Salute e Benessere delle donne a Ferrara

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Coordinatore del progetto
Maria Giovanna Cuccuru
Assessore alla Salute e Servizi alla Persona del Comune di Ferrara
Gruppo di lavoro
Marcella Marani - Assessorato alla Salute e Servizi alla Persona
Paola Castagnotto - Azienda Usl di Ferrara
Maria Caterina Sateriale - Azienda Usl di Ferrara
Mirella Tuffanelli - Presidente Commissione Donne Elette del
Comune di Ferrara
Luana Vecchi - UDI Unione Donne in Italia di Ferrara
Collaboratrice
Linda Bongiovanni - Laureata in Culture e Diritti Umani presso la
Facoltà di Scienze Politiche Università di Bologna
INDICE
Premessa a cura dell’Assessore alla Salute e Servizi alla Persona
Maria Giovanna Cuccuru ............................................................................pag.
3
Profilo di Genere: Salute e Benessere delle donne ......................................pag.
5
Percorsi ed impegni che hanno caratterizzato un decennio ..........................pag. 10
Partecipazione e coinvolgimento delle associazioni femminili ....................pag. 13
Tavolo Salute Donna 2004/2009 e risultati raggiunti ..................................pag. 15
Il Tavolo Salute Donna e la coerenza con l’Atto Triennale di
Indirizzo e Coordinamento approvato dalla Conferenza
Territoriale Sociale e Sanitaria della provincia di Ferrara ............................pag. 38
Piano per la salute e benessere sociale Area Salute e Benessere Donna........ pag. 41
Campagne informative e progettualità future.............................................. pag. 43
Componenti del Tavolo Salute Donna 2004/2009
e recapiti telefonici ..................................................................................pag. 46
G
li anni appena trascorsi in particolare l’anno 2004 (Anno
della Donna) sono stati dedicati con coraggio e decisione
dall’Amministrazione Comunale alla
figura della donna, alla sua valorizzazione all’interno della società civile e ad una riflessione più ampia
sulle forme di partecipazione e di
vita quotidiana. Sono stati anni
intensi e pieni di iniziative, che
hanno portato ottimi frutti a tutte le
donne e le giovani della nostra città,
mettendole al centro della scena, ricordando lo straordinario impegno
svolto in diversi ambiti, la sempre difficile conciliazione tra tempi e spazi
di vita, tra famiglia e lavoro, e cercando di ascoltarne le varie voci e
anime presenti a livello locale. La complessità, difatti, e le profonde difficoltà che caratterizzano questo target della popolazione hanno richiesto in questi anni approcci capaci di integrare anche strumenti culturali, risposte ad azioni differenziate a seconda del contesto di riferimento,
capaci di offrire opportunità a situazioni assolutamente specifiche.
In questo senso, è stato strategico e necessario un processo di adeguamento e allineamento alle nuove politiche di Welfare: del vivere, dell’abitare, delle cure e del “prendersi cura” e dei servizi, rifiutando di considerarle parti scollegate e separate ma invece, parti comuni e integrate
fra di loro. Dare risposte più ampie attraverso un impegno maggiore di
risorse sociali e sanitarie, dare risposte più articolate, personalizzate e
appropriate ha permesso di realizzare un Welfare più efficace ed efficiente nella lettura dei bisogni, nella programmazione delle politiche e degli
interventi, nell’organizzazione dell’accesso alla rete dei servizi e delle
prestazioni, nella gestione delle risorse finanziarie, nella produzione di
servizi e nella valorizzazione del terzo settore. Questo mutamento di
approccio, che tende alla soddisfazione delle esigenze attraverso la par3)
tecipazione e la connessione dei diversi soggetti e attori del territorio è
assolutamente prioritario rispetto allo sviluppo di politiche di settore di
ampliamento dell’offerta dei servizi.
E’ per questo che il Comune di Ferrara – Assessorato alla Salute e Servizi
alla Persona, assieme alla Presidente della Commissione delle Donne
Elette, all’Azienda Usl di Ferrara, all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di
Ferrara e alle associazioni femminili del territorio locale, ha costituito un
Tavolo Interistituzionale denominato “Tavolo Salute Donna” composto
da diverse figure professionali che hanno il compito di promuovere la
politica attiva e visibile, di rispondere a dei bisogni che riguardano il
disagio femminile inteso come: povertà, solitudine e modificazione dell’assetto familiare (innalzamento dell’aspettativa di vita) e di razionalizzare le iniziative pubbliche e private con la partecipazione di tutti gli
attori presenti sul territorio locale, attraverso la realizzazione del Piano
per la salute e il benessere sociale e sanitario e con uno sguardo particolarmente rivolto alla pianificazione e alla prevenzione.
L’obiettivo, appunto, di questa piccola pubblicazione è proprio quello di
informare e sensibilizzare la cittadinanza locale e gli operatori sociali e
sanitari sulle iniziative e sugli interventi realizzati nel corso degli anni
sul tema specifico della salute delle donne, in modo tale da rendere visibili e trasparenti le azioni rivolte a sostegno del disagio femminile, partendo dai bisogni evidenti dalle associazioni e dai servizi socio-sanitari.
L’Assessore alla Salute e Servizi alla Persona
Dott.ssa Maria Giovanna Cuccuru
(4
PROFILO DI GENERE: SALUTE E BENESSERE DELLE DONNE*
a cura di Maria Caterina Sateriale - Piani per la Salute Azienda Usl di Ferrara
*Lettura trasversale del Profilo di Comunità 2008 e dei
Quaderni ferraresi per la Salute 2008 e 2009
Il Profilo di salute e benessere della popolazione ferrarese rappresenta lo strumento principale per la programmazione delle politiche del territorio, per un tempo sufficiente a
dare sviluppo ad azioni orientate al miglioramento delle condizioni di vita e di salute.
Lo strumento è pertanto orientato ad individuare le criticità ed interpretarne le motivazioni e la complessità dei fenomeni che li determinano.
Il profilo della popolazione è quindi un lavoro di ricerca che, partendo dai determinanti di salute, analizza e scompone per evidenziare situazioni di maggior svantaggio o
rischio per la salute.
Ne consegue che il profilo di salute della popolazione femminile si articola, come prevedibile, sull’analisi delle criticità, mettendo in rilievo le specifiche condizioni sfavorevoli, svantaggi e cattivi risultati di salute.
Popolazione Femminile Totale dal 2004 al 2008
Anno 2004
70.313
1) SVANTAGGIO
Anno 2005
70.563
Anno 2006
70.739
Anno 2007
71.174
Anno 2008
71.675
NELL’ISTRUZIONE
Analfabetismo
» 16,1/ 1000 donne
» 7,4/ 1000 uomini
Mancato conseguimento
sc. dell’obbligo (15 - 52 aa)
» 10,22%
» 8,7%
donne
uomini
Le donne hanno un tasso di analfabetismo e di mancato conseguimento del diploma di
terza media maggiore degli uomini, come si evince dai dati del riquadro che sono ricavati dal Censimento ISTAT di popolazione 2001. Ciò si può tradurre in svantaggio.
In tutti i comuni della provincia, si registra come il genere femminile sia stato sistematicamente discriminato nella conclusione dell’iter scolastico. La penalizzazione del
5)
genere femminile nel campo dell’istruzione ha ricadute negative non solo sulla salute
della persona (la difficoltà di comprendere messaggi semplici, di curare la propria salute, la prevenzione, l’adesione agli screening), ma anche sullo stile di vita del nucleo
famigliare (alimentazione, fumo, etc..) e soprattutto sui suoi componenti più dipendenti dal “caring”, come i minori, i disabili e gli anziani.
2) SVANTAGGIO
NEL MONDO DEL LAVORO
Tasso di disoccupazione femminile dal 2004 al 2007
Anno 2004
5,7
Anno 2005
5,9
Anno 2006
5,5
Anno 2007
6,1
All’aumentare della popolazione femminile residente corrisponde un sensibile aumento
del tasso di disoccupazione. Oggi, sono le lavoratrici a soffrire maggiormente gli effetti della crisi economica: la precarietà dei contratti offerti, le difficoltà d’inserimento nel
mercato del lavoro e le diseguaglianze dei salari e dei redditi femminili rendendole dei
soggetti estremamente deboli. Da anni, il Comune di Ferrara è impegnato nell’eliminazione delle disparità di genere attraverso la costruzione di servizi a misura di donna
volti a favorire la conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro.
Quote percentuali di lavoratori a tempo parziale e determinato, 2006
Nella Provincia di Ferrara, dal 1995 al 2006 abbiamo assistito ad un incremento dell’occupazione femminile abbastanza importante, mentre quella maschile è lievemente diminuita.
(6
L’incremento dell’occupazione femminile si registra soprattutto nel “settore del precariato”, in particolare si tratta soprattutto di impieghi a tempo parziale e mal retribuiti. Questo riguarda, in misura diversa, anche gli uomini. Ad oggi un lavoratore su sei
nella provincia di Ferrara è precario, uno su cinque se si considerano le sole donne.
Le scarse possibilità d’impiego nella provincia, soprattutto a tempo indeterminato, si
riflettono sul reddito pro capite che per il 2004 risulta più basso di 2.500 Euro rispetto a quello medio registrato in regione.
3) DONNE
E MADRI
Tassi grezzi di natalità dal 1987 al 2006
Il tasso di natalità, che ha raggiunto per la provincia di Ferrara il minimo storico nel
1995, da quell’anno è andato costantemente - seppure lentamente - aumentando, raggiungendo nel 2006 il valore di 7,4 nati per mille abitanti. È un valore ancora distante
dal valore medio regionale dello stesso anno (9,4%). Anche per quanto riguarda la natalità, vi sono forti differenze tra i distretti: mentre nel 2006 i Distretti Sud-Est e CentroNord si attestano su valori inferiori alla media provinciale, il Distretto Ovest ha conosciuto fin dal 1994 una notevole crescita del tasso di natalità, raggiungendo nel 2006 un
valore di poco superiore a quello regionale. Questo fenomeno è dovuto in buona misura
alla forte presenza in questo distretto di popolazione straniera immigrata.
Parti in provincia di Ferrara, anno 2008 (dal CedAP)
Luogo del parto
Ospedale del Delta
Ospedale di Cento
Azienda Ospedaliera
Totale Provincia di Ferrara
Totale RER
N° parti
Madri straniere
v.a.
%
595
89
15,0
783
261
33,3
1.541
394
26,6
2.919
744
25,5
41.380
10.974
26,5
Il numero dei parti nel
2008 è stato pari a 2.919,
di cui 2.175 di donne italiane, in lieve incremento
rispetto agli anni precedenti, mentre si è registrato un incremento
notevole delle partorienti
straniere: dal 16,9% nel
2006, al 23,3% nel 2007
e all’attuale 25,5%.
7)
Il tasso di natalità particolarmente basso nel 2006 (cfr. grafico) - di due punti inferiore al dato medio regionale - suggerisce l’adozione di adeguate politiche di sostegno alle
famiglie, come recenti esperienze europee sembrano dimostrare. È esemplare il caso
della Francia, che destina il 5% del proprio PIL alle politiche di sostegno alla famiglia,
e ha raggiunto nel 2007 un valore del tasso di fecondità totale superiore a 2 figli per
donna, mentre a Ferrara il rapporto è di 1,1 figli per donna.
4) LA
SITUAZIONE ABITATIVA
La situazione abitativa di una popolazione, di una famiglia, di un individuo, è un determinante importante di salute e di benessere. L’abitazione adeguata alle necessità delle
persone che compongono la famiglia, viene individuata come “un prerequisito della
salute” e quindi una bassa qualità della abitazione è associata a una bassa qualità di
salute1. L’insalubrità dell’abitazione rappresenta un rischio di patologia respiratoria
ricorrente soprattutto per la prima infanzia con possibilità di cronicizzazione e instaurarsi di danni permanenti2.
Secondo un’indagine nazionale3 sul consumo delle famiglie, i minori sono segnati dall’esperienza della povertà in misura superiore alla media della popolazione totale, con
livelli pressoché identici a quelli raggiunti dagli anziani. Nelle prime età della vita la
salubrità dell’abitazione è uno degli elementi che influisce sugli esiti di salute non solo
dell’infanzia, ma di tutta la vita e sulla costruzione del “capitale di salute”, anche a
parità di alcuni importanti fattori di rischio quali il fumo di sigaretta, la familiarità e
l’esposizione professionale.
Si auspica che si possa costruire un sistema informativo per i richiedenti alloggio, che
consenta la lettura dei bisogni dei soggetti deboli, in tutti i Comuni della provincia,
evidenziando soprattutto la presenza di minori, anziani e disabili e confinati in casa.
Le donne sono soggette maggiormente alla povertà4 e quindi anche per esse appare la
necessità di monitorare il fabbisogno abitativo.
5) STILI
DI VITA E COMPORTAMENTI A RISCHIO
a. FUMO
Confronto tra fumatori in provincia di Ferrara, anni 2005 e 2008
Donne
Uomini
Totale
In Linea con la salute 2005
In Linea con la salute 2008
21,0 %
28,6 %
24,7 %
20,2 %
23,9 %
22,0 %
Le donne assumono sempre più comportamenti che si sovrappongono a quelli maschili. Il 20,2% delle donne ferraresi fuma, ma se confrontiamo i dati con quelli dell’indagine del 2005, si nota che la percentuale sta calando soprattutto per i fumatori maschi.
Rispetto all'Italia, le donne ferraresi (soprattutto giovani) mostrano una maggiore propensione al fumo, con un 20,2% di fumatrici contro il 17% a livello nazionale.
1234-
(8
E.Fee, T.M.Brown “The Past and future of public Health Practice”; American Journal of Public Health, May 2000.
Sdea T., Cois E.“I primi anni di vita”, “Disuguaglianze di salute in Italia, Epidemiologia & Prevenzione, 2004.
Rapporto sulle politiche contro la povertà e l’esclusione sociale, 2005. Commissione d’indagine sull’esclusione sociale. Ministero della solidarietà.
Ministero della salute, “Lo stato di salute delle donne in Italia”, marzo 2008.
1) Maggiore vulnerabilità alle patologie respiratorie correlate al fumo
La donna subisce più pesantemente gli effetti del fumo, a causa di differenze di tipo
anatomo-fisiologico:
• la diminuzione della capacità polmonare è più rapida nelle forti fumatrici rispetto ai
maschi;
• i bronchi femminili si irritano con maggiore facilità;
• l’assunzione di terapie ormonali, sia in età fertile che dopo la menopausa, sembra
influenzare il meccanismo infiammatorio alla base delle patologie respiratorie croniche.
2) Smettere di fumare è biologicamente più difficile
Le differenze fisiologiche e ormonali fra uomini e donne rendono i sostituti della nicotina meno efficaci per le donne rispetto ai maschi.
3) Rischio in gravidanza, rischio per il neonato
Molte donne smettono di fumare in gravidanza, ma esiste un rischio concreto che
riprendano subito dopo il parto o l’allattamento.
In gravidanza il fumo aumenta le probabilità di basso peso neonatale e di malformazioni, mentre l’esposizione a fumo passivo nelle prime età della vita può determinare
patologie di tipo respiratorio e aumentare il rischio della morte improvvisa del neonato (SIDS).
b. DIVERSA ESPOSIZIONE AL RISCHIO CARDIOVASCOLARE: IL PESO DEL LIVELLO SOCIO-ECONOMICO
Da un’indagine realizzata in due medicine di gruppo di Ferrara, si è dimostrato come le
persone indigenti, rispetto a quelle di livello sociale medio e alto, hanno un rischio di
evento ischemico (infarto del miocardio, ictus) aumentato del 57%. Ciò che ha sorpreso è la situazione femminile: le donne con livello socio-economico basso hanno un
rischio di evento ischemico aumentato del 98%.
6) LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
Le storie di violenza contro le
donne diventano visibili solo
quando raggiungono esiti
estremi, come la morte, gli
1
stupri di gruppo, ma sfuggono
9
all’opinione pubblica tutte le
6
violenze, le richieste di prote13
zione alla pubblica sicurezza, i
113
traumi che si presentano agli
ospedali. Il sistema di sorveFonte: Report Progetto Uscire dalla Violenza del Centro Donna Giustizia,
Ferrara, 2007, 2008
glianza del Centro Donna
Giustizia avviato dal luglio 2001 attraverso la convenzione con il Comune di Ferrara, la
Provincia di Ferrara e i Comuni della provincia, offre assistenza e protezione ad una parte di
queste donne e, come ogni anno, presenta i suoi dati, sapendo che rappresentano solo quanto ha avuto l’occasione o il coraggio di emergere.
Dalla tabella risulta evidente che i casi di violenza hanno come teatro d’azione le mura domestiche. Per altri dati crf. pag. 35
Chi ha agito la violenza
Marito/partner
Ex marito/ex partner
Sconosciuto
Parenti
Conoscenti
n.p.
Totale donne in carico
2007
39
30
2
3
10
10
94
2008
84
9)
PERCORSI ED IMPEGNI CHE HANNO CARATTERIZZATO
UN DECENNIO
a cura di Mirella Tuffanelli
Presidente della Commissione delle Donne Elette
del Comune di Ferrara
Il 7 Aprile 2001 in occasione della Giornata Mondiale della Salute viene organizzato nella sala del Consiglio Comunale di Ferrara un momento forte di riflessione sul piano
della salute come modello di transizione dalla politica di assistenza alla politica per la
salute, dalla centralità dell’offerta dei servizi alla centralità dei problemi di salute delle
persone.
Le donne, dopo lunghi anni di richieste, di battaglie, di petizioni, alla luce delle novità legislative e di un rinnovato contesto sociale e culturale hanno sentito il bisogno di
fare il punto della situazione, di proporre nuovi percorsi e di riaffermare le modalità di
confronto e di condivisione di un percorso in atto da qualche tempo.
Le Associazioni delle donne e le loro rappresentanze sociali ed istituzionali hanno fatto
tesoro dell’esperienza del “Centro salute donna”, forte momento di coagulo e di collaborazione finalizzato alla sensibilizzazione ed alla adesione delle donne alle campagne di screening trasformatasi poi nell’iniziativa del “Telefono Verde”.
Già dal 2000 si era dato avvio ad una nuova esperienza che comportava la messa in rete
di più servizi in collaborazione con le Associazioni femminili e di volontariato già attive appunto nel Centro Salute Donna, insieme con gli URP dell’Azienda Sanitaria e
dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, con l’Informacittà e con i vari attori sociali del
territorio.
Era stata sollecitata e sostenuta la costituzione di un tavolo di concertazione che
offrisse l‘opportunità di perseguire gli obiettivi su esplicitati e che potesse porre i presupposti per un Piano per la Salute, capace di una forte attenzione alle donne e che
prevedesse l’intreccio ed il supporto di tutti i protagonisti, in una logica di condivisione nata dal confronto e dalla messa in opera di tutte le forze: conoscenza e stima reciproca, scambio di informazioni, messa a punto di percorsi di integrazione, azione di
sensibilizzazione e di informazione sul territorio erano gli elementi caratterizzanti di
codesto tavolo.
Il tavolo di concertazione diventa un momento vero di confronto, di incontro, un
metodo di lavoro, individua non solo obiettivi finali, ma anche obiettivi e realizzazioni in itinere.
Le rappresentanti delle Associazioni femminili del territorio: UDI, S.O.S Sanità, Donne
Europee, ANDOS, Telefono verde, Centro Donna Giustizia, Donne CGIL-CISL-UIL, non
sono solo interlocutrici e portavoce del mondo femminile, ma assieme alle rappresentanze dell’Azienda sanitaria e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, della Commissione
delle Donne elette del Consiglio Comunale di Ferrara e il coordinamento forte
dell’Assessorato alla Salute e Servizi alla persona - punto di riferimento del tavolo individuano percorsi e diventano soggetti attivi, propositivi che vanno a potenziare i per(10
corsi di informazione e di
sensibilizzazione delle donne,
segnalando i punti nevralgici
e le difficoltà nella presa in
carico delle donne in una
visione della salute come elemento unitario della persona.
Si superano così pur tra mille
difficoltà le annose divisioni
fra le aziende, i percorsi parcellizzati e separati, difatti,
il principio su cui si attesta
il tutto è proprio quello della
presa in carico della persona,
della donna, secondo iter certi e chiarezza nelle responsabilità.
Al tavolo, ormai Tavolo Salute Donna, viene discusso il piano programmatico del servizio salute donna, gli ambiti di competenza del Consultorio di Ferrara, le risorse, le
attrezzature, l’assetto organizzativo, le funzioni, l’attività svolta.
Nel tempo di volta in volta si affrontano:
• il ruolo dei consultori come luogo di consulenza, accoglienza, ascolto, proposta. Si
discute ripetutamente sulla ridefinizione del monte ore di assistenza psicologica e sulle
risorse professionali che li devono caratterizzare;
• gli interventi di prevenzione e la cura delle patologie della popolazione;
• l’andamento degli screening (tumore al collo dell’utero, della mammella e del
colon-retto);
• il percorso nascita e le sue implicazioni, l’offerta di varie tipologie di parto, il superamento del dato così macroscopico dei tagli cesarei nella nostra realtà territoriale
rispetto ad altri territori;
• il percorso menopausa;
• il potenziamento delle risorse per rispondere alla richiesta di interventi di educazione socio-affettiva e sessuale nelle Istituzioni Scolastiche;
• viene sollecitata l’attivazione della funzione di “nido aperto” per favorire il rapporto madre bambino fin dal momento della nascita;
• vengono sostenute campagne di sensibilizzazione e di informazione per il potenziamento della pratica di allattamento al seno.
Fin da allora si profilava, inoltre, la necessità di affrontare il tema degli stili di vita
correlato ovviamente alla salvaguardia della salute, ed in particolare il tema di una
sana e corretta alimentazione, e la necessità di affrontare il problema della anoressia
e della bulimia.
Altro tema ancora su cui si richiamava la necessità di adottare percorsi riguardava la
presenza delle donne straniere con il portato della loro differenza culturale, delle loro
differenti abitudini, delle loro difficoltà di fronte ad un modo diverso di concepire
11)
aspetti e caratteristiche della femminilità, e comincia altresì a delinearsi nella sua gravità il problema della violenza esercitata sulle donne nelle sue articolazioni e soprattutto quella perpetrata in ambito famigliare e ci si interroga sul ruolo dei consultori al
riguardo.
L’esperienza è continuata negli anni, con incontri periodici sistematici con la presenza
oltre che del volontariato sociale, anche con i responsabili delle aziende, dei vari settori, a seconda dei temi affrontati.
Nel 2004, proclamato dal Comune di Ferrara “Anno della Donna”, il tema della salute
donna si evidenzia in tutto il suo portato di salute come benessere psico-fisico, evidenziando le peculiarità dei percorsi femminili e della salute riproduttiva.
Si dedica attenzione agli aspetti psicologici e sociali del tema, alla depressione
femminile in collaborazione con i Piani per la Salute dell’Azienda Usl di Ferrara, il
Dipartimento di Salute Mentale e la Dott.ssa Elvira Reale (Psicologa e Responsabile
del Centro Prevenzione Salute Mentale Donna di Napoli 1), che ha permesso di iniziare
un percorso di indagine e di studio sulla prevenzione della depressione che sfocia nella
pubblicazione prima di un piccolo vademecum e poi di una vera e propria guida sull’argomento.
Possiamo dire che il percorso iniziato ormai dieci anni fa con
questo carattere di sperimentazione si è dimostrato senz’altro
particolare ed originale, ma ha anche saputo anticipare tempi e
modalità divenute poi in seguito struttura portante dei piani per
la salute e del benessere della cittadinanza tutta.
La meta non è raggiunta, ma il tracciato è segnato con sicurezza e
soprattutto con condivisione sociale.
(12
PARTECIPAZIONE E COINVOLGIMENTO DELLE
ASSOCIAZIONI FEMMINILI
a cura di Luana Vecchi - Udi - Unione Donne in Italia di Ferrara
Da diversi anni si è costituito il Tavolo Salute Donna nel Distretto Centro Nord avendo come capofila l’Assessore alla Salute e Servizi alla Persona del Comune di Ferrara.
Questo è stato possibile per l’impegno profuso delle Associazioni Femminili e per la
disponibilità delle Istituzioni.
Si sono organizzati incontri per approfondire le problematiche al femminile. Infatti,
non vi possono essere efficaci politiche a favore delle donne senza il contributo delle
donne stesse. A Ferrara il protagonismo delle Associazioni femminili si è sempre attivato promuovendo iniziative, portando avanti battaglie a favore delle donne ferraresi e
della loro vita.
Riconoscere le differenze non solo biologiche ma anche relative alla dimensione sociale e culturale del genere è essenziale per delineare programmi e azioni, per organizzare l’offerta dei servizi, per indirizzare la ricerca, per analizzare i dati statistici.
Alcuni momenti importanti come la campagna degli screening gratuiti per i tumori
della cervice uterina, della mammella, hanno favorito una prevenzione priva di pregiudizi e paure e hanno visto l’impegno delle Associazioni Femminili dare vita con
l’Azienda Usl di Ferrara al Telefono Verde, una presenza a turni al telefono per due
anni, per affermare “LE DONNE PER LE DONNE”.
La stessa indagine sulla vita delle donne ferraresi tra i 55 e 69 anni svolta dal
Comune di Ferrara per conoscere i bisogni e le aspettative di vita di una parte di popolazione non ben conosciuta nel corso del 2004 in occasione dell’ANNO DELLA DONNA.
Aver dato vita al CENTRO MENOPAUSA, unitarietà del progetto tra Comune di Ferrara,
Azienda Usl e Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, che valutiamo necessario per
portare avanti le linee guida e contribuire a rafforzare quella integrazione tra gli Enti,
i programmi ed i professionisti che sono una garanzia per la qualità del servizio.
Non meno importante è stata la campagna sulla DEPRESSIONE FEMMINILE, una epidemia sociale al femminile con un valido contributo di alte professionalità dove è stato
prodotto un vademecum di comportamento diffuso da diffondere tra le donne per
“conoscerla di più, per prevenirla, per evitarla, per non averne più paura ed infine per
superarla”.
Tante altre iniziative sono state organizzate: non ultimo il documento sulla salute e
il benessere delle donne ferraresi elaborato dall’UDI, trovando la condivisione delle
Associazioni Femminili, alla base del confronto con il Piano Distrettuale per la salute e
benessere sociale e sanitario (Piani di Zona, Piani per la Salute), in una fase cruciale
di ulteriore maturità del sistema che, con il Primo Piano Sociale e Sanitario Regionale
2008/2010, si prospetta un nuovo investimento sul benessere delle persone e sulla coesione sociale. Nel documento di cui sopra viene svolta una riflessione sullo stato dei
13)
servizi, quali i Consultori familiari e giovanili e sulle prestazioni che forniscono: livello di applicazione della Legge 194/78, percorso nascita e progetto menopausa. Inoltre,
si è attivato un approfondimento sulle patologie che, a livello nazionale e locale, colpiscono di più le donne: quelle cardiovascolari, le neoplasie e la depressione, che rappresentano non soltanto le principali cause di malattia ma anche di morte.
Si richiede pertanto UNA POLITICA SOCIALE E SANITARIA DI GENERE
Il GENERE è un fattore determinante per la salute: lo stato di salute e la sua
percezione, l’insorgere delle malattie e il loro decorso, gli approcci terapeutici e la
loro efficacia sono diversi tra le donne e gli uomini. E’ necessario attivare una
programmazione che promuova la ricerca e la cura di genere, perché solo così si può
prevenire e ridurre le disuguaglianze con una integrazione delle politiche sociali,
sanitarie, economiche, ambientali e produttive che, in modo congiunto possono
rispondere ai bisogni di benessere complessivo e di un welfare di comunità.
Si elencano qui di seguito gli articoli realizzati dall’UDI del Comune di Ferrara, in collaborazione con gli altri componenti del Tavolo Salute Donna, sul quotidiano a livello
locale “La Nuova Ferrara” ogni giovedì della settimana, dal 08 gennaio 2009 ad oggi,
dedicati al tema della salute della donna:
Adolescenti, ed
ucazione
LA DONNA È L’ANELLO FORTE
PER PROMUOVERE LA SALUTE
Sono necessari programmi sanitari
che tutelino la salute delle donne
PARITÀ
SALUTE SERVE
ANCHE SULLA
Lotta alle malattie cardiovascolari,
pericolo sottostimato per le donne
Adottiamo politiche
di prevenzione per
la salvaguardia
della salute
I CONSULTORI
FAMILIARI
Menopausa: un’esperienza vissuta
nne
Ospedali a misura di do
PREVENZIONE
Educazione alla salute
nella scuola
SALUTE E CURA NELLE
DONNE IMMIGRATE
(14
alla sessualità
Menopausa e Osteopo
rosi
Legge 40/2004: “La procreazione
medicalmente assistita”
DELLE NEOPLASIA NELLE DONNE
CONVEGNO
MEDICINA
Testamento biologico:
la libertà personale è inviolabile
DI GENERE
TAVOLO SALUTE DONNA 2004/2009 E RISULTATI RAGGIUNTI
a cura di Marcella Marani - Assessorato alla Salute e Servizi alla Persona e
Linda Bongiovanni - Laureata in Culture e Diritti Umani presso la Facoltà di Scienze
Politiche - Università di Bologna
Nei precedenti capitoli è stata più volte sottolineata e ribadita, da parte di soggetti
attivi del territorio locale, l’importanza e l’efficacia di un Tavolo Salute Donna attraverso le azioni realizzate fino all’anno 2004.
All’interno di questo capitolo, è importante quindi rivolgere l’attenzione sugli ultimi
anni di legislatura, dal 2004 al 2009, dove l’Amministrazione Comunale ha cercato di
attivare, spinta da una politica molto visibile di sostegno al disagio e dei bisogni evidenti delle associazioni, di agire sull’informazione, sull’orientamento ai servizi e sulle
risposte e azioni sempre più adeguate alle esigenze delle donne mantenendo una continuità con i progetti già in essere.
Per questo motivo è risultato molto importante migliorare e potenziare il ruolo assunto dalle associazioni femminili del territorio, considerate principali rilevatrici dei bisogni delle donne della città. Un ruolo strategico, infatti, che è stato quello di predisporre campagne informative per la prevenzione dei tumori che affliggono le donne, impegnandosi nella diffusione di materiale informativo, con una particolare attenzione per
il programma di vaccinazione contro il virus HPV. Infine, un altro obiettivo fondamentale che è stato raggiunto è stato quello di inserire la salute femminile all’interno del Piano distrettuale per la salute e il benessere sociale e sanitario costituendo un area/target di intervento specifico ed elevare il tema ad un obiettivo primario di
welfare locale.
Dall’anno 2004 all’anno 2009 l’amministrazione comunale con i soggetti del tavolo
salute donna ha previsto come macro orientamenti e azioni di miglioramento i seguenti elementi:
■ riformulare strategie di informazioni sulla salute e sui servizi;
■ attivare percorsi di formazione, per rendere il personale più sensibile ai problemi
delle donne;
■ garantire l’accesso ai servizi di assistenza sociale e sanitaria per l’intero ciclo di vita;
■ dare priorità ai programmi educativi che sostengono le donne;
■ promuovere informazione pubblica relativa ai benefici dell’allattamento al seno;
■ promuovere programmi specifici di informazione sulla salute sessuale degli adolescenti, in particolare su HIV/AIDS;
■ modulare forme di sollievo che riducano lo sproporzionato e crescente peso sulle
donne del lavoro di cura all’interno della famiglia e della comunità;
■ sviluppare un approccio multidisciplinare nella gestione dei servizi per le donne che
hanno subito violenza;
■ sottrarre al mercato della tratta e dello sfruttamento sessuale le donne straniere
costrette alla prostituzione forzata ;
■ rispettare l’individualità, l’integrazione delle donne immigrate e le culture d’origine nella logica dei Diritti certi;
15)
In termini, invece, di progetti operativi è stata condivisa l’importanza di dare continuità ad alcuni ambiti di intervento, già in essere nel 2001, ma anche di implementare gli
stessi con nuove iniziative e azioni di miglioramento.
Qui di seguito, appunto, vengono descritti questi progetti e vengono elencati i risultati raggiunti, in termini quantitativi e qualitativi, al fine di dare risalto e voce alle esigenze e opinioni delle donne.
Argomenti trattati all’interno del Tavolo Salute Donna dal 2004 al 2009
N. incontri realizzati: 40
Temi affrontati:
● percorso Nascita, Puerperio, Rooming-in, Parto indolore, Interruzioni Volontarie
di Gravidanza, Malattie Sessualmente Trasmesse;
● percorso Mammella, Attività pre-post operatorio neoplastico;
● prevenzione: Vaccinazione - Screening: tumori al colon retto, alla mammella, al
collo dell’utero HPV;
● azioni a favore dell’integrazione sociale delle donne immigrate (Equo accesso ai
servizi, mediazione linguistica ed interculturalità, contrasto alla violenza e per
corsi di protezione sociale);
● domiciliarità e gestione Fondo per la Non Autosufficienza per progetti di sollie
vo e a favore della fragilità;
● prevenzione della Depressione Femminile (natale e post parto) mediante azioni
di intervento socio sanitario, campagne informative e di sensibilizzazione del
tema e percorsi di formazione degli operatori;
● area salute donna del Piano distrettuale per la salute e per il benessere sociale
e sanitario 2009/2011.
(16
1. SOSTEGNO ALLA MATERNITÀ
PERCORSO NASCITA
Accompagnare la donna in gravidanza in un percorso sanitario sicuro
che rafforzi localmente il diritto della tutela della “BUONA NASCITA” sulla base
delle indicazioni del Piano Sociale e Sanitario nazionale
Secondo la DGR della Regione Emilia
Romagna n. 533 del 21 aprile 2008 il piano
di lavoro e degli obiettivi da raggiungere è il
seguente:
■ realizzare una razionalizzazione delle
metodiche invasive utilizzate per la diagnosi prenatale di anomalie cromosomiche,
mediante l’uso di metodologie finalizzate
alla ridefinizione del rischio e all’aumento
dell’efficienza della diagnosi prenatale;
■ predisporre un percorso razionale della
diagnostica ecografica delle anomalie morfologiche fetali, ivi inclusa la possibilità di
eseguire gli opportuni approfondimenti diagnostici finalizzati ad una migliore definizione della prognosi e alla offerta di un adeguato e tempestivo counselling alla donna;
■ applicare le linee di indirizzo regionale
per la ridefinizione del ruolo dell’ostetrica e la sua integrazione con le altre figure
professionali nell’assistenza al percorso
nascita (gravidanza, parto e puerperio), con
la costruzione di modelli assistenziali che vedano al centro la donna e la sua famiglia;
■ favorire il processo di ascolto delle donne e delle coppie che hanno accesso ai servizi per il percorso nascita, mediante l’adozione di strumenti e modalità di indagine
specifici;
■ garantire un’assistenza qualificata al travaglio e parto fisiologico;
■ ridurre il numero di parti cesarei nei punti nascita;
■ garantire a tutte le gravide i corsi prenatali “di base” in quanto interventi educativi a tutela della maternità e sperimentare un’offerta attiva dei corsi di accompagnamento alla nascita in grado di raggiungere la popolazione svantaggiata.
PER INFORMAZIONI
Ambulatorio della Gravidanza
Via Boschetto, 29 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235524
17)
CONTROLLO DEL PARTO - PARTO INDOLORE
Il Parto in analgesia o Parto indolore è una medicalizzazione del parto: la gestione dello
stesso passa, metaforicamente, dall’ostetrica, in collaborazione con la madre, all’anestesista. E’ più corretto parlare di controllo e di attenuazione del dolore. Si tratta, in altri
termini, di azioni che permettono di favorire il parto fisiologico, promuovere l’appropriatezza degli interventi e garantire la possibilità di usufruire gratuitamente di tutte le tecniche di controllo/contenimento del dolore, sicure ed efficaci, compresa la partoanalgesia. Per realizzare questo tipo di percorso sono stati formati degli anestesisti presso
l’Ospedale S. Anna e si sono già realizzati dei parti in analgesia. Questa progettualità è
attiva anche nei presidi della Azienda Usl di Ferrara e tra le azioni si prevede di:
● promuovere e consolidare l’adozione della linea guida sul “Controllo del benessere fetale in travaglio di parto” per la valutazione e la modifica delle prassi assistenziali al travaglio di parto in termini di appropriatezza degli interventi, di definizione dei
ruoli professionali, introducendo criteri di migliore pratica clinica basati su prove di efficacia;
● aumentare le conoscenze e l’attenzione dei professionisti e delle donne al tema
“il dolore nel parto”, anche attraverso sperimentazioni controllate di metodiche farmacologiche e non farmacologiche.
PER INFORMAZIONI
Reparto Ginecologia -Ostetricia c/o
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara
Corso Giovecca, 203 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/236289
ROOMING-IN
E’ la permanenza continuativa dei neonati
accanto alla propria mamma dopo il parto condividendo la stessa stanza presso la degenza di
ostetricia. E’ un modello assistenziale che favorisce l’allattamento al seno ed evita la separazione mamma/bambino: avere accanto a sé il
bambino permette alla mamma di rispondere
tempestivamente ai segnali di fame del proprio
neonato allattandolo al seno nei momenti più
opportuni (allattamento al seno a richiesta ed
esclusivo).
Un altro aspetto significativo riguardante l’as(18
sistenza è rappresentato dal cambiamento degli obiettivi: l’igiene e l’alimentazione del
neonato non raffigurano più il punto centrale dei compiti medico/infermieristici, ma il
personale si propone di aiutare le mamme ad accudire il proprio figlio e le sostiene nell’allattamento al seno.
Il ruolo del personale non è sostitutivo nei confronti della madre per quanto concerne
l’igiene e la vigilanza del neonato, ma si articola in un sostegno che mira all’autonomia della madre nella gestione quotidiana del neonato.
L’obiettivo, quindi, è quello di insegnare alla madre a fare autonomamente piuttosto
che fare in sua vece e realizzare anche questi tipi di azioni:
● migliorare l’assistenza ai disturbi emozionali della donna in gravidanza e nel
primo anno di vita del bambino anche sperimentando interventi di prevenzione e
terapeutici che completino l’assistenza al percorso nascita;
● attuare interventi di supporto alla relazione madre-bambino e di promozione e
sostegno all’allattamento al seno.
PER INFORMAZIONI
Reparto Ginecologia - Ostetricia c/o
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara
Corso Giovecca, 203 – 44100 Ferrara
Tel. 0532/236289
INTERRUZIONI VOLONTARIE DI GRAVIDANZA
L’obiettivo principale in questo campo è quello di ridurre i casi di IVG e mantenere la
garanzia di continuità di queste azioni rivolte:
- all’informazione, prevenzione e supporto-accompagnamento delle donne nell’esercizio
della propria scelta;
- all’informazioni in merito alla RU 486, agli effetti collaterali e alle caratteristiche dell’assistenza alle donne che richiedono l’interruzione medica di gravidanza.
Dati e statistiche evidenziano un elevato numero di donne straniere che fanno ricorso
all’IVG per motivi di natura culturale e socio-economica.
PER INFORMAZIONI
Reparto Ginecologia - Ostetricia c/o
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara
Corso Giovecca, 203 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/236289
19)
2. CONSULTORIO GINECOLOGICO E SPAZIO GIOVANI
I consultori si rivolgono alle giovani ragazze e ai ragazzi, ai futuri genitori, alle donne
adulte. Queste strutture offrono un’opportunità per comprendere i propri bisogni: attraverso il confronto con professionisti e nel pieno rispetto della privacy donne e uomini
hanno la possibilità di esprimersi ed essere ascoltati, di ricevere consulenze mediche,
consigli su argomenti di educazione sessuale, ginecologici e di contraccezione, visite
ed ecografie ostetriche. Inoltre, alle donne che scelgono l’interruzione volontaria di
gravidanza è garantita consulenza e assistenza.
In questo ambito, visto il target di interesse composto principalmente da donne giovani, sono opportune azioni di informazione corretta e competente sulla contraccezione. E’ importante far comprendere alle giovani la funzione della pillola del giorno dopo
in quanto metodo d’emergenza a cui ricorrere soltanto in caso di rapporto a rischio, in
cui esista la probabilità di un concepimento.
Al Consultorio Ginecologico possono accedere tutte le donne a qualsiasi età, invece allo
Spazio Giovani solo ragazzi e ragazze dai 14 ai 24 anni.
PER INFORMAZIONI
Consultorio Ginecologico
● Via Boschetto, 29 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235518
● Via Gandini, 26 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235014
Orari Ginecologia:
mercoledì e venerdì dalle 8.30 alle 13.30
Orari Spazio immigrati:
mercoledì dalle 14.30 alle 16.30
PER INFORMAZIONI
Spazio Giovani
Via Gandini, 26 (piano terra) - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235026
Orari:
martedì, mercoledì dalle 14.30 alle 17.00
(20
3. CENTRO MENOPAUSA E OSTEOPOROSI
La menopausa è un momento delicato nella vita di ogni donna. Si tratta di trasformazioni fisiologiche dell’organismo legate all’invecchiamento che si presentano con manifestazioni differenti da donna a donna. Con la cessazione del periodo fertile possono verificarsi disturbi più o meno gravi ai quali bisogna prestare attenzione cercando di prevenirli. L’assistenza alla menopausa prevede colloqui, pap test, visite ginecologiche, visite
senologiche, monitoraggi dell’osteoporosi, esami biumorali e controlli strumentali.
Da molti anni, riguardo all’importanza e alla delicatezza di questo tema, l’Amministrazione
Comunale ha approvato un accordo triennale, mediante la stipula di una convenzione, con
l’Azienda Usl, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e l’Università degli studi di
Ferrara – Centro di Servizio e Ricerca per lo Studio della Menopausa e Osteoporosi, allo
scopo di uniformare i percorsi diagnostico terapeutici per la prevenzione ed il trattamento delle problematiche connesse alla tutela della salute della donna in età menopausale
su basi di evidenza scientifica e didattica nello specifico settore, nonché a migliorare l’integrazione professionale all’interno del Percorso Nascita.
PER INFORMAZIONI
● Centro Menopausa e Osteoporosi
Via Boschetto, 31 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/742253
● CUP
Via Cassoli, 30 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235127
● Azienda Ospedaliero-Universitaria
di Ferrara
Corso Giovecca, 203 - Via Mortara, 16
44100 Ferrara
Tel. 0532/236111
Orari:
dal lunedì al venerdì dalle 7.50 alle 13.15
sabato dalle 7.50 alle 12.45
21)
4. PREVENZIONE: SCREENING e VACCINAZIONE
Numero verde gratuito
800 532 008
L’attività di prevenzione contribuisce ad
aumentare la qualità della vita delle persone
ammalate e delle loro famiglie. E’ l’evidenza
PER INFORMAZIONI
scientifica ad affermare il successo della diaCentro Organizzativo Screening
gnosi precoce nel ridurre significativamente la
Via Boschetto, 29 - 44100 Ferrara
mortalità per tumore e, in certi casi, l’otteniTel. 0532/235503 - 0532/235520
mento della completa guarigione.
E-mail: [email protected]
Ad oggi la diagnosi precoce è più precisa ed
Orari:
efficace ed unita all’indagine genetica condal lunedì al venerdì dalle 9.00
sente di scoprire tumori nascosti su popolaalle 13.00
zione a rischio, riduce la mortalità di alcuni
tumori oggetto dei programmi di screening,
ne diminuisce la frequenza - in particolare per i tumori del colon-retto e della cervice
uterina – infine, ottiene guarigioni complete in alcuni casi.
Per i tumori della cervice uterina, della mammella e del colon-retto, la diagnosi precoce si realizza con lo SCREENING, il programma che, attraverso tecniche strumentali o di
laboratorio (pap-test, mammografia, sangue occulto fecale), consente di individuare la
malattia tumorale in fase preclinica, i suoi precursori o indicazioni di situazioni di
rischio.
I programmi di screening:
- sono rivolti ad un numero elevato di persone;
- sono proposti gratuitamente dalla struttura sanitaria a cittadini invitati per sottoporsi al test;
- offrono i test con inviti cadenzati alla scadenza prevista (triennale per il pap-test,
biennale per la mammografia e il sangue occulto fetale);
- ripropongono il controllo a distanza di un intervallo di tempo ben definito;
- formulano una diagnosi con conseguenti interventi terapeutici ed assistenziali nel
caso in cui il test screening sia di esito positivo e coinvolgono più discipline e professioni;
- prevedono un bilancio tra effetti positivi e negativi e un’adeguata informazione sui
risultati.
TUMORE ALLA MAMMELLA
Il tumore della mammella rappresenta la neoplasia femminile più frequente, in termini
sia di incidenza sia di mortalità. In Italia, i tassi di incidenza del tumore al seno si pongono a livelli medio-alti rispetto allo scenario mondiale (come altre nazioni occidentali) e presentano valori decrescenti dal Nord al Sud del Paese.
Per questo motivo, l’obiettivo primario che lo screening del tumore alla mammella si
(22
prefigge è la riduzione della mortalità
per carcinoma mammario. Il test equivale ad un esame radiologico che fornisce
un’immagine della mammella e ne consente lo studio. E’ l’indagine più affidabile per la diagnosi precoce del tumore
della mammella, perché riesce a mettere
in evidenza anche lesioni molto piccole.
Naturalmente, per raggiungere questo
scopo, deve essere una mammografia di
buona qualità, eseguita da personale
appositamente formato, con apparecchiature adeguate e periodicamente controllate. Il test è rivolto alle donne dai 50 ai 69 anni e viene ripetuto ogni due anni.
Nei casi in cui si renda necessario intervenire chirurgicamente, esistono grazie ad un
accordo tra l’Amministrazione Comunale, l’Azienda Usl di Ferrara, l’Azienda OspedalieroUniversitaria azioni di accompagnamento da un punto di vista psicologico e chirurgico
plastico alle donne che subiscono un intervento al seno e di informazione e di prevenzione universale sui tumori al seno presenti all’interno di un percorso sanitario denominato “Percorso Mammella”.
PER INFORMAZIONI
Centro Senologia c/o Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara
● Corso Giovecca, 203 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/237157
● Via Boschetto, 29 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235528
Orari:
lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle 13.00
TUMORE DEL COLLO DELL’UTERO
Il carcinoma del collo dell’utero si sviluppa passando attraverso una serie di lesioni preneoplastiche (di cui il Virus del Papilloma umano Alto Rischio HPV-HR è l’agente causale) che possono essere diagnosticate con il Pap-test. Queste lesioni progrediscono
molto lentamente, nel corso di numerosi anni, verso il carcinoma infiltrante. Pertanto,
uno screening regolare può intercettare e interrompere queste lesioni e rappresentare
la migliore protezione contro il carcinoma.
Lo strumento per prevenire il tumore è il pap-test che dal 2004 è stato reso più efficace con la tecnica dello strato sottile, che sostituisce quella dello striscio classico e consente di analizzare le cellule prelevate e migliorare la sensibilità. Inoltre, il programma
si è dotato di uno strumento di lettura automatica di supporto che individua le cellule atipiche nel vetrino e le sottopone all’esame del diagnosta. Il test viene rivolto alle
23)
donne che hanno un’età che va dai 25 ai 64 anni e viene ripetuto ogni tre anni.
Oltre al pap-test, che rimane un efficace strumento di diagnosi, è importante affiancare questo programma anche con le tecniche ausiliari - test virali per la diagnosi di infezione prodotta dal HPV-HR.
Pertanto, è importante realizzare una campagna vaccinale contro il virus HPV per prevenire le lesioni precancerose e cancerose del collo dell’utero che si affianca al programma di screening per la diagnosi precoce dei tumori della cervice uterina.
Si applica secondo le direttive nazionali e Regionali a titolo gratuito, con invito da
parte dell’Azienda USL di Ferrara a tutte le adolescenti nel dodicesimo anno di vita,
mentre su richiesta dei genitori alle minorenni a partire dai 12 anni fino al compimento dei 18 anni, con partecipazione totale della spesa, calcolata sulla base del prezzo di
acquisto da parte della Regione e del costo della prestazione . Il diritto alla gratuità
rimane in essere anche se la ragazza aderisce negli anni successivi a quello in cui è
maturato il diritto pur rimanendo fermo il limite dei 18 anni.
PER INFORMAZIONI
Centro Organizzativo Screening
Via Boschetto, 29 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235503 - 0532/235520
E-mail: [email protected]
Orari:
dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00
TUMORE AL COLON-RETTO
L’Azienda Usl di Ferrara in collaborazione con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria promuove un programma di screening per la prevenzione del tumore al colon-retto sollecitando donne e uomini tra i 50 e i 69 anni ad eseguire gratuitamente un test per la
ricerca di sangue occulto nelle feci ogni due anni. Si tratta di un esame che verifica la
presenza di sangue nelle feci anche in piccolissime quantità non visibili ad occhio nudo
che si può applicare anche a domicilio. Questo test è completamente gratuito e si consiglia di ripeterlo ogni due anni. La diagnosi in fase precoce consente di intervenire
tempestivamente anche con le cure, aumentando la possibilità di completa guarigione
e diminuendo in modo significativo la mortalità del tumore del colon-retto.
PER INFORMAZIONI
Centro Organizzativo Screening
Via Boschetto, 29 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235503 - 0532/235520
E-mail: [email protected]
Orari:
dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00
(24
5. SOSTEGNO ALLA FRAGILITÀ CONSEGUENTE ALLA
FATICA DEL LAVORO DI CURA
La Regione Emilia Romagna dall’anno 2006 ha previsto il finanziamento del Fondo per
la non Autosufficienza relativamente a residenzialità per anziani, assegni di cura per
anziani, gravissime disabilità acquisite e domiciliarità. L’obiettivo è quello di garantire
omogeneità dei servizi offerti, equità di accesso e garanzia di qualità uniforme in tutti
i territori locali, provinciali e regionali.
In questa logica di miglioramento dei livelli assistenziali all’Azienda Usl di Ferrara sono
state assegnate risorse aggiuntive finalizzate al riequilibrio del sistema dell’offerta
aziendale, che successivamente vengono ripartite tra i tre Distretti Sanitari sulla base
delle indicazioni e finalità generali di utilizzo che vengono approvate dalla Conferenza
Territoriale Sociale e Sanitaria. I Comitati di Distretto dei territori invece approvano i
piani specifici di intervento.
La ripartizione ha riguardato:
1) piani personalizzati di assistenza (ex D.G.R. 1378/99) all’interno di Case Protette e
Residenze Sanitarie Assistenziali per anziani non autosufficienti che al momento sono
collocati al di fuori dei posti convenzionati per carenza degli stessi;
2) progetti di qualificazione delle strutture protette finalizzati alla riduzione della contenzione, delle cadute e delle ulcere da pressione e la promozione di attività, quali
l’animazione, volte a migliorare la qualità delle persone anziane residenti nelle strutture;
3) nuovi posti letto convenzionati residenziali e diurni rispettivamente nei Distretti
Centro Nord e Sud Est;
4) assegni di cura per le gravissime disabilità acquisite;
5) piani assistenziali domiciliari in casi complessi con azioni di sollievo del care giver
e di assistenza infermieristica o medica.
Nel territorio specifico del Distretto
Centro Nord, la questione della non autosufficienza è stata assunta come priorità
di intervento dalla Regione Emilia
Romagna con l’istituzione del Fondo
Regionale per la Non Autosufficienza
(FRNA), finanziato con risorse dedicata
attraverso la fiscalità generale regionale.
A questo Fondo regionale si è aggiunto
dal 2008 anche un analogo Fondo
Nazionale per il medesimo utilizzo.
I fondi vengono assegnati sulla base di
criteri che tengono conto del grado di
invecchiamento della popolazione e in
particolare dei residenti con più di 75
anni di età.
25)
Fra le azioni previste dalla Delibera Regionale 1206/2007 se ne segnalano alcune per
la particolare rilevanza:
- ACCOGLIENZA IN STRUTTURE RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER ANZIANI E DISABILI
Case Protette, R.S.A., Centri Diurni e Notturni, CSR residenziali e semiresidenziali
I Benefici prodotti dal Fondo regionale della non Autosufficienza hanno riguardato
soprattutto:
• l’abbattimento dell’aumento dei costi per le strutture residenziali, evitando effetti
sugli utenti;
• la crescita della qualità e quantità di posti disponibili: gli utenti sono passati da 887
nel 2007 a 889 nel 2008.
- VALORIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI DI SOSTEGNO AL DOMICILIO
Insieme al potenziamento delle attività di assistenza domiciliare (fra disabili ed
anziani il totale distrettuale è passato da 182 nel 2007 a 248 nel 2008), particolare
rilevanza assumono gli assegni di cura per anziani e disabili. Per questo contributo,
finalizzato alla permanenza a domicilio secondo progetti assistenziali condivisi, i beneficiari sono passati da 904 nel 2007 a 1020 nel 2008.
Altre azioni verranno potenziate nel corso del 2009:
• accoglienza temporanea di sollievo, avviata nella seconda parte del 2008 con due
posti per anziani, nel corso del 2009 prevede l’avvio di altri tre posti;
• trasporti, per anziani e disabili con l’allargamento della rete prevista dal progetto
“Giuseppina”, con esperienza analoga nel copparese e “Muoversi” per disabili (passato
da 52 trasporti al giorno per 40 utenti nel 2007 a 64 trasporti al giorno per 46 utenti
nel 2008);
• teleassistenza (telesoccorso, telecontrollo, telesorveglianza): utenti da 125 nel 2007
a 350 nel 2008.
- QUALIFICAZIONE E REGOLARIZZAZIONE DEL LAVORO DI CURA DELLE ASSISTENTI FAMIGLIARI
Sostegno alle famiglie e sostegno alle assistenti famigliari. In continuità con l’esperienza di sportelli dedicati (Aspasia) avviati nel 2008 che hanno prodotto:
• formazione: da 30 assistenti formate nel 2007 a 58 nel 2008;
• punti di ascolto: 453 accessi nel corso del 2008 fra le sedi Ferrara e Copparo.
- PROGRAMMI DI SOSTEGNO RETI SOCIALI E DI PREVENZIONE PER I SOGGETTI FRAGILI
Coinvolgimento e messa in rete dei soggetti che svolgono attività nel territorio.
Le azioni finalizzate alla popolazione fragile, col coinvolgimento del Terzo settore, (le
associazioni coinvolte sono passate da 6 a 18 tra il 2007 e il 2008) ha favorito l’aumento dei cittadini interessati. Il Progetto “Giuseppina” dai 728 in fase iniziale è attestato, a fine 2008, a 1141 anziani seguiti con le varie azioni previste. Nel 2009 si prosegue nel consolidamento delle azioni anche attraverso interventi di vicinato e promozione sociale (Ginnastica a domicilio, portierato sociale).
(26
- INTERVENTI DI ADATTAMENTO DELL'AMBIENTE DOMESTICO
Attraverso questo capitolo vengono potenziati gli interventi ed i contributi a favore dei
cittadini per l’adattamento domestico, in continuità con l’attività degli anni precedenti. Grazie a questi contributi, infatti, si è passati dai 195 interventi a favore di 176
utenti nel 2007 a 286 interventi per 193 utenti nel 2008.
Vengono riportati qui di seguito tre esempi di progettualità importanti rivolte
a questo target di riferimento:
GIUSEPPINA
È un progetto che prevede un servizio di trasporto per l’accompagnamento ad una visita medica, a fare una terapia o altro oppure un servizio di consegna della spesa o farmaci a domicilio rivolto alle donne anziane con più di 75 anni che abitano nel Comune
di Ferrara, telefonando ad un numero verde gratuito.
PER INFORMAZIONI
Numero verde gratuito 800 072 110
Orari:
da lunedì a venerdì dalle 8.00 alle 18.00
Sabato dalle 8.00 alle 13.00
ASPASIA
È un progetto di qualificazione e formazione delle assistenti familiari. E’ un punto di
riferimento per le famiglie per l’informazione sui servizi territoriali rivolti agli anziani,
per un primo orientamento sul fabbisogno di assistenza e per l’individuazione di assistenti familiari regolari e qualificate. Inoltre, è un servizio a supporto delle assistenti
familiari che intendono qualificarsi nel lavoro di cura a domicilio.
PER INFORMAZIONI
Via Colomba, 18 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/793746 o 0532/793740
Orari:
lunedì e venerdì dalle 9.00 alle 13.00
mercoledì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00
T’INFORMO
E’ una rete di punti unitari di accesso ai servizi socio-sanitari per anziani, disabili
distribuiti sul territorio.
Attraverso questi punti informativi i cittadini vengono indirizzati a chi li prenderà in carico sia a livello sanitario che sociale e potranno, se necessario, presentarsi successivamente
dall’Assistente Sociale con le idee chiare, già con il materiale
27)
necessario per l’apertura della pratica (certificazione ISE/ISEE, altri certificati e dichiarazioni…) senza dover ripetere le informazioni già inserite nella scheda di rilevazione.
Le figure professionali specialistiche potranno partire dai dati già raccolti sulla scheda
di rilevazione ed approfondire secondo le specifiche competenze. Il personale addetto
agli sportelli difatti è qualificato per dare le risposte giuste, di primo livello, che indirizzano agli specialisti in grado di rispondere al bisogno rilevato e di leggere altri bisogni più profondi.
I punti unitari di accesso presenti sul territorio sono i seguenti:
CENTRO H
Via Ungarelli, 43 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/903994
Orari:
martedì e venerdì dalle 9.00 alle 12.00
CIRCOSCRIZIONE VIA BOLOGNA
Via Bologna, 49 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/763020
Orari:
lunedì, mercoledì e venerdì
dalle 9.00 alle 12.00
UFFICIO CIRCOSCRIZIONALE DI CODREA
Via Cà Bruciate 39, Codrea
Tel. 0532/44498
Orari:
lunedì e mercoledì dalle 9.00 alle 12.00
CIRCOSCRIZIONE ZONA NORD
P.zza Buozzi, 14 - Pontelagoscuro - Ferrara
Tel. 0532/461652
Orari:
martedì, mercoledì e giovedì
dalle 10.00 alle 13.00
U.R.P. e SPORTELLO CUP
Via Cassoli, 30 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235605
Tel.0532/235125-0532/235753
Orari:
martedì e giovedì dalle 10.00 alle 14.00
CUP 2000
NUMERO VERDE 800 072 110
Orari:
dal lunedì al venerdì
dalle 15.00 alle 18.00
U.R.P. - Informacittà
Via degli Spadari 2/2 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/419770
Orari:
lunedì, mercoledì, giovedì
dalle 14.00 alle 17.30
(28
UFFICIO CIRCOSCRIZIONALE DI POROTTO
Via Ladino 24 - Porotto
Tel. 0532/730021
Orari:
venerdì dalle 9.00 alle 12.00
martedì dalle 13.30 alle 16.30
6. SOSTEGNO E PREVENZIONE DELLA DEPRESSIONE FEMMINILE
Il progetto di prevenzione della depressione femminile e post natale è stato adottato
in collaborazione con il Piano per la Salute. La depressione materna ha effetti, se non
riconosciuta e trattata, sulla madre, sulla relazione madre-bambino, sullo sviluppo
affettivo e cognitivo del bambino, sulle relazioni familiari. Sono colpite mediamente il
10-15% delle donne nella fase del puerperio. Sono
molti i fattori di rischio che intervengono nella genesi
di tale difficoltà e, accanto ai fattori di vulnerabilità
soggettiva, vengono universalmente riconosciuti come
la mancanza di una rete di sostegno significativa, l’isolamento sociale e relazionale e le difficoltà di coppia.
Determinanti biologici e sociali si integrano in quello
che è stato chiamato “approccio bio-psicosociale”.
Progetti finalizzati a migliorare la competenza genitoriale e a supportare il ruolo, sono cruciali in questo periodo. Le forme di aiuto fornite dai servizi rappresentano
una delle “maglie” della rete di cui la donna ha bisogno
per contrastare i sintomi della depressione e vengono
indicati come fattori di protezione rispetto alla possibilità di sviluppare la patologia.
Interventi anche molto diversi, purché sufficientemente duraturi, sono stati in grado di
produrre prove di efficacia, anche se non è possibile una vera dimostrazione di evidenza sulle singole azioni.
Gli obiettivi previsti sono:
• creare una rete di supporto alle donne in momenti di fragilità;
• migliorare la conoscenza del problema nelle famiglie e nei luoghi di lavoro;
• ridurre il sovraccarico di cure materne che genera stress, attraverso il riconoscimen
to del sovraccarico stesso e favorendo la nascita di equilibri familiari basati sullo sviluppo delle autonomie.
Le azioni concrete previste sono:
• proseguire l’attività iniziata nel 2008 sul punto di accoglienza per interventi a bassa
soglia rivolto a donne con bambini al di sotto dei 12 mesi di età, ed eventuale orientamento ai servizi sociali, sanitari e del volontariato sociale. Partecipano a questa
azione i servizi dell’Azienda USL e i Centri per le famiglie;
• proseguire la realizzazione di cicli di proiezione di film (parla con noi) sulla depressione della mamma con discussione finale con Dipartimento Salute Mentale;
• avviare una campagna di comunicazione con tecniche di social marketing rivolta alla
popolazione sul tema della prevenzione della depressione femminile.
PER INFORMAZIONI
Piani per la salute
Via F. Beretta, 13 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235286
29)
7. SALUTE DONNE IMMIGRATE
Dal rapporto 2009 dell’Osservatorio sull’immigrazione della Provincia di Ferrara, emerge
che le donne immigrate residenti al 31-12-2008 risultano essere 11.900 (il 54,1% degli
stranieri) e nella sola area di Ferrara (comprendente i Comuni di Ferrara, Masi Torello,
Poggio Renatico, Vigarano Mainarda) ne risiedono il 43,9% .
Un dato abbastanza importante anche per il fatto che il Piano Regionale Sociale e
Sanitario 2008-2010 sottolinea l’importanza di intervenire a favore di questo specifico
target, da azioni che riguardano la nascita, la cura e il percorso di crescita dei figli
come “occasioni di incontro con i servizi” e possono rappresentare ambiti privilegiati
di interventi preventivi e di integrazione. Inoltre, si ritiene particolarmente importante creare le condizioni per facilitare l’accesso e l’uso dei servizi di tutela della salute
femminile e di supporto al percorso nascita per le donne straniere.
Vanno potenziati gli interventi, già attivati, quali:
• facilitazioni nell’accesso ai servizi distrettuali, salute donna e salute infanzia;
• qualificazione ed estensione degli interventi di mediazione interculturale nell’ottica
“di rete” messa in atto con il progetto di mediazione interaziendale partito nel 2007
tra tutti i presidi ospedalieri della provincia e i servizi territoriali per la salute delle
donne e dei minori;
• azioni di supporto alle madri straniere attraverso l’integrazione degli interventi dei
Centri per le famiglie e dei Consultori pediatrici.
Accesso ai servizi sanitari5
Secondo i dati di riepilogo anni 1999-2008 - AOSP Ferrara nel 2008 la presenza dell’utenza straniera nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara risultava 2.658 rappresentando il 6,64 % dei ricoveri totali (1,19% in più rispetto al 2007) di cui il 65,2%
(1723) erano donne. Di questi ricoveri, il 75,3% erano ricoveri ordinari e il 24,6% in
regime di Day Hospital.
Le donne ricoverate presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara provengono
soprattutto dalla Romania, Marocco, Ucraina e Moldavia con età prevalente fra i 15-29
anni, seguito da quella fra i 30-44.
Anche se i reparti in cui accedono prevalentemente rimangono quelli di Ostetricia e
Ginecologia (60,8%), seguita dalla Medicina d’Urgenza (5,3%), e dalla Medicina Interna
Ospedaliera (4,8%), si osserva un leggero calo rispetto al 2007 rispettivamente del
62%, 6,6%, 5,1%. Inoltre, rispetto al 2007 sono aumentati i ricoveri in clinica chirurgica 3,7% contro il 3,1%, in chirurgia generale (3,1%-1,7%), in medicina interna universitaria (3,0%-2,6%), in divisione neurochirurgica (2,4%-1,3%), ed infine in ORL
(2,0-1.1%). Gli accessi al reparto di Ostetricia e Ginecologia sono legati a gravidanze
e parti, infatti, nel 2008 la percentuale di parti di donne straniere nel territorio ferrarese è stata del 23,4% (168 parti) e provengono soprattutto dal Marocco, Romania,
Albania, Moldavia e Pakistan.
Infine la percentuale di Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) è stata del 39,9%
(198 IVG contro i 298 delle italiane).
5-Testo a cura di Sandra Bombardi Referente Progetto Interaziendale - Ufficio Accoglienza e Mediazione c/o Azienda Ospedaliero-Universitaria
di Ferrara.
(30
Mediazione linguistiche
Dal 2007 è attivo un progetto interaziendale finalizzato al miglioramento dell’accesso
e uso delle strutture e dei servizi sanitari da parte dei cittadini stranieri, utilizzando lo
strumento della mediazione interculturale.
Dal report interaziendale 2008 emerge che le attività di mediazione si svolgono soprattutto nell’area della maternità e della salute della donna (ostetricia, nido, sala parto, neonatologia e ginecologia); la presenza del mediatore viene
richiesto per facilitare l’informazione per quanto
riguarda la salute, gli aspetti amministrativi e il corretto accesso ai servizi socio-sanitari del territorio
(Ospedali, SSN, case di cure servizi alla persona), infine, per fornire sostegno psico-sociale (compagnia,
ascolto attivo, accompagnamento dell’utente nell’iter
diagnostico-terapeutico).
La mediazione può essere richieste da un operatore
sanitario o dall’utente stesso, viene attivata per via
telefonica o via e-mail e ha in genere una durata
media inferiore all’ora.
Nel 2008 emerge che:
- presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di
Ferrara, dai 2.658 ricoveri sono state fatte 984 interventi di mediazione (25% in più rispetto al 2007),
questo si deve sia ad un incremento dei ricoveri che ad
un maggior utilizzo da parte degli operatori sanitari.
Il supporto del mediatore è stato richiesto prevalentemente per facilitare l’informazione (38%), per fornire
sostegno (22%), per facilitare la raccolta dei dati
anamnestici ai fini di elaborare le cartelle cliniche
(11%) e per l’accompagnamento (10%). In termini di ore le utenti che hanno avuto più
bisogno del supporto di un mediatore provenivano dal Marocco (180), Cina (158) e
Albania (140), segue Romania, Ucraina e Nigeria; e soprattutto nei reparti di Ostetricia,
Ginecologia e UMR (legato alla presa in carico di un’utente albanese nell’ambito di un
progetto umanitario). Rilevante e in crescita la richiesta di mediatori in Genetica
Medica e dalle Assistenti Sanitarie per il percorso IVG. In termini di interventi provenivano soprattutto dal Marocco (200), Cina (150 contro i 124 del 2007) e Romania
(140).
- presso l’Azienda Usl di Ferrara - Area Sanità Pubblica, gli interventi di mediazione
sono stati richiesti soprattutto nelle attività di facilitazione informativa (37%), sostegno e espletamento delle pratiche amministrative (21% contro il 7% dell’Azienda
Ospedaliero-Universitaria di Ferrara). Gli interventi richiesti erano per utenti provenienti dalla Cina (14), Ucraina (10), Nigeria (8), Polacca (7), Marocco (4), Pakistan (4),
Egitto (3), Albania (2), Arabia (2). Significativa è stata anche l’attività di traduzione
di opuscoli e materiale a carattere informativo.
- presso il Centro Salute Donna e il Settore Pediatria di Comunità di Ferrara sono
31)
stati svolti 41 interventi di mediazione di cui 39 nell’ambulatorio di Salute Donna. Le
utenti provenivano soprattutto dal Marocco (22) e dalla Tunisia (11). L’attività di
mediazione araba è prevalente anche per la presenza fissa della mediatrice araba.
Interculturalità
Per favorire l’accesso e la fruibilità degli stranieri ai servizi e quindi l’integrazione il
Piano regionale sociale e sanitario 2008-2010 ha come obiettivo quello di garantire in
ambito distrettuale l’erogazione delle prestazioni sanitarie secondo le normative vigenti e supportare gli immigrati con azioni di ascolto e di informazione.
Questo programma prevede la promozione di:
- apprendimento e alfabetizzazione della lingua italiana per favorire i processi di
integrazione e consentire ai cittadini una piena cittadinanza. Questo con particolare
attenzione alle donne straniere per rispondere ad eventuali situazioni di isolamento;
- piena coesione sociale attraverso processi di conoscenza, formazione e mediazione
da parte dei cittadini stranieri immigrati e italiani;
- attività di contrasto al razzismo e alle discriminazioni lavorando su più aspetti:
prevenzione ed educazione, sostegno a progetti e azioni per eliminare alla base le
situazioni di svantaggio, opportunità di orientamento, assistenza e consulenza legale
e un lavoro costante di osservazione del fenomeno nel territorio regionale, con particolare attenzione al ruolo dei mezzi di informazione.
Tutto questo anche per rafforzare il contatto fra utenti stranieri e cittadini italiani,
insieme con le istituzioni culturali, centri interculturali e soggetti adatti a rafforzare il
dialogo interculturale. Nel territorio Ferrarese, sono stati realizzati ad esempio dei corsi
di apprendimento della lingua italiana, attività di mediazione interculturale ed attività
di traduzione multilingue di diversi opuscoli informativi. Recentemente è stata prodotta la prima guida per operatori dei punti informativi, con le indicazioni normative per
assolvere tutte le pratiche amministrative relative ai cittadini stranieri.
PER INFORMAZIONI
Ufficio Accoglienza e Mediazione c/o Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara
Corso Giovecca, 203 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/236527 Fax 0532/236588
(32
Progetti a favore delle donne immigrate da parte del
Centro Donna Giustizia
1) Il Progetto “Oltre la Strada” opera a favore di vittime di tratta e sfruttamento sessuale, accompagnandole in percorsi di protezione ed inserimento sociale e lavorativo
grazie al rilascio del permesso di soggiorno previsto dall’art. 18 del Testo Unico
dell’Immigrazione 286/98, dopo l’accompagnamento alla Questura per la formale
denuncia. Al momento dell’ingresso in un percorso di questo tipo viene chiesto alla
donna di collaborare con le FF.OO., rilasciando informazioni circostanziate, che verranno presentate sotto forma di relazione scritta o, quando possibile in una denuncia di
sfruttamento dettagliata che potrebbe portare nel tempo all’incriminazione degli sfruttatori. Oltre ad offrire una casa di accoglienza per tutto il periodo di protezione sociale (circa 18 mesi), vengono realizzate anche altre attività di consulenza psicologica e
legale, colloqui di valutazione, di informazione, orientamento e motivazione, mediazione culturale, progetti di empowerment, stages, tirocini formativi e inserimenti lavorativi. A volte può essere necessaria un’accoglienza territoriale ossia in alberghi o altri
posti presenti sul territorio per motivi di protezione e perché la casa di accoglienza ha
già tutti i posti occupati è piena.
2) Il Progetto “Riduzione del danno-Luna Blu”: è un progetto attivo dal 2001 che
fa parte del progetto “Oltre la strada” anche a livello regionale e che ha come obiettivi: la tutela delle persone che si prostituiscono, sia da un punto di vista sanitario che
da un punto di vista di sicurezza e la promozione della mediazione dei conflitti per
intervenire sulle tensioni che possono insorgere tra chi svolte l’attività prostitutiva sul
nostro territorio di Ferrara. Nei primi anni di attività il target del progetto era rappresentato esclusivamente da donne e transessuali presenti in strada; la recente evoluzione del fenomeno con lo sviluppo dell’attività indoor (in luoghi al chiuso, quali appartamenti, night club e circoli) ha indotto ad ampliare l’ambito di intervento verso azioni ed interventi in ambienti al chiuso sperimentando un nuovo progetto denominato:
“Prostituzione Invisibile – al Chiuso”.
Le azioni di questo progetto sono le seguenti:
- uscite serali di contatto con le persone
che si prostituiscono in strada;
- accompagnamenti ed invii presso i servizi sanitari territoriali per le attività di prevenzione e vaccinazione;
- drop-in Center: a partire da gennaio 2008
è stato aperto anche a Ferrara un Drop-in
Center, ovvero un luogo in cui le operatrici e
mediatrici dell’Unità di Strada possono
incontrare durante il giorno chi è stato precedentemente contattato sulla strada e ha
manifestato un interesse ad approfondire il
dialogo avviato. E’ aperto il martedì ed il
33)
venerdì dalle 17.30 alle 19.30 in centro storico di Ferrara;
- attività di mediazione dei conflitti con la cittadinanza;
- formazione e supervisione per gli operatori dell’équipe del progetto Luna Blu.
UTENZA “OLTRE
Indicatori
Accoglienza
nella casa
Inserimenti
lavorativi
Donne in carico
(artt.18 e 13)
Consulenze
LA STRADA”
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007 2008
6
4
9
14
15
16
15
16
17
17
0
0
0
3
42
41
37
33
36
39
9
0
11
8
26
6
34
26
41
52
49
48
41
35
41
42
39
63
51
100
UTENZA “LUNA BLU”
Indicatori
Contatti serali
Accompagnamenti
in ambito sanitario
2001
275
2002
853
2003
508
2004
305
2005
600
2006
582
2007
879
2008
1266
0
3
18
18
7
0
28
10
Fonte: Report Centro Donna Giustizia
PER INFORMAZIONI
Centro Donna Giustizia
Progetto Oltre la Strada - Luna Blu
Via Silvano Balboni, 4 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/790978 Fax 1911421
E-mail: [email protected]; [email protected]
3) Il Progetto “Uscire dalla violenza”: è un progetto provinciale che viene proposto
ogni anno all’interno del sistema integrato di programmazione partecipata e concertata con terzo settore e sindacati del Piano Distrettuale della Salute e Benessere Sociale
ed è un progetto che coinvolge direttamente tutti i Comuni della Provincia di Ferrara
dove il Comune di Ferrara è il comune capofila.
La finalità di questo progetto è quella di tutelare da un punto di vista fisico, psicologico ed economico donne italiane e straniere che subiscono violenza, oltre ad assistere anche i figli delle donne stesse che assistono ad una violenza. In questo caso viene
avviata una collaborazione stretta con l’ASP “Centro Servizi alla Persona” – Settore
Minori che come nel caso del progetto “Oltre la Strada” hanno la presa in carico dei
minori per una loro tutela e protezione. Inoltre, consiste nell’accoglienza di donne che
si rivolgono al centro antiviolenza per avere un aiuto rispetto alle situazioni di violenza che stanno subendo e per fare questo, dal 2001, viene offerta ospitalità presso una
casa rifugio ad indirizzo segreto (nel 2008 è stata assegnata un'altra casa nuova di proprietà comunale). La casa rifugio deve diventare un luogo dove le donne si sentono al
sicuro e dove vengono sottratte dalla violenza del partner, che spesso aumenta nel
periodo in cui la donna tenta di separarsi. Di solito in seguito alla rilevazione della gravità del caso vengono realizzate azioni all’interno di un piano di protezione per la
(34
donna per i figli e di mediazione con i servizi del territorio per permettere alle vittime
di non isolarsi da un punto di vista sociale e psicologico e per permettere a loro di mantenere o trovare un lavoro, di regolarizzare i documenti se straniera, ed infine, di individuare le strutture scolastiche per i propri figli. Anche in questo caso come per il progetto “Oltre la Strada” può rendersi necessaria una collocazione della vittima (per motivi di protezione e sicurezza) in un luogo diverso dalla casa rifugio perché il partner ne
è venuto a conoscenza e non è più sicura. In questi casi si realizza un’accoglienza nel
territorio o in alberghi convenzionati con il Centro Donna Giustizia o in altri centri antiviolenza della Regione Emilia Romagna.
Oltre a questi servizi esistono anche queste attività generali:
- Telefono Donna (Punto di Ascolto): aperto di giorno e con segreteria telefonica notturna per appuntamenti e ascolto;
- Consulenza legale: mediante avvocate presenti all’interno del Centro Donna Giustizia
che rispondono a qualsiasi tipo di problematica inerenti le relazioni familiari ed affettive: di natura endofamiliare, nelle separazioni e di fronte a casi di violenza in famiglia. Tale consulenza viene esercitata dove sussistono le condizioni di legge e su richiesta di patrocinio gratuito per copertura di spese da parte dello stato;
- Consulenza psicologica: si avvale di psicologhe specificatamente formate a cui le
donne fanno direttamente richiesta. La consulenza si pone come uno spazio di ascolto, di contenimento e di approfondimento del problema segnalato e ha come obiettivo, a breve termine, di fornire sostegno alle potenzialità individuali e di orientamento
nella gestione delle problematiche evidenziate;
- Attività culturali: Convegni, seminari, corsi formativi, iniziative nel territorio, pubblicazione dei lavori, materiali informativi con una previa condivisione con il Comune
di Ferrara, pena la nullità di tali iniziative e la mancata copertura dei costi aggiuntivi;
n. Utenza centro antiviolenza
Indicatori
Donne accolte
nella casa rifugio
Donne sul territorio
Telefono Donna
Consulenza legale
Consulenza
psicologica
2001
2002
2003
4
17
7+3figli
27
7+2figli
49
624
53
20
2004
2005
7+2figli 7+4figli
62
70
603
1500
50
45
27
17
2006
2007
2008
7+7figli 7+7figli 8+8figli
96
94
85
1704
1917
1821
18
21
100
23
32
61
Fonte: Report Centro Donna Giustizia
PER INNFORMAZIONI
Centro Donna Giustizia
Progetto Uscire dalla violenza
Via Terranuova, 12/b - 44100 Ferrara
Tel. 0532/247440
E-mail: [email protected]
35)
La tutela delle donne straniere malate
Il Comune di Ferrara è il solo nella Regione Emilia-Romagna ad aver formalizzato in una
convenzione i rapporti con un gruppo di donne straniere grazie l’Associazione “Badanti
Nadiya”, nata nel 2002 da un piccolo gruppo di 25 donne provenienti in maggioranza
dai paesi dell’Europa dell’Est.
Per quattro anni l’Associazione ha vissuto congiuntamente alla Fondazione Migrantes
della Diocesi di Ferrara, in sinergia operativa con il Circolo Interculturale Meeting
dell’Associazione Viale K e grazie all’aiuto dell’Assessorato alla Salute e Servizi alla
Persona il gruppo ha occupato una sede autonoma nella Piazzetta San Nicolò.
L’Associazione Nadiya sta realizzando il progetto “Io non sarò sola”, che vede la collaborazione oltre che del Comune di Ferrara, anche dell’ASP “Centro Servizi alla Persona”
- Settore Anziani, dell’Ufficio di Mediazione Culturale dell’Ospedale di Ferrara e del
Centro Servizi Integrati per l’Immigrazione. Tale progetto ha l’obiettivo di assicurare,
mediante tre appartamenti, l’accoglienza temporanea delle donne straniere dimesse
dall’ospedale, temporaneamente invalide per cure o per convalescenza, che non possono trovare una giusta allocazione presso le famiglie in cui svolgono attività di cura. La
convenzione con il Comune garantisce un contributo all’Associazione sulla base dei
posti occupati, sostenendo le attività del gruppo.
Questo progetto, è diventato anche un importante strumento di aiuto e sostegno per
i datori di lavoro, soprattutto per le anziane assistite che non potrebbero permettersi
l’onere di un’ulteriore persona malata a carico. Data l’alta percentuale di donne anziane nella fascia d’età che supera i sessantacinque anni (31%) , il progetto favorisce le
donne in una doppia prospettiva.
Infine è importante sottolineare il fatto che nell’anno 2009 sono stati approvati due
Protocolli d’Intesa essenziali: uno tra l’Amministrazione Comunale, l’Azienda Usl di
Ferrara, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e Asp “Centro Servizi alla
Persona” per la realizzazione del progetto “Accoglienza assistenti familiari dimesse dall’ospedale” con lo scopo di garantire un’adeguata assistenza post-ospedaliera e cure
gratuite agli indigenti; l’altro tra gli stessi soggetti previsti sopra ma con anche le
associazioni del territorio locale convenzionate con il Comune di Ferrara, che offrono
accoglienza agli stranieri, all’interno di un sistema di governance dell’accoglienza che
prevede la realizzazione di un percorso sanitario obbligatorio prima che le persone vengono accolte all’interno di questi centri di accoglienza e per una maggiore prevenzione della salute individuale e della comunità locale.
PER INFORMAZIONI
Associazione Badanti “Nadiya”- ONLUS
Piazza San Nicolò 1/d - 44100 Ferrara
Orari:
tutti i giorni dalle 14.00 alle 17.00
(36
8. DONNE E ALIMENTAZIONE
Centro Disturbi Alimentari dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara6
Il Centro in questi ultimi anni ha svolto attività clinica sui Dca7 rivolta prevalentemente ad un’utenza femminile, difatti i dca interessano per il 99% le donne. In particolare dal 2001 ha visto e trattato circa 1500 pazienti.
Gli indicatori di esito danno valori molto positivi circa 80% di remissione totale o parziale, decisamente superiori ai dati riportati in letteratura.
Dal 2007 il Centro ha allargato la fascia di utenza inserendo anche pazienti dai 14 anni
(prima la presa in carico avveniva solo dai 16 anni in su), ha quindi programmato un
intervento anche sulle famiglie essendo i pazienti molto giovani.
Inoltre dal 2008 il Centro ha allargato le aree di competenza inserendo anche la valutazione e la presa in carico di pazienti con Binge Eating Disorders (presente in pazienti obesi).
Oltre all’attività clinica abbiamo cercato di programmare interventi sul territorio miranti ad un miglioramento della prevenzione secondaria .
■ incontri di formazione con i medici di medicina generale
■ incontro di formazione con ginecologi
■ incontri di formazione rivolti alle famiglie
■ interventi nelle scuole superiori sui fattori di rischio per dca
Abbiamo inoltre avviato una ricerca epidemiologica con la collaborazione dei medici
di medicina generale sulle caratteristiche psicologiche dei pazienti in sovrappeso e una
ricerca sulle caratteristiche psicologiche dei
pazienti obesi in collaborazione con il servizio dietologico dell’Azienda Usl di Ferrara.
Negli anni precedenti abbiamo costruito un
data base con i dati psicologici, internistici e
dietistici dei pazienti trattati dal centro (data
base tuttora in aggiornamento) da cui abbiamo potuto ricavare le caratteristiche dei
pazienti con dca dell’area ferrarese (abbiamo portato i dati ad un convegno regionale
organizzato a Ferrara dal Centro).
Dal 2009 abbiamo organizzato tre convegni, un corso di secondo livello sui dca e una
campagna di sensibilizzazione e di informazione sul tema in collaborazione con
l’Assessorato alla Salute e Servizi alla Persona del Comune di Ferrara.
PER INFORMAZIONI
Centro Disturbi Alimentari c/o l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara
Corso Giovecca, 203 - 44100 Ferrara - Tel. 0532/236070
IL TAVOLO SALUTE DONNA E LA COERENZA CON
6 - Testo a cura della Dott.ssa Emilia Manzato Responsabile del Centro Disturbi Alimentari c/o Azienda OspedalieroUniversitariaL’ATTO
di Ferrara. TRIENNALE DI INDIRIZZO E COORDINAMENTO
7 - Disturbi del Comportamento Alimentare.
37)
Il Tavolo Salute Donna e la coerenza con
l’Atto Triennale di Indirizzo e Coordinamento approvato
dalla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria della
provincia di Ferrara
a cura di Paola Castagnotto - Azienda Usl di Ferrara
Il Tavolo Salute Donna del Comune di Ferrara nella sua storia consolidata ha contribuito alla definizione dei contenuti di tutela e di promozione della salute e del benessere
delle donne presenti nell’Atto di Indirizzo e Coordinamento per la salute e il benessere sociale approvato dalla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria nel 2008, con efficacia sino al 2011.
L’Atto indica a livello provinciale le priorità strategiche e di sviluppo delle politiche e
dei servizi in area sociale, socio sanitaria e sanitaria, fondato sulle analisi del Profilo
di Comunità della popolazione provinciale. E’ uno strumento privilegiato per ricomporre scelte politiche e orientamenti operativi.
Nell’Atto sono esplicite le scelte di priorità, nel prossimo futuro, per il benessere della
comunità e tra queste vedere la tutela della salute e del benessere delle donne rappresenta il riconoscimento di un lavoro costante e condiviso tra amministratrici, associazioni femminili, professioniste sanitarie e sociali.
Le priorità programmatorie della Provincia di Ferrara sono:
• salute e benessere delle donne;
• salute e benessere dei minori;
• educazione a comportamenti e stili di vita sani;
• miglioramento della condizione dei migranti;
• promozione del benessere dei giovani;
• sviluppo della domiciliarità e dei servizi territoriali per le cure primarie;
• promozione di interventi a sostegno della disabilità.
Non solo nella priorità specifica, ma anche nelle altre, è evidente la coerenza con il
lavoro del Tavolo salute Donna del Comune di Ferrara. La promozione della salute per
le donne migranti, come la costruzione di percorsi per la prevenzione di malattie fisiche e di stati di malessere psico-sociale, hanno avuto nel Tavolo Comunale un concorso di idee e di progetti. Come anche le implicazioni della cura dei minori e dei soggetti fragili all’interno delle famiglie sul benessere e sulla salute delle donne sono state a
lungo riflettute e discusse mettendo in rete il contributo ideativo che le donne sanno
esprimere nei contesti di programmazione concreta.
Il Tavolo Salute Donna ha cercato, in questi anni, di perseguire un approccio “globale”
ai problemi delle donne, dove fosse evidente che gli interventi di miglioramento dell’offerta di servizi sanitari e socio sanitari hanno un effetto sulle complessive condizioni sociali delle donne e sulla possibilità del pieno esercizio della loro cittadinanza.
Questo approccio è totalmente coerente allo spirito dell’Atto Triennale di Indirizzo e
Coordinamento e alla individuazione delle condizioni di svantaggio per le donne e le
conseguenti azioni e strategie suggerite ai Comuni e alle Aziende Sanitarie per superarle.
(38
Questa impostazione è visibile nello schema proposto dall’Atto Triennale per tutelare la
salute e il benessere delle donne che si può vedere qui di seguito:
Obiettivi di Salute Azioni
e Benessere da
realizzare nel
triennio
Strategie
Svantaggi nell’istru- Miglioramento
zione (analfabeticomunicazione dei
smo, mancato com- servizi
pletamento istruzione
di base,…)
Accesso agli
screening
(tumori femminili e
c.a colon)
Semplificazione del
linguaggio
Costruzione di percorsi facilitanti
(MMGG, ostetrica,
ecc.)
Tutela della salute
donne nell’accesso
ai servizi preventivi
e precoce
Svantaggi nel lavoro
(disoccupazione e
precarietà lavorativa)
Tutela della donna
nel mercato del
lavoro (con attenzione particolare alle
donne capofamiglia)
Miglioramenti economici per le donne
e per le giovani
coppie
Azioni concordate
con organizzazioni
datoriali, centri per
l’impiego, OOSS per
percorsi di inserimento/mantenimento del lavoro
Creare percorsi
specifici per
tutelare il lavoro
delle donne
Fragilità delle donne
legate alla maternità
e al lavoro di cura
Estensione dei servizi per le donne, la
coppia e i bambini
Migliorare la possibilità di progettare
autonomamente i
propri percorsi di
vita
Conciliazione dei
tempi di vita e di
lavoro. Sostegno al
lavoro di cura.
Potenziamento e
qualificazione dei
consultori
Maggiore integrazione sociale delle
donne.
Valorizzazione
sociale e culturale
del lavoro di cura
Famiglie monoparentali con minori,
rischio di povertà
(circa il 6% delle
famiglie)
Tutela nel mercato
degli alloggi.
Tutela nel mondo
del lavoro. Tutela
nell’accesso ai servizi sociali
Migliorare il livello
socio abitativo e la
qualità dell’integrazione per donne e
minore
Priorità per l’accesso alle abitazioni e
ai servizi sociali di
donne sole con figli
Violenza in famiglia e Emersione del fenoviolenza assistita
meno sommerso
(donne e minori)
Riduzione del
rischio di danni o
morte
Campagna educativa. Accordi con le
forze dell’ordine.
Accordi con i servizi
per la emersione del
fenomeno.
Gestione provinciale
casa rifugio per
donne e minori vittime di violenza
Aumentare la
responsabilità
sociale di fronte
alla violenza sulle
donne e sui minori
Aumento della
depressione nelle
donne
Riduzione dei costi
sociali e sanitari per
la persona e per la
comunità
Campagne informative.
Specializzazione punti
ascolto.
Azioni di supporto
nelle fasi di fragilità
(post parto,cura di
non autosufficienti...)
Aumentare la consapevolezza del
rischio e indurre
una cultura preventiva del rischio
di depressione
Descrizione
Situazioni di
svantaggio
Campo in cui
Si affronta lo
svantaggio
Emersione del fenomeno
39)
Una sottolineatura particolare del contributo che il Tavolo Salute Donna del Comune di
Ferrara ha dato alla proposta di questo approccio è legata alla continua insistenza sulla
valorizzazione del ruolo dei consultori familiari e delle loro funzioni. Nell’Atto Triennale
il “testimone” di questo impegno è raccolto e infatti leggiamo: “Le competenze del
Consultorio Familiare riguardano la tutela della salute femminile, della procreazione,
nelle sue varie articolazioni, della sessualità e delle relazioni di coppia”.
Nei Consultori confluiscono diversi percorsi:
- il percorso nascita che garantisce un'assistenza adeguata alla gravidanza fisiologica;
- il percorso ginecologico che prevede un’attività di assistenza ginecologica, preventiva, contraccettiva e di consulenza sessuologica rivolta a tutte le donne, comprese le
immigrate.
Nel prossimo triennio i servizi dovranno essere orientati a realizzare in modo efficace
nuovi obiettivi relativi a:
• offerta di servizi e percorsi assistenziali accessibili, appropriati e di alta qualità a
sostegno della gravidanza, del parto e del puerperio (Percorso nascita);
• ampliamento dei servizi e percorsi specifici per le donne immigrate, allargando l'esperienza partita nel 2007 della mediazione interculturale;
• attività psicologica di sostegno al singolo, alla coppia e alla famiglia, anche in stretta collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale e con il Servizio Sociale per il
percorso adozione e affidi;
• qualificazione dei Consultori come luoghi multiprofessionali e accoglienti, non solo
come ambulatori ginecologici.
Analoga considerazione può essere fatta per la definizione di un percorso nascita
moderno e appropriato, oltre che accogliente per le donne. Il Tavolo Comunale si è
occupato tenacemente della qualificazione di questo percorso e l’auspicio è che questo
tema diventi patrimonio d’azione di tutta la realtà provinciale.
La promozione della salute e del benessere delle donne potrà
diventare vera priorità nelle programmazioni locali se, oltre ai
nuovi obiettivi, sarà adottato anche un metodo di lavoro
centrato sulla condivisione di saperi e di competenze diffusi
dal sapere professionale al sapere dettato dall’esperienza
con le donne e i loro problemi.
Questa esperienza è la forza del contributo e della competenza
del Tavolo Salute Donna.
(40
PIANO PER LA SALUTE E IL BENESSERE SOCIALE E SANITARIO
AREA SALUTE E BENESSERE DONNA
a cura di Marcella Marani - Assessorato alla Salute e Servizi alla Persona
Area Salute e Benessere donna
Servizi in campo
ASP
(Centro Servizi alla
Persona)
SERVIZI SANITARI
(Azienda Usl e Azienda
Ospedaliera)
TERZO SETTORE
CENTRI RESIDENZIALI
E SEMIRESIDENZIALI
STRUTTURE DI
ACCOGLIENZA
DONNA
CENTRI
ANTIVIOLENZA
ASSOCIAZIONI
FEMMINILI
COMUNE
DI FERRARA
COMMISSIONE
DONNE ELETTE
La società complessa ed i nuovi bisogni emergenti richiedono una presenza autorevole
del pubblico nel territorio: autorevolezza che si afferma attraverso la capacità di svolgere compiti di regia e di garanzia, prestando attenzione alla costituzione di prospettive strategiche condivise con le formazioni della società civile che accettano di svolgere funzioni pubbliche. Questo orientamento esprime la consapevolezza che il valore
del welfare che ci propone di realizzare sarà direttamente proporzionale al valore del
reciproco riconoscimento che si determina tra i diversi attori in gioco. Si tratta di una
posizione, apparentemente debole, ma che al contrario esprime la volontà di direzionamento e presenza attiva da parte del pubblico.
Tuttavia, siccome non si può definire un punto di vista unico capace di interpretare e
orientare la realtà a favore del bene comune, è necessario comprendere che solo una
condivisione di intenti fra i diversi attori sociali, pur nel rispetto dei livelli di responsabilità e delle differenze reciproche, può portare quel valore aggiunto essenziale al
benessere collettivo e individuale dato dalla coesione sociale.
Difatti, la promozione del benessere, richiede interventi capaci di coinvolgere e mobilitare risorse diverse (pubbliche, del terzo settore, della solidarietà spontanea e non
organizzata, private ecc…) ricercando l’integrazione delle politiche sociali con le poli41)
tiche sanitarie e, allo stesso tempo, di queste con le politiche ambientali, urbanistiche,
abitative, formative, occupazionali e come appena richiamato, culturali.
Ecco appunto per questo motivo che a livello locale è stato ritenuto necessario ed
importante costituire un’area tematica ad hoc “Area Salute e Benessere Donna” in
aggiunta alle cinque aree già presenti sul territorio distrettuale, nell’ambito della programmazione sociale e sanitaria dei servizi.
Secondo l’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna n. 175 del 22 maggio
2008 è importante costruire e valorizzare un nuovo sistema intergrato di servizi con
l’obiettivo di affermare un’idea di welfare di comunità basato su una forte presenza di
garanzia del pubblico e contemporaneamente su processi partecipativi delle organizzazioni della società civile, delle parti sociali, del Terzo Settore e delle stesse persone e
famiglie che esprimono esigenze di sostegno e cura.
L’Area in questione, difatti ha come obiettivo quello di far partecipare i soggetti attivi
e propositivi del territorio locale oltre alle aziende sanitarie e gli enti istituzionali preposti per la definizione di progettualità e interventi sociali e sanitari sempre più nuovi
e attinenti alla realtà e alle esigenze espresse dal target di riferimento.
Anche a livello provinciale è stata data grande enfasi a questa tematica difatti è stata
prevista tra le priorità della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria, anche sulla base dei
bisogni rilevati nel Profilo di Comunità provinciale.
Il Piano distrettuale per la Salute e il Benessere sociale si conferma lo strumento strategico e funzionale per governare le politiche sociali a livello territoriale con la partecipazione di tutti gli attori sociali.
(42
CAMPAGNE INFORMATIVE E PROGETTUALITÀ FUTURE
a cura di Marcella Marani - Assessorato alla Salute e Servizi alla Persona e
Linda Bongiovanni - Laureata in Culture e Diritti Umani presso la Facoltà di Scienze
Politiche - Università di Bologna
All’interno del Piano Distrettuale per la Salute e il Benessere Sociale 2009/2011 sono
stati individuati degli obiettivi da realizzare nel prossimo triennio che vanno a confermare quanto già in questi anni nel Tavolo Salute Donna si sta realizzando su cui i servizi territoriali dovranno essere orientati a realizzare in modo efficace.
Questi obiettivi riguardano:
- l’offerta di servizi e percorsi assistenziali accessibili, appropriati e di alta qualità a
sostegno della gravidanza, del parto e del puerperio (percorso nascita);
- l’ampliamento dei servizi e percorsi specifici: per le donne immigrate, allargando
l’esperienza partita nel 2007 della mediazione interculturale;
- l’attività psicologica di sostegno al singolo, alla coppia e alla famiglia, anche in
stretta collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale e con il Servizio Sociale
per il percorso di adozione e affidi;
- la qualificazione dei consultori come luoghi multiprofessionali e accoglienti, non solo
come ambulatori ginecologici. Nel prossimo triennio dovranno essere realizzati gli
obiettivi contenuti nella DGR 533/2008 del 21 aprile 2008, relativi al programma regionale sul percorso nascita.
Inoltre i temi trasversali alle altre aree tematiche del piano, in particolare, all’area
minori che vedono la collaborazione in termini di progettualità (mamme con bambini),
43)
ha previsto tra le azioni e le priorità approvate anche dalla Conferenza Territoriale Socio
Sanitaria a livello provinciale le seguenti:
◗ superare le liste di attesa nelle scuole d’infanzia;
◗ allargare la rete dei centri per le famiglie;
◗ valorizzare le esperienze familiari di auto mutuo aiuto;
◗ integrare il lavoro dei centri per le famiglie con i consultori pediatrici e familiari.
◗ facilitare la presa in carico del neonato da parte del pediatra di libera scelta nell’ambito del Dipartimento di Cure primarie;
◗ dare continuità ai progetti di sostegno all’allattamento al seno;
◗ realizzare la presa in carico tempestiva di neonati a rischio socio sanitario
provenienti da famiglie multiproblematiche;
◗ aderire al progetto ministeriale “Genitori Più” per la promozione di sette azioni
di dimostrata efficacia nella cura genitoriale del bambino attraverso corsi di formazione per operatori e una campagna di comunicazione di massa;
◗ focalizzare l’attenzione sul benessere delle donne in condizione di disagio sociale e mentale (stress da doppio carico di lavoro, isolamento, depressione e difficoltà da caregiver);
◗ ampliare le azioni riguardanti la prevenzione delle malattie cardiovascolari (cardiopatia ischemica, infarto al miocardio, vascolopatie cerebrali acute).
Tutte queste tematiche sono state affrontate (vedi schede specifiche nelle pagine precedenti del testo) all’interno del Tavolo Salute donna e in un futuro l’Amministrazione
Comunale ha intenzione di portare avanti questi impegni anche attraverso azioni di
miglioramento. Inoltre, ha l’obiettivo di puntare come “novità per l’anno 2009” la predisposizione di campagne di sensibilizzazione e di informazione su tematiche di grande interesse per le donne che richiederanno risorse proprie.
Le campagne informative sono illustrate nella pagina seguente.
(44
45)
COMPONENTI DEL TAVOLO SALUTE DONNA 2004 -2009
E RECAPITI TELEFONICI
a cura di Marcella Marani - Assessorato alla Salute e Servizi alla Persona e
Linda Bongiovanni - Laureata in Culture e Diritti Umani presso la Facoltà di Scienze
Politiche - Università di Bologna
COMUNE DI FERRARA
Assessorato alla Salute e Servizi alla
Persona
Via Boccacanale di S. Stefano, 14/e
44100 Ferrara
Tel. 0532/419685 - 0532/419628
Dipartimento di Salute Mentale
Via Ghiara, 38 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235407
AZIENDA USL DI FERRARA
Sede Urp Aziendale
Via Cassoli, 30 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235605
Fax 0532/235602
E-mail: [email protected]
Dipartimento Dipendenze Patologiche
Ser.T
Via F. del Cossa, 18 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/211068
Spazio Giovani
Via Gandini, 26 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235026
Centro Salute Donna
Consultorio Ginecologico
● Via Boschetto, 29 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235518
● Via Gandini, 26 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235014
Orari:
Ginecologia:
mercoledì e venerdì dalle 8.30 alle 13.30
Spazio immigrati:
mercoledì dalle 14.30 alle 16.30
Ambulatorio della Gravidanza
Via Boschetto, 29 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235524
Piani per la Salute
Via F. Beretta, 13 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235286
E-mail: [email protected]
Dipartimento delle Cure Primarie
Via Cassoli, 30 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235127
(46
Dipartimento Sanità Pubblica
Via F. Beretta, 7 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235111
AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA
DI FERRARA
Centro Organizzativo Screening
Via Boschetto, 29 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235503-235504
Numero verde 800 532 008
Fax 0532/235528
E-mail: [email protected]
Orari:
dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00
Centro Senologia
c/o Azienda Ospedaliero-Universitaria
di Ferrara
● Corso Giovecca, 203 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/237157
● Via Boschetto, 29 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/235528
Orari:
lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9.00
alle 13.00
Centro Menopausa e Osteoporosi
Via Boschetto, 31- 44100 Ferrara
Tel. 0532/742253
● Azienda Ospedaliero-Universitaria di
Ferrara
Tel. 0532/235127
●
Reparto Ginecologia e Ostetricia
Corso Giovecca, 203 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/236289
Donne Europee
Via Bisi, 5 - San Martino - 44100 Ferrara
Tel. 0532/712851
Centro Disturbi Alimentari
c/o l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di
Ferrara
Corso Giovecca, 203 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/236070
Mogli dei Medici c/o Ordine dei Medici
P.za Sacrati, 11 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/202247
Ufficio Accoglienza e Mediazione
c/o Azienda Ospedaliero-Universitaria di
Ferrara
Corso Giovecca, 203 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/236527 Fax 0532/236588
COMMISSIONE DONNE ELETTE
DEL COMUNE DI FERRARA
Piazza Municipale, 2 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/419111
ASSOCIAZIONI FEMMINILI
Udi (Unione Donne in Italia)
Via Terranuova, 12/b – 44100 Ferrara
Tel. 0532/206233 Fax 0532/247440
E-mail: [email protected]
Centro Donna Giustizia
● Progetto Uscire dalla violenza
Via Terranuova, 12/b - 44100 Ferrara
Tel. 0532/247440
E-mail: [email protected]
Progetto Oltre la Strada – Luna Blu
Via Silvano Balboni, 4 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/790978 Fax 1911421
E-mail: [email protected]; [email protected]
●
Centro Documentazione Donna
Via Terranuova, 12/b – 44100 Ferrara
Tel: 0532/205046 - Fax. 0532/53186
E-mail: [email protected]
Ande (Associazione Nazionale Donne
Elettrici)
Via Frizzi, 19 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/209968 Fax 0532/216378
Soroptimist
Via Braiola 34, Monestirolo – 44100
Ferrara
Tel. 0532/421400
FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arti
Professioni e Affari)
Via Borgoleoni, 70 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/62741
ANDOS (Associazione Donne Operate al
Seno)
Via Pavone, 77 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/764375
Croce Rossa - Sezione femminile
Via Cisterna del Follo, 13 – 44100 Ferrara
Tel. 0532/209400 Fax 0532/248244
SINDACATI
CGIL - Coordinamento femminile
Via Piazza Verdi, 5 – 44100 Ferrara
Tel. 0532/783111
CISL - Coordinamento femminile
Piazzetta Enrico Toti, 5 – 44100 Ferrara
Tel. 0532/789811
UIL - Coordinamento femminile
Via Mulinetto, 63 – 44100 Ferrara
Tel. 0532/764400
Cif (Centro Italiano Femminile)
Via Savonarola, 26 – 44100 Ferrara
Tel. 0532/209238
47)
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