n. 6 2001 Settembre-Dicembre Rivista quadrimestrale della FENIARCO Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c - Legge 662/96 - dci “PN” Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali Rivista quadrimestrale della FENIARCO Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali LA MUSICA CONTEMPORANEA ED IL CORO 3 di Adriano Martinolli Foto di copertina: VASILIJ KANDINSKIJ “Composizione VI”, 1913 (part.) pag. 3 IL NOVECENTO: QUALE REPERTORIO PER IL CORO? 4 di Pier Paolo Scattolin IL COMPITO DELL’ESECUTORE 10 di Roberto Gabbiani LE GINOCCHIA DELLA NONNA 11 pag. 12 di Bepi Carone ASSEMBLEA DELLA FENIARCO 12 A SESTRI LEVANTE di Puccio Pucci ALPE ADRIA CANTAT 2001 14 pag. 14 di Stefano Miglioranza e Lorenzo Benedet CORO GIOVANILE EUROPEO 16 di Francesca Lombardi Direttore responsabile: Sandro Bergamo Comitato di redazione: Giorgio Costantino Aniello Del Gatto Giorgio Morandi Puccio Pucci Alvaro Vatri Redazione: via Altan, 39 33078 San Vito al Tagliamento (Pn) tel. 0434 876724 fax 0434 877554 e-mail: [email protected] CORO GIOVANILE MONDIALE 2002 17 “COMPORRE PER CORO OGGI” 18 pag. 23 RUBRICHE NOTIZIE DALLE REGIONI 19 DISCOGRAFIA 23 Alvaro Vatri MONDOCORO 24 Giorgio Morandi Progetto grafico: Roberto Roveri - Agenzia G.V. - Bologna Stampa: Tipografia Menini / Spilimbergo (Pn) CONCORSI 28 LETTERE 29 INIZIATIVE EDITORIALI 30 Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c - legge 662/96 dci “PN” Autorizzazione Tribunale di Pordenone del 25.01.2000 n° 460 Reg. periodici Abbonamento annuale L. 15.000 C.C.P. 11139599 Feniarco - Via Altan, 39 33078 San Vito al Tagliamento (Pn) dossier LA MUSICA CONTEMPORANEA ED IL CORO di Adriano Martinolli Alfredo Casella negli anni Trenta, un po´ tra il serio ed il bonario ammoniva Luigi Dallapiccola, allora giovane compositore emergente, dicendogli che avrebbe avuto scarse possibilità di sentire eseguita la sua musica se avesse continuato ad usare con tanta frequenza il coro quale mezzo espressivo. Casella aveva sicuramente in mente la situazione media dei cori di allora, (oscillanti per lo più tra il genere popolare di scarso interesse e la riproposizione di modelli operistici) e in questo senso le cose sono migliorate non poco in Italia, ma intanto la produzione corale del Novecento, sia essa di Dallapiccola o di altri autori, resta poco eseguita nel nostro paese: trascurata, ignorata e forse anche un po´ evitata. Ci siamo domandati dunque le ragioni di questa negligenza e ci è parso doveroso dedicare un dossier alla musica corale del Novecento e Contemporanea, indirizzando a direttori di coro ed a compositori una serie di domande per cercare di fare chiarezza riguardo questo argomento, viste le obbiettive difficoltà della materia, la pluralità dei linguaggi musicali dell´ultimo secolo e verosimilmente la mancanza di conoscenza legata ad un diffuso preconcetto su tale letteratura. In questo numero ospitiamo due contributi sull’argomento visto dalla parte “del direttore”: Pierpaolo Scattolin (che comunque è anche compositore) che ha esperienze di lavoro con la coralità amatoriale, Roberto Gabbiani, che invece opera con cori professionali. In un prossimo numero ospiteremo i contributi dei compositori. Se il linguaggio musicale nel Novecento ha seguito molteplici filoni estetici frammentandosi via via in una sempre più ampia pluralità di espressioni; altrettanto ampia sarà la competenza richiesta all´interprete che si avventuri in questo mondo. Sono allora indispensabili alcuni strumenti per poter accedere a questa musica che, al di là di una presunta incomprensibilità, è linguaggio artistico a tutti gli effetti, anzi è il linguaggio più vicino alla nostra sensibilità di uomini figli del nostro tempo. Abbiamo domandato allora, quale sia il repertorio da ricercare per un coro e co- me reperirlo ed inoltre quali criteri seguire per giudicare una partitura, per valutarne l´eseguibilità o meno rispetto alle forze del proprio coro; troppo spesso infatti la letteratura musicale del Novecento viene considerata, a torto, oltre che inascoltabile anche inaccessibile ai cori amatoriali, mentre, al contrario, siamo convinti che attraverso una specifica preparazione dei cori e dei maestri vi si possa accedere con grande soddisfazione di tutti. I problemi che si pongono sono molteplici: oltre alle difficoltà di intonazione e di ritmo, ci si scontra spesso con l´ostacolo della lettura di tali partiture, piene di grafismi, spesso di manierismi estetici o di convenzioni sconosciute ai più. Abbiamo dunque voluto indagare, chiedendo a maestri esperti quali sono i passi da compiere per avvicinarsi a questa letteratura e quali le possibili soluzioni alle difficoltà. Abbiamo inoltre voluto sapere dai compositori che cosa si aspettano dai direttori di coro che si vogliano confrontare con la musica corale scritta da loro o quali difficoltà essi possano trovare nell´esprimersi attraverso il mezzo espressivo del coro. Dalla nostra indagine risulta che i compositori per lo più si occupano di fattori estetici senza troppo porsi il problema della difficoltà di esecuzione o del limite degli esecutori, fattori questi che il più delle volte vengono considerati dei freni alla creatività; i direttori al contrario si scontrano con l´arduo ma altissimo compito di portare a dimensione sonora la partitura ideata dall´ingegno compositivo. Le posizioni degli uni e degli altri, ancorché contrastanti, ci risultano illuminanti ed invitanti ad un approccio meno diffidente nei confronti dell´arte del nostro tempo. Per quanto riguarda il contatto tra la produzione artistica contemporanea e la coralità in Italia, dal tempo in cui Casella ammoniva Dallapiccola, molto si è fatto ed ancora molto resta di fare. Ci auguriamo che questo dossier possa essere lo spunto o lo stimolo per molti direttori ad avvicinarsi allo straordinario e variegatissimo mondo della musica del nostro tempo. 3 dossier 4 IL NOVECENTO: QUALE REPERTORIO PER IL CORO? di Pier Paolo Scattolin Il XX secolo è stato per la musica, come per le altre forme artistiche, un secolo di grande diversificazione e frantumazione dei linguaggi, di ricca esplorazione sonora, di molteplice sperimentazione e commistione formale, ma anche di straordinaria forza espressiva. Oggi forse possiamo tentare una riflessione su quel repertorio: grazie a quella caleidoscopica esperienza musicale, un coro, a seconda delle proprie caratteristiche ed inclinazioni, ha la possibilità di impostare un programma di studio e concertistico attingendo con piena soddisfazione anche da quel grande contenitore tecnico ed espressivo che inizia dal cosiddetto “Novecento storico” e arriva fino al repertorio contemporaneo: un repertorio che ha per punti di riferimento la poesia e l’uomo così come oggi si mostrano, culturalmente complessi, diversificati, a volte anche conflittuali; un repertorio in cui il rapporto fra la tecnica compositiva e quella esecutiva/interpretativa diventa sempre più interdipendente, e dove le forme di emissione vocale, spesso diversissime e lontane fra di loro, contestualizzandosi al repertorio, assumono pari dignità e diventano un’ imprescindibile base per la caratterizzazione espressiva del testo poetico e musicale. Il Novecento è il secolo che mette in crisi e rigenera l’estetica e la tecnica compositiva: si pensi ai violenti passaggi dalla musica tonale-modale a quella seriale-dodecafonica, al neoromanticismo, all’aleatorietà. Nella musica vocale e quindi in quella corale si può dire che la parola faccia da collante, come un filo d’Arianna in grado di orientarci nel labirinto degli stili e delle forme che il Novecento con molta libertà espressiva e profondità di pensiero offre a chi intende dedicarsi a questo periodo storico e compositivo. Nella necessità di sintetizzare e di definire in qualche maniera in questo breve spazio il repertorio del XX secolo, con l’ovvio limite della genericità, si possono individuare alcuni filoni principali. Il primo, molto vasto, oscilla tra il rinnovamento e la tradizione; qui troviamo compositori come Debussy, Ravel, Poulenc, Hindemith, Ghedini, Bettinelli, Britten, Copland, Stravinskij, tanto per citare alcuni autori fondamentali per il linguaggio corale, soprattutto nella prima metà del Novecento. Il secondo filone potrebbe essere individuabile nella ricerca e nei risultati delle sperimentazioni formali e sonore ancora eredi, soprattutto nella scrittura, del primo filone: Schönberg, Petrassi, Ligeti, Messiaen, Penderecki, Pärt etc., sono alcuni dei compositori che, eccetto il primo, hanno sviluppato la propria produzione ed il loro stile corale nella seconda metà del Novecento. Il terzo filone, vastissimo e con impostazioni di approccio e con stili musicali molto diversificati, si potrebbe chiamare quello delle “riemergenze”, ovvero tutto quel patrimonio compositivo che si riferisce direttamente o indirettamente al canto popolare, dove un posto importante occupa la cosiddetta cultura subalterna, che fa riferimento al documento sonoro dell’informatore e che si concretizza nell’elaborazione e nella composizione musicale: a scopo esemplificativo mi limiterò ai nomi di Kodaly, Pratella, CastelnuovoTedesco, Bartók, ai quali vanno affiancati i numerosi compositori italiani legati ai soggetti tematici di provenienza popolare (l’elenco dei nomi, del resto conosciutissimi, sarebbe lunghissimo) etc.. Sarebbe auspicabile, soprattutto per quanto riguarda la vocalità e i procedimenti ritmici, che questo repertorio così diffuso e che ha raggiunto livelli espressivi musicali e poetici di grande qualità, fosse studiato e analizzato in maniera approfondita, poiché alcuni elementi sono davvero confinanti con alcuni aspetti della musica del Novecento e avanguardistica. Sarebbe interessante anche sviluppare, magari proprio in questa rivista, una riflessione sul repertorio dello spiritual-gospel e sul repertorio che pratica la commistione dei generi. Un quarto filone molto importante è quello del repertorio legato alla didattica per coro: Hindemith, Kodaly, Muray, Edlund, Goitre etc. C’è una componente della musica contemporanea come la ricerca del suono e dei timbri, l’introduzione del rumore (rappresentato nella musica strumentale per esempio dalle percussioni e dall’uso degli strumenti in maniera non tradizionale e che vocalmente si esprime per esempio attraverso l’uso delle consonanti), la poliritmia, l’onomatopea, il metalinguaggio (riso, pianto, espressioni psicologiche) che attrae e affascina i bambini. L’improvvisazione e la combinazione aleatoria di questi elementi costituisce un percorso efficace nella formazione musicale del bambino, aiutandolo a raggiungere elevati livelli di autonomia e di compartecipazione nello sviluppo dell’attività musicale. Come nella musica strumentale, anche nella musica vocale e in particolare quella corale nascono nella seconda metà del Novecento altri stili, fra i quali quelli denominati “avanguardia”, “neoromanticismo” etc.. Sono produzioni musicali in genere praticate per lo più dai cori o da ensemble professionali, perché implicano grandi difficoltà tecniche vocali e di lettura. E’ proprio con questo repertorio che avviene in maniera definitiva la distinzione fra repertorio per coro professionale specializzato e per coro amatoriale. Il repertorio avanguardistico è quello, per esempio, che fa del fonema (per es. Stockausen, Berio, Nono, Manzoni) una tecnica di emissione che porta, per certi aspetti, alla dissoluzione della parola come binomio significato-significante, per cercare nelle vocali e nelle consonanti, astratte dal loro significato, una propria vita, una propria forma: parola come puro suono. L’ampliamento delle sfumature vocaliche, l’attacco del suono consonantico, l’intonazione (parlato, sprechgesang, le espressioni paralinguistiche come il riso, il pianto, l’urlo, le intonazioni retoriche come la domanda, l’interiezio- Anche l’alea costituisce un elemento caratteristico e innovativo di questo repertorio: l’improvvisazione costituisce un’attività che aumenta l’autonomia musicale del cantore, lo educa ad una partecipazione responsabilizzata e aumenta le capacità di produzione diversificata del “suono”. Si sta sviluppando in quest’ultimo decennio con successo anche nella coralità amatoriale un repertorio che, attingendo dai risultati espressivi delle avanguardie, è riuscito a calare tale linguaggio proponendosi il problema dell’eseguibilità, senza perdere in espressività e valenza estetica. Questi temi compositivi negli anni Sessanta e Settanta furono portati avanti soprattutto da compositori di area anglosassone e scandinavi. Attualmente anche la coralità amatoriale di area latina si è affacciata a questi repertori e alcuni compositori hanno elaborato una produzione che esplora e approfondisce alcuni elementi tecnici ed espressivi che hanno radici nello stile delle avanguardie. Come e dove reperire la musica, come giudicarla L’attuale sistema informatico, le biblioteche musicali, le riviste specializzate, i cataloghi delle edizioni mu- sicali, la “Cartellina”, le pubblicazioni della Feniarco e delle associazioni regionali con i relativi quaderni costituiscono un sistema informativo, editoriale e distributivo alla portata di tutti e facilmente consultabile. Nelle riviste esistono rubriche dedicate alle pubblicazioni, ai repertori corali e alla discografia accompagnate spesso da commenti e recensioni. Credo che sia necessario per ogni direttore questa consultazione: il continuo autoaggiornamento consente ad ogni direttore di fare scelte mature e consapevoli riguardo al repertorio del proprio coro. Forse la cosa più difficile per i direttori è maturare i parametri di giudizio: anche in questo caso credo che il frequentare corsi di aggiornamento dove si analizzi questo repertorio possa aiutare a migliorare. Per giudicare questo repertorio è necessaria un’analisi che chiarifichi sotto il profilo espressivo e tecnico gli aspetti che poi renderanno interessante e piacevole cantare ed ascoltare il pezzo. Un ruolo importante nella scelta e nel giudizio sulla partitura è giocato anche dall’aspetto esecutivo-interpretativo. E’ importante che anche nella musica moderna ci sia la ricerca da parte dell’esecutore della migliore performance possibile: anzi proprio quest’aspetto in passato ha penalizzato il giudizio su questo repertorio, il suo accesso e la sua diffusione: come per le musiche di ogni epoca, esecuzioni di cura ed espressività contribuiscono ad allontanare il mondo corale amatoriale e pubblico. I giudizi di eccesso di difficoltà e di poca qualità estetica spesso sono in passato derivati da questi due elementi: superficialità di indagine e scarsa qualità esecutiva. E’ vero che la musica contemporanea ha sancito per certi aspetti la separazione tra il repertorio destinato al professionista e quello destinato al coro amatoriale: per molto tempo i compositori non hanno preso in considerazione il problema dell’eseguibilità: in questo senso il corso di Aosta svoltosi nel luglio di quest’anno è stato improntato anche su questi aspetti. L’ascolto dal vivo, le incisioni, i corsi, la conoscenza, per quanto possibile diretta, dei compositori e dei direttori impegnati in questo repertorio possono essere occasioni di confronto e di scambio sui metodi di analisi, sui parametri estetici, sui criteri di lettura della partitura e sulle soluzioni da dare alle difficoltà. dossier ne) diventano espressioni della forma musicale dello stile avanguardistico. Si potrebbe parlare di “isolamento fonico”, di “frantumazione sonora”, di “anatomia verbale”, di “introspezione psicologica dell’avvenimento sonoro”: quest’alienazione del significato della parola si correla all’isolamento e all’individualità dell’uomo di questa parte finale del secolo. Anche in altre epoche come nel Rinascimento c’erano stati esempi di un uso libero e spregiudicato della parola, del nonsense, della parola dialettale o storpiata, del suono onomatopeico di oggetti e di animali: ma si trattò per lo più di un modo per dare maggior rilievo all’ambientazione del testo, della sua comicità o drammaticità: il suono come amplificazione del significato della parola; nel Novecento questi elementi assumono una loro forma al di là del contesto drammaturgico della composizione. Un “Gradus ad Parnassum” per la musica corale del novecento e contemporanea. Come per lo studio della polifonia precedente anche per la musica corale del Novecento e contemporanea è sicuramente possibile tracciare un itinerario didattico, sia attraverso il repertorio, sia attraverso esercizi tecnici volti a superare i problemi ritmici, di intonazione e più genericamente di lettura. La letteratura corale del XX secolo e quella contemporanea comprende un corpus ampio e differenziato negli organici (misti, per voci pari femminili e maschili, per formazioni cameristiche e di grandi dimensioni, voci bianche, cori scolastici etc.); quello di cui parleremo qui è solo una esemplificazione metodologica. Per iniziare questo itinerario tecnico ed espressivo, consiglio ad esempio, per il coro misto di partire da partiture quali o del tipo simile alle Chansons di Claude Debussy (Trois chansons de Charles d’Orléans, 1908) e Maurice Ravel (Trois chansons, 1916). Esse rappresentano il definitivo distacco dalla concezione romantica e Segue a pag. 6 5 dossier Seguito da pag. 5 IL NOVECENTO: QUALE REPERTORIO PER IL CORO? operistica della vocalità, e fissano un nuovo indirizzo stilistico ed espressivo (colore e sonorità strumentali di sapore impressionista, modalità, scala per toni), con un preciso riferimento alla tradizione della chanson francese, rivissuta e rinnovata con prestiti letterari di origine medievale. Le Chansons di Ravel sono da affrontare in un secondo momento, in quanto tecnicamente più difficili: si prestano egregiamente per uno studio vocale di carattere solistico-madrigalistico. La prima di queste chansons si intitola Dieu qui la fait bon regarder. Si tratta di un testo cavalleresco omaggiante la bellezza femminile di provenienza trovadorica: qui il trattamento di questa lirica medievale, pur adattata alla tecnica polifonica (intesa prevalentemente come Mehrstimmigkeit) con piccoli cenni imitativi molto ravvicinati, risente dell’esigenza di dare chiarezza e grande concentrazione al significato del testo, privilegiando quindi l’andamento omofonico. La forma si presenta come una specie di rondò in cui il ritornello “Dieu qu’il la fait bon regarder” si ripresenta con varianti che servono a suggellare le strofe. La concezione estetica che sottende il rapporto testo-musica è ancora di tipo “classico”, con radici nella sensibilità tardorinascimentale della musica vista come amplificazione sonora del testo: per esempio si veda l’esclamazione “Dieu!”, trattata musicalmente col doppio artificio della durata e della dinamica (diminuendo); ma seppure ancora in fase di stretta adesione al contenuto poetico, comincia ad affacciarsi una nuova sensibilità: 1) la sottolineatura di un’intonazione retorica (l’esclamazione che nella retorica rinascimentale si esprimeva con il raggiungimento di un apice nell’altezza melodica e della successiva discesa) non attraverso una linea melodica, ma agendo sulla dinamica; 2) si affaccia il senso timbrico-dinamico del suono della parola “Dieu”, una sillaba isolata rispetto a tutto l’andamento ritmico del pezzo e richiamata ed amplificata solo alla conclusione. 6 La tradizione della chanson polifonica prosegue nel Novecento con Francis Poulenc nelle due raccolte per co- ro misto Sept chansons (1936) e Chansons françoises (1945); il compositore utilizza nella prima un genere di scrittura molto raffinata, armonicamente complessa, ma affrontabile con opportuni esercizi; nell’altra egli concretizza uno stile più piano, con reminiscenze di temi e melodie antiche e popolari; la scrittura è più semplice ma molto espressiva. Conosciute e praticate dalla coralità amatoriale sono inoltre le Quatre petites prières (1948) e le Laudes de Saint Antoine de Padue (1957) per coro maschile e le Litanies à la Vierge Noire per voci femminili o di fanciulli (1936). Un vero trattato di tecnica per coro è costituito dalle Six chansons (1939) di Paul Hindemith su testo di Reiner Maria von Rilke. Questa raccolta è uno straordinario esempio di grande espressività nel rapporto testo-musica; in più il compositore affida alle chansons un preciso itinerario tecnico-vocale-espressivo. Esse si caratterizzano come un raro esempio di composizioni che sono contemporaneamente degli “studi”, quindi un efficacissimo percorso didattico; qui si sviluppano i problemi inerenti l’intonazione degli intervalli melodici ed armonici, l’equilibrio dei settori, le varie possibilità timbriche e dinamiche. In particolare gli argomenti tecnici che vi si propongono sono così ripartiti: n.1-La biche: cantabilità melodica delle sezioni; ritmo (terzina e note puntate), intonazione degli intervalli armonici di quinta; n.2-Un cigne: intervalli armonici, escursione dinamica, studio del legato; n.3-Puisque tout passe: studio dell’articolazione dei suoni e di conseguenza della differenza fra legato, articolato e staccato; n.4-En Hiver: tensione espressiva e sonora, gioco dinamico forte-piano, progressioni, intervalli di tono, semitono e di quarta senza riferimento alla tonalità; n.5-Printemps: conduzione melodica di tutte le parti contemporaneamente allo studio del colore timbrico; n.6-Vergier: tenuta dell’intonazione, modulazione improvvisa della linea melodica, imitazioni; rapporto fra la linea del canto e quelle che accompagnano. Il testo di Rilke scritto attorno agli anni 15-20 è permeato di atmosfere simbolistiche, in cui la descrizione di animali, cose o stagioni sono in realtà una proiezione di dimensioni e stati d’ani- mo interiori: il cervo (n.1) con le sue corna che sembrano una foresta ha nel suo sguardo impaurito come un sussulto di chi ha un fremito d’innamoramento. La delicata melanconia di un innamorato è resa dallo specchiarsi di un cigno (n. 2) nell’acqua, la cui immagine è conturbata dall’incresparsi delle acque. Il rapporto testo-musica che il compositore esprime nella sua concezione compositiva è molto raffinata e si esprime in varie direzioni. Puisque tout passe (n. 3), per esempio, vuole nel contempo esprimere la fugacità della vita, ma anche il desiderio di godere di essa nell’essere più rapidi della morte (si tratta di una riaffermazione vissuta nella coscienza e nella sensibilità moderna del noto passo oraziano carpe diem; Rilke invita al canto come antidoto, mentre Orazio con linguaggio più prosaico invitava nella sua lirica ad aprire una bottiglia di buon vino). In questo caso è l’agogica che consente al compositore di dare la chiave espressiva per risolvere un ambivalente pensiero: intimismo nella considerazione della fugacità della vita, corale e corroborante nell’invito al canto. La rapidità dell’alternanza delle sillabe (qui sfruttate non nella loro proprietà sonora ma nella potenzialità ritmica della loro scansione) e la dinamica quasi sussurrata della seconda frase, come se non si dovesse prendere in considerazione il suo significato, si accostano con grande efficacia espressiva al momento intimistico; la successiva esplosione dinamica, il ricorso ad una linea melodica rassicurante (forse un prestito della chanson del cabaret francese dell’epoca), l’andamento ritmico rallentato e l’enfasi sonora realizzano l’invito a raccogliere la sfida della morte ed ad essere più rapidi di lei (qui la rapidità è espressa nuovamente nella figurazione ritmica dell’inizio). Il tutto è giocato nello spazio di pochi secondi, cosicché aumenta ancora la sensazione del caduco e dell’ineluttabile, ma anche dell’attimo in cui la decisione positiva trascinerà dietro a sè il senso della vita. I 27 pezzi per coro femminile o voci bianche di Bèla Bartók costituiscono un importamte monumento tecnico espressivo della vocalità dell’est europeo. In questa raccolta si sintetizzano alcuni elementi compositivi come il canone, i suoni pedale, l’uso delle terze/seste tipiche del canto popolare muove in un continuo scambio fra modalità e tonalità; un crescendo lungo e sviluppato dai due cori vuole enfatizzare nella parte finale il termine “Signora Regina”; il gioco della variante strofica; la perfetta cantabilità e indipendenza di tutte le parti; il dialogo di tensione-distensione ottenuto con l’alternanza fra consonanze e dissonanze; il gioco dei colori e la grande escursione dinamica sono gli ingredienti principali di una scrittura ancora saldamente vincolata all’amplificazione della parola. Nel repertorio della seconda metà del Novecento i Nonsense di Goffredo Petrassi rappresentano una sintesi della tradizione novecentesca, ma prosegue nell’approfondimento della parola in quanto suono e della storpiatura in questo caso del suono. Per esempio nel n. 3 l’introduzione dello sbadiglio con la mano davanti alla bocca, il suono scuro del basso con la reiterazione delle figure di accompagnamento delle parti del contralto, del tenore e del basso e l’indicazione “lento-sonnolento” suggeriscono al direttore l’atteggiamento da tenere nella produzione del suono (che ha il suo culmine nello sbadiglio); si deve raggiungere una visione quasi iperrealistica di rappresentazione del testo poetico: la parola sfrutta e si realizza attraverso le sue possibilità timbriche, foniche e metalinguistiche. Dall’estrema rarefazione dell’introversione schönberghiana di Dreimal Tausend Jahre si passa qui all’icasticità della rappresentazione testuale. Come, facendo un paragone letterario, la tragedia greca si esprimeva con il linguaggio più elevato, nobile, mentre la commedia faceva ricorso al linguaggio più basso, anche triviale. Sotto questo profilo i Nonsense adottano sicuramente un linguaggio musicale più “materiale”, sicuramente non esoterico come quello adottato da Schönberg. E’ una delle prime raccolte in cui il suono assume importanza come realtà a se stante. Il suono, pur rappresentando il senso del testo, ha dunque una propria autonomia. Nella seconda metà del Novecento si razionalizzano perciò alcune tipologie sonore che non rientrano nei parametri “classici” nè tantomeno belcantistici; anzi i Nonsense rappresentano un esempio nel ‘900 di vocalità non lirica, perché la musica vuole rappresentare realisticamente un testo ironico, di contenuto quotidiano: la noia della vita si esprime come nel n. 3 attraverso il gesto musicale dello sbadiglio, della sonnolenza. Il compositore indica con precisione l’intenzione di voler attribuire al suono speciali “effetti”, che contribuiscono a esorcizzare l’esecuzione da qualunque tentativo serioso. L’approccio col suono quindi diventa di fondamentale importanza nella concertazione se si vuol ottenere una significativa interpretazione. Generalmente ai tempi lenti o “adagio” sono legati aggettivi come “cantabile”, “espressivo”, “affettuoso” etc.; qui l’aggettivo “sonnolento” riversa sul sostantivo, che indica la tipologia del movimento, un carattere antilirico, antieroico e antiletterario: gli da una connotazione quasi banale, riconducendolo ad una espressione umana certamente non “poetica”, ma che fa parte della quotidianità, un bisogno fisiologico, insomma, che esprime uno stato psicologico di stanchezza, di alienazione. Tuttavia non si deve pensare che si tratti di un puro gioco, di un momento di evasione: il compositore invece trae spunto da questi nonsense per esprimere alcune caratteristiche dello stato psicologico dell’uomo del Novecento. Si deve trovare perciò un giusto equilibrio nella dimensione del suono, che sicuramente è molto lontano dalla tecnica classica, ma nello stesso tempo non deve diventare troppo “caricaturale”. Nei Nonsense la semiologia introduce segni per indicare suoni che non possono essere espressi con la notazione classica, ma richiedono simboli appositamente identificativi. Nel n. 3 dalla sonorità della vocale -o- scura, si giunge al vero e proprio sbadiglio: è come un crescendo non dinamico, ma di un processo di materializzazione sonora. E’ uno degli esempi più significativi della svolta “fonica” del XX secolo. Anche il linguaggio ligetiano di Lux aeterna riproduce una frantumazione del suono attraverso un percorso di segmentazione ritmica, che costituisce un ulteriore avanzamento nella tecnica moderna della sonorità vocalico-consonantica. Questa composizione costituisce un evidente esempio della produzione destinata al coro professionale. Fra i brani che costituiscono un itinerario tecnico nella letteratura del Novecento vorrei inserire “Cristo è fiorito nella carne pura” di Giorgio FedeSegue a pag. 8 dossier sviluppate attraverso il parallelismo: ciò costituisce un approccio semplice alla sovrapposizione di due linee: un passaggio obbligato prima di passare alla proposta di linee polifoniche più complesse. Sono inoltre presenti modulazioni, intervalli melodici delicati come quinte eccedenti e settime, ma sempre inseriti in un melodizzare semplice e immediato, e le caratteristiche cellule ritmiche danzanti di grande incisività. Importante in questa raccolta è l’uso dell’agogica, della dinamica e delle varianti di carattere psicologico (mestizia, agitazione, allegria, danza): le accelerazioni e le decelerazioni, i cambi di tempo improvvisi costituiscono un fattore musicale di grande forza espressiva e di grande utilizzo nella pedagogia musicale e si uniscono alla grande varietà linguistica del senso semantico della parola. Proseguendo nell’itinerario tecnico, il coro se successivamente vuole cominciare ad impostare un percorso che lo porti fuori dall’ambiente tonale può iniziare con Dreimal Tausend Jahre di Arnold Schönberg, una composizione di carattere seriale, scritta nel 1949. Qui il rapporto testo-musica diventa meno immediato; come la melodia per mezzo della serialità si “astrae” dalla tonalità, così la musica non realizza un’ immediata relazione di amplificazione, di sottolineatura melodico-ritmica del testo (di tipo madrigalistico); il rapporto si fa di natura psicologica, di atmosfera, come succede nell’astrattismo pittorico, dove la forma si costruisce non attorno a un disegno che rappresenti realisticamente un oggetto, ma deve essere ricercata in una dimensione psicologica, interiorizzata. In un certo senso già nelle Six chansons di Hindemith (per esempio in Un cigne) appare questa necessità di introspezione psicologica per restituire tutta la funzionalità della musica rispetto alla poesia. Ma nella composizione di Schönberg non è applicabile lo schema tensione-distensione provocato dall’alternanza di consonanza-dissonanza: piuttosto si può parlare di densità e rarefazione armonica e ritmica, di opposizioni timbriche, di emergenze e compattezze sonore. Un altro brano interessante è A hymn to the Virgin di Benjamin Britten: è un esempio di come lo stile salmodico medievale sia riproposto in una polifonia a doppio coro, che contiene alcuni aspetti della nuova espressività del Novecento: l’ambito armonico si 7 dossier Seguito da pag. 7 IL NOVECENTO: QUALE REPERTORIO PER IL CORO? rico Ghedini, “Tantum ergo” di Maurice Duruflè, “Agnus dei” e “Benedicamus Domine” (per voci maschili) di Krystof Penderecki, “O sacrum convivium” di Olivier Messiaen e Succsim del compositore svedese Møllnas. “Epitaph for moonlight” di Murray Schafer è un bell’esempio di come sia possibile raccogliere le principali esperienze avanguardistiche e tradurle in un linguaggio didattico alla portata della coralità amatoriale: clusters, fonemi ed alea sono riproposti in chiave semplificata, ma molto espressiva. In questo brano la parola si ricompone di tanto in tanto con un esito quasi liberatorio, rassicurante, catartico. L’ambientazione notturna in cui avvenne lo sbarco dell’uomo sulla luna, costruisce la forma di questo pezzo, che si avvale dei suoni (come un’ introspezione psicologica) che più si prestano alla simbologia sonora (vocali u/o scure, suoni mormorati e sussurrati, suoni nasali come effetto di echi, etc.). Penso che il passo importante, peraltro già ampiamente realizzato nel repertorio strumentale e cameristico sia proprio quello di servirsi delle risorse tecnico-sonore per costruire una tecnica compositiva che escluda il descrittivismo o il puro gioco sonoro. La tridimensionalità e la spazialità del suono, cioè lo spessore del suono dato dalla variabilità del numero dei cantori e dalla variabilità del timbro nella produzione di un medesimo suono costituiscono un’altra caratteristica della musica contemporanea. Sono molti anche i brani di compositori italiani utilizzabili per questo itinerario: mi dispiace ora non poter entrare nel dettaglio, ma spero che ci possa essere un’occasione per affrontare il repertorio italiano in maniera più approfondita. Le prime difficoltà: come superarle. 8 Soprattutto all’inizio, è naturale che la scelta del repertorio cada su pezzi facili: l’importante che siano di grande bellezza estetica e di interesse poetico-musicale per gli esecutori, come per esempio Dieu! qu’il la fait bon regarder di Debussy, “Già mi trovai di Maggio” di Bettinelli, Pater noster di Stravinskji etc.. Sono brani che proprio per la loro bellezza pos- sono anche diventare occasione di studio tecnico ed espressivo. Parallelamente quindi si può opportunamente procedere alla crescita tecnico espressiva del coro con gli esercizi di lettura e tecnici derivati dal pezzo allo studio. E’ importante fare un programma di studio tecnico accanto all’apprendimento del repertorio: per esempio la fase del riscaldamento delle voci può essere utilizzata per inserire esercizi di lettura e di tecnica semplici ma efficaci, tali che non diano al cantore la sensazione di essere sottoposto ad un processo di alfabetizzazione di tipo “scolastico”, e introducano nell’attività di riscaldamento e apprendimento una fase di carattere ludico. Quello del riscaldamento può diventare un momento formativo fondamentale sia per le voci dei bambini sia per quelle degli adulti. Questo tipo di attività didattica richiede da parte del direttore una particolare attenzione a due aspetti: il primo è la ludicità dell’esercizio; l’altro aspetto riguarda la programmazione nel tempo degli esercizi, in modo che gradualmente si sviluppino cicli contenenti i temi tecnici del repertorio. Le fasi del riscaldamento si possono così riassumere: 1-socializzazione attraverso il gioco: esercizi di rilassamento fisico anche a coppie di cantori; esercizi ritmici a coppia con le mani: ritmi binari e ternari, ritmo col punto; esercizi singoli con mani e piedi (per esempio il piede batte il tempo forte, le mani marcano i tempi deboli, oppure suddividono in maniera binaria o ternaria i tempi); 2-fase dedicata alla respirazione di tipo diaframmatico ed emissione di note tenute, inizialmente all’unisono poi a due voci con un suono di base invariabile (nel programma si svilupperanno sovrapposizioni di suoni consonanti - ottave, quinte, terze e seste - poi dissonanti, per esempio tonica e sensibile eseguite contemporaneamente, in modo che i cantori si abituino all’indipendenza e all’autonomia): il senso degli esercizi a due voci sta nel fatto che l’intonazione del coro migliora più velocemente se non si cura solo l’aspetto individuale, ma se si mettono in correlazione fra loro i cantori attraverso esercizi a più voci (intonazione rela- zionata su un suono di base); 3-fase fonetica dedicata agli esercizi con le consonanti: studio delle dentali, labiali, nasali; vocalizzi con le nasali, con suono a bocca chiusa ed esercizi con le vocali; impostazione degli apparati mobili (lingua, labbra, laringe etc.); occorre inoltre sviluppare la programmazione dei vocalizzi, iniziando da quelli più semplici con estensione limitata e progressiva introduzione di esercizi più complessi nell’estensione e negli intervalli; 4-fase polifonica con l’uso di canoni con le scale maggiori e minori: il canone è la forma più semplice di organizzazione polifonica e può assumere facilmente il carattere ludico; uso di frasi cadenzali a 4 voci e facili modulazioni. 5-momenti di creatività individuale attraverso la tecnica aleatoria e improvvisativa (organizzazione anche graduale di grumi/clusters di suoni nei registri acuto, medio e basso, esecuzione di suoni legati, staccati, glissati di cui si stabilisce solo la direzione ma non una precisa melodia, esecuzione di ritmi liberi con uso delle consonanti, etc.). Il percorso tecnico programmato può essere efficacemente fatto sia nella fase di riscaldamento, sia durante lo studio dei brani, selezionando comunque durante la prova gli esercizi utili al superamento delle difficoltà dei brani allo studio. Infine l’uso della lavagna luminosa è molto utile se si vuole avviare e programmare la lettura musicale. Con questo semplice strumento si cattura l’attenzione contemporaneamente di tutti i cantori sulla partitura che è allo studio: con la proiezione della partitura il direttore ha maggior facilità nella sua analisi e nella lettura cantata, con grande risparmio di tempo. Preconcetti (in primis dei maestri) In genere la perplessità dei direttori (non sempre però generata da sospetto e preconcetto) nasce dalla imperfetta conoscenza del repertorio moderno e in particolare del suo stile compositivo ed espressivo. Sicuramente, per affrontare questo repertorio, il direttore deve avviare una serie di attività personali e del gruppo da lui guidato: impegno, fiducia nel risultato ed entusiasmo sono Grafia, ritmo, intervalli: una grammatica nuova da imparare. Il non gettarsi immediatamente ed esclusivamente sul pezzo che piace al direttore e al coro, ma cercare la gradualità dell’approccio al repertorio (in questo senso le composizioni citate nel corso di quest’intervento costituiscono un corpus tipologicamente interessante, anche se non esaustivo) crea un impegno notevole, ma alla fine sicuramente redditizio, soprattutto perché finalizzato a far raggiungere al coro una naturale dimestichezza con la traduzione sonora della moderna grafia. In genere la consultazione del testo esplicativo ovvero legenda, l’analisi fonetica del simbolo e il confronto con la fonte sonora (attraverso una riproduzione da supporto magnetico o esecuzione diretta) possono costituire una buona metodologia di decodificazione. Ormai anche in questo campo alcune convenzioni di scrittura cominciano a creare una “tendenza” nel rapporto fra suono e simbolo. La decodificazione sonora richiede comunque al direttore uno studio della fonetica e l’approntamento di esercizi per il coro. I corsi e gli incontri di aggiornamento su questi specifici temi possono ulteriormente essere occasioni di approfondimento. Non dimentichiamoci inoltre della possibilità da parte del coro di chiedere espressamente un lavoro ad un compositore (la “commissione”), purché scritta tenendo conto delle possibilità tecniche e di lettura del coro: si avvia così un circuito virtuoso di reciproca crescita fra compositori e cori amatoriali: i lavori prodotti per così dire in forma laboratoriale, dove la traduzione di grafie e simboli abbiano immediata spiegazione ed esecuzione, diventeranno sicuramente di sicuro approccio e di pregevole consistenza espressiva. Il Novecento storico ha in genere conservato nella configurazione del ritmo un rapporto di continuità con la tradizione polifonica “classica”: come nel versante espressivo la tradizione dell’ Ars rethorica rinascimentale trova nuova vita nell’estetica del repertorio novecentesco, così gran parte delle figure ritmiche del Novecento eredita dalle epoche precedenti la visione prosodica. Nella musica della seconda parte del Novecento una delle caratteristiche ritmiche è quella dell’annullamento della sensazione del ritmo misurato e ordinato. La rarefazione ritmica di Lux aeterna di Ligeti rappresenta una sintesi di questa “filosofia” musicale: per ottenere quest’apnea ritmica le quintine e le terzine si sovrappongono e per dare questo senso dell’assenza del tempo, poeticamente cioè dell’infinito, scaglionano al proprio interno pause e suoni di notevole complessità ritmica (ma superabili con alcuni semplici esercizi). Il coinvolgimento del corpo (mani, piedi) è di grande utilità per esercitarsi nel dipanare ritmi complessi, iniziando ovviamente da sovrapposizioni semplici: per esempio ad un settore che scandisce un ritmo ternario, si sovrappone un altro settore organizzato col ritmo binario (emiolia) sulla base ritmica del primo settore. La quintina può essere scomposta in suddivisioni che alternino ritmi binari a ternari e viceversa. Questi esempi semplici e alla portata di tutti i cori indicano un approccio che richiede però metodo e fantasia da parte del direttore nel programmare un percorso didattico. A tal proposito Es gingen zwei gespielen gut da “Drei Volkslieder” op.49 di Schönberg è un bellissimo esempio di elaborazione di canto popolare, in cui l’andamento ritmico è uno degli elementi caratterizzanti questa composizione. L’autore stesso indica un andamento altalenante fra un ritmo binario (6/4) con suddivisione ternaria e un ritmo ternario (3/2) con suddivisione binaria: ciò significa che ogni battuta è formata da 6 impulsi, ma che gli accenti musicali e della parola possono disporsi binariamente o ternariamente con sovrapposizioni contemporanee nel tessuto polifonico. Anche questo è un chiaro riferimento ed un recupero dotto dello stile rinascimentale, secondo il quale gli accenti della parola prevalgono sullo schema ritmico musicale inteso come quadratura ritmica all’interno della battuta. Questo gioco di sovrapposizioni ritmiche rende particolare lo studio, la con- certazione e la direzione di questa composizione. Nella musica del Novecento e soprattutto nel repertorio seriale-atonale gli intervalli sono proiettati fuori dal sistema della tonalità. La citata composizione Dreimal Tausend Jahre di Schönberg può costituire didatticamente uno studio affrontabile anche dalla coralità amatoriale sulla difficoltà intonativa degli intervalli: la serie dei 12 suoni è divisa in due melodie di 6 suoni ciascuna , in cui la seconda è il rovescio della prima. Il cantore cioè riesce con alcuni semplici esercizi a memorizzare agevolmente i due percorsi e a sviluppare agevolmente l’andamento melodico, anche se non ci sono punti cadenzali di tipo tonale. Per affrontare in generale il problema dell’intonazione corretta degli intervalli, è preferibile inizialmente indirizzare lo studio attraverso lo sviluppo della p e r c e z i o n e da parte del cantore degli intervalli con riferimento alla scala tonale, dal momento che le esperienze di un coro amatoriale mediamente si rapportano a quel sistema, con alcuni accorgimenti relativi agli intervalli “dissonanti”: per esempio i salti eccedenti e diminuiti possono essere visti come un temporaneo rinvio del salto principale (fa-si-do). E’ necessario che l’intervallo sia recepito confrontando l’arrivo del salto melodico con un suono di base tenuto già dal momento precedente al salto. In un secondo tempo si possono sviluppare i suoni cromatici e quelli per toni interi. Successivamente anche la percezione dell’intervallo in quanto tale, fuori dalla tonalità può diventare oggetto di studio: in questo caso l’uso delle progressioni, dei suoni di sostegno tenuti da un altro settore, il glissato etc. rappresentano alcuni strumenti metodologici di esercizio. Anche per la formazione dei clusters e del magma (sia quello vocalico che delle frequenze) possiamo accostarci gradualmente: al riguardo posso consigliare Epitaph for Moonlight di Murray e “Per non dimenticare”, una mia composizione scritta espressamente per risolvere questa tipologia di problemi. dossier condizioni psicologiche indispensabili per affrontare i necessari esercizi di lettura e tecnica vocale. Al direttore è richiesta una grande responsabilità nello scegliere oculatamente le composizioni, nella preparazione della prova e nella prontezza ad affrontare e sciogliere i problemi tecnici. 9 dossier IL COMPITO DELL’ESECUTORE 10 di Roberto Gabbiani Nel mondo corale professionistico spesso ci si può imbattere in partiture che presentano difficoltà tali da far riflettere profondamente sulla loro eseguibilità. Nella mia ormai trentennale vita professionale ho avuto incontri musicali che mi hanno plasmato una mentalità aperta alle sfide più ardue. Alla base c’è ovviamente una curiosità ed un approfondimento musicale creatisi fin dai miei studi negli anni ’60 al Conservatorio Cherubini e nei circoli culturali di Firenze dove l’avanguardia regnava in tutte le sue forme più disparate (le ricerche del M° Bartolozzi sui doppi e tripli suoni nei legni, i concerti di Cardini sul pianoforte preparato con musiche di Bussotti, Leporini, Cage ne sono un esempio) ed io stesso ero portato a proporre miei studi compositivi ardui con pagine vocal-strumentali quasi ineseguibili convinto che la difficoltà di lettura e di esecuzione portasse ad una macerazione dell’io esecutivo permettendo di entrare direttamente nella poetica tormentata del compositore. Del resto se l’artista creativo si fosse posto il problema di scrivere per le possibilità degli esecutori limitando così la sua interiorità alle possibilità tecniche del momento non avremmo mai avuto nella storia della musica capolavori come la Messa in Si minore di Bach, la IX sinfonia di Beethoven, Le Sacre du Printemps di Strawinskj, il Woozzeck di Alban Berg. Superato quindi l’impatto conoscitivo, un profondo studio è sempre necessario prima di portare la partitura allo studio degli esecutori per immedesimarsi profondamente nel pensiero estetico dell’autore e vincere così le resistenze che inevitabilmente nascono da parte dei cantori. Il cantante è per sua natura mentalmente lento a recepire stimoli avanguardistici e se pone estrema cura al suo strumento per tutta la produzione belcantistica, a maggior ragione si avvicina con diffidenza e con paura alla sperimentazione. Sto ovviamente parlando di cantanti che operano all’interno dei complessi istituzionali degli enti lirico-sinfonici. Ben diverso è il modo di approccio dei complessi la cui finalità è l’esecuzione di ogni tipo di musica corale (BBC, i vari RundFunkChoir, ScoenbergChoir, etc.) e dove la preparazione musicale è predominante piegando così istintivamente la vocalità alle esigenze compositive. L’eseguibilità delle partiture è direttamente proporzionale alla preparazione tecnico-vocale e musicale dei cori. Fra le tante musiche eseguite mi piace ricordare tre partiture significative: Tempus destruendi e Tempus aedificandi di Luigi Dallapiccola, i Cori di Didone di Luigi Nono e la Passione secondo Matteo di Adriano Guarnieri. In Dallapiccola il principale ostacolo è rendere naturale il salto di settima maggiore. La serie dodecafonica è formata da settime, la melodia è quindi aspra. Il coro deve superare la difficoltà dell’impatto tecnico per comprendere la valenza emotiva dell’intervallo e raggiungere la partecipazione espressiva insita nella drammaticità della partitura. Se ne evince così una attiva proposizione di intenti volti alla comprensione della poetica del compositore. Nei Cori di Didone le difficoltà nascono dall’analisi solistica della parte ove ogni singolo artista è impegnato in un suo unicum ovviamente complicato, quasi irrazionale. Le 32 voci si intrecciano libere come lingue di fuoco freddo. 32 soli che formano un puntilistico quadro astratto dove il flusso vocale si amalgama in una unica magica ed eterea atmosfera. Ben diverso è l’impatto vocale e musicale nella Passione di Guarnirei. La “pazzia” compositiva arriva a superare i limiti umani. Le estensioni della voce, che già la letteratura contemporanea ha esasperato, non sono contemplate: i tenori sono trattati come i soprani, i soprani come flauti, i bassi come alti, gli alti come soprani, il tutto comunque nel rispetto dell’orda di partenza, costringendo l’esecutore a rivedere e riscrivere nei limiti del possibile la partitura. Lo sforzo è immane, il pensiero estetico viene realmente confuso come farneticazioni schizofreniche in un epilettico magma compositivo. Ma quando la nebbia comincia a diradarsi e la rabbia dell’esecutore si placa, l’arte riaffiora e si comprende come dal furore compositivo nasca un abbagliante, apocalittico ma poetico mondo interiore. Ancora una volta l’arte ha trovato la sua esplicazione. Il nostro dovere di esecutori è di far capire il pensiero dell’artista. Le arti figurative e letterarie non hanno bisogno di intermediari per farsi comprendere, arrivano direttamente ai fruitori. La musica ha bisogno dell’interprete per essere compresa. La nostra professionalità è parte integrante della vita poetica del compositore che dobbiamo cercare di assecondare il più possibile affinché il pensiero creativo possa essere compreso in tutte le facce del suo prisma con un afflato esecutivo convinto della missione che ci compete: difendere e divulgare il pensiero artistico contemporaneo. Note su/per un progetto di archiviazione di materiali sonori di Bepi Carone Scrivo queste note come comunicazione al seminario bolognese (28 ottobre 2000) su UN’ESPERIENZA DI ARCHIVIAZIONE DEI CANTI POPOLARI per la presentazione di un progetto di informatizzazione per l’archiviazione dei testi e delle melodie popolari frutto della ricerca regionale condotta dal coro Stelutis sotto il coordinamento di Giorgio Vacchi. Forse mi si chiede solo di parlare di mie, e altrui, esperienze, ma non resisto alla tentazione di individuare nella realtà che vedo le ragioni per cui oggi, quando la ricerca sul campo è pressoché agli sgoccioli, si affacci il bisogno di avere accesso ad archivi sonori di ampia dimensione. Quando alcuni anni fa lanciavo dalle pagine di una rivista nazionale l’ipotesi del coro radice, del coro ricerca, del coro testimonianza, avevo in mente uno spazio utopisticamente segnato e contraddistinto dalla esigenza umana di promuovere, attraverso la consonanza dei molteplici, variegati apporti personali, una commozione profonda che derivasse a un tempo e dalla emozione e dalla ragione. In ciò il coro diventava una specie di asse mediano del processo culturale che si concretizzava nell’itinerario circolare di conoscenza, raccolta, memorizzazione, studio, riproposizione, riappropriazione di quella parte amplissima di materiale musicale diffuso in tutto il territorio nazionale destinato al canto. Un’occasione, poi, per portare a consapevolezza il profondo senso identificativo delle differenze locali. E poi pensavo che il coro dovesse essere il soggetto di un processo di educazione permanente volto all’acquisizione e all’approfondimento di competenze musicali specifiche, il cui apprendimento è, in Italia, così negletto! Ebbene! Per quanto utopistico, questo spazio è stato frequentato. Il coro ricerca, il coro testimonianza ha avuto i suoi paladini: vuoi in Friuli, dove ricorderò esperienze di Pordenone, di Prata, di Piano d’Arta; vuoi fuori Friuli dove so di esperienze diverse in terra veneta e in terra emiliana (e mi scuso qui con tutti quelli che non ho conosciuto). Esperienze che certamente sono maturate non (solo) per le mie parole, ma per un’esigenza ampiamente sentita e diffusa, e che hanno avuto, mi pare, un padre/nume tutelare nel coro Bajolese e che, per altro verso, hanno dato prova di alta sintesi stilistica ne “La gatta cenerentola” di De Simone. E si è avuta una grossa stagione di ricerca, di sondaggio del territorio, di copiosa vendemmia: la stagione degli archivi, per lo più personali, e delle pubblicazioni, per lo più locali, dove confluivano migliaia di monumenti sonori. Per quanto riguarda il Friuli, a parte le poche cose di chi scrive, vanno segnalate, accanto alle pubblicazioni della Società Filologica Friulana, almeno le imponenti raccolte sonore di Valter Colle e di Roberto Starec, dalle quali sono scaturite anche importanti edizioni musicali di materiali nativi. Forse oggi tutto questo materiale, trovata la vena di risorgiva, sente l’urgenza di rampollare: e non è che non se ne senta il bisogno. Mi sembra, cioè, che vi sia (o almeno chi scrive la avverte) l’esigenza di fare raffronti, di trovare conferme (per omologia, per analogia, per differenza). Accanto, cioè, all’esigenza di comunicare il “qui da noi si canta così”, vi è quella di capire il senso di un evento musicale canoro: e ciò è possibile solo attraverso il raffronto con altri eventi omologhi che possono essere usati, in ambiti diversi, con varianti, in circostanze, per funzioni diverse. Perché ciò sia possibile si può fare solo un auspicio, o, meglio, due. Il primo è che gli archivi sonori siano di pubblico dominio, di pubblica accessibilità, di pubblico utilizzo: è il criterio più efficace attraverso cui si può garantire l’appar- tenenza del materiale (è un po’ come l’archiviazione delle opere d’arte: quando sono schedate, catalogate e rese pubbliche, è molto più difficile che vengano rubate). Il secondo è che tutti gli archivi, pur con il loro marchio di fabbrica, confluiscano in un unico data-base da pubblicare sulla rete informatica (un’esperienza già avanzata in questo senso è quella di Gianluigi Secco con l’Associazione Soraimar che ha sede ad Asolo): e Dio sa se abbiamo bisogno di farci vedere, noi italiani, nella “ragnatela”, visto quello che altri, da tempo, ci fanno vedere. Questa auspicabile confluenza implicherebbe due cose: la rinuncia a quel vezzo tutto italiano delle prerogative della primogenitura (vezzo che porta, alla fine, ciascuno a farsi i fatti propri); e l’avvio di un criterio unitario di archiviazione. Intanto, però, che la passione mi detta queste osservazioni, la ragione mi porta altrove. Anche sotto il profilo della acquisizione delle competenze musicali i cori hanno fatto strada: si sono affinati molto sotto il profilo vocale, hanno sviluppato musicalità più avvertita, hanno dato vita a repertori di più ampio respiro. Tuttavia questo maggiore spessore culturale non si è tradotto in una competenza diffusa, quale auspicabile nella strategia di educazione permanente che dicevo: anzi, questo progresso si è svolto secondo un processo elitario. Insomma, sono nati i cori dei cori, e poi il coro dei cori dei cori, e così via, con l’intento di scremare le competenze e di ottenere risultati sempre migliori in tempi sempre minori, dando vita a formazioni e repertori che sono buoni solo per una stagione. Splendidi risultati, sia chiaro: esecuzioni di qualità, repertori inascoltati, esperienze musicali variegate. Ma il coro, in questo senso, diventa una formazione sempre più algida, sempre più diafana, sempre più distante. Segue a pag. 12 dibattito LE GINOCCHIA DELLA NONNA 11 notizie dall’associazione ASSEMBLEA DELLA FENIARCO A SESTRI LEVANTE di Puccio Pucci Non sarà sicuramente sfuggito a nessuno dei Delegati che hanno partecipato alla recente Assemblea della Feniarco a Sestri Levante di come in questi ultimi anni l’Assemblea nazionale abbia mutato profondamente criteri e metodologia di lavoro. E non mi riferisco al solo fatto di aver concentrato quest’anno i lavori alla sola giornata del sabato; decisione questa suggerita dalla perfetta logistica messa in atto dagli amici della Associazione dei Cori della Liguria, guidati dal Presidente, Cav. Ottobrini. E’ piuttosto un problema di impostazione generale che ha fatto prevalere tra i contenuti messi in discussione quelli di ordine musicale, come si addice ad una Associazione che ha la musica come elemento portante della propria attività. Anche a Sestri gran parte del lavoro è stato dedicato a trattare ed approvare un insieme di progetti musicali davvero interessante e molto impegnativo, che vedrà la Feniarco e le Associazioni regionali lavorare fianco a fianco, sviluppando sinergie determinanti per realizzare quanto l’Assemblea ha approvato. E’ chiaro che ogni progetto si porta dietro l’analisi di tutte quelle soluzioni organizzative e finanziarie atte a renderlo attuabile. Ma durante i lavori assembleari anche questo necessario ed indispensabile aspetto tecnico non ha mai prevalso sull’analisi del principio progettuale. Anzi la discussione in genere si è sviluppata con la necessaria pacatezza, per giungere a decisioni approvate con larghissimo consenso delle delegazioni e dopo un dibattito produttivo, condotto con concretezza dalla Presidenza ed aperto al contributo di tutti. Fatte queste premesse, la due giorni di Sestri ha anche significativamente rappresentato una svolta importante nel processo di definizione del piano di lavoro annuale della Feniarco, per la rilevanza delle iniziative messe in cantiere, che investono molteplici campi del panorama delle attività in cui si articola il mondo della coralità italiana. Si è cercato con successo di coinvolgere nella programmazione anche l’associazionismo regionale e di rivolgere una sempre maggiore attenzione a qualificare musicalmente i cori, agendo sulla crescita musicale e tecnica dei Seguito da pag. 11 LE GINOCCHIA DELLA NONNA 12 Tutto questo risponde, evidentemente, a un’ottica di mercato che, in tempi di velocità sempre più marcata, esige sempre più e meglio. E se la logica di mercato, come oggi pare, è il metro di misura del lavoro umano, allora certamente questa è la strada del futuro: e da qui è facile preconizzare che nascerà il concerto in teleconferenza, un “Grande fratello” dei cori, la concertazione telematica delle parti via Internet e, magari, alla fine, anche il coro transgenico. Per me, che sono ammalato di utopia e che penso più all’uomo e alla fatica del quotidiano piuttosto che al rifugio illusorio nei brividi drogati del successo, la strada è, provocatoriamente, altra. Mi viene da pensare al coro come alle ginocchia della nonna. Quello dell’educazione permanente (e cioè di una formazione ricorrente che abbia una ricaduta sociale diffusa) è un dovere civile, prima che morale. Le giovani generazioni vengono educate ad una realtà virtuale, puramente referenziale, sempre più lontana dalle cose, e questo è il presupposto di una futura discriminazione culturale di amplissime dimensioni: i pochi che conosceranno le cose faranno il bello e il brutto tempo. E questa prospettiva è il portato ineluttabile di un’economia fondata sulla velocità e sul consumo. Ora, se a tutti va bene così, è inutile star qui a discutere. Ma se ciascuno di noi, in fondo al cuor suo, sente un brivido di indignazione, allora bisognerà pure far qualcosa. E il coro “ginocchia della nonna” è una delle cose possibili: può essere il veicolo di una vita “fatta” in musica (e non solamente ascoltata come musica), può essere strumento di quella “formazione musicale di base” che oggi non si trova più nel popolo degli audio-videodipendenti e che può essere trasmessa “solo” in modo diretto, per imitazione, imparando appunto a battere le manine sulle ginocchia della nonna. Da sinistra: due rappresentanti delle Istituzioni locali, il cav. Ottobrini Presidente A.CO.L., il Vicepresidente FENIARCO Cicconofri ed il Presidente FENIARCO Fornasier. zionale delle Commissioni Artistiche regionali, per dibattere i problemi più vivi del far musica con lo strumento Coro ed infine, fin dalla prossima Assemblea si porranno le basi per formare e dare continuità artistica ad un complesso denominato Coro Giovanile Italiano, formato da allievi selezionati in tutte le regioni e che potrà intervenire anche in momenti ufficiali in rappresentanza della coralità italiana. Mi sembra che questo pacchetto di iniziative su cui l’Assemblea si è trovata a discutere e sul quale ha dato un giudizio largamente positivo, sia degno in assoluto di grande attenzione e considerazione. Di rilievo anche le decisioni prese nel campo dell’editoria, rese possibili dalle risorse finanziarie che si sono concretizzate in questi anni; si tratta del volume di musiche per Cori Scolastici che, corredato da un CD esemplificativo delle partiture, sarà edito in 10.000 copie ed inviato a tutte le scuole medie ed elementari italiane. E’ forse la prima volta in Italia che un supporto didattico così importante viene proposto al mondo della scuola in modo del tutto gratuito da una associazione di privati. E’ anche imminente la pubblicazione di Me- Il gruppo dei Presidenti, Delegati ed amici all’assemblea di Sestri Levante. los 2, i cui brani sono già stati selezionati dalla Commissione Artistica. Tra gli argomenti squisitamente tecnici posti all’O.d.G. un momento di particolare impegno ha assunto l’attenta revisione del testo della bozza di Convenzione che il Presidente Fornasier ha raggiunto con i funzionari della SIAE a seguito di una impegnativa serie di incontri romani. Si tratta di un fatto davvero epocale che, una volta sottoscritto l’accordo, toglierà il campo al contenzioso in atto per assenza di un reale ordinamento normativo. Le Delegazioni hanno contribuito a chiarire ulteriormente tutti gli aspetti della concertistica corale e dei conseguenti rapporti amministrativi con la Società che è preposta alla tutela del diritto d’autore. La proroga del certificato di agibilità Enpals al 31.12.02, la partecipazione della Feniarco alla Fiera del Libro, la consegna a tutte le Delegazioni di alcuni sussidi di software per un archivio a misura dei complessi corali e per venire incontro ad alcuni aspetti amministrativi, la prossima distribuzione a tutti i cori associati di una tessera che li agevoli nei contatti con SIAE ed ENPALS sono gli ultimissimi argomenti affrontati in Assemblea. Bilancio quindi molto positivo, come sottolineavo all’inizio di questa breve analisi, legittimato anche dalla convinzione che, viste le esperienze del recente passato, questo piano progettuale non sarà disatteso. I significativi incontri con Amministratori locali, l’ospitalità raffinata, le interessanti occasioni musicali proposte, lo stupendo ambiente del Golfo del Tigullio (che rimane l’unica cosa non ideata da Mauro Ottobrini e dal suo staff per il nostro week end di lavoro), hanno fatto degna cornice a questa tornata assembleare che si è svolta in un clima di grande collaborazione ed amicizia. Elemento anche questo di raggiunta maturità associativa. notizie dall’associazione Maestri e dei coristi e sulle opportunità create dall’offerta di nuovi repertori. Corsualità, proposte di importanti rassegne musicali, convegni ed editoria musicale sono quindi stati i temi principali sui quali i Delegati delle associazioni regionali hanno incentrato la loro attenzione. E’ stato riconfermato anche per il 2002 il Corso di Composizione ad Aosta, che già quest’anno ha fatto registrare un ottimo successo, grazie al valore dei docenti ed in virtù della perfetta organizzazione dell’Associazione dei Cori Valdostani. Elevato consenso da parte dei delegati ha anche trovato il progetto dell’Accademia Europea per Giovani Direttori che troverà il suo epilogo a Fano in concomitanza dell’Incontro Internazionale Polifonico Città di Fano che ogni anno si celebra in quella città a settembre. Il corso dovrà trattare materie quali la gestualità, la vocalità e la concertazione e svolgendosi in concomitanza di un evento che vedrà la presenza di importanti complessi polifonici, offrirà agli allievi significative opportunità di studio e di lavoro. A tale progetto hanno dato il loro contributo anche Europa Cantat e ARCOM Marche. Confermata anche la Settimana Cantante Alpe Adria Cantat con il determinante contributo organizzativo dell’ASAC. La kermesse corale, che dal 2002 sarà inserita nel circuito di Europa Cantat acquisisce ulteriori possibilità di successo e di penetrazione nel mondo musicale europeo. Del tutto nuova è invece l’idea di un Festival Corale del Mediterraneo; un progetto ampio ed articolato che dovrà coinvolgere cori provenienti da paesi che si affacciano nell’area del Mediterraneo. In autunno 2002 è programmato il 3° Convegno Na- 13 notizie dall’associazione ALPE ADRIA CANTAT 2001 14 IL CORSISTA Stefano Miglioranza Villaggio Marzotto: un complesso di palazzine turistiche estive a Jesolo Lido, splendida località balneare a pochi chilometri da Venezia, il villaggio ospita da qualche anno “ALPE ADRIA CANTAT”. Molte volte ne avevo sentito parlare e, incuriosito, lo scorso settembre ho voluto parteciparvi. Domenica 2 settembre al mio arrivo al villaggio vengono aperti i cancelli, mi immetto nel viale che di fronte mi si prospetta e davanti mi appare uno scenario da cartolina: giardini ben curati con un prato simile ad un green di un campo da golf, panchine lungo i viali trasversali, aiuole di fiori ben coltivati ed un datario floreale quotidianamente aggiornato. Poi, alzando lo sguardo, scorgo un maestoso striscione appeso tra due pini marini nel quale leggo: “ALPE ADRIA CANTAT 2001 – Settimana Internazionale di Canto Corale - BENVENUTI”. Arrivato in fondo al viale, sulla sinistra vedo le indicazioni per la segreteria. L’organizzazione eccelsa mi permette in breve tempo di avere la camera assegnatami e tutte le indicazioni necessarie per muovermi all’interno del Villaggio durante tutta la settimana nonché tutte le istruzioni riguardanti l’atelier che ho deciso di frequentare. “Cos’è un ATELIER?” Questa settimana cantante aveva diversi ATELIERS, cioè diversi corsi di approfondimento musicale su diversi repertori: c’era infatti un corso per cori di bambini e per i loro maestri, uno per la musica gospel ed un altro di improvvisazioni vocali. Domenica sera grande spettacolo: il complesso Marzotto possiede un capiente teatro nel quale si sono esibite le C.B. Vocal Sisters, un meraviglioso sestetto di ragazze toscane guidate da Carla Baldini che si sono esibite in canti popolari toscani, gospel e brani della stessa direttrice, riscontrando grande successo e calorosi applausi da parte di tutti i presenti. Il villaggio Marzotto infatti non ospita solamente i circa 200 corsisti che ogni anno si iscrivono ai vari ateliers ma, essendo un complesso molto vasto, accoglie anche molte famiglie che desiderano trascorrere le loro vacanze e sono sempre presenti alle varie attività proposte. “Giorni di ferie. Finalmente!” Lunedì mattina: la sveglia suona alle ore 7:30 la guardo con il solito malumore, però poi mi viene in mente che non devo recarmi al lavoro, ma devo seguire un atelier musicale: di corsa salto giù dal letto e mi involo al ristorante per la colazione. Ore 8:45 mi reco verso la palazzina che ospita il mio atelier: improvvisazioni vocali. Con la dispensa sotto il braccio percorro i viali alberati del villaggio. Sento il cinguettio degli uccelli che mi augurano il buon giorno, il muoversi delle fronde degli alberi, il suono della risacca del mare vicino; un concerto di musica offerta dalla natura dentro al villaggio. Ore 9:00 pronti per incominciare. Dopo una mezz’oretta di ginnastica agli arti e alle corde vocali iniziamo la lezione. Con la docente Carla Baldini (vedi C.B. Vocal Sisters) abbiamo iniziato un viaggio ritmico sul quale ognuno di noi improvvisava una parte. Un “work in progress” continuo alla ricerca, mediante un “brain storming” personale, di qualsiasi melodia musicale che potesse cadere sulla base che ognuno di noi creava con un perfetto colpo di pennello. Era una nuova esperienza, eravamo tutti partecipi di un viaggio inaspettato che ci coinvolgeva e ci portava là dove mai avremo potuto immaginare di arrivare. Lavoro questo che abbiamo portato avanti per cinque giorni. Mercoledì comunque avevamo una giornata libera: il mese di settembre offre ancora un sole splendente e la maggior parte dei corsisti ne ha approfittato per una nuotata o per distendersi al sole nella spiaggia privata del villaggio, opportunamente curata e custodita. C’è chi invece ha approfittato per una gita a Venezia con pullman Gran Turismo e Motonave, proposto sempre dall’organizzazione. Nel pomeriggio, per chi rimaneva nel villaggio, gli animatori offrivano ogni giorno proposte diverse, dal cruciverbone alla tombola e per i più scaltri nel pomeriggio vi era una sorta di ATELIER anche in spiaggia: “l’ATELIER di aerobica”. Ma se qualcosa non funzionava? Bastava contattare la segreteria ed ogni problema veniva tempestivamente risolto. Oltre al direttore del villaggio, vi era un uomo in bicicletta che correva per le viuzze del villaggio per seguire DIVERSI PUNTI DI tutti i corsisti ed anticipare i possibili inconvenienti che un ATELIER poteva avere: Lorenzo, il segretario nazionale della FENIARCO ed i suoi collaboratori Alessandra e Marco, erano presenti ovunque e reperibili in qualsiasi momento. Dopo una settimana di studio arriva il momento degli “esami” o meglio del saggio finale: sabato sera gran concerto. Due ore prima del saggio, alcuni coristi volontari hanno accompagnato la S. Messa prefestiva nella chiesetta del villaggio. Ho avuto l’opportunità di cantare in un ottetto pezzi classici come l’Ave Maria di Jacob Arcadelt e l’Ave Verum di Mozart, brani che mi hanno dato un’emozione forte anche per lo spirito con i quali sono stati eseguiti. Era ormai sera e si avvicinava il momento del saggio finale nel teatro del villaggio. Ogni ATELIER doveva presentare un programma di circa mezz’ora nel quale eseguiva il lavoro eseguito durante la settimana. Hanno esordito i bambini con i loro maestri magistralmente diretti dal docente Giorgio Guiot; poi l’ATELIER di improvvisazioni vocali ed infine quello condotto da Mr. Andrè Thomas con brani spiritual e gospel che hanno coinvolto tutto il pubblico presente. Dopo i lunghi e calorosi applausi la serata è finita in bellezza con uno splendido rinfresco ed una piccola festa di chiusura, offerti dalla FENIARCO. La piccola festa d’arrivederci ha visto i corsisti eseguire canti che si sono protratti per tutta la notte. Quella notte, nella mia camera, guardavo fuori dalla finestra lasciata un po’ aperta, le onde che terminavano sulla spiaggia. Ero lì nella palazzina fronte mare, come un principe: consapevole di un’esperienza unica che ormai volgeva al termine, consapevole che l’indomani era domenica e, prima di ritornare a casa, avrei dovuto, a malincuore, salutare tutti i corsisti che avevano vissuto con me quell’espe- Saggio finale: i bambini si esibiscono diretti dal docente Giorgio Guiot. rienza, consapevole comunque che il prossimo anno tutto ciò si ripeterà. Oggi nella mia camera conservo in cornice l’attestato di partecipazione firmato dal Presidente della Feniarco. Ogni tanto la guardo e ripenso a quei momenti di crescita personale e non solo musicale; ripenso allo stare insieme agli altri per portare a termine un progetto con chi crede, come me, nel valore della comunicazione musicale. L’ORGANIZZAZIONE Lorenzo Benedet Credo che ormai tutti sappiano, almeno per sentito dire o per aver letto articoli sull’argomento, che cosa sia una Settimana Internazionale di Canto Corale. Non tutti però sanno che cosa ci sia dietro. Queste poche righe saranno niente di più e niente di meno di una cronaca di “Alpe Adria Cantat – 2001”. Sabato 1 settembre. “Dai ragazzi, bisogna appendere lo striscione” - “…i manifesti, dove sono i manifesti?” - “Buongiorno signora Donata (responsabile dell’ufficio amministrazione del Villaggio Marzotto), anche quest’anno siamo arrivati e le portiamo un po’ di lavoro.” - “…il computer lo mettiamo qua ma la fotocopiatrice? Dov’è la fotocopiatrice?” “Caro Montagner (direttore del Villaggio Marzotto) per piacere possiamo avere due o tre piante per abbellire un po’ l’ufficio di segreteria?” - “…dai, adesso andiamo a mangiare!” - “…ma tu, Lorenzo, pensi sempre e solo a mangiare?” - “…beh, sai, siamo al mare, c’è il pesce buono, in Veneto poi c’è il Prosecco…”. Domenica 2 settembre. “Ciao Michele, sei tornato anche quest’anno? Siamo contenti di rivederti” “L’anno scorso ho cominciato un lavoro sui cori di bambini e vorrei continuare quest’anno. So che c’è un nuovo docente. Chi è ‘sto Giorgio Guiot?” “Buongiorno a voi, anche quest’anno abbiamo qui la Corale Novese” - “Alessandra, devo andare a prendere Andrè Thomas all’aeroporto. Torno fra un paio d’ore.” – “Quote, camere, borsette, fotocopie, partiture, documenti, buoni pasto, programmi di sala, borderaux S.I.A.E., iscrizioni dell’ultima ora…” - “Ben arrivato, Presidente” “…ecco che arriva il gruppo delle C.B. Vocal Singers, per il concerto inaugurale” - “…Max, ma dove metti quella roba, quello va in magazzino!” - “OK, è tutto pronto. Andiamo a cena”. Lunedì 3 settembre. “Vado a fare un giro per gli ateliers per vedere se è tutto a posto.” - “Hai Villaggio Marzotto: foto di gruppo dei partecipanti ad Alpe Adria Cantat 2001. preparato la lavagna per Guiot?” “…mi raccomando, questa sera alle 21.00 facciamo un breefing con i docenti per vedere come vanno le cose dopo il primo giorno di lavoro.” “Avete qualche iscrizione per la gita a Venezia?” - “Aiutoooo, la fotocopiatrice non funziona! Chiamate il tecnicooooooooooo!” Martedì 4 settembre. “Allora, nessuna iscrizione per la gita a Venezia?” - “Figurati, con questo tempaccio…chi vuoi che si muova dalla camera.” - “Comunque qualcuno mi ha detto che vorrebbe andare, mentre qualcun altro vorrebbe sapere se ci sono altri luoghi interessanti perché a Venezia ci è già andato parecchie volte.” “Quelli della Novese sono sempre in lista.” - “…ragazzi, il Don mi ha chiesto se è tutto a posto per accompagnare la S. Messa di sabato sera, io ho risposto di si ma…” - “Cominciamo a sentire in giro se c’è qualche gruppo disponibile.” - “…oh no, la fotocopiatrice non va.” - “Ancora? Richiamiamo il tecnico, ma stavolta ce la devono sostituire.” - “Dobbiamo accompagnare il coro al concerto alla Kursal, chi va? Come sempre devo andare io, vero?” Mercoledì 5 settembre. “Com’è andato il concerto ieri sera?” “Mi pare bene, c’era parecchia gente.” - “Ci sono almeno cinquanta persone che vogliono andare a Venezia.” - “Ma non ci doveva essere nessuno. Tutti in camera, eh?” – “…allora devo andare a fare i biglietti della motonave. …e per l’autobus?” - “…la fotocopiatrice, adesso è finito il toner.” - “Candy, dov’è Candy? Avete il numero del suo cellulare?” Giovedì 6 settembre. “Vado a Punta Sabbioni ad accompagnare i gitanti. Mi faccio accompagnare da Vicente, così scambiamo due parole. Ci vediamo per pranzo da me? Ho chiesto a Monica di buttare la pasta per tutti.” - “…che bello, una mezza giornata di relax, forse.” – “Bisogna accompagnare un altro coro alla Kursal…OK, Vado io.” - “A proposito…è arrivato il delegato dell’US.C.I.-Lombardia, andiamo a cena insieme?” Venerdì 7 settembre. “…e per la S. Messa?” - “Quest’anno l’accompagnerà il Coro della Segreteria.” - “Alessandra, tu comincia a stampare gli attestati di partecipazione per tutti.” - “…si ma bisogna anche preparare i programmi di sala per il saggio di fine corso. Chi lo fa?” - “Ho democraticamente deciso che lo fate voi: Alessandra e Marco.” notizie dall’associazione OSSERVAZIONE Sabato 8 settembre. “Eccoci arrivati alla fine della settimana.” - “Facciamo il punto della situazione. Il concerto di stasera è organizzato. I fiori al teatro sono pronti. I programmi di sala sono pronti. Alle 20.00 c’è la S. Messa accompagnata e subito dopo inizia il saggio finale in teatro. OK?” - “Alla fine del concerto, comincia la festa di chiusura al bar fronte spiaggia. Ho già parlato con il responsabile della cucina; per il rinfresco siamo a posto.” – “…ah, Stefano, per cortesia, accompagni tu, domani mattina, André Thomas in aeroporto?” - “Come? Dove? A che ora?” – “Dai, non fare storie. Anche se per un giorno ti svegli presto…” - “Alle 13.00 abbiamo pronto il pranzo con i delegati provenienti dalle regioni italiane.” - “Ancora un piccolo sforzo e chiudiamo la settimana con soddisfazione.” – “Dai corri che comincia la Messa” - “Vai! Prendi la bicicletta e vai a vedere che sia tutto pronto in teatro.” - “Il microfono funziona?” - “Luca, hai tutto pronto per la registrazione?” - “Il Vicesindaco di Jesolo è arrivato?” - “OK, cominciamo.” “Signore e signori …” – “Ed ora la parola al Presidente Fornasier per un breve saluto.” - “Bravi, tutti bravi. Bel lavoro e, come sempre, un po’ di magone perché tutto è finito.” - “Non si risparmiano le lacrime ed i complimenti sinceri.” - “OK ragazzi, appuntamento all’anno prossimo e speriamo che tornino le ragazze russe dell’anno scorso.” - “Dai, ora tutti alla festa.” “Ore 3.30. Come, già finita?” - “Ma dai… spegni tutto che andiamo a dormire.” Domenica 9 settembre. “…e adesso cosa facciamo? Abbiamo già smontato tutto e caricato. Allora, cosa facciamo?” – “Beh, andiamo a mangiare”. 15 notizie dall’associazione CORO GIOVANILE EUROPEO 16 L’esperienza di una corista, unica italiana, 18 anni compiuti il mese prima della partenza di Francesca Lombardi Sono una dei 42 coristi che hanno partecipato alla meravigliosa esperienza del Coro Giovanile Europeo in Svezia e Norvegia nell’estate 2001. Ho saputo dell’esistenza di questo gruppo tramite un volantino della Feniarco che invitava chi fosse interessato a partecipare alle selezioni preliminari. Più per gioco che per convinzione, ho deciso di prendere parte all’audizione del 14 febbraio a Torino. La prova consisteva nel cantare un’aria a scelta (Lascia ch’io pianga di Handel), il brano “Già mi trovai di maggio” di B.Bettinelli, eseguire dei vocalizzi e una lettura a prima vista. I professori sono stati molto gentili con me, mi hanno messa subito a mio agio, così ho cantato con grande tranquillità. Nel mese di marzo, la Feniarco mi ha avvisato che avevo passato la prima selezione e che dovevo aspettare la seconda risposta da Bonn. Per me quello era già un grande traguardo: ero molto stupita e felice. Quando mi è giunta notizia che Carl Hogset aveva scelto me nel coro e come unica italiana, la gioia è stata immensa. Ho atteso con un po’ di timore il momento della partenza per la Norvegia, era la prima volta che andavo così lontano dal mio paese e soprattutto dalla mia famiglia. I miei genitori quindi, cogliendo l’occasione per visitare i bellissimi fiordi norvegesi, mi hanno accompagnata sino a Oslo. Dopo un lungo viaggio sono arrivata alla scuola di musica popolare ad Hamar con altri ragazzi del coro. L’impatto è stato inizialmente difficile perché il gruppo era composto da persone di 16 nazionalità diverse. L’unico modo per comunicare era parlare in lingua inglese nella quale sono piuttosto carente, ma ho cercato di risolvere il problema il più velocemente possibile. La prima settimana è stata dedicata alle prove, otto ore al giorno. Si alternavano lezioni di vocalità con l’insegnante di canto e per un ora al giorno dallo stesso Carl Hogset, con prove dei pezzi da eseguire nei futuri concerti. Alla sera potevamo svagarci con lezioni di danze norvegesi e svedesi, cene nelle foreste e sui battelli sul lago Miosa ad Hamar, il tutto organizzato dalla nostra manager. Il programma dei concerti era diviso in due parti: la prima, musica contemporanea di compositori norvegesi e svedesi; la seconda, barocco italiano con 10 madrigali di Gabrieli. In questo caso ho fatto da insegnante di lingua italiana per la traduzione e soprattutto per la pronuncia. Terminata la settimana di preparazione , Domenica 4 Agosto abbiamo tenuto il primo concerto nella Domkircheodden ad Hamar, un antico tempio nel quale è riposta una gigantesca piramide di vetro. Il pubblico presente, molto numeroso, ci ha sommerso di applausi e anche sui quotidiani locali, il giorno dopo, sono apparse recensioni molto favorevoli. La sera ognuno di noi ha tenuto un concerto da solista nel teatro della scuola di musica. Io e una ragazza svedese, abbiamo eseguito l’Habanera, tratta dalla Carmen di Bizet, in cui io cantavo e lei suonava il pianoforte. Il giorno dopo la serata delle performance siamo partiti per il tour in Norvegia e Svezia, tutti i giorni ci trovavamo in un paese diverso, viaggiando per 6/7 ore. Ad ogni tappa, io ed altri 6 ragazzi giravamo tra i centri commerciali della città a distribuire i volantini dei concerti ed a cantare nelle piazze; ovunque andavamo la gente ci riconosceva, ci sentivamo già famosi. 7 concerti, il più bello è stato quello tenutosi a Stoccolma. L’emozione è stata tanta, mista ad un certo rimpianto per la bella esperienza che volgeva al termine, inoltre fra il pubblico c’era Gary Graden che è rimasto stupito e affascinato dal lavoro che avevamo svolto in così poco tempo. Terminato il concerto abbiamo fatto una festa di addio nell’ostello in cui alloggiavamo a Sigtuna, vicino a Stoccolma. Siamo rimasti svegli tutta la notte abbracciati a cantare e a riprometterci che ci saremmo rivisti. Sono passati tre mesi da quell’esperienza; io sono ancora in contatto con tutti gli altri coristi. Abbiamo tanti progetti in comune per il futuro. E’ stata una esperienza indimenticabile, sia dal punto di vista musicale , che da quello umano. La terrò stretta al cuore per tutta la mia vita e mi darà forza e coraggio nei momenti di delusione e infelicità. Colgo l’occasione per ringraziare la Feniarco, l’Usci, il sig. Biscotti e tutti coloro che mi hanno permesso di fare questa meravigliosa esperienza che auguro a tutti i giovani come la sottoscritta. AUDIZIONI PER GIOVANI CORISTI Il Coro Giovanile Mondiale svolgerà la sessione di attività del 2002 dal 17 luglio al 12 agosto 2002 presso la città di Winnipeg in Canada con una tournée concertistica che toccherà la provincia di Manitoba (Canada) e si sposterà fino in Minnesota in occasione del Sesto Simposio Mondiale della Musica Corale. Anche quest’anno la direzione del coro è affidata ad un direttore di grandi doti e qualità; si tratta di Tonu Kaljuste (Estonia) che guiderà la formazione nello studio e nell’interpretazione di autori di musica contemporanea dell’Europa orientale. WORLD YOUTH CHOIR I.F.C.M. - International Center for Choral Music SESSIONE 2002 - CANADA INFORMAZIONI Periodo dal 17 Luglio 2002 al 12 Agosto 2002 Sede Winnipeg, Canada Tour Provincia di Manitoba (Canada) e Minnesota Direttore Tonu Kaljuste, Estonia Programma Musica contemporanea dell’Europa orientale Condizioni A carico dell’organizzazione: vitto, alloggio e trasporto durante la tournée; A carico dei partecipanti: viaggio in aereo fino all’aeroporto di Winnipeg (Canada), viaggio di ritorno; visti e documenti ufficiali; ogni altra spesa personale; Età dei partecipanti: da 17 a 26 anni È richiesta una buona conoscenza dell’inglese in quanto sarà la lingua ufficiale della tournée La domanda di adesione e le modalità di partecipazione sono a disposizione presso la nostra Segreteria e sul nostro sito www.feniarco.it. Tel. 0434/876724 - Fax 0434/877554 e-mail: [email protected] - www.feniarco.it EDIZIONE 2001 Ottantuno cantori provenienti da 30 diverse nazioni si sono incontrati per la prima sessione del Coro Mondiale del terzo millennio. Destinazione: America. La prima parte si è svolta in Sud America, con l’incontro, la sezione-studio, sei concerti e la registrazione in Venezuela; poi i il Coro Giovanile Mondiale si è spostato in America del Nord e per la prima volta si è esibito negli Stati Uniti, e per la precisione in Florida, dove ha tenuto 6 concerti e ha partecipato ad una registrazione radiofonica. I due direttori della Sessione 2001 del Coro Giovanile Mondiale erano Felipe Izcaray (Venezuela), un direttore di coro ed orchestra molto famoso in Venezuela, e Anton Armstrong (USA), direttore del St. Olaf Choir dell’Università del Minnesota. Il repertorio dei programmi portato dai due direttori era quasi del tutto “locale”: Felipe Izcaray ha scelto musica latina americana, di autori quali José Abreu, Ponzalo Castellanos, Oscar Galián, Carlos Guastivino, così come lo straordinario pezzo di Alberto Grau chiamato “Binammo”, dove i movimenti di chi canta sottolineano e diventano emblema dell’intensa drammaticità della musica. Durante la prima esibizione è stato eseguito il brano “Waynapaq Taki”, un pezzo davvero speciale commissionato al Coro Giovanile Mondiale e scritto dal compositore argentino Eduardo Alonso-Crespo. Il programma portato da Anton Armstrong includeva un repertorio geograficamente più vasto: da E. Grieg e K. Penderecki ai Canti tradizionali d’Africa, dei Caraibi e degli Stai Uniti. Questo il riassunto telegrafico del programma, più che sufficiente per incoraggiare qualche giovane cantore Italiano a tentare la stupenda avventura nella Sessione Estiva 2002 a Winnipeg, in Canada! notizie dall’associazione CORO GIOVANILE MONDIALE 2002 17 notizie dall’associazione COMPORRE PER CORO OGGI AOSTA - 22-28 LUGLIO 2002 CORSO RESIDENZIALE PER COMPOSITORI - ANNO II A CHI È RIVOLTO ? Compositori e aspiranti compositori interessati alla musica corale. Possono partecipare anche direttori di coro che abbiano maturato esperienze di scrittura o di elaborazione. Coloro che intendono iscriversi dovranno presentare, insieme alla domanda, un curriculum in cui evidenzieranno titoli ed esperienze specifiche relative all'argomento del Corso. Il Corso è aperto ad un numero massimo di 25 partecipanti. OBIETTIVI • Promuovere la produzione di nuove opere corali. • Far conoscere e sviluppare le potenzialità espressive dello strumento "coro". • Guidare i partecipanti nella ricerca di uno stile personale anche attraverso la conoscenza dei linguaggi e delle tecniche più recenti di composizione musicale. • Far conoscere i rapporti tra il momento della scrittura e quello dell'esecuzione insegnando a comporre in funzione delle reali possibilità di un coro amatoriale di buon livello. FIERA DEL LIBRO TORINO 18 Per il 2002 è prevista un’altra importante iniziativa della FENIARCO. Saremo presenti al LINGOTTO di TORINO dal 16 al 20 maggio 2002 Oltre alle pubblicazioni della Feniarco, saranno esposte tutte le produzioni editoriali delle Associazioni Regionali. In quell’occasione sarà presentato il volume per cori di bambini “Giro giro canto” pubblicato dalla Feniarco. Vi aspettiamo!! PROGRAMMA L'insegnamento è organizzato in 3 LaboratoriBottega che i partecipanti frequenteranno nell'arco della giornata a partire dalle ore 9 del mattino per terminare alle ore 23 con pause per il pranzo, per la cena e per il lavoro individuale. ∞ BOTTEGA DI COMPOSIZIONE Musiche originali per coro M° Giovanni Bonato compositore e consulente musicale ∞ BOTTEGA DI ELABORAZIONE Arrangiamenti per coro su temi di vario genere M° Mauro Zuccante compositore ed elaboratore di brani per coro ∞ BOTTEGA DI SPERIMENTAZIONE Analisi ed esecuzioni del materiale composto M° Pier Paolo Scattolin direttore di coro e compositore Per il lavoro di verifica sarà a disposizione un Coro-Laboratorio. All'interno dei Laboratori-Bottega gli allievi potranno far esaminare i lavori già composti, quelli che produrranno durante il corso e progettarne di nuovi da realizzare successivamente. L'analisi delle più significative tendenze della musica corale sarà effettuata sia attraverso l'esame delle partiture che attraverso l'ascolto. QUOTE DI PARTECIPAZIONE Quota di iscrizione L. 180.000 Pensione completa Mezza pensione Supplemento singola L. L. L. 95.000 (al giorno) 80.000 (al giorno) 20.000 (al giorno) versamenti sul c/c postale 11139599 intestato alla Feniarco Via Altan, 39 - 33078 San Vito al Tagliamento (PN) oppure sul c/c bancario 42323-5-39 Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone fil. di S.Vito al Tagl.to (PN) intestato alla Feniarco Associazione Emiliano Romagnola Cori via Amendola, 13 – 40121 BOLOGNA Presidente: Pierpaolo Scattolin • Il Consiglio Direttivo dell’AERCO, riunito in seduta congiunta con la Commissione Artistica nella sala di rappresentanza della nuova sede dell’Associazione, ha esaminato i progetti e le iniziative da realizzare nel prossimo anno 2002. Per quanto riguarda la Rassegna Itinerari di Musica Corale, il Direttivo ha ipotizzato la possibilità di articolare l’incontro musicale in tre serate e di inserire la sua programmazione nell’ambito delle iniziative del Festival Città di Bologna del maggio prossimo. Sono altresì confermati tutti i finanziamenti regionali rivolti alla organizzazione di corsi per Direttori, da realizzare nelle varie provincie. Il progetto editoriale vedrà presto la pubblicazione del sesto volume dei Quaderni di Farcoro dedicato a composizioni di Maestri dell’Emilia Romagna, iniziativa che ha riscontrato un grande successo ed alla quale hanno dato il loro contributo tredici compositori. • Continuano nelle sedi provinciali, alla presenza del gruppo dirigente dell’AERCO, gli incontri preparatori alla Assemblea dei Maestri che verrà organizzata nel prossimo marzo. Già da ora risulta evidente quanto sia atteso questo momento di riflessione e di progettualità teso ad ascoltare dalla viva voce dei Maestri Direttori dei cori associati, quelle che ritengono esser le iniziative da assumere per fornire aggiornati strumenti al fine di migliorare la qualità artistica dei cori. Anche i corsi regionali per direttori e coristi stanno concludendo il loro programma annuale. Essi coprono un arco di interessi molto ampio. La tecnica vocale, lo studio delle musiche della tradizione rinascimentale popolaresca emiliana, i vari aspetti della vocalità e della direzione nella musica contemporanea, l’approfondimento del canto gregoriano, i concetti di base della direzione di coro, le tecniche per la direzione di un coro a voci bianche. Non mancano anche corsi squisitamente tecnici come quello dell’apprendimento della scrittura musicale a mezzo del computer. • Si è frattanto concluso con ottimo successo il Concorso Internazionale di Direzione Corale organizzato a Bologna dalla Fondazione Mariele Ventre, sorta per ricordare la figura della direttrice del coro dell’Antoniano, scomparsa due anni fa. L’AERCO è intervenuta nel progetto artistico con il Presidente Scattolin che, oltre a figurare nella Commissione Giudicante, ha preparato la Corale Euridice nei diciotto brani proposti alla concertazione dei dodici maestri finalisti, scelti tra gli ottanta partecipanti. I concorrenti si sono alternati alla direzione della Corale bolognese, di fronte ad un pubblico non soltanto di addetti ai lavori, che ha seguito con interesse il certamen artistico. Alla serata conclusiva ha presenziato anche il Presidente della Feniarco Sante Fornasier. A.S.A.C. Veneto Via Castellana, 44 – 30174 MESTRE (VE) Presidente: Gastone Zotto Quarantacinque direttori di coro hanno preso parte al corso residenziale sulla vocalità e tecnica della gestualità organizzato dall’ASAC presso il Centro Turistico Dolomiti a Borca di Cadore, situato nella splendida Conca Ampezzana, a due passi da Cortina. Nei cinque giorni di fervida attività, dal 29 agosto al 2 settembre, i maestri-allievi hanno formato i gruppi di lavoro sulla scorta delle conoscenze e delle esperienze musicali da essi stessi maturate, ed hanno seguito con vivo interesse le competenti lezioni dei due bravi docenti Werner Pfaff e Clara Puorto, che l’ASAC ha voluto alla conduzione del corso per il secondo anno consecutivo. Data la complessità e la pertinenza della materia, è stato programmato un “rientro di aggiornamento” per il 23 e 24 febbraio 2002, a Padova, sotto la guida del maestro Pfaff. Sempre per la parte didattica, nel mese di ottobre sono stati avviati quattro corsi di aggiornamento sulla musica corale, per insegnanti della scuola elementare. I corsi, ai quali partecipano 65 insegnanti, sono articolati in 21 ore di lezione ciascuno e si completeranno entro metà dicembre. Nel prossimo mese di gennaio ne partiranno altri due. Nel frattempo sarà allestito il coro del progetto “Compositori Veneti 2002”: sotto la direzione di Marina Malavasi si preparerà un repertorio di alcuni autori viventi, che per questa seconda edizione del progetto saranno: Marco Crestani, Camillo De Biasi, Biancamaria Furgeri, Giorgio Pressato, Dino Stella. notizie dalle regioni Aerco Associazione Cori dell’Abruzzo via C. di Rienzo, 82 67030 Introdacqua (AQ) Presidente: Pasquale Colangelo Nel resoconto di questo quadrimestre spicca, con particolare evidenza, un avvenimento nel quale l’Associazione Regionale ha creduto e che si è effettivamente rivelato di grande spessore. Parliamo del 1° Meeting dei Cori Abruzzesi. Iniziato l’anno scorso, ma solo come momento celebrativo dell’anno giubilare esso, è venuto ad assumere un rilievo che va molto al di là del puro fatto corale, divenendo un momento di confronto, un’occasione di collegiale compartecipazione, un pezzo di storia della coralità regionale vis- 19 notizie dalle regioni suto nel cerchio di una giornata. Ovviamente il successo della manifestazione è dovuto anche al luogo: il Santuario di San Gabriele in Isola del Gran Sasso (TE), alle falde della cima più alta dell’Appennino, meta di molti pellegrini e quindi popolato di tantissimi “ascoltatori”. Quest’anno, domenica 28 ottobre, i cori partecipanti hanno raggiunto il numero di 17 e precisamente: Coro S.Paolo di Vasto, Coro di Civitella Roveto, Insieme Discantus di Pescara, Coro di Introdacqua, Coro di Picciano, Insieme S.Antonio di Montesilvano, Coro di Tresacco, Coro La Fenice di Avezzano, Schola Cantorum di Barisciano, Coro Polifonico di Pescara, Coro Spirilli di Silvi Marina, Coro Tempo di Musica di Pescara, Gruppo Corale di Tornimparte, Coro Tempèra dell’Aquila. Corale Liburnia di Mortinsicuro, Coro Monteverdi di Avezzano, Coro del Santuario di S.Gabriele. Il messaggio che da questo Meeting è stato lanciato è evidente: i Cori sanno stare insieme, sanno offrire momenti musicali altamente qualificati, dimostrano di essere un patrimonio corale e sociale per tutta la regione. Al termine del Meeting tutti i gruppi si sono dati un arrivederci al prossimo anno. A.R.CO.PU. Associazione Regionale Cori Pugliesi Via Margherita di Savoia , 13 72029 VILLA CASTELLI (BR) Presidente: Pierfranco Semeraro 20 L'A.R.CO.PU. organizza dall'11 al 13 gennaio 2002 a Foggia, presso la Sala Mazza del Museo Civico, un week-end di direzione di coro. Il corso sarà tenuto dal M° Aldo Cicconofri e verterà su: a) analisi delle tecniche e delle forme della musica corale; b) tecnica vocale; c) concertazione e direzione di brani di stili ed autori diversi. Per informazioni rivolgersi ad ARCOPU. Domenica 18 novembre scorso, a Cisternino, presso l'Aula Consiliare, si sono svolti i lavori assembleari dell'Associazione. Tra i punti più importanti all'Ordine del Giorno: le modifiche statutarie, elezione del Collegio dei Revisori dei Conti, le presentazione della 3° rassegna regionale "Corinfesta" ad Ostuni (BR) ed il Corso di Direzione di Coro che si terrà a Foggia dall'11 al 13 gennaio 2002. La maggior parte dei cori iscritti è intervenuta. Ha partecipato inoltre, ospite graditissimo, il vice-presidente A. Cicconofri, portando il saluto della FENIARCO. Alle 13.00 l'intera Assemblea è stata ospite del Hotel-Ristorante "Aia del Vento" dove si è pranzato. In serata, un concerto del coro giapponese "Il Vento Verde" proveniente da Tokyo; direttore: Hiroko Mikurube. L'intera giornata ha avuto il patrocinio e la collaborazione dell'Amministrazione Comunale di Cisternino (BR). ARS "CORI SICILIA" Via Mons. La Rosa, 1 - 96016 LENTINI (SR) Presidente: Franco Rapisarda La scelta maturata anche quest’anno di svolgere l’ annuale Raduno Regionale in forma itinerante si è rivelata ancora una volta vincente. La collaborazione con Amministrazioni locali sensibili ed intelligenti che sanno cogliere la funzione sociale, culturale ed artistica di queste iniziative (quest’anno con il Comune di Modica) ha raggiunto risultati non comuni. Passiamo ora alla cronaca di questa due giorni iniziata con la tavola rotonda di Sabato pomeriggio 15 settembre, aperta con il saluto del Presidente dell’ ARS Cori Franco Rapisarda, cui hanno preso parte: Valentino Donella, compositore, docente presso l’istituto Ambrosiano di Musica Sacra di Milano; Sante Fornasier Presidente Nazionale della FENIARCO; Bruno Zagni, compositore e docente presso il Conservatorio di Bologna; Giuseppe Barone Assessore alla Cultura di Modica e ordinario di Storia Moderna presso l’Università di Catania ed Eugenio Arena, vicepresidente della FENIARCO. Attraverso le loro relazioni essi hanno effettuato una disamina degli aspetti storici, musicologici, sacri di tradizione regionale e nazionale della coralità. La sera di Sabato 15 ha visto il Duomo di San Giorgio animato da un pubblico foltissimo che ha assistito al concerto del coro “Roberto Goitre” di Messina diretto dal M° E. Arena e dal coro “Claudio Monteverdi” di Modica diretto dal M° O. Baglieri. Domenica 16 settembre, i 25 cori partecipanti si sono alternati nelle esibizioni distribuite tra il Duomo di San Giorgio e il Santuario della Madonna delle Grazie, ricevendo preziose indicazioni e suggerimenti da parte della commissione di ascolto. Tutto si è svolto non in termini competitivi ma sullo sfondo di un confronto aperto e vivace, che ha trovato il suo momento culminante e più significativo nell’esecuzione, a cori riuniti, sulla scalinata della Chiesa Madre di San Pietro, del “Và pensiero” dal Nabucco di G. Verdi e da “L’inno alla pace” di Dino Stella, la cui direzione è stata affidata al M° Alida Balcone direttore del Coro Ad Dei Laudem di Lentini. L’atrio del Palazzo di città, gremito, ha quindi accolto tutti i cori per la breve esibizione finale e la consegna della targa ricordo da parte delle autorità cittadine. Un ringraziamento al Comune di Modica ed a tutti i componenti dell’Associazione Musicale “Claudio Monteverdi” che si sono spesi con disponibilità e generosità perché l’organizzazione del Raduno non risentisse di alcun vuoto o lacuna. Così è stato. Due gli appuntamenti di rilievo per l’USCI Friuli Venezia Giulia tra ottobre e novembre 2001: l’ VIII edizione di Corovivo e la conclusione della pubblicazione dell’opera omnia di Alessandro Orologio. Corovivo, manifestazione biennale itinerante, si è tenuta quest’anno a Gorizia domenica 21 ottobre presso il Kulturni Center “L. Bratuž. La manifestazione si conferma come un confronto – concorso riservato alla coralità della regione ed aperto a tutti i cori del Friuli Venezia Giulia, anche a quelli non iscritti all’USCI, e si distingue per la sua originalità ponendosi come uno degli eventi più significativi per la coralità regionale. Il regolamento prevede che ogni formazione curi due fondamentali momenti: da una parte l’esecuzione musicale di brani, dall’altra la stesura di un progetto organico e omogeneo. I risultati degli approfondimenti sono pubblicati nel volume che accompagna la manifestazione a testimonianza del lavoro svolto e quale contributo alla conoscenza della realtà corale e musicale della regione. Nell’edizione goriziana si sono distinti, raggiungendo la fascia di eccellenza, il Coro “G. Peresson” di Piano d’Arta (L’uomo e la natura. Dal gemito di antichi conflitti tra pari, il richiamo ad un patto di armoniosa convivenza. Nuove proposte corali inedite di Arnaldo De Colle (su testi in lingua friulana), il Gruppo Vocale “Voci della tradizione” di Trieste (Canzonatura, ironia e nostalgia nel canto in dialetto triestino), che ha ottenuto anche una segnalazione dalla giuria, il Coro Polifonico di Ruda (Benjamin Britten. The Ballad of Little Musgrave and Lady Barnard), il Coro “Jacobus Gallus di Trieste (“Sdrindulaile – Oj božime – Santa Luzia” lo spunto per una riflessione sulle tendenze e linee di sviluppo del canto corle in una realtà di frontiera), il Coro “Hortus Musicus” di Trieste (Johann Christoph Friedrich Bach. Wachet auf, ruft uns die Stimme: un mottetto di filiazione bachiani nel tardo ‘700). Gli altri cori partecipanti: il Coro misto della Società Filarmonica “G. Verdi” di Ronchi dei L. (GO), il Coro misto “Igo Gruden” di Aurisina (TS), il Coro femminile “Danica” di San Michele del Carso (GO), il terzetto femminile “Ver Laetum” di Opicina (TS), l’Associazione Corale Polifonica di Montereale Valcellina (PN), il coro “Zahre” di Sauris (UD), la Corale “Renato Portelli” di Mariano del Friuli (GO), l’Ensemble “Lumen Vocalis” di Tapogliano (UD), il Coro Contrà Camolli di Camolli-Casut (PN). La giuria era composta dai maestri Roberto Gabbiani, Aldo Cicconofri, Sandro Filippi, Mauro Zuccante e Domenico Cieri. La commissione artistica di Corovivo ha premiato il notizie dalle regioni Unione Società Corali Friuli Venezia Giulia Via Altan, 39 33078 SAN VITO AL TAGLIAMENTO (PN) Presidente: Sante Fornasier progetto di Fabio Nesbeda ”Wachet aut, ruft uns die Stimme: un mottetto di filiazione bachiana nel tardo ‘700” presentato dal coro Hortus Musicus. La raffinata cornice di Palazzo Monterale Mantica a Pordenone ha ospitato la presentazione dell’Opera Omnia di Alessandro Orologio. Non erano neppure gli anni Novanta quando Sante Fornasier, ancora presidente dell’USCI della provincia di Pordenone animò la coraggiosa iniziativa di raccogliere in edizione moderna la produzione del più grande compositore rinascimentale friulano. A vincere sull’iniziale scarso entusiasmo fu il crearsi di una sinergia da più fronti: non solo l’appoggio delle istituzioni e dei finanziatori ma anche l’indispensabile adesione di un editore disposto ad assumersi i rischi di un simile progetto (la casa editrice musicale Pizzicato di Udine) e l’appassionato e competente impegno del comitato editoriale e dei curatori (Giulio Cattin, David Bryant, Ivano Cavallini, Franco Colussi, Paolo Fabbri, Sante Fornasier, Fabio Metz, Gilberto Pressacco, Gioacchino Perisan, Andrea Bombi, Francesco Luisi, Alessandra Andreotti). L’opera, che in otto volumi esaurisce la produzione vocale e strumentale, sacra e profana del musico friulano vanta non trascurabili ragioni di eccellenza: l’accuratezza nell’esame delle fonti disponibili in Italia e all’estero, l’esauriente apparato critico e la ricerca biografica e, non da ultimo l’approccio capace di mediare tra coerenza filologica ed esigenze del moderno esecutore. La musica di Orologio è stata fatta rivivere dai concerti celebrativi proposti dall’Ensemble Orologio ospitati dal Duomo di Spilimbergo, dalla Chiesa di Santa Maria Maggiore a Trieste e dal Duomo di Udine. I concerti, secondo la definizione di Franco Colussi, direttore artistico dell’intero progetto, sono stati un vero e proprio “evento culturale” che ha permesso di ascoltare la reale portata di quella musica riproposta a secondo criteri filologici sotto l’aspetto degli strumenti utilizzati e della cura stilistico interpretativa. Sotto la direzione di Davide De Lucia sono stati riproposti i Cantica Sion, mottetti per doppio coro, alcune Intrade strumentali e un Magnificat a cinque voci. Coristi provenienti da tutta la regione e musicisti professionisti si sono fiancheggiati in un’interpretazione che Francesco Luisi, ospite alla “prima” di Spilimbergo , ha definito “eccellente e di grande godimento artistico”. Il periodo che va dall’Avvento all’Epifania vede l’avvio di una nuova interessante proposta musicale: Nativitas, in collaborazione con l’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Feniarco, le USCI di Gorizia Trieste e Pordenone e dell’Unione dei Circoli Culturali Sloveni. E’ un percorso concertistico vocale e strumentale costituito da una serie di concerti coordinati tra loro e distribuiti sul territorio regionale in località particolarmente significative e nelle regioni confinanti dell’Alpe Adria in una collaborazione che rinforzi i rapporti di scambio culturale, stimoli la ricerca nei rispettivi territori e possa promuovere proposte di repertori inusitati sia locali che internazionali. Sono previsti dodici concerti che coinvolgeranno una ventina di cori regionali. 21 notizie dalle regioni 22 A.R.C.C. Associazione Regionale Cori Campani Palazzo dei Convegni 82036 SOLOPACA (BN) - tel. 0828-53753 Presidente: Giovanni Moscariello Amici lettori, mi pregio di porgervi il primo, caloroso saluto dalla pagine di questa rivista, in veste di nuovo Presidente dell’Associazione Regionale Cori Campani. Com’è noto, a seguito di un iter molto travagliato, segnato da incontri, confronti e sollecitazioni varie, l’ARCC ha di recente provveduto al rinnovo degli organi ed alla definizione di un ambizioso programma, del quale cercherò di rendere conto in questa sede, sia pure sommariamente, nel convincimento che i fatti – quelli già realizzati e quelli in via di definizione – dicono molto più delle parole. Orbene, il piano a cui stiamo lavorando si articola sostanzialmente in tre punti, che sono: a) l’impulso all’attività culturale; b) il servizio di consulenza giuridica e fiscale; c) il sostegno tecnico-amministrativo. Su tutto riteniamo debbano prevalere due obiettivi: il “risanamento giuridico” e l’ampliamento dell’organico, soprattutto attraverso il coinvolgimento delle province non ancora presenti in Associazione. Discorro di “risanamento giuridico” specialmente a proposito della esigenza di una integrazione della nostra Carta Statutaria, purtroppo imprecisa e lacunosa rispetto a molti aspetti della vita associativa. Trattandosi di un argomento di estrema rilevanza, per rendere quanto più possibile partecipato il rifacimento del pilastro giuridico del nostro consorzio, è parso opportuno sottoporre a tutti i soci una bozza di regolamento integrativo per consentire loro di appuntare eventuali suggerimenti o proposte di emendamento. Una volta raccolte le annotazioni, sarà stesa la bozza definitiva da presentare alla prossima assemblea, già fissata per il giorno 14 dicembre. Si diceva della necessità di dare all’Associazione un respiro effettivamente regionale, attraverso l’ampliamento dell’organico. Ho il piacere di rendere noto, a questo proposito, che nelle scorse settimane ho personalmente contattato circa settanta cori, molti dei quali provenienti da province finora scarsamente rappresentate in seno all’ARCC. Ritengo particolarmente soddisfacenti i rapporti instaurati con le province di Caserta e Benevento, che vantano una intensa e competente attività corale, che sarà presto – ce lo auguriamo – fonte di arricchimento e di qualificazione per l’Associazione, come resto vivamente rallegrato dei legami intessuti con nuovi complessi canori delle province napoletana e salernitana, già largamente rappresentate. Lo sforzo che ci attende continuerà a concentrarsi sulle province su cui ultimamente si è insistito (Caserta e Benevento), ma si indirizzerà soprattutto alla provincia di Avellino, finora presente in Associazione con un solo coro. Tornando agli obiettivi cui tende la nostra Istituzione, campo d’intervento prioritario è evidentemente la promozione dell’attività culturale e centrale e di conseguenza il ruolo della Commissione Artistica, alla quale si è raccomandato, prima ancora che si costituisse, di operare alacremente, senza attendere sollecitazioni di altri organi. Proprio a motivo della priorità che il profilo artistico riveste nella gamma delle nostre attività, d’altro canto, si è ritenuto, in una delle ultime sedute consiliari, di dover scegliere il responsabile tecnico della Commissione Artistica tra i consiglieri eletti, sì da garantire un continuo e congruo collegamento tra l’organo consultivo di più rilevante momento e l’organo preposto a tradurre in delibere proposte ed orientamenti. A proposito dei contenuti su cui la Commissione dovrà lavorare, si è espresso l’auspicio e offerto il suggerimento della indizione di rassegne, concorsi e corsi per direttori e coristi. Nell’attesa dell’avvio dei lavori, ho preso personalmente contatto con gli amici della Cappella Musicale Pontificia per verificare la possibilità di un corso del M° Mons. Giuseppe Liberto, del M° Don Marcos Pavan e del M° Massimo Valentini, rispettivamente direttore, maestro dei pueri cantores e tenore primo della Sistina. Evidentemente, trattasi di proposta specifica, indirizzata solo a chi, fra noi, predilige il repertorio sacro-liturgico, ma potrebbe essere un inizio interessante, prodromico ad altre similari esperienze, di diversa e più ampia portata. Sempre in tema di proposte fornite dal Consiglio in materia artistica alla commissione competente, v’è l’idea, già avviata alla realizzazione, di un concerto che coinvolga i cori iscritti in occasione della chiusura dell’anno verdiano, che, com’è noto, si celebrerà il prossimo 27 gennaio. Al profilo culturale attengono poi altre due ragguardevoli e stimolanti iniziative: la Giornata del Corista e la formazione del Coro Campano. La Giornata del Corista, anzitutto, mira a riunire a cadenza annuale, in una struttura capiente, tutti i cori associati, e non solo i loro direttori o presidenti, perché si favorisca quello scambio umano e culturale che, se ai singoli fornisce occasione preziosa di arricchimento, per le aggregazioni è tappa fondamentale del processo di maturazione di quello che soglio definire il “senso di appartenenza”: la consapevolezza, cioè, di essere parte di una istituzione che non è solo idee, progetti, documenti e certificati, ma si sostanzia di persone che hanno dei volti e condividono dei valori. L’appuntamento è stato già fissato alla seconda Domenica dopo Pasqua. Quanto all’altra tematica cui facevo accenno, quella della costituzione del coro campano, si registrano attualmente due linee di pensiero in Associazione: quella secondo cui la formazione dovrebbe limitarsi a prestare sostegno ai cori che ne facessero richiesta, magari in occasione di un concerto particolarmente impegnativo, e quella per cui essa dovrebbe, di contro, avere configurazione propria e proporsi, in determinate occasioni, come rappresentanza scelta della coralità campana. Avremmo piacere di conoscere, a questo proposito, magari in via informale, gli esiti di esperienze simili già avviate in altre regioni. Riguardo alle restanti articolazioni nelle quali si specifica il nostro impegno associativo, per esigenze di brevità mi limito a ricordare che l’ARCC presta servizio di consulenza giuridico-fiscale ai cori associati, sicché chi necessita di suggerimenti in tema di statuti, di assicurazioni o di tasse, espone il problema alla segreteria o direttamente al Presidente e fruisce della competenza del comitato di esperti che l’Associazione mette a disposizione dei suoi membri. L’attività tecnico-amministrativa del nostro consorzio, d’altra parte, lungi dall’arrestarsi alla fornitura dei certificati di agibilità Enpals, si estende ai contatti con la Pubblica Amministrazione, alla stipula di convenzioni che garantiscano agevolazioni sugli acquisti di materiale musicale vario e al servizio d’informazione. Circa le agevolazioni sugli acquisti si è provveduto a concludere un’intesa con la Ricordi, in forza della quale i nostri soci avranno diritto ad uno sconto del 10% su spartiti e cd, del 20% nell’ipotesi di acquisti di particolare volume e del 50% sul materiale invenduto della Casa Musicale. Quanto al servizio informativo, essendo chiaro l’orientamento dei più per le comunicazioni via Internet, particolarmente indicate per contatti veloci, continui e proficui, si è commissionato l’allestimento del sito dell’Associazione, che riporterà, tra l’altro, i riferimenti, il curriculum e le attività dei cori iscritti. Sotto il profilo economico, ha finalmente trovato realizzazione l’elementare principio umano e giuridico - prima di noi disatteso solo per le incertezze tipiche delle fasi iniziali - della necessaria distinzione tra il patrimonio personale di chi gestisce e il patrimonio associativo: dopo apposita delibera consiliare, si è difatti costituito un conto corrente per l’Associazione presso il Banco di Napoli. A conclusione di queste righe, mi sia consentito esprimere l’auspicio di un percorso comune che confermi ed incrementi gli ottimi rapporti già instaurati con gli amici della Federazione Nazionale: la sintonia di vedute e la stima reciproca – ne siamo convinti – sono preludio certo e rassicurante di una collaborazione intensa e feconda. A tutti, ben trovati! d i A l v a r o Va t r i Tours, città della Francia nella regione della Turenna, capoluogo del dipartimento dell’Indre-et-Loire, alla confluenza del Cher nella Loira, conta 130.000 abitanti. È la capitale del “Giardino di Francia”, fiorì nel XV sec. dopo l’introduzione dell’industria della seta e degli arazzi. Conosciuta in tutto il mondo per i suoi vini (Chinon, Bourgueil, Vouvray...), lo è altrettanto nell’ambito corale perché organizza da vari decenni il “Florilège Vocal del Tours”, uno dei concorsi internazionali di Canto corale più prestigiosi e che, come i nostri lettori ormai sanno, fa parte del circuito del “Gran premio europeo di Canto Corale”. Il concorso (anzi il “Florilegio vocale”, come recita l’elegante dizione originale) si svolge ogni anno sei domeniche dopo Pasqua, cioè nella domenica di Pentecoste: l’edizione 2002 si terrà il 18 maggio. È articolato in quattro categorie: cori misti, cori a voci pari, ensemble vocali misti, programma libero. I cori iscritti devono partecipare a due categorie a scelta. Il giudizio della giuria si basa su cinque parametri: la qualità tecnica (intonazione), la qualità dello stile (interpretazione), la scelta del programma, le qualità vocali, modo di presentarsi del gruppo. A detta di molti partecipanti sembra che sia una competizione piuttosto severa. Al concorso è collegata la pubblicazione di un CD che presenta soprattutto esecuzioni di opere contemporanee, anche se tra le prove concorsuali è prevista l’esecuzione di brani rinascimentali o barocchi. Il criterio con cui vengono scelti i brani da inserire nell’antologia sono accennati nella presentazione relativa all’edizione celebrativa del 20° anniversario del Concorso, e cioè quello di offrire una panoramica del repertorio di musica corale contemporanea internazionale di più frequente esecuzione. È indubbio l’interesse che tali registrazioni rivestono per la coralità amatoriale anche per questo aspetto informativo. C’è da rilevare, a questo proposito, che il libretto che accompagna i dischi è fortemente carente di tutte quelle informazioni che riguardano la nazionalità, le date e un sia pur telegrafico profilo di quegli autori che non sono ancora presenti nelle grandi opere di consultazione, per non parlare dei dati relativi ai brani e alla consistenza dei complessi corali. Ma questo è purtroppo un difetto, anzi un malvezzo, ampiamente diffuso. Entriamo più nel dettaglio descrivendo uno dei CD in nostro possesso, quello relativo al 1997. Vi sono presenti autori come Javier Busto, Knut Nystedt, Harry Warren, Ambroz Copi, Jozef Karai, John Høybye, Christoph Demantius, Ryan Cayabyab ed altri, ma ci sono anche i notissimi Ward Swingle, Max Reger, Clement Janequin che stimolano a confronti molto utili con altre esperienze di ascolto. Da un punto di vista della “vocalità” si passa dal norvegese coro femminile Choeur Voci Nobili di Bergen allo sloveno Komorni Zbor Ave di Lubiana, dal Sct Peders Koncertkor di Randers (Danimarca) al tedesco Coro da Camera di Saarbrücken per finire con The Philippines Magrigal Singers di Quezon City. Ricco panorama di “colori” dunque, tutti peraltro impeccabili tecnicamente, e sicuramente ricchezza di soluzioni stilistiche, a volte discutibili (come l’esecuzione de “La guerre” di Janequin da parte del coro filippino), ma sempre tali da offrire validissimi elementi di analisi e di approfondimento. Per coloro che fossero interessati as approfondire l’argomento il riferimento è: Florilège Vocal de Tours HÔTEL DE VILLE RUE DES MINIMES / B.P. 1452 37014 TOURS CEDEX 1 TEL. 02 47 21 65 26 / FAX 02 47 21 67 71 rubriche DISCOGRAFIA Sappiamo che molte Associazioni Regionali e molti cori hanno una regolare produzione discografica. Se pensano di poterla mettere a disposizione della nostra rubrica condividendone l’assunto “formativo” piuttosto che specificamente critico saremmo ben lieti di occuparcene. Chi fosse interessato può prendere contatto con la redazione di Choraliter. 23 rubriche MONDOCORO Curiosità, navigazioni, spigolature su Internet, riviste, libri A CURA DI GIORGIO MORANDI “Cantare abbellisce la vita; i cantori abbelliscono la vita degli altri. (Zoltán Kodáli) “Chi canta e ride scaccia la sfortuna!” (Un vecchio saggio bergamasco!) “La signora Wienek usava sempre dire: Chi canta è ancora in vita, e ancora, Chi trova gusto a mangiare non è perduto. Io cantavo e avevo fame”. (Heinrich Boll, “Opinioni di un Clown”). …Ergo: Il Canto è un bisogno fondamentale Amici lettori di questa “grande” (J…for want of a better word) rubrica, dell’essere umano, e per questo… Ben Ritrovati! continuiamo a parlarne e ad esercitarlo. Dopo questa introduzione/saluto che ho attinto dalla mia collezione di citazioni, frasi, motti, detti, definizioni, suggerimenti e battute sulla Musica, sottocapitolo “Canto”, considerati i tempi in cui questo numero di CHORALiter dovrebbe essere nelle vostre mani, cioè appena prima o appena dopo Natale, aggiungo i miei migliori auguri perché le Feste di Fine Anno siano caratterizzate da serenità e gioia per tutti voi e i vostri famigliari, e, di cuore, per tutto il 2002, auguro “Pacem in Terris, Musicam in Coelis!”. Ed ecco quindi le notizie internazionali che questa volta intendo portare alla vostra attenzione, pur nella consueta forma telegrafica che lo spazio della Rubrica impone. I DIRETTORI DI CORO E IL LORO LAVORO… NEL MONDO (ICB, Vol.XX, n. 4 Luglio 2001) Nell’Ambito della Federazione Internazionale per la Musica Corale (IFCM) di cui “International Choral Bulletin” è l’organo di informazione, è stata creata la “Commissione dei Direttori di Coro IFCM” che in ben due Conferenze (in Spagna e in Venezuela) ha esaminato uno dei principali aspetti del Canto Corale mondiale. “I Direttori di Coro ed il loro lavoro. Impressioni da diversi paesi di tutto il mondo” è il lungo e ben articolato testo che ne è scaturito. Ovunque capita di ascoltare cori eccellenti, buone conferenze, ma talvolta ci si chiede: “Quale è l’attuale situazione della musica corale nei diversi paesi?”. Il testo di cui stiamo parlando presenta questa disamina dal punto di vista dei Direttori di Coro. Partendo dal presupposto che il movimento corale dipende direttamente dalla situazione “Direttori di Coro”, ecco le domande che i convenuti di sono posti: “In quali condizioni lavorano? Quale formazione ricevono? Il loro lavoro è remunerato professionalmente? O il loro lavoro è volontario? La società li considera musicisti? Hanno a loro disposizione le necessarie risorse quali musica a stampa, locali prove adeguati, ottimale accesso alle informazioni?”. La relazione fornita da Christian Ljungreen, Presidente della Commissione, analizza in diversi paesi (tutti i continenti sono rappresentati) il background, la professione e lo status del Direttore di Coro; parla della sua formazione, della necessità di contatti internazionali e di una comunicazione diretta fra Direttori di Coro. Nei diversi paesi sono prese in considerazione l’esistenza o meno di Associazioni Corali o dei Direttori di Coro e la loro funzione. L’articolo si chiude con una dozzina di suggerimenti forniti per l’azione futura della Commissione. UN LIBRO UTILE ED INTERESSANTE: “The Cambridge Companion to Singing” (ICB, Vol.XX, n. 4 Luglio 2001) 24 (di John Potter, Cambridge University Press 2000): E’ certamente un libro consigliabile senza riserve a chiunque - Solista, Direttore di Coro, Cantore o Educatore - sia interessato ad un qualsiasi aspetto del canto. E’ una raccolta di diciannove saggi di diciassette autori, dedicati a una vasta gamma di stili vocali, dalla musica antica alla tecnica vocale contemporanea, dalla world music e rap al canto artistico europeo. La prima sezione del volume è dedicata alla tradizione popolare con articoli sulla world music, il rock, il rap (ma il rap è davvero canto?) e il jazz. E poi da Al Jolson attraverso Elvis Presley fino a Michael Jackson con discussioni sull’influenza dell’avvento del microfono. Lo stesso J. Potter (curatore del libro) ha cose interessanti da dire sul swing, sull’improvvisazione ed il “vocalese”. La seconda sezione è dedicata alla voce in teatro partendo dal XX secolo e via via toccando gli stili vocali del musical con cantanti come Ethel Merman. Due articoli affascinanti sono dedicati alla nascita dell’opera e alla grande opera del XIX secolo. Tecnica vocale prima dell’era della registrazione, tecnica vocale del canto pre-romantico e la voce nel Medio Evo rubriche dimostrano che la pratica moderna è certamente molto diversa da quella delle generazioni precedenti. Ed infine l’attenzione viene posta sull’avvento dell’amplificazione che consente di produrre sufficiente volume di suono permettendo al cantante una voce più “naturale”, cioè più vicina alla voce parlata. La terza sezione è dedicata alla musica corale e al canto, evidenziando in particolare le tradizioni contrastanti di vari paesi europei, Germani, Francia e Inghilterra in particolare. I Cori delle Cattedrali inglesi e la Musica Sacra Corale negli Stati Uniti d’America sono il soggetto di due saggi distinti . La quarta sezione (prassi esecutiva) sarà di grandissimo interesse per cantori e direttori di coro. Heikki Liimola dà indicazioni concrete ai cantori: “…siate coscienti che siete un gruppo di cantori che cercano di agire come uno solo: respirate e articolate insieme, pensate voi stessi nella voce della persona che vi è vicina… Dovete guardare il direttore, ma non diventare direttore-dipendenti…” ma non lesina suggerimenti considerevoli nemmeno ai Direttori. Molto utili sono gli esempi di esercizi per il riscaldamento ed alcune note su come organizzare un coro …dietro le quinte. E’ davvero interessante questo suggerimento: “…Accertati che tutti abbiano il massimo dell’informazione sulle attività del Coro. I Cori sono pieni di persone artisticamente dotate e creative, con una immaginazione vivida. Se devono inventarsi l’informazione, potrebbero uscirsene fuori con vivaci trovate…”. Due articoli trattano, invece, la tecnica del cantare insieme e le tecniche vocali contemporanee. Ottimo è il lavoro di David Mason sull’insegnamento e sull’apprendimento del cantare. La sua è una tecnica del “mani addosso”. Egli afferra effettivamente il cantore e cerca di mettere il suo corpo in quella che egli ritiene essere la posizione corretta. Per ultimo, a Felicity Laurence è affidato il saggio sull’insegnamento del canto ai bambini. Tutto il libro è impostato sulla fisiologia e sulla fisica del canto in contrapposizione alla parlata normale e all’esecuzione orchestrale. “INGAGGIAMO LA PACE ATTRAVERSO IL CANTO”, UN INVITO A CREARE MUSICA PER LA PACE, Concorso di Composizione e Concerti (ICB, Vol.XX, n. 4 Luglio 2001) L’articolo è stato scritto prima dei gravi fatti dell’11 Settembre scorso ed il progetto era già stato proposto per la consapevolezza che all’inizio del nuovo millennio l’umanità si trova a confrontarsi con la sfida globale di creare una pace giusta e sostenibile. La promozione della pace è un processo dinamico in cui la musica gioca un ruolo cruciale. Eseguendo ed ascoltando musica in tutto il mondo noi prendiamo parte attiva nella promozione della comprensione fra le diverse popolazioni dell’umanità. La musica corale in particolare è un modo specialissimo e commovente di sperimentare l’unità di tutti i popoli, di qualunque razza, etnia o nazionalità essi siano. Con questo spirito la Carlton Savage Endowment per le Relazioni Internazionali e la Pace (Università dell’Oregon) sponsorizza un Concorso Internazionale di Composizione sul tema “Ingaggiamo la Pace attraverso il Canto” (“Waging Peace through Singigng”). Scopo del concorso è quello di incoraggiare la creazione e la diffusione di un repertorio di musica corale internazionale su testi connessi con il tema della pace. I Compositori di ogni paese, senza limiti di età o altre restrizioni sono invitati a presentare loro opere della durata di 17 minuti (comunque non oltre 15’). Devono essere opere inedite, ma è gradita - da parte dell’autore - la presentazione dell’opera su cassetta o CD. Termine ultimo di presentazione delle opere: 1° Febbraio 2002. Ogni concorrente può presentare (senza pagamento alcuno di quote di adesione) più opere in una delle dieci categorie previste. La giuria internazionale dividerà fra i vincitori la somma di 15.000 U$D. Per ciascuna categoria la giuria potrà assegnare un Premio Speciale per Giovani Compositori con meno di 26 anni d’età. Tutte le composizioni presentate saranno pubblicizzate nel sito internet di “Waging Peace” con informazioni per i cori che desidereranno ottenerle. Il brano vincitore della prima e seconda categoria avrà una “Prima Esecuzione” durante l’Oregon Bach Festival Composers Symposium di luglio 2002 cui i compositori stessi saranno invitati. Il brano vincitore delle altre categorie avranno la “Prima Esecuzione” durante il Music Today Festival dell’Università dell’Oregon nel Novembre 2002. Direttore del Programma è robert Kyr ([email protected]) ma maggiori informazioni si possono avere direttamente in www.Iwagepeace.com o contattando Matthew Svoboda ([email protected]) oppure per posta ordinaria: School of Music/University of Oregon, Eugene-Oregon, 97403-1225 - USA. ASTOR PIAZZOLLA (ICB Vol. XXI, N. 1, Ottobre 2001) “Il più grande musicista popolare argentino”, “Il migliore musicista popolare del mondo”, “Il miglior musicista e miglior arrangiatore del Mondo”. Definizioni assolute? Sì, ma d’autore! Sono infatti, rispettivamente, di Oscar Escalada, (Compositore, Direttore di Coro, Presidente della associazione Argentina per la Musica Corale), Vinicius De Moraes 25 rubriche (compositore) e Dizzy Gillespie. Esse introducono un interessante presentazione del musicista argentino quale preambolo alla presentazione tecnica della sua opera “Las cuatro estaciones porteñas” (Le quattro Stagioni di Buenos Aires). Tutte le tre pagine fittamente scritte (che per altro rappresentano solo la prima parte di un articolo che si completerà nelle edizioni successive della rivista) è corredato da esempi musicali che ben illustrano l’“utilizzo del basso”, le “caratteristiche ritmiche” e gli “arrangiamenti corali” nell’opera del Maestro. Per la prima volta dalla sua creazione la rivista porta in omaggio ai suoi lettori un interessante “documento”, un CD dal titolo “Dos Compositores Argentinos”. Questo CD presenta sette brani di Astor Piazzolla (compreso “Le Quattro Stagioni di Buenos Aires”) e otto pezzi di Carlos Guastavino. Probabilmente ci sarà dato di conoscere questo secondo compositore nel prossimo numero dell’ “International Choral Bulletin”. In linea con la nostra scelta di uscire dal villaggio corale locale per incoraggiare una più ampia conoscenza ed una maggior godimento del fenomeno corale, non mancheremo di darne breve informazione. MANIFESTAZIONI CORALI di… INTERESSE MONDIALE (ICB Vol. XXI, N. 1, Ottobre 2001) La rivista presenta dettagliato resoconto di una serie di importanti eventi corali internazionali come il 1° Symposium Nazionale di Musica Corale che ha avuto luogo in Romania dal 24 al 27 Maggio 02, la 2ª Conferenza della Associazione dei Direttori di Coro Brasiliani, del Luglio scorso ed il Symposium sulla Musica Corale per l’Asia/Sud Pacifico a Singapore in Agosto 2001, eventi di cui si fa semplice citazione per cronica mancanza di spazio, mentre qualche parola in più bisogna dedicare ai seguenti avvenimenti: 13° Gran Premio Europeo Per il Canto Corale di Debrecen/Ungheria, 27/29 Luglio 2001, tenuto in occasione del 40° anniversario del “Concorso Internazionale Béla Bartók”. Organizzato ogni anno alternativamente nelle città sedi di Concorso Europeo - Arezzo (Italia), Debrecen (Ungheria), Gorizia (Italia), Tolosa (Spagna), Tours (Francia) e Varna (Bulgaria) - vede confrontarsi i vincitori dei citati concorsi nell’anno precedente. Vincitore del Grand Prix 2001 è stato il Coro di ragazzi “Magnificat” di Budapest, diretto da Valéria Szebellédi, già vincitori del Concorso 2000 di Debrecen. Nella Giuria Internazionale è da notare la presenza dell’italiano F. Luisi. 19° Zimriya di Gerusalemme/Israele (Triennale - 30 luglio / 09 Agosto 2001) Chi farebbe un viaggio per un Festival a Gerusalemme in tempi così difficili? In effetti i cori partecipanti non sono stati molti come negli anni scorsi, ma con 6 cori stranieri e 13 israeliani la manifestazione ha avuto luogo con successo. Sei degli undici “ateliers” previsti sono stati attivati; Il Coro Mondiale dei Giovani, pur decimato nei suoi componenti rispetto alla formazione che aveva operato in Venezuela e Florida, ha dato il suo concerto secondo la miglior tradizione musicale. La prossima edizione, 20ª Zimriya, è annunciata per il 2004; ci si augura in un ben diverso clima mondiale, liberato da ogni tensione. 7° Concorso per Cori da Camera di Marktoberdorf/Germania (Biennale - 31 Maggio / 5 giugno) Secondo Eskil Hemberg, Presidente della IFCM, è (con quello di Debrecen in Ungheria) uno dei migliori concorsi corali europei, non tanto per l’impeccabile organizzazione da parte dell’Accademia di Musica Bavarese, quanto per la scelta dei cori selezionati per la partecipazione e rappresentanti la cultura corale di tutto il globo. Prima novità dell’anno: l’ammissione di cinque cori maschili (categoria precedentemente esclusa) a fianco di undici cori misti e cori femminili. In totale 16 Gruppi corali scelti fra oltre cinquanta richiedenti!. Seconda novità: I “soliti” cori ungheresi, ucraini e baltici hanno dovuto cedere ai cori asiatici e statunitensi. “…Marktoberdorf rappresenta un grande evento generatore di idee, un luogo stupendo per creare contatti ed essere ispirati da diversi grandi leader corali; è un luogo magnifico per scambiare musica e, soprattutto, per fare nuove amicizie”. 3° Symposium Internazionale del Canto Corale di St. John’s, Newfoundland/Canada (Biennale - 1/8 luglio 2001) “Condividere le voci” e “Festival 500” nella capitale di Terranova in Canada ha visto la partecipazione di 1500 persone che attraverso 51 diverse conferenze (sissignori, cinquantuno!) hanno potuto interessarsi al Fenomeno del Canto in generale e del Canto Corale in particolare. Volendo a tutti i costi dare degli esempi, si possono citare solo pochi dei temi affrontati: “Interpretazione storica ed esecuzione pratica”, “I Compositori ed il loro lavoro”, “Aspetti sociologici”, “Teoria dell’Insegnamento applicata alla musica e al coro”, “Training vocale e salute vocale”… Tutte le conferenze sono state raccolte in un volume ottenibile presso “The Phenomenon of Singing, Festival 500”, Sharing the Voices, 7 Plank Road, St. John’s NF, A1E 1H3, Canada. 26 rubriche ATTIVITÀ nel FUTURO PROSSIMO MONDIALE: (ICB Vol. XXI, N. 1, Ottobre 2001) Nel carniere della coralità mondiale vediamo e segnaliamo (senza pretesa di completezza) le seguenti importanti manifestazioni: 6° Symposium Mondiale sulla Musica Corale a Minneapolis/St.Paul nel Minnesota, dal 3 al 10 Agosto 2002 - www.worldchoralsymposium6.org; Coro Giovanile Mondiale, diretto da Tönu Kljuste, a Winnipeg/Canada e a Minneapolis/St.Paul nel Minnesota, Estate 2002; Festival per Cori di Ragazzi (da 10 a 17 anni, voci eguali), Namour (Belgio), 13/21 Luglio 2002: Workshops, Open singigng, Play activities… [email protected] Oltre un centinaio di avvenimenti corali di tutti i generi in tutto il mondo… nella ricca rubrica “Festivals, Concorsi, Laboratori”. ONORE ITALIANO AL MERITO… CORALE: C’è sempre una “Prima volta”, e questa lo è per la segnalazione - sia pure telegrafica (e certamente incompleta) - di Italiani che si fanno onore a livello mondiale nel campo della Coralità: GIUSEPPE MIGNEMI, siciliano, Compositore, Direttore di Coro. Con il brano “Le temps qui passe” ha vinto il terzo premio al Concorso di Composizione Internazionale “Time” organizzato in Olanda da Jan Vermulst Foundation, Europa Cantat/A Coeur Joie ed Annie Bank Music Publishers. Partitura reperibile presso: [email protected]. “Europa Cantat Magazine” gli ha dedicato ampio meritato spazio. CARLO PAVESE, nato nel 1971, ha studiato composizione e direzione corale al conservatorio G. Verdi di Torino. Ha continuato gli studi a Stoccolma con Gary Graden ed ora lavora come suo assistente. Ha costituito e dirige molti Cori e Ensembles Vocali. Recentemente ha vinto il secondo premio al Primo Concorso Internazionale per Giovani (nati fra 01.01.1970 e 31.12.1981) Direttori di Coro organizzato dalla Liszt Ferenc University of Music in Budapest in collaborazione con l’Associazione Ungherese dei Cori e Orchestre, con Europa Cantat e con AGEC. Il nostro Direttore si è imposto su 30 colleghi ammessi a concorso a fronte di 50 richieste pervenute da tutto il mondo. Ad entrambi i nostri giovani musicisti porgiamo le congratulazioni più sincere per il riconoscimento ottenuto e l’augurio che numerosi Cori Italiani - prima di tutti gli altri - possano confermare e rafforzare nei prossimi anni questo successo, ricavandone piacere ed entusiasmo al Canto Corale, alla Pace, alla Vita. Nota Finale: Le notizie di questa edizione provengono da fonti diverse, ma prevalentemente da “International Choral Bulletin” Luglio 2001 e Ottobre 2001, e da “Europa Cantat Magazine” 2/01. Di tutti gli argomenti, per forza di cose drasticamente/banalmente riassunti, sono disponibili maggiori informazioni e fotocopia dei testi completi in inglese, francese, tedesco e spagnolo, inoltrando richiesta a: [email protected] oppure Fax 02-700440733 STE PROPO ALPE ADRIA CANTAT 1-8 SETTEMBRE 2002 Quest’anno la tradizionale Settimana Internazionale di Canto Corale vedrà la collaborazione di Europa Cantat ed entrerà a far parte delle iniziative promosse a livello europeo 27 concorsi CONCORSO DI COMPOSIZIONE CORALE “PIERGIORGIO RIGHELE” L’Associazione Corale “I Cantori di Santomio”, d’intesa con l’ASAC e con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Malo, in occasione del quinto anniversario della scomparsa del maestro Piergiorgio Righele e per ricordare la figura del proprio fondatore e direttore, bandisce un concorso per una composizione corale sacra. Al concorso possono partecipare musicisti di qualsiasi nazionalità, senza limiti d’età, purché residenti in Italia. Il concorso è dedicato al mottetto a cappella, da 4 a 8 voci miste, preferibilmente in lingua latina o italiana, adatto a essere eseguito dal coro promotore del concorso. Le composizioni, inedite, mai eseguite e non premiate in altri concorsi, dovranno essere inviate in cinque copie a mezzo raccomandata indirizzata a: I Cantori di Santomio - Piazzale Zanini,1 - 36034 Malo (VI), entro e non oltre il 10 aprile 2002 (farà fede il timbro postale). Il mittente non va riportato sulla busta. Si declina ogni responsabilità per eventuali disguidi postali. • • • • • • • • • • La partecipazione al concorso è gratuita. Le partiture dovranno essere anonime e redatte in modo tale da non rivelare l’identità dell’autore. Ciascuna partitura dovrà essere contraddistinta da un motto; lo stesso dovrà essere riportato anche all’esterno di una busta sigillata contenente le generalità e il recapito del compositore e una dichiarazione autografa attestante che la composizione presentata è inedita e che non è mai stata eseguita nemmeno in parte o premiata in altri concorsi. La commissione esaminatrice - composta dai maestri Stefano Da Ros, Pavle Merkù, Gastone Zotto e Nicola Sella (direttore de “I Cantori di Santomio”) - valuterà a suo insindacabile giudizio i lavori pervenuti. L’autore della composizione vincitrice riceverà un premio (unico e indivisibile) di 2000 Euro. La commissione esaminatrice ha facoltà di segnalare altre composizioni: ai rispettivi autori verrà assegnato un premio di 500 Euro. I risultati saranno resi noti entro il mese di maggio 2002. L’esecuzione pubblica della composizione vincitrice, la premiazione dell’autore, nonché la premiazione delle composizioni segnalate avverranno il giorno 25 settembre 2002, data in cui ricorre il quinto anniversario della morte del maestro Piergiorgio Righele. Il vincitore s’impegna, pena la decadenza del premio, a non far eseguire la composizione prima di tale data. Le partiture inviate non verranno restituite; il coro “I Cantori di Santomio” potrà eseguire, registrare e stampare sia il brano vincitore che quelli segnalati, senza oneri nei confronti degli autori, i quali saranno tenuti a fornire al coro la relativa liberatoria di utilizzo e, fatti salvi i diritti d’autore, rinunciano fin d’ora a qualsiasi ulteriore compenso. L’adesione al concorso comporta la totale accettazione del presente bando. Per informazioni rivolgersi al presidente del coro “I Cantori di Santomio” prof. Giorgio Penzo tel/fax 0445-404278. Sito internet: www.icantoridisantomio.it - Email: [email protected] LABORATORIO PERMANENTE DI ELABORAZIONE CORALE DI VITTORIO VENETO Crestani, Durighello e Zuccante i docenti dei prossimi workshop In aprile 2002 un concerto di presentazione dei lavori realizzati 28 Il Laboratorio permanente di elaborazione corale di Vittorio Veneto - che ha già al suo attivo quattro incontri guidati dai compositori Bon, Durighello, Franceschini, Merkù e Zuccante - prevede per il primo semestre 2002 altri due appuntamenti: 16 e 17 febbraio con Marco Crestani e Gianmartino Durighello; 20 e 21 aprile con Marco Crestani e Mauro Zuccante. L'iniziativa corsuale - ideata e coordinata da Stefano Da Ros - è promossa dal Coro A.N.A. e dal Comune di Vittorio Veneto, d'intesa con l'A.S.A.C., in collaborazione con “La Cartellina” e nell'ambito del Concorso nazionale corale “Trofei Città di Vittorio Veneto”. Al Laboratorio possono accedere compositori, direttori di coro, insegnanti di educazione musicale, studenti di composizione e di musica corale. Non è richiesto il possesso di un titolo di studio musicale specifico, la frequenza è gratuita e si può iscrivere anche chi finora non ha mai partecipato. Sono previsti momenti di studio e lavoro collettivo, ma sarà dato molto spazio agli interventi individualizzati, nell'intento di permettere ad ogni corsista di impegnarsi nel lavoro compositivo assistito, al fine di realizzare una o più elaborazioni corali, nonché di presentare e discutere suoi precedenti lavori. Le migliori opere prodotte verranno segnalate alla rivista “La Cartellina” per la loro pubblicazione. Il workshop di aprile 2002 sarà arricchito da un concerto: alcuni cori eseguiranno in prima assoluta i lavori fin qui realizzati dai corsisti (provenienti dal Triveneto, Lombardia e Lazio). Sede del Corso: Centro artigianale “Le Filande”, via della Seta, Vittorio Veneto (località S. Giacomo, presso la sede del Coro A.N.A.). Orari: Sabato ore 9.30-13.00 e 15.30-18.30, Domenica 9.30-12.30 e 14.30-17.30. Per informazioni ed iscrizioni: tel. 0438.560256 348.5117761 - [email protected] Spett. redazione di Choraliter, riscontro con piacere sull’ultimo numero del vostro giornale un forte interesse per la coralità nelle scuole; in particolare, noto come da un po’ di tempo vi sia finalmente una certa attenzione anche per i cori delle scuole superiori, per lungo tempo trascurati a favore delle analoghe realtà fiorite nelle scuole elementari e, soprattutto, medie. Il fenomeno dei cori giovanili negli Istituti superiori sta tuttavia espandendosi rapidamente, con alcuni risultati anche di discreta qualità, testimoniati da numerose rassegne ad essi dedicati (Trieste, Rieti, Roma, Mirano...). Avendo io fondato 10 anni fa un coro nel Liceo Scientifico di Trieste in cui allora ero studente, e continuando ora, da laureato, a dirigerlo con accresciuta competenza, passione ed impegno, non posso che essere felice di notare come anche altrove sia stata sentita la mia stessa esigenza di “musicalizzare” gli studenti. Senza entrare nelle molteplici problematiche tecniche e psicologiche inerenti la direzione di un coro “scolastico”, nettamente diverse e più delicate rispetto a quelle di altre formazioni corali, vorrei solamente rimarcare tra esse l’importanza cruciale della scelta del repertorio da proporre ad un coro di questo tipo, onde riuscire a catturare l’interesse e l’entusiasmo dei giovani senza però banalizzare il discorso affrontando brani di dubbio valore artistico che fungano esclusivamente da “bassa gratificazione” per i neo-coristi, senza portare loro alcuna crescita culturale e tecnica. Da parecchi anni credo di aver trovato un’efficace soluzione a questo problema proponendo arrangiamenti della migliore musica leggera che siano di una certa qualità, espressività (carat- teristica non sempre riscontrabile nella musica leggera, ed invece così importante per sviluppare nei ragazzi una loro sensibilità musicale) e di una modesta difficoltà di esecuzione che accresca anche tecnicamente, nel tempo, i ragazzi. Avendo trovato raramente arrangiamenti che soddisfacessero tutte queste caratteristiche, sono stato “felicemente costretto” a crearne appositamente alcuni. Oggi il mio coro, cresciuto su tali arrangiamenti, oltre a mantenerne in repertorio i migliori, è in grado di eseguire con discreta efficacia molteplici generi musicali del passato e dell’era moderna, e cosa ancora più importante - è in grado di apprezzare ed entusiasmarsi anche per il repertorio “colto” che ora propongo. E che sarebbe stato certamente rifiutato dai ragazzi all’inizio della loro attività. Nell’ultimo numero di Choraliter leggo anche del progetto editoriale MELOS, e di come la terza fase di esso consterà in una raccolta di composizioni appositamente concepite per cori scolastici. Visti i risultati da me ottenuti (ma, a quanto leggo sugli ultimi numeri di Choraliter e di Choralia, la mia strada è stata battuta con successo anche da altri direttori italiani), mi permetto di proporre caldamente che tale volume venga aperto anche agli arrangiamenti (purchè di una certa qualità, e non certo a banali armonizzazioni) di musica leggera, che credo debbano ritenersi un’arma estremamente potente che non ci si può permettere di trascurare nell’avvicinare i giovani alla coralità. Nella speranza che la mia proposta venga accolta, nell’interesse di una sempre più efficiente ‘coralizzazione” degli studenti, mi permetto di evidenziare l’unico problema concreto che potrebbe limitare tale iniziativa: il complesso iter burocratico che è ne- cessario affrontare per ottenere le autorizzazioni a pubblicare un arrangiamento di musica leggera; personalmente non mi sono mai interessato a fondo della questione, non avendo finora avuto interesse a pubblicare i miei arrangiamenti, ma mi è stato riferito di numerosi “arrangiatori” che si sono dovuti arrendere alla complessità della procedura. Ai fini dell’apertura - che io auspico - di questo terzo volume a tali arrangiamenti, che presumo proverrebbero numerosi da molte parti d’Italia, una proposta: non potrebbe essere più semplice che fosse il curatore dell’iniziativa (o qualcuno da lui delegato) a risolvere in una sola volta il problema delle autorizzazioni di tutti i brani che verrebbero lì pubblicati, anziché i singoli arrangiatori? Ciò, oltre a semplificare il lavoro aprendo un’unica pratica presso un unico ufficio, sostituirebbe un vantaggio poiché tale lavoro potrebbe essere delegato ad una persona effettivamente competente in materia, magari qualcuno che abbia già svolto tali procedure, evitando problemi ed accelerando i tempi. In alternativa, se ciò non fosse possibile, vi chiedo gentilmente di mettermi in contatto con qualcuno che abbia già svolto tali procedure (altri arrangiatori oppure editori interessati al genere) per poter chiedere loro maggiori informazioni. Rimango disponibile, nella speranza di un vostro cortese riscontro. Nel frattempo, i miei arrangiamenti (come quelli di molti miei colleghi) sono pronti, a disposizione vostra e dei cori interessati che da anni me li richiedono. Attendono solo un’autorizzazione. Cordiali saluti. lettere ✉ RICEVIAMO... Andrea Mistaro e-mail: [email protected] 29 iniziative editoriali COLLANA PER I CORI GIOVANILI BANDO DI SELEZIONE PRIMO VOLUME La Feniarco ha avviato alcuni progetti editoriali per la pubblicazione di nuovi repertori per i cori italiani e per promuovere la produzione corale dei nostri compositori. Dopo la pubblicazione del primo volume della collana MELOS e la scelta dei brani da inserire nel volume per i CORI SCOLASTICI si propone ai compositori italiani di contribuire alla realizzazione del primo volume dedicato ai CORI GIOVANILI (15 / 19 anni). Ogni compositore può inviare non più di due composizioni. La valutazione delle opere da pubblicare sarà espressa dalla Commissione Artistica della Feniarco la quale prenderà in considerazione le composizioni che rispondano indicativamente ai seguenti requisiti: 3. Composizioni la cui durata non vada oltre i 4 minuti. 1. Composizioni per coro originali ed inedite (con l’esclusione di elaborazioni, armonizzazioni o arrangiamenti di canti popolari e di altre melodie). 6. I testi, per i quali il compositore stesso dovrà ottenere il permesso di utilizzo da chi ne detiene i diritti, potranno essere tratti da poesie, opere letterarie o composti dagli stessi musicisti ed ispirati ad argomenti, eventi e situazioni collegabili al curriculum scolastico o agli interessi del mondo giovanile. 2. Composizioni scritte per uno dei seguenti organici a cappella: coro misto, coro maschile, coro femminile senza escludere la presenza “ad libitum” di parti solistiche e di accompagnamenti o inserti strumentali, fino ad un massimo di quattro strumenti. Nella scelta di questi si tenga conto di quelli maggiormente diffusi tra i giovani (pianoforte, tastiera, chitarra, chitarra basso, percussioni, flauto, violino ecc ). 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 30 4. Composizioni di produzione nuova o recente che, prendendo spunto da qualche elemento tratto dalle esperienze e dall’immaginario musicale dei giovani, possa istintivamente attrarne l’attenzione. 5. Composizioni che si avvalgano di una scrittura semplice, e che tenga conto delle possibilità vocali di un coro formato di giovani di età compresa tra i 15 ed i 19 anni. (Si consiglia di differenziare la proposta, soprattutto per quanto riguarda il numero delle voci, per due fasce di età: 15/16 anni massimo 2/3 voci, 17/19 anni 3/4 voci). 7. Le composizioni dovranno pervenire alla Feniarco, in 8 copie, entro il 30 aprile 2002 (farà fede il timbro postale). È richiesta una scheda di presentazione dell’autore e del brano come per i precedenti volumi. GIRO GIRO CANTO MELOS 2 BRANI SELEZIONATI BRANI SELEZIONATI TITOLO Alla fiera di Rapallo Alla Formica Caccia Siciliana Caccia, caccia la stregaccia Fides Filastrocca dell'alfabeto Filastrocca di Capodanno Filastrocche Immaginarie Il canto dell'orso Il lupo e il cacciatore La bella pastorella La cicala a tarda sera La luna al guinzaglio La rana e Il bue Le vocali Notte Pagnotta, galletta, biscotto Pescator che vai sul mare Quanti erano? Solidarietà Sotto la luna Trittico di filastrocche Ua he he Verso il mare AUTORE Giavina Riccardo Ganzerla Cristina Bon Paolo Pasteris Sergio Zuccante Mauro Tommasi Carlo Ganzerla Cristina Bellomi Francesco Rosati Pietro Frattini Roberto Korn Sebastian Giavina Riccardo Lucci Paolo Longo Maurizio Zotto Gastone Zuccante Mauro Pasteris Sergio Lucci Paolo Dal Prà Massimo Pressato Giorgio Visioli Tullio Buccolo Marco Rosati Pietro Tessarin Marcella 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 TITOLO Aga da Ravedis Angelo di Dio Ave Regina Coelorum Ave Verum Avidamente allargo la mia mano Camioncino Caterina dal Corai Crucifixus Di chi ti chiama Santa Diffusa est gratia (per coro maschile) Ecoute Incanto samanico Invito Luci serene e chiare Luna Mini-minimalismo Miserere Missa brevis (Agnus Dei) O Pater O Vos Omnes Pange lingua Recordare Salve Regina Se io muoio, non affliggerti Stelle senza nome Vivere ancora AUTORE Silingardi Sara Fipponi Maurizio Biancamano Angelo Pasut Bruno Kirschner Alessandro Filippi Sandro Miaroma Enrico Tommasi Carlo Buggiani Alessandro Da Ros Stefano Mazza Angelo Scattolin Pier Paolo Furgeri Biancamaria Miani Renato Margutti Corrado Ivaldi Lucio Liturri Vito Donati Lorenzo Messore Guido Crestani Marco De Francesco liario Pressato Giorgio Dipiazza Orlando Pasteris Sergio Coppotelli Guido Mantini Carlo UNA RACCOLTA DI CANTI PER BAMBINI di Mauro Zuccante La crescente richiesta di nuove musiche per i cori scolastici (da non confondere con i cori di voci bianche, selezionati negli organici e istituzionalmente orientati all’attività concertistica), ha suggerito alla Feniarco la realizzazione di un’antologia di brani appositamente scritti per gli alunni che frequentano la scuola dell’obbligo. La Commissione artistica della Feniarco, nel valutare i canti da pubblicare, ha tenuto in primaria considerazione il valore didattico e musicale dei brani che numerosi compositori italiani hanno voluto sottoporre al suo giudizio, nonché la validità dei testi letterari che essi presentavano, in relazione all’età e al vissuto emozionale degli alunni e studenti delle varie età. Ne è uscito un volume che presenta una forte unità di obiettivi, ma, nel contempo, un’interessante varietà di proposte stilistiche e di genere: si va dalle filastrocche infantili, alle melodie accompagnate semplici e lineari, agli arrangiamenti più articolati nella veste polivocale e nei suggerimenti di accompagnamento strumentale. Punto di forza della prossima pubblicazione della Feniarco è il CD che ad essa verrà allegato, contenente l’esecuzione di tutti i canti. E’ innegabile che l’ausilio di un supporto audio, ben curato nella qualità tecnica e nella corrispondenza alle intenzioni degli autori, agevolerà gli istruttori di coro e gli insegnanti che vorranno sfogliare le partiture proposte. Notevole, inoltre, lo sforzo che verrà compiuto nella distribuzione. E’ stato stabilito, infatti, di diffondere il volume, inviandone gratuitamente una copia a tutte le scuole elementari e medie d’Italia, oltre, naturalmente, a tutte le Associazioni corali regionali e ai cori ad esse iscritti. Con i migliori Auguri di Buon Natale e di un Sereno 2002