Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale

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COMMISSIONE EUROPEA
Direzione generale della Politica regionale
Guida al
finanziamento del
capitale di rischio
nella politica
regionale
Ottobre 2002
Centre for
Strategy & Evaluation
Services
Introduzione alla Guida
1. Questa Guida è disponibile sul sito Internet della Commissione Europea. Sarà disponibile nelle 11
lingue dell’UE entro l’estate 2003.
Versione inglese: http://europa.eu.int/comm/regional_policy/sources/docgener/guides/guide_en.htm
2. L’allegato G della Guida elenca uno studio di casi raccolti in un documento separato e disponibile
in inglese sullo stesso sito Internet. Gli enti interessati sono invitati a fornire nuovi casi o aggiornare
quelli già esistenti. A tal fine, si prega di seguire lo schema tracciato nella prima pagina dell’elenco
dello studio di casi e inviare lo studio in formato elettronico, nella lingua originale, alla
Commissione europea, DG POLITICA REGIONALE, Unità coordinamento [email protected] che convaliderà la richiesta e deciderà della pubblicazione.
3. Le cifre riportate in questa Guida, relativamente agli aiuti comunitari, nazionali e regionali, sono
aggiornate alla data della preparazione della Guida e sono quindi soggette a variazioni. Forniscono
tuttavia indicazioni sull’importanza della partecipazione dei diversi enti nelle varie misure di
intervento nell’ambito del capitale di rischio.
Bruxelles, 31 ottobre 2002
Hanno collaborato
La presente Guida è stata pubblicata su iniziativa dell’Unità di coordinamento della DG POLITICA
REGIONALE, sotto la responsabilità di Eddy Hartog.
Coordinatore del progetto:
Aurelio Finetti
Membri del gruppo direttivo interservizi della Commissione Europea
DG Politica regionale:
DG Mercato interno:
DG Concorrenza:
DG Imprese
DG Economia e Finanza:
DG Ricerca:
DG Agricoltura:
DG Pesca:
E. Hartog, A. Finetti, V. Kotsoni, Ph. Owen, E. Carlsson, A. Schrag,
J. Gonzalez Alonso, Mateus Tique, J. Fleuret, K. Moussouroulis,
A. Rainoldi, J. Gren, R. Ridolfi, F. Rawlinson
J.M. Arteagoitia Landa
B. Slocock
V. Vanhanen
G. Chiarion Casoni
Ph. Martin
J.M. Courades
M. Bentivegna
La prima bozza della Guida è stata discussa il 7 giugno 2002 durante un workshop a Bruxelles al
quale hanno partecipato 70 persone attive nel settore del finanziamento regionale e che ha dato
origine ad una seconda bozza, inviata a tutti i partecipanti della riunione perché esprimessero i
propri commenti. La Guida pubblicata è la terza bozza.
La Guida è stata redatta dal CSES – Centro per i servizi di strategia e valutazione, Regno Unito. Il
gruppo di lavoro del CSES comprende Michael Gardiner, Mark Whittle e Jack Malan.
www.cses.co.uk
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Premessa
COMMISSIONE EUROPEA
DIREZIONE GENERALE
DELLA POLITICA GENERALE
Il Direttore generale
La pubblicazione di una nuova Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
rappresenta un segnale del continuo impegno della Commissione al miglioramento dell’accesso al
finanziamento da parte delle PMI grazie a un più ampio utilizzo di tutti gli strumenti di finanziamento
del capitale di rischio.
Già da tempo la Commissione sostiene la diversificazione delle misure di sostegno economico con
capitale pubblico. Sono numerosi gli esempi di iniziative di sostegno a questo scopo, come quelle
lanciate dalla DG Imprese e più recentemente dalla DG Ricerca, come pure le iniziative sostenute
dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) e dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI). Tali
istituti non investono solo con il proprio capitale di rischio, ma gestiscono anche fondi sostenuti da
programmi comunitari, quali il fondo MET per le imprese in fase di avviamento e il programma di
garanzia per le PMI, che rappresentano esempi di buona pratica nell’uso dei Fondi strutturali e
possono essere più diffusamente riproducibili in tutte le regioni assistite.
È chiaro che alcuni tipi di aiuto diretto alle PMI potrebbero essere utilizzati più efficacemente se il
denaro fosse investito piuttosto in programmi di capitale di rischio finanziati congiuntamente da settori
pubblici e privati. L’investimento di fondi pubblici nei programmi di capitale di rischio da una parte
rappresenta un efficace stimolo sul finanziamento da parte del settore privato, mentre dall’altra
facilita l’apporto di conoscenze e abilità finanziarie da parte del settore privato. I finanziamenti
pubblici incanalati verso misure di sostegno del capitale di rischio possono inoltre essere riutilizzati.
Nell'ambito della programmazione quadro dei Fondi strutturali, la Commissione ha incoraggiato gli
Stati membri a diversificare la gamma di strumenti utilizzati per il finanziamento pubblico delle PMI.
La Commissione ha proposto sin dal 1987 l’uso di misure di finanziamento pubblico del capitale di
rischio come parte di programmi sperimentali di sviluppo nell’ambito dei Programmi integrati
mediterranei. La pubblicazione della Guida alle tecniche di Ingegneria finanziaria, nel 1994, ha
rappresentato una continuazione di quest’ottica.
Nonostante la spesa dedicata alle misure di finanziamento del capitale di rischio sia quasi raddoppiata
nel periodo di programmazione 2000-2006 rispetto al periodo precedente, la proporzione rimane
bassa rispetto alla spesa totale destinata ai Fondi strutturali. Questa proporzione è particolarmente
sorprendente, soprattutto se si considera la quantità sempre maggiore di aiuti concessi a fondo
perduto e la capacità che le misure di finanziamento del capitale di rischio possono avere nella
sostituzione di forme di sostegno diretto, facilitando un accesso al finanziamento da parte delle PMI
migliorato e più sostenibile.
Il riesame intermedio del 2003 presenterà nuove opportunità per l’aumento della quota di spesa dei
Fondi strutturali dedicata alle misure di investimento nel capitale di rischio. Tra gli altri importanti
sviluppi nel 2003 posso indicare i prossimi negoziati sui Fondi strutturali tra i paesi candidati e la
Commissione, che entreranno in vigore successivamente all’adesione all’UE. È mio auspicio che i
nuovi Fondi strutturali terranno in debita considerazione i vantaggi degli strumenti del capitale di
rischio come mezzo sostenibile per migliorare l’accesso al credito delle PMI.
È nell’ottica di queste considerazioni che la Commissione ha redatto una nuova Guida al
finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale. È mia speranza inoltre che questa Guida
possa essere uno strumento utile per gli enti che amministrano i programmi dei Fondi strutturali, le
amministrazioni pubbliche e gli istituti finanziari, e che faciliterà l’introduzione e l’attivazione delle
nuove misure relative al capitale di rischio supportate dai Fondi strutturali e, se necessario, la
modifica delle misure esistenti. Concludo rinnovando l’assicurazione che le iniziative di finanziamento
del capitale di rischio continueranno a godere del forte sostegno della Direzione Generale della
Politica regionale.
Guy Crauser
Indice
SEZIONE
1.
2.
3.
4.
5.
PAG.
INTRODUZIONE
1
Obiettivi e finalità della Guida
Uso della Guida
Introduzione al finanziamento del capitale di rischio
Ruolo del finanziamento del capitale di rischio nella politica
regionale
Iniziative comunitarie sul capitale di rischio
Principali norme sugli aiuti statali nel finanziamento del capitale di
rischio
1
1
2
2
IL FINANZIAMENTO DELLE PMI
9
4
7
Il finanziamento delle PMI
Strumenti finanziari inclusi in questa Guida
9
10
VENTURE CAPITAL
12
Sommario
Come funzionano nella pratica i fondi azionari
Vantaggi e svantaggi dei fondi azionari
Attuale supporto da parte dell’UE
Fattori da considerare nella creazione di un fondo azionario.
Norme sugli aiuti statali
Esempi di fondi di venture capital
12
11
14
14
14
15
17
BUSINESS ANGEL
18
Sommario
Come operano nella pratica le reti di business angel
Vantaggi e svantaggi delle reti di business angel
Attuale supporto da parte dell’UE
Fattori da considerare nel sostenere una rete di business angel
Norme sugli aiuti statali
Esempi di reti di business angel
18
18
19
20
20
21
21
CAPITALE DI PRESTITO
22
Sommario
Come funzionano in pratica i programmi di fondi di credito e di
sovvenzionamento degli interessi
Vantaggi e svantaggi dei programmi di prestito
Attuale supporto da parte dell’UE
Fattori da considerare nell’attuazione di un programma di prestito
Norme sugli aiuti statali
Esempi di programmi di prestito
22
22
25
25
26
26
26
6.
7.
8.
9.
MICROCREDITI
27
Sommario
Come funzionano nella pratica i microcrediti
Vantaggi e svantaggi del microcredito
Attuale supporto da parte dell’UE
Fattori da considerare nell’attuazione di un programma di
microcredito
Norme sugli aiuti statali
Esempi di programmi di microfinanziamento
27
27
28
28
29
PROGRAMMI DI GARANZIA
30
Sommario
Come funzionano nella pratica i programmi di garanzia
Vantaggi e svantaggi dei programmi di garanzia
Attuale supporto da parte dell’UE
Fattori da considerare nell’attuazione di un programma di garanzia
Norme sugli aiuti statali
Esempi di programmi di garanzia
30
30
33
33
34
35
36
CREAZIONE DI NUOVI PROGRAMMI
37
Generalità
Contributo alle finalità di sviluppo regionale (Fase 1)
Fattibilità dei programmi di finanziam. del capitale di rischio (Fase 2)
Fase di attuazione (Fase 3)
37
38
39
39
BUONA PRATICA OPERATIVA
42
Generalità
Gestione professionale
Sfruttamento del supporto del settore privato
Unione del finanziamento con servizi di supporto alle imprese
Misurazione dell’efficienza
42
43
43
44
45
29
29
APPENDICI
A.
B.
MODELLI
NORME DEI FONDI STRUTTURALI SUL FINANZIAMENTO
DEL CAPITALE DI RISCHIO
47
60
C.
AIUTO DE MINIMIS
64
D.
GLOSSARIO
66
E.
FUNZIONE DI RICERCA DI INFOREGIO (versione inglese)
69
F.
FONTI E CONTATTI (versione inglese)
70
G.
ELENCO DEGLI STUDI DI CASI (versione inglese)
73
H.
PROGRAMMI DEL PERIODO 2000-2006 (versione inglese)
74
I.
BIBLIOGRAFIA (versione inglese)
81
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Introduzione
Sezione 1
Introduzione
La presente sezione illustra gli obiettivi e gli ambiti di questa guida, nonché il
contesto del finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale, incluse le
questioni di politica della concorrenza.
1.1
Obiettivi e finalità della Guida
Questa Guida ha lo scopo di assistere i responsabili della progettazione o attuazione di
programmi di sviluppo regionale supportati dai Fondi strutturali dell’Unione europea.
Questi possono essere:




enti regionali;
organizzazioni di attori dei settori pubblico e privato;
organizzazioni di supporto delle PMI;
banche e altri istituti finanziari.
La Guida descrive le tecniche di finanziamento del capitale di rischio che onsentono il
riutilizzo dei fondi destinati allo sviluppo delle PMI, aumentando quindi,
potenzialmente, l’efficienza del supporto pubblico. Contiene informazioni sui tipi di
strumenti da utilizzare, sulla loro impostazione e attuazione nonché sulle fonti di aiuto
e informazione. Si fa riferimento a studi di casi che illustrano esempi di buona pratica
dei programmi esistenti. L’appendice contiene modelli che riassumono le
caratteristiche dei principali tipi di strumenti.
1.2
Uso della guida
Ogni sezione della guida è destinata a utenti diversi. Gli utenti potranno utilizzare le
sezioni della guida secondo le proprie necessità. Le sezioni sono:
Sezione 1
Sezione 2
Sezioni da 3 a 7
Sezione 8
Sezione 9
Fornisce una panoramica del finanziamento del capitale di
rischio e alcune norme importanti quali quelle relative alla
politica di concorrenza.
Illustra le relazioni tra le necessità di finanziamento delle
PMI e le varie forme di capitale di rischio.
Contengono un sommario dei programmi di venture
capital, business angel, microcredito e garanzia.
Suggerisce il percorso da intraprendere per costituire un
programma.
Suggerisce la buona pratica nell’esecuzione di un
programma.
1
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Introduzione
Sezione 1
Le appendici trattano i seguenti argomenti:
Appendice D
Contiene modelli per i programmi. Questi modelli
riassumono le caratteristiche principali dei programmi.
Contengono estratti delle norme e istruzioni della
Commissione.
Glossario dei termini.
Appendice E
Descrive la funzione di ricerca di Inforegio.
Appendice F
Contiene indirizzi e dettagli per ulteriori riferimenti e
contatti.
Contiene un elenco di studio di casi. Gli studi di casi sono
disponibili in dettaglio sul sito Internet della DG Politica
regionale.
Contiene un elenco delle misure di finanziamento del
capitale di rischio nei programmi dei Fondi strutturali
(2000-2006).
Bibliografia.
Appendice A
Appendici B e C
Appendice G
Appendice H
Appendice I
1.3
Introduzione al finanziamento del capitale di rischio
Il termine “Finanziamento del capitale di rischio”1 è impiegato in questa Guida per
descrivere i programmi che mettono fondi pubblici a disposizione delle PMI, a
condizione che tali fondi possano essere riciclati e che possano stimolare e sfruttare
finanziamenti aggiuntivi da parte del settore privato.
Tali programmi comprendono prestiti, l’erogazione di venture capital e finanziamenti
simili, garanzie e altri strumenti. Possono essere utilizzate anche altre tecniche per
stimolare l’erogazione di finanziamenti e l’interesse degli investitori per le PMI.
Tutti i programmi di finanziamento del capitale di rischio devono soddisfare i requisiti
della Commissione Europea sugli aiuti statali, riassunti più avanti nella presente
Guida. Normalmente, tali programmi sono guidati da criteri specifici che consentono
l’investimento solo in progetti nei quali le PMI beneficiarie non hanno potuto ottenere
accesso ad adeguati finanziamenti sul libero mercato.
1.4
Ruolo del finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Nella politica regionale dell’UE, sono molti i motivi per i quali il finanziamento del
capitale di rischio è considerato una sempre più valida alternativa ai sussidi a fondo
perduto. In primo luogo, nonostante i massicci sussidi a fondo perduto forniti da molti
anni dai Fondi strutturali, le disparità regionali non si sono ridotte in modo
significativo, rendendo necessario l’esame di alternative. In secondo luogo, il
finanziamento del capitale di rischio meglio si adatta alle necessità della “economia
1
Questa Guida si occupa di finanziamento pubblico sotto forma di azioni, prestiti, microcredito e garanzie. La presente
definizione è più ampia di quella impiegata nel Piano di azione sul capitale di rischio della Commissione.
2
Sezione 1
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Introduzione
del sapere”, riconosciuta ormai come cruciale per la creazione di lavoro e benessere.
Da ultimo, ma non meno importante, con l’aumento della domanda di risorse dell’UE
dovuto all’adesione dei paesi dell’Europa centrale e orientale, è necessario fare in
modo che i fondi disponibili “lavorino di più”.
Per queste e altre ragioni, il Regolamento dei Fondi strutturali per il 2000-2006 pone
maggiore enfasi sull’uso degli strumenti di finanziamento del capitale di rischio – ad
esempio la raccolta di venture capital su base azionaria e programmi di finanziamento
innovativi – come strumenti di politica pubblica più convenienti e sostenibili rispetto
alla tradizionale sovvenzione. Le norme consentono agli Stati membri di elargire un
ulteriore 10% di assistenza alle PMI per quelle porzioni di progetto di investimento
finanziate in modo diverso dalla sovvenzione.
In linea con la politica che vuole limitare l’intervento del settore pubblico alle aree di
attività economica in cui si rileva una lacuna del mercato, la Commissione ha
proposto che, nelle regioni ammissibili al sostegno con i Fondi strutturali, il
finanziamento del capitale di rischio delle PMI possa essere realizzato
congiuntamente tramite fondi di capitale di rischio e altre forme di finanziamento
rimborsabile. Nelle appendici sono riportati alcuni estratti del Regolamento in
materia.
I periodi 1994-1999 hanno registrato notevoli variazioni nel livello di utilizzo dei
Fondi strutturali per il finanziamento del capitale di rischio nei vari Stati membri
dell’UE. Secondo una valutazione preparata per la Commissione, la spesa totale
ammonta a 570 milioni di Euro. Vi sono state notevoli variazioni tra gli Stati membri:
cinque paesi non hanno utilizzato affatto i programmi dei Fondi strutturali per il
finanziamento del capitale di rischio. Negli altri 10 Stati membri, la proporzione di
spesa sul finanziamento del capitale di rischio variava tra lo 0,5% e il 13,2% della
spesa totale dei Fondi strutturali.
Spese stimate per il finanziamento del capitale di rischio nei programmi dei
Fondi strutturali (2000-2006)
(Milioni di Euro)
Paese
Austria
Belgio
Danimarca
Germania
Spagna
Finlandia
Francia
Grecia
Irlanda
Italia
UE
Nazionale
0,2
35,5
0,0
54,9
230,1
5,5
94,4
103,5
0,0
71,3
0,2
35,7
0,0
49,8
100,3
8,4
165,8
50,1
0,0
80,2
Privato
1,1
1,4
0,0
3,2
0
6,5
216,1
39,7
0,0
146,7
Totale
1,5
72,6
0,0
107,9
330,4
20,4
476,3
193,3
0,0
298,2
3
Sezione 1
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Introduzione
Lussemburgo
Paesi Bassi
Portogallo
Svezia
Regno Unito
Transnazionale
Totale
Percentuale
0,0
24,4
274,6
0,0
267,2
2,3
1.163,9
35,4
0,0
38,2
92,9
0,0
187,8
0,8
810,2
24,6
0,0
43,1
691,2
0,0
168,6
0,4
1.318,0
40,0
0,0
105,7
1.058,7
0,0
455,0
3,5
3.292,1
100
Fonte: Commissione europea. Misure notificate dagli Stati membri a luglio 2002. Banca dati SFC:
codici 155, 165, 1304
Rispetto al periodo 1994-1999, gli attuali programmi 2000-2006 registrano un
significativo aumento delle spese dei Fondi strutturali per il finanziamento del
capitale di rischio. L’analisi riportata di seguito, basata sulle informazioni fornite alla
Direzione Generale Politica regionale dagli Stati membri a luglio 2002, suggerisce
che il co-finanziamento del FESR previsto sul finanziamento del capitale di rischio è
raddoppiato, passando dai 570 milioni di Euro del periodo 1994-1999 ai circa 1.200
milioni di Euro del periodo in corso. La spesa attuale al momento è di circa 3.300
milioni di Euro, proveniente per il 35% da fonti dell’UE, per il 25% da fonti nazionali
e per il 40% da fonti private.
Le cifre totali per la spesa nazionale, privata e dell’UE della tabella precedente
mostrano la spesa pianificata nell’ambito dei programmi dei Fondi strutturali per tutti
i tipi di finanziamento del capitale di rischio, sia dei programmi generali che di quelli
specifici per le aree rurali e per particolari gruppi destinatari. Esistono inoltre
numerosi progetti finanziati da fonti nazionali o di altro genere.
L’appendice H fornisce dettagli sulle spese effettive e preventivate dei Fondi
strutturali (FESR, FSE, FEAOG, SFOP) durante i periodi del programma 2001-2006
da parte delle singole regioni.
Esistono numerose altre risorse di finanziamento del capitale di rischio da parte
dell’UE. Oltre ai Fondi strutturali, esistono la Banca europea per gli investimenti
(BEI) e il Fondo europeo per gli investimenti (FEI), il cui supporto è talvolta
utilizzato unitamente agli aiuti dei Fondi strutturali.
Fonti di supporto dell’UE per il finanziamento del capitale di rischio

Per il finanziamento degli investimenti minori, la BEI mette a disposizione linee di credito
specifiche alle banche e agli istituti finanziari locali. Questo finanziamento, definito Prestito
globale, è utilizzato per rafforzare la disponibilità di finanziamenti a lungo termine per le PMI.
L’ammontare massimo delle singole ripartizioni da parte della BEI per questi programmi è,
generalmente, 12,5 milioni di Euro (fino al 50% dei costi di investimenti), ma gli importi erogati
sono in genere molto inferiori. Informazioni generali sulla BEI sono reperibili nel sito
www.eib.org che contiene anche un elenco degli intermediari della BEI cui le PMI possono
rivolgersi.

Gli strumenti del FEI per il venture capital consistono in investimenti di capitale in fondi di
venture capital e incubatori per le PMI, in particolare quelle all’inizio della loro attività e ad alto
contenuto tecnologico. Informazioni generali sul FEI sono disponibili sul sito www.eif.org. Nel
sito sono elencati gli intermediari del FEI per il venture capital, cui le PMI possono rivolgersi
per ulteriori informazioni sui criteri di ammissibilità e le procedure di richiesta.
4
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Introduzione



Sezione 1
Gli strumenti di garanzia del FEI consistono in una serie di garanzie fornite ad un’ampia gamma
di interlocutori (ad esempio banche, società di leasing ecc.). Tali interlocutori a loro volta
garantiscono la copertura del credito alle PMI. Informazioni generali sull’attività di garanzia del
FEI sono disponibili sul sito www.eif.org. Il sito elenca inoltre gli intermediari nazionali e le
forme di garanzia offerte dal FEI.
Si noti in particolare che il FEI attua gli strumenti finanziari del Programma pluriennale a
favore dell'impresa e dell'imprenditorialità, (MAP 2001-2005)2. Gli strumenti finanziari
includono:
o Il Meccanismo di garanzia delle PMI per garantire (o co-garantire o contro-garantire)
i portafogli di prestito delle banche alle PMI.
o Il Meccanismo per l’avviamento del MET per gli investimenti in fondi di venture
capital o incubatori specializzati nel finanziamento di PMI in fase di avviamento.
o L’Azione seed capital, finalizzata a supportare la ricerca di gestori dell’investimento
per i fondi di capitale di avviamento in cui investe il FEI.
Il FEI utilizza, come intermediari con le PMI, banche, istituti di finanziamento dei fondi di
venture capital e istituti di garanzia. Maggiori informazioni nel sito della Commissione dell’UE
http://europa.eu.int/comm/enterprise/index_en.htm.
Esistono inoltre numerosi programmi specializzati nella promozione di particolari
obiettivi come la ricerca e sviluppo. Sul sito web del CORDIS (Servizio comunitario
di informazione in materia di ricerca e sviluppo: http://www.cordis.lu/it/home.html),
alla pagina “Ricerca finanziata dall’Unione europea”, è disponibile un elenco degli
inviti per la presentazione di proposte ancora aperti. Le pagine Finanziare
l’innovazione nel sito web di CORDIS offrono a imprenditori e investitori
informazioni su venture capital, finanziamento bancario e finanziamento mediante
l’emissione di debiti, investitori informali, mercati azionari ecc., nonché un’ampia
gamma di programmi UE di sostegno correlati e inviti a presentare proposte.
1.5
Iniziative comunitarie sul capitale di rischio
L’importanza attribuita al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
deve essere vista nel contesto più ampio della politica comunitaria relativa alla
fornitura di capitale di rischio. Il vertice di Cardiff del giugno 1998 ha adottato un
Piano d’azione sul capitale di rischio 3 (PACR), successivamente al quale sono state
formulate tre relazioni sull’andamento dei lavori 4
Le relazioni annuali sul PACR segnalano una rapida crescita del capitale di rischio in
UE fino al periodo coperto dall’ultima relazione (2000). Come indica la relazione:
Il totale degli investimenti in venture capital in Europa, comprendenti le fasi di sviluppo
delle imprese corrispondenti alla prima progettazione, all’avvio, all’espansione e alla
sostituzione, è aumentato in grandissima misura, da circa 10 miliardi di Euro (pari allo
0,14% del PIL ) nel 1999 a oltre 19,6 miliardi di Euro (pari allo 0,23 del PIL) nel 2000.
Il PACR contiene misure finalizzate a rimuovere le barriere alla erogazione di capitale
di rischio, anche intranazionali, e misure di ordine fiscale, per le quali sussistono
2
2000/819/EC, OJ L 333, 29.12.2000, pag. 84.
3
Basate sulla comunicazione della commissione “Il capitale di rischio: un fattore chiave nella
creazione di posti di lavoro in Unione Europea”, SGC(1998) 522, aprile 1998.
4
COM(1999) 493 del 20.10.1999, COM(2000) 658 del 18.10.2000 e COM(2001) 605 del 25.10.2001
5
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Introduzione
Sezione 1
notevoli differenze tra gli Stati membri. Il piano d’azione presenta opportunità per
tutte le società che desiderino raccogliere capitale, a prescindere dalle loro
dimensioni. Tuttavia, buona parte degli sforzi si concentrano sul settore formale, in
cui la dimensione media delle attività è relativamente grande (mediamente 5 milioni
di Euro). A livello locale, è presente l’esigenza che i vantaggi del PACR arrivino
anche alle aziende più piccole, non altrimenti oggetto di interesse per i principali
fondi di venture capital. Ed è in questa situazione che esiste il maggiore spazio di
intervento per i Fondi strutturali.
1.6
Conformità alle regole sull’aiuto pubblico
Ogni programma di finanziamento del capitale di rischio deve soddisfare le norme
sugli aiuti pubblici. Secondo le norme del mercato comune del Trattato della
Comunità Europea,
Sono incompatibili con il mercato comune, nella misura in cui incidano sugli scambi tra
gli Stati membri, gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali, sotto
qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di
falsare la concorrenza. 5
Il Trattato della CE stabilisce inoltre le condizioni delle esenzioni, ovvero quando
l’aiuto statale è compatibile con il mercato comune. L’esenzione dalle norme per gli
aiuti statali è concessa in diverse circostanze. È possibile, ad esempio, concedere aiuti
per assistere regioni svantaggiate, ovvero per “promuovere lo sviluppo economico
delle regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso, oppure si abbia una grave
forma di sottoccupazione”. Allo stesso modo, sono compatibili con il mercato comune
“gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune regioni
economiche, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al
comune interesse”. 6
Secondo il Trattato della CE, la Commissione, con gli Stati membri, è tenuta ad un
esame permanente dei regimi di aiuti e a proporre le opportune misure richieste dal
graduale sviluppo o dal funzionamento del mercato comune.7 Se la Commissione
constata che un aiuto è contrario alle norme sugli aiuti statali, può decidere che “lo
Stato interessato deve sopprimerlo o modificarlo”.8 Se lo Stato membro non si
conforma alla decisione della Commissione, questa può adire la Corte di giustizia
europea.
Gli Stati membri devono informare la Commissione prima di avviare misure di
finanziamento del capitale di rischio supportate da aiuti statali. Perché la
Commissione conceda l’approvazione ad un programma regionale di finanziamento
del capitale di rischio, gli Stati membri devono fornire le prove della lacuna del
mercato.
La Commissione ha sviluppato, nel corso degli anni, dettagliate politiche relative alle
circostanze in cui è possibile concedere aiuti statali, in applicazione delle deroghe di
5
Articolo 87 (1) del Trattato della CE (ex articolo 92(1))
Articolo 87 (3) del Trattato della CE (ex articolo 92(3))
7
Articolo 88 (1) del Trattato della CE (ex articolo 93(1))
8
Articolo 88 (2) del Trattato della CE (ex articolo 93(2))
6
6
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Introduzione
Sezione 1
cui all’articolo 87(3) del Trattato della CE. Tali politiche sono ordinate in norme e
linee guida. Esse specificano i possibili beneficiari di aiuti di genere e per scopi
particolari, pongono dei limiti sull’ammontare o la percentuale di aiuti relativamente a
particolari costi e stipulano altre condizioni. Di seguito si presentano le principali
disposizioni relative al finanziamento del capitale di rischio.
1.6.1 Principali norme sugli aiuti statali nel finanziamento del capitale di rischio
Fino a poco tempo fa, le norme sugli aiuti statali non erano perfettamente adattate ad
alcuni tipi di capitale di rischio, in particolare i fondi di venture capital. Per essere
compatibili con tali norme, gli aiuti statali dovevano essere connessi ad alcuni tipi di
spese, come gli investimenti in capitale fisso, la ricerca e sviluppo, la formazione, ecc.
noti come “costi ammissibili”. Tale requisito è risultato difficile da soddisfare per
molti programmi di capitale di rischio.
Per chiarire la posizione sugli aiuti statali e il capitale di rischio agli enti nazionali e
regionali, la Direzione Generale Concorrenza ha adottato nell’agosto 2001 una
Comunicazione sugli aiuti di stato e il capitale di rischio. In essa sono delineati i
criteri secondo i quali sono valutate e approvate le misure finalizzate alla promozione
della crescita dei mercati dei capitali di rischio.9 La Commissione ha individuato il
ruolo del finanziamento pubblico del capitale di rischio limitandosi a segnalare le
situazioni di carenza del mercato. Tali linee guida sono state redatte per illustrare la
politica generale della Commissione in favore della promozione del capitale di
rischio, delineata nel documento del 1998 “Il capitale di rischio, un fattore chiave
nella creazione di posti di lavoro nell’Unione Europea”, rafforzato dal PACR
La comunicazione sul capitale di rischio riguarda i fondi di venture capital. Non
riguarda il capitale di rischio sostenuto da enti pubblici sotto forma di prestiti da altre
fonti. Tuttavia, in tali casi può essere comunque possibile applicare altre norme,
schemi o linee guida sugli aiuti di stato. Ad esempio, i programmi di prestito
agevolato spesso rientrano in quanto previsto dal regolamento di esenzione di
categoria per le PMI10 o altre linee guida sugli aiuti regionali.11 I criteri di misura del
valore degli aiuti (“equivalente della sovvenzione”) dei prestiti agevolati sono
delineati in normative specifiche.12 Per quanto riguarda le garanzie, nel marzo 2000 la
Commissione ha pubblicato dettagliate linee direttrici sull’applicazione degli articoli
87 e 88 del Trattato della CE relativi agli aiuti di stato sotto forma di garanzia.13 Tali
direttive stabiliscono le condizioni che devono essere soddisfatte per evitare che il
programma di garanzia violi le norme sugli aiuti di stato e i criteri di misura del valore
dell’aiuto (“equivalente della sovvenzione”) sotto forma di garanzia. Questa Guida
riassume tali condizioni nella sezione relativa alle garanzie. Esiste un’esenzione
speciale per aiuti di piccolo importo. La regola del de minimis, ora definita nel
Regolamento della Commissione (CE) n. 69/2001 del 12 gennaio 2001, stabilisce che
9
10
11
12
13
Aiuti di stato e capitale di rischio, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale delle CE C 235, 21.8.2001, pag. 3.
Regolamento (CE) n. 70/2001 del 12 gennaio 2001: Gazzetta Ufficiale delle CE, L 10, 13.1.2001, pag. 33.
Orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale: Gazzetta Ufficiale delle CE, C 74, 10.3.1998, pag. 3 e Gazzetta
Ufficiale delle CE, C 258, 9.9.2000, pag. 5.
Calcolo dell’equivalente in denaro dei prestiti agevolati.
Comunicazione della Commissione sull’applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato della CE sugli aiuti di Stato sotto
forma di garanzia, Gazzetta Ufficiale della CE, C 71, 11.03.2000, pag. 14.
7
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Introduzione
Sezione 1
siano dispensati dall’obbligo di notifica alla Commissione tutti gli aiuti statale per un
ammontare massimo di 100.000 Euro a ciascuna impresa in un periodo di 3 anni.14
14
Gazzetta Ufficiale delle CE, L 10, 13.1.2001, pag. 30.
8
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
ll finanziamento delle PMI
Sezione 2
Il finanziamento delle PMI
Questa sezione della Guida riassume il ruolo degli strumenti di finanziamento del
capitale di rischio nel contesto più ampio delle questioni relative allo sviluppo delle
PMI.
2.1
Il finanziamento delle PMI
Le fonti del finanziamento alle PMI variano in funzione della fase di sviluppo e del
paese di appartenenza dell’impresa. Le definizioni adottate dall’European Venture
Capital Association (Associazione europea delle imprese del Venture Capital)
identificano le seguenti fasi di sviluppo di un’impresa. Per ogni fase sono illustrate
le possibili fonti di finanziamento. Queste definizioni si applicano alle imprese a
forte crescita, altre imprese potrebbero avere schemi di finanziamento più stabili.
Fonti di finanziamento delle PMI per fase di sviluppo
Fase di costituzione
(seed)
Capitale informale da fondatori e associati. Prestito bancario secondo
disponibilità e necessità.
Fase di avviamento
(start-up)
Capitale informale da fondatori, soci e altri contatti. Prestito bancario
secondo disponibilità. Leasing per le apparecchiature.
Fase di espansione
Capitale dalle fonti originarie, oltre a investimenti commerciali o
venture capital. Prestiti da banche. Altre fonti di finanziamento tra cui
leasing e factoring.
Capitale di
sostituzione
Investimenti commerciali, venture capital o IPO.
Anche se la Commissione ritiene che, nel suo insieme, il mercato non presenti
lacune generalizzate per quanto riguarda il finanziamento delle PMI, sono tuttavia
presenti carenze relative ad alcuni gruppi specifici di PMI, che possono impedire
l’accesso ad adeguati finanziamenti. Ad esempio, le banche commerciali possono
non essere in grado di fornire finanziamenti vitali a una PMI per uno o più dei
seguenti motivi:

mancanza di dati storici;

garanzie insufficienti;

superamento della soglia limite;

classificazione creditizia fuori livello accettabile.
A completare tali elementi vi è spesso una “mancanza di informazione”: anche
quando adeguati programmi di finanziamento esistono (pubblici o privati), le PMI
non ne sono a conoscenza. Inoltre, le procedure di richiesta del finanziamento a
volte sono così complesse e lunghe che, anche se le PMI sono a conoscenza dei
programmi di finanziamento, non intendono farne uso.
9
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
ll finanziamento delle PMI
2.2
Sezione 2
Strumenti finanziari inclusi in questa Guida
La presente Guida illustra gli elementi principali degli strumenti di finanziamento
rimborsabili per le PMI che possono essere presi in considerazione come supporto ai
Fondi strutturali e agli altri strumenti dell’UE. Alcuni tipi di finanziamento (leasing
e factoring) sono esclusi dalla Guida, essendo fonti commerciali di finanziamento
ben sviluppate e che quindi non necessitano di intervento pubblico. Allo stesso
modo, l’investimento personale dei proprietari nelle proprie imprese non è
contemplato nella Guida. I principali strumenti finanziari inclusi nella Guida sono
quindi i seguenti:
Tipo di strumento
Fonte tipica del finanziamento
Capitale formale - venture capital
Fondi di venture capital, banche
Capitale informale - business angel
Rete di investitori e singoli investitori
Finanziamento tramite prestito
Banche e fondi gestiti da agenzie per lo sviluppo
Microcrediti
Fondi specializzati
Garanzie
Fondi di garanzia e associazioni di mutua garanzia
Le PMI richiederanno naturalmente una gamma di strumenti di finanziamento, oltre
a quelli elencati nelle tabelle precedenti, nonché altre fonti che non sono
contemplate nella Guida, come leasing, factoring, scoperti, ecc. Per soddisfare le
necessità delle PMI, le fonti di finanziamento con sostegno pubblico spesso offrono
un’ampia gamma di soluzioni di finanziamento e non si concentrano su un solo
strumento. Allo stesso modo, gli enti finanziatori spesso si concentrano
sull’assistenza a particolari tipi di PMI (ad esempio imprese in diverse fasi di
sviluppo).
Nella tabella seguente gli strumenti finanziari illustrati nella presente Guida sono
correlati alle necessità finanziarie delle PMI per ogni fase di sviluppo.
Relazione tra gli strumenti finanziari e la fase di sviluppo della PMI
Metodi di finanzialmento del Venture Capital
Capitale
formale
Capitale
informale
Microcrediti
Prestiti
Garanzie


Capitale di
avviamento




Avvio




Espansione




Sostituzione


10
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
ll finanziamento delle PMI
Sezione 2
La sezione seguente della Guida descrive le forme principali di strumenti finanziari
illustrati nella prima riga: capitale formale (venture capital), capitale informale
(business angel), prestiti, microcredito e garanzie. All’atto pratico le organizzazioni
che finanziano le PMI utilizzeranno una combinazione di questi metodi.
11
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Venture Capital
Sezione 3
Venture capital
Sommario
Il capitale proprio rappresenta una componente importante nel finanziamento delle
PMI. Il capitale può provenire da diverse fonti: l’imprenditore e i suoi soci, i
business angel, gli istituti finanziari e altro ancora. Questa sezione si occupa dei
fondi di venture capital, che, oltre al capitale, spesso offrono prestiti o altre forme di
finanziamento. In questa sede ci concentriamo sui fondi di venture capital su base
azionaria. In sezioni successive ci occuperemo di prestiti e business angel.
Il capitale proprio rappresenta l’elemento di rischio di maggior importanza nella
struttura di finanziamento delle PMI. Un capitale sufficiente può migliorare il tasso
di credito della società e consentire un miglior accesso al prestito commerciale e ad
altre forme di finanziamento.
Dal punto di vista dello sviluppo regionale, è necessario determinare la presenza di
eventuali carenze nella reperibilità di capitale, mancanza totale o carenza al di sotto
di una certa soglia: molti fondi di venture capital nel libero mercato hanno una
soglia minima di investimento, quindi l’intervento di supporto dell’UE sarà mirato a
risolvere questa lacuna del mercato.
L'Appendice A contiene un modello che riassume le principali caratteristiche di
questo concetto.
3.1
Come funzionano nella pratica i fondi di investimento azionario
La figura 1 illustra come funzionano nella pratica i fondi di investimento azionario.
Riassumendo:

Una PMI richiede un finanziamento. La PMI potrebbe aver già esaurito le
normali fonti di finanziamento tradizionali. La sua struttura finanziaria potrebbe
richiedere un aumento di capitale – in aggiunta agli investimenti già effettuati dal
proprietario – per poter accedere ad altre forme di capitale, come i prestiti.

Il fondo acquista quote di capitale della società. Si tratta in genere di quote
nuove, emesse dalla società, i cui proventi vanno alla società per coprire parte del
fabbisogno finanziario della stessa.

In alcuni casi le quote possono essere emesse con un prezzo superiore al valore
nominale. Esse possono essere talvolta accompagnate dall’erogazione di altri
finanziamenti, come il prestito. È possibile inoltre utilizzare altri strumenti ibridi
come capitali di prestito convertibili.
12
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Venture Capital

Durante il periodo di investimento, il fondo sorveglia l’investimento, talvolta
fornendo consulenza gestionale alla PMI.

A tempo debito, il fondo richiederà di vendere la propria quota di partecipazione
nella PMI. Se il finanziamento produce reddito, le vie d’uscita possono prevedere
la vendita privata dell’investimento a un investitore, o una IPO. Tali percorsi di
uscita possono offrire un’elevata redditività, proporzionalmente all’elevato
rischio. Se la PMI produce risultati non soddisfacenti, il percorso di uscita dal
finanziamento potrebbe rivelarsi problematico.

In un numero significativo dei casi, le prestazioni insufficienti della PMI ne
obbligano una ristrutturazione finanziaria, nella quale tutto il capitale proprio
va perduto.

Quando il fondo di venture capital è co-finanziato dal Fondo europeo di sviluppo
regionale, l’impresa dovrà rispondere dell’investimento del FESR al termine del
periodo del programma, ovvero, quando il programma sulla base del quale è stato
concesso il finanziamento viene concluso. Alla chiusura del programma, il
capitale investito o i prestiti concessi alle PMI sono considerati spese ammissibili
al co-finanziamento. Il finanziamento del FESR assegnato al fondo di venture
capital, ma non investito o concesso in prestito, viene cancellato. Il fondo di
venture capital, tuttavia, può continuare ad esistere e non deve necessariamente
essere estinto immediatamente. I proventi derivanti dal contributo del FESR
possono essere riutilizzati nel fondo o per altre attività di sviluppo delle PMI nella
regione.
Sezione 3
Come funzionano nella pratica i fondi di investimento azionario
Altre fonti di
finanziamento
1
La PMI non riesce a
ottenere finanziamenti
dai canali tradizionali a
condizioni convenienti
PMI
SME
2 La PMI vende
le azioni al
fondo di
venture
capital
Supporto dell’UE
al capitale di
rischio
(1) Supporto per
la creazione di
un fondo di
venture capital
(2) Investimento
nel fondo di
venture capital
3
L’investimento
del Fondo di
venture capital
è utilizzato per
finanziare lo
sviluppo della
PMI
Fondo avvio/
Seed/Venture
venture capital
Capital Fund
L’espansione della
PMI aumenta il
valore delle sue
azioni
Vendita privata
a terzi
4
Meccanismo
di uscita
Azioni rivendute
alla PMI
IPO tramite
Borsa Valori
Il fondo di
venture
capital vende
le azioni alla
PMI
Profitto?
Supporto pubblico
(nazionale) o
privato
Esistono ovviamente variazioni sul tema: alcuni programmi hanno criteri di
ammissibilità e mercati destinatari molto specifici, mentre altri sono aperti a quasi
13
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Venture Capital
Sezione 3
tutte le PMI. Anche il tipo di erogazione del capitale varia, e tipicamente il pacchetto
potrebbe includere sia prestiti che altri tipi di finanziamento.
3.2
Vantaggi e svantaggi dei fondi di investimento azionario
I fondi di investimento azionario presentano per entrambe le parti sia vantaggi che
svantaggi, come indicato nella tabella che segue:
Vantaggi
3.3
Svantaggi

Per le PMI, una fonte di capitale di
rischio in grado di migliorare la struttura
del bilancio della società e facilitare
l’accesso a ulteriori fonti di credito quali
prestiti, ecc.

Per le PMI, la vendita di una parte
dell’impresa diluisce l’interesse del
proprietario e introduce un proprietario di
minoranza, i cui interessi vanno comunque
rispettati.

Per
il
fondo
di
investimento,
l’investimento ad alto rischio può offrire
di rimando elevati guadagni.


Per gli enti pubblici, un investimento ad
alto rischio che può fungere da stimolo e
sfruttare altre fonti di capitale, con la
prospettiva di un utile sull’investimento.
Per il fondo di investimento, una quota di
partecipazione minoritaria in un’impresa
che potrebbe risultare difficile da vendere
quando il fondo cerca di uscire da tale
investimento, salvo nel caso di crescita
dell’impresa stessa.
Attuale supporto da parte dell’UE
Nell’ambito del piano di azione sul capitale di rischio dell’UE, sono state attivate
diverse iniziative mirate a migliorare la disponibilità di capitale di rischio, tra cui
misure per migliorare il contesto normativo. Inoltre, gli aiuti del Fondo europeo di
sviluppo regionale (FESR) possono essere utilizzati per investimenti in fondi di
venture capital.
3.4
Fattori da considerare nella creazione di un fondo di investimento
azionario.
Numerosi fattori comuni sono presenti nella creazione di tutte le forme di
finanziamento del capitale di rischio e sono illustrati nella sezione 8 di questa Guida.
Per quanto riguarda i fondi di investimento azionario, gli enti pubblici dovranno
tenere in considerazione anche i seguenti fattori specifici:
Politica di investimento: i fondi di venture capital necessitano di una politica di
investimento e della creazione di un meccanismo per la loro amministrazione. Alcuni
dei fondi di maggiore successo si sono serviti di gestori del settore privato per
amministrare le proprie politiche di investimento. Tali gestori avevano la
discrezionalità di scegliere gli investimenti in funzione di alcuni criteri stabiliti, ma,
per quanto possibile in un ambito di libero mercato, senza pressioni esterne e in modo
coerente con gli obiettivi generali della politica pubblica.
14
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Venture Capital
Sezione 3
Vie d'uscita: è necessario prevedere un meccanismo di uscita, ovvero un mezzo per
disinvestire al termine del ciclo di vita del fondo. Le vie d'uscita variano in funzione
della riuscita dell’investimento. Gli investimenti meglio riusciti saranno messi in
vendita o oggetto di una IPO. È probabile tuttavia che il fondo rimanga in possesso di
una quantità di piccole quote di partecipazione azionaria in PMI che non possono
essere smaltite in tal modo. Alcuni fondi si sono strutturati in maniera da poter
trasferire tali investimenti ad un ente separato al termine del ciclo di vita del fondo e
gestire tali investimenti a vantaggio delle regioni interessate.
Garanzie: in vari casi, gli enti pubblici preferiscono fornire una garanzia a copertura
della concessione del finanziamento azionario, piuttosto che fornire il finanziamento
stesso. Ovviamente tale garanzia offre interessanti opportunità, ma presenta anche
elevati rischi per gli enti pubblici.
3.5
Norme sugli aiuti statali
Le norme dell’UE sugli aiuti statali applicate al capitale di rischio
Analogamente a tutti gli altri strumenti finanziari che comprendono una componente
di finanziamento pubblico, anche i fondi di venture capital devono conformarsi alle
regole dell’UE sugli aiuti statali.
Nell’ottobre 2001, la Commissione ha emesso la direttiva “Aiuti di stato e capitale di
rischio”15 per chiarire la posizione sull’applicazione delle regole sugli aiuti statali
delineate nell’articolo 87(1) del Trattato dell’UE riguardo alle misure per i capitali di
rischio. Le direttive forniscono nuovi criteri sulla compatibilità delle misure per il
capitale di rischio nel mercato comune.
Nella valutazione degli aspetti correlati alla concorrenza per le misure relative al
capitale di rischio proposte, la Commissione ha innanzitutto considerato se la misura
proposta può essere intesa come un aiuto statale. La valutazione avviene a tre livelli,
ovvero se le misure di aiuto costituiscono:
15

un aiuto per gli investitori;

un aiuto per ogni finanziamento o altro veicolo attraverso il quale tali misure
intervengono (nel caso di un fondo di fondi, le sovvenzioni possono essere
conferite a più livelli);

un aiuto per le imprese in cui si investe, ovvero i beneficiari finali.
Aiuti di stato e capitale di rischio, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale delle CE C 235, 21.8.2001, pag. 3. Vedere Appendice F.
15
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Venture Capital
Sezione 3
3.5.1 Valutazione della compatibilità delle misure relative al capitale di rischio con
le norme sugli aiuti statali.
Quando si ritiene che in una misura relativa al capitale di rischio possa intervenire un
aiuto statale, la Commissione deve valutare se tale aiuto è compatibile con il mercato
comune ai sensi degli articoli 87 (2) e 87 (3). Nel contesto della politica regionale, la
Commissione ha adottato dei criteri di verifica per valutare se gli aiuti statali per le
misure relative al capitale di rischio possono essere autorizzati e considerati
compatibili con il mercato comune La compatibilità è ampiamente accettata sulla base
dell’articolo 87 (3), comma (a) e (c).
Articolo 87 (3) del Trattato dell’UE – paragrafi relativi alle misure dei capitali di rischio

Articolo 87 (3) (a) gli aiuti destinati a favorire lo sviluppo economico delle regioni ove il
tenore di vita sia anormalmente basso, oppure sia presente una grave forma di
sottoccupazione,

Articolo 87 (3) (c) gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune
regioni economiche, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura
contraria al comune interesse.
Secondo le norme per le PMI e gli aiuti regionali, possono essere autorizzati aiuti che
non eccedano il livello equivalente della sovvenzione di una percentuale fissa di
determinati costi dell’impresa beneficiaria. Tali costi sono denominati costi
ammissibili e sono composti principalmente da investimenti fissi per terreni, edifici,
nuove apparecchiature per la produzione e attività immateriali (brevetti, know-how
ecc.), costi di manodopera connessi agli investimenti di capitale fisso e ai costi per i
servizi di consulenza.
In pratica, tuttavia, alcune misure relative al capitale di rischio sono risultate non
compatibili con le norme generali. Le difficoltà riguardano:

l’individuazione di un “equivalente della sovvenzione” per il capitale
proprio;

la difficoltà di stabilire un legame con i costi ammissibili;

la mancanza di una base legale per sovvenzionare misure che forniscano
aiuto agli investitori.
3.5.2 Basi per l’autorizzazione delle misure relative al capitale di rischio
La nota sugli aiuti statali e il capitale di rischio afferma che la Commissione non
ritiene esista una lacuna generalizzata del mercato dei capitali di rischio. Tuttavia
riconosce che nel mercato sono presenti carenze per quanto riguarda alcuni tipi di
investimento in certe fasi del ciclo di vita delle PMI. Nell’ambito della politica
regionale, la Commissione riconosce inoltre che vi sono particolari difficoltà nelle
regioni aventi diritto all’assistenza ai sensi degli articoli 87 (3) (a) e (c) del Trattato
dell’UE (aree assistite).
16
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Venture Capital
Sezione 3
Secondo l’articolo 87 (3) (a) e (c) del Trattato CE, il motivo principale per cui la
Commissione può autorizzare misure relative al capitale di rischio che non rientrano
nell’ambito delle regole generali è che alcuni tipi di PMI – che necessitano di
investimento durante le fasi di avviamento e di primo sviluppo del ciclo di vita
dell’impresa, in particolare per l’avvio di imprese innovative e/o ad alto contenuto
tecnologico – si trovano a dover affrontare notevoli ostacoli per quanto riguarda
l’accesso al finanziamento per cifre contenute. Tra i fattori principali che spiegano le
difficoltà di sovvenire al fabbisogno di capitale sono la mancanza di informazioni, la
natura avversa al rischio degli investitori, in particolare riguardo alle PMI e alle
attività in fase di avviamento, nonché le limitate garanzie e i limitati dati storici forniti
dalle PMI ai potenziali investitori. Altri ostacoli sono gli elevati costi relativi alle
transazioni e alle procedure di “dovuta diligenza” per il capitale fornito.
3.5.3 Requisiti della Commissione per la dimostrazione della lacuna del mercato
Prima di procedere con l’autorizzazione di misure relative al capitale di rischio che
non rientrano nell’ambito delle norme esistenti, la Commissione richiede prove che
evidenzino la lacuna del mercato. La Commissione è comunque disposta ad accettare
l’esistenza della lacuna del mercato quando ogni lotto di finanziamento proveniente
da misure relative al capitale di rischio finanziate completamente o parzialmente da
aiuti statali è composto da un massimo di 500.000 Euro, in generale, o 750.000 Euro
per regioni aventi diritto al supporto ai sensi dell’articolo 87 (3) (c) e 1 milione di
Euro per regioni aventi diritto al supporto ai sensi dell’articolo 87 (3) (a).
Essa richiederà che vengano fornite le prove delle lacune del mercato nel caso in cui
sia superato il tetto massimo definito precedentemente.
3.5.4
Criteri di valutazione della compatibilità
Nel documento “Aiuti di stato e capitale di rischio”, la Commissione ha stabilito una
serie di criteri per la valutazione della compatibilità delle misure relative al capitale di
rischio con le norme sugli aiuti statali. Tali criteri sono valutati in base a elementi
positivi e negativi. Non tutti gli elementi hanno pari peso, nessuno degli elementi è
essenziale in sé e nessun gruppo di elementi è sufficiente ad assicurare, di per sé, la
compatibilità. In alcuni casi l’applicabilità e il peso attribuito ad essi dipende dalla
forma della misura di finanziamento. Nella valutazione delle misure proposte,
Commissione terrà in considerazione il contesto socioeconomico prevalente della
regione cui esse si riferiscono.
3.6 Esempi di fondi di venture capital
L’appendice G contiene alcuni esempi di fondi di venture capital creati con
l’assistenza dei Fondi strutturali, indica inoltre i collegamenti ai siti Internet
contenenti le descrizioni degli studi di casi di finanziamenti e dettagli sui contatti
relativi ai finanziamenti stessi. Sarebbe auspicabile l’aggiunta di altri studi di casi
durante la vita di questa Guida.
17
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
I business angel
Sezione 4
Business Angel
Sommario
I business angel (“venture capital informale”) giocano un ruolo importante
nell’apporto di capitale proprio nelle prime fasi di vita delle PMI. Essi inoltre
offrono alle imprese consulenza e mentoring, formale e informale, che costituisce
spesso un contributo importante allo sviluppo della PMI.
I business angel sono tipicamente persone di alto profilo professionale, che
desiderano investire parte dei propri fondi derivati da plusvalenze in nuove
speculazioni. Spesso queste persone sono imprenditori altamente motivati, con
notevole esperienza nella gestione delle proprie aziende.
Le reti di business angel possono mettere in contatto i potenziali investitori con le
PMI. Le reti non si occupano in genere di analizzare le potenzialità dell’investimento:
questo spetta all’investitore e alla PMI prima di giungere a un accordo. Le reti
possono richiedere una quota sugli accordi raggiunti o una quota di iscrizione.
I programmi di sviluppo regionale possono intervenire migliorando i meccanismi che
consentono di mettere in contatto le PMI in cerca di capitali o di consulenza con i
business angel che desiderano realizzare investimenti. In alcune regioni, le reti per
mettere in contatto la domanda con l'offerta sono già operative, e alcune di esse sono
finanziate da enti regionali. L’UE, come pure vari programmi a livello nazionale,
fornisce assistenza nella creazione di reti di business angel.
Le imprese in cui investono i business angel ricevono talvolta anche finanziamenti
del capitale di rischio da altre fonti sostenute dall’UE, come fondi di venture capital.
Un modello che riassume le principali caratteristiche è disponibile nell’Appendice A.
4.1
Come operano nella pratica le reti di business angel
La figura 2 illustra come operano in pratica le reti di business angel. Riassumendo:

Si crea una rete, gestita da una o più persone, che viene pubblicizzata come
punto di contatto tra investitori e imprenditori.

La rete mette i potenziali investitori direttamente in contatto con le PMI. In
taluni casi entrambi pagano una quota per questo servizio.

Gli investitori e le PMI possono raggiungere un accordo secondo cui il
business angel fornisce il capitale e spesso un supporto sotto forma di
18
Sezione 4
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
I business angel
consulenza a fronte di una quota di partecipazione nella società. Spetta alle
due parti giungere a un accordo e applicare la dovuta diligenza.

In molti casi il business angel non riceve una remunerazione per il proprio
tempo, ma trae vantaggio dall’aumentato valore dell’impresa. Talvolta è
invece concordata una tariffa.

Da ultimo, il business angel può vendere il proprio investimento nella
società, in particolare quando un investitore commerciale acquista una quota
di partecipazione azionaria.
Come operano nella pratica le reti di business angel
Altre fonti di
finanziamento
1
La PMI non riesce a
ottenere finanziamenti
dai canali tradizionali a
condizioni convenienti
PMI
SME
L’espansione
della
PMI
aumenta
il
valore
delle
sue
azioni
Vendita
a terzi
2
La PMI contatta
la rete di
Business Angel
Rete
Network
3
La PMI vende
le azioni al
Business
angel
L’investimento del
Business angel è
utilizzato per
finanziare lo
sviluppo della PMI
La rete mette in
contatto la PMI e
i Business angel
Business
Busines
Angel
s
Supporto dell’UE
per le reti di
business angel
Ad esempio capitale
di avvio
Supporto pubblico
(nazionale)
privata
4
Meccanismo
di uscita
Azioni rivendute
alla PMI
IPO tramite
Borsa Valori
Il Business
angel vende
le proprie
azioni nella
PMI
Profitto?
Ad esempio sgravi
fiscali per il Business
Angel
Alcuni Stati membri offrono incentivi fiscali per incoraggiare i business angel ad
acquisire quote di partecipazione nel capitale di PMI. Ad esempio il governo
britannico consente agli investitori di dedurre dalle imposte sul reddito parte degli
investimenti e ottenere l’esenzione dall’imposta sui redditi di capitale. Negli Stati
Uniti, notevoli agevolazioni fiscali sulle imposte sul reddito e sul reddito di capitale
hanno contribuito a sviluppare questo tipo di finanziamento delle PMI.
19
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
I business angel
4.2
Sezione 4
Vantaggi e svantaggi delle reti di business angel
I programmi di business angel presentano per entrambe le parti sia vantaggi che
svantaggi, come indicato nella tabella che segue:
Vantaggi



4.3
Per le PMI, una fonte di capitale e
consulenza nella fase di avviamento e
sviluppo dell’azienda. Il consiglio giusto
può rafforzare l’impresa.
Per l’investitore, l’opportunità di
realizzare elevati profitti investendo in
una PMI in fase di avviamento, oltre alle
eventuali agevolazioni fiscali.
Per gli enti pubblici, i programmi di
sostegno dei business angel aumentano la
disponibilità di capitale di rischio e di
consulenza con costi limitati per i fondi
pubblici.
Svantaggi

Per le PMI, è necessario vendere parte delle
proprie quote di partecipazione della società.
Alcune imprese sono restie a consentire
l’ingresso di un investitore esterno.

Per l’investitore, il livello di rischio è elevato.
Gli studi indicano che un solo investimento
su cinque produce guadagni significativi.
Una quota di minoranza in una PMI consente
un controllo limitato sull’impresa e potrebbe
rivelarsi difficile da vendere.

Esiste il rischio, sia per l’investitore che per
l’azienda, che i rapporti tra l’investitore e
l’amministratore dell’azienda si possano
deteriorare.
Attuale supporto da parte dell’UE
Per stimolare lo sviluppo del concetto di business angel e promuovere l’iniziativa in
regioni in cui questa alternativa non era ancora operativa, è stato creato un piccolo
numero di reti a livello regionale e nazionale,. Queste reti forniscono una piattaforma
di incontro per PMI e business angel, e danno la possibilità alle imprese di accedere a
nuove fonti di finanziamento.
4.4
Fattori da considerare nel supporto di una rete di business angel
Numerosi fattori comuni sono presenti nella creazione di tutte le forme di
finanziamento del capitale di rischio e sono illustrati nella sezione 8 di questa Guida.
Per quanto riguarda le reti di business angel, gli enti pubblici dovranno tenere in
considerazione anche i seguenti fattori specifici:
Ruolo degli enti pubblici nell’erogazione dei fondi: il ruolo degli enti pubblici nel
supporto alla creazione delle reti di business angel dovrebbe limitarsi al sostegno
finanziario dei costi di gestione e avviamento della rete, piuttosto che contribuire ai
fondi di investimento stessi. Gli enti pubblici possono prendere l’iniziativa di
avvicinare un’associazione nazionale di business angel perché collabori nella
creazione di una rete in regioni in cui ancora tali reti non esistono.
Creazione di una cultura di imprenditorialità: le misure intraprese per la creazione di
una rete di business angel possono migliorare la vivacità del mercato nel fornire
finanziamenti e consulenza; tuttavia tali iniziative hanno generalmente successo solo
dove è presente una cultura di imprenditorialità che incoraggia lo sviluppo di nuove
20
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
I business angel
Sezione 4
imprese. La creazione di una rete di business angel dovrebbe teoricamente fare parte
di un pacchetto integrato di misure che stimolino lo sviluppo di nuove imprese e
incoraggino la propensione all’investimento da parte degli investitori.
4.5
Norme sugli aiuti statali
Non vi sono norme specifiche sugli aiuti statali applicabili alla creazione di reti di
business angel, mentre valgono ovviamente le regole generali relative a tali aiuti. In
molti casi l’aiuto statale è inferiore a 100.000 Euro e rientra quindi nella regola del de
minimis.
4.6
Esempi di rete di business angel
L’appendice G contiene alcuni esempi di reti di business angel creati con l’assistenza
dei Fondi strutturali e indica i collegamenti ai siti Internet che descrivono gli studi di
casi di reti e riportano i dettagli dei contatti per i finanziamenti stessi. Sarebbe
auspicabile l’aggiunta di altri studi di casi durante la vita di questa Guida.
21
Sezione 5
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Capitale di prestito
Il capitale di prestito
Sommario
I prestiti sono la fonte principale di finanziamento esterno delle PMI e spesso sono
disponibili tramite supporto pubblico proveniente da venture capital, fondi di credito
o programmi di sovvenzionamento degli interessi, tutti strumenti relativamente
comuni nello sviluppo regionale.
Analogamente ai fondi di venture capital (che spesso forniscono anche finanziamento
tramite prestito), un fondo di prestito puro, sostenuto dai Fondi strutturali, può
spesso essere sfruttato per creare un maggiore impatto utilizzando capitale privato.
È necessario tenere presente il periodo e l’utilizzo dei prestiti, i tassi di interesse e le
possibili perdite dovute a inadempienze. Nei programmi di sovvenzionamento
interessi, l’elemento di sussidio non è versato in un fondo comune con il capitale del
prestito, ma è sborsato separatamente in rate, come rimborso del capitale e dei
pagamenti degli interessi scaduti, e può essere prolungato per diversi anni. Le
sovvenzioni sono pagate alla banca che ha concesso il prestito oppure al mutuatario,
come “riduzione” degli interessi.
Gli importi dei singoli prestiti spesso hanno effetto sui costi amministrativi del fondo
o dello schema di sovvenzionamento degli interessi. I prestiti di piccola entità hanno
costi di gestione più elevati, ma spesso giocano un ruolo più importante nel colmare
eventuali lacune di finanziamento.
I fondi di credito possono essere rivolti a gruppi particolari e spesso sono uno dei
mezzi principali di sostegno per lo sviluppo delle microimprese.
Un problema critico è la valutazione del merito di credito del mutuatario. Il fondo di
credito cercherà di evitare di sostituirsi alla concessione tradizionale di credito: se
una PMI mutuataria può ottenere finanziamenti da altre fonti di libero mercato,
dovrebbe percorrere quella strada. Parimenti, le PMI con minore rischio di credito
(incluse quelle che offrono garanzie) saranno probabilmente escluse. L’obiettivo è
individuare i mutuatari più appropriati nel gruppo di imprese restanti.
Un modello che illustra le principali caratteristiche è disponibile nell’Appendice A.
5.1
Come funzionano in pratica i programmi di fondo di credito
sovvenzionamento degli interessi
di
Nelle aree ammissibili all’assistenza dei Fondi strutturali, i programmi di credito,
siano essi organizzati come fondi prestito o come sovvenzionamento degli interessi,
sono destinati alle PMI beneficiarie e sono finalizzati a stimolare lo sviluppo delle
22
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Capitale di prestito
Sezione 5
PMI, promuovere la crescita economica locale e regionale e, questione cruciale,
promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro.
All’estremità inferiore del mercato dei prestiti, i programmi di credito entrano
nell’ambito del microcredito, al servizio di microimprese e particolari gruppi sociali,
solitamente con accordi meno improntati alla logica di mercato rispetto ai segmenti
economici più grandi.
Il diagramma della pagina seguente illustra come funzionano in pratica i programmi
di fondi di credito o di sovvenzionamento degli interessi. Riassumendo:

Il programma dei fondi di credito o di sovvenzionamento degli interessi viene
impostato per un periodo fisso, ed è co-finanziato da fondi nazionali e
dell’UE, con l’aggiunta di finanziamenti privati (1). I finanziamenti privati
sono ottenibili tramite fidi bancari o da altre fonti.

Il finanziamento o il programma possono essere co-finanziati dai Fondi
strutturali e garantiti dalla BEI o dal FEI (2).

Gli obiettivi dell’investimento saranno determinati chiaramente, individuando
i mutuatari che possono contribuire ad obiettivi di sviluppo regionale e hanno
un adeguato profilo di credito, ma che non sono in grado di accedere alle fonti
tradizionali (3).

Le PMI richiederanno il prestito al fondo o ad una banca che gestisce o
partecipa ad un programma di sovvenzionamento degli interessi. Verrà
eseguita una valutazione del profilo di credito, del piano d'impresa e degli
obiettivi del richiedente (4).

Il tasso di interesse applicato dal fondo sarà basato sui tassi di mercato,
generalmente equivalente ai costi del finanziamento più il 4-6%, oppure ad un
tasso leggermente inferiore, reso possibile dal contributo di capitale pubblico
al fondo. Nel primo caso, il tasso di interesse effettivo pagato dal mutuatario
potrebbe essere ridotto da una sovvenzione o riduzione degli interessi. (5).

Nei programmi di sovvenzionamento degli interessi, il tasso di interesse
applicato dalla banca potrebbe essere simile a quello di mercato e il mutuatario
riceve una riduzione sull’interesse che diminuisce il tasso effettivamente da
pagare; oppure potrebbe essere leggermente inferiore al tasso di mercato ed è
la banca a ricevere il sovvenzionamento degli interessi necessario a portare gli
interessi che essa riceve ad un livello più adeguato a quello di mercato. (5)

Durante il periodo di investimento, il fondo o la banca che gestiscono i
programmi di sovvenzionamento degli interessi sorveglieranno l’investimento,
talvolta fornendo consulenza gestionale alla PMI. (6)

A tempo debito la PMI restituirà il prestito o risulterà inadempiente in caso di
insolvenza. (7) Quando i sovvenzionamento agli interessi sono versati alla
23
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Capitale di prestito
Sezione 5
banca per abbassare il tasso di interesse applicato al mutuatario, il programma
può essere sostenuto da un accordo di garanzia, secondo il quale la banca
riceve una parziale compensazione della perdita dovuta all’inadempienza del
mutuatario.
Al termine del ciclo di vita del fondo di credito, le somme prestate saranno ripagate e
la somma rimanente nel fondo potrà essere reinvestita in conformità agli obiettivi
originali (Articolo 8 delle norme di ammissibilità dei Fondi strutturali, Appendice B).
Lo stesso vale per i programmi di sovvenzionamento degli interessi, salvo il fatto che
la Commissione richiede che i sussidi ancora disponibili al termine del periodo del
programma sui prestiti non completamente ripagati debbano essere capitalizzati su un
conto bloccato o direttamente al mutuatario.
I sussidi al tasso di interesse finanziati dall’UE e/o gli aiuti nazionali pagati alla banca
o al mutuatario a titolo di riduzione degli interessi riducono il tasso effettivo di
interesse da pagare da parte delle PMI generalmente dell’1-3%. Secondo le
disposizioni delle norme dei Fondi strutturali, l’ente incaricato di attuare tali
programmi è tenuto a fornire dati di monitoraggio riguardanti il numero di società
assistite, i nuovi posti di lavoro creati, ecc. Quando la riduzione del tasso di interesse
è co-finanziata dai Fondi strutturali, tale finanziamento è condizionato alla conformità
da parte della PMI con alcuni obiettivi, ad esempio riguardo alla creazione di posti di
lavoro o al livello del nuovo investimento. In tali circostanze non è inusuale un
abbattimento dei tassi di interesse pari a un terzo.
Il diagramma seguente illustra come generalmente funzionano nella pratica i
programmi di fondi di credito e di sovvenzionamento degli interessi.
Come funzionano in pratica i programmi di fondi di credito e di sovvenzionamento
degli interessi
Altre fonti di
finanziamento
3
La PMI non riesce a
ottenere prestiti a
condizioni convenienti
PMI
5
La PMI raggiunge gli
obiettivi relativi a
posti di lavoro o altro
Riduzione interessi
4
Restituzione
interessi e capitale
Prestito a
PMI dopo
valutazione
Monitoraggio
6
del prestito da
fondo o banca
1
Fondi dell’UE,
nazionali o fonti
private
Fondo di credito
Loan fund
o banca
Eventuale
garanzia del
FEI
2
24
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Capitale di prestito
Sezione 5
Esistono ovviamente numerose variazioni sul tema:

I fondi di credito spesso ottengono investimenti privati tramite prestiti bancari.
Con l’introduzione dell’Euro, è aumentata la capacità di assorbimento dei
mercati, per cui i fondi di credito potrebbero emettere obbligazioni, la
disintermediazione potrebbe contribuire a ridurre i costi del capitale per i fondi
di credito.

Alcuni programmi hanno criteri di ammissibilità e mercati destinatari molto
specifici, come gli imprenditori donne, i giovani imprenditori, le
microimprese, mentre altri sono aperti a molte delle PMI.

Alcuni fondi mettono a disposizione parte del proprio capitale per i
microcrediti. L’amministrazione dei microcrediti presenta caratteristiche
peculiari che sono affrontate in un capitolo successivo.

I tipi di credito possono variare, mentre è possibile anche erogare
finanziamenti azionari. Per quanto riguarda i prestiti più consistenti, i
finanziamenti possono fornire prestiti utilizzando capitale di prestito
convertibile: in questo caso il fondo può convertire tutto o parte del prestito in
azioni, nel caso in cui la PMI riesca nei propri obiettivi.
5.2
Vantaggi e svantaggi dei programmi di credito
I programmi di credito presentano per entrambe le parti sia vantaggi che svantaggi,
come indicato nella tabella che segue:
Vantaggi

I programmi di credito offrono una
importantissima fonte di capitale alle PMI
in cerca di finanziamento del proprio
sviluppo.

Alcuni programmi di credito offrono
prestiti anche su basi non garantite,
facilitando in questo modo l’accesso al
finanziamento per le PMI.

Per gli enti pubblici, si tratta di un
investimento di medio rischio, che può
facilitare l’arrivo di capitale da nuove
fonti, con la prospettiva che tutto o parte
dell’investimento originale possa essere
disponibile per il riutilizzo.
Svantaggi

Normalmente i prestatori richiedono una
garanzia collaterale o si affidano a una
valutazione
del
credito
tramite
punteggio che potrebbe discriminare le
società in fase di avviamento, le quali
spesso mancano di una garanzia
collaterale e sono spesso costrette a
pagare un premio di garanzia per
ottenere il credito.

I prestiti devono essere sempre visti nel
contesto di altre forme di finanziamento,
incluso un ammontare adeguato di
capitale proprio.
25
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Capitale di prestito
Sezione 5
Attuale supporto da parte dell’UE
5.3
Nelle regioni ammissibili all’assistenza dei Fondi strutturali, il supporto del FESR è
disponibile per fondi di credito e per finanziare programmi di sovvenzionamento degli
interessi, al fine di raggiungere obiettivi specifici o generali, come il miglioramento
del livello di partecipazione degli imprenditori donne o stimolare l’investimento delle
PMI finalizzato alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Il Fondo europeo per gli Investimenti (FEI) co-finanzia inoltre alcuni tipi di
programmi di credito, ad esempio fondi di credito destinati a società in fase di
avviamento.
Fattori da considerare nell’attuazione di un programma di credito
5.4
I numerosi fattori comuni presenti nella creazione di tutte le forme di finanziamento
di capitale di rischio sono illustrati in un’altra sezione di questa Guida. Per quanto
riguarda i programmi dei fondi di credito e di sovvenzionamento degli interessi, gli
enti pubblici dovranno tenere in considerazione i fattori descritti di seguito:
5.4

La disponibilità di crediti tradizionali a livello regionale per diversi tipi di
PMI e la necessità di evitare distorsioni del mercato.

Il ruolo degli enti pubblici nella erogazione dei fondi di credito.

L’effetto di stimolo sui finanziamenti da parte del settore privato.
Norme sugli aiuti statali
Secondo le norme sugli aiuti statali, sarà necessario determinare se è presente un aiuto
statale, considerando se è stato applicato un tasso di interesse di mercato. Se è
presente una componente di sovvenzionamento, i prestiti devono essere correlati ai
costi ammissibili, applicando i tassi massimi indicati nelle norme sulle PMI e i
sostegni regionali (vedere Capitolo I).
5.5
Esempi di programmi di credito
L’appendice G contiene alcuni esempi di programmi di credito creati con l’assistenza
dei Fondi strutturali, oltre ai collegamenti ai siti Internet contenenti le descrizioni
degli studi di casi di tali programmi e dettagli sui contatti relativi ai programmi stessi.
Sarebbe auspicabile l’aggiunta di altri studi di casi durante la vita di questa Guida.
26
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Microcrediti
Sezione 6
Microcrediti
Sommario
Il segmento dei microcrediti è relativamente nuovo nello scenario finanziario
europeo: si tratta di un prodotto inteso a facilitare l’accesso a finanziamenti di
modesta entità per microimprese e lavoratori autonomi. Queste imprese non sono in
grado, di norma, di accedere alla rete di distribuzione bancaria tradizionale, a causa
dell’importo contenuto, degli elevati costi per la valutazione del credito e dell’alto
tasso di rischio connesso alla fase di avviamento del ciclo di vita dell’impresa.
Il microfinanziamento, generalmente inferiore ai 10.000 Euro, può essere indirizzato
a categorie di persone o piccolissime imprese molto specifiche. I programmi
generalmente includono:

Programmi per microimprese: questi includono un’ampia gamma di
strumenti, alcuni dei quali illustrati in altre sezioni della Guida (ad es. prestiti
e sistemi di mutua garanzia). La caratteristica comune è che il finanziamento
è destinato a lavoratori autonomi o imprese con meno di 5 dipendenti.

Finanziamenti per gruppi sociali svantaggiati (talvolta definiti anche
“finanziamenti sociali”): ad esempio, programmi di credito per i giovani, i
disoccupati, i disabili, minoranze etniche, ecc.
Gli strumenti di microfinanziamento non sono nella pratica diversa da quelli illustrati
nelle precedenti sezioni di questa Guida, in particolare i programmi di credito e le
mutue garanzie. La differenza consiste nel gruppo destinatario di questi strumenti e
negli importi, generalmente di ridotta entità. Come negli altri finanziamenti di
capitale di rischio, l’attenzione è rivolta ai sistemi di finanziamento rimborsabile o
rotativo, piuttosto che a quelli non rimborsabili.
Un modello che riassume le principali caratteristiche è riportato in Appendice A.
6.1
Come funzionano nella pratica i microcrediti
In termini operativi, il settore del microcredito presenta molte somiglianze con il
settore del credito. Le principali differenze sono:

l’elevato costo per la valutazione del credito rispetto alla dimensione del
prestito e

l’elevato costo di gestione del credito rispetto alla dimensione del credito
stesso.
Ne consegue che molti programmi di microfinanziamento sono attuati da agenzie
specializzate. Esse possono essere create all’uopo o essere connesse ad un istituto
finanziario già esistente, come una banca. Questi fattori sono elencati nello schema
seguente:
27
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Microcrediti
Sezione 6
Come funzionano nella pratica i programmi di microcredito
Altre fonti di
finanziamento
La microimpresa non
riesce a ottenere altri
prestiti a condizioni
convenienti
Micro
impresa
Prestito a PMI da
Restituzione
fondo di credito o
interessi e capitale
banca dopo
valutazione
Fondo
credito
Loan fund
for
o banca
micro
loans
Fondi dell’UE,
nazionali o fonti
private
6.2
Valutazione rispetto ai
criteri di credito e
all’applicabilità dei gruppi
destinatari, es. imprenditori
È disponibile un sussidio
per la valutazione della
documentazione, pari a
200 Euro per pacchetto.
Da FEI o altri.
Gestione da
parte di gestori
professionisti
Eventuale
garanzia del
FEI
Vantaggi e svantaggi del microcredito
I programmi di microcredito presentano per entrambe le parti sia vantaggi che
svantaggi, come indicato nella tabella che segue:
Vantaggi



6.3
Colma una lacuna del mercato per le
microimprese in fase di avvio e sviluppo.
Alcuni programmi di microcredito
offrono prestiti anche su basi non
garantite, facilitando in questo modo
l’accesso al finanziamento per le PMI.
Svantaggi

I costi di creazione e gestione dei crediti
saranno elevati rispetto all’ammontare
del credito.
Per gli enti pubblici è un mezzo per
sviluppare microimprese e raggiungere
persone svantaggiate.
Attuale supporto da parte dell’UE
I programmi di microcredito sono supportati da alcuni fra i principali programmi dei
Fondi strutturali, nonché da speciali programmi di “Azioni innovative” finanziati dal
FESR. Nel 2001 il FEI ha introdotto un programma per la concessione di microcrediti
(per somme fino a 25.000 Euro) nell’ambito del meccanismo di garanzia delle PMI
gestito dalla BEI. Esso supporta i programmi di garanzia per i progetti di
microcredito.
28
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Microcrediti
Sezione 6
Il FEI ha recentemente introdotto un programma di garanzia per i microcrediti che
rimborsa i costi per l’analisi della documentazione (200 Euro per ogni pacchetto di
documentazione) e offre una contro-garanzia al garante principale per un massimo del
75% del credito. L’obiettivo del programma è superare le difficoltà principali del
microfinanziamento, per quanto riguarda i costi di gestione del credito e l’ottenimento
di garanzie.
6.4
Fattori da considerare nell’attuazione di un programma di microcredito
Sono numerosi i fattori specifici da tenere in considerazione nella creazione di un
programma di microcredito (gli aspetti comuni sono analizzati nella Sezione 8).
Costi operativi: come ridurre l’incidenza dei costi operativi, rendendo più agili le
procedure di valutazione del credito o con altri mezzi?
Agenzie specializzate: in alcuni paesi l’operatività dei programmi di microcredito è
ulteriormente complicata dalla legislazione nazionale. Il programma di microcredito
riguarda spesso somme considerate troppo esigue per poter essere commercialmente
praticabili, a causa degli elevati costi di transazione e gestione, ragion per cui gli
istituti finanziari che erogano il credito spesso delegano la gestione,
l’amministrazione e l’esborso dei microcrediti ad organizzazioni che non hanno lo
status legale di istituti finanziari. In alcuni paesi la normativa nazionale proibisce agli
istituti non prettamente finanziari di concedere prestiti. È necessario verificare la
situazione in ogni Stato.
Garanzie: è corretto sostenere un programma tramite la garanzia di un ente pubblico,
eventualmente basandosi su una garanzia del FEI?
6.5
Norme sugli aiuti statali
I programmi di microcredito possono rientrare nell’ambito degli aiuti statali alle
imprese. Nel caso dei microcrediti, tuttavia, l’ammontare dell’aiuto statale è inferiore
ai 100.000 Euro, e ricade quindi nell’ambito delle normative sul de minimis.
6.6
Esempi di programmi di microfinanziamento
L’appendice G contiene alcuni esempi di programmi di microfinanziamento creati con
l’assistenza dei Fondi strutturali, e indica i collegamenti ai siti Internet contenenti le
descrizioni degli studi di casi di tali programmi e dettagli sui contatti relativi ai
programmi stessi. Sarebbe auspicabile l’aggiunta di altri studi di casi durante la vita di
questa Guida.
29
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Programmi di garanzia
Sezione 7
Programmi di garanzia
Sommario
Una garanzia è un impegno concesso da un terzo attore, che lo vincola dal punto di
vista legale a pagare la quota rimanente di un prestito, inclusi gli interessi non
pagati, in caso di inadempienza del mutuatario principale.
I Fondi o le associazioni di garanzia emettono garanzie in favore delle PMI per
consentire l’accesso al finanziamento esterno (principalmente sotto forma di credito,
ma anche sotto forma di capitale) a fronte di una commissione che copra i rischi e i
costi amministrativi e di gestione. Le garanzie sono uno strumento finanziario utile
nei casi in cui le PMI non siano in grado di fornire al mutuante, generalmente una
banca o una società di leasing, le necessarie garanzie collaterali per accedere al
finanziamento a condizioni ragionevoli. Lo strumento della garanzia è tipicamente
impiegato da nuove imprese in fase di avvio e società innovative e in rapida crescita.
Esistono due tipi principali di programmi di garanzia, con alcune somiglianze:

Fondi di garanzia: generalmente finanziati da enti regionali o nazionali. Essi
offrono garanzie direttamente alle PMI o indirettamente fungendo da controgaranti per gli impegni in termini di credito contratti dalle associazioni di
mutua garanzia. Alcuni fondi di garanzia offrono inoltre prestiti dedicati alle
PMI o alle microimprese.

Associazioni di mutua garanzia: create da PMI, associazioni di categoria o
dalle Camere di Commercio, talvolta in collaborazione con le banche.
Riunendosi in cooperativa, le associazioni di mutua garanzia sono in grado di
negoziare prestiti bancari a condizioni preferenziali e spesso anche fornire
servizi di supporto professionale ai propri clienti, attingendo alla profonda
conoscenza specialistica del settore in cui operano.
Le garanzie si basano sul principio della condivisione del rischio tra gli istituti che
erogano il prestito e le associazioni di garanzia, che coprono in genere il 40-80% del
valore del prestito, riducendo in modo significativo il livello di rischio a carico
dell’istituto creditizio.
Nel contesto della politica regionale, i programmi di garanzia svolgono un ruolo
importante, poiché migliorano l’accesso al finanziamento, facilitano l’utilizzo di fondi
provenienti dal settore privato e incoraggiano lo sviluppo delle PMI, con benefici
effetti collaterali quali la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro.
La garanzia parziale contro la perdita del credito è talvolta concordata nell’ambito
di programmi di sovvenzionamento degli interessi (vedere “Capitale di credito”).
Un modello che riassume le principali caratteristiche è presentato nell’Appendice A.
30
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Programmi di garanzia
7.1
Sezione 7
Come funzionano nella pratica i programmi di garanzia
Il diagramma della pagina seguente illustra come funzionano nella pratica i fondi di
garanzia e le associazioni di garanzia. Riassumendo:

La PMI presenta domanda di prestito a un istituto finanziario.

Su richiesta dell’istituto finanziario, la PMI può richiedere una garanzia da
una Associazione di mutua garanzia o da un Fondo di garanzia, su una parte
del prestito.

Successivamente ad un’analisi accurata della validità del piano d'impresa e
ad una valutazione del rischio basata su un insieme di criteri, l’Associazione
di garanzia o il Fondo di garanzia forniscono la garanzia alla banca,
consentendo così alla PMI di accedere al finanziamento creditizio.

La PMI riconosce un premio all’Associazione di garanzia o al Fondo di
garanzia (generalmente l’1% annuo dell’importo della garanzia residua). In
caso di garanzia emessa da un’Associazione di mutua garanzia, la PMI
sottoscrive le quote di capitale dell’associazione. Queste possono, su
richiesta, essere rimborsate al termine dell’impegno di garanzia.

In alcuni paesi (ad esempio in Spagna, il sistema di garanzia “non bancario”
tedesco, gli “sportelli per l’avviamento” italiani) le PMI possono ottenere
garanzie da un istituto di garanzia prima di rivolgersi al mutuante da loro
scelto.

Nel caso delle garanzie alle PMI supportate da contro-garanzia del FEI, il
rischio è suddiviso tra l’associazione o il fondo di garanzia e il controgarante, senza ulteriore analisi del rischio. Nel maggior parte dei casi il
contro-garante non richiede alcun contributo all’associazione o al fondo di
garanzia.

In caso di inadempienza della PMI, e sulla base dei termini chiaramente
indicati nel contratto, il garante rimborserà immediatamente il mutuante
previa notifica della mancata restituzione del prestito. La garanzia collaterale
o patrimoniale dell’imprenditore è quindi rivenduta e le eventuali perdite
sono sostenute dall’associazione di garanzia o dal fondo di garanzia. In caso
di garanzia supportata da contro-garanzia, l’associazione o il fondo di
garanzia possono essere risarciti di una parte delle perdite dal contro-garante
e ridurre quindi il proprio rischio di inadempienza.
31
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Programmi di garanzia
Sezione 7
Come funzionano nella pratica i programmi di garanzia
1
Istituto
finanziario
Garanzia
Ass.
mutua
Mutual
garanzia
Society
Quota +
investimento in
azioni di
associazione
mutua garanzia
Prestito o
investimento
in capitale
2
Fondo di
garanzia sul
credito
Ente or
Fondo
European
National
nazionale
europeo
Investment
regionalo
regionale
investimenti
Fund
authority
PMI
Esistono numerose variazioni sul tema:

Alcuni programmi si rivolgono a gruppi specifici (giovani imprenditori,
imprenditori donne), tipologie specifiche di investimento (ad es.
sull’innovazione, sulla maggiore disponibilità di capitale di rischio), mentre
altri sono destinati a settori specifici (ad es. artigianato, industria, ecc.).

La percentuale del capitale di credito coperta dalla garanzia varia tra il 40 e
l’80%. Le tariffe applicate alle PMI per il pagamento della garanzia variano
in funzione di numerosi fattori: la durata della garanzia, un’analisi dei fattori
di rischio e la parte di prestito coperta dalla garanzia. Anche altri termini e
condizioni dell’accordo possono variare.

Varia anche il tipo di organizzazione che sponsorizza la garanzia: i Fondi di
garanzia puri dipendono dal finanziamento pubblico tramite enti nazionali o
regionali, mentre le associazioni di garanzia private o miste sono di proprietà
e gestite da rappresentanti delle PMI, banche e altri intermediari insieme.

Il supporto offerto dagli enti pubblici varia per natura e portata di stato in
stato e di regione in regione.

Varia notevolmente anche il livello di supporto sotto forma di consulenza e
assistenza alle PMI. In alcuni casi, il ruolo dell’associazione che eroga la
garanzia al finanziamento si limita alla concessione della garanzia, mentre,
in altri casi, la garanzia offerta fa parte di un pacchetto di servizi, tra cui il
supporto all’impresa e il monitoraggio dei progressi realizzati.
Le associazioni di garanzia sono generalmente soggette a norme finanziarie nazionali.
Quando ricevono sostegni pubblici, esse devono conformarsi alle norme dell’UE sugli
aiuti statali.
32
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Programmi di garanzia
7.2
Sezione 7
Vantaggi e svantaggi dei programmi di garanzia
I programmi di garanzia presentano per entrambe le parti sia vantaggi che svantaggi,
come indicato nella tabella che segue:
Vantaggi






7.3
Facilita l’accesso al finanziamento del
credito con migliori condizioni per quelle
PMI (ad es. i lavoratori autonomi, le
microimprese, le imprese in fase di
avviamento) che non hanno facilmente
accesso ai finanziamenti (precedenti
problemi creditizi, garanzie collaterali
minime o inesistenti, mancanza di dati
storici).
Il principio della condivisione del rischio
tra l’associazione o il fondo di garanzia e
l’istituto di credito riduce il rischio e
facilita la concessione di credito da parte
del settore privato. Esso riduce inoltre la
richiesta di capitale ai sensi delle norme di
Basilea.
Per gli enti pubblici, le associazioni e i
fondi di garanzia facilitano lo sfruttamento
del finanziamento da parte del settore
privato per lo sviluppo delle PMI e lo
sviluppo regionale in genere.
Le rigorose procedure di vaglio e la
profonda conoscenza del settore economico
in cui operano i clienti riduce il rischio di
inadempienza della PMI.
Le associazioni e i fondi di garanzia
apportano la propria conoscenza della
realtà locale, nonché supporto e consulenza
d’impresa personalizzati.
Le associazioni e i fondi di garanzia
applicano il principio della rotazione ai
propri fondi: il tasso di indebitamento è
elevato (il tasso medio è 10 volte superiore
al capitale di garanzia), mentre i livelli di
inadempienza sono contenuti.
Svantaggi




Le associazioni e i fondi di garanzia
solitamente coprono solo parte del rischio
di credito e spesso si applicano solo a una
gamma limitata degli strumenti finanziari
disponibili.
I programmi sostenuti dal FEI non
possono essere utilizzati per il capitale di
esercizio e esistono solo alcuni programmi
per la copertura degli investimenti di
capitale sociale.
Riducendo l’esposizione al rischio delle
banche, i programmi di garanzia
potrebbero dar luogo a una minore
accuratezza nel controllo da parte delle
banche delle richieste di nuovi crediti.
Le associazioni e i fondi di garanzia
ricevono supporto dagli enti pubblici in
quantità
disomogenee
nell’ambito
dell’Unione
europea,
e
questo
principalmente a causa delle dissimili
culture bancaria dei vari paesi (ad es.
Regno Unito, Irlanda, Svezia, Grecia).
Attuale supporto da parte dell’UE
Il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) fornisce supporto alle associazioni di
garanzia sotto forma di contro-garanzia degli impegni presi dai Fondi di garanzia e
dalle Associazioni di mutua garanzia.
Durante il periodo 1998-2001, il Meccanismo di garanzia delle PMI ha offerto di
coprire il 50% delle perdite subite dai fondi di garanzia. Come contropartita, si
richiede ai fondi di garanzia di aumentare il proprio profilo di rischio, sostenendo
33
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Programmi di garanzia
Sezione 7
investimenti nelle PMI a maggiore rischio, al fine di favorire la “crescita e la
creazione di posti di lavoro”. L’assistenza è stata fornita direttamente alle associazioni
di garanzia o tramite intermediari quali ad esempio vari programmi di garanzia con
finanziamento pubblico.
Il programma pluriennale per il periodo 2002-2006 si basa sul lavoro del programma
precedente e fornisce ulteriore supporto per quanto riguarda le contro-garanzie per i
microcrediti e gli investimenti in TIC. Il programma di garanzia è inoltre aperto ora
anche ai paesi candidati all'adesione all’UE.
In preparazione all’adesione all’UE, questa ha reso disponibili anche sussidi finanziari
di contributo alla creazione di associazioni di mutua garanzia nei nuovi Stati membri
e/o aree di attività dell’UE. Tali fondi servono a coprire il 50% dei costi per gli studi
di fattibilità.
7.4
Fattori da considerare nell’attuazione di un programma di garanzia
Sono numerosi i fattori trasversali relativi alla creazione di misure di finanziamento
del capitale di rischio nel contesto della politica regionale: essi sono affrontati in altre
sezioni di questa Guida. Per quanto concerne le associazioni e i fondi di garanzia, gli
enti pubblici devono tenere in considerazione i seguenti fattori:
Studio di fattibilità: prima di lanciare un fondo di garanzia, è necessario valutare le
seguenti questioni: il fondo dovrà colmare una lacuna del mercato, evitare
concorrenze che possono distorcere il mercato in rapporto agli operatori privati già
esistenti nel settore del finanziamento del credito, soddisfare l’esigenza di una solida
struttura di governo societario che assicuri la responsabilità e soddisfare l’esigenza di
una profonda conoscenza della realtà operativa e della cultura bancaria locali.
Tipi di programmi di garanzia: è necessario che gli enti pubblici sostengano la
creazione di un fondo di garanzia a sovvenzione pubblica che gestisca direttamente le
garanzie per le PMI oppure il sostegno pubblico dovrebbe essere amministrato tramite
un intermediario, quale un’associazione di mutua garanzia?
Quadro normativo: è necessario attivare meccanismi e procedure specifici per
controllare le richieste, valutare e controllare regolarmente il livello di rischio e
regolare le transazioni tra le PMI e gli istituti di credito.
Norme dell’Unione europea sugli aiuti statali: come tutti gli strumenti finanziari che
comprendono una componente di finanziamento pubblico, le garanzie devono essere
conformi alle regole dell’UE sugli aiuti statali. Oltre alle disposizioni applicabili ai
programmi di finanziamento del capitale di rischio in genere, esistono numerose
norme specifiche dei programmi di garanzia.
34
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Programmi di garanzia
7.5
Sezione 7
Norme sugli aiuti statali
Nel marzo 2000, la Commissione ha pubblicato
sull’applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato della
forma di garanzia16. I programmi di garanzia sul prestito
condizioni, non sono considerati contenere aiuti statali.
soggetti a notifica, fatta salva la regola del de minimis.
linee guida dettagliate
CE sugli aiuti statali sotto
che soddisfano le seguenti
In caso contrario saranno
Comunicazione dell’UE sugli aiuti statali ai programmi di garanzia

Non saranno concesse garanzie a mutuatari in difficoltà finanziarie.

I beneficiari dell’assistenza (ovvero i mutuatari) dovrebbero teoricamente essere in grado di
ottenere un prestito ai tassi di mercato dalle fonti finanziarie tradizionali, senza alcun
intervento statale.

Le garanzie devono essere connesse a specifiche transazioni finanziarie, devono avere un tetto
massimo stabilito, non devono coprire più dell’80% del prestito tuttora in essere o di altri
obblighi finanziari (eccetto obbligazioni e strumenti simili) e non devono essere a tempo
indeterminato.

I termini del programma devono essere basati su una valutazione realistica del rischio, in
modo che i premi pagati dai beneficiari ne consentano, con buona probabilità, l’autofinanziamento.

Il programma deve stabilire i termini finanziari delle garanzie future e il finanziamento del
programma in generale deve essere rivisto almeno una volta l’anno.

I premi devono coprire sia i rischi connessi alla concessione della garanzia, sia i costi
amministrativi del programma, incluso un utile a livello di mercato sul capitale, quando lo
Stato fornisce il capitale iniziale per l’avviamento del programma.
Nel caso in cui sia elargito un sostegno pubblico, sarà necessario determinare chi ne
sarà il beneficiario (mutuatario/mutuante). Sarà necessario determinare se l’aiuto può
essere compatibile utilizzando le stesse regole applicate ad altri tipi di misure di
sostegno. Inoltre, la mobilizzazione della garanzia deve essere connessa per contratto
a condizioni specifiche, che possono arrivare alla dichiarazione obbligatoria di
fallimento. Prima di avviare il programma, gli Stati membri dovranno informare la
Commissione, tramite la procedura di notifica ufficiale, di ogni aiuto di stato che
preveda una sovvenzione superiore a 100.000 Euro. La Commissione quindi valuterà
se la proposta è compatibile con le norme sugli aiuti statali.
7.6 Esempi di programmi di garanzia
L’appendice G contiene alcuni esempi di programmi di garanzia creati con
l’assistenza dei Fondi strutturali, oltre ai collegamenti ai siti Internet contenenti le
descrizioni degli studi di casi di tali programmi e dettagli sui contatti relativi ai
16
Comunicazione della Commissione sull’applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato della CE
sugli aiuti di Stato sotto forma di garanzia, Gazzetta Ufficiale della CE, C 71, 11.03.2000, pag. 14.
Vedere appendice F.
35
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Programmi di garanzia
Sezione 7
programmi stessi. Sarebbe auspicabile l’aggiunta di altri studi di casi durante la vita di
questa Guida.
36
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Creazione di programmi
Sezione 8
Creazione di programmi
In questa sezione sono descritte le fasi principali della creazione di un programma di
finanziamento di capitale di rischio. La sezione 9 illustra quindi la buona pratica da
adottare per il funzionamento dei programmi stessi.
8.1
Panoramica
Sono numerose le fasi comuni che gli enti regionali e i relativi partner devono tenere in
considerazione nella creazione di nuovi programmi di finanziamento del capitale di
rischio sostenuti dall’UE:

Fase 1: Valutare se il programma di finanziamento del capitale di rischio
contribuirà al raggiungimento degli obbiettivi di sviluppo regionale.

Fase 2: Supponendo che la fase precedente abbia dato risultati positivi,
eseguire uno studio di fattibilità per esaminare le varie opzioni di
funzionamento del programma di finanziamento del capitale di rischio, le
possibili fonti di finanziamento, i gruppi destinatari, la compatibilità con le
norme dell’UE sugli aiuti statali, ecc.

Fase 3: Supponendo che le conclusioni dello studio di fattibilità siano risultate
positive e successivamente ai dibattiti con le parti principali interessate al
progetto (l’UE, gli enti nazionali e regionali, il settore privato, le organizzazioni
di supporto alle imprese, ecc.), la fase successiva consisterà nel preparare un
piano d’impresa completo, che conduca all’attivazione del programma.
Il diagramma che segue riassume queste fasi e le correla tra di loro:
Fase 1
Valutazione
finalità
regionali
Il programma è necessario?
 PMI in fase di sviluppo
 Necessità finanziarie delle
PMI e lacuna del mercato
 Attinenza ai documenti del
programma
Fase 2
Fase 3
Studio di
fattibilità
Attuazione
Il programma è fattibile?
 Obiettivi strategici
 Possibili fonti di
finanziamento
 Obiettivi
 Fattibilità legale
Fase di attuazione




Gruppo di attuazione
Piano d’impresa
Trattativa e accordo
Attuazione del
finanziamento e di altri
servizi
37
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Creazione di programmi
Sezione 8
L’esperienza insegna che passano in genere diversi anni dal momento in cui si avvia il
progetto alla fase di raccolta dei fondi e alla nomina di manager responsabili della
gestione e del lancio del programma di finanziamento del capitale di rischio. A
conferma dell’importanza delle fasi di indagine, si consideri che numerose iniziative
sono state interrotte durante l’ultimo periodo di programmazione dei Fondi strutturali a
causa di complicazioni che avrebbero dovuto essere previste in fase di pianificazione.
Sarà necessario rivolgersi a consulenti qualificati per molte questioni e sarà
consigliabile contattare alcune delle organizzazioni elencate nella presente Guida sin
dalle prime fasi del progetto. Questa potrebbe essere un’ottima occasione per
individuare programmi simili già attivati e discuterne le problematiche con i loro
responsabili.
Di seguito si riporta un’analisi dettagliata di ogni fase del processo di sviluppo di nuovi
programmi di finanziamento del capitale di rischio.
8.2
Contributo alle finalità di sviluppo regionale (Fase 1)
Le norme sui Fondi strutturali sottolineano la funzione del finanziamento del capitale
di rischio come strumento per lo sviluppo regionale, ma è necessario verificare
numerose questioni specifiche prima di confermare la necessità di avviare ciascun
programma specifico:

Lo sviluppo delle PMI è incluso tra gli obiettivi del programma dei Fondi
strutturali? Esistono obiettivi specifici, quali la promozione di particolari settori
ad elevato potenziale, oppure il supporto per consentire a membri di comunità
svantaggiate di avviare attività imprenditoriali?

Lo sviluppo delle PMI è ostacolato principalmente da problemi di
finanziamento, oppure gli impedimenti esistenti sono di altro genere?

Se il finanziamento alle PMI risulta necessario, i programmi delineati nel
presente documento possono soddisfarne le esigenze?

Quali sono le disposizioni dei documenti programmatici che si riferiscono al
progetto di finanziamento? L’assegnazione (indicativa) dei finanziamenti
nazionali e europei è adeguata?

Che prove esistono di una “lacuna generalizzata del mercato”? Una carenza
nella attuale erogazione di finanziamenti può suggerire la presenza di una
lacuna del mercato.
Se il programma comprende misure di finanziamento di capitale di rischio, le
questioni relative dovrebbero essere affrontate, almeno in parte, nel documento
programmatico. Tuttavia, considerato il lasso di tempo che potrebbe intercorrere tra
l’adozione e l’attivazione del programma, sarà quasi certamente necessario aggiornare
le valutazioni eventualmente obsolete con dati più recenti o con nuove indagini. In
genere, si richiedono nuove analisi per determinare le effettive necessità delle imprese
in termini di metodi di finanziamento.
38
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Creazione di programmi
Sezione 8
Questa fase dovrebbe produrre uno studio strategico che confermi, se necessario, la
necessità di un programma e il tipo o i tipi di programmi da utilizzare.
8.3 Fattibilità del programma di finanziamento del capitale di rischio (Fase 2)
Una volta stabilita la necessità di un programma di finanziamento del capitale di
rischio nella prospettiva di uno sviluppo regionale, è necessario determinarne la
fattibilità tecnica. Obiettivo di questa fase è decidere se passare o meno alla successiva
fase di attuazione. Tra i problemi principali:

Sulla base della valutazione della “lacuna generalizzata del mercato” che tipo di
obiettivi strategici dovrebbero essere definiti (quali finanziamenti di rischio
fornire, quali i gruppi beneficiari, ecc.)? Sono compatibili con le norme sugli
aiuti statali?

Che livello di finanziamento è necessario e quale potrebbe esserne la fonte:
Unione europea, enti nazionali/regionali, settore privato, ecc.?

Quali sono le alternative per la struttura e la gestione della società, tenendo in
considerazione i consigli raccolti nelle norme sui Fondi strutturali (vedere
appendice B)?

Quali obiettivi finanziari e altre finalità potrebbero essere ragionevolmente
conseguiti? Considerando i diversi presupposti (ad es. per quanto riguarda i
crediti inesigibili, il livello dei sussidi), il programma di finanziamento del
capitale di rischio rimane finanziariamente valido?

Il programma sarà presumibilmente in grado di soddisfare tutti i requisiti legali,
inclusi i problemi legislativi nazionali e le questioni comunitarie, tra cui
quelle sugli aiuti statali?

Quali sono i punti di vista degli enti regionali e nazionali e quali eventuali
problemi andranno discussi presso la Commissione europea?

Che tipo di agenzia potrebbe implementare il programma e quale sarebbe
l’agenzia più adatta?
Da questa fase dovrebbe uscire uno studio di fattibilità contenente precise conclusioni
sulla fattibilità tecnica del programma, una valutazione del rischio e un piano di
attuazione. Sarà probabilmente necessaria la consulenza di professionisti legali e
finanziari qualificati per la preparazione dello studio di fattibilità. Sarà necessario
inoltre aprire dei dibattiti con realtà esterne, tra cui i possibili amministratori del
programma.
8.4
Fase di attuazione (Fase 3)
Supponendo che lo studio di fattibilità dia risultati positivi, la fase successiva
consisterà nell’attuazione del progetto. L’impegno richiesto da questa fase è notevole,
ma darà luogo a un programma operativo. In via preliminare può essere consigliabile
selezionare l’agenzia preposta alla fase di implementazione: in alcuni casi potrebbe
39
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Creazione di programmi
Sezione 8
essere un’agenzia pubblica già esistente, ma in altri potrebbe essere necessario indire
una gara.
Le fasi del programma di implementazione saranno sviluppate come parte dello studio
di fattibilità, ma a titolo di esempio, potrebbero includere quanto segue:

Creazione del gruppo di attivazione: possibilmente elementi chiave interni
all’agenzia responsabile del lavoro, ma potrebbe essere necessario subappaltare
buona parte del lavoro. Sarà certamente necessario avere a disposizie un gruppo
di consulenti qualificati specializzati.

Sviluppo di un piano d’impresa: le questioni da affrontare potrebbero
includere quanto indicato nella tabella seguente.
Possibili contenuti del piano d’impresa







Finalità specifiche del programma, ovvero obiettivi in termini di numero e tipo di
beneficiari, importi medi dei prestiti/investimenti, obiettivi in termini di ritorni, ecc.
Un contesto operativo che includa i criteri di valutazione del progetto, i termini e le
condizioni generali dell’assistenza (ad es. la durata dei prestiti e i termini della sua
restituzione), monitoraggio del portafoglio, ecc.
Struttura finanziaria: inclusi i possibili investitori, i contributi dei Fondi strutturali
ecc.
La struttura della società: dovrà soddisfare i requisiti degli investitori e degli altri
partecipanti.
Gestione, ovvero chi sarà responsabile dell’operatività del programma e in base a quali
termini e condizioni, ecc.
Indicatori di performance relativi sia agli aspetti puramente finanziari del programma,
sia ai risultati in termini di sviluppo regionale (ad es. numero di posti di lavoro creati o
mantenuti).
Valutare come il programma intende soddisfare i requisiti della Commissione sugli
aiuti statali.

Discussione e approvazione del piano d’impresa con le parti interessate,
tra cui i potenziali investitori e le amministrazioni locali e nazionali. La
consultazione della Direzione Generale per la politica regionale della
Commissione Europea (o un’altra Direzione Generale dei Fondi strutturali)
è consigliabile, ma non obbligatoria. Prima dell’attuazione del programma,
sarà necessario notificare e ottenere l’approvazione della Direzione per la
Concorrenza della Commissione, qualora siano previsti aiuti statali
superiori al livello de minimis.

Attuazione del piano d’impresa: include la creazione di una struttura
societaria e legale, la discussione e approvazione del finanziamento,
l’ottenimento del personale e degli amministratori dell’investimento, oltre
alle altre fasi previste nel piano d’impresa.
Si consiglia di non sottovalutare l’importanza e l’impegno richiesto da questa fase e in
particolare i tempi necessari ad attuarla. La creazione di programmi di finanziamento
40
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Creazione di programmi
Sezione 8
del capitale di rischio può essere molto complessa, che coinvolge numerosi attori e
richiede un notevole apporto di consulenza professionale.
41
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Buona pratica operativa
Sezione 9
Buona pratica operativa
L’esperienza conferma che i programmi di finanziamento del capitale di rischio
richiedono l’implementazione di numerose “buone pratiche” di importanza cruciale.
9.1
Generalità
L’esperienza insegna molte sono le lezioni che si possono imparare e che sono di
importanza cruciale nella gestione operativa dei programmi di finanziamento del
capitale di rischio:

Il successo degli interventi di sostegno dipende il larga misura dalla
professionalità della gestione dei programmi di ingegneria finanziaria.

È importante sfruttare il supporto del settore privato, non solo come mezzo
per aumentare le risorse disponibili per gli investimenti, ma anche per
assicurare il contribuito delle conoscenze specialistiche possedute da tale
settore nella gestione dei programmi stessi.

Per ottenere i risultati migliori, l’assistenza finanziaria delle PMI dovrebbe
essere combinata ad altri servizi finanziari e di supporto all’impresa.

I criteri di monitoraggio e di misura della performance dovrebbero
combinare indicatori finanziari e metodi di valutazione del contributo allo
sviluppo regionale dei programmi di finanziamento del capitale di rischio
sostenuti dall’UE.
Il diagramma che segue riassume il quadro operativo tipico di un programma di
finanziamento del capitale di rischio, unendo la struttura generale di gestione dei
Fondi strutturali con elementi specifici di questo particolare programma.
Imposta gli obiettivi generali alla luce delle
priorità di sviluppo regionale
Il comitato rappresenta gli attori del
settore pubblico e privato, nomina e
verifica il gruppo di amministratori del
programma e redige il piano d’impresa.
Il team di gestione ha le responsabilità
operative basate sugli obiettivi delineati
nel piano d’impresa
Il contesto operativo include i vari attori,
per es. le organizzazioni di supporto alle
imprese
Indicatori di efficienza utilizzati per
valutare i progressi rispetto alle priorità
finanziarie e di sviluppo regionale.
42
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Buona pratica operativa
Sezione 9
Esistono naturalmente variazioni sul tema, dovute alle circostanze e alle priorità
locali, alle strutture istituzionali e alla natura del programma di finanziamento del
capitale di rischio (ad esempio, è molto più probabile che i programmi di credito siano
attuati da enti pubblici piuttosto che da fondi di venture capital).
9.2
Gestione professionale
L’esperienza desunta dall’ultimo periodo di programmazione dei Fondi strutturali
insegna in modo inequivocabile che i programmi di finanziamento del capitale di
rischio riscontrano maggiore successo quando:

Gli enti pubblici decidono le priorità generali, ma la responsabilità della
gestione quotidiana ricade su amministratori professionisti.

Vengono mantenuti rigorosi standard di valutazione dei progetti ed è
presente una focalizzazione sul mercato ben definita, in modo da consentire
lo sviluppo, da parte dei estori dei fondi, di una conoscenza specialistica del
settore.

Esiste una stretta vigilanza della performance del programma misurata rispetto
agli obiettivi del piano d’impresa prevedendo l’estrema sanzione di sostituire
gli amministratori se i risultati rimangono al di sotto delle aspettative definite.
I programmi di finanziamento del capitale di rischio supportati dall’UE saranno
naturalmente soggetti all’esame generale dei Comitati di sorveglianza e delle Unità di
gestione del programma, responsabili dei programmi di gestione dei Fondi strutturali.
Tuttavia, è importante che, a livello operativo, i gestori del programma abbiano la
facoltà di introdurre le procedure ritenute più opportune, in funzione della loro
valutazione di migliore pratica professionale.
I gestori dei finanziamenti di rischio dovranno spesso mantenere un equilibrio tra
esigenze contrastanti: da un lato la necessità di dimostrare effetti socialmente ed
economicamente positivi a breve termine, per accontentare gli enti regionali (che
potrebbero suggerire una rapida uscita dagli investimenti); dall’altro la necessità di
ottimizzare la redditività dei programmi (il che comporta spesso ritardare l’uscita
dall’investimento per consentirne le massime potenzialità). Conciliare le diverse
esigenze potrebbe risultare difficile, ragion per cui, anche in questo caso, sono
necessarie chiare norme per l’uscita dal finanziamento, per equilibrare gli interessi di
tutti gli attori del progetto.
9.3
Sfruttamento del supporto del settore privato
Una chiave di successo di molte forme di finanziamento del capitale di rischio
consiste nel fatto che l’intervento pubblico ha un effetto di stimolo e conduce
all’apporto di ulteriori fondi raccolti presso il settore privato. Il settore privato
dovrebbe supportare i programmi di finanziamento del capitale di rischio per
numerosi motivi:
43
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Buona pratica operativa

La collaborazione con il settore pubblico per lo sviluppo di strumenti
finanziari innovativi consente di ridurre il margine di rischio. Il principio
della condivisione del rischio consente agli istituti di credito di svincolare
risorse di bilancio per investirle altrove.

Gli istituti di credito possono ridurre i propri margini di rischio in genere
riunendo insieme le PMI come parte di un ampio e più bilanciato portafoglio,
ad esempio nel caso dei programmi di garanzia.

Il finanziamento del capitale di rischio consente alle PMI di accedere a
finanziamenti che non potrebbero altrimenti raggiungere l’innovazione e lo
sviluppo, fattori guida della competitività, che stimolano la crescita e
contribuiscono alla creazione di posti di lavoro, elementi che a loro volta
generano, sul lungo termine, una maggiore redditività delle imprese per gli
istituti di credito.

Le grandi aziende spesso hanno bisogno di una catena di fornitura locale. È
quindi nel loro interesse supportare l’intervento pubblico, che cerca di
rafforzare la base di PMI e incoraggia lo sviluppo economico regionale e la
crescita dei posti di lavoro.
Sezione 9
Se la necessità di un coinvolgimento privato è fortemente sentita, è necessario anche
creare un equilibrio tra l’auspicabile massima sollecitazione del finanziamento da
parte del settore privato da una parte e, dall’altra, la garanzia di mantenere il carattere
prettamente pubblico dei programmi di finanziamento del capitale di rischio, ai fini
dello sviluppo regionale.
L’unione del finanziamento di rischio con i servizi di supporto alle
aziende
9.4
Una caratteristica importante di molti programmi di finanziamento del capitale di
rischio è che generalmente uniscono l’erogazione di supporto finanziario con il
sostegno e la consulenza alle aziende. Tale consulenza può assumere forme diverse:

Nel caso di strumenti azionari, l’investitore può essere rappresentato nel
consiglio di amministrazione della società e fornire consigli sotto forma di
mentoring.

Molti programmi hanno relazioni con organizzazioni di supporto alle imprese
e indirizzano i propri clienti alle fonti di consulenza adeguate. In alcuni casi
questo potrebbe essere un requisito obbligatorio.

Nel caso dei business angel e della microfinanza, il supporto sotto forma di
consulenza potrebbe essere meno formalizzato, ma comunque costituisce una
risorsa importante.
Se le finanze sono importanti, l’esperienza insegna che molte aziende in fase di
avviamento o PMI in genere non riuscirebbero nel loro intento se non fossero
44
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Buona pratica operativa
Sezione 9
supportate in altri modi. Ad esempio, molti potenziali imprenditori iniziano la propria
impresa con una buona idea per un nuovo prodotto e possono anche avere le
conoscenze tecniche necessarie, ma mancano delle abilità imprenditoriali di base che
consentono di trasformare l’idea in un’impresa realizzabile. Analogamente, le imprese
già costituite spesso non riescono a superare la fase di transizione da azienda di
piccolissime dimensioni ad attività di media struttura, tipicamente a causa della
mancanza di doti gestionali.
Nel caso della microfinanza, la consulenza ai clienti può non richiedere capacità
particolarmente sofisticate. Al contrario, i fondi di finanziamento azionario
potrebbero invece richiedere lo sviluppo di conoscenze più specialistiche del settore
per funzionare correttamente.
9.5 Misurazione della performance
La valutazione dei programmi di finanziamento del capitale di rischio supportati
dall’UE intrapresi alla fine degli anni Novanta ha portato alle seguenti conclusioni:
Quando sono fissati degli obiettivi, questi tendono a correlarsi a dati di carattere finanziario e a
indicatori di attività (ad esempio al numero di PMI da assistere) piuttosto che al rendimento
finanziario, ai risultati e agli effetti. Di conseguenza, è difficile individuare con precisione quale
contributo era atteso da molte delle misure di ingegneria finanziaria rispetto ai più ampi obiettivi
del DUP, oltre al semplice aumento della disponibilità di finanziamenti per le PMI (Ernst &
Young, “Evaluation of Financial Engineering Schemes” – Valutazione dei programmi di
ingegneria finanziaria, 1998).
I programmi di finanziamento del capitale di rischio supportati dall’UE dovrebbero
essere valutati secondo due insiemi di criteri: in primo luogo la redditività finanziaria,
in secondo luogo, il loro contributo ai più ampi obiettivi di sviluppo regionale.
9.5.1 Indicatori finanziari
Per quanto riguarda il primo di questi insiemi, benché possano variare in funzione del
tipo di strumento finanziario e degli obiettivi specifici degli azionisti, rimane tuttavia
possibile definire alcuni indicatori di base comuni a buona parte dei programmi. Essi
includono:

Lo sfruttamento e lo stimolo dei finanziamenti da parte dei settori privati.

In caso di programmi di credito, il livello di credito inesigibile.

Riguardo ai fondi azionari, il tasso di redditività dei finanziamenti investiti.

In tutti i casi, il tasso di reinvestimento dei fondi in nuovi progetti.
45
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Buona pratica operativa
Sezione 9
La differenza principale tra i programmi di finanziamento del capitale di rischio, per
quanto riguarda gli indicatori finanziari, si nota tra i programmi di credito e le
iniziative basate sulla partecipazione in quote societarie.
9.5.2 Indicatori di sviluppo regionale
I programmi di finanziamento del capitale di rischio che ricevono il supporto
dell’Unione europea dovrebbero essere inoltre in grado di dimostrare di aver
contribuito agli obiettivi della politica regionale. È necessario a questo punto tracciare
un bilancio dei programmi di finanziamento del capitale di rischio, da una parte sulla
base della loro solidità rispetto al mercato, dall’altra accertandosi che siano stati
promossi gli obiettivi della politica pubblica. Tuttavia, i criteri di base potrebbero
essere riassunti come segue:

Il numero e il tipo di imprenditori e PMI esistenti che sono stati assistiti.

A livello di azienda, in che misura è dimostrata l’addizionalità, ovvero: i
progetti non avrebbero potuto proseguire sulle stesse basi o con gli stessi
tempi senza supporto (fattore da stabilire in fase di valutazione del progetto).

Effetti ottenuti: possono includere il numero di posti di lavoro creati o
mantenuti, l’aumento di fatturato delle PMI, o le prove di un maggiore
investimento in R&S, oltre che l’efficienza in termini di costi di questi risultati
(ad es. costo per posto di lavoro).

Le maniere in cui i risultati contribuiscono alle priorità regionali, ad esempio
promovendo l’avvio di nuove imprese in settori dell’economia locale con
potenziale di crescita, oppure aiutando persone svantaggiate a creare la propria
attività.
Gli obiettivi precisi di questi e altri indicatori di performance devono ovviamente
essere il risultato delle circostanze particolari dei programmi di finanziamento del
capitale di rischio e dell’ambiente in cui essi sono attuati. Esistono anche questioni
metodologiche riguardo all’ottenimento delle informazioni per gli indicatori di
efficienza, ad esempio se affidarsi esclusivamente alle risposte dei beneficiari o
utilizzare tecniche di verifica mediante gruppi di controllo.
46
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Modelli
Appendice A
Modelli
Questa appendice contiene modelli che riassumono le caratteristiche principali dei tipi
di strumenti finanziari utilizzabili per l’erogazione di finanziamenti alle PMI.
VENTURE CAPITAL
1. Descrizione sommaria del programma
Concessione di finanziamento sotto forma di capitale alle PMI. Questi programmi in genere offrono anche
un finanziamento del credito o sono avviati unitamente a programmi di credito.
2. Fonti di finanziamento del programma (Comunità europea , fonti nazionali o
private)
Le fonti di finanziamento possono essere:



capitale proveniente da fondi regionali;
capitale proprio;
prestiti da privati.
3. Redditività del capitale privato
Per quanto riguarda la redditività, il capitale privato può andare di passi passo con il capitale pubblico,
oppure ricevere un trattamento preferenziale: in questo caso l’obiettivo sarà di mantenere questa preferenza
e subordinare il finanziamento pubblico a un minimo. Alcuni fondi offrono capitale sotto forma di
partecipazione in quote o prestito: in questo caso spesso si dà la preferenza alla restituzione del capitale di
prestito.
4. Gruppi destinatari
I gruppi destinatari saranno limitati alle PMI nelle aree coperte dal fondo. Tali PMI potranno avere la
propria sede principale o la maggioranza dei propri dipendenti nell’area locale in oggetto.
5. Obiettivi generali (per il periodo corrente)
È stata individuata una serie di obiettivi quantificabili, tra cui:
 numero di aziende assistite;
 numero di posti di lavoro creati o mantenuti.
 fondi restituiti e disponibili per il loro riutilizzo.
6. Termini dell’assistenza (ammontare, tempi, termini del finanziamento tipici)
Come indicato in precedenza, un programma di venture capital in genere include sia erogazione di prestiti
che di finanziamento di capitale azionario. Per quanto riguarda il capitale, non esiste un periodo limite per
l’investimento, ma è prevista la creazione di un meccanismo di uscita dal programma.
Le vie di uscita potrebbero essere:


una vendita commerciale o una IPO per le aziende che hanno riscontrato successo;
trasferimento delle quote di partecipazione nel capitale delle aziende con risultati intermedi in
47
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Modelli

Appendice A
un fondo di investimento corrente, fino al loro smaltimento;
perdita dell’investimento per le aziende con risultati insufficienti.
7. Accordi di gestione
L’articolo 8 delle norme sull’ammissibilità ai Fondi strutturali formula delle raccomandazioni sugli accordi
relativi alla gestione (vedere appendice B). I fondi azionari devono essere gestiti da manager professionisti e
indipendenti e devono essere costituiti come struttura legalmente indipendente, governata da accordi tra gli
azionisti, oppure come un gruppo separato di finanziamento all’interno di un istituto finanziario esistente.
Per ottenere l’approvazione di un fondo azionario è necessario presentare un piano d’impresa da parte dei
co-finanziatori o sponsor del fondo, specificando il mercato target, i criteri di ammissibilità, i termini e le
condizioni del finanziamento, il budget operativo, la proprietà e i soci co-finanziatori. Dovrà essere inoltre
specificata una giustificazione dell’uso dei Fondi strutturali e come si intende utilizzare la componente dei
Fondi strutturali.
8. Vantaggi cruciali del programma
Tra le caratteristiche cruciali del programma troviamo:

La capacità di riciclare i fondi dopo la restituzione del prestito o la vendita delle quote di
capitale.

Una struttura del fondo che permette al finanziamento FESR di fungere da stimolo e sfruttare
l’impiego di finanziamenti privati.

Un portafoglio di diversi fondi finalizzati alle necessità di imprese di diverse dimensioni.

Una gestione professionale e indipendente del fondo, che funziona secondo le regole del
mercato.

Chiari orientamenti per gli investimenti, al fine di orientare l’investimento all’area che
necessità di supporto e la concentrazione dell’assistenza sulle imprese che non sarebbero in
grado di ottenere finanziamento in altro modo, quindi in presenza di lacune generalizzate del
mercato.

La concentrazione dei fondi su imprese sociali/comunitarie/locali, che hanno come
obiettivo le aree svantaggiate, che incoraggiano l’imprenditorialità come catalizzatore
del rinnovo e dell’inserimento sociale.
9. Questioni di concorrenza
Analogamente a tutti gli altri, anche questo programma dovrà essere conforme alle disposizioni delle norme
sugli aiuti statali. Sarà necessario identificare se il programma è geograficamente diretto a un’area
ammissibile (ad es. art. 87 (3) (a) e (c)), se implica aiuti statali e se questi sono compatibili con le norme in
materia (vedere in particolare la nota sugli aiuti statali e il capitale di rischio).
48
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Modelli
Appendice A
BUSINESS ANGEL
1. Descrizione sommaria del programma
Fornitura di venture capital informale per le PMI, spesso unitamente a supporto sotto forma di consulenza e
mentoring. Può includere inoltre l’erogazione di prestiti o una combinazione di prestito e finanziamento su
base azionaria .
2. Fonti di finanziamento del programma (Comunità europea , fonti nazionali o
private)
Il finanziamento è concesso da persone di alto profilo professionale, che agiscono da sole o come parte di
una rete di business angel. Il coinvolgimento del settore pubblico è limitato al supporto per la creazione e
l’avvio delle reti che mettono in contatto gli “angeli” investitori e le PMI. Le imprese in cui investono i
business angel ricevono talvolta anche finanziamenti del capitale di rischio da altre fonti pubbliche, come i
finanziamenti del capitale di rischio.
3. Redditività del capitale privato
Non è applicabile in questo caso, poiché il settore pubblico supporta le reti di business angel e non coinveste con il business angel. È tuttavia possibile un finanziamento del capitale di rischio a supporto
pubblico tramite accordi separati.
4. Obiettivi generali
Gli indicatori normalmente utilizzati dai business angel possono includere:
 Ritorno sul capitale investito (ROI).
 Raggiungimento di obiettivi sociali generali o specifici, in funzione degli obiettivi del business
angel e delle motivazioni.
 Le reti i cui costi di gestione sono supportati da finanziamenti pubblici possono avere obiettivi
quali il numero di imprese sostenute o la creazione di posti di lavoro.
5. Gruppi destinatari
Le PMI ad elevata crescita, effettiva o potenziale, in un’ampia gamma di settori. Alcuni business angel
hanno particolari esperienze in un certo settore, quindi concentreranno probabilmente i propri investimenti
in tale settore.
6. Termini dell’assistenza (ammontare, tempi, termini del finanziamento tipici)
Come indicato in precedenza, il venture capital informale può includere sia i prestiti che le azioni. Riguardo
agli investimenti su base azionaria, il business angel cercherà un meccanismo di uscita fattibile per il proprio
investimento, benché sia difficile determinare in precedenza i tempi, che dipenderanno da numerosi fattori.
Le potenziali vie di uscita potrebbero essere:



Vendita commerciale o Emissione pubblica iniziale (IPO).
Trasferimento delle quote azionarie delle aziende con risultati intermedi in un fondo di
investimento corrente, fino al loro smaltimento.
Perdita dell’investimento per le aziende con risultati insufficienti.
49
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Modelli
Appendice A
7. Accordi di gestione
I business angel in genere svolgono un ruolo attivo nel supervisionare le prestazioni dei propri investimenti,
per raggiungere i propri obiettivi commerciali e/o sociali. Essi sono spesso presenti nel consiglio di
amministrazione della società in cui hanno investito e/o forniscono assistenza tramite mentoring ai dirigenti
dell’azienda stessa.
Nelle reti di supporto, gli enti pubblici possono essere coinvolti in qualche modo nella rete, ma non nelle
aziende oggetto del supporto.
8. Vantaggi cruciali del programma
Tra le caratteristiche cruciali degli investimenti dei business angel rileviamo che:

I business angel hanno un maggiore propensione al rischio rispetto ai mutuanti del mercato
tradizionale: essi cercano investimenti con elevato rapporto rischio/remunerazione e quindi
sono più propensi a investire in settori innovativi come l’industria tecnologica o le
biotecnologie, in cui l’accesso al finanziamento è generalmente più difficile.

Si sostituiscono ai programmi di venture capital formali, contribuendo quindi agli obiettivi
generali della Commissione di aumentare la disponibilità di capitale di rischio in Europa.

I business angel sono a pieno titolo degli esperti imprenditori: spesso svolgono un ruolo di
mentoring e consulenza, facilitando il trasferimento delle conoscenze e la creazione di nuova
ricchezza.

Alcuni business angel cercano di raggiungere degli obiettivi sociali, oltre che finanziari, dai
propri investimenti. L’idea dei business angel che “restituiscono” qualcosa alla comunità è
stata fortemente sostenuta negli Stati Uniti (ad esempio tramite condizioni fiscali favorevoli).
Questo fenomeno è relativamente comune anche in Europa, anche se ancora non ben
sviluppato.

Per gli enti pubblici, i programmi di sostegno dei business angel aumentano la
disponibilità di capitale di rischio e di consulenza con costi limitati per i fondi
pubblici.
9. Questioni di concorrenza
I business angel non ricevono finanziamenti pubblici. Il ruolo del settore pubblico è limitato a incoraggiare
lo sviluppo di reti di business angel e a favorire il contatto fra i potenziali investitori e le aziende adatte. I
problemi relativi agli aiuti statali si applicano quindi al supporto fornito alle reti di investitori.
50
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Modelli
Appendice A
PROGRAMMI DI CREDITO
1. Descrizione sommaria del programma
Concessione di finanziamento sotto forma di prestito alle PMI.
2. Fonti di finanziamento del programma (Comunità europea , fonti nazionali o
private)
Le fonti di credito possono essere:


Fondi di credito stabiliti con capitale proveniente dal FESR e da privati.
Capitale di credito da istituti finanziari sostenuti da sovvenzionamento agli interessi (e talvolta
garanzie).
3. Redditività del capitale privato
Nei fondi di credito, il capitale privato può andare di passi passo con il capitale pubblico, oppure ricevere un
trattamento di preferenza: in questo caso l’obiettivo sarà di mantenere questa preferenza e subordinare il
finanziamento pubblico a un minimo. Alcuni fondi offrono capitale sotto forma di azioni o di prestito: in
questo caso spesso si dà la preferenza alla restituzione del capitale di prestito. Nel caso di programmi di
credito sostenuti da sovvenzionamenti degli interessi, il capitale privato proveniente da istituti finanziari
riceve un trattamento preferenziale, poiché i prestiti possono essere restituiti, ma il sovvenzionamento
degli interessi no. Il capitale di credito può essere contro-garantito dal Fondo europeo per gli investimenti
(FEI) nelle aree ammissibili all’assistenza regionale dei Fondi strutturali.
4. Gruppi destinatari
Se un programma di credito è ammissibile all’assistenza dei Fondi strutturali nell’ambito di un programma
regionale dei Fondi strutturali, le PMI beneficiarie devono trovarsi in un’area assistita. Le PMI beneficiarie
godono di una certa flessibilità per quanto riguarda i criteri di ammissibilità: ad esempio potrebbero avere la
sede principale nell’area interessata oppure la maggior parte dei propri dipendenti potrebbe risiedere in tale
area.
5. Obiettivi generali (per il periodo corrente)
Nei programmi di sovvenzionamento degli interessi che includono l’abbattimento degli interessi, tale
riduzione è condizionata al raggiungimento da parte dell’impresa di obiettivi quantificabili. L’onere di
conformarsi a tali obiettivi per ottenere l’ammissibilità alla riduzione di cui sopra è a carico dell’impresa
beneficiaria. Questi obbiettivi possono includere:

numero di posti di lavoro creati o mantenuti;

livello di nuovi investimenti.
Anche i gestori dei programmi di sovvenzionamento degli interessi sostenuti dai Fondi strutturali dovranno
rispondere ad alcuni obiettivi. Essi includono, in genere:

numero di aziende assistite;

numero di posti di lavoro creati o mantenuti.
6. Termini dell’assistenza (ammontare, tempi, termini del finanziamento tipici)
51
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Modelli
Appendice A
L’ammontare tipico del finanziamento del credito varia notevolmente in funzione della necessità
dell’impresa e della dimensione del fondo di credito o del programma di sovvenzionamento degli interessi. I
programmi di credito possono funzionare con numerosi fondi diversi, ognuno finalizzato ad imprese con
diversi tipi di esigenze. Ad esempio, programmi di credito per piccole imprese, programmi di credito
finalizzate ad obiettivi più alti, aziende in espansione, ecc. Le cifre inferiori ai 10.000 Euro rientrano in
genere nella categoria del microcredito, analizzata in un altro modello. Anche il periodo di tempo del credito
alle PMI può variare considerevolmente, ma è generalmente compreso tra un minimo di 3 e un massimo di
25 anni.
Possono variare ugualmente i termini e i metodi del finanziamento. Tuttavia una caratteristica comune è che
i termini sono generalmente più favorevoli rispetto ai crediti ottenuti secondo le regole di mercato. Nel caso
dei fondi di credito, l’aiuto è erogato direttamente al mutuatario sotto forma di riduzione del tasso di
interesse relativo al rischio rappresentato dal mutuatario stesso. Nel caso di programmi di sovvenzionamento
degli interessi, questo può essere erogato in due modi. La banca che eroga il credito offre dei termini
favorevoli e riceve il sovvenzionamento degli interessi (e talvolta una garanzia), oppure il mutuatario riceve
una sovvenzione sugli interessi sul prestito concesso dalla banca ai livelli di mercato. Nel caso di fondi di
credito e programmi di sovvenzionamento degli interessi in cui il sussidio sia pagato all’intermediario
finanziario, i gestori del fondo e gli intermediari del credito dovranno soddisfare degli obiettivi
quantificabili, in termini di creazione di posti di lavoro, imprese assistite, livelli di crescita e investimento
delle imprese, ecc. Nei programmi di riduzione del tasso di interesse, le PMI beneficiarie ricevono
direttamente la riduzione (fino a un terzo) e devono dimostrare il raggiungimento di alcuni obiettivi,
principalmente la creazione di posti di lavoro e di nuovi investimenti.
7. Accordi di gestione
L’articolo 8 delle norme di ammissibilità dei Fondi strutturali per il periodo 2000-2006 si applica alla
gestione dei fondi di credito (vedere appendice B). 17 I fondi di credito devono essere gestiti da gestori di
fondi professionisti e indipendenti e devono essere costituiti come struttura legalmente indipendente,
governata da accordi tra gli azionisti, oppure come un gruppo separato di finanze all’interno di un istituto
finanziario esistente. Per ottenere l’approvazione di un fondo di credito è necessario presentare un piano
d’impresa da parte dei co-finanziatori o sponsor del fondo, specificando il mercato target, i criteri di
ammissibilità, i termini e le condizioni del finanziamento, il budget operativo, la proprietà e i soci cofinanziatori. Dovrà essere inoltre specificata una giustificazione dell’uso dei Fondi strutturali e come si
intende utilizzare la componente dei Fondi strutturali.
Anche se i programmi di sovvenzionamento degli interessi non rientrano negli ambiti dell’articolo 8, sono
necessari standard di gestione equiparabili. Esistono dei requisiti particolari per la erogazione dei sussidi in
corso al termine del periodo del programma (vedere capitolo 5 e le istruzioni riportate nell’Appendice B).
I gestori dei fondi di credito monitorano attivamente i propri interessi, oltre a determinare il tipo di
approccio al rischio del fondo stesso, che può variare in funzione degli obiettivi del fondo e delle principali
parti interessate.
8. Vantaggi cruciali del programma
Tra le caratteristiche cruciali del programma di prestito troviamo:
17

La capacità di riciclare i fondi dopo la restituzione del prestito.

Possono rappresentare una fonte importantissima di capitale per le PMI in cerca di
finanziamenti per il proprio sviluppo.

Alcuni programmi di credito offrono prestiti anche su basi non garantite, facilitando in questo
modo l’accesso al finanziamento per le PMI.
Regolamento della Commissione (CE) n. 1685/2000 del 28 luglio 2000, che costituisce norme dettagliate sull’attuazione del
Regolamento della Commissione (CE) n. 1260/1999 riguardo l’ammissibilità di spese di operazioni co-finanziate dai Fondi
strutturali.
52
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Modelli

Appendice A
Per gli enti pubblici si tratta di un investimento a medio rischio che può offrire buone occasioni
di stimolo per l’arrivo di capitale da nuove fonti, con la prospettiva che tutto o parte
dell’investimento originale possa essere disponibile per il riutilizzo.
9. Questioni di concorrenza
Analogamente a tutti gli altri, anche questo programma dovrà essere conforme alle disposizioni delle norme
sugli aiuti statali. Sarà necessario identificare se il programma è situato in un’area ammissibile (ad es. art. 87
(3) (a) e (c)), se implica aiuti statali e se questi sono compatibili con le norme in materia.
53
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Modelli
Appendice A
MICROFINANZIAMENTO
1. Descrizione sommaria del programma
Erogazione di microfinanziamenti a PME, microimprese e lavoratori autonomi. I programmi di microcrediti
sono costituiti da prestiti per piccole somme di capitale, che rientrano al di sotto della soglia dei normali
crediti bancari (normalmente inferiori a 10.000 Euro).
2. Fonti di finanziamento del programma (Comunità europea , fonti nazionali o
private)
Le fonti di credito possono essere:



Fondi di micrcredito stabiliti con capitale proveniente dal FESR e da privati.
Finanziamenti di microcredito da istituti finanziari sostenuti da sovvenzionamento agli
interessi.
Il FEI ha recentemente introdotto un programma di garanzia per i microcrediti che rimborsa i
costi per l’analisi della documentazione (200 Euro per ogni pacchetto di documentazione) e
offre una contro-garanzia al garante principale per un massimo del 75%.
3. Redditività del capitale privato
I programmi di microcredito sostenuti da sovvenzionamento agli interessi prevedono che il capitale privato
degli istituti finanziari abbia un trattamento preferenziale. Il capitale di prestito può essere contro-garantito
dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI) nelle aree ammissibili all’assistenza dei Fondi strutturali.
4. Gruppi destinatari
I programmi di microcredito si rivolgono a particolari tipi di PME, generalmente microimprese con meno di
cinque dipendenti o lavoratori autonomi. I programmi di microcredito cercano inoltre di offrire l’accesso
alle fonti di capitale a singoli individui che, per numerose ragioni, sono generalmente finanziariamente e/o
socialmente esclusi: ad esempio, i programmi di microcredito destinati ai gruppi socialmente svantaggiati si
rivolgono a coloro che hanno precedenti problemi creditizi, ai disoccupati di lunga durata, a coloro che
mancano delle qualifiche/istruzioni convenzionali, ai giovani disoccupati, agli imprenditori donne, a
imprenditori di minoranze etniche, a disabili, ecc.
Se un programma di microcredito riceve l’assistenza dei Fondi strutturali nell’ambito di un programma
regionale, le PMI beneficiarie devono trovarsi all’interno dell’area assistita. Le PMI beneficiarie godono di
una certa flessibilità per quanto riguarda i criteri di ammissibilità: ad esempio potrebbero avere la sede
principale nell’area interessata oppure la maggior parte dei propri dipendenti potrebbe risiedere in tale area.
5. Obiettivi generali (per il periodo corrente)
Nei programmi di microcredito che includono la riduzione degli interessi pagabili dal al mutuatario, tale
riduzione è condizionata al raggiungimento da parte dell’impresa di obiettivi quantificabili, quali ad
esempio:

numero di posti di lavoro creati o mantenuti.
Anche i gestori dei programmi di microcredito che includono il sussidio sugli interessi finanziato dai Fondi
strutturali dovranno rispondere ad alcuni obiettivi. Essi includono, in genere:

numero di aziende assistite;

numero di posti di lavoro creati o mantenuti.
54
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Modelli
Appendice A
6. Termini dell’assistenza (ammontare, tempi, termini del finanziamento tipici)
L’ammontare del finanziamento di credito può variare, pur rimanendo generalmente sotto i 10.000 Euro.
Anche l’intervallo di tempo necessario alla restituzione del microcredito può variare considerevolmente, ma
si aggira in genere tra 1 e 10 anni. Il periodo di restituzione dei microcrediti tende a essere inferiore a quello
dei crediti di maggior importo.
Anche i termini e i metodi del finanziamento possono variare. Tuttavia una caratteristica comune è che i
termini sono generalmente più favorevoli rispetto ai crediti ottenuti secondo le regole di mercato. Nel caso
dei fondi di credito, il sussidio è erogato direttamente al mutuatario sotto forma di riduzione del tasso
di interesse relativo al rischio rappresentato dal mutuatario stesso. Nel caso di programmi di
sovvenzionamento degli interessi, questo può essere erogato in due modi. La banca che eroga il credito
offre dei termini favorevoli e riceve il sovvenzionamento degli interessi (e talvolta una garanzia), oppure il
mutuatario riceve una riduzione degli interessi sul prestito concesso dalla banca ai livelli di mercato. Nei
programmi in cui il sussidio è riconosciuto all’intermediario finanziario, questi deve rispondere ad alcuni
obiettivi quantificabili in termini di creazione di posti di lavori, livelli di crescita e investimenti delle
aziende assistite, ecc. Nel caso dei programmi di riduzione degli interessi, le piccole imprese che godono di
una riduzione degli interessi devono dimostrare di aver raggiunto alcuni obiettivi, principalmente la
creazione di posti di lavoro.
7. Accordi di gestione
L’articolo 8 delle norme di ammissibilità dei Fondi strutturali per il 2000-2006 si applica alla gestione dei
programmi di microcredito, se questi sono organizzati come fondi (vedere Appendice B e modelli per i
programmi di credito). 18 I fondi di credito (inclusi i programmi di microcredito) devono essere gestiti
da gestori di fondi professionisti e indipendenti, e devono essere costituiti come struttura legalmente
indipendente, governata da accordi tra gli azionisti, oppure come un gruppo separato di finanze
all’interno di un istituto finanziario esistente. Per ottenere l’approvazione di un fondo di credito è
necessario presentare un piano d’impresa da parte dei co-finanziatori o sponsor del programma di
microcredito, specificando il mercato target, i criteri di ammissibilità, i termini e le condizioni del
finanziamento, il budget operativo, la proprietà e i soci co-finanziatori. Dovrà essere inoltre
specificata una giustificazione dell’uso dei Fondi strutturali e come si intende utilizzare la componente
dei Fondi strutturali.
Anche se i programmi di microcredito finanziati tramite accordi di sovvenzionamento degli interessi non
rientrano negli ambiti dell’articolo 8, sono necessari standard di gestione equiparabili. Esistono dei requisiti
particolari per la erogazione dei sussidi in corso al termine del periodo del programma (vedere capitolo 5 e
le istruzioni riportate nell’Appendice B).
In termini di strategia di gestione, i microcrediti sono più fortemente orientati verso finalità sociali che verso
obiettivi commerciali. I programmi di microcredito tendono a concedere più facilmente prestiti che non
sarebbero altrimenti erogati in un ambito di mercato libero, a causa dell’alto profilo di rischio.
In alcuni paesi l’operatività dei programmi di microcredito è ulteriormente complicata dalla legislazione
nazionale. Il programma di microcredito riguarda spesso somme considerate troppo esigue per poter essere
commercialmente praticabili, a causa degli elevati costi di transazione e gestione, ragion per cui gli istituti
finanziari che erogano il credito spesso delegano la gestione, l’amministrazione e l’esborso dei microcrediti
ad organizzazioni che non hanno lo status legale di istituti finanziari. Ma la normativa nazionale proibisce
agli enti non finanziari di concedere crediti. Questa eventualità dovrà essere verificata in ogni singolo paese.
8. Vantaggi cruciali del programma
18
Regolamento della Commissione (CE) n. 1685/2000 del 28 luglio 2000, che costituisce norme dettagliate sull’attuazione del
Regolamento della Commissione (CE) n. 1260/1999 riguardo l’ammissibilità di spese di operazioni co-finanziate dai Fondi
strutturali.
55
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Modelli
Appendice A
Tra le caratteristiche cruciali del programma di prestito troviamo:

La capacità di riciclare i fondi al ripagamento del prestito.

La possibilità di colmare una lacuna del mercato, poiché le fonti tradizionali non sono
effettivamente attive nell’erogazione di finanziamenti al di sotto di una soglia minima.

Il fornire accesso al finanziamento a quelle PMI, in particolare le microimprese e i lavoratori
autonomi, che normalmente incontrano difficoltà a raccogliere fondi, spesso a causa delle
poche o nulle garanzie collaterali che possono offrire.

Il fornire accesso al finanziamento e incoraggiare l’attività imprenditoriale tra i gruppi sociali
svantaggiati e quelli finanziariamente isolati, spesso a causa delle poche o nulle garanzie
collaterali che possono offrire.

Per gli enti pubblici è un mezzo per sviluppare microimprese e raggiungere persone
svantaggiate.
9. Questioni di concorrenza
I programmi di microcredito spesso implicano degli aiuti statali all’impresa. Nel caso dei microcrediti,
tuttavia, l’ammontare dell’aiuto statale è normalmente inferiore ai 100.000 Euro, in un periodo di tre anni,
per cui risulta conforme alla regola del de minimis.
56
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Modelli
Appendice A
GARANZIE
1. Descrizione sommaria del programma
La fornitura di garanzie sul credito o sul capitale per le PMI per facilitare l’accesso al finanziamento del
credito (o, meno di frequente, al finanziamento su base azionario). I fondi di garanzia e le associazioni di
mutua garanzia emettono garanzie a fronte di una quota necessaria a coprire i costi di elaborazione e
amministrazione, oltre che il rischio. Molti programmi di garanzia, in aree regionali assistite, godono della
contro-garanzia degli strumenti del FEI, quali il Meccanismo di garanzia delle PMI, che copre il 50% delle
perdite incorse dai fondi di garanzia. Di conseguenza, i fondi e le associazioni di garanzia sono incoraggiate
ad aumentare il proprio profilo di rischio, sostenendo investimenti nelle PMI a maggiore rischio, al fine di
favorire la “crescita e la creazione di posti di lavoro”.
2. Fonti di finanziamento del programma (Comunità europea , fonti nazionali o
private)
Le fonti di finanziamento possono essere:

Capitale dai Fondi strutturali comunitari.

Capitale da fonti pubbliche nazionali e regionali.

Capitale privato.

Prestiti da privati.

Sottoscrizioni di fondi di mutua garanzia delle PMI.
3. Redditività del capitale privato
Nei fondi di garanzia, il capitale privato può andare di passi passo con il capitale pubblico, oppure ricevere
un trattamento di preferenza: in questo caso l’obiettivo sarà di mantenere questa preferenza e subordinare il
finanziamento pubblico a un minimo. Alcuni fondi sono finanziati da capitale azionario e di prestito: in
questo caso spesso si dà la preferenza alla restituzione del capitale di prestito.
4. Gruppi destinatari
I gruppi destinatari saranno limitati alle PMI nelle aree coperte dal fondo o dall’associazione di garanzia. Le
garanzie sono uno strumento particolarmente adeguato per le PMI che hanno avuto difficoltà ad accedere al
finanziamento secondo i percorsi tradizionali del libero mercato, per mancanza di garanzie collaterali, di dati
storici ecc.
5. Obiettivi generali
Gli indicatori chiave utilizzati dai fondi di garanzia possono includere:
 Numero di aziende assistite.

Numero di garanzie emesse e impegni di garanzia.

Valore totale dei prestiti stimolati.

Fondi pubblici restituiti perché siano riutilizzati.
57
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Modelli
Appendice A
6. Termini dell’assistenza (ammontare, tempi, termini del finanziamento tipici)
Le garanzia hanno in genere la stessa durata del prestito, che varia in funzione del tipo di programma di
prestito attuato dall’istituto finanziario che gestisce i prestiti stessi. Generalmente coprono il 40-80% del
totale del prestito. A fronte della garanzia, le PMI pagano una quota che copre i costi amministrativi e di
elaborazione e il rischio del garante. Questa quota corrisponde in genere all’1-2% del totale della
transazione, talvolta adeguata al livello di rischio dall’istituto di garanzia.
La garanzia riduce l’esposizione al rischio dell’istituto che eroga il prestito: le PMI che richiedono prestiti
supportate da una garanzia possono quindi ottenere un finanziamento a tassi preferenziali, in conseguenza
del ridotto margine di rischio.
7. Accordi di gestione
L’articolo 9 delle norme di ammissibilità dei Fondi strutturali per il 2000-2006 si applica alla gestione dei
fondi di garanzia (vedere appendice B).19 I fondi possono essere fondi reciproci con sostegno pubblico,
sottoscritti da PMI, fondi gestiti con criteri tradizionali con partner privati, oppure fondi completamente
finanziati dal pubblico. I costi di gestione non possono superare il 2% del capitale sociale versato in una
media annuale, per la durata dell’assistenza, salvo risulti necessaria una percentuale maggiore, a seguito di
un’appalto competitivo. I fondi di garanzia devono essere creati come enti legali indipendenti, governati da
accordi tra gli azionisti, oppure come una sezione separata di un istituto finanziario esistente. Per ottenere
l’approvazione di un fondo di garanzia è necessario presentare un piano d’impresa da parte dei cofinanziatori o sponsor del fondo, specificando il mercato target, i criteri di ammissibilità, i termini e le
condizioni del finanziamento, il budget operativo, la proprietà e i soci co-finanziatori.
È possibile ottenere il finanziamento dei Fondi strutturali e di fonti nazionali/regionali che forniscono
supporto ai fondi di garanzia in aree regionali assistite. Oltre a perseguire finalità puramente commerciali, i
fondo di garanzia possono avere anche obiettivi socio-economici, come la creazione di nuovi posti di lavoro
o il facilitare l’accesso al finanziamento per gruppi svantaggiati, ecc. L’attitudine al rischio dei fondi di
garanzia e la volontà di erogare prestiti a PMI dall’elevato profilo di rischio dipenderà quindi dagli obiettivi
degli azionisti chiave.
8. Vantaggi cruciali del programma
Le caratteristiche importanti dei programmi di garanzia sono riassunte di seguito:

La capacità di raggiungere tassi di stimolo elevati in termini di rapporto finanziamento
pubblico/finanziamento privato (generalmente di 1 a 10).

L’accesso facilitato al finanziamento del credito a condizioni più preferenziali per quelle PMI
che non potrebbero altrimenti accedervi con facilità (precedenti problemi creditizi, garanzie
collaterali minime o inesistenti, mancanza di dati storici).
Il principio della condivisione del rischio tra l’associazione o il fondo di garanzia e l’istituto di
credito riduce il rischio e stimola la concessione di credito da parte del settore privato. Riduce
anche la necessità di capitale del mutuante secondo le norme di Basilea, svincolando risorse.
Per gli enti pubblici, le associazioni e i fondi di garanzia aiutano a influire sul settore privato
del finanziamento, promovendo le PMI e lo sviluppo regionale in genere.
Le rigorose procedure di vaglio e la profonda conoscenza del settore economico in cui operano
i clienti riduce il rischio di inadempienza delle PMI.
Le associazioni e i fondi di garanzia apportano la propria conoscenza della realtà locale e un




19
Articolo 9 del Regolamento della Commissione (CE) n. 1685/2000 del 28 luglio 2000, che costituisce norme
dettagliate sull’attuazione del Regolamento della Commissione (CE) n. 1260/1999 riguardo l’ammissibilità di
spese di operazioni co-finanziate dai Fondi strutturali.
58
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Modelli
Appendice A
supporto personalizzato all’impresa.
9. Questioni di concorrenza
Analogamente a tutti gli altri, anche questi programmi dovranno essere conformi alle disposizioni delle
norme sugli aiuti statali. Sarà necessario identificare se il programma si trova in un’area ammissibile (ad es.
art. 87 (3) (a) e (c)), se implica aiuti statali e se questi sono compatibili con le norme in materia (in
particolare la nota sulle garanzia, vedere Capitolo 7).
59
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Appendice B
Norme Dei Fondi Strutturali Sul Finanziamento Del Capitale Di Rischio
Norme Dei Fondi Strutturali Sul Finanziamento
Del Capitale Di Rischio
Regolamento (CE) n. 1685/2000 della Commissione del 28 luglio 2000 recante
disposizioni di applicazione del regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio per
quanto riguarda l'ammissibilità delle spese concernenti le operazioni cofinanziate
dai Fondi strutturali
Norma n. 8. Fondi per mutui e capitali di rischio
1. NORMA GENERALE
I Fondi strutturali possono cofinanziare capitali di rischio e/o fondi per mutui o
fondi di partecipazione in capitale di rischio (in appresso "Fondi") alle condizioni
indicate al punto 2. Per "Fondi di capitale di rischio e fondi per mutui" si intende,
ai fini della presente norma, strumenti di investimento appositamente istituiti per
fornire capitale o altre forme di capitale di rischio, inclusi mutui, alle piccole e
medie imprese (PMI) ai sensi della raccomandazione 96/280/CE della
Commissione(2). Per "Fondi di partecipazione in capitale di rischio" si intende
fondi costituiti per l'investimento in diversi fondi di finanziamento e di capitale di
rischio. La partecipazione dei Fondi strutturali a tali fondi può essere
accompagnata da coinvestimenti o garanzie da parte di altri strumenti di
finanziamento comunitari.
2. CONDIZIONI
2.1. I cofinanziatori del fondo devono presentare un piano di attività prudente che
precisi, fra l'altro, il mercato dove opera il fondo, i criteri e le condizioni del
finanziamento, il bilancio di esercizio del fondo, la proprietà e i soci cofinanziatori,
la professionalità, la competenza e l'indipendenza del personale dirigente, lo
statuto del fondo, la giustificazione e il previsto utilizzo del contributo dei Fondi
strutturali, la politica di uscita dagli investimenti e le disposizioni di liquidazione
del fondo, incluso il reimpiego delle entrate attribuibili al contributo dei Fondi
strutturali. Il piano di attività deve essere attentamente valutato e la sua
applicazione sorvegliata sotto la responsabilità della autorità di gestione.
2.2. Il fondo deve essere costituito come entità giuridica indipendente disciplinata
da accordi fra gli azionisti o come un capitale in seno ad un'istituzione finanziaria
già esistente. In quest'ultimo caso, il fondo deve essere oggetto di una
convenzione di attuazione specifica, che preveda in particolare una contabilità
separata che distingua le nuove risorse investite nel fondo (incluse quelle
investite dai Fondi strutturali) da quelle inizialmente esistenti nell'istituzione. Tutti
i partecipanti al fondo devono versare contributi in denaro.
2.3. La Commissione non può diventare socio o azionista del fondo.
60
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Appendice B
Norme Dei Fondi Strutturali Sul Finanziamento Del Capitale Di Rischio
2.4. Il contributo dei Fondi strutturali è soggetto ai limiti di cui all'articolo 29,
paragrafi 3 e 4, del regolamento generale.
2.5. I fondi possono investire solo in PMI al momento della fondazione, nelle
prime fasi (incluso il capitale di crescita) o durante l'espansione e solo in attività
che i gestori del fondo giudicano potenzialmente efficienti da un punto di vista
economico. La valutazione dell'efficienza economica deve tener conto di tutti i tipi
di entrate delle imprese in questione. I fondi non possono investire in imprese in
difficoltà ai sensi degli orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per il
salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà(3).
2.6. Devono essere prese le misure necessarie per ridurre al minimo le distorsioni
di concorrenza sul mercato dei finanziamenti o dei capitali di rischio. In
particolare i rendimenti ottenuti dagli investimenti di capitali e dai prestiti
(detratta una quota pro-rata dei costi di gestione) possono essere destinati in via
preferenziale agli azionisti privati fino al livello di remunerazione stabilito nel
contratto e successivamente devono essere ripartiti equamente fra tutti gli
azionisti e i Fondi strutturali. I rendimenti attribuibili ai contributi dei Fondi
strutturali devono essere riutilizzati per le attività di sviluppo di PMI nella stessa
area ammissibile.
2.7. I costi di gestione non possono superare il 5 % del capitale versato in media
annuale per la durata dell'intervento a meno che, in seguito ad una gara di
appalto, si renda necessaria una percentuale più elevata.
2.8. Al momento della chiusura dell'operazione, la spesa ammissibile del fondo (il
beneficiario finale) dovrà essere il capitale del fondo che è stato investito in o
prestato a PMI, inclusi i costi di gestione sostenuti.
2.9. I Fondi strutturali e gli altri contributi pubblici ai fondi, nonché gli
investimenti effettuati dai fondi nelle singole PMI, sono soggetti alle norme sugli
aiuti di Stato.
3. RACCOMANDAZIONI
3.1. La Commissione raccomanda le regole di buona pratica fissate ai punti da 3.2
a 3.6 per i fondi ai quali i Fondi strutturali contribuiscono. La Commissione
considererà il rispetto di queste raccomandazioni un elemento positivo quando si
tratterà di esaminare la compatibilità del fondo con le norme sugli aiuti di Stato.
Le raccomandazioni non sono vincolanti ai fini della ammissibilità della spesa.
3.2. Il contributo finanziario del settore privato deve essere considerevole ed in
ogni caso superiore al 30 %.
3.3. I fondi dovrebbero essere sufficientemente ampi e riguardare un numero di
beneficiari sufficientemente elevato da poter essere economicamente efficienti,
con una scala temporale per gli investimenti compatibile con il periodo di
61
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Appendice B
Norme Dei Fondi Strutturali Sul Finanziamento Del Capitale Di Rischio
partecipazione dei Fondi strutturali e concentrarsi su aree di insufficienza del
mercato.
3.4. La scadenza dei versamenti di capitale nel fondo dovrebbe essere la stessa
per i Fondi strutturali e per gli azionisti su base pro-rata secondo le quote
sottoscritte.
3.5. I fondi dovrebbero essere gestiti da professionisti indipendenti con una
esperienza sufficiente da garantire la capacità e la credibilità necessarie per
gestire un fondo di capitale di rischio. Il personale di gestione andrebbe scelto di
preferenza sulla base di una procedura di selezione competitiva, tenendo conto
del livello degli onorari previsto.
3.6. I fondi normalmente non dovrebbero acquisire quote di maggioranza di
imprese e dovrebbero perseguire l'obiettivo di realizzare tutti gli investimenti
entro la durata di vita del fondo.
Norma n. 9. Fondi di garanzia
1. NORMA GENERALE
I Fondi strutturali possono cofinanziare il capitale di fondi di garanzia alle
condizioni esposte al punto 2. Per "Fondi di garanzia" si intende, ai fini della
presente norma, strumenti di finanziamento che garantiscono fondi per capitale di
rischio e per mutui ai sensi della norma n. 8 e regimi di finanziamento del rischio
delle PMI (inclusi mutui) nei confronti delle perdite derivanti dai loro investimenti
in piccole e medie imprese ai sensi della raccomandazione 96/280/CE. I fondi
possono essere Fondi comuni a sostegno pubblico sottoscritti da PMI, fondi gestiti
commercialmente con partecipanti del settore privato o fondi a finanziamento
totalmente pubblico. La partecipazione dei Fondi strutturali a questi fondi può
essere accompagnata da garanzie parziali fornite da altri strumenti di
finanziamento comunitari.
2. CONDIZIONI
2.1. Un piano di attività prudente deve essere presentato dai cofinanziatori
applicando, in quanto compatibili, le regole per i fondi di capitale di rischio
(norma n. 8), mutatis mutandis, e specificando il portafoglio di garanzia
beneficiario. Il piano di attività deve essere attentamente valutato e la sua
applicazione sorvegliata sotto la responsabilità dell'autorità di gestione.
2.2. Il fondo deve essere costituito come un'entità giuridica indipendente
disciplinata da accordi fra gli azionisti o come un capitale separato in seno ad
un'istituzione finanziaria preesistente. In quest'ultimo caso, il fondo deve essere
oggetto di una specifica convenzione di attuazione, che preveda in particolare una
contabilità separata che distingua le nuove risorse investite nel fondo (incluse
quelle provenienti dai Fondi strutturali) da quelle inizialmente disponibili
nell'istituzione.
62
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Appendice B
Norme Dei Fondi Strutturali Sul Finanziamento Del Capitale Di Rischio
2.3. La Commissione non può divenire socio o azionista del fondo.
2.4. I fondi possono garantire soltanto investimenti in attività reputate
economicamente efficienti. I fondi non possono fornire garanzie per imprese in
difficoltà ai sensi degli orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per il
salvataggio
e
la
ristrutturazione
di
imprese
in
difficoltà.
2.5. L'eventuale quota residua del contributo dei Fondi strutturali dopo che le
garanzie siano state onorate deve essere riutilizzata per attività di sviluppo delle
PMI nella stessa area ammissibile.
2.6. I costi di gestione non possono superare il 2 % del capitale versato su una
media annuale per la durata dell'intervento a meno che, in seguito a gara
d'appalto, si riveli necessaria una percentuale più elevata.
2.7. Al momento della chiusura dell'intervento, la spesa ammissibile del fondo (il
beneficiario finale) è l'importo del capitale versato del fondo, necessario, sulla
base di una valutazione indipendente, a coprire le garanzie fornite, comprese le
spese di gestione sostenute.
2.8. I contributi dei Fondi strutturali e gli altri contributi pubblici ai fondi di
garanzia, nonché le garanzie fornite da tali fondi alle singole PMI sono soggetti
alle norme sugli aiuti di Stato.
63
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Appendice C
Aiuto De Minimis
Aiuti de minimis
Regolamento (CE) n. 69/2001 della Commissione del 12 gennaio 2001 relativo
all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti d'importanza minore
("de minimis")
Articolo 1 - Campo di applicazione
Il presente regolamento si applica agli aiuti concessi alle imprese di qualsiasi
settore, ad eccezione di quelli concessi:
a) al settore dei trasporti e alle attività legate alla produzione, alla trasformazione
o alla commercializzazione dei prodotti di cui all'allegato I del trattato;
b) a favore di attività connesse all'esportazione, vale a dire gli aiuti direttamente
connessi ai quantitativi esportati, alla costituzione e gestione di una rete di
distribuzione o ad altre spese correnti connesse all'attività di esportazione;
c) agli aiuti condizionati all'impiego preferenziale di prodotti interni rispetto ai
prodotti importati.
Articolo 2 - Aiuti de minimis
1. Si ritiene che gli aiuti non corrispondano a tutti i criteri per l'applicazione del
divieto di cui all'articolo 87, paragrafo 1, del trattato e che non siano pertanto
soggetti all'obbligo di notifica di cui all'articolo 88, paragrafo 3, qualora essi
soddisfino le condizioni di cui ai paragrafi 2 e 3.
2. L'importo complessivo degli aiuti de minimis accordati ad una medesima
impresa non può superare 100000 EUR su un periodo di tre anni. Tale massimale
si applica indipendentemente dalla forma degli aiuti o dall'obiettivo perseguito.
3. Il massimale di cui al paragrafo 2 è espressa in termini di sovvenzione diretta
in denaro. Tutti i valori utilizzati sono al lordo di qualsiasi imposta diretta. Quando
un aiuto è concesso in forma diversa da una sovvenzione diretta in denaro,
l'importo dell'aiuto è l'equivalente sovvenzione lordo. Gli aiuti erogabili in più
quote sono attualizzati al loro valore al momento della concessione. Il tasso di
interesse da applicare ai fini dell'attualizzazione e del calcolo dell'importo
dell'aiuto, nel caso di un prestito agevolato, è il tasso di riferimento applicabile al
momento della concessione.
Articolo 3 - Cumulo e controllo
64
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Appendice C
Aiuto De Minimis
1. Quando uno Stato membro concede un aiuto de minimis ad un'impresa, la
informa della natura de minimis dell'aiuto stesso e si fa rilasciare dall'impresa
informazioni esaurienti su eventuali altri aiuti de minimis dalla stessa ricevuti nei
tre anni precedenti.
Lo Stato membro può erogare il nuovo aiuto de minimis soltanto dopo aver
accertato che il nuovo aiuto non fa salire l'importo complessivo degli aiuti de
minimis concessi nel periodo di riferimento di tre anni ad un livello eccedente il
massimale di cui all'articolo 2, paragrafo 2.
2. Se uno Stato membro ha istituito un registro centrale degli aiuti de minimis,
contenente informazioni complete su tutti gli aiuti de minimis concessi da
qualsiasi autorità dello Stato membro stesso, il requisito di cui al paragrafo 1,
secondo comma, non si applica a decorrere dal momento in cui i dati del registro
vertono su un periodo retrospettivo di almeno tre anni.
3. Gli Stati membri registrano e riuniscono tutte le informazioni riguardanti
l'applicazione del presente regolamento. Tali registrazioni contengono tutte le
informazioni necessarie per accertare che le condizioni del presente regolamento
sono state soddisfatte. Le registrazioni riguardanti un singolo aiuto sono
conservate per dieci anni dalla data di concessione e quelle relative ad un regime
di aiuti per dieci anni dalla data in cui è stato concesso l'ultimo aiuto a norma del
regime in questione. Su richiesta scritta della Commissione, lo Stato membro
interessato le trasmette, entro 20 giorni lavorativi ovvero entro un termine più
lungo fissato nella richiesta, tutte le informazioni che la Commissione ritiene
necessarie per accertare se siano state rispettate le condizioni del presente
regolamento, con particolare riferimento all'importo complessivo dell'aiuto de
minimis ricevuto da una impresa determinata.
65
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Appendice D
Glossario
Glossario
Acquisizione dall’interno (MBO)
Finanziamento fornito per consentire la
rilevazione da parte dei dirigenti di un’impresa e
degli investitori di una linea di prodotti o delle
attività dell’impresa da cui dipendono.
Borsa valori (mercato borsistico, mercato dei
titoli)
Mercato di compravendita di valori mobiliari. La
sua funzione essenziale consiste nel porre in grado
le imprese, i pubblici poteri e gli enti locali di
raccogliere capitali vendendo titoli agli investitori.
Business angels
Privati che investono direttamente in imprese
nuove e in espansione non quotate in borsa
(finanziamenti "seed"). In molti casi, essi
concedono finanziamenti anche per la fase
successiva del ciclo di vita delle nuove imprese
(fase "start- up"). Di solito, i business angels
apportano finanziamenti in cambio di una quota di
partecipazione azionaria dell'impresa, ma possono
anche fornire altri finanziamenti a lungo termine. I
lorocapitali possono integrare l’intervento del
settore del venture capital, mediante finanziamenti
d’importo più modesto (in genere inferiore a
150.000 euro), in una fase precedente a quella in
cui sono in grado d’investire la maggior parte
delle società di venture capital.
Capitale di avviamento (Early stage capital)
Finanziamento accordato alle imprese prima che
inizino la fabbricazione commerciale e le vendite
e prima che realizzino profitti: comprende il "seed
capital”, finanziamento inteso a favorire la
ricerca, la valutazione e lo sviluppo di un’idea di
base, e lo "start- up capital”, finanziamento
fornito alle imprese per lo sviluppo e la
commercializzazione iniziale dei loro prodotti.
Capitale di sostituzione
Acquisto di azioni emesse da una società da parte
di un'altra organizzazione d’investimenti in
venture capital oda parte di uno o più altri
azionisti.
Capitale di sviluppo
Finanziamento inteso a favorire la crescita e
l'espansione di un'impresa.
Capitale netto (patrimonio netto)
Valore delle azioni ordinarie di una società.
Capitalizzazione di mercato
Il prezzo di un'azione moltiplicato per il numero
totale delle azioni emesse da una società. La
valutazione borsistica totale di una società per
azioni. Per estensione, la valutazione totale delle
società quotate in una borsavalori.
Corporate venturing Corporate Venture
Capital: operazioni di venture capital tra società,
nelle quali una società più grande assume una
partecipazione diretta di minoranza in una società
più piccola non quotata in borsa, per motivi
66
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Appendice D
Glossario
strategici, finanziari o di responsabilità societaria.
Tali operazioni vengono attuate soprattutto da
grandi imprese, per sostenere lo sviluppo
tecnologico esterno.
Investitori istituzionali
Questa denominazione indica soprattutto le
società di assicurazioni, i fondi pensione e i fondi
d'investimento che raccolgono il risparmio e
forniscono fondi ai mercati, ma anche altri tipi di
istituzioni (per esempio i fondi di dotazione, le
fondazioni ecc.).
IPO (Initial Public Offering)
Emissione
pubblica
iniziale
(pubblica
sottoscrizione, offerta di azioni al pubblico):
procedura di lancio di una nuova società mediante
offerta delle sue azioni al pubblico.
Mercati dei capitali di rischio
.
I mercati che forniscono finanziamento azionario
ad un'impresa nelle sue prime fasi di crescita
(progettazione, avviamento e sviluppo: vedasi la
voce "Capitale di avviamento"). Nel contesto
della presente comunicazione, si tratta di tre tipi di
finanziamento:
- investimento informale da parte dei business
angels e di società (Corporate Venturing);
- venture capital;
- borse specializzate nelle PMI e nelle imprese a
forte crescita
Mercati regolamentati
Mercati organizzati dove s’incontrano acquirenti e
venditori per contrattare secondo regole e
procedure convenute. Sono mercati che
soddisfano le condizioni di cui all'articolo 1,
paragrafo 13 della DSI.
Mercato finanziario
Il mercato nel quale i settori industriale e
commerciale, i pubblici poteri egli enti locali
attingono capitali a lungo termine. Le borse valori
fanno parte del mercato finanziario.
Mercato primario
Il mercato delle nuove emissioni di valori
mobiliari.
Il mercato di compravendita dei valori mobiliari
dopo la loro vendita in pubblica sottoscrizione. La
prosperità e la liquidità del mercato secondario
sono le condizioni per la solidità del mercato
primario.
Mercato secondario
Private equity.
In contrapposizione a “public equity”, è
l’investimento in azioni di società non quotate in
borsa. Esso comprende il venture capital e gli
investimenti per le acquisizioni dall'interno
Valori mobiliari
Attivi
finanziari
comprendenti
azioni,
obbligazioni, titoli di Stato a reddito fisso,
investimenti a capitale variabile e crediti su
prestiti o depositi.
67
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Appendice D
Glossario
Venture capital
Investimento in imprese non quotate in borsa
effettuato da società specializzate le quali
gestiscono capitali propri o di terzi. Questo tipo
d'investimento finanzia le imprese nelle fasi di
avviamento, sviluppo, sostituzione, ma non le
acquisizioni dall'interno.
68
Guida Al Finanziamento Del Capitale Di Rischio Nella Politica Regionale
Appendice E
Funzione Di Ricerca Di Inforegio
Inforegio Search Facility
The Inforegio web site contains information on all programmes under the structural
funds and also contains a search facility which allows users to search by country,
region and type of programme. This search facility will bring up summary details of
programmes and web links to the region or programme concerned.
You can access the search facility from the following link :
http://europa.eu.int/comm/regional_policy/country/prordn/index_en.cfm
A gateway to information about the schemes available in each country is also
available on the following link:
http://europa.eu.int/comm/regional_policy/country/gateway/index_en.cfm
An example of the search screen is shown below:
69
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Appendice F
Fonti E Contatti
Sources and contacts
A.
European Commission information covering most types of schemes
Directorate general Regional Policy website provides the latest information on the
European Union's action in support of regional development
http://europa.eu.int/comm/regional_policy/index_en.htm
Directorate general Enterprise website contains information and good practices on
access to finance for smaller enterprises, at an earlier stage, and finance for expanding
and hi-tech firms. It present a Directory of measures in favour of entrepreneurship and
competitiveness.
http://europa.eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/bestdirectory/en/finance/index.htm
Directorate general Research provides under the CORDIS (Community Research &
Development Information Service) website the Financing innovation pages. They
offer information to entrepreneurs and investors concerning venture capital, bank and
debt finance, informal investors, stock markets... as well as on a wide range of related
EU support schemes and calls for proposals.
http://www.cordis.lu/en/home.html
Directorate general Competition website shows relevant documents covering
competition policy, state aid and regional development. These include :
- Vademecum on the State aid.
http://europa.eu.int/comm/competition/state_aid/others/vademecum/vademecu
m_en.pdf)
- Commission notice on State Aid in the form of guarantees (Official Journal
C71 of 11.03.2000)
http://europa.eu.int/comm/competition/state_aid/legislation/state_guarantees/n
otice_19991124_en.pdf
- Risk capital communication on State aid and risk capital (Official Journal
C235,21.08.2001,p3-1)
http://europa.eu.int/comm/competition/state_aid/legislation/aid3.html#D
70
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Appendice F
Fonti E Contatti
B.
Information covering specific types of schemes
The European Investment Fund is the European Union's specialised financial
institution providing venture capital and guarantee instruments for the creation,
growth and development of Small and Medium-sized Enterprises (SMEs).
The EIF has been charged by the European Commission Directorate General
Regional Policy to develop a consulting activity in favour of management authorities
of the Structural Funds programmes in view to help them in setting up funds including
operation, legal and financial issues, investment procedures and staffing matters. This
support is also available to regions, countries and interregional funds.
43,
avenue
J.F.
Kennedy
L-2968
Luxembourg
LUXEMBOURG
Tel : +352-42 66 88 – 1
C.
Fax : +352-42 66 88 – 200
e-mail
:
[email protected]
www.eif.org
Other Relevant organisations
European Venture Capital Association
Minervastraat
4
B-1930
Zaventem
(Brussels)
Belgium
Tel +32 2 715 00 20
Fax +32 2 725 07 04
e-mail [email protected]
www.evca.com
FEBEA, Fédération Européenne de
Finances et Banques Ethiques et
Alternatives
Rue du Progrès 333, bte 5
1030 Brussels, Belgium
tél +32(0)2-274 14 55
fax +32(0)2-205 17 39
e-mail [email protected]
European Business Angel network
EURADA
/
EBAN
Avenue
des
Arts,12
Bte
7
B-12
10
BRUSSELS
Belgium
Tel.
:
32
2
218
43
13
Fax
:
32
2
218
45
83
e-mail : [email protected]
www.eban.org
INAISE, International Association of
Investors in the Social Economy
Rue Haute 139, bte 3
1000 Brussels,
Belgium
tel: + 32 2 234 5797
fax: + 32 2 234 5798
e-mail: [email protected]
European
Mutual
Association
40, rue de Washington
B-1050 Brussels
BELGIUM
Tel: +32 2 640 51 77
Fax: + 32 2 640 51 77
e-mail: [email protected]
http://www.aecm.be
Guarantees MFC-CEE & NIS, Micro-Finance Centre
for Central and Eastern Europe and the
New Independent States
ul. Koszykowa 60/62 m. 52
00-673 Warsaw, Poland
tel.: (48-22) 622 34 65
fax: (48-22) 622 34 85
e-mail: [email protected]
71
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Appendice F
Fonti E Contatti
Micro credits
MFC (Western Europe), Micro-Finance
CDFA, Community Development Finance Centre, Western Europe
Association
C/o ADIE
80-84 Bondway
14 rue Delambre
Vauxhall
75014 Paris, France
London SW8 1SF, UK
Tel (33) 01 42 18 57 87
Tel: +44 20 7820 1282
Fax (33) 01 43 20 19 50
Fax: +44 20 7587 5347
Email : [email protected]
e-mail: [email protected]
72
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Appendice G
Elenco Degli Studi Di Casi
Case studies
The following table sets out case studies undertaken during the course of the
preparation of the Guide. In the Guide, it is referred to a number of best practice
examples from the case studies. The full case study write-ups in template format are
available online from the website of the European Commission :
http://europa.eu.int/comm/regional_policy/sources/docgener/guides/guide_en.htm
Interested bodies are requested to provide new case studies or to update existing case
studies. To do so, please follow the layout shown on the first page of the case study
list and send the case study in electronic form, in its original language, to the
European Commission, DG Regional Policy, Coordination Unit [email protected] who will validate the request and decide on publication.
.
Case
Study
Type of
Instruments
Name of Scheme
Merseyside Special Investment
Fund - UK
Enterprise Ireland
www.msif.co.uk
2
Venture Capital, Loans,
Micro Loans
Seed and Venture Capital
3
Equity and Loans
Enterprise Ireland
www.enterprise-ireland.ie
4
Guarantees
Finnvera - Finland
www.finnvera.fi
5
Loans
Finnvera-Finland
www.finnvera.fi
6
Equity and Loans
Finance Wales-UK
www.financewales.co.uk/
7
Loans
www.sozialbank.de
8
Guarantees
9
Loans
Bank für Sozialwirtschaft AG
Germany
Portuguese Mutual Guarantee
System (SPGM)
Instituto de Fomento de
Andalucia (IFA) - Spain
Instituto de Fomento de
Andalucia (IFA) - Spain
nr
1
9bis
Interest Rate Subsidie
Website Address of
Institution
www.enterprise-ireland.ie
www.spgm.pt
www.central.ifa.es
www.central.ifa.es
10
Venture capital
Instituto de Fomento de Andalucia
(IFA) - Spain
www.central.ifa.es
11
Guarantees
Eurofidi -Italy
www.eurocons.it
12
Brussel /Bruxelles micro-credits
and seed capital fund -Belgium
Hitelgarancia -Hungary
www.srib.be
13
Micro-credits and seed
capital
Guarantees
14
Venture capital
Franche-Comté - France
n.a.
15
Micro-credits
Fundusz Mikro -Poland
16
Business angels
LINC Scotland
http://www.funduszmikro.ho
me.pl/
http://www.go.uk.com/busin
ess_angels.html
www.hitelgarancia.hu
73
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Programmi Del Periodo 2000-2006
Appendice H
2000-2006 Programming Period Schemes
Amounts in €
PROGRAMME
MEASURES
TOTAL
COST
PUBLIC
COST
STRUCTURAL
FUNDS
NATIONAL
FUNDS
PRIVATE
SECTOR
1
(2+5)
2
(3+4)
3
4
5
152,613
152,613
1,144,597
1,144,597
EEUR
AUSTRIA
Steiermark
TOTAL AUSTRIA
Gründung von Unternehmen
Hainaut
Bruxelles Capitale
TOTAL BELGIUM
Ingénierie financière
Ingénierie financière
1,526,130
1,526,130
381,532
381,532
228,920
228,920
59,444,864
11,335,100
70,779,964
59,444,864
10,000,000
69,444,864
29,722,432
5,000,000
34,722,432
BELGIUM
Mecklenburg - Vorpommern
Mecklenburg - Vorpommern
GERMANY
Stärkung unternehmerischer Potentiale der
KMU
4,300,540
Finanzinstrumente bei KMU
255,648
Saarland
Nordrhein-Westfalen
Wirtschaftsnahe und touristische Infrastruktur
in den Übergangs-gebieten
Beteiligungskapital
8,533,000
77,715,254
29,722,432
5,000,000
34,722,432
0
1,335,100
1,335,100
4,300,540
255,648
3,103,117
191,736
1,197,423
63,912
0
0
8,533,000
77,715,254
4,266,500
38,857,627
4,266,500
38,857,627
0
0
74
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Programmi Del Periodo 2000-2006
Appendice H
Amounts in €
PROGRAMME
MEASURES
Nordrhein-Westfalen
Fonds
für
Hochschulen
Hessen
Bayern
TOTAL GERMANY
Gründer/innen
TOTAL
COST
GERMANY (continued)
aus
den
3,068,042
PUBLIC
COST
STRUCTURAL
FUNDS
NATIONAL
FUNDS
PRIVATE
SECTOR
3,068,042
1,534,021
1,534,021
0
6,608,484
4,956,363
3,304,242
1,652,121
1,652,121
7,390,724
107,871,692
SPAIN
5,912,579
104,741,426
3,695,362
54,952,605
2,217,217
49,788,821
1,478,145
3,130,266
Beteiligung des Landes am Aufbau eines oder
mehrerer regionaler Risikokapitalfonds für
junge Unternehmen und Existenzgründungen
Förderung der Leistungssteigerung durch
Kooperati-on, Beratung und Vernetzung von
KMU
Andalucia
Mejora de las condiciones de financiación de las
empresas (FEDER)
175,580,983
175,580,983
131,685,738
43,895,245
0
Canarias
Mejora de las condiciones de financiación de las
empresas
12,861,659
12,861,659
9,646,244
3,215,415
0
14,144,286
14,144,286
9,901,000
4,243,286
0
21,426,371
21,426,371
14,998,460
6,427,911
0
1,224,338
1,224,338
795,820
428,518
0
8,654,290
8,654,290
6,058,003
2,596,287
0
Castilla la Mancha
Castilla la Mancha
Mejora de las condiciones de financiación de las
empresas. (FEDER)
Mejora de las condiciones de financiación de las
empresas. (FEDER)
Castilla y León
Desarrollo endógeno de zonas rurales, relativo a
las actividades agrarias (FEOGA-O)
Mejora de las condiciones de financiación de las
empresas. (FEDER)
Extremadura
Mejora de las condiciones de financiación de las
empresas
4,207,087
4,207,087
3,155,314
1,051,773
0
Extremadura
Mejora de las condiciones de financiacion de las
empresas
19,200,000
19,200,000
14,400,000
4,800,000
0
Murcia
Mejora de las condiciones de financiación de las
empresas
14,418,571
14,418,571
10,093,000
4,325,571
0
58,728,274
330,445,859
58,728,274
330,445,859
29,364,137
230,097,716
29,364,137
100,348,143
0
0
Castilla la Mancha
Pais Vasco
TOTAL SPAIN
Mejora de las condiciones de financiación de las
empresas
75
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Programmi Del Periodo 2000-2006
Appendice H
Amounts in €
PROGRAMME
Finland Objective 1 and 2 areas
TOTAL FINLAND
TOTAL
COST
MEASURES
FINLAND
Finnvera microfinancing (micro enterprise and
women entrepreneur loans), Entrepreneur loans
and Growth Financing (investment and working
capital) loans
PUBLIC
COST
STRUCTURAL
FUNDS
NATIONAL
FUNDS
PRIVATE
SECTOR
20,446,400
20,446,400
13,913,600
13,913,600
5,555,200
5,555,200
8,358,400
8,358,400
6,532,800
6,532,800
Corse
Guyane
Martinique
Martinique
Martinique
Auvergne
FRANCE
Favoriser le développement des entreprises
Ingénierie financière
Garantie financière
Plates formes d'initiative locale
Bonification d'intéret
Soutien aux projets des entreprises
9,542,271
4,807,083
17,189,500
13,718,000
3,968,000
15,460,000
7,474,681
4,596,246
17,189,500
6,858,000
3,968,000
4,370,000
2,898,580
2,951,718
7,660,500
1,523,000
1,834,000
2,080,000
4,576,101
1,644,528
9,529,000
5,335,000
2,134,000
2,290,000
2,067,590
210,837
0
6,860,000
0
11,090,000
Lorraine
Soutenir les investissements
immatériels des PME-PMI
12,665,967
10,275,063
5,137,532
5,137,532
2,390,904
Pays de le Loire
Soutenir les projets de développement des
entreprises
46,357,089
20,881,687
4,635,709
16,245,978
25,475,402
Poitou-Charentes
Soutien à la création et au développement des
entreprises
industrielles,
artisanales
et
commerciales, touristiques et des services aux
entreprises
11,395,529
3,965,644
1,937,240
2,028,404
7,429,885
Basse-Normandie
Favoriser la création, le développement et la
transmission d'entreprises
11,499,884
5,024,884
2,225,053
2,799,831
6,475,000
Haute-Normandie
Champagne-Ardenne
Champagne-Ardenne
Améliorer la compétitivité et soutenir la création
des entreprises et de services
Soutenir la création d'activités
Accompagner l'expansion des entreprises
40,402,842
1,695,000
8,976,473
14,447,185
1,185,000
4,100,249
5,527,479
510,000
2,050,125
8,919,707
675,000
2,050,124
25,955,656
510,000
4,876,224
matériels
et
76
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Programmi Del Periodo 2000-2006
Appendice H
Amounts in €
PROGRAMME
MEASURES
Champagne-Ardenne
Anticiper les mutations industrielles
Champagne-Ardenne
Provence-Alpes-Côte d'Azur
Reconquérir la valeur ajoutée de
production agricole
Accroître la compétitivité des entreprises
Franche-Comté
Aquitaine
Structurer un environnement
attractif pour les entreprises
Ingénierie financière
TOTAL
COST
FRANCE (continued)
6,000,000
PUBLIC
COST
STRUCTURAL
FUNDS
NATIONAL
FUNDS
PRIVATE
SECTOR
1,500,000
750,000
750,000
4,500,000
0
170,140,053
0
96,054,413
0
24,698,700
0
71,355,713
0
74,085,639
2,715,517
26,599,999
2,317,453
21,900,000
688,143
10,100,000
1,629,310
11,800,000
398,063
4,699,999
Bourgogne
Centre
Ile-de-France
Accompagner la modernisation des entreprises,
le développement des PMI-PME et du
commerce de l'artisanat
Accroître la compétitivité des entreprises
Soutien à la création d'activités
14,201,515
5,415,780
27,972,000
4,187,515
1,354,080
13,986,000
2,093,757
677,040
6,993,000
2,093,757
677,040
6,993,000
10,014,000
4,061,700
13,986,000
Ile-de-France
Renforcement des moyens humains
financiers des entreprises (PME/TPE)
14,008,000
7,004,000
3,502,000
3,502,000
7,004,000
9,146,940
0
473,877,442
6,402,858
0
259,042,458
3,201,429
0
93,675,005
3,201,429
0
165,367,454
2,744,082
0
214,834,981
1,178,228
15,997,000
15,997,000
895,219
15,997,000
15,997,000
424,162
7,997,000
7,997,000
471,057
8,000,000
8,000,000
283,009
0
0
Picardie
Rhône-Alpes
TOTAL FRANCE
notre
compétitif
et
et
Ingénierie financière, création et développement
d’entreprises »
Soutient à la création et à la reprise d'entreprise
UK
Normanton in Derby
Cornwall and the Isles of Scilly
Cornwall and the Isles of Scilly
Supporting local businesses
Financial engineering for SMEs
Infrastructure for Learning
South Yorkshire
South Yorkshire
West Wales and the Valleys
Promoting the adaptation and development of
rural areas
Improving access to finance for SMEs
Financial support for SMEs (ERDF)
4,515,000
108,698,000
46,768,250
3,612,000
59,783,000
37,379,500
1,806,000
43,478,000
23,079,750
1,806,000
16,305,000
14,299,750
903,000
48,915,000
9,388,750
Highlands & Islands
Stimulate private sector investment in existing
and new business
75,019,910
61,330,950
27,192,500
34,138,450
13,688,960
77
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Programmi Del Periodo 2000-2006
Appendice H
Amounts in €
PROGRAMME
MEASURES
GIBRALTAR
SME & E Commerce
TOTAL
COST
PUBLIC
COST
STRUCTURAL
FUNDS
NATIONAL
FUNDS
PRIVATE
SECTOR
UK (continued)
East Midlands
North East of England
North East of England
North West England
London
TOTAL UK
Attique
Egée du Nord
Iles de l'Egée du sud
Competitivité
TOTAL GREECE
Financial Support for SMEs and the Social
Economy
Providing Access to Finance for Entrepreneurs
Providing Access to Finance for SMEs
Access to Investment Finance for Growth SMEs
Funding for growth
414,600
334,600
167,300
167,300
80,000
13,268,400
51,926,000
207,128,000
11,897,200
52,010,000
604,817,588
11,508,200
37,813,000
150,758,000
7,976,000
43,912,000
447,296,469
4,814,200
23,299,000
93,207,000
3,988,000
21,956,000
259,405,912
6,694,000
14,514,000
57,551,000
3,988,000
21,956,000
187,890,557
1,760,200
14,113,000
56,370,000
3,921,200
8,098,000
157,521,119
4,415,402
3,311,552
1,103,851
1,560,000
1,488,510
1,116,383
372,128
998,370
970,000
146,731,343
153,605,255
727,500
98,310,000
103,465,435
242,500
48,421,343
50,139,822
440,000
36,673,000
39,671,370
GREECE
Infrastructures and specific actions for SME’s of
the secondary ant tertiary sector
5,975,402
Incentives - Services - Infrastructures for
enterprises
2,486,880
Improvement of the production environment,
innovation
1,410,000
Finance credit support for SME’s and VSE’s
183,404,343
193,276,625
ITALY
Calabria
Calabria
Crescita e competitività delle imprese industriali,
artigiane, del commercio e dei servizi
Ingegneria finanziaria
21,042,000
9,118,000
21,042,000
9,118,000
10,521,000
4,559,000
10,521,000
4,559,000
0
0
Puglia
Interventi per
la capitalizzazione
e il
consolidamento finanziario del sistema delle PMI
dei settori Artigianato, Turismo, Commercio.
184,178,000
64,000,000
32,000,000
32,000,000
120,178,000
Sardegna
Lazio
Lazio
Marche
Sostegno alla nascita ed allo sviluppo di nuove
imprese
Aiuti alle PMI
Strumenti finanziari per l'innovazione
Servizi di ingegneria finanziaria
36,569,680
8,862,933
15,225,963
16,528,467
18,284,840
8,740,410
12,309,661
11,363,898
9,142,420
3,375,031
3,995,982
5,681,950
9,142,420
5,365,379
8,313,679
5,681,948
18,284,840
122,522
2,916,302
5,164,569
78
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Programmi Del Periodo 2000-2006
Appendice H
Amounts in €
TOTAL
COST
PROGRAMME
MEASURES
Friuli-Venezia-Giulia
Servizi finanziari per il rafforzamento del capitale
sociale
Friuli-Venezia-Giulia
Servizi per favorire
imprenditorialità
PUBLIC
COST
STRUCTURAL
FUNDS
NATIONAL
FUNDS
PRIVATE
SECTOR
ITALY (Continued)
Friuli-Venezia-Giulia
TOTAL ITALY
lo
start
5,658,302
5,658,302
1,697,490
3,960,812
0
255,146
183,420
55,026
128,394
71,727
769,726
298,208,217
NETHERLANDS
769,726
151,470,257
230,918
71,258,817
538,808
80,211,440
0
146,737,960
161,979
33,275,000
49,333,600
133,779
25,025,000
20,266,400
46,488
8,250,000
8,400,000
87,291
16,775,000
11,866,400
28,200
8,250,000
29,067,200
13,204,273
5,988,819
10,451,790
3,778,569
4,597,091
1,827,250
5,854,700
1,951,319
2,752,483
2,210,250
3,762,712
105,726,383
2,919,627
62,575,165
1,254,064
24,374,893
1,665,564
38,200,274
843,085
43,151,218
56,323,158
49,907,972
37,430,979
12,476,993
6,415,186
3,891,800
3,891,800
2,920,600
971,200
0
992,468,802
309,574,552
232,182,161
77,392,391
682,894,250
6,049,232
1,058,732,992
4,196,007
367,570,331
2,156,416
274,690,156
2,039,591
92,880,175
1,853,225
691,162,661
up
di
nuova
Consolidamento e sviluppo dell'imprenditoria nelle
zone montane
Amsterdam
Flevoland
Noord-Nederland
Versterken
bedrijfsleven
ondernemerschap
Financial engineering
Stimulering marktsector
Stedelijke Gebieden Nederland
Zuid-Nederland
Versterking concurrentiepositie bedrijfsleven en
stimuleren ondernemerschap
Versterking concurrentiepositie bedrijfsleven
Oost-Nederland
TOTAL NETHERLANDS
Versterking
(MKB)
en
concurrentiepositie
stimuleren
bedrijfsleven
PORTUGAL
Programa
Agricultura
Operacional
Engenharia Financeira
Programa Operacional PESCA
Programa
Operacional
Economia
Estruturas de Apoio á Competividade
Consolidar
e
alargar
as
formas
financiamento das empresas
Programa Operacional Madeira
TOTAL PORTUGAL
Competitividade e Eficiência Económica
de
79
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Programmi Del Periodo 2000-2006
Appendice H
Amounts in €
PROGRAMME
TOTAL
COST
MEASURES
INTERREG CROSS BORDER
141,362
Österreich-Slowenien
Rural Development
Österreich-Ungarn
Development and aid for infrastructure in border
regions
Österreich-Ungarn
Espana - Marruecos
TOTAL CROSS BORDER
Cross-border co-operation at the enterprise level
(SMEs) and support and advice for cross-border
activities
Dinamización socioeconómica y empresarial
PUBLIC
COST
STRUCTURAL
FUNDS
NATIONAL
FUNDS
PRIVATE
SECTOR
113,906
70,668
43,238
27,456
845,200
580,600
422,600
158,000
264,600
166,160
2,308,796
3,461,518
137,000
2,308,796
3,140,302
83,080
1,731,597
2,307,945
53,920
577,199
832,357
29,160
0
321,216
80
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Appendice I
Bibliografia
Bibliography
Publication
Date
1994
1994
Publication Title
Utilisation of the Structural Funds by SMEs (DG Regional Policy)
Guide to Financial Engineering techniques in the context of Regional Policy (DG
Regional Policy)
1995
1998
1998
1999
1999
SME Financing in Assisted Regions (DG Regional Policy)
Evaluation of Financial Engineering Measures (DG Regional Policy)
Guidelines on National Regional Aids OJ C74 of 10/3/1998 (DG Competition)
Thematic Evaluation of Structural Fund Impacts on SMEs (DG Regional Policy)
1999
1999
Risk Capital Action Plan (RCAP) (DG Economic and Financial Affairs)
Structural Fund Regulations 2000-06 COUNCIL REGULATION (EC) No 1260/1999
of 21 June 1999 laying down general provisions on the Structural Funds (DG Regional
Policy)
Standard notification for regional aid schemes (Nov 1999) (DG Competition)
Reform of the Structural Funds – a comparative analysis (DG Regional Policy)
1999
2000
2000
2000
2001
2001
2000
2000
2001
2001
2002
2002
2002
2001
2001
2001
Risk Capital – a key to job creation in the European Union (DG Economic and
Financial Affairs)
Progress Report on the Risk Capital Action Plan (RCAP) – Oct 2000 (DG Economic
and Financial Affairs)
Cost of Capital to European Firms (DG Regional Policy)
Global Entrepreneurship Monitor (GEM) - section on Venture Capital and international
cross-comparison of penetration rates (The Kaufman Centre for Entrepreneurship/ Ernst
& Young)
Ninth Survey on State Aid in the European Union COM (2001) 403(01) (DG
Competition)
Commission Communication on State Aid and Risk Capital (2001/C 235/03) (DG
Competition)
Multiannual Programme for Entreprise and Entrepreneurship, and in particular for small
and medium-sized enterprises (2001-2005) (2000/819/EC) (Directorate-General
Enterprise)
http://europa.eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/mult_entr_programme/program
me_2001_2005.htm
Commission Staff Working Paper – Enterprises’ Access to Finance (SEC2001)1667 –
19.10.01
(Directorate-General
Enterprise)
http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/financing/index.htm
Mutual Guarantees – Financial Engineering Techniques Available to SMEs – AECM
(European Mutual Guarantees Association)
Le Financement des enterprises – typologie des instruments, implications au niveau
regional – EURADA (European Regional Development Association)
Finances Solidaires – Guide à l’usage des collectivités territoriales. Finansol, dossier
coordonné par E. Antoniolli et al. Editions Charles Léopold Mayer, (Paris 2002).
Kredite für Kleinunternehmen. Evers, Jan. BAnkakademie Verlag Frankfurt a.M., 2002
Banking and Social Cohesion: alternative responses to a globalised market. Guene
Christophe & Mayo Edward. Jon Carpenter Publishing (2001).
Finance for Local Development, new solutions for public-private action. New
Economics Foundation et al. Books on Demand (Frankfurt, 2001)
Reducing cost and Managing Risk in Lending to Micro Enterprises - Handbook for
Micro-Lending in Europe. Evers, Jack, Loeff, Siewertsen: 1999, third edition December
81
Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale
Appendice I
Bibliografia
2000
2001,
Hamburg
(free
download
under:
www.facetbv.nl/download/micro_lending_handbook.pdf)
Banking on Culture – New financial instruments for expanding the cultural sector in
Europe. Hackett K. et al (2000), Report written for the European Commission, DG V
(3rd System & Employment Programme), published by North West Arts Board
(Manchester, UK).
82
Scarica