Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars

PRESENTA
Ricordi i giorni scanditi dalla musica
del Duca Bianco, ricordi le emozioni
di una vita che si sciolgono in musica e
parole impresse nella carne, nella pietra,
nel cielo che sovrasta..
Nicola B. Carrassi
Schegge di musica,
parole, immagini, interviste, e vita di
David Bowie
PREFAZIONE di
Alfredo Verdicchio
David Bowie e lo shining
Un pugno al mento. Di quelli secchi, improvvisi, di quelli
che, dopo una frazione di secondo ti ritrovi lì, disteso al
tappeto, e solo dopo un po’ realizzi di aver perso i sensi.
Il tuo cervello per un attimo ha staccato la spina, accade
anche quando si subisce uno shock, qualcosa che
proprio non avevi previsto o considerato e che magari, il
tuo cervello non vuole accettare. Questa è stata la
sensazione che ho provato e che in fondo abbiamo
provato tutti all’annuncio della morte di David Bowie.
Ci ho messo un po’ a metabolizzarla. E’ una di quelle
notizie infatti nelle quali fai molta fatica mantenere la tua
imparzialità, la tua serenità di giudizio. Penso che certe
star quando brillano per tanto tempo nel firmamento
grazie alle loro magie, alla capacità che hanno di dare
emozione in qualche modo come novelli Dei di un
Olimpo diventano immortali. E tu che invece sei un
comune mortale finisci per escludere la morte, la fine di
quelle star, non la prendi in considerazione.
Così è capitato con David Bowie, un’artista
sul quale
anche all’ultimo sono stati fatti diversi tentativi di definirlo,
di incasellarlo, metterlo in un contesto predefinito con
limiti e parametri precisi.
Ma si può definire Bowie? No che non si può, un artista
che in questi anni è stato tutto e il contrario di tutto. Un
talento di straordinaria lucentezza, che spesso e senza
paura ha viaggiato controvento fregandosene delle mode
ma facendo lui stesso le tendenze, cambiando lui stesso
il vento.
Un dono, una forza che è privilegio solo dei grandissimi.
Di quelli, per intenderci, che fanno la storia. Ha viaggiato
in questi decenni con una levità quasi ultraterrena e
sopratutto con un’eleganza sua, unica inconfondibile.
David aveva lo “shining” , termine che indica la
brillantezza ma che qui ci piace usare alla Stanley
Kubrick (regista amato tantissimo da Bowie) ovvero
capacità di avere visione, di vedere oltre. Una capacità
che lo portò ad essere un precursore assoluto. Uno
diquegli uomini chiamati dal destino ad assolvere proprio
questo compito: aprire la strada.
Fu il primo ad usare in modo concreto i video musicali, il
primo a portare la teatralità nel rock, (complice anche
l’incontro determinante con Lindsay Kemp, profeta del
living Theatre) Il primo a giocare con l’ambiguità
sessuale, scandalizzare, trasgredire, fu gay, bisex etero.
Il primo a usare anche l’impatto visivo nei concerti, nel
look. E inevitabilmente fu ispirazione per tantissimi altri
artisti che ne seguirono la scia.
E poi, ancora, fu poligamo ma anche, dopo aver sposato
la bellissima modella Imam, marito monogamo e padre
affettuoso.
Una vita vissuta in modo totale, intenso. Bowie aveva
capito che è questo l’unico modo per viverla la vita,
attimo per attimo, rinascendo continuamente in modo
diverso, capace ogni volta, di reinventarsi e ricominciare
da zero. Cinque decenni di musica rigenerandosi di
continuo, ogni volta con un nuovo stile, nuovo look,
nuova musica.
E’ stato Ziggy Stardust, Halloween Jack, Nathan Adler e
infine Il Duca Bianco.
Sulla sua capacità di mollare tutto e rigenerarsi basta
ricordare “l’altra morte di Bowie”,
quella di Ziggy
Stardust. E’ il 3 luglio del 1973 Bowie e la sua band gli
Spiders from Mars si esibiscono all’Hammersmith Odeon
di Londra. Sold out. Tra il pubblico le più grandi star dell’
epoca da Ringo star a Mick Jagger e sul palco, il grande
Jeff Beck con la sua chitarra ad il live di The Jean Jenie
e Round And Round. Bowie è al top e ha ben sei dischi
nelle chart inglesi.
Ma ha già deciso di fermarsi. Di mollare tutto. Ed eccolo
che nei panni di Ziggy,
rivolto al pubblico dice “ci
ricorderemo di questo concerto per sempre perché non è
solo l’ultimo concerto del tour ma è anche l’ultimo nostro
concerto in assoluto. Grazie.” a questo punto parte con
perfetto sincronismo la band parte con Rock n roll
suicide…
Ed è doccia gelata per migliaia di fan, per i giornalisti
increduli. Tutto finito, si annullano i tour si cancella tutto.
Ziggy Stardust non c’era più, David Bowie era riuscito a
togliersi dall’abbraccio, forse soffocante, del suo stesso
personaggio. Una fine teatrale e studiata nel dettaglio.
E tutto sommato così è stato se ci pensate, per la sua
morte: l’album Blackstar che esce l’8 gennaio e due
giorni dopo, la notte del 10 gennaio, Bowie si spegne tra
l’affetto dei suoi cari nella sua casa di New York. Era
malato da 18 mesi ma pochissimi, fidati amici, lo
sapevano. E lui che fino all’ultimo ha giocato sfidato la
morte come una sorta di Prometeo, colui che rubò il
fuoco agli Dei. Ha lavorato tantissimo, pur sapendo che
ogni giorno la malattia avanzava inesorabile. Voleva
riuscire a lasciarci Blackstar una sorta di suo testamento
artistico. Voleva tributare un ultimo grande elogio alla
vita. E ci è riuscito lasciandoci un album di rara bellezza.
Mi piace concludere questa riflessione su Bowie citando,
non a caso, le parole finali del grande Pirandello in Uno
nessuno centomila, e imaginando che sia lui, Bowie a
declamarle:
“...Un nome non è altro che questo, un’ epigrafe
funeraria. Conviene ai morti. A chi ha concluso. Io
sono vivo e non concludo. La vita non conclude. E
non sa di nomi, la vita. Quest'albero, respiro trèmulo
di foglie nuove. Sono quest'albero. Albero, nuvola;
domani libro o vento: il libro che leggo, il vento che
bevo. Tutto fuori, vagabondo...perchè muoio ogni
attimo io, e rinasco nuovo e senza ricordi, vivo e
intero, non più in me ma in ogni cosa fuori...”
Alfredo Verdicchio
INSIDE
DAVID BOWIE
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Space Oddity e' una di quelle anomalie. Perche' e' stato un
successo? Persino oggi, la gente alza le spalle e dice:
''Non lo so''.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Penso che il successo di Space Oddity, sia dovuto alla sua
diversita'. In realta', e' stato il primo passo di David, nella
stranezza dello spazio.
Pip Williams – Produttore musicale
Penso che il pezzo evochi il senso dello spazio, di essere nello
spazio. La bellezza degli accordi, 'introduzione che passa dal
Mi minore al Fa, con la settima maggiore sul basso. L'accordo
in Fa con la corda di Mi della chitarra che suona a vuoto, e'
perfetto.
Jonathan Wingate - Giornalista
E' curioso che il produttore di Bowie, Tony Visconti, non
volesse saperne di Space Oddity,perche' lo trovava
un modo semplice di fare soldi sulla scia dei lanci dell'Apollo.
Allora entro' in gioco Gus Dudgeon, il produttore di Elton John,
cui Bowie deve il suo primo successo.
Pip Williams – Produttore musicale
A livello musicale, cosa rimane impresso? Lo stilofono, che
suonava David Bowie. Lo stilofono era uno strumento
giocattolo, una piccola tastiera che si suonava con una
bacchettina, con un filo attaccato. Era un sintetizzatore molto
rudimentale, uno strumento da poco. Il Mellotron, molto
importante, suonato da RickWakeman. Il batterista era Terry
Cox. Il bassista era il grande session man Herbie Flowers, che
suono' delle sezioni bellissime. La chitarra era interessante, la
suonava un certo MickWayne. Molti pensano che dato che
l'album Space Oddity riportava una citazione a Mick Ronson,
fosse lui a suonare. In realta', anche se lo stile era di Ronson,
chi suonava era Mick Wayne.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Era molto cupo. Parlava di una tragedia nello spazio, che stava
quasi per accadere davvero, non molto dopo l'uscita
dell'album. Fu proibito per un po' di tempo, perche' era troppo
realistico. L'inizio e' cosi' indimenticabile e singolare, mi
ricorda il film degli anni '50, Il pianeta proibito, non per le
parole, ma per la musica, molto elettronica, molto ossessiva,
angosciante.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Per me come batterista e' stata un'esperienza positiva. C'erano
molti stili diversi in quel periodo.
Erano canzoni diverse rispetto a Hendrix, ai Led zeppelin o ai
Sabbath, dove potevi avere un unico approccio come
batterista e sapevi che avrebbe funzionato e dovevi solo
trovare il ritmo giusto, perche' c'erano pianoforte e archi e
canzoni piu' leggere e piu' pesanti.
Bob Carruthers – Classic Rock
Bowie sapeva bene quanto fosse importante l'immagine e il
suo connubio artistico con Mick Rock e' stato pionieristico per
l'arte dei videoclip musicali. Il singolo era uscito nel 1969, ma
il video fu girato solo nel 1972 e, considerato il livello di
tecnologia di allora, il risultato e' notevole.
John McKenzie – Bassista
La chitarra acustica e' molto importante e a un certo punto
quando si riduce a… E' un bel sollievo, dopo il bombardamento
della voce trasognata di David Bowie e della singolarita' dei
testi.
Pip Williams – Produttore musicale
Per il grande pubblico, Space Oddity rimane la canzone di
Bowie preferita. Fu un grande successo, scritta in un momento
cruciale, all'apice della ''razza spaziale'', e, soprattutto, penso
che David, come molti di noi, sia stato molto influenzato dal
film 2001 Odissea nello spazio, da cui ha tratto il titolo, Space
Oddity. E infatti il testo racconta una storia che coinvolge
l'ascoltatore. Quando ascolti quel pezzo, non ti accorgi di
quanto ti coinvolga e di quanto arrivi a condividere le
avversita' dell'uomo dello spazio.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Non e' una storia a lieto fine.
Verso la fine,quando si apre,
con la chitarra acustica e l'orchestrazione alle tastiere,
l'equilibrio e' meraviglioso. E naturalmente, oggi, dopo ben 35
anni, e' ancora uno dei piu' bei pezzi della storia della musica.
Non sembra datato. Meglio di cosi'!
Jonathan Wingate - Giornalista
Hunky Dory non fu l'inizio della carriera di Bowie, ma lo
consacro' a grande artista.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Anche se The Man Who Sold The World gli aveva dato
credibilita' come artista, come performer, mentre quello che
aveva fatto prima era strano, eccentrico e quasi astruso, e'
Hunky Dory l'album che gran parte dei fan oggi puo' ascoltare
e dire: ''Ecco quando abbiamo iniziato a identificarci in lui''. Fu
allora che comincio' a emergere l'aspetto camaleontico,
perche' aveva davvero una tale diversita'
ed era tutto
racchiuso nella personalita' di Bowie e nella forza del suo
talento.
Jonathan Wingate - Giornalista
Il primo album davvero importante fu The Man Who Sold The
World, che usci' otto o nove mesi prima di Hunky Dory, ma
Hunky Dory e' senz'altro il suo album piu' importante.
Changes e' un'ottima traccia d'apertura, per l'album.
Rappresenta tutto cio' che Bowie avrebbe fatto negli anni
successivi, il camaleonte musicale che sarebbe diventato.
John McKenzie – Bassista
La registrazione originale e' apparsa per la prima volta
sull'album Hunky Dory distribuito nel dicembre 1971.
E' una traccia d'apertura fantastica e un brano favoloso, un
lavoro magnifico. Molto eccitante, davvero molto innovativo.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
Lo suonammo alle tastiere e poi disse: ''Facciamolo tutti
dall'inizio''. Quindi il basso attacca con le tastiere mentre lui
cambia gli accordi. E poi attacchiamo col riff.
Jonathan Wingate - Giornalista
Non riesco a immaginare niente di meglio, per spianare la
strada e gettare le basi per il futuro.
John McKenzie – Bassista
Molti musicisti erano indignati, lui era un nuovo arrivato, con
un trucco bizzarro. Dicevano che non gli piaceva, perche' a
livello musicale, non era troppo sofisticato, ma ti basta
ascoltarlo una volta per capire che si tratta di un artista
importante.
Bob Carruthers – Classic Rock
Di Bowie si dice ingiustamente che non sia molto competente
dal punto di vista musicale. Penso che sia davvero ingiusto. Se
pensi a un brano come Changes, e' un buon esempio di quanto
fosse bravo tecnicamente, nella sua musica. Praticamente
tutta la canzone e' in 4/4, ma improvvisamente ci sono tre
battute a tempo di waltzer. Passa a un tempo di 3/4per ...
Crea un bel mutamento nel brano quando torniamo al 4/4,
fino alla fine. Molto sottile. Non e' ostentato ma e' una cosa
che Bowie sapeva fare e che stava benissimo nel contesto di
una canzone.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
Lo fece soprattutto alle tastiere. Scriveva il riff e lo suonava
al pianoforte. Mentre noi seguivamo gli accordi, come ho
appena fatto. Io seguivo gli accordi della strofa, per lo piu' con
una quinta e un'ottava.
Pip Williams – Produttore musicale
Changes era un brano d'apertura dell'album, molto
interessante. Bowie usava le parole per rivelare
che ci sarebbero stati cambiamenti nella sua vita, nel suo
lavoro.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
E' stata la sua esperienza come mimo e attore, pratiche che
aveva studiato e dalle quali era stato influenzato, oltre a
quella di musicista, a suggerirgli: ''Apro l'album con qualcosa di
sorprendente''.
Pip Williams – Produttore musicale
Il riff d'apertura, col passaggio dal Fa di settima al Re, era
magnifico. E' sorprendente quanto abbia influenzato gli altri.
Se pensi al riff di cui ho appena parlato, con Bowie ai
sassofoni, era molto simile a quello che i Roxy Music avrebbero
fatto piu' tardi.
Jonathan Wingate - Giornalista
Fino a quel momento, i Beatles avevano fatto cose incredibili
sonoramente e intellettualmente, nelle loro canzoni, ma
Changes ti portava dove nessun altro era mai stato.
Pip Williams – Produttore musicale
E poi presento' al pubblico i meravigliosi arrangiamenti alla
chitarra di cui Mick Ronson era capace, quei riff vertiginosi,
torrenziali che poi divennero il suo segno distintivo. Era la
prima volta che li sentivamo. Quindi Changes, era davvero un
titolo significativo.
Servizio TG BBC
Dietro le quinte, i suoi costumi vengono lavati e stirati. Nel
corso dello spettacolo, si cambia d'abito almeno tre o quattro
volte. Oggi David ha scelto un modellino con le frange. Piu'
tardi, indossera' una calzamaglia psichedelica per poi tornare
nella mischia.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Per quanto riguarda l'immagine della band quando sei lassu',
suppongo che, come attore, in qualche misura uno credesse
nel concetto dell'album o degli album e questo traspariva
attraverso lo spettacolo.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
La musica dal vivo e' sempre meglio di quella registrata. Nello
studio sei rinchiuso tra quattro mura e devi cercare di creare
qualcosa da mettere nel disco.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Ricevevamo un sacco di posta dai fan, e la gente ci credeva
davvero. Io dicevo: ''No, siamo dello Yorkshire, giuro!'' Si',
si',certo!
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
Non ha senso star seduti in uno studio a registrare dischi
favolosi senza suonarli mai dal vivo, perche' questo fa parte
del musicista. Deve andare sul palco e suonare al pubblico,
che si tratti di 20 o di 20.000 persone. E' l'ebbrezza di suonare
per gli altri, di fare sfoggio, e dire: ''Guarda quello che so
fare, guarda come lo faccio''.
John McKenzie – Bassista
A livello di spettacolo era ipnotico. Non riuscivi a staccare gli
occhi. Che altro sarebbe successo? Non era solo un capellone
davanti a un microfono. Era un tipo dall'aspetto eccentrico.
Sia il trucco che l'idea di Ziggy Stardust sono inconsuete. Detto
cosi' sembra folle, ma funziona proprio bene.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
Se stai solo in studio di registrazione a scrivere canzoni e a
registrare, non resisti molto a lungo. Rischi di impazzire.
Servizio TG BBC
Lo spettacolo in se' e' emozionante. I tecnici delle luci e del
missaggio si occupano degli effetti. E poi, certo,c'e' Bowie,
seducente, beffardo, irriverente. In realta', e' piu' uno
showman che altro. Lo show business hollywoodiano e' arrivato
nel mondo del beat.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
I fan erano ... Abbiamo parlato con molti e con molti siamo
rimasti in contatto e sembrava aprisse loro un varco per
creare, sperimentare con i vestiti e il look e come... Le loro
creazioni. Si sentivano liberi di fare cose, che non avevano
mai contemplato. Era un fatto cosi' stravagante e singolare,
che probabilmente pensavano: ''Ho strane idee'', ''Ho sempre
voluto farlo, ma non osavo''. Questo era un aspetto positivo.
Servizio TG BBC
Dieci anni fa, quando i Beatles e gli Stones crearono scene
cosi' i giovani li vedevano come ribelli in un mondo di adulti.
Anche l'attrattiva di Bowie e' la ribellione. Solo che lui deve
essere piu' irriverente,
perche' il pubblico ha cambiato gusti. I suoi travestimenti e il
cerone, rappresentano la ribellione che attrae
i ragazzi di oggi e per questo lo rispettano. Vale la pena
chiedersi, pero', a cosa arrivera' l'era beat, quando neanche
uno come David Bowie sara' piu' in grado di scioccarci.
David Bowie
Pare che riesca ad evocare molte fantasie nella gente. Molte
delle lettere che ricevo dai fan sono carinissime. Chiedono:
''Come stanno il tuo bambino e tua moglie?'' ''Come si chiama
tua madre?''
Alcune lettere andrebbero incorniciate.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Eravamo a San Francisco e avevamo appena finito il concerto.
Indossavamo jeans e magliette, ci stavamo rilassando e a un
certo punto arrivano tre tizi. Vestiti da donna, con i pattini, la
barba, maquillage, gli orecchini e tutto il resto. Si fermano di
fronte a me, Mick e Trevor e uno di loro dice: ''Caspita, se
siete strani''. E noi abbiamo risposto: ''Cosa?'' Era incredibile. Ci
ritenevano davvero strani. Dopo un'occhiata dicemmo: ''Ma stai
scherzando''.
David Bowie
Il motivo per cui faccio quello che faccio e' soprattutto per
sorprendere la gente.
Giornalista
Sorprendere?
David Bowie
Gia'. E' qualcosa da fare! L'lnghilterra ha la bella abitudine di
rovinare tutto, grazie ai fantastici media. Hanno rovinato i
capelli lunghi. Prima riuscivo a fermare il traffico solo
camminando per strada, solo perche' portavo i capelli lunghi.
Sono un vero uomo di spettacolo. Questa e' la mia vita,
comporre ed esibirmi. Non voglio molto altro. E' la cosa piu'
eccitante che conosca. Anche la droga provoca ebbrezza,
ma il palcoscenico e' un'altra cosa. Partecipi con la gente.
Quando salgo sul palco sono un personaggio, credo.
Giornalista
Come un attore?
David Bowie
Si', credo nella mia parte fino in fondo. E la recito, e' cosi' che
faccio gli spettacoli. Fa parte del mio personaggio. Sono un
attore.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
Siamo stati in America con Ziggy e, con il primo tour
americano, ci siamo rimasti per tre mesi e abbiamo fatto
dodici concerti in tre mesi. Abbiamo cominciato in un posto
piccolo a Boston, con circa 200 persone.
E non dimentichero' mai Tony DeFries che dice: ''La prossima
volta ...'' C'era una sala da 10.000 persone
proprio accanto. Noi suonavamo in quella da 500 persone.
Disse: ''Suoneremo in quella sala li', alla fine di questo tour''. E
cosi' fu. Due serate di tutto esaurito, con 20.000 persone.
Jonathan Wingate - Giornalista
Oh! You Pretty Things e' una meraviglia. E' un misto di melodie
malinconiche, di motivi con tempi alternati
e dello splendido testo che allude alle fessure nel cielo, che e'
Bowie che parla della sua doppia personalita'.
Pip Williams – Produttore musicale
Un brano interessante e commerciale. Dimostra come Bowie
fosse capace di complessi cambi di accordi,
a volte impercettibili. Comincia passando dal Fa al Sol e
furtivamente sale verso la strofa, in Fa diesis, che e' una
tonalita' insolita. Splendide variazioni di accordi. Con: ''You're
driving your mamas and papas insane'', sale a un Si di settima
deciso, molto, molto efficace.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Oh! You Pretty Things e' una canzone che, riascoltando ora, ti
accorgi di quanto fosse ambivalente, molto bisessuale, persino
omosessuale in modo davvero efficace. E nell'epoca in cui e'
uscita, la gente era aperta a tutto. La sperimentazione
sessuale era tipica dell'epoca. Si parla della permissivita' degli
anni '60 ma quella era molto convenzionale, almeno per il
pubblico.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Dal punto di vista della batteria, il ritmo era semplice
costante, anche se era una canzone di tipo commerciale. C'era
... E ricordo che c'era uno strano ... un breve fill sull'high-hat
e sullo snare drum, del tipo... che non avevo mai sentito
prima. Ma sembrava portarlo al livello giusto.
Bob Carruthers – Classic Rock
Se guardi il filmato di Pretty Things e'evidente che a Bowie
manchi molto Rick Wakeman perche' lui e' tante cose, ma non
e' un pianista. Questa e' una perfomance difficile per lui e si
vede da come si arrampica sugli specchi, ma alla fine ce la fa.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Con l'arrivo degli anni '70 l'ambivalenza divenne una cosa
normale. Era una canzone con un bel ritornello,
un'incredibile energia e un gran ritmo, ma parlava di un
argomento molto decadente, in tono con la Berlino degli anni
'30, un tema molto caro a Bowie, e riscuoteva consensi e
riconoscimenti da gente che neanche capiva bene cosa Bowie
dicesse. Ma i suoi testi sfidavano la norma, mentre la melodia
convenzionale e
semplice era un'attrattiva, che si atteneva a standard
tradizionali.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
E' piuttosto semplice. Suona... Suona quasi lo stesso suono alle
tastiere. Cosi' non hai bisogno di aggiungere molto. E' tutto
nella canzone.
Jonathan Wingate - Giornalista
Doppia personalita', schizofrenia, malattia mentale sono dei
temi che Bowie rivisitera' nel corso degli anni.
Ha avuto varie esperienze con le malattie mentali in famiglia,
e' una cosa che lo ha influenzato profondamente e ha molto
inciso anche sul suo lavoro e sui testi delle canzoni.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Life On Mars e' uno dei suoi pezzi migliori in assoluto.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Life On Mars e' un classico, non solo in relazione a Bowie, ma
in assoluto.
Pip Williams – Produttore musicale
La canzone comincia in modo semplice, quasi come un pezzo
di Elton John, in Fa, a cui l'ascoltatore si abbandona. Poi,
all'improvviso, c'e' un imponente cromatismo dei violoncelli, la
chitarra alla fine della scala del piano, dal Mi bemolle al Mi
naturale che poi si trasforma in quel meraviglioso ritornello in
Si bemolle, eseguito fantasticamente dalla chitarra torrenziale
di Mick Ronson.
Jonathan Wingate - Giornalista
Life On Mars e' una delle melodie piu' memorabili e
commoventi, che Bowie abbia mai scritto. E' una delle sue
canzoni piu' amate ed e' ancora meravigliosa.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
E' una canzone molto delicata da un lato e molto sarcastica
dall'altro. Non parla davvero di fantascienza, ma della vita
sulla Terra e di come ci si faccia influenzare da concetti
altisonanti e si perda la cognizione della propria vita.
Pip Williams – Produttore musicale
E' una canzone fantastica e una cosa che trovo interessante e'
un verso, che penso alluda al periodo in cui l'America censuro'
i dischi dei Beatles, perche' John Lennon era stato offensivo.
Dice: ''Lennon oggi e' di nuovo in vendita''. Era una piccola
digressione, aggiunge un tocco che mi piace.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
E' una canzone arrangiata benissimo ed e' molto rilassante e al
contempo molto dura. E' molto difficile con Bowie, perche' ha
attraversato cosi' tanti cambiamenti, per dire che una cosa
sola rappresenti l'apice della sua carriera, ma Life On Mars e'
uno dei pezzi migliori.
Bob Carruthers – Classic Rock
Anche Life On Mars fu un video girato molto in fretta, con Mick
Rock. Si vede il retroterra di Rock come fotografo, perche' lo
sfondo e' bianco e persino il viso e' sovraesposto, per creare
quest'immagine molto aliena. Non sono state utilizzate troppe
risorse. C'e' solo Bowie sullo sfondo, ma si vedono la maestria
e l'impegno nella preparazione del video e come siano riusciti
a ottenere risultati, utilizzando poco piu' delle immagini del
viso dell'artista e una regia molto elegante. E' ancora attuale,
dopo 30 anni dalla realizzazione. E' un lavoro eccellente.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
In quel periodo, Bowie prediligeva le note basse della tastiera.
Scrisse molte canzoni con le linee di basso discendenti. Vai giu'
e poi ... Qui attaccano gli archi ... che era quello che suonavo
io. Aggiunsero gli archi piu' tardi.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Ascoltandola, pensi... Fa davvero volare l'immaginazione verso
un altro mondo. La fusione perfetta di musica classica e rock
funziona.
John McKenzie – Bassista
Va ribadito ancora che la band gioco' un ruolo fondamentale.
Gli Spiders erano la band ideale per il Bowie di quel periodo.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
E' un prodotto collettivo. Ascoltammo la versione essenziale.
Io aggiunsi le linee di basso e Ronson gli archi
e usai alcune delle linee di basso per accompagnare gli archi.
Poi Rick ci aggiunse le tastiere. Per dare quel suono alla
canzone. Era senz'altro un risultato della band, anche se fu
Bowie a comporla.
Jonathan Wingate - Giornalista
La scrisse all'apice della ziggymania, in un periodo in cui la sua
vita era uno scompiglio. Eppure scriveva bellissima musica,
malgrado l'irrequietezza di quel periodo della sua vita.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
E' una canzone fantastica. Arrivo' nello studio di registrazione
dopo aver scritto il verso: ''Topolino e' diventato una mucca''.
Irrompe nella stanza di controllo e dice: ''Ascoltate: Topolino e'
diventato una mucca'' e noi scoppiammo a ridere. Devi sentirlo
nel contesto della canzone per capirlo. Nella canzone stava
benissimo. Ma quando ce lo disse suonava strano.
Jonathan Wingate - Giornalista
La droga non aveva ancora avuto un gran ruolo nella sua vita,
ma dal periodo di Ziggy in poi, la droga divenne gran parte
della sua vita e questo si sente. Se ascolti le canzoni con
attenzione, si sente che ha senza dubbio... Le porte della
percezione si sono aperte nella sua mente.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
L'arrangiamento di Mick e' favoloso. Abbiamo lavorato insieme
su alcune parti della batteria, perche' gli archi avrebbero fatto
i pezzi di staccato. E la batteria doveva seguire, altrimenti ci
sarebbe stato un conflitto nell'arrangiamento.
Pip Williams – Produttore musicale
Alla fine c'e' l'assolo di chitarra classica, uno dei migliori assolo
di chitarra mai sentiti in una canzone pop.
Si ripete due volte e poi, il brano si adagia su un delizioso
rullo di timpani. Ottima batteria dall'inizio alla fine, come
sempre in Bowie.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Rick Wakeman suonava le tastiere. Ci ha esterrefatti con la
sua tecnica. Non avevamo mai visto un pianista cosi', era in
grado di impiegare cosi' tanta tecnica senza essere... Non era
solo tecnica. C'era sentimento.
Pip Williams – Produttore musicale
Considerato il rilievo che gli e' stato riservato nell'album, si
potrebbe dire che sia molto importante. Si potrebbe dire che
le canzoni di Bowie fossero gia' abbastanza complete, ma se le
sezioni di piano alla base erano importantissime.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
All'inizio doveva entrare negli Spiders. Bowie gli chiese di
unirsi alla band,e sarebbe stato bravissimo. Si sarebbe
integrato perfettamente ma, sfortunatamente, gli Yes gli
offrirono un sacco di soldi e lui se ne ando' con gli Yes.
Jonathan Wingate - Giornalista
Il pianoforte di Rick Wakeman e' un elemento chiave di Hunky
Dory. Suona con uno stile unico. Non e' mai troppo istrionico,
un fatto interessante, considerato chi sarebbe diventato, cioe'
uno dei membri fondatori degli Yes, una delle band piu'
esageratamente istrioniche della storia del rock and roll.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
Si sedeva, e Bowie si sedeva e suonava il pianoforte. Rick
magari si sedeva dall'altro lato. Suonavano un accordo e Rick
lo elaborava in modo incredibile, piu' di quanto facesse David.
Poteva fare quello che voleva.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Bowie aveva gia' lavorato in passato con Rick Wakeman. In
Space Oddity, ad esempio. Entro' nell'era di Bowie e di Hunky
Dory, con uno straordinario pianoforte lussureggiante e
sontuoso. Era molto cabaret, varieta'. Non era rock and roll.
Certo non era il progressive rock che l'avrebbe reso famoso
con gli Yes, per cui e' famoso ancora oggi, ma era molto
barocco ed enfatizzava molto di quanto faceva Bowie.
Pip Williams – Produttore musicale
Rick Wakeman ha un modo di suonare molto individuale, quasi
classico.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Ha la sensibilita' di dire: ''Devo suonare il piano in questo
stile.'' ''Ho bisogno di dare un apporto che apra la canzone''.
Cosa che fa in molte delle canzoni di quell'album, Non si puo'
immaginare nessun altro fare qualcosa di simile, eccetto forse
l'Elton John di allora.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Aveva davvero... un approccio da pianista classico.
Un'esecuzione fantastica. Quando suonava lungo la tastiera...
era meraviglioso.
Pip Williams – Produttore musicale
Noi rimanevamo a bocca aperta. La chitarra di Ronson passava
in secondo piano, rispetto al pianoforte,
certo, Life On Mars e'davvero incredibile. La strofa di sei versi
assolutamente incredibile. Il piano era importantissimo e non
penso abbia ricevuto dalla stampa il credito che meritava, per
la sua importanza nell'album.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
Guardarlo alla tastiera era stimolante. Per me, lui e' sempre
stato uno dei migliori tastieristi sulla scena, per lo stile e per
tutto il resto.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Aveva tutto, intuito, tecnica e si divertiva. Non era... Aveva la
tecnica del pianista classico senza la
formalita'. Riusciva a
diventare parte integrante del gruppo quando suonava con
noi, ed era bello. Era anche un tipo divertente.
Jonathan Wingate - Giornalista
Queen Bitch e' una delle canzoni piu' eccitanti, esilaranti e
sexy di Bowie. Sull'album la dedica: ''Restituisco un po' di
illuminazione VU, con gratitudine''. Era un tributo ai Velvet
Underground e questi sono i due minuti piu' entusiasmanti. E'
davvero esilarante.
Pip Williams – Produttore musicale
Perche' Queen Bitch funziona in termini musicali? Per dirla in
modo semplice, e' semplice. E' solo un giro di Do alla chitarra.
Non penso che ci siano tastiere, ma solo chitarre molto
energiche.
Jonathan Wingate - Giornalista
Queen Bitch e' un brano virile, perverso e ancora adesso e'
considerato uno dei suoi migliori. Incredibile.
Pip Williams – Produttore musicale
E' un omaggio ai Velvet Underground. Penso che Bowie
ammettesse che fosse un tributo ai Velvet Underground ed e'
quasi un precursore del successivo Suffragette City.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
Quella canzone, in realta', fu data alla band da Bowie sei mesi
prima che io e lui ci conoscessimo. Mick l'aveva chiamato
perche' la band stava facendo un album per la Polydor e ci
serviva un singolo. Bowie mando' quella canzone che abbiamo
imparato sei mesi prima di suonarla in Hunky Dory. Era nel set.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Io e Mick tornammo nell'lnghilterra del nord e mettemmo
insieme un'altra band. Suonavamo nei locali del nord, al
Cavern di Liverpool, e in posti cosi'.
Pip Williams – Produttore musicale
Funziona bene. E' la chitarra punkeggiante, con molti riff e tra
tutte le cose complicate che Bowie aveva fatto, con tastiere
intricate e strane e interessanti dissonanze, questa funziona
davvero bene, perche' e' una canzone essenziale.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
L'atmosfera che volevamo creare era quella di ... un musical
inglese, nello stile dei Velvet Underground.
Nulla era lasciato al caso. Avevamo un approccio efficiente,
anche se volevamo creare la stessa atmosfera di New York, la
vivacita' dell'ambiente e penso che ci siamo riusciti.
Pip Williams – Produttore musicale
Molti giovani chitarristi moderni ne sono stati molto
influenzati. Ha avuto un profondo effetto su alcuni dei nuovi
gruppi rock. Probabilmente, se fosse ripubblicato, sarebbe di
nuovo una hit. E' sorprendente quanto debbano a quel brano,
alcune delle nuove rock band.
Bob Carruthers – Classic Rock
La vecchia performance di Queen Bitch all'Old Grey
WhistleTest e' un esempio eccellente di come poteva lavorare
bene la band nella sua capacita' ridotta all'osso. Ci sono solo
una chitarra acustica e una chitarra elettrica ma, come al
solito, Trevor Bolder tiene tutti insieme molto bene e la
batteria di Woodmansey e',
come sempre, di prima classe.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Hunky Dory e' un album strano perche' e' fuori tempo e fuori
sincrono. Se pensi ai primi album di Bowie,
una volta arrivato a The Man Who Sold The World comincio' ad
adottare sonorita' piu' dure. Poi cambio' completamente
direzione con Hunky Dory, che avrebbe dovuto precorrere The
Man Who Sold The World
perche' questo porto' a Ziggy Stardust. Hunky Dory ha una tale
diversita' di stile. C'e' l'elemento musicale,
L'elemento acustico insieme a suoni piu' duri.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Io avevo gia' fatto Man Who Sold The World, con Mick e Tony
Visconti al basso. Quindi per noi fu quello l'inizio. Quando
cominciammo ad abituarci a Bowie e a quelle strane sequenze
di accordi e a quei motivi ritmici. Ci abituammo alle sue
composizioni. Non era convenzionale.
Pip Williams – Produttore musicale
Hunky Dory fu l'album che lo lancio', che gli spalanco' le porte
e penso fosse anche ritenuto il primo grande album della sua
carriera.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Non volevo una batteria di rock and roll pesante, dietro
un'orchestra sinfonica. E allora pensai agli arrangiamenti
chiedendomi: 'Come posso enfatizzarli in modo sia rock che
classico?'' E allora, piuttosto che fare il pezzo sul tom, lo
facevo sugli high-hat e sullo snare. Non l'avevo mai sentito
prima. Ma dovevi essere compatto ed energico allo stesso
tempo. Si trattava ... Di piccole differenze cosi'.
Pip Williams – Produttore musicale
Tre dei brani erano veri classici, Changes, Oh! You Pretty
Things e Life On Mars. Da soli, giustificano il termine ''classico''
in riferimento all'album Hunky Dory. Hunky Dory fu forse
l'album che gli diede fama internazionale. A Bowie piace
comporre in chiave di Fa. Molti compositori non troppo bravi
con la chitarra preferiscono quella chiave e si addice anche
alla sua voce.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
La chitarra e' un'introduzione perfetta, ha un bel suono, ma
non e' quello che vuoi. Ti urta perche' dici: ''Forza, vai avanti''.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Starman e' uno dei grandi pezzi di Bowie. E' una di quelle
canzoni con un crescendo meraviglioso, e dato che
l'introduzione acustica e' molto calma e attenuata, l'impatto e'
piu' forte.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Bella l'introduzione. La suono ancora. E' un flam su due tom e
sullo snare. Non era una cosa consueta. Non l'ho mai sentito
fare prima. Ci sta proprio bene.
Pip Williams – Produttore musicale
Il preludio di Starman puo' stonare all'orecchio di un musicista.
Gli piaceva lasciare che le corde suonassero a vuoto. Comincia
con un accordo alla chitarra in Si minore in prima posizione,
con le corde del Mi e del LA
che suonano a vuoto e sembra che non gliene freghi niente.
Poi torna al giro di Fa con l'accordo del Mi che suona a vuoto,
come aveva fatto su Space Oddity.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
Era stato negli Stati Uniti e aveva collaborato con Lou Reed.
Aveva visto un po' di band americane. Iggy Pop lo influenzo'
molto. E penso che cercasse di creare una sonorita'
americaneggiante, ma con una band britannica.
Pip Williams – Produttore musicale
Il risultato e' una sorta di dissonanza. Molti musicisti suoi
contemporanei non l'avrebbero mai fatto. Questo rappresenta
un punto di forza nelle composizioni di Bowie. Non si atteneva
alle convenzioni. E' un'introduzione non convenzionale.
Quando entra nel vivo della canzone, che in realta' e' davvero
molto ordinaria, pensi al ritornello. Il ritornello e' quasi
lezioso. L'introduzione e' in contrasto con l'essenziale
semplicita' del ritornello.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
E l'impatto c'e'. Bowie era bravo a congegnare, aveva una
visione cinematografica. In sostanza, a creare un climax.
Bowie lo sapeva bene. Ti portava attraverso un episodio di una
storia. Non serve arrivare e dire:
''Ecco tutta la storia''. La costruisce, ti tiene sulle spine. Come
andra' a finire? Siccome Starman ha un'atmosfera cosi' bella ed
epica, una volta raggiunto il climax sei completamente
coinvolto. E' geniale il modo in cui riusciva a fare queste cose.
Se pensi alle altre band dell'epoca, lui faceva cose simili forse
ai Led Zeppelin o ai Velvet Underground. Raccontava una
storia con la musica, con le note, e sapeva come raccontare
una storia.
Jonathan Wingate - Giornalista
Mick Ronson era un chitarrista geniale e molto sottovalutato.
Tutti oggi parlano di Jimmy Page, o ... Beh, e di molti altri,
Jimmy Page, Jeff Beck, Eric Clapton, questi eroi della
chitarra. Non si parla di Mick Ronson
allo stesso modo e secondo me lui era importante almeno
quanto quegli altri.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Mick Ronson era un chitarrista fantastico. Non era solo un
chitarrista trash rock, per cui era noto, perche' ha ispirato
tanti musicisti trash rock. Quando occorreva era delicato,
molto scorrevole e fluido.
John McKenzie – Bassista
Faceva parlare la chitarra. Considero Mick Ronson un
grandissimo chitarrista. Infatti, direi che sia uno dei chitarristi
piu' sottovalutati, quando si parla di musica rock e di
chitarristi del suo genere.
Bob Carruthers – Classic Rock
Non c'e' alcun dubbio, Mick Ronson era un superbo
arrangiatore e davvero un bravissimo chitarrista. Ovviamente
non rientra nella sfera di un Ritchie Blackmore, che ha un
talento unico, ma come chitarrista, esprimeva tutto cio' che la
musica richiedesse. Il suo vero contributo fu negli
arrangiamenti che fece alle composizioni di Bowie.
Pip Williams – Produttore musicale
Fu una gran perdita per il mondo della musica rock, la
scomparsa di Mick Ronson. Era un abile musicista d'ensemble.
Era bravo nel gruppo, ma anche come solista e ha dimostrato
che non devi suonare a 500 km all'ora per essere efficace.
Jonathan Wingate - Giornalista
Mick Ronson e' molto sottovalutato. Solo perche' il disco non
riportava: ''David Bowie e Mick Ronson'', non e' diventato una
grande star come quei chitarristi che dicevo prima. Magari,
non una star ma qualcuno noto, allora come oggi, come un
chitarrista di rock and roll strepitoso. Era incredibile per la
vena creativa di Bowie. Aveva un ascendente positivo su Bowie
e insieme erano cosi' belli.
Pip Williams – Produttore musicale
E dal vivo era grande. L'ho visto con i miei occhi, quanto fosse
bravo dal vivo. Nell'album del Ziggy Motion Picture, quando
suona quel lungo assolo verso la fine del DVD, e' totalmente
avvincente.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Anche se e' sempre elogiato, molto di cio' che ha fatto si e'
perso, perche' e' noto per uno stile particolare
e poi e' anche andato a lavorare con Ian Hunter. Penso che, se
a Mick Ronson fosse stato concesso, in studio, cosa ormai
impossibile, ma se avesse potuto sbizzarrirsi e avesse tirato
fuori il suo magnifico talento, avrebbe fatto un album che
avrebbe sorpreso molti. Se solo fosse accaduto, ma e'
conosciuto come il re del trash rock che in fondo non e' poi
cosi' terribile, se pensi ai musicisti che ha ispirato,
dagli Hanoi Rocks ai Guns N' Roses.
Pip Williams – Produttore musicale
Era un tipo geniale e fu una grande perdita per Bowie quando
si separarono, perche' lui era cosi' importante.
John McKenzie – Bassista
L'unica altra persona che gli somigliasse era Marc Bolan e,
infatti, David Bowie, Mick Ronson e Marc Bolan erano amici.
Quindi penso che Bolan e Ronson sperimentassero insieme, con
vari amplificatori e chitarre, ma, in particolare, se pensi a
pezzi come Rebel Rebel,Jean Genie, la chitarra e'
meravigliosa, ed e' molto subliminale. Non vistosa come quella
di Jimmy Page, ad esempio, che era un estroverso. Voleva che
l'ascoltatore sapesse tutto. Mick Ronson era molto piu' sobrio.
Ma cio' che preferisco in Mick Ronson,
e' che creo' melodie orecchiabili per molte canzoni del Bowie
dell'epoca. Riusciva sempre a creare un ritornello
orecchiabile, come parte integrante del brano, senza il quale
forse il pezzo non avrebbe
avuto tanto successo. Questo mi piace.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
John, I'm Only Dancing penso sia stata registrata durante il
tour americano. Credo, negli studi RCA di New York.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
John, I'm Only Dancing era una di quelle strane canzoni,
dall'immagine molto omoerotica.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Era una strana canzone che non seguiva i canoni classici delle
canzoni rock. Era a tratti intricata. Non eravamo mai banali!
Bob Carruthers – Classic Rock
Il nucleo della canzone e' lo splendido e inventivo basso di
Trevor Bolder, che e' molto allegro e da' energia alla canzone.
Si sente molto chiaramente nell'introduzione. Una grande
creazione.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
Questa e' la linea che sta a meta' di John, I'm Only Dancing,
che piace a molti. Molti bassisti pensano che sia un'ottima
linea di basso.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Quella fu la prima volta che sovra incidevo la batteria. Feci un
normale beat heavy rock e poi i fill dei tom,
li sovra incisi tutti, per ottenere la maggior energia possibile
nei tom. Dimentica i piedi, dimentica tutto il resto, colpisci
quei tom con la maggior forza possibile e funziono'.
Pip Williams – Produttore musicale
Naturalmente il disco era accompagnato dal video di Mick
Rock, che forse fu il primo o uno dei primi videoclip pop noti.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Fu girato in mezza giornata. L'attrezzatura era molto modesta.
Fu girato e basta, ma c'era un'atmosfera vibrante e questo
traspariva.
Bob Carruthers – Classic Rock
John, I'm Only Dancing e' un altro splendido video di Mick
Rock. Fu girato durante le prove per uno spettacolo al
Rainbow Theatre. Con poche risorse, a parte un filmato ben
concertato e diretto, il risultato e' un video promozionale, che
sicuramente regge bene il confronto con quelli prodotti oggi.
Pip Williams – Produttore musicale
La chitarra urlante nel ritornello e' davvero molto
caratteristica, e l'eccezionale chitarra finale, con il trucchetto
alla Pete Townshend dell'interruttore alla chitarra, e'
fantastico.
Servizio TG BBC
In apparenza, l'arena ha l'aria bizzarra, ma e' un gruppo di
musicisti professionisti, sono dello Yorkshire,
con un accento non ricercato, il cui aspetto sembra essere
foggiato a immagine e somiglianza di Bowie.
Pip Williams – Produttore musicale
Adesso puoi metterlo di fronte. Il delizioso Trevor Bolder, con i
basettoni che quasi gli arrivano alle gambe,
non si puo' mai sopravvalutarne l'importanza nei primi album
di Bowie.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Trevor Bolder era un bassista molto flessibile. Era aggressivo,
era energico, ma si adattava bene agli Spiders From Mars, che
erano molto intensi. Trevor aveva l'abilita' di adattarsi a
qualsiasi situazione e a valorizzare la musica senza esagerare.
Non e' elaborato, anche se sicuramente e' in grado di esserlo.
Pip Williams – Produttore musicale
Ancor prima di conoscerlo, il suo modo di suonare il basso mi
aveva colpito. Prendi pezzi come John, I'm Only Dancing. Per
me, la melodia orecchiabile e' il basso nel ritornello. Five
Years, un basso fantastico.
Moonage Daydream ... Un bassista straordinario.
John McKenzie – Bassista
Era come il collante musicale della band. Praticamente teneva
tutto insieme. Se Ronson partiva con un lungo assolo e Woody
suonava un sacco di fill con la batteria e sezioni intricate, era
Bolder che teneva tutto insieme.
Pip Williams – Produttore musicale
Era un caposaldo, l'ancora della band. Faceva bellissimi riff.
La sua esecuzione nella canzone Ziggy Stardust e'
assolutamente fantastica. Aveva personalita' e senso
dell'umorismo. Era un bassista melodico. Direi che lui ed Andy
Fraser siano stati i due migliori bassisti rock melodici
britannici, di tutti i tempi.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Era un bassista molto solido, preciso, molto impegnato,
teneva a bada il suono e, all'occorrenza, si abbandonava a voli
pindarici. Suonava anche la tromba, cosa molto utile con
Bowie.
Pip Williams – Produttore musicale
Alla bellezza del basso si aggiungevano frequenti intermezzi di
tromba. Su Kooks, la tromba alla Herb Alpert
e' indimenticabile. Penso che fosse un vero baluardo.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Le basette di Trevor Bolder erano grottesche. Francamente,
ridicole, ma non ha mai avuto un gran look. Va detto che non
aveva fascino. Del resto, e' di Hull!
Pip Williams – Produttore musicale
Negli anni seguenti, ho avuto il piacere di lavorare con Trevor
con gli Uriah Heep e aveva la stessa
eccentricita' ed
attenzione al dettaglio melodico. Non e' che suonava e basta.
Era semplice quando occorreva, ma pensava sempre a un bel
riff: ''Si', quello va bene, ma questo e' meglio''. Si sforzava
sempre di trovare qualcosa di totalmente originale, e
personale.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Lui e Woody Woodmansey erano tra le migliori sezioni ritmiche
della storia del rock.Sono sottovalutati perche' tutti ricordano
Ziggy e gli Spiders per Ronson. Giustamente, per Ronson e,
ovviamente, per Bowie.
Pip Williams – Produttore musicale
Woody e', come Trevor, un musicista non abbastanza
apprezzato. Un grande batterista, riusciva a stare dietro ai
complessi motivi ritmici e alle variazioni di tempo, che
caratterizzano i pezzi di Bowie.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Woodmansey e' uno dei migliori batteristi. Perche' non gli fu
riconosciuto? Forse perche' suonava con Bowie e gli Spiders
From Mars ed era considerato un personaggio secondario. Ho
sempre ritenuto ingiusto che non si riconoscesse che la sua
destrezza e la sua energia giocarono un ruolo chiave nel suono
degli Spiders.
Pip Williams – Produttore musicale
Sapeva essere molto semplice. Lo ascoltavi e pensavi: ''Non e'
certo un jazzista come Bill Bruford'', eppure era capacissimo di
suonare qualsiasi stile di musica. Ed ha fatto esecuzioni
grandiose. Five Years fu un risultato fantastico. E anche Life
On Mars. Riusciva a essere solido come la roccia e a vibrare
meglio di chiunque di loro.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Fondo' gli Woody Woodmansey's U-Boat, un'ottima band, ma e'
rimasto legato all'epoca degli Spiders From Mars e sono certo
che stia ancora lavorando come session man.
John McKenzie – Bassista
Cio' che mi piace e'che suonava sempre la cosa migliore per la
canzone e questo lo distingue da molti altri.
In genere prendi un grande batterista e, siccome ha passato
anni a studiare suona troppo durante l'intero brano o non
suona la parte giusta del ritornello. Il tratto distintivo di
Woody e' la quasi totale assenza di batteria, nei ritornelli,ma
e' quella la sonorita' della band.Affiancato a Bolder e Ronson,
era il batterista perfetto per la band. Non un granche' dal
punto di vista tecnico, ma il batterista giusto per David Bowie
in quel periodo.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Se ascolti la batteria degli esordi, era molto piu' compatta ed
energica di quella di molte altre band. Non e' John Bonham,
ma e' forse persino piu' efficace di altri batteristi ritenuti piu'
energici e migliori. Del tutto sottovalutato e' la definizione
migliore.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Jean Genie e' un bellissimo singolo, senza dubbio. L'apertura
scoppiettante. Ha tutto per essere un grande singolo pop-rock.
E' conciso, nitido, organico, ha gli elementi essenziali. E' rock
and roll, e' ritmico, e' anche pop perche' e' melodico.
Pip Williams – Produttore musicale
E' il suo miglior singolo? E' una cosa che ho gia' discusso molte
volte. Con tutto il materiale di qualita' prodotto, e' difficile
stabilire se sia stato il suo miglior singolo. Era sicuramente
intenso, grazie al grande riff della chitarra di Mick Ronson.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
La canzone, Jean Genie ... David la scrisse seduto su un
pullman Greyhound, mentre andavamo da New York a
Memphis, nel Tennessee. All'inizio, il tipo che ha dipinto le
copertine di Hunky Dory e Ziggy, George Underwood, era nel
retro del pullman con la Les Paul di Bowie e suonava quel
riff ... e qualche pezzo di Chuck Berry. A David piacque ...
Quando George lascio' la chitarra, David comincio' a suonare
quei pezzi.
Stette seduto sul retro del pullman per piu' di un'ora, provando
e cantando.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Erano tutti in fondo al pullman. Quello, fu di nuovo un ...
Penso fosse un modo consolidato di giocare con le nostre
radici. Eravamo cresciuti col rhythm and blues e quel pezzo
ricorda molto Howlin' Wolf. Sai, il ...
Quello era il nostro approccio.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
Tre giorni dopo, tornammo a New York e andammo negli studi
di New York. Bowie ci suono' Jean Geanie.
Ci suono' l'intera canzone e noi dicemmo: ''Proviamola'' e la
provammo. Ma ricordavo che gli Yardbirds
avevano un pezzo intitolato I'm A Man, di un vecchio cantante
blues, qualcuno tipo Howlin' Wolf, che aveva esattamente lo
stesso riff. Ricordo che Paul Samwell-Smith provo' l'inizio.
E io pensai: ''Lo elaboro un po’ e glielo rubo''. Cosi' glielo rubai.
Invece di fare il riff singolo, feci ...
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Era una musica che capivamo, ma i testi e l'approccio vocale
di David erano completamente ... demenziali per quei tempi.
Ma le due cose erano complementari. Era quasi impossibile. E
poi l'assolo di chitarra di Mick era del tutto inaspettato in un
brano cosi'. E' ancora uno dei miei preferiti. Ogni volta che lo
sento alla radio penso: ''Si', questo mi piace. E' bello''.
Pip Williams – Produttore musicale
Secondo il mio modesto parere, ha fatto esecuzioni vocali
migliori. Era una buona performance, ma non un'esecuzione
vocale di spicco. Pero' e' un brano energico, interessante.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
La batteria su Jean Genie era proprio ... Ci voleva solo un
tempo standard, un semplice 4/4, con una leggerissima
variazione sul ritornello, per spingerlo un po'. Diventava un
normale ritornello rock e poi tornava al rhythm and blues, per
le strofe.
Malcolm Dome - Total Rock Radio
Non ha senso chiedersi: ''E' il miglior singolo di Bowie?'' Perche'
la sua carriera e' stata cosi' varia. Il suo impatto e'
indiscutibile e se lo chiedessi ai fan di Bowie sicuramente
sarebbe tra le prime dieci, forse tra le cinque canzoni
migliori. E' una delle mie preferite, ma oggettivamente Bowie
ha avuto tante carriere diverse e cosi' tante canzoni hanno
avuto un impatto simile nei vari periodi, puoi solo dire: ''E' al
pari di gran parte dei brani di Bowie''.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
Era soprattutto istintivo, percio' funziona. Imparammo a
suonare il blues negli anni '60, perche' per lavorare
in una band di rhythm and blues, dovevi saper suonare il blues
e sentirlo. Dovevi davvero credere nel blues per avere
successo.
Jonathan Wingate - Giornalista
L'inizio fa a pensare molto a un pastiche alla Rolling Stones,
ma Bowie era Bowie, il suo suono e' unico.
Penso che nelle mani di qualsiasi altro quella canzone sarebbe
sembrata una dubbia imitazione dei Rolling Stones, ma con
Bowie sembra solo Bowie.
Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars
I rudimenti di rhythm and blues ... ti aiutavano a far emergere
l'emozione da una canzone o a scoprire quale fosse l'emozione
di una canzone, anche se non era una canzone rhythm and
blues. Imparavi che ci doveva essere una carica di emotivita'.
Un messaggio, un contenuto che volevi trasmettere, da
integrare col pensiero alla base della composizione e
riprodurlo. Il blues ci aiuto' a farlo, a diventare la canzone ed
entrarci dentro e Jean Genie ne e' un buon esempio.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
Era una bella canzone, lo sapevamo tutti. L'abbiamo provata
velocemente e conoscevamo tutti I'm A Man degli Yardbirds.
L'avevamo suonata tante volte. Facemmo la prima
registrazione che eliminammo. Poi ne facemmo una seconda
che tenemmo. Sul disco e' quella in cui faccio un errore che
tutti notano. Scendo al Si troppo presto. Ma ci sta bene, per
questo l'abbiamo tenuta. Ancora oggi suono quell'errore. Tutti
mi dicono: ''Devi suonare con l'errore''. Basto' un'unica
registrazione. Tenemmo tutto, l'assolo di chitarra ...
Ricordo che cominciammo alle 11 e per le 12 era tutto finito e
missato. Una settimana dopo era al secondo posto nelle
classifiche inglesi. Il singolo registrato piu' velocemente, nella
storia!
John McKenzie – Bassista
Non so se sia il suo singolo migliore. Io preferisco Changes
come singolo ma Jean Genie, non c'e' alcun
dubbio, dalle
prime battute sai che funziona, e ha tanti elementi, pop,
rock, e' assurdamente commerciale.
La prima volta che l'ascolti pensi di averla gia' sentita. Ricordo
che pensai: ''Questo l'ho gia' sentito da qualche parte.'' Cercai
di ricordare, ma non l'aveva fatta nessun altro artista, ha solo
qualcosa di familiare.
Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars
La finimmo in un'ora, al massimo un'ora e mezza. Entrammo,
preparammo, suonammo, registrammo una volta, poi una
seconda: ''Ecco. Teniamo questa''. Bowie fece un pezzo di
armonica, registro' il coro, suono' un po' di tamburello ed era
tutto fatto. Finito. Fu mandato in lnghilterra il giorno stesso.
La traccia fu mandata in lnghilterra. La registrammo un
mercoledi'. Mi sembra che usci' il lunedi'. La pubblicarono in
fretta e furia il lunedi' e la settimana dopo era nelle chart.
Non riuscivamo a crederci.
Backstage.
studi ci copertina
IDEAZIONE, DIREZIONE E SUPERVISIONE:
NICOLA BARTOLINI CARRASSI
REDAZIONE e TRADUZIONI:
EMI WOODS
PRODUZIONE ESECUTIVA:
CINZIA VERONESE
SI RINGRAZIA PER LA PREZIOSA COLLABORAZIONE:
ALFREDO VERDICCHIO
TUTTE LE LE IMMAGINI PRESENTI IN QUESTA OPERA SONO RIPRODOTTE PER GENTILE
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QUESTO BOOKLET E’ PARTE INTEGRANTE DELL’OPERA IN DVD ‘INSIDE DAVID BOWIE’
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