la riflessione di Ettore Pellegrini Introduzione a un
itinerario cartografico montalcinese; anche in questo caso sono riprodotte tutte le piante
esposte in mostra, corredate ciascuna da un’ampia ed accurata scheda descrittiva.
Katia Cestelli e Maria Cristina Paccagnini, con il loro scritto I fondi della sezione storica
della Biblioteca comunale di Montalcino, ci descrivono l’ultima parte della mostra: dei
volumi esposti vengono proposti i frontespizi, insieme alla descrizione bibliografica.
ENZO MECACCI
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