Scheda_Operatori Pastorali_2 - Giubileo della Misericordia

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SCHEDA PASTORALE
Incontro per Operatori Pastorali
A chiunque ha sarà dato…
Canto iniziale
Cel.: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti: Amen.
Cel.: Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello
Spirito Santo, sia con tutti voi.
Tutti: E con il tuo spirito.
Guida: Durante l’anno del Giubileo della Misericordia, indetto da Papa Francesco, veniamo
richiamati da un’atmosfera che ha qualcosa di speciale. Siamo chiamati alla
“misericordia” e nel prepararci per questo evento dobbiamo verificare il nostro
cammino di fede. Un cammino che non può fare a meno di sentirci coinvolti nella Carità,
nell’amore verso il prossimo. La nostra piccola grande missione è quella di essere
“cristiani” nel nostro ambiente di vita, uomini di carità aperti alle necessità dei fratelli.
Fratelli che incontriamo nella quotidianità: fratelli vicini, incrociati tra i banchi, in
corridoio, durante la ricreazione, sul treno che ci porta al lavoro, in ufficio; fratelli lontani,
ricordati dall’urgenza di un mondo che chiede giustizia e invoca la pace.
Guida: Preghiamo insieme il salmo 118
T’invoco con tutto il cuore, Signore, rispondimi;
custodirò i tuoi precetti.
Io ti chiamo, salvami,
e seguirò i tuoi insegnamenti.
Precedo l’aurora e grido aiuto,
spero sulla tua parola.
I miei occhi prevengono le veglie
per meditare sulle tue promesse.
Ascolta la mia voce, secondo la tua grazia;
Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.
A tradimento mi assediano i miei persecutori,
sono lontani dalla tua legge.
Scheda celebrativa – Incontro per Operatori Pastorali – Diocesi di Nardò-Gallipoli
1
Ma tu, Signore, sei vicino,
tutti i tuoi precetti sono veri.
Da tempo conosco le tue testimonianze
che hai stabilite per sempre.
Gloria al Padre…
Canto: Alleluia
(durante il canto viene portato il libro della Parola)
Dal Vangelo di Luca (19,12-27)
12
Disse dunque: «Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale
e poi ritornare. 13 Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio
ritorno. 14 Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un'ambasceria a dire: Non
vogliamo che costui venga a regnare su di noi. 15 Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo
di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse
guadagnato. 16 Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine. 17 Gli
disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci
città. 18 Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine.
19 Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città. 20 Venne poi anche l'altro e disse:
Signore, ecco la tua mina, che ho tenuta riposta in un fazzoletto; 21 avevo paura di te che sei un
uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato.
22 Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo,
che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: 23 perché
allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli
interessi. 24 Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci 25 Gli risposero:
Signore, ha già dieci mine! 26 Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche
quello che ha. 27 E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e
uccideteli davanti a me».
Riflessione
Ciascuno di noi ogni giorno è esteriormente aggredito da tante parole, suoni, clamori, che
assordano il nostro giorno e perfino la nostra notte; ciascuno è insidiato da mille futilità che ci
distraggono e ci disperdono. Ecco perché abbiamo necessità di ritrovare il silenzio. In effetti se in
principio c’era la Parola e dalla Parola di Dio, venuta tra noi, è cominciata ad avverarsi la nostra
redenzione, è chiaro che da parte nostra, all’inizio della storia personale di salvezza ci dev’essere il
silenzio: il silenzio che ascolta, che accoglie, che si lascia animare. Certo, alla Parola che si
manifesta dovranno poi corrispondere le nostre parole di gratitudine, di adorazione, di supplica;
ma prima c’è il silenzio.
È quello che ci chiede papa Francesco, annunciando il giubileo straordinario della misericordia.
“Recuperare il valore del silenzio per meditare la Parola che ci viene rivolta. In questo modo è
possibile contemplare la misericordia di Dio e assumerla come proprio stile di vita”.
(Silenzio di riflessione )
Lettore: “Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre.
Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva,
visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Il Padre, «ricco di misericordia» (Efesini
2,4), dopo aver rivelato il suo nome a Mosè come «Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e
Scheda celebrativa – Incontro per Operatori Pastorali – Diocesi di Nardò-Gallipoli
2
ricco di amore e di fedeltà» (Esodo 34,6), non ha cessato di far conoscere in vari modi e in tanti
momenti della storia la sua natura divina. Nella «pienezza del tempo» (Galati 4,4), quando tutto
era disposto secondo il suo piano di salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per
rivelare a noi in modo definitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre (cfr Giovanni 14,9). Gesù
di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di
Dio” (MV, 1).
(breve pausa di riflessione)
“Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità
e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della
Santissima Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro.
Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con
occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e
l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del
nostro peccato”(MV, 2).
Canto
Guida: Non dire, fratello: Io non ho chiesto nulla al Signore, per cui se devo rendere conto dei
suoi doni se li tenga pure! Essi sono una ricchezza grandissima e indispensabile perché la
nostra vita umana sia ricca di gioia, di pace e di felicità già qui sulla terra. Questi doni del
Signore hanno come fine il comunicarci la sua stessa ricchezza, sono un anticipo di quanto
ci sarà dato nel suo regno, tendono a fare di noi i testimoni dell'Invisibile presso quanti,
qui sulla terra, credono unicamente a ciò che possono vedere e toccare con mano.
Lettore: Tutti, senza eccezioni, possediamo dei "talenti": anche quelle persone che non riescono
ad accorgersene o che - peggio - passano il tempo ad invidiare i talenti degli altri nascondendo il
proprio sottoterra. E' difficile accorgersi dei propri talenti, siamo tutti pronti a sottolineare i nostri
difetti, ma facciamo fatica a guardare con obiettività alle nostre qualità.
Il Signore ci chiede di prendere coscienza delle nostre qualità per metterle a servizio degli altri, per
metterle a servizio del Regno che avanza. Esiste una malsana interpretazione dell'umiltà che si
vede molto diffusa tra i discepoli: quella di dire "non valgo a nulla". Non è umiltà, è depressione!
Immaginatevi la faccia di Dio che vuol fare di noi dei capolavori, che ci ha creato con misteriosa
provvidenza e arte e che si sente dire "Faccio schifo"! Mettiamo a frutto i nostri talenti,
individuiamoli e poi doniamoli ai fratelli.
(breve pausa di riflessione)
Tutti: Pietà o Dio buono, per tutte quelle volte che non ho accolto i tuoi doni, la grazia, la vita,
Gesù. Pietà o Dio generoso, pochi o tanti i doni che m'hai dato, che importa. Importa
invece dare il meglio di me stesso rendendoli fecondi, importa l'opera delle mie mani, ed
essere vivo. Pietà Signore della mia inoperosità. Pietà o Dio che sei attento alla mia vita,
fammi il dono della vigilanza, insegnami a contare i miei giorni, perché la morte non mi
colga all'improvviso, senza avere avuto il tempo... d'operare, e di lasciarmi dietro un po'
d'odore buono, e di profumo! Amen
Padre nostro
Benedizione
Canto finale
Scheda celebrativa – Incontro per Operatori Pastorali – Diocesi di Nardò-Gallipoli
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