Prima parte [pdf 18 MB] - Valle Camonica

annuncio pubblicitario
PARTEPRI
MA
PAG.198
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, Capo di Ponte
QUADERNI. 2
ARTE RUPESTRE
della VALLE CAMONICA
Sito Unesco n. 94
2005 PIANO di GESTIONE
a cura di RAFFAELLA POGGIANI KELLER, CARLO LIBORIO, MARIA GIUSEPPINA RUGGIERO
ARTE RUPESTRE della VALLE CAMONICA
Maddalena Stefini
Sito UNESCO n. 94
Provincia di Brescia - Settore Turismo
2005
PIANO di GESTIONE
Elena Tironi
Provincia di Brescia Settore Assetto Territoriale Parchi e V.I.A.
Edizione promossa e sostenuta da:
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia
Provincia di Brescia
Gian Claudio Vaira
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
Elaborazione cartine, grafici e trattamento immagini
Carlo Liborio e Maria Giuseppina Ruggiero
(SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano)
Comunità Montana di Valle Camonica
Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano
di Valle Camonica - BIM
Cartografia
Tino Pacchieni
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
Comune di Capo di Ponte
Comune di Ceto
Comune di Cimbergo
Comune di Darfo Boario Terme
Coordinamento editoriale
Raffaella Poggiani Keller
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
Comune di Paspardo
Redazione
Raffaella Poggiani Keller
Comune di Sellero
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
Comune di Sonico
Testi di
Raffaella Poggiani Keller
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
Coordinatore del Piano di Gestione
Carlo Liborio e
Maria Giuseppina Ruggiero
SCA - Società Cooperativa Archeologica
Segreteria tecnico-scientifica
con contributi di:
Angelo Maria Ardovino
Ministero per i Beni e le Attività Culturali Dipartimento Innovazione, Ricerca, Organizzazione
Tiziana Cittadini
Centro Camuno di Studi Preistorici e Riserva Regionale
delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo
Sergio Cotti Piccinelli
Comunità Montana di Valle Camonica
Angelo Fossati
Carlo Liborio e Maria Giuseppina Ruggiero
SCA - Società Cooperativa Archeologica
Apparato iconografico
Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia
Centro Camuno di Studi Preistorici
Dipartimento Valcamonica e Lombardia del CCSP
Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica
Comune di Sellero
Apparato cartografico
Provincia di Brescia-Ufficio cartografico
Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano
di Valle Camonica
Copertina
Lorenzo Mangili
In allegato CD contenente:
– Allegati 1-32
– Management Plan (English version
with Figures, Tables, Enclosures, GIS)
Cooperativa “Le Orme dell’Uomo”
Salvatore Lentini
CRAAC - Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali
Claudio Nodari
Traduzione inglese
Arkadia Translation, Milano
Jim Bishop
Studio di architettura, Esine
Ausilio Priuli
Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica
Cesare Ravazzi
Edizione
Stamperia Stefanoni, Bergamo 2007
CNR - Centro Nazionale delle Ricerche IDPA
Umberto Sansoni e Silvana Gavaldo
Dipartimento Valcamonica e Lombardia
del Centro Camuno di Studi Preistorici
In copertina:
La stele Cemmo 4
(età del Rame, III millennio a.C.).
Indice
Prefazioni
Premessa - cronistoria
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PARTE PRIMA
Il Quadro di Riferimento Generale del Piano
1. Identificazione del significato universale
1.1 Motivazione del riconoscimento
1.2 Identità storica
1.2.1 Breve storia delle ricerche
1.2.2 Arte rupestre: tecniche di incisione e periodizzazione del fenomeno
1.3 Valori culturali
2. Identificazione degli ambiti territoriali
2.1 Ambito territoriale iscritto
2.2 Ambito territoriale esteso
3. Identificazione dei soggetti promotori
3.1 Soggetti pubblici
3.2 Soggetti privati
3.3 Accordi e intese
4. Identificazione del Soggetto Responsabile
5. Programmi e problematiche
5.1 Piani Urbanistici e Funzionali
5.2 Piani Settoriali e/o Integrati
5.3 Piani di Sviluppo Socio Economico
5.4 Piani Specifici per la Tutela del Sito
PARTE SECONDA
Il Sistema Informativo Territoriale
6. Analisi del patrimonio culturale
6.1 Beni culturali, musei, ambiente, archeologia, arte, storia, edifici
6.2 Cultura materiale: artigianato, prodotti tipici, risorse naturali
6.3 Cultura intangibile: eventi, produzione culturale, usi e costumi
6.4 Stato di conservazione del patrimonio
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5
6.4.1 Il patrimonio di arte rupestre. Stato di conservazione e interventi di restauro,
documentazione e monitoraggio
6.4.2 Il patrimonio archeologico e storico-artistico
7. Analisi delle risorse
7.1 Risorse ordinarie per la conservazione
Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri
e Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, Capo di Ponte
Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo
Parco Comunale di Luine, Darfo Boario Terme
Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, Capo di Ponte
Parco Comunale di Sellero
Parco pluritematico del “Còren de le Fate”, Sonico
7.2 Risorse naturali ed ambientali
7.3 Cultura intangibile
7.4 Risorse organizzative ed intellettuali
8. Analisi dei rischi e dei vincoli
8.1 Accessibilità e fruibilità dei beni
8.1.1 Accessibilità alla Valle e ai beni in generale
8.1.2 Accessibilità ai Parchi con Arte Rupestre e fruibilità
8.2
Sistema degli Indicatori e fattori di rischio
8.2.1 Fattori generali di rischio che si riflettono sul contesto ambientale
8.2.2 Fattori particolari di rischio determinati dal contesto culturale
8.3 Sistema degli Indicatori sulla pressione, causa/effetto
8.4 Mappa dei rischi, delle tutele e delle protezioni
8.5 Sistema degli Indicatori di governo, norme, interventi
8.6 Sistema di qualità storica da trasferire alla futura generazione
9. Analisi sociale ed economica
9.1 Gli Indicatori Demografici
9.2 Gli Indicatori dell’occupazione
9.3 Le attività produttive settoriali
9.4 Il turismo e le attività collegate
9.5 Le attività culturali
9.6 Attese ed Intenzioni dei portatori di interesse
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PARTE TERZA
Tutela e conservazione
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10. Piano degli interventi sulle strutture
10.1 Piano di intervento per l’adeguamento e la valorizzazione
dei Parchi d’Arte Rupestre
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10.1.1 Adeguamento del riconoscimento formale dei parchi, a norma di legge
10.1.2 Adeguamento espositivo
10.1.3 Ricognizione della situazione conservativa del patrimonio d’arte rupestre
all’interno dei Parchi d’Arte Rupestre
10.2 Piano di intervento per la realizzazione del Museo Nazionale della Preistoria
della Valle Camonica a Capo di Ponte
10.3 Piano di intervento per la valorizzazione dei siti archeologici pre-protostorici
10.4 Piano di intervento per il rilevamento, la documentazione e la valorizzazione
degli altri siti d’arte rupestre della Valle Camonica
non compresi nei Parchi d’Arte Rupestre
10.4.1 Piano di intervento per l’inserimento nel sistema GIS
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10.4.2 Piano di intervento per la documentazione
10.4.3 Piano di intervento per la valorizzazione
10.5 Piano di intervento sulla rete dei percorsi storici
10.6 Piano di intervento per il ripristino paesaggistico del fondovalle
11. Piano degli interventi di manutenzione e restauro
12. Piano dei recuperi e delle protezioni
12.1 Piano di recupero del bosco e, più in generale, dell’ambiente naturale
nel quale si trovano i Parchi d’Arte Rupestre
12.2 Piano delle protezioni all’interno dei Parchi d’Arte Rupestre
13. Piano d’adeguamento degli strumenti normativi ed urbanistici
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PARTE QUARTA
Il modello dello sviluppo culturale locale
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14. Piano della Ricerca scientifica e tecnologica
14.1 Progetto di studio paleoambientale
14.2 Piano della ricerca sull’arte rupestre
14.3 Piano di ricerca sui contesti archeologici preistorici e protostorici
14.4 Piano di studio sulla storia delle ricerche sull’arte rupestre.
Analisi e studio degli Archivi storici
14.5 Progetto di documentazione del patrimonio intangibile
14.6 Editoria scientifica
14.7 Piano dei Convegni e delle iniziative culturali
14.8 Piano del monitoraggio ambientale
15. Piano di coinvolgimento delle comunità locali
15.1 Iniziative per il coinvolgimento delle scuole e delle Università
15.2 Iniziative di divulgazione del patrimonio mondiale
“Arte Rupestre della Valle Camonica”
15.3 Promozione della conoscenza del Piano di Gestione
15.4 Altre iniziative
16. Piano delle accessibilità e permeabilità
16.1 La linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo come mezzo strategico di accessibilità
al patrimonio delle incisioni rupestri
16.2 La segnaletica turistica lungo le strade della Valle Camonica
17. Piano della formazione e della diffusione
17.1 La formazione professionale
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17.1.1 Corso per la formazione di personale tecnico con specifiche competenze
in materia di ricognizione e restituzione digitale ai fini conservativi del patrimonio
archeologico litico, con particolare riferimento alle incisioni rupestri
17.1.2 Corso per operatori per la manutenzione del verde nelle aree comprese
nel Piano di Gestione per il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”
17.1.3 Corso per artigiani specializzati nelle lavorazioni tradizionali della Valle
17.1.4 Corso per la formazione e l’aggiornamento degli operatori didattici
17.1.5 Corso per operatori turistici
17.1.6 Corso di formazione per promoter turistici che richiamino ed indirizzino
i flussi turistici verso la Valle Camonica
17.2 La diffusione
17.2.1 Utenza
17.2.2 Servizi offerti
17.2.3 Numero degli addetti alle attività didattiche e qualificazione
17.2.4 Materiale didattico-divulgativo ed editoria specifica
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17.3. Piani di intervento per la didattica e la divulgazione
17.3.1 Qualificazione professionale degli operatori didattici per il sito UNESCO n. 94
“Arte Rupestre della Valle Camonica”
17.3.2 Predisposizione di centri di accoglienza e didattica in Valle Camonica
e nei Parchi d’Arte Rupestre
17.3.3 Adeguamento degli apparati didattici dei Parchi d’Arte Rupestre
17.3.4 Analisi dell’utenza dei Parchi d’Arte Rupestre
17.3.5 Progetti didattici per le scuole e i giovani residenti in Valle Camonica
17.3.6 Progetti didattici per le scuole e i giovani non residenti in Valle Camonica
17.3.7 Corsi di formazione per gli insegnanti
17.3.8 Visitatori di età prescolare
17.3.9 Divulgazione per gli adulti
17.3.10 Divulgazione per i disabili
17.3.11 Divulgazione per stranieri
17.3.12 Editoria
18. Piano dell’accoglienza del turismo culturale
19. Piano delle attività tipiche locali
20. Piano degli eventi e delle attività culturali
21. Piano del marketing territoriale
21.1 Obiettivi
21.2 Le azioni promozionali
21.3 Gli strumenti
21.4 La tempistica
21.5 I partners
21.6 Le modalità di finanziamento
22. Piano attuativo degli interventi
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PARTE QUINTA
Controllo e monitoraggio del Piano di Gestione
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23. Premessa metodologica
24. Controllo delle azioni e delle opere di manutenzione e restauro
25. Controllo delle opere di riconversione
26. Controllo delle azioni e delle opere di prevenzione
27. Controllo delle azioni e delle opere di tutela
28. Controllo delle opere di trasformazione
29. Controllo delle azioni e delle opere di protezione
30. Controllo delle azioni e delle opere di valorizzazione
31. Monitoraggio delle fonti di inquinamento
32. Controllo e monitoraggio dei flussi e del carico antropico
33. Controllo e monitoraggio del consenso del residente
Tabella: Gli Indicatori per il Controllo e il Monitoraggio del Piano di Gestione
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APPENDICE
Allegato 28. Consuntivo Studi Arte Rupestre Valle Camonica e pubblicazioni
Allegato 29. Piano degli Interventi descritti nelle Parti terza e quarta
del Piano di Gestione
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Prefazioni
Già dalla fine degli anni ’90 l’UNESCO cominciò a chiedere la presentazione dei Piani di Gestione dei siti
che si proponevano per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. Tale richiesta era motivata dalla costatazione che, negli anni trascorsi dall’avvio dell’attuazione della Convenzione per la salvaguardia del
Patrimonio Mondiale culturale e naturale del 1972, molti siti iscritti, benché formalmente tutelati, mostravano seri problemi di conservazione. Per affrontare questa situazione, si è voluto introdurre uno strumento
ritenuto utile ad attuare forme di tutela attiva più efficaci. In Italia l’esigenza di pervenire alla redazione di
Piani di Gestione si rese pressante quando, a partire dal 2001, tale strumento divenne obbligatorio per le nuove iscrizioni.
Presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali si avviò dunque, da quell’anno, un duplice percorso
per fare fronte a tale richiesta. L’Ufficio Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, preposto all’attuazione della Convenzione, coordinò la redazione dei Piani di Gestione di tutte le nuove candidature presentate, utilizzando anche il risultato di alcune ricerche condotte con la collaborazione di esperti nel settore della conservazione, dell’urbanistica, della paesaggistica, dell’economia e della cultura. Sulla base anche di tale esperienza si
avviò quindi il lavoro di un’apposita commissione, composta da docenti universitari delle discipline qui sopra
ricordate, incaricata di predisporre le linee guida per la redazione dei Piani di Gestione anche di tutti i siti già
precedentemente iscritti nella Lista.
Tale lavoro è stato condotto in stretta collaborazione con i rappresentanti delle amministrazioni interessate
e con i colleghi tecnici dell’Associazione Città Italiane Patrimonio UNESCO. Sviluppata attraverso numerosi
incontri tecnici, tale attività ha avuto nelle quattro Conferenze Nazionali dei siti UNESCO italiani, finora
svoltesi, un momento importante per l’illustrazione dell’avanzamento del lavoro e per lo scambio di esperienze
tra i diversi soggetti coinvolti nella gestione.
Questa attività ha avuto un importante riconoscimento a livello normativo con l’approvazione della Legge
20 febbraio 2006, n. 77 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell’UNESCO” che, tra l’altro, definisce e prevede che siano approvati i Piani di Gestione dei siti UNESCO italiani.1
In questa fase, tutti i nostri siti sono pertanto impegnati nella stesura del Piano di Gestione, o l’hanno da
poco conclusa. Si è così avviata una sperimentazione inedita ed interessante anche alla luce del numero e dell’importanza dei siti coinvolti in questo sforzo. Sicuramente il risultato che fino ad ora sembra essere il più in1
Art. 3. (Piani di Gestione)
1. Per assicurare la conservazione dei siti italiani UNESCO e creare le condizioni per la loro valorizzazione sono
approvati appositi Piani di Gestione.
2. I Piani di Gestione definiscono le priorità di intervento e le relative modalità attuative, nonché le azioni esperibili per reperire le risorse pubbliche e private necessarie, in aggiunta a quelle previste dall’articolo 4, oltre che
le opportune forme di collegamento con programmi o strumenti normativi che perseguano finalità complementari, tra i quali quelli disciplinanti i sistemi turistici locali e i Piani relativi alle aree protette.
3. Gli accordi tra i soggetti pubblici istituzionalmente competenti alla predisposizione dei Piani di Gestione e alla
realizzazione dei relativi interventi sono raggiunti con le forme e le modalità previste dal Decreto Legislativo 22
gennaio 2004, n. 42, recante il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, di seguito denominato «Codice».
9
teressante, nei casi di maggiore successo dell’iniziativa, è quello del coordinamento dei numerosi soggetti che a
vario titolo hanno competenze nella gestione del territorio, delle città e del patrimonio culturale e
paesaggistico.2 Questo particolare aspetto è stato fin dall’inizio alla base dell’impostazione italiana della metodologia per l’attuazione dei Piani di Gestione.
Il Piano di Gestione, infatti, è stato concepito come un elaborato tecnico che costituisce lo strumento necessario per definire e rendere operativo un processo di tutela e di sviluppo, condiviso da più soggetti e formalizzato attraverso un accordo di programma o altro strumento di concertazione. Si tratta di una definizione legata
alle esigenze poste dalla realtà culturale, istituzionale ed operativa italiana, in cui appare utile soprattutto
coordinare le logiche settoriali dei diversi soggetti competenti, sia istituzionali sia privati, per il raggiungimento di obiettivi, da tutti concordati, e per pervenire ad un equilibrato rapporto tra conservazione e sviluppo.
Il Piano di Gestione della Valle Camonica è stato uno dei primi ad essere completato, tra quelli dei siti
iscritti prima del 2001. Il Piano è stato infatti presentato nell’ottobre 2005, e si è quindi subito posto come un
riferimento per le tante Amministrazioni ancora al lavoro. Credo che proprio questo caso sia uno dei più significativi per illustrare il primo importante esito di tutta l’attività di costruzione di un processo condiviso, di cui
si è precedentemente fatto cenno. La redazione del Piano ha comportato una intensa attività di collaborazione
tra le Amministrazioni che a vario titolo sono l’espressione delle diverse competenze centrali e territoriali. In
particolare, in questo caso si è concretizzato, attraverso il Piano, un programma di azioni approvato da tutti i
soggetti competenti, che vede la conservazione dell’arte rupestre della Valle Camonica al centro una serie di attività concertate. Tutela e fruizione del patrimonio diventano così anche l’occasione per progettare uno sviluppo socio-economico legato alle valenze culturali eccezionali di questo territorio.
Ritengo opportuno ricordare, in occasione della pubblicazione del Piano, anche l’importante ruolo svolto
da Raffaella Poggiani Keller, che con grande competenza e grazie alla sua personale capacità di mediazione, è
riuscita a portare a termine un lavoro concordato e condiviso da tutti in ogni fase. Credo che tale esempio di
collaborazione tra le Amministrazioni pubbliche sia un interessante “buona pratica”, che illustra le possibilità
di pervenire ad azioni coordinate per la valorizzazione del nostro patrimonio.
Infine, mi piace sottolineare che il Piano di Gestione della Valle Camonica non è un semplice esercizio tecnico-accademico o un elenco di buone intenzioni. Dal momento della sua presentazione, molte della azioni previste
sono state avviate ed alcune anche completate, come risulta possibile costatare nelle pagine del volume. Anche
questo è un aspetto di non poco conto, in una realtà nazionale che spesso vede bloccate fin dalla nascita molte
iniziative lodevoli, ma purtroppo non adeguatamente radicate nella realtà amministrativa ed economica.
Nel rinviare ad una lettura del Piano per una visione completa dei molti contenuti e progetti, mi sembra
utile, tra le tante azioni avviate o completate, sottolinearne alcune che, a vario titolo, rappresentano esempi di
particolare interesse del lavoro svolto. Sul piano della conoscenza del patrimonio, il Catalogo Informatizzato
per il Monitoraggio dell’Arte Rupestre, con le schede IRWeb, costituisce dal punto di vista metodologico, ma
anche per l’attività già fatta, uno dei risultati più interessanti finora conseguiti. Tale interesse è stato poi anche sottolineato dall’attenzione suscitata negli incontri scientifici internazionali in cui è stato illustrato. In
termini di valorizzazione e migliore fruizione dell’arte rupestre, mi sembra utile ricordare l’adeguamento in corso dei Parchi già aperti e il progettato allestimento del Parco di Sellero. Infine, sul versante della tutela e della
gestione, ritengo importante ricordare il riconoscimento amministrativo dei parchi archeologici da parte della
regione Lombardia nel luglio del 2006.
Manuel Roberto Guido
Responsabile dell’Ufficio Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO
del Ministero per i Beni le Attività Culturali
2 Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità Montane, gli Enti
Parco o gli altri Enti pubblici istituzionalmente competenti a livello territoriale, gli Enti Ecclesiastici.
10
Le incisioni rupestri della Valle Camonica rappresentano un patrimonio unico nell’ambito dell’arte preistorica europea per continuità di realizzazione lungo tutto l’arco cronologico, dal Paleolitico alla romanizzazione,
per complessità e varietà di rappresentazioni, per distribuzione omogenea sul territorio. Questo eccezionale complesso archeologico, costituito da oltre 140.000 figurazioni su più di 2000 rocce, ha giustamente costituito il
primo sito italiano tutelato nella World Heritage List dell’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità,
a riconoscimento dell’opera di studio e di valorizzazione che una lunga serie di studiosi, da Gualtiero Laeng a
Emmanuel Anati, ha portato avanti nell’ultimo secolo.
La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, che non ha mai cessato di rivolgere la propria attenzione a questa tematica e di svolgere un ruolo di tutela attiva e di coordinamento scientifico nella
Valle dal tempo della realizzazione, già nel 1955, del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane,
è stata particolarmente lieta di assumersi l’onore e l’onere di coordinare, su incarico del Ministero per i Beni
e le Attività Culturali, l’elaborazione del Piano di Gestione, necessario a seguito di una precisa direttiva dell’UNESCO.
L’opera che viene presentata ha visto come protagonista Raffaella Poggiani Keller e i suoi collaboratori, cui
io stesso e i due miei predecessori, Angelo Maria Ardovino ed Elisabetta Roffia, abbiamo con ogni tranquillità
affidato questa responsabilità. Si trattava non solo di coordinare tutte le realtà territoriali presenti e necessarie
(Provincia, Comunità Montana, Consorzio BIM, Comuni), ma anche i diversi parchi delle incisioni rupestri
ormai costituiti e le numerose istituzioni scientifiche che operano in Valle Camonica, a partire dal prestigioso
Centro Camuno di Studi Preistorici: un’opera, come ci si può immaginare, tutt’altro che facile ma ormai indispensabile, perchè proprio la frammentazione delle iniziative ha sempre rappresentato il principale punto debole non solo della ricerca scientifica sulle incisioni rupestri ma anche per una loro valorizzazione adeguata all’importanza che rivestono nel patrimonio archeologico nazionale.
Il Piano di Gestione affronta quindi anche tutte le problematiche connesse con l’arte rupestre camuna, sia
riguardo al milieu territoriale dal punto di vista economico, sociale e culturale, sia riguardo evidentemente
alle prospettive di organizzazione futura delle risorse disponibili per la conservazione, il restauro, la valorizzazione e lo studio del sito UNESCO.
E tuttavia, nè poteva essere altrimenti, il Piano di Gestione parte dalla valutazione generale del significato
dell’arte rupestre camuna ed è su questo tema che proprio la Soprintendenza per i Beni Archeologici, e Raffaella Poggiani in particolare, hanno svolto negli ultimi anni un ruolo essenziale, affiancando alla ricerca sulle
rocce incise la ricerca sul territorio. È necessario infatti superare la fase della valutazione storico-artistica, antropologica o tipologica delle figurazioni sulle rocce per comprenderne il significato storico e culturale nei diversi periodi della preistoria camuna; questo è possibile solo con scavi archeologici e ricerche sul terreno che ci diano un quadro reale delle condizioni di vita, dell’organizzazione sociale, politica ed economica e, soprattutto,
delle manifestazioni cultuali, cui certamente le incisioni rupestri sono legate. I primi risultati, sensazionali,
dagli scavi del santuario megalitico di Ossimo, del recinto sacro attorno ai massi di Cemmo, degli insediamenti di Cevo - Dos Curù e di Temù, stanno dando un’immagine nuova della preistoria camuna, che si affianca
alle coeve manifestazioni dell’arco alpino, dalla Val d’Aosta al Trentino, ma che certo rappresenta il sito europeo più comprensibile e fruibile al pubblico.
11
Compito comune della Soprintendenza e delle altre istituzioni coinvolte nel progetto è quindi di realizzare
un forte modello di collaborazione per adeguare l’offerta culturale del sito UNESCO tanto alle esigenze turistiche quanto a quelle della ricerca scientifica.
Luigi Malnati
Soprintendente ad interim per i Beni Archeologici della Lombardia
12
Non è stato un percorso semplice quello che ha condotto gli Enti interessati alla gestione dei parchi archeologici d’arte rupestre della Valle Camonica a convergere intorno a un documento di analisi e di sintesi delle strategie di sviluppo del primo sito italiano riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Le difficoltà sono originate dalla natura speciale del Sito, che si identifica con il territorio di una intera
vallata alpina, la Valle dei Camuni appunto, e comprende un grande patrimonio archeologico disseminato
sul territorio, poco circoscritto, e gestito da enti diversi, con competenze, finalità, interessi non sempre convergenti. Ma altre complessità scaturivano dal sedimentarsi, negli operatori istituzionali e culturali, di sentimenti disinteressati all’aggregazione e al reciproco riconoscimento.
La scelta dell’UNESCO, e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di aprire la sfida dei Piani di
Gestione è stata una opportunità che il territorio della Valle Camonica ha saputo cogliere: con l’azione di coordinamento della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia è stato possibile avviare una riflessione tra tutti i soggetti che, sostenuti da tavoli tematici di lavoro e da una attenta segreteria tecnica, hanno
messo a fuoco alcune priorità ed obiettivi: effettuare una mappatura conoscitiva della grande risorsa culturale
dell’arte rupestre, difenderne il valore universale, rivitalizzarne la gestione mediante nuovi progetti e interventi di conservazione, valorizzazione, promozione e fruizione.
Grazie al lavoro congiunto degli Enti per lo studio del P.d.G. si sono accesi nuovi riflettori, nuovi propositi, nuove volontà di rilancio del grande patrimonio d’arte rupestre del sito UNESCO, anche grazie all’approntamento di inediti strumenti tecnici e amministrativi: il Gruppo Istituzionale di Coordinamento per l’attuazione delle prime fasi del Piano è lo strumento per concretizzare alcune misure urgenti (di progettazione, di intervento, di promozione del patrimonio) e nel contempo portare a perfetto compimento il P.d.G. individuando il
Soggetto Responsabile del Sito.
L’impegno di tutti è volto in questa direzione: trovare un Soggetto Responsabile che possa rappresentare l’unicità del Sito, ma anche la ricchezza e la varietà degli apporti istituzionali, la convergenza delle strategie e
degli interessi. Il cammino non è facile, ma è sicuramente utile al territorio, e porterà nuove prospettive di indagine e di sviluppo intorno al tema, sempre più attuale, delle modalità di gestione di quella risorsa, davvero
unica e inesauribile per il nostro Paese, rappresentata dal patrimonio storico, artistico e culturale.
Mario Rizza
Presidente
Gruppo Istituzionale di Coordinamento
del Piano di Gestione del Sito UNESCO
Arte Rupestre della Valle Camonica
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Premessa - cronistoria
La richiesta rivolta dall’UNESCO al Governo italiano (tenuto agli adempimenti derivanti
dalla Convenzione sulla tutela del Patrimonio mondiale, culturale e naturale, Parigi 16 novembre
1972) di estendere l’obbligatorietà dei Piani di
Gestione a tutti i siti del Patrimonio Mondiale
iscritti prima del 2002 ha comportato la necessità di adeguare anche il sito n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, il primo sito italiano riconosciuto nel 1979 Patrimonio Mondiale dell’umanità.
Nel 2004 il Ministero per i Beni e le Attività
Culturali ha dunque incaricato la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia di coordinare ogni necessaria iniziativa per
la messa in regola del sito Unesco e l’elaborazione del Piano di Gestione, in collaborazione
con gli Enti locali.
In una prima fase, condotta nel primo semestre 2004, la Soprintendenza curò l’istruttoria per l’aggiornamento dei dati. Data la carente documentazione del patrimonio tutelato, per il quale all’atto del riconoscimento nel
1979 non era stata fornita la perimetrazione
areale né erano stati elencati in modo esaustivo i beni, a sanatoria della situazione pregressa
si concordò con il Ministero di procedere, in
prima istanza, alla perimetrazione dei soli Parchi già oggetto, o in corso, di valorizzazione ed
afferenti a diversi Enti proprietari e gestori
(Stato, Comuni, Regione):
• Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri,
Capo di Ponte
• Parco Archeologico Nazionale dei Massi di
Cemmo, Capo di Ponte
• Parco Comunale di Luine di Darfo-Boario
Terme, compreso nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro
• Parco Archeologico Comunale di SeradinaBedolina, Capo di Ponte
• Parco Comunale di Sellero
• Parco Pluritematico “Còren de le Fate” di
Sonico
• Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri
di Ceto, Cimbergo e Paspardo.
Contestualmente alla perimetrazione dei sette Parchi su cartografia in varia scala (IGM
1:25.000; CTR 1:10.000; catastale 1:2000/1000),
si avviò la definizione delle “buffer zone”, le
aree-tampone, che in alcuni casi risultavano già
individuate nei Piani dei Parchi o in Decreti di
vincolo paesaggistico istituiti sulla base della
L.1497/1939 negli anni Sessanta attorno ad alcune delle aree sottoposte a tutela archeologica
(D.M. 14.4.1967 nei Comuni di Capo di Ponte
e Ceto).
In una seconda fase, nel giugno 2004, si è
avviata l’elaborazione del Piano di Gestione
per il quale il Ministero ha predisposto apposite “linee guida”, elaborate dalla “Commissione
Consultiva per i piani di gestione dei siti UNESCO e per i sistemi turistici locali” e presentate nella Seconda Conferenza Nazionale I siti
italiani iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale
dell’UNESCO. Piano di gestione e rapporto periodico, tenutasi a Paestum il 25-26 maggio 2004.
Con le Circolari del 30 luglio 2004 n. 115 e
del 21 dicembre 2004 n. 176 “Redazione dei Piani di gestione UNESCO”, a firma del Sottosegretario di Stato, On. Nicola Bono, sono state fissate le modalità e le fasi di lavoro, nonché le
scadenze per l’elaborazione del Piano di Gestione, da concludersi entro aprile 2005 e comunque entro la fine dell’anno.
Il Ministero per i Beni e le Attività CulturaliDipartimento per la Ricerca, l’Innovazione e
15
l’Organizzazione ha anche garantito il sostegno tecnico e scientifico all’iniziativa da parte
del Gruppo di lavoro permanente per la Lista
del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (di recente ridefinito Ufficio Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO), coordinato da Roberto Manuel Guido, che ha organizzato seminari e periodiche riunioni di verifica; inoltre ha offerto
un importante supporto tecnico con la creazione di un gruppo di consulenza, coordinato da
Felice Vertullo, che dopo avere elaborato le “linee guida” del modello di PdG, ha definito la
strategia per la redazione del Piano e fornito lo
schema cui adeguarsi in modo da rendere
omogenea e unitaria l’operazione che vede
coinvolti trentotto siti italiani. Grazie al sostanziale appoggio ed al supporto tecnico-scientifico predisposto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali sono stati notevolmente facilitati i lavori; di questo siamo grati al Ministero.
Il Piano di Gestione prevede un processo di
collaborazione istituzionale che coinvolge, oltre all’organo di tutela, gli Enti territoriali locali.
In considerazione della vastità del territorio
e della varietà dei beni (oltre 180 siti d’arte rupestre ubicati in 30 comuni della Valle Camonica) e, di conseguenza, del numero rilevante
di Enti locali interessati alla formulazione del
Piano di Gestione, Enti che non era pensabile
di poter coinvolgere tutti singolarmente, dati i
tempi stretti, si sono individuati come referenti principali, con i quali avviare un’intesa, gli
Enti territoriali sovracomunali, con i quali la
Soprintendenza aveva già avviato/realizzato,
per questo e per altri settori del patrimonio archeologico, progetti e accordi di programma,
ed i Comuni interessati dalla presenza dei Parchi sopra elencati.
In data 20 dicembre 2004 è stata pertanto
approvata una Dichiarazione di Intenti (All. 3),
sottoscritta da:
– Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia (d’intesa con la Direzione
Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia)
– Provincia di Brescia
– Comunità Montana di Valle Camonica
– Consorzio Comuni del Bacino Imbrifero
Montano di Valle Camonica (BIM)
– Comuni di Darfo Boario Terme, Capo di
16
Ponte, Sellero, Sonico e Consorzio per le
Incisioni Rupestri dei Comuni di Ceto,
Cimbergo e Paspardo.
Ognuno degli Enti sopra elencati, sulla base dell’art. 4 della Dichiarazione di Intenti, ha
nominato un rappresentante, delegato a partecipare al “Gruppo di Lavoro per l’elaborazione del Piano di Gestione”, finalizzato al perseguimento dei seguenti obiettivi prioritari:
• tutelare e conservare il patrimonio d’arte rupestre
della Valle Camonica, riconosciuto nel 1979 di
interesse mondiale dall’UNESCO, considerandolo nel contesto archeologico e territoriale al quale
è strettamente legato;
• promuoverne e potenziarne la conoscenza, con interventi sistematici e coordinati di documentazione, di ricerca e di studio;
• valorizzare il sito nelle forme e con gli strumenti
più idonei, nel rispetto, prioritario e imprescindibile, dell’integrità e dell’identità del bene, all’interno del contesto territoriale e culturale nel quale
esso è inserito;
• svilupparne con sapienza l’inserimento nel circuito del turismo culturale e, più in generale, di
un sistema turistico;
• operare in modo da rendere compatibili tali priorità con lo sviluppo sostenibile del territorio, per
il quale il sito arte rupestre costituisce elemento
promotore di sviluppo economico e sociale.
Dopo avere definito le linee generali del
Piano di Gestione con gli Enti sopra indicati, al
suddetto Gruppo di Lavoro si sono affiancate
due Commissioni, su Tavoli separati e con funzioni di consulenza, per l’elaborazione di documenti sulla Ricerca Scientifica e sulla Didattica:
– la Commissione per la Ricerca Scientifica, formata dalle Istituzioni culturali e scientifiche
che si occupano in Valle dello specifico tema dell’arte rupestre e alle quali sia riconosciuto un ruolo autorevole nello studio delle incisioni (Centro Camuno di Studi Preistorici, Dipartimento Valcamonica e Lombardia dello stesso Centro; Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo”; Museo
Didattico d’Arte e Vita Preistorica di Capo
di Ponte) e, anche, dalle istituzioni che si
occupano localmente di coordinamento e
gestione di aree a tutela paesaggistico-ambientale di interesse sovracomunale (Parco
dell’Adamello);
– la Sottocommissione per la Didattica costituita
dai Soggetti (in parte i medesimi) che svolgono attività didattica e di divulgazione sull’Arte Rupestre (Cooperativa Archeologica
“Le Orme dell’Uomo”; Museo Didattico
d’Arte e Vita Preistorica di Capo di Ponte,
Archeocamuni, Do.Net, Pro Loco di Capo
di Ponte).
I rappresentanti degli Enti, congiuntamente alla Segreteria Tecnico-Scientifica e Tecnica,
incaricata della redazione del Piano di Gestione (incarico attivato dalla Soprintendenza per
i Beni Archeologici della Lombardia nell’ambito del progetto Valcamonica preistorica finanziato nel Programma ordinario triennale 20042006 del Ministero), hanno partecipato nel
primo semestre 2005 a periodiche riunioni di
lavoro tenutesi, su convocazione della Soprintendenza, presso la sede della Comunità Montana di Valle Camonica in Breno.
Tale Gruppo di Lavoro ha discusso, modificato, integrato, approvato e recepito il testo
elaborato da parte del Coordinatore dei LL e
della Segreteria Tecnico-Scientifica e comprensivo degli specifici contributi dei rappresentanti degli Enti, via via trasmesso ai Soggetti coinvolti per una valutazione preventiva e
per ogni aggiunta, modifica, variazione ritenute necessarie, con periodica presa visione anche da parte dei responsabili politici degli Enti, quando non partecipanti di persona alle
riunioni.
Il medesimo Gruppo di Lavoro ha recepito
nel Piano di Gestione il Piano della Ricerca scientifica e tecnologica e il Piano della formazione e diffusione, alla cui elaborazione hanno contribuito la Commissione per la Ricerca Scientifica e
la Sottocommissione per la Didattica, di concerto con la Soprintendenza competente e
con la Segreteria Tecnico-Scientifica.
Il testo così elaborato si deve considerare
perfettibile e aperto ad ulteriori approfondimenti e modifiche che via via si rendessero necessari: ad esempio, nella parte progettuale
del Piano di Gestione (le Parti terza e quarta)
alcuni Piani di Intervento sono articolati in
forma compiuta, in alcuni casi in forma esecutiva, altri sono stati solo delineati e restano da
elaborare in via definitiva ad opera di specifiche commissioni, da costituire.
In sostanza il Piano di Gestione intende
svolgere la funzione di strumento tecnico di
orientamento e indirizzo utile all’azione dei
numerosi Soggetti interessati, alla salvaguardia
del patrimonio, alla promozione culturale ed
alla valorizzazione del sito: uno strumento duttile che sappia fronteggiare via via l’evolversi
della situazione e aiuti a gestire in modo tempestivo e sapiente lo sviluppo.
In via preliminare il Piano di Gestione del
sito n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, è stato presentato nella Terza Conferenza
Nazionale dei siti italiani iscritti nella Lista del
Patrimonio Mondiale dell’UNESCO La strategia per la gestione dei siti italiani UNESCO, organizzata a Torino dal 20 al 22 maggio 2005.
In via conclusiva, l’8 luglio 2005 (All. 30) il
Piano di Gestione è stato approvato dagli Enti
sottoscrittori della Dichiarazione di Intenti
che ne hanno condiviso l’elaborazione e hanno collaborato alla creazione, per la prima volta, di un tavolo di concertazione per la tutela,
la conservazione e la valorizzazione dell’Arte
Rupestre della Valle Camonica, che certamente, di per sé, già costituisce un fatto positivo
per l’affinamento di un metodo di lavoro comune e per l’individuazione delle strategie di
intervento per il futuro del patrimonio.
8 luglio 2005
Raffaella Poggiani Keller
Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia
coordinatore del Piano di Gestione
Aggiornamenti
Nell’agosto 2005 il Piano di Gestione è stato
pubblicato in rete: www.sitiunesco.org
Con successive deliberazioni, nell’estate e nell’autunno 2005, i singoli Enti hanno formalmente approvato il Piano di Gestione nella sua forma finale
(All. 30).
L’11 dicembre 2006 gli Enti hanno sottoscritto il
Protocollo di Intesa per l’attuazione delle prime fasi del Piano di gestione del sito Unesco
n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”,
dando avvio alla definizione del Soggetto Responsabile del sito.
17
NOTE INFORMATIVE
Comune di Capo di Ponte
Francesco Manella
(Sindaco)
Gruppo di lavoro per l’elaborazione
del Piano di Gestione del sito
UNESCO n. 94
“Arte Rupestre della Valle Camonica”
Giuseppe Composto
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia
(d’intesa con la Direzione Regionale
per i Beni Culturali e Paesaggistici
della Lombardia)
Angelo Maria Ardovino, Elisabetta Roffia
(Sindaco)
(Soprintendenti, succedutisi, rispettivamente, fino al 31
gennaio 2005 e dal 1° febbraio 2005)
Raffaella Poggiani Keller
(Direttore archeologo coordinatore)
Provincia di Brescia
Aristide Peli
(Assessore Area Innovazione Territorio - Settore Assetto
Territoriale Parchi e V.I.A.)
(Consigliere)
Comune di Sellero
Ezio Bartolomeo Laini
Comune di Sonico
Renata Pedrotti
(Assessore alla Cultura, Turismo, Bilancio e Artigianato)
Consorzio dei Comuni di Ceto,
Cimbergo e Paspardo
Mario Rizza
(Presidente)
Tiziana Cittadini
(Direttore della Riserva Regionale
delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo)
Segreteria tecnico-scientifica
Carlo Liborio
(SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano)
Elena Tironi
Maria Giuseppina Ruggiero
delegata della Provincia di Brescia (Area Innovazione
Territorio - Settore Assetto Territoriale Parchi e V.I.A.)
(SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano)
Riccardo Minini
(Comunità Montana di Valle Camonica)
(Assessore Area Sviluppo economico e sociale Settore Turismo)
Sergio Cotti Piccinelli
Sabrina Medaglia
Segreteria tecnica
Gian Claudio Vaira
(Area Sviluppo economico e sociale - Settore Turismo)
(Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia)
Maddalena Stefini
Tino Pacchieni
(Area Sviluppo economico e sociale - Settore Turismo)
(Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia)
Comunità Montana di Valle Camonica
Giancarlo Maculotti
Hanno partecipato alla fase preliminare di intesa tra gli Enti:
Angelo Maria Ardovino
(Assessore alla Cultura)
Sergio Cotti Piccinelli
(Servizio Cultura e Valorizzazione del territorio)
Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano
di Valle Camonica - BIM
Francesco Manella
(Consigliere)
Comune di Darfo Boario Terme
Francesco Abondio
(allora Soprintendente per i Beni Archeologici
della Lombardia)
Edoardo Mensi
(Presidente del Consorzio Comuni Bacino Imbrifero
Montano di Valle Camonica)
Alessandro Bonomelli
(Presidente della Comunità Montana di Valle Camonica)
Cristina Ambrosini
(Direzione Regionale per i Beni Culturali e PaesaggisticiMinistero per i Beni e le Attività Culturali)
Marco Dossena
e alla fase conclusiva di intesa tra gli Enti:
Elisabetta Roffia
(Presidente del Parco Locale di Interesse Sovracomunale
del Lago Moro)
(Soprintendente Reggente per i Beni Archeologici
della Lombardia)
(Sindaco)
18
Hanno collaborato alla discussione e ai lavori:
Commissione per la Ricerca Scientifica
costituita da:
Emmanuel Anati
(Centro Camuno di Studi Preistorici)
Tiziana Cittadini
(Centro Camuno di Studi Preistorici)
Andrea Arcà
(Cooperativa “Le Orme dell’Uomo”)
Angelo Fossati
(Cooperativa “Le Orme dell’Uomo”)
Ausilio Priuli
(Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica)
Umberto Sansoni
(Dipartimento Valcamonica e Lombardia del
Centro Camuno di Studi Preistorici)
Silvana Gavaldo
(Dipartimento Valcamonica e Lombardia del
Centro Camuno di Studi Preistorici)
Vittorio Ducoli
(Direttore del Parco dell’Adamello)
e Raffaella Poggiani Keller
Coordinamento per i rapporti con l’UNESCO
Manuel Roberto Guido
(Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Dipartimento
per la Ricerca, l’Innovazione e l’Organizzazione Ufficio
Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO)
con la collaborazione di
Angela Maria Ferroni
Coordinamento generale e consulenza tecnica
e scientifica per i Piani di Gestione
Commissione per i Piani di Gestione del Ministero
per i Beni e le Attività Culturali, presieduta dal
Sottosegretario di Stato, on. Nicola Bono, e
coordinata da Felice Vertullo
con la collaborazione di Anna Maria Trimarchi
Stesura dei testi e redazione
Raffaella Poggiani Keller
(Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia)
Carlo Liborio
(SCA-Società Cooperativa Archeologica, Milano)
Maria Giuseppina Ruggiero
(SCA-Società Cooperativa Archeologica, Milano)
(Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia)
Hanno collaborato alla stesura dei testi:
Sottocommissione per la Didattica
costituita da:
Angelo Fossati
Angelo Maria Ardovino
(Cooperativa “Le Orme dell’Uomo”)
Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Dipartimento
Innovazione, Ricerca, Organizzazione (Parte terza, Piano
degli interventi di manutenzione e restauro)
Alberto e Chiara Galbiati
Tiziana Cittadini
(Archeocamuni)
Centro Camuno di Studi Preistorici e Riserva Regionale
delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo
(Parti prima e seconda: le notizie relative alla Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo e al Centro Camuno di Studi Preistorici e relative
attività)
Sergio Musatti
(Do.Net, Museo della Riserva Regionale delle Incisioni
Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo)
Ausilio Priuli
(Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica)
Ilaria Zonta e collaboratrici
(Associazione Pro Loco di Capo di Ponte)
e Raffaella Poggiani Keller
(Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia)
con la collaborazione di
Serena Solano
(CRAAC - Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali)
e la consulenza di
Maria Giuseppina Ruggiero
(SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano)
Coordinamento dei Lavori per il Piano
Raffaella Poggiani Keller
(Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia)
con la supervisione dei Soprintendenti
A. M. Ardovino ed E. Roffia
Sergio Cotti Piccinelli
Comunità Montana di Valle Camonica (Parte quarta. 16.
Piano delle accessibilità e permeabilità, 16.1. La linea ferroviaria Brescia-Edolo come mezzo strategico…; 19. Piano delle attività tipiche locali)
Angelo Fossati
Cooperativa “Le Orme dell’Uomo” (scheda sulla Cooperativa e sulle attività svolte)
Salvatore Lentini
CRAAC - Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali
(Parte quarta. Piano della Ricerca scientifica e tecnologica, 14.5. Progetto di documentazione del patrimonio intangibile)
Claudio Nodari
Studio di architettura, Esine (All. 10. Capo di Ponte-Norme tecniche di attuazione)
Ausilio Priuli
Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica (scheda sul
Museo e sulle attività svolte)
19
Cesare Ravazzi
Maria Giuseppina Ruggiero
CNR-IDPA (Parte quarta. Piano della Ricerca scientifica
e tecnologica, 14.1. Progetto di studio paleoambientale)
(SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano)
Umberto Sansoni e Silvana Gavaldo
Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici (scheda sul Dipartimento e sulle attività svolte)
Maddalena Stefini
Provincia di Brescia - Settore Turismo (Parte quarta. 21.
Piano del marketing territoriale)
con la collaborazione tecnica di:
Tino Pacchieni
(Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia)
e la collaborazione informatica di:
Thomas Scalera
(Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia)
Elena Tironi
Provincia di Brescia - Settore Assetto Territoriale Parchi e
V.I.A. (Parte seconda. 7.2 Risorse naturali e ambientali;
Parte terza. 12. Piano dei recuperi e delle protezioni,
12.1. Piano di recupero del bosco; Parte quarta. 17. Piano della formazione e della diffusione, 17.2. Corso per
operatori per la manutenzione del verde…)
Gian Claudio Vaira
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
(All. 4 - Regesto della Strumentazione Urbanistica; All.
27 - Manuale delle Buone Pratiche: Decalogo per la manutenzione delle rocce incise)
Cartografia (GIS)
Tino Pacchieni
(Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia)
con la collaborazione di:
Gian Claudio Vaira
(Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia)
Ufficio cartografico della Provincia di Brescia Assessorato al Territorio, Parchi e V.I.A.
Tiziana Cittadini
(Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo), per la cartografia dei Parchi di competenza e in progettazione
Claudio Nodari
(Studio di architettura, Esine), estensore del PRG di Capo di Ponte e di Sellero (in corso)
Donato Taboni
(BIM - Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano di
Valle Camonica)
Uffici tecnici di Darfo - Boario Terme
e di Angolo Terme
Ufficio Tecnico di Sonico e Ausilio Priuli
(Museo didattico d’Arte e Vita preistorica)
e la consulenza tecnica di:
Paola Melis
(Studio di architettura, Milano)
Elaborazione cartine, grafici
e trattamento immagini
Carlo Liborio
(SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano)
20
Apparato iconografico
Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia
Centro Camuno di Studi Preistorici
Dipartimento Valcamonica
e Lombardia del CCSP
Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica
Comune di Sellero
Fonti
Provincia di Brescia - Settore Turismo per i dati
statistici sul turismo nella provincia e in Valle
Provincia di Brescia - Ufficio cartografico per cartografia di base digitalizzata 1:50.000, CTR
1:10.0000 e Piano Sentieristico Provinciale vettorializzato
Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano di
Valle Camonica per cartografia di base digitalizzata e vettoriale di varie scale e aereo-ortofoto
Comunità Montana di Valle Camonica per tutti i
dati disponibili su progetti, statistiche, indagini
socio-economiche
Comune di Capo di Ponte per Normativa urbanistica
Traduzione inglese
Arkadia Translation, Milano
Jim Bishop, cui si deve anche la revisione generale della versione inglese del Piano
Finanziamenti
L’onere finanziario per l’elaborazione del Piano
di Gestione è stato assunto in toto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia - Ministero per i Beni e le Attività Culturali
nell’ambito della programmazione annuale (Progetto Valcamonica preistorica. Scavo, documentazione
e valorizzazione, anni 2004, 2005 e 2006).
Un contributo per la traduzione è stato offerto
dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e
Paesaggistici della Lombardia-MiBAC
PARTE PRIMA
Il Quadro di Riferimento Generale del Piano
1. IDENTIFICAZIONE
DEL SIGNIFICATO UNIVERSALE
1.1 Motivazione del riconoscimento
La Valle Camonica, una delle più estese valli d’Italia, situata nella parte nord-orientale
della regione Lombardia, in provincia di Brescia (Figg. 1-2), è caratterizzata dal più ricco
patrimonio mondiale di arte rupestre.
L’Arte Rupestre della Valle Camonica venne inserita nel 1979, quale primo sito italiano,
nella World Heritage List dell’UNESCO per
l’unicità del fenomeno e per l’importanza del
contributo scientifico che lo studio del patrimonio di incisioni ha apportato alla conoscenza della preistoria dell’Uomo.
Allo stato attuale non è noto l’esatto iter dell’iniziativa, promossa per via di conoscenze e
rapporti scientifici tra Enti, senza particolari for-
Fig. 1. Ubicazione del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre
della Valle Camonica” (Lombardia, Italia).
malizzazioni, come risulta evidente dalla Proposition d’Inscription presentata in data 24.1.1979
dall’Assessore alla Cultura della Regione Lombardia (nota UNESCO prot. n. 94 del
21.3.1979), con il supporto scientifico del Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di Ponte. Anche grazie all’attività svolta da questo Istituto, erano state individuate fin dagli anni ’50
centinaia di rocce istoriate e soprattutto si era
ricostruito il quadro storico, culturale ed economico delle genti che le avevano prodotte, individuandone i collegamenti ed i contatti con i
principali gruppi umani operanti in Europa. La
richiesta di riconoscimento venne accolta proprio per la continuità temporale di queste manifestazioni artistiche ed il loro collegarsi con
analoghi fenomeni documentati in Europa.
Va ricordato che all’epoca la Soprintendenza competente per la tutela dei beni archeolo-
Fig. 2. Ubicazione della Valle Camonica in Lombardia.
21
gici e responsabile dei siti (alcuni dei quali di
proprietà demaniale e direttamente gestiti dallo Stato) e delle ricerche archeologiche, svolte
sia direttamente sia in collaborazione, tramite
autorizzazione o concessione, con il Centro
Camuno, non fu coinvolta nell’iniziativa.
Dalla documentazione disponibile risulta
che l’iter fu breve (All. 1):
➢ 24 gennaio 1979: viene presentata la domanda da parte dell’Assessorato alla Cultura della Regione Lombardia; la proposta è
sostenuta dal Centro Camuno di Studi Preistorici, impropriamente indicato come responsabile per la tutela e la conservazione
del bene.
➢ 21 marzo 1979: l’UNESCO riceve la domanda e la registra con il numero d’ordine 94.
➢ 29 marzo 1979: l’ICOMOS (International
Council of Monuments and Sites) trasmette all’UNESCO una nota nella quale giudica completa ed adeguata la documentazione per la candidatura della Valle Camonica.
➢ 10 aprile 1979: l’ICOMOS rimarca all’UNESCO la necessità di “aggiungere al dossier una
carta specificamente elaborata per l’iscrizione al
titolo di patrimonio mondiale, la quale delimiti e
precisi le zone di interesse”.
➢ 22-26 ottobre 1979: la candidatura della
Valle Camonica alla WHL viene presentata
alla Terza Sessione della Convention Concerning The Protection Of The World Cultural And Natural Heritage, tenutasi al Cairo ed a Luxor.
Il sito venne iscritto nel 1979 sulla base dei
criteri III e VI, su segnalazione dell’ICOMOS
(Proposta di Iscrizione del 10 aprile 1979).
Si riportano le definizioni dei due criteri
secondo le indicazioni generali dell’UNESCO
e secondo le motivazioni specifiche dell’ICOMOS:
– UNESCO, Criterio III: “porta una testimonianza unica o, per lo meno, eccezionale di una
tradizione culturale o di una civiltà esistente o
del passato”.
– UNESCO, Criterio VI: “è direttamente o materialmente legato ad eventi o tradizioni in vita,
con idee, con credi, con lavori artistici o letterari
d’eccezionale valore universale”.
– ICOMOS, Criterio III: “Le incisioni rupestri
della Valle Camonica affondano le loro radici ad
8000 anni prima della nostra era. Non è neces22
–
–
–
–
–
sario insistere sul carattere particolarmente prezioso delle manifestazioni umane che risalgono
ad un periodo così antico”.
ICOMOS, Criterio III: “Les gravures rupestres
de Val Camonica s’échelonnent dans le temps sur
les 8 millénaires qui ont précédé notre ère. Il n’est
pas besoin d’insister sur le caractère éminemment
précieux de manifestations humaines remontant
à une si haute antiquité”.
ICOMOS, Criterio III: “The rock engravings
of Val Camonica stretch back over the 8 thousand
years which precede our present era. It is unnecessary to accent the conspicuosly invaluable nature
of human rendering which are of so great an antiquity.
ICOMOS, Criterio VI: “Le incisioni rupestri
della Valle Camonica costituiscono una straordinaria documentazione figurata sui costumi e sulle ideologie preistoriche. L’interpretazione, la classificazione tipologica e gli studi cronologici su
questi petroglifi hanno apportato un contributo
considerevole nei settori della preistoria, della sociologia e dell’etnologia”.
ICOMOS, Criterio VI: “Les gravures rupestres
de Val Camonica constituent une extraordinarie
documentation figurée sur les moeurs et les mentalités préhistoriques. Le déchiffrage, le classement typologique et l’étude chronologique systématique de ces petroglyphes aboutit à un apport
considérable dans les domaines de la préhistoire,
de la sociologie et de l’ethnologie”.
ICOMOS, Criterio VI: “The rock engravings of
Val Camonica constitute an extraordinary figurative documentation of prehistoric customs and
mentality. The systematic interpretation, topological classification, and the chronological study of
these configurations in stone have brought about
a considerable contribution to the fields of prehistory, sociology and ethnology”.
Il riconoscimento del sito nella WHL ha
quindi sancito nel 1979 l’importanza mondiale del patrimonio di arte rupestre della Valle
Camonica.
La creazione di un Piano di Gestione del
sito rappresenta un momento di riflessione e
di analisi sulla necessità di coinvolgere in un
processo sinergico i diversi Enti presenti in
Valle, per rendere compatibili le inderogabili
esigenze di tutela, conservazione e valorizzazione del bene con uno sviluppo integrato del
territorio.
1.2 Identità storica
1.2.1 Breve storia delle ricerche
Nel 1914 Gualtiero Laeng, riprendendo
una nota del 1909 (LAENG G. 1909, Scheda di segnalazione al Comitato Nazionale per la protezione
del paesaggio e dei monumenti, Touring Club Italiano), segnalò per la prima volta al grande
pubblico, sulla Guida d’Italia del Touring Club
Italiano: Piemonte, Lombardia e Canton Ticino,
Milano, Touring Club Italiano, p. 595, i due
massi di Cemmo (Figg. 3-4). La notizia suscitò
l’interesse di altri studiosi che giunsero in Valle per occuparsi di queste manifestazioni di arte preistorica (si veda la Bibliografia: All. 32).
Negli anni ’20 e ’30 del XX secolo, le ricerche si estesero in altre località della Valle Camonica, ad opera di studiosi quali Giovanni
Figg. 3-4. Situazione dei Massi di Cemmo all’atto della scoperta negli anni ’30 del XX secolo: sopra il Masso Cemmo 1,
sotto il Masso Cemmo 2.
23
Fig. 5. Pianta del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS) con le rocce incise rilevate da
E. Süss nel 1955.
Fig. 6. Il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri a Capo
di Ponte-località Naquane negli anni ’50 del XX secolo:
particolare della roccia 1 o Grande Roccia.
Marro, Paolo Graziosi, Raffaello Battaglia e
Giuseppe Bonafini, che fu tra i primi a suggerire la realizzazione di un parco archeologico
(BONAFINI G. 1932, Il Parco Nazionale Preistorico
di Valcamonica, Brescia, 11/Dicembre, Brescia,
pp. 24-30) (Figg. 5-6).
Sempre negli anni ’30 la Valle Camonica, come altre località, non sfuggì ai tentativi del Terzo Reich di legittimare il concetto di razza ariana e le incisioni rupestri degli antichi Camuni
attirarono l’attenzione dello studioso Franz
Altheim, docente di Storia Antica all’Università
di Berlino e fervido sostenitore delle teorie razziste (ALTHEIM; TRAUTMANN, in Bibliografia).
24
Dopo il silenzio dovuto alla Seconda Guerra Mondiale, le ricerche ripresero negli anni
‘50, grazie allo svizzero Hercli Bertogg (direttore del Museo di Coira: BERTOGG 1952, 1955,
1956, 1967), ed a studiosi locali quali Gualtiero Laeng ed Emanuele Süss (si veda la Bibliografia), che lavoravano per il Museo di Scienze
Naturali di Brescia.
Al Süss si deve la realizzazione della prima
carta di distribuzione delle rocce incise della
zona di Naquane (SÜSS 1956 a, b), premessa
per l’istituzione nel 1955 del Parco Nazionale
delle Incisioni Rupestri (Fig. 5), per volere
dell’allora Soprintendente alle Antichità, Mario Mirabella Roberti. In quella occasione risultò fondamentale la collaborazione del Comune di Capo di Ponte e della Provincia di
Brescia, che acquisirono i terreni e li donarono al Demanio statale (atto del 20 agosto
1963, ratificato dal DPR del 26 ottobre 1967,
n. 1388 - All. 2).
Nuovo e decisivo slancio alle indagini fu
impresso da Emmanuel Anati che, giunto nel
1956 in Valle Camonica per comparare le incisioni rupestri camune con quelle del Monte
Bego (Alpi Marittime francesi), si stabilì a Capo di Ponte, dove fondò nel 1964 il Centro Camuno di Studi Preistorici.
Il suo gruppo di ricerca avviò sistematiche
Fig. 7. Darfo Boario Terme, Luine. I sondaggi dello scavo
n. 5, a ridosso della roccia 53 (da ANATI 1982 c, p. 90).
Fig. 9. Capo di Ponte, Dos dell’Arca-scavo 1962. Roccia
incisa sigillata da uno strato archeologico.
Fig. 8. Capo di Ponte, Dos dell’Arca. Gli scavi dell’abitato
preistorico e protostorico (rielaborato da ANATI 2004 b,
p. 74).
Fig. 10. Capo di Ponte, Dos dell’Arca-scavo 1962. Foto
dello scavo con il muro di perimetrazione.
campagne di studio delle rocce istoriate, con il
metodo del “rilievo a contatto” ed utilizzando in
alcuni casi caseina e nero-fumo per evidenziare
le raffigurazioni incise (Il trattamento delle rocce
istoriate in ANATI 1982 c, pp. 65-66 e Fig. 47).
Negli anni ’60 Anati, oltre alle ricerche sull’arte rupestre, condusse anche, per conto della
Soprintendenza alle Antichità della Lombardia,
scavi archeologici a Luine, nel comune di
Darfo Boario Terme (ANATI 1982 d), ed a Capo
di Ponte, nelle località dei Massi di Cemmo
(ANATI 1967 b, 1972 d) e di Dos de l’Arca (ANATI 1982 c, passim), sito dove furono messi in luce un abitato fortificato dell’età del Bronzo e
del Ferro ed alcune rocce istoriate (Figg. 7-10).
Le ricerche del Centro Camuno e del Dipartimento Valcamonica e Lombardia, fondato nel 1987 come Sezione del CCSP, continuano a tutt’oggi con annuali campagne di studio
delle rocce incise, secondo piani annuali concordati con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, con la quale il
25
Fig. 11. Cartina dei ritrovamenti pre-protostorici della Valle Camonica.
Nella cartina sono riportati i ritrovamenti e siti preistorici e protostorici, specificandone, attraverso simboli diversi, la tipologia e, con il
colore, la cronologia.
Tipologia dei ritrovamenti:
abitati;
tombe e necropoli;
D luoghi di culto;
✱ grotte e ripari sotto roccia, che possono avere sia resti di sepolture sia tracce di frequentazione non meglio qualificabili;
X i reperti sporadici, in genere manufatti metallici senza contesto.
L’epoca dei ritrovamenti è indicata dal colore. Rosso: i siti pluristratificati; verde: età del Rame; viola: età del Bronzo; blu: età del Ferro.
26
Centro Camuno ha stipulato nel 1994 una
Convenzione quinquennale.
Ricerche sui siti con incisioni si devono anche, dagli anni Settanta, ad Ausilio Priuli del
Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica di
Capo di Ponte e, dal 1988, alla Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo”.
Alle attività di ricognizione di superficie,
condotte su tutto il territorio della Valle Camonica da parte dei diversi gruppi di ricerca,
si deve la segnalazione ogni anno di nuove località con rocce incise.
Ad oggi le località con rocce istoriate segnalate sono oltre 180, distribuite nella Bassa, Media e, seppure in minor quantità, Alta Valle, a
volte correlate in un medesimo contesto o
prossime a siti d’abitato plurisecolari, come
Luine di Darfo Boario Terme e Dos de l’Arca
di Capo di Ponte.
Un consuntivo delle ricerche nei siti d’arte
rupestre è sintetizzato nella Tabella allegata
(All. 28, in Appendice) dove sono elencati per
località gli studi e le indagini effettuati dai diversi Istituti di ricerca e gruppi di lavoro operanti in Valle Camonica.
Dal confronto tra Elenco delle località con
arte rupestre (infra, pp. 74-82) e Tabella degli
studi (All. 28) è possibile desumere una valutazione sullo stato della ricerca.
Fig. 12. Breno, Castello. L’area dello scavo (da FEDELE
1988 a, p. 41).
Allo sviluppo dell’arte rupestre, tra la fine
del Paleolitico e l’età del Ferro, con persistenze del fenomeno in età romana fino al Medioevo e oltre, si accompagna in Valle Camonica un popolamento diffuso, ancora troppo poco noto, che interessa prevalentemente la fascia collinare di mezza costa, ma si spinge anche all’interno delle valli laterali e alle alte
quote per lo sfruttamento delle risorse (caccia,
pascoli, affioramenti di rame e di ferro): ne sono indizio i ritrovamenti di abitati, di sepolture e luoghi di culto, di aree di lavoro minerario e di manufatti sporadici, in prevalenza metallici, che sono stati oggetto di studi di sintesi
e di resoconti di scavo, soprattutto in anni recenti (Fig. 11; All. 32 - Bibliografia).
Fig. 13. Ossimo, Anvòia. L’area dello scavo del sito cerimoniale eneolitico con monoliti istoriati e non (da FEDELE 1990 d, p. 202).
In generale va sottolineato che la presenza
diffusa e importante del fenomeno dell’arte
rupestre ha comportato un interesse privilegiato per questo settore di studio a discapito di
una visione globale del contesto territoriale e
dei contesti archeologici che, seppure segnala-
ti, non ebbero fino al 1980 equivalente attenzione, così che il quadro delle conoscenze sulla preistoria e protostoria camuna risulta ancor oggi piuttosto lacunoso.
Prevalentemente solo a partire dal 1980 si è
27
Fig. 14. Rogno (BG), Coren dei Pagà. Sulla torre di roccia aveva sede un insediamento neolitico della Cultura
dei Vasi a Bocca Quadrata.
potenziata, da parte del Ministero per i Beni e
le Attività Culturali-Soprintendenza Archeologica della Lombardia, la ricerca archeologica
sui contesti non necessariamente collegati all’arte rupestre, nell’ambito di indagini preventive o di salvataggio (i numerosi interventi di
tutela della Soprintendenza a Darfo Boario
Terme - Luine e Corni Freschi, Cividate Camuno - Via Palazzo, Malegno, Ossimo-Passagròp e
Pat, Capo di Ponte - Cemmo, Temù - Desèrt,
Cevo - Dos del Curù e Dosso Andròla, Cedegolo - Dosso Poglia e altri minori) e di progetti di
ricerca (gli scavi condotti da F. Fedele dell’Università di Napoli sulla collina di Breno, sede
di un abitato, e nel sito di culto e cerimoniale
di Ossimo-località Anvòia; le ricerche di M.
Tizzoni dell’Università degli Studi di Bergamo
nella miniera di Campolongo di Bienno; lo
scavo delle Università di Trento e di Pisa al Coren Pagà di Rogno).
Dalle ricerche condotte va emergendo un
quadro di grande ricchezza e complessità nel
quale è ora possibile delineare le modalità di
popolamento della Valle, fin dalle epoche più
antiche della preistoria (risale al Paleolitico la
più antica capanna scoperta), e ricostruire i
modi dell’abitare, i luoghi di culto, i luoghi
del lavoro, meno le sepolture, che restano a
tutt’oggi poco note.
In particolare, si menzionano di seguito i
principali interventi sui contesti archeologici
preistorici e protostorici della Valle Camonica.
Nuove ricerche furono promosse dalla Soprintendenza nell’area dei Massi di Cemmo, nel
1983 e nel 1984 (direzione R. De Marinis: DE
MARINIS 1988 b), a seguito del ritrovamento
fortuito, nel 1981, di un frammento di stele, la
“Cemmo 3” (Figg. 49-50).
A partire dal 1988 furono affidati alle Università, su concessione del Ministero, alcuni
scavi di ricerca su contesti insediativi e cerimoniali. A Breno, sulla collina del Castello (Fig.
12), gli scavi diretti dal 1988 da F. Fedele (Università Federico II di Napoli) hanno portato al-
Figg. 15-16. Cividate Camuno, Via Palazzo. Ai piedi della
rupe su cui sorge, sui resti di un sito del Bronzo Finale e
di un edificio di culto romano, la Chiesa di S. Stefano, sono stati portati alla luce, al di sotto di una domus romana,
una capanna del Paleolitico Superiore, un piano di frequentazione del Mesolitico Antico e parte di un abitato
neolitico su impalcato ligneo.
28
la luce un insediamento neolitico, perdurato
anche nelle età del Bronzo e del Ferro (FEDELE
1988 a, 2003). Altre campagne di scavo furono
avviate anche a Ossimo, in località Anvòia (Fig.
13), dove, tra 1988 e 2003, fu esplorato un santuario megalitico dell’età del Rame (FEDELE
1995, 2001).
Gli scavi diretti da B. Bagolini dell’Università di Trento in collaborazione con G. Cremonesi dell’Università di Pisa hanno esplorato un
particolare sito d’altura neolitico a Rogno (Fig.
14) (FERRARI, PESSINA 1997 a, b; FERRARI, PESSINA, VISENTINI 2003); M. Tizzoni dell’Università
degli Studi di Bergamo ha avviato nel 1997 una
ricerca internazionale sull’attività mineraria
dell’età del Ferro nella miniera di Campolongo di Bienno (ANCEL et alii 2000; CUCINI TIZZONI et alii 2001).
Nei medesimi anni le indagini condotte direttamente dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia sono divenute più intense
e capillari, interessando diverse località della
Valle e spesso in connessione con aree ricche
di rocce incise (si veda All. 32 - Bibliografia e
notizie in “NSAL”, 1988-2005): si è trattato di
interventi sia di salvataggio, sia di indagine
preventiva a grandi opere pubbliche, sia di ricerca programmata.
Al 1988 risale la scoperta, a Cividate Camu-
no (Figg. 15-16), dei resti di una capanna con
livelli del Paleolitico Superiore (13.805 ± 440
anni da oggi) e di un livello di frequentazione
del Mesolitico Antico (IX millennio a.C.): si
tratta della più antica testimonianza della presenza umana in Valle Camonica (POGGIANI KELLER 1999 a, 2004 d); nello stesso sito nel Neolitico Medio-Tardo fu fondato un abitato, di cui si
conservano resti di capanna su impalcato ligneo.
Inoltre, partendo dalla Bassa Valle, si ricorda il rinvenimento di resti insediativi neolitici
ed eneolitici nel Parco di Luine a Darfo Boario
Terme (scavi 1999-2000: POGGIANI KELLER
2003); nel 1993 ad Ossimo, in località Passagròp, è stato messo in luce un sito con stele e
massi-menhir dell’età del Rame; dal 1995 sempre ad Ossimo, in località Pat (Figg. 17-18), la
Soprintendenza sta scavando un’area cerimoniale e funeraria megalitica dell’età del Rame,
nei pressi della quale venne fondato un abitato
dei Camunni durante l’età del Ferro (POGGIANI
KELLER 1999 b, 2004 a, b, d).
A Cemmo, dopo un intervento di scavo effettuato nel 1995 che ha portato al ritrovamento
di un piccolo frammento di stele (Cemmo 5),
nuove e importanti testimonianze sono emerse
nel 2000, a seguito dei lavori di sistemazione
dell’area per la realizzazione del Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo (Figg. 19-
Fig. 17. Ossimo, località Pat. Sul pianoro si svilupparono un’area cerimoniale e funeraria megalitica dell’età del Rame,
con tracce di frequentazione nelle età del Bronzo e del Ferro, e, nell’avanzata età del Ferro, un abitato dei Camunni.
29
Fig. 18. Ossimo, località Pat. Piattaforme dell’età del Rame connesse con l’allineamento di monoliti istoriati del santuario calcolitico.
Fig. 19. Cemmo-Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo: panoramica del sito.
30
Figg. 20-21. Cemmo-Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo: a sinistra la buca di disattivazione del santuario pagano contenente cinque stele; a destra: il recinto protostorico che perimetra i massi, perdurato fino alla tarda età romana.
21). La Soprintendenza ha così avviato una serie di campagne di scavo, tuttora in corso, che
hanno permesso di portare alla luce i resti di un
santuario megalitico fondato nell’età del Rame
e perdurato fino ad età tardo romana-altomedioevale (POGGIANI KELLER 2000 a).
Tracce di frequentazione preistorica sono
state rinvenute nel 1999 all’interno del Parco
Nazionale delle Incisioni Rupestri, nelle località de I Verdi (nella vicinanze della roccia 33)
e del Baitello del Pedù (NSAL 1999-2000).
Nell’Alta Valle Camonica, connotata da sporadiche evidenze archeologiche, rivestono particolare importanza i resti di una casa databile tra
la fine del VI ed il V secolo a.C., scavati dalla Soprintendenza in località Desèrt a Temù nel corso del 2000 (POGGIANI KELLER, DE VANNA 2001).
Nel 2004 sono stati indagati i resti di un
abitato minerario della media età del Ferro,
connessi con una lunga iscrizione in alfabeto
nord-etrusco e con massi incisi con coppelle, a
2000 m di altezza sul livello del mare, a Cevo
(Figg. 22-24); inoltre, uno scavo nel centro storico di Malegno ha portato alla scoperta dei
resti di un abitato fondato nel Neolitico Tardo
e perdurato fino alla media età del Ferro,
quando si attesta nel sito una officina metallurgica per la lavorazione del bronzo.
1.2.2 Arte rupestre: tecniche di incisione
e periodizzazione del fenomeno.
Premessa
L’arte rupestre della Valle Camonica costituisce il più importante complesso di questo
genere di manifestazione del pensiero dell’uomo in ambito mondiale. Il patrimonio d’arte
rupestre camuno, costituito da oltre 140.000
figurazioni incise distribuite su circa 2.400 rocce, rappresenta una straordinaria espressione
della creatività dell’uomo attraverso i millenni,
per un arco cronologico di oltre 8.000 anni, a
partire dall’Epipaleolitico fino ad età storica,
romana e medioevale.
Il numero, la durata e la varietà delle incisioni contribuiscono a rendere eccezionale il
valore del complesso.
31
Fig. 22. Cevo, Dos del Curù. Insediamento minerario della media età del Ferro.
Figg. 23-24. Cevo, Dos del Curù. Iscrizioni camune dell’età del Ferro.
Tecniche di incisione
Le incisioni sono state realizzate su rocce
classificabili come arenarie e conglomerati del
Permiano Superiore: si tratta di materiali molto
compatti, costituiti in prevalenza da quarzo, sui
quali l’azione erosiva esercitata dal passaggio
dei ghiacciai quaternari ha operato una “lisciatura” delle superfici. Su queste rocce gli antichi
abitanti della Valle hanno inciso raffigurazioni
che descrivono sia momenti della vita quotidiana (soprattutto scene di caccia e di agricoltura)
sia aspetti della loro spiritualità (figure di divinità, scene di culto, manifestazioni rituali, quali, ad esempio, danze e pratiche di iniziazione).
La maggior parte delle incisioni è stata realizzata con la tecnica detta “a martellina”, ottenuta picchiettando la superficie rocciosa
con uno strumento di pietra, prima, e poi di
metallo, che crea piccole concavità di forma
circolare. Le figure possono essere definite da
una linea di contorno a martellina o possono
essere completamente campite con la martellinatura (Figg. 25-26). Un’altra tecnica adottata è quella chiamata “filiforme” o “a graffito”:
in questo caso le raffigurazioni sono ottenute
32
Fig. 25. Esempi di campitura a martellina. Capo di Ponte, Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri: guerrieri incisi sulla Roccia 50.
Fig. 26. Esempi di campitura a martellina: Capo di Ponte, Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina:
figure di armati con corpo a linea di contorno incisi sulla
Roccia 12 C di Seradina.
Fig. 28. Berzo Demo, località Loa-Curva de le Bore: incisioni filiformi a solco (da ITINERA 2006, p. 88).
Fig. 27. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Incisione filiforme a graffito
sulla Roccia 37 di Foppe di Nadro.
Fig. 29. Capo di Ponte, Parco Nazionale delle Incisioni
Rupestri. R. 1: uso della tecnica mista “a martellina” e filiforme nella figura del cervo.
incidendo la superficie rocciosa con uno strumento a punta usato come un bulino che, se
sfregato più volte sulla superficie, lascia il segno di un solco (Figg. 27-28). Non è raro trovare nel ricco repertorio dell’arte rupestre camuna figure realizzate con l’uso di entrambe
le tecniche: in questo caso la tecnica filiforme
è adottata per incidere alcuni dettagli delle figure (Figg. 29 e 81).
camuna del 1975, l’arte rupestre risulta scandita dallo studioso in quattro gruppi stilistici
principali corrispondenti al periodo preistorico (dall’Epipaleolitico all’età del Bronzo: stili
Protocamuno, I-III), caratterizzato da un’arte
schematica con figure isolate o raggruppate in
composizioni di carattere simbolico (armi e altri manufatti), e al periodo protostorico (età
del Ferro: stile IV), contraddistinto da un’arte
naturalistico-narrativa con figure in movimento e descrizione di azioni (Fig. 30).
Le istoriazioni dell’ultimo periodo possono
essere attribuite alla popolazione dei Camunni
(nome latino del popolo camuno), che le fonti storiche definiscono ora Reti (Strabone) ora
Euganei (Plinio).
Nel corso degli ultimi quindici anni questa
scansione cronologica, tuttora valida nella sua
struttura, è stata sottoposta a parziali revisioni,
Periodizzazione dell’arte rupestre
La prima articolata scansione tipologica e
cronologica dell’arte rupestre camuna, condotta sull’analisi e lo studio dello stile, del contenuto e delle sovrapposizioni di migliaia di incisioni, si deve ad Emmanuel Anati, fondatore,
nel 1964, del Centro Camuno di Studi Preistorici.
Nel volume Evoluzione e stile nell’arte rupestre
33
Fig. 30. Tavola con periodizzazione dell’arte rupestre camuna (da ANATI 1994 a, p. 57).
Fig. 31. Darfo Boario Terme, località Crape - R. 6. Grande figura di cervide attribuita al VII millennio a.C. (Protocamuno).
34
sia per il progredire degli studi di settore sia
per i nuovi ed importanti ritrovamenti effettuati in Valle.
La sequenza cronologica
Alla fine delle glaciazioni il clima, l’ambiente e la fauna dell’arco alpino europeo mutano
gradualmente, influenzando e modificando
profondamente anche la vita dell’uomo.
L’economia dei gruppi di cacciatori continua ad essere sostanzialmente di tipo predatorio: grazie alla diffusione dell’arco e delle frecce vengono cacciati animali di media e grossa
taglia, quali il cervo ed il capriolo, tuttora presenti in Valle Camonica, o l’alce. Altre fonti di
sostentamento sono la pesca e la raccolta di
frutti selvatici.
Le più antiche testimonianze della presenza umana in Valle risalgono al Paleolitico Superiore e al Mesolitico, come indicano una capanna con livelli del Paleolitico Superiore (datazione radiometrica GX-17274/1991: 13.805
± 440 B.P.) e un bivacco del Mesolitico Antico
(datazione radiometrica GX-18843 AMS/1993:
8820 ± 112 B.P.), scavati a Cividate Camuno
(POGGIANI KELLER 1989 b, 1996 b, 1999 a, 2004
Fig. 32. Capo di Ponte, Parco Nazionale delle Incisioni
Rupestri, R. 50. Esempi di figurazioni di oranti di diverse
fasi, dal Neolitico alla fine dell’età del Bronzo.
Fig. 33. Figure topografiche datate tra tardo Neolitico e prima età del Rame incise sulla R. 18, sett. A di Le Crus (da
SANSONI, GAVALDO 1995 b, p. 22).
35
d). Altri ritrovamenti di questi periodi sono
documentati al Castello di Breno (Paleolitico
Superiore: FEDELE 1988 a) ed al cosiddetto “Riparo 2” di Foppe di Nadro (Mesolitico: ZANETTIN 1983; BIAGI 1983). Un sistema di bivacchi
stagionali d’altura è stato rilevato infine sulla
dorsale montana tra Valle Camonica e Valtrompia (BIAGI 1989 a, 1997).
Incisioni rupestri attribuite dagli studiosi
(in particolare ANATI 1982 c, pp. 139-153) a
questo periodo sono documentate nella zona
di Darfo Boario Terme, sulle rocce di Luine
(ANATI 1982 d): si tratta di raffigurazioni, anche di notevoli dimensioni, che riproducono
grandi animali, tra cui l’alce, trafitti da armi
da caccia (Fig. 31).
Le figure sono realizzate a linea di contorno ed eseguite con una martellinatura irregolare, ottenuta utilizzando pesanti strumenti di
pietra, in alcuni casi rinvenuti ai piedi delle
rocce istoriate.
Con il Neolitico (VI-IV millennio a.C.) l’uomo passa da un’economia di sussistenza ad
una di tipo produttivo, grazie all’introduzione
dell’agricoltura e dell’allevamento. Altre importanti innovazioni sono la levigatura della
pietra, la produzione di ceramica, la filatura e
la tessitura e, nel Tardo Neolitico, l’introduzione dell’aratro.
Sebbene siano ben documentate in Valle
Camonica attestazioni archeologiche di età
neolitica avanzata e, anzi, si sia rilevata in
questo periodo la fondazione di abitati che
perdureranno dal Neolitico fino alla protostoria (Lovere, Luine di Darfo Boario Terme, Cividate Camuno, Malegno, Breno, Dos de l’Arca di Capo di Ponte: POGGIANI KELLER 2003;
2004 d), per le incisioni rupestri di questo periodo, che pure nel passato sembrò di poter
individuare (ANATI 1982 c, pp. 154-185), è ancora difficile indicare gli elementi caratterizzanti.
Figure simbolo di questa fase sono i cosiddetti “oranti”, realizzati in modo molto schematico, con gambe e braccia piegate ad angolo retto e contrapposte: tali incisioni sono variamente interpretate come figure in atto di
adorazione, di lamentazione o di danza (Fig.
32).
Tra la fine del Neolitico e l’inizio dell’età
del Rame sono datate alcune raffigurazioni
geometriche (Figg. 33-35), nelle quali sono
state riconosciute rappresentazioni topografiche (campi coltivati). L’attribuzione cronologica data dagli studiosi d’arte rupestre (ANATI
1982 c; ARCÀ 1999 a, b, c, 2201 b, 2004 b), è
confermata dai ritrovamenti dello scavo in corso nel santuario megalitico di Ossimo-Pat: Fig.
34 (POGGIANI KELLER 2004 b, e).
Figg. 34-35. A sinistra: Ossimo-Pat (BS). Pietra con figurazioni topografiche rinvenuta capovolta, forse riutilizzata, nel perimetro del tumulo A
(datazione radiometrica calibrata: 3700-3500 a.C.). A destra: Caven,
Teglio (SO). Figurazioni topografiche sulla Rupe dell’Alveo prossima al
santuario megalitico dell’età del Rame di Caven.
36
Fig. 36. Cartina con diffusione delle composizioni monumentali calcolitiche in Italia Settentrionale.
37
Durante l’età del Rame (metà del IV-III
millennio a.C.) la ricerca e la lavorazione del
metallo e le altre importanti innovazioni tecnologiche e culturali rappresentate dall’introduzione del carro e dalla diffusione dell’aratro
comportano l’esplorazione di nuovi territori,
la capillare diffusione di insediamenti legati allo sfruttamento delle risorse e al controllo di
vie di penetrazione, lo sviluppo dell’agricoltura, il potenziamento delle relazioni a lunga distanza. Accanto agli strumenti in pietra scheggiata e levigata, si diffonde gradualmente la
metallurgia del rame, con la produzione di
asce, pugnali ed alabarde.
In questo periodo l’arte rupestre è caratterizzata da stele e massi-menhir incisi con figure simboliche e naturalistiche, innalzati in
luoghi di culto e cerimoniali, che a volte potevano avere anche funzione sepolcrale primaria e/o secondaria.
Il fenomeno, attestato in gran parte dell’Europa, dalle coste atlantiche alla penisola
iberica sino all’Ucraina dal Neolitico all’età
del Bronzo, è documentato nell’arco alpino
nel corso dell’età del Rame in un’area compresa tra la Valle d’Aosta ed il Trentino/Alto
Adige, con concentrazioni in aree circoscritte
(in Valle d’Aosta e Vallese, in Valle Camonica
e Valtellina (Lombardia), nel Trentino e in Alto Adige). In Italia la diffusione delle composizioni monumentali è inoltre nota anche in
area appenninica, nella Lunigiana (Fig. 36).
In Valle Camonica si osserva, a partire dal
Neolitico avanzato (I metà del IV millennio
a.C.), la fondazione di abitati duraturi, che
controllano punti chiave dello sviluppo vallivo
lungo l’asse principale dell’Oglio, da cui si diramano i percorsi verso la montagna. Nel volgere di alcuni secoli, cioè con l’età del Rame
tra la seconda metà del IV ed il III millennio
a.C., si fondano complessi monumentali di natura cultuale-cerimoniale di grande rilievo e
del tutto particolari (Fig. 37) connotati da monumenti istoriati, in prevalenza massi-menhir
ricavati da massi erratici, in minor numero stele. Essi sono ubicati sia lungo l’Oglio (ai Corni
Freschi di Darfo - Boario; a Cemmo e a Cedegolo - Campolongo) sia nelle aree più interne
percorse dal collegamento tra Valle Camonica
e Val di Scalve, sull’altopiano di Ossimo-Borno
(Cartina della Fig. 37, nn. 10-16).
Il fenomeno assume in Valle Camonica (co38
me nella confinante Valtellina) dimensioni
particolarmente evidenti, certamente peculiari
e strettamente collegate alle manifestazioni
d’arte rupestre che nel medesimo territorio
trovano così feconda esplosione. Pertanto, alla
luce degli scavi degli ultimi dieci anni, l’articolarsi di tanti siti di culto e cerimoniali, veri santuari frequentati per millenni, si pone come
un aspetto nuovo e distintivo dell’arte rupestre
della Valle Camonica, che risulta ora essere
una delle aree europee più ricche di composizioni monumentali calcolitiche, con oltre ottanta monoliti istoriati appartenenti alle classi
delle stele e dei massi-menhir, provenienti da
15 distinte località di ritrovamento: Corni Freschi di Darfo BoarioTerme; Piancogno - Dassine; Ossimo - Pat (Figg. 38-40), Passagròp,
L’Anvòia Asinino, Via S. Carlo; Ossimo Inferiore - case Zendra e Feriti, Via S. Rocco; Borno - Valzel de Undine, Lazzaretto, Centro; Malegno - Ceresolo; Capo di Ponte - Cemmo
(Figg. 41-42); Cedegolo - Campolongo (Fig.
47); Ceto - Foppe di Nadro).
Ad un’analisi attenta dei dati di reperimento, ben 11 di queste località possono corrispondere ai siti di giacitura originaria (POGGIANI KELLER 2004 e).
In quattro di essi sono stati effettuati scavi,
tre ancora in corso da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici a Ossimo, nelle
località Passagròp (FEDELE 1990 f; POGGIANI
KELLER 1996 b; 1999 d) e Pat (POGGIANI KELLER
1996 c; 1999 b; 2002 e, f; 2004 b, d, e), e a
Cemmo di Capo di Ponte (POGGIANI KELLER
2000 a; 2002 b), uno di recente concluso a Ossimo - località l’Anvòia (scavo in concessione
da parte del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali a F. Fedele dell’Università di Napoli
“Federico II”: FEDELE 1990 f; 1995, 1999, 2001;
FEDELE, FOSSATI, MARCHI 2001): questi siti, unitamente ad altri ipotizzabili sulla base dei ritrovamenti casuali di uno o più monumenti
istoriati, connotano in modo del tutto particolare il paesaggio della valle (come della vicina
Valtellina) e sono espressione ed esito della capillare occupazione, dal fondo valle alle alte
quote, sviluppatasi dal tardo Neolitico, e di
una duratura (ed esibita) presa di possesso del
territorio.
Monumentali e visibili da più parti, attraverso corridoi visuali creati ad hoc con il disboscamento artificiale di estese porzioni di bosco
(Fig. 43), questi santuari all’aperto, caratteriz-
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Fig. 37. Cartina con indicazione dei siti eneolitici della Valle Camonica e della vicina Valtellina: con il triangolo si evidenziano i luoghi di culto, con il punto i ritrovamenti isolati con composizioni monumentali in giacitura dislocata; con
il quadrato gli insediamenti pluristratificati coevi. Il simbolo pieno segnala i contesti oggetto di indagine, il simbolo
vuoto le località di rinvenimento che per numero e/o qualità dei ritrovamenti presuppongono l’esistenza di un contesto in situ, non indagato.
Valle Camonica. Abitati: 1 - Lovere, Colle del Lazzaretto; 2 - Darfo Boario Terme, Luine; 3 - Cividate Camuno, Via Palazzo; 4 - Malegno, Via Cavour; 5 - Breno, Castello; 6 - Capo di Ponte, Dos dell’Arca; 23 - Capo di Ponte, Seradina.
Siti di culto e cerimoniali (nn. 7-16, 20-21) e ritrovamenti sporadici (nn. 17-19): 7 - Darfo B. T., Corni Freschi; 8 - Capo
di Ponte - Frazione Cemmo, Pian delle Greppe; 9 - Cedegolo, Campolongo; 10 - Piancogno, Dassine; 11 - Borno, Valzel
de Undine; 12 - Ossimo inferiore, centro/S. Rocco; 13 - Ossimo superiore, Località Passagròp; 14 - Ossimo superiore,
Località Anvòia/Asinino; 15 - Ossimo superiore, Località Pat; 16 - Malegno, Località Ceresolo (già indicata come Bagnolo); 17 - Ossimo superiore, centro abitato; 18 - Borno, centro; 19 - Borno, Località ignota; 20 - Ceto, Foppe di Nadro; 21 - Lozio, Camerata-Mulini; 22 - Paspardo, Plas Capitello dei due Pini.
Valtellina. 1 - Teglio, Cornàl/Castelvetro; 2 - Teglio, Vangione; 3 - Teglio, Valgella; 4 - Teglio, Caven ; 5 - Teglio, Somasassa; 6 - Teglio-Frazione Boalzo, Località Fugarola; 7 - Teglio, Ligone; 8 - Chiuro, centro; 9 - Chiuro, Castionetto; 10 - Tirano ?; 11 - Teglio, Boalzo-fiume; 12 - Teglio; 13 - Teglio, Cànove.
39
Fig. 38. Allineamento di stele e massi incisi nel santuario
calcolitico di Pat a Ossimo.
zati da monumenti istoriati di varie dimensioni (altezze finora rilevate da metri 0,50 a m
2,95 ca.), marcano in modo duraturo il territorio, come osserva per altre aree europee Colin
Renfrew (RENFREW C. 1984, L’archeologie sociale
des monuments mégalithiques, “Pour la science”,
75, pp. 28-37), tanto che la loro presenza influenza e perpetua attraverso i millenni e le religioni, come i recenti scavi a Cemmo hanno
mostrato, la vocazione del sito, da santuario
preistorico a luogo di culto protostorico e romano, infine a sede di una pieve.
La presenza di scorie di fusione in alcuni
dei siti (Ossimo, località Passagròp e Pat) e l’apertura nei boschi di vaste aree a prato tramite
la pratica dell’incendio all’atto di fondazione
dei complessi, documentata negli scavi, suggeriscono le ragioni (sfruttamento minerario e
allevamento) che possono aver motivato il precipuo interesse per l’occupazione di alcune zone interne e la conseguente connotazione sacra di alcuni spazi lungo i percorsi di penetrazione.
Due di questi siti nel 2005 verranno valorizzati e aperti al pubblico:
– sul sito di Anvòia di Ossimo, dove l’indagine si è conclusa nel 2003, è stato allestito il
Figg. 39-40. A sinistra: Ossimo-Pat (BS). La stele “Pat 4”. A destra: “Pat 2” con focolari votivi.
40
Figg. 41-42. Cemmo (Capo di Ponte, BS), recinto e livelli dell’età del Rame e particolare di un frammento di stele
(Cemmo 17), inserito alla base del muro.
Parco archeologico di Anvòia con calchi di
alcuni monumenti (aperto al pubblico il 28
maggio 2005: Fig. 44);
– a Cemmo di Capo di Ponte i resti del santuario con i Massi 1 e 2 verranno valorizzati
nel Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo (apertura al pubblico nell’ottobre 2005).
Il ricco repertorio figurativo presente sui
monumenti dell’età del Rame comprende armi, ornamenti, animali e figure umane (Figg.
45-50). La fauna selvatica è rappresentata da
cervi, cerbiatte, stambecchi, camosci, volpi, lupi e cinghiali; quella domestica comprende cani, maiali e bovini, talora aggiogati in coppia
all’aratro o al carro. Tra le figure simboliche
41
Fig. 43. I santuari di Pat, Anvòia, Passagròp e Ceresolo/Bagnolo si stagliano nell’ambito boschivo dell’altopiano di Ossimo-Borno (foto di G. Zerla).
Fig. 44. L’allestimento del Parco Archeologico di Anvòia ad Ossimo con i calchi di alcuni monoliti istoriati (da FEDELE
F., Asinino-Anvòia. Il Parco archeologico, Cerveno, 2006, p. 9).
42
Fig. 45. Particolare del masso Cemmo 2.
spicca il disco solare, inciso in alto al posto del
viso nei monumenti che richiamano maggiormente l’aspetto antropomorfo.
Grazie allo studio delle armi, delle sovrapposizioni tra le figure e delle associazioni più
ricorrenti (Figg. 49-50), sono state riconosciute due fasi cronologiche (DE MARINIS 1994 c),
che gli scavi in corso rilevano in sequenza stratigrafica.
La prima è detta anche «fase remedelliana», per le raffigurazioni di pugnali a lama
triangolare e base rettilinea, che si confrontano con i pugnali rinvenuti nella necropoli di
Remedello Sotto (BS), datati alla piena età del
Rame (2800-2400 a.C.).
La seconda fase (fine dell’età del Rame,
2400-2200 a.C.), è denominata «fase campaniforme», per i pugnali con lama triangolare
lunga e stretta, lati lievemente inflessi e pomo
ogivale, simili al tipo Ciempozuelos diffuso
nella cultura del Vaso Campaniforme, denominazione derivata dalla forma a campana del
vaso che la caratterizza e che si ritrova in gran
parte dell’Europa.
Le stele e i massi incisi della Valle Camonica
sono stati interpretati come raffigurazioni di
entità divine o eroiche, rappresentate nella fase
più antica attraverso l’incisione di oggetti reali
e simbolici ed in seguito con sembianze umane.
I luoghi in cui erano posti tali simulacri si configurano, alla luce delle recenti ricerche, quali
santuari all’aperto in cui dovevano svolgersi periodicamente cerimonie. Nel caso del santuario
di Ossimo-Pat la presenza di tumuli fa supporre
per il sito cerimoniale anche una valenza funeraria che induce a considerare alcuni dei monumenti incisi come raffigurazioni degli “antenati” (POGGIANI KELLER 2004 e).
Durante l’età del Bronzo (II millennio
a.C.) la tecnica metallurgica evolve ulteriormente con la scoperta della lega di bronzo, ottenuta aggiungendo al rame lo stagno. Si intensifica quindi la produzione di attrezzi da lavoro, di falcetti, di asce, pugnali, alabarde, spade, elmi, punte di lancia e, tra gli oggetti di
uso personale, rasoi, pendagli, spilloni e fibule
per fissare le vesti.
43
Fig. 46. I rilievi delle stele Cemmo 6, 8 e 11 (scavi 2000-2005).
La Valle Camonica in questo periodo costituisce un’area periferica delle culture che si affermano nella Pianura Padana (cultura di Polada e cultura palafitticolo-terramaricola) e
nel contempo è interessata da influssi che arrivano dall’area alpina. Significativi in questo
senso sono gli scavi condotti a Dos dell’Arca di
Capo di Ponte (scavi della Soprintendenza alle
Antichità, anni ’60, affidati alla direzione di E.
Anati) ed a Luine di Darfo (indagini e scavi
del Centro Camuno, direzione di E. Anati,
44
1968-1970; scavi della Soprintendenza per i
Beni Archeologici della Lombardia, 19992000: Fig. 51), abitati di durata millenaria, dove le abitazioni insistono negli stessi luoghi
delle rocce incise.
La località Luine di Darfo BoarioTerme con
i resti dell’abitato preistorico e protostorico e
102 rocce incise è dal 1976 Parco Comunale
(ANATI 1982 d; CITTADINI 1989), di recente inglobato nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro.
incisioni della Valle Camonica sono le palette
(Figg. 56-57), interpretate nei modi più svariati: come remi, rasoi, specchi, vanghe e slitte,
per indicarne solo alcuni. L’ipotesi più accreditata è comunque quella che identifica tali incisioni con le palette in bronzo, rinvenute nei
corredi funerari, usate per raccogliere le ceneri dei defunti oppure la cenere del focolare
domestico.
Tra le altre raffigurazioni dell’età del Bronzo si segnalano anche le scene di aratura (Foppe di Nadro, R. 29), le figure di telai (Naquane, Roccia 1: Fig. 58) e gli oranti di tipo complessivamente ancora schematico ma caratterizzati dalla presenza di particolari anatomici
(Fig. 59).
Fig. 47. La stele 1 di Campolongo di Cedegolo.
La maggior parte delle incisioni di questo
periodo è rappresentata da raffigurazioni di
armi, soprattutto pugnali, asce ed alabarde
(Figg. 52-55). Le composizioni sono, in genere
ma non sempre, costituite da gruppi di armi
dello stesso tipo e sono state messe in relazione con la pratica dei ripostigli di manufatti
metallici, da interpretare a volte come depositi
votivi (FRONTINI 2001). Con il termine “ripostiglio” si intendono nuclei di oggetti metallici
(materia prima, scorie di lavorazione, manufatti rotti ed integri), che venivano occultati in
periodi di particolare difficoltà o pericolo (in
questo caso appartenevano solitamente a fabbri). Diverso significato assumono le armi deposte nel letto dei fiumi e dei torrenti, interpretate come offerte alle divinità. Di recente è
stato ipotizzato un legame tra le raffigurazioni
di armi incise sulle rocce di Foppe di Nadro e
la presenza nelle vicinanze di corsi d’acqua.
Altri strumenti in bronzo raffigurati nelle
Le incisioni dell’età del Ferro sono attribuite ai Camunni, l’antica popolazione della Valle
Camonica citata dalle fonti storiche (Plinio,
Nat. Hist. III, 133-134).
Testimonianze archeologiche di insediamenti databili all’età del Ferro in valle provengono dagli scavi effettuati negli anni ’60 a Luine (Darfo BoarioTerme) e a Dos dell’Arca
(Capo di Ponte) e dal ritrovamento fortuito di
Valcamera di Borno (ANATI 1982 c, d; DE MARINIS 1989 b: Fig. 60).
Di particolare interesse sono i resti della
media età del Ferro del villaggio minerario
d’alta quota di Cevo-Dos Curù (Fig. 61) e della
casa scavata nel 2000 a Temù, in località Desèrt, ben documentata da scavi stratigrafici e
analisi (scavi della Soprintendenza: POGGIANI
KELLER, DE VANNA 2001): si tratta di una abitazione del tipo infossato, ad unico vano, che ha
restituito reperti ceramici databili al VI-V sec.
a.C. Questo modello permane in valle anche
durante la fase di romanizzazione e oltre, come documentano i resti della casa rinvenuta a
Pescarzo (Capo di Ponte), databile al I sec.
a.C. (ROSSI 1999 a), e il villaggio di Berzo-Demo scoperto nel 2001 (scavi della Soprintendenza: “NSAL” 2001-2002, p. 52): Figg. 62-65.
La maggior parte delle incisioni rupestri
dell’età del Ferro in Valle Camonica è improntata ad uno stile naturalistico e descrittivo, caratterizzato da una resa sempre più dettagliata
dei particolari anatomici e dal tentativo di riprodurre la dinamicità delle azioni raffigurate
(Figg. 66-76).
Dominante è la figura del guerriero, impe45
Fig. 48. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Il Capitello dei due Pini a PaspardoPlas (III millennio a.C.).
Figg. 49-50. La stele Cemmo 3 e il rilievo con evidenziazione delle fasi di istoriazione: a sinistra fasi A e B, a destra tutte le fasi (da DE MARINIS 1994 b, p. 171).
46
Fig. 51. Darfo Boario Terme, Luine (BS). Scavi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, 1999.
In quest’area si è rilevata una sequenza stratigrafica interessante: tardo Neolitico, età del Rame, tarda età del Bronzo.
Fig. 52. Parco Comunale di Luine (Darfo Boario Terme, BS). Composizione di armi sulla Roccia 34.
47
Figg. 53-54. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto,
Cimbergo e Paspardo (BS). Composizione di armi e particolare sulla Roccia 4 di Foppe di Nadro.
Fig. 55. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Composizione di armi sulla Roccia 22 di Foppe di Nadro.
48
Fig. 56. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Figure di palette sulla Roccia 1.
Fig. 57. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Particolare delle figure di palette sulla Roccia 4 di Dos Sottolaiolo.
49
Fig. 58. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Alcune figure di telai sulla Roccia 1.
Fig. 59. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Figure di oranti attribuiti alla fine dell’età del Bronzo sulla Roccia 32.
50
Fig. 60. Tavola con i reperti ceramici della media età del Ferro provenienti da Valcamera di Borno (da DE MARINIS 1989
b, p. 115).
51
Fig. 61. Cevo-Dos Curù (BS). Una delle case del villaggio minerario d’alta quota della media età del Ferro.
Figg. 62-63. Capo di Ponte (BS). La casa di Pescarzo e particolare della scala di accesso. Epoca della romanizzazione.
gnato nelle diverse attività proprie del ceto aristocratico: il duello (Figg. 77-79), l’equitazione
e la caccia (Figg. 80-82), interpretate come
prove o riti di iniziazione sostenuti dai giovani
dell’aristocrazia camuna per diventare adulti
(FOSSATI 1991).
Nei guerrieri la varietà delle armi (spade,
scudi ed elmi: Figg. 83-85) e la precisione dei
dettagli delle incisioni hanno permesso di instaurare confronti con i reperti archeologici
rinvenuti negli scavi.
Nelle scene di caccia la preda è rappresen52
tata quasi esclusivamente dal cervo; il cacciatore, talvolta a cavallo, è in alcuni casi aiutato da
un cane (Figg. 86-88).
Tra gli altri temi raffigurativi di questo periodo si possono ricordare a titolo esemplificativo anche gli edifici (Figg. 89-92), le scene di
aratura (Fig. 93), le impronte di piede (Figg.
94-95) e gli uccelli acquatici (Figg. 96-97). È
interessante notare che nelle scene di aratura
il traino è ora effettuato da equini (Fig. 93)
anziché da bovini, raffigurati nelle incisioni
delle età precedenti.
Figg. 64-65. Capo di Ponte (BS). A sinistra: ipotesi di ricostruzione della casa rinvenuta nella frazione di Pescarzo.
A destra: alcuni reperti (da ROSSI 1999 a).
Di grande rilievo è la comparsa nell’età del
Ferro delle iscrizioni in alfabeto cosiddetto
“nord-etrusco”/”norditalico”, localmente definito “di Sondrio” o “camuno”, talvolta chiaramente connesse a temi figurativi ricorrenti,
quali ad esempio le barchette solari o le impronte di piede (PROSDOCIMI 1965; 1971 a, b;
MANCINI 1980, 1982, 1984, 1991; TIBILETTI BRUNO 1978, 1990, 1992; MORANDI 2003 a, b, 2004
a, b, c): Figg. 98-99.
Alla fine del I sec. a.C., con la definitiva
conquista romana della Valle Camonica, si data la fondazione di Civitas Camunnorum, l’attuale Cividate Camuno che dal I sec. d.C. viene progressivamente monumentalizzata con la
costruzione di importanti edifici pubblici, quali il teatro e l’anfiteatro (interamente scavati e
valorizzati con la creazione, nel 2003, del Parco Archeologico del Teatro e Anfiteatro: MA-
V. 2004, Il teatro e l’anfiteatro di Cividate
Camuno, Firenze).
Con l’occupazione della Valle da parte dei
Romani e l’arrivo di nuovi modelli culturali, il
ciclo dell’arte rupestre camuna si dovrebbe
considerare concluso: ma la pratica di incidere
le rocce non sembra scomparire del tutto, come documentano con certezza alcune iscrizioni latine (Figg. 100-101), e probabilmente perdurano anche figurazioni d’altro tipo nella tradizione di quelle protostoriche.
Con l’affermarsi del Cristianesimo si diffonde, a partire dal IV secolo, una vera e propria
“lotta” contro l’idolatria delle pietre incise
(saxorum veneratio). Si ha infatti notizia di atti
ufficiali che, fino all’XI secolo, testimoniano la
volontà della Chiesa di estirpare dalle aree
montane queste forme di culto pagano: la
campagna iconoclastica si concretizza sia nella
RIOTTI
53
Fig. 66. Parco Comunale di Luine (Darfo Boario Terme,
BS). Figure di armati e cavalieri incisi sulla Roccia 46.
pratica di incidere i simboli cristiani sulle rocce accanto alle raffigurazioni antiche (soprattutto croci: Figg. 102-107) sia nella fondazione
di chiese e di edicole in prossimità dei siti preprotostorici.
Interessanti a questo proposito sono i risultati dei recenti scavi condotti a Cemmo (Capo
di Ponte) nell’area dei Massi (POGGIANI KELLER
2000 a): il santuario megalitico, fondato nell’età del Rame (III millennio a.C.) ed in uso fino all’età romana, viene sconsacrato tra tarda
antichità e Alto Medioevo e in prossimità dell’antico luogo di culto pagano viene successivamente fondata la Pieve dedicata a S. Siro, il
santo che, secondo la leggenda, portò il cristianesimo in Valle.
Raffigurazioni di torri, castelli e chiese (Figg.
108-109), figure simboliche come i cosiddetti
“nodi di Salomone”, chiavi e patiboli attestano
il perdurare in età medievale e oltre della tradizione incisoria. Le affinate tecniche di rilevamento degli ultimi anni mostrano come in quest’epoca si faccia spesso ricorso alla tecnica di
incisione a bulino, definita filiforme, praticata
non solo sulle rocce, ma anche su monumenti
ed edifici religiosi. Particolarmente ricco di incisioni medievali si è mostrato il sito di Campanine a Cimbergo (SANSONI 1993, 1997).
Fig. 67. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Rappresentazione di villaggio
sulla Roccia 6 di Foppe di Nadro.
54
Fig. 68. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Scene di duello sulla Roccia 6 di
Foppe di Nadro.
L’uso di incidere la superficie delle rocce
continua anche nei secoli successivi, fino all’età moderna e contemporanea. Numerose
sono le incisioni di età moderna che indicano
i confini delle proprietà terriere o dei territori
comunali, o che propongono nomi propri di
persona o date, ma non mancano anche raffigurazioni nelle quali il senso artistico prevale
sulla schematicità dell’incisione.
Significativa per la diffusa presenza di figurazioni e iscrizioni di età storica recente è, ad
esempio, la località Monticolo di Darfo Boario
Terme, compresa nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro: qui numerose raffigurazioni di carattere religioso e devozionale, quali croci ed elaborati ostensori
(Figg. 104-106), segnano ancora, nel corso del
XVII e XVIII secolo, la diffusa pratica incisoria, una tradizione che non si spegne completamente neppure in età contemporanea, come si evince dall’iscrizione che commemora la
realizzazione della ferrovia in Valle Camonica
tra il 1904 ed il 1908 (Fig. 110), un modo antico per ufficializzare un evento storico del XX
secolo!
1.3 Valori culturali
L’arte rupestre della Valle Camonica costituisce per quantità di incisioni, per ricchezza
iconografica ed excursus cronologico (le prime
manifestazioni risalgono a circa 8000 anni prima della nostra era ma la pratica di incidere la
superficie delle rocce prosegue, come detto, fino all’età medievale e oltre), un fenomeno assolutamente unico al mondo ed esemplare delle espressioni culturali dell’area alpina ed europea: si tratta di un vero e proprio grande
museo all’aperto, esteso su tutta la Valle.
Esso rappresenta pertanto un bene particolarmente prezioso che deve essere protetto e valorizzato per le generazioni presenti ed a venire.
Le migliaia di incisioni rupestri della Valle
costituiscono infatti una eccezionale testimonianza figurata della vita quotidiana e della spiritualità degli uomini antichi. Il loro studio
continua ad apportare significativi contributi
nei diversi settori della preistoria e protostoria,
della storia antica, della storia delle religioni,
della linguistica e glottologia, della sociologia e
dell’etnologia e, in generale, dell’antropologia.
55
Fig. 71. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo
di Ponte-Naquane, BS). Carro a quattro ruote trainato
da equidi sulla Roccia 23.
Fig. 69. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo
di Ponte-Naquane, BS). Il “costruttore di carri” sulla
Roccia 50.
Fig. 72. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di
Ponte-Naquane, BS). Scena di villaggio sulla Roccia 35.
Fig. 70. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo
di Ponte-Naquane, BS). Il “ritorno dalla caccia” sulla
Roccia 50.
56
Fig. 73. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo
di Ponte-Naquane, BS). La “scena del fabbro” (figura a
destra) sulla Roccia 35.
Fig. 74. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo
di Ponte-Naquane, BS). Il “sacerdote che corre” sulla
Roccia 35.
Fig. 75. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di
Ponte-Naquane, BS). Il dio Cernunnos sulla Roccia 70.
Fig. 76. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte, BS). Scene di duello sulla Roccia 12 C,
Seradina I.
57
Fig. 77. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Scena di duello sulla Roccia 50.
Fig. 78. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Scena
di duello sulla Roccia 63.
Fig. 79. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte, BS). Scena di duello sulla Roccia 12
C, Seradina I.
58
Fig. 80. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte, Naquane, BS). Cavalieri sulla Roccia 1.
Fig. 81. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Cavaliere sulla Roccia 50.
59
Fig. 82. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte, BS). Scena di caccia a cavallo sulla Roccia
12 C, Seradina I.
Fig. 83. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di
Ponte-Naquane, BS). Grande guerriero sulla Roccia 50.
60
Fig. 84. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo
di Ponte-Naquane, BS). Guerriero sulla Roccia 44.
Fig. 85. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte, BS) - Roccia 50. Figure di armati.
Fig. 86-88. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Scene di caccia al cervo con
cacciatore a piedi o a cavallo, in alcuni casi aiutato da un
cane, incise sulla Roccia 1.
61
Fig. 89. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte, BS). Figura di edificio sulla Roccia 1 (da SÜSS 1958).
Fig. 90. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Edifici incisi sulla Roccia 24 di
Foppe di Nadro.
62
Fig. 91. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Uno
dei numerosi edifici incisi sulla Roccia 57.
Fig. 92. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Raffigurazione di edificio con scala di
accesso sulla Roccia 73.
63
Fig. 93. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte, BS). Scene di aratura con aratro trainato
da equidi sulla Roccia 12 C, Seradina I.
Figg. 94-95. A sinistra: Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Impronte di piede sulla Roccia 7 di Foppe di Nadro. A destra: Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS).
Impronte di piedi sulla Roccia 50.
64
Fig. 96. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Raffigurazione di uccello
acquatico sulla Roccia 7 di Foppe di Nadro.
Fig. 97. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo
di Ponte-Naquane, BS). Raffigurazioni di uccelli acquatici sulla Roccia 1.
Fig. 99. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo
di Ponte-Naquane, BS). Rilievo con trascrizione delle
iscrizioni “camune” della Roccia 50.
Fig. 98. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Iscrizione “camuna” sulla
Roccia 22-23 di Foppe di Nadro.
Fig. 100. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto,
Cimbergo e Paspardo (BS). Iscrizione latina SAX SECO sulla
Roccia 60 di Foppe di Nadro (da MARRETTA 2005, p. 105).
65
Fig. 101. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Iscrizione latina sulla Roccia 99.
Figg. 102-103. Raffigurazioni di croci.
(A sinistra: da PRIULI 1993, p. 239. A destra: da SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001, p. 22).
66
Fig. 104. Monticolo di Darfo (Darfo Boario Terme, BS). Composizione di età storica moderna con croci, ostensori, una
bara, sigle onomastiche e date.
Fig. 105. Monticolo di Darfo (Darfo Boario Terme, BS).
Ostensori.
Fig. 107. Cimbergo Scale (BS). Elemento floreale e data
“1831”.
Fig. 106. Monticolo di Darfo (Darfo Boario Terme, BS).
Albero e croci.
67
Fig. 108. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Raffigurazioni di una torre sulla Roccia 26 di Campanine.
Fig. 109. Raffigurazione di una chiesa (da SANSONI, GAVALDO 1995 b, p. 112)
Fig. 110. Monticolo di Darfo (Darfo Boario Terme, BS). L’iscrizione che commemora la realizzazione della ferrovia in
Valle Camonica tra il 1904 e il 1908.
68
2. IDENTIFICAZIONE
DEGLI AMBITI TERRITORIALI
2.1 Ambito territoriale iscritto
Nazione:
Italia
Regione:
Lombardia
Provincia:
Brescia
Nome del sito:
Arte Rupestre della Valle Camonica
Coordinate geografiche:
il sito è stato definito attraverso due poligonali, che racchiudono rispettivamente l’area
dei siti con Arte Rupestre e l’area che include i Parchi con Arte Rupestre (Fig. di p. 72).
Dei vertici della poligonale, numerati da 1 a
9, partendo dall’angolo SE e procedendo in
senso orario, sono indicate le coordinate
Gauss-Boaga, Geografiche Roma40 e WGS84.
Elenco dei punti delle due poligonali, che
racchiudono rispettivamente l’area dei siti con
Arte Rupestre e l’area che include i Parchi con
Arte Rupestre:
Lat.
Long.
= Φ
= λ
1) PISOGNE
Località:
Monte Pontasio
Foglio I.G.M.:
34, Breno
Coord. Gauss Boaga (E/N):
1587817,22/5070814,70
Coord. Geografiche Roma40:
Φ 45° 47’ 04,0121’’
λ -2° 19’ 21,5295’’
Cartina della Valle Camonica
69
2) PISOGNE
Località:
La Biosca
Foglio I.G.M.:
34, Breno
Coord. Gauss Boaga (E/N):
158659,57/5072958,99
Coord. Geografiche Roma40:
Φ 45° 48’ 14,0034’’
λ -2° 20’ 13,7452’’
Bibliografia:
ROSSI 1991, p. 163, n. 1278
3) ANGOLO TERME
Località:
a sud ovest della frazione Anfurro, lungo
la statale che collega con Monti (Comune di Rogno)
Foglio I.G.M.:
34, Breno
Coord. Gauss Boaga (E/N):
1588021,13/5080503,44
Coord. Geografiche Roma40:
Φ 45° 52’ 17,7835’’
λ -2° 19’ 05,7185’’
4) BORNO
Località:
Casa vecchia dei Paiù
Foglio I.G.M.:
34, Breno
Coord. Gauss Boaga (E/N):
1593585,74/5089101,30
Coord. Geografiche Roma40:
Φ 45° 56’ 53,6560’’
λ -2° 14’ 41,6359’’
Bibliografia:
ROSSI 1991, p. 32, n. 137
5) CORTENO GOLGI
Località:
Cappelletta dell’Addolorata
Foglio I.G.M.:
19, Tirano
Coord. Gauss Boaga (E/N):
1598854,36/5113660,90
Coord. Geografiche Roma40:
Φ 46° 10’ 06,5269’’
λ -2° 10’ 18,6300’’
Bibliografia:
ROSSI 1991, p. 68, n. 520
70
6) VEZZA D’OGLIO
Località:
Sass de le Strie, croce del Plazza
Foglio I.G.M.:
19, Tirano
Coord. Gauss Boaga (E/N):
1607859,03/5120284,50
Coord. Geografiche Roma40:
Φ Φ 46° 13’ 36,1441’’
λ -2° 03’ 13,4054’’
Bibliografia:
ROSSI 1991, p. 204, n. 1734
7) SAVIORE DELL’ADAMELLO
Località:
presso la Malga Casentia
Foglio I.G.M.:
19, Tirano
Coord. Gauss Boaga (E/N):
1609713,90/5106136,17
Coord. Geografiche Roma40:
Φ 46° 05’ 56,8218’’
λ -2° 01’ 58,6450’’
8) BIENNO
Località:
Novel, sopra Campolaro
Foglio I.G.M.:
34, Breno
Coord. Gauss Boaga (E/N):
1602781,16/5085048,53
Coord. Geografiche Roma40:
Φ 45° 54’ 37,6453’’
λ -2° 07’ 37,7757’’
Bibliografia:
ROSSI 1991, p. 28, n. 100
9) SONICO
Località:
Pradasella
Foglio I.G.M.:
19, Tirano
Coord. Gauss Boaga (E/N):
1605425,34/5113272,82
Coord. Geografiche Roma40:
Φ 46° 09’ 50,4110’’
λ -2° 05’ 12,6091’’
Bibliografia:
ROSSI 1991, p. 195, n. 1641
Limiti del sito:
il sito n. 94 della WHL “Arte Rupestre della
Valle Camonica” si configura come un sito
complesso, distribuito su un ambito territoriale vasto, all’interno della Provincia di
Brescia. L’arte rupestre è infatti attestata in
tutta la Valle Camonica, un grande comprensorio, esteso per più di 80 km, su una
superficie di oltre 1300 kmq.
Il profilo altimetrico va dai 200 m/slm del
fondovalle ai 3539 m/slm della cima dell’Adamello.
In ben 30 comuni dei 41 presenti in Valle
sono attestate oltre 180 località con incisioni rupestri, per un totale – con una stima
per difetto – di almeno 2000 rocce istoriate1, collocate in una fascia altimetrica compresa tra 200 e 1300 m/slm, pur non mancando attestazioni anche a quote prossime
o superiori ai 2000 m/slm (Cevo-Dos del
Curù, Pian della Regina, etc.).
All’interno di questo ricchissimo patrimonio culturale sono stati creati, dal 1955 ad
oggi, sette Parchi, variamente distribuiti tra
Bassa, Media e Alta Valle Camonica; essi
racchiudono i principali siti di arte rupestre.
Un ottavo Parco, inaugurato il 28 maggio
2005 a Ossimo, località l’Anvòia, riguarda
invece un sito cerimoniale dell’età del Rame indagato in modo esaustivo e presentato al pubblico come luogo, con ostensione
dei calchi dei monoliti istoriati ed esposizione di documentazione didattica in posto
e presso il Centro di accoglienza e didattico, prossimo al sito.
Segue una breve descrizione dei 7 Parchi
d’Arte Rupestre elencati secondo i criteri di
proprietà statale e comunale.
– Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri,
Capo di Ponte (proprietà statale e privata
in corso di esproprio). È ubicato nella Media Valle, sul versante idrografico sinistro,
ad una quota media compresa tra 350 e 600
m/slm. Comprende le località di Naquane,
Còren del Valento, Bait del Pedù, I Verdi, Ronchi
di Zir. All’interno del Parco sono presenti
un Antiquarium e strutture di servizio (i depositi del materiale archeologico e uffici).
Superficie del sito (comprendente anche
l’area in corso di esproprio): 143.935 mq.
– Parco Archeologico Nazionale dei Massi di
Cemmo, Capo di Ponte - in corso di realizzazione, con apertura prevista il 6 ottobre 2005
(proprietà statale). È ubicato nella Media
Valle sul versante idrografico destro, ad una
quota di circa 400 m/slm.
Superficie del sito: 8.125 mq.
– Parco Comunale di Luine, Darfo Boario
Terme (proprietà comunale). Il parco, situato nella Bassa Valle, è ubicato su una collina dominante la confluenza del torrente
Dezzo nel fiume Oglio, sulla sponda idrografica destra della Valle, ad una quota media compresa tra 200 e 350 m/slm. Si estende nelle località di Luine, Crape e Simoni. È
compreso all’interno del Parco Locale di
Interesse Sovracomunale del Lago Moro,
istituito nel 2000-2001.
Superficie del sito: 99.789 mq.
– Parco Archeologico Comunale di SeradinaBedolina, Capo di Ponte - in corso di realizzazione, con apertura prevista l’8 ottobre 2005
(proprietà comunale). È ubicato nella Media Valle, sul versante idrografico destro, ad
una quota media tra 370 e 540 m/slm.
Comprende le località di Seradina (I, II e III,
Corno di Seradina2) e Bedolina.
Superficie del sito: 86.528 mq.
– Parco Comunale di Sellero (proprietà mista: comunale e privata). Ubicato in Alta
Valle, sul versante idrografico destro, ad
una quota media compresa tra 500 ed 800
m/slm. Raggruppa le località di Carpene-Fradel-Berco, Preda Mola-Castello. Sono note anche altre concentrazioni di rocce ad IsùBarnil (a N del Parco) e a Pià d’Ort-Còren (a
S, al confine con Capo di Ponte).
Superficie del sito: 830.261 mq.
1 Già negli anni ’80 del secolo scorso si scriveva della presenza di 2400 rocce incise (Presentazione del Presidente
WHC UNESCO, M. Parent, in ANATI 1982 c, p. 7).
2 Tra parentesi si indicano ulteriori denominazioni introdotte dal Centro Camuno di Studi Preistorici all’atto del
rilevamento delle rocce incise, per indicare specifici raggruppamenti di rocce, cui fu attribuito ogni volta un numero
progressivo da 1 in avanti.
71
La poligonale che definisce il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”.
72
Cartina della Valle Camonica con gli oltre 180 siti di arte rupestre documentati.
73
– Parco pluritematico del “Còren de le Fate”,
Sonico (proprietà mista: comunale e privata). È ubicato in Alta Valle sul versante idrografico sinistro, ad una quota media compresa tra 650 e 1200 m/slm, all’interno del
Parco dell’Adamello.
Superficie del sito: 832.153 mq.
Dos Custapeta, Dos Sottolaiolo, Deria (Comune
di Paspardo). È collegato alla Riserva il Museo Didattico della Riserva Naturale Incisioni
Rupestri Ceto, Cimbergo e Paspardo, ubicato
nel centro storico di Nadro di Ceto.
Superficie del sito: circa 2.685.803 mq.
– Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri
di Ceto, Cimbergo e Paspardo (proprietà
mista: consortile, comunale e privata). È
ubicata nella Media Valle, sul versante idrografico sinistro, in parte in adiacenza, lungo il lato Nord-Ovest, al Parco Nazionale
delle Incisioni Rupestri, ad una quota media compresa tra 360 e 1000 m/slm. Comprende le località di Foppe di Nadro, Verdi,
Zurla, Dos Cui, Castelliere (Comune di Ceto);
Campanine-Figna (Comune di Cimbergo);
In Vall-Castello-Canneto, Capitello dei Due Pini,
Si fornisce qui di seguito una tabella con
l’elenco globale delle località della Valle Camonica con arte rupestre. Il numero dei siti è
passibile di modifiche in quanto si stanno rilevando alcune discrepanze nei toponimi usati
per indicare un medesimo sito da parte di chi
nel tempo fece le segnalazioni: con la realizzazione del GIS dei siti d’arte rupestre, in elaborazione da parte della Soprintendenza per i
Beni Archeologici della Lombardia (2005), si
stanno effettuando accertamenti e apportando
le necessarie correzioni.
Elenco dei siti della Valle Camonica con arte rupestre
(con l’asterisco * vengono indicati i siti in parte o in toto documentati;
gli altri sono stati oggetto di sola segnalazione e mancano, ad oggi, di documentazione)
N°
Comune
(provincia di BS)
Località
Riferimento
CABS/Bibliografia
1
ANGOLO TERME
Sorline
532
2*
BERZO-DEMO
Frazione Monte, Dosso Lòa
83
3*
BERZO-DEMO
Frazione Monte, Dos de la Crus
84
4
BERZO-DEMO
Comparte, Plan Mister
85
5
BERZO-DEMO
Sentiero verso la Malga Olda
86
6
BIENNO
Cusen, Cima del Cerreto
94
7
BIENNO
Novele, sopra Campolaro
100
8*
BORNO
Val del Fi o de l’Undine (a ca. 250 m a monte della
confluenza del torrente omonimo con il Trobiolo
(“Borno 1”); presso la sua confluenza con il
Trobiolo, fra Borno e Ossimo Inf. (“Borno 4”);
loc. Rocca (“Borno 5”) a Nord confluenza
con Trobiolo)
9*
74
BORNO
125; 135; 141
Via S. Fermo, Casa vecchia dei Paiù
(giacitura secondaria fr. stele)
137
138
10
BORNO
Lovareno
11*
BORNO
Discarica in Loc. Lazzaretto
(monumento in giacitura secondaria “Borno 6”)
NSAL 1988-89
N°
Comune
(provincia di BS)
Località
12*
BRENO
Lavarino di Mezzo, poco oltre l’abitato
181
13*
BRENO
Presso Fraz. Mezzarro, sotto il Monte Cerreto
183
14*
BRENO
Località Case Brusade (1 roccia)
189
15
BRENO
En Plas (Piani di Astrio) (2 massi con coppelle)
16
BRENO
Lazzaretto (1 roccia) ?
17
CAPO DI PONTE
S. Rocco
18
CAPO DI PONTE
Cereto-Cascina Laffranchi (32 rocce)
19*
CAPO DI PONTE
Seradina (I, Alta II, III, “Corno”, S. Siro)
241
20*
CAPO DI PONTE
Frazione Pescarzo, Dos del Mirichì
264
21*
CAPO DI PONTE
Fraz. Pescarzo - Redondo
273
22
CAPO DI PONTE
Frazione Pescarzo - Convai
SANSONI-GAVALDO
1995
23
CAPO DI PONTE
Fraz. Pescarzo - Le Crus (già Giadeghe)
SANSONI-GAVALDO
1995
24
CAPO DI PONTE
Nigol (13 rocce)
277
25*
CAPO DI PONTE
Bedolina
278
26
CAPO DI PONTE
Cascina Adamone (1)
281
27
CAPO DI PONTE
Valserta (7 rocce)
275
28
CAPO DI PONTE
Ronchi (8 rocce)
269
29
CAPO DI PONTE
Pozzi, Perseghine, Longoprato (4 rocce)
276
30*
CAPO DI PONTE
Frazione Cemmo, località Pian delle Greppe
253
31*
CAPO DI PONTE
Dos dell’Arca
243
32*
CAPO DI PONTE
S. Salvatore
252
33*
CAPO DI PONTE
Loc. Piè, oltre la cascina Squaratti, ad E del fiume
Oglio, tra il Monastero di S. Salvatore (a N)
e Dos dell’Arca (a S)
258
Naquane (con la denominazione si indica l’area
del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri,
che comprende anche le località Ronchi di Zir,
Verdi e Coren del Valento)
261
34*
CAPO DI PONTE
e CETO
Riferimento
CABS/Bibliografia
Consuntivo
Le Orme 2005
Consuntivo Museo
Didatt. 2005
241
35*
CAPO DI PONTE
Ronchi di Zir
262
36
CAPO DI PONTE
Alla confluenza del torrente Re nel fiume Oglio
267
37
CAPO DI PONTE
La Conoide (2 rocce)
270
75
76
N°
Comune
(provincia di BS)
Località
38*
CAPO DI PONTE
Le Sante (2 rocce)
271
39
CAPO DI PONTE
(o CETO ?:
vd. ANATI 1982)
Bait del Soc
266
40
CAPO DI PONTE/
CETO(?)
Perseghina e Dos del Pater (“Piana degli Svedesi”)
41*
CEDEGOLO
Campolongo
42
CEDEGOLO
Località imprecisata,
“a mezz’ora circa dal paese di Grevo”
Riferimento
CABS/Bibliografia
Consuntivo
Dip. VC L 2005
SOLANO-MARRETTA
2004
342
43
CEDEGOLO
Fraz. Grevo - Chigio, Dos de le Trenta Cruss
343-344
SOLANO-MARRETTA
2004
44
CEDEGOLO
Fraz. Grevo - Moiolo
345
SOLANO-MARRETTA
2004
45
CEDEGOLO
Fraz. Grevo - Pademla
345
SOLANO-MARRETTA
2004
46
CEDEGOLO
Fraz. Grevo - Le Vasche, Pià de le Calamore
SOLANO-MARRETTA
2004
47
CEDEGOLO
Fraz. Grevo - Pezzucche
SOLANO-MARRETTA
2004
48
CEDEGOLO
Fraz. Grevo - Dosso Poglia
SOLANO-MARRETTA
2004 ATS 2004
49
CEDEGOLO
Fraz. Grevo - Fobbio
SOLANO-MARRETTA
2004
50
CEDEGOLO
Frazione Grevo, Pademo
346
51
CEDEGOLO
Frazione Grevo, Panart
347
52
CEDEGOLO
(al confine
con Paspardo)
I ladroni
349
53
CERVENO
Izimelle (1 masso)
54*
CETO
I verdi
Consuntivo Dip.
VC L 2005
55*
CETO
Zurla
352
56*
CETO
Fraz. Nadro - Foppe di Nadro
354
57
CETO
Dos Cuì, riparo 3 Foppe di Nadro
355
Itinera 1999, p. 72
(Fossati)
N°
Comune
(provincia di BS)
Località
Riferimento
CABS/Bibliografia
58
CETO
Giarelli
359
59*
CEVO
Dos del Curù - Foppe
60
CEVO
Le Corti
61*
CIMBERGO
Area ai piedi del Castello
365
62*
CIMBERGO
Scale di Cimbergo
366
63*
CIMBERGO
Campanine
367
64
CIMBERGO
Mandoss
65*
CIMBERGO
Figna
Consuntivo Dip.
VC L 2005
66*
CIMBERGO
Bosc del Vicare
Consuntivo Dip.
VC L 2005
67
CIMBERGO
Portole, tra Carè e Vidisole
68
CIMBERGO
Piana di Cimbergo
69
CORTENO GOLGI
Cappelletta dell’Addolorata, a 500 m da Santicolo
70
CORTENO GOLGI
Valli di S. Antonio-Corna di Bus (2 rocce)
71*
DARFO BOARIO T.
Luine, Crape e Simoni (collina dominante
la confluenza dei fiumi Oglio e Dezzo)
526
Lago Moro, presso Capo di Lago; terrazzi lungo
la strada da Bessimo Sup. a Capo di Lago
531
72*
DARFO BOARIO T.
ATS 2001-2004
ATS 2004
Consuntivo Dip.
VC L 2005
520
Consuntivo Museo
Didatt. 2005
73*
DARFO BOARIO T.
Monticolo di Sacca
534
74*
DARFO BOARIO T.
Monticolo - Corni Freschi
535
75
DARFO BOARIO T.
Castilì
536
76
DARFO BOARIO T.
Gorzone
538
77
DARFO BOARIO T.
Mazzunno
Consuntivo CCSP
2005
78
DARFO BOARIO T.
Monticelli (4 rocce)
Consuntivo CCSP
2005
(località
da ubicare)
79
EDOLO
Fraz. Mu - Föbia
80
EDOLO
Fraz. Mù, via Ramus n. 93
570
81
EDOLO
Fraz. Mù, Rocca
571
82
EDOLO
Fraz. Mu - Dos de la Desma
Consuntivo Museo
Didatt. 2005
77
N°
Comune
(provincia di BS)
Località
Riferimento
CABS/Bibliografia
83
EDOLO
Fraz. Mu - Foppe
Consuntivo Museo
Didatt. 2005
84
EDOLO
Fraz. Mu - Trangolone, strada com. Edolo/
Monte Colmo, e strada dopo il bivio di via Vidilini
Consuntivo Museo
Didatt. 2005
85
EDOLO
Fraz. Mu - Via Valeriana
Consuntivo Museo
Didatt. 2005
86
EDOLO
loc. chiesa S. Clemente, sulla strada com. Edolo/Mola Consuntivo Museo
Didatt. 2005
87
EDOLO
Malga Mola
Consuntivo Museo
Didatt. 2005
88
EDOLO
Baita Cuel
Consuntivo Museo
Didatt. 2005
89
EDOLO
strada com. Edolo/Monte Colmo, dosso “Plate de Icc” Consuntivo Museo
Didatt. 2005
90*
ESINE
Fraz. Plemo, loc. “I Broli”, presso la Rocca (5 rocce)
91
ESINE
Fraz. Plemo-Rocca Novella (7 rocce)
92
ESINE
Monticelli (4 rocce)
93
ESINE
Dos del Roc (o Porcc?) (1 roccia)
Consuntivo CCSP
2005
94
ESINE
Fraz. Plemo - Fontana (1 roccia)
Consuntivo CCSP
2005
95*
LOZIO
Baita in Località Camerata
(fr. di stele in giacitura secondaria)
Itinera 1999, p. 69
(Zerla); ATS 2005
96*
MALEGNO
Ceresolo (loc. nota come “Bagnolo” - Val d’Inferno/
propr. Baffelli e Ceresolo)
Consuntivo CCSP
2005
595
963 e 964
97*
MALONNO
Odecla e Cornola (5 rocce)
98
MALONNO
Cornola
99
MALONNO
Castello
100
MONNO
Località? (4 rocce)
Consuntivo CCSP
2005
101
MONNO
Mortirolo (1 roccia)
Consuntivo Museo
Didatt. 2005
102
OSSIMO
Ossimo Sup., via Mignone n. 1
(propr. Zurla, giacitura secondaria)
1182
Asinino, fienile Bait d’Asnin
(“Ossimo 1” in giacitura secondaria)
1183
103*
78
592
OSSIMO
974
Itinera 1999, p. 79
(Marchi)
N°
Comune
(provincia di BS)
Località
104*
OSSIMO
Asinino/Anvòia
105*
OSSIMO
Ossimo Inf.: via Dante (orto di casa Zendra-Feriti)
e via S. Rocco (propr. Zendra)
Riferimento
CABS/Bibliografia
1195
NB: Asinino
e Anvòia
sono contigue e
rappresentano il
medesimo sito
1197 e 1198
106*
OSSIMO
Passagròp
1199
107*
OSSIMO
Pat
108
OSSIMO
Delegnone (ai piedi della collina di S. Carlo)
109
PAISCO-LOVENO
Loveno-Bait del Chic (1 masso)
110
PASPARDO
Castello
1224
111*
PASPARDO
Dos di Costapede/Custapeta
1226
112*
PASPARDO
Plas - Capitello dei Due Pini
1227
113*
PASPARDO
Dos sotto Laiolo
1228
114*
PASPARDO
Dos Suliv
1229
115*
PASPARDO
Dos Baitì
1230
116*
PASPARDO
Deria o Deria Piana (presso il Dos Baitì)
1231
117
PASPARDO
Baite di Codinoclo
1232
118
PASPARDO
Rocca e l’Altar
1233
119*
PASPARDO
La Madonna
1234
120*
PASPARDO
Scale di Paspardo
1235
121
PASPARDO
La Bosca
122
PASPARDO
Vite - Deria (già “Vite - Val de Plha”)
123
PASPARDO
Roccia di Pietro (pendici occidentali Monte Tredenus)
124
PASPARDO
Valle di Fuos
125*
PASPARDO
In Valle
126
PASPARDO
Castagneto (qui “Roccia degli Spiriti”, propr. Salari)
(80 rocce)
Consuntivo
Le Orme 2005
127
PASPARDO
Clef del Popomm (1 roccia)
Consuntivo
Le Orme 2005
Itinera 1999, p. 75
(Fossati)
Consuntivo Coop.
Le Orme 2005
Cit. Coop.
Le Orme 2005
Cit. Coop.
Le Orme 2005
79
N°
Comune
(provincia di BS)
Località
128
PASPARDO
Gras de le Pegore (2 rocce)
129
PASPARDO
Paese (4 rocce)
130
PIANCAMUNO
Beata
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
131
PIANCAMUNO
Beata Paese
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
132
PIANCAMUNO
Beata Torre
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
133
PIANCAMUNO
Coren di S. Nicola
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
134
PIANCAMUNO
Costa della Beata
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
135*
PIANCOGNO
Dassine
136
PIANCOGNO
A monte della casa di Dosso,
lungo il sentiero verso Balestrini e Calvarina
1274 e 1275
Varie località dalla valle del T. Trobiolo a N
e la valle del T. Daen a S (individuati 21
raggruppamenti di rocce da 500 a 900 m slm):
circondario del Santuario dell’Annunziata;
Quattro Venti-Cà Noa; da Cà Noa a Mandulì; “sotto”
Cà Noa; Ribalda; Valle del Daen da 500 a 700 m slm
PRIULI 1993
137
80
PIANCOGNO
Riferimento
CABS/Bibliografia
Consuntivo
Le Orme 2005
Consuntivo CCSP
2005
1271
138
PIANCOGNO
Malga Corvino (1 masso con coppelle)
Itinera 1999, p. 68
(ZERLA)
139*
PISOGNE
La Biosca, presso il lago (prop. Evangelisti)
1278
140*
PISOGNE
Monte Pontasio
1280
141
PISOGNE
Conca del Tet
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
142
PISOGNE
Coren del diavolo
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
143
PISOGNE
Coren di Marte
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
144
PISOGNE
Coren Palazzo
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
145
PISOGNE
Coren del Medel
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
146
PISOGNE
Dos de la Regina
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
N°
Comune
(provincia di BS)
Località
Riferimento
CABS/Bibliografia
147
PISOGNE
Dos Seradino
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
148
PISOGNE
Gippone
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
149
PISOGNE
La Plagna
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
150
PISOGNE
Monte Aguina
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
151
PISOGNE
Mulino Rizzolo
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
152
PISOGNE
Piè de l’Aden
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
153
PISOGNE
Prevent
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
154
PISOGNE
Saresa
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
155
PISOGNE
Sonvico
SANSONI, MARRETTA,
LENTINI 2001
156
PONTE DI LEGNO
Montozzo
Consuntivo Museo
Didatt. 2005
157
PONTE DI LEGNO
Viso
Consuntivo Museo
Didatt. 2005
158*
SAVIORE
Lago d’Arno
Consuntivo Museo
Didatt. 2005
159*
SAVIORE
Plot Campana (o della Campagna),
lungo la strada per Fabrezza
rif. 1546
160
SAVIORE
Ronco (7 rocce)
161*
SELLERO
Castel Grande
1547
162*
SELLERO
Fradel-Berco
1548
163*
SELLERO
Preda Moela
1549
164
SELLERO
Corna Sculta
1549
165
SELLERO (al confine
con Berzo - Demo)
Creda S. Zenone
1551
166*
SELLERO
Carpene
1552
167*
SELLERO
Isù
1553
168*
SELLERO
Barnìl
169*
SELLERO
Novelle
81
N°
Comune
(provincia di BS)
Località
Riferimento
CABS/Bibliografia
170*
SELLERO
Costa Framuna
171*
SELLERO (al confine Còren- Pià d’Ort
con Capo di Ponte)
172*
SELLERO
Scianica
1556
173
SELLERO
Ronco
1557
174
SONICO
Rino - Loc. Gaderì
175
SONICO
Dos de le Strie, o Villincampo
1639
176
SONICO
Al Roc, o Parecolo
1640
177*
SONICO
Predasola (o Pradasella)
1641
178*
SONICO
Coren de le Fate e Cornel de l’Aiva
(ambito del Parco comunale «Coren de le Fate»)
1642
1554
274, 1555
SANSONI-GAVALDO
1995
1637
Itinera 1999, p. 45
(Priuli)
179
SONICO
Plas (lungo il T. Grandi)
Itinera 1999, p. 44
(Priuli)
180
SONICO
Strada per Val Malga
(le località Pos, edicola del Sant de le Plote, Faet)
Itinera 1999,
pp. 45-46 (Priuli)
181*
VEZZA D’OGLIO
Sass de le Strie, Croce del Plazza
1734
in Provincia
di Bergamo
182*
Rogno
Còren Pagà (7 rocce)
PRIULI 1999
CABS = ROSSI F. (a cura di) 1991, Carta archeologica della Lombardia. I. La Provincia di Brescia, Modena.
ATS = Archivio Topografico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia.
2.2 Ambito territoriale esteso
Attorno ai principali siti d’arte rupestre (i 7
Parchi) è stata definita la “buffer zone”: essa
comprende un’area geografica e storica omogenea, che raggruppa diversi livelli di interesse
(geomorfologico, ambientale, paesaggistico,
archeologico, storico) riconosciuti, se possibile, nell’ambito dei Piani Paesistici elaborati ex
L. 431/1985 e recepiti dal recente Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di
Brescia.
Data la distinta ubicazione dei sette principali Parchi di cui si compone il sito, si sottolinea che le relative “buffer zones” presentano
caratteristiche parzialmente diverse:
82
– aree di rispetto paesaggistico definite da
provvedimenti di vincolo ex L. 1497/1939
(attorno al Parco Nazionale delle Incisioni
Rupestri di Capo di Ponte, D.M. 14 aprile
1967);
– aree geografico-morfologiche unitarie (Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, nel quale la “buffer zone” comprende
anche siti di interesse archeologico per le
rocce istoriate, al momento non inseriti nel
Parco; Parco Comunale di Sellero; Parco pluritematico del “Còren de le Fate” di Sonico);
– aree di collegamento tra vari siti lungo la
viabilità storica di impianto antico e nell’ambito di Comuni contigui già consorziatisi come insieme omogeneo (Riserva Re-
gionale delle Incisioni Rupestri di Ceto,
Cimbergo e Paspardo), dove non è scindibile l’area di interesse archeologico rispetto
alla “buffer zone”;
– ambito geografico di collegamento tra Parchi di varia tipologia, naturale e storico-archeologica, facenti capo ad un unico insieme amministrativo (Parco Comunale di
Luine, ora inglobato nel Parco Locale di
Interesse Sovracomunale del Lago Moro).
Parco Comunale di Luine (Darfo Boario
Terme): il perimetro della “buffer zone” relativa al Parco Comunale di Luine coincide con il
perimetro del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro, all’interno del quale il Parco di Luine è inserito. Si tratta di un’area complessiva di circa 430 ettari, dei quali
131 insistono sul territorio del Comune di Angolo Terme e 299 interessano il territorio del
Comune di Darfo Boario Terme.
Il Parco del Lago Moro comprende l’intero
specchio del lago con la zona collinare adiacente e include, oltre al Parco con incisioni rupestri di Luine, anche le colline delle Sorline,
del Castellino e del Monticolo, interessate da
resti archeologici e da rocce con incisioni. Superficie della “buffer zone”: 4.058.765 mq.
Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri
(Capo di Ponte): la “buffer zone” coincide, come detto, con l’area del vincolo paesaggistico,
ex L. 1497/1939 (D.M. 14 aprile 1967).
Superficie della “buffer zone”: 273.609 mq.
La “buffer zone” del Parco Nazionale confina
con quella della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo
in un unicum continuo.
Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri
di Ceto, Cimbergo e Paspardo: si è definita
una nuova perimetrazione della Riserva e della relativa “buffer zone”, ambedue approvate
da parte dell’Ente Gestore, il Consorzio per la
Riserva Regionale Incisioni Rupestri di Ceto,
Cimbergo e Paspardo, nella Conferenza dei
Servizi del 23 marzo 2005.
Superficie della “buffer zone”, costituita da
due aree situate a W (C1) e a E (C3) della Riserva: 1.290.118 mq.
Parco Archeologico Nazionale dei Massi di
Cemmo e Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte): il perimetro
della “buffer zone”, che ingloba i due parchi, tra
loro adiacenti, si spinge ad includere, oltre ad
un ambito geografico e morfologico unitario,
83
84
alcune località d’arte rupestre poste a NW, non
ancora inserite nel Parco Comunale ma destinate ad esserlo nei prossimi anni. La “buffer
zone” di questi parchi si congiunge pure a
quella del Parco Comunale del vicino Comune
di Sellero, sì da creare un’unica grande zona di
rispetto.
Superficie della “buffer zone” per i due
Parchi: 1.497.992 mq.
Parco Comunale di Sellero: sono in corso
di approvazione per l’inserimento nel Piano
Regolatore del Comune (in corso di stesura)
sia un ampliamento dell’area del Parco sia la
creazione della “buffer zone”, che prevede l’estensione verso S fino ad agganciarsi alla “buffer zone” dei due Parchi sopra nominati del vicino comune di Capo di Ponte.
Superficie della “buffer zone”: 746.064 mq.
Parco Pluritematico del “Còren de le Fate”,
Sonico: sono in corso di definizione con il Comune sia la perimetrazione del Parco sia la delimitazione della “buffer zone”, ambedue già
ricadenti nel Parco Regionale dell’Adamello.
Superficie proposta della “buffer zone”: circa 955.978 mq.
3. IDENTIFICAZIONE
DEI SOGGETTI PROMOTORI
Il Piano di Gestione qui presentato intende
considerare la Valle Camonica non solo come
luogo tradizionale di “conservazione della cultura storica” ma anche come realtà nella quale
convergano tutte le sinergie utili allo sviluppo
del sistema economico locale della Valle.
3.1 Soggetti pubblici
Il Piano di Gestione prevede un processo di
collaborazione istituzionale nel quale sono
coinvolti gli Enti territoriali locali. Sulla base
di una Dichiarazione di Intenti (All. 3), approvata e sottoscritta in data 20 dicembre 2004, gli
attori principali sono rappresentati da:
• Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia (d’intesa con la Direzione
Regionale per i Beni Culturali e Paesaggisti-
ci della Lombardia), con funzioni di coordinamento;
• Provincia di Brescia (alla quale la Regione
Lombardia, sulla base della Deliberazione
della Giunta Regionale n. 7/9393 del 14
giugno 2002. L.R. 1/2000, art. 4, comma
134, lett. a) - Sviluppo dei sistemi museali locali: approvazione dei criteri per l’assegnazione e
l’erogazione dei contributi alle province e approvazione degli obiettivi e delle linee guida per l’elaborazione da parte delle province di studi di fattibilità comprensivi dell’individuazione di progetti
pilota di gestione associata dei servizi, ha conferito nuove funzioni in materia di sistemi
museali locali).
• Comunità Montana di Valle Camonica;
• Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano della Valle Camonica (BIM);
Sono inoltre coinvolti anche i Comuni interessati dalla presenza di Parchi:
• Capo di Ponte (Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, oltre ai due Parchi Nazionali);
• Darfo Boario Terme (Parco Comunale di
Luine);
• Sellero (Parco Comunale)
• Sonico (Parco pluritematico del “Còren de
le Fate”)
• Consorzio per le incisioni rupestri di Ceto,
Cimbergo e Paspardo (Ente gestore della
Riserva Regionale Naturale “Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo”).
Ognuno degli Enti sopra elencati, sulla base dell’art. 4 della Dichiarazione di Intenti, ha
nominato un rappresentante, delegato a partecipare al “Gruppo di Lavoro per la stesura del
Piano di Gestione”.
Non appena definite le linee generali del
Piano di Gestione con gli Enti sopra indicati,
si è costituito un secondo “Gruppo di Lavoro
Tecnico-scientifico” di consulenza (denominato Commissione per la Ricerca Scientifica), aperto
alle Istituzioni culturali e scientifiche che si occupano in Valle dello specifico tema dell’arte
rupestre e alle quali sia riconosciuto un ruolo
autorevole nello studio delle incisioni e, anche, alle istituzioni che si occupano localmente di coordinamento e gestione di aree a tutela
paesaggistico-ambientale di interesse sovracomunale (Parco dell’Adamello). In questo
“Gruppo di lavoro Tecnico-scientifico” operano, con funzioni di sottocommissione (Sotto85
86
87
commissione per la Didattica), anche i Soggetti
che svolgono attività didattica sull’arte rupestre.
Il Gruppo di lavoro risulta, per le due componenti di cui si è detto (ricerca scientifica e
didattica) talora svolte dai medesimi soggetti,
così composto:
• Centro Camuno di Studi Preistorici e relative filiazioni (Dipartimento Valcamonica e
Lombardia)
• Cooperativa Archeologica “Le orme dell’Uomo”
• Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica di
Cemmo (Capo di Ponte)
• Parco dell’Adamello
• Archeocamuni
• Do.Net
• Pro Loco di Capo di Ponte
con l’apporto di consulenza anche di Altri, impegnati in ricerche e indagini (un esperto della scuola dell’obbligo).
3.2 Soggetti privati
Da definire in una seconda fase, successiva
all’elaborazione del Piano di Gestione.
3.3 Accordi e intese
Come sopra specificato in data 20 dicembre
2004 è stato formalizzato il Gruppo di Lavoro
per l’elaborazione del Piano di Gestione, attraverso l’approvazione e la sottoscrizione di una
Dichiarazione di Intenti da parte di tutti i soggetti pubblici a vario titolo interessati alla tutela,
all’amministrazione ed alla gestione del sito
UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” (All. 3).
sponsabile del sito Arte Rupestre della Valle
Camonica, che abbia prioritariamente funzioni di coordinamento e di definizione delle linee guida di tutte le attività che riguardano il sito e condivida il disegno strategico
alla base del Piano di Gestione, recependo
le normative nazionali, regionali e provinciali in materia di Beni Culturali;
2. la definizione di un Sistema Museale Territoriale, che comprenda anche i Parchi ed i
siti d’arte rupestre (in accordo con la Provincia-Assessorato alla Cultura);
3. il coordinamento con il Sistema Turistico.
Dopo attenta discussione con i soggetti
pubblici che hanno condiviso l’elaborazione
del Piano di Gestione, si è ritenuto opportuno
rimandare ad una fase successiva l’individuazione del Soggetto Responsabile, ritenendo
utile un periodo preventivo di applicazione
pratica e di verifica del Piano di Gestione.
A conclusione dell’elaborazione del Piano
di Gestione il consesso di Enti che ha partecipato alla sua stesura ne condivide con un documento formale (All. 30) gli obiettivi, i programmi, le strategie ed i tempi di attuazione e
si impegna a dare attuazione ai Piani di Intervento in ogni ambito di gestione del territorio
e di programmazione di attività di propria
competenza.
5. PROGRAMMI E PROBLEMATICHE
Nella formulazione del Piano di Gestione,
si sono esaminati, recependone le indicazioni
utili, tutti i Piani d’ambito e interesse locale vigenti, che si elencano di seguito, suddividendoli per categorie:
5.1 Piani Urbanistici e Funzionali
4. IDENTIFICAZIONE DEL SOGGETTO
RESPONSABILE
Una corretta politica di gestione del sito
comporta, di necessità, una condivisione degli
obiettivi che richiede la partecipazione, in
condizioni di parità, di tutti i soggetti attivi sul
territorio. Tra gli obiettivi primari si possono
indicare:
1. la costituzione di un Soggetto Giuridico re88
Piani Regolatori Generali (PRG) Comunali:
sono stati esaminati tutti i Piani Regolatori Generali Comunali dei comuni in cui ricadono i
Parchi e le relative “buffer zone”, compreso il
PRG in corso di elaborazione del Comune di
Sellero. Si vedano a questo proposito le Schede del Regesto della Strumentazione Urbanistica Comunale (All. 4), con indicazioni specifiche per i singoli Parchi e per le aree del Patrimonio e le relative “buffer zone”.
1.
2.
3.
4.
Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri
Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo
Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo
Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina
89
1. Parco Comunale di Luine (linea verde), parte del più esteso Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro
(linea gialla).
Si sottolinea che i Piani Regolatori Generali
dei comuni compresi nel territorio del Parco
dell’Adamello devono recepire la normativa del
Parco entro due anni dalla pubblicazione del
Piano del Parco dell’Adamello edito nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia del 29
novembre 2001 (2º supplemento straordinario
al n. 48, D.g.r. 29 ottobre 2001 - n. 7/6632: Approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Regionale dell’Adamello, art.
19, comma 2, L.r. 30 novembre 1983, n. 86 e
successive modifiche e integrazioni).
5.2 Piani Settoriali e/o Integrati
Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR): il progetto di legge per il governo del territorio individua nel Piano Territoriale Regionale lo strumento per costruire una visione territoriale regionale. In attesa che venga appro90
vata la nuova legge, la Regione Lombardia ha
avviato (ma non concluso) il processo di costruzione del Piano attraverso il confronto interno all’Ente ed esterno (Enti locali, ordini ed
associazioni professionali, semplici cittadini).
A partire dal 2002 è stato avviato un processo di costruzione del Piano che ha comportato
finora:
• un lavoro preliminare per l’impostazione
del quadro strategico generale, consistito
nell’elaborazione, con le altre Direzioni Generali, del Documento Programmatico;
• un importante momento di confronto con
il mondo esterno, attuato nel corso del
XXIV Congresso INU (Istituto Nazionale di
Urbanistica) dal tema “Città e regioni metropolitane in Europa” (Milano, 25-28 giugno 2003);
• la redazione, ad opera della Regione Lombardia, del Documento Strategico: una proposta per il confronto, che contiene gli ele-
Parco Comunale di Sellero.
menti e i temi “forti” del Piano e la strutturazione del Quadro di riferimento territoriale delle conoscenze e delle programmazioni strategiche.
Il processo sopra descritto, costruito attraverso un percorso trasversale, partecipato e
condiviso internamente all’Ente e con gli altri
soggetti coinvolti nel governo del territorio
(Provincia e Comuni), costituirà il risultato di
un lavoro nato da un consenso allargato, attraverso momenti di confronto esterno.
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Brescia (PTCP): il
PTCP della Provincia di Brescia, pubblicato in
data 22 dicembre 2004 e attualmente vigente,
ha competenza sulle materie di carattere territoriale e deve essere considerato uno strumento per armonizzare gli interventi della Provin-
cia sul territorio, unificandone i criteri e gli
obiettivi.
Il PTCP rappresenta uno strumento fondamentale di riferimento per una corretta organizzazione e gestione del territorio. Esso recepisce gli indirizzi stabiliti dalla Regione Lombardia con la L.r. 5 gennaio 2000, n. 1 “Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia.
Attuazione del D.L.vo 31 marzo 1998, n. 112
(conferimento di funzioni e compiti amministrativi dallo Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del capo I della legge 15
marzo 1997, n. 59)” e fissa i limiti normativi ed
operativi che i Comuni dovranno rispettare
nella definizione dei Piani Regolatori Generali.
Il PTCP definisce criteri d’indirizzo sugli
aspetti pianificatori di livello sovracomunale e
fornisce indicazioni sui temi paesistici, ambientali e culturali: obiettivi generali sono la
91
Parco Pluritematico del “Còren de le Fate” di Sonico.
sostenibilità ambientale dello sviluppo e la valorizzazione dei caratteri paesistici locali e delle risorse territoriali, ambientali, culturali, sociali ed economiche.
Il PTCP della Provincia di Brescia si articola
in tre Quaderni, uno costituito dal Documento
Preliminare (Quaderno 1), uno dal Progetto Preliminare di Piano (Quaderno 2) ed uno dal Progetto Definitivo (Quaderno 3).
92
Il Progetto Definitivo è costituito dalla Relazione, dalle Norme tecniche di attuazione, dalla Disciplina per la tutela e la valorizzazione
delle componenti del paesaggio della Provincia, dagli Elenchi dei beni storico culturali individui, dal Piano viario provinciale, dal Regolamento per il funzionamento della Conferenza dei Comuni e delle Comunità Montane, e
dalle Tavole del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.
Il Quaderno 1 è stato distribuito ai Sindaci
e alla Regione nell’estate del 2001, il Quaderno 2 nella primavera del 2003.
Al 2004 risale la Delibera del Consiglio Provinciale (n. 21 del 22 aprile 2004), con la quale è stato approvato il Progetto Definitivo del
PTCP.
Il 22 dicembre 2004 viene pubblicata nel
BUR la Deliberazione Consiliare di Approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento
Provinciale (n. 21 del 22 aprile 2004), che lo
rende pienamente operativo, ai sensi della L.r.
1/2000, art. 3, comma 31.
Il PTCP della Provincia di Brescia, partendo da un’analisi tecnica delle unità ambientali
presenti, ha inoltre identificato 72 “ecomosaici”, cioè ambiti territoriali omogenei dal punto di vista del funzionamento ecologico che sono alla base delle successive scelte del progetto
di rete ecologica provinciale.
Ciascun ecomosaico coinvolge uno o più
comuni, e potrà rappresentare un fattore di riferimento per mettere in atto iniziative comunali o intercomunali di riqualificazione e certificazione della qualità ambientale (ad esempio
attraverso i Parchi Locali di Interesse Sovracomunale - PLIS, le Agende 21 locali, l’Eco - Management and Audit Scheme - EMAS etc.).
Nell’ambito dei Progetti Strategici individuati dal PTCP di interesse provinciale, si segnala per la formulazione di progetti futuri
per la Valle Camonica il Progetto Strategico
per la valorizzazione dei “Sentieri della Guerra
di Liberazione Nazionale”.
Di interesse più generale è il Progetto Strategico per la promozione dello sviluppo sostenibile locale attraverso la messa a sistema dei
Beni Culturali e Naturali.
Tra i Progetti Strategici di Iniziativa Locale
il PTCP registra il “Piano Integrato di Sviluppo
Locale del Comprensorio di Monte Campione, della Bassa Valle Camonica e del Sebino”.
5.3 Piani di Sviluppo Socio Economico
Piano di Sviluppo Socio Economico (PSSE)
delle Comunità Montane: l’esempio della Comunità Montana di Valle Camonica (2001).
La Comunità Montana di Valle Camonica si
è dotata nel 2001 di un Piano di Sviluppo So-
cio Economico (PSSE). Infatti le Comunità
Montane, per pianificare le attività ed individuare le linee di sviluppo, sono tenute a redigere (sulla base del Testo Unico degli Enti Locali, D.Lvo. 267/2000 e, soprattutto, della L.r.
6/2002 “Disciplina delle Comunità Montane”)
il Piano di Sviluppo Socio Economico (PSSE),
nel quale sono raccolte le analisi sociali ed
economiche svolte sul territorio ed è suggerita
una serie di interventi indispensabili, da realizzare attraverso piani annuali.
Il PSSE, se compatibile con gli indirizzi programmatici della Regione, viene approvato
dalla Provincia, che lo recepisce come parte
integrante dei propri programmi (L.r.
13/1993, art. 18, comma 6 e 7). A sua volta il
PSSE contribuisce alla formazione del PTCP
sopra descritto (D.L.vo n. 267/2000, art. 28,
comma 4).
La Comunità Montana di Valle Camonica
ha approvato con la delibera del 12 ottobre
2001 n. 30 il proprio Piano di Sviluppo Socio
Economico. Tale PSSE è stato poi approvato
dalla Provincia di Brescia con delibera del 4
febbraio 2002 n. 9.
Il PSSE individua degli Obiettivi Generali finalizzati ad un miglioramento generalizzato
delle condizioni di vita della popolazione e
della qualità dei servizi e si pone degli Obiettivi
Strategici, indicando le azioni progettuali. Per
ciascuna azione viene fornita una Scheda Progettuale, che contiene gli ambiti di intervento, le
motivazioni, i contenuti, la gestione del progetto, il grado di priorità ed i tempi di attuazione, i risultati attesi, le risorse necessarie ed i
riferimenti legislativi.
Il Piano, sulla base di un’analisi del territorio e degli aspetti socio-economici, ha individuato tre aree e le relative possibili strategie di
intervento:
– un’area marginale, che comprende comuni
interessati da fenomeni quali calo demografico, erosione delle dotazioni dei servizi
locali, mancato decollo turistico e conseguente spopolamento verso il fondovalle,
invecchiamento della popolazione. Due
possibili strategie di investimento sono rappresentate dalla promozione del turismo,
dalla rivalutazione del comparto agro-zootecnico, con una continua attenzione alla
salvaguardia dell’ambiente.
I comuni della Valle che ricadono nell’area
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marginale sono: Prestine, Ossimo, Losine,
Lozio, Ono S. Pietro, Sellero, Cedegolo,
Cevo, Saviore, Paisco Loveno, Berzo Demo,
Malonno, Corteno Golgi, Monno, Incudine, Vezza d’Oglio, Vione, Temù.
– un’area di sviluppo consolidato, caratterizzata
da una marcata vocazione turistica (Ponte
di Legno) ed industriale (Pian Camuno,
Artogne, Gianico, Angolo Terme, Borno,
Braone, Cerveno). In questo caso gli obiettivi strategici sono rappresentati dallo sviluppo della ricettività, dalla riqualificazione
ambientale e dal miglioramento dei servizi
alle imprese.
– un’area di attrazione, che ha i propri punti di
forza nell’offerta ambientale e culturale,
che si traducono in una buona dotazione di
servizi (soprattutto il sistema dei collegamenti) e in una potenzialità nel settore turistico (invernale, sportivo, culturale, naturalistico e congressuale). Il rafforzamento
di tali capacità sembra il modello di sviluppo migliore per questa area.
Sono compresi nell’area di attrazione i comuni di Darfo Boario Terme, Esine, Piancogno, Berzo Inferiore, Bienno, Cividate Camuno, Breno, Malegno, Niardo, Ceto, Cimbergo, Paspardo, Capo di Ponte, Sonico ed
Edolo.
5.4 Piani Specifici per la Tutela del Sito
Finora non esiste un Piano generale e prescrittivo omogeneo per la tutela del sito d’arte
rupestre della Valle Camonica, articolato in
una miriade di singole realtà tra loro molto diverse per estensione, per proprietà e per assetto giuridico.
Va innanzitutto precisato che tutti i siti con
incisioni rupestri, in quanto patrimonio di interesse archeologico, sono sottoposti alla legislazione statale di tutela dei beni culturali
(D.L.vo del 22 gennaio 2004 n. 42) al cui rispetto sono tutti tenuti.
Per i principali siti d’arte rupestre costituitisi in Parchi (i 7 sopra descritti), inoltre, i diversi Enti gestori (Stato, Comuni, Consorzio
di Comuni) solo in parte si sono dotati di Piani e questi sono di vario tipo per iter procedurale di riconoscimento e articolazione della
pianificazione adottata, come di seguito descritto.
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Piani dei Parchi (PdP)
Per ora solo i Parchi Nazionali e la Riserva
Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto,
Cimbergo e Paspardo dispongono di Piani
pluriennali ed annuali. Per i Parchi Nazionali
e, in generale, per il sito “Arte Rupestre della
Valle Camonica” sottoposto alla tutela del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per
“Piani” si intende la programmazione (progetti, interventi e gestione) periodicamente definita ed approvata nell’ambito del bilancio dello Stato, secondo le finalità stabilite dalla legge
di tutela (D.L.vo 24 gennaio 2004 n. 42).
Per la Riserva il Piano è stato approvato una
tantum all’atto di costituzione della Riserva nel
1988 ed elenca obiettivi, metodi e normative
generali alle quali adeguare i progetti di intervento annuali. Nel 2005 ne è in corso la revisione.
Piani triennali ed annuali per i Parchi Nazionali (Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri e
Parco Archeologico Nazionale dei Massi di
Cemmo) e per il sito “Arte Rupestre della Valle Camonica”
I Parchi Nazionali sono perimetrati con atti
formali, a seguito dell’acquisizione della proprietà al Demanio statale registrata su apposita
cartografia (CTR 1:10.000; catastale 1:2000,
con Tavola di rilevamento topografico delle
rocce, Tavola dei percorsi, Tavola dei Vincoli
ex L. 1089/1939 e 1497/1939, Tavola delle
proprietà e delle aree in corso di esproprio),
ma non dispongono di un atto costitutivo e
neppure di un Piano specifico per la tutela in
quanto direttamente gestiti dal Ministero per i
Beni e le Attività Culturali cui sono attribuite
le funzioni di tutela del patrimonio culturale
(art. 4, c. 1 del D.L.vo del 22 gennaio 2004 n.
42), esercitate non solo all’interno dei Parchi
Nazionali ma nell’ambito di tutto il territorio,
per il tramite dei suoi organi periferici (nella
fattispecie, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) e sulla base della
normativa vigente, il D.L.vo recante il “Codice
dei Beni Culturali e del Paesaggio” del 22 gennaio 2004 n. 42.
Per la Valle Camonica è attuato in modo
continuativo, all’interno di una programmazione triennale via via sottoposta all’approvazione del superiore Ministero, un Piano annuale (esso pure sottoposto all’approvazione
del Ministero), articolato in vari progetti (sia
specifici per i Parchi sia per l’intero ambito
territoriale della Valle e quindi per il sito “Arte
Rupestre della Valle Camonica” nel suo complesso), inerenti gli specifici settori di intervento sul patrimonio archeologico e le attività
connesse con la sua valorizzazione e divulgazione, come di seguito indicato:
1. Manutenzione. Rientrano in questa voce
tutti gli interventi di manutenzione ordinaria sul patrimonio archeologico e sulle
strutture didattiche e di accoglienza del
pubblico, nonché sul patrimonio edilizio
(muri di confine e terrazzamento, case agricole, case e servizi dei Parchi, Antiquarium)
all’interno delle proprietà demaniali;
2. Restauro. Comprende tutti gli interventi di
conservazione del bene arte rupestre e del
patrimonio archeologico in generale, eseguiti non solo all’interno dei Parchi Nazionali, ma anche all’esterno, in tutto il territorio della Valle Camonica, in proprietà
pubbliche e private;
3. Documentazione e Catalogazione. Comprende tutti i lavori di rilevamento topografico, documentazione fotografica (fotogrammetria, riprese fotografiche e digitali,
riprese laser), grafica, schedatura e catalogazione, condotti sulle incisioni, sul patrimonio archeologico connesso e sui contesti
archeologici della Valle Camonica;
4. Scavo e Indagini archeologiche e attività
connesse (comprese le analisi paleoambientali, sui materiali, radiometriche etc.).
Riguarda tutti gli interventi di ricerca, scavo
e indagine sui contesti archeologici e d’arte
rupestre della Valle Camonica.
5. Valorizzazione. Sono compresi tutti gli interventi, ordinari e straordinari, per la divulgazione ed edizione del patrimonio archeologico, per la realizzazione/ristrutturazione/allestimento di Parchi e Musei Nazionali, per l’aggiornamento degli apparati
didattici dei Parchi Nazionali, per l’organizzazione di mostre e convegni.
Questo Piano di interventi, modulato in base alle finalità della legislazione statale di tutela, è in vigore, in modo continuativo e strutturato, senza soluzioni di continuità, fin dal 1955
quando fu sottoposta a tutela dello Stato la
prima area d’arte rupestre con l’istituzione del
Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri in Capo di Ponte (la documentazione relativa è
conservata agli atti, presso la Soprintendenza
per i Beni Archeologici della Lombardia; per
gli anni 1979-2004, seguenti il riconoscimento
del sito “Arte Rupestre della Valle Camonica”
nel patrimonio mondiale UNESCO, si allega il
consuntivo, distinto per voci: All. 5).
Piano della Riserva Regionale delle Incisioni
Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo
Il Piano attualmente in vigore è stato approvato con Deliberazione della Giunta Regionale in data 3 novembre 1992 - n. 5/29143: è
in corso una revisione del Piano, del quale si
prevede l’approvazione entro il 2005. Nel presente lavoro si recepiscono già le modifiche
proposte dall’Ente Gestore, in accordo con gli
Enti locali e con la Soprintendenza competente (modifica dei confini, aggiornamento della
normativa di tutela).
Il Piano della Riserva Regionale nasce dalla
stretta relazione che intercorre tra ambiente
naturale (vegetale ed animale), morfologia
del luogo ed interventi antropici (in cui ricadono anche le incisioni rupestri). In particolare, per comprendere il fenomeno artistico
preistorico, che tante testimonianze ha lasciato all’interno della Riserva, è indispensabile
partire dall’ambiente che accoglie questo patrimonio. È quindi necessario sottoporre a
particolare tutela tutti gli aspetti, ambientali,
vegetazionali ed antropici, presenti nell’area
della Riserva, in quanto elementi che hanno
contribuito a creare il contesto nel quale l’arte
rupestre si è sviluppata.
Il Piano si compone di uno studio delle
persistenze storico-archeologiche, completato
da schede delle singole aree con arte rupestre;
di un’analisi degli aspetti geologici e naturalistici della Riserva, con schede delle aree con
rilevanze faunistiche e vegetazionali di particolare valore; di uno studio forestale della Riserva, articolato in una analisi delle consistenze
dei boschi, delle azioni antropiche in atto ed
in una serie di proposte di gestione del bosco.
Tra gli obiettivi del Piano della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo: la salvaguardia e la conservazione del patrimonio ambientale, archeologico ed etnografico, la valorizzazione del patrimonio nel rispetto della sua conservazione, la
regolamentazione e l’incentivazione della ricerca scientifica e l’integrazione del territorio
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nel contesto locale, anche attraverso interventi
di educazione ambientale e di recupero delle
attività economiche.
Il territorio della Riserva è stato suddiviso
in due aree: l’area A, nella quale sono documentate testimonianze archeologico-ambientali e rilevanze vegetazionali ed etnografiche, e
l’area B, nella quale l’accesso è del tutto interdetto a causa della particolare rilevanza archeologico-ambientale.
Una componente fondamentale del Piano
è costituita dalla regolamentazione delle attività antropiche, consentite solo nella zona A
(utilizzazioni forestali, pascolo, attività agricole, raccolta di funghi e di frutti del sottobosco,
raccolta di castagne, ricerca scientifica ed attività didattica, attività edilizia per la sola manutenzione); viene poi indicata una normativa di
attuazione con divieti, limitazioni e regolamentazioni delle attività sopra elencate.
Il Piano è corredato da un apparato cartografico (in scala 1:5000), suddiviso per tematiche, che comprende:
1. Tavola delle aree omogenee/sintesi degli
studi interdisciplinari
2. Tavola dell’azzonamento, degli accessi e
della percorribilità
3. Tavola degli interventi di conservazione, di
dotazione e di valorizzazione
4. Tavole della modifica dei confini
5. Tavola delle aree da acquisire
Il Piano individua anche alcuni interventi
complementari all’area protetta: la creazione
del Museo della Riserva, che attualmente si articola su 600 mq. con spazi anche per l’accoglienza dei gruppi, e la realizzazione di strutture ricettive (attualmente la Riserva dispone di
due foresterie e di tre strutture di accoglienza).
Piano territoriale di coordinamento del Parco
Regionale dell’Adamello
Il Parco dell’Adamello si trova al centro
della catena alpina, nelle Alpi Retiche, e comprende tutto il versante lombardo del gruppo
dell’Adamello, nella porzione nord-orientale
della provincia di Brescia. Posto sul versante sinistro orografico della Valle Camonica, si
estende per circa 51.000 ettari, dal Passo del
Tonale a quello di Crocedomini; a est confina
con il Trentino-Alto Adige. Dal Tonale, verso
sud, i comuni territorialmente interessati al
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Parco sono: Ponte di Legno, Temù, Vione,
Vezza d’Oglio, Incudine, Edolo, Sonico, Malonno, Berzo Demo, Cedegolo, Cevo, Saviore
dell’Adamello, Paspardo, Cimbergo, Ceto,
Braone, Niardo, Breno e Prestine.
L’importanza del Parco dell’Adamello è accresciuta dalla sua posizione, perché esso funge da ponte tra i due parchi che gli sono limitrofi: al suo limite orientale si trova il Parco
trentino Adamello-Brenta, al limite settentrionale il Parco dello Stelvio, a sua volta limitrofo
del Parco Nazionale Svizzero dell’Engadina.
Ne risulta così un’area protetta di 250.000
ettari, la più grande delle Alpi, nel cuore dell’Europa.
Poiché alcuni dei Parchi d’Arte Rupestre
(Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di
Ceto, Cimbergo e Paspardo, Parco pluritematico “Coren de le Fate” di Sonico) sono compresi all’interno del Parco dell’Adamello, che, anzi, promosse la creazione del secondo dei due,
il Parco pluritematico di Sonico, si fa qui riferimento anche al Piano territoriale di coordinamento del Parco Regionale dell’Adamello.
Il Parco Regionale dell’Adamello è stato
istituito con la L.r. 16 settembre 1983, n. 79
(Istituzione del Parco Naturale dell’Adamello) e
successive modifiche e integrazioni (L.r. 1 dicembre 2003 - n. 23, Istituzione del Parco Naturale dell’Adamello).
Il territorio del Parco fu vincolato paesisticamente ai sensi dell’art. 146, comma primo,
lettera f) del D.L.vo 490/1999, successivamente sostituito dall’attuale D.L.vo del 22 gennaio
2004 n. 42.
Il Piano territoriale di coordinamento del
Parco Regionale dell’Adamello, classificato come parco montano e forestale, è stato approvato con Deliberazione della Giunta Regionale
in data 29 ottobre 2001 - n. 7/6632. Gli obiettivi che l’istituzione del Parco intende perseguire ed attuare tramite il Piano, sono:
• tutelare la biodiversità, conservare ed incrementare le potenzialità faunistiche, floristiche, vegetazionali, geologiche, idriche, ecosistemiche e paesaggistiche dell’area;
• garantire un uso dei suoli e dei beni compatibile con le qualità naturalistiche;
• tendere alla conservazione e ricostituzione
dell’ambiente;
• realizzare l’integrazione tra uomo e ambiente naturale mediante la salvaguardia
dei valori antropologici, archeologici, storici, architettonici e delle attività agro-silvopastorali e tradizionali;
• promuovere e disciplinare la fruizione dell’area a fini scientifici, culturali, educativi e
ricreativi.
Il Piano ha effetti di Piano paesistico coordinato ai sensi dell’art. 57 del D.L.vo 31 marzo
1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti
amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti
Locali, in attuazione del capo I della Legge 15 marzo 1997, n. 59), con i contenuti paesistici del
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ed è approvato ai sensi e con i contenuti
delle leggi regionali 16 settembre 1983, n. 79 e
30 novembre 1983, n. 86 (Piano regionale delle
aree regionali protette. Norme per l’istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali, nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale) e successive modifiche e integrazioni. All’interno del Parco Regionale,
con Legge Regionale 1 dicembre 2003, n. 23,
è stato individuata l’area a Parco naturale, soggetta alla disciplina di cui alla Legge 394/91.
Il Piano delimita il territorio del Parco individuandone il perimetro, con le modifiche, rispetto al perimetro approvato con la L.r.
79/1983, necessarie per il migliore assetto del
Parco stesso; inoltre individua e propone le
aree a Riserva Naturale e le aree a Parco Naturale. La disciplina di tali aree ha valore ed effetti di Piano Territoriale Regionale ai sensi
dell’art. 16 della L.r. 86/1983 e successive modifiche e integrazioni.
Sembra inoltre importante sottolineare che
tutte le disposizioni sono immediatamente vincolanti ai sensi dell’art. 18, comma quarto della L.r. 86/1983: pertanto i Comuni adeguano
entro due anni dalla entrata in vigore del Piano, approvato con Deliberazione della Giunta
Regionale in data 29 ottobre 2001 - n. 7/6632,
i rispettivi strumenti urbanistici generali alle
previsioni del PTC del Parco.
Gli strumenti attuativi del Piano sono rappresentati da:
• Piani di attuazione per settori funzionali (corpi
idrici e acque, zone umide e torbiere, conservazione e gestione della fauna selvatica, attività piscatoria, gestione del bosco, attività
agro-silvo-pastorale, attività agricola di fondovalle, usi civici, agriturismo, turismo, aree
sciabili, tutela storico-monumentale, ritrovamenti archeologici e testimonianze della I
guerra mondiale, edificato esterno alle zone
di interesse antropico, recinzioni, campeggi,
viabilità, parcheggi, piste e sentieri, prevenzione incendi, zone a vincolo idrogeologico e
a rischio geologico, cave e discariche, impianti tecnici e adeguamenti infrastrutturali);
• Piano di Gestione (ha validità triennale ed è
articolato in piani attuativi annuali)
• regolamenti di esecuzione
• interventi di iniziativa pubblica dell’Ente gestore
e dei Comuni
• interventi convenzionati
• pareri obbligatori
• autorizzazioni, concessioni, denunce
All’interno del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Regionale dell’Adamello
sono inoltre individuate le Norme di Comportamento, suddivise in diversi articoli: Prescrizioni generali, Transito con mezzi motorizzati e sorvolo
aereo, Transito equestre e ciclistico, Raccolta di flora
spontanea e di frutti epigei, Tutela della fauna minore, Raccolta di minerali e fossili.
L’apparato cartografico è rappresentato da
una Planimetria generale dell’area del Parco,
costituita da ventisei fogli in scala 1:10.000.
La gestione del Parco è affidata alla Comunità Montana di Valle Camonica.
Piano del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro (Angolo Terme e Darfo
Boario Terme)
Il Parco Locale di Interesse Sovracomunale
del Lago Moro è stato riconosciuto con la deliberazione della Giunta Regionale del 27 aprile
2000, n. 6/49730. Successivamente l’Amministrazione Provinciale di Brescia, con propria
deliberazione del 22 luglio 2003, n. 305, perimetra definitivamente l’area interessata al Parco, che insiste sul territorio dei Comuni di Angolo Terme e di Darfo Boario Terme.
I due Comuni interessati hanno aderito al
progetto del Parco con apposite deliberazioni
dei rispettivi organi.
Il Parco, nel sistema territoriale di Valle Camonica, nasce dalla volontà di valorizzare e tutelare l’ambiente nel rispetto delle politiche dell’assetto territoriale già esistenti ed è uno strumento valido per innescare un processo di sviluppo locale che valorizzi l’uso sostenibile delle
risorse culturali e turistiche presenti nell’area.
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L’obiettivo primario del Parco è quello di
predisporre un sistema territoriale di riferimento, le cui linee di sviluppo rappresentano
il giusto coordinamento politico e territoriale
tra le amministrazioni coinvolte, in stretta collaborazione con tutti gli enti comprensoriali di
zona. A tale proposito è stata approvata dai rispettivi Consigli Comunali (deliberazioni n. 77
del 16 dicembre 2002 per Darfo Boario Terme
e n. 8 del 3 marzo 2003 per Angolo Terme)
una Convenzione che ha come scopo principale l’organizzazione territoriale del Parco e la
gestione congiunta dell’attività amministrativa,
tecnica, manutentiva, di salvaguardia e di vigilanza dell’area protetta.
La Convenzione prevede l’individuazione
di un Ente Gestore del Parco, determinato dal
Comitato di Coordinamento dei Sindaci, che
si avvale della collaborazione di un Comitato
Tecnico Scientifico consultivo.
L’organo deliberante dell’Ente Gestore del
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Parco è il Comitato di Coordinamento formato dai Sindaci o loro delegati; delibera su tutte
le attività inerenti il raggiungimento delle finalità della Convenzione.
Dal punto di vista politico-gestionale la definizione del Parco consente una cooperazione
operativa con il Consorzio dei Laghi d’IseoEndine e Moro, che mette in sinergia le esperienze regionali in materia di laghi.
Il Parco per la sua peculiarità ambientale
consente di strutturare un sistema di fruibilità
turistica in cui le potenzialità attrattive sono
costituite dalle risorse naturali e archeologiche presenti, quali sono per esempio le incisioni rupestri del Parco di Luine.
Il processo di sviluppo locale si configura
anche nella capacità di inserire l’intero Parco
in un ben preciso circuito turistico, dove il
paesaggio e gli elementi di forte naturalità ne
rappresentano i fattori primari per la sua promozione.
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