Università dell’Insubria Parte I FACOLTA’ DI ECONOMIA Corso di Finanza Aziendale Internazionale A.A. 2002/2003 Il sistema finanziario Maurizio E. Maccarini Il sistema finanziario Il sistema finanziario • Per comprendere il ruolo del mercato finanziario è necessario inserirlo nel contesto del sistema finanziario e in particolare è importante comprendere: Enti regolatori: Risparmiatori/ Creditori • Banche centrali Debitori • BIS (Banca Regolamenti Internazionali) Famiglie • Enti governativi Famiglie Mercato finanziario Imprese Imprese Intermediari finanziari Enti governativi Enti governativi Finanza Aziendale Internazionale 3 – il ruolo degli intermediari finanziari e la loro relazione con il mercato finanziario – chi sono i principali attori del sistema finanziario e quali problemi fronteggiano nell’attività di finanziamento (adverse selection, moral hazard, ecc.) – in quale rapporto si pone il mercato assicurativo rispetto a quello puramente finanziario – come viene esercitato il controllo pubblico sul sistema finanziario Finanza Aziendale Internazionale 4 Ruolo del sistema finanziario (1) Il cambiamento nel sistema finanziario • Il sistema finanziario sposta fondi nel tempo • Nel sistema finanziario si incontrano coloro che danno fondi a prestito (unità in surplus) e coloro che prendono fondi a prestito (unità in deficit). • L’incontro da datori di fondi e i prenditori di fondi può avvenire in modo: • Il sistema finanziario non è un sistema statico, ma è in continua evoluzione, come dimostrano i seguenti esempi: – – – – – creazione di grandi conglomerati finanziari internazionalizzazione dei mercati internet riduzione dei sistemi previdenziali statali istituzionalizzazione del risparmio – diretto – indiretto • Il ruolo principale del sistema finanziario è il finanziamento dell’attività economica; gli attori coinvolti possono assumere il ruolo di creditori o debitori – – – – – – • Dato che il sistema è in costante cambiamento non è riconducibile a un insieme di istituzioni, strumenti e le relazioni tra essi; occorre anche analizzare i bisogni che il sistema soddisfa e la tecnologia che viene utilizzata Finanza Aziendale Internazionale 5 • Il sistema finanziario muove fondi anche nello spazio. • Vi sono altre funzioni tipiche del sistema finanziario: – Sistema di pagamento: infrastruttura costituita da un insieme di istituzioni che ha come scopo il trasferimento di fondi Bilaterali (conti aperti tra due banche) Multilaterali (un conto unico tra più banche) Sistema lordo (ogni pagamento è trattato a parte) Sistema netto (i pagamenti vengono compensati) Finanza Aziendale Internazionale Finanza Aziendale Internazionale 6 Ruolo del sistema finanziario (3) Ruolo del sistema finanziario (2) • • • • famiglie creditrici: depositi bancari, acquisto di azioni, titoli di Stato imprese creditrici: investimento del capitale enti pubblici creditori: agenzie per lo sviluppo, agenzie sovrannazionali famiglie debitrici: mutui per abitazione, finanziamento al consumo imprese debitrici: finanziamenti a B/T per esigenze di liquidità e per investimenti a L/T enti pubblici debitori: finanziamento disavanzi di bilancio, opere pubbliche – Risk management: in alcuni casi le transazioni vengono eseguite per distribuire o trasferire il rischio. Vale a dire che i pagamenti o le obbligazioni che vengono assunte non hanno la funzione principale di fornire i fondi, ma di distribuire il rischio tra gli attori del sistema (derivati, imprese assicurative,…) – Riduzione del costo dell’informazione: quanto più il sistema finanziario è efficiente, tanto più nella formazione dei prezzi viene inglobata l’informazione e il costo dell’acquisizione dell’informazione diminuisce. Vi sono degli enti nel sistema finanziario che hanno come ruolo principale la produzione di informazione • Agenzie di rating • Società di revisione • Stampa specializzata 7 Finanza Aziendale Internazionale 8 Il mercato del fixed-income Il sistema finanziario: una visione schematica • Il sistema finanziario si compone di: – Strumenti (Titoli di mercato monetario, Bond, Equity, Derivati, Strumenti sintetici, Mercato dei cambi) – Operatori (Emittenti, Sottoscrittori, Intermediari) – Mercati (Diretti, Indiretti) • Il mercato del fixed-income, che esprime i tassi di interesse, rappresenta la pietra angolare in ogni tipo di valutazione • Svolge, tramite tassi, la funzione fondamentale di trasferimento dei cashflow nel tempo ancorandoli a valori certi • È suddiviso in due componenti: mercato monetario (fino ad un anno di scadenza) e mercato obbligazionario (oltre l’anno di scadenza) • Sul mercato del fixed-income intervengono le banche centrali per regolare il sistema nel suo complesso • I titoli di debito trattato sul mercato si distinguono in: – titoli emessi da enti governativi – titoli emessi da privati o derivante da debiti privati • In passato, nei sistemi sviluppati e soprattutto in Europa, era dominato dalle emissioni governative. Ora la tendenza è verso la prevalenza delle emissioni provenienti da società private e banche Finanza Aziendale Internazionale 9 Il mercato azionario 10 Il mercato dei cambi • È il mercato che consente agli investitori di partecipare al business risk della società • Rispetto la mercato del fixed-income, data la maggiore incertezza sulla variabile fondamentale (business risk), le valutazioni non sono univoche e dipendono da un ampio numero di fattori • L’evidenza storica mostra che è in grado di produrre rendimenti superiori al mercato fixed-income nel lungo periodo • Il valore delle azioni è mosso da un mix di fattori – Percezione del “valore fondamentale da parte degli investitori” – Situazione economica generale – Fattori tecnici di mercato Finanza Aziendale Internazionale Finanza Aziendale Internazionale 11 • Il mercato delle valute è il mercato in cui avviene il maggior numero di transazioni. Il valore dei cambi rappresenta il prezzo più rilevante in un’economia aperta. Le aspettative in merito all’evoluzione del cambio influenzano le decisioni fondamentali per il sistema a diversi livelli: – Gestione di portafoglio – Investimenti aziendali – Scelte di politica economica • Il mercato delle valute è influenzato da – Fattori economici strutturali – Fattori economici ciclici – Fattori tecnici Finanza Aziendale Internazionale 12 Il mercato dei derivati Gli intermediari finanziari • I derivati sono contratti il cui prezzo dipende dall’andamento di un’attività sottostante (da cui il nome derivati) • Il valore di riferimento (il sottostante) può essere di qualunque natura: azioni, obbligazioni, tassi, materie prime, tempo atmosferico, … • Sul mercato dei derivati agiscono – coloro che cercano copertura dai rischi – gli speculatori – i market makers • L’importanza dei derivati è cresciuta notevolmente negli ultimi anni: in genere i derivati anticipano il movimento del sottostante • I derivati sono legati al sottostante da precise regole di non-arbitraggio Finanza Aziendale Internazionale 13 • L’attività tipica del sistema finanziario non si esplica sempre direttamente tramite il mercato • Gli intermediari finanziari intervengono per migliorare il funzionamento del sistema offrendo – maggiore liquidità (ad. es. depositi bancari) – trasferimento dei rischi e assicurazione (ad. es. imprese assicurative) – capacità di strutturare operazioni complesse (ad. es. finanziamenti alle imprese) – diversificazione del rischio (ad. es. fondi di investimento) – riduzione del costo dell’informazione Finanza Aziendale Internazionale 14 Gli intermediari finanziari Gli intermediari finanziari (2) • Vi sono tre principali categorie di intermediari finanziari: • Gli intermediari sono un’alternativa al mercato; la loro presenza è giustificata dall’offerta di: – le banche – gli investitori istituzionali • collettori di risorse finanziarie specializzati nell’investimento sul mercato e, raramente, nell’investimento diretto – le assicurazioni • hanno come funzione principale un’efficiente allocazione del rischio e dei costi collegati Finanza Aziendale Internazionale 15 – maggiore liquidità (i depositi bancari sono più liquidi dei prestiti alle imprese) – diversificazione dei rischi (nei fondi comuni è possibile acquistare un ampio numero di fondi) – economie di scala e di scopo (è possibile ridurre i costi fissi dell’attività di finanziamento) – riduzione del costo dell’informazione – innovazione nei metodi di finanziamento Finanza Aziendale Internazionale 16 Il ruolo delle banche (1) Prevenzione dei rischi delle banche • Dato il ruolo fondamentale delle banche, il loro fallimento può essere particolarmente dannoso; per tale ragione si presta particolare attenzione alle misure preventive • Le banche svolgono due ruoli principali – allocazione del credito • prendono a prestito e danno a prestito lucrando dalla differenza dei tassi praticati • tale differenza è andata riducendosi orientando le banche verso servizi a commissione (vendita di fondi) – accesso al sistema dei pagamenti Finanza Aziendale Internazionale – depositi di riserve obbligatorie presso la banca centrale – presenza di una banca centrale che funge da “lender of last resort” – nel 1988 (Basel Accord) le banche dei Paesi più ricchi si sono accordate per formulare una regole di capitale necessario per la detenzione di attività rischiose • La presenza di un “lender of last resort” è, secondo alcuni osservatori, negativa, poiché induce le banche ad assumere rischi eccessivi (moral hazard) 17 Finanza Aziendale Internazionale 18 Banche commerciali Banche d’investimento • Il business delle banche commerciali è andato complicandosi per la crescente differenziazione degli agenti presenti sul mercato: • Si differenziano dalle banche commerciali e sono specializzate in: – Banche possedute dai governi (banche tedesche, Cajas spagnole, banche cooperative giapponesi e francesi) – Bancassurance: fusione di assicurazione e banca – Banche universali (Deutsche, Commerzbank, HSBC, Citigruop) – Entrata nel settore bancario di supermercati (Tesco), carte di credito (Capital ONE) e assicuratori (Prudential) – Internet Banking: offerte a costi inferiori • Per fronteggiare la competizione sempre maggiore, l’orientamento attuale è verso la fornitura di servizi basati su commissioni piuttosto che sul margine di interesse Finanza Aziendale Internazionale 19 – Raccolta di fondi per le imprese sul mercato dei capitali, spesso tramite un sindacato che guadagna commissioni di collocamento e in cambio garantisce l’acquisto di quote invendute di titoli – Attività di market making su titoli – Investimento di capitali proprietari – Consulenza in operazioni di ristrutturazione del debito, acquisizione e fusioni (il business che fornisce i maggiori ricavi) • Negli USA è stata storicamente presente una divisione tra banche commerciali e d’investimento (Glass-Steagall Act), che si è indebolita recentemente Finanza Aziendale Internazionale 20 Investitori istituzionali Investitori istituzionali - importanza • Gli investitori istituzionali sono istituzioni che svolgono la funzione di investimento per conto dei risparmiatori. Vi sono due grande categorie di investitori istituzionali: • Gestiscono somme enormi e sono in grado di influenzare direttamente i mercati e management delle società tramite le loro decisioni • Nel mondo anglosassone e in Olanda le masse in gestione sono molto superiori rispetto agli altri Paesi; tale propensione è dovuta ad una storica minore protezione previdenziale offerta dello Stato • Associata alle maggiori masse in gestione presso gli investitori istituzionali, nei paesi anglosassoni è presente anche una maggiore propensione verso l’investimento in azioni – Fondi • Fondi pensione (prestazione definita, contribuzione definita) • Fondi comuni (aperti, chiusi) – Assicurazioni • Assicurazioni vita • Assicurazioni non-vita Finanza Aziendale Internazionale 21 Investitori istituzionali – i Fondi 22 Investitori istituzionali – le Assicurazioni • Il grande vantaggio dei fondi di investimento, è la diversificazione immediata che si ottiene investendovi; l’acquisto di quote di fondi conferisce una partecipazione diretta a tutte le attività del fondo • I fondi si dicono aperti se hanno la possibilità di emettere nuove quote, chiusi se tale prerogativa non concessa • La tendenza per i fondi è verso una maggiore specializzazione: in passato gran parte dei fondi investiva indifferentemente in azioni obbligazioni e cash • I fondi vengono valutati sulla base della performance, vale a dire l’aumento di valore della quota nel tempo • La performance viene a sua volta valutata in termini relativi ad un benchmark Finanza Aziendale Internazionale Finanza Aziendale Internazionale 23 • La difficoltà di gestire fondi a prestazione definita ha fatto orientare sempre più la scelta verso la contribuzione definita • La maggiore differenziazione tra le assicurazioni è tra: – il ramo vita in cui la prestazione è legata alla vita dell’assicurato – il ramo non-vita in cui la prestazione è legata a sinistri • Un numero di polizze crescente lega il capitale finale alla performance di fondi o indici; in tali polizze la componente assicurativa è ridotta e le polizze divengono investimenti alternativi ai fondi Finanza Aziendale Internazionale 24 Supervisione del sistema Le banche centrali (1) • Il sistema finanziario ha un ruolo centrale nel funzionamento complessivo di un sistema economico. Per tale ragione sono presenti in quasi tutti gli ordinamenti norme atte a – Incrementare la competizione – Evitare che alcuni soggetti del sistema incorrano in rischi eccessivi • La supervisione del sistema finanziario è su due livelli – Sopranazionale (IMF, BIS) – Nazionale (il governo, una banca centrale, un organo sui mercati e le società) Finanza Aziendale Internazionale 25 Le banche centrali (2) – Fissano i tassi a breve influenzando il costo dell’indebitamento e di conseguenza tutte le variabili macro-economiche – Supportano e regolano il sistema bancario • Molte banche centrali hanno come compito quello di mantenere l’inflazione bassa – Stabilità dei prezzi – Definizione di obiettivi intermedi (M3) Finanza Aziendale Internazionale 26 Il SEBC • I paesi che hanno mostrato una mancanza di capacità nel controllo dell’inflazione, possono – vincolare il cambio fissandolo arbitrariamente ad un livello rispetto ad una valuta forte (U$A) – adottare una valuta totalmente collegata ad una valuta forte (currency board) • Alcune banche prendono a riferimento direttamente l’inflazione (Australia, UK, Canada) – Non direttamente misurabile e velocemente influenzabile • Diversamente da quanto accadeva in passato, per la maggiore parte delle banche centrali è ora vietato acquistare titoli dai governi; così facendo si evita la cosiddetta “monetizzazione del debito pubblico” Finanza Aziendale Internazionale • Le banche centrali sono presenti in quasi tutti i sistemi e svolgono due ruoli principali 27 • Il Sistema Europeo delle Banche Centrali è divenuto operativo dal 1° gennaio 1999 • È l’organizzazione delle banche centrali degli stati membri dell’UEM e vede la partecipazione – della Banca Centrale Europea (BCE) – delle Banche Centrali dei paesi membri dell’UEM – delle banche centrali dei paesi non aderenti all’UEM (in misura marginale) Finanza Aziendale Internazionale 28 La Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS) • BIS è un organismo internazionale che facilita la cooperazione tra le banche centrali e alte agenzie per il perseguimento della stabilità finanziaria e monetaria • Ha sede a Basilea (Svizzera), fondata nel 1930 – per i pagamenti imposti alla Germania dal trattato di Versailles – per la promozione della cooperazione tra le banche centrali • Svolge funzioni di banca tradizionale come gestione di riserve e transazioni auree per conto delle banche centrali clienti e di organismi internazionali • è stata tra il 1950 e il 1958 l’agente dei pagamenti europei (EPU), aiutando le valute europee tornassero alla convertibilità dopo la II Guerra Mondiale • Fornisce o organizza finanziamenti d’emergenza a supporto del sistema monetario internazionale Finanza Aziendale Internazionale Il sistema finanziario internazionale 29 Introduzione Mercati domestici e mercati esterni • Il sistema finanziario internazionale si compone di due grandi segmenti: – i mercati domestici dei paesi esteri – il mercato esterno (o euromercato o xenomercato) Finanza Aziendale Internazionale Parte II 31 • Mercato domestico: mercato che si sviluppa all’interno di un singolo paese nell’ambito di un contesto istituzionale e regolamentare definito e che prevede la presenza di autorità in grado di influire sugli assetti del sistema in virtù di un preciso potere di comando • Mercato esterno: il potere di intervento dell’autorità del paese di origine della valuta tende ad affievolirsi, fino a scomparire, essendo sostituito dall’autorità del paese che ospita le transazioni Finanza Aziendale Internazionale 32 Le definizioni di Euromercato • Definizione tradizionale NAZIONALE BOND EQUITY Titolo di Stato italiano ENI Borsa di Milano – Strumento finanziario (o rapporto di debito/credito) emesso da un emittente del paese A, denominato nella valuta del paese B, e sottoscritto da operatori del paese C • Definizione attuale MERCATO DOMESTICO FOREIGN – Strumento finanziario (o rapporto di debito/credito) denominato in una valuta ma sviluppatosi al di fuori del paese di origine della valuta stessa – Strumento finanziario il cui acquisto è stato proposto al di fuori del Paese di riferimento della valuta in cui è denominato Finanza Aziendale Internazionale EURO Bond Fiat su mercato americano (yankee bond) ENI NYSE Republic of Italy Goverment Bond ENI collocamento internazionale 33 La vigilanza e i controlli sull’euromercato Problemi di controllo: • Le autorità monetarie dei paesi d’origine della valuta utilizzata non hanno strumenti di intervento • forma desueta • Le autorità monetarie del paese d’origine degli emittenti (o depositante) • liberalizzazione • Le autorità monetarie del paese competente per luogo di negoziazione • concorrenza tra piazze • Le autorità monetarie del paese d’origine dell’intermediario Finanza Aziendale Internazionale MERCATO ESTERNO 34 L’autoregolamentazione • Euroclear – deriva dalla fusione di Euroclear e Sicovam SA – è il più grande sistema mondiale di regolamenti per transazioni di strumenti finanziari domestici e internazionali, azioni e fondi di investimento – fornisce servizi finanziari alle maggiori istituzioni localizzate in più di 80 paesi – offre i seguenti servizi: • servizi di deposito • amministrazione titoli • compensazione e regolamento in diverse valute • gestioni collaterali opportunità di prestiti e finanziamenti sui titoli • accesso globale ai mercati finanziari e alle controparti finanziarie • vincoli superati Finanza Aziendale Internazionale 35 Finanza Aziendale Internazionale 36 Le origini del mercato finanziario internazionale L’evoluzione dei mercati finanziari internazionali • Tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento lo sviluppo dei mercati finanziari internazionali è di tipo monocentrico, trainato dalla piazza di Londra che diventa la piazza centrale nei flussi internazionali dei capitali, grazie alla – leadership economica, politica e militare – standing internazionale della valuta (Sterlina) – mercato finanziario domestico evoluto e articolato (City) • Nel primo dopoguerra si assiste ad un forte incremento delle attività internazionali reali e finanziarie e al trasferimento della leadership dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti Finanza Aziendale Internazionale Le origini del mercato finanziario internazionale (2) 38 Condizioni per la realizzazione di un mercato esterno • Nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale gli Stati Uniti svolgono il ruolo di “mercato finanziario del mondo occidentale” (modello di sviluppo monocentrico) • Negli anni ‘50 e ‘60 si sviluppa quindi un sistema di relazioni finanziarie che, pur utilizzando la moneta statunitense, è esterno al mercato domestico americano • Il fenomeno dell’internazionalizzazione dell’attività finanziaria assume una particolare accelerazione nel secondo dopoguerra, attorno alla metà degli anni cinquanta, con la creazione e il primo sviluppo del mercato 1) Esistenza di una valuta accettata internazionalmente 2) Possibilità per gli operatori di detenere attività finanziarie sull’estero 3) Sviluppo di una rete di intermediari finanziari operanti a livello internazionale 4) Esistenza di un centro finanziario in grado di accogliere le transazioni finanziarie internazionali esterno, altrimenti noto come euromercato o xenomercato Finanza Aziendale Internazionale 39 Finanza Aziendale Internazionale 40 Il mercato esterno del dollaro (2) Il mercato esterno del dollaro (1) • La scelta del dollaro è l’unica compatibile con l’ordine monetario nato alla fine del secondo conflitto mondiale • – il dollaro rappresenta la valuta della maggiore potenza mondiale in campo economico, politico e militare – è al centro del sistema monetario internazionale (Bretton Woods) • le valute dei paesi sono legate da impegni di parità • autorità monetarie statunitensi garantiscono il mantenimento della parità aurea – le banche centrali di tutti i paesi mantengono le proprie riserve valutarie in dollari per garantirsi un potere di intervento sul mercato dei cambi – gli operatori sono disposti ad accettare dollari in pagamento delle transazioni commerciali e a detenere ricchezza finanziaria denominata in dollari Finanza Aziendale Internazionale Attorno alla metà degli anni ’50 il fenomeno subisce una considerevole accelerazione anche per effetto di ulteriori circostanze propulsive 1. Deterioramento delle relazioni politiche internazionali. Il clima della guerra fredda (conflitti di Suez e di Corea) determinò il cristallizzarsi dello scenario politico internazionale: i paesi dell’Est per prevenire eventuali ritorsioni finanziarie da parte delle autorità statunitensi dirottarono i propri depositi dal mercato USA alle piazze europee con conseguente creazione di stock di dollari esterni 41 Finanza Aziendale Internazionale Il mercato esterno del dollaro (3) Il mercato esterno del dollaro (4) 2. Regolamentazione del mercato domestico del dollaro: – controllo dei tassi passivi (regulation Q, rate ceilings: nessuna remunerazione per i depositi a vista e rigode limitazioni sul livello dei tassi pagabili dalle banche sui depositi a tempo) – obbligo di adesione a schemi di assicurazione dei depositi – vincolo di riserva obbligatoria – imposte (statali e federali) sui profitti bancari – limitazioni sul volume massimo di fido erogabile al singolo cliente 42 3. Atteggiamento banche centrali europee: – – – Bundesbank: swap $/DM con cui ha convertito in $ i depositi in DM per drenare liquidità dal mercato Bank of England: divieto di utilizzo delle sterline per il regolamento delle transazioni commerciali di non residenti Italia: accordi ABI Le maggiori banche statunitensi, sottoposte sull’interno al pesante sistema di vincoli, dirottarono parte della propria attività sul mercato europeo, aprendo filiali soprattutto sulla piazza di Londra Finanza Aziendale Internazionale 43 Finanza Aziendale Internazionale 44 La fase di sviluppo dell’Euromercato (1) • Anni ’50 DOLLAR SHORTAGE: situazione in cui vi è carenza di dollari a livello internazionale cosicché lo sviluppo dei commerci e delle transazioni finanziarie trovano un ostacolo nella limitata disponibilità di liquidità a livello internazionale • Anni ’60 DOLLAR GLUT: situazione di eccedenza di dollari a livello internazionale – Il passaggio da una fase alla successiva e’ attribuibile al perdurare del deficit della bilancia dei pagamenti americana 45 La fase di sviluppo dell’Euromercato (2) • La sfiducia nel dollaro che inizia a diffondersi nella prima metà degli anni ’60, alimenta i primi segnali di diversificazione valutaria di questo mercato fino ad allora rigorosamente monovalutario • Le valute che iniziano ad acquisire uno standing internazionale sono quelle dei paesi che sono riusciti a realizzare importanti performances sotto il profilo della crescita e della stabilità interna ed esterna (marco tedesco e franco svizzero) • Da una situazione di sfiducia , derivante dall’impossibilità di sostenere nel nuovo scenario economico mondiale, la funzione assegnata negli accordi di Bretton Woods del 1944, si passò ad una crisi vera e propria che condusse alla dichiarazione di inconvertibilità pronunciata dal Presidente Nixon il 15 agosto 1971 Finanza Aziendale Internazionale • 1961 = twist operation – è stata concepita durante la presidenza Kennedy, che ha avvertito l'esigenza di abbassare i tassi di lunga termine per stimolare gli investimenti, contemporaneamente all’aumento dei tassi di breve termine per limitare il deficit corrente che stava esercitando forte pressione sul dollaro • 1963 = interest equalization tax – tassazione sulla remunerazione dei titoli esteri • 1/7/63 = prima emissione eurobond – banca manager: s.w. warburg – emittente: società autostrade • 1965 = voluntary foreign credit restraint program • Questo fenomeno rappresentava una minaccia per lo stesso ordine monetario internazionale poiché metteva in dubbio la capacità degli Stati Uniti di far fronte al proprio impegno di conversione dei dollari in oro Finanza Aziendale Internazionale La fase di sviluppo dell’Euromercato 47 – anche il canale dei prestiti bancari venne ristretto inducendo le imprese non americane a rivolgersi all’euromercato • 1965 = mandatory foreign investment program – divieto per le multinazionali americane di finanziare con fondi domestici i loro investimenti all’estero Finanza Aziendale Internazionale 46 Crisi: anni ‘ 70 • 15/8/71 dichiarazione di sospensione della convertibilità del dollaro • 1973/79 shock petrolifero: l’euromercato diventa il canale di reinvestimento dei surplus finanziari dei paesi arabi (trasformazione delle scadenze) • 1974 fallimento della Franklin National Bank of New York e di Bankhaus Herstatt – accentuazione del fenomeno della stratificazione dei tassi – crollo delle transazioni interbancarie Finanza Aziendale Internazionale 48 La fase di sviluppo dell’Euromercato (3) • Il crisi del sistema monetario internazionale segna la fine di un lungo ciclo di crescita e l’inizio di un periodo di crisi e di instabilità • Molti paesi reagiscono percorrendo la via dei vincoli amministrativi, in particolare in ambito valutario e della chiusura sul fronte finanziario – controlli sui movimenti di capitali per impedire il deflusso di valute nazionali connesse a operazioni finanziarie • Le banche centrali di alcuni paesi si sono messe nel tempo per contrastare lo sviluppo di un mercato esterno nella propria valuta per evitare possibili e incontrollabili speculazioni a livello internazionale Finanza Aziendale Internazionale 49 Condizioni per lo sviluppo di una piazza finanziaria internazionale • Il miglioramento del quadro economico internazionale verificatosi attorno alla metà degli anni ’80 ed il progressivo smantellamento dei vincoli valutari hanno aperto una fase nuova caratterizzata da un pluralismo valutario sconosciuto nel precedente decennio • Dagli anni ‘70 in poi gli euromercati hanno continuato il loro sviluppo in termini dimensionali: – – – – crescita dei volumi differenziazione degli strumenti coinvolgimento degli operatori coinvolgimento di nuovi paesi • La discriminante è la capacità di attrazione dei flussi da parte delle piazze Finanza Aziendale Internazionale 50 Condizioni per lo sviluppo di una piazza finanziaria internazionale • Fattori tecnici e regolamentari – bassi livelli di fiscalità sui redditi prodotti dalle transazioni finanziarie – assenza di controlli diretti sul credito, di controlli sui cambi e di vincoli alla operatività dei soggetti esteri – assenza di limiti di fido, bassa riserva obbligatoria, assenza di schemi di assicurazione dei depositi – comportamento collaborativo della banca centrale – segreto bancario • Fattori politici – atteggiamento favorevole delle autorità monetarie volto a favorire la costruzione di un quadro istituzionale e regolamentare di tipo liberale – stabilità politica – relazioni internazionali amichevoli con i principali paesi Finanza Aziendale Internazionale La fase di sviluppo dell’Euromercato (4) 51 Finanza Aziendale Internazionale 52 Condizioni per lo sviluppo di una piazza finanziaria internazionale • Fattori economici – – – – – dotazione di risorse umane qualificate tradizioni del paese ospitante localizzazione geografica (fusi orari) livello elevato ed efficiente di infrastrutture efficiente sistema di comunicazioni Finanza Aziendale Internazionale I dati di mercato Allegato 1 - Fonte: BIS Quarterly Review, March 2003 Allegato 2 - Fonte: BIS 72a Relazione annuale 53 International debt securities markets - Allegato 1 Finanza Aziendale Internazionale International debt securities markets - Allegato 1 55 Finanza Aziendale Internazionale 56 International debt securities - Allegato 1 Finanza Aziendale Internazionale International bond and notes markets - Allegato 1 57 Finanza Aziendale Internazionale 58 International bond and notes markets - Allegato 1 Emissioni nette titoli di debito - Allegato 2 Finanza Aziendale Internazionale 59 Finanza Aziendale Internazionale 60 Piazze finanziarie internazionali • Europa – – – – – – – – – – – – – – – – Londra Parigi Zurigo Ginevra Bruxelles Lussemburgo Amsterdam Isole Del Canale Madrid Dublino Gibilterra Monaco Isola Di Man Malta Cipro Madeira • Asia – – – – – – – – – Tokyo Singapore Hong Kong Manila Taipei Vanuatu Bahrain Abu Dhabi Dubai • Area americana – – – – – – – – – – – – – New York Chicago San Francisco Los Angeles Miami Toronto Nassau Cayman Panama Antille Olandesi Bermuda Barbados Antigua Finanza Aziendale Internazionale 61 Lo scenario finanziario internazionale tra le due guerre • Fino al 1914 lo scenario internazionale è stato dominato dal sistema aureo puro (e dal bimetallismo) • Questo sistema di cambi, ancorato alla quantità di oro, prevedeva che ogni moneta avesse una parità metallica fissa: Sistema aureo • Non vi era alcuna restrizione al commercio internazionale dell’oro e il valore di una moneta era direttamente collegato alle riserve di oro detenute, attraverso l’invio e il ricevimento dell’oro si aveva un automatico riaggiustamento del tasso di cambio. In particolare: – nel paese che inviava oro, la moneta nazionale risultava svalutata per cui era conveniente, per importatori stranieri, acquistare merci in quel paese con conseguente invio di oro, il che riportava in equilibrio il cambio; – nel paese che riceveva oro, la moneta risultava rivalutata per cui le esportazioni di quel paese subivano un rallentamento. Le importazioni, viceversa, erano più convenienti, per cui vi era un deflusso di oro che riportava il cambio in pareggio – il valore della moneta corrispondeva, cioè, a una determinata quantità di oro stabilita dalle autorità monetarie • Il meccanismo di aggiustamento automatico dei cambi era determinato dallo scostamento entro i punti dell’oro: esso risultava essere un regime a cambi fissi Finanza Aziendale Internazionale L’evoluzione dello scenario finanziario internazionale 63 • Un altro fattore molto importante in regime di Gold Standard era il tasso ufficiale di sconto, manovrando il quale una banca centrale poteva attirare capitali dall’estero, alzandolo, e contribuendo con ciò a un afflusso di oro tale da riportare la situazione in equilibrio Finanza Aziendale Internazionale 64 Crisi del sistema aureo Gold Exchange Standard • Dopo la prima guerra mondiale, nel corso della quale il Gold Standard fu sospeso, fu assai faticoso ricreare la situazione dell’anteguerra: – il conflitto aveva sconvolto lo scenario internazionale (bloccando i flussi commerciali e finanziari) – molte nazioni trovarono difficoltà a garantire una diretta corrispondenza tra la quantità di oro detenuta e la quantità di banconote in circolazione a causa dell’eccessiva emissione di denaro per il finanziamento delle spese belliche • Un altro fattore di crisi del sistema del Gold Standard era dato dalla scarsità di oro in circolazione, che non riusciva a pareggiare le esigenze del sistema economico • Per questi motivi tale sistema monetario, nel periodo fra le due guerre, fu abbandonato e sostituito dal Gold Exchange Standard Finanza Aziendale Internazionale 65 Gli accordi di Bretton Woods (1) – a differenza del Gold Standard, il Gold Exchange Standard consentiva riserve anche in divise estere e non solo in oro, al fine di ridurre le pressioni su quest’ultimo • La crisi del 1929 e la successiva grande depressione degli anni ’30 sancirono la disintegrazione del sistema finanziario internazionale e il tramonto del Gold Standard (crollo del volume del commercio internazionale, ripristino di norme che limitavano i flussi commerciali e finanziari, politica autarchica) Finanza Aziendale Internazionale 66 Il FMI e la BIRS • Così chiamati dalla cittadina del New Hampshire (Stati Uniti) presso la quale si tenne la conferenza monetaria tra il 1e il 22 luglio 1944 • Gli stati partecipanti (i paesi alleati nella coalizione contro Germania, Giappone e Italia) erano animati dall’esigenza di creare un sistema di regole giuridiche che – garantisse l’equilibrio dei mercati – evitasse le degenerazioni protezionistiche e l’instabilità valutaria che avevano dominato il commercio internazionale negli anni compresi fra le due guerre • La crisi del ’29 e gli avvenimenti degli anni ’30 avevano dimostrato l’incapacità dei mercati di autoregolarsi e, quindi, la necessità di un sistema di regole che tutelasse la libertà degli scambi e che prevedesse dei correttivi alla distorsione • I negoziati condussero alla creazione di un sistema basato su due istituzioni fondamentali: il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BIRS). • Queste istituzioni avevano lo scopo di incoraggiare la cooperazione monetaria tra gli stati e di incentivare il commercio internazionale attraverso la stabilità dei cambi Finanza Aziendale Internazionale • Sistema monetario aureo che rappresenta una variante del Gold Standard • Nei paesi che lo adottarono la valuta cartacea nazionale non era convertibile in oro, ma in una valuta straniera (a sua volta convertibile in oro) 67 • Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) aveva lo scopo di promuovere la cooperazione nel settore monetario e la stabilità dei cambi e, a tal fine, utilizza un capitale versato proporzionalmente dagli stati membri • Questi ultimi, quando evidenziavano deficit nella bilancia dei pagamenti, potevano ricorrere all’assistenza finanziaria del Fondo che, entro certi limiti, era automatica, mentre negli altri casi doveva essere negoziata e condizionata all’adozione di adeguate politiche di risanamento economico • Queste condizioni erano riportate in una lettera d’intenti, sottoscritta da un rappresentante del governo beneficiario del prestito • La Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BIRS), aveva come mandato originario il finanziamento degli investimenti produttivi dei paesi a basso tasso di risparmio e la ricostruzione dei paesi danneggiati dalla guerra Finanza Aziendale Internazionale 68 Piano Marshall (1) Gli accordi di Bretton Woods (2) • La caratteristica fondamentale degli accordi riguardava la determinazione di parità fisse tra le valute dei vari paesi • Rispetto al precedente sistema del Gold Standard, in cui il valore di ogni divisa era determinato dalla sua convertibilità aurea, gli accordi istituivano il cosiddetto Gold Exchange Standard, in cui – le autorità monetarie statunitensi si impegnarono a dichiarare la parità del dollaro rispetto all’oro (35 dollari l’oncia) – le diverse valute erano ancorate al dollaro americano • La Federal Riserve statunitense si trovava dunque a svolgere le funzioni di banca centrale internazionale, con le conseguenti gravi responsabilità che tali mansioni comportavano Finanza Aziendale Internazionale 69 • L’Europa al termine della guerra, presentava una gravissima crisi produttiva e finanziaria • Il Piano Marshall ha rappresentato il più esteso ed efficace programma di cooperazione alla ricostruzione ed allo sviluppo mai attuato – Nel complesso, nei primi anni di attività dell’ERP (1948-52), gli stanziamenti totali statunitensi ammontarono a più di 13 miliardi di dollari (a prezzi e cambio dell’epoca), che contribuirono in modo determinante alla ricostruzione degli apparati produttivi ed all’accrescimento delle riserve valutarie dei Paesi europei • Da un lato, l’economia di guerra assicurava, attraverso lo sfruttamento massimo della capacità produttiva, la piena occupazione; dall’altro, la ricostruzione e lo sviluppo dei Paesi europei avrebbero garantito un naturale sbocco per la produzione statunitense (riconversione industriale) • Il Piano Marshall consisteva nell’erogazione di fondi per la ricostruzione industriale dell’Europa, finanziati attraverso l’emissione di dollari statunitensi Finanza Aziendale Internazionale 70 Bretton Woods Crisi del sistema di Bretton Woods (1) O Tasso di cambio B Tasso di cambio C E A D’ D’’ D Quantità di $ Caso 1. In seguito ad un aumento della domanda di dollari da D a D’, il tasso di cambio del dollaro dovrebbe aumentare (punto B), ovvero dovrebbe cambiare anche il valore del dollaro rispetto all’oro. Se però il tasso di cambio deve rimanere costante al livello dichiarato E, allora gli USA dovranno emettere moneta propria. Caso 2 . Nel caso contrario la Federal Reserve (la banca centrale americana) dovrebbe acquistare dollari in cambio di riserve internazionali. Se però il tasso di cambio deve rimanere costante al livello dichiarato E, e il mercato accetta dollari in cambio di riserve internazionali, allora gli USA potranno comprare dollari in cambio di dollari In sintesi, qualsiasi squilibrio gli Stati Uniti affrontino, ovvero di qualsiasi segno esso sia, potranno sempre emettere dollari per equilibrarlo Finanza Aziendale Internazionale 71 • Nel tempo la tendenza americana ad emettere dollari portò ad una situazione patologica in cui la quantità di dollari che esisteva in circolazione non rispecchiava più la quantità effettiva di oro che le casse della Federal Reserve detenevano: se tutti gli Stati possessori di dollari si fossero rivolti simultaneamente alla banca centrale americana per ricevere oro in cambio di dollari (nel rispetto della parità dichiarata) sarebbero rimasti delusi Finanza Aziendale Internazionale 72 Crisi del sistema di Bretton Woods (2) Il Piano Werner • Alla fine degli anni ’60 i paesi che partecipavano all’accordo cominciarono a presentare livelli di inflazione molto diversi: • Presentato l’8 maggio 1970 alla Commissione Europea, in seguito a una dichiarazione dei capi di Stato e di Governo, il Piano Werner prevedeva la realizzazione (in dieci anni e in tre fasi) di un’Unione economica e monetaria (Uem) – i prezzi statunitensi salivano determinando una perdita di competitività – paesi come il Giappone e soprattutto la Germania registravano un attivo dei loro scambi con l’estero, e ciò portava ad accumulare dollari • La speculazione a favore del marco e contro il dollaro contribuì ad aumentare il flusso di capitali in uscita dagli Stati Uniti e ciò, insieme – alle ingentissime spese sostenute dal governo americano per finanziare la guerra del Vietnam – agli investimenti in Europa da parte delle imprese americane • Ciò diffuse una profonda sfiducia nel dollaro cosicché molte banche centrali cominciarono a più riprese a convertire i dollari in loro possesso in oro • Il 15/08/1971 il presidente degli Stati Uniti Nixon, dichiarò unilateralmente l'inconvertibilità del dollaro, ponendo fine agli accordi di Bretton Woods • Rilevò che la migliore strategia a tutela del mercato unico sarebbe stata quella di una completa unione monetaria e fornì le indicazioni per la sua realizzazione nell'arco di dieci anni attraverso tre fasi. • Il rapporto raccomandava – nella prima fase di restringere i margini di fluttuazione dei cambi – nella seconda fase di rafforzare il coordinamento delle politiche economiche – nella terza fase di costituire autorità comunitarie a cui sarebbe stato assegnato il governo della moneta ed il coordinamento delle politiche fiscali • Naufragato sugli scogli delle grandi crisi economiche: – il crollo del sistema di cambi fissi varato a Bretton Woods – lo shock petrolifero e le forti recessioni di quegli anni Finanza Aziendale Internazionale 73 Il serpente monetario 74 Il Sistema Monetario Europeo (SME) • Sistema monetario di cambio creato nel 1972 con lo scopo di assicurare un’area di stabilità monetaria all’interno della Comunità Europea dopo la crisi del sistema di Bretton Woods • Nell’aprile del 1972, con l’accordo di Basilea, i paesi comunitari stabilirono parità centrali fra le rispettive divise facendole fluttuare congiuntamente entro dei margini del 2,5% – Il serpente monetario veniva poi agganciato al dollaro (ormai liberamente fluttuante) e si autorizzava uno scarto massimo di ogni divisa europea rispetto a esso del 4,5% • L’esperienza del serpente monetario fu messa a dura prova dalle spinte inflazionistiche che si moltiplicarono tra il 1972 e il 1974 e che costrinsero diversi stati a ritirarsi. • Questi ultimi nel 1979 diedero vita al Sistema Monetario Europeo (SME) Finanza Aziendale Internazionale Finanza Aziendale Internazionale 75 • Creato nel 1978, dopo il fallimento del secondo serpente monetario, ed entrato in vigore nel marzo del 1979 – aveva come obiettivo la creazione di una zona di stabilità monetaria in Europa per evitare che il disordine monetario ostacolasse il processo di integrazione a livello comunitario • Il suo aspetto più innovativo era l’introduzione dell’ECU (European Currency Unit – unità di conto europea) valutapaniere il cui valore era definito dalla media dei valori delle monete CEE Finanza Aziendale Internazionale 76 Crisi dello SME Il Sistema Monetario Europeo (SME) • Lo SME crolla nel 1992 • Motivi del crollo: • Rappresenta un sistema a cambi fissi, ma aggiustabili • Le parità potevano fluttuare all’interno di una banda di oscillazione del 2,25% – quando una valuta nel rapporto con un’altra appartenente al EMR raggiungeva il limite inferiore o superiore della banda di oscillazione le banche centrali di entrambi i due Paesi intervenivano sul mercato per mantenere la loro parità • Se la parità raggiungeva il limite superiore della banda (cioè parità iniziale 2,25%), allora: + – le due banche centrali intervenivano vendendo moneta – il Paese della moneta più forte interveniva riducendo il tasso di interesse (per controllare la domanda di quella moneta). • Se invece la parità raggiungeva il limite inferiore della banda di oscillazione (cioè parità iniziale – 2,25%), allora: – le due banche centrali intervenivano acquistando moneta – il Paese della moneta che si era indebolita interveniva domesticamente aumentando il tasso di interesse (per stimolare la domanda di quella moneta) • Nel momento in cui la conservazione delle parità dichiarata non era più possibile, le parità venivano modificate attraverso operazioni note come riallineamenti Finanza Aziendale Internazionale – liberalizzazione nel movimento dei capitali: nel 1990 vengono infatti sollevate le barriere che impedivano libero movimento dei capitali, questo determina forti ed importanti variazioni nelle quantità di moneta domandate, il che porta a continue alterazioni nel tasso di cambio – unificazione tedesca: per finanziare la transizione nella Germania Est, il Governo federale aveva incrementato notevolmente la spesa pubblica. Questo intervento aveva portato ad un notevole aumento della domanda di marchi con conseguente alterazione della sua parità rispetto alle altre valute del ERM – alla decisione, dell’autunno del 1992, dell’Italia e della Gran Bretagna di abbandonare il sistema, in quanto non erano più in grado di mantenere le rispettive monete entro le bande di oscillazione previste (solo nel novembre del 1996 la lira ha fatto rientro nello SME) – all’ampliamento della banda di oscillazione al 15% avvenuto nell’agosto del 1993 in quanto diverse monete rischiavano altrimenti di dover abbandonare il meccanismo, in seguito alle forti pressioni speculative esistenti 77 Finanza Aziendale Internazionale Storia dell’UE (1) • • • 78 Il trattato di Maastricht (1992) 1948 - BENELUX: entra in vigore la Convenzione doganale tra Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi 1951 – Trattato di Parigi, istituzione della CECA (Comunità europea del carbone e dell'acciaio) tra Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi 1957 - Trattato di Roma: istituzione della Comunità Economica Europea (CEE) tra Italia, Francia, Germania, Olanda, Belgio e Lussemburgo – vengono definiti gli Organi istituzionali della CEE (Parlamento Europeo, Commissione Europea e Corte di Giustizia) – obiettivo del Trattato è la realizzazione della libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali nei Paesi firmatari I tre pilastri – sviluppo del mercato unico e trasformazione della Comunità Europea in Unione economica, politica e monetaria, con la creazione di una nuova moneta unica entro il 1999 – sviluppo di una politica estera e di sicurezza comune – sviluppo della cooperazione in tema di polizia e giustizia • 1972 - Allargamento a Irlanda, Danimarca e Regno Unito • 1981/86 – Allargamento a Grecia, Spagna e Portogallo • Contiene indicazioni dettagliate sul percorso verso l’UEM • 1986 - Atto Unico di Milano – sia sul punto di partenza (criteri di convergenza e determinazione dei tassi di conversione) – sia sul punto di arrivo (moneta unica) • Fissa tre fasi per l’attuazione dell’UEM – viene avviata la realizzazione del Mercato Unico europeo in cui siano garantite le quattro libertà fondamentali (circolazione di persone, merci, servizi e capitali) • 1989 - Pubblicazione del Rapporto Delors sulle modalità di attuazione dell'Unione Monetaria Europea (UEM) • 1992 – Trattato di Maastricht • 1995 – Allargamento a Finlandia, Svezia e Austria Finanza Aziendale Internazionale 79 Finanza Aziendale Internazionale 80 Le tre fasi del trattato di Maastricht • I fase (1990-1993) L’introduzione dell’Euro (1) • Fase A (entro il 31 dicembre 1998) – Abolizione delle barriere che impediscono la libera circolazione dei capitali – Divieto di concedere prestiti pubblici agevolati alle imprese – Proibizione del finanziamento monetario dei disavanzi pubblici • II fase (1994-1999) – Adozione da parte degli Stati di iniziative di politica economica e monetaria di convergenza – Livello di cambio fondato sulla credibilità delle politiche economiche – Creazione dell’Istituto Monetario Europeo (IME) • III fase (dal 1° gennaio 1999) – Introduzione della moneta unica Finanza Aziendale Internazionale 81 L’introduzione dell’Euro (2) – Identificazione dei Paesi partecipanti – Adattamento delle legislazioni dei singoli Paesi all’introduzione dell’Euro – Nomina del Comitato Esecutivo delle BCE • Fase B (1999-2001) – L’euro diventa moneta bancaria – Vengono fissati i tassi di conversione irrevocabili – Le nuove emissioni del debito pubblico saranno in Euro; quelle in circolazione saranno ridenominate nella nuova moneta – Politica monetaria unica – I mercati iniziano a lavorare simultaneamente in Euro – La Pubblica Amministrazione si prepara alla conversione – Campagna di sensibilizzazione per l’esposizione dei prezzi in doppia valuta Finanza Aziendale Internazionale 82 Storia dell’UE (3) • Fase C (entro luglio 2002) • 1996 - Approvazione da parte del Consiglio Europeo di Dublino del “patto di stabilità” – Emissione di banconote e monete metalliche in Euro – Ritiro delle banconote e monete metalliche nazionali e sostituzione con l’Euro – Dal 1° luglio 2002 solo le Banche Centrali sostituiranno le vecchie monete – Le banche, gli operatori economici i cittadini passano all’utilizzo esclusivo dell’Euro – prevede l'applicazione di sanzioni ai Paesi i cui bilanci annuali non rispetteranno i parametri previsti nel Trattato di Maastricht – il patto ha la funzione di evitare eventuali problemi che potrebbero derivare dal fatto che la politica monetaria, a partire dal 1999, diverrà comune e l'autonomia dei singoli Paesi in questo campo si ridurrà notevolmente • 1998 - Entro tale data dovranno essere completate le strutture della Banca Centrale Europea e del Sistema Europeo delle Banche Centrali – verrà verificato il rispetto dei criteri di Maastricht presso ogni Paese appartenente all'Unione Europea – i tassi di cambio delle valute partecipanti all’Unione Monetaria diventeranno irrevocabilmente fissi, in base ai tassi di conversione definiti dalle Autorità Comunitarie • 1999 - Graduale introduzione della Moneta Unica Europea fino al 2002 Finanza Aziendale Internazionale 83 Finanza Aziendale Internazionale 84 I criteri di convergenza La Banca Centrale Europea • L’Unione Economica e Monetaria non può prescindere dalla convergenza delle economie degli Stati membri – Stabilità dei prezzi: il tasso di inflazione tra il 1996 e il 1997 non deve superare di oltre l’1,5% la media dei 3 Stati con l’inflazione più bassa – Stabilità dei tassi di interesse: il tasso nominale sui titoli a lungo termine non deve essere superiore del 2% all’analogo tasso medio dei 3 Stati con l’inflazione più bassa – Stabilità dei tassi di cambio: rispetto dei margini di fluttuazione previsti dallo SME per almeno 2 anni (1996-1998) – Stabilità della situazione della finanza pubblica: la solidità dei conti pubblici è fondamentale per la stabilità finanziaria. I due indicatori sono: • Rapporto disavanzo pubblico/PIL non superiore al 3% • Debito pubblico lordo/PIL non superiore al 60% Finanza Aziendale Internazionale 85 – Consiglio Direttivo – Comitato Esecutivo – Consiglio Generale Finanza Aziendale Internazionale 86 I sistemi di pagamento: il BI-REL Gli organi della BCE • Consiglio Direttivo: organo decisionale, composto dai Governatori delle Banche Centrali nazionali e membri del Comitato Esecutivo • Comitato Esecutivo: organo decisionale composto da un presidente, un vicepresidente e quattro membri ordinari, nominati dal Consiglio Europeo su indicazione dell’Ecofin sentito il parere del Consiglio Direttivo e della Commissione Europea • Consiglio Generale: organo consultivo, composto dal Consiglio Direttivo e dai rappresentati delle Banche Centrali che non fanno ancora parte dell’UEM Finanza Aziendale Internazionale • La BCE è sorta il 1° gennaio 1999, dalla trasformazione dell’Istituto Monetario Europeo (IME) • Ha sede a Francoforte • Gestisce le riserve ufficiali in valuta estera degli stati membri e promuove il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento • I suoi organi sono 87 • Sono infrastrutture che permettono il trasferimento di moneta tra i diversi soggetti • Avviato nel giugno 1997, introduce il regolamento delle operazioni interbancarie mediante il criterio del regolamento lordo (addebito immediato dell’ordine di pagamento sul conto dell’istituto mittente presso la banca centrale e, solo dopo che questo è avvenuto, l’accredito sul conto della banca ricevente • Al BI-REL possono partecipare tutte le banche titolari di conto presso la Banca d’Italia Finanza Aziendale Internazionale 88 La BEI • Istituzione finanziaria dell’UE, con la missione di contribuire all’integrazione, allo sviluppo equilibrato e alla coesione economica e sociale dei paesi membri • Orienta volumi di fondi acquisiti alle migliori condizioni, per finanziare investimenti conformi agli obiettivi dell’UE • L’attività di prestito è orientata verso – lo sviluppo regionale e la coesione economica e sociale Il GATT • Il General Agreement on Tariffs and Trade è un accordo generale sulle tariffe doganali e il commercio concluso a Ginevra il 30 ottobre 1947 ed entrato in vigore il 1°gennaio 1948 • È stato l'unico strumento internazionale a fissare regole per gli scambi commerciali accettate dalle nazioni di più di quattro quinti del commercio mondiale − la protezione dell’ambiente e il miglioramento della qualità della vita − la preparazione dei paesi candidati all’ingresso nell’UE − la politica comunitaria allo sviluppo e alla cooperazione tra i paesi membri • Indica le politiche per • Il 1° gennaio 1995 il GATT è stato sostituito dall'Organizzazione mondiale del commercio (WTO) − il finanziamento delle PMI attraverso i prestiti globali e dell’attività di capital-risk − il sostegno delle reti di trasporto transeuropeo dell’energia − il sostegno del capitale umano Finanza Aziendale Internazionale 89 Il WTO 90 Differenze tra GATT e WTO • Dal 1948 al 1994, il GATT ha fornito le regole del commercio internazionale, sebbene fosse un accordo e un’organizzazione provvisoria • La nascita del WTO è sancita dal "Final Act" dell'Uruguay Round firmato nell'aprile 1994 al meeting ministeriale di Marrakesh • Il WTO si fonda su diversi accordi negoziati e firmati dalla maggior parte delle nazioni del mondo; ha potere legislativo esecutivo e giudiziario • I membri che non si adeguano alle regole stabilite nei vari accordi possono essere costretti a farlo dalle sanzioni commerciali stabilite da un tribunale ad hoc Finanza Aziendale Internazionale Finanza Aziendale Internazionale 91 • Il GATT copriva il commercio dei beni • Il GATT è stato un accordo provvisorio, mai ratificato dai parlamenti dei paesi membri, premessa per una organizzazione stabile • Il WTO ora copre il commercio dei beni, il settore dei servizi e delle proprietà intellettuali • Nel WTO esiste un’organizzazione stabile e i suoi accordi sono permanenti, ha basi legali perché i paesi membri hanno ratificato i suoi accordi Finanza Aziendale Internazionale 92 Caratteristiche del WTO • Gli accordi WTO coprono beni, servizi e proprietà intellettuali ed esprimono i principi della liberalizzazione includendo: – gli impegni dei singoli Paesi ad abbassare tariffe e barriere commerciali; – l’impegno ad aprire e mantenere aperti i mercati dei servizi; – definiscono le procedure per regolare le dispute; – prescrivono trattamenti speciali per paesi in via di sviluppo; – impegnano i governi a mantenere trasparenti le rispettive politiche commerciali notificando al WTO le leggi e le misure adottate Finanza Aziendale Internazionale 93