Vestita di pelliccia : vestita d`ignoranza

Vestita di pelliccia : vestita d’ignoranza
Allevamenti di animali da pelliccia.
Gli animali "da pelliccia" vengono allevati in gabbie strette ed anguste adatte a far risparmiare spazio all'allevatore, ma soprattutto a impedire il movimento dell'animale che potrebbe rovinare la sua pelliccia. Secondo le nuove leggi, il benessere dell'animale dovrebbe valutarsi in base alle 5 libertà cui gli animali hanno diritto e al rispetto delle esigenze dettate dalle caratteristiche della singola specie:
Libertà dalla sete, dalla fame e dalla cattiva nutrizione;
Libertà di avere un ambiente fisico adeguato;
Libertà dai danni fisici;
Libertà di manifestare le caratteristiche comportamentali specie­specifiche normali;
Libertà dalla paura;
Negli allevamenti attuali non si può certo dire che vengano rispettati i loro diritti! Chiusi in piccole gabbie, costretti a muoversi su superfici innaturali che spesso portano al ferimento delle zampe (reti metalliche), isolati dai loro simili, alimentati in maniera innaturale. La loro vita è molto breve (il tempo necessario perché la loro pelliccia sia utilizzabile) e non essendo animali destinati all'alimentazione umana le loro carni non vengono sottoposte a controlli. Il che permette agli allevatori di utilizzare composti chimici e farmacologici in grado di tenere in vita gli animali anche se in condizioni così assurde. Nonostante ciò, il tasso di mortalità negli allevamenti è spesso alto. Le cattive condizioni di allevamento si ripercuotono sui comportamenti che gli animali presentano: ripetizione ossessiva dello stesso movimento, aumento dell'aggressività, paura, stato di profonda apatia, comportamenti isterici o autolesionisti come spezzarsi i denti mordendo la gabbia. Una tecnica di allevamento particolarmente crudele è quella di esporre, in inverno, gli animali al freddo per far sì che sviluppino una pelliccia più folta. L'uccisione può avvenire sia con il gas che con l'elettricità, non essendo gli animali tutelati da alcuna legge a riguardo. Nel caso di soffocamento da gas, gli animali vengono chiusi in gabbie di legno collegate allo scarico di una macchina agricola (in genere). Nel caso di morte con elettricità due elettrodi vengono inseriti nella bocca e nell'ano e vengono trattenuti con delle pinze mentre la scarica elettrica li uccide. Purtroppo sono tanti (10­20 milioni di mammiferi) anche gli animali uccisi in libertà per farne delle pellicce. Nei boschi si usano le tagliole. Gli animali vittime di queste trappole rimangono anche per una settimana ad aspettare il cacciatore che verrà ad ucciderli. Nel frattempo la ferita si gonfia provocando dolori indescrivibili. Cosa ancora più assurda è il fatto che spesso gli animali vittime delle tagliole sono animali non utilizzabili per le pellicce, quindi è una caccia spietata che non risparmia nessun mammifero abitante del bosco. Famosi sono inoltre i cacciatori di piccoli di foche che uccidono i piccoli a bastonate in testa e li scuoiano davanti alle loro madri impotenti, a cui lasciano il cadavere sanguinante e scuoiato del piccolo. Per rendere una minima idea di quanta morte e sofferenza implichi ogni singola pelliccia riportiamo il numero di animali necessari per confezionarne una. Animale
Agnello droadtail
Agnello Karakul
Bob­cat
Castoro
Cavallino
Cincillà
Coyote
Criceto
Ermellino
Fishe
Foca (cucciolo)
Gatto
Ghiottone
Lince
Lontra
Numero di pelli­­
30 ­ 45
18 ­ 26
15 ­ 20
16 ­ 20
6 ­ 8
130 ­ 200
12 ­ 16
120 ­ 160
180 ­ 240
18 ­ 25
5 ­ 8
20 ­ 30
5 ­ 7
8 ­ 18
10 ­ 20
Lupo
Martora
Moffetta
Nutria
Ocelotto
Opossum
3 ­ 5
40 ­ 50
60 ­ 70
25 ­ 35
12 ­ 18
30 ­ 45
Procione
20 ­ 35
Puzzola
50 ­ 70
Scoiattolo
120 ­ 200
Tasso
10 ­ 12
Topo muschiato
60 ­ 110
Visone
30 ­ 50
Volpe
10 ­ 20
Wallaby
20 ­ 30
Zibellino
50 ­ 80
"Pellicce di cani e gatti": Nel 2001 è stato scoperto, grazie ad un'investigazione effettuata dall'associazione americana HSUS, l'uccisione milioni di cani e gatti per la produzione di pellicce. Tranne rarissime eccezioni, le pelli di questi animali non vengono etichettate per ciò che realmente sono, ma possono essere venduti come: WILDCAT, GOYANGI, KATZENFELLE (gatti) e GAE­WOLF, SOBAKI, ASIAN JAKAL, LOUP D'ASIE (cani), oltre a molti altri. Per ogni pelliccia vengono usati 12 cani o 24 gatti, ma se si prendono in considerazione anche gli altri animali il numero è destinato a salire; si pensi che per un capo di ermellino si arriva fino a 240 esemplari. Oltre a ciò la produzione di pellicce contribuisce all'inquinamento di fiumi e mari, a causa della composizione chimica dei prodotti usati nella concia delle pelli; è stato dimostrato che una pelliccia ecologica inquina 20­30 volte meno di una vera.
“Pelliccia non vuol dire bella vita, ma brutta morte”,
Nella loro vita, gli animali d'allevamento conoscono solo la reclusione in spazi limitatissimi e sovraffollati. Trascorrono la loro vita in piccole gabbie sporche con il fondo metallico in rete, sono esposti forzatamente al freddo, al vento e al gelo per infoltirne il manto. Sono vittima dei loro stessi simili per fenomeni di cannibalismo e di aggressività generati dalle allucinanti condizioni di vita. Vengono uccisi all'età di 7­8 mesi mediante elettrocuzione anale e vaginale, rottura delle ossa cervicali, asfissia con gas tossici o soffocamento, sparo di un chiodo nel cervello seguito da dissanguamento. Occorrono dai 30 ai 60 animali per una sola pelliccia di visone, dai 180 ai 240 animali per una sola pelliccia di ermellino, dai 130 ai 200 animali per una sola pelliccia di cincillà, dalle 10 alle 24 volpi per ottenere una sola pelliccia di volpe.È ormai inoltre accertata l'esistenza di un fiorente allevamento di centinaia di migliaia di cani e gatti in Cina ed in Oriente per il mercato della pellicceria occidentale, soprattutto italiano.
Nel libro dei pellicciai, "Il tecnico­operaio conciatore e pellicciaio" si dichiara con naturalezza che "Le pelli più apprezzate di cani provengono dalla Cina e dalla Mongolia, dove viene allevato anche per la sua carne. Sono molto apprezzati anche i cani esquimesi, ricchi di pelo come il mantello del lupo. Per poter essere venduti devono somigliare alle pelli di volpe e moffetta, per cui vengono lavorati e tinti. Un'Ordinanza del gennaio 2001 vieta comunque in Italia la produzione, importazione, commercializzazione e vendita di pelli e pellicce di cane e gatto ma, senza controlli alle frontiere e senza l'introduzione dell'obbligo di etichettatura, i risultati sono pressoché soltanto teorici. L'Italia resta uno dei principali consumatori al mondo di pellicce sia in quanto ad utilizzo interno sia in quanto ad esportazione di pellicce nel mondo. In Gran Bretagna, Olanda, Stati Uniti la percentuale di persone che indossano pellicce è di gran lunga inferiore al nostro Paese, nonostante si tratti di paesi molto più freddi del nostro!!!!