Testo: 1 Corinzi 3:5-9
LUG 19 febbraio 2017
Tema: Ognuno di noi riceverà la ricompensa per il lavoro svolto
5 Che cos'è dunque Apollo? E che cos'è Paolo? Sono servitori, per mezzo dei quali voi avete
creduto; e lo sono nel modo che il Signore ha dato a ciascuno di loro. 6 Io ho piantato, Apollo ha
annaffiato, ma Dio ha fatto crescere; 7 quindi colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla:
Dio fa crescere! 8 Ora, colui che pianta e colui che annaffia sono una medesima cosa, ma ciascuno
riceverà il proprio premio secondo la propria fatica. 9 Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete
il campo di Dio.
1) I credenti sono servi di Dio
v. 5 Che cos'è dunque Apollo? E che cos'è Paolo? Sono semplici servi di Dio.
Tutti i veri credenti sono servi di Dio, Dio è il Proprietario, il Padrone.
Paolo dice ai Corinzi: “Non siate fieri di essere seguaci miei o di Apollo”.
Siate fieri invece di seguire il Signore, il Padrone dei servi.
È un privilegio e un grande onore essere servi di Dio, al servizio di Dio.
2) Dio deve essere glorificato, non gli strumenti
v. 5 Che cos'è dunque Apollo? E che cos'è Paolo?
Sono semplici servi di Dio per mezzo dei quali voi avete creduto.
Es.: Quando si riceve una lettera d’amore
non ci si innamora del postino che ci porta la lettera.
Es.: Il cameriere che serve i clienti, non è il padrone del ristorante.
Porta ai tavoli quello che viene dalla cucina.
Il cibo per le anime, la Parola di Dio, viene da Dio.
Noi dobbiamo soltanto servire la Parola alle persone.
Es.: Quando si riceve l’acqua, che dà la vita, non si onora il rubinetto.
Noi siamo soltanto postini, camerieri, rubinetti / canali, strumenti di Dio
per mezzo dei quali le persone credono in Cristo.
Paolo dice: dovete innalzare (glorificare) Dio, non gli strumenti di Dio.
E così non ci saranno nella comunità divisioni, invidie, critiche,
paragoni, non innalzerete un servo a danno dell’altro.
Dio deve essere messo su un piedestallo, non Paolo, Apollo, e altri.
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3) Dio ha dato delle qualità e ha affidato un compito a tutti i suoi servi.
v. 5 Che cos'è dunque Apollo? E che cos'è Paolo?
Sono servi, per mezzo dei quali voi avete creduto;
e lo sono nel modo che il Signore ha dato a ciascuno di loro.
La fede viene ascoltando la Parola di Dio.
“La fede nasce proprio dal sentir parlare di Cristo” (Rom 10:17).
Ci vuole qualcuno che porta la Parola di Dio.
“Come possono credere in lui, se non ne hanno mai sentito parlare?
E come possono sentire di lui, se qualcuno non ne parla?” (Rom 10:14).
Non è merito di Paolo o di Apollo o tuo, se le persone credono in Cristo.
È Dio che dà la fede, ma non senza la sua Parola.
Anche tu sei il postino, il cameriere il rubinetto (lo strumento per mezzo
del quale le persone credono in Cristo)
e lo sei con le qualità che Dio ti ha dato.
Svolgi con fedeltà il compito che Dio ti ha affidato (pianta, annaffia)
e lascia a Dio i risultati.
4) Soltanto Dio fa crescere
v. 6 Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere
È necessario seminare e annaffiare per poter raccogliere,
ma è Dio che dà la vita e fa crescere e porta il frutto a maturità.
L’enfasi cade su Dio, non sull’uomo.
Dio è il centro della nostra attenzione / dei nostri pensieri.
Paolo, Apollo, tu e io non possiamo convertire nessuno.
Soltanto Dio dà la vita spirituale alle persone che sono spiritualmente
morte, soltanto Dio trasforma la vita dei credenti
e li rende sempre più simili a Cristo.
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5) Dio è importate, non noi (i credenti).
v. 7 quindi colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla.
Quello che conta è Dio che fa crescere!
Se avviene qualcosa di buono, chi l’ha fatto? Dio!
Dio è importante, non noi. A Dio soltanto va la gloria.
1 Cor 1:28-29 “Dio ha scelto quelli che, nel mondo, non hanno importanza
e sono disprezzati o considerati come se non esistessero, per ridurre a niente
quelli che pensano di valere qualcosa. 29 Cosi, nessuno potrà vantarsi
davanti a Dio”.
6) I credenti ricevono una ricompensa in proporzione alla loro fatica
v. 8 “Ora, colui che pianta e colui che annaffia sono una medesima cosa,
ma ciascuno riceverà il proprio premio
secondo la propria fatica”.
Piantare e seminare sono due lavori altrettanto necessari.
Uno non è più importante dell’altro.
Sia chi pianta sia chi annaffia riceveranno il proprio onore da Dio:
“bravo e fedele servitore”.
Ciascuno riceverà la propria ricompensa:
non in proporzione al successo,
ma in proporzione alla propria fatica.
Alcuni lavorano tanto e hanno poco successo, dal punto di vista umano.
Dio vede non solo le cose esterne (i risultati),
ma vede anche il cuore, le motivazioni, la fatica.
1 Cor 4:5 “Perciò non giudicate nulla prima del tempo, finché sia venuto il
Signore, il quale metterà in luce quello che è nascosto nelle tenebre e manifesterà
i pensieri dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio”.
Cfr 1 Cor 3:13 “l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo
la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà
quale sia l'opera di ciascuno”.
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7) I credenti lavorano insieme nel campo di Dio (la chiesa),
v. 9 “Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio”.
I credenti sono il campo coltivato di Dio (la chiesa)
e, allo stesso tempo, sono operai al servizio di Dio.
Chi semina e chi annaffia hanno la stessa importanza.
non sono in competizione, uno contro l’altro,
lavorano insieme (collaboratori), uno semina, l’altro annaffia,
con uno scopo comune: il raccolto,
pregano l’uno per l’altro
e quando il raccolto verrà, si rallegreranno insieme.
I credenti collaborano a realizzare il piano di Dio: la salvezza delle persone.
“Gli uomini, con tutto il loro sapere, non sono stati capaci di conoscere Dio.
Perciò Dio ha deciso di salvare quelli che credono, mediante questo annunzio
di salvezza che sembra una pazzia” (1 Cor 1:21).
Il Padrone non ha detto a noi, suoi servi: “Sedete qui tranquilli e state
a guardare lo Spirito di Dio convertire le nazioni”.
Il Padrone invece ci ha comandato: “Andate in tutto il mondo,
e predicate il vangelo agli uomini di tutte le nazioni. E quelli che crederanno
saranno salvati. Ma quelli che non crederanno, saranno condannati”.
Tutti gli operai nel campo del Signore sono impegnati a far qualcosa:
“Io Paolo ho piantato, Apollo ha annaffiato”. Nessuno è inoperoso.
Quando abbiamo seminato il buon seme, il risultato è nelle mani di Dio.
Se Dio non manda la rugiada e la pioggia, il seme non germoglierà
e se Dio non fa risplendere il sole, le spighe non matureranno.
Se Paolo pianta e Apollo Annaffia, Dio farà crescere.
Non faticheremo invano.
Chi pianta non vedrà il raccolto, se non c’è chi annaffia.
Chi annaffia non vedrà il raccolto, se non c’è chi pianta.
Entrambi non vedranno il raccolto, se Dio non fa crescere.
Perciò, fai fedelmente il tuo lavoro e dipendi da Dio (confida e prega).
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Dietrich Bonhoeffer scrive nel suo libro “La vita comune”.
“Ogni membro della comunità ha il suo posto ben preciso, in cui potrà
meglio servire. In una comunità cristiana l’unica cosa che importa è che
ognuno sia anello indispensabile di una catena. Solo lì dove anche
l’elemento più piccolo è ben saldo, la catena non si spezzerà. In una
comunità che permette che in essa vi siano membri inutilizzati, ne sarà
danneggiata. Sarà perciò bene che ogni singolo riceva anche un compito
preciso a servizio della comunità, perché in momenti di dubbio sappia
che anche lui non è inutile o inutilizzabile. Ogni comunità cristiana deve
sapere che non solo i deboli hanno bisogno dei forti, ma anche i forti non
possono fare a meno dei deboli. L’esclusione dei deboli è la morte della
comunità”.
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