Se ne parla: femminile e maschile plurale Oltre la questione di

II
L'ESPERIENZA
giugno 2014
Anche quest’anno il Meic ha affrontato il tema negli incontri “Con occhi di donna“ tenutisi a maggio
Se ne parla: femminile e maschile plurale
Oltre la questione di genere e gli stereotipi
D
all’esigenza di appro­
fondire il nostro posto
nel mondo e il senso
delle relazioni umane,
è partito due anni fa il
progetto del Meic
“Con occhi di donna” che ha raccol­
to via via l’adesione di altre realtà del
territorio, l’Azione cattolica, il Pro­
getto culturale, l’Uciim, Donne in
Circolo, il Movimento “Se non ora
quando”, Radio Lodi.
Quest’anno gli appuntamenti del
Meic, sempre dedicati a Isa Veluti
che del progetto fu promotrice e
madrina, hanno visto le due serate
inserite in importanti manifestazioni
del territorio: il Festival dei Compor­
tamenti e il Festival della Comunica­
zione.
Lunedì 12 maggio con Chiara Volpa­
to, docente di Psicologia Sociale, è
stato affrontato il tema degli stereo­
tipi, lunedì 26 maggio con la teologa
Benedetta Selene Zorzi, quello della
teologia delle donne.
Senza la pretesa di esaurire in poco
tempo un argomento complesso
come quello del rapporto delle don­
ne e degli uomini con la loro storia,
i due incontri hanno aperto, dati alla
mano, alcune prospettive di indagi­
ne da percorrere.
Come la sopravvivenza dei vecchi
stereotipi di fronte all’avanzata del
nuovo, e la nascita dei nuovi da op­
porre ai precedenti. O il meccani­
smo per il quale dai cliché mentali si
mutuano concetti e comportamenti
che penalizzano la complessità del
reale e l’attribuzione di senso auten­
tico all’individuo, confuso nelle ca­
tegorie teoriche, senza agganci alla
realtà.
“Nella rappresentazione sociale gli
uomini sono associati a competiti­
vità, assertività, asprezza, le donne
a gentilezza, dolcezza, compren­
sione, gli uomini sono duri ma vin­
centi, le donne meravigliose ma
deboli. La rivoluzione femminista
Il pubblico intervenuto alla serata con la relatrice Chiara Volpato
ha dato voce alla necessità di libe­
rare la tenerezza maschile e la
competenza femminile”, ha affer­
mato Chiara Volpato, citando gli
studi psicosociologici e portando
l’esigenza di “dare a donne e uomi­
ni ciò che meritano e prendere da
loro ciò che possono dare allo svi­
luppo della comunità”.
Fa da contraltare Benedetta Zorzi
che, con il suo bell’intervento sul­
l’essere donne e sull’essere donne
credenti, pone la questione spiritua­
le, e in fondo anche morale, dell’ani­
ma asessuata che si manifesta in
una carne, e della fatica per noi di
leggere l’essenza andando oltre il
dato materiale. In sostanza, del cor­
po che riveste gli umani e ne condi­
ziona, da parte degli stessi, la perce­
zione ontologica.
Chi siamo noi veramente? Chi sono
gli uomini, chi sono le donne oltre il
dato biologico e sessuale? La don­
na, a quale immagine di Dio fu crea­
ta?
La teologa mostra come, negli scritti
redatti nel tempo dagli uomini di
Chiesa, l’essenza delle donne sia
stata un non­argomento, una realtà
mascherata da credenze condivise
e dalla certezza della secondarietà
della donna, nata dal pregiudizio,
più che da una riflessione critica.
Un’idea dell’eterno feminino partori­
ta da presupposti non dimostrati, ri­
velati oggi nei testi dalle omissioni e
dagli slittamenti semantici.
Un condizionamento sulla vera
identità e ruolo delle donne che non
si è arrestato neppure di fronte al
Vangelo, alla parola di Dio, alla rive­
lazione del divino, che ha pervaso i
secoli. Con qualche eccezione, nel
passato. Con molte eccezioni da
parte di alcuni teologi, oggi, e da che
la teologia è studiata dalle donne.
Il percorso appena concluso di “Con
occhi di donna”, quest’anno è stato
uno slalom tra antropologia sociale
e antropologia cristiana, dove il cen­
tro della narrazione non è stata la
Il libro disponibile presso le librerie Feltrinelli, Paoline e on line
Letture: “Nel tempo dell’assenza”
un ricordo di padre Ponzinibbi
I
n quest’opera l’autore ri­
percorre, tramite il raccon­
to delle persone che lo han­
no conosciuto, la vita di pa­
dre Mariano Ponzinibbi,
missionario in Asia e in Ita­
lia, originario di Melegnanello (vi­
cino a Turano lodigiano), scom­
parso il 25 gennaio 2007 a causa
di un infarto. Il racconto che ne
emerge è un vero a proprio viaggio
alla scoperta di una figura del no­
stro territorio che, con semplicità
e spirito di sacrificio, ha portato il
suo contributo in luoghi lontani
come nelle missioni di Borni e
Rajshahi in Bangladesh, passando
per la Delegazione Missionari Laici
per poi avventurarsi nel villaggio
di Kompong Chhnang (Cambogia)
collaborando con le Missioni Lai­
che del Pime in vari progetti a
sfondo umanitario. Insomma una
vera e propria vita spesa al servizio
e per gli altri.
Perché leggerlo durante le vacan­
ze? Il motivo è semplice. L’estate,
qualunque sia la meta a cui ven­
gono destinate le nostre vacanze,
è il periodo migliore per effettuare
l’esperienza del viaggio. Magari,
il viaggio che hanno in mente
molti, ha destinazioni e sfaccetta­
ture diverse da quelle che sono
trattate in questo libro. Ma in que­
sto periodo di sconti e offerte,
perché non provare a fare due
viaggi in uno? Il primo con il cor­
po e il secondo, fermandosi un at­
timo, nei momenti di pausa quan­
do il sole batte troppo per la pelle,
viaggiando con la mente in terre
vicine solo all’immaginazione alla
scoperta di questo piccolo uomo
che, attraverso piccoli gesti, qua­
si sconosciuti a molti, ha portato
un enorme cambiamento e una
firma indelebile nella nostra storia
locale.
Il libro è disponibile nelle librerie.
Un esempio, Feltrinelli a Milano
(libreria o store online), Paoline a
Lodi, Berti a Piacenza.
Nicola Frontori
donna, come si potrebbe facilmente
credere, ma la persona in divenire.
E così, come la Rivelazione per noi
cristiani “si fa” e si srotola nella sto­
ria attraverso i suoi segni inequivo­
cabili ­ basta prestare un poco di at­
tenzione e aprire gli occhi ­ , solo
con la funzione storica della memo­
ria, sempre che sia attualizzata, pos­
siamo noi umani permetterci un po’
di eccentrica “predizione” del futuro
possibile, e accedere senza timore
al nostro tempo, che è un tempo in
divenire, nonostante i molti e ag­
guerriti tentativi di imbalsamazione.
Un tempo che è monodirezionale e
non ciclico, in persistente movimen­
to, e non spento, o surgelato.
In due parole, cristianamente proiet­
tato, soprattutto per chi crede o cre­
de di credere.
Maria Grazia Casali
Un’iniziativa inedita,
inconsueta e controcorrente:
la “questione maschile”
«Da più parti si indica una crisi di autorità maschile. Ma la “crisi del maschile”
è una definizione ambigua. La crisi del patriarcato inizia nel momento in cui
le parole delle generazioni precedenti non sono più in grado di rispondere alle
nostre domande di senso sul mondo, da quando i destini proposti non corri­
spondono al nostro desiderio di come essere nel mondo. Oltre la rappresenta­
zione di una “questione femminile” esiste oggi un’enorme “questione ma­
schile”.
Il disorientamento, la sofferenza di molti uomini di fronte al cambiamento e
alla perdita di luoghi e linguaggi certi di riferimento vengono sempre più stru­
mentalizzati per alimentare uno spirito di rivincita, una reazione rancorosa
contro il femminismo, contro la libertà e l’autonomia delle donne. La parteci­
pazione degli uomini al mondo della cura e dell’educazione può essere una
“cartina di tornasole” del cambiamento nelle relazioni, in cui la trasformazione
dei ruoli non corrisponde solo alla condivisione di responsabilità, ma incontra
un nuovo desiderio maschile.
E’ possibile trovare una via diversa dal rancore, dal vittimismo, dalla perdita
di senso di sé? Siamo capaci di esprimere come uomini un desiderio di cam­
biamento? E qual è il cambiamento che desideriamo come uomini?» Così
si presenta l’associazione “Maschile plurale” (http://maschileplurale.it ), un
gruppo nato per “dare una possibilità di incontrarsi a tutti quegli uomini che
sentono il bisogno di confrontarsi riguardo al proprio essere uomini”.
Un dejà vu?
Certamente no, l’iniziativa è inedita, inconsueta e anche controcorrente.
Siamo abituati a veder contrapposto al femminismo, cioè alla richiesta di au­
tenticità da parte delle donne, una certa allerta, o un sussulto ironico, se non
un’alzata di scudi mentali. Al massimo concessioni offerte con l’attenuante
del principio di giustizia ­ materializzato in questi anni dalle quote rosa ­, o
sbandierata da un presunto progressismo, di solito timbrato politicamente.
È quindi una sorpresa, e insieme un sollievo, vedere che le domande che da
decenni si pongono le donne, sono in fondo le stesse domande che si pongo­
no gli uomini, perlomeno alcuni uomini, quelli che, come alcune donne, han­
no il coraggio di confessare di avere degli interrogativi, senza possedere pe­
raltro tutte le risposte.
M.G.C.
Per chi vuole approfondire: Benedetta Selene Zorzi,
“Al di là del genio femminile. Essere donne e credere in Dio”, ed. Carocci.
Chiara Volpato, “Psicosociologia del maschilismo”, ed. Laterza.
Il sito: Coordinamento delle teologhe italiane. http://www.teologhe.org
Il blog: Il posto delle donne, http://postodelledonne.blogspot.it