Prof. Gugliotta Calogero Liceo Scientifico E. Fermi Menfi FORZE INERZIALI Sono forze che si sperimentano solo in sistemi di riferimento non inerziali come i sistemi accelerati o i sistemi ruotanti. Sistemi accelerati Quando due sistemi di riferimento si muovono di moto rettilineo uniforme l’uno rispetto all’altro le leggi della dinamica conservano la stessa forma nei due sistemi (Principio di relatività galileiana). In questo caso, se un corpo ha velocità v rispetto a un sistema considerato fermo, esso, rispetto all’altro sistema, avrà velocità v′ = v − V in cui V è la velocità del secondo sistema rispetto al primo. In conseguenza le quantità di moto nei due sistemi saranno tali che: P ′ = P − mV Se il secondo sistema è accelerato con accelerazione A la variazione della quantità di moto in questo non sarà più nulla (anche se non c’è nessuna forza di interazione applicata al corpo). Infatti: dP ′ dP d F′ = = + ( − mV ) = − mA dt dt dt Se ci sono delle forze di interazione agenti sul corpo, queste devono essere aggiunte. In conclusione: Nei sistemi inerziali si sperimentano solo forze di interazione Nei sistemi non inerziali si sperimentano forze di interazione e forze inerziali. Sistemi ruotanti Consideriamo per semplicità un sistema fisso e uno ruotante con velocità angolare ω intorno all’asse comune z≡z′ Consideriamo inoltre un vettore 1 B sul piano xy. B può essere un vettore spostamento, un vettore velocità o un vettore accelerazione, etc. y’ ω ∧ B∆t y ϑ B B ϑ x’ ϑ x Supponiamo che rimanga costante nel sistema di riferimento S′. Poiché S′ ruota rispetto a S con velocità angolare ω, esso sarà trascinato dal sistema S′ e quindi nel sistema di riferimento S sarà cambiato nel tempo ∆t di : ∆B = ω ∧ B∆t Se esso inoltre cambia rispetto a S′ dobbiamo aggiungere il valore di tale cambiamento. Per qualsiasi vettore B si ha cioè: ∆B = ( ∆B ) S ′ + ω ∧ B∆t Dividendo per ∆t e passando al limite si ha infine: dB dB = +ω ∧ B dt S dt S ′ 2 Poiché B è un vettore generico, il ragionamento fatto vale per qualsiasi vettore e quindi possiamo applicarlo a partire dal vettore posizione r: dr dr = + ω ∧ r ′ che equivale a dt S dt S ′ v = v′ + ω ∧ r ′ Al secondo membro ci sono due vettori v′ e ω ∧ r ′ ; Se ripetiamo il ragionamento fatto per questi due vettori e differenziamo ciascuno di essi, si deve sempre aggiungere un termine del tipo ω ∧ B ; Differenziando v′ si ottiene a ′ + ω ∧ v′ Differenziando ω ∧ r ′ si ottiene (supponendo ω costante) : ω ∧ v ′ + ω ∧ (ω ∧ r ′) In conclusione: a = a ′ + 2ω ∧ v ′ + ω ∧ (ω ∧ r ′ ) La forza totale (che comprende le forze di interazione e le forze inerziali) nel sistema di riferimento ruotante è quindi: F ′ = F − 2 m(ω ∧ v ′ ) − mω ∧ (ω ∧ r ′ ) F al secondo membro è una forza di interazione; gli altri due termini sono forze inerziali. Il termine Il termine − mω ∧ (ω ∧ r ′ ) può essere scritto − mω 2 r ′ se il moto è perpendicolare a ω e rappresenta la forza centripeta quando è visto da S e la forza centrifuga quando è visto da S′. − 2mω ∧ v ′ è chiamato la forza di Coriolis e dipende dalla velocità in S′ ma non dalla posizione. 3