PRESENTA Ricordi i giorni scanditi dalla musica del Duca Bianco, ricordi le emozioni di una vita che si sciolgono in musica e parole impresse nella carne, nella pietra, nel cielo che sovrasta.. Nicola B. Carrassi Schegge di musica, parole, immagini, interviste, e vita di David Bowie PREFAZIONE di Alfredo Verdicchio David Bowie e lo shining Un pugno al mento. Di quelli secchi, improvvisi, di quelli che, dopo una frazione di secondo ti ritrovi lì, disteso al tappeto, e solo dopo un po’ realizzi di aver perso i sensi. Il tuo cervello per un attimo ha staccato la spina, accade anche quando si subisce uno shock, qualcosa che proprio non avevi previsto o considerato e che magari, il tuo cervello non vuole accettare. Questa è stata la sensazione che ho provato e che in fondo abbiamo provato tutti all’annuncio della morte di David Bowie. Ci ho messo un po’ a metabolizzarla. E’ una di quelle notizie infatti nelle quali fai molta fatica mantenere la tua imparzialità, la tua serenità di giudizio. Penso che certe star quando brillano per tanto tempo nel firmamento grazie alle loro magie, alla capacità che hanno di dare emozione in qualche modo come novelli Dei di un Olimpo diventano immortali. E tu che invece sei un comune mortale finisci per escludere la morte, la fine di quelle star, non la prendi in considerazione. Così è capitato con David Bowie, un’artista sul quale anche all’ultimo sono stati fatti diversi tentativi di definirlo, di incasellarlo, metterlo in un contesto predefinito con limiti e parametri precisi. Ma si può definire Bowie? No che non si può, un artista che in questi anni è stato tutto e il contrario di tutto. Un talento di straordinaria lucentezza, che spesso e senza paura ha viaggiato controvento fregandosene delle mode ma facendo lui stesso le tendenze, cambiando lui stesso il vento. Un dono, una forza che è privilegio solo dei grandissimi. Di quelli, per intenderci, che fanno la storia. Ha viaggiato in questi decenni con una levità quasi ultraterrena e sopratutto con un’eleganza sua, unica inconfondibile. David aveva lo “shining” , termine che indica la brillantezza ma che qui ci piace usare alla Stanley Kubrick (regista amato tantissimo da Bowie) ovvero capacità di avere visione, di vedere oltre. Una capacità che lo portò ad essere un precursore assoluto. Uno diquegli uomini chiamati dal destino ad assolvere proprio questo compito: aprire la strada. Fu il primo ad usare in modo concreto i video musicali, il primo a portare la teatralità nel rock, (complice anche l’incontro determinante con Lindsay Kemp, profeta del living Theatre) Il primo a giocare con l’ambiguità sessuale, scandalizzare, trasgredire, fu gay, bisex etero. Il primo a usare anche l’impatto visivo nei concerti, nel look. E inevitabilmente fu ispirazione per tantissimi altri artisti che ne seguirono la scia. E poi, ancora, fu poligamo ma anche, dopo aver sposato la bellissima modella Imam, marito monogamo e padre affettuoso. Una vita vissuta in modo totale, intenso. Bowie aveva capito che è questo l’unico modo per viverla la vita, attimo per attimo, rinascendo continuamente in modo diverso, capace ogni volta, di reinventarsi e ricominciare da zero. Cinque decenni di musica rigenerandosi di continuo, ogni volta con un nuovo stile, nuovo look, nuova musica. E’ stato Ziggy Stardust, Halloween Jack, Nathan Adler e infine Il Duca Bianco. Sulla sua capacità di mollare tutto e rigenerarsi basta ricordare “l’altra morte di Bowie”, quella di Ziggy Stardust. E’ il 3 luglio del 1973 Bowie e la sua band gli Spiders from Mars si esibiscono all’Hammersmith Odeon di Londra. Sold out. Tra il pubblico le più grandi star dell’ epoca da Ringo star a Mick Jagger e sul palco, il grande Jeff Beck con la sua chitarra ad il live di The Jean Jenie e Round And Round. Bowie è al top e ha ben sei dischi nelle chart inglesi. Ma ha già deciso di fermarsi. Di mollare tutto. Ed eccolo che nei panni di Ziggy, rivolto al pubblico dice “ci ricorderemo di questo concerto per sempre perché non è solo l’ultimo concerto del tour ma è anche l’ultimo nostro concerto in assoluto. Grazie.” a questo punto parte con perfetto sincronismo la band parte con Rock n roll suicide… Ed è doccia gelata per migliaia di fan, per i giornalisti increduli. Tutto finito, si annullano i tour si cancella tutto. Ziggy Stardust non c’era più, David Bowie era riuscito a togliersi dall’abbraccio, forse soffocante, del suo stesso personaggio. Una fine teatrale e studiata nel dettaglio. E tutto sommato così è stato se ci pensate, per la sua morte: l’album Blackstar che esce l’8 gennaio e due giorni dopo, la notte del 10 gennaio, Bowie si spegne tra l’affetto dei suoi cari nella sua casa di New York. Era malato da 18 mesi ma pochissimi, fidati amici, lo sapevano. E lui che fino all’ultimo ha giocato sfidato la morte come una sorta di Prometeo, colui che rubò il fuoco agli Dei. Ha lavorato tantissimo, pur sapendo che ogni giorno la malattia avanzava inesorabile. Voleva riuscire a lasciarci Blackstar una sorta di suo testamento artistico. Voleva tributare un ultimo grande elogio alla vita. E ci è riuscito lasciandoci un album di rara bellezza. Mi piace concludere questa riflessione su Bowie citando, non a caso, le parole finali del grande Pirandello in Uno nessuno centomila, e imaginando che sia lui, Bowie a declamarle: “...Un nome non è altro che questo, un’ epigrafe funeraria. Conviene ai morti. A chi ha concluso. Io sono vivo e non concludo. La vita non conclude. E non sa di nomi, la vita. Quest'albero, respiro trèmulo di foglie nuove. Sono quest'albero. Albero, nuvola; domani libro o vento: il libro che leggo, il vento che bevo. Tutto fuori, vagabondo...perchè muoio ogni attimo io, e rinasco nuovo e senza ricordi, vivo e intero, non più in me ma in ogni cosa fuori...” Alfredo Verdicchio INSIDE DAVID BOWIE Malcolm Dome - Total Rock Radio Space Oddity e' una di quelle anomalie. Perche' e' stato un successo? Persino oggi, la gente alza le spalle e dice: ''Non lo so''. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Penso che il successo di Space Oddity, sia dovuto alla sua diversita'. In realta', e' stato il primo passo di David, nella stranezza dello spazio. Pip Williams – Produttore musicale Penso che il pezzo evochi il senso dello spazio, di essere nello spazio. La bellezza degli accordi, 'introduzione che passa dal Mi minore al Fa, con la settima maggiore sul basso. L'accordo in Fa con la corda di Mi della chitarra che suona a vuoto, e' perfetto. Jonathan Wingate - Giornalista E' curioso che il produttore di Bowie, Tony Visconti, non volesse saperne di Space Oddity,perche' lo trovava un modo semplice di fare soldi sulla scia dei lanci dell'Apollo. Allora entro' in gioco Gus Dudgeon, il produttore di Elton John, cui Bowie deve il suo primo successo. Pip Williams – Produttore musicale A livello musicale, cosa rimane impresso? Lo stilofono, che suonava David Bowie. Lo stilofono era uno strumento giocattolo, una piccola tastiera che si suonava con una bacchettina, con un filo attaccato. Era un sintetizzatore molto rudimentale, uno strumento da poco. Il Mellotron, molto importante, suonato da RickWakeman. Il batterista era Terry Cox. Il bassista era il grande session man Herbie Flowers, che suono' delle sezioni bellissime. La chitarra era interessante, la suonava un certo MickWayne. Molti pensano che dato che l'album Space Oddity riportava una citazione a Mick Ronson, fosse lui a suonare. In realta', anche se lo stile era di Ronson, chi suonava era Mick Wayne. Malcolm Dome - Total Rock Radio Era molto cupo. Parlava di una tragedia nello spazio, che stava quasi per accadere davvero, non molto dopo l'uscita dell'album. Fu proibito per un po' di tempo, perche' era troppo realistico. L'inizio e' cosi' indimenticabile e singolare, mi ricorda il film degli anni '50, Il pianeta proibito, non per le parole, ma per la musica, molto elettronica, molto ossessiva, angosciante. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Per me come batterista e' stata un'esperienza positiva. C'erano molti stili diversi in quel periodo. Erano canzoni diverse rispetto a Hendrix, ai Led zeppelin o ai Sabbath, dove potevi avere un unico approccio come batterista e sapevi che avrebbe funzionato e dovevi solo trovare il ritmo giusto, perche' c'erano pianoforte e archi e canzoni piu' leggere e piu' pesanti. Bob Carruthers – Classic Rock Bowie sapeva bene quanto fosse importante l'immagine e il suo connubio artistico con Mick Rock e' stato pionieristico per l'arte dei videoclip musicali. Il singolo era uscito nel 1969, ma il video fu girato solo nel 1972 e, considerato il livello di tecnologia di allora, il risultato e' notevole. John McKenzie – Bassista La chitarra acustica e' molto importante e a un certo punto quando si riduce a… E' un bel sollievo, dopo il bombardamento della voce trasognata di David Bowie e della singolarita' dei testi. Pip Williams – Produttore musicale Per il grande pubblico, Space Oddity rimane la canzone di Bowie preferita. Fu un grande successo, scritta in un momento cruciale, all'apice della ''razza spaziale'', e, soprattutto, penso che David, come molti di noi, sia stato molto influenzato dal film 2001 Odissea nello spazio, da cui ha tratto il titolo, Space Oddity. E infatti il testo racconta una storia che coinvolge l'ascoltatore. Quando ascolti quel pezzo, non ti accorgi di quanto ti coinvolga e di quanto arrivi a condividere le avversita' dell'uomo dello spazio. Malcolm Dome - Total Rock Radio Non e' una storia a lieto fine. Verso la fine,quando si apre, con la chitarra acustica e l'orchestrazione alle tastiere, l'equilibrio e' meraviglioso. E naturalmente, oggi, dopo ben 35 anni, e' ancora uno dei piu' bei pezzi della storia della musica. Non sembra datato. Meglio di cosi'! Jonathan Wingate - Giornalista Hunky Dory non fu l'inizio della carriera di Bowie, ma lo consacro' a grande artista. Malcolm Dome - Total Rock Radio Anche se The Man Who Sold The World gli aveva dato credibilita' come artista, come performer, mentre quello che aveva fatto prima era strano, eccentrico e quasi astruso, e' Hunky Dory l'album che gran parte dei fan oggi puo' ascoltare e dire: ''Ecco quando abbiamo iniziato a identificarci in lui''. Fu allora che comincio' a emergere l'aspetto camaleontico, perche' aveva davvero una tale diversita' ed era tutto racchiuso nella personalita' di Bowie e nella forza del suo talento. Jonathan Wingate - Giornalista Il primo album davvero importante fu The Man Who Sold The World, che usci' otto o nove mesi prima di Hunky Dory, ma Hunky Dory e' senz'altro il suo album piu' importante. Changes e' un'ottima traccia d'apertura, per l'album. Rappresenta tutto cio' che Bowie avrebbe fatto negli anni successivi, il camaleonte musicale che sarebbe diventato. John McKenzie – Bassista La registrazione originale e' apparsa per la prima volta sull'album Hunky Dory distribuito nel dicembre 1971. E' una traccia d'apertura fantastica e un brano favoloso, un lavoro magnifico. Molto eccitante, davvero molto innovativo. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars Lo suonammo alle tastiere e poi disse: ''Facciamolo tutti dall'inizio''. Quindi il basso attacca con le tastiere mentre lui cambia gli accordi. E poi attacchiamo col riff. Jonathan Wingate - Giornalista Non riesco a immaginare niente di meglio, per spianare la strada e gettare le basi per il futuro. John McKenzie – Bassista Molti musicisti erano indignati, lui era un nuovo arrivato, con un trucco bizzarro. Dicevano che non gli piaceva, perche' a livello musicale, non era troppo sofisticato, ma ti basta ascoltarlo una volta per capire che si tratta di un artista importante. Bob Carruthers – Classic Rock Di Bowie si dice ingiustamente che non sia molto competente dal punto di vista musicale. Penso che sia davvero ingiusto. Se pensi a un brano come Changes, e' un buon esempio di quanto fosse bravo tecnicamente, nella sua musica. Praticamente tutta la canzone e' in 4/4, ma improvvisamente ci sono tre battute a tempo di waltzer. Passa a un tempo di 3/4per ... Crea un bel mutamento nel brano quando torniamo al 4/4, fino alla fine. Molto sottile. Non e' ostentato ma e' una cosa che Bowie sapeva fare e che stava benissimo nel contesto di una canzone. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars Lo fece soprattutto alle tastiere. Scriveva il riff e lo suonava al pianoforte. Mentre noi seguivamo gli accordi, come ho appena fatto. Io seguivo gli accordi della strofa, per lo piu' con una quinta e un'ottava. Pip Williams – Produttore musicale Changes era un brano d'apertura dell'album, molto interessante. Bowie usava le parole per rivelare che ci sarebbero stati cambiamenti nella sua vita, nel suo lavoro. Malcolm Dome - Total Rock Radio E' stata la sua esperienza come mimo e attore, pratiche che aveva studiato e dalle quali era stato influenzato, oltre a quella di musicista, a suggerirgli: ''Apro l'album con qualcosa di sorprendente''. Pip Williams – Produttore musicale Il riff d'apertura, col passaggio dal Fa di settima al Re, era magnifico. E' sorprendente quanto abbia influenzato gli altri. Se pensi al riff di cui ho appena parlato, con Bowie ai sassofoni, era molto simile a quello che i Roxy Music avrebbero fatto piu' tardi. Jonathan Wingate - Giornalista Fino a quel momento, i Beatles avevano fatto cose incredibili sonoramente e intellettualmente, nelle loro canzoni, ma Changes ti portava dove nessun altro era mai stato. Pip Williams – Produttore musicale E poi presento' al pubblico i meravigliosi arrangiamenti alla chitarra di cui Mick Ronson era capace, quei riff vertiginosi, torrenziali che poi divennero il suo segno distintivo. Era la prima volta che li sentivamo. Quindi Changes, era davvero un titolo significativo. Servizio TG BBC Dietro le quinte, i suoi costumi vengono lavati e stirati. Nel corso dello spettacolo, si cambia d'abito almeno tre o quattro volte. Oggi David ha scelto un modellino con le frange. Piu' tardi, indossera' una calzamaglia psichedelica per poi tornare nella mischia. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Per quanto riguarda l'immagine della band quando sei lassu', suppongo che, come attore, in qualche misura uno credesse nel concetto dell'album o degli album e questo traspariva attraverso lo spettacolo. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars La musica dal vivo e' sempre meglio di quella registrata. Nello studio sei rinchiuso tra quattro mura e devi cercare di creare qualcosa da mettere nel disco. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Ricevevamo un sacco di posta dai fan, e la gente ci credeva davvero. Io dicevo: ''No, siamo dello Yorkshire, giuro!'' Si', si',certo! Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars Non ha senso star seduti in uno studio a registrare dischi favolosi senza suonarli mai dal vivo, perche' questo fa parte del musicista. Deve andare sul palco e suonare al pubblico, che si tratti di 20 o di 20.000 persone. E' l'ebbrezza di suonare per gli altri, di fare sfoggio, e dire: ''Guarda quello che so fare, guarda come lo faccio''. John McKenzie – Bassista A livello di spettacolo era ipnotico. Non riuscivi a staccare gli occhi. Che altro sarebbe successo? Non era solo un capellone davanti a un microfono. Era un tipo dall'aspetto eccentrico. Sia il trucco che l'idea di Ziggy Stardust sono inconsuete. Detto cosi' sembra folle, ma funziona proprio bene. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars Se stai solo in studio di registrazione a scrivere canzoni e a registrare, non resisti molto a lungo. Rischi di impazzire. Servizio TG BBC Lo spettacolo in se' e' emozionante. I tecnici delle luci e del missaggio si occupano degli effetti. E poi, certo,c'e' Bowie, seducente, beffardo, irriverente. In realta', e' piu' uno showman che altro. Lo show business hollywoodiano e' arrivato nel mondo del beat. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars I fan erano ... Abbiamo parlato con molti e con molti siamo rimasti in contatto e sembrava aprisse loro un varco per creare, sperimentare con i vestiti e il look e come... Le loro creazioni. Si sentivano liberi di fare cose, che non avevano mai contemplato. Era un fatto cosi' stravagante e singolare, che probabilmente pensavano: ''Ho strane idee'', ''Ho sempre voluto farlo, ma non osavo''. Questo era un aspetto positivo. Servizio TG BBC Dieci anni fa, quando i Beatles e gli Stones crearono scene cosi' i giovani li vedevano come ribelli in un mondo di adulti. Anche l'attrattiva di Bowie e' la ribellione. Solo che lui deve essere piu' irriverente, perche' il pubblico ha cambiato gusti. I suoi travestimenti e il cerone, rappresentano la ribellione che attrae i ragazzi di oggi e per questo lo rispettano. Vale la pena chiedersi, pero', a cosa arrivera' l'era beat, quando neanche uno come David Bowie sara' piu' in grado di scioccarci. David Bowie Pare che riesca ad evocare molte fantasie nella gente. Molte delle lettere che ricevo dai fan sono carinissime. Chiedono: ''Come stanno il tuo bambino e tua moglie?'' ''Come si chiama tua madre?'' Alcune lettere andrebbero incorniciate. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Eravamo a San Francisco e avevamo appena finito il concerto. Indossavamo jeans e magliette, ci stavamo rilassando e a un certo punto arrivano tre tizi. Vestiti da donna, con i pattini, la barba, maquillage, gli orecchini e tutto il resto. Si fermano di fronte a me, Mick e Trevor e uno di loro dice: ''Caspita, se siete strani''. E noi abbiamo risposto: ''Cosa?'' Era incredibile. Ci ritenevano davvero strani. Dopo un'occhiata dicemmo: ''Ma stai scherzando''. David Bowie Il motivo per cui faccio quello che faccio e' soprattutto per sorprendere la gente. Giornalista Sorprendere? David Bowie Gia'. E' qualcosa da fare! L'lnghilterra ha la bella abitudine di rovinare tutto, grazie ai fantastici media. Hanno rovinato i capelli lunghi. Prima riuscivo a fermare il traffico solo camminando per strada, solo perche' portavo i capelli lunghi. Sono un vero uomo di spettacolo. Questa e' la mia vita, comporre ed esibirmi. Non voglio molto altro. E' la cosa piu' eccitante che conosca. Anche la droga provoca ebbrezza, ma il palcoscenico e' un'altra cosa. Partecipi con la gente. Quando salgo sul palco sono un personaggio, credo. Giornalista Come un attore? David Bowie Si', credo nella mia parte fino in fondo. E la recito, e' cosi' che faccio gli spettacoli. Fa parte del mio personaggio. Sono un attore. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars Siamo stati in America con Ziggy e, con il primo tour americano, ci siamo rimasti per tre mesi e abbiamo fatto dodici concerti in tre mesi. Abbiamo cominciato in un posto piccolo a Boston, con circa 200 persone. E non dimentichero' mai Tony DeFries che dice: ''La prossima volta ...'' C'era una sala da 10.000 persone proprio accanto. Noi suonavamo in quella da 500 persone. Disse: ''Suoneremo in quella sala li', alla fine di questo tour''. E cosi' fu. Due serate di tutto esaurito, con 20.000 persone. Jonathan Wingate - Giornalista Oh! You Pretty Things e' una meraviglia. E' un misto di melodie malinconiche, di motivi con tempi alternati e dello splendido testo che allude alle fessure nel cielo, che e' Bowie che parla della sua doppia personalita'. Pip Williams – Produttore musicale Un brano interessante e commerciale. Dimostra come Bowie fosse capace di complessi cambi di accordi, a volte impercettibili. Comincia passando dal Fa al Sol e furtivamente sale verso la strofa, in Fa diesis, che e' una tonalita' insolita. Splendide variazioni di accordi. Con: ''You're driving your mamas and papas insane'', sale a un Si di settima deciso, molto, molto efficace. Malcolm Dome - Total Rock Radio Oh! You Pretty Things e' una canzone che, riascoltando ora, ti accorgi di quanto fosse ambivalente, molto bisessuale, persino omosessuale in modo davvero efficace. E nell'epoca in cui e' uscita, la gente era aperta a tutto. La sperimentazione sessuale era tipica dell'epoca. Si parla della permissivita' degli anni '60 ma quella era molto convenzionale, almeno per il pubblico. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Dal punto di vista della batteria, il ritmo era semplice costante, anche se era una canzone di tipo commerciale. C'era ... E ricordo che c'era uno strano ... un breve fill sull'high-hat e sullo snare drum, del tipo... che non avevo mai sentito prima. Ma sembrava portarlo al livello giusto. Bob Carruthers – Classic Rock Se guardi il filmato di Pretty Things e'evidente che a Bowie manchi molto Rick Wakeman perche' lui e' tante cose, ma non e' un pianista. Questa e' una perfomance difficile per lui e si vede da come si arrampica sugli specchi, ma alla fine ce la fa. Malcolm Dome - Total Rock Radio Con l'arrivo degli anni '70 l'ambivalenza divenne una cosa normale. Era una canzone con un bel ritornello, un'incredibile energia e un gran ritmo, ma parlava di un argomento molto decadente, in tono con la Berlino degli anni '30, un tema molto caro a Bowie, e riscuoteva consensi e riconoscimenti da gente che neanche capiva bene cosa Bowie dicesse. Ma i suoi testi sfidavano la norma, mentre la melodia convenzionale e semplice era un'attrattiva, che si atteneva a standard tradizionali. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars E' piuttosto semplice. Suona... Suona quasi lo stesso suono alle tastiere. Cosi' non hai bisogno di aggiungere molto. E' tutto nella canzone. Jonathan Wingate - Giornalista Doppia personalita', schizofrenia, malattia mentale sono dei temi che Bowie rivisitera' nel corso degli anni. Ha avuto varie esperienze con le malattie mentali in famiglia, e' una cosa che lo ha influenzato profondamente e ha molto inciso anche sul suo lavoro e sui testi delle canzoni. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Life On Mars e' uno dei suoi pezzi migliori in assoluto. Malcolm Dome - Total Rock Radio Life On Mars e' un classico, non solo in relazione a Bowie, ma in assoluto. Pip Williams – Produttore musicale La canzone comincia in modo semplice, quasi come un pezzo di Elton John, in Fa, a cui l'ascoltatore si abbandona. Poi, all'improvviso, c'e' un imponente cromatismo dei violoncelli, la chitarra alla fine della scala del piano, dal Mi bemolle al Mi naturale che poi si trasforma in quel meraviglioso ritornello in Si bemolle, eseguito fantasticamente dalla chitarra torrenziale di Mick Ronson. Jonathan Wingate - Giornalista Life On Mars e' una delle melodie piu' memorabili e commoventi, che Bowie abbia mai scritto. E' una delle sue canzoni piu' amate ed e' ancora meravigliosa. Malcolm Dome - Total Rock Radio E' una canzone molto delicata da un lato e molto sarcastica dall'altro. Non parla davvero di fantascienza, ma della vita sulla Terra e di come ci si faccia influenzare da concetti altisonanti e si perda la cognizione della propria vita. Pip Williams – Produttore musicale E' una canzone fantastica e una cosa che trovo interessante e' un verso, che penso alluda al periodo in cui l'America censuro' i dischi dei Beatles, perche' John Lennon era stato offensivo. Dice: ''Lennon oggi e' di nuovo in vendita''. Era una piccola digressione, aggiunge un tocco che mi piace. Malcolm Dome - Total Rock Radio E' una canzone arrangiata benissimo ed e' molto rilassante e al contempo molto dura. E' molto difficile con Bowie, perche' ha attraversato cosi' tanti cambiamenti, per dire che una cosa sola rappresenti l'apice della sua carriera, ma Life On Mars e' uno dei pezzi migliori. Bob Carruthers – Classic Rock Anche Life On Mars fu un video girato molto in fretta, con Mick Rock. Si vede il retroterra di Rock come fotografo, perche' lo sfondo e' bianco e persino il viso e' sovraesposto, per creare quest'immagine molto aliena. Non sono state utilizzate troppe risorse. C'e' solo Bowie sullo sfondo, ma si vedono la maestria e l'impegno nella preparazione del video e come siano riusciti a ottenere risultati, utilizzando poco piu' delle immagini del viso dell'artista e una regia molto elegante. E' ancora attuale, dopo 30 anni dalla realizzazione. E' un lavoro eccellente. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars In quel periodo, Bowie prediligeva le note basse della tastiera. Scrisse molte canzoni con le linee di basso discendenti. Vai giu' e poi ... Qui attaccano gli archi ... che era quello che suonavo io. Aggiunsero gli archi piu' tardi. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Ascoltandola, pensi... Fa davvero volare l'immaginazione verso un altro mondo. La fusione perfetta di musica classica e rock funziona. John McKenzie – Bassista Va ribadito ancora che la band gioco' un ruolo fondamentale. Gli Spiders erano la band ideale per il Bowie di quel periodo. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars E' un prodotto collettivo. Ascoltammo la versione essenziale. Io aggiunsi le linee di basso e Ronson gli archi e usai alcune delle linee di basso per accompagnare gli archi. Poi Rick ci aggiunse le tastiere. Per dare quel suono alla canzone. Era senz'altro un risultato della band, anche se fu Bowie a comporla. Jonathan Wingate - Giornalista La scrisse all'apice della ziggymania, in un periodo in cui la sua vita era uno scompiglio. Eppure scriveva bellissima musica, malgrado l'irrequietezza di quel periodo della sua vita. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars E' una canzone fantastica. Arrivo' nello studio di registrazione dopo aver scritto il verso: ''Topolino e' diventato una mucca''. Irrompe nella stanza di controllo e dice: ''Ascoltate: Topolino e' diventato una mucca'' e noi scoppiammo a ridere. Devi sentirlo nel contesto della canzone per capirlo. Nella canzone stava benissimo. Ma quando ce lo disse suonava strano. Jonathan Wingate - Giornalista La droga non aveva ancora avuto un gran ruolo nella sua vita, ma dal periodo di Ziggy in poi, la droga divenne gran parte della sua vita e questo si sente. Se ascolti le canzoni con attenzione, si sente che ha senza dubbio... Le porte della percezione si sono aperte nella sua mente. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars L'arrangiamento di Mick e' favoloso. Abbiamo lavorato insieme su alcune parti della batteria, perche' gli archi avrebbero fatto i pezzi di staccato. E la batteria doveva seguire, altrimenti ci sarebbe stato un conflitto nell'arrangiamento. Pip Williams – Produttore musicale Alla fine c'e' l'assolo di chitarra classica, uno dei migliori assolo di chitarra mai sentiti in una canzone pop. Si ripete due volte e poi, il brano si adagia su un delizioso rullo di timpani. Ottima batteria dall'inizio alla fine, come sempre in Bowie. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Rick Wakeman suonava le tastiere. Ci ha esterrefatti con la sua tecnica. Non avevamo mai visto un pianista cosi', era in grado di impiegare cosi' tanta tecnica senza essere... Non era solo tecnica. C'era sentimento. Pip Williams – Produttore musicale Considerato il rilievo che gli e' stato riservato nell'album, si potrebbe dire che sia molto importante. Si potrebbe dire che le canzoni di Bowie fossero gia' abbastanza complete, ma se le sezioni di piano alla base erano importantissime. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars All'inizio doveva entrare negli Spiders. Bowie gli chiese di unirsi alla band,e sarebbe stato bravissimo. Si sarebbe integrato perfettamente ma, sfortunatamente, gli Yes gli offrirono un sacco di soldi e lui se ne ando' con gli Yes. Jonathan Wingate - Giornalista Il pianoforte di Rick Wakeman e' un elemento chiave di Hunky Dory. Suona con uno stile unico. Non e' mai troppo istrionico, un fatto interessante, considerato chi sarebbe diventato, cioe' uno dei membri fondatori degli Yes, una delle band piu' esageratamente istrioniche della storia del rock and roll. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars Si sedeva, e Bowie si sedeva e suonava il pianoforte. Rick magari si sedeva dall'altro lato. Suonavano un accordo e Rick lo elaborava in modo incredibile, piu' di quanto facesse David. Poteva fare quello che voleva. Malcolm Dome - Total Rock Radio Bowie aveva gia' lavorato in passato con Rick Wakeman. In Space Oddity, ad esempio. Entro' nell'era di Bowie e di Hunky Dory, con uno straordinario pianoforte lussureggiante e sontuoso. Era molto cabaret, varieta'. Non era rock and roll. Certo non era il progressive rock che l'avrebbe reso famoso con gli Yes, per cui e' famoso ancora oggi, ma era molto barocco ed enfatizzava molto di quanto faceva Bowie. Pip Williams – Produttore musicale Rick Wakeman ha un modo di suonare molto individuale, quasi classico. Malcolm Dome - Total Rock Radio Ha la sensibilita' di dire: ''Devo suonare il piano in questo stile.'' ''Ho bisogno di dare un apporto che apra la canzone''. Cosa che fa in molte delle canzoni di quell'album, Non si puo' immaginare nessun altro fare qualcosa di simile, eccetto forse l'Elton John di allora. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Aveva davvero... un approccio da pianista classico. Un'esecuzione fantastica. Quando suonava lungo la tastiera... era meraviglioso. Pip Williams – Produttore musicale Noi rimanevamo a bocca aperta. La chitarra di Ronson passava in secondo piano, rispetto al pianoforte, certo, Life On Mars e'davvero incredibile. La strofa di sei versi assolutamente incredibile. Il piano era importantissimo e non penso abbia ricevuto dalla stampa il credito che meritava, per la sua importanza nell'album. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars Guardarlo alla tastiera era stimolante. Per me, lui e' sempre stato uno dei migliori tastieristi sulla scena, per lo stile e per tutto il resto. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Aveva tutto, intuito, tecnica e si divertiva. Non era... Aveva la tecnica del pianista classico senza la formalita'. Riusciva a diventare parte integrante del gruppo quando suonava con noi, ed era bello. Era anche un tipo divertente. Jonathan Wingate - Giornalista Queen Bitch e' una delle canzoni piu' eccitanti, esilaranti e sexy di Bowie. Sull'album la dedica: ''Restituisco un po' di illuminazione VU, con gratitudine''. Era un tributo ai Velvet Underground e questi sono i due minuti piu' entusiasmanti. E' davvero esilarante. Pip Williams – Produttore musicale Perche' Queen Bitch funziona in termini musicali? Per dirla in modo semplice, e' semplice. E' solo un giro di Do alla chitarra. Non penso che ci siano tastiere, ma solo chitarre molto energiche. Jonathan Wingate - Giornalista Queen Bitch e' un brano virile, perverso e ancora adesso e' considerato uno dei suoi migliori. Incredibile. Pip Williams – Produttore musicale E' un omaggio ai Velvet Underground. Penso che Bowie ammettesse che fosse un tributo ai Velvet Underground ed e' quasi un precursore del successivo Suffragette City. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars Quella canzone, in realta', fu data alla band da Bowie sei mesi prima che io e lui ci conoscessimo. Mick l'aveva chiamato perche' la band stava facendo un album per la Polydor e ci serviva un singolo. Bowie mando' quella canzone che abbiamo imparato sei mesi prima di suonarla in Hunky Dory. Era nel set. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Io e Mick tornammo nell'lnghilterra del nord e mettemmo insieme un'altra band. Suonavamo nei locali del nord, al Cavern di Liverpool, e in posti cosi'. Pip Williams – Produttore musicale Funziona bene. E' la chitarra punkeggiante, con molti riff e tra tutte le cose complicate che Bowie aveva fatto, con tastiere intricate e strane e interessanti dissonanze, questa funziona davvero bene, perche' e' una canzone essenziale. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars L'atmosfera che volevamo creare era quella di ... un musical inglese, nello stile dei Velvet Underground. Nulla era lasciato al caso. Avevamo un approccio efficiente, anche se volevamo creare la stessa atmosfera di New York, la vivacita' dell'ambiente e penso che ci siamo riusciti. Pip Williams – Produttore musicale Molti giovani chitarristi moderni ne sono stati molto influenzati. Ha avuto un profondo effetto su alcuni dei nuovi gruppi rock. Probabilmente, se fosse ripubblicato, sarebbe di nuovo una hit. E' sorprendente quanto debbano a quel brano, alcune delle nuove rock band. Bob Carruthers – Classic Rock La vecchia performance di Queen Bitch all'Old Grey WhistleTest e' un esempio eccellente di come poteva lavorare bene la band nella sua capacita' ridotta all'osso. Ci sono solo una chitarra acustica e una chitarra elettrica ma, come al solito, Trevor Bolder tiene tutti insieme molto bene e la batteria di Woodmansey e', come sempre, di prima classe. Malcolm Dome - Total Rock Radio Hunky Dory e' un album strano perche' e' fuori tempo e fuori sincrono. Se pensi ai primi album di Bowie, una volta arrivato a The Man Who Sold The World comincio' ad adottare sonorita' piu' dure. Poi cambio' completamente direzione con Hunky Dory, che avrebbe dovuto precorrere The Man Who Sold The World perche' questo porto' a Ziggy Stardust. Hunky Dory ha una tale diversita' di stile. C'e' l'elemento musicale, L'elemento acustico insieme a suoni piu' duri. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Io avevo gia' fatto Man Who Sold The World, con Mick e Tony Visconti al basso. Quindi per noi fu quello l'inizio. Quando cominciammo ad abituarci a Bowie e a quelle strane sequenze di accordi e a quei motivi ritmici. Ci abituammo alle sue composizioni. Non era convenzionale. Pip Williams – Produttore musicale Hunky Dory fu l'album che lo lancio', che gli spalanco' le porte e penso fosse anche ritenuto il primo grande album della sua carriera. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Non volevo una batteria di rock and roll pesante, dietro un'orchestra sinfonica. E allora pensai agli arrangiamenti chiedendomi: 'Come posso enfatizzarli in modo sia rock che classico?'' E allora, piuttosto che fare il pezzo sul tom, lo facevo sugli high-hat e sullo snare. Non l'avevo mai sentito prima. Ma dovevi essere compatto ed energico allo stesso tempo. Si trattava ... Di piccole differenze cosi'. Pip Williams – Produttore musicale Tre dei brani erano veri classici, Changes, Oh! You Pretty Things e Life On Mars. Da soli, giustificano il termine ''classico'' in riferimento all'album Hunky Dory. Hunky Dory fu forse l'album che gli diede fama internazionale. A Bowie piace comporre in chiave di Fa. Molti compositori non troppo bravi con la chitarra preferiscono quella chiave e si addice anche alla sua voce. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars La chitarra e' un'introduzione perfetta, ha un bel suono, ma non e' quello che vuoi. Ti urta perche' dici: ''Forza, vai avanti''. Malcolm Dome - Total Rock Radio Starman e' uno dei grandi pezzi di Bowie. E' una di quelle canzoni con un crescendo meraviglioso, e dato che l'introduzione acustica e' molto calma e attenuata, l'impatto e' piu' forte. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Bella l'introduzione. La suono ancora. E' un flam su due tom e sullo snare. Non era una cosa consueta. Non l'ho mai sentito fare prima. Ci sta proprio bene. Pip Williams – Produttore musicale Il preludio di Starman puo' stonare all'orecchio di un musicista. Gli piaceva lasciare che le corde suonassero a vuoto. Comincia con un accordo alla chitarra in Si minore in prima posizione, con le corde del Mi e del LA che suonano a vuoto e sembra che non gliene freghi niente. Poi torna al giro di Fa con l'accordo del Mi che suona a vuoto, come aveva fatto su Space Oddity. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars Era stato negli Stati Uniti e aveva collaborato con Lou Reed. Aveva visto un po' di band americane. Iggy Pop lo influenzo' molto. E penso che cercasse di creare una sonorita' americaneggiante, ma con una band britannica. Pip Williams – Produttore musicale Il risultato e' una sorta di dissonanza. Molti musicisti suoi contemporanei non l'avrebbero mai fatto. Questo rappresenta un punto di forza nelle composizioni di Bowie. Non si atteneva alle convenzioni. E' un'introduzione non convenzionale. Quando entra nel vivo della canzone, che in realta' e' davvero molto ordinaria, pensi al ritornello. Il ritornello e' quasi lezioso. L'introduzione e' in contrasto con l'essenziale semplicita' del ritornello. Malcolm Dome - Total Rock Radio E l'impatto c'e'. Bowie era bravo a congegnare, aveva una visione cinematografica. In sostanza, a creare un climax. Bowie lo sapeva bene. Ti portava attraverso un episodio di una storia. Non serve arrivare e dire: ''Ecco tutta la storia''. La costruisce, ti tiene sulle spine. Come andra' a finire? Siccome Starman ha un'atmosfera cosi' bella ed epica, una volta raggiunto il climax sei completamente coinvolto. E' geniale il modo in cui riusciva a fare queste cose. Se pensi alle altre band dell'epoca, lui faceva cose simili forse ai Led Zeppelin o ai Velvet Underground. Raccontava una storia con la musica, con le note, e sapeva come raccontare una storia. Jonathan Wingate - Giornalista Mick Ronson era un chitarrista geniale e molto sottovalutato. Tutti oggi parlano di Jimmy Page, o ... Beh, e di molti altri, Jimmy Page, Jeff Beck, Eric Clapton, questi eroi della chitarra. Non si parla di Mick Ronson allo stesso modo e secondo me lui era importante almeno quanto quegli altri. Malcolm Dome - Total Rock Radio Mick Ronson era un chitarrista fantastico. Non era solo un chitarrista trash rock, per cui era noto, perche' ha ispirato tanti musicisti trash rock. Quando occorreva era delicato, molto scorrevole e fluido. John McKenzie – Bassista Faceva parlare la chitarra. Considero Mick Ronson un grandissimo chitarrista. Infatti, direi che sia uno dei chitarristi piu' sottovalutati, quando si parla di musica rock e di chitarristi del suo genere. Bob Carruthers – Classic Rock Non c'e' alcun dubbio, Mick Ronson era un superbo arrangiatore e davvero un bravissimo chitarrista. Ovviamente non rientra nella sfera di un Ritchie Blackmore, che ha un talento unico, ma come chitarrista, esprimeva tutto cio' che la musica richiedesse. Il suo vero contributo fu negli arrangiamenti che fece alle composizioni di Bowie. Pip Williams – Produttore musicale Fu una gran perdita per il mondo della musica rock, la scomparsa di Mick Ronson. Era un abile musicista d'ensemble. Era bravo nel gruppo, ma anche come solista e ha dimostrato che non devi suonare a 500 km all'ora per essere efficace. Jonathan Wingate - Giornalista Mick Ronson e' molto sottovalutato. Solo perche' il disco non riportava: ''David Bowie e Mick Ronson'', non e' diventato una grande star come quei chitarristi che dicevo prima. Magari, non una star ma qualcuno noto, allora come oggi, come un chitarrista di rock and roll strepitoso. Era incredibile per la vena creativa di Bowie. Aveva un ascendente positivo su Bowie e insieme erano cosi' belli. Pip Williams – Produttore musicale E dal vivo era grande. L'ho visto con i miei occhi, quanto fosse bravo dal vivo. Nell'album del Ziggy Motion Picture, quando suona quel lungo assolo verso la fine del DVD, e' totalmente avvincente. Malcolm Dome - Total Rock Radio Anche se e' sempre elogiato, molto di cio' che ha fatto si e' perso, perche' e' noto per uno stile particolare e poi e' anche andato a lavorare con Ian Hunter. Penso che, se a Mick Ronson fosse stato concesso, in studio, cosa ormai impossibile, ma se avesse potuto sbizzarrirsi e avesse tirato fuori il suo magnifico talento, avrebbe fatto un album che avrebbe sorpreso molti. Se solo fosse accaduto, ma e' conosciuto come il re del trash rock che in fondo non e' poi cosi' terribile, se pensi ai musicisti che ha ispirato, dagli Hanoi Rocks ai Guns N' Roses. Pip Williams – Produttore musicale Era un tipo geniale e fu una grande perdita per Bowie quando si separarono, perche' lui era cosi' importante. John McKenzie – Bassista L'unica altra persona che gli somigliasse era Marc Bolan e, infatti, David Bowie, Mick Ronson e Marc Bolan erano amici. Quindi penso che Bolan e Ronson sperimentassero insieme, con vari amplificatori e chitarre, ma, in particolare, se pensi a pezzi come Rebel Rebel,Jean Genie, la chitarra e' meravigliosa, ed e' molto subliminale. Non vistosa come quella di Jimmy Page, ad esempio, che era un estroverso. Voleva che l'ascoltatore sapesse tutto. Mick Ronson era molto piu' sobrio. Ma cio' che preferisco in Mick Ronson, e' che creo' melodie orecchiabili per molte canzoni del Bowie dell'epoca. Riusciva sempre a creare un ritornello orecchiabile, come parte integrante del brano, senza il quale forse il pezzo non avrebbe avuto tanto successo. Questo mi piace. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars John, I'm Only Dancing penso sia stata registrata durante il tour americano. Credo, negli studi RCA di New York. Malcolm Dome - Total Rock Radio John, I'm Only Dancing era una di quelle strane canzoni, dall'immagine molto omoerotica. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Era una strana canzone che non seguiva i canoni classici delle canzoni rock. Era a tratti intricata. Non eravamo mai banali! Bob Carruthers – Classic Rock Il nucleo della canzone e' lo splendido e inventivo basso di Trevor Bolder, che e' molto allegro e da' energia alla canzone. Si sente molto chiaramente nell'introduzione. Una grande creazione. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars Questa e' la linea che sta a meta' di John, I'm Only Dancing, che piace a molti. Molti bassisti pensano che sia un'ottima linea di basso. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Quella fu la prima volta che sovra incidevo la batteria. Feci un normale beat heavy rock e poi i fill dei tom, li sovra incisi tutti, per ottenere la maggior energia possibile nei tom. Dimentica i piedi, dimentica tutto il resto, colpisci quei tom con la maggior forza possibile e funziono'. Pip Williams – Produttore musicale Naturalmente il disco era accompagnato dal video di Mick Rock, che forse fu il primo o uno dei primi videoclip pop noti. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Fu girato in mezza giornata. L'attrezzatura era molto modesta. Fu girato e basta, ma c'era un'atmosfera vibrante e questo traspariva. Bob Carruthers – Classic Rock John, I'm Only Dancing e' un altro splendido video di Mick Rock. Fu girato durante le prove per uno spettacolo al Rainbow Theatre. Con poche risorse, a parte un filmato ben concertato e diretto, il risultato e' un video promozionale, che sicuramente regge bene il confronto con quelli prodotti oggi. Pip Williams – Produttore musicale La chitarra urlante nel ritornello e' davvero molto caratteristica, e l'eccezionale chitarra finale, con il trucchetto alla Pete Townshend dell'interruttore alla chitarra, e' fantastico. Servizio TG BBC In apparenza, l'arena ha l'aria bizzarra, ma e' un gruppo di musicisti professionisti, sono dello Yorkshire, con un accento non ricercato, il cui aspetto sembra essere foggiato a immagine e somiglianza di Bowie. Pip Williams – Produttore musicale Adesso puoi metterlo di fronte. Il delizioso Trevor Bolder, con i basettoni che quasi gli arrivano alle gambe, non si puo' mai sopravvalutarne l'importanza nei primi album di Bowie. Malcolm Dome - Total Rock Radio Trevor Bolder era un bassista molto flessibile. Era aggressivo, era energico, ma si adattava bene agli Spiders From Mars, che erano molto intensi. Trevor aveva l'abilita' di adattarsi a qualsiasi situazione e a valorizzare la musica senza esagerare. Non e' elaborato, anche se sicuramente e' in grado di esserlo. Pip Williams – Produttore musicale Ancor prima di conoscerlo, il suo modo di suonare il basso mi aveva colpito. Prendi pezzi come John, I'm Only Dancing. Per me, la melodia orecchiabile e' il basso nel ritornello. Five Years, un basso fantastico. Moonage Daydream ... Un bassista straordinario. John McKenzie – Bassista Era come il collante musicale della band. Praticamente teneva tutto insieme. Se Ronson partiva con un lungo assolo e Woody suonava un sacco di fill con la batteria e sezioni intricate, era Bolder che teneva tutto insieme. Pip Williams – Produttore musicale Era un caposaldo, l'ancora della band. Faceva bellissimi riff. La sua esecuzione nella canzone Ziggy Stardust e' assolutamente fantastica. Aveva personalita' e senso dell'umorismo. Era un bassista melodico. Direi che lui ed Andy Fraser siano stati i due migliori bassisti rock melodici britannici, di tutti i tempi. Malcolm Dome - Total Rock Radio Era un bassista molto solido, preciso, molto impegnato, teneva a bada il suono e, all'occorrenza, si abbandonava a voli pindarici. Suonava anche la tromba, cosa molto utile con Bowie. Pip Williams – Produttore musicale Alla bellezza del basso si aggiungevano frequenti intermezzi di tromba. Su Kooks, la tromba alla Herb Alpert e' indimenticabile. Penso che fosse un vero baluardo. Malcolm Dome - Total Rock Radio Le basette di Trevor Bolder erano grottesche. Francamente, ridicole, ma non ha mai avuto un gran look. Va detto che non aveva fascino. Del resto, e' di Hull! Pip Williams – Produttore musicale Negli anni seguenti, ho avuto il piacere di lavorare con Trevor con gli Uriah Heep e aveva la stessa eccentricita' ed attenzione al dettaglio melodico. Non e' che suonava e basta. Era semplice quando occorreva, ma pensava sempre a un bel riff: ''Si', quello va bene, ma questo e' meglio''. Si sforzava sempre di trovare qualcosa di totalmente originale, e personale. Malcolm Dome - Total Rock Radio Lui e Woody Woodmansey erano tra le migliori sezioni ritmiche della storia del rock.Sono sottovalutati perche' tutti ricordano Ziggy e gli Spiders per Ronson. Giustamente, per Ronson e, ovviamente, per Bowie. Pip Williams – Produttore musicale Woody e', come Trevor, un musicista non abbastanza apprezzato. Un grande batterista, riusciva a stare dietro ai complessi motivi ritmici e alle variazioni di tempo, che caratterizzano i pezzi di Bowie. Malcolm Dome - Total Rock Radio Woodmansey e' uno dei migliori batteristi. Perche' non gli fu riconosciuto? Forse perche' suonava con Bowie e gli Spiders From Mars ed era considerato un personaggio secondario. Ho sempre ritenuto ingiusto che non si riconoscesse che la sua destrezza e la sua energia giocarono un ruolo chiave nel suono degli Spiders. Pip Williams – Produttore musicale Sapeva essere molto semplice. Lo ascoltavi e pensavi: ''Non e' certo un jazzista come Bill Bruford'', eppure era capacissimo di suonare qualsiasi stile di musica. Ed ha fatto esecuzioni grandiose. Five Years fu un risultato fantastico. E anche Life On Mars. Riusciva a essere solido come la roccia e a vibrare meglio di chiunque di loro. Malcolm Dome - Total Rock Radio Fondo' gli Woody Woodmansey's U-Boat, un'ottima band, ma e' rimasto legato all'epoca degli Spiders From Mars e sono certo che stia ancora lavorando come session man. John McKenzie – Bassista Cio' che mi piace e'che suonava sempre la cosa migliore per la canzone e questo lo distingue da molti altri. In genere prendi un grande batterista e, siccome ha passato anni a studiare suona troppo durante l'intero brano o non suona la parte giusta del ritornello. Il tratto distintivo di Woody e' la quasi totale assenza di batteria, nei ritornelli,ma e' quella la sonorita' della band.Affiancato a Bolder e Ronson, era il batterista perfetto per la band. Non un granche' dal punto di vista tecnico, ma il batterista giusto per David Bowie in quel periodo. Malcolm Dome - Total Rock Radio Se ascolti la batteria degli esordi, era molto piu' compatta ed energica di quella di molte altre band. Non e' John Bonham, ma e' forse persino piu' efficace di altri batteristi ritenuti piu' energici e migliori. Del tutto sottovalutato e' la definizione migliore. Malcolm Dome - Total Rock Radio Jean Genie e' un bellissimo singolo, senza dubbio. L'apertura scoppiettante. Ha tutto per essere un grande singolo pop-rock. E' conciso, nitido, organico, ha gli elementi essenziali. E' rock and roll, e' ritmico, e' anche pop perche' e' melodico. Pip Williams – Produttore musicale E' il suo miglior singolo? E' una cosa che ho gia' discusso molte volte. Con tutto il materiale di qualita' prodotto, e' difficile stabilire se sia stato il suo miglior singolo. Era sicuramente intenso, grazie al grande riff della chitarra di Mick Ronson. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars La canzone, Jean Genie ... David la scrisse seduto su un pullman Greyhound, mentre andavamo da New York a Memphis, nel Tennessee. All'inizio, il tipo che ha dipinto le copertine di Hunky Dory e Ziggy, George Underwood, era nel retro del pullman con la Les Paul di Bowie e suonava quel riff ... e qualche pezzo di Chuck Berry. A David piacque ... Quando George lascio' la chitarra, David comincio' a suonare quei pezzi. Stette seduto sul retro del pullman per piu' di un'ora, provando e cantando. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Erano tutti in fondo al pullman. Quello, fu di nuovo un ... Penso fosse un modo consolidato di giocare con le nostre radici. Eravamo cresciuti col rhythm and blues e quel pezzo ricorda molto Howlin' Wolf. Sai, il ... Quello era il nostro approccio. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars Tre giorni dopo, tornammo a New York e andammo negli studi di New York. Bowie ci suono' Jean Geanie. Ci suono' l'intera canzone e noi dicemmo: ''Proviamola'' e la provammo. Ma ricordavo che gli Yardbirds avevano un pezzo intitolato I'm A Man, di un vecchio cantante blues, qualcuno tipo Howlin' Wolf, che aveva esattamente lo stesso riff. Ricordo che Paul Samwell-Smith provo' l'inizio. E io pensai: ''Lo elaboro un po’ e glielo rubo''. Cosi' glielo rubai. Invece di fare il riff singolo, feci ... Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Era una musica che capivamo, ma i testi e l'approccio vocale di David erano completamente ... demenziali per quei tempi. Ma le due cose erano complementari. Era quasi impossibile. E poi l'assolo di chitarra di Mick era del tutto inaspettato in un brano cosi'. E' ancora uno dei miei preferiti. Ogni volta che lo sento alla radio penso: ''Si', questo mi piace. E' bello''. Pip Williams – Produttore musicale Secondo il mio modesto parere, ha fatto esecuzioni vocali migliori. Era una buona performance, ma non un'esecuzione vocale di spicco. Pero' e' un brano energico, interessante. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars La batteria su Jean Genie era proprio ... Ci voleva solo un tempo standard, un semplice 4/4, con una leggerissima variazione sul ritornello, per spingerlo un po'. Diventava un normale ritornello rock e poi tornava al rhythm and blues, per le strofe. Malcolm Dome - Total Rock Radio Non ha senso chiedersi: ''E' il miglior singolo di Bowie?'' Perche' la sua carriera e' stata cosi' varia. Il suo impatto e' indiscutibile e se lo chiedessi ai fan di Bowie sicuramente sarebbe tra le prime dieci, forse tra le cinque canzoni migliori. E' una delle mie preferite, ma oggettivamente Bowie ha avuto tante carriere diverse e cosi' tante canzoni hanno avuto un impatto simile nei vari periodi, puoi solo dire: ''E' al pari di gran parte dei brani di Bowie''. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars Era soprattutto istintivo, percio' funziona. Imparammo a suonare il blues negli anni '60, perche' per lavorare in una band di rhythm and blues, dovevi saper suonare il blues e sentirlo. Dovevi davvero credere nel blues per avere successo. Jonathan Wingate - Giornalista L'inizio fa a pensare molto a un pastiche alla Rolling Stones, ma Bowie era Bowie, il suo suono e' unico. Penso che nelle mani di qualsiasi altro quella canzone sarebbe sembrata una dubbia imitazione dei Rolling Stones, ma con Bowie sembra solo Bowie. Woody Woodmansey - Batterista Spiders from Mars I rudimenti di rhythm and blues ... ti aiutavano a far emergere l'emozione da una canzone o a scoprire quale fosse l'emozione di una canzone, anche se non era una canzone rhythm and blues. Imparavi che ci doveva essere una carica di emotivita'. Un messaggio, un contenuto che volevi trasmettere, da integrare col pensiero alla base della composizione e riprodurlo. Il blues ci aiuto' a farlo, a diventare la canzone ed entrarci dentro e Jean Genie ne e' un buon esempio. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars Era una bella canzone, lo sapevamo tutti. L'abbiamo provata velocemente e conoscevamo tutti I'm A Man degli Yardbirds. L'avevamo suonata tante volte. Facemmo la prima registrazione che eliminammo. Poi ne facemmo una seconda che tenemmo. Sul disco e' quella in cui faccio un errore che tutti notano. Scendo al Si troppo presto. Ma ci sta bene, per questo l'abbiamo tenuta. Ancora oggi suono quell'errore. Tutti mi dicono: ''Devi suonare con l'errore''. Basto' un'unica registrazione. Tenemmo tutto, l'assolo di chitarra ... Ricordo che cominciammo alle 11 e per le 12 era tutto finito e missato. Una settimana dopo era al secondo posto nelle classifiche inglesi. Il singolo registrato piu' velocemente, nella storia! John McKenzie – Bassista Non so se sia il suo singolo migliore. Io preferisco Changes come singolo ma Jean Genie, non c'e' alcun dubbio, dalle prime battute sai che funziona, e ha tanti elementi, pop, rock, e' assurdamente commerciale. La prima volta che l'ascolti pensi di averla gia' sentita. Ricordo che pensai: ''Questo l'ho gia' sentito da qualche parte.'' Cercai di ricordare, ma non l'aveva fatta nessun altro artista, ha solo qualcosa di familiare. Trevor Bolder – Bassista Spiders From Mars La finimmo in un'ora, al massimo un'ora e mezza. Entrammo, preparammo, suonammo, registrammo una volta, poi una seconda: ''Ecco. Teniamo questa''. Bowie fece un pezzo di armonica, registro' il coro, suono' un po' di tamburello ed era tutto fatto. Finito. Fu mandato in lnghilterra il giorno stesso. La traccia fu mandata in lnghilterra. La registrammo un mercoledi'. Mi sembra che usci' il lunedi'. La pubblicarono in fretta e furia il lunedi' e la settimana dopo era nelle chart. Non riuscivamo a crederci. Backstage. studi ci copertina IDEAZIONE, DIREZIONE E SUPERVISIONE: NICOLA BARTOLINI CARRASSI REDAZIONE e TRADUZIONI: EMI WOODS PRODUZIONE ESECUTIVA: CINZIA VERONESE SI RINGRAZIA PER LA PREZIOSA COLLABORAZIONE: ALFREDO VERDICCHIO TUTTE LE LE IMMAGINI PRESENTI IN QUESTA OPERA SONO RIPRODOTTE PER GENTILE CONCESSIONE MONDADORI PORTFOLIO. All right reserved Art Cover by Patrice Murciano © 2016 Patrice Murciano. All rights reserved www.patricemurciano.com QUESTO BOOKLET E’ PARTE INTEGRANTE DELL’OPERA IN DVD ‘INSIDE DAVID BOWIE’ DISTRIBUITA IN VENDITA ABBIANATA I SETTIMANALI MONDADORI OGNI UTILIZZO, DISTRIBUZIONE E DUPLICAZIONE, ANCHE PARZIALI, SONO PROIBITI CREDITS Ideazione&Art direction: NBC’s JungleInBlooM for: www.eternalmagic.eu Inside David Bowie © 2016 RCOEUROPE/ETERNALMAGIC . All rights reserved (C) 2016 ETERNAL MAGIC. All right reserved (C) 2016 JUNGLE IN BLOOM. All right reserved (C) 2016 RCO MUSIC. All right reserved Kiosk (C) 2016 MONDADORI. All right reserved www.eternalmagic.eu