COMMISSIONE EUROPEA Direzione generale della Politica regionale Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Ottobre 2002 Centre for Strategy & Evaluation Services Introduzione alla Guida 1. Questa Guida è disponibile sul sito Internet della Commissione Europea. Sarà disponibile nelle 11 lingue dell’UE entro l’estate 2003. Versione inglese: http://europa.eu.int/comm/regional_policy/sources/docgener/guides/guide_en.htm 2. L’allegato G della Guida elenca uno studio di casi raccolti in un documento separato e disponibile in inglese sullo stesso sito Internet. Gli enti interessati sono invitati a fornire nuovi casi o aggiornare quelli già esistenti. A tal fine, si prega di seguire lo schema tracciato nella prima pagina dell’elenco dello studio di casi e inviare lo studio in formato elettronico, nella lingua originale, alla Commissione europea, DG POLITICA REGIONALE, Unità coordinamento [email protected] che convaliderà la richiesta e deciderà della pubblicazione. 3. Le cifre riportate in questa Guida, relativamente agli aiuti comunitari, nazionali e regionali, sono aggiornate alla data della preparazione della Guida e sono quindi soggette a variazioni. Forniscono tuttavia indicazioni sull’importanza della partecipazione dei diversi enti nelle varie misure di intervento nell’ambito del capitale di rischio. Bruxelles, 31 ottobre 2002 Hanno collaborato La presente Guida è stata pubblicata su iniziativa dell’Unità di coordinamento della DG POLITICA REGIONALE, sotto la responsabilità di Eddy Hartog. Coordinatore del progetto: Aurelio Finetti Membri del gruppo direttivo interservizi della Commissione Europea DG Politica regionale: DG Mercato interno: DG Concorrenza: DG Imprese DG Economia e Finanza: DG Ricerca: DG Agricoltura: DG Pesca: E. Hartog, A. Finetti, V. Kotsoni, Ph. Owen, E. Carlsson, A. Schrag, J. Gonzalez Alonso, Mateus Tique, J. Fleuret, K. Moussouroulis, A. Rainoldi, J. Gren, R. Ridolfi, F. Rawlinson J.M. Arteagoitia Landa B. Slocock V. Vanhanen G. Chiarion Casoni Ph. Martin J.M. Courades M. Bentivegna La prima bozza della Guida è stata discussa il 7 giugno 2002 durante un workshop a Bruxelles al quale hanno partecipato 70 persone attive nel settore del finanziamento regionale e che ha dato origine ad una seconda bozza, inviata a tutti i partecipanti della riunione perché esprimessero i propri commenti. La Guida pubblicata è la terza bozza. La Guida è stata redatta dal CSES – Centro per i servizi di strategia e valutazione, Regno Unito. Il gruppo di lavoro del CSES comprende Michael Gardiner, Mark Whittle e Jack Malan. www.cses.co.uk Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Premessa COMMISSIONE EUROPEA DIREZIONE GENERALE DELLA POLITICA GENERALE Il Direttore generale La pubblicazione di una nuova Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale rappresenta un segnale del continuo impegno della Commissione al miglioramento dell’accesso al finanziamento da parte delle PMI grazie a un più ampio utilizzo di tutti gli strumenti di finanziamento del capitale di rischio. Già da tempo la Commissione sostiene la diversificazione delle misure di sostegno economico con capitale pubblico. Sono numerosi gli esempi di iniziative di sostegno a questo scopo, come quelle lanciate dalla DG Imprese e più recentemente dalla DG Ricerca, come pure le iniziative sostenute dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) e dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI). Tali istituti non investono solo con il proprio capitale di rischio, ma gestiscono anche fondi sostenuti da programmi comunitari, quali il fondo MET per le imprese in fase di avviamento e il programma di garanzia per le PMI, che rappresentano esempi di buona pratica nell’uso dei Fondi strutturali e possono essere più diffusamente riproducibili in tutte le regioni assistite. È chiaro che alcuni tipi di aiuto diretto alle PMI potrebbero essere utilizzati più efficacemente se il denaro fosse investito piuttosto in programmi di capitale di rischio finanziati congiuntamente da settori pubblici e privati. L’investimento di fondi pubblici nei programmi di capitale di rischio da una parte rappresenta un efficace stimolo sul finanziamento da parte del settore privato, mentre dall’altra facilita l’apporto di conoscenze e abilità finanziarie da parte del settore privato. I finanziamenti pubblici incanalati verso misure di sostegno del capitale di rischio possono inoltre essere riutilizzati. Nell'ambito della programmazione quadro dei Fondi strutturali, la Commissione ha incoraggiato gli Stati membri a diversificare la gamma di strumenti utilizzati per il finanziamento pubblico delle PMI. La Commissione ha proposto sin dal 1987 l’uso di misure di finanziamento pubblico del capitale di rischio come parte di programmi sperimentali di sviluppo nell’ambito dei Programmi integrati mediterranei. La pubblicazione della Guida alle tecniche di Ingegneria finanziaria, nel 1994, ha rappresentato una continuazione di quest’ottica. Nonostante la spesa dedicata alle misure di finanziamento del capitale di rischio sia quasi raddoppiata nel periodo di programmazione 2000-2006 rispetto al periodo precedente, la proporzione rimane bassa rispetto alla spesa totale destinata ai Fondi strutturali. Questa proporzione è particolarmente sorprendente, soprattutto se si considera la quantità sempre maggiore di aiuti concessi a fondo perduto e la capacità che le misure di finanziamento del capitale di rischio possono avere nella sostituzione di forme di sostegno diretto, facilitando un accesso al finanziamento da parte delle PMI migliorato e più sostenibile. Il riesame intermedio del 2003 presenterà nuove opportunità per l’aumento della quota di spesa dei Fondi strutturali dedicata alle misure di investimento nel capitale di rischio. Tra gli altri importanti sviluppi nel 2003 posso indicare i prossimi negoziati sui Fondi strutturali tra i paesi candidati e la Commissione, che entreranno in vigore successivamente all’adesione all’UE. È mio auspicio che i nuovi Fondi strutturali terranno in debita considerazione i vantaggi degli strumenti del capitale di rischio come mezzo sostenibile per migliorare l’accesso al credito delle PMI. È nell’ottica di queste considerazioni che la Commissione ha redatto una nuova Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale. È mia speranza inoltre che questa Guida possa essere uno strumento utile per gli enti che amministrano i programmi dei Fondi strutturali, le amministrazioni pubbliche e gli istituti finanziari, e che faciliterà l’introduzione e l’attivazione delle nuove misure relative al capitale di rischio supportate dai Fondi strutturali e, se necessario, la modifica delle misure esistenti. Concludo rinnovando l’assicurazione che le iniziative di finanziamento del capitale di rischio continueranno a godere del forte sostegno della Direzione Generale della Politica regionale. Guy Crauser Indice SEZIONE 1. 2. 3. 4. 5. PAG. INTRODUZIONE 1 Obiettivi e finalità della Guida Uso della Guida Introduzione al finanziamento del capitale di rischio Ruolo del finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Iniziative comunitarie sul capitale di rischio Principali norme sugli aiuti statali nel finanziamento del capitale di rischio 1 1 2 2 IL FINANZIAMENTO DELLE PMI 9 4 7 Il finanziamento delle PMI Strumenti finanziari inclusi in questa Guida 9 10 VENTURE CAPITAL 12 Sommario Come funzionano nella pratica i fondi azionari Vantaggi e svantaggi dei fondi azionari Attuale supporto da parte dell’UE Fattori da considerare nella creazione di un fondo azionario. Norme sugli aiuti statali Esempi di fondi di venture capital 12 11 14 14 14 15 17 BUSINESS ANGEL 18 Sommario Come operano nella pratica le reti di business angel Vantaggi e svantaggi delle reti di business angel Attuale supporto da parte dell’UE Fattori da considerare nel sostenere una rete di business angel Norme sugli aiuti statali Esempi di reti di business angel 18 18 19 20 20 21 21 CAPITALE DI PRESTITO 22 Sommario Come funzionano in pratica i programmi di fondi di credito e di sovvenzionamento degli interessi Vantaggi e svantaggi dei programmi di prestito Attuale supporto da parte dell’UE Fattori da considerare nell’attuazione di un programma di prestito Norme sugli aiuti statali Esempi di programmi di prestito 22 22 25 25 26 26 26 6. 7. 8. 9. MICROCREDITI 27 Sommario Come funzionano nella pratica i microcrediti Vantaggi e svantaggi del microcredito Attuale supporto da parte dell’UE Fattori da considerare nell’attuazione di un programma di microcredito Norme sugli aiuti statali Esempi di programmi di microfinanziamento 27 27 28 28 29 PROGRAMMI DI GARANZIA 30 Sommario Come funzionano nella pratica i programmi di garanzia Vantaggi e svantaggi dei programmi di garanzia Attuale supporto da parte dell’UE Fattori da considerare nell’attuazione di un programma di garanzia Norme sugli aiuti statali Esempi di programmi di garanzia 30 30 33 33 34 35 36 CREAZIONE DI NUOVI PROGRAMMI 37 Generalità Contributo alle finalità di sviluppo regionale (Fase 1) Fattibilità dei programmi di finanziam. del capitale di rischio (Fase 2) Fase di attuazione (Fase 3) 37 38 39 39 BUONA PRATICA OPERATIVA 42 Generalità Gestione professionale Sfruttamento del supporto del settore privato Unione del finanziamento con servizi di supporto alle imprese Misurazione dell’efficienza 42 43 43 44 45 29 29 APPENDICI A. B. MODELLI NORME DEI FONDI STRUTTURALI SUL FINANZIAMENTO DEL CAPITALE DI RISCHIO 47 60 C. AIUTO DE MINIMIS 64 D. GLOSSARIO 66 E. FUNZIONE DI RICERCA DI INFOREGIO (versione inglese) 69 F. FONTI E CONTATTI (versione inglese) 70 G. ELENCO DEGLI STUDI DI CASI (versione inglese) 73 H. PROGRAMMI DEL PERIODO 2000-2006 (versione inglese) 74 I. BIBLIOGRAFIA (versione inglese) 81 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Introduzione Sezione 1 Introduzione La presente sezione illustra gli obiettivi e gli ambiti di questa guida, nonché il contesto del finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale, incluse le questioni di politica della concorrenza. 1.1 Obiettivi e finalità della Guida Questa Guida ha lo scopo di assistere i responsabili della progettazione o attuazione di programmi di sviluppo regionale supportati dai Fondi strutturali dell’Unione europea. Questi possono essere: enti regionali; organizzazioni di attori dei settori pubblico e privato; organizzazioni di supporto delle PMI; banche e altri istituti finanziari. La Guida descrive le tecniche di finanziamento del capitale di rischio che onsentono il riutilizzo dei fondi destinati allo sviluppo delle PMI, aumentando quindi, potenzialmente, l’efficienza del supporto pubblico. Contiene informazioni sui tipi di strumenti da utilizzare, sulla loro impostazione e attuazione nonché sulle fonti di aiuto e informazione. Si fa riferimento a studi di casi che illustrano esempi di buona pratica dei programmi esistenti. L’appendice contiene modelli che riassumono le caratteristiche dei principali tipi di strumenti. 1.2 Uso della guida Ogni sezione della guida è destinata a utenti diversi. Gli utenti potranno utilizzare le sezioni della guida secondo le proprie necessità. Le sezioni sono: Sezione 1 Sezione 2 Sezioni da 3 a 7 Sezione 8 Sezione 9 Fornisce una panoramica del finanziamento del capitale di rischio e alcune norme importanti quali quelle relative alla politica di concorrenza. Illustra le relazioni tra le necessità di finanziamento delle PMI e le varie forme di capitale di rischio. Contengono un sommario dei programmi di venture capital, business angel, microcredito e garanzia. Suggerisce il percorso da intraprendere per costituire un programma. Suggerisce la buona pratica nell’esecuzione di un programma. 1 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Introduzione Sezione 1 Le appendici trattano i seguenti argomenti: Appendice D Contiene modelli per i programmi. Questi modelli riassumono le caratteristiche principali dei programmi. Contengono estratti delle norme e istruzioni della Commissione. Glossario dei termini. Appendice E Descrive la funzione di ricerca di Inforegio. Appendice F Contiene indirizzi e dettagli per ulteriori riferimenti e contatti. Contiene un elenco di studio di casi. Gli studi di casi sono disponibili in dettaglio sul sito Internet della DG Politica regionale. Contiene un elenco delle misure di finanziamento del capitale di rischio nei programmi dei Fondi strutturali (2000-2006). Bibliografia. Appendice A Appendici B e C Appendice G Appendice H Appendice I 1.3 Introduzione al finanziamento del capitale di rischio Il termine “Finanziamento del capitale di rischio”1 è impiegato in questa Guida per descrivere i programmi che mettono fondi pubblici a disposizione delle PMI, a condizione che tali fondi possano essere riciclati e che possano stimolare e sfruttare finanziamenti aggiuntivi da parte del settore privato. Tali programmi comprendono prestiti, l’erogazione di venture capital e finanziamenti simili, garanzie e altri strumenti. Possono essere utilizzate anche altre tecniche per stimolare l’erogazione di finanziamenti e l’interesse degli investitori per le PMI. Tutti i programmi di finanziamento del capitale di rischio devono soddisfare i requisiti della Commissione Europea sugli aiuti statali, riassunti più avanti nella presente Guida. Normalmente, tali programmi sono guidati da criteri specifici che consentono l’investimento solo in progetti nei quali le PMI beneficiarie non hanno potuto ottenere accesso ad adeguati finanziamenti sul libero mercato. 1.4 Ruolo del finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Nella politica regionale dell’UE, sono molti i motivi per i quali il finanziamento del capitale di rischio è considerato una sempre più valida alternativa ai sussidi a fondo perduto. In primo luogo, nonostante i massicci sussidi a fondo perduto forniti da molti anni dai Fondi strutturali, le disparità regionali non si sono ridotte in modo significativo, rendendo necessario l’esame di alternative. In secondo luogo, il finanziamento del capitale di rischio meglio si adatta alle necessità della “economia 1 Questa Guida si occupa di finanziamento pubblico sotto forma di azioni, prestiti, microcredito e garanzie. La presente definizione è più ampia di quella impiegata nel Piano di azione sul capitale di rischio della Commissione. 2 Sezione 1 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Introduzione del sapere”, riconosciuta ormai come cruciale per la creazione di lavoro e benessere. Da ultimo, ma non meno importante, con l’aumento della domanda di risorse dell’UE dovuto all’adesione dei paesi dell’Europa centrale e orientale, è necessario fare in modo che i fondi disponibili “lavorino di più”. Per queste e altre ragioni, il Regolamento dei Fondi strutturali per il 2000-2006 pone maggiore enfasi sull’uso degli strumenti di finanziamento del capitale di rischio – ad esempio la raccolta di venture capital su base azionaria e programmi di finanziamento innovativi – come strumenti di politica pubblica più convenienti e sostenibili rispetto alla tradizionale sovvenzione. Le norme consentono agli Stati membri di elargire un ulteriore 10% di assistenza alle PMI per quelle porzioni di progetto di investimento finanziate in modo diverso dalla sovvenzione. In linea con la politica che vuole limitare l’intervento del settore pubblico alle aree di attività economica in cui si rileva una lacuna del mercato, la Commissione ha proposto che, nelle regioni ammissibili al sostegno con i Fondi strutturali, il finanziamento del capitale di rischio delle PMI possa essere realizzato congiuntamente tramite fondi di capitale di rischio e altre forme di finanziamento rimborsabile. Nelle appendici sono riportati alcuni estratti del Regolamento in materia. I periodi 1994-1999 hanno registrato notevoli variazioni nel livello di utilizzo dei Fondi strutturali per il finanziamento del capitale di rischio nei vari Stati membri dell’UE. Secondo una valutazione preparata per la Commissione, la spesa totale ammonta a 570 milioni di Euro. Vi sono state notevoli variazioni tra gli Stati membri: cinque paesi non hanno utilizzato affatto i programmi dei Fondi strutturali per il finanziamento del capitale di rischio. Negli altri 10 Stati membri, la proporzione di spesa sul finanziamento del capitale di rischio variava tra lo 0,5% e il 13,2% della spesa totale dei Fondi strutturali. Spese stimate per il finanziamento del capitale di rischio nei programmi dei Fondi strutturali (2000-2006) (Milioni di Euro) Paese Austria Belgio Danimarca Germania Spagna Finlandia Francia Grecia Irlanda Italia UE Nazionale 0,2 35,5 0,0 54,9 230,1 5,5 94,4 103,5 0,0 71,3 0,2 35,7 0,0 49,8 100,3 8,4 165,8 50,1 0,0 80,2 Privato 1,1 1,4 0,0 3,2 0 6,5 216,1 39,7 0,0 146,7 Totale 1,5 72,6 0,0 107,9 330,4 20,4 476,3 193,3 0,0 298,2 3 Sezione 1 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Introduzione Lussemburgo Paesi Bassi Portogallo Svezia Regno Unito Transnazionale Totale Percentuale 0,0 24,4 274,6 0,0 267,2 2,3 1.163,9 35,4 0,0 38,2 92,9 0,0 187,8 0,8 810,2 24,6 0,0 43,1 691,2 0,0 168,6 0,4 1.318,0 40,0 0,0 105,7 1.058,7 0,0 455,0 3,5 3.292,1 100 Fonte: Commissione europea. Misure notificate dagli Stati membri a luglio 2002. Banca dati SFC: codici 155, 165, 1304 Rispetto al periodo 1994-1999, gli attuali programmi 2000-2006 registrano un significativo aumento delle spese dei Fondi strutturali per il finanziamento del capitale di rischio. L’analisi riportata di seguito, basata sulle informazioni fornite alla Direzione Generale Politica regionale dagli Stati membri a luglio 2002, suggerisce che il co-finanziamento del FESR previsto sul finanziamento del capitale di rischio è raddoppiato, passando dai 570 milioni di Euro del periodo 1994-1999 ai circa 1.200 milioni di Euro del periodo in corso. La spesa attuale al momento è di circa 3.300 milioni di Euro, proveniente per il 35% da fonti dell’UE, per il 25% da fonti nazionali e per il 40% da fonti private. Le cifre totali per la spesa nazionale, privata e dell’UE della tabella precedente mostrano la spesa pianificata nell’ambito dei programmi dei Fondi strutturali per tutti i tipi di finanziamento del capitale di rischio, sia dei programmi generali che di quelli specifici per le aree rurali e per particolari gruppi destinatari. Esistono inoltre numerosi progetti finanziati da fonti nazionali o di altro genere. L’appendice H fornisce dettagli sulle spese effettive e preventivate dei Fondi strutturali (FESR, FSE, FEAOG, SFOP) durante i periodi del programma 2001-2006 da parte delle singole regioni. Esistono numerose altre risorse di finanziamento del capitale di rischio da parte dell’UE. Oltre ai Fondi strutturali, esistono la Banca europea per gli investimenti (BEI) e il Fondo europeo per gli investimenti (FEI), il cui supporto è talvolta utilizzato unitamente agli aiuti dei Fondi strutturali. Fonti di supporto dell’UE per il finanziamento del capitale di rischio Per il finanziamento degli investimenti minori, la BEI mette a disposizione linee di credito specifiche alle banche e agli istituti finanziari locali. Questo finanziamento, definito Prestito globale, è utilizzato per rafforzare la disponibilità di finanziamenti a lungo termine per le PMI. L’ammontare massimo delle singole ripartizioni da parte della BEI per questi programmi è, generalmente, 12,5 milioni di Euro (fino al 50% dei costi di investimenti), ma gli importi erogati sono in genere molto inferiori. Informazioni generali sulla BEI sono reperibili nel sito www.eib.org che contiene anche un elenco degli intermediari della BEI cui le PMI possono rivolgersi. Gli strumenti del FEI per il venture capital consistono in investimenti di capitale in fondi di venture capital e incubatori per le PMI, in particolare quelle all’inizio della loro attività e ad alto contenuto tecnologico. Informazioni generali sul FEI sono disponibili sul sito www.eif.org. Nel sito sono elencati gli intermediari del FEI per il venture capital, cui le PMI possono rivolgersi per ulteriori informazioni sui criteri di ammissibilità e le procedure di richiesta. 4 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Introduzione Sezione 1 Gli strumenti di garanzia del FEI consistono in una serie di garanzie fornite ad un’ampia gamma di interlocutori (ad esempio banche, società di leasing ecc.). Tali interlocutori a loro volta garantiscono la copertura del credito alle PMI. Informazioni generali sull’attività di garanzia del FEI sono disponibili sul sito www.eif.org. Il sito elenca inoltre gli intermediari nazionali e le forme di garanzia offerte dal FEI. Si noti in particolare che il FEI attua gli strumenti finanziari del Programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità, (MAP 2001-2005)2. Gli strumenti finanziari includono: o Il Meccanismo di garanzia delle PMI per garantire (o co-garantire o contro-garantire) i portafogli di prestito delle banche alle PMI. o Il Meccanismo per l’avviamento del MET per gli investimenti in fondi di venture capital o incubatori specializzati nel finanziamento di PMI in fase di avviamento. o L’Azione seed capital, finalizzata a supportare la ricerca di gestori dell’investimento per i fondi di capitale di avviamento in cui investe il FEI. Il FEI utilizza, come intermediari con le PMI, banche, istituti di finanziamento dei fondi di venture capital e istituti di garanzia. Maggiori informazioni nel sito della Commissione dell’UE http://europa.eu.int/comm/enterprise/index_en.htm. Esistono inoltre numerosi programmi specializzati nella promozione di particolari obiettivi come la ricerca e sviluppo. Sul sito web del CORDIS (Servizio comunitario di informazione in materia di ricerca e sviluppo: http://www.cordis.lu/it/home.html), alla pagina “Ricerca finanziata dall’Unione europea”, è disponibile un elenco degli inviti per la presentazione di proposte ancora aperti. Le pagine Finanziare l’innovazione nel sito web di CORDIS offrono a imprenditori e investitori informazioni su venture capital, finanziamento bancario e finanziamento mediante l’emissione di debiti, investitori informali, mercati azionari ecc., nonché un’ampia gamma di programmi UE di sostegno correlati e inviti a presentare proposte. 1.5 Iniziative comunitarie sul capitale di rischio L’importanza attribuita al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale deve essere vista nel contesto più ampio della politica comunitaria relativa alla fornitura di capitale di rischio. Il vertice di Cardiff del giugno 1998 ha adottato un Piano d’azione sul capitale di rischio 3 (PACR), successivamente al quale sono state formulate tre relazioni sull’andamento dei lavori 4 Le relazioni annuali sul PACR segnalano una rapida crescita del capitale di rischio in UE fino al periodo coperto dall’ultima relazione (2000). Come indica la relazione: Il totale degli investimenti in venture capital in Europa, comprendenti le fasi di sviluppo delle imprese corrispondenti alla prima progettazione, all’avvio, all’espansione e alla sostituzione, è aumentato in grandissima misura, da circa 10 miliardi di Euro (pari allo 0,14% del PIL ) nel 1999 a oltre 19,6 miliardi di Euro (pari allo 0,23 del PIL) nel 2000. Il PACR contiene misure finalizzate a rimuovere le barriere alla erogazione di capitale di rischio, anche intranazionali, e misure di ordine fiscale, per le quali sussistono 2 2000/819/EC, OJ L 333, 29.12.2000, pag. 84. 3 Basate sulla comunicazione della commissione “Il capitale di rischio: un fattore chiave nella creazione di posti di lavoro in Unione Europea”, SGC(1998) 522, aprile 1998. 4 COM(1999) 493 del 20.10.1999, COM(2000) 658 del 18.10.2000 e COM(2001) 605 del 25.10.2001 5 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Introduzione Sezione 1 notevoli differenze tra gli Stati membri. Il piano d’azione presenta opportunità per tutte le società che desiderino raccogliere capitale, a prescindere dalle loro dimensioni. Tuttavia, buona parte degli sforzi si concentrano sul settore formale, in cui la dimensione media delle attività è relativamente grande (mediamente 5 milioni di Euro). A livello locale, è presente l’esigenza che i vantaggi del PACR arrivino anche alle aziende più piccole, non altrimenti oggetto di interesse per i principali fondi di venture capital. Ed è in questa situazione che esiste il maggiore spazio di intervento per i Fondi strutturali. 1.6 Conformità alle regole sull’aiuto pubblico Ogni programma di finanziamento del capitale di rischio deve soddisfare le norme sugli aiuti pubblici. Secondo le norme del mercato comune del Trattato della Comunità Europea, Sono incompatibili con il mercato comune, nella misura in cui incidano sugli scambi tra gli Stati membri, gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza. 5 Il Trattato della CE stabilisce inoltre le condizioni delle esenzioni, ovvero quando l’aiuto statale è compatibile con il mercato comune. L’esenzione dalle norme per gli aiuti statali è concessa in diverse circostanze. È possibile, ad esempio, concedere aiuti per assistere regioni svantaggiate, ovvero per “promuovere lo sviluppo economico delle regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso, oppure si abbia una grave forma di sottoccupazione”. Allo stesso modo, sono compatibili con il mercato comune “gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune regioni economiche, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse”. 6 Secondo il Trattato della CE, la Commissione, con gli Stati membri, è tenuta ad un esame permanente dei regimi di aiuti e a proporre le opportune misure richieste dal graduale sviluppo o dal funzionamento del mercato comune.7 Se la Commissione constata che un aiuto è contrario alle norme sugli aiuti statali, può decidere che “lo Stato interessato deve sopprimerlo o modificarlo”.8 Se lo Stato membro non si conforma alla decisione della Commissione, questa può adire la Corte di giustizia europea. Gli Stati membri devono informare la Commissione prima di avviare misure di finanziamento del capitale di rischio supportate da aiuti statali. Perché la Commissione conceda l’approvazione ad un programma regionale di finanziamento del capitale di rischio, gli Stati membri devono fornire le prove della lacuna del mercato. La Commissione ha sviluppato, nel corso degli anni, dettagliate politiche relative alle circostanze in cui è possibile concedere aiuti statali, in applicazione delle deroghe di 5 Articolo 87 (1) del Trattato della CE (ex articolo 92(1)) Articolo 87 (3) del Trattato della CE (ex articolo 92(3)) 7 Articolo 88 (1) del Trattato della CE (ex articolo 93(1)) 8 Articolo 88 (2) del Trattato della CE (ex articolo 93(2)) 6 6 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Introduzione Sezione 1 cui all’articolo 87(3) del Trattato della CE. Tali politiche sono ordinate in norme e linee guida. Esse specificano i possibili beneficiari di aiuti di genere e per scopi particolari, pongono dei limiti sull’ammontare o la percentuale di aiuti relativamente a particolari costi e stipulano altre condizioni. Di seguito si presentano le principali disposizioni relative al finanziamento del capitale di rischio. 1.6.1 Principali norme sugli aiuti statali nel finanziamento del capitale di rischio Fino a poco tempo fa, le norme sugli aiuti statali non erano perfettamente adattate ad alcuni tipi di capitale di rischio, in particolare i fondi di venture capital. Per essere compatibili con tali norme, gli aiuti statali dovevano essere connessi ad alcuni tipi di spese, come gli investimenti in capitale fisso, la ricerca e sviluppo, la formazione, ecc. noti come “costi ammissibili”. Tale requisito è risultato difficile da soddisfare per molti programmi di capitale di rischio. Per chiarire la posizione sugli aiuti statali e il capitale di rischio agli enti nazionali e regionali, la Direzione Generale Concorrenza ha adottato nell’agosto 2001 una Comunicazione sugli aiuti di stato e il capitale di rischio. In essa sono delineati i criteri secondo i quali sono valutate e approvate le misure finalizzate alla promozione della crescita dei mercati dei capitali di rischio.9 La Commissione ha individuato il ruolo del finanziamento pubblico del capitale di rischio limitandosi a segnalare le situazioni di carenza del mercato. Tali linee guida sono state redatte per illustrare la politica generale della Commissione in favore della promozione del capitale di rischio, delineata nel documento del 1998 “Il capitale di rischio, un fattore chiave nella creazione di posti di lavoro nell’Unione Europea”, rafforzato dal PACR La comunicazione sul capitale di rischio riguarda i fondi di venture capital. Non riguarda il capitale di rischio sostenuto da enti pubblici sotto forma di prestiti da altre fonti. Tuttavia, in tali casi può essere comunque possibile applicare altre norme, schemi o linee guida sugli aiuti di stato. Ad esempio, i programmi di prestito agevolato spesso rientrano in quanto previsto dal regolamento di esenzione di categoria per le PMI10 o altre linee guida sugli aiuti regionali.11 I criteri di misura del valore degli aiuti (“equivalente della sovvenzione”) dei prestiti agevolati sono delineati in normative specifiche.12 Per quanto riguarda le garanzie, nel marzo 2000 la Commissione ha pubblicato dettagliate linee direttrici sull’applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato della CE relativi agli aiuti di stato sotto forma di garanzia.13 Tali direttive stabiliscono le condizioni che devono essere soddisfatte per evitare che il programma di garanzia violi le norme sugli aiuti di stato e i criteri di misura del valore dell’aiuto (“equivalente della sovvenzione”) sotto forma di garanzia. Questa Guida riassume tali condizioni nella sezione relativa alle garanzie. Esiste un’esenzione speciale per aiuti di piccolo importo. La regola del de minimis, ora definita nel Regolamento della Commissione (CE) n. 69/2001 del 12 gennaio 2001, stabilisce che 9 10 11 12 13 Aiuti di stato e capitale di rischio, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale delle CE C 235, 21.8.2001, pag. 3. Regolamento (CE) n. 70/2001 del 12 gennaio 2001: Gazzetta Ufficiale delle CE, L 10, 13.1.2001, pag. 33. Orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale: Gazzetta Ufficiale delle CE, C 74, 10.3.1998, pag. 3 e Gazzetta Ufficiale delle CE, C 258, 9.9.2000, pag. 5. Calcolo dell’equivalente in denaro dei prestiti agevolati. Comunicazione della Commissione sull’applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato della CE sugli aiuti di Stato sotto forma di garanzia, Gazzetta Ufficiale della CE, C 71, 11.03.2000, pag. 14. 7 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Introduzione Sezione 1 siano dispensati dall’obbligo di notifica alla Commissione tutti gli aiuti statale per un ammontare massimo di 100.000 Euro a ciascuna impresa in un periodo di 3 anni.14 14 Gazzetta Ufficiale delle CE, L 10, 13.1.2001, pag. 30. 8 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale ll finanziamento delle PMI Sezione 2 Il finanziamento delle PMI Questa sezione della Guida riassume il ruolo degli strumenti di finanziamento del capitale di rischio nel contesto più ampio delle questioni relative allo sviluppo delle PMI. 2.1 Il finanziamento delle PMI Le fonti del finanziamento alle PMI variano in funzione della fase di sviluppo e del paese di appartenenza dell’impresa. Le definizioni adottate dall’European Venture Capital Association (Associazione europea delle imprese del Venture Capital) identificano le seguenti fasi di sviluppo di un’impresa. Per ogni fase sono illustrate le possibili fonti di finanziamento. Queste definizioni si applicano alle imprese a forte crescita, altre imprese potrebbero avere schemi di finanziamento più stabili. Fonti di finanziamento delle PMI per fase di sviluppo Fase di costituzione (seed) Capitale informale da fondatori e associati. Prestito bancario secondo disponibilità e necessità. Fase di avviamento (start-up) Capitale informale da fondatori, soci e altri contatti. Prestito bancario secondo disponibilità. Leasing per le apparecchiature. Fase di espansione Capitale dalle fonti originarie, oltre a investimenti commerciali o venture capital. Prestiti da banche. Altre fonti di finanziamento tra cui leasing e factoring. Capitale di sostituzione Investimenti commerciali, venture capital o IPO. Anche se la Commissione ritiene che, nel suo insieme, il mercato non presenti lacune generalizzate per quanto riguarda il finanziamento delle PMI, sono tuttavia presenti carenze relative ad alcuni gruppi specifici di PMI, che possono impedire l’accesso ad adeguati finanziamenti. Ad esempio, le banche commerciali possono non essere in grado di fornire finanziamenti vitali a una PMI per uno o più dei seguenti motivi: mancanza di dati storici; garanzie insufficienti; superamento della soglia limite; classificazione creditizia fuori livello accettabile. A completare tali elementi vi è spesso una “mancanza di informazione”: anche quando adeguati programmi di finanziamento esistono (pubblici o privati), le PMI non ne sono a conoscenza. Inoltre, le procedure di richiesta del finanziamento a volte sono così complesse e lunghe che, anche se le PMI sono a conoscenza dei programmi di finanziamento, non intendono farne uso. 9 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale ll finanziamento delle PMI 2.2 Sezione 2 Strumenti finanziari inclusi in questa Guida La presente Guida illustra gli elementi principali degli strumenti di finanziamento rimborsabili per le PMI che possono essere presi in considerazione come supporto ai Fondi strutturali e agli altri strumenti dell’UE. Alcuni tipi di finanziamento (leasing e factoring) sono esclusi dalla Guida, essendo fonti commerciali di finanziamento ben sviluppate e che quindi non necessitano di intervento pubblico. Allo stesso modo, l’investimento personale dei proprietari nelle proprie imprese non è contemplato nella Guida. I principali strumenti finanziari inclusi nella Guida sono quindi i seguenti: Tipo di strumento Fonte tipica del finanziamento Capitale formale - venture capital Fondi di venture capital, banche Capitale informale - business angel Rete di investitori e singoli investitori Finanziamento tramite prestito Banche e fondi gestiti da agenzie per lo sviluppo Microcrediti Fondi specializzati Garanzie Fondi di garanzia e associazioni di mutua garanzia Le PMI richiederanno naturalmente una gamma di strumenti di finanziamento, oltre a quelli elencati nelle tabelle precedenti, nonché altre fonti che non sono contemplate nella Guida, come leasing, factoring, scoperti, ecc. Per soddisfare le necessità delle PMI, le fonti di finanziamento con sostegno pubblico spesso offrono un’ampia gamma di soluzioni di finanziamento e non si concentrano su un solo strumento. Allo stesso modo, gli enti finanziatori spesso si concentrano sull’assistenza a particolari tipi di PMI (ad esempio imprese in diverse fasi di sviluppo). Nella tabella seguente gli strumenti finanziari illustrati nella presente Guida sono correlati alle necessità finanziarie delle PMI per ogni fase di sviluppo. Relazione tra gli strumenti finanziari e la fase di sviluppo della PMI Metodi di finanzialmento del Venture Capital Capitale formale Capitale informale Microcrediti Prestiti Garanzie Capitale di avviamento Avvio Espansione Sostituzione 10 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale ll finanziamento delle PMI Sezione 2 La sezione seguente della Guida descrive le forme principali di strumenti finanziari illustrati nella prima riga: capitale formale (venture capital), capitale informale (business angel), prestiti, microcredito e garanzie. All’atto pratico le organizzazioni che finanziano le PMI utilizzeranno una combinazione di questi metodi. 11 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Venture Capital Sezione 3 Venture capital Sommario Il capitale proprio rappresenta una componente importante nel finanziamento delle PMI. Il capitale può provenire da diverse fonti: l’imprenditore e i suoi soci, i business angel, gli istituti finanziari e altro ancora. Questa sezione si occupa dei fondi di venture capital, che, oltre al capitale, spesso offrono prestiti o altre forme di finanziamento. In questa sede ci concentriamo sui fondi di venture capital su base azionaria. In sezioni successive ci occuperemo di prestiti e business angel. Il capitale proprio rappresenta l’elemento di rischio di maggior importanza nella struttura di finanziamento delle PMI. Un capitale sufficiente può migliorare il tasso di credito della società e consentire un miglior accesso al prestito commerciale e ad altre forme di finanziamento. Dal punto di vista dello sviluppo regionale, è necessario determinare la presenza di eventuali carenze nella reperibilità di capitale, mancanza totale o carenza al di sotto di una certa soglia: molti fondi di venture capital nel libero mercato hanno una soglia minima di investimento, quindi l’intervento di supporto dell’UE sarà mirato a risolvere questa lacuna del mercato. L'Appendice A contiene un modello che riassume le principali caratteristiche di questo concetto. 3.1 Come funzionano nella pratica i fondi di investimento azionario La figura 1 illustra come funzionano nella pratica i fondi di investimento azionario. Riassumendo: Una PMI richiede un finanziamento. La PMI potrebbe aver già esaurito le normali fonti di finanziamento tradizionali. La sua struttura finanziaria potrebbe richiedere un aumento di capitale – in aggiunta agli investimenti già effettuati dal proprietario – per poter accedere ad altre forme di capitale, come i prestiti. Il fondo acquista quote di capitale della società. Si tratta in genere di quote nuove, emesse dalla società, i cui proventi vanno alla società per coprire parte del fabbisogno finanziario della stessa. In alcuni casi le quote possono essere emesse con un prezzo superiore al valore nominale. Esse possono essere talvolta accompagnate dall’erogazione di altri finanziamenti, come il prestito. È possibile inoltre utilizzare altri strumenti ibridi come capitali di prestito convertibili. 12 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Venture Capital Durante il periodo di investimento, il fondo sorveglia l’investimento, talvolta fornendo consulenza gestionale alla PMI. A tempo debito, il fondo richiederà di vendere la propria quota di partecipazione nella PMI. Se il finanziamento produce reddito, le vie d’uscita possono prevedere la vendita privata dell’investimento a un investitore, o una IPO. Tali percorsi di uscita possono offrire un’elevata redditività, proporzionalmente all’elevato rischio. Se la PMI produce risultati non soddisfacenti, il percorso di uscita dal finanziamento potrebbe rivelarsi problematico. In un numero significativo dei casi, le prestazioni insufficienti della PMI ne obbligano una ristrutturazione finanziaria, nella quale tutto il capitale proprio va perduto. Quando il fondo di venture capital è co-finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale, l’impresa dovrà rispondere dell’investimento del FESR al termine del periodo del programma, ovvero, quando il programma sulla base del quale è stato concesso il finanziamento viene concluso. Alla chiusura del programma, il capitale investito o i prestiti concessi alle PMI sono considerati spese ammissibili al co-finanziamento. Il finanziamento del FESR assegnato al fondo di venture capital, ma non investito o concesso in prestito, viene cancellato. Il fondo di venture capital, tuttavia, può continuare ad esistere e non deve necessariamente essere estinto immediatamente. I proventi derivanti dal contributo del FESR possono essere riutilizzati nel fondo o per altre attività di sviluppo delle PMI nella regione. Sezione 3 Come funzionano nella pratica i fondi di investimento azionario Altre fonti di finanziamento 1 La PMI non riesce a ottenere finanziamenti dai canali tradizionali a condizioni convenienti PMI SME 2 La PMI vende le azioni al fondo di venture capital Supporto dell’UE al capitale di rischio (1) Supporto per la creazione di un fondo di venture capital (2) Investimento nel fondo di venture capital 3 L’investimento del Fondo di venture capital è utilizzato per finanziare lo sviluppo della PMI Fondo avvio/ Seed/Venture venture capital Capital Fund L’espansione della PMI aumenta il valore delle sue azioni Vendita privata a terzi 4 Meccanismo di uscita Azioni rivendute alla PMI IPO tramite Borsa Valori Il fondo di venture capital vende le azioni alla PMI Profitto? Supporto pubblico (nazionale) o privato Esistono ovviamente variazioni sul tema: alcuni programmi hanno criteri di ammissibilità e mercati destinatari molto specifici, mentre altri sono aperti a quasi 13 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Venture Capital Sezione 3 tutte le PMI. Anche il tipo di erogazione del capitale varia, e tipicamente il pacchetto potrebbe includere sia prestiti che altri tipi di finanziamento. 3.2 Vantaggi e svantaggi dei fondi di investimento azionario I fondi di investimento azionario presentano per entrambe le parti sia vantaggi che svantaggi, come indicato nella tabella che segue: Vantaggi 3.3 Svantaggi Per le PMI, una fonte di capitale di rischio in grado di migliorare la struttura del bilancio della società e facilitare l’accesso a ulteriori fonti di credito quali prestiti, ecc. Per le PMI, la vendita di una parte dell’impresa diluisce l’interesse del proprietario e introduce un proprietario di minoranza, i cui interessi vanno comunque rispettati. Per il fondo di investimento, l’investimento ad alto rischio può offrire di rimando elevati guadagni. Per gli enti pubblici, un investimento ad alto rischio che può fungere da stimolo e sfruttare altre fonti di capitale, con la prospettiva di un utile sull’investimento. Per il fondo di investimento, una quota di partecipazione minoritaria in un’impresa che potrebbe risultare difficile da vendere quando il fondo cerca di uscire da tale investimento, salvo nel caso di crescita dell’impresa stessa. Attuale supporto da parte dell’UE Nell’ambito del piano di azione sul capitale di rischio dell’UE, sono state attivate diverse iniziative mirate a migliorare la disponibilità di capitale di rischio, tra cui misure per migliorare il contesto normativo. Inoltre, gli aiuti del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) possono essere utilizzati per investimenti in fondi di venture capital. 3.4 Fattori da considerare nella creazione di un fondo di investimento azionario. Numerosi fattori comuni sono presenti nella creazione di tutte le forme di finanziamento del capitale di rischio e sono illustrati nella sezione 8 di questa Guida. Per quanto riguarda i fondi di investimento azionario, gli enti pubblici dovranno tenere in considerazione anche i seguenti fattori specifici: Politica di investimento: i fondi di venture capital necessitano di una politica di investimento e della creazione di un meccanismo per la loro amministrazione. Alcuni dei fondi di maggiore successo si sono serviti di gestori del settore privato per amministrare le proprie politiche di investimento. Tali gestori avevano la discrezionalità di scegliere gli investimenti in funzione di alcuni criteri stabiliti, ma, per quanto possibile in un ambito di libero mercato, senza pressioni esterne e in modo coerente con gli obiettivi generali della politica pubblica. 14 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Venture Capital Sezione 3 Vie d'uscita: è necessario prevedere un meccanismo di uscita, ovvero un mezzo per disinvestire al termine del ciclo di vita del fondo. Le vie d'uscita variano in funzione della riuscita dell’investimento. Gli investimenti meglio riusciti saranno messi in vendita o oggetto di una IPO. È probabile tuttavia che il fondo rimanga in possesso di una quantità di piccole quote di partecipazione azionaria in PMI che non possono essere smaltite in tal modo. Alcuni fondi si sono strutturati in maniera da poter trasferire tali investimenti ad un ente separato al termine del ciclo di vita del fondo e gestire tali investimenti a vantaggio delle regioni interessate. Garanzie: in vari casi, gli enti pubblici preferiscono fornire una garanzia a copertura della concessione del finanziamento azionario, piuttosto che fornire il finanziamento stesso. Ovviamente tale garanzia offre interessanti opportunità, ma presenta anche elevati rischi per gli enti pubblici. 3.5 Norme sugli aiuti statali Le norme dell’UE sugli aiuti statali applicate al capitale di rischio Analogamente a tutti gli altri strumenti finanziari che comprendono una componente di finanziamento pubblico, anche i fondi di venture capital devono conformarsi alle regole dell’UE sugli aiuti statali. Nell’ottobre 2001, la Commissione ha emesso la direttiva “Aiuti di stato e capitale di rischio”15 per chiarire la posizione sull’applicazione delle regole sugli aiuti statali delineate nell’articolo 87(1) del Trattato dell’UE riguardo alle misure per i capitali di rischio. Le direttive forniscono nuovi criteri sulla compatibilità delle misure per il capitale di rischio nel mercato comune. Nella valutazione degli aspetti correlati alla concorrenza per le misure relative al capitale di rischio proposte, la Commissione ha innanzitutto considerato se la misura proposta può essere intesa come un aiuto statale. La valutazione avviene a tre livelli, ovvero se le misure di aiuto costituiscono: 15 un aiuto per gli investitori; un aiuto per ogni finanziamento o altro veicolo attraverso il quale tali misure intervengono (nel caso di un fondo di fondi, le sovvenzioni possono essere conferite a più livelli); un aiuto per le imprese in cui si investe, ovvero i beneficiari finali. Aiuti di stato e capitale di rischio, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale delle CE C 235, 21.8.2001, pag. 3. Vedere Appendice F. 15 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Venture Capital Sezione 3 3.5.1 Valutazione della compatibilità delle misure relative al capitale di rischio con le norme sugli aiuti statali. Quando si ritiene che in una misura relativa al capitale di rischio possa intervenire un aiuto statale, la Commissione deve valutare se tale aiuto è compatibile con il mercato comune ai sensi degli articoli 87 (2) e 87 (3). Nel contesto della politica regionale, la Commissione ha adottato dei criteri di verifica per valutare se gli aiuti statali per le misure relative al capitale di rischio possono essere autorizzati e considerati compatibili con il mercato comune La compatibilità è ampiamente accettata sulla base dell’articolo 87 (3), comma (a) e (c). Articolo 87 (3) del Trattato dell’UE – paragrafi relativi alle misure dei capitali di rischio Articolo 87 (3) (a) gli aiuti destinati a favorire lo sviluppo economico delle regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso, oppure sia presente una grave forma di sottoccupazione, Articolo 87 (3) (c) gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune regioni economiche, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse. Secondo le norme per le PMI e gli aiuti regionali, possono essere autorizzati aiuti che non eccedano il livello equivalente della sovvenzione di una percentuale fissa di determinati costi dell’impresa beneficiaria. Tali costi sono denominati costi ammissibili e sono composti principalmente da investimenti fissi per terreni, edifici, nuove apparecchiature per la produzione e attività immateriali (brevetti, know-how ecc.), costi di manodopera connessi agli investimenti di capitale fisso e ai costi per i servizi di consulenza. In pratica, tuttavia, alcune misure relative al capitale di rischio sono risultate non compatibili con le norme generali. Le difficoltà riguardano: l’individuazione di un “equivalente della sovvenzione” per il capitale proprio; la difficoltà di stabilire un legame con i costi ammissibili; la mancanza di una base legale per sovvenzionare misure che forniscano aiuto agli investitori. 3.5.2 Basi per l’autorizzazione delle misure relative al capitale di rischio La nota sugli aiuti statali e il capitale di rischio afferma che la Commissione non ritiene esista una lacuna generalizzata del mercato dei capitali di rischio. Tuttavia riconosce che nel mercato sono presenti carenze per quanto riguarda alcuni tipi di investimento in certe fasi del ciclo di vita delle PMI. Nell’ambito della politica regionale, la Commissione riconosce inoltre che vi sono particolari difficoltà nelle regioni aventi diritto all’assistenza ai sensi degli articoli 87 (3) (a) e (c) del Trattato dell’UE (aree assistite). 16 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Venture Capital Sezione 3 Secondo l’articolo 87 (3) (a) e (c) del Trattato CE, il motivo principale per cui la Commissione può autorizzare misure relative al capitale di rischio che non rientrano nell’ambito delle regole generali è che alcuni tipi di PMI – che necessitano di investimento durante le fasi di avviamento e di primo sviluppo del ciclo di vita dell’impresa, in particolare per l’avvio di imprese innovative e/o ad alto contenuto tecnologico – si trovano a dover affrontare notevoli ostacoli per quanto riguarda l’accesso al finanziamento per cifre contenute. Tra i fattori principali che spiegano le difficoltà di sovvenire al fabbisogno di capitale sono la mancanza di informazioni, la natura avversa al rischio degli investitori, in particolare riguardo alle PMI e alle attività in fase di avviamento, nonché le limitate garanzie e i limitati dati storici forniti dalle PMI ai potenziali investitori. Altri ostacoli sono gli elevati costi relativi alle transazioni e alle procedure di “dovuta diligenza” per il capitale fornito. 3.5.3 Requisiti della Commissione per la dimostrazione della lacuna del mercato Prima di procedere con l’autorizzazione di misure relative al capitale di rischio che non rientrano nell’ambito delle norme esistenti, la Commissione richiede prove che evidenzino la lacuna del mercato. La Commissione è comunque disposta ad accettare l’esistenza della lacuna del mercato quando ogni lotto di finanziamento proveniente da misure relative al capitale di rischio finanziate completamente o parzialmente da aiuti statali è composto da un massimo di 500.000 Euro, in generale, o 750.000 Euro per regioni aventi diritto al supporto ai sensi dell’articolo 87 (3) (c) e 1 milione di Euro per regioni aventi diritto al supporto ai sensi dell’articolo 87 (3) (a). Essa richiederà che vengano fornite le prove delle lacune del mercato nel caso in cui sia superato il tetto massimo definito precedentemente. 3.5.4 Criteri di valutazione della compatibilità Nel documento “Aiuti di stato e capitale di rischio”, la Commissione ha stabilito una serie di criteri per la valutazione della compatibilità delle misure relative al capitale di rischio con le norme sugli aiuti statali. Tali criteri sono valutati in base a elementi positivi e negativi. Non tutti gli elementi hanno pari peso, nessuno degli elementi è essenziale in sé e nessun gruppo di elementi è sufficiente ad assicurare, di per sé, la compatibilità. In alcuni casi l’applicabilità e il peso attribuito ad essi dipende dalla forma della misura di finanziamento. Nella valutazione delle misure proposte, Commissione terrà in considerazione il contesto socioeconomico prevalente della regione cui esse si riferiscono. 3.6 Esempi di fondi di venture capital L’appendice G contiene alcuni esempi di fondi di venture capital creati con l’assistenza dei Fondi strutturali, indica inoltre i collegamenti ai siti Internet contenenti le descrizioni degli studi di casi di finanziamenti e dettagli sui contatti relativi ai finanziamenti stessi. Sarebbe auspicabile l’aggiunta di altri studi di casi durante la vita di questa Guida. 17 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale I business angel Sezione 4 Business Angel Sommario I business angel (“venture capital informale”) giocano un ruolo importante nell’apporto di capitale proprio nelle prime fasi di vita delle PMI. Essi inoltre offrono alle imprese consulenza e mentoring, formale e informale, che costituisce spesso un contributo importante allo sviluppo della PMI. I business angel sono tipicamente persone di alto profilo professionale, che desiderano investire parte dei propri fondi derivati da plusvalenze in nuove speculazioni. Spesso queste persone sono imprenditori altamente motivati, con notevole esperienza nella gestione delle proprie aziende. Le reti di business angel possono mettere in contatto i potenziali investitori con le PMI. Le reti non si occupano in genere di analizzare le potenzialità dell’investimento: questo spetta all’investitore e alla PMI prima di giungere a un accordo. Le reti possono richiedere una quota sugli accordi raggiunti o una quota di iscrizione. I programmi di sviluppo regionale possono intervenire migliorando i meccanismi che consentono di mettere in contatto le PMI in cerca di capitali o di consulenza con i business angel che desiderano realizzare investimenti. In alcune regioni, le reti per mettere in contatto la domanda con l'offerta sono già operative, e alcune di esse sono finanziate da enti regionali. L’UE, come pure vari programmi a livello nazionale, fornisce assistenza nella creazione di reti di business angel. Le imprese in cui investono i business angel ricevono talvolta anche finanziamenti del capitale di rischio da altre fonti sostenute dall’UE, come fondi di venture capital. Un modello che riassume le principali caratteristiche è disponibile nell’Appendice A. 4.1 Come operano nella pratica le reti di business angel La figura 2 illustra come operano in pratica le reti di business angel. Riassumendo: Si crea una rete, gestita da una o più persone, che viene pubblicizzata come punto di contatto tra investitori e imprenditori. La rete mette i potenziali investitori direttamente in contatto con le PMI. In taluni casi entrambi pagano una quota per questo servizio. Gli investitori e le PMI possono raggiungere un accordo secondo cui il business angel fornisce il capitale e spesso un supporto sotto forma di 18 Sezione 4 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale I business angel consulenza a fronte di una quota di partecipazione nella società. Spetta alle due parti giungere a un accordo e applicare la dovuta diligenza. In molti casi il business angel non riceve una remunerazione per il proprio tempo, ma trae vantaggio dall’aumentato valore dell’impresa. Talvolta è invece concordata una tariffa. Da ultimo, il business angel può vendere il proprio investimento nella società, in particolare quando un investitore commerciale acquista una quota di partecipazione azionaria. Come operano nella pratica le reti di business angel Altre fonti di finanziamento 1 La PMI non riesce a ottenere finanziamenti dai canali tradizionali a condizioni convenienti PMI SME L’espansione della PMI aumenta il valore delle sue azioni Vendita a terzi 2 La PMI contatta la rete di Business Angel Rete Network 3 La PMI vende le azioni al Business angel L’investimento del Business angel è utilizzato per finanziare lo sviluppo della PMI La rete mette in contatto la PMI e i Business angel Business Busines Angel s Supporto dell’UE per le reti di business angel Ad esempio capitale di avvio Supporto pubblico (nazionale) privata 4 Meccanismo di uscita Azioni rivendute alla PMI IPO tramite Borsa Valori Il Business angel vende le proprie azioni nella PMI Profitto? Ad esempio sgravi fiscali per il Business Angel Alcuni Stati membri offrono incentivi fiscali per incoraggiare i business angel ad acquisire quote di partecipazione nel capitale di PMI. Ad esempio il governo britannico consente agli investitori di dedurre dalle imposte sul reddito parte degli investimenti e ottenere l’esenzione dall’imposta sui redditi di capitale. Negli Stati Uniti, notevoli agevolazioni fiscali sulle imposte sul reddito e sul reddito di capitale hanno contribuito a sviluppare questo tipo di finanziamento delle PMI. 19 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale I business angel 4.2 Sezione 4 Vantaggi e svantaggi delle reti di business angel I programmi di business angel presentano per entrambe le parti sia vantaggi che svantaggi, come indicato nella tabella che segue: Vantaggi 4.3 Per le PMI, una fonte di capitale e consulenza nella fase di avviamento e sviluppo dell’azienda. Il consiglio giusto può rafforzare l’impresa. Per l’investitore, l’opportunità di realizzare elevati profitti investendo in una PMI in fase di avviamento, oltre alle eventuali agevolazioni fiscali. Per gli enti pubblici, i programmi di sostegno dei business angel aumentano la disponibilità di capitale di rischio e di consulenza con costi limitati per i fondi pubblici. Svantaggi Per le PMI, è necessario vendere parte delle proprie quote di partecipazione della società. Alcune imprese sono restie a consentire l’ingresso di un investitore esterno. Per l’investitore, il livello di rischio è elevato. Gli studi indicano che un solo investimento su cinque produce guadagni significativi. Una quota di minoranza in una PMI consente un controllo limitato sull’impresa e potrebbe rivelarsi difficile da vendere. Esiste il rischio, sia per l’investitore che per l’azienda, che i rapporti tra l’investitore e l’amministratore dell’azienda si possano deteriorare. Attuale supporto da parte dell’UE Per stimolare lo sviluppo del concetto di business angel e promuovere l’iniziativa in regioni in cui questa alternativa non era ancora operativa, è stato creato un piccolo numero di reti a livello regionale e nazionale,. Queste reti forniscono una piattaforma di incontro per PMI e business angel, e danno la possibilità alle imprese di accedere a nuove fonti di finanziamento. 4.4 Fattori da considerare nel supporto di una rete di business angel Numerosi fattori comuni sono presenti nella creazione di tutte le forme di finanziamento del capitale di rischio e sono illustrati nella sezione 8 di questa Guida. Per quanto riguarda le reti di business angel, gli enti pubblici dovranno tenere in considerazione anche i seguenti fattori specifici: Ruolo degli enti pubblici nell’erogazione dei fondi: il ruolo degli enti pubblici nel supporto alla creazione delle reti di business angel dovrebbe limitarsi al sostegno finanziario dei costi di gestione e avviamento della rete, piuttosto che contribuire ai fondi di investimento stessi. Gli enti pubblici possono prendere l’iniziativa di avvicinare un’associazione nazionale di business angel perché collabori nella creazione di una rete in regioni in cui ancora tali reti non esistono. Creazione di una cultura di imprenditorialità: le misure intraprese per la creazione di una rete di business angel possono migliorare la vivacità del mercato nel fornire finanziamenti e consulenza; tuttavia tali iniziative hanno generalmente successo solo dove è presente una cultura di imprenditorialità che incoraggia lo sviluppo di nuove 20 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale I business angel Sezione 4 imprese. La creazione di una rete di business angel dovrebbe teoricamente fare parte di un pacchetto integrato di misure che stimolino lo sviluppo di nuove imprese e incoraggino la propensione all’investimento da parte degli investitori. 4.5 Norme sugli aiuti statali Non vi sono norme specifiche sugli aiuti statali applicabili alla creazione di reti di business angel, mentre valgono ovviamente le regole generali relative a tali aiuti. In molti casi l’aiuto statale è inferiore a 100.000 Euro e rientra quindi nella regola del de minimis. 4.6 Esempi di rete di business angel L’appendice G contiene alcuni esempi di reti di business angel creati con l’assistenza dei Fondi strutturali e indica i collegamenti ai siti Internet che descrivono gli studi di casi di reti e riportano i dettagli dei contatti per i finanziamenti stessi. Sarebbe auspicabile l’aggiunta di altri studi di casi durante la vita di questa Guida. 21 Sezione 5 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Capitale di prestito Il capitale di prestito Sommario I prestiti sono la fonte principale di finanziamento esterno delle PMI e spesso sono disponibili tramite supporto pubblico proveniente da venture capital, fondi di credito o programmi di sovvenzionamento degli interessi, tutti strumenti relativamente comuni nello sviluppo regionale. Analogamente ai fondi di venture capital (che spesso forniscono anche finanziamento tramite prestito), un fondo di prestito puro, sostenuto dai Fondi strutturali, può spesso essere sfruttato per creare un maggiore impatto utilizzando capitale privato. È necessario tenere presente il periodo e l’utilizzo dei prestiti, i tassi di interesse e le possibili perdite dovute a inadempienze. Nei programmi di sovvenzionamento interessi, l’elemento di sussidio non è versato in un fondo comune con il capitale del prestito, ma è sborsato separatamente in rate, come rimborso del capitale e dei pagamenti degli interessi scaduti, e può essere prolungato per diversi anni. Le sovvenzioni sono pagate alla banca che ha concesso il prestito oppure al mutuatario, come “riduzione” degli interessi. Gli importi dei singoli prestiti spesso hanno effetto sui costi amministrativi del fondo o dello schema di sovvenzionamento degli interessi. I prestiti di piccola entità hanno costi di gestione più elevati, ma spesso giocano un ruolo più importante nel colmare eventuali lacune di finanziamento. I fondi di credito possono essere rivolti a gruppi particolari e spesso sono uno dei mezzi principali di sostegno per lo sviluppo delle microimprese. Un problema critico è la valutazione del merito di credito del mutuatario. Il fondo di credito cercherà di evitare di sostituirsi alla concessione tradizionale di credito: se una PMI mutuataria può ottenere finanziamenti da altre fonti di libero mercato, dovrebbe percorrere quella strada. Parimenti, le PMI con minore rischio di credito (incluse quelle che offrono garanzie) saranno probabilmente escluse. L’obiettivo è individuare i mutuatari più appropriati nel gruppo di imprese restanti. Un modello che illustra le principali caratteristiche è disponibile nell’Appendice A. 5.1 Come funzionano in pratica i programmi di fondo di credito sovvenzionamento degli interessi di Nelle aree ammissibili all’assistenza dei Fondi strutturali, i programmi di credito, siano essi organizzati come fondi prestito o come sovvenzionamento degli interessi, sono destinati alle PMI beneficiarie e sono finalizzati a stimolare lo sviluppo delle 22 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Capitale di prestito Sezione 5 PMI, promuovere la crescita economica locale e regionale e, questione cruciale, promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro. All’estremità inferiore del mercato dei prestiti, i programmi di credito entrano nell’ambito del microcredito, al servizio di microimprese e particolari gruppi sociali, solitamente con accordi meno improntati alla logica di mercato rispetto ai segmenti economici più grandi. Il diagramma della pagina seguente illustra come funzionano in pratica i programmi di fondi di credito o di sovvenzionamento degli interessi. Riassumendo: Il programma dei fondi di credito o di sovvenzionamento degli interessi viene impostato per un periodo fisso, ed è co-finanziato da fondi nazionali e dell’UE, con l’aggiunta di finanziamenti privati (1). I finanziamenti privati sono ottenibili tramite fidi bancari o da altre fonti. Il finanziamento o il programma possono essere co-finanziati dai Fondi strutturali e garantiti dalla BEI o dal FEI (2). Gli obiettivi dell’investimento saranno determinati chiaramente, individuando i mutuatari che possono contribuire ad obiettivi di sviluppo regionale e hanno un adeguato profilo di credito, ma che non sono in grado di accedere alle fonti tradizionali (3). Le PMI richiederanno il prestito al fondo o ad una banca che gestisce o partecipa ad un programma di sovvenzionamento degli interessi. Verrà eseguita una valutazione del profilo di credito, del piano d'impresa e degli obiettivi del richiedente (4). Il tasso di interesse applicato dal fondo sarà basato sui tassi di mercato, generalmente equivalente ai costi del finanziamento più il 4-6%, oppure ad un tasso leggermente inferiore, reso possibile dal contributo di capitale pubblico al fondo. Nel primo caso, il tasso di interesse effettivo pagato dal mutuatario potrebbe essere ridotto da una sovvenzione o riduzione degli interessi. (5). Nei programmi di sovvenzionamento degli interessi, il tasso di interesse applicato dalla banca potrebbe essere simile a quello di mercato e il mutuatario riceve una riduzione sull’interesse che diminuisce il tasso effettivamente da pagare; oppure potrebbe essere leggermente inferiore al tasso di mercato ed è la banca a ricevere il sovvenzionamento degli interessi necessario a portare gli interessi che essa riceve ad un livello più adeguato a quello di mercato. (5) Durante il periodo di investimento, il fondo o la banca che gestiscono i programmi di sovvenzionamento degli interessi sorveglieranno l’investimento, talvolta fornendo consulenza gestionale alla PMI. (6) A tempo debito la PMI restituirà il prestito o risulterà inadempiente in caso di insolvenza. (7) Quando i sovvenzionamento agli interessi sono versati alla 23 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Capitale di prestito Sezione 5 banca per abbassare il tasso di interesse applicato al mutuatario, il programma può essere sostenuto da un accordo di garanzia, secondo il quale la banca riceve una parziale compensazione della perdita dovuta all’inadempienza del mutuatario. Al termine del ciclo di vita del fondo di credito, le somme prestate saranno ripagate e la somma rimanente nel fondo potrà essere reinvestita in conformità agli obiettivi originali (Articolo 8 delle norme di ammissibilità dei Fondi strutturali, Appendice B). Lo stesso vale per i programmi di sovvenzionamento degli interessi, salvo il fatto che la Commissione richiede che i sussidi ancora disponibili al termine del periodo del programma sui prestiti non completamente ripagati debbano essere capitalizzati su un conto bloccato o direttamente al mutuatario. I sussidi al tasso di interesse finanziati dall’UE e/o gli aiuti nazionali pagati alla banca o al mutuatario a titolo di riduzione degli interessi riducono il tasso effettivo di interesse da pagare da parte delle PMI generalmente dell’1-3%. Secondo le disposizioni delle norme dei Fondi strutturali, l’ente incaricato di attuare tali programmi è tenuto a fornire dati di monitoraggio riguardanti il numero di società assistite, i nuovi posti di lavoro creati, ecc. Quando la riduzione del tasso di interesse è co-finanziata dai Fondi strutturali, tale finanziamento è condizionato alla conformità da parte della PMI con alcuni obiettivi, ad esempio riguardo alla creazione di posti di lavoro o al livello del nuovo investimento. In tali circostanze non è inusuale un abbattimento dei tassi di interesse pari a un terzo. Il diagramma seguente illustra come generalmente funzionano nella pratica i programmi di fondi di credito e di sovvenzionamento degli interessi. Come funzionano in pratica i programmi di fondi di credito e di sovvenzionamento degli interessi Altre fonti di finanziamento 3 La PMI non riesce a ottenere prestiti a condizioni convenienti PMI 5 La PMI raggiunge gli obiettivi relativi a posti di lavoro o altro Riduzione interessi 4 Restituzione interessi e capitale Prestito a PMI dopo valutazione Monitoraggio 6 del prestito da fondo o banca 1 Fondi dell’UE, nazionali o fonti private Fondo di credito Loan fund o banca Eventuale garanzia del FEI 2 24 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Capitale di prestito Sezione 5 Esistono ovviamente numerose variazioni sul tema: I fondi di credito spesso ottengono investimenti privati tramite prestiti bancari. Con l’introduzione dell’Euro, è aumentata la capacità di assorbimento dei mercati, per cui i fondi di credito potrebbero emettere obbligazioni, la disintermediazione potrebbe contribuire a ridurre i costi del capitale per i fondi di credito. Alcuni programmi hanno criteri di ammissibilità e mercati destinatari molto specifici, come gli imprenditori donne, i giovani imprenditori, le microimprese, mentre altri sono aperti a molte delle PMI. Alcuni fondi mettono a disposizione parte del proprio capitale per i microcrediti. L’amministrazione dei microcrediti presenta caratteristiche peculiari che sono affrontate in un capitolo successivo. I tipi di credito possono variare, mentre è possibile anche erogare finanziamenti azionari. Per quanto riguarda i prestiti più consistenti, i finanziamenti possono fornire prestiti utilizzando capitale di prestito convertibile: in questo caso il fondo può convertire tutto o parte del prestito in azioni, nel caso in cui la PMI riesca nei propri obiettivi. 5.2 Vantaggi e svantaggi dei programmi di credito I programmi di credito presentano per entrambe le parti sia vantaggi che svantaggi, come indicato nella tabella che segue: Vantaggi I programmi di credito offrono una importantissima fonte di capitale alle PMI in cerca di finanziamento del proprio sviluppo. Alcuni programmi di credito offrono prestiti anche su basi non garantite, facilitando in questo modo l’accesso al finanziamento per le PMI. Per gli enti pubblici, si tratta di un investimento di medio rischio, che può facilitare l’arrivo di capitale da nuove fonti, con la prospettiva che tutto o parte dell’investimento originale possa essere disponibile per il riutilizzo. Svantaggi Normalmente i prestatori richiedono una garanzia collaterale o si affidano a una valutazione del credito tramite punteggio che potrebbe discriminare le società in fase di avviamento, le quali spesso mancano di una garanzia collaterale e sono spesso costrette a pagare un premio di garanzia per ottenere il credito. I prestiti devono essere sempre visti nel contesto di altre forme di finanziamento, incluso un ammontare adeguato di capitale proprio. 25 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Capitale di prestito Sezione 5 Attuale supporto da parte dell’UE 5.3 Nelle regioni ammissibili all’assistenza dei Fondi strutturali, il supporto del FESR è disponibile per fondi di credito e per finanziare programmi di sovvenzionamento degli interessi, al fine di raggiungere obiettivi specifici o generali, come il miglioramento del livello di partecipazione degli imprenditori donne o stimolare l’investimento delle PMI finalizzato alla creazione di nuovi posti di lavoro. Il Fondo europeo per gli Investimenti (FEI) co-finanzia inoltre alcuni tipi di programmi di credito, ad esempio fondi di credito destinati a società in fase di avviamento. Fattori da considerare nell’attuazione di un programma di credito 5.4 I numerosi fattori comuni presenti nella creazione di tutte le forme di finanziamento di capitale di rischio sono illustrati in un’altra sezione di questa Guida. Per quanto riguarda i programmi dei fondi di credito e di sovvenzionamento degli interessi, gli enti pubblici dovranno tenere in considerazione i fattori descritti di seguito: 5.4 La disponibilità di crediti tradizionali a livello regionale per diversi tipi di PMI e la necessità di evitare distorsioni del mercato. Il ruolo degli enti pubblici nella erogazione dei fondi di credito. L’effetto di stimolo sui finanziamenti da parte del settore privato. Norme sugli aiuti statali Secondo le norme sugli aiuti statali, sarà necessario determinare se è presente un aiuto statale, considerando se è stato applicato un tasso di interesse di mercato. Se è presente una componente di sovvenzionamento, i prestiti devono essere correlati ai costi ammissibili, applicando i tassi massimi indicati nelle norme sulle PMI e i sostegni regionali (vedere Capitolo I). 5.5 Esempi di programmi di credito L’appendice G contiene alcuni esempi di programmi di credito creati con l’assistenza dei Fondi strutturali, oltre ai collegamenti ai siti Internet contenenti le descrizioni degli studi di casi di tali programmi e dettagli sui contatti relativi ai programmi stessi. Sarebbe auspicabile l’aggiunta di altri studi di casi durante la vita di questa Guida. 26 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Microcrediti Sezione 6 Microcrediti Sommario Il segmento dei microcrediti è relativamente nuovo nello scenario finanziario europeo: si tratta di un prodotto inteso a facilitare l’accesso a finanziamenti di modesta entità per microimprese e lavoratori autonomi. Queste imprese non sono in grado, di norma, di accedere alla rete di distribuzione bancaria tradizionale, a causa dell’importo contenuto, degli elevati costi per la valutazione del credito e dell’alto tasso di rischio connesso alla fase di avviamento del ciclo di vita dell’impresa. Il microfinanziamento, generalmente inferiore ai 10.000 Euro, può essere indirizzato a categorie di persone o piccolissime imprese molto specifiche. I programmi generalmente includono: Programmi per microimprese: questi includono un’ampia gamma di strumenti, alcuni dei quali illustrati in altre sezioni della Guida (ad es. prestiti e sistemi di mutua garanzia). La caratteristica comune è che il finanziamento è destinato a lavoratori autonomi o imprese con meno di 5 dipendenti. Finanziamenti per gruppi sociali svantaggiati (talvolta definiti anche “finanziamenti sociali”): ad esempio, programmi di credito per i giovani, i disoccupati, i disabili, minoranze etniche, ecc. Gli strumenti di microfinanziamento non sono nella pratica diversa da quelli illustrati nelle precedenti sezioni di questa Guida, in particolare i programmi di credito e le mutue garanzie. La differenza consiste nel gruppo destinatario di questi strumenti e negli importi, generalmente di ridotta entità. Come negli altri finanziamenti di capitale di rischio, l’attenzione è rivolta ai sistemi di finanziamento rimborsabile o rotativo, piuttosto che a quelli non rimborsabili. Un modello che riassume le principali caratteristiche è riportato in Appendice A. 6.1 Come funzionano nella pratica i microcrediti In termini operativi, il settore del microcredito presenta molte somiglianze con il settore del credito. Le principali differenze sono: l’elevato costo per la valutazione del credito rispetto alla dimensione del prestito e l’elevato costo di gestione del credito rispetto alla dimensione del credito stesso. Ne consegue che molti programmi di microfinanziamento sono attuati da agenzie specializzate. Esse possono essere create all’uopo o essere connesse ad un istituto finanziario già esistente, come una banca. Questi fattori sono elencati nello schema seguente: 27 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Microcrediti Sezione 6 Come funzionano nella pratica i programmi di microcredito Altre fonti di finanziamento La microimpresa non riesce a ottenere altri prestiti a condizioni convenienti Micro impresa Prestito a PMI da Restituzione fondo di credito o interessi e capitale banca dopo valutazione Fondo credito Loan fund for o banca micro loans Fondi dell’UE, nazionali o fonti private 6.2 Valutazione rispetto ai criteri di credito e all’applicabilità dei gruppi destinatari, es. imprenditori È disponibile un sussidio per la valutazione della documentazione, pari a 200 Euro per pacchetto. Da FEI o altri. Gestione da parte di gestori professionisti Eventuale garanzia del FEI Vantaggi e svantaggi del microcredito I programmi di microcredito presentano per entrambe le parti sia vantaggi che svantaggi, come indicato nella tabella che segue: Vantaggi 6.3 Colma una lacuna del mercato per le microimprese in fase di avvio e sviluppo. Alcuni programmi di microcredito offrono prestiti anche su basi non garantite, facilitando in questo modo l’accesso al finanziamento per le PMI. Svantaggi I costi di creazione e gestione dei crediti saranno elevati rispetto all’ammontare del credito. Per gli enti pubblici è un mezzo per sviluppare microimprese e raggiungere persone svantaggiate. Attuale supporto da parte dell’UE I programmi di microcredito sono supportati da alcuni fra i principali programmi dei Fondi strutturali, nonché da speciali programmi di “Azioni innovative” finanziati dal FESR. Nel 2001 il FEI ha introdotto un programma per la concessione di microcrediti (per somme fino a 25.000 Euro) nell’ambito del meccanismo di garanzia delle PMI gestito dalla BEI. Esso supporta i programmi di garanzia per i progetti di microcredito. 28 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Microcrediti Sezione 6 Il FEI ha recentemente introdotto un programma di garanzia per i microcrediti che rimborsa i costi per l’analisi della documentazione (200 Euro per ogni pacchetto di documentazione) e offre una contro-garanzia al garante principale per un massimo del 75% del credito. L’obiettivo del programma è superare le difficoltà principali del microfinanziamento, per quanto riguarda i costi di gestione del credito e l’ottenimento di garanzie. 6.4 Fattori da considerare nell’attuazione di un programma di microcredito Sono numerosi i fattori specifici da tenere in considerazione nella creazione di un programma di microcredito (gli aspetti comuni sono analizzati nella Sezione 8). Costi operativi: come ridurre l’incidenza dei costi operativi, rendendo più agili le procedure di valutazione del credito o con altri mezzi? Agenzie specializzate: in alcuni paesi l’operatività dei programmi di microcredito è ulteriormente complicata dalla legislazione nazionale. Il programma di microcredito riguarda spesso somme considerate troppo esigue per poter essere commercialmente praticabili, a causa degli elevati costi di transazione e gestione, ragion per cui gli istituti finanziari che erogano il credito spesso delegano la gestione, l’amministrazione e l’esborso dei microcrediti ad organizzazioni che non hanno lo status legale di istituti finanziari. In alcuni paesi la normativa nazionale proibisce agli istituti non prettamente finanziari di concedere prestiti. È necessario verificare la situazione in ogni Stato. Garanzie: è corretto sostenere un programma tramite la garanzia di un ente pubblico, eventualmente basandosi su una garanzia del FEI? 6.5 Norme sugli aiuti statali I programmi di microcredito possono rientrare nell’ambito degli aiuti statali alle imprese. Nel caso dei microcrediti, tuttavia, l’ammontare dell’aiuto statale è inferiore ai 100.000 Euro, e ricade quindi nell’ambito delle normative sul de minimis. 6.6 Esempi di programmi di microfinanziamento L’appendice G contiene alcuni esempi di programmi di microfinanziamento creati con l’assistenza dei Fondi strutturali, e indica i collegamenti ai siti Internet contenenti le descrizioni degli studi di casi di tali programmi e dettagli sui contatti relativi ai programmi stessi. Sarebbe auspicabile l’aggiunta di altri studi di casi durante la vita di questa Guida. 29 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Programmi di garanzia Sezione 7 Programmi di garanzia Sommario Una garanzia è un impegno concesso da un terzo attore, che lo vincola dal punto di vista legale a pagare la quota rimanente di un prestito, inclusi gli interessi non pagati, in caso di inadempienza del mutuatario principale. I Fondi o le associazioni di garanzia emettono garanzie in favore delle PMI per consentire l’accesso al finanziamento esterno (principalmente sotto forma di credito, ma anche sotto forma di capitale) a fronte di una commissione che copra i rischi e i costi amministrativi e di gestione. Le garanzie sono uno strumento finanziario utile nei casi in cui le PMI non siano in grado di fornire al mutuante, generalmente una banca o una società di leasing, le necessarie garanzie collaterali per accedere al finanziamento a condizioni ragionevoli. Lo strumento della garanzia è tipicamente impiegato da nuove imprese in fase di avvio e società innovative e in rapida crescita. Esistono due tipi principali di programmi di garanzia, con alcune somiglianze: Fondi di garanzia: generalmente finanziati da enti regionali o nazionali. Essi offrono garanzie direttamente alle PMI o indirettamente fungendo da controgaranti per gli impegni in termini di credito contratti dalle associazioni di mutua garanzia. Alcuni fondi di garanzia offrono inoltre prestiti dedicati alle PMI o alle microimprese. Associazioni di mutua garanzia: create da PMI, associazioni di categoria o dalle Camere di Commercio, talvolta in collaborazione con le banche. Riunendosi in cooperativa, le associazioni di mutua garanzia sono in grado di negoziare prestiti bancari a condizioni preferenziali e spesso anche fornire servizi di supporto professionale ai propri clienti, attingendo alla profonda conoscenza specialistica del settore in cui operano. Le garanzie si basano sul principio della condivisione del rischio tra gli istituti che erogano il prestito e le associazioni di garanzia, che coprono in genere il 40-80% del valore del prestito, riducendo in modo significativo il livello di rischio a carico dell’istituto creditizio. Nel contesto della politica regionale, i programmi di garanzia svolgono un ruolo importante, poiché migliorano l’accesso al finanziamento, facilitano l’utilizzo di fondi provenienti dal settore privato e incoraggiano lo sviluppo delle PMI, con benefici effetti collaterali quali la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro. La garanzia parziale contro la perdita del credito è talvolta concordata nell’ambito di programmi di sovvenzionamento degli interessi (vedere “Capitale di credito”). Un modello che riassume le principali caratteristiche è presentato nell’Appendice A. 30 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Programmi di garanzia 7.1 Sezione 7 Come funzionano nella pratica i programmi di garanzia Il diagramma della pagina seguente illustra come funzionano nella pratica i fondi di garanzia e le associazioni di garanzia. Riassumendo: La PMI presenta domanda di prestito a un istituto finanziario. Su richiesta dell’istituto finanziario, la PMI può richiedere una garanzia da una Associazione di mutua garanzia o da un Fondo di garanzia, su una parte del prestito. Successivamente ad un’analisi accurata della validità del piano d'impresa e ad una valutazione del rischio basata su un insieme di criteri, l’Associazione di garanzia o il Fondo di garanzia forniscono la garanzia alla banca, consentendo così alla PMI di accedere al finanziamento creditizio. La PMI riconosce un premio all’Associazione di garanzia o al Fondo di garanzia (generalmente l’1% annuo dell’importo della garanzia residua). In caso di garanzia emessa da un’Associazione di mutua garanzia, la PMI sottoscrive le quote di capitale dell’associazione. Queste possono, su richiesta, essere rimborsate al termine dell’impegno di garanzia. In alcuni paesi (ad esempio in Spagna, il sistema di garanzia “non bancario” tedesco, gli “sportelli per l’avviamento” italiani) le PMI possono ottenere garanzie da un istituto di garanzia prima di rivolgersi al mutuante da loro scelto. Nel caso delle garanzie alle PMI supportate da contro-garanzia del FEI, il rischio è suddiviso tra l’associazione o il fondo di garanzia e il controgarante, senza ulteriore analisi del rischio. Nel maggior parte dei casi il contro-garante non richiede alcun contributo all’associazione o al fondo di garanzia. In caso di inadempienza della PMI, e sulla base dei termini chiaramente indicati nel contratto, il garante rimborserà immediatamente il mutuante previa notifica della mancata restituzione del prestito. La garanzia collaterale o patrimoniale dell’imprenditore è quindi rivenduta e le eventuali perdite sono sostenute dall’associazione di garanzia o dal fondo di garanzia. In caso di garanzia supportata da contro-garanzia, l’associazione o il fondo di garanzia possono essere risarciti di una parte delle perdite dal contro-garante e ridurre quindi il proprio rischio di inadempienza. 31 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Programmi di garanzia Sezione 7 Come funzionano nella pratica i programmi di garanzia 1 Istituto finanziario Garanzia Ass. mutua Mutual garanzia Society Quota + investimento in azioni di associazione mutua garanzia Prestito o investimento in capitale 2 Fondo di garanzia sul credito Ente or Fondo European National nazionale europeo Investment regionalo regionale investimenti Fund authority PMI Esistono numerose variazioni sul tema: Alcuni programmi si rivolgono a gruppi specifici (giovani imprenditori, imprenditori donne), tipologie specifiche di investimento (ad es. sull’innovazione, sulla maggiore disponibilità di capitale di rischio), mentre altri sono destinati a settori specifici (ad es. artigianato, industria, ecc.). La percentuale del capitale di credito coperta dalla garanzia varia tra il 40 e l’80%. Le tariffe applicate alle PMI per il pagamento della garanzia variano in funzione di numerosi fattori: la durata della garanzia, un’analisi dei fattori di rischio e la parte di prestito coperta dalla garanzia. Anche altri termini e condizioni dell’accordo possono variare. Varia anche il tipo di organizzazione che sponsorizza la garanzia: i Fondi di garanzia puri dipendono dal finanziamento pubblico tramite enti nazionali o regionali, mentre le associazioni di garanzia private o miste sono di proprietà e gestite da rappresentanti delle PMI, banche e altri intermediari insieme. Il supporto offerto dagli enti pubblici varia per natura e portata di stato in stato e di regione in regione. Varia notevolmente anche il livello di supporto sotto forma di consulenza e assistenza alle PMI. In alcuni casi, il ruolo dell’associazione che eroga la garanzia al finanziamento si limita alla concessione della garanzia, mentre, in altri casi, la garanzia offerta fa parte di un pacchetto di servizi, tra cui il supporto all’impresa e il monitoraggio dei progressi realizzati. Le associazioni di garanzia sono generalmente soggette a norme finanziarie nazionali. Quando ricevono sostegni pubblici, esse devono conformarsi alle norme dell’UE sugli aiuti statali. 32 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Programmi di garanzia 7.2 Sezione 7 Vantaggi e svantaggi dei programmi di garanzia I programmi di garanzia presentano per entrambe le parti sia vantaggi che svantaggi, come indicato nella tabella che segue: Vantaggi 7.3 Facilita l’accesso al finanziamento del credito con migliori condizioni per quelle PMI (ad es. i lavoratori autonomi, le microimprese, le imprese in fase di avviamento) che non hanno facilmente accesso ai finanziamenti (precedenti problemi creditizi, garanzie collaterali minime o inesistenti, mancanza di dati storici). Il principio della condivisione del rischio tra l’associazione o il fondo di garanzia e l’istituto di credito riduce il rischio e facilita la concessione di credito da parte del settore privato. Esso riduce inoltre la richiesta di capitale ai sensi delle norme di Basilea. Per gli enti pubblici, le associazioni e i fondi di garanzia facilitano lo sfruttamento del finanziamento da parte del settore privato per lo sviluppo delle PMI e lo sviluppo regionale in genere. Le rigorose procedure di vaglio e la profonda conoscenza del settore economico in cui operano i clienti riduce il rischio di inadempienza della PMI. Le associazioni e i fondi di garanzia apportano la propria conoscenza della realtà locale, nonché supporto e consulenza d’impresa personalizzati. Le associazioni e i fondi di garanzia applicano il principio della rotazione ai propri fondi: il tasso di indebitamento è elevato (il tasso medio è 10 volte superiore al capitale di garanzia), mentre i livelli di inadempienza sono contenuti. Svantaggi Le associazioni e i fondi di garanzia solitamente coprono solo parte del rischio di credito e spesso si applicano solo a una gamma limitata degli strumenti finanziari disponibili. I programmi sostenuti dal FEI non possono essere utilizzati per il capitale di esercizio e esistono solo alcuni programmi per la copertura degli investimenti di capitale sociale. Riducendo l’esposizione al rischio delle banche, i programmi di garanzia potrebbero dar luogo a una minore accuratezza nel controllo da parte delle banche delle richieste di nuovi crediti. Le associazioni e i fondi di garanzia ricevono supporto dagli enti pubblici in quantità disomogenee nell’ambito dell’Unione europea, e questo principalmente a causa delle dissimili culture bancaria dei vari paesi (ad es. Regno Unito, Irlanda, Svezia, Grecia). Attuale supporto da parte dell’UE Il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) fornisce supporto alle associazioni di garanzia sotto forma di contro-garanzia degli impegni presi dai Fondi di garanzia e dalle Associazioni di mutua garanzia. Durante il periodo 1998-2001, il Meccanismo di garanzia delle PMI ha offerto di coprire il 50% delle perdite subite dai fondi di garanzia. Come contropartita, si richiede ai fondi di garanzia di aumentare il proprio profilo di rischio, sostenendo 33 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Programmi di garanzia Sezione 7 investimenti nelle PMI a maggiore rischio, al fine di favorire la “crescita e la creazione di posti di lavoro”. L’assistenza è stata fornita direttamente alle associazioni di garanzia o tramite intermediari quali ad esempio vari programmi di garanzia con finanziamento pubblico. Il programma pluriennale per il periodo 2002-2006 si basa sul lavoro del programma precedente e fornisce ulteriore supporto per quanto riguarda le contro-garanzie per i microcrediti e gli investimenti in TIC. Il programma di garanzia è inoltre aperto ora anche ai paesi candidati all'adesione all’UE. In preparazione all’adesione all’UE, questa ha reso disponibili anche sussidi finanziari di contributo alla creazione di associazioni di mutua garanzia nei nuovi Stati membri e/o aree di attività dell’UE. Tali fondi servono a coprire il 50% dei costi per gli studi di fattibilità. 7.4 Fattori da considerare nell’attuazione di un programma di garanzia Sono numerosi i fattori trasversali relativi alla creazione di misure di finanziamento del capitale di rischio nel contesto della politica regionale: essi sono affrontati in altre sezioni di questa Guida. Per quanto concerne le associazioni e i fondi di garanzia, gli enti pubblici devono tenere in considerazione i seguenti fattori: Studio di fattibilità: prima di lanciare un fondo di garanzia, è necessario valutare le seguenti questioni: il fondo dovrà colmare una lacuna del mercato, evitare concorrenze che possono distorcere il mercato in rapporto agli operatori privati già esistenti nel settore del finanziamento del credito, soddisfare l’esigenza di una solida struttura di governo societario che assicuri la responsabilità e soddisfare l’esigenza di una profonda conoscenza della realtà operativa e della cultura bancaria locali. Tipi di programmi di garanzia: è necessario che gli enti pubblici sostengano la creazione di un fondo di garanzia a sovvenzione pubblica che gestisca direttamente le garanzie per le PMI oppure il sostegno pubblico dovrebbe essere amministrato tramite un intermediario, quale un’associazione di mutua garanzia? Quadro normativo: è necessario attivare meccanismi e procedure specifici per controllare le richieste, valutare e controllare regolarmente il livello di rischio e regolare le transazioni tra le PMI e gli istituti di credito. Norme dell’Unione europea sugli aiuti statali: come tutti gli strumenti finanziari che comprendono una componente di finanziamento pubblico, le garanzie devono essere conformi alle regole dell’UE sugli aiuti statali. Oltre alle disposizioni applicabili ai programmi di finanziamento del capitale di rischio in genere, esistono numerose norme specifiche dei programmi di garanzia. 34 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Programmi di garanzia 7.5 Sezione 7 Norme sugli aiuti statali Nel marzo 2000, la Commissione ha pubblicato sull’applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato della forma di garanzia16. I programmi di garanzia sul prestito condizioni, non sono considerati contenere aiuti statali. soggetti a notifica, fatta salva la regola del de minimis. linee guida dettagliate CE sugli aiuti statali sotto che soddisfano le seguenti In caso contrario saranno Comunicazione dell’UE sugli aiuti statali ai programmi di garanzia Non saranno concesse garanzie a mutuatari in difficoltà finanziarie. I beneficiari dell’assistenza (ovvero i mutuatari) dovrebbero teoricamente essere in grado di ottenere un prestito ai tassi di mercato dalle fonti finanziarie tradizionali, senza alcun intervento statale. Le garanzie devono essere connesse a specifiche transazioni finanziarie, devono avere un tetto massimo stabilito, non devono coprire più dell’80% del prestito tuttora in essere o di altri obblighi finanziari (eccetto obbligazioni e strumenti simili) e non devono essere a tempo indeterminato. I termini del programma devono essere basati su una valutazione realistica del rischio, in modo che i premi pagati dai beneficiari ne consentano, con buona probabilità, l’autofinanziamento. Il programma deve stabilire i termini finanziari delle garanzie future e il finanziamento del programma in generale deve essere rivisto almeno una volta l’anno. I premi devono coprire sia i rischi connessi alla concessione della garanzia, sia i costi amministrativi del programma, incluso un utile a livello di mercato sul capitale, quando lo Stato fornisce il capitale iniziale per l’avviamento del programma. Nel caso in cui sia elargito un sostegno pubblico, sarà necessario determinare chi ne sarà il beneficiario (mutuatario/mutuante). Sarà necessario determinare se l’aiuto può essere compatibile utilizzando le stesse regole applicate ad altri tipi di misure di sostegno. Inoltre, la mobilizzazione della garanzia deve essere connessa per contratto a condizioni specifiche, che possono arrivare alla dichiarazione obbligatoria di fallimento. Prima di avviare il programma, gli Stati membri dovranno informare la Commissione, tramite la procedura di notifica ufficiale, di ogni aiuto di stato che preveda una sovvenzione superiore a 100.000 Euro. La Commissione quindi valuterà se la proposta è compatibile con le norme sugli aiuti statali. 7.6 Esempi di programmi di garanzia L’appendice G contiene alcuni esempi di programmi di garanzia creati con l’assistenza dei Fondi strutturali, oltre ai collegamenti ai siti Internet contenenti le descrizioni degli studi di casi di tali programmi e dettagli sui contatti relativi ai 16 Comunicazione della Commissione sull’applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato della CE sugli aiuti di Stato sotto forma di garanzia, Gazzetta Ufficiale della CE, C 71, 11.03.2000, pag. 14. Vedere appendice F. 35 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Programmi di garanzia Sezione 7 programmi stessi. Sarebbe auspicabile l’aggiunta di altri studi di casi durante la vita di questa Guida. 36 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Creazione di programmi Sezione 8 Creazione di programmi In questa sezione sono descritte le fasi principali della creazione di un programma di finanziamento di capitale di rischio. La sezione 9 illustra quindi la buona pratica da adottare per il funzionamento dei programmi stessi. 8.1 Panoramica Sono numerose le fasi comuni che gli enti regionali e i relativi partner devono tenere in considerazione nella creazione di nuovi programmi di finanziamento del capitale di rischio sostenuti dall’UE: Fase 1: Valutare se il programma di finanziamento del capitale di rischio contribuirà al raggiungimento degli obbiettivi di sviluppo regionale. Fase 2: Supponendo che la fase precedente abbia dato risultati positivi, eseguire uno studio di fattibilità per esaminare le varie opzioni di funzionamento del programma di finanziamento del capitale di rischio, le possibili fonti di finanziamento, i gruppi destinatari, la compatibilità con le norme dell’UE sugli aiuti statali, ecc. Fase 3: Supponendo che le conclusioni dello studio di fattibilità siano risultate positive e successivamente ai dibattiti con le parti principali interessate al progetto (l’UE, gli enti nazionali e regionali, il settore privato, le organizzazioni di supporto alle imprese, ecc.), la fase successiva consisterà nel preparare un piano d’impresa completo, che conduca all’attivazione del programma. Il diagramma che segue riassume queste fasi e le correla tra di loro: Fase 1 Valutazione finalità regionali Il programma è necessario? PMI in fase di sviluppo Necessità finanziarie delle PMI e lacuna del mercato Attinenza ai documenti del programma Fase 2 Fase 3 Studio di fattibilità Attuazione Il programma è fattibile? Obiettivi strategici Possibili fonti di finanziamento Obiettivi Fattibilità legale Fase di attuazione Gruppo di attuazione Piano d’impresa Trattativa e accordo Attuazione del finanziamento e di altri servizi 37 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Creazione di programmi Sezione 8 L’esperienza insegna che passano in genere diversi anni dal momento in cui si avvia il progetto alla fase di raccolta dei fondi e alla nomina di manager responsabili della gestione e del lancio del programma di finanziamento del capitale di rischio. A conferma dell’importanza delle fasi di indagine, si consideri che numerose iniziative sono state interrotte durante l’ultimo periodo di programmazione dei Fondi strutturali a causa di complicazioni che avrebbero dovuto essere previste in fase di pianificazione. Sarà necessario rivolgersi a consulenti qualificati per molte questioni e sarà consigliabile contattare alcune delle organizzazioni elencate nella presente Guida sin dalle prime fasi del progetto. Questa potrebbe essere un’ottima occasione per individuare programmi simili già attivati e discuterne le problematiche con i loro responsabili. Di seguito si riporta un’analisi dettagliata di ogni fase del processo di sviluppo di nuovi programmi di finanziamento del capitale di rischio. 8.2 Contributo alle finalità di sviluppo regionale (Fase 1) Le norme sui Fondi strutturali sottolineano la funzione del finanziamento del capitale di rischio come strumento per lo sviluppo regionale, ma è necessario verificare numerose questioni specifiche prima di confermare la necessità di avviare ciascun programma specifico: Lo sviluppo delle PMI è incluso tra gli obiettivi del programma dei Fondi strutturali? Esistono obiettivi specifici, quali la promozione di particolari settori ad elevato potenziale, oppure il supporto per consentire a membri di comunità svantaggiate di avviare attività imprenditoriali? Lo sviluppo delle PMI è ostacolato principalmente da problemi di finanziamento, oppure gli impedimenti esistenti sono di altro genere? Se il finanziamento alle PMI risulta necessario, i programmi delineati nel presente documento possono soddisfarne le esigenze? Quali sono le disposizioni dei documenti programmatici che si riferiscono al progetto di finanziamento? L’assegnazione (indicativa) dei finanziamenti nazionali e europei è adeguata? Che prove esistono di una “lacuna generalizzata del mercato”? Una carenza nella attuale erogazione di finanziamenti può suggerire la presenza di una lacuna del mercato. Se il programma comprende misure di finanziamento di capitale di rischio, le questioni relative dovrebbero essere affrontate, almeno in parte, nel documento programmatico. Tuttavia, considerato il lasso di tempo che potrebbe intercorrere tra l’adozione e l’attivazione del programma, sarà quasi certamente necessario aggiornare le valutazioni eventualmente obsolete con dati più recenti o con nuove indagini. In genere, si richiedono nuove analisi per determinare le effettive necessità delle imprese in termini di metodi di finanziamento. 38 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Creazione di programmi Sezione 8 Questa fase dovrebbe produrre uno studio strategico che confermi, se necessario, la necessità di un programma e il tipo o i tipi di programmi da utilizzare. 8.3 Fattibilità del programma di finanziamento del capitale di rischio (Fase 2) Una volta stabilita la necessità di un programma di finanziamento del capitale di rischio nella prospettiva di uno sviluppo regionale, è necessario determinarne la fattibilità tecnica. Obiettivo di questa fase è decidere se passare o meno alla successiva fase di attuazione. Tra i problemi principali: Sulla base della valutazione della “lacuna generalizzata del mercato” che tipo di obiettivi strategici dovrebbero essere definiti (quali finanziamenti di rischio fornire, quali i gruppi beneficiari, ecc.)? Sono compatibili con le norme sugli aiuti statali? Che livello di finanziamento è necessario e quale potrebbe esserne la fonte: Unione europea, enti nazionali/regionali, settore privato, ecc.? Quali sono le alternative per la struttura e la gestione della società, tenendo in considerazione i consigli raccolti nelle norme sui Fondi strutturali (vedere appendice B)? Quali obiettivi finanziari e altre finalità potrebbero essere ragionevolmente conseguiti? Considerando i diversi presupposti (ad es. per quanto riguarda i crediti inesigibili, il livello dei sussidi), il programma di finanziamento del capitale di rischio rimane finanziariamente valido? Il programma sarà presumibilmente in grado di soddisfare tutti i requisiti legali, inclusi i problemi legislativi nazionali e le questioni comunitarie, tra cui quelle sugli aiuti statali? Quali sono i punti di vista degli enti regionali e nazionali e quali eventuali problemi andranno discussi presso la Commissione europea? Che tipo di agenzia potrebbe implementare il programma e quale sarebbe l’agenzia più adatta? Da questa fase dovrebbe uscire uno studio di fattibilità contenente precise conclusioni sulla fattibilità tecnica del programma, una valutazione del rischio e un piano di attuazione. Sarà probabilmente necessaria la consulenza di professionisti legali e finanziari qualificati per la preparazione dello studio di fattibilità. Sarà necessario inoltre aprire dei dibattiti con realtà esterne, tra cui i possibili amministratori del programma. 8.4 Fase di attuazione (Fase 3) Supponendo che lo studio di fattibilità dia risultati positivi, la fase successiva consisterà nell’attuazione del progetto. L’impegno richiesto da questa fase è notevole, ma darà luogo a un programma operativo. In via preliminare può essere consigliabile selezionare l’agenzia preposta alla fase di implementazione: in alcuni casi potrebbe 39 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Creazione di programmi Sezione 8 essere un’agenzia pubblica già esistente, ma in altri potrebbe essere necessario indire una gara. Le fasi del programma di implementazione saranno sviluppate come parte dello studio di fattibilità, ma a titolo di esempio, potrebbero includere quanto segue: Creazione del gruppo di attivazione: possibilmente elementi chiave interni all’agenzia responsabile del lavoro, ma potrebbe essere necessario subappaltare buona parte del lavoro. Sarà certamente necessario avere a disposizie un gruppo di consulenti qualificati specializzati. Sviluppo di un piano d’impresa: le questioni da affrontare potrebbero includere quanto indicato nella tabella seguente. Possibili contenuti del piano d’impresa Finalità specifiche del programma, ovvero obiettivi in termini di numero e tipo di beneficiari, importi medi dei prestiti/investimenti, obiettivi in termini di ritorni, ecc. Un contesto operativo che includa i criteri di valutazione del progetto, i termini e le condizioni generali dell’assistenza (ad es. la durata dei prestiti e i termini della sua restituzione), monitoraggio del portafoglio, ecc. Struttura finanziaria: inclusi i possibili investitori, i contributi dei Fondi strutturali ecc. La struttura della società: dovrà soddisfare i requisiti degli investitori e degli altri partecipanti. Gestione, ovvero chi sarà responsabile dell’operatività del programma e in base a quali termini e condizioni, ecc. Indicatori di performance relativi sia agli aspetti puramente finanziari del programma, sia ai risultati in termini di sviluppo regionale (ad es. numero di posti di lavoro creati o mantenuti). Valutare come il programma intende soddisfare i requisiti della Commissione sugli aiuti statali. Discussione e approvazione del piano d’impresa con le parti interessate, tra cui i potenziali investitori e le amministrazioni locali e nazionali. La consultazione della Direzione Generale per la politica regionale della Commissione Europea (o un’altra Direzione Generale dei Fondi strutturali) è consigliabile, ma non obbligatoria. Prima dell’attuazione del programma, sarà necessario notificare e ottenere l’approvazione della Direzione per la Concorrenza della Commissione, qualora siano previsti aiuti statali superiori al livello de minimis. Attuazione del piano d’impresa: include la creazione di una struttura societaria e legale, la discussione e approvazione del finanziamento, l’ottenimento del personale e degli amministratori dell’investimento, oltre alle altre fasi previste nel piano d’impresa. Si consiglia di non sottovalutare l’importanza e l’impegno richiesto da questa fase e in particolare i tempi necessari ad attuarla. La creazione di programmi di finanziamento 40 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Creazione di programmi Sezione 8 del capitale di rischio può essere molto complessa, che coinvolge numerosi attori e richiede un notevole apporto di consulenza professionale. 41 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Buona pratica operativa Sezione 9 Buona pratica operativa L’esperienza conferma che i programmi di finanziamento del capitale di rischio richiedono l’implementazione di numerose “buone pratiche” di importanza cruciale. 9.1 Generalità L’esperienza insegna molte sono le lezioni che si possono imparare e che sono di importanza cruciale nella gestione operativa dei programmi di finanziamento del capitale di rischio: Il successo degli interventi di sostegno dipende il larga misura dalla professionalità della gestione dei programmi di ingegneria finanziaria. È importante sfruttare il supporto del settore privato, non solo come mezzo per aumentare le risorse disponibili per gli investimenti, ma anche per assicurare il contribuito delle conoscenze specialistiche possedute da tale settore nella gestione dei programmi stessi. Per ottenere i risultati migliori, l’assistenza finanziaria delle PMI dovrebbe essere combinata ad altri servizi finanziari e di supporto all’impresa. I criteri di monitoraggio e di misura della performance dovrebbero combinare indicatori finanziari e metodi di valutazione del contributo allo sviluppo regionale dei programmi di finanziamento del capitale di rischio sostenuti dall’UE. Il diagramma che segue riassume il quadro operativo tipico di un programma di finanziamento del capitale di rischio, unendo la struttura generale di gestione dei Fondi strutturali con elementi specifici di questo particolare programma. Imposta gli obiettivi generali alla luce delle priorità di sviluppo regionale Il comitato rappresenta gli attori del settore pubblico e privato, nomina e verifica il gruppo di amministratori del programma e redige il piano d’impresa. Il team di gestione ha le responsabilità operative basate sugli obiettivi delineati nel piano d’impresa Il contesto operativo include i vari attori, per es. le organizzazioni di supporto alle imprese Indicatori di efficienza utilizzati per valutare i progressi rispetto alle priorità finanziarie e di sviluppo regionale. 42 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Buona pratica operativa Sezione 9 Esistono naturalmente variazioni sul tema, dovute alle circostanze e alle priorità locali, alle strutture istituzionali e alla natura del programma di finanziamento del capitale di rischio (ad esempio, è molto più probabile che i programmi di credito siano attuati da enti pubblici piuttosto che da fondi di venture capital). 9.2 Gestione professionale L’esperienza desunta dall’ultimo periodo di programmazione dei Fondi strutturali insegna in modo inequivocabile che i programmi di finanziamento del capitale di rischio riscontrano maggiore successo quando: Gli enti pubblici decidono le priorità generali, ma la responsabilità della gestione quotidiana ricade su amministratori professionisti. Vengono mantenuti rigorosi standard di valutazione dei progetti ed è presente una focalizzazione sul mercato ben definita, in modo da consentire lo sviluppo, da parte dei estori dei fondi, di una conoscenza specialistica del settore. Esiste una stretta vigilanza della performance del programma misurata rispetto agli obiettivi del piano d’impresa prevedendo l’estrema sanzione di sostituire gli amministratori se i risultati rimangono al di sotto delle aspettative definite. I programmi di finanziamento del capitale di rischio supportati dall’UE saranno naturalmente soggetti all’esame generale dei Comitati di sorveglianza e delle Unità di gestione del programma, responsabili dei programmi di gestione dei Fondi strutturali. Tuttavia, è importante che, a livello operativo, i gestori del programma abbiano la facoltà di introdurre le procedure ritenute più opportune, in funzione della loro valutazione di migliore pratica professionale. I gestori dei finanziamenti di rischio dovranno spesso mantenere un equilibrio tra esigenze contrastanti: da un lato la necessità di dimostrare effetti socialmente ed economicamente positivi a breve termine, per accontentare gli enti regionali (che potrebbero suggerire una rapida uscita dagli investimenti); dall’altro la necessità di ottimizzare la redditività dei programmi (il che comporta spesso ritardare l’uscita dall’investimento per consentirne le massime potenzialità). Conciliare le diverse esigenze potrebbe risultare difficile, ragion per cui, anche in questo caso, sono necessarie chiare norme per l’uscita dal finanziamento, per equilibrare gli interessi di tutti gli attori del progetto. 9.3 Sfruttamento del supporto del settore privato Una chiave di successo di molte forme di finanziamento del capitale di rischio consiste nel fatto che l’intervento pubblico ha un effetto di stimolo e conduce all’apporto di ulteriori fondi raccolti presso il settore privato. Il settore privato dovrebbe supportare i programmi di finanziamento del capitale di rischio per numerosi motivi: 43 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Buona pratica operativa La collaborazione con il settore pubblico per lo sviluppo di strumenti finanziari innovativi consente di ridurre il margine di rischio. Il principio della condivisione del rischio consente agli istituti di credito di svincolare risorse di bilancio per investirle altrove. Gli istituti di credito possono ridurre i propri margini di rischio in genere riunendo insieme le PMI come parte di un ampio e più bilanciato portafoglio, ad esempio nel caso dei programmi di garanzia. Il finanziamento del capitale di rischio consente alle PMI di accedere a finanziamenti che non potrebbero altrimenti raggiungere l’innovazione e lo sviluppo, fattori guida della competitività, che stimolano la crescita e contribuiscono alla creazione di posti di lavoro, elementi che a loro volta generano, sul lungo termine, una maggiore redditività delle imprese per gli istituti di credito. Le grandi aziende spesso hanno bisogno di una catena di fornitura locale. È quindi nel loro interesse supportare l’intervento pubblico, che cerca di rafforzare la base di PMI e incoraggia lo sviluppo economico regionale e la crescita dei posti di lavoro. Sezione 9 Se la necessità di un coinvolgimento privato è fortemente sentita, è necessario anche creare un equilibrio tra l’auspicabile massima sollecitazione del finanziamento da parte del settore privato da una parte e, dall’altra, la garanzia di mantenere il carattere prettamente pubblico dei programmi di finanziamento del capitale di rischio, ai fini dello sviluppo regionale. L’unione del finanziamento di rischio con i servizi di supporto alle aziende 9.4 Una caratteristica importante di molti programmi di finanziamento del capitale di rischio è che generalmente uniscono l’erogazione di supporto finanziario con il sostegno e la consulenza alle aziende. Tale consulenza può assumere forme diverse: Nel caso di strumenti azionari, l’investitore può essere rappresentato nel consiglio di amministrazione della società e fornire consigli sotto forma di mentoring. Molti programmi hanno relazioni con organizzazioni di supporto alle imprese e indirizzano i propri clienti alle fonti di consulenza adeguate. In alcuni casi questo potrebbe essere un requisito obbligatorio. Nel caso dei business angel e della microfinanza, il supporto sotto forma di consulenza potrebbe essere meno formalizzato, ma comunque costituisce una risorsa importante. Se le finanze sono importanti, l’esperienza insegna che molte aziende in fase di avviamento o PMI in genere non riuscirebbero nel loro intento se non fossero 44 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Buona pratica operativa Sezione 9 supportate in altri modi. Ad esempio, molti potenziali imprenditori iniziano la propria impresa con una buona idea per un nuovo prodotto e possono anche avere le conoscenze tecniche necessarie, ma mancano delle abilità imprenditoriali di base che consentono di trasformare l’idea in un’impresa realizzabile. Analogamente, le imprese già costituite spesso non riescono a superare la fase di transizione da azienda di piccolissime dimensioni ad attività di media struttura, tipicamente a causa della mancanza di doti gestionali. Nel caso della microfinanza, la consulenza ai clienti può non richiedere capacità particolarmente sofisticate. Al contrario, i fondi di finanziamento azionario potrebbero invece richiedere lo sviluppo di conoscenze più specialistiche del settore per funzionare correttamente. 9.5 Misurazione della performance La valutazione dei programmi di finanziamento del capitale di rischio supportati dall’UE intrapresi alla fine degli anni Novanta ha portato alle seguenti conclusioni: Quando sono fissati degli obiettivi, questi tendono a correlarsi a dati di carattere finanziario e a indicatori di attività (ad esempio al numero di PMI da assistere) piuttosto che al rendimento finanziario, ai risultati e agli effetti. Di conseguenza, è difficile individuare con precisione quale contributo era atteso da molte delle misure di ingegneria finanziaria rispetto ai più ampi obiettivi del DUP, oltre al semplice aumento della disponibilità di finanziamenti per le PMI (Ernst & Young, “Evaluation of Financial Engineering Schemes” – Valutazione dei programmi di ingegneria finanziaria, 1998). I programmi di finanziamento del capitale di rischio supportati dall’UE dovrebbero essere valutati secondo due insiemi di criteri: in primo luogo la redditività finanziaria, in secondo luogo, il loro contributo ai più ampi obiettivi di sviluppo regionale. 9.5.1 Indicatori finanziari Per quanto riguarda il primo di questi insiemi, benché possano variare in funzione del tipo di strumento finanziario e degli obiettivi specifici degli azionisti, rimane tuttavia possibile definire alcuni indicatori di base comuni a buona parte dei programmi. Essi includono: Lo sfruttamento e lo stimolo dei finanziamenti da parte dei settori privati. In caso di programmi di credito, il livello di credito inesigibile. Riguardo ai fondi azionari, il tasso di redditività dei finanziamenti investiti. In tutti i casi, il tasso di reinvestimento dei fondi in nuovi progetti. 45 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Buona pratica operativa Sezione 9 La differenza principale tra i programmi di finanziamento del capitale di rischio, per quanto riguarda gli indicatori finanziari, si nota tra i programmi di credito e le iniziative basate sulla partecipazione in quote societarie. 9.5.2 Indicatori di sviluppo regionale I programmi di finanziamento del capitale di rischio che ricevono il supporto dell’Unione europea dovrebbero essere inoltre in grado di dimostrare di aver contribuito agli obiettivi della politica regionale. È necessario a questo punto tracciare un bilancio dei programmi di finanziamento del capitale di rischio, da una parte sulla base della loro solidità rispetto al mercato, dall’altra accertandosi che siano stati promossi gli obiettivi della politica pubblica. Tuttavia, i criteri di base potrebbero essere riassunti come segue: Il numero e il tipo di imprenditori e PMI esistenti che sono stati assistiti. A livello di azienda, in che misura è dimostrata l’addizionalità, ovvero: i progetti non avrebbero potuto proseguire sulle stesse basi o con gli stessi tempi senza supporto (fattore da stabilire in fase di valutazione del progetto). Effetti ottenuti: possono includere il numero di posti di lavoro creati o mantenuti, l’aumento di fatturato delle PMI, o le prove di un maggiore investimento in R&S, oltre che l’efficienza in termini di costi di questi risultati (ad es. costo per posto di lavoro). Le maniere in cui i risultati contribuiscono alle priorità regionali, ad esempio promovendo l’avvio di nuove imprese in settori dell’economia locale con potenziale di crescita, oppure aiutando persone svantaggiate a creare la propria attività. Gli obiettivi precisi di questi e altri indicatori di performance devono ovviamente essere il risultato delle circostanze particolari dei programmi di finanziamento del capitale di rischio e dell’ambiente in cui essi sono attuati. Esistono anche questioni metodologiche riguardo all’ottenimento delle informazioni per gli indicatori di efficienza, ad esempio se affidarsi esclusivamente alle risposte dei beneficiari o utilizzare tecniche di verifica mediante gruppi di controllo. 46 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Modelli Appendice A Modelli Questa appendice contiene modelli che riassumono le caratteristiche principali dei tipi di strumenti finanziari utilizzabili per l’erogazione di finanziamenti alle PMI. VENTURE CAPITAL 1. Descrizione sommaria del programma Concessione di finanziamento sotto forma di capitale alle PMI. Questi programmi in genere offrono anche un finanziamento del credito o sono avviati unitamente a programmi di credito. 2. Fonti di finanziamento del programma (Comunità europea , fonti nazionali o private) Le fonti di finanziamento possono essere: capitale proveniente da fondi regionali; capitale proprio; prestiti da privati. 3. Redditività del capitale privato Per quanto riguarda la redditività, il capitale privato può andare di passi passo con il capitale pubblico, oppure ricevere un trattamento preferenziale: in questo caso l’obiettivo sarà di mantenere questa preferenza e subordinare il finanziamento pubblico a un minimo. Alcuni fondi offrono capitale sotto forma di partecipazione in quote o prestito: in questo caso spesso si dà la preferenza alla restituzione del capitale di prestito. 4. Gruppi destinatari I gruppi destinatari saranno limitati alle PMI nelle aree coperte dal fondo. Tali PMI potranno avere la propria sede principale o la maggioranza dei propri dipendenti nell’area locale in oggetto. 5. Obiettivi generali (per il periodo corrente) È stata individuata una serie di obiettivi quantificabili, tra cui: numero di aziende assistite; numero di posti di lavoro creati o mantenuti. fondi restituiti e disponibili per il loro riutilizzo. 6. Termini dell’assistenza (ammontare, tempi, termini del finanziamento tipici) Come indicato in precedenza, un programma di venture capital in genere include sia erogazione di prestiti che di finanziamento di capitale azionario. Per quanto riguarda il capitale, non esiste un periodo limite per l’investimento, ma è prevista la creazione di un meccanismo di uscita dal programma. Le vie di uscita potrebbero essere: una vendita commerciale o una IPO per le aziende che hanno riscontrato successo; trasferimento delle quote di partecipazione nel capitale delle aziende con risultati intermedi in 47 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Modelli Appendice A un fondo di investimento corrente, fino al loro smaltimento; perdita dell’investimento per le aziende con risultati insufficienti. 7. Accordi di gestione L’articolo 8 delle norme sull’ammissibilità ai Fondi strutturali formula delle raccomandazioni sugli accordi relativi alla gestione (vedere appendice B). I fondi azionari devono essere gestiti da manager professionisti e indipendenti e devono essere costituiti come struttura legalmente indipendente, governata da accordi tra gli azionisti, oppure come un gruppo separato di finanziamento all’interno di un istituto finanziario esistente. Per ottenere l’approvazione di un fondo azionario è necessario presentare un piano d’impresa da parte dei co-finanziatori o sponsor del fondo, specificando il mercato target, i criteri di ammissibilità, i termini e le condizioni del finanziamento, il budget operativo, la proprietà e i soci co-finanziatori. Dovrà essere inoltre specificata una giustificazione dell’uso dei Fondi strutturali e come si intende utilizzare la componente dei Fondi strutturali. 8. Vantaggi cruciali del programma Tra le caratteristiche cruciali del programma troviamo: La capacità di riciclare i fondi dopo la restituzione del prestito o la vendita delle quote di capitale. Una struttura del fondo che permette al finanziamento FESR di fungere da stimolo e sfruttare l’impiego di finanziamenti privati. Un portafoglio di diversi fondi finalizzati alle necessità di imprese di diverse dimensioni. Una gestione professionale e indipendente del fondo, che funziona secondo le regole del mercato. Chiari orientamenti per gli investimenti, al fine di orientare l’investimento all’area che necessità di supporto e la concentrazione dell’assistenza sulle imprese che non sarebbero in grado di ottenere finanziamento in altro modo, quindi in presenza di lacune generalizzate del mercato. La concentrazione dei fondi su imprese sociali/comunitarie/locali, che hanno come obiettivo le aree svantaggiate, che incoraggiano l’imprenditorialità come catalizzatore del rinnovo e dell’inserimento sociale. 9. Questioni di concorrenza Analogamente a tutti gli altri, anche questo programma dovrà essere conforme alle disposizioni delle norme sugli aiuti statali. Sarà necessario identificare se il programma è geograficamente diretto a un’area ammissibile (ad es. art. 87 (3) (a) e (c)), se implica aiuti statali e se questi sono compatibili con le norme in materia (vedere in particolare la nota sugli aiuti statali e il capitale di rischio). 48 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Modelli Appendice A BUSINESS ANGEL 1. Descrizione sommaria del programma Fornitura di venture capital informale per le PMI, spesso unitamente a supporto sotto forma di consulenza e mentoring. Può includere inoltre l’erogazione di prestiti o una combinazione di prestito e finanziamento su base azionaria . 2. Fonti di finanziamento del programma (Comunità europea , fonti nazionali o private) Il finanziamento è concesso da persone di alto profilo professionale, che agiscono da sole o come parte di una rete di business angel. Il coinvolgimento del settore pubblico è limitato al supporto per la creazione e l’avvio delle reti che mettono in contatto gli “angeli” investitori e le PMI. Le imprese in cui investono i business angel ricevono talvolta anche finanziamenti del capitale di rischio da altre fonti pubbliche, come i finanziamenti del capitale di rischio. 3. Redditività del capitale privato Non è applicabile in questo caso, poiché il settore pubblico supporta le reti di business angel e non coinveste con il business angel. È tuttavia possibile un finanziamento del capitale di rischio a supporto pubblico tramite accordi separati. 4. Obiettivi generali Gli indicatori normalmente utilizzati dai business angel possono includere: Ritorno sul capitale investito (ROI). Raggiungimento di obiettivi sociali generali o specifici, in funzione degli obiettivi del business angel e delle motivazioni. Le reti i cui costi di gestione sono supportati da finanziamenti pubblici possono avere obiettivi quali il numero di imprese sostenute o la creazione di posti di lavoro. 5. Gruppi destinatari Le PMI ad elevata crescita, effettiva o potenziale, in un’ampia gamma di settori. Alcuni business angel hanno particolari esperienze in un certo settore, quindi concentreranno probabilmente i propri investimenti in tale settore. 6. Termini dell’assistenza (ammontare, tempi, termini del finanziamento tipici) Come indicato in precedenza, il venture capital informale può includere sia i prestiti che le azioni. Riguardo agli investimenti su base azionaria, il business angel cercherà un meccanismo di uscita fattibile per il proprio investimento, benché sia difficile determinare in precedenza i tempi, che dipenderanno da numerosi fattori. Le potenziali vie di uscita potrebbero essere: Vendita commerciale o Emissione pubblica iniziale (IPO). Trasferimento delle quote azionarie delle aziende con risultati intermedi in un fondo di investimento corrente, fino al loro smaltimento. Perdita dell’investimento per le aziende con risultati insufficienti. 49 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Modelli Appendice A 7. Accordi di gestione I business angel in genere svolgono un ruolo attivo nel supervisionare le prestazioni dei propri investimenti, per raggiungere i propri obiettivi commerciali e/o sociali. Essi sono spesso presenti nel consiglio di amministrazione della società in cui hanno investito e/o forniscono assistenza tramite mentoring ai dirigenti dell’azienda stessa. Nelle reti di supporto, gli enti pubblici possono essere coinvolti in qualche modo nella rete, ma non nelle aziende oggetto del supporto. 8. Vantaggi cruciali del programma Tra le caratteristiche cruciali degli investimenti dei business angel rileviamo che: I business angel hanno un maggiore propensione al rischio rispetto ai mutuanti del mercato tradizionale: essi cercano investimenti con elevato rapporto rischio/remunerazione e quindi sono più propensi a investire in settori innovativi come l’industria tecnologica o le biotecnologie, in cui l’accesso al finanziamento è generalmente più difficile. Si sostituiscono ai programmi di venture capital formali, contribuendo quindi agli obiettivi generali della Commissione di aumentare la disponibilità di capitale di rischio in Europa. I business angel sono a pieno titolo degli esperti imprenditori: spesso svolgono un ruolo di mentoring e consulenza, facilitando il trasferimento delle conoscenze e la creazione di nuova ricchezza. Alcuni business angel cercano di raggiungere degli obiettivi sociali, oltre che finanziari, dai propri investimenti. L’idea dei business angel che “restituiscono” qualcosa alla comunità è stata fortemente sostenuta negli Stati Uniti (ad esempio tramite condizioni fiscali favorevoli). Questo fenomeno è relativamente comune anche in Europa, anche se ancora non ben sviluppato. Per gli enti pubblici, i programmi di sostegno dei business angel aumentano la disponibilità di capitale di rischio e di consulenza con costi limitati per i fondi pubblici. 9. Questioni di concorrenza I business angel non ricevono finanziamenti pubblici. Il ruolo del settore pubblico è limitato a incoraggiare lo sviluppo di reti di business angel e a favorire il contatto fra i potenziali investitori e le aziende adatte. I problemi relativi agli aiuti statali si applicano quindi al supporto fornito alle reti di investitori. 50 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Modelli Appendice A PROGRAMMI DI CREDITO 1. Descrizione sommaria del programma Concessione di finanziamento sotto forma di prestito alle PMI. 2. Fonti di finanziamento del programma (Comunità europea , fonti nazionali o private) Le fonti di credito possono essere: Fondi di credito stabiliti con capitale proveniente dal FESR e da privati. Capitale di credito da istituti finanziari sostenuti da sovvenzionamento agli interessi (e talvolta garanzie). 3. Redditività del capitale privato Nei fondi di credito, il capitale privato può andare di passi passo con il capitale pubblico, oppure ricevere un trattamento di preferenza: in questo caso l’obiettivo sarà di mantenere questa preferenza e subordinare il finanziamento pubblico a un minimo. Alcuni fondi offrono capitale sotto forma di azioni o di prestito: in questo caso spesso si dà la preferenza alla restituzione del capitale di prestito. Nel caso di programmi di credito sostenuti da sovvenzionamenti degli interessi, il capitale privato proveniente da istituti finanziari riceve un trattamento preferenziale, poiché i prestiti possono essere restituiti, ma il sovvenzionamento degli interessi no. Il capitale di credito può essere contro-garantito dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI) nelle aree ammissibili all’assistenza regionale dei Fondi strutturali. 4. Gruppi destinatari Se un programma di credito è ammissibile all’assistenza dei Fondi strutturali nell’ambito di un programma regionale dei Fondi strutturali, le PMI beneficiarie devono trovarsi in un’area assistita. Le PMI beneficiarie godono di una certa flessibilità per quanto riguarda i criteri di ammissibilità: ad esempio potrebbero avere la sede principale nell’area interessata oppure la maggior parte dei propri dipendenti potrebbe risiedere in tale area. 5. Obiettivi generali (per il periodo corrente) Nei programmi di sovvenzionamento degli interessi che includono l’abbattimento degli interessi, tale riduzione è condizionata al raggiungimento da parte dell’impresa di obiettivi quantificabili. L’onere di conformarsi a tali obiettivi per ottenere l’ammissibilità alla riduzione di cui sopra è a carico dell’impresa beneficiaria. Questi obbiettivi possono includere: numero di posti di lavoro creati o mantenuti; livello di nuovi investimenti. Anche i gestori dei programmi di sovvenzionamento degli interessi sostenuti dai Fondi strutturali dovranno rispondere ad alcuni obiettivi. Essi includono, in genere: numero di aziende assistite; numero di posti di lavoro creati o mantenuti. 6. Termini dell’assistenza (ammontare, tempi, termini del finanziamento tipici) 51 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Modelli Appendice A L’ammontare tipico del finanziamento del credito varia notevolmente in funzione della necessità dell’impresa e della dimensione del fondo di credito o del programma di sovvenzionamento degli interessi. I programmi di credito possono funzionare con numerosi fondi diversi, ognuno finalizzato ad imprese con diversi tipi di esigenze. Ad esempio, programmi di credito per piccole imprese, programmi di credito finalizzate ad obiettivi più alti, aziende in espansione, ecc. Le cifre inferiori ai 10.000 Euro rientrano in genere nella categoria del microcredito, analizzata in un altro modello. Anche il periodo di tempo del credito alle PMI può variare considerevolmente, ma è generalmente compreso tra un minimo di 3 e un massimo di 25 anni. Possono variare ugualmente i termini e i metodi del finanziamento. Tuttavia una caratteristica comune è che i termini sono generalmente più favorevoli rispetto ai crediti ottenuti secondo le regole di mercato. Nel caso dei fondi di credito, l’aiuto è erogato direttamente al mutuatario sotto forma di riduzione del tasso di interesse relativo al rischio rappresentato dal mutuatario stesso. Nel caso di programmi di sovvenzionamento degli interessi, questo può essere erogato in due modi. La banca che eroga il credito offre dei termini favorevoli e riceve il sovvenzionamento degli interessi (e talvolta una garanzia), oppure il mutuatario riceve una sovvenzione sugli interessi sul prestito concesso dalla banca ai livelli di mercato. Nel caso di fondi di credito e programmi di sovvenzionamento degli interessi in cui il sussidio sia pagato all’intermediario finanziario, i gestori del fondo e gli intermediari del credito dovranno soddisfare degli obiettivi quantificabili, in termini di creazione di posti di lavoro, imprese assistite, livelli di crescita e investimento delle imprese, ecc. Nei programmi di riduzione del tasso di interesse, le PMI beneficiarie ricevono direttamente la riduzione (fino a un terzo) e devono dimostrare il raggiungimento di alcuni obiettivi, principalmente la creazione di posti di lavoro e di nuovi investimenti. 7. Accordi di gestione L’articolo 8 delle norme di ammissibilità dei Fondi strutturali per il periodo 2000-2006 si applica alla gestione dei fondi di credito (vedere appendice B). 17 I fondi di credito devono essere gestiti da gestori di fondi professionisti e indipendenti e devono essere costituiti come struttura legalmente indipendente, governata da accordi tra gli azionisti, oppure come un gruppo separato di finanze all’interno di un istituto finanziario esistente. Per ottenere l’approvazione di un fondo di credito è necessario presentare un piano d’impresa da parte dei co-finanziatori o sponsor del fondo, specificando il mercato target, i criteri di ammissibilità, i termini e le condizioni del finanziamento, il budget operativo, la proprietà e i soci cofinanziatori. Dovrà essere inoltre specificata una giustificazione dell’uso dei Fondi strutturali e come si intende utilizzare la componente dei Fondi strutturali. Anche se i programmi di sovvenzionamento degli interessi non rientrano negli ambiti dell’articolo 8, sono necessari standard di gestione equiparabili. Esistono dei requisiti particolari per la erogazione dei sussidi in corso al termine del periodo del programma (vedere capitolo 5 e le istruzioni riportate nell’Appendice B). I gestori dei fondi di credito monitorano attivamente i propri interessi, oltre a determinare il tipo di approccio al rischio del fondo stesso, che può variare in funzione degli obiettivi del fondo e delle principali parti interessate. 8. Vantaggi cruciali del programma Tra le caratteristiche cruciali del programma di prestito troviamo: 17 La capacità di riciclare i fondi dopo la restituzione del prestito. Possono rappresentare una fonte importantissima di capitale per le PMI in cerca di finanziamenti per il proprio sviluppo. Alcuni programmi di credito offrono prestiti anche su basi non garantite, facilitando in questo modo l’accesso al finanziamento per le PMI. Regolamento della Commissione (CE) n. 1685/2000 del 28 luglio 2000, che costituisce norme dettagliate sull’attuazione del Regolamento della Commissione (CE) n. 1260/1999 riguardo l’ammissibilità di spese di operazioni co-finanziate dai Fondi strutturali. 52 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Modelli Appendice A Per gli enti pubblici si tratta di un investimento a medio rischio che può offrire buone occasioni di stimolo per l’arrivo di capitale da nuove fonti, con la prospettiva che tutto o parte dell’investimento originale possa essere disponibile per il riutilizzo. 9. Questioni di concorrenza Analogamente a tutti gli altri, anche questo programma dovrà essere conforme alle disposizioni delle norme sugli aiuti statali. Sarà necessario identificare se il programma è situato in un’area ammissibile (ad es. art. 87 (3) (a) e (c)), se implica aiuti statali e se questi sono compatibili con le norme in materia. 53 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Modelli Appendice A MICROFINANZIAMENTO 1. Descrizione sommaria del programma Erogazione di microfinanziamenti a PME, microimprese e lavoratori autonomi. I programmi di microcrediti sono costituiti da prestiti per piccole somme di capitale, che rientrano al di sotto della soglia dei normali crediti bancari (normalmente inferiori a 10.000 Euro). 2. Fonti di finanziamento del programma (Comunità europea , fonti nazionali o private) Le fonti di credito possono essere: Fondi di micrcredito stabiliti con capitale proveniente dal FESR e da privati. Finanziamenti di microcredito da istituti finanziari sostenuti da sovvenzionamento agli interessi. Il FEI ha recentemente introdotto un programma di garanzia per i microcrediti che rimborsa i costi per l’analisi della documentazione (200 Euro per ogni pacchetto di documentazione) e offre una contro-garanzia al garante principale per un massimo del 75%. 3. Redditività del capitale privato I programmi di microcredito sostenuti da sovvenzionamento agli interessi prevedono che il capitale privato degli istituti finanziari abbia un trattamento preferenziale. Il capitale di prestito può essere contro-garantito dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI) nelle aree ammissibili all’assistenza dei Fondi strutturali. 4. Gruppi destinatari I programmi di microcredito si rivolgono a particolari tipi di PME, generalmente microimprese con meno di cinque dipendenti o lavoratori autonomi. I programmi di microcredito cercano inoltre di offrire l’accesso alle fonti di capitale a singoli individui che, per numerose ragioni, sono generalmente finanziariamente e/o socialmente esclusi: ad esempio, i programmi di microcredito destinati ai gruppi socialmente svantaggiati si rivolgono a coloro che hanno precedenti problemi creditizi, ai disoccupati di lunga durata, a coloro che mancano delle qualifiche/istruzioni convenzionali, ai giovani disoccupati, agli imprenditori donne, a imprenditori di minoranze etniche, a disabili, ecc. Se un programma di microcredito riceve l’assistenza dei Fondi strutturali nell’ambito di un programma regionale, le PMI beneficiarie devono trovarsi all’interno dell’area assistita. Le PMI beneficiarie godono di una certa flessibilità per quanto riguarda i criteri di ammissibilità: ad esempio potrebbero avere la sede principale nell’area interessata oppure la maggior parte dei propri dipendenti potrebbe risiedere in tale area. 5. Obiettivi generali (per il periodo corrente) Nei programmi di microcredito che includono la riduzione degli interessi pagabili dal al mutuatario, tale riduzione è condizionata al raggiungimento da parte dell’impresa di obiettivi quantificabili, quali ad esempio: numero di posti di lavoro creati o mantenuti. Anche i gestori dei programmi di microcredito che includono il sussidio sugli interessi finanziato dai Fondi strutturali dovranno rispondere ad alcuni obiettivi. Essi includono, in genere: numero di aziende assistite; numero di posti di lavoro creati o mantenuti. 54 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Modelli Appendice A 6. Termini dell’assistenza (ammontare, tempi, termini del finanziamento tipici) L’ammontare del finanziamento di credito può variare, pur rimanendo generalmente sotto i 10.000 Euro. Anche l’intervallo di tempo necessario alla restituzione del microcredito può variare considerevolmente, ma si aggira in genere tra 1 e 10 anni. Il periodo di restituzione dei microcrediti tende a essere inferiore a quello dei crediti di maggior importo. Anche i termini e i metodi del finanziamento possono variare. Tuttavia una caratteristica comune è che i termini sono generalmente più favorevoli rispetto ai crediti ottenuti secondo le regole di mercato. Nel caso dei fondi di credito, il sussidio è erogato direttamente al mutuatario sotto forma di riduzione del tasso di interesse relativo al rischio rappresentato dal mutuatario stesso. Nel caso di programmi di sovvenzionamento degli interessi, questo può essere erogato in due modi. La banca che eroga il credito offre dei termini favorevoli e riceve il sovvenzionamento degli interessi (e talvolta una garanzia), oppure il mutuatario riceve una riduzione degli interessi sul prestito concesso dalla banca ai livelli di mercato. Nei programmi in cui il sussidio è riconosciuto all’intermediario finanziario, questi deve rispondere ad alcuni obiettivi quantificabili in termini di creazione di posti di lavori, livelli di crescita e investimenti delle aziende assistite, ecc. Nel caso dei programmi di riduzione degli interessi, le piccole imprese che godono di una riduzione degli interessi devono dimostrare di aver raggiunto alcuni obiettivi, principalmente la creazione di posti di lavoro. 7. Accordi di gestione L’articolo 8 delle norme di ammissibilità dei Fondi strutturali per il 2000-2006 si applica alla gestione dei programmi di microcredito, se questi sono organizzati come fondi (vedere Appendice B e modelli per i programmi di credito). 18 I fondi di credito (inclusi i programmi di microcredito) devono essere gestiti da gestori di fondi professionisti e indipendenti, e devono essere costituiti come struttura legalmente indipendente, governata da accordi tra gli azionisti, oppure come un gruppo separato di finanze all’interno di un istituto finanziario esistente. Per ottenere l’approvazione di un fondo di credito è necessario presentare un piano d’impresa da parte dei co-finanziatori o sponsor del programma di microcredito, specificando il mercato target, i criteri di ammissibilità, i termini e le condizioni del finanziamento, il budget operativo, la proprietà e i soci co-finanziatori. Dovrà essere inoltre specificata una giustificazione dell’uso dei Fondi strutturali e come si intende utilizzare la componente dei Fondi strutturali. Anche se i programmi di microcredito finanziati tramite accordi di sovvenzionamento degli interessi non rientrano negli ambiti dell’articolo 8, sono necessari standard di gestione equiparabili. Esistono dei requisiti particolari per la erogazione dei sussidi in corso al termine del periodo del programma (vedere capitolo 5 e le istruzioni riportate nell’Appendice B). In termini di strategia di gestione, i microcrediti sono più fortemente orientati verso finalità sociali che verso obiettivi commerciali. I programmi di microcredito tendono a concedere più facilmente prestiti che non sarebbero altrimenti erogati in un ambito di mercato libero, a causa dell’alto profilo di rischio. In alcuni paesi l’operatività dei programmi di microcredito è ulteriormente complicata dalla legislazione nazionale. Il programma di microcredito riguarda spesso somme considerate troppo esigue per poter essere commercialmente praticabili, a causa degli elevati costi di transazione e gestione, ragion per cui gli istituti finanziari che erogano il credito spesso delegano la gestione, l’amministrazione e l’esborso dei microcrediti ad organizzazioni che non hanno lo status legale di istituti finanziari. Ma la normativa nazionale proibisce agli enti non finanziari di concedere crediti. Questa eventualità dovrà essere verificata in ogni singolo paese. 8. Vantaggi cruciali del programma 18 Regolamento della Commissione (CE) n. 1685/2000 del 28 luglio 2000, che costituisce norme dettagliate sull’attuazione del Regolamento della Commissione (CE) n. 1260/1999 riguardo l’ammissibilità di spese di operazioni co-finanziate dai Fondi strutturali. 55 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Modelli Appendice A Tra le caratteristiche cruciali del programma di prestito troviamo: La capacità di riciclare i fondi al ripagamento del prestito. La possibilità di colmare una lacuna del mercato, poiché le fonti tradizionali non sono effettivamente attive nell’erogazione di finanziamenti al di sotto di una soglia minima. Il fornire accesso al finanziamento a quelle PMI, in particolare le microimprese e i lavoratori autonomi, che normalmente incontrano difficoltà a raccogliere fondi, spesso a causa delle poche o nulle garanzie collaterali che possono offrire. Il fornire accesso al finanziamento e incoraggiare l’attività imprenditoriale tra i gruppi sociali svantaggiati e quelli finanziariamente isolati, spesso a causa delle poche o nulle garanzie collaterali che possono offrire. Per gli enti pubblici è un mezzo per sviluppare microimprese e raggiungere persone svantaggiate. 9. Questioni di concorrenza I programmi di microcredito spesso implicano degli aiuti statali all’impresa. Nel caso dei microcrediti, tuttavia, l’ammontare dell’aiuto statale è normalmente inferiore ai 100.000 Euro, in un periodo di tre anni, per cui risulta conforme alla regola del de minimis. 56 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Modelli Appendice A GARANZIE 1. Descrizione sommaria del programma La fornitura di garanzie sul credito o sul capitale per le PMI per facilitare l’accesso al finanziamento del credito (o, meno di frequente, al finanziamento su base azionario). I fondi di garanzia e le associazioni di mutua garanzia emettono garanzie a fronte di una quota necessaria a coprire i costi di elaborazione e amministrazione, oltre che il rischio. Molti programmi di garanzia, in aree regionali assistite, godono della contro-garanzia degli strumenti del FEI, quali il Meccanismo di garanzia delle PMI, che copre il 50% delle perdite incorse dai fondi di garanzia. Di conseguenza, i fondi e le associazioni di garanzia sono incoraggiate ad aumentare il proprio profilo di rischio, sostenendo investimenti nelle PMI a maggiore rischio, al fine di favorire la “crescita e la creazione di posti di lavoro”. 2. Fonti di finanziamento del programma (Comunità europea , fonti nazionali o private) Le fonti di finanziamento possono essere: Capitale dai Fondi strutturali comunitari. Capitale da fonti pubbliche nazionali e regionali. Capitale privato. Prestiti da privati. Sottoscrizioni di fondi di mutua garanzia delle PMI. 3. Redditività del capitale privato Nei fondi di garanzia, il capitale privato può andare di passi passo con il capitale pubblico, oppure ricevere un trattamento di preferenza: in questo caso l’obiettivo sarà di mantenere questa preferenza e subordinare il finanziamento pubblico a un minimo. Alcuni fondi sono finanziati da capitale azionario e di prestito: in questo caso spesso si dà la preferenza alla restituzione del capitale di prestito. 4. Gruppi destinatari I gruppi destinatari saranno limitati alle PMI nelle aree coperte dal fondo o dall’associazione di garanzia. Le garanzie sono uno strumento particolarmente adeguato per le PMI che hanno avuto difficoltà ad accedere al finanziamento secondo i percorsi tradizionali del libero mercato, per mancanza di garanzie collaterali, di dati storici ecc. 5. Obiettivi generali Gli indicatori chiave utilizzati dai fondi di garanzia possono includere: Numero di aziende assistite. Numero di garanzie emesse e impegni di garanzia. Valore totale dei prestiti stimolati. Fondi pubblici restituiti perché siano riutilizzati. 57 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Modelli Appendice A 6. Termini dell’assistenza (ammontare, tempi, termini del finanziamento tipici) Le garanzia hanno in genere la stessa durata del prestito, che varia in funzione del tipo di programma di prestito attuato dall’istituto finanziario che gestisce i prestiti stessi. Generalmente coprono il 40-80% del totale del prestito. A fronte della garanzia, le PMI pagano una quota che copre i costi amministrativi e di elaborazione e il rischio del garante. Questa quota corrisponde in genere all’1-2% del totale della transazione, talvolta adeguata al livello di rischio dall’istituto di garanzia. La garanzia riduce l’esposizione al rischio dell’istituto che eroga il prestito: le PMI che richiedono prestiti supportate da una garanzia possono quindi ottenere un finanziamento a tassi preferenziali, in conseguenza del ridotto margine di rischio. 7. Accordi di gestione L’articolo 9 delle norme di ammissibilità dei Fondi strutturali per il 2000-2006 si applica alla gestione dei fondi di garanzia (vedere appendice B).19 I fondi possono essere fondi reciproci con sostegno pubblico, sottoscritti da PMI, fondi gestiti con criteri tradizionali con partner privati, oppure fondi completamente finanziati dal pubblico. I costi di gestione non possono superare il 2% del capitale sociale versato in una media annuale, per la durata dell’assistenza, salvo risulti necessaria una percentuale maggiore, a seguito di un’appalto competitivo. I fondi di garanzia devono essere creati come enti legali indipendenti, governati da accordi tra gli azionisti, oppure come una sezione separata di un istituto finanziario esistente. Per ottenere l’approvazione di un fondo di garanzia è necessario presentare un piano d’impresa da parte dei cofinanziatori o sponsor del fondo, specificando il mercato target, i criteri di ammissibilità, i termini e le condizioni del finanziamento, il budget operativo, la proprietà e i soci co-finanziatori. È possibile ottenere il finanziamento dei Fondi strutturali e di fonti nazionali/regionali che forniscono supporto ai fondi di garanzia in aree regionali assistite. Oltre a perseguire finalità puramente commerciali, i fondo di garanzia possono avere anche obiettivi socio-economici, come la creazione di nuovi posti di lavoro o il facilitare l’accesso al finanziamento per gruppi svantaggiati, ecc. L’attitudine al rischio dei fondi di garanzia e la volontà di erogare prestiti a PMI dall’elevato profilo di rischio dipenderà quindi dagli obiettivi degli azionisti chiave. 8. Vantaggi cruciali del programma Le caratteristiche importanti dei programmi di garanzia sono riassunte di seguito: La capacità di raggiungere tassi di stimolo elevati in termini di rapporto finanziamento pubblico/finanziamento privato (generalmente di 1 a 10). L’accesso facilitato al finanziamento del credito a condizioni più preferenziali per quelle PMI che non potrebbero altrimenti accedervi con facilità (precedenti problemi creditizi, garanzie collaterali minime o inesistenti, mancanza di dati storici). Il principio della condivisione del rischio tra l’associazione o il fondo di garanzia e l’istituto di credito riduce il rischio e stimola la concessione di credito da parte del settore privato. Riduce anche la necessità di capitale del mutuante secondo le norme di Basilea, svincolando risorse. Per gli enti pubblici, le associazioni e i fondi di garanzia aiutano a influire sul settore privato del finanziamento, promovendo le PMI e lo sviluppo regionale in genere. Le rigorose procedure di vaglio e la profonda conoscenza del settore economico in cui operano i clienti riduce il rischio di inadempienza delle PMI. Le associazioni e i fondi di garanzia apportano la propria conoscenza della realtà locale e un 19 Articolo 9 del Regolamento della Commissione (CE) n. 1685/2000 del 28 luglio 2000, che costituisce norme dettagliate sull’attuazione del Regolamento della Commissione (CE) n. 1260/1999 riguardo l’ammissibilità di spese di operazioni co-finanziate dai Fondi strutturali. 58 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Modelli Appendice A supporto personalizzato all’impresa. 9. Questioni di concorrenza Analogamente a tutti gli altri, anche questi programmi dovranno essere conformi alle disposizioni delle norme sugli aiuti statali. Sarà necessario identificare se il programma si trova in un’area ammissibile (ad es. art. 87 (3) (a) e (c)), se implica aiuti statali e se questi sono compatibili con le norme in materia (in particolare la nota sulle garanzia, vedere Capitolo 7). 59 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Appendice B Norme Dei Fondi Strutturali Sul Finanziamento Del Capitale Di Rischio Norme Dei Fondi Strutturali Sul Finanziamento Del Capitale Di Rischio Regolamento (CE) n. 1685/2000 della Commissione del 28 luglio 2000 recante disposizioni di applicazione del regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio per quanto riguarda l'ammissibilità delle spese concernenti le operazioni cofinanziate dai Fondi strutturali Norma n. 8. Fondi per mutui e capitali di rischio 1. NORMA GENERALE I Fondi strutturali possono cofinanziare capitali di rischio e/o fondi per mutui o fondi di partecipazione in capitale di rischio (in appresso "Fondi") alle condizioni indicate al punto 2. Per "Fondi di capitale di rischio e fondi per mutui" si intende, ai fini della presente norma, strumenti di investimento appositamente istituiti per fornire capitale o altre forme di capitale di rischio, inclusi mutui, alle piccole e medie imprese (PMI) ai sensi della raccomandazione 96/280/CE della Commissione(2). Per "Fondi di partecipazione in capitale di rischio" si intende fondi costituiti per l'investimento in diversi fondi di finanziamento e di capitale di rischio. La partecipazione dei Fondi strutturali a tali fondi può essere accompagnata da coinvestimenti o garanzie da parte di altri strumenti di finanziamento comunitari. 2. CONDIZIONI 2.1. I cofinanziatori del fondo devono presentare un piano di attività prudente che precisi, fra l'altro, il mercato dove opera il fondo, i criteri e le condizioni del finanziamento, il bilancio di esercizio del fondo, la proprietà e i soci cofinanziatori, la professionalità, la competenza e l'indipendenza del personale dirigente, lo statuto del fondo, la giustificazione e il previsto utilizzo del contributo dei Fondi strutturali, la politica di uscita dagli investimenti e le disposizioni di liquidazione del fondo, incluso il reimpiego delle entrate attribuibili al contributo dei Fondi strutturali. Il piano di attività deve essere attentamente valutato e la sua applicazione sorvegliata sotto la responsabilità della autorità di gestione. 2.2. Il fondo deve essere costituito come entità giuridica indipendente disciplinata da accordi fra gli azionisti o come un capitale in seno ad un'istituzione finanziaria già esistente. In quest'ultimo caso, il fondo deve essere oggetto di una convenzione di attuazione specifica, che preveda in particolare una contabilità separata che distingua le nuove risorse investite nel fondo (incluse quelle investite dai Fondi strutturali) da quelle inizialmente esistenti nell'istituzione. Tutti i partecipanti al fondo devono versare contributi in denaro. 2.3. La Commissione non può diventare socio o azionista del fondo. 60 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Appendice B Norme Dei Fondi Strutturali Sul Finanziamento Del Capitale Di Rischio 2.4. Il contributo dei Fondi strutturali è soggetto ai limiti di cui all'articolo 29, paragrafi 3 e 4, del regolamento generale. 2.5. I fondi possono investire solo in PMI al momento della fondazione, nelle prime fasi (incluso il capitale di crescita) o durante l'espansione e solo in attività che i gestori del fondo giudicano potenzialmente efficienti da un punto di vista economico. La valutazione dell'efficienza economica deve tener conto di tutti i tipi di entrate delle imprese in questione. I fondi non possono investire in imprese in difficoltà ai sensi degli orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà(3). 2.6. Devono essere prese le misure necessarie per ridurre al minimo le distorsioni di concorrenza sul mercato dei finanziamenti o dei capitali di rischio. In particolare i rendimenti ottenuti dagli investimenti di capitali e dai prestiti (detratta una quota pro-rata dei costi di gestione) possono essere destinati in via preferenziale agli azionisti privati fino al livello di remunerazione stabilito nel contratto e successivamente devono essere ripartiti equamente fra tutti gli azionisti e i Fondi strutturali. I rendimenti attribuibili ai contributi dei Fondi strutturali devono essere riutilizzati per le attività di sviluppo di PMI nella stessa area ammissibile. 2.7. I costi di gestione non possono superare il 5 % del capitale versato in media annuale per la durata dell'intervento a meno che, in seguito ad una gara di appalto, si renda necessaria una percentuale più elevata. 2.8. Al momento della chiusura dell'operazione, la spesa ammissibile del fondo (il beneficiario finale) dovrà essere il capitale del fondo che è stato investito in o prestato a PMI, inclusi i costi di gestione sostenuti. 2.9. I Fondi strutturali e gli altri contributi pubblici ai fondi, nonché gli investimenti effettuati dai fondi nelle singole PMI, sono soggetti alle norme sugli aiuti di Stato. 3. RACCOMANDAZIONI 3.1. La Commissione raccomanda le regole di buona pratica fissate ai punti da 3.2 a 3.6 per i fondi ai quali i Fondi strutturali contribuiscono. La Commissione considererà il rispetto di queste raccomandazioni un elemento positivo quando si tratterà di esaminare la compatibilità del fondo con le norme sugli aiuti di Stato. Le raccomandazioni non sono vincolanti ai fini della ammissibilità della spesa. 3.2. Il contributo finanziario del settore privato deve essere considerevole ed in ogni caso superiore al 30 %. 3.3. I fondi dovrebbero essere sufficientemente ampi e riguardare un numero di beneficiari sufficientemente elevato da poter essere economicamente efficienti, con una scala temporale per gli investimenti compatibile con il periodo di 61 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Appendice B Norme Dei Fondi Strutturali Sul Finanziamento Del Capitale Di Rischio partecipazione dei Fondi strutturali e concentrarsi su aree di insufficienza del mercato. 3.4. La scadenza dei versamenti di capitale nel fondo dovrebbe essere la stessa per i Fondi strutturali e per gli azionisti su base pro-rata secondo le quote sottoscritte. 3.5. I fondi dovrebbero essere gestiti da professionisti indipendenti con una esperienza sufficiente da garantire la capacità e la credibilità necessarie per gestire un fondo di capitale di rischio. Il personale di gestione andrebbe scelto di preferenza sulla base di una procedura di selezione competitiva, tenendo conto del livello degli onorari previsto. 3.6. I fondi normalmente non dovrebbero acquisire quote di maggioranza di imprese e dovrebbero perseguire l'obiettivo di realizzare tutti gli investimenti entro la durata di vita del fondo. Norma n. 9. Fondi di garanzia 1. NORMA GENERALE I Fondi strutturali possono cofinanziare il capitale di fondi di garanzia alle condizioni esposte al punto 2. Per "Fondi di garanzia" si intende, ai fini della presente norma, strumenti di finanziamento che garantiscono fondi per capitale di rischio e per mutui ai sensi della norma n. 8 e regimi di finanziamento del rischio delle PMI (inclusi mutui) nei confronti delle perdite derivanti dai loro investimenti in piccole e medie imprese ai sensi della raccomandazione 96/280/CE. I fondi possono essere Fondi comuni a sostegno pubblico sottoscritti da PMI, fondi gestiti commercialmente con partecipanti del settore privato o fondi a finanziamento totalmente pubblico. La partecipazione dei Fondi strutturali a questi fondi può essere accompagnata da garanzie parziali fornite da altri strumenti di finanziamento comunitari. 2. CONDIZIONI 2.1. Un piano di attività prudente deve essere presentato dai cofinanziatori applicando, in quanto compatibili, le regole per i fondi di capitale di rischio (norma n. 8), mutatis mutandis, e specificando il portafoglio di garanzia beneficiario. Il piano di attività deve essere attentamente valutato e la sua applicazione sorvegliata sotto la responsabilità dell'autorità di gestione. 2.2. Il fondo deve essere costituito come un'entità giuridica indipendente disciplinata da accordi fra gli azionisti o come un capitale separato in seno ad un'istituzione finanziaria preesistente. In quest'ultimo caso, il fondo deve essere oggetto di una specifica convenzione di attuazione, che preveda in particolare una contabilità separata che distingua le nuove risorse investite nel fondo (incluse quelle provenienti dai Fondi strutturali) da quelle inizialmente disponibili nell'istituzione. 62 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Appendice B Norme Dei Fondi Strutturali Sul Finanziamento Del Capitale Di Rischio 2.3. La Commissione non può divenire socio o azionista del fondo. 2.4. I fondi possono garantire soltanto investimenti in attività reputate economicamente efficienti. I fondi non possono fornire garanzie per imprese in difficoltà ai sensi degli orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà. 2.5. L'eventuale quota residua del contributo dei Fondi strutturali dopo che le garanzie siano state onorate deve essere riutilizzata per attività di sviluppo delle PMI nella stessa area ammissibile. 2.6. I costi di gestione non possono superare il 2 % del capitale versato su una media annuale per la durata dell'intervento a meno che, in seguito a gara d'appalto, si riveli necessaria una percentuale più elevata. 2.7. Al momento della chiusura dell'intervento, la spesa ammissibile del fondo (il beneficiario finale) è l'importo del capitale versato del fondo, necessario, sulla base di una valutazione indipendente, a coprire le garanzie fornite, comprese le spese di gestione sostenute. 2.8. I contributi dei Fondi strutturali e gli altri contributi pubblici ai fondi di garanzia, nonché le garanzie fornite da tali fondi alle singole PMI sono soggetti alle norme sugli aiuti di Stato. 63 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Appendice C Aiuto De Minimis Aiuti de minimis Regolamento (CE) n. 69/2001 della Commissione del 12 gennaio 2001 relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti d'importanza minore ("de minimis") Articolo 1 - Campo di applicazione Il presente regolamento si applica agli aiuti concessi alle imprese di qualsiasi settore, ad eccezione di quelli concessi: a) al settore dei trasporti e alle attività legate alla produzione, alla trasformazione o alla commercializzazione dei prodotti di cui all'allegato I del trattato; b) a favore di attività connesse all'esportazione, vale a dire gli aiuti direttamente connessi ai quantitativi esportati, alla costituzione e gestione di una rete di distribuzione o ad altre spese correnti connesse all'attività di esportazione; c) agli aiuti condizionati all'impiego preferenziale di prodotti interni rispetto ai prodotti importati. Articolo 2 - Aiuti de minimis 1. Si ritiene che gli aiuti non corrispondano a tutti i criteri per l'applicazione del divieto di cui all'articolo 87, paragrafo 1, del trattato e che non siano pertanto soggetti all'obbligo di notifica di cui all'articolo 88, paragrafo 3, qualora essi soddisfino le condizioni di cui ai paragrafi 2 e 3. 2. L'importo complessivo degli aiuti de minimis accordati ad una medesima impresa non può superare 100000 EUR su un periodo di tre anni. Tale massimale si applica indipendentemente dalla forma degli aiuti o dall'obiettivo perseguito. 3. Il massimale di cui al paragrafo 2 è espressa in termini di sovvenzione diretta in denaro. Tutti i valori utilizzati sono al lordo di qualsiasi imposta diretta. Quando un aiuto è concesso in forma diversa da una sovvenzione diretta in denaro, l'importo dell'aiuto è l'equivalente sovvenzione lordo. Gli aiuti erogabili in più quote sono attualizzati al loro valore al momento della concessione. Il tasso di interesse da applicare ai fini dell'attualizzazione e del calcolo dell'importo dell'aiuto, nel caso di un prestito agevolato, è il tasso di riferimento applicabile al momento della concessione. Articolo 3 - Cumulo e controllo 64 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Appendice C Aiuto De Minimis 1. Quando uno Stato membro concede un aiuto de minimis ad un'impresa, la informa della natura de minimis dell'aiuto stesso e si fa rilasciare dall'impresa informazioni esaurienti su eventuali altri aiuti de minimis dalla stessa ricevuti nei tre anni precedenti. Lo Stato membro può erogare il nuovo aiuto de minimis soltanto dopo aver accertato che il nuovo aiuto non fa salire l'importo complessivo degli aiuti de minimis concessi nel periodo di riferimento di tre anni ad un livello eccedente il massimale di cui all'articolo 2, paragrafo 2. 2. Se uno Stato membro ha istituito un registro centrale degli aiuti de minimis, contenente informazioni complete su tutti gli aiuti de minimis concessi da qualsiasi autorità dello Stato membro stesso, il requisito di cui al paragrafo 1, secondo comma, non si applica a decorrere dal momento in cui i dati del registro vertono su un periodo retrospettivo di almeno tre anni. 3. Gli Stati membri registrano e riuniscono tutte le informazioni riguardanti l'applicazione del presente regolamento. Tali registrazioni contengono tutte le informazioni necessarie per accertare che le condizioni del presente regolamento sono state soddisfatte. Le registrazioni riguardanti un singolo aiuto sono conservate per dieci anni dalla data di concessione e quelle relative ad un regime di aiuti per dieci anni dalla data in cui è stato concesso l'ultimo aiuto a norma del regime in questione. Su richiesta scritta della Commissione, lo Stato membro interessato le trasmette, entro 20 giorni lavorativi ovvero entro un termine più lungo fissato nella richiesta, tutte le informazioni che la Commissione ritiene necessarie per accertare se siano state rispettate le condizioni del presente regolamento, con particolare riferimento all'importo complessivo dell'aiuto de minimis ricevuto da una impresa determinata. 65 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Appendice D Glossario Glossario Acquisizione dall’interno (MBO) Finanziamento fornito per consentire la rilevazione da parte dei dirigenti di un’impresa e degli investitori di una linea di prodotti o delle attività dell’impresa da cui dipendono. Borsa valori (mercato borsistico, mercato dei titoli) Mercato di compravendita di valori mobiliari. La sua funzione essenziale consiste nel porre in grado le imprese, i pubblici poteri e gli enti locali di raccogliere capitali vendendo titoli agli investitori. Business angels Privati che investono direttamente in imprese nuove e in espansione non quotate in borsa (finanziamenti "seed"). In molti casi, essi concedono finanziamenti anche per la fase successiva del ciclo di vita delle nuove imprese (fase "start- up"). Di solito, i business angels apportano finanziamenti in cambio di una quota di partecipazione azionaria dell'impresa, ma possono anche fornire altri finanziamenti a lungo termine. I lorocapitali possono integrare l’intervento del settore del venture capital, mediante finanziamenti d’importo più modesto (in genere inferiore a 150.000 euro), in una fase precedente a quella in cui sono in grado d’investire la maggior parte delle società di venture capital. Capitale di avviamento (Early stage capital) Finanziamento accordato alle imprese prima che inizino la fabbricazione commerciale e le vendite e prima che realizzino profitti: comprende il "seed capital”, finanziamento inteso a favorire la ricerca, la valutazione e lo sviluppo di un’idea di base, e lo "start- up capital”, finanziamento fornito alle imprese per lo sviluppo e la commercializzazione iniziale dei loro prodotti. Capitale di sostituzione Acquisto di azioni emesse da una società da parte di un'altra organizzazione d’investimenti in venture capital oda parte di uno o più altri azionisti. Capitale di sviluppo Finanziamento inteso a favorire la crescita e l'espansione di un'impresa. Capitale netto (patrimonio netto) Valore delle azioni ordinarie di una società. Capitalizzazione di mercato Il prezzo di un'azione moltiplicato per il numero totale delle azioni emesse da una società. La valutazione borsistica totale di una società per azioni. Per estensione, la valutazione totale delle società quotate in una borsavalori. Corporate venturing Corporate Venture Capital: operazioni di venture capital tra società, nelle quali una società più grande assume una partecipazione diretta di minoranza in una società più piccola non quotata in borsa, per motivi 66 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Appendice D Glossario strategici, finanziari o di responsabilità societaria. Tali operazioni vengono attuate soprattutto da grandi imprese, per sostenere lo sviluppo tecnologico esterno. Investitori istituzionali Questa denominazione indica soprattutto le società di assicurazioni, i fondi pensione e i fondi d'investimento che raccolgono il risparmio e forniscono fondi ai mercati, ma anche altri tipi di istituzioni (per esempio i fondi di dotazione, le fondazioni ecc.). IPO (Initial Public Offering) Emissione pubblica iniziale (pubblica sottoscrizione, offerta di azioni al pubblico): procedura di lancio di una nuova società mediante offerta delle sue azioni al pubblico. Mercati dei capitali di rischio . I mercati che forniscono finanziamento azionario ad un'impresa nelle sue prime fasi di crescita (progettazione, avviamento e sviluppo: vedasi la voce "Capitale di avviamento"). Nel contesto della presente comunicazione, si tratta di tre tipi di finanziamento: - investimento informale da parte dei business angels e di società (Corporate Venturing); - venture capital; - borse specializzate nelle PMI e nelle imprese a forte crescita Mercati regolamentati Mercati organizzati dove s’incontrano acquirenti e venditori per contrattare secondo regole e procedure convenute. Sono mercati che soddisfano le condizioni di cui all'articolo 1, paragrafo 13 della DSI. Mercato finanziario Il mercato nel quale i settori industriale e commerciale, i pubblici poteri egli enti locali attingono capitali a lungo termine. Le borse valori fanno parte del mercato finanziario. Mercato primario Il mercato delle nuove emissioni di valori mobiliari. Il mercato di compravendita dei valori mobiliari dopo la loro vendita in pubblica sottoscrizione. La prosperità e la liquidità del mercato secondario sono le condizioni per la solidità del mercato primario. Mercato secondario Private equity. In contrapposizione a “public equity”, è l’investimento in azioni di società non quotate in borsa. Esso comprende il venture capital e gli investimenti per le acquisizioni dall'interno Valori mobiliari Attivi finanziari comprendenti azioni, obbligazioni, titoli di Stato a reddito fisso, investimenti a capitale variabile e crediti su prestiti o depositi. 67 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Appendice D Glossario Venture capital Investimento in imprese non quotate in borsa effettuato da società specializzate le quali gestiscono capitali propri o di terzi. Questo tipo d'investimento finanzia le imprese nelle fasi di avviamento, sviluppo, sostituzione, ma non le acquisizioni dall'interno. 68 Guida Al Finanziamento Del Capitale Di Rischio Nella Politica Regionale Appendice E Funzione Di Ricerca Di Inforegio Inforegio Search Facility The Inforegio web site contains information on all programmes under the structural funds and also contains a search facility which allows users to search by country, region and type of programme. This search facility will bring up summary details of programmes and web links to the region or programme concerned. You can access the search facility from the following link : http://europa.eu.int/comm/regional_policy/country/prordn/index_en.cfm A gateway to information about the schemes available in each country is also available on the following link: http://europa.eu.int/comm/regional_policy/country/gateway/index_en.cfm An example of the search screen is shown below: 69 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Appendice F Fonti E Contatti Sources and contacts A. European Commission information covering most types of schemes Directorate general Regional Policy website provides the latest information on the European Union's action in support of regional development http://europa.eu.int/comm/regional_policy/index_en.htm Directorate general Enterprise website contains information and good practices on access to finance for smaller enterprises, at an earlier stage, and finance for expanding and hi-tech firms. It present a Directory of measures in favour of entrepreneurship and competitiveness. http://europa.eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/bestdirectory/en/finance/index.htm Directorate general Research provides under the CORDIS (Community Research & Development Information Service) website the Financing innovation pages. They offer information to entrepreneurs and investors concerning venture capital, bank and debt finance, informal investors, stock markets... as well as on a wide range of related EU support schemes and calls for proposals. http://www.cordis.lu/en/home.html Directorate general Competition website shows relevant documents covering competition policy, state aid and regional development. These include : - Vademecum on the State aid. http://europa.eu.int/comm/competition/state_aid/others/vademecum/vademecu m_en.pdf) - Commission notice on State Aid in the form of guarantees (Official Journal C71 of 11.03.2000) http://europa.eu.int/comm/competition/state_aid/legislation/state_guarantees/n otice_19991124_en.pdf - Risk capital communication on State aid and risk capital (Official Journal C235,21.08.2001,p3-1) http://europa.eu.int/comm/competition/state_aid/legislation/aid3.html#D 70 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Appendice F Fonti E Contatti B. Information covering specific types of schemes The European Investment Fund is the European Union's specialised financial institution providing venture capital and guarantee instruments for the creation, growth and development of Small and Medium-sized Enterprises (SMEs). The EIF has been charged by the European Commission Directorate General Regional Policy to develop a consulting activity in favour of management authorities of the Structural Funds programmes in view to help them in setting up funds including operation, legal and financial issues, investment procedures and staffing matters. This support is also available to regions, countries and interregional funds. 43, avenue J.F. Kennedy L-2968 Luxembourg LUXEMBOURG Tel : +352-42 66 88 – 1 C. Fax : +352-42 66 88 – 200 e-mail : [email protected] www.eif.org Other Relevant organisations European Venture Capital Association Minervastraat 4 B-1930 Zaventem (Brussels) Belgium Tel +32 2 715 00 20 Fax +32 2 725 07 04 e-mail [email protected] www.evca.com FEBEA, Fédération Européenne de Finances et Banques Ethiques et Alternatives Rue du Progrès 333, bte 5 1030 Brussels, Belgium tél +32(0)2-274 14 55 fax +32(0)2-205 17 39 e-mail [email protected] European Business Angel network EURADA / EBAN Avenue des Arts,12 Bte 7 B-12 10 BRUSSELS Belgium Tel. : 32 2 218 43 13 Fax : 32 2 218 45 83 e-mail : [email protected] www.eban.org INAISE, International Association of Investors in the Social Economy Rue Haute 139, bte 3 1000 Brussels, Belgium tel: + 32 2 234 5797 fax: + 32 2 234 5798 e-mail: [email protected] European Mutual Association 40, rue de Washington B-1050 Brussels BELGIUM Tel: +32 2 640 51 77 Fax: + 32 2 640 51 77 e-mail: [email protected] http://www.aecm.be Guarantees MFC-CEE & NIS, Micro-Finance Centre for Central and Eastern Europe and the New Independent States ul. Koszykowa 60/62 m. 52 00-673 Warsaw, Poland tel.: (48-22) 622 34 65 fax: (48-22) 622 34 85 e-mail: [email protected] 71 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Appendice F Fonti E Contatti Micro credits MFC (Western Europe), Micro-Finance CDFA, Community Development Finance Centre, Western Europe Association C/o ADIE 80-84 Bondway 14 rue Delambre Vauxhall 75014 Paris, France London SW8 1SF, UK Tel (33) 01 42 18 57 87 Tel: +44 20 7820 1282 Fax (33) 01 43 20 19 50 Fax: +44 20 7587 5347 Email : [email protected] e-mail: [email protected] 72 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Appendice G Elenco Degli Studi Di Casi Case studies The following table sets out case studies undertaken during the course of the preparation of the Guide. In the Guide, it is referred to a number of best practice examples from the case studies. The full case study write-ups in template format are available online from the website of the European Commission : http://europa.eu.int/comm/regional_policy/sources/docgener/guides/guide_en.htm Interested bodies are requested to provide new case studies or to update existing case studies. To do so, please follow the layout shown on the first page of the case study list and send the case study in electronic form, in its original language, to the European Commission, DG Regional Policy, Coordination Unit [email protected] who will validate the request and decide on publication. . Case Study Type of Instruments Name of Scheme Merseyside Special Investment Fund - UK Enterprise Ireland www.msif.co.uk 2 Venture Capital, Loans, Micro Loans Seed and Venture Capital 3 Equity and Loans Enterprise Ireland www.enterprise-ireland.ie 4 Guarantees Finnvera - Finland www.finnvera.fi 5 Loans Finnvera-Finland www.finnvera.fi 6 Equity and Loans Finance Wales-UK www.financewales.co.uk/ 7 Loans www.sozialbank.de 8 Guarantees 9 Loans Bank für Sozialwirtschaft AG Germany Portuguese Mutual Guarantee System (SPGM) Instituto de Fomento de Andalucia (IFA) - Spain Instituto de Fomento de Andalucia (IFA) - Spain nr 1 9bis Interest Rate Subsidie Website Address of Institution www.enterprise-ireland.ie www.spgm.pt www.central.ifa.es www.central.ifa.es 10 Venture capital Instituto de Fomento de Andalucia (IFA) - Spain www.central.ifa.es 11 Guarantees Eurofidi -Italy www.eurocons.it 12 Brussel /Bruxelles micro-credits and seed capital fund -Belgium Hitelgarancia -Hungary www.srib.be 13 Micro-credits and seed capital Guarantees 14 Venture capital Franche-Comté - France n.a. 15 Micro-credits Fundusz Mikro -Poland 16 Business angels LINC Scotland http://www.funduszmikro.ho me.pl/ http://www.go.uk.com/busin ess_angels.html www.hitelgarancia.hu 73 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Programmi Del Periodo 2000-2006 Appendice H 2000-2006 Programming Period Schemes Amounts in € PROGRAMME MEASURES TOTAL COST PUBLIC COST STRUCTURAL FUNDS NATIONAL FUNDS PRIVATE SECTOR 1 (2+5) 2 (3+4) 3 4 5 152,613 152,613 1,144,597 1,144,597 EEUR AUSTRIA Steiermark TOTAL AUSTRIA Gründung von Unternehmen Hainaut Bruxelles Capitale TOTAL BELGIUM Ingénierie financière Ingénierie financière 1,526,130 1,526,130 381,532 381,532 228,920 228,920 59,444,864 11,335,100 70,779,964 59,444,864 10,000,000 69,444,864 29,722,432 5,000,000 34,722,432 BELGIUM Mecklenburg - Vorpommern Mecklenburg - Vorpommern GERMANY Stärkung unternehmerischer Potentiale der KMU 4,300,540 Finanzinstrumente bei KMU 255,648 Saarland Nordrhein-Westfalen Wirtschaftsnahe und touristische Infrastruktur in den Übergangs-gebieten Beteiligungskapital 8,533,000 77,715,254 29,722,432 5,000,000 34,722,432 0 1,335,100 1,335,100 4,300,540 255,648 3,103,117 191,736 1,197,423 63,912 0 0 8,533,000 77,715,254 4,266,500 38,857,627 4,266,500 38,857,627 0 0 74 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Programmi Del Periodo 2000-2006 Appendice H Amounts in € PROGRAMME MEASURES Nordrhein-Westfalen Fonds für Hochschulen Hessen Bayern TOTAL GERMANY Gründer/innen TOTAL COST GERMANY (continued) aus den 3,068,042 PUBLIC COST STRUCTURAL FUNDS NATIONAL FUNDS PRIVATE SECTOR 3,068,042 1,534,021 1,534,021 0 6,608,484 4,956,363 3,304,242 1,652,121 1,652,121 7,390,724 107,871,692 SPAIN 5,912,579 104,741,426 3,695,362 54,952,605 2,217,217 49,788,821 1,478,145 3,130,266 Beteiligung des Landes am Aufbau eines oder mehrerer regionaler Risikokapitalfonds für junge Unternehmen und Existenzgründungen Förderung der Leistungssteigerung durch Kooperati-on, Beratung und Vernetzung von KMU Andalucia Mejora de las condiciones de financiación de las empresas (FEDER) 175,580,983 175,580,983 131,685,738 43,895,245 0 Canarias Mejora de las condiciones de financiación de las empresas 12,861,659 12,861,659 9,646,244 3,215,415 0 14,144,286 14,144,286 9,901,000 4,243,286 0 21,426,371 21,426,371 14,998,460 6,427,911 0 1,224,338 1,224,338 795,820 428,518 0 8,654,290 8,654,290 6,058,003 2,596,287 0 Castilla la Mancha Castilla la Mancha Mejora de las condiciones de financiación de las empresas. (FEDER) Mejora de las condiciones de financiación de las empresas. (FEDER) Castilla y León Desarrollo endógeno de zonas rurales, relativo a las actividades agrarias (FEOGA-O) Mejora de las condiciones de financiación de las empresas. (FEDER) Extremadura Mejora de las condiciones de financiación de las empresas 4,207,087 4,207,087 3,155,314 1,051,773 0 Extremadura Mejora de las condiciones de financiacion de las empresas 19,200,000 19,200,000 14,400,000 4,800,000 0 Murcia Mejora de las condiciones de financiación de las empresas 14,418,571 14,418,571 10,093,000 4,325,571 0 58,728,274 330,445,859 58,728,274 330,445,859 29,364,137 230,097,716 29,364,137 100,348,143 0 0 Castilla la Mancha Pais Vasco TOTAL SPAIN Mejora de las condiciones de financiación de las empresas 75 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Programmi Del Periodo 2000-2006 Appendice H Amounts in € PROGRAMME Finland Objective 1 and 2 areas TOTAL FINLAND TOTAL COST MEASURES FINLAND Finnvera microfinancing (micro enterprise and women entrepreneur loans), Entrepreneur loans and Growth Financing (investment and working capital) loans PUBLIC COST STRUCTURAL FUNDS NATIONAL FUNDS PRIVATE SECTOR 20,446,400 20,446,400 13,913,600 13,913,600 5,555,200 5,555,200 8,358,400 8,358,400 6,532,800 6,532,800 Corse Guyane Martinique Martinique Martinique Auvergne FRANCE Favoriser le développement des entreprises Ingénierie financière Garantie financière Plates formes d'initiative locale Bonification d'intéret Soutien aux projets des entreprises 9,542,271 4,807,083 17,189,500 13,718,000 3,968,000 15,460,000 7,474,681 4,596,246 17,189,500 6,858,000 3,968,000 4,370,000 2,898,580 2,951,718 7,660,500 1,523,000 1,834,000 2,080,000 4,576,101 1,644,528 9,529,000 5,335,000 2,134,000 2,290,000 2,067,590 210,837 0 6,860,000 0 11,090,000 Lorraine Soutenir les investissements immatériels des PME-PMI 12,665,967 10,275,063 5,137,532 5,137,532 2,390,904 Pays de le Loire Soutenir les projets de développement des entreprises 46,357,089 20,881,687 4,635,709 16,245,978 25,475,402 Poitou-Charentes Soutien à la création et au développement des entreprises industrielles, artisanales et commerciales, touristiques et des services aux entreprises 11,395,529 3,965,644 1,937,240 2,028,404 7,429,885 Basse-Normandie Favoriser la création, le développement et la transmission d'entreprises 11,499,884 5,024,884 2,225,053 2,799,831 6,475,000 Haute-Normandie Champagne-Ardenne Champagne-Ardenne Améliorer la compétitivité et soutenir la création des entreprises et de services Soutenir la création d'activités Accompagner l'expansion des entreprises 40,402,842 1,695,000 8,976,473 14,447,185 1,185,000 4,100,249 5,527,479 510,000 2,050,125 8,919,707 675,000 2,050,124 25,955,656 510,000 4,876,224 matériels et 76 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Programmi Del Periodo 2000-2006 Appendice H Amounts in € PROGRAMME MEASURES Champagne-Ardenne Anticiper les mutations industrielles Champagne-Ardenne Provence-Alpes-Côte d'Azur Reconquérir la valeur ajoutée de production agricole Accroître la compétitivité des entreprises Franche-Comté Aquitaine Structurer un environnement attractif pour les entreprises Ingénierie financière TOTAL COST FRANCE (continued) 6,000,000 PUBLIC COST STRUCTURAL FUNDS NATIONAL FUNDS PRIVATE SECTOR 1,500,000 750,000 750,000 4,500,000 0 170,140,053 0 96,054,413 0 24,698,700 0 71,355,713 0 74,085,639 2,715,517 26,599,999 2,317,453 21,900,000 688,143 10,100,000 1,629,310 11,800,000 398,063 4,699,999 Bourgogne Centre Ile-de-France Accompagner la modernisation des entreprises, le développement des PMI-PME et du commerce de l'artisanat Accroître la compétitivité des entreprises Soutien à la création d'activités 14,201,515 5,415,780 27,972,000 4,187,515 1,354,080 13,986,000 2,093,757 677,040 6,993,000 2,093,757 677,040 6,993,000 10,014,000 4,061,700 13,986,000 Ile-de-France Renforcement des moyens humains financiers des entreprises (PME/TPE) 14,008,000 7,004,000 3,502,000 3,502,000 7,004,000 9,146,940 0 473,877,442 6,402,858 0 259,042,458 3,201,429 0 93,675,005 3,201,429 0 165,367,454 2,744,082 0 214,834,981 1,178,228 15,997,000 15,997,000 895,219 15,997,000 15,997,000 424,162 7,997,000 7,997,000 471,057 8,000,000 8,000,000 283,009 0 0 Picardie Rhône-Alpes TOTAL FRANCE notre compétitif et et Ingénierie financière, création et développement d’entreprises » Soutient à la création et à la reprise d'entreprise UK Normanton in Derby Cornwall and the Isles of Scilly Cornwall and the Isles of Scilly Supporting local businesses Financial engineering for SMEs Infrastructure for Learning South Yorkshire South Yorkshire West Wales and the Valleys Promoting the adaptation and development of rural areas Improving access to finance for SMEs Financial support for SMEs (ERDF) 4,515,000 108,698,000 46,768,250 3,612,000 59,783,000 37,379,500 1,806,000 43,478,000 23,079,750 1,806,000 16,305,000 14,299,750 903,000 48,915,000 9,388,750 Highlands & Islands Stimulate private sector investment in existing and new business 75,019,910 61,330,950 27,192,500 34,138,450 13,688,960 77 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Programmi Del Periodo 2000-2006 Appendice H Amounts in € PROGRAMME MEASURES GIBRALTAR SME & E Commerce TOTAL COST PUBLIC COST STRUCTURAL FUNDS NATIONAL FUNDS PRIVATE SECTOR UK (continued) East Midlands North East of England North East of England North West England London TOTAL UK Attique Egée du Nord Iles de l'Egée du sud Competitivité TOTAL GREECE Financial Support for SMEs and the Social Economy Providing Access to Finance for Entrepreneurs Providing Access to Finance for SMEs Access to Investment Finance for Growth SMEs Funding for growth 414,600 334,600 167,300 167,300 80,000 13,268,400 51,926,000 207,128,000 11,897,200 52,010,000 604,817,588 11,508,200 37,813,000 150,758,000 7,976,000 43,912,000 447,296,469 4,814,200 23,299,000 93,207,000 3,988,000 21,956,000 259,405,912 6,694,000 14,514,000 57,551,000 3,988,000 21,956,000 187,890,557 1,760,200 14,113,000 56,370,000 3,921,200 8,098,000 157,521,119 4,415,402 3,311,552 1,103,851 1,560,000 1,488,510 1,116,383 372,128 998,370 970,000 146,731,343 153,605,255 727,500 98,310,000 103,465,435 242,500 48,421,343 50,139,822 440,000 36,673,000 39,671,370 GREECE Infrastructures and specific actions for SME’s of the secondary ant tertiary sector 5,975,402 Incentives - Services - Infrastructures for enterprises 2,486,880 Improvement of the production environment, innovation 1,410,000 Finance credit support for SME’s and VSE’s 183,404,343 193,276,625 ITALY Calabria Calabria Crescita e competitività delle imprese industriali, artigiane, del commercio e dei servizi Ingegneria finanziaria 21,042,000 9,118,000 21,042,000 9,118,000 10,521,000 4,559,000 10,521,000 4,559,000 0 0 Puglia Interventi per la capitalizzazione e il consolidamento finanziario del sistema delle PMI dei settori Artigianato, Turismo, Commercio. 184,178,000 64,000,000 32,000,000 32,000,000 120,178,000 Sardegna Lazio Lazio Marche Sostegno alla nascita ed allo sviluppo di nuove imprese Aiuti alle PMI Strumenti finanziari per l'innovazione Servizi di ingegneria finanziaria 36,569,680 8,862,933 15,225,963 16,528,467 18,284,840 8,740,410 12,309,661 11,363,898 9,142,420 3,375,031 3,995,982 5,681,950 9,142,420 5,365,379 8,313,679 5,681,948 18,284,840 122,522 2,916,302 5,164,569 78 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Programmi Del Periodo 2000-2006 Appendice H Amounts in € TOTAL COST PROGRAMME MEASURES Friuli-Venezia-Giulia Servizi finanziari per il rafforzamento del capitale sociale Friuli-Venezia-Giulia Servizi per favorire imprenditorialità PUBLIC COST STRUCTURAL FUNDS NATIONAL FUNDS PRIVATE SECTOR ITALY (Continued) Friuli-Venezia-Giulia TOTAL ITALY lo start 5,658,302 5,658,302 1,697,490 3,960,812 0 255,146 183,420 55,026 128,394 71,727 769,726 298,208,217 NETHERLANDS 769,726 151,470,257 230,918 71,258,817 538,808 80,211,440 0 146,737,960 161,979 33,275,000 49,333,600 133,779 25,025,000 20,266,400 46,488 8,250,000 8,400,000 87,291 16,775,000 11,866,400 28,200 8,250,000 29,067,200 13,204,273 5,988,819 10,451,790 3,778,569 4,597,091 1,827,250 5,854,700 1,951,319 2,752,483 2,210,250 3,762,712 105,726,383 2,919,627 62,575,165 1,254,064 24,374,893 1,665,564 38,200,274 843,085 43,151,218 56,323,158 49,907,972 37,430,979 12,476,993 6,415,186 3,891,800 3,891,800 2,920,600 971,200 0 992,468,802 309,574,552 232,182,161 77,392,391 682,894,250 6,049,232 1,058,732,992 4,196,007 367,570,331 2,156,416 274,690,156 2,039,591 92,880,175 1,853,225 691,162,661 up di nuova Consolidamento e sviluppo dell'imprenditoria nelle zone montane Amsterdam Flevoland Noord-Nederland Versterken bedrijfsleven ondernemerschap Financial engineering Stimulering marktsector Stedelijke Gebieden Nederland Zuid-Nederland Versterking concurrentiepositie bedrijfsleven en stimuleren ondernemerschap Versterking concurrentiepositie bedrijfsleven Oost-Nederland TOTAL NETHERLANDS Versterking (MKB) en concurrentiepositie stimuleren bedrijfsleven PORTUGAL Programa Agricultura Operacional Engenharia Financeira Programa Operacional PESCA Programa Operacional Economia Estruturas de Apoio á Competividade Consolidar e alargar as formas financiamento das empresas Programa Operacional Madeira TOTAL PORTUGAL Competitividade e Eficiência Económica de 79 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Programmi Del Periodo 2000-2006 Appendice H Amounts in € PROGRAMME TOTAL COST MEASURES INTERREG CROSS BORDER 141,362 Österreich-Slowenien Rural Development Österreich-Ungarn Development and aid for infrastructure in border regions Österreich-Ungarn Espana - Marruecos TOTAL CROSS BORDER Cross-border co-operation at the enterprise level (SMEs) and support and advice for cross-border activities Dinamización socioeconómica y empresarial PUBLIC COST STRUCTURAL FUNDS NATIONAL FUNDS PRIVATE SECTOR 113,906 70,668 43,238 27,456 845,200 580,600 422,600 158,000 264,600 166,160 2,308,796 3,461,518 137,000 2,308,796 3,140,302 83,080 1,731,597 2,307,945 53,920 577,199 832,357 29,160 0 321,216 80 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Appendice I Bibliografia Bibliography Publication Date 1994 1994 Publication Title Utilisation of the Structural Funds by SMEs (DG Regional Policy) Guide to Financial Engineering techniques in the context of Regional Policy (DG Regional Policy) 1995 1998 1998 1999 1999 SME Financing in Assisted Regions (DG Regional Policy) Evaluation of Financial Engineering Measures (DG Regional Policy) Guidelines on National Regional Aids OJ C74 of 10/3/1998 (DG Competition) Thematic Evaluation of Structural Fund Impacts on SMEs (DG Regional Policy) 1999 1999 Risk Capital Action Plan (RCAP) (DG Economic and Financial Affairs) Structural Fund Regulations 2000-06 COUNCIL REGULATION (EC) No 1260/1999 of 21 June 1999 laying down general provisions on the Structural Funds (DG Regional Policy) Standard notification for regional aid schemes (Nov 1999) (DG Competition) Reform of the Structural Funds – a comparative analysis (DG Regional Policy) 1999 2000 2000 2000 2001 2001 2000 2000 2001 2001 2002 2002 2002 2001 2001 2001 Risk Capital – a key to job creation in the European Union (DG Economic and Financial Affairs) Progress Report on the Risk Capital Action Plan (RCAP) – Oct 2000 (DG Economic and Financial Affairs) Cost of Capital to European Firms (DG Regional Policy) Global Entrepreneurship Monitor (GEM) - section on Venture Capital and international cross-comparison of penetration rates (The Kaufman Centre for Entrepreneurship/ Ernst & Young) Ninth Survey on State Aid in the European Union COM (2001) 403(01) (DG Competition) Commission Communication on State Aid and Risk Capital (2001/C 235/03) (DG Competition) Multiannual Programme for Entreprise and Entrepreneurship, and in particular for small and medium-sized enterprises (2001-2005) (2000/819/EC) (Directorate-General Enterprise) http://europa.eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/mult_entr_programme/program me_2001_2005.htm Commission Staff Working Paper – Enterprises’ Access to Finance (SEC2001)1667 – 19.10.01 (Directorate-General Enterprise) http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/financing/index.htm Mutual Guarantees – Financial Engineering Techniques Available to SMEs – AECM (European Mutual Guarantees Association) Le Financement des enterprises – typologie des instruments, implications au niveau regional – EURADA (European Regional Development Association) Finances Solidaires – Guide à l’usage des collectivités territoriales. Finansol, dossier coordonné par E. Antoniolli et al. Editions Charles Léopold Mayer, (Paris 2002). Kredite für Kleinunternehmen. Evers, Jan. BAnkakademie Verlag Frankfurt a.M., 2002 Banking and Social Cohesion: alternative responses to a globalised market. Guene Christophe & Mayo Edward. Jon Carpenter Publishing (2001). Finance for Local Development, new solutions for public-private action. New Economics Foundation et al. Books on Demand (Frankfurt, 2001) Reducing cost and Managing Risk in Lending to Micro Enterprises - Handbook for Micro-Lending in Europe. Evers, Jack, Loeff, Siewertsen: 1999, third edition December 81 Guida al finanziamento del capitale di rischio nella politica regionale Appendice I Bibliografia 2000 2001, Hamburg (free download under: www.facetbv.nl/download/micro_lending_handbook.pdf) Banking on Culture – New financial instruments for expanding the cultural sector in Europe. Hackett K. et al (2000), Report written for the European Commission, DG V (3rd System & Employment Programme), published by North West Arts Board (Manchester, UK). 82