PARTEPRI MA PAG.198 Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, Capo di Ponte QUADERNI. 2 ARTE RUPESTRE della VALLE CAMONICA Sito Unesco n. 94 2005 PIANO di GESTIONE a cura di RAFFAELLA POGGIANI KELLER, CARLO LIBORIO, MARIA GIUSEPPINA RUGGIERO ARTE RUPESTRE della VALLE CAMONICA Maddalena Stefini Sito UNESCO n. 94 Provincia di Brescia - Settore Turismo 2005 PIANO di GESTIONE Elena Tironi Provincia di Brescia Settore Assetto Territoriale Parchi e V.I.A. Edizione promossa e sostenuta da: Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Provincia di Brescia Gian Claudio Vaira Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Elaborazione cartine, grafici e trattamento immagini Carlo Liborio e Maria Giuseppina Ruggiero (SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano) Comunità Montana di Valle Camonica Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano di Valle Camonica - BIM Cartografia Tino Pacchieni Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Comune di Capo di Ponte Comune di Ceto Comune di Cimbergo Comune di Darfo Boario Terme Coordinamento editoriale Raffaella Poggiani Keller Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Comune di Paspardo Redazione Raffaella Poggiani Keller Comune di Sellero Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Comune di Sonico Testi di Raffaella Poggiani Keller Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Coordinatore del Piano di Gestione Carlo Liborio e Maria Giuseppina Ruggiero SCA - Società Cooperativa Archeologica Segreteria tecnico-scientifica con contributi di: Angelo Maria Ardovino Ministero per i Beni e le Attività Culturali Dipartimento Innovazione, Ricerca, Organizzazione Tiziana Cittadini Centro Camuno di Studi Preistorici e Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo Sergio Cotti Piccinelli Comunità Montana di Valle Camonica Angelo Fossati Carlo Liborio e Maria Giuseppina Ruggiero SCA - Società Cooperativa Archeologica Apparato iconografico Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Centro Camuno di Studi Preistorici Dipartimento Valcamonica e Lombardia del CCSP Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica Comune di Sellero Apparato cartografico Provincia di Brescia-Ufficio cartografico Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano di Valle Camonica Copertina Lorenzo Mangili In allegato CD contenente: – Allegati 1-32 – Management Plan (English version with Figures, Tables, Enclosures, GIS) Cooperativa “Le Orme dell’Uomo” Salvatore Lentini CRAAC - Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali Claudio Nodari Traduzione inglese Arkadia Translation, Milano Jim Bishop Studio di architettura, Esine Ausilio Priuli Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica Cesare Ravazzi Edizione Stamperia Stefanoni, Bergamo 2007 CNR - Centro Nazionale delle Ricerche IDPA Umberto Sansoni e Silvana Gavaldo Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici In copertina: La stele Cemmo 4 (età del Rame, III millennio a.C.). Indice Prefazioni Premessa - cronistoria pag. 9 » 15 » 21 » » » » » » » » » » » » » » » » » » » 21 21 23 23 31 55 69 69 82 85 85 88 88 88 88 88 90 93 94 » 99 PARTE PRIMA Il Quadro di Riferimento Generale del Piano 1. Identificazione del significato universale 1.1 Motivazione del riconoscimento 1.2 Identità storica 1.2.1 Breve storia delle ricerche 1.2.2 Arte rupestre: tecniche di incisione e periodizzazione del fenomeno 1.3 Valori culturali 2. Identificazione degli ambiti territoriali 2.1 Ambito territoriale iscritto 2.2 Ambito territoriale esteso 3. Identificazione dei soggetti promotori 3.1 Soggetti pubblici 3.2 Soggetti privati 3.3 Accordi e intese 4. Identificazione del Soggetto Responsabile 5. Programmi e problematiche 5.1 Piani Urbanistici e Funzionali 5.2 Piani Settoriali e/o Integrati 5.3 Piani di Sviluppo Socio Economico 5.4 Piani Specifici per la Tutela del Sito PARTE SECONDA Il Sistema Informativo Territoriale 6. Analisi del patrimonio culturale 6.1 Beni culturali, musei, ambiente, archeologia, arte, storia, edifici 6.2 Cultura materiale: artigianato, prodotti tipici, risorse naturali 6.3 Cultura intangibile: eventi, produzione culturale, usi e costumi 6.4 Stato di conservazione del patrimonio » 99 » 99 » 107 » 114 » 114 5 6.4.1 Il patrimonio di arte rupestre. Stato di conservazione e interventi di restauro, documentazione e monitoraggio 6.4.2 Il patrimonio archeologico e storico-artistico 7. Analisi delle risorse 7.1 Risorse ordinarie per la conservazione Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri e Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, Capo di Ponte Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo Parco Comunale di Luine, Darfo Boario Terme Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, Capo di Ponte Parco Comunale di Sellero Parco pluritematico del “Còren de le Fate”, Sonico 7.2 Risorse naturali ed ambientali 7.3 Cultura intangibile 7.4 Risorse organizzative ed intellettuali 8. Analisi dei rischi e dei vincoli 8.1 Accessibilità e fruibilità dei beni 8.1.1 Accessibilità alla Valle e ai beni in generale 8.1.2 Accessibilità ai Parchi con Arte Rupestre e fruibilità 8.2 Sistema degli Indicatori e fattori di rischio 8.2.1 Fattori generali di rischio che si riflettono sul contesto ambientale 8.2.2 Fattori particolari di rischio determinati dal contesto culturale 8.3 Sistema degli Indicatori sulla pressione, causa/effetto 8.4 Mappa dei rischi, delle tutele e delle protezioni 8.5 Sistema degli Indicatori di governo, norme, interventi 8.6 Sistema di qualità storica da trasferire alla futura generazione 9. Analisi sociale ed economica 9.1 Gli Indicatori Demografici 9.2 Gli Indicatori dell’occupazione 9.3 Le attività produttive settoriali 9.4 Il turismo e le attività collegate 9.5 Le attività culturali 9.6 Attese ed Intenzioni dei portatori di interesse » » » » 118 138 142 142 » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » 142 144 148 148 148 148 148 150 154 159 159 159 160 170 170 171 172 172 173 174 174 175 176 176 177 180 182 PARTE TERZA Tutela e conservazione » 187 10. Piano degli interventi sulle strutture 10.1 Piano di intervento per l’adeguamento e la valorizzazione dei Parchi d’Arte Rupestre » 187 10.1.1 Adeguamento del riconoscimento formale dei parchi, a norma di legge 10.1.2 Adeguamento espositivo 10.1.3 Ricognizione della situazione conservativa del patrimonio d’arte rupestre all’interno dei Parchi d’Arte Rupestre 10.2 Piano di intervento per la realizzazione del Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica a Capo di Ponte 10.3 Piano di intervento per la valorizzazione dei siti archeologici pre-protostorici 10.4 Piano di intervento per il rilevamento, la documentazione e la valorizzazione degli altri siti d’arte rupestre della Valle Camonica non compresi nei Parchi d’Arte Rupestre 10.4.1 Piano di intervento per l’inserimento nel sistema GIS 6 » 189 » 189 » 190 » 194 » 196 » 199 » 200 » 200 10.4.2 Piano di intervento per la documentazione 10.4.3 Piano di intervento per la valorizzazione 10.5 Piano di intervento sulla rete dei percorsi storici 10.6 Piano di intervento per il ripristino paesaggistico del fondovalle 11. Piano degli interventi di manutenzione e restauro 12. Piano dei recuperi e delle protezioni 12.1 Piano di recupero del bosco e, più in generale, dell’ambiente naturale nel quale si trovano i Parchi d’Arte Rupestre 12.2 Piano delle protezioni all’interno dei Parchi d’Arte Rupestre 13. Piano d’adeguamento degli strumenti normativi ed urbanistici » » » » » » 200 201 204 206 210 215 » 215 » 216 » 218 PARTE QUARTA Il modello dello sviluppo culturale locale » 221 14. Piano della Ricerca scientifica e tecnologica 14.1 Progetto di studio paleoambientale 14.2 Piano della ricerca sull’arte rupestre 14.3 Piano di ricerca sui contesti archeologici preistorici e protostorici 14.4 Piano di studio sulla storia delle ricerche sull’arte rupestre. Analisi e studio degli Archivi storici 14.5 Progetto di documentazione del patrimonio intangibile 14.6 Editoria scientifica 14.7 Piano dei Convegni e delle iniziative culturali 14.8 Piano del monitoraggio ambientale 15. Piano di coinvolgimento delle comunità locali 15.1 Iniziative per il coinvolgimento delle scuole e delle Università 15.2 Iniziative di divulgazione del patrimonio mondiale “Arte Rupestre della Valle Camonica” 15.3 Promozione della conoscenza del Piano di Gestione 15.4 Altre iniziative 16. Piano delle accessibilità e permeabilità 16.1 La linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo come mezzo strategico di accessibilità al patrimonio delle incisioni rupestri 16.2 La segnaletica turistica lungo le strade della Valle Camonica 17. Piano della formazione e della diffusione 17.1 La formazione professionale » » » » 221 224 229 230 » » » » » » » 233 233 234 235 236 236 237 » » » » 238 238 240 240 » » » » 242 243 244 244 17.1.1 Corso per la formazione di personale tecnico con specifiche competenze in materia di ricognizione e restituzione digitale ai fini conservativi del patrimonio archeologico litico, con particolare riferimento alle incisioni rupestri 17.1.2 Corso per operatori per la manutenzione del verde nelle aree comprese nel Piano di Gestione per il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” 17.1.3 Corso per artigiani specializzati nelle lavorazioni tradizionali della Valle 17.1.4 Corso per la formazione e l’aggiornamento degli operatori didattici 17.1.5 Corso per operatori turistici 17.1.6 Corso di formazione per promoter turistici che richiamino ed indirizzino i flussi turistici verso la Valle Camonica 17.2 La diffusione 17.2.1 Utenza 17.2.2 Servizi offerti 17.2.3 Numero degli addetti alle attività didattiche e qualificazione 17.2.4 Materiale didattico-divulgativo ed editoria specifica » 244 » » » » 245 245 245 246 » » » » » » 246 247 250 253 256 256 7 17.3. Piani di intervento per la didattica e la divulgazione 17.3.1 Qualificazione professionale degli operatori didattici per il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” 17.3.2 Predisposizione di centri di accoglienza e didattica in Valle Camonica e nei Parchi d’Arte Rupestre 17.3.3 Adeguamento degli apparati didattici dei Parchi d’Arte Rupestre 17.3.4 Analisi dell’utenza dei Parchi d’Arte Rupestre 17.3.5 Progetti didattici per le scuole e i giovani residenti in Valle Camonica 17.3.6 Progetti didattici per le scuole e i giovani non residenti in Valle Camonica 17.3.7 Corsi di formazione per gli insegnanti 17.3.8 Visitatori di età prescolare 17.3.9 Divulgazione per gli adulti 17.3.10 Divulgazione per i disabili 17.3.11 Divulgazione per stranieri 17.3.12 Editoria 18. Piano dell’accoglienza del turismo culturale 19. Piano delle attività tipiche locali 20. Piano degli eventi e delle attività culturali 21. Piano del marketing territoriale 21.1 Obiettivi 21.2 Le azioni promozionali 21.3 Gli strumenti 21.4 La tempistica 21.5 I partners 21.6 Le modalità di finanziamento 22. Piano attuativo degli interventi » 256 » 257 » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » 258 258 259 259 260 260 260 260 261 261 261 262 265 265 266 266 267 271 271 272 273 273 PARTE QUINTA Controllo e monitoraggio del Piano di Gestione » 275 23. Premessa metodologica 24. Controllo delle azioni e delle opere di manutenzione e restauro 25. Controllo delle opere di riconversione 26. Controllo delle azioni e delle opere di prevenzione 27. Controllo delle azioni e delle opere di tutela 28. Controllo delle opere di trasformazione 29. Controllo delle azioni e delle opere di protezione 30. Controllo delle azioni e delle opere di valorizzazione 31. Monitoraggio delle fonti di inquinamento 32. Controllo e monitoraggio dei flussi e del carico antropico 33. Controllo e monitoraggio del consenso del residente Tabella: Gli Indicatori per il Controllo e il Monitoraggio del Piano di Gestione » » » » » » » » » » » » APPENDICE Allegato 28. Consuntivo Studi Arte Rupestre Valle Camonica e pubblicazioni Allegato 29. Piano degli Interventi descritti nelle Parti terza e quarta del Piano di Gestione » 291 » 293 8 275 279 280 281 281 282 282 283 283 285 286 288 » 317 Prefazioni Già dalla fine degli anni ’90 l’UNESCO cominciò a chiedere la presentazione dei Piani di Gestione dei siti che si proponevano per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. Tale richiesta era motivata dalla costatazione che, negli anni trascorsi dall’avvio dell’attuazione della Convenzione per la salvaguardia del Patrimonio Mondiale culturale e naturale del 1972, molti siti iscritti, benché formalmente tutelati, mostravano seri problemi di conservazione. Per affrontare questa situazione, si è voluto introdurre uno strumento ritenuto utile ad attuare forme di tutela attiva più efficaci. In Italia l’esigenza di pervenire alla redazione di Piani di Gestione si rese pressante quando, a partire dal 2001, tale strumento divenne obbligatorio per le nuove iscrizioni. Presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali si avviò dunque, da quell’anno, un duplice percorso per fare fronte a tale richiesta. L’Ufficio Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, preposto all’attuazione della Convenzione, coordinò la redazione dei Piani di Gestione di tutte le nuove candidature presentate, utilizzando anche il risultato di alcune ricerche condotte con la collaborazione di esperti nel settore della conservazione, dell’urbanistica, della paesaggistica, dell’economia e della cultura. Sulla base anche di tale esperienza si avviò quindi il lavoro di un’apposita commissione, composta da docenti universitari delle discipline qui sopra ricordate, incaricata di predisporre le linee guida per la redazione dei Piani di Gestione anche di tutti i siti già precedentemente iscritti nella Lista. Tale lavoro è stato condotto in stretta collaborazione con i rappresentanti delle amministrazioni interessate e con i colleghi tecnici dell’Associazione Città Italiane Patrimonio UNESCO. Sviluppata attraverso numerosi incontri tecnici, tale attività ha avuto nelle quattro Conferenze Nazionali dei siti UNESCO italiani, finora svoltesi, un momento importante per l’illustrazione dell’avanzamento del lavoro e per lo scambio di esperienze tra i diversi soggetti coinvolti nella gestione. Questa attività ha avuto un importante riconoscimento a livello normativo con l’approvazione della Legge 20 febbraio 2006, n. 77 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell’UNESCO” che, tra l’altro, definisce e prevede che siano approvati i Piani di Gestione dei siti UNESCO italiani.1 In questa fase, tutti i nostri siti sono pertanto impegnati nella stesura del Piano di Gestione, o l’hanno da poco conclusa. Si è così avviata una sperimentazione inedita ed interessante anche alla luce del numero e dell’importanza dei siti coinvolti in questo sforzo. Sicuramente il risultato che fino ad ora sembra essere il più in1 Art. 3. (Piani di Gestione) 1. Per assicurare la conservazione dei siti italiani UNESCO e creare le condizioni per la loro valorizzazione sono approvati appositi Piani di Gestione. 2. I Piani di Gestione definiscono le priorità di intervento e le relative modalità attuative, nonché le azioni esperibili per reperire le risorse pubbliche e private necessarie, in aggiunta a quelle previste dall’articolo 4, oltre che le opportune forme di collegamento con programmi o strumenti normativi che perseguano finalità complementari, tra i quali quelli disciplinanti i sistemi turistici locali e i Piani relativi alle aree protette. 3. Gli accordi tra i soggetti pubblici istituzionalmente competenti alla predisposizione dei Piani di Gestione e alla realizzazione dei relativi interventi sono raggiunti con le forme e le modalità previste dal Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, di seguito denominato «Codice». 9 teressante, nei casi di maggiore successo dell’iniziativa, è quello del coordinamento dei numerosi soggetti che a vario titolo hanno competenze nella gestione del territorio, delle città e del patrimonio culturale e paesaggistico.2 Questo particolare aspetto è stato fin dall’inizio alla base dell’impostazione italiana della metodologia per l’attuazione dei Piani di Gestione. Il Piano di Gestione, infatti, è stato concepito come un elaborato tecnico che costituisce lo strumento necessario per definire e rendere operativo un processo di tutela e di sviluppo, condiviso da più soggetti e formalizzato attraverso un accordo di programma o altro strumento di concertazione. Si tratta di una definizione legata alle esigenze poste dalla realtà culturale, istituzionale ed operativa italiana, in cui appare utile soprattutto coordinare le logiche settoriali dei diversi soggetti competenti, sia istituzionali sia privati, per il raggiungimento di obiettivi, da tutti concordati, e per pervenire ad un equilibrato rapporto tra conservazione e sviluppo. Il Piano di Gestione della Valle Camonica è stato uno dei primi ad essere completato, tra quelli dei siti iscritti prima del 2001. Il Piano è stato infatti presentato nell’ottobre 2005, e si è quindi subito posto come un riferimento per le tante Amministrazioni ancora al lavoro. Credo che proprio questo caso sia uno dei più significativi per illustrare il primo importante esito di tutta l’attività di costruzione di un processo condiviso, di cui si è precedentemente fatto cenno. La redazione del Piano ha comportato una intensa attività di collaborazione tra le Amministrazioni che a vario titolo sono l’espressione delle diverse competenze centrali e territoriali. In particolare, in questo caso si è concretizzato, attraverso il Piano, un programma di azioni approvato da tutti i soggetti competenti, che vede la conservazione dell’arte rupestre della Valle Camonica al centro una serie di attività concertate. Tutela e fruizione del patrimonio diventano così anche l’occasione per progettare uno sviluppo socio-economico legato alle valenze culturali eccezionali di questo territorio. Ritengo opportuno ricordare, in occasione della pubblicazione del Piano, anche l’importante ruolo svolto da Raffaella Poggiani Keller, che con grande competenza e grazie alla sua personale capacità di mediazione, è riuscita a portare a termine un lavoro concordato e condiviso da tutti in ogni fase. Credo che tale esempio di collaborazione tra le Amministrazioni pubbliche sia un interessante “buona pratica”, che illustra le possibilità di pervenire ad azioni coordinate per la valorizzazione del nostro patrimonio. Infine, mi piace sottolineare che il Piano di Gestione della Valle Camonica non è un semplice esercizio tecnico-accademico o un elenco di buone intenzioni. Dal momento della sua presentazione, molte della azioni previste sono state avviate ed alcune anche completate, come risulta possibile costatare nelle pagine del volume. Anche questo è un aspetto di non poco conto, in una realtà nazionale che spesso vede bloccate fin dalla nascita molte iniziative lodevoli, ma purtroppo non adeguatamente radicate nella realtà amministrativa ed economica. Nel rinviare ad una lettura del Piano per una visione completa dei molti contenuti e progetti, mi sembra utile, tra le tante azioni avviate o completate, sottolinearne alcune che, a vario titolo, rappresentano esempi di particolare interesse del lavoro svolto. Sul piano della conoscenza del patrimonio, il Catalogo Informatizzato per il Monitoraggio dell’Arte Rupestre, con le schede IRWeb, costituisce dal punto di vista metodologico, ma anche per l’attività già fatta, uno dei risultati più interessanti finora conseguiti. Tale interesse è stato poi anche sottolineato dall’attenzione suscitata negli incontri scientifici internazionali in cui è stato illustrato. In termini di valorizzazione e migliore fruizione dell’arte rupestre, mi sembra utile ricordare l’adeguamento in corso dei Parchi già aperti e il progettato allestimento del Parco di Sellero. Infine, sul versante della tutela e della gestione, ritengo importante ricordare il riconoscimento amministrativo dei parchi archeologici da parte della regione Lombardia nel luglio del 2006. Manuel Roberto Guido Responsabile dell’Ufficio Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO del Ministero per i Beni le Attività Culturali 2 Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità Montane, gli Enti Parco o gli altri Enti pubblici istituzionalmente competenti a livello territoriale, gli Enti Ecclesiastici. 10 Le incisioni rupestri della Valle Camonica rappresentano un patrimonio unico nell’ambito dell’arte preistorica europea per continuità di realizzazione lungo tutto l’arco cronologico, dal Paleolitico alla romanizzazione, per complessità e varietà di rappresentazioni, per distribuzione omogenea sul territorio. Questo eccezionale complesso archeologico, costituito da oltre 140.000 figurazioni su più di 2000 rocce, ha giustamente costituito il primo sito italiano tutelato nella World Heritage List dell’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, a riconoscimento dell’opera di studio e di valorizzazione che una lunga serie di studiosi, da Gualtiero Laeng a Emmanuel Anati, ha portato avanti nell’ultimo secolo. La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, che non ha mai cessato di rivolgere la propria attenzione a questa tematica e di svolgere un ruolo di tutela attiva e di coordinamento scientifico nella Valle dal tempo della realizzazione, già nel 1955, del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, è stata particolarmente lieta di assumersi l’onore e l’onere di coordinare, su incarico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’elaborazione del Piano di Gestione, necessario a seguito di una precisa direttiva dell’UNESCO. L’opera che viene presentata ha visto come protagonista Raffaella Poggiani Keller e i suoi collaboratori, cui io stesso e i due miei predecessori, Angelo Maria Ardovino ed Elisabetta Roffia, abbiamo con ogni tranquillità affidato questa responsabilità. Si trattava non solo di coordinare tutte le realtà territoriali presenti e necessarie (Provincia, Comunità Montana, Consorzio BIM, Comuni), ma anche i diversi parchi delle incisioni rupestri ormai costituiti e le numerose istituzioni scientifiche che operano in Valle Camonica, a partire dal prestigioso Centro Camuno di Studi Preistorici: un’opera, come ci si può immaginare, tutt’altro che facile ma ormai indispensabile, perchè proprio la frammentazione delle iniziative ha sempre rappresentato il principale punto debole non solo della ricerca scientifica sulle incisioni rupestri ma anche per una loro valorizzazione adeguata all’importanza che rivestono nel patrimonio archeologico nazionale. Il Piano di Gestione affronta quindi anche tutte le problematiche connesse con l’arte rupestre camuna, sia riguardo al milieu territoriale dal punto di vista economico, sociale e culturale, sia riguardo evidentemente alle prospettive di organizzazione futura delle risorse disponibili per la conservazione, il restauro, la valorizzazione e lo studio del sito UNESCO. E tuttavia, nè poteva essere altrimenti, il Piano di Gestione parte dalla valutazione generale del significato dell’arte rupestre camuna ed è su questo tema che proprio la Soprintendenza per i Beni Archeologici, e Raffaella Poggiani in particolare, hanno svolto negli ultimi anni un ruolo essenziale, affiancando alla ricerca sulle rocce incise la ricerca sul territorio. È necessario infatti superare la fase della valutazione storico-artistica, antropologica o tipologica delle figurazioni sulle rocce per comprenderne il significato storico e culturale nei diversi periodi della preistoria camuna; questo è possibile solo con scavi archeologici e ricerche sul terreno che ci diano un quadro reale delle condizioni di vita, dell’organizzazione sociale, politica ed economica e, soprattutto, delle manifestazioni cultuali, cui certamente le incisioni rupestri sono legate. I primi risultati, sensazionali, dagli scavi del santuario megalitico di Ossimo, del recinto sacro attorno ai massi di Cemmo, degli insediamenti di Cevo - Dos Curù e di Temù, stanno dando un’immagine nuova della preistoria camuna, che si affianca alle coeve manifestazioni dell’arco alpino, dalla Val d’Aosta al Trentino, ma che certo rappresenta il sito europeo più comprensibile e fruibile al pubblico. 11 Compito comune della Soprintendenza e delle altre istituzioni coinvolte nel progetto è quindi di realizzare un forte modello di collaborazione per adeguare l’offerta culturale del sito UNESCO tanto alle esigenze turistiche quanto a quelle della ricerca scientifica. Luigi Malnati Soprintendente ad interim per i Beni Archeologici della Lombardia 12 Non è stato un percorso semplice quello che ha condotto gli Enti interessati alla gestione dei parchi archeologici d’arte rupestre della Valle Camonica a convergere intorno a un documento di analisi e di sintesi delle strategie di sviluppo del primo sito italiano riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Le difficoltà sono originate dalla natura speciale del Sito, che si identifica con il territorio di una intera vallata alpina, la Valle dei Camuni appunto, e comprende un grande patrimonio archeologico disseminato sul territorio, poco circoscritto, e gestito da enti diversi, con competenze, finalità, interessi non sempre convergenti. Ma altre complessità scaturivano dal sedimentarsi, negli operatori istituzionali e culturali, di sentimenti disinteressati all’aggregazione e al reciproco riconoscimento. La scelta dell’UNESCO, e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di aprire la sfida dei Piani di Gestione è stata una opportunità che il territorio della Valle Camonica ha saputo cogliere: con l’azione di coordinamento della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia è stato possibile avviare una riflessione tra tutti i soggetti che, sostenuti da tavoli tematici di lavoro e da una attenta segreteria tecnica, hanno messo a fuoco alcune priorità ed obiettivi: effettuare una mappatura conoscitiva della grande risorsa culturale dell’arte rupestre, difenderne il valore universale, rivitalizzarne la gestione mediante nuovi progetti e interventi di conservazione, valorizzazione, promozione e fruizione. Grazie al lavoro congiunto degli Enti per lo studio del P.d.G. si sono accesi nuovi riflettori, nuovi propositi, nuove volontà di rilancio del grande patrimonio d’arte rupestre del sito UNESCO, anche grazie all’approntamento di inediti strumenti tecnici e amministrativi: il Gruppo Istituzionale di Coordinamento per l’attuazione delle prime fasi del Piano è lo strumento per concretizzare alcune misure urgenti (di progettazione, di intervento, di promozione del patrimonio) e nel contempo portare a perfetto compimento il P.d.G. individuando il Soggetto Responsabile del Sito. L’impegno di tutti è volto in questa direzione: trovare un Soggetto Responsabile che possa rappresentare l’unicità del Sito, ma anche la ricchezza e la varietà degli apporti istituzionali, la convergenza delle strategie e degli interessi. Il cammino non è facile, ma è sicuramente utile al territorio, e porterà nuove prospettive di indagine e di sviluppo intorno al tema, sempre più attuale, delle modalità di gestione di quella risorsa, davvero unica e inesauribile per il nostro Paese, rappresentata dal patrimonio storico, artistico e culturale. Mario Rizza Presidente Gruppo Istituzionale di Coordinamento del Piano di Gestione del Sito UNESCO Arte Rupestre della Valle Camonica 13 Premessa - cronistoria La richiesta rivolta dall’UNESCO al Governo italiano (tenuto agli adempimenti derivanti dalla Convenzione sulla tutela del Patrimonio mondiale, culturale e naturale, Parigi 16 novembre 1972) di estendere l’obbligatorietà dei Piani di Gestione a tutti i siti del Patrimonio Mondiale iscritti prima del 2002 ha comportato la necessità di adeguare anche il sito n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, il primo sito italiano riconosciuto nel 1979 Patrimonio Mondiale dell’umanità. Nel 2004 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha dunque incaricato la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia di coordinare ogni necessaria iniziativa per la messa in regola del sito Unesco e l’elaborazione del Piano di Gestione, in collaborazione con gli Enti locali. In una prima fase, condotta nel primo semestre 2004, la Soprintendenza curò l’istruttoria per l’aggiornamento dei dati. Data la carente documentazione del patrimonio tutelato, per il quale all’atto del riconoscimento nel 1979 non era stata fornita la perimetrazione areale né erano stati elencati in modo esaustivo i beni, a sanatoria della situazione pregressa si concordò con il Ministero di procedere, in prima istanza, alla perimetrazione dei soli Parchi già oggetto, o in corso, di valorizzazione ed afferenti a diversi Enti proprietari e gestori (Stato, Comuni, Regione): • Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, Capo di Ponte • Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, Capo di Ponte • Parco Comunale di Luine di Darfo-Boario Terme, compreso nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro • Parco Archeologico Comunale di SeradinaBedolina, Capo di Ponte • Parco Comunale di Sellero • Parco Pluritematico “Còren de le Fate” di Sonico • Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Contestualmente alla perimetrazione dei sette Parchi su cartografia in varia scala (IGM 1:25.000; CTR 1:10.000; catastale 1:2000/1000), si avviò la definizione delle “buffer zone”, le aree-tampone, che in alcuni casi risultavano già individuate nei Piani dei Parchi o in Decreti di vincolo paesaggistico istituiti sulla base della L.1497/1939 negli anni Sessanta attorno ad alcune delle aree sottoposte a tutela archeologica (D.M. 14.4.1967 nei Comuni di Capo di Ponte e Ceto). In una seconda fase, nel giugno 2004, si è avviata l’elaborazione del Piano di Gestione per il quale il Ministero ha predisposto apposite “linee guida”, elaborate dalla “Commissione Consultiva per i piani di gestione dei siti UNESCO e per i sistemi turistici locali” e presentate nella Seconda Conferenza Nazionale I siti italiani iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Piano di gestione e rapporto periodico, tenutasi a Paestum il 25-26 maggio 2004. Con le Circolari del 30 luglio 2004 n. 115 e del 21 dicembre 2004 n. 176 “Redazione dei Piani di gestione UNESCO”, a firma del Sottosegretario di Stato, On. Nicola Bono, sono state fissate le modalità e le fasi di lavoro, nonché le scadenze per l’elaborazione del Piano di Gestione, da concludersi entro aprile 2005 e comunque entro la fine dell’anno. Il Ministero per i Beni e le Attività CulturaliDipartimento per la Ricerca, l’Innovazione e 15 l’Organizzazione ha anche garantito il sostegno tecnico e scientifico all’iniziativa da parte del Gruppo di lavoro permanente per la Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (di recente ridefinito Ufficio Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO), coordinato da Roberto Manuel Guido, che ha organizzato seminari e periodiche riunioni di verifica; inoltre ha offerto un importante supporto tecnico con la creazione di un gruppo di consulenza, coordinato da Felice Vertullo, che dopo avere elaborato le “linee guida” del modello di PdG, ha definito la strategia per la redazione del Piano e fornito lo schema cui adeguarsi in modo da rendere omogenea e unitaria l’operazione che vede coinvolti trentotto siti italiani. Grazie al sostanziale appoggio ed al supporto tecnico-scientifico predisposto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali sono stati notevolmente facilitati i lavori; di questo siamo grati al Ministero. Il Piano di Gestione prevede un processo di collaborazione istituzionale che coinvolge, oltre all’organo di tutela, gli Enti territoriali locali. In considerazione della vastità del territorio e della varietà dei beni (oltre 180 siti d’arte rupestre ubicati in 30 comuni della Valle Camonica) e, di conseguenza, del numero rilevante di Enti locali interessati alla formulazione del Piano di Gestione, Enti che non era pensabile di poter coinvolgere tutti singolarmente, dati i tempi stretti, si sono individuati come referenti principali, con i quali avviare un’intesa, gli Enti territoriali sovracomunali, con i quali la Soprintendenza aveva già avviato/realizzato, per questo e per altri settori del patrimonio archeologico, progetti e accordi di programma, ed i Comuni interessati dalla presenza dei Parchi sopra elencati. In data 20 dicembre 2004 è stata pertanto approvata una Dichiarazione di Intenti (All. 3), sottoscritta da: – Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (d’intesa con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia) – Provincia di Brescia – Comunità Montana di Valle Camonica – Consorzio Comuni del Bacino Imbrifero Montano di Valle Camonica (BIM) – Comuni di Darfo Boario Terme, Capo di 16 Ponte, Sellero, Sonico e Consorzio per le Incisioni Rupestri dei Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Ognuno degli Enti sopra elencati, sulla base dell’art. 4 della Dichiarazione di Intenti, ha nominato un rappresentante, delegato a partecipare al “Gruppo di Lavoro per l’elaborazione del Piano di Gestione”, finalizzato al perseguimento dei seguenti obiettivi prioritari: • tutelare e conservare il patrimonio d’arte rupestre della Valle Camonica, riconosciuto nel 1979 di interesse mondiale dall’UNESCO, considerandolo nel contesto archeologico e territoriale al quale è strettamente legato; • promuoverne e potenziarne la conoscenza, con interventi sistematici e coordinati di documentazione, di ricerca e di studio; • valorizzare il sito nelle forme e con gli strumenti più idonei, nel rispetto, prioritario e imprescindibile, dell’integrità e dell’identità del bene, all’interno del contesto territoriale e culturale nel quale esso è inserito; • svilupparne con sapienza l’inserimento nel circuito del turismo culturale e, più in generale, di un sistema turistico; • operare in modo da rendere compatibili tali priorità con lo sviluppo sostenibile del territorio, per il quale il sito arte rupestre costituisce elemento promotore di sviluppo economico e sociale. Dopo avere definito le linee generali del Piano di Gestione con gli Enti sopra indicati, al suddetto Gruppo di Lavoro si sono affiancate due Commissioni, su Tavoli separati e con funzioni di consulenza, per l’elaborazione di documenti sulla Ricerca Scientifica e sulla Didattica: – la Commissione per la Ricerca Scientifica, formata dalle Istituzioni culturali e scientifiche che si occupano in Valle dello specifico tema dell’arte rupestre e alle quali sia riconosciuto un ruolo autorevole nello studio delle incisioni (Centro Camuno di Studi Preistorici, Dipartimento Valcamonica e Lombardia dello stesso Centro; Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo”; Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica di Capo di Ponte) e, anche, dalle istituzioni che si occupano localmente di coordinamento e gestione di aree a tutela paesaggistico-ambientale di interesse sovracomunale (Parco dell’Adamello); – la Sottocommissione per la Didattica costituita dai Soggetti (in parte i medesimi) che svolgono attività didattica e di divulgazione sull’Arte Rupestre (Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo”; Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica di Capo di Ponte, Archeocamuni, Do.Net, Pro Loco di Capo di Ponte). I rappresentanti degli Enti, congiuntamente alla Segreteria Tecnico-Scientifica e Tecnica, incaricata della redazione del Piano di Gestione (incarico attivato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia nell’ambito del progetto Valcamonica preistorica finanziato nel Programma ordinario triennale 20042006 del Ministero), hanno partecipato nel primo semestre 2005 a periodiche riunioni di lavoro tenutesi, su convocazione della Soprintendenza, presso la sede della Comunità Montana di Valle Camonica in Breno. Tale Gruppo di Lavoro ha discusso, modificato, integrato, approvato e recepito il testo elaborato da parte del Coordinatore dei LL e della Segreteria Tecnico-Scientifica e comprensivo degli specifici contributi dei rappresentanti degli Enti, via via trasmesso ai Soggetti coinvolti per una valutazione preventiva e per ogni aggiunta, modifica, variazione ritenute necessarie, con periodica presa visione anche da parte dei responsabili politici degli Enti, quando non partecipanti di persona alle riunioni. Il medesimo Gruppo di Lavoro ha recepito nel Piano di Gestione il Piano della Ricerca scientifica e tecnologica e il Piano della formazione e diffusione, alla cui elaborazione hanno contribuito la Commissione per la Ricerca Scientifica e la Sottocommissione per la Didattica, di concerto con la Soprintendenza competente e con la Segreteria Tecnico-Scientifica. Il testo così elaborato si deve considerare perfettibile e aperto ad ulteriori approfondimenti e modifiche che via via si rendessero necessari: ad esempio, nella parte progettuale del Piano di Gestione (le Parti terza e quarta) alcuni Piani di Intervento sono articolati in forma compiuta, in alcuni casi in forma esecutiva, altri sono stati solo delineati e restano da elaborare in via definitiva ad opera di specifiche commissioni, da costituire. In sostanza il Piano di Gestione intende svolgere la funzione di strumento tecnico di orientamento e indirizzo utile all’azione dei numerosi Soggetti interessati, alla salvaguardia del patrimonio, alla promozione culturale ed alla valorizzazione del sito: uno strumento duttile che sappia fronteggiare via via l’evolversi della situazione e aiuti a gestire in modo tempestivo e sapiente lo sviluppo. In via preliminare il Piano di Gestione del sito n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, è stato presentato nella Terza Conferenza Nazionale dei siti italiani iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO La strategia per la gestione dei siti italiani UNESCO, organizzata a Torino dal 20 al 22 maggio 2005. In via conclusiva, l’8 luglio 2005 (All. 30) il Piano di Gestione è stato approvato dagli Enti sottoscrittori della Dichiarazione di Intenti che ne hanno condiviso l’elaborazione e hanno collaborato alla creazione, per la prima volta, di un tavolo di concertazione per la tutela, la conservazione e la valorizzazione dell’Arte Rupestre della Valle Camonica, che certamente, di per sé, già costituisce un fatto positivo per l’affinamento di un metodo di lavoro comune e per l’individuazione delle strategie di intervento per il futuro del patrimonio. 8 luglio 2005 Raffaella Poggiani Keller Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia coordinatore del Piano di Gestione Aggiornamenti Nell’agosto 2005 il Piano di Gestione è stato pubblicato in rete: www.sitiunesco.org Con successive deliberazioni, nell’estate e nell’autunno 2005, i singoli Enti hanno formalmente approvato il Piano di Gestione nella sua forma finale (All. 30). L’11 dicembre 2006 gli Enti hanno sottoscritto il Protocollo di Intesa per l’attuazione delle prime fasi del Piano di gestione del sito Unesco n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, dando avvio alla definizione del Soggetto Responsabile del sito. 17 NOTE INFORMATIVE Comune di Capo di Ponte Francesco Manella (Sindaco) Gruppo di lavoro per l’elaborazione del Piano di Gestione del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” Giuseppe Composto Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (d’intesa con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia) Angelo Maria Ardovino, Elisabetta Roffia (Sindaco) (Soprintendenti, succedutisi, rispettivamente, fino al 31 gennaio 2005 e dal 1° febbraio 2005) Raffaella Poggiani Keller (Direttore archeologo coordinatore) Provincia di Brescia Aristide Peli (Assessore Area Innovazione Territorio - Settore Assetto Territoriale Parchi e V.I.A.) (Consigliere) Comune di Sellero Ezio Bartolomeo Laini Comune di Sonico Renata Pedrotti (Assessore alla Cultura, Turismo, Bilancio e Artigianato) Consorzio dei Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo Mario Rizza (Presidente) Tiziana Cittadini (Direttore della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo) Segreteria tecnico-scientifica Carlo Liborio (SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano) Elena Tironi Maria Giuseppina Ruggiero delegata della Provincia di Brescia (Area Innovazione Territorio - Settore Assetto Territoriale Parchi e V.I.A.) (SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano) Riccardo Minini (Comunità Montana di Valle Camonica) (Assessore Area Sviluppo economico e sociale Settore Turismo) Sergio Cotti Piccinelli Sabrina Medaglia Segreteria tecnica Gian Claudio Vaira (Area Sviluppo economico e sociale - Settore Turismo) (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) Maddalena Stefini Tino Pacchieni (Area Sviluppo economico e sociale - Settore Turismo) (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) Comunità Montana di Valle Camonica Giancarlo Maculotti Hanno partecipato alla fase preliminare di intesa tra gli Enti: Angelo Maria Ardovino (Assessore alla Cultura) Sergio Cotti Piccinelli (Servizio Cultura e Valorizzazione del territorio) Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano di Valle Camonica - BIM Francesco Manella (Consigliere) Comune di Darfo Boario Terme Francesco Abondio (allora Soprintendente per i Beni Archeologici della Lombardia) Edoardo Mensi (Presidente del Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano di Valle Camonica) Alessandro Bonomelli (Presidente della Comunità Montana di Valle Camonica) Cristina Ambrosini (Direzione Regionale per i Beni Culturali e PaesaggisticiMinistero per i Beni e le Attività Culturali) Marco Dossena e alla fase conclusiva di intesa tra gli Enti: Elisabetta Roffia (Presidente del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro) (Soprintendente Reggente per i Beni Archeologici della Lombardia) (Sindaco) 18 Hanno collaborato alla discussione e ai lavori: Commissione per la Ricerca Scientifica costituita da: Emmanuel Anati (Centro Camuno di Studi Preistorici) Tiziana Cittadini (Centro Camuno di Studi Preistorici) Andrea Arcà (Cooperativa “Le Orme dell’Uomo”) Angelo Fossati (Cooperativa “Le Orme dell’Uomo”) Ausilio Priuli (Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica) Umberto Sansoni (Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici) Silvana Gavaldo (Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici) Vittorio Ducoli (Direttore del Parco dell’Adamello) e Raffaella Poggiani Keller Coordinamento per i rapporti con l’UNESCO Manuel Roberto Guido (Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Dipartimento per la Ricerca, l’Innovazione e l’Organizzazione Ufficio Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO) con la collaborazione di Angela Maria Ferroni Coordinamento generale e consulenza tecnica e scientifica per i Piani di Gestione Commissione per i Piani di Gestione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, presieduta dal Sottosegretario di Stato, on. Nicola Bono, e coordinata da Felice Vertullo con la collaborazione di Anna Maria Trimarchi Stesura dei testi e redazione Raffaella Poggiani Keller (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) Carlo Liborio (SCA-Società Cooperativa Archeologica, Milano) Maria Giuseppina Ruggiero (SCA-Società Cooperativa Archeologica, Milano) (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) Hanno collaborato alla stesura dei testi: Sottocommissione per la Didattica costituita da: Angelo Fossati Angelo Maria Ardovino (Cooperativa “Le Orme dell’Uomo”) Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Dipartimento Innovazione, Ricerca, Organizzazione (Parte terza, Piano degli interventi di manutenzione e restauro) Alberto e Chiara Galbiati Tiziana Cittadini (Archeocamuni) Centro Camuno di Studi Preistorici e Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (Parti prima e seconda: le notizie relative alla Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo e al Centro Camuno di Studi Preistorici e relative attività) Sergio Musatti (Do.Net, Museo della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo) Ausilio Priuli (Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica) Ilaria Zonta e collaboratrici (Associazione Pro Loco di Capo di Ponte) e Raffaella Poggiani Keller (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) con la collaborazione di Serena Solano (CRAAC - Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali) e la consulenza di Maria Giuseppina Ruggiero (SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano) Coordinamento dei Lavori per il Piano Raffaella Poggiani Keller (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) con la supervisione dei Soprintendenti A. M. Ardovino ed E. Roffia Sergio Cotti Piccinelli Comunità Montana di Valle Camonica (Parte quarta. 16. Piano delle accessibilità e permeabilità, 16.1. La linea ferroviaria Brescia-Edolo come mezzo strategico…; 19. Piano delle attività tipiche locali) Angelo Fossati Cooperativa “Le Orme dell’Uomo” (scheda sulla Cooperativa e sulle attività svolte) Salvatore Lentini CRAAC - Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali (Parte quarta. Piano della Ricerca scientifica e tecnologica, 14.5. Progetto di documentazione del patrimonio intangibile) Claudio Nodari Studio di architettura, Esine (All. 10. Capo di Ponte-Norme tecniche di attuazione) Ausilio Priuli Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica (scheda sul Museo e sulle attività svolte) 19 Cesare Ravazzi Maria Giuseppina Ruggiero CNR-IDPA (Parte quarta. Piano della Ricerca scientifica e tecnologica, 14.1. Progetto di studio paleoambientale) (SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano) Umberto Sansoni e Silvana Gavaldo Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici (scheda sul Dipartimento e sulle attività svolte) Maddalena Stefini Provincia di Brescia - Settore Turismo (Parte quarta. 21. Piano del marketing territoriale) con la collaborazione tecnica di: Tino Pacchieni (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) e la collaborazione informatica di: Thomas Scalera (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) Elena Tironi Provincia di Brescia - Settore Assetto Territoriale Parchi e V.I.A. (Parte seconda. 7.2 Risorse naturali e ambientali; Parte terza. 12. Piano dei recuperi e delle protezioni, 12.1. Piano di recupero del bosco; Parte quarta. 17. Piano della formazione e della diffusione, 17.2. Corso per operatori per la manutenzione del verde…) Gian Claudio Vaira Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (All. 4 - Regesto della Strumentazione Urbanistica; All. 27 - Manuale delle Buone Pratiche: Decalogo per la manutenzione delle rocce incise) Cartografia (GIS) Tino Pacchieni (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) con la collaborazione di: Gian Claudio Vaira (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) Ufficio cartografico della Provincia di Brescia Assessorato al Territorio, Parchi e V.I.A. Tiziana Cittadini (Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo), per la cartografia dei Parchi di competenza e in progettazione Claudio Nodari (Studio di architettura, Esine), estensore del PRG di Capo di Ponte e di Sellero (in corso) Donato Taboni (BIM - Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano di Valle Camonica) Uffici tecnici di Darfo - Boario Terme e di Angolo Terme Ufficio Tecnico di Sonico e Ausilio Priuli (Museo didattico d’Arte e Vita preistorica) e la consulenza tecnica di: Paola Melis (Studio di architettura, Milano) Elaborazione cartine, grafici e trattamento immagini Carlo Liborio (SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano) 20 Apparato iconografico Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Centro Camuno di Studi Preistorici Dipartimento Valcamonica e Lombardia del CCSP Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica Comune di Sellero Fonti Provincia di Brescia - Settore Turismo per i dati statistici sul turismo nella provincia e in Valle Provincia di Brescia - Ufficio cartografico per cartografia di base digitalizzata 1:50.000, CTR 1:10.0000 e Piano Sentieristico Provinciale vettorializzato Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano di Valle Camonica per cartografia di base digitalizzata e vettoriale di varie scale e aereo-ortofoto Comunità Montana di Valle Camonica per tutti i dati disponibili su progetti, statistiche, indagini socio-economiche Comune di Capo di Ponte per Normativa urbanistica Traduzione inglese Arkadia Translation, Milano Jim Bishop, cui si deve anche la revisione generale della versione inglese del Piano Finanziamenti L’onere finanziario per l’elaborazione del Piano di Gestione è stato assunto in toto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia - Ministero per i Beni e le Attività Culturali nell’ambito della programmazione annuale (Progetto Valcamonica preistorica. Scavo, documentazione e valorizzazione, anni 2004, 2005 e 2006). Un contributo per la traduzione è stato offerto dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia-MiBAC PARTE PRIMA Il Quadro di Riferimento Generale del Piano 1. IDENTIFICAZIONE DEL SIGNIFICATO UNIVERSALE 1.1 Motivazione del riconoscimento La Valle Camonica, una delle più estese valli d’Italia, situata nella parte nord-orientale della regione Lombardia, in provincia di Brescia (Figg. 1-2), è caratterizzata dal più ricco patrimonio mondiale di arte rupestre. L’Arte Rupestre della Valle Camonica venne inserita nel 1979, quale primo sito italiano, nella World Heritage List dell’UNESCO per l’unicità del fenomeno e per l’importanza del contributo scientifico che lo studio del patrimonio di incisioni ha apportato alla conoscenza della preistoria dell’Uomo. Allo stato attuale non è noto l’esatto iter dell’iniziativa, promossa per via di conoscenze e rapporti scientifici tra Enti, senza particolari for- Fig. 1. Ubicazione del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” (Lombardia, Italia). malizzazioni, come risulta evidente dalla Proposition d’Inscription presentata in data 24.1.1979 dall’Assessore alla Cultura della Regione Lombardia (nota UNESCO prot. n. 94 del 21.3.1979), con il supporto scientifico del Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di Ponte. Anche grazie all’attività svolta da questo Istituto, erano state individuate fin dagli anni ’50 centinaia di rocce istoriate e soprattutto si era ricostruito il quadro storico, culturale ed economico delle genti che le avevano prodotte, individuandone i collegamenti ed i contatti con i principali gruppi umani operanti in Europa. La richiesta di riconoscimento venne accolta proprio per la continuità temporale di queste manifestazioni artistiche ed il loro collegarsi con analoghi fenomeni documentati in Europa. Va ricordato che all’epoca la Soprintendenza competente per la tutela dei beni archeolo- Fig. 2. Ubicazione della Valle Camonica in Lombardia. 21 gici e responsabile dei siti (alcuni dei quali di proprietà demaniale e direttamente gestiti dallo Stato) e delle ricerche archeologiche, svolte sia direttamente sia in collaborazione, tramite autorizzazione o concessione, con il Centro Camuno, non fu coinvolta nell’iniziativa. Dalla documentazione disponibile risulta che l’iter fu breve (All. 1): ➢ 24 gennaio 1979: viene presentata la domanda da parte dell’Assessorato alla Cultura della Regione Lombardia; la proposta è sostenuta dal Centro Camuno di Studi Preistorici, impropriamente indicato come responsabile per la tutela e la conservazione del bene. ➢ 21 marzo 1979: l’UNESCO riceve la domanda e la registra con il numero d’ordine 94. ➢ 29 marzo 1979: l’ICOMOS (International Council of Monuments and Sites) trasmette all’UNESCO una nota nella quale giudica completa ed adeguata la documentazione per la candidatura della Valle Camonica. ➢ 10 aprile 1979: l’ICOMOS rimarca all’UNESCO la necessità di “aggiungere al dossier una carta specificamente elaborata per l’iscrizione al titolo di patrimonio mondiale, la quale delimiti e precisi le zone di interesse”. ➢ 22-26 ottobre 1979: la candidatura della Valle Camonica alla WHL viene presentata alla Terza Sessione della Convention Concerning The Protection Of The World Cultural And Natural Heritage, tenutasi al Cairo ed a Luxor. Il sito venne iscritto nel 1979 sulla base dei criteri III e VI, su segnalazione dell’ICOMOS (Proposta di Iscrizione del 10 aprile 1979). Si riportano le definizioni dei due criteri secondo le indicazioni generali dell’UNESCO e secondo le motivazioni specifiche dell’ICOMOS: – UNESCO, Criterio III: “porta una testimonianza unica o, per lo meno, eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà esistente o del passato”. – UNESCO, Criterio VI: “è direttamente o materialmente legato ad eventi o tradizioni in vita, con idee, con credi, con lavori artistici o letterari d’eccezionale valore universale”. – ICOMOS, Criterio III: “Le incisioni rupestri della Valle Camonica affondano le loro radici ad 8000 anni prima della nostra era. Non è neces22 – – – – – sario insistere sul carattere particolarmente prezioso delle manifestazioni umane che risalgono ad un periodo così antico”. ICOMOS, Criterio III: “Les gravures rupestres de Val Camonica s’échelonnent dans le temps sur les 8 millénaires qui ont précédé notre ère. Il n’est pas besoin d’insister sur le caractère éminemment précieux de manifestations humaines remontant à une si haute antiquité”. ICOMOS, Criterio III: “The rock engravings of Val Camonica stretch back over the 8 thousand years which precede our present era. It is unnecessary to accent the conspicuosly invaluable nature of human rendering which are of so great an antiquity. ICOMOS, Criterio VI: “Le incisioni rupestri della Valle Camonica costituiscono una straordinaria documentazione figurata sui costumi e sulle ideologie preistoriche. L’interpretazione, la classificazione tipologica e gli studi cronologici su questi petroglifi hanno apportato un contributo considerevole nei settori della preistoria, della sociologia e dell’etnologia”. ICOMOS, Criterio VI: “Les gravures rupestres de Val Camonica constituent une extraordinarie documentation figurée sur les moeurs et les mentalités préhistoriques. Le déchiffrage, le classement typologique et l’étude chronologique systématique de ces petroglyphes aboutit à un apport considérable dans les domaines de la préhistoire, de la sociologie et de l’ethnologie”. ICOMOS, Criterio VI: “The rock engravings of Val Camonica constitute an extraordinary figurative documentation of prehistoric customs and mentality. The systematic interpretation, topological classification, and the chronological study of these configurations in stone have brought about a considerable contribution to the fields of prehistory, sociology and ethnology”. Il riconoscimento del sito nella WHL ha quindi sancito nel 1979 l’importanza mondiale del patrimonio di arte rupestre della Valle Camonica. La creazione di un Piano di Gestione del sito rappresenta un momento di riflessione e di analisi sulla necessità di coinvolgere in un processo sinergico i diversi Enti presenti in Valle, per rendere compatibili le inderogabili esigenze di tutela, conservazione e valorizzazione del bene con uno sviluppo integrato del territorio. 1.2 Identità storica 1.2.1 Breve storia delle ricerche Nel 1914 Gualtiero Laeng, riprendendo una nota del 1909 (LAENG G. 1909, Scheda di segnalazione al Comitato Nazionale per la protezione del paesaggio e dei monumenti, Touring Club Italiano), segnalò per la prima volta al grande pubblico, sulla Guida d’Italia del Touring Club Italiano: Piemonte, Lombardia e Canton Ticino, Milano, Touring Club Italiano, p. 595, i due massi di Cemmo (Figg. 3-4). La notizia suscitò l’interesse di altri studiosi che giunsero in Valle per occuparsi di queste manifestazioni di arte preistorica (si veda la Bibliografia: All. 32). Negli anni ’20 e ’30 del XX secolo, le ricerche si estesero in altre località della Valle Camonica, ad opera di studiosi quali Giovanni Figg. 3-4. Situazione dei Massi di Cemmo all’atto della scoperta negli anni ’30 del XX secolo: sopra il Masso Cemmo 1, sotto il Masso Cemmo 2. 23 Fig. 5. Pianta del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS) con le rocce incise rilevate da E. Süss nel 1955. Fig. 6. Il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri a Capo di Ponte-località Naquane negli anni ’50 del XX secolo: particolare della roccia 1 o Grande Roccia. Marro, Paolo Graziosi, Raffaello Battaglia e Giuseppe Bonafini, che fu tra i primi a suggerire la realizzazione di un parco archeologico (BONAFINI G. 1932, Il Parco Nazionale Preistorico di Valcamonica, Brescia, 11/Dicembre, Brescia, pp. 24-30) (Figg. 5-6). Sempre negli anni ’30 la Valle Camonica, come altre località, non sfuggì ai tentativi del Terzo Reich di legittimare il concetto di razza ariana e le incisioni rupestri degli antichi Camuni attirarono l’attenzione dello studioso Franz Altheim, docente di Storia Antica all’Università di Berlino e fervido sostenitore delle teorie razziste (ALTHEIM; TRAUTMANN, in Bibliografia). 24 Dopo il silenzio dovuto alla Seconda Guerra Mondiale, le ricerche ripresero negli anni ‘50, grazie allo svizzero Hercli Bertogg (direttore del Museo di Coira: BERTOGG 1952, 1955, 1956, 1967), ed a studiosi locali quali Gualtiero Laeng ed Emanuele Süss (si veda la Bibliografia), che lavoravano per il Museo di Scienze Naturali di Brescia. Al Süss si deve la realizzazione della prima carta di distribuzione delle rocce incise della zona di Naquane (SÜSS 1956 a, b), premessa per l’istituzione nel 1955 del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Fig. 5), per volere dell’allora Soprintendente alle Antichità, Mario Mirabella Roberti. In quella occasione risultò fondamentale la collaborazione del Comune di Capo di Ponte e della Provincia di Brescia, che acquisirono i terreni e li donarono al Demanio statale (atto del 20 agosto 1963, ratificato dal DPR del 26 ottobre 1967, n. 1388 - All. 2). Nuovo e decisivo slancio alle indagini fu impresso da Emmanuel Anati che, giunto nel 1956 in Valle Camonica per comparare le incisioni rupestri camune con quelle del Monte Bego (Alpi Marittime francesi), si stabilì a Capo di Ponte, dove fondò nel 1964 il Centro Camuno di Studi Preistorici. Il suo gruppo di ricerca avviò sistematiche Fig. 7. Darfo Boario Terme, Luine. I sondaggi dello scavo n. 5, a ridosso della roccia 53 (da ANATI 1982 c, p. 90). Fig. 9. Capo di Ponte, Dos dell’Arca-scavo 1962. Roccia incisa sigillata da uno strato archeologico. Fig. 8. Capo di Ponte, Dos dell’Arca. Gli scavi dell’abitato preistorico e protostorico (rielaborato da ANATI 2004 b, p. 74). Fig. 10. Capo di Ponte, Dos dell’Arca-scavo 1962. Foto dello scavo con il muro di perimetrazione. campagne di studio delle rocce istoriate, con il metodo del “rilievo a contatto” ed utilizzando in alcuni casi caseina e nero-fumo per evidenziare le raffigurazioni incise (Il trattamento delle rocce istoriate in ANATI 1982 c, pp. 65-66 e Fig. 47). Negli anni ’60 Anati, oltre alle ricerche sull’arte rupestre, condusse anche, per conto della Soprintendenza alle Antichità della Lombardia, scavi archeologici a Luine, nel comune di Darfo Boario Terme (ANATI 1982 d), ed a Capo di Ponte, nelle località dei Massi di Cemmo (ANATI 1967 b, 1972 d) e di Dos de l’Arca (ANATI 1982 c, passim), sito dove furono messi in luce un abitato fortificato dell’età del Bronzo e del Ferro ed alcune rocce istoriate (Figg. 7-10). Le ricerche del Centro Camuno e del Dipartimento Valcamonica e Lombardia, fondato nel 1987 come Sezione del CCSP, continuano a tutt’oggi con annuali campagne di studio delle rocce incise, secondo piani annuali concordati con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, con la quale il 25 Fig. 11. Cartina dei ritrovamenti pre-protostorici della Valle Camonica. Nella cartina sono riportati i ritrovamenti e siti preistorici e protostorici, specificandone, attraverso simboli diversi, la tipologia e, con il colore, la cronologia. Tipologia dei ritrovamenti: abitati; tombe e necropoli; D luoghi di culto; ✱ grotte e ripari sotto roccia, che possono avere sia resti di sepolture sia tracce di frequentazione non meglio qualificabili; X i reperti sporadici, in genere manufatti metallici senza contesto. L’epoca dei ritrovamenti è indicata dal colore. Rosso: i siti pluristratificati; verde: età del Rame; viola: età del Bronzo; blu: età del Ferro. 26 Centro Camuno ha stipulato nel 1994 una Convenzione quinquennale. Ricerche sui siti con incisioni si devono anche, dagli anni Settanta, ad Ausilio Priuli del Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica di Capo di Ponte e, dal 1988, alla Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo”. Alle attività di ricognizione di superficie, condotte su tutto il territorio della Valle Camonica da parte dei diversi gruppi di ricerca, si deve la segnalazione ogni anno di nuove località con rocce incise. Ad oggi le località con rocce istoriate segnalate sono oltre 180, distribuite nella Bassa, Media e, seppure in minor quantità, Alta Valle, a volte correlate in un medesimo contesto o prossime a siti d’abitato plurisecolari, come Luine di Darfo Boario Terme e Dos de l’Arca di Capo di Ponte. Un consuntivo delle ricerche nei siti d’arte rupestre è sintetizzato nella Tabella allegata (All. 28, in Appendice) dove sono elencati per località gli studi e le indagini effettuati dai diversi Istituti di ricerca e gruppi di lavoro operanti in Valle Camonica. Dal confronto tra Elenco delle località con arte rupestre (infra, pp. 74-82) e Tabella degli studi (All. 28) è possibile desumere una valutazione sullo stato della ricerca. Fig. 12. Breno, Castello. L’area dello scavo (da FEDELE 1988 a, p. 41). Allo sviluppo dell’arte rupestre, tra la fine del Paleolitico e l’età del Ferro, con persistenze del fenomeno in età romana fino al Medioevo e oltre, si accompagna in Valle Camonica un popolamento diffuso, ancora troppo poco noto, che interessa prevalentemente la fascia collinare di mezza costa, ma si spinge anche all’interno delle valli laterali e alle alte quote per lo sfruttamento delle risorse (caccia, pascoli, affioramenti di rame e di ferro): ne sono indizio i ritrovamenti di abitati, di sepolture e luoghi di culto, di aree di lavoro minerario e di manufatti sporadici, in prevalenza metallici, che sono stati oggetto di studi di sintesi e di resoconti di scavo, soprattutto in anni recenti (Fig. 11; All. 32 - Bibliografia). Fig. 13. Ossimo, Anvòia. L’area dello scavo del sito cerimoniale eneolitico con monoliti istoriati e non (da FEDELE 1990 d, p. 202). In generale va sottolineato che la presenza diffusa e importante del fenomeno dell’arte rupestre ha comportato un interesse privilegiato per questo settore di studio a discapito di una visione globale del contesto territoriale e dei contesti archeologici che, seppure segnala- ti, non ebbero fino al 1980 equivalente attenzione, così che il quadro delle conoscenze sulla preistoria e protostoria camuna risulta ancor oggi piuttosto lacunoso. Prevalentemente solo a partire dal 1980 si è 27 Fig. 14. Rogno (BG), Coren dei Pagà. Sulla torre di roccia aveva sede un insediamento neolitico della Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata. potenziata, da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Soprintendenza Archeologica della Lombardia, la ricerca archeologica sui contesti non necessariamente collegati all’arte rupestre, nell’ambito di indagini preventive o di salvataggio (i numerosi interventi di tutela della Soprintendenza a Darfo Boario Terme - Luine e Corni Freschi, Cividate Camuno - Via Palazzo, Malegno, Ossimo-Passagròp e Pat, Capo di Ponte - Cemmo, Temù - Desèrt, Cevo - Dos del Curù e Dosso Andròla, Cedegolo - Dosso Poglia e altri minori) e di progetti di ricerca (gli scavi condotti da F. Fedele dell’Università di Napoli sulla collina di Breno, sede di un abitato, e nel sito di culto e cerimoniale di Ossimo-località Anvòia; le ricerche di M. Tizzoni dell’Università degli Studi di Bergamo nella miniera di Campolongo di Bienno; lo scavo delle Università di Trento e di Pisa al Coren Pagà di Rogno). Dalle ricerche condotte va emergendo un quadro di grande ricchezza e complessità nel quale è ora possibile delineare le modalità di popolamento della Valle, fin dalle epoche più antiche della preistoria (risale al Paleolitico la più antica capanna scoperta), e ricostruire i modi dell’abitare, i luoghi di culto, i luoghi del lavoro, meno le sepolture, che restano a tutt’oggi poco note. In particolare, si menzionano di seguito i principali interventi sui contesti archeologici preistorici e protostorici della Valle Camonica. Nuove ricerche furono promosse dalla Soprintendenza nell’area dei Massi di Cemmo, nel 1983 e nel 1984 (direzione R. De Marinis: DE MARINIS 1988 b), a seguito del ritrovamento fortuito, nel 1981, di un frammento di stele, la “Cemmo 3” (Figg. 49-50). A partire dal 1988 furono affidati alle Università, su concessione del Ministero, alcuni scavi di ricerca su contesti insediativi e cerimoniali. A Breno, sulla collina del Castello (Fig. 12), gli scavi diretti dal 1988 da F. Fedele (Università Federico II di Napoli) hanno portato al- Figg. 15-16. Cividate Camuno, Via Palazzo. Ai piedi della rupe su cui sorge, sui resti di un sito del Bronzo Finale e di un edificio di culto romano, la Chiesa di S. Stefano, sono stati portati alla luce, al di sotto di una domus romana, una capanna del Paleolitico Superiore, un piano di frequentazione del Mesolitico Antico e parte di un abitato neolitico su impalcato ligneo. 28 la luce un insediamento neolitico, perdurato anche nelle età del Bronzo e del Ferro (FEDELE 1988 a, 2003). Altre campagne di scavo furono avviate anche a Ossimo, in località Anvòia (Fig. 13), dove, tra 1988 e 2003, fu esplorato un santuario megalitico dell’età del Rame (FEDELE 1995, 2001). Gli scavi diretti da B. Bagolini dell’Università di Trento in collaborazione con G. Cremonesi dell’Università di Pisa hanno esplorato un particolare sito d’altura neolitico a Rogno (Fig. 14) (FERRARI, PESSINA 1997 a, b; FERRARI, PESSINA, VISENTINI 2003); M. Tizzoni dell’Università degli Studi di Bergamo ha avviato nel 1997 una ricerca internazionale sull’attività mineraria dell’età del Ferro nella miniera di Campolongo di Bienno (ANCEL et alii 2000; CUCINI TIZZONI et alii 2001). Nei medesimi anni le indagini condotte direttamente dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia sono divenute più intense e capillari, interessando diverse località della Valle e spesso in connessione con aree ricche di rocce incise (si veda All. 32 - Bibliografia e notizie in “NSAL”, 1988-2005): si è trattato di interventi sia di salvataggio, sia di indagine preventiva a grandi opere pubbliche, sia di ricerca programmata. Al 1988 risale la scoperta, a Cividate Camu- no (Figg. 15-16), dei resti di una capanna con livelli del Paleolitico Superiore (13.805 ± 440 anni da oggi) e di un livello di frequentazione del Mesolitico Antico (IX millennio a.C.): si tratta della più antica testimonianza della presenza umana in Valle Camonica (POGGIANI KELLER 1999 a, 2004 d); nello stesso sito nel Neolitico Medio-Tardo fu fondato un abitato, di cui si conservano resti di capanna su impalcato ligneo. Inoltre, partendo dalla Bassa Valle, si ricorda il rinvenimento di resti insediativi neolitici ed eneolitici nel Parco di Luine a Darfo Boario Terme (scavi 1999-2000: POGGIANI KELLER 2003); nel 1993 ad Ossimo, in località Passagròp, è stato messo in luce un sito con stele e massi-menhir dell’età del Rame; dal 1995 sempre ad Ossimo, in località Pat (Figg. 17-18), la Soprintendenza sta scavando un’area cerimoniale e funeraria megalitica dell’età del Rame, nei pressi della quale venne fondato un abitato dei Camunni durante l’età del Ferro (POGGIANI KELLER 1999 b, 2004 a, b, d). A Cemmo, dopo un intervento di scavo effettuato nel 1995 che ha portato al ritrovamento di un piccolo frammento di stele (Cemmo 5), nuove e importanti testimonianze sono emerse nel 2000, a seguito dei lavori di sistemazione dell’area per la realizzazione del Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo (Figg. 19- Fig. 17. Ossimo, località Pat. Sul pianoro si svilupparono un’area cerimoniale e funeraria megalitica dell’età del Rame, con tracce di frequentazione nelle età del Bronzo e del Ferro, e, nell’avanzata età del Ferro, un abitato dei Camunni. 29 Fig. 18. Ossimo, località Pat. Piattaforme dell’età del Rame connesse con l’allineamento di monoliti istoriati del santuario calcolitico. Fig. 19. Cemmo-Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo: panoramica del sito. 30 Figg. 20-21. Cemmo-Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo: a sinistra la buca di disattivazione del santuario pagano contenente cinque stele; a destra: il recinto protostorico che perimetra i massi, perdurato fino alla tarda età romana. 21). La Soprintendenza ha così avviato una serie di campagne di scavo, tuttora in corso, che hanno permesso di portare alla luce i resti di un santuario megalitico fondato nell’età del Rame e perdurato fino ad età tardo romana-altomedioevale (POGGIANI KELLER 2000 a). Tracce di frequentazione preistorica sono state rinvenute nel 1999 all’interno del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, nelle località de I Verdi (nella vicinanze della roccia 33) e del Baitello del Pedù (NSAL 1999-2000). Nell’Alta Valle Camonica, connotata da sporadiche evidenze archeologiche, rivestono particolare importanza i resti di una casa databile tra la fine del VI ed il V secolo a.C., scavati dalla Soprintendenza in località Desèrt a Temù nel corso del 2000 (POGGIANI KELLER, DE VANNA 2001). Nel 2004 sono stati indagati i resti di un abitato minerario della media età del Ferro, connessi con una lunga iscrizione in alfabeto nord-etrusco e con massi incisi con coppelle, a 2000 m di altezza sul livello del mare, a Cevo (Figg. 22-24); inoltre, uno scavo nel centro storico di Malegno ha portato alla scoperta dei resti di un abitato fondato nel Neolitico Tardo e perdurato fino alla media età del Ferro, quando si attesta nel sito una officina metallurgica per la lavorazione del bronzo. 1.2.2 Arte rupestre: tecniche di incisione e periodizzazione del fenomeno. Premessa L’arte rupestre della Valle Camonica costituisce il più importante complesso di questo genere di manifestazione del pensiero dell’uomo in ambito mondiale. Il patrimonio d’arte rupestre camuno, costituito da oltre 140.000 figurazioni incise distribuite su circa 2.400 rocce, rappresenta una straordinaria espressione della creatività dell’uomo attraverso i millenni, per un arco cronologico di oltre 8.000 anni, a partire dall’Epipaleolitico fino ad età storica, romana e medioevale. Il numero, la durata e la varietà delle incisioni contribuiscono a rendere eccezionale il valore del complesso. 31 Fig. 22. Cevo, Dos del Curù. Insediamento minerario della media età del Ferro. Figg. 23-24. Cevo, Dos del Curù. Iscrizioni camune dell’età del Ferro. Tecniche di incisione Le incisioni sono state realizzate su rocce classificabili come arenarie e conglomerati del Permiano Superiore: si tratta di materiali molto compatti, costituiti in prevalenza da quarzo, sui quali l’azione erosiva esercitata dal passaggio dei ghiacciai quaternari ha operato una “lisciatura” delle superfici. Su queste rocce gli antichi abitanti della Valle hanno inciso raffigurazioni che descrivono sia momenti della vita quotidiana (soprattutto scene di caccia e di agricoltura) sia aspetti della loro spiritualità (figure di divinità, scene di culto, manifestazioni rituali, quali, ad esempio, danze e pratiche di iniziazione). La maggior parte delle incisioni è stata realizzata con la tecnica detta “a martellina”, ottenuta picchiettando la superficie rocciosa con uno strumento di pietra, prima, e poi di metallo, che crea piccole concavità di forma circolare. Le figure possono essere definite da una linea di contorno a martellina o possono essere completamente campite con la martellinatura (Figg. 25-26). Un’altra tecnica adottata è quella chiamata “filiforme” o “a graffito”: in questo caso le raffigurazioni sono ottenute 32 Fig. 25. Esempi di campitura a martellina. Capo di Ponte, Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri: guerrieri incisi sulla Roccia 50. Fig. 26. Esempi di campitura a martellina: Capo di Ponte, Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina: figure di armati con corpo a linea di contorno incisi sulla Roccia 12 C di Seradina. Fig. 28. Berzo Demo, località Loa-Curva de le Bore: incisioni filiformi a solco (da ITINERA 2006, p. 88). Fig. 27. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Incisione filiforme a graffito sulla Roccia 37 di Foppe di Nadro. Fig. 29. Capo di Ponte, Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri. R. 1: uso della tecnica mista “a martellina” e filiforme nella figura del cervo. incidendo la superficie rocciosa con uno strumento a punta usato come un bulino che, se sfregato più volte sulla superficie, lascia il segno di un solco (Figg. 27-28). Non è raro trovare nel ricco repertorio dell’arte rupestre camuna figure realizzate con l’uso di entrambe le tecniche: in questo caso la tecnica filiforme è adottata per incidere alcuni dettagli delle figure (Figg. 29 e 81). camuna del 1975, l’arte rupestre risulta scandita dallo studioso in quattro gruppi stilistici principali corrispondenti al periodo preistorico (dall’Epipaleolitico all’età del Bronzo: stili Protocamuno, I-III), caratterizzato da un’arte schematica con figure isolate o raggruppate in composizioni di carattere simbolico (armi e altri manufatti), e al periodo protostorico (età del Ferro: stile IV), contraddistinto da un’arte naturalistico-narrativa con figure in movimento e descrizione di azioni (Fig. 30). Le istoriazioni dell’ultimo periodo possono essere attribuite alla popolazione dei Camunni (nome latino del popolo camuno), che le fonti storiche definiscono ora Reti (Strabone) ora Euganei (Plinio). Nel corso degli ultimi quindici anni questa scansione cronologica, tuttora valida nella sua struttura, è stata sottoposta a parziali revisioni, Periodizzazione dell’arte rupestre La prima articolata scansione tipologica e cronologica dell’arte rupestre camuna, condotta sull’analisi e lo studio dello stile, del contenuto e delle sovrapposizioni di migliaia di incisioni, si deve ad Emmanuel Anati, fondatore, nel 1964, del Centro Camuno di Studi Preistorici. Nel volume Evoluzione e stile nell’arte rupestre 33 Fig. 30. Tavola con periodizzazione dell’arte rupestre camuna (da ANATI 1994 a, p. 57). Fig. 31. Darfo Boario Terme, località Crape - R. 6. Grande figura di cervide attribuita al VII millennio a.C. (Protocamuno). 34 sia per il progredire degli studi di settore sia per i nuovi ed importanti ritrovamenti effettuati in Valle. La sequenza cronologica Alla fine delle glaciazioni il clima, l’ambiente e la fauna dell’arco alpino europeo mutano gradualmente, influenzando e modificando profondamente anche la vita dell’uomo. L’economia dei gruppi di cacciatori continua ad essere sostanzialmente di tipo predatorio: grazie alla diffusione dell’arco e delle frecce vengono cacciati animali di media e grossa taglia, quali il cervo ed il capriolo, tuttora presenti in Valle Camonica, o l’alce. Altre fonti di sostentamento sono la pesca e la raccolta di frutti selvatici. Le più antiche testimonianze della presenza umana in Valle risalgono al Paleolitico Superiore e al Mesolitico, come indicano una capanna con livelli del Paleolitico Superiore (datazione radiometrica GX-17274/1991: 13.805 ± 440 B.P.) e un bivacco del Mesolitico Antico (datazione radiometrica GX-18843 AMS/1993: 8820 ± 112 B.P.), scavati a Cividate Camuno (POGGIANI KELLER 1989 b, 1996 b, 1999 a, 2004 Fig. 32. Capo di Ponte, Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, R. 50. Esempi di figurazioni di oranti di diverse fasi, dal Neolitico alla fine dell’età del Bronzo. Fig. 33. Figure topografiche datate tra tardo Neolitico e prima età del Rame incise sulla R. 18, sett. A di Le Crus (da SANSONI, GAVALDO 1995 b, p. 22). 35 d). Altri ritrovamenti di questi periodi sono documentati al Castello di Breno (Paleolitico Superiore: FEDELE 1988 a) ed al cosiddetto “Riparo 2” di Foppe di Nadro (Mesolitico: ZANETTIN 1983; BIAGI 1983). Un sistema di bivacchi stagionali d’altura è stato rilevato infine sulla dorsale montana tra Valle Camonica e Valtrompia (BIAGI 1989 a, 1997). Incisioni rupestri attribuite dagli studiosi (in particolare ANATI 1982 c, pp. 139-153) a questo periodo sono documentate nella zona di Darfo Boario Terme, sulle rocce di Luine (ANATI 1982 d): si tratta di raffigurazioni, anche di notevoli dimensioni, che riproducono grandi animali, tra cui l’alce, trafitti da armi da caccia (Fig. 31). Le figure sono realizzate a linea di contorno ed eseguite con una martellinatura irregolare, ottenuta utilizzando pesanti strumenti di pietra, in alcuni casi rinvenuti ai piedi delle rocce istoriate. Con il Neolitico (VI-IV millennio a.C.) l’uomo passa da un’economia di sussistenza ad una di tipo produttivo, grazie all’introduzione dell’agricoltura e dell’allevamento. Altre importanti innovazioni sono la levigatura della pietra, la produzione di ceramica, la filatura e la tessitura e, nel Tardo Neolitico, l’introduzione dell’aratro. Sebbene siano ben documentate in Valle Camonica attestazioni archeologiche di età neolitica avanzata e, anzi, si sia rilevata in questo periodo la fondazione di abitati che perdureranno dal Neolitico fino alla protostoria (Lovere, Luine di Darfo Boario Terme, Cividate Camuno, Malegno, Breno, Dos de l’Arca di Capo di Ponte: POGGIANI KELLER 2003; 2004 d), per le incisioni rupestri di questo periodo, che pure nel passato sembrò di poter individuare (ANATI 1982 c, pp. 154-185), è ancora difficile indicare gli elementi caratterizzanti. Figure simbolo di questa fase sono i cosiddetti “oranti”, realizzati in modo molto schematico, con gambe e braccia piegate ad angolo retto e contrapposte: tali incisioni sono variamente interpretate come figure in atto di adorazione, di lamentazione o di danza (Fig. 32). Tra la fine del Neolitico e l’inizio dell’età del Rame sono datate alcune raffigurazioni geometriche (Figg. 33-35), nelle quali sono state riconosciute rappresentazioni topografiche (campi coltivati). L’attribuzione cronologica data dagli studiosi d’arte rupestre (ANATI 1982 c; ARCÀ 1999 a, b, c, 2201 b, 2004 b), è confermata dai ritrovamenti dello scavo in corso nel santuario megalitico di Ossimo-Pat: Fig. 34 (POGGIANI KELLER 2004 b, e). Figg. 34-35. A sinistra: Ossimo-Pat (BS). Pietra con figurazioni topografiche rinvenuta capovolta, forse riutilizzata, nel perimetro del tumulo A (datazione radiometrica calibrata: 3700-3500 a.C.). A destra: Caven, Teglio (SO). Figurazioni topografiche sulla Rupe dell’Alveo prossima al santuario megalitico dell’età del Rame di Caven. 36 Fig. 36. Cartina con diffusione delle composizioni monumentali calcolitiche in Italia Settentrionale. 37 Durante l’età del Rame (metà del IV-III millennio a.C.) la ricerca e la lavorazione del metallo e le altre importanti innovazioni tecnologiche e culturali rappresentate dall’introduzione del carro e dalla diffusione dell’aratro comportano l’esplorazione di nuovi territori, la capillare diffusione di insediamenti legati allo sfruttamento delle risorse e al controllo di vie di penetrazione, lo sviluppo dell’agricoltura, il potenziamento delle relazioni a lunga distanza. Accanto agli strumenti in pietra scheggiata e levigata, si diffonde gradualmente la metallurgia del rame, con la produzione di asce, pugnali ed alabarde. In questo periodo l’arte rupestre è caratterizzata da stele e massi-menhir incisi con figure simboliche e naturalistiche, innalzati in luoghi di culto e cerimoniali, che a volte potevano avere anche funzione sepolcrale primaria e/o secondaria. Il fenomeno, attestato in gran parte dell’Europa, dalle coste atlantiche alla penisola iberica sino all’Ucraina dal Neolitico all’età del Bronzo, è documentato nell’arco alpino nel corso dell’età del Rame in un’area compresa tra la Valle d’Aosta ed il Trentino/Alto Adige, con concentrazioni in aree circoscritte (in Valle d’Aosta e Vallese, in Valle Camonica e Valtellina (Lombardia), nel Trentino e in Alto Adige). In Italia la diffusione delle composizioni monumentali è inoltre nota anche in area appenninica, nella Lunigiana (Fig. 36). In Valle Camonica si osserva, a partire dal Neolitico avanzato (I metà del IV millennio a.C.), la fondazione di abitati duraturi, che controllano punti chiave dello sviluppo vallivo lungo l’asse principale dell’Oglio, da cui si diramano i percorsi verso la montagna. Nel volgere di alcuni secoli, cioè con l’età del Rame tra la seconda metà del IV ed il III millennio a.C., si fondano complessi monumentali di natura cultuale-cerimoniale di grande rilievo e del tutto particolari (Fig. 37) connotati da monumenti istoriati, in prevalenza massi-menhir ricavati da massi erratici, in minor numero stele. Essi sono ubicati sia lungo l’Oglio (ai Corni Freschi di Darfo - Boario; a Cemmo e a Cedegolo - Campolongo) sia nelle aree più interne percorse dal collegamento tra Valle Camonica e Val di Scalve, sull’altopiano di Ossimo-Borno (Cartina della Fig. 37, nn. 10-16). Il fenomeno assume in Valle Camonica (co38 me nella confinante Valtellina) dimensioni particolarmente evidenti, certamente peculiari e strettamente collegate alle manifestazioni d’arte rupestre che nel medesimo territorio trovano così feconda esplosione. Pertanto, alla luce degli scavi degli ultimi dieci anni, l’articolarsi di tanti siti di culto e cerimoniali, veri santuari frequentati per millenni, si pone come un aspetto nuovo e distintivo dell’arte rupestre della Valle Camonica, che risulta ora essere una delle aree europee più ricche di composizioni monumentali calcolitiche, con oltre ottanta monoliti istoriati appartenenti alle classi delle stele e dei massi-menhir, provenienti da 15 distinte località di ritrovamento: Corni Freschi di Darfo BoarioTerme; Piancogno - Dassine; Ossimo - Pat (Figg. 38-40), Passagròp, L’Anvòia Asinino, Via S. Carlo; Ossimo Inferiore - case Zendra e Feriti, Via S. Rocco; Borno - Valzel de Undine, Lazzaretto, Centro; Malegno - Ceresolo; Capo di Ponte - Cemmo (Figg. 41-42); Cedegolo - Campolongo (Fig. 47); Ceto - Foppe di Nadro). Ad un’analisi attenta dei dati di reperimento, ben 11 di queste località possono corrispondere ai siti di giacitura originaria (POGGIANI KELLER 2004 e). In quattro di essi sono stati effettuati scavi, tre ancora in corso da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici a Ossimo, nelle località Passagròp (FEDELE 1990 f; POGGIANI KELLER 1996 b; 1999 d) e Pat (POGGIANI KELLER 1996 c; 1999 b; 2002 e, f; 2004 b, d, e), e a Cemmo di Capo di Ponte (POGGIANI KELLER 2000 a; 2002 b), uno di recente concluso a Ossimo - località l’Anvòia (scavo in concessione da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali a F. Fedele dell’Università di Napoli “Federico II”: FEDELE 1990 f; 1995, 1999, 2001; FEDELE, FOSSATI, MARCHI 2001): questi siti, unitamente ad altri ipotizzabili sulla base dei ritrovamenti casuali di uno o più monumenti istoriati, connotano in modo del tutto particolare il paesaggio della valle (come della vicina Valtellina) e sono espressione ed esito della capillare occupazione, dal fondo valle alle alte quote, sviluppatasi dal tardo Neolitico, e di una duratura (ed esibita) presa di possesso del territorio. Monumentali e visibili da più parti, attraverso corridoi visuali creati ad hoc con il disboscamento artificiale di estese porzioni di bosco (Fig. 43), questi santuari all’aperto, caratteriz- in a Va l le Ca m on ic a ll Va l t e Fig. 37. Cartina con indicazione dei siti eneolitici della Valle Camonica e della vicina Valtellina: con il triangolo si evidenziano i luoghi di culto, con il punto i ritrovamenti isolati con composizioni monumentali in giacitura dislocata; con il quadrato gli insediamenti pluristratificati coevi. Il simbolo pieno segnala i contesti oggetto di indagine, il simbolo vuoto le località di rinvenimento che per numero e/o qualità dei ritrovamenti presuppongono l’esistenza di un contesto in situ, non indagato. Valle Camonica. Abitati: 1 - Lovere, Colle del Lazzaretto; 2 - Darfo Boario Terme, Luine; 3 - Cividate Camuno, Via Palazzo; 4 - Malegno, Via Cavour; 5 - Breno, Castello; 6 - Capo di Ponte, Dos dell’Arca; 23 - Capo di Ponte, Seradina. Siti di culto e cerimoniali (nn. 7-16, 20-21) e ritrovamenti sporadici (nn. 17-19): 7 - Darfo B. T., Corni Freschi; 8 - Capo di Ponte - Frazione Cemmo, Pian delle Greppe; 9 - Cedegolo, Campolongo; 10 - Piancogno, Dassine; 11 - Borno, Valzel de Undine; 12 - Ossimo inferiore, centro/S. Rocco; 13 - Ossimo superiore, Località Passagròp; 14 - Ossimo superiore, Località Anvòia/Asinino; 15 - Ossimo superiore, Località Pat; 16 - Malegno, Località Ceresolo (già indicata come Bagnolo); 17 - Ossimo superiore, centro abitato; 18 - Borno, centro; 19 - Borno, Località ignota; 20 - Ceto, Foppe di Nadro; 21 - Lozio, Camerata-Mulini; 22 - Paspardo, Plas Capitello dei due Pini. Valtellina. 1 - Teglio, Cornàl/Castelvetro; 2 - Teglio, Vangione; 3 - Teglio, Valgella; 4 - Teglio, Caven ; 5 - Teglio, Somasassa; 6 - Teglio-Frazione Boalzo, Località Fugarola; 7 - Teglio, Ligone; 8 - Chiuro, centro; 9 - Chiuro, Castionetto; 10 - Tirano ?; 11 - Teglio, Boalzo-fiume; 12 - Teglio; 13 - Teglio, Cànove. 39 Fig. 38. Allineamento di stele e massi incisi nel santuario calcolitico di Pat a Ossimo. zati da monumenti istoriati di varie dimensioni (altezze finora rilevate da metri 0,50 a m 2,95 ca.), marcano in modo duraturo il territorio, come osserva per altre aree europee Colin Renfrew (RENFREW C. 1984, L’archeologie sociale des monuments mégalithiques, “Pour la science”, 75, pp. 28-37), tanto che la loro presenza influenza e perpetua attraverso i millenni e le religioni, come i recenti scavi a Cemmo hanno mostrato, la vocazione del sito, da santuario preistorico a luogo di culto protostorico e romano, infine a sede di una pieve. La presenza di scorie di fusione in alcuni dei siti (Ossimo, località Passagròp e Pat) e l’apertura nei boschi di vaste aree a prato tramite la pratica dell’incendio all’atto di fondazione dei complessi, documentata negli scavi, suggeriscono le ragioni (sfruttamento minerario e allevamento) che possono aver motivato il precipuo interesse per l’occupazione di alcune zone interne e la conseguente connotazione sacra di alcuni spazi lungo i percorsi di penetrazione. Due di questi siti nel 2005 verranno valorizzati e aperti al pubblico: – sul sito di Anvòia di Ossimo, dove l’indagine si è conclusa nel 2003, è stato allestito il Figg. 39-40. A sinistra: Ossimo-Pat (BS). La stele “Pat 4”. A destra: “Pat 2” con focolari votivi. 40 Figg. 41-42. Cemmo (Capo di Ponte, BS), recinto e livelli dell’età del Rame e particolare di un frammento di stele (Cemmo 17), inserito alla base del muro. Parco archeologico di Anvòia con calchi di alcuni monumenti (aperto al pubblico il 28 maggio 2005: Fig. 44); – a Cemmo di Capo di Ponte i resti del santuario con i Massi 1 e 2 verranno valorizzati nel Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo (apertura al pubblico nell’ottobre 2005). Il ricco repertorio figurativo presente sui monumenti dell’età del Rame comprende armi, ornamenti, animali e figure umane (Figg. 45-50). La fauna selvatica è rappresentata da cervi, cerbiatte, stambecchi, camosci, volpi, lupi e cinghiali; quella domestica comprende cani, maiali e bovini, talora aggiogati in coppia all’aratro o al carro. Tra le figure simboliche 41 Fig. 43. I santuari di Pat, Anvòia, Passagròp e Ceresolo/Bagnolo si stagliano nell’ambito boschivo dell’altopiano di Ossimo-Borno (foto di G. Zerla). Fig. 44. L’allestimento del Parco Archeologico di Anvòia ad Ossimo con i calchi di alcuni monoliti istoriati (da FEDELE F., Asinino-Anvòia. Il Parco archeologico, Cerveno, 2006, p. 9). 42 Fig. 45. Particolare del masso Cemmo 2. spicca il disco solare, inciso in alto al posto del viso nei monumenti che richiamano maggiormente l’aspetto antropomorfo. Grazie allo studio delle armi, delle sovrapposizioni tra le figure e delle associazioni più ricorrenti (Figg. 49-50), sono state riconosciute due fasi cronologiche (DE MARINIS 1994 c), che gli scavi in corso rilevano in sequenza stratigrafica. La prima è detta anche «fase remedelliana», per le raffigurazioni di pugnali a lama triangolare e base rettilinea, che si confrontano con i pugnali rinvenuti nella necropoli di Remedello Sotto (BS), datati alla piena età del Rame (2800-2400 a.C.). La seconda fase (fine dell’età del Rame, 2400-2200 a.C.), è denominata «fase campaniforme», per i pugnali con lama triangolare lunga e stretta, lati lievemente inflessi e pomo ogivale, simili al tipo Ciempozuelos diffuso nella cultura del Vaso Campaniforme, denominazione derivata dalla forma a campana del vaso che la caratterizza e che si ritrova in gran parte dell’Europa. Le stele e i massi incisi della Valle Camonica sono stati interpretati come raffigurazioni di entità divine o eroiche, rappresentate nella fase più antica attraverso l’incisione di oggetti reali e simbolici ed in seguito con sembianze umane. I luoghi in cui erano posti tali simulacri si configurano, alla luce delle recenti ricerche, quali santuari all’aperto in cui dovevano svolgersi periodicamente cerimonie. Nel caso del santuario di Ossimo-Pat la presenza di tumuli fa supporre per il sito cerimoniale anche una valenza funeraria che induce a considerare alcuni dei monumenti incisi come raffigurazioni degli “antenati” (POGGIANI KELLER 2004 e). Durante l’età del Bronzo (II millennio a.C.) la tecnica metallurgica evolve ulteriormente con la scoperta della lega di bronzo, ottenuta aggiungendo al rame lo stagno. Si intensifica quindi la produzione di attrezzi da lavoro, di falcetti, di asce, pugnali, alabarde, spade, elmi, punte di lancia e, tra gli oggetti di uso personale, rasoi, pendagli, spilloni e fibule per fissare le vesti. 43 Fig. 46. I rilievi delle stele Cemmo 6, 8 e 11 (scavi 2000-2005). La Valle Camonica in questo periodo costituisce un’area periferica delle culture che si affermano nella Pianura Padana (cultura di Polada e cultura palafitticolo-terramaricola) e nel contempo è interessata da influssi che arrivano dall’area alpina. Significativi in questo senso sono gli scavi condotti a Dos dell’Arca di Capo di Ponte (scavi della Soprintendenza alle Antichità, anni ’60, affidati alla direzione di E. Anati) ed a Luine di Darfo (indagini e scavi del Centro Camuno, direzione di E. Anati, 44 1968-1970; scavi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, 19992000: Fig. 51), abitati di durata millenaria, dove le abitazioni insistono negli stessi luoghi delle rocce incise. La località Luine di Darfo BoarioTerme con i resti dell’abitato preistorico e protostorico e 102 rocce incise è dal 1976 Parco Comunale (ANATI 1982 d; CITTADINI 1989), di recente inglobato nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro. incisioni della Valle Camonica sono le palette (Figg. 56-57), interpretate nei modi più svariati: come remi, rasoi, specchi, vanghe e slitte, per indicarne solo alcuni. L’ipotesi più accreditata è comunque quella che identifica tali incisioni con le palette in bronzo, rinvenute nei corredi funerari, usate per raccogliere le ceneri dei defunti oppure la cenere del focolare domestico. Tra le altre raffigurazioni dell’età del Bronzo si segnalano anche le scene di aratura (Foppe di Nadro, R. 29), le figure di telai (Naquane, Roccia 1: Fig. 58) e gli oranti di tipo complessivamente ancora schematico ma caratterizzati dalla presenza di particolari anatomici (Fig. 59). Fig. 47. La stele 1 di Campolongo di Cedegolo. La maggior parte delle incisioni di questo periodo è rappresentata da raffigurazioni di armi, soprattutto pugnali, asce ed alabarde (Figg. 52-55). Le composizioni sono, in genere ma non sempre, costituite da gruppi di armi dello stesso tipo e sono state messe in relazione con la pratica dei ripostigli di manufatti metallici, da interpretare a volte come depositi votivi (FRONTINI 2001). Con il termine “ripostiglio” si intendono nuclei di oggetti metallici (materia prima, scorie di lavorazione, manufatti rotti ed integri), che venivano occultati in periodi di particolare difficoltà o pericolo (in questo caso appartenevano solitamente a fabbri). Diverso significato assumono le armi deposte nel letto dei fiumi e dei torrenti, interpretate come offerte alle divinità. Di recente è stato ipotizzato un legame tra le raffigurazioni di armi incise sulle rocce di Foppe di Nadro e la presenza nelle vicinanze di corsi d’acqua. Altri strumenti in bronzo raffigurati nelle Le incisioni dell’età del Ferro sono attribuite ai Camunni, l’antica popolazione della Valle Camonica citata dalle fonti storiche (Plinio, Nat. Hist. III, 133-134). Testimonianze archeologiche di insediamenti databili all’età del Ferro in valle provengono dagli scavi effettuati negli anni ’60 a Luine (Darfo BoarioTerme) e a Dos dell’Arca (Capo di Ponte) e dal ritrovamento fortuito di Valcamera di Borno (ANATI 1982 c, d; DE MARINIS 1989 b: Fig. 60). Di particolare interesse sono i resti della media età del Ferro del villaggio minerario d’alta quota di Cevo-Dos Curù (Fig. 61) e della casa scavata nel 2000 a Temù, in località Desèrt, ben documentata da scavi stratigrafici e analisi (scavi della Soprintendenza: POGGIANI KELLER, DE VANNA 2001): si tratta di una abitazione del tipo infossato, ad unico vano, che ha restituito reperti ceramici databili al VI-V sec. a.C. Questo modello permane in valle anche durante la fase di romanizzazione e oltre, come documentano i resti della casa rinvenuta a Pescarzo (Capo di Ponte), databile al I sec. a.C. (ROSSI 1999 a), e il villaggio di Berzo-Demo scoperto nel 2001 (scavi della Soprintendenza: “NSAL” 2001-2002, p. 52): Figg. 62-65. La maggior parte delle incisioni rupestri dell’età del Ferro in Valle Camonica è improntata ad uno stile naturalistico e descrittivo, caratterizzato da una resa sempre più dettagliata dei particolari anatomici e dal tentativo di riprodurre la dinamicità delle azioni raffigurate (Figg. 66-76). Dominante è la figura del guerriero, impe45 Fig. 48. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Il Capitello dei due Pini a PaspardoPlas (III millennio a.C.). Figg. 49-50. La stele Cemmo 3 e il rilievo con evidenziazione delle fasi di istoriazione: a sinistra fasi A e B, a destra tutte le fasi (da DE MARINIS 1994 b, p. 171). 46 Fig. 51. Darfo Boario Terme, Luine (BS). Scavi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, 1999. In quest’area si è rilevata una sequenza stratigrafica interessante: tardo Neolitico, età del Rame, tarda età del Bronzo. Fig. 52. Parco Comunale di Luine (Darfo Boario Terme, BS). Composizione di armi sulla Roccia 34. 47 Figg. 53-54. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Composizione di armi e particolare sulla Roccia 4 di Foppe di Nadro. Fig. 55. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Composizione di armi sulla Roccia 22 di Foppe di Nadro. 48 Fig. 56. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Figure di palette sulla Roccia 1. Fig. 57. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Particolare delle figure di palette sulla Roccia 4 di Dos Sottolaiolo. 49 Fig. 58. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Alcune figure di telai sulla Roccia 1. Fig. 59. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Figure di oranti attribuiti alla fine dell’età del Bronzo sulla Roccia 32. 50 Fig. 60. Tavola con i reperti ceramici della media età del Ferro provenienti da Valcamera di Borno (da DE MARINIS 1989 b, p. 115). 51 Fig. 61. Cevo-Dos Curù (BS). Una delle case del villaggio minerario d’alta quota della media età del Ferro. Figg. 62-63. Capo di Ponte (BS). La casa di Pescarzo e particolare della scala di accesso. Epoca della romanizzazione. gnato nelle diverse attività proprie del ceto aristocratico: il duello (Figg. 77-79), l’equitazione e la caccia (Figg. 80-82), interpretate come prove o riti di iniziazione sostenuti dai giovani dell’aristocrazia camuna per diventare adulti (FOSSATI 1991). Nei guerrieri la varietà delle armi (spade, scudi ed elmi: Figg. 83-85) e la precisione dei dettagli delle incisioni hanno permesso di instaurare confronti con i reperti archeologici rinvenuti negli scavi. Nelle scene di caccia la preda è rappresen52 tata quasi esclusivamente dal cervo; il cacciatore, talvolta a cavallo, è in alcuni casi aiutato da un cane (Figg. 86-88). Tra gli altri temi raffigurativi di questo periodo si possono ricordare a titolo esemplificativo anche gli edifici (Figg. 89-92), le scene di aratura (Fig. 93), le impronte di piede (Figg. 94-95) e gli uccelli acquatici (Figg. 96-97). È interessante notare che nelle scene di aratura il traino è ora effettuato da equini (Fig. 93) anziché da bovini, raffigurati nelle incisioni delle età precedenti. Figg. 64-65. Capo di Ponte (BS). A sinistra: ipotesi di ricostruzione della casa rinvenuta nella frazione di Pescarzo. A destra: alcuni reperti (da ROSSI 1999 a). Di grande rilievo è la comparsa nell’età del Ferro delle iscrizioni in alfabeto cosiddetto “nord-etrusco”/”norditalico”, localmente definito “di Sondrio” o “camuno”, talvolta chiaramente connesse a temi figurativi ricorrenti, quali ad esempio le barchette solari o le impronte di piede (PROSDOCIMI 1965; 1971 a, b; MANCINI 1980, 1982, 1984, 1991; TIBILETTI BRUNO 1978, 1990, 1992; MORANDI 2003 a, b, 2004 a, b, c): Figg. 98-99. Alla fine del I sec. a.C., con la definitiva conquista romana della Valle Camonica, si data la fondazione di Civitas Camunnorum, l’attuale Cividate Camuno che dal I sec. d.C. viene progressivamente monumentalizzata con la costruzione di importanti edifici pubblici, quali il teatro e l’anfiteatro (interamente scavati e valorizzati con la creazione, nel 2003, del Parco Archeologico del Teatro e Anfiteatro: MA- V. 2004, Il teatro e l’anfiteatro di Cividate Camuno, Firenze). Con l’occupazione della Valle da parte dei Romani e l’arrivo di nuovi modelli culturali, il ciclo dell’arte rupestre camuna si dovrebbe considerare concluso: ma la pratica di incidere le rocce non sembra scomparire del tutto, come documentano con certezza alcune iscrizioni latine (Figg. 100-101), e probabilmente perdurano anche figurazioni d’altro tipo nella tradizione di quelle protostoriche. Con l’affermarsi del Cristianesimo si diffonde, a partire dal IV secolo, una vera e propria “lotta” contro l’idolatria delle pietre incise (saxorum veneratio). Si ha infatti notizia di atti ufficiali che, fino all’XI secolo, testimoniano la volontà della Chiesa di estirpare dalle aree montane queste forme di culto pagano: la campagna iconoclastica si concretizza sia nella RIOTTI 53 Fig. 66. Parco Comunale di Luine (Darfo Boario Terme, BS). Figure di armati e cavalieri incisi sulla Roccia 46. pratica di incidere i simboli cristiani sulle rocce accanto alle raffigurazioni antiche (soprattutto croci: Figg. 102-107) sia nella fondazione di chiese e di edicole in prossimità dei siti preprotostorici. Interessanti a questo proposito sono i risultati dei recenti scavi condotti a Cemmo (Capo di Ponte) nell’area dei Massi (POGGIANI KELLER 2000 a): il santuario megalitico, fondato nell’età del Rame (III millennio a.C.) ed in uso fino all’età romana, viene sconsacrato tra tarda antichità e Alto Medioevo e in prossimità dell’antico luogo di culto pagano viene successivamente fondata la Pieve dedicata a S. Siro, il santo che, secondo la leggenda, portò il cristianesimo in Valle. Raffigurazioni di torri, castelli e chiese (Figg. 108-109), figure simboliche come i cosiddetti “nodi di Salomone”, chiavi e patiboli attestano il perdurare in età medievale e oltre della tradizione incisoria. Le affinate tecniche di rilevamento degli ultimi anni mostrano come in quest’epoca si faccia spesso ricorso alla tecnica di incisione a bulino, definita filiforme, praticata non solo sulle rocce, ma anche su monumenti ed edifici religiosi. Particolarmente ricco di incisioni medievali si è mostrato il sito di Campanine a Cimbergo (SANSONI 1993, 1997). Fig. 67. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Rappresentazione di villaggio sulla Roccia 6 di Foppe di Nadro. 54 Fig. 68. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Scene di duello sulla Roccia 6 di Foppe di Nadro. L’uso di incidere la superficie delle rocce continua anche nei secoli successivi, fino all’età moderna e contemporanea. Numerose sono le incisioni di età moderna che indicano i confini delle proprietà terriere o dei territori comunali, o che propongono nomi propri di persona o date, ma non mancano anche raffigurazioni nelle quali il senso artistico prevale sulla schematicità dell’incisione. Significativa per la diffusa presenza di figurazioni e iscrizioni di età storica recente è, ad esempio, la località Monticolo di Darfo Boario Terme, compresa nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro: qui numerose raffigurazioni di carattere religioso e devozionale, quali croci ed elaborati ostensori (Figg. 104-106), segnano ancora, nel corso del XVII e XVIII secolo, la diffusa pratica incisoria, una tradizione che non si spegne completamente neppure in età contemporanea, come si evince dall’iscrizione che commemora la realizzazione della ferrovia in Valle Camonica tra il 1904 ed il 1908 (Fig. 110), un modo antico per ufficializzare un evento storico del XX secolo! 1.3 Valori culturali L’arte rupestre della Valle Camonica costituisce per quantità di incisioni, per ricchezza iconografica ed excursus cronologico (le prime manifestazioni risalgono a circa 8000 anni prima della nostra era ma la pratica di incidere la superficie delle rocce prosegue, come detto, fino all’età medievale e oltre), un fenomeno assolutamente unico al mondo ed esemplare delle espressioni culturali dell’area alpina ed europea: si tratta di un vero e proprio grande museo all’aperto, esteso su tutta la Valle. Esso rappresenta pertanto un bene particolarmente prezioso che deve essere protetto e valorizzato per le generazioni presenti ed a venire. Le migliaia di incisioni rupestri della Valle costituiscono infatti una eccezionale testimonianza figurata della vita quotidiana e della spiritualità degli uomini antichi. Il loro studio continua ad apportare significativi contributi nei diversi settori della preistoria e protostoria, della storia antica, della storia delle religioni, della linguistica e glottologia, della sociologia e dell’etnologia e, in generale, dell’antropologia. 55 Fig. 71. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Carro a quattro ruote trainato da equidi sulla Roccia 23. Fig. 69. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Il “costruttore di carri” sulla Roccia 50. Fig. 72. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Scena di villaggio sulla Roccia 35. Fig. 70. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Il “ritorno dalla caccia” sulla Roccia 50. 56 Fig. 73. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). La “scena del fabbro” (figura a destra) sulla Roccia 35. Fig. 74. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Il “sacerdote che corre” sulla Roccia 35. Fig. 75. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Il dio Cernunnos sulla Roccia 70. Fig. 76. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte, BS). Scene di duello sulla Roccia 12 C, Seradina I. 57 Fig. 77. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Scena di duello sulla Roccia 50. Fig. 78. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Scena di duello sulla Roccia 63. Fig. 79. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte, BS). Scena di duello sulla Roccia 12 C, Seradina I. 58 Fig. 80. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte, Naquane, BS). Cavalieri sulla Roccia 1. Fig. 81. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Cavaliere sulla Roccia 50. 59 Fig. 82. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte, BS). Scena di caccia a cavallo sulla Roccia 12 C, Seradina I. Fig. 83. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Grande guerriero sulla Roccia 50. 60 Fig. 84. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Guerriero sulla Roccia 44. Fig. 85. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte, BS) - Roccia 50. Figure di armati. Fig. 86-88. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Scene di caccia al cervo con cacciatore a piedi o a cavallo, in alcuni casi aiutato da un cane, incise sulla Roccia 1. 61 Fig. 89. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte, BS). Figura di edificio sulla Roccia 1 (da SÜSS 1958). Fig. 90. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Edifici incisi sulla Roccia 24 di Foppe di Nadro. 62 Fig. 91. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Uno dei numerosi edifici incisi sulla Roccia 57. Fig. 92. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Raffigurazione di edificio con scala di accesso sulla Roccia 73. 63 Fig. 93. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte, BS). Scene di aratura con aratro trainato da equidi sulla Roccia 12 C, Seradina I. Figg. 94-95. A sinistra: Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Impronte di piede sulla Roccia 7 di Foppe di Nadro. A destra: Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Impronte di piedi sulla Roccia 50. 64 Fig. 96. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Raffigurazione di uccello acquatico sulla Roccia 7 di Foppe di Nadro. Fig. 97. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Raffigurazioni di uccelli acquatici sulla Roccia 1. Fig. 99. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Rilievo con trascrizione delle iscrizioni “camune” della Roccia 50. Fig. 98. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Iscrizione “camuna” sulla Roccia 22-23 di Foppe di Nadro. Fig. 100. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Iscrizione latina SAX SECO sulla Roccia 60 di Foppe di Nadro (da MARRETTA 2005, p. 105). 65 Fig. 101. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Iscrizione latina sulla Roccia 99. Figg. 102-103. Raffigurazioni di croci. (A sinistra: da PRIULI 1993, p. 239. A destra: da SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001, p. 22). 66 Fig. 104. Monticolo di Darfo (Darfo Boario Terme, BS). Composizione di età storica moderna con croci, ostensori, una bara, sigle onomastiche e date. Fig. 105. Monticolo di Darfo (Darfo Boario Terme, BS). Ostensori. Fig. 107. Cimbergo Scale (BS). Elemento floreale e data “1831”. Fig. 106. Monticolo di Darfo (Darfo Boario Terme, BS). Albero e croci. 67 Fig. 108. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Raffigurazioni di una torre sulla Roccia 26 di Campanine. Fig. 109. Raffigurazione di una chiesa (da SANSONI, GAVALDO 1995 b, p. 112) Fig. 110. Monticolo di Darfo (Darfo Boario Terme, BS). L’iscrizione che commemora la realizzazione della ferrovia in Valle Camonica tra il 1904 e il 1908. 68 2. IDENTIFICAZIONE DEGLI AMBITI TERRITORIALI 2.1 Ambito territoriale iscritto Nazione: Italia Regione: Lombardia Provincia: Brescia Nome del sito: Arte Rupestre della Valle Camonica Coordinate geografiche: il sito è stato definito attraverso due poligonali, che racchiudono rispettivamente l’area dei siti con Arte Rupestre e l’area che include i Parchi con Arte Rupestre (Fig. di p. 72). Dei vertici della poligonale, numerati da 1 a 9, partendo dall’angolo SE e procedendo in senso orario, sono indicate le coordinate Gauss-Boaga, Geografiche Roma40 e WGS84. Elenco dei punti delle due poligonali, che racchiudono rispettivamente l’area dei siti con Arte Rupestre e l’area che include i Parchi con Arte Rupestre: Lat. Long. = Φ = λ 1) PISOGNE Località: Monte Pontasio Foglio I.G.M.: 34, Breno Coord. Gauss Boaga (E/N): 1587817,22/5070814,70 Coord. Geografiche Roma40: Φ 45° 47’ 04,0121’’ λ -2° 19’ 21,5295’’ Cartina della Valle Camonica 69 2) PISOGNE Località: La Biosca Foglio I.G.M.: 34, Breno Coord. Gauss Boaga (E/N): 158659,57/5072958,99 Coord. Geografiche Roma40: Φ 45° 48’ 14,0034’’ λ -2° 20’ 13,7452’’ Bibliografia: ROSSI 1991, p. 163, n. 1278 3) ANGOLO TERME Località: a sud ovest della frazione Anfurro, lungo la statale che collega con Monti (Comune di Rogno) Foglio I.G.M.: 34, Breno Coord. Gauss Boaga (E/N): 1588021,13/5080503,44 Coord. Geografiche Roma40: Φ 45° 52’ 17,7835’’ λ -2° 19’ 05,7185’’ 4) BORNO Località: Casa vecchia dei Paiù Foglio I.G.M.: 34, Breno Coord. Gauss Boaga (E/N): 1593585,74/5089101,30 Coord. Geografiche Roma40: Φ 45° 56’ 53,6560’’ λ -2° 14’ 41,6359’’ Bibliografia: ROSSI 1991, p. 32, n. 137 5) CORTENO GOLGI Località: Cappelletta dell’Addolorata Foglio I.G.M.: 19, Tirano Coord. Gauss Boaga (E/N): 1598854,36/5113660,90 Coord. Geografiche Roma40: Φ 46° 10’ 06,5269’’ λ -2° 10’ 18,6300’’ Bibliografia: ROSSI 1991, p. 68, n. 520 70 6) VEZZA D’OGLIO Località: Sass de le Strie, croce del Plazza Foglio I.G.M.: 19, Tirano Coord. Gauss Boaga (E/N): 1607859,03/5120284,50 Coord. Geografiche Roma40: Φ Φ 46° 13’ 36,1441’’ λ -2° 03’ 13,4054’’ Bibliografia: ROSSI 1991, p. 204, n. 1734 7) SAVIORE DELL’ADAMELLO Località: presso la Malga Casentia Foglio I.G.M.: 19, Tirano Coord. Gauss Boaga (E/N): 1609713,90/5106136,17 Coord. Geografiche Roma40: Φ 46° 05’ 56,8218’’ λ -2° 01’ 58,6450’’ 8) BIENNO Località: Novel, sopra Campolaro Foglio I.G.M.: 34, Breno Coord. Gauss Boaga (E/N): 1602781,16/5085048,53 Coord. Geografiche Roma40: Φ 45° 54’ 37,6453’’ λ -2° 07’ 37,7757’’ Bibliografia: ROSSI 1991, p. 28, n. 100 9) SONICO Località: Pradasella Foglio I.G.M.: 19, Tirano Coord. Gauss Boaga (E/N): 1605425,34/5113272,82 Coord. Geografiche Roma40: Φ 46° 09’ 50,4110’’ λ -2° 05’ 12,6091’’ Bibliografia: ROSSI 1991, p. 195, n. 1641 Limiti del sito: il sito n. 94 della WHL “Arte Rupestre della Valle Camonica” si configura come un sito complesso, distribuito su un ambito territoriale vasto, all’interno della Provincia di Brescia. L’arte rupestre è infatti attestata in tutta la Valle Camonica, un grande comprensorio, esteso per più di 80 km, su una superficie di oltre 1300 kmq. Il profilo altimetrico va dai 200 m/slm del fondovalle ai 3539 m/slm della cima dell’Adamello. In ben 30 comuni dei 41 presenti in Valle sono attestate oltre 180 località con incisioni rupestri, per un totale – con una stima per difetto – di almeno 2000 rocce istoriate1, collocate in una fascia altimetrica compresa tra 200 e 1300 m/slm, pur non mancando attestazioni anche a quote prossime o superiori ai 2000 m/slm (Cevo-Dos del Curù, Pian della Regina, etc.). All’interno di questo ricchissimo patrimonio culturale sono stati creati, dal 1955 ad oggi, sette Parchi, variamente distribuiti tra Bassa, Media e Alta Valle Camonica; essi racchiudono i principali siti di arte rupestre. Un ottavo Parco, inaugurato il 28 maggio 2005 a Ossimo, località l’Anvòia, riguarda invece un sito cerimoniale dell’età del Rame indagato in modo esaustivo e presentato al pubblico come luogo, con ostensione dei calchi dei monoliti istoriati ed esposizione di documentazione didattica in posto e presso il Centro di accoglienza e didattico, prossimo al sito. Segue una breve descrizione dei 7 Parchi d’Arte Rupestre elencati secondo i criteri di proprietà statale e comunale. – Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, Capo di Ponte (proprietà statale e privata in corso di esproprio). È ubicato nella Media Valle, sul versante idrografico sinistro, ad una quota media compresa tra 350 e 600 m/slm. Comprende le località di Naquane, Còren del Valento, Bait del Pedù, I Verdi, Ronchi di Zir. All’interno del Parco sono presenti un Antiquarium e strutture di servizio (i depositi del materiale archeologico e uffici). Superficie del sito (comprendente anche l’area in corso di esproprio): 143.935 mq. – Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, Capo di Ponte - in corso di realizzazione, con apertura prevista il 6 ottobre 2005 (proprietà statale). È ubicato nella Media Valle sul versante idrografico destro, ad una quota di circa 400 m/slm. Superficie del sito: 8.125 mq. – Parco Comunale di Luine, Darfo Boario Terme (proprietà comunale). Il parco, situato nella Bassa Valle, è ubicato su una collina dominante la confluenza del torrente Dezzo nel fiume Oglio, sulla sponda idrografica destra della Valle, ad una quota media compresa tra 200 e 350 m/slm. Si estende nelle località di Luine, Crape e Simoni. È compreso all’interno del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro, istituito nel 2000-2001. Superficie del sito: 99.789 mq. – Parco Archeologico Comunale di SeradinaBedolina, Capo di Ponte - in corso di realizzazione, con apertura prevista l’8 ottobre 2005 (proprietà comunale). È ubicato nella Media Valle, sul versante idrografico destro, ad una quota media tra 370 e 540 m/slm. Comprende le località di Seradina (I, II e III, Corno di Seradina2) e Bedolina. Superficie del sito: 86.528 mq. – Parco Comunale di Sellero (proprietà mista: comunale e privata). Ubicato in Alta Valle, sul versante idrografico destro, ad una quota media compresa tra 500 ed 800 m/slm. Raggruppa le località di Carpene-Fradel-Berco, Preda Mola-Castello. Sono note anche altre concentrazioni di rocce ad IsùBarnil (a N del Parco) e a Pià d’Ort-Còren (a S, al confine con Capo di Ponte). Superficie del sito: 830.261 mq. 1 Già negli anni ’80 del secolo scorso si scriveva della presenza di 2400 rocce incise (Presentazione del Presidente WHC UNESCO, M. Parent, in ANATI 1982 c, p. 7). 2 Tra parentesi si indicano ulteriori denominazioni introdotte dal Centro Camuno di Studi Preistorici all’atto del rilevamento delle rocce incise, per indicare specifici raggruppamenti di rocce, cui fu attribuito ogni volta un numero progressivo da 1 in avanti. 71 La poligonale che definisce il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”. 72 Cartina della Valle Camonica con gli oltre 180 siti di arte rupestre documentati. 73 – Parco pluritematico del “Còren de le Fate”, Sonico (proprietà mista: comunale e privata). È ubicato in Alta Valle sul versante idrografico sinistro, ad una quota media compresa tra 650 e 1200 m/slm, all’interno del Parco dell’Adamello. Superficie del sito: 832.153 mq. Dos Custapeta, Dos Sottolaiolo, Deria (Comune di Paspardo). È collegato alla Riserva il Museo Didattico della Riserva Naturale Incisioni Rupestri Ceto, Cimbergo e Paspardo, ubicato nel centro storico di Nadro di Ceto. Superficie del sito: circa 2.685.803 mq. – Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (proprietà mista: consortile, comunale e privata). È ubicata nella Media Valle, sul versante idrografico sinistro, in parte in adiacenza, lungo il lato Nord-Ovest, al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, ad una quota media compresa tra 360 e 1000 m/slm. Comprende le località di Foppe di Nadro, Verdi, Zurla, Dos Cui, Castelliere (Comune di Ceto); Campanine-Figna (Comune di Cimbergo); In Vall-Castello-Canneto, Capitello dei Due Pini, Si fornisce qui di seguito una tabella con l’elenco globale delle località della Valle Camonica con arte rupestre. Il numero dei siti è passibile di modifiche in quanto si stanno rilevando alcune discrepanze nei toponimi usati per indicare un medesimo sito da parte di chi nel tempo fece le segnalazioni: con la realizzazione del GIS dei siti d’arte rupestre, in elaborazione da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (2005), si stanno effettuando accertamenti e apportando le necessarie correzioni. Elenco dei siti della Valle Camonica con arte rupestre (con l’asterisco * vengono indicati i siti in parte o in toto documentati; gli altri sono stati oggetto di sola segnalazione e mancano, ad oggi, di documentazione) N° Comune (provincia di BS) Località Riferimento CABS/Bibliografia 1 ANGOLO TERME Sorline 532 2* BERZO-DEMO Frazione Monte, Dosso Lòa 83 3* BERZO-DEMO Frazione Monte, Dos de la Crus 84 4 BERZO-DEMO Comparte, Plan Mister 85 5 BERZO-DEMO Sentiero verso la Malga Olda 86 6 BIENNO Cusen, Cima del Cerreto 94 7 BIENNO Novele, sopra Campolaro 100 8* BORNO Val del Fi o de l’Undine (a ca. 250 m a monte della confluenza del torrente omonimo con il Trobiolo (“Borno 1”); presso la sua confluenza con il Trobiolo, fra Borno e Ossimo Inf. (“Borno 4”); loc. Rocca (“Borno 5”) a Nord confluenza con Trobiolo) 9* 74 BORNO 125; 135; 141 Via S. Fermo, Casa vecchia dei Paiù (giacitura secondaria fr. stele) 137 138 10 BORNO Lovareno 11* BORNO Discarica in Loc. Lazzaretto (monumento in giacitura secondaria “Borno 6”) NSAL 1988-89 N° Comune (provincia di BS) Località 12* BRENO Lavarino di Mezzo, poco oltre l’abitato 181 13* BRENO Presso Fraz. Mezzarro, sotto il Monte Cerreto 183 14* BRENO Località Case Brusade (1 roccia) 189 15 BRENO En Plas (Piani di Astrio) (2 massi con coppelle) 16 BRENO Lazzaretto (1 roccia) ? 17 CAPO DI PONTE S. Rocco 18 CAPO DI PONTE Cereto-Cascina Laffranchi (32 rocce) 19* CAPO DI PONTE Seradina (I, Alta II, III, “Corno”, S. Siro) 241 20* CAPO DI PONTE Frazione Pescarzo, Dos del Mirichì 264 21* CAPO DI PONTE Fraz. Pescarzo - Redondo 273 22 CAPO DI PONTE Frazione Pescarzo - Convai SANSONI-GAVALDO 1995 23 CAPO DI PONTE Fraz. Pescarzo - Le Crus (già Giadeghe) SANSONI-GAVALDO 1995 24 CAPO DI PONTE Nigol (13 rocce) 277 25* CAPO DI PONTE Bedolina 278 26 CAPO DI PONTE Cascina Adamone (1) 281 27 CAPO DI PONTE Valserta (7 rocce) 275 28 CAPO DI PONTE Ronchi (8 rocce) 269 29 CAPO DI PONTE Pozzi, Perseghine, Longoprato (4 rocce) 276 30* CAPO DI PONTE Frazione Cemmo, località Pian delle Greppe 253 31* CAPO DI PONTE Dos dell’Arca 243 32* CAPO DI PONTE S. Salvatore 252 33* CAPO DI PONTE Loc. Piè, oltre la cascina Squaratti, ad E del fiume Oglio, tra il Monastero di S. Salvatore (a N) e Dos dell’Arca (a S) 258 Naquane (con la denominazione si indica l’area del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, che comprende anche le località Ronchi di Zir, Verdi e Coren del Valento) 261 34* CAPO DI PONTE e CETO Riferimento CABS/Bibliografia Consuntivo Le Orme 2005 Consuntivo Museo Didatt. 2005 241 35* CAPO DI PONTE Ronchi di Zir 262 36 CAPO DI PONTE Alla confluenza del torrente Re nel fiume Oglio 267 37 CAPO DI PONTE La Conoide (2 rocce) 270 75 76 N° Comune (provincia di BS) Località 38* CAPO DI PONTE Le Sante (2 rocce) 271 39 CAPO DI PONTE (o CETO ?: vd. ANATI 1982) Bait del Soc 266 40 CAPO DI PONTE/ CETO(?) Perseghina e Dos del Pater (“Piana degli Svedesi”) 41* CEDEGOLO Campolongo 42 CEDEGOLO Località imprecisata, “a mezz’ora circa dal paese di Grevo” Riferimento CABS/Bibliografia Consuntivo Dip. VC L 2005 SOLANO-MARRETTA 2004 342 43 CEDEGOLO Fraz. Grevo - Chigio, Dos de le Trenta Cruss 343-344 SOLANO-MARRETTA 2004 44 CEDEGOLO Fraz. Grevo - Moiolo 345 SOLANO-MARRETTA 2004 45 CEDEGOLO Fraz. Grevo - Pademla 345 SOLANO-MARRETTA 2004 46 CEDEGOLO Fraz. Grevo - Le Vasche, Pià de le Calamore SOLANO-MARRETTA 2004 47 CEDEGOLO Fraz. Grevo - Pezzucche SOLANO-MARRETTA 2004 48 CEDEGOLO Fraz. Grevo - Dosso Poglia SOLANO-MARRETTA 2004 ATS 2004 49 CEDEGOLO Fraz. Grevo - Fobbio SOLANO-MARRETTA 2004 50 CEDEGOLO Frazione Grevo, Pademo 346 51 CEDEGOLO Frazione Grevo, Panart 347 52 CEDEGOLO (al confine con Paspardo) I ladroni 349 53 CERVENO Izimelle (1 masso) 54* CETO I verdi Consuntivo Dip. VC L 2005 55* CETO Zurla 352 56* CETO Fraz. Nadro - Foppe di Nadro 354 57 CETO Dos Cuì, riparo 3 Foppe di Nadro 355 Itinera 1999, p. 72 (Fossati) N° Comune (provincia di BS) Località Riferimento CABS/Bibliografia 58 CETO Giarelli 359 59* CEVO Dos del Curù - Foppe 60 CEVO Le Corti 61* CIMBERGO Area ai piedi del Castello 365 62* CIMBERGO Scale di Cimbergo 366 63* CIMBERGO Campanine 367 64 CIMBERGO Mandoss 65* CIMBERGO Figna Consuntivo Dip. VC L 2005 66* CIMBERGO Bosc del Vicare Consuntivo Dip. VC L 2005 67 CIMBERGO Portole, tra Carè e Vidisole 68 CIMBERGO Piana di Cimbergo 69 CORTENO GOLGI Cappelletta dell’Addolorata, a 500 m da Santicolo 70 CORTENO GOLGI Valli di S. Antonio-Corna di Bus (2 rocce) 71* DARFO BOARIO T. Luine, Crape e Simoni (collina dominante la confluenza dei fiumi Oglio e Dezzo) 526 Lago Moro, presso Capo di Lago; terrazzi lungo la strada da Bessimo Sup. a Capo di Lago 531 72* DARFO BOARIO T. ATS 2001-2004 ATS 2004 Consuntivo Dip. VC L 2005 520 Consuntivo Museo Didatt. 2005 73* DARFO BOARIO T. Monticolo di Sacca 534 74* DARFO BOARIO T. Monticolo - Corni Freschi 535 75 DARFO BOARIO T. Castilì 536 76 DARFO BOARIO T. Gorzone 538 77 DARFO BOARIO T. Mazzunno Consuntivo CCSP 2005 78 DARFO BOARIO T. Monticelli (4 rocce) Consuntivo CCSP 2005 (località da ubicare) 79 EDOLO Fraz. Mu - Föbia 80 EDOLO Fraz. Mù, via Ramus n. 93 570 81 EDOLO Fraz. Mù, Rocca 571 82 EDOLO Fraz. Mu - Dos de la Desma Consuntivo Museo Didatt. 2005 77 N° Comune (provincia di BS) Località Riferimento CABS/Bibliografia 83 EDOLO Fraz. Mu - Foppe Consuntivo Museo Didatt. 2005 84 EDOLO Fraz. Mu - Trangolone, strada com. Edolo/ Monte Colmo, e strada dopo il bivio di via Vidilini Consuntivo Museo Didatt. 2005 85 EDOLO Fraz. Mu - Via Valeriana Consuntivo Museo Didatt. 2005 86 EDOLO loc. chiesa S. Clemente, sulla strada com. Edolo/Mola Consuntivo Museo Didatt. 2005 87 EDOLO Malga Mola Consuntivo Museo Didatt. 2005 88 EDOLO Baita Cuel Consuntivo Museo Didatt. 2005 89 EDOLO strada com. Edolo/Monte Colmo, dosso “Plate de Icc” Consuntivo Museo Didatt. 2005 90* ESINE Fraz. Plemo, loc. “I Broli”, presso la Rocca (5 rocce) 91 ESINE Fraz. Plemo-Rocca Novella (7 rocce) 92 ESINE Monticelli (4 rocce) 93 ESINE Dos del Roc (o Porcc?) (1 roccia) Consuntivo CCSP 2005 94 ESINE Fraz. Plemo - Fontana (1 roccia) Consuntivo CCSP 2005 95* LOZIO Baita in Località Camerata (fr. di stele in giacitura secondaria) Itinera 1999, p. 69 (Zerla); ATS 2005 96* MALEGNO Ceresolo (loc. nota come “Bagnolo” - Val d’Inferno/ propr. Baffelli e Ceresolo) Consuntivo CCSP 2005 595 963 e 964 97* MALONNO Odecla e Cornola (5 rocce) 98 MALONNO Cornola 99 MALONNO Castello 100 MONNO Località? (4 rocce) Consuntivo CCSP 2005 101 MONNO Mortirolo (1 roccia) Consuntivo Museo Didatt. 2005 102 OSSIMO Ossimo Sup., via Mignone n. 1 (propr. Zurla, giacitura secondaria) 1182 Asinino, fienile Bait d’Asnin (“Ossimo 1” in giacitura secondaria) 1183 103* 78 592 OSSIMO 974 Itinera 1999, p. 79 (Marchi) N° Comune (provincia di BS) Località 104* OSSIMO Asinino/Anvòia 105* OSSIMO Ossimo Inf.: via Dante (orto di casa Zendra-Feriti) e via S. Rocco (propr. Zendra) Riferimento CABS/Bibliografia 1195 NB: Asinino e Anvòia sono contigue e rappresentano il medesimo sito 1197 e 1198 106* OSSIMO Passagròp 1199 107* OSSIMO Pat 108 OSSIMO Delegnone (ai piedi della collina di S. Carlo) 109 PAISCO-LOVENO Loveno-Bait del Chic (1 masso) 110 PASPARDO Castello 1224 111* PASPARDO Dos di Costapede/Custapeta 1226 112* PASPARDO Plas - Capitello dei Due Pini 1227 113* PASPARDO Dos sotto Laiolo 1228 114* PASPARDO Dos Suliv 1229 115* PASPARDO Dos Baitì 1230 116* PASPARDO Deria o Deria Piana (presso il Dos Baitì) 1231 117 PASPARDO Baite di Codinoclo 1232 118 PASPARDO Rocca e l’Altar 1233 119* PASPARDO La Madonna 1234 120* PASPARDO Scale di Paspardo 1235 121 PASPARDO La Bosca 122 PASPARDO Vite - Deria (già “Vite - Val de Plha”) 123 PASPARDO Roccia di Pietro (pendici occidentali Monte Tredenus) 124 PASPARDO Valle di Fuos 125* PASPARDO In Valle 126 PASPARDO Castagneto (qui “Roccia degli Spiriti”, propr. Salari) (80 rocce) Consuntivo Le Orme 2005 127 PASPARDO Clef del Popomm (1 roccia) Consuntivo Le Orme 2005 Itinera 1999, p. 75 (Fossati) Consuntivo Coop. Le Orme 2005 Cit. Coop. Le Orme 2005 Cit. Coop. Le Orme 2005 79 N° Comune (provincia di BS) Località 128 PASPARDO Gras de le Pegore (2 rocce) 129 PASPARDO Paese (4 rocce) 130 PIANCAMUNO Beata SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 131 PIANCAMUNO Beata Paese SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 132 PIANCAMUNO Beata Torre SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 133 PIANCAMUNO Coren di S. Nicola SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 134 PIANCAMUNO Costa della Beata SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 135* PIANCOGNO Dassine 136 PIANCOGNO A monte della casa di Dosso, lungo il sentiero verso Balestrini e Calvarina 1274 e 1275 Varie località dalla valle del T. Trobiolo a N e la valle del T. Daen a S (individuati 21 raggruppamenti di rocce da 500 a 900 m slm): circondario del Santuario dell’Annunziata; Quattro Venti-Cà Noa; da Cà Noa a Mandulì; “sotto” Cà Noa; Ribalda; Valle del Daen da 500 a 700 m slm PRIULI 1993 137 80 PIANCOGNO Riferimento CABS/Bibliografia Consuntivo Le Orme 2005 Consuntivo CCSP 2005 1271 138 PIANCOGNO Malga Corvino (1 masso con coppelle) Itinera 1999, p. 68 (ZERLA) 139* PISOGNE La Biosca, presso il lago (prop. Evangelisti) 1278 140* PISOGNE Monte Pontasio 1280 141 PISOGNE Conca del Tet SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 142 PISOGNE Coren del diavolo SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 143 PISOGNE Coren di Marte SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 144 PISOGNE Coren Palazzo SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 145 PISOGNE Coren del Medel SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 146 PISOGNE Dos de la Regina SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 N° Comune (provincia di BS) Località Riferimento CABS/Bibliografia 147 PISOGNE Dos Seradino SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 148 PISOGNE Gippone SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 149 PISOGNE La Plagna SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 150 PISOGNE Monte Aguina SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 151 PISOGNE Mulino Rizzolo SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 152 PISOGNE Piè de l’Aden SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 153 PISOGNE Prevent SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 154 PISOGNE Saresa SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 155 PISOGNE Sonvico SANSONI, MARRETTA, LENTINI 2001 156 PONTE DI LEGNO Montozzo Consuntivo Museo Didatt. 2005 157 PONTE DI LEGNO Viso Consuntivo Museo Didatt. 2005 158* SAVIORE Lago d’Arno Consuntivo Museo Didatt. 2005 159* SAVIORE Plot Campana (o della Campagna), lungo la strada per Fabrezza rif. 1546 160 SAVIORE Ronco (7 rocce) 161* SELLERO Castel Grande 1547 162* SELLERO Fradel-Berco 1548 163* SELLERO Preda Moela 1549 164 SELLERO Corna Sculta 1549 165 SELLERO (al confine con Berzo - Demo) Creda S. Zenone 1551 166* SELLERO Carpene 1552 167* SELLERO Isù 1553 168* SELLERO Barnìl 169* SELLERO Novelle 81 N° Comune (provincia di BS) Località Riferimento CABS/Bibliografia 170* SELLERO Costa Framuna 171* SELLERO (al confine Còren- Pià d’Ort con Capo di Ponte) 172* SELLERO Scianica 1556 173 SELLERO Ronco 1557 174 SONICO Rino - Loc. Gaderì 175 SONICO Dos de le Strie, o Villincampo 1639 176 SONICO Al Roc, o Parecolo 1640 177* SONICO Predasola (o Pradasella) 1641 178* SONICO Coren de le Fate e Cornel de l’Aiva (ambito del Parco comunale «Coren de le Fate») 1642 1554 274, 1555 SANSONI-GAVALDO 1995 1637 Itinera 1999, p. 45 (Priuli) 179 SONICO Plas (lungo il T. Grandi) Itinera 1999, p. 44 (Priuli) 180 SONICO Strada per Val Malga (le località Pos, edicola del Sant de le Plote, Faet) Itinera 1999, pp. 45-46 (Priuli) 181* VEZZA D’OGLIO Sass de le Strie, Croce del Plazza 1734 in Provincia di Bergamo 182* Rogno Còren Pagà (7 rocce) PRIULI 1999 CABS = ROSSI F. (a cura di) 1991, Carta archeologica della Lombardia. I. La Provincia di Brescia, Modena. ATS = Archivio Topografico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. 2.2 Ambito territoriale esteso Attorno ai principali siti d’arte rupestre (i 7 Parchi) è stata definita la “buffer zone”: essa comprende un’area geografica e storica omogenea, che raggruppa diversi livelli di interesse (geomorfologico, ambientale, paesaggistico, archeologico, storico) riconosciuti, se possibile, nell’ambito dei Piani Paesistici elaborati ex L. 431/1985 e recepiti dal recente Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Brescia. Data la distinta ubicazione dei sette principali Parchi di cui si compone il sito, si sottolinea che le relative “buffer zones” presentano caratteristiche parzialmente diverse: 82 – aree di rispetto paesaggistico definite da provvedimenti di vincolo ex L. 1497/1939 (attorno al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte, D.M. 14 aprile 1967); – aree geografico-morfologiche unitarie (Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, nel quale la “buffer zone” comprende anche siti di interesse archeologico per le rocce istoriate, al momento non inseriti nel Parco; Parco Comunale di Sellero; Parco pluritematico del “Còren de le Fate” di Sonico); – aree di collegamento tra vari siti lungo la viabilità storica di impianto antico e nell’ambito di Comuni contigui già consorziatisi come insieme omogeneo (Riserva Re- gionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo), dove non è scindibile l’area di interesse archeologico rispetto alla “buffer zone”; – ambito geografico di collegamento tra Parchi di varia tipologia, naturale e storico-archeologica, facenti capo ad un unico insieme amministrativo (Parco Comunale di Luine, ora inglobato nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro). Parco Comunale di Luine (Darfo Boario Terme): il perimetro della “buffer zone” relativa al Parco Comunale di Luine coincide con il perimetro del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro, all’interno del quale il Parco di Luine è inserito. Si tratta di un’area complessiva di circa 430 ettari, dei quali 131 insistono sul territorio del Comune di Angolo Terme e 299 interessano il territorio del Comune di Darfo Boario Terme. Il Parco del Lago Moro comprende l’intero specchio del lago con la zona collinare adiacente e include, oltre al Parco con incisioni rupestri di Luine, anche le colline delle Sorline, del Castellino e del Monticolo, interessate da resti archeologici e da rocce con incisioni. Superficie della “buffer zone”: 4.058.765 mq. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte): la “buffer zone” coincide, come detto, con l’area del vincolo paesaggistico, ex L. 1497/1939 (D.M. 14 aprile 1967). Superficie della “buffer zone”: 273.609 mq. La “buffer zone” del Parco Nazionale confina con quella della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo in un unicum continuo. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo: si è definita una nuova perimetrazione della Riserva e della relativa “buffer zone”, ambedue approvate da parte dell’Ente Gestore, il Consorzio per la Riserva Regionale Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, nella Conferenza dei Servizi del 23 marzo 2005. Superficie della “buffer zone”, costituita da due aree situate a W (C1) e a E (C3) della Riserva: 1.290.118 mq. Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo e Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte): il perimetro della “buffer zone”, che ingloba i due parchi, tra loro adiacenti, si spinge ad includere, oltre ad un ambito geografico e morfologico unitario, 83 84 alcune località d’arte rupestre poste a NW, non ancora inserite nel Parco Comunale ma destinate ad esserlo nei prossimi anni. La “buffer zone” di questi parchi si congiunge pure a quella del Parco Comunale del vicino Comune di Sellero, sì da creare un’unica grande zona di rispetto. Superficie della “buffer zone” per i due Parchi: 1.497.992 mq. Parco Comunale di Sellero: sono in corso di approvazione per l’inserimento nel Piano Regolatore del Comune (in corso di stesura) sia un ampliamento dell’area del Parco sia la creazione della “buffer zone”, che prevede l’estensione verso S fino ad agganciarsi alla “buffer zone” dei due Parchi sopra nominati del vicino comune di Capo di Ponte. Superficie della “buffer zone”: 746.064 mq. Parco Pluritematico del “Còren de le Fate”, Sonico: sono in corso di definizione con il Comune sia la perimetrazione del Parco sia la delimitazione della “buffer zone”, ambedue già ricadenti nel Parco Regionale dell’Adamello. Superficie proposta della “buffer zone”: circa 955.978 mq. 3. IDENTIFICAZIONE DEI SOGGETTI PROMOTORI Il Piano di Gestione qui presentato intende considerare la Valle Camonica non solo come luogo tradizionale di “conservazione della cultura storica” ma anche come realtà nella quale convergano tutte le sinergie utili allo sviluppo del sistema economico locale della Valle. 3.1 Soggetti pubblici Il Piano di Gestione prevede un processo di collaborazione istituzionale nel quale sono coinvolti gli Enti territoriali locali. Sulla base di una Dichiarazione di Intenti (All. 3), approvata e sottoscritta in data 20 dicembre 2004, gli attori principali sono rappresentati da: • Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (d’intesa con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggisti- ci della Lombardia), con funzioni di coordinamento; • Provincia di Brescia (alla quale la Regione Lombardia, sulla base della Deliberazione della Giunta Regionale n. 7/9393 del 14 giugno 2002. L.R. 1/2000, art. 4, comma 134, lett. a) - Sviluppo dei sistemi museali locali: approvazione dei criteri per l’assegnazione e l’erogazione dei contributi alle province e approvazione degli obiettivi e delle linee guida per l’elaborazione da parte delle province di studi di fattibilità comprensivi dell’individuazione di progetti pilota di gestione associata dei servizi, ha conferito nuove funzioni in materia di sistemi museali locali). • Comunità Montana di Valle Camonica; • Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano della Valle Camonica (BIM); Sono inoltre coinvolti anche i Comuni interessati dalla presenza di Parchi: • Capo di Ponte (Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, oltre ai due Parchi Nazionali); • Darfo Boario Terme (Parco Comunale di Luine); • Sellero (Parco Comunale) • Sonico (Parco pluritematico del “Còren de le Fate”) • Consorzio per le incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (Ente gestore della Riserva Regionale Naturale “Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo”). Ognuno degli Enti sopra elencati, sulla base dell’art. 4 della Dichiarazione di Intenti, ha nominato un rappresentante, delegato a partecipare al “Gruppo di Lavoro per la stesura del Piano di Gestione”. Non appena definite le linee generali del Piano di Gestione con gli Enti sopra indicati, si è costituito un secondo “Gruppo di Lavoro Tecnico-scientifico” di consulenza (denominato Commissione per la Ricerca Scientifica), aperto alle Istituzioni culturali e scientifiche che si occupano in Valle dello specifico tema dell’arte rupestre e alle quali sia riconosciuto un ruolo autorevole nello studio delle incisioni e, anche, alle istituzioni che si occupano localmente di coordinamento e gestione di aree a tutela paesaggistico-ambientale di interesse sovracomunale (Parco dell’Adamello). In questo “Gruppo di lavoro Tecnico-scientifico” operano, con funzioni di sottocommissione (Sotto85 86 87 commissione per la Didattica), anche i Soggetti che svolgono attività didattica sull’arte rupestre. Il Gruppo di lavoro risulta, per le due componenti di cui si è detto (ricerca scientifica e didattica) talora svolte dai medesimi soggetti, così composto: • Centro Camuno di Studi Preistorici e relative filiazioni (Dipartimento Valcamonica e Lombardia) • Cooperativa Archeologica “Le orme dell’Uomo” • Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica di Cemmo (Capo di Ponte) • Parco dell’Adamello • Archeocamuni • Do.Net • Pro Loco di Capo di Ponte con l’apporto di consulenza anche di Altri, impegnati in ricerche e indagini (un esperto della scuola dell’obbligo). 3.2 Soggetti privati Da definire in una seconda fase, successiva all’elaborazione del Piano di Gestione. 3.3 Accordi e intese Come sopra specificato in data 20 dicembre 2004 è stato formalizzato il Gruppo di Lavoro per l’elaborazione del Piano di Gestione, attraverso l’approvazione e la sottoscrizione di una Dichiarazione di Intenti da parte di tutti i soggetti pubblici a vario titolo interessati alla tutela, all’amministrazione ed alla gestione del sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” (All. 3). sponsabile del sito Arte Rupestre della Valle Camonica, che abbia prioritariamente funzioni di coordinamento e di definizione delle linee guida di tutte le attività che riguardano il sito e condivida il disegno strategico alla base del Piano di Gestione, recependo le normative nazionali, regionali e provinciali in materia di Beni Culturali; 2. la definizione di un Sistema Museale Territoriale, che comprenda anche i Parchi ed i siti d’arte rupestre (in accordo con la Provincia-Assessorato alla Cultura); 3. il coordinamento con il Sistema Turistico. Dopo attenta discussione con i soggetti pubblici che hanno condiviso l’elaborazione del Piano di Gestione, si è ritenuto opportuno rimandare ad una fase successiva l’individuazione del Soggetto Responsabile, ritenendo utile un periodo preventivo di applicazione pratica e di verifica del Piano di Gestione. A conclusione dell’elaborazione del Piano di Gestione il consesso di Enti che ha partecipato alla sua stesura ne condivide con un documento formale (All. 30) gli obiettivi, i programmi, le strategie ed i tempi di attuazione e si impegna a dare attuazione ai Piani di Intervento in ogni ambito di gestione del territorio e di programmazione di attività di propria competenza. 5. PROGRAMMI E PROBLEMATICHE Nella formulazione del Piano di Gestione, si sono esaminati, recependone le indicazioni utili, tutti i Piani d’ambito e interesse locale vigenti, che si elencano di seguito, suddividendoli per categorie: 5.1 Piani Urbanistici e Funzionali 4. IDENTIFICAZIONE DEL SOGGETTO RESPONSABILE Una corretta politica di gestione del sito comporta, di necessità, una condivisione degli obiettivi che richiede la partecipazione, in condizioni di parità, di tutti i soggetti attivi sul territorio. Tra gli obiettivi primari si possono indicare: 1. la costituzione di un Soggetto Giuridico re88 Piani Regolatori Generali (PRG) Comunali: sono stati esaminati tutti i Piani Regolatori Generali Comunali dei comuni in cui ricadono i Parchi e le relative “buffer zone”, compreso il PRG in corso di elaborazione del Comune di Sellero. Si vedano a questo proposito le Schede del Regesto della Strumentazione Urbanistica Comunale (All. 4), con indicazioni specifiche per i singoli Parchi e per le aree del Patrimonio e le relative “buffer zone”. 1. 2. 3. 4. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina 89 1. Parco Comunale di Luine (linea verde), parte del più esteso Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro (linea gialla). Si sottolinea che i Piani Regolatori Generali dei comuni compresi nel territorio del Parco dell’Adamello devono recepire la normativa del Parco entro due anni dalla pubblicazione del Piano del Parco dell’Adamello edito nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia del 29 novembre 2001 (2º supplemento straordinario al n. 48, D.g.r. 29 ottobre 2001 - n. 7/6632: Approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Regionale dell’Adamello, art. 19, comma 2, L.r. 30 novembre 1983, n. 86 e successive modifiche e integrazioni). 5.2 Piani Settoriali e/o Integrati Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR): il progetto di legge per il governo del territorio individua nel Piano Territoriale Regionale lo strumento per costruire una visione territoriale regionale. In attesa che venga appro90 vata la nuova legge, la Regione Lombardia ha avviato (ma non concluso) il processo di costruzione del Piano attraverso il confronto interno all’Ente ed esterno (Enti locali, ordini ed associazioni professionali, semplici cittadini). A partire dal 2002 è stato avviato un processo di costruzione del Piano che ha comportato finora: • un lavoro preliminare per l’impostazione del quadro strategico generale, consistito nell’elaborazione, con le altre Direzioni Generali, del Documento Programmatico; • un importante momento di confronto con il mondo esterno, attuato nel corso del XXIV Congresso INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) dal tema “Città e regioni metropolitane in Europa” (Milano, 25-28 giugno 2003); • la redazione, ad opera della Regione Lombardia, del Documento Strategico: una proposta per il confronto, che contiene gli ele- Parco Comunale di Sellero. menti e i temi “forti” del Piano e la strutturazione del Quadro di riferimento territoriale delle conoscenze e delle programmazioni strategiche. Il processo sopra descritto, costruito attraverso un percorso trasversale, partecipato e condiviso internamente all’Ente e con gli altri soggetti coinvolti nel governo del territorio (Provincia e Comuni), costituirà il risultato di un lavoro nato da un consenso allargato, attraverso momenti di confronto esterno. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Brescia (PTCP): il PTCP della Provincia di Brescia, pubblicato in data 22 dicembre 2004 e attualmente vigente, ha competenza sulle materie di carattere territoriale e deve essere considerato uno strumento per armonizzare gli interventi della Provin- cia sul territorio, unificandone i criteri e gli obiettivi. Il PTCP rappresenta uno strumento fondamentale di riferimento per una corretta organizzazione e gestione del territorio. Esso recepisce gli indirizzi stabiliti dalla Regione Lombardia con la L.r. 5 gennaio 2000, n. 1 “Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia. Attuazione del D.L.vo 31 marzo 1998, n. 112 (conferimento di funzioni e compiti amministrativi dallo Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59)” e fissa i limiti normativi ed operativi che i Comuni dovranno rispettare nella definizione dei Piani Regolatori Generali. Il PTCP definisce criteri d’indirizzo sugli aspetti pianificatori di livello sovracomunale e fornisce indicazioni sui temi paesistici, ambientali e culturali: obiettivi generali sono la 91 Parco Pluritematico del “Còren de le Fate” di Sonico. sostenibilità ambientale dello sviluppo e la valorizzazione dei caratteri paesistici locali e delle risorse territoriali, ambientali, culturali, sociali ed economiche. Il PTCP della Provincia di Brescia si articola in tre Quaderni, uno costituito dal Documento Preliminare (Quaderno 1), uno dal Progetto Preliminare di Piano (Quaderno 2) ed uno dal Progetto Definitivo (Quaderno 3). 92 Il Progetto Definitivo è costituito dalla Relazione, dalle Norme tecniche di attuazione, dalla Disciplina per la tutela e la valorizzazione delle componenti del paesaggio della Provincia, dagli Elenchi dei beni storico culturali individui, dal Piano viario provinciale, dal Regolamento per il funzionamento della Conferenza dei Comuni e delle Comunità Montane, e dalle Tavole del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Il Quaderno 1 è stato distribuito ai Sindaci e alla Regione nell’estate del 2001, il Quaderno 2 nella primavera del 2003. Al 2004 risale la Delibera del Consiglio Provinciale (n. 21 del 22 aprile 2004), con la quale è stato approvato il Progetto Definitivo del PTCP. Il 22 dicembre 2004 viene pubblicata nel BUR la Deliberazione Consiliare di Approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (n. 21 del 22 aprile 2004), che lo rende pienamente operativo, ai sensi della L.r. 1/2000, art. 3, comma 31. Il PTCP della Provincia di Brescia, partendo da un’analisi tecnica delle unità ambientali presenti, ha inoltre identificato 72 “ecomosaici”, cioè ambiti territoriali omogenei dal punto di vista del funzionamento ecologico che sono alla base delle successive scelte del progetto di rete ecologica provinciale. Ciascun ecomosaico coinvolge uno o più comuni, e potrà rappresentare un fattore di riferimento per mettere in atto iniziative comunali o intercomunali di riqualificazione e certificazione della qualità ambientale (ad esempio attraverso i Parchi Locali di Interesse Sovracomunale - PLIS, le Agende 21 locali, l’Eco - Management and Audit Scheme - EMAS etc.). Nell’ambito dei Progetti Strategici individuati dal PTCP di interesse provinciale, si segnala per la formulazione di progetti futuri per la Valle Camonica il Progetto Strategico per la valorizzazione dei “Sentieri della Guerra di Liberazione Nazionale”. Di interesse più generale è il Progetto Strategico per la promozione dello sviluppo sostenibile locale attraverso la messa a sistema dei Beni Culturali e Naturali. Tra i Progetti Strategici di Iniziativa Locale il PTCP registra il “Piano Integrato di Sviluppo Locale del Comprensorio di Monte Campione, della Bassa Valle Camonica e del Sebino”. 5.3 Piani di Sviluppo Socio Economico Piano di Sviluppo Socio Economico (PSSE) delle Comunità Montane: l’esempio della Comunità Montana di Valle Camonica (2001). La Comunità Montana di Valle Camonica si è dotata nel 2001 di un Piano di Sviluppo So- cio Economico (PSSE). Infatti le Comunità Montane, per pianificare le attività ed individuare le linee di sviluppo, sono tenute a redigere (sulla base del Testo Unico degli Enti Locali, D.Lvo. 267/2000 e, soprattutto, della L.r. 6/2002 “Disciplina delle Comunità Montane”) il Piano di Sviluppo Socio Economico (PSSE), nel quale sono raccolte le analisi sociali ed economiche svolte sul territorio ed è suggerita una serie di interventi indispensabili, da realizzare attraverso piani annuali. Il PSSE, se compatibile con gli indirizzi programmatici della Regione, viene approvato dalla Provincia, che lo recepisce come parte integrante dei propri programmi (L.r. 13/1993, art. 18, comma 6 e 7). A sua volta il PSSE contribuisce alla formazione del PTCP sopra descritto (D.L.vo n. 267/2000, art. 28, comma 4). La Comunità Montana di Valle Camonica ha approvato con la delibera del 12 ottobre 2001 n. 30 il proprio Piano di Sviluppo Socio Economico. Tale PSSE è stato poi approvato dalla Provincia di Brescia con delibera del 4 febbraio 2002 n. 9. Il PSSE individua degli Obiettivi Generali finalizzati ad un miglioramento generalizzato delle condizioni di vita della popolazione e della qualità dei servizi e si pone degli Obiettivi Strategici, indicando le azioni progettuali. Per ciascuna azione viene fornita una Scheda Progettuale, che contiene gli ambiti di intervento, le motivazioni, i contenuti, la gestione del progetto, il grado di priorità ed i tempi di attuazione, i risultati attesi, le risorse necessarie ed i riferimenti legislativi. Il Piano, sulla base di un’analisi del territorio e degli aspetti socio-economici, ha individuato tre aree e le relative possibili strategie di intervento: – un’area marginale, che comprende comuni interessati da fenomeni quali calo demografico, erosione delle dotazioni dei servizi locali, mancato decollo turistico e conseguente spopolamento verso il fondovalle, invecchiamento della popolazione. Due possibili strategie di investimento sono rappresentate dalla promozione del turismo, dalla rivalutazione del comparto agro-zootecnico, con una continua attenzione alla salvaguardia dell’ambiente. I comuni della Valle che ricadono nell’area 93 marginale sono: Prestine, Ossimo, Losine, Lozio, Ono S. Pietro, Sellero, Cedegolo, Cevo, Saviore, Paisco Loveno, Berzo Demo, Malonno, Corteno Golgi, Monno, Incudine, Vezza d’Oglio, Vione, Temù. – un’area di sviluppo consolidato, caratterizzata da una marcata vocazione turistica (Ponte di Legno) ed industriale (Pian Camuno, Artogne, Gianico, Angolo Terme, Borno, Braone, Cerveno). In questo caso gli obiettivi strategici sono rappresentati dallo sviluppo della ricettività, dalla riqualificazione ambientale e dal miglioramento dei servizi alle imprese. – un’area di attrazione, che ha i propri punti di forza nell’offerta ambientale e culturale, che si traducono in una buona dotazione di servizi (soprattutto il sistema dei collegamenti) e in una potenzialità nel settore turistico (invernale, sportivo, culturale, naturalistico e congressuale). Il rafforzamento di tali capacità sembra il modello di sviluppo migliore per questa area. Sono compresi nell’area di attrazione i comuni di Darfo Boario Terme, Esine, Piancogno, Berzo Inferiore, Bienno, Cividate Camuno, Breno, Malegno, Niardo, Ceto, Cimbergo, Paspardo, Capo di Ponte, Sonico ed Edolo. 5.4 Piani Specifici per la Tutela del Sito Finora non esiste un Piano generale e prescrittivo omogeneo per la tutela del sito d’arte rupestre della Valle Camonica, articolato in una miriade di singole realtà tra loro molto diverse per estensione, per proprietà e per assetto giuridico. Va innanzitutto precisato che tutti i siti con incisioni rupestri, in quanto patrimonio di interesse archeologico, sono sottoposti alla legislazione statale di tutela dei beni culturali (D.L.vo del 22 gennaio 2004 n. 42) al cui rispetto sono tutti tenuti. Per i principali siti d’arte rupestre costituitisi in Parchi (i 7 sopra descritti), inoltre, i diversi Enti gestori (Stato, Comuni, Consorzio di Comuni) solo in parte si sono dotati di Piani e questi sono di vario tipo per iter procedurale di riconoscimento e articolazione della pianificazione adottata, come di seguito descritto. 94 Piani dei Parchi (PdP) Per ora solo i Parchi Nazionali e la Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo dispongono di Piani pluriennali ed annuali. Per i Parchi Nazionali e, in generale, per il sito “Arte Rupestre della Valle Camonica” sottoposto alla tutela del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per “Piani” si intende la programmazione (progetti, interventi e gestione) periodicamente definita ed approvata nell’ambito del bilancio dello Stato, secondo le finalità stabilite dalla legge di tutela (D.L.vo 24 gennaio 2004 n. 42). Per la Riserva il Piano è stato approvato una tantum all’atto di costituzione della Riserva nel 1988 ed elenca obiettivi, metodi e normative generali alle quali adeguare i progetti di intervento annuali. Nel 2005 ne è in corso la revisione. Piani triennali ed annuali per i Parchi Nazionali (Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri e Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo) e per il sito “Arte Rupestre della Valle Camonica” I Parchi Nazionali sono perimetrati con atti formali, a seguito dell’acquisizione della proprietà al Demanio statale registrata su apposita cartografia (CTR 1:10.000; catastale 1:2000, con Tavola di rilevamento topografico delle rocce, Tavola dei percorsi, Tavola dei Vincoli ex L. 1089/1939 e 1497/1939, Tavola delle proprietà e delle aree in corso di esproprio), ma non dispongono di un atto costitutivo e neppure di un Piano specifico per la tutela in quanto direttamente gestiti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali cui sono attribuite le funzioni di tutela del patrimonio culturale (art. 4, c. 1 del D.L.vo del 22 gennaio 2004 n. 42), esercitate non solo all’interno dei Parchi Nazionali ma nell’ambito di tutto il territorio, per il tramite dei suoi organi periferici (nella fattispecie, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) e sulla base della normativa vigente, il D.L.vo recante il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” del 22 gennaio 2004 n. 42. Per la Valle Camonica è attuato in modo continuativo, all’interno di una programmazione triennale via via sottoposta all’approvazione del superiore Ministero, un Piano annuale (esso pure sottoposto all’approvazione del Ministero), articolato in vari progetti (sia specifici per i Parchi sia per l’intero ambito territoriale della Valle e quindi per il sito “Arte Rupestre della Valle Camonica” nel suo complesso), inerenti gli specifici settori di intervento sul patrimonio archeologico e le attività connesse con la sua valorizzazione e divulgazione, come di seguito indicato: 1. Manutenzione. Rientrano in questa voce tutti gli interventi di manutenzione ordinaria sul patrimonio archeologico e sulle strutture didattiche e di accoglienza del pubblico, nonché sul patrimonio edilizio (muri di confine e terrazzamento, case agricole, case e servizi dei Parchi, Antiquarium) all’interno delle proprietà demaniali; 2. Restauro. Comprende tutti gli interventi di conservazione del bene arte rupestre e del patrimonio archeologico in generale, eseguiti non solo all’interno dei Parchi Nazionali, ma anche all’esterno, in tutto il territorio della Valle Camonica, in proprietà pubbliche e private; 3. Documentazione e Catalogazione. Comprende tutti i lavori di rilevamento topografico, documentazione fotografica (fotogrammetria, riprese fotografiche e digitali, riprese laser), grafica, schedatura e catalogazione, condotti sulle incisioni, sul patrimonio archeologico connesso e sui contesti archeologici della Valle Camonica; 4. Scavo e Indagini archeologiche e attività connesse (comprese le analisi paleoambientali, sui materiali, radiometriche etc.). Riguarda tutti gli interventi di ricerca, scavo e indagine sui contesti archeologici e d’arte rupestre della Valle Camonica. 5. Valorizzazione. Sono compresi tutti gli interventi, ordinari e straordinari, per la divulgazione ed edizione del patrimonio archeologico, per la realizzazione/ristrutturazione/allestimento di Parchi e Musei Nazionali, per l’aggiornamento degli apparati didattici dei Parchi Nazionali, per l’organizzazione di mostre e convegni. Questo Piano di interventi, modulato in base alle finalità della legislazione statale di tutela, è in vigore, in modo continuativo e strutturato, senza soluzioni di continuità, fin dal 1955 quando fu sottoposta a tutela dello Stato la prima area d’arte rupestre con l’istituzione del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri in Capo di Ponte (la documentazione relativa è conservata agli atti, presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia; per gli anni 1979-2004, seguenti il riconoscimento del sito “Arte Rupestre della Valle Camonica” nel patrimonio mondiale UNESCO, si allega il consuntivo, distinto per voci: All. 5). Piano della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo Il Piano attualmente in vigore è stato approvato con Deliberazione della Giunta Regionale in data 3 novembre 1992 - n. 5/29143: è in corso una revisione del Piano, del quale si prevede l’approvazione entro il 2005. Nel presente lavoro si recepiscono già le modifiche proposte dall’Ente Gestore, in accordo con gli Enti locali e con la Soprintendenza competente (modifica dei confini, aggiornamento della normativa di tutela). Il Piano della Riserva Regionale nasce dalla stretta relazione che intercorre tra ambiente naturale (vegetale ed animale), morfologia del luogo ed interventi antropici (in cui ricadono anche le incisioni rupestri). In particolare, per comprendere il fenomeno artistico preistorico, che tante testimonianze ha lasciato all’interno della Riserva, è indispensabile partire dall’ambiente che accoglie questo patrimonio. È quindi necessario sottoporre a particolare tutela tutti gli aspetti, ambientali, vegetazionali ed antropici, presenti nell’area della Riserva, in quanto elementi che hanno contribuito a creare il contesto nel quale l’arte rupestre si è sviluppata. Il Piano si compone di uno studio delle persistenze storico-archeologiche, completato da schede delle singole aree con arte rupestre; di un’analisi degli aspetti geologici e naturalistici della Riserva, con schede delle aree con rilevanze faunistiche e vegetazionali di particolare valore; di uno studio forestale della Riserva, articolato in una analisi delle consistenze dei boschi, delle azioni antropiche in atto ed in una serie di proposte di gestione del bosco. Tra gli obiettivi del Piano della Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo: la salvaguardia e la conservazione del patrimonio ambientale, archeologico ed etnografico, la valorizzazione del patrimonio nel rispetto della sua conservazione, la regolamentazione e l’incentivazione della ricerca scientifica e l’integrazione del territorio 95 nel contesto locale, anche attraverso interventi di educazione ambientale e di recupero delle attività economiche. Il territorio della Riserva è stato suddiviso in due aree: l’area A, nella quale sono documentate testimonianze archeologico-ambientali e rilevanze vegetazionali ed etnografiche, e l’area B, nella quale l’accesso è del tutto interdetto a causa della particolare rilevanza archeologico-ambientale. Una componente fondamentale del Piano è costituita dalla regolamentazione delle attività antropiche, consentite solo nella zona A (utilizzazioni forestali, pascolo, attività agricole, raccolta di funghi e di frutti del sottobosco, raccolta di castagne, ricerca scientifica ed attività didattica, attività edilizia per la sola manutenzione); viene poi indicata una normativa di attuazione con divieti, limitazioni e regolamentazioni delle attività sopra elencate. Il Piano è corredato da un apparato cartografico (in scala 1:5000), suddiviso per tematiche, che comprende: 1. Tavola delle aree omogenee/sintesi degli studi interdisciplinari 2. Tavola dell’azzonamento, degli accessi e della percorribilità 3. Tavola degli interventi di conservazione, di dotazione e di valorizzazione 4. Tavole della modifica dei confini 5. Tavola delle aree da acquisire Il Piano individua anche alcuni interventi complementari all’area protetta: la creazione del Museo della Riserva, che attualmente si articola su 600 mq. con spazi anche per l’accoglienza dei gruppi, e la realizzazione di strutture ricettive (attualmente la Riserva dispone di due foresterie e di tre strutture di accoglienza). Piano territoriale di coordinamento del Parco Regionale dell’Adamello Il Parco dell’Adamello si trova al centro della catena alpina, nelle Alpi Retiche, e comprende tutto il versante lombardo del gruppo dell’Adamello, nella porzione nord-orientale della provincia di Brescia. Posto sul versante sinistro orografico della Valle Camonica, si estende per circa 51.000 ettari, dal Passo del Tonale a quello di Crocedomini; a est confina con il Trentino-Alto Adige. Dal Tonale, verso sud, i comuni territorialmente interessati al 96 Parco sono: Ponte di Legno, Temù, Vione, Vezza d’Oglio, Incudine, Edolo, Sonico, Malonno, Berzo Demo, Cedegolo, Cevo, Saviore dell’Adamello, Paspardo, Cimbergo, Ceto, Braone, Niardo, Breno e Prestine. L’importanza del Parco dell’Adamello è accresciuta dalla sua posizione, perché esso funge da ponte tra i due parchi che gli sono limitrofi: al suo limite orientale si trova il Parco trentino Adamello-Brenta, al limite settentrionale il Parco dello Stelvio, a sua volta limitrofo del Parco Nazionale Svizzero dell’Engadina. Ne risulta così un’area protetta di 250.000 ettari, la più grande delle Alpi, nel cuore dell’Europa. Poiché alcuni dei Parchi d’Arte Rupestre (Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, Parco pluritematico “Coren de le Fate” di Sonico) sono compresi all’interno del Parco dell’Adamello, che, anzi, promosse la creazione del secondo dei due, il Parco pluritematico di Sonico, si fa qui riferimento anche al Piano territoriale di coordinamento del Parco Regionale dell’Adamello. Il Parco Regionale dell’Adamello è stato istituito con la L.r. 16 settembre 1983, n. 79 (Istituzione del Parco Naturale dell’Adamello) e successive modifiche e integrazioni (L.r. 1 dicembre 2003 - n. 23, Istituzione del Parco Naturale dell’Adamello). Il territorio del Parco fu vincolato paesisticamente ai sensi dell’art. 146, comma primo, lettera f) del D.L.vo 490/1999, successivamente sostituito dall’attuale D.L.vo del 22 gennaio 2004 n. 42. Il Piano territoriale di coordinamento del Parco Regionale dell’Adamello, classificato come parco montano e forestale, è stato approvato con Deliberazione della Giunta Regionale in data 29 ottobre 2001 - n. 7/6632. Gli obiettivi che l’istituzione del Parco intende perseguire ed attuare tramite il Piano, sono: • tutelare la biodiversità, conservare ed incrementare le potenzialità faunistiche, floristiche, vegetazionali, geologiche, idriche, ecosistemiche e paesaggistiche dell’area; • garantire un uso dei suoli e dei beni compatibile con le qualità naturalistiche; • tendere alla conservazione e ricostituzione dell’ambiente; • realizzare l’integrazione tra uomo e ambiente naturale mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici, architettonici e delle attività agro-silvopastorali e tradizionali; • promuovere e disciplinare la fruizione dell’area a fini scientifici, culturali, educativi e ricreativi. Il Piano ha effetti di Piano paesistico coordinato ai sensi dell’art. 57 del D.L.vo 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti Locali, in attuazione del capo I della Legge 15 marzo 1997, n. 59), con i contenuti paesistici del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ed è approvato ai sensi e con i contenuti delle leggi regionali 16 settembre 1983, n. 79 e 30 novembre 1983, n. 86 (Piano regionale delle aree regionali protette. Norme per l’istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali, nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale) e successive modifiche e integrazioni. All’interno del Parco Regionale, con Legge Regionale 1 dicembre 2003, n. 23, è stato individuata l’area a Parco naturale, soggetta alla disciplina di cui alla Legge 394/91. Il Piano delimita il territorio del Parco individuandone il perimetro, con le modifiche, rispetto al perimetro approvato con la L.r. 79/1983, necessarie per il migliore assetto del Parco stesso; inoltre individua e propone le aree a Riserva Naturale e le aree a Parco Naturale. La disciplina di tali aree ha valore ed effetti di Piano Territoriale Regionale ai sensi dell’art. 16 della L.r. 86/1983 e successive modifiche e integrazioni. Sembra inoltre importante sottolineare che tutte le disposizioni sono immediatamente vincolanti ai sensi dell’art. 18, comma quarto della L.r. 86/1983: pertanto i Comuni adeguano entro due anni dalla entrata in vigore del Piano, approvato con Deliberazione della Giunta Regionale in data 29 ottobre 2001 - n. 7/6632, i rispettivi strumenti urbanistici generali alle previsioni del PTC del Parco. Gli strumenti attuativi del Piano sono rappresentati da: • Piani di attuazione per settori funzionali (corpi idrici e acque, zone umide e torbiere, conservazione e gestione della fauna selvatica, attività piscatoria, gestione del bosco, attività agro-silvo-pastorale, attività agricola di fondovalle, usi civici, agriturismo, turismo, aree sciabili, tutela storico-monumentale, ritrovamenti archeologici e testimonianze della I guerra mondiale, edificato esterno alle zone di interesse antropico, recinzioni, campeggi, viabilità, parcheggi, piste e sentieri, prevenzione incendi, zone a vincolo idrogeologico e a rischio geologico, cave e discariche, impianti tecnici e adeguamenti infrastrutturali); • Piano di Gestione (ha validità triennale ed è articolato in piani attuativi annuali) • regolamenti di esecuzione • interventi di iniziativa pubblica dell’Ente gestore e dei Comuni • interventi convenzionati • pareri obbligatori • autorizzazioni, concessioni, denunce All’interno del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Regionale dell’Adamello sono inoltre individuate le Norme di Comportamento, suddivise in diversi articoli: Prescrizioni generali, Transito con mezzi motorizzati e sorvolo aereo, Transito equestre e ciclistico, Raccolta di flora spontanea e di frutti epigei, Tutela della fauna minore, Raccolta di minerali e fossili. L’apparato cartografico è rappresentato da una Planimetria generale dell’area del Parco, costituita da ventisei fogli in scala 1:10.000. La gestione del Parco è affidata alla Comunità Montana di Valle Camonica. Piano del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro (Angolo Terme e Darfo Boario Terme) Il Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro è stato riconosciuto con la deliberazione della Giunta Regionale del 27 aprile 2000, n. 6/49730. Successivamente l’Amministrazione Provinciale di Brescia, con propria deliberazione del 22 luglio 2003, n. 305, perimetra definitivamente l’area interessata al Parco, che insiste sul territorio dei Comuni di Angolo Terme e di Darfo Boario Terme. I due Comuni interessati hanno aderito al progetto del Parco con apposite deliberazioni dei rispettivi organi. Il Parco, nel sistema territoriale di Valle Camonica, nasce dalla volontà di valorizzare e tutelare l’ambiente nel rispetto delle politiche dell’assetto territoriale già esistenti ed è uno strumento valido per innescare un processo di sviluppo locale che valorizzi l’uso sostenibile delle risorse culturali e turistiche presenti nell’area. 97 L’obiettivo primario del Parco è quello di predisporre un sistema territoriale di riferimento, le cui linee di sviluppo rappresentano il giusto coordinamento politico e territoriale tra le amministrazioni coinvolte, in stretta collaborazione con tutti gli enti comprensoriali di zona. A tale proposito è stata approvata dai rispettivi Consigli Comunali (deliberazioni n. 77 del 16 dicembre 2002 per Darfo Boario Terme e n. 8 del 3 marzo 2003 per Angolo Terme) una Convenzione che ha come scopo principale l’organizzazione territoriale del Parco e la gestione congiunta dell’attività amministrativa, tecnica, manutentiva, di salvaguardia e di vigilanza dell’area protetta. La Convenzione prevede l’individuazione di un Ente Gestore del Parco, determinato dal Comitato di Coordinamento dei Sindaci, che si avvale della collaborazione di un Comitato Tecnico Scientifico consultivo. L’organo deliberante dell’Ente Gestore del 98 Parco è il Comitato di Coordinamento formato dai Sindaci o loro delegati; delibera su tutte le attività inerenti il raggiungimento delle finalità della Convenzione. Dal punto di vista politico-gestionale la definizione del Parco consente una cooperazione operativa con il Consorzio dei Laghi d’IseoEndine e Moro, che mette in sinergia le esperienze regionali in materia di laghi. Il Parco per la sua peculiarità ambientale consente di strutturare un sistema di fruibilità turistica in cui le potenzialità attrattive sono costituite dalle risorse naturali e archeologiche presenti, quali sono per esempio le incisioni rupestri del Parco di Luine. Il processo di sviluppo locale si configura anche nella capacità di inserire l’intero Parco in un ben preciso circuito turistico, dove il paesaggio e gli elementi di forte naturalità ne rappresentano i fattori primari per la sua promozione.